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Focus Italia N° 262 - Agosto 2014

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IL NUOVO SITO DI FOCUS È online. Scoprilo!<br />

Come funziona l'autovelox<br />

Scoprire e capire il mondo<br />

<strong>262</strong><br />

AGOSTO <strong>2014</strong><br />

€ 3,90 in iTALia<br />

Digitale<br />

PERCHé viaggiare<br />

fa bene<br />

Cos'è il<br />

lifelogging<br />

DOSSIER<br />

f(x) = (x 3 +y 3 )=6xy [-2 ,15 ]<br />

_1<br />

3<br />

_7<br />

10<br />

_7<br />

10<br />

Tutto è<br />

matematica<br />

Tecnologia<br />

Aumenta i neuroni nel nostro cervello.<br />

Ci rende felici e ci fa stare meglio con gli altri<br />

I treni<br />

del FUTUro<br />

Mensile: Austria, Belgio, Francia,<br />

Lussemburgo, Portogallo (cont.) Spagna<br />

€ 7,00 / Canada CAD 12,00 / Germania<br />

€ 8,00 / UK GBP 6,00 / Svizzera Chf 9,80<br />

– C.T. Chf 9,30 / USA $ 12,00<br />

Poste <strong>Italia</strong>ne / Sped. in A.P. D.L. 353-03<br />

art. 1, Comma 1 / Verona CMP<br />

SToria<br />

A ciascuno<br />

il suo Senato<br />

bellezze<br />

urticanti<br />

Natura


38 attrazioni per bambini!<br />

*Prezzo base dei biglietti interi a data fissa<br />

pre-acquistabili su leolandia.it. Disponibilità limitata.<br />

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La Sfida buona<br />

notizia<br />

Il miracolo<br />

degli<br />

Appennini<br />

Il più bel camoscio del<br />

30<br />

mondo è (quasi) salvo I camosci a inizio ’900.<br />

La popolazione era stata<br />

I parchi abruzzesi hanno unito le forze per<br />

tutelare questo animale, che vive solo in <strong>Italia</strong>.<br />

Un intervento esemplare, che l’estero ora copia.<br />

decimata da caccia e<br />

territori “rubati” per<br />

l’allevamento. Oggi si<br />

contano 2.000 esemplari.<br />

Npl/Contrasto<br />

Un piano di salvataggio<br />

eccellente, preso a modello<br />

dagli esperti di tutta Europa,<br />

ha permesso di portare a<br />

oltre 2.000 il numero di<br />

esemplari di camoscio<br />

appenninico (Rupicapra<br />

pyrenaica ornata) che vivono<br />

sulle nostre montagne. Il<br />

risultato, annunciato a fine<br />

giugno, è davvero rilevante,<br />

se si considera che all’inizio<br />

del ’900 la popolazione era<br />

ridotta a una trentina di capi.<br />

Il camoscio appenninico, una<br />

sottospecie che vive solo in<br />

<strong>Italia</strong>, è ancora ritenuto<br />

vulnerabile, ma il tasso di<br />

riproduzione che si registra<br />

oggi lascia ben sperare.<br />

Eco turisti. Gli interventi<br />

di tutela stanno avendo un<br />

ritorno importante anche sul<br />

piano economico. Si calcola<br />

infatti che ogni anno nei<br />

parchi abruzzesi arrivino<br />

circa 10.000 turisti, attratti<br />

principalmente dall’idea di<br />

un incontro a tu per tu con<br />

questo elegante ungulato,<br />

ritenuto dagli esperti “il più<br />

bel camoscio del mondo”.<br />

l’unione fa la forza.<br />

Coordinamento è stata la<br />

parola chiave del successo.<br />

Infatti, da una ventina di<br />

anni i progetti per la tutela<br />

del camoscio hanno coinvolto<br />

tutte e 5 le aree protette<br />

abruzzesi: dal Parco Nazionale<br />

d’Abruzzo – il primo a<br />

essere istituito nel 1922 –<br />

gli esemplari sono stati<br />

prelevati e introdotti nei<br />

territori ritenuti idonei a<br />

ospitarli, nei parchi della<br />

Majella, dei Monti Sibillini,<br />

del Gran Sasso e del Sirente<br />

Velino. Oggi, con 830<br />

esemplari, la popolazione<br />

della Majella è la più numerosa,<br />

mentre il Gran Sasso<br />

conta già 500 capi.<br />

Margherita Fronte<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 3


AGOSTO <strong>2014</strong> numero <strong>262</strong><br />

Scoprire e capire il mondo<br />

DOSSIER<br />

74 MATEMATICI SI NASCE O SI<br />

DIVENTA?<br />

C’è chi è portato, e chi no.<br />

81 ALTRI MODI DI DARE I NUMERI<br />

La matematica nelle altre culture.<br />

86 MAI DIRE MAI<br />

Giochiamo con le probabilità.<br />

14<br />

Perché viaggiamo<br />

Scienza<br />

Perché viaggiamo .......................................................................... 14<br />

Non sono i soldi a dare la felicità, ma la fuga dalle abitudini e il piacere della scoperta.<br />

Di più. Una vacanza ci regala benessere... e neuroni!<br />

«I casi di<br />

morbillo sono<br />

in aumento per<br />

l’insano timore<br />

del vaccino»<br />

pag. 13<br />

Tecnologia<br />

I treni del futuro ............................................................................. 22<br />

Materiali leggeri come in Formula 1. Freni che generano energia. I nuovi convogli<br />

saranno più ecologici, veloci, comodi. Così, anche l’<strong>Italia</strong> volerà sui binari.<br />

Scienza<br />

Bolle! .............................................................................................. 30<br />

Le bolle non sono soltanto uno svago per i bambini. Nascondono una fisica e una<br />

matematica complesse. Ecco perché le ritroviamo nei campi più diversi e sorprendenti.<br />

Storia<br />

Un Senato, tanti Senati .................................................................. 33<br />

Un collegio di saggi stimati e autorevoli, la rappresentanza dei territori, una garanzia di<br />

qualità: ecco le ragioni storiche all’origine di un’istituzione oggi messa in discussione.<br />

Chimica<br />

Senza punture ................................................................................ 43<br />

Tenere lontane le zanzare con repellenti al profumo d’uva? Le ultime scoperte aprono<br />

la porta a nuove sostanze efficaci e sicure.<br />

Natura<br />

Banana addio ................................................................................. 48<br />

Una malattia minaccia di spazzare via le piantagioni. E gli scienziati le provano tutte.<br />

48<br />

Banana addio<br />

4 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Sessualità<br />

Donne che amano le donne .............................. 64<br />

L’omosessualità femminile è meno diffusa, meno visibile e meno<br />

studiata. Libera da tabù, ecco cosa ne sa la scienza.<br />

Natura<br />

Farfalle marine urticanti .................................... 92<br />

Le meduse sono fatte quasi solo di acqua, ma possiedono<br />

le armi più efficienti del mondo animale.<br />

Tecnologia<br />

La vita è tutta un bit ........................................ 102<br />

Il lifelogging è l’ultima frontiera aperta dai gadget hi-tech:<br />

dispositivi da indossare per memorizzare ogni cosa.<br />

Storia<br />

La beffa di Moby Dick ...................................... 116<br />

Quello sulla balena bianca è il romanzo per cui ricordiamo<br />

Melville. Ma quando uscì gli stroncò la carriera.<br />

Mondo<br />

Vertigini ........................................................... 122<br />

Se ne soffrite, fate un respiro profondo perché le foto raccolte in<br />

queste pagine vi faranno tremare le gambe.<br />

Corpo umano<br />

Meditate gente ................................................ 130<br />

Dopo tanto scetticismo la ricerca scientifica conferma: l’uso delle<br />

tecniche orientali può prevenire e curare molte malattie.<br />

Spazio<br />

Segreti spaziali ................................................ 138<br />

Dietro le quinte dei centri utilizzati dall’Agenzia spaziale europea.<br />

Per scoprirne i luoghi più nascosti.<br />

122Vertigini<br />

L’invito alla lettura del direttore<br />

Siete in spiaggia? In treno?<br />

Sul divano? È sempre il momento<br />

di scoprire il nuovo <strong>Focus</strong>.it! Notizie<br />

di scienza, foto bellissime, curiosità,<br />

quiz, test... Tutto un mondo di sapere<br />

da abbracciare e condividere.<br />

Che aspettate a cliccare? Basta<br />

un telefonino! Francesca Folda<br />

francesca.folda@focus.it<br />

145<br />

My<strong>Focus</strong><br />

SEZIONI<br />

57 Prisma<br />

110 Domande & Risposte<br />

145 My<strong>Focus</strong><br />

152 relax<br />

155 Giochi<br />

160 Mondo <strong>Focus</strong><br />

Farfalle<br />

marine<br />

urticanti<br />

RUBRICHE<br />

3 La buona notizia<br />

6 Flash<br />

13 L’intervista<br />

46 Come funziona<br />

99 il confronto<br />

128 Visioni dal futuro<br />

137 La sfida<br />

162 in numeri<br />

pag. 92<br />

Guida a colori<br />

e temi di<br />

questo numero<br />

Animali<br />

Natura<br />

Ecologia<br />

Tecnologia<br />

Digitale<br />

Medicina<br />

Chimica<br />

Corpo Umano<br />

Scienza<br />

Spazio<br />

Comportamento<br />

Mondo<br />

Sessualità<br />

Storia<br />

Cultura<br />

Arte<br />

128<br />

Visioni dal futuro<br />

Ci trovi anche su:<br />

www.focus.it<br />

In copertina: uomo sull’aereo Corbis, elaborazione grafica di Chiara Scandurra; autovelox: Fotogramma; matematica: Nikki Graziano; treno Bombardier; Senato: Andrea Sabbadini/Buenavista;<br />

medusa: Alexander Semenov/Getty Images; donna lifeloggig: Pablo Sarabia/Quo Magazine.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 5


Flash<br />

Come<br />

le fate<br />

6 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


dee danzanti<br />

Queste giovani cambogiane<br />

sono vestite da Apsaras,<br />

“danzatrici celesti” descritte<br />

in molti testi della tradizione<br />

religiosa hindu e buddista.<br />

Nella mitologia Khmer,<br />

fra il IX e il XV secolo,<br />

queste semidee<br />

avrebbero insegnato al<br />

popolo la danza. Sono<br />

quindi personaggi molto<br />

popolari: nelle pietre<br />

dei templi di Angkor (il<br />

sito archeologico più<br />

importante della Cambogia)<br />

sono incise centinaia di<br />

raffigurazioni delle dee.<br />

Romeo Starcevic<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 7


Flash<br />

Caccia<br />

ai neutrini<br />

8 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


mondo dorato<br />

Questo luogo surreale è<br />

Super-Kamiokande, un<br />

rivelatore posto 1.000<br />

metri al di sotto del monte<br />

Kamioka (Giappone) che<br />

dà la caccia ai neutrini che<br />

arrivano dallo spazio.<br />

È un serbatoio largo 39 m<br />

e alto 42, che di norma<br />

contiene 50.000 tonnellate<br />

di acqua purissima (qui, in<br />

manutenzione, è svuotato).<br />

I 13 mila rivelatori sulle sue<br />

pareti colgono le interazioni<br />

tra i neutrini e le molecole<br />

d’acqua. Ma sono eventi<br />

molto rari: per questo serve<br />

un rivelatore così grande!<br />

Kamioka Observatory, ICRR, The University of Tokyo<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 9


