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Hetty Hillesum.pdf - DIOCESI di Padova

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sua scrivania, che non esita a definire<br />

come «il più bel posto di questa terra».<br />

Da questo osservatorio, Etty deve<br />

fare i conti anche con il mondo esteriore<br />

che diventa sempre più difficile<br />

da decifrare e che, anno dopo anno,<br />

diviene sempre più minaccioso.<br />

In viaggio verso sé stessa<br />

Il Diario e le Lettere ci rendono partecipi di un cammino spirituale<br />

assai rapido: due anni e mezzo, dal 9 marzo 1941 al 7<br />

settembre 1943, un arco di tempo che il teologo francese Ghislain<br />

Lafont paragona a quello ricoperto nei nostri vangeli<br />

da Gesù di Nazareth. Prima e<br />

dopo questa data di lei non sappiamo<br />

nulla.<br />

L’avventura spirituale comincia,<br />

per noi lettori, con il momento<br />

della consultazione di<br />

uno psicologo-chirologo – Julius<br />

Spier, paziente/allievo di Jung –;<br />

incontro che si trasforma rapidamente<br />

in una relazione complessa,<br />

una sorta di amicizia<br />

amorosa, segnata da una libera<br />

e liberante dipendenza, mediante<br />

la quale, fino alla morte<br />

Julius Spier<br />

Esther Hillesum, meglio nota come Etty, nacque a Middelburg,<br />

nei Paesi Bassi, il 15 gennaio 1914 da genitori<br />

ebrei.<br />

Il padre Levi (Louis), originario di Amsterdam, insegnava<br />

lingue classiche; la madre Rebecca Bernstein, di origine russa,<br />

arrivò ad Amsterdam il 18 febbraio 1907 per sfuggire a<br />

un pogrom (si travestì da militare per cercare la salvezza). La<br />

coppia ebbe oltre a Etty due figli maschi: Mischa e Jaap, di<br />

qualche anno più giovani di lei. Con la sua famiglia Etty seguì<br />

gli spostamenti del padre. Abitò a Tiel, a Winschoten e<br />

nel 1924 a Deventer, dove trascorse l’adolescenza.<br />

Laureatasi in Giurisprudenza all’Università di Amsterdam,<br />

si iscrisse anche alla facoltà di Lingue Slave<br />

e all’inizio della guerra si interessò alla psicologia junghiana.<br />

I suoi studi furono interrotti a causa della guerra.<br />

Nel 1942, impiegata come dattilografa presso una sezione<br />

del Consiglio Ebraico, ebbe la possibilità di salvarsi dalle<br />

persecuzioni naziste, ma decise di condividere la sorte del<br />

suo popolo. Lavorò in seguito nel campo di transito di Westerbork<br />

come assistente sociale.<br />

I genitori e i fratelli Mischa e Jaap furono internati tutti<br />

nel campo olandese di transito di Westerbork. Il 7 settembre<br />

1943 tutta la famiglia, tranne Jaap, fu deportata nel campo<br />

di sterminio di Auschwitz. Mentre lei, i genitori e il fratello<br />

Mischa morirono dopo poco tempo dal loro arrivo, l’altro<br />

fratello, Jaap, perse la vita a Lubben, in Germania, dopo la liberazione,<br />

il 17 aprile 1945, durante il viaggio di ritorno in<br />

Olanda. Etty morì il 30 novembre 1943.<br />

Il diario, resoconto degli ultimi due anni della sua vita,<br />

fu scritto ad Amsterdam tra il 1941 e il 1943, probabilmente<br />

su indicazione dello psico-chirologo ebreo-tedesco Julius<br />

Spier di cui fu inizialmente paziente e con il quale ebbe<br />

un forte legame (lo cita spesso nei suoi scritti chiamandolo<br />

semplicemente “S.”).<br />

Il suo diario venne pubblicato nel 1981.<br />

di quest’uomo – da lei definito «ostetrico della mia anima» –<br />

hanno luogo per Etty delle scoperte interiori decisive, che producono<br />

una trasformazione profonda ed evidente della sua<br />

vita fino alla fine.<br />

Il 7 settembre 1943, lasciando il campo di raccolta di Westerbork<br />

assieme ai vecchi genitori e al fratello Mischa, verso<br />

Auschwitz, lascia cadere dal treno – affidandolo al vento e a<br />

quell’umanità in cui non aveva mai perso la fiducia – un biglietto<br />

in cui annotava frettolosamente:<br />

<strong>dossier</strong><br />

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