Flash<br />

Un diavolo<br />

per capello<br />

10 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


che doccia!<br />

“Che c’è da guardare?”<br />

sembra chiedere questo<br />

allocco della Lapponia<br />

(Strix nebulosa), un<br />

rapace notturno che vive<br />

nelle foreste di conifere<br />

dell’emisfero nord. L’aspetto<br />

sorpreso e stropicciato<br />

del volatile ha catturato<br />

l’attenzione del fotografo<br />

Patrick Pleul che si trovava<br />

nello zoo di Eberswalde<br />

(Germania) durante un<br />

violento temporale che ha<br />

inzuppato tutti: umani e<br />

animali. E così il gufo, tutto<br />

bagnato, si è conquistato<br />

questo bel primo piano.<br />

Patrick Pleul/Afp/Getty Images<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 11


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una nuova idea di energia.<br />

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benessere alla tua vita e, nel rispetto dell’ambiente,<br />

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L’intervista<br />

di<br />

Giovanni<br />

Corsello<br />

Il medico<br />

che difende<br />

i bambini<br />

Biografia<br />

Nato a Cefalù (Pa) nel<br />

1958, sposato e con due<br />

figli, è uno dei più<br />

importanti pediatri italiani.<br />

Si è laureato in medicina<br />

nel 1986 a Palermo e negli<br />

anni successivi si è<br />

specializzato in pediatria<br />

e in genetica medica.<br />

Dal 2002 è professore<br />

ordinario di pediatria<br />

all’Università di Palermo<br />

e direttore della Clinica<br />

pediatrica; dal 2003 è<br />

anche direttore della<br />

scuola di specializzazione<br />

in pediatria.<br />

È autore di circa 350<br />

pubblicazioni scientifiche<br />

pubblicate su riviste<br />

nazionali e internazionali.<br />

Dal 2012 è presidente<br />

della Società italiana<br />

di pediatria (Sip).<br />

I movimenti anti-vaccini<br />

sono la nuova peste<br />

Il morbillo torna a colpire in <strong>Italia</strong>, a causa<br />

dei timori ingiustificati nei confronti della<br />

vaccinazione trivalente. I pediatri mettono<br />

in guardia: non ascoltate chi diffonde le bufale.<br />

1È vero che i casi di morbillo in <strong>Italia</strong> stanno<br />

aumentando?<br />

Purtroppo sì, e in modo rilevante. Quest’anno,<br />

da gennaio ad aprile si sono registrati già 1.047<br />

casi di morbillo in età pediatrica, contro i 700<br />

rilevati nello stesso periodo del 2013. Il fenomeno<br />

riguarda tutte le regioni e coinvolge anche<br />

le altre malattie prevenibili con il vaccino<br />

trivalente, ovvero la parotite e la rosolia.<br />

2A che cosa è dovuto questo incremento?<br />

Certamente a una riduzione della copertura<br />

vaccinale. Per debellare il morbillo è necessario<br />

che almeno il 90% della popolazione<br />

abbia completato l’iter, che prevede due iniezioni<br />

a distanza di qualche anno l’una dall’altra.<br />

Negli anni scorsi eravamo molto vicini a<br />

questo risultato ma ora siamo scesi e in certe<br />

zone i vaccinati non sono neppure l’80%.<br />

3Perché i bambini non vengono vaccinati?<br />

Il calo che osserviamo va attribuito alla<br />

diffusione di notizie prive di fondamento, che<br />

collegano la vaccinazione all’autismo. Queste<br />

notizie derivano da una vicenda di molti anni<br />

fa, che vide per protagonista un medico che,<br />

sulla rivista Lancet, ipotizzò l’esistenza di un<br />

legame fra vaccino e autismo. In seguito, lo<br />

studio è stato smentito e ritirato dalla stessa<br />

rivista, mentre altre ricerche hanno documentato<br />

che l’ipotesi era del tutto inconsistente.<br />

Purtroppo però Internet continua a veicolare<br />

quell’informazione e questo crea dubbi e incertezze.<br />

La maggior parte dei genitori decide<br />

poi comunque di vaccinare il figlio, ma va precisato<br />

che il ritardo comporta che per un certo<br />

tempo il bambino sia vulnerabile alla malattia.<br />

4Perché la notizia continua a circolare, nonostante<br />

sia stata smentita dalla scienza?<br />

È molto difficile arginare ciò che accade su Internet,<br />

dove chiunque può millantare credenziali<br />

e competenze inesistenti. Inoltre, negli<br />

anni la notizia è stata condita da posizioni<br />

ideo logiche. Per esempio, c’è chi sostiene che<br />

le industrie farmaceutiche vogliano lucrare<br />

sui vaccini nascondendo il legame con l’autismo.<br />

È un’idea assurda: tanto più che un singolo<br />

caso di morbillo costa moltissimo al Servizio<br />

sanitario nazionale e dal punto di vista economico<br />

è senza dubbio più conveniente vaccinare<br />

tutti, invece che curare chi si ammala.<br />

5Ma il morbillo è davvero così pericoloso?<br />

Il morbillo è una malattia pericolosissima.<br />

Nella maggior parte dei casi colpisce solo le vie<br />

respiratorie, provocando febbre, tosse, il caratteristico<br />

esantema della pelle e la congiuntivite.<br />

Già in questa forma può determinare un<br />

malessere importante, ma il rischio maggiore<br />

è che il virus raggiunga il cervello. Accade in<br />

un caso su mille e purtroppo l’encefalite che<br />

ne segue non ha nessuna cura. È potenzialmente<br />

letale e nel 20-30% dei casi provoca<br />

danni neurologici permanenti. Anche la rosolia<br />

e la parotite possono essere pericolose:<br />

la prima, se contratta in gravidanza, può danneggiare<br />

gravemente il feto o causare aborti;<br />

la parotite può determinare sterilità negli uomini.<br />

Oggi però si è persa la consapevolezza<br />

di questi rischi, perché i genitori solitamente<br />

non conoscono bambini che sono diventati<br />

sordi o ciechi a causa del morbillo, che resta<br />

una malattia poco diffusa. Bisogna che l’allerta<br />

torni alta.<br />

Il morbillo non ha alcuna<br />

cura e può uccidere.<br />

Il vaccino è l’unica vera<br />

arma che abbiamo<br />

6Secondo lei la trivalente dovrebbe essere<br />

resa obbligatoria?<br />

Penso che non ce ne sia bisogno. I medici<br />

dovrebbero favorire l’adesione volontaria e<br />

informata ai programmi di vaccinazione, che<br />

non vanno vissuti come un obbligo ma come<br />

un’opportunità.<br />

Si tratta di rimedi che stimolano le difese naturali<br />

dell’organismo contro gli agenti infettivi,<br />

e sono la nostra unica arma contro malattie<br />

gravissime.<br />

Margherita Fronte<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 13


Scienza<br />

SGuardo<br />

sul mondo.<br />

Quando<br />

si raggiunge un<br />

luogo come<br />

questo campo<br />

base<br />

per la scalata<br />

dell’Everest<br />

in Nepal,<br />

si allarga<br />

il proprio<br />

sguardo<br />

su se stessi e<br />

sugli altri.<br />

Perché<br />

Getty Images/National Geographic<br />

viaggiamo


Non sono i soldi<br />

a dare la felicità,<br />

ma la fuga<br />

dalle abitudini<br />

e il piacere della<br />

scoperta. Di più.<br />

Una vacanza ci<br />

regala benessere<br />

e... neuroni!


Viaggiare, ben più dei<br />

soldi, dà la felicità. Lo<br />

ha dimostrato alcuni<br />

anni fa lo psicologo inglese<br />

Howard Gardner,<br />

misurando la soddisfazione<br />

di chi aveva ricevuto<br />

una vincita di 50 mila sterline alla<br />

lotteria e confrontandola con quella di<br />

chi aveva viaggiato o era stato in vacanza<br />

più volte durante l’anno.<br />

Un dato confermato dalle più recenti<br />

ricerche che, in più, ne spiegano il motivo:<br />

il viaggio aumenta le connessioni tra<br />

neuroni e quindi l’efficienza del cervello.<br />

Inoltre, dà benessere proprio perché<br />

spezza la quotidianità e qualche volta<br />

può perfino curare vere e proprie malattie.<br />

Per non parlare dei benefici psicologici:<br />

secondo gli studiosi viaggiare migliora<br />

il senso di controllo sulla propria<br />

vita, incrementa la capacità di entrare<br />

in relazione con gli altri e modifica perfino<br />

la propria scala di valori (questioni<br />

riguardanti la famiglia, gli amici, le aspirazioni<br />

personali aumentano di importanza<br />

rispetto a quelle legate al lavoro).<br />

Evoluti con la valigia. Del resto, l’umanità<br />

viaggia da quando dalla savana<br />

africana ha colonizzato il resto del mondo.<br />

«I nostri antenati erano nomadi. Ed<br />

è per questo che siamo programmati<br />

per viaggiare, per cercare la varietà. Ne<br />

abbiamo talmente bisogno che quando<br />

non la troviamo ce la inventiamo, proprio<br />

come facevano i primi esploratori<br />

che, raccontando l’incontro con popoli<br />

sconosciuti, ne esageravano la “stranezza”»<br />

fa notare Marco Villamira, medico<br />

e autore di un libro sulla psicologia del<br />

viaggio. «Alla fine si tratta di una ricerca<br />

di conoscenza, che avviene fuori ma anche<br />

dentro di noi».<br />

Esplorare lo spazio, ma anche lasciarsi<br />

affascinare da ciò che si incontra, è<br />

un’esigenza innata, visto che è comune<br />

a molte culture, anche a quelle tribali.<br />

L’antropologo inglese Maurice Bloch,<br />

per esempio, scoprì che gli Zafimaniry<br />

del Madagascar si fermavano ogni volta<br />

che vedevano uno spazio grande davanti<br />

a sé, per contemplarlo. L’ambiente aperto<br />

della savana è anche il luogo più gradito<br />

da visitare, soprattutto dai bambini,<br />

anche se non è quello in cui la maggior<br />

parte delle persone vorrebbe vivere; lo<br />

dimostra uno studio condotto dai ricercatori<br />

Usa John Balling e John Falk (vedi<br />

grafico in alto a destra).<br />

Dove vorresti<br />

andare?<br />

savana<br />

foresta di<br />

latifoglie<br />

foresta di<br />

conifere<br />

foresta<br />

pluviale<br />

Le mete preferite da visitare o per stabilirsi<br />

definitivamente in 5 diversi ambienti naturali.<br />

SACRO MOTORE. Secondo Dean Mac-<br />

Cannell, studioso del fenomeno turistico<br />

e docente all’Università della California,<br />

viaggiare è una forma di ricerca<br />

del sacro, una sorta di pellegrinaggio, di<br />

rispetto rituale per la società umana. Di<br />

più: per alcuni studiosi il viaggio è sempre<br />

stato il motore della storia perché<br />

gli spostamenti individuali o di intere<br />

comunità avvenuti nei secoli hanno permesso<br />

contaminazioni e conoscenza tra<br />

popolazioni lontane, spesso alla radice di<br />

mutamenti fondamentali nella cultura<br />

I nostri antenati erano nomadi e anche<br />

noi siamo programmati per cercare<br />

la varietà. Esplorare ci viene naturale<br />

a vivere<br />

in vacanza<br />

deserto<br />

COMPAGNI DI VIAGGIO.<br />

L’esperienza crea ricordi<br />

e un legame ulteriore<br />

con chi ci accompagna.<br />

69%<br />

degli europei pensa<br />

che almeno una<br />

vacanza l’anno sia<br />

essenziale per avere<br />

una vita soddisfacente.<br />

Aurora Photos<br />

16 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Viaggiare non solo<br />

cura lo stress,<br />

ma migliora anche<br />

la memoria e crea<br />

persino nuovi neuroni<br />

L’idea in testa.<br />

Partiamo con una mappa mentale<br />

della nostra destinazione,<br />

ma è la sorpresa a farci star bene.<br />

Gallery Stock/Contrasto<br />

e nella tecnologia. L’uomo, insomma, è<br />

da sempre un animale con la valigia.<br />

benefici cerebrali. Solo di recente<br />

però si è capito che cosa ci spinga a chiudere<br />

la porta di casa alle nostre spalle:<br />

percorrere luoghi sconosciuti, degustare<br />

cibi mai assaggiati prima o imparare anche<br />

poche parole in un’altra lingua sono<br />

attività che costruiscono nuove connessioni<br />

nel cervello.<br />

Esaminando l’encefalo di 329 persone,<br />

l’équipe di ricercatori diretta da Michael<br />

Valenzuela dell’Università di Sydney nel<br />

2012 ha scoperto che chi aveva viaggiato<br />

molto e in generale aveva avuto una vita<br />

attiva aveva anche una maggiore densità<br />

di neuroni in alcune zone cerebrali. In<br />

particolare, lo spessore corticale del lobo<br />

frontale era maggiore. Insomma, più che<br />

mantenere in salute i circuiti esistenti, le<br />

esperienze di viaggio sembrano crearne<br />

di nuovi. Non solo.<br />

Vantaggi per la memoria sono stati dimostrati<br />

da un’altra ricerca condotta da<br />

Gary Small, direttore dell’Ucla Longevity<br />

center di Los Angeles, su 70 persone<br />

tra i 35 e i 69 anni che per 14 giorni hanno<br />

seguito un programma che simulava una<br />

situazione simile a un viaggio-vacanza<br />

e che prevedeva frequenti passeggiate,<br />

stimoli cognitivi e cibo più sano. Risultato,<br />

l’attività della corteccia cerebrale<br />

dorsolaterale, molto importante per la<br />

memoria a lungo termine, diventava più<br />

intensa ed efficiente.<br />

Uscire dalla quotidianità è talmente benefico<br />

per il nostro cervello che diventa<br />

una cura. È il caso del disturbo post traumatico<br />

da stress, comune tra i sopravvissuti<br />

a un disastro e tra gli ex militari<br />

che sono stati a lungo in zone di guerra.<br />

Alcuni ricercatori della University of<br />

Southern Maine di Portland hanno condotto<br />

in campagna, per tre giorni di relax<br />

e pesca a mosca, 74 veterani tra i 33 e i<br />

60 anni affetti da questo disturbo. Hanno<br />

valutato la loro attenzione, l’umore, la<br />

qualità del sonno, l’ansia e il grado di depressione<br />

due settimane prima del viaggio,<br />

l’ultimo giorno della vacanza e sei<br />

settimane dopo il ritorno. Confrontando<br />

i dati, hanno notato una forte riduzione<br />

dei sintomi da disturbo post traumatico<br />

già alla fine della vacanza, e il beneficio<br />

era ancora presente dopo 6 settimane.<br />

Spazio, ultima frontiera. Viaggiamo,<br />

quindi, perché il nostro cervello ha<br />

bisogno di “crescere”. E comincia a farlo<br />

già prima della partenza, immaginando<br />

il luogo dell’arrivo. Ognuno di noi ha una<br />

sorta di mappa mentale del mondo, nella<br />

quale ogni posto è catalogato come più<br />

Aurora Photos<br />

Come cambia la tua percezione se viaggi<br />

non ha viaggiato nei<br />

12 mesi precedenti<br />

ha viaggiato nei<br />

12 mesi precedenti<br />

+24% +20% +15% +9% +14% +11% +10% +7% +3,5% +17%<br />

felicità<br />

relax<br />

entusiasmo<br />

autostima<br />

studio e<br />

lavoro<br />

realizzazione<br />

ottimismo<br />

abilità nei<br />

rapporti<br />

armonia<br />

familiare<br />

abilità<br />

nelle<br />

decisioni<br />

I cinesi sono il più grande mercato turistico del mondo. Da soli, spendono all’estero 129 milioni di dollari l’anno. Anche per questo,<br />

la più vasta ricerca scientifica sui benefici “a lungo termine” del viaggio è della Hong Kong Polytechnic University. Condotta su un<br />

campione di 682 cinesi (313 dei quali avevano viaggiato fuori dalla Cina nei 12 mesi precedenti) aveva lo scopo di verificare come il<br />

viaggio cambia la percezione di se stessi, degli altri, del mondo e della vita in generale. Effetti ancor più benefici sugli under 30.<br />

18 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


VIENI DA EURONICS A SCOPRIRE I NUOVI LUMIA 630 E 635 4G<br />

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IL CLIENTE È NEL SUO REGNO


Esplorazioni.<br />

Una tappa del trekking<br />

sull’Annapurna. Oggi persino<br />

le vette himalayane non sono<br />

luoghi così ignoti e sappiamo<br />

che cosa aspettarci. Perciò<br />

affascina il turismo spaziale.<br />

Aurora Photos<br />

umore<br />

Una volta visitato, un luogo non è più<br />

lo stesso, in un certo senso ci appartiene<br />

e contribuisce a formare la nostra identità<br />

L’umore in vacanza<br />

inizio<br />

vacanza<br />

metà<br />

vacanza<br />

rientro<br />

vacanza<br />

L’andamento del nostro umore durante il periodo<br />

di vacanza secondo una ricerca olandese.<br />

o meno selvaggio, più o meno incontaminato,<br />

più o meno ricco di occasioni per<br />

divertirsi. Tutto dipende dall’idea che ce<br />

ne siamo fatti negli anni grazie a film, documentari,<br />

racconti di amici e familiari,<br />

lezioni scolastiche. Una mappa che viaggiando<br />

portiamo con noi.<br />

«Il viaggiatore di un secolo fa, che andava<br />

incontro a luoghi totalmente sconosciuti<br />

e arrivava perfino a rischiare la vita, è<br />

scomparso. Oggi abbiamo un’idea anche<br />

del più sperduto villaggio della Nuova<br />

Guinea: ne conosciamo perlomeno il clima<br />

o il tipo di cibo» dice Villamira. «Forse<br />

oggi il concetto più vicino al viaggiatore<br />

d’epoca è quello del turista spaziale».<br />

A SORPRESA. Probabilmente anche per<br />

questo, dimostrano le ricerche, ci piacciono<br />

di più i luoghi che giudichiamo<br />

sorprendenti, cioè che non corrispondono<br />

completamente alla nostra mappa<br />

mentale. Ed è l’attività di ridisegnare<br />

continuamente queste mappe a stimolare<br />

il cervello e a farci venire voglia di<br />

partire un’altra volta. Tant’è vero che<br />

secondo David Botterill, ricercatore alla<br />

Oxford Brookes University, a soddisfare<br />

un viaggiatore non è tanto la rispondenza<br />

o meno del posto visitato alle aspettative,<br />

ma l’adattamento agli inevitabili<br />

imprevisti e sorprese del viaggio: se l’adattamento<br />

avviene senza problemi si<br />

resta soddisfatti, altrimenti no.<br />

«Dal punto di vista psicologico viaggiare<br />

resta un rischio: ciascuno di noi ha<br />

una propria idea di se stesso, un ruolo,<br />

uno status. Quando ci si confronta con<br />

un ambiente e persone di cultura molto<br />

diversa è inevitabile che questa idea di<br />

sé debba essere rimodellata, almeno un<br />

po’» racconta Primo Lorenzi, psichiatra<br />

e autore del libro Sul viaggio e il viaggiare<br />

(Alpes). Una volta visitato, un luogo non<br />

è più un posto come gli altri, in un certo<br />

senso «ci appartiene, proprio dal punto<br />

di vista neurofisiologico, visto che le connessioni<br />

cerebrali aumentano. È come se<br />

facessimo una fotografia, che si deposita<br />

nei ricordi e contribuisce a formare la<br />

nostra identità» aggiunge Villamira.<br />

Un viaggio del resto crea ricordi che durano<br />

tutta la vita e un legame più intenso<br />

con familiari o amici che ci hanno accompagnato.<br />

Meglio brevi? Jeroen Nawijn, ricercatore<br />

della NHTV Breda University of Applied<br />

sciences, in Olanda, studia la relazione<br />

tra felicità e viaggio. Ha raccolto i<br />

dati sull’umore di 481 turisti di 68 diverse<br />

nazionalità che si trovavano ad Amsterdam<br />

e ha scoperto che l’80% di loro si<br />

dichiarava soddisfatto della propria<br />

giornata (di norma la percentuale non<br />

supera il 60%). La soddisfazione cresce<br />

dal secondo giorno di vacanza in poi, fino<br />

al penultimo giorno prima della partenza<br />

(vedi grafico a sinistra), quando probabilmente<br />

il dispiacere di tornare a casa fa<br />

calare il buon umore. Ma la felicità aumenta<br />

di nuovo l’ultimo giorno: in fondo,<br />

spiega Nawijn «anche tornare è un viaggio».<br />

Dalla ricerca è emerso un altro dato<br />

interessante: un viaggio abbastanza lungo<br />

da consentire un buon miglioramento<br />

dell’umore va da 3 a 6 giorni. Che sia meglio<br />

fare tante vacanze brevi piuttosto<br />

che una lunga?<br />

Raffaella Procenzano<br />

20 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Tecnologia<br />

I treni del<br />

Materiali leggeri come<br />

in Formula 1. Freni<br />

che generano energia.<br />

I nuovi convogli saranno<br />

più ecologici, veloci,<br />

comodi. Così, anche<br />

l’<strong>Italia</strong> volerà sui binari.<br />

futuro<br />

Bombardier<br />

581<br />

km/h<br />

La velocità più alta<br />

raggiunta da un treno,<br />

il maglev giapponese<br />

MLX01 nel 2003.<br />

574,8<br />

km/h<br />

La velocità toccata<br />

da un Tgv in Francia nel<br />

2007: è un treno Alstom,<br />

lo stesso usato da Italo.<br />

362<br />

km/h<br />

La velocità più alta mai<br />

raggiunta in <strong>Italia</strong>. Da un<br />

Etr Frecciarossa tra<br />

Firenze e Bologna (2009).<br />

22 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


è nel locomotore. Apre<br />

lo sportello dell’inverter, il cuore<br />

elettrico del treno, ma lo spazio<br />

L’ingegnere<br />

per muoversi non è sufficiente:<br />

«Bisogna spostarlo di 20 cm» dice. Anche<br />

se il macchinario pesa 3 tonnellate, l’operazione<br />

dura 1 minuto, perché il treno è fatto<br />

di impalpabili bytes. Il locomotore, infatti,<br />

è un’immagine proiettata su uno schermo<br />

largo 4 metri. L’ingegnere che gli sta davanti,<br />

in una stanza buia, indossa occhiali 3D e si<br />

muove nell’immagine con un joystick. Siamo<br />

nel Centro di realtà virtuale della Alstom di<br />

Savigliano (Cn), dove si testano i treni che vedremo<br />

sfrecciare sui binari nei prossimi anni.<br />

I 900 mila pezzi di cui è composto un convoglio<br />

sono progettati con software 3D, in un file<br />

che pesa 3 gigabytes. «Con questo rendering<br />

interattivo» spiega Carlo Pellegrini, direttore<br />

ingegneria materiale rotabile «possiamo<br />

simulare il montaggio e lo smontaggio di tutti<br />

i componenti, per individuare problemi in<br />

16.751<br />

km<br />

La lunghezza delle linee<br />

ferroviarie italiane: in fila<br />

potrebbero unire Milano<br />

a Canberra (Australia).<br />

9,1%<br />

La percentuale di merci<br />

che in <strong>Italia</strong> viaggiano<br />

su treno.<br />

A TUTTA VELOCITà.<br />

Zefiro, treno della Bombardier per le<br />

ferrovie cinesi, in grande sviluppo.<br />

è la base del nuovo Frecciarossa.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 23


BULLONI E BYTES.<br />

Velaro, treno ad alta velocità<br />

Siemens. Sotto, il laboratorio<br />

di realtà virtuale 3D Siemens:<br />

con gli occhiali e il joystick<br />

ci si muove nel treno prima<br />

che sia costruito.<br />

Siemens (3)<br />

Il Giappone punta<br />

sulla levitazione<br />

magnetica: i treni<br />

collegheranno<br />

Nagoya e Osaka<br />

(438 km) in soli 40<br />

minuti, sfrecciando<br />

a 500 km orari<br />

fase di costruzione o di manutenzione. E<br />

possiamo far scegliere ai clienti l’aspetto<br />

dei nuovi treni prima che siano costruiti.<br />

Così risparmiamo tempo e denaro nel<br />

fare i prototipi». è proprio il risparmio,<br />

oltre all’ecologia, uno dei binari su cui<br />

viaggia l’industria ferroviaria europea.<br />

CUORE<br />

ELETTRICO.<br />

Il groviglio<br />

di cavi che<br />

pende<br />

da un vagone<br />

di Velaro:<br />

il treno è usato<br />

in Germania,<br />

Cina, Russia.<br />

VISIONARI. Il Giappone, invece, punta<br />

sulla levitazione magnetica (maglev).<br />

Quest’anno inizierà la costruzione della<br />

linea Nagoya-Tokyo-Osaka, la più<br />

lunga mai realizzata: 438 km al costo<br />

di 65 miliardi di €. I treni, che dal 2045<br />

viaggeranno sospesi a 10 cm dalle rotaie<br />

sfruttando le forze repulsive di potenti<br />

magneti, copriranno la distanza in soli<br />

40 minuti, sfrecciando a 500 all’ora. E il<br />

primo ministro Abe Shinzo ha proposto<br />

agli Usa di finanziare al 50% un maglev<br />

tra Washington e Baltimora. Ma in Europa<br />

nessuno scommette su questi (e altri)<br />

progetti visionari: «Il maglev è stato<br />

abbandonato perché è costoso, poco efficiente<br />

(consuma molta elettricità per<br />

alimentare i magneti) e non è integrabile<br />

con le linee tradizionali» dice Giorgio<br />

Diana, docente di Meccanica al Politecnico<br />

di Milano e membro del programma<br />

di ricerca Shift2Rail. «Le ricerche hanno<br />

preferito migliorare la tecnologia su rotaia,<br />

per avvicinarla all’industria degli<br />

aerei in sicurezza e affidabilità».<br />

Dunque – realtà virtuale a parte – i treni<br />

del futuro non avranno effetti speciali.<br />

Perché si concentrano su 3 obiettivi poco<br />

scenografici: ridurre i consumi, aumentare<br />

il comfort, migliorare l’impatto ambientale.<br />

In questa direzione l’Unione<br />

europea sta trainando l’industria ferroviaria.<br />

Oggi solo il 6% degli europei usa<br />

il treno per gli spostamenti quotidiani,<br />

ma l’Europa vuole che entro il 2050 gran<br />

parte dei viaggi entro i 1.000 km avvenga<br />

su ferro, per decongestionare le strade e<br />

ridurre i gas serra. Nell’ultimo decennio<br />

l’Ue ha stanziato miliardi per finanziare<br />

la ricerca: oggi il 68% degli investimenti<br />

sui trasporti è destinato ai treni.<br />

I risultati? Li vedremo sui binari già dal<br />

2015: a giugno debutterà il nuovo Frecciarossa<br />

1000, un concentrato d’innovazione<br />

che viaggerà a 360 km/h (può<br />

raggiungere i 400) collegando Roma e<br />

Milano in 2 ore e 20’, per fare più concorrenza<br />

agli aerei. Trenitalia ha comprato<br />

50 convogli per 1,6 miliardi di euro.<br />

Riportando l’<strong>Italia</strong> nell’Olimpo dell’alta<br />

velocità, dopo che nel 1938 sfondò per<br />

prima il muro dei 200 km/h.<br />

CUORE ITALIANO. Il Frecciarossa 1000,<br />

costruito da AnsaldoBreda e Bombardier,<br />

è un esempio dei nuovi standard<br />

dell’alta velocità, la Formula 1 dei treni.<br />

Come nell’auto le vetture top hanno<br />

l’Abs, i treni hanno la trazione distribuita:<br />

i motori non sono più concentrati in<br />

due locomotori agli estremi del treno,<br />

ma distribuiti tra un solo locomotore in<br />

testa e tanti piccoli motori elettrici sulle<br />

carrozze. Così si riducono i consumi, e si<br />

libera spazio per inserire un vagone in<br />

più per i viaggiatori, 450 a convoglio.<br />

«Sarà il treno più veloce prodotto in serie<br />

in Europa» dice Pietro Diamantini, responsabile<br />

di progetto «ma anche il più<br />

silenzioso, quello con minori vibrazio-<br />

24 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Andare al massimo, sempre al meglio.<br />

Grazie al processore Quad Core<br />

NVIDIA TEGRA 4i da 1,7 GHz, WAX cavalca<br />

meravigliosamente l’onda 4G!<br />

SAR * : 0.893 W/kg<br />

Il SAR (Tasso d’assorbimento specifi co) dei dispositivi mobili quantifi ca il livello massimo di onde elettromagnetiche a cui un utilizzatore può essere esposto quando il dispositivo è utilizzato<br />

vicino all’orecchio. La normativa francese impone che il SAR non superi 2 W/kg – Le caratteristiche dei prodotti sono presentate a titolo identifi cativo e possono, nella ricerca di miglioramento,<br />

essere modifi cate senza preavviso. Le immagini possono differire dal prodotto reale Bluetooth è un marchio di Bluetooth SIG. Tutti gli altri marchi sono di proprietà dei rispettivi detentori.<br />

© <strong>2014</strong> Wiko. Tutti i diritti riservati.


SOTTO<br />

CONTROLLO.<br />

La centrale<br />

operativa<br />

della stazione<br />

di Bologna: qui si<br />

controlla il traffico<br />

ferroviario. Sotto,<br />

la costruzione del<br />

Frecciarossa 1000<br />

nello stabilimento<br />

AnsaldoBreda<br />

di Pistoia.<br />

Alstom<br />

Trenitalia<br />

Il nuovo Frecciarossa, in servizio dal 2015,<br />

avrà un sistema di telediagnostica che<br />

monitora 500 componenti in tempo reale<br />

ni e impatto ambientale. Abbiamo curato<br />

molto l’aerodinamica, incassando sotto<br />

il tetto i pantografi (i bracci che prelevano<br />

la corrente). E per ridurre i consumi<br />

abbiamo usato materiali più leggeri,<br />

come l’alluminio. Sul treno c’è ampio uso<br />

di luci led, per ridurre i consumi d’energia.<br />

E l’85% dei materiali sono riciclabili.<br />

I carrelli hanno sospensioni attive che<br />

compensano le vibrazioni. Puntiamo sul<br />

comfort: la classe più lussuosa, la executive,<br />

avrà 12 sedili ruotabili di 180° come la<br />

business class sui voli Emirates».<br />

Il Frecciarossa ha un sistema di telediagnostica<br />

in tempo reale: monitora in<br />

automatico 500 componenti meccanici<br />

ed elettrici, dalle porte ai carrelli. «Così»<br />

dice Diamantini «l’officina di manutenzione<br />

e la centrale operativa sanno in<br />

ogni momento quanto ancora può durare<br />

ogni pezzo. è un gran risparmio in<br />

termini gestionali, e un notevole miglioramento<br />

della sicurezza».<br />

Sparisce, invece, la carrozza ristorante:<br />

«Era poco usata» spiega Marco Caposciutti,<br />

responsabile direzione tecnica di<br />

Trenitalia. «E con un viaggio più breve ci<br />

sarà meno tempo per un pranzo: ci sarà<br />

un bar bistrot che servirà cibi precotti».<br />

FORMULA 1. Il paragone con le auto non<br />

è solo una metafora: l’industria ferroviaria<br />

ha preso dalla F1 l’uso dei composti<br />

del carbonio, leggeri e resistenti.<br />

In passato i locomotori erano costruiti<br />

in acciaio, assemblando – a costi elevati<br />

– molte parti in materiali differenti. La<br />

Bombardier, con l’Università di Newcastle,<br />

ha progettato invece un locomotore<br />

a sandwich: una struttura a nido d’ape in<br />

alluminio e un nucleo di schiuma polimerica<br />

sono racchiusi in strati esterni in<br />

vetroresina. L’effetto è simile ai compositi<br />

usati in F1, ma a costi molto più bassi.<br />

E senza bisogno d’acciaio. Risultato: il locomotore<br />

pesa il 40% in meno. E i componenti<br />

separati sono calati del 75%, riducendo<br />

i costi d’assemblaggio del 20%.<br />

Il primo treno con queste caratteristiche<br />

è il Bombardier Spacium, varato a Parigi.<br />

La strada si è rivelata promettente: in at-<br />

Maglev sotto vuoto. Capsule<br />

che sfrecciano su maglev a 1.220<br />

km/h in un tubo d’acciaio quasi<br />

sotto vuoto. è “Hyperloop”, previsto<br />

nel 2015 in Israele, tra Tel Aviv ed<br />

Eilat (280 km). La tecnologia è in test<br />

all’Università di Jiaotong (Cina), che<br />

conta di portare i treni a 2.900 km/h.<br />

Image China/Contrasto<br />

tesa di nuove fonti di energia (l’alimentazione<br />

a idrogeno è prevista nel 2050),<br />

i produttori hanno ridotto al massimo i<br />

consumi. A partire dai freni, che assorbono<br />

il 40% dell’energia usando resistenze<br />

che dissipano il calore. Per evitare questo<br />

spreco, i treni usano il freno rigenerativo:<br />

modificando il campo magnetico<br />

generato nel motore, si trasforma l’energia<br />

meccanica in energia elettrica. Così,<br />

mentre frena, il treno produce energia<br />

che può essere immagazzinata nei supercondensatori<br />

di bordo o reimmessa nella<br />

rete elettrica. Nei nuovi treni cambierà<br />

anche il motore: i campi magnetici sa-<br />

Skytran: cabinovia su binari.<br />

Una cabinovia (con capsule per 2<br />

passeggeri) che scorre su binari<br />

sospesi con la levitazione magnetica<br />

passiva. Il sistema, sviluppato dalla<br />

Nasa, può raggiungere i 130 km/h<br />

trasportando 11 mila passeggeri/<br />

ora. Prevista a Tel Aviv nel 2015.<br />

SkyTran<br />

26 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


PROVE<br />

DA BRIVIDO.<br />

Test climatico in<br />

galleria del vento<br />

alla Siemens: a –7 °C<br />

i tecnici spruzzano<br />

acqua e aria ad alta<br />

pressione per<br />

simulare la neve e<br />

verificarne l’impatto<br />

sul locomotore.<br />

Sotto, il Bombardier<br />

Spacium in alluminio<br />

e vetroresina:<br />

leggero ma<br />

resistente.<br />

Università Tohoku<br />

Siemens<br />

Istituto Scienza industriale, Univ. Tokyo<br />

Treno a effetto suolo.<br />

Un mix tra un aereo e un treno: è<br />

l’aero-train di Yasuaki Kohama<br />

dell’Università di Tohoku (Giappone).<br />

Grazie a corte ali ed eliche, il treno<br />

galleggerà a 10 cm dal suolo fra 2<br />

muri di cemento, raggiungendo i 500<br />

km/h. Sarà pronto nel 2020.<br />

Eco-ride: LUNA PARK in città.<br />

Funziona come le montagne russe:<br />

piccoli vagoni sono trainati a 10 m<br />

di altezza da cavi metallici, e poi<br />

scendono senza motore sfruttando<br />

l’energia potenziale del dislivello.<br />

Può viaggiare a 40 km/h per 10 km.<br />

Progetto dell’Università di Tokyo.<br />

I nuovi treni prendono a modello<br />

la Formula 1 usando la vetroresina e<br />

l’alluminio per ridurre peso e consumi<br />

ranno generati non solo dal passaggio<br />

di corrente, ma da magneti permanenti<br />

che, con un peso minore, consentono più<br />

giri e meno consumi.<br />

Gli studi sull’aerodinamica hanno permesso<br />

altri risparmi d’energia nell’attrito<br />

con l’aria. «Sul Velaro, il top per<br />

l’alta velocità» dice Alessandro Lopalco,<br />

responsabile marketing Siemens «abbiamo<br />

un sopratetto a metà dell’ultima carrozza<br />

per ridurre i boom sonici».<br />

Altra energia è recuperata con la climatizzazione<br />

intelligente: «I nostri treni»<br />

dice Giacomo Marchionni, industrial<br />

designer alla Bombardier «usano sensori<br />

per calcolare il tasso d’occupazione<br />

dei passeggeri e adattare la temperatura<br />

dei vagoni. E hanno scambiatori di calore<br />

per preriscaldare o preraffreddare l’aria<br />

riciclando l’80% dell’aria espulsa: così si<br />

risparmia il 25% di energia».<br />

SMART CARD. Infine, una buona notizia<br />

anche per chi non usa l’alta velocità:<br />

entro il 2018 Trenitalia sostituirà un mi-<br />

gliaio di vetture di 35-40 anni. «I nuovi<br />

mezzi avranno un sistema antincendio.<br />

E saranno a misura di anziani, dato che la<br />

vita dei viaggiatori si allunga» aggiunge<br />

Caposciutti. «Stiamo testando pannelli<br />

solari sui tetti per produrre energia. E in<br />

prospettiva sparirà il controllore: i passeggeri<br />

dovranno convalidare il biglietto<br />

con una smart card tipo bancomat o un<br />

biglietto a codice ottico».<br />

Cambieranno pure le stazioni: informeranno<br />

i passeggeri sulla posizione dei<br />

treni e sulle coincidenze (anche con altri<br />

mezzi) tramite altoparlanti, monitor, telefonini.<br />

E gli aeroporti saranno collegati<br />

con l’alta velocità. Per offrire viaggi<br />

puntuali come gli shinkansen, i treni veloci<br />

giapponesi? Forse. «Ma c’è ancora<br />

molto da fare per integrare le linee» osserva<br />

Paolo Beria, docente di economia<br />

dei trasporti al Politecnico di Milano.<br />

«Oggi, in <strong>Italia</strong>, i cambi di treno sono<br />

poco organizzati: se devo andare da La<br />

Spezia a Vicenza è più veloce l’auto».<br />

Vito Tartamella<br />

Bombardier<br />

28 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Scienza<br />

cosa le rende<br />

possibili. Le bolle<br />

sono tenute insieme<br />

dalla tensione<br />

superficiale, la forza<br />

per unità lineare che<br />

si esercita fra i lembi<br />

di un ipotetico taglio<br />

effettuato sulla<br />

superficie di un fluido.<br />

È sempre grazie alla<br />

tensione superficiale<br />

che per esempio una<br />

piccola moneta, se<br />

messa di piatto, può<br />

galleggiare, o che<br />

alcuni insetti sono in<br />

grado di camminare<br />

sull’acqua.<br />

fatte di sapone. Tra tutte<br />

le bolle, quelle di sapone sono<br />

le più popolari. Sono iridescenti<br />

e perfettamente sferiche: la sfera<br />

infatti è la forma a cui la natura<br />

tende per minimizzare l’energia<br />

in gioco e rappresenta anche<br />

la superficie minima che contiene<br />

un certo volume. Possiamo vederle<br />

perché l’acqua (anche insaponata)<br />

ha un indice di rifrazione diverso<br />

dall’aria. La luce si riflette nella<br />

bolla e si rifrange attraversandola,<br />

permettendoci di vedere la bolla<br />

stessa, anche se sia l’aria sia<br />

l’acqua sono trasparenti.<br />

champagne e bollicine. Pensate<br />

che contare le bollicine presenti in un flûte<br />

di champagne sia impossibile? C’è riuscito<br />

Gérard Liger-Belair, ricercatore dell’Università<br />

di Reims (che si trova, ovviamente, nella<br />

regione dello Champagne). Risultato del suo<br />

studio, pubblicato su The Journal of Physical<br />

Chemistry B: circa 1 milione.<br />

Shutterstock<br />

super siluri. Il siluro-razzo<br />

russo VA-111 Shkval sfrutta<br />

un fenomeo fisico chiamato<br />

supercavitazione. Così<br />

raggiunge una velocità di oltre<br />

370 km/h, molto superiore<br />

a quella di qualsiasi siluro<br />

occidentale. Attorno<br />

al siluro si crea una bolla<br />

di gas che lo isola dall’acqua<br />

e diminuisce l’attrito.<br />

30 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


BOLLE!<br />

Le bolle non sono soltanto uno svago<br />

per i bambini. Nascondono una fisica<br />

e una matematica complesse.<br />

Ecco perché le ritroviamo nei campi<br />

più diversi e sorprendenti.<br />

A cura di Gianluca Ranzini<br />

tensostrutture.<br />

L’architetto tedesco Frei Otto,<br />

tra gli anni ’50 e ’60 utilizzò<br />

le membrane delle bolle<br />

di sapone per studiare<br />

le superfici di area minima<br />

che si potevano stendere<br />

tra alcuni punti fissi. Otto è<br />

stato tra i pionieri mondiali<br />

delle tensostrutture. Tra le sue<br />

realizzazioni, la copertura<br />

dello stadio olimpico<br />

di Monaco di Baviera.<br />

in medicina. Le bolle che hanno<br />

un diametro compreso<br />

tra un millesimo di millimetro<br />

e un millimetro sono dette microbolle.<br />

Microbolle di aria o di gas inerti,<br />

iniettate in un braccio e stabilizzate<br />

per esempio da una membrana<br />

di albumina, sono usate come mezzo<br />

di contrasto per le ecografie:<br />

migliorano la qualità delle immagini<br />

ottenibili sul monitor “amplificando”<br />

gli ultrasuoni utilizzati per l’esame.<br />

balene a pesca. Le megattere (Megaptera<br />

novaeangliae) usano per cacciare una tecnica<br />

particolare, chiamata “rete di bolle”. Quando vogliono<br />

circondare un banco di pesci, salgono dalle profondità<br />

marine verso la superficie formando un cerchio con le<br />

bolle che emettono dallo sfiatatoio. I pesci rimangono<br />

all’interno dei muri formati dalle bolle e sono<br />

facilmente catturati.<br />

Getty Images<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 31


Storia<br />

Getty Images/DeAgostini<br />

Un collegio<br />

di saggi stimati<br />

e autorevoli,<br />

la rappresentanza<br />

dei territori, una<br />

garanzia di qualità:<br />

ecco le ragioni<br />

storiche all’origine<br />

di un’istituzione<br />

oggi messa<br />

in discussione.<br />

OMAGGIO AL RE.<br />

La cerimonia di apertura<br />

del Parlamento davanti<br />

a Vittorio Emanuele II<br />

nel 1860 a Torino.<br />

Un Senato,<br />

tanti Senati<br />

Senato sì o Senato no? La Camera<br />

Alta del nostro Paese è al centro<br />

di un acceso dibattito. Ma qual è<br />

la sua storia? A che cosa serve?<br />

Chi l’ha inventato?<br />

“I Romani” è una risposta esatta solo<br />

in parte. A loro deve il nome, dal latino<br />

senex, anziano. Ma il consiglio degli anziani<br />

è stata la prima istituzione politica<br />

dell’umanità. Dai Sumeri agli Stati<br />

Uniti, da Roma a Venezia, il Senato ha<br />

una storia antica, e il suo ruolo è stato<br />

sempre quello di portare saggezza nelle<br />

scelte politiche. «Il Senato nasce come<br />

consiglio del re» spiega Salvatore Bonfiglio,<br />

professore di Diritto costituzionale<br />

comparato all’Università Roma 3 «e nella<br />

Storia mantiene la sua caratteristica<br />

essenziale di Camera di riflessione». Gli<br />

si richiede, cioè, la capacità politica di<br />

temperare la democrazia troppo impulsiva<br />

delle assemblee popolari. Per questo,<br />

i senatori normalmente non sono<br />

eletti a suffragio universale ma sono in<br />

qualche modo selezionati: per nascita,<br />

per merito, per carriera o per età.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 33


Compiti e poteri dei Senati nel mondo<br />

fiducia al governo<br />

Nei regimi parlamentari,<br />

il Governo necessita<br />

di un voto di fiducia<br />

della Camera, solo<br />

di rado del Senato.<br />

rappresentanza<br />

territoriale<br />

Negli Stati federali il Senato<br />

rappresenta le autonomie<br />

locali. Ma in <strong>Italia</strong> non<br />

rappresenta le Regioni.<br />

camera alta forte<br />

Spesso i compiti tra le due<br />

Camere sono distinti, ma<br />

quando si sovrappongono<br />

prevale in genere la<br />

Camera bassa.<br />

selezione senatori<br />

I senatori possono essere<br />

eletti dal popolo, eletti<br />

indirettamente dalle<br />

autonomie locali o<br />

nominati dal capo di Stato.<br />

MESSICO<br />

STATI UNITI<br />

si no si no si no<br />

elezione<br />

diretta<br />

elezione<br />

indiretta<br />

nomina<br />

italia<br />

Senato<br />

GERMANIA<br />

Bundesrat<br />

AUSTRIA<br />

Bundesrat<br />

FRANCIA<br />

Sènat<br />

GRAN BRETAGNA<br />

House of Lords<br />

BELIZE<br />

ANTIGUA E BARBUDA<br />

BAHAMAS<br />

GIAMAICA<br />

HAITI<br />

REPUBBLICA DOMINICANA<br />

SANTA LUCIA<br />

BARBADOS<br />

GRENADA<br />

TRINIDAD E TOBAGO<br />

VENEZUELA<br />

COLOMBIA<br />

SPAGNA<br />

Senado<br />

BELGIO<br />

Seenat-Sènat-<br />

Senat<br />

PERU<br />

BRASILE<br />

RUSSIA<br />

Soviet Federatsii<br />

BOLIVIA<br />

STATI UNITI<br />

Senate<br />

BRASILE<br />

Senado Federal<br />

INDIA<br />

Rajya Sabha<br />

PARAGUAY<br />

ARGENTINA<br />

URUGUAY<br />

CILE<br />

Il primo consiglio<br />

dei saggi che<br />

doveva affiancare<br />

un sovrano risale<br />

a 5 mila anni fa.<br />

Era l’epoca<br />

del re sumero<br />

Gilgamesh<br />

«Nella Storia sono tre le funzioni chieste<br />

alla Camera Alta» continua Bonfiglio:<br />

«rappresentare l’élite della società,<br />

esprimere la volontà dei territori rispetto<br />

al governo centrale, migliorare la qualità<br />

della legislazione».<br />

il contributo dei saggi. L’idea di un<br />

consiglio di saggi che affianchi il sovrano<br />

è la più antica. La prima traccia risale addirittura<br />

a 5 mila anni fa, ai racconti sumerici<br />

su Gilgamesh: il mitico re di Uruk,<br />

nel suo contrasto con Agga re di Kish e<br />

poi per l’avvio delle sue imprese eroiche,<br />

si rivolge prima al consiglio degli anzia-<br />

ni e poi all’assemblea degli uomini. Perciò<br />

esperti come l’assirologo Samuel N.<br />

Kramer hanno parlato di bicameralismo<br />

sumerico. «Definizione eccessiva» spiega<br />

Mario Liverani, professore di Storia<br />

del Vicino Oriente Antico all’Università<br />

La Sapienza di Roma. «La descrizione<br />

corrisponde alle strutture delle piccole<br />

comunità: le questioni di ordinaria amministrazione<br />

venivano risolte da un<br />

consiglio di anziani, se invece c’era un<br />

problema serio veniva convocata un’assemblea<br />

di tutti gli uomini liberi adulti».<br />

Un retaggio remoto che però giunge fino<br />

a noi: gli attuali senatori a vita, vale a<br />

34 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


CANADA<br />

RUSSIA<br />

GIAPPONE<br />

ISLANDA<br />

COREA DEL SUD<br />

SVEZIA<br />

ESTONIA<br />

DANIMARCA<br />

IRLANDA<br />

GRAN BRETAGNA<br />

BIELORUSSIA<br />

PAESI BASSI<br />

POLONIA<br />

BELGIO GERMANIA<br />

FRANCIA<br />

REPUBBLICA CECA<br />

AUSTRIA<br />

SVIZZERA<br />

UNGHERIA<br />

SLOVENIA<br />

CROAZIA ROMANIA<br />

BOSNIA-ERZEGOVINA<br />

SPAGNA ITALIA<br />

PORTOGALLO<br />

TURCHIA<br />

GRECIA<br />

KAZAKHSTAN<br />

UZBEKISTAN<br />

TAJIKISTAN<br />

AFGHANISTAN<br />

BHUTAN<br />

MAROCCO<br />

ALGERIA<br />

EGITTO<br />

GIORDANIA<br />

IRAN<br />

BAHRAIN<br />

PAKISTAN<br />

INDIA<br />

BIRMANIA/MYANMAR<br />

THAILANDIA<br />

CAMBOGIA<br />

FILIPPINE<br />

PALAU<br />

MAURITANIA<br />

OMAN<br />

FIJI<br />

SENEGAL<br />

SUDAN<br />

MALAYSIA<br />

LIBERIA<br />

NIGERIA<br />

CAMERUN<br />

SUD SUDAN<br />

ETIOPIA<br />

SOMALIA<br />

INDONESIA<br />

GUINEA EQUATORIALE<br />

GABON<br />

REPUBBLICA DEL CONGO<br />

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO<br />

RWANDA<br />

BURUNDI<br />

KENYA<br />

NAMIBIA<br />

BOTSWANA<br />

ZIMBABWE<br />

MADAGASCAR<br />

SUDAFRICA<br />

SWAZILAND<br />

LESOTHO<br />

stati federali dove la camera alta rappresenta i territori<br />

stati unitari con più o meno regionalismo ma che hanno una camera alta<br />

stati che avevano una camera alta ma l’hanno abolita.<br />

AUSTRALIA<br />

QZR Studio, qzrstudio.com​<br />

dire gli ex presidenti della Repubblica e<br />

le personalità da questi nominate, hanno<br />

proprio la stessa funzione di “portatori<br />

di saggezza”.<br />

uomini ILLUSTRI. I moderni senatori<br />

a vita sono un’eredità del Senato della<br />

monarchia sabauda, nato nel 1848 per il<br />

Regno di Sardegna e divenuto nel 1861 la<br />

Camera Alta dell’<strong>Italia</strong> unita. Era composto<br />

integralmente di nominati, scelti<br />

tra 21 categorie di cittadini illustri, da<br />

scienziati come Volta e Marconi, da imprenditori,<br />

da nobili ed ecclesiastici, da<br />

militari come Nino Bixio e letterati come<br />

Manzoni, Carducci e Verdi (vedi riquadro<br />

a pagina 38). In realtà non fu un grande<br />

successo: governi come quelli di Cavour<br />

(158 nomine in 8 anni) utilizzarono le<br />

loro prerogative per operare “infornate”<br />

(era proprio il termine usato allora)<br />

con lo scopo di cambiare le maggioranze<br />

a proprio vantaggio. «In quel periodo»<br />

racconta Bonfiglio «il Parlamento era<br />

molto debole, e il Senato lo era ancor<br />

più della Camera». Tanto che il fascismo<br />

abolì Montecitorio ma non ebbe problemi<br />

a lasciare intatto Palazzo Madama,<br />

dalla valenza praticamente solo onorifica.<br />

Ma non è stato sempre così.<br />

E di potere. Nell’antichità il Senato<br />

era per eccellenza l’assemblea dei maggiorenti<br />

che dirigevano gli affari di Stato.<br />

Per quanto importanti e democratiche<br />

potessero essere le assemblee popolari,<br />

a Sparta (gherusía) come ad Atene (bulé),<br />

quasi sempre i veri poteri risiedevano<br />

nelle mani dei senatori: politica estera,<br />

difesa, finanze, giustizia. «L’elemento<br />

più originale del sistema istituzionale<br />

della Roma repubblicana è la centralità<br />

del Senato» scrive la professoressa Gabriella<br />

Poma. «Durante tutto il III e la<br />

prima metà del II secolo a. C., il Senato fu<br />

l’istituzione determinante la politica<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 35


FEDERALE.<br />

Un momento<br />

di una seduta<br />

nel Senato<br />

degli Stati Uniti<br />

d’America<br />

a inizio ’800.<br />

È qui che la<br />

Camera Alta<br />

assume<br />

la funzione di<br />

rappresentare<br />

il territorio.<br />

Getty Images<br />

Al Senato della Repubblica<br />

di Venezia competevano<br />

navigazione e commercio.<br />

A quello di Milano, per lo<br />

più compiti amministrativi<br />

di Roma». Quando un emissario di Pirro<br />

riferì al re dell’Epiro del suo incontro con<br />

i senatori, parlò di una “assemblea di re”.<br />

I primi senatori li troviamo già al fianco<br />

di Romolo: sono i 100 capi delle famiglie<br />

più importanti.<br />

La cosa che stupisce è che sin da subito<br />

questa istituzione si porta dietro costanti<br />

processi di riforma. Per primo quello di<br />

re Tarquinio Prisco che decise l’ampliamento<br />

dei seggi, poi Silla e ancora Cesare.<br />

Con la Repubblica, il Senato – che si<br />

riuniva in luoghi consacrati – raggiunse<br />

l’apice del potere divenendo il vero governo<br />

di Roma, centro di stabilità rispetto<br />

alla transitorietà dei magistrati: lo Stato<br />

stesso si riassumeva nella celebre sigla<br />

SPQR, “il Senato e il popolo romano”.<br />

Questione di famiglia. La tradizione<br />

di un Senato forte, vero detentore del<br />

potere, si conferma anche nelle epoche<br />

successive, soprattutto in <strong>Italia</strong>, dove<br />

ciascuna città medievale e rinascimentale<br />

ci teneva ad avere il proprio Senato,<br />

spesso incarnazione del potere civile<br />

delle maggiori famiglie comunali contrapposte<br />

a feudatari ed ecclesiastici.<br />

Proprio per questo a Roma si mantenne<br />

sempre un Senato, che in alcune fasi medievali<br />

voleva provare a rappresentare il<br />

potere comunale in alternativa a quello<br />

del Papa, finendogli però spesso sottomesso.<br />

Ben maggior fortuna ebbe il Senato della<br />

Repubblica di Venezia, nato nel 1229 e<br />

detto Consiglio dei pregàdi, perché una<br />

selezione di maggiorenti veniva “pregata”<br />

di svolgere le incombenze con cui<br />

per secoli fu governata la città lagunare.<br />

Come nelle tradizioni antiche, il Senato<br />

veneziano ha le più importanti competenze<br />

diplomatiche, militari, amministrative,<br />

economiche e – non da ultime in<br />

una città come Venezia – le prerogative<br />

in materia di commercio e navigazione.<br />

I membri, come nell’antica Roma, erano<br />

nominati a vita.<br />

Palazzo Madama.<br />

Ma quale?<br />

Hanno lo stesso nome ma due<br />

padrone diverse i palazzi che a<br />

Torino e a Roma hanno ospitato il<br />

Senato italiano. Fu in onore di<br />

Maria Cristina di Francia, moglie di<br />

Amedeo I di Savoia, che prese il<br />

nome di Palazzo Madama l’edificio<br />

(nella foto) che a Torino ospitò il<br />

Senato del Regno di Sardegna dal<br />

1848 e d’<strong>Italia</strong> dal 1861. Maria<br />

Cristina (1606-1663) vi si era<br />

stabilita quando governava come<br />

reggente il Piemonte in nome del<br />

figlio Carlo Emanuele II.<br />

Per l’assemblea dei senatori aperta<br />

invece a Roma nel 1871, si scelse il<br />

Palazzo Madama dedicato a<br />

Margherita d’Austria (1522-1586),<br />

figlia di Carlo V d’Asburgo e moglie<br />

di Alessandro de’ Medici, alla cui<br />

famiglia apparteneva il palazzo.<br />

Hans Madej/Laif/Contrasto<br />

36 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Celebrità in poltrona<br />

SENATORI PER MERITI. Come si sono comportati i più illustri italiani seduti in Senato? Tra le<br />

prime “star” ci fu Alessandro Volta, l’inventore della pila, che nel 1809 fu nominato da<br />

Napoleone senatore del Regno d’<strong>Italia</strong> e si trasferì a Milano apposta per partecipare alle<br />

sedute. Alessandro Manzoni, senatore del Regno di Sardegna dal febbraio 1860, votò la legge<br />

che nel 1861 dichiarava Vittorio Emanuele II re d’<strong>Italia</strong> e quella del 1864 per il trasferimento<br />

della capitale a Firenze. Giuseppe Verdi, senatore dal 1874 e già deputato nel 1861, non fu<br />

molto partecipe ma si impegnò in leggi sui diritti d’autore e sui teatri. Giosuè Carducci,<br />

insignito del laticlavio nel 1890, prese la parola in Senato solo tre volte, una delle quali per<br />

difendere gli insegnanti. Guglielmo Marconi, nominato a 40 anni nel 1914, è stato uno dei<br />

senatori più giovani. Molto attivo, fu relatore della legge sull’istituzione dell’Impero nel 1936.<br />

Alessandro Manzoni<br />

Adoc-Photos/Contrasto<br />

Archivio GBB/Contrasto (4)<br />

Alessandro Volta<br />

Giuseppe Verdi<br />

Guglielmo Marconi<br />

Giosuè Carducci<br />

Con la costituzione degli Stati Uniti<br />

nel 1787 il Senato assume anche<br />

il compito di rappresentare i territori<br />

in un’organizzazione federale<br />

A Milano, dal 1499, si seguì invece il<br />

modello francese di Camera Alta, con<br />

compiti più amministrativi che politici,<br />

e l’istituzione rimase in funzione fino al<br />

1786. Proprio dall’organo lombardo derivarono<br />

i Senati degli Stati dei Savoia,<br />

che con lo Statuto Albertino del 1848 si<br />

trasformarono nel Senato del Regno, destinato<br />

a diventare a sua volta il Senato<br />

italiano.<br />

comanda il territorio. È con la costituzione<br />

degli Stati Uniti nel 1787 che<br />

si pensa a un ruolo in parte innovativo<br />

per il Senato: oltre a rimanere camera<br />

di moderazione e riflessione, la Camera<br />

Alta assume il compito di rappresentare<br />

i territori nello Stato Federale su base<br />

paritetica. «A partire da allora c’è uno<br />

slittamento storico da Camera dei maggiorenti<br />

a Camera dei territori» afferma<br />

Bonfiglio. «Oggi tutti gli Stati federali<br />

hanno un Senato (tra i modelli più importanti<br />

il Bundesrat tedesco), e anche<br />

negli Stati unitari, come in Francia, il<br />

Senato è comunque legato alla rappresentanza<br />

degli enti locali. Le ragioni del<br />

bicameralismo in epoca contemporanea<br />

sono essenzialmente legate a una forma<br />

di Stato federale o almeno dal forte regionalismo<br />

nella formula di governo».<br />

Anche in questo l’<strong>Italia</strong> può vantare un<br />

primato. Uno dei Parlamenti più antichi<br />

è quello siciliano, convocato per la prima<br />

volta nel 1097, codificato nel 1130 e rinnovato<br />

da Federico II di Svevia nel 1240.<br />

Ebbene, questo Parlamento aveva ben<br />

tre “bracci”, e uno doveva rappresentare<br />

le 42 città demaniali dell’isola.<br />

qualità o velocità? Sospeso durante<br />

la Costituente, il Senato italiano rinacque<br />

in una forma del tutto nuova e in<br />

qualche modo inedita. «Il terzo motivo<br />

per avere una seconda Camera» spiega<br />

Bonfiglio «emerse dal dibattito dei costituenti<br />

italiani nel Dopoguerra: l’obiettivo<br />

che si voleva raggiungere era migliorare<br />

la qualità della legislazione, senza correre<br />

i rischi che sarebbero potuti derivare<br />

dal fermarsi alla prima lettura di una sola<br />

assemblea».<br />

Da questa scelta scaturì un Senato fortissimo,<br />

ma solo perché è di fatto identico<br />

alla Camera dei Deputati. Quello italiano<br />

è infatti oggi un sistema di bicameralismo<br />

perfetto, dove i due rami del Parlamento<br />

fanno esattamente le stesse cose e<br />

ogni provvedimento per diventare legge<br />

deve essere approvato in forma identica<br />

da entrambe le Camere. Con le conseguenti<br />

difficoltà di tempi e risultati.<br />

Da nessun’altra parte è così: di solito, se<br />

c’è un contrasto tra le due Camere, all’estero<br />

o ci si affida a commissioni di conciliazione<br />

(per esempio negli Stati Uniti)<br />

oppure la Camera prevale sul Senato (in<br />

quasi tutta Europa).<br />

Nessuno ricorre alla cosiddetta “navetta”,<br />

cioè l’andare avanti e indietro del<br />

provvedimento. Ed è soprattutto di questo<br />

che si discute davvero quando si tratta<br />

di riforma del Senato.<br />

Osvaldo Baldacci<br />

38 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Chimica<br />

Tenere lontane le zanzare<br />

con repellenti al profumo<br />

d’uva? Le ultime scoperte<br />

aprono la porta a nuove<br />

sostanze efficaci e sicure.<br />

Senza<br />

punture<br />

Getty Images<br />

piccola e pericolosa.<br />

Una Anopheles stephensi:<br />

questa zanzara è uno dei<br />

vettori della malaria in India.<br />

3,4<br />

milIARDI:<br />

le persone a rischio<br />

di contrarre la malaria<br />

che fa ogni anno<br />

627 mila vittime.<br />

Per le cene all’aperto sono un irritante<br />

flagello; per i viaggi in terre<br />

esotiche (e per le persone che<br />

in quelle terre ci vivono) sono<br />

un vero pericolo. Se le zanzare in <strong>Italia</strong><br />

sono un fastidio, come ben sappiamo, in<br />

molti altri Paesi sono il veicolo di malattie<br />

come malaria, febbre gialla, dengue,<br />

virus del Nilo Occidentale... Il passo essenziale,<br />

quindi, è in tutti i casi prevenire<br />

le punture. E per riuscirci proviamo a<br />

usare tutte le armi che ci ha offerto la chimica:<br />

dai vari repellenti agli zampironi<br />

(polvere di piretro compressa che sprigiona<br />

fumo tossico per le zanzare).<br />

E se in futuro riuscissimo a tenere lontane<br />

le zanzare con un aroma d’uva? Potrà<br />

essere realtà grazie al lavoro di un team<br />

guidato da Anandasankar Ray, dell’Università<br />

della California a Riverside: un<br />

entomologo con un conto in sospeso con<br />

le zanzare, visto che quando viveva in India,<br />

prima di trasferirsi negli Usa, ha contratto<br />

la malaria e in un viaggio sua moglie<br />

si è ammalata di dengue.<br />

protegge ma scioglie. Il primo passo<br />

dei ricercatori per trovare nuovi repellenti<br />

è stato... capire come funzionano<br />

quelli vecchi. Il team ha cominciato<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 43


Getty Images<br />

Il metodo messo a punto servirà<br />

per trovare composti che ci proteggano<br />

più a lungo. O magari che tengano<br />

lontani anche pidocchi e scarafaggi<br />

ricerca.<br />

Uno scienziato alle prese con le zanzare. Una ricerca ha<br />

scoperto il meccanismo d’azione del Deet, uno dei principi<br />

attivi più diffusi nei repellenti. Un altro è per esempio l’icaridina.<br />

con l’identificare il preciso meccanismo<br />

di azione del Deet (dietiltoluamide). Che<br />

cos’è? Questo principio attivo “storico”<br />

– è entrato nell’uso militare dal 1946,<br />

dopo che i soldati Usa nella Seconda<br />

guerra mondiale s’erano trovati in giungle<br />

piene di zanzare, e in quello civile dal<br />

1957 – è il più diffuso nei prodotti per tenere<br />

lontane le zanzare, anche se non<br />

rappresenta l’ideale. Agisce come solvente,<br />

danneggiando alcune plastiche e<br />

fibre sintetiche, cioè oggetti e indumenti.<br />

Irrita alcune pelli sensibili e inibisce<br />

un enzima coinvolto nella trasmissione<br />

degli impulsi nervosi. Insomma, ha alcune<br />

controindicazioni, benché sia nel<br />

complesso sicuro alle concentrazioni<br />

stabilite: lo ribadisce una recente analisi<br />

della London School of Hygiene and Tropical<br />

Medicine che ha esaminato gli studi<br />

sulla sostanza.<br />

moscerino su misura. L’obiettivo di<br />

Anandasankar Ray era quindi trovare<br />

qualcosa d’altrettanto efficace, ma più<br />

innocuo e anche più economico, a porta-<br />

44 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


lotta alle malattie con zanzare ogm<br />

figli maschi. La strategia anti-zanzare di un team dell’Università di Perugia e<br />

dell’Imperial College di Londra è mirata: eliminare le femmine. L’obiettivo è<br />

bloccare la trasmissione del plasmodio della malaria, veicolato dalle femmine<br />

che succhiano il sangue, e far collassare la popolazione di insetti. Gli scienziati<br />

hanno modificato maschi di Anopheles gambiae per far loro produrre sperma<br />

che fa nascere solo maschi. Come? Inserendo un gene per produrre un enzima<br />

che distrugge il cromosoma sessuale X: anche nelle zanzare gli spermatozoi<br />

determinano il sesso portando un cromosoma Y (si avrà un maschio) o X<br />

(femmina). Il 95% degli spermatozoi dei maschi modificati portava il cromosoma<br />

Y. I maschi sono stati messi insieme a zanzare “normali”: in 4 gabbie su 5, la<br />

popolazione si è estinta in 6 generazioni. E non è il solo esempio di lotta con<br />

Ogm. Il Brasile, in aprile, ha approvato l’uso commerciale di zanzare<br />

ingegnerizzate per controllare la febbre dengue: maschi di Aedes aegypti sono<br />

stati modificati per far sì che la loro progenie muoia prima della maturità. G.C.<br />

nuove nate<br />

in acqua.<br />

Il capo di una<br />

Aedes aegypti, la<br />

zanzara che può<br />

trasmettere i<br />

virus di dengue,<br />

febbre gialla,<br />

chikungunya.<br />

Più a sinistra:<br />

larve e pupe (a<br />

forma di virgola)<br />

di zanzare del<br />

genere Culex in<br />

acqua.<br />

Npl/Contrasto<br />

Corbis<br />

ta delle popolazioni dove le malattie trasmesse<br />

dalle zanzare mietono vittime. E<br />

per questo ha dovuto chiarire il meccanismo<br />

di azione del Deet, su cui finora si<br />

avevano solo ipotesi. «Nessuno infatti<br />

sapeva quali recettori olfattivi usassero<br />

gli insetti per evitare la sostanza» ha raccontato<br />

Ray. Scoprendo come gli insetti<br />

rilevano il repellente, invece, sarebbe<br />

stato possibile applicare le moderne tecnologie<br />

per trovare repellenti alternativi.<br />

Ray e gli altri ricercatori hanno usato<br />

un altro insetto, il moscerino della frutta,<br />

modificato geneticamente, in cui i neuroni<br />

in presenza di Deet emettono luce<br />

fluorescente verde visibile al microscopio.<br />

E hanno così individuato i recettori<br />

per il Deet, chiamati Ir40a, presenti nei<br />

neuroni delle antenne dell’insetto.<br />

È stato il primo passo. A questo punto, si<br />

sono detti i ricercatori, se troviamo altre<br />

sostanze che attivano gli stessi neuroni,<br />

sono buone candidate a svolgere lo stesso<br />

effetto repellente. Con un’analisi al<br />

computer, usando un algoritmo elaborato<br />

dal team, hanno passato al setaccio<br />

mezzo milione di composti: hanno selezionato<br />

quali potevano agganciarsi ai recettori<br />

e allo stesso tempo erano presenti<br />

in piante o animali. Sono così arrivati a<br />

una lista di 200 sostituti naturali del<br />

Deet. Da questa è stata fatta una ulteriore<br />

selezione: poiché il repellente deve rimanere<br />

sulla pelle, i ricercatori hanno scartato<br />

le sostanze con facilità d’assorbimento.<br />

Alla fine hanno optato per tre<br />

composti che la Food and Drug Administration,<br />

l’ente che negli Stati Uniti sovrintende<br />

alla sicurezza di farmaci e cibi,<br />

aveva già approvato per l’uso come additivi<br />

negli alimenti. Per di più, quei tre<br />

composti – presenti in prugne, uva o olio<br />

di gelsomino – hanno un gradevole aroma<br />

d’uva. Non danneggiano plastica e<br />

tessuti. E costano meno.<br />

test superato. La penultima fase della<br />

ricerca è stata testare i tre composti nel<br />

moscerino modificato: le sostanze hanno<br />

suscitato la stessa reazione luminosa<br />

del Deet. A quel punto mancava solo la<br />

prova definitiva: come avrebbero reagito<br />

le zanzare? Per capirlo i ricercatori dovevano<br />

condurre il test del braccio, protetto<br />

da un guanto con una “finestra” di rete,<br />

infilato in una gabbia piena di zanzare.<br />

Senza repellenti le zanzare si lanciavano<br />

subito all’assalto, mentre ciascuna delle<br />

tre nuove sostanze le rendeva indifferenti<br />

a quel pasto servito loro su un piatto<br />

d’argento. Insomma, test superato.<br />

Possiamo prepararci a una nuova generazione<br />

di prodotti con meno effetti collaterali,<br />

e che potranno dissuadere le<br />

zanzare anche nei Paesi poveri. In futuro<br />

i ricercatori puntano a usare l’algoritmo<br />

per identificare sostanze chimiche che<br />

attivano i recettori per il Deet ma con<br />

proprietà migliori, «come una protezione<br />

più a lungo termine» ha detto Ray. E,<br />

considerato che i recettori Ir40a sono<br />

presenti in diversi insetti, le applicazioni<br />

non si limiterebbero alle zanzare: gli<br />

scienziati già pensano a sostanze che<br />

tengano lontani pidocchi o scarafaggi, o<br />

anche parassiti delle piante, per proteggere<br />

le coltivazioni.<br />

Gianni Fochi<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 45


Come<br />

funziona<br />

L’autovelox<br />

Laser e sensori<br />

anti... velocità<br />

Si basano su semplici leggi della fisica e sfruttano<br />

le novità dell’hi-tech: ecco i 3 sistemi grazie ai quali<br />

la Polizia scova chi, sulla strada, va oltre i limiti.<br />

A cura di Roberto Graziosi<br />

IL CLASSICO<br />

È il più diffuso in <strong>Italia</strong>, si<br />

chiama “Spazio/Tempo” perché<br />

calcola la velocità del veicolo<br />

in base al tempo che impiega<br />

a percorrere un certo spazio.<br />

fotocamera.<br />

Entra in gioco quando il<br />

sistema rileva che il limite<br />

è stato superato: scatta<br />

una foto della targa<br />

posteriore dell’auto e la<br />

invia al computer della<br />

centrale o della pattuglia.<br />

Sull’auto.<br />

Oltre che sul<br />

treppiede, questo tipo<br />

di autovelox si può<br />

fissare sull’auto della<br />

pattuglia.<br />

seconda foto.<br />

I modelli più evoluti scattano anche<br />

una “panoramica” del punto di<br />

rilevamento per evitare errori in caso<br />

del passaggio simultaneo di più auto.<br />

nel box.<br />

In alternativa, il sistema può<br />

essere installato in una<br />

postazione fissa chiamata<br />

“autobox”. Non è detto,<br />

però, che in ogni autobox<br />

ci sia sempre un autovelox.<br />

Funziona anche come<br />

dissuasore!<br />

sensori laser.<br />

I raggi emessi da due<br />

sorgenti sono interrotti dall’auto<br />

in transito: la distanza tra le sorgenti<br />

(varia a seconda dei modelli) diviso<br />

il tempo che passa tra le due<br />

“interruzioni”, dà il valore della velocità.<br />

IL tutor<br />

1 sensori<br />

A differenza di autovelox e telelaser (che misurano la velocità dell’auto in un dato istante) il<br />

sistema tutor calcola la velocità media lungo un tratto compreso tra 10 e 25 km. Il passaggio<br />

dell’auto sotto il primo portale viene rilevato da un fascio di sensori (spire magnetiche poste<br />

nell’asfalto) che individua la categoria del mezzo (motocicli, automobili, autocarri ecc.).<br />

15 km<br />

Infografica di Marco Paternostro<br />

2 telecamere<br />

Dopo che le spire hanno “captato” il passaggio dell’automobile, si attivano le telecamere che<br />

sono installate sul portale, vicino ai pannelli luminosi che di solito comunicano informazioni<br />

sullo stato del traffico e sui tempi di percorrenza. La targa della macchina viene fotografata<br />

e, attraverso un software, memorizzata insieme alla data e all’ora del passaggio.<br />

46 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


IL telelaser<br />

Il cuore del sistema, in questo caso, è una sorgente laser che<br />

emette impulsi di luce infrarossa. Il rilevamento si basa sul<br />

“tempo di volo” – cioè quello che la luce impiega per raggiungere<br />

l’auto inquadrata (sia che si avvicini, sia che si allontani) e tornare<br />

alla sorgente – che è proporzionale alla distanza tra fonte e<br />

bersaglio. Emettendo due impulsi a un intervallo di tempo<br />

prestabilito, è possibile effettuare due misure della distanza e,<br />

dalla loro differenza, calcolare lo spazio percorso dall’auto e la<br />

sua velocità. Basterebbero due soli impulsi, in realtà se ne<br />

emettono centinaia al secondo per limitare il rischio di errori di<br />

misurazione. Se la velocità supera il limite, la fotocamera<br />

incorporata scatta la foto e la invia al computer centrale.<br />

La portata.<br />

Il telelaser funziona<br />

solo se l’auto si trova<br />

a una certa distanza<br />

(di solito, 1 km) e non<br />

supera una velocità<br />

limite (oltre 320 km/h).<br />

le corsie.<br />

Alcuni modelli<br />

rilevano anche<br />

altre infrazioni:<br />

per esempio se<br />

un’auto percorre<br />

una corsia di<br />

emergenza o<br />

riservata a mezzi<br />

pubblici.<br />

la distanza.<br />

Ci sono sistemi<br />

che controllano<br />

anche il rispetto<br />

della distanza<br />

minima di<br />

sicurezza.<br />

il tipo.<br />

Dal calcolo dei tempi di<br />

attraversamento del<br />

sensore è possibile risalire<br />

alla lunghezza del mezzo e<br />

dunque al tipo (auto, moto,<br />

camion ecc.).<br />

3 seconda misura<br />

Nel secondo portale avviene un nuovo<br />

rilevamento: le telecamere leggono<br />

la targa dell’auto, anche in questo caso<br />

la memorizzano insieme all’ora del<br />

passaggio, e inviano tutti i dati al sistema.<br />

Esempio 1:<br />

Targa XY000ZZ<br />

4’30” ––> 200 km/h<br />

Esempio 2:<br />

Targa XY001ZZ<br />

7’30” ––> 120 km/h<br />

Limite rispettato,<br />

i dati rilevati<br />

sono cestinati.<br />

4 calcolo<br />

Per ogni targa (dunque, per ogni veicolo) si confrontano<br />

l’ora di ingresso e quella di uscita: la lunghezza del tratto<br />

diviso il tempo impiegato determina la velocità media.<br />

Limite superato, invio<br />

dei dati alle autorità<br />

per la contestazione.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 47


Natura<br />

48 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Una malattia<br />

minaccia<br />

di spazzare via<br />

le piantagioni.<br />

E gli scienziati<br />

le provano tutte:<br />

anche banane che<br />

sanno di mela...<br />

Banana<br />

addio<br />

Reuters/Contrasto Popper foto/Getty Images<br />

Godetevi la banana split, la macedonia, il<br />

frullato alla banana... Potrebbero non avere<br />

più lo stesso sapore, tra qualche anno.<br />

Terrorismo gastronomico? Purtroppo no:<br />

la banana – almeno quella che siamo abituati a mangiare<br />

– rischia di scomparire dalle tavole. La minaccia<br />

viene da un fungo che sta facendo terra bruciata<br />

nelle piantagioni, ma non ha alcun impatto sulla<br />

salute degli uomini. Si chiama Fusarium oxysporum:<br />

penetra nei tessuti dalle radici del banano o attraverso<br />

lacerazioni del fusto e provoca una malattia che<br />

impedisce alla pianta di assorbire l’acqua dal terreno,<br />

causandone la morte per avvizzimento. Contro questo<br />

flagello, chiamato Malattia di Panama, per ora<br />

non c’è rimedio. Si sta diffondendo da un continente<br />

all’altro, tanto che è stato lanciato l’allarme a livello<br />

mondiale. E per salvare questo frutto, popolare tra i<br />

consumatori e importante per l’economia, si lavora<br />

nei laboratori di ricerca in tutto il mondo.<br />

tutti cloni. Per capire cosa sta succedendo, dobbiamo<br />

partire dalle particolarità della banana e del<br />

suo commercio. Innanzitutto, tutti i banani coltivati<br />

sono... cloni. Come mai? La banana è un frutto<br />

dai tropici<br />

a noi.<br />

Sopra, banane<br />

pronte<br />

al trasporto<br />

in Costa Rica,<br />

nel 1915:<br />

la ferrovia era<br />

della United Fruit<br />

Company, che<br />

da Centro<br />

e Sud America<br />

esportava frutta<br />

verso Usa<br />

ed Europa.<br />

A sinistra, carico<br />

di banane<br />

nelle Filippine.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 49


un cibo per il mondo<br />

Le “banane da dessert” che<br />

mangiamo in Occidente sono<br />

varietà del gruppo Cavendish<br />

(produttive e adatte al trasporto e<br />

all’export), che costituiscono il 41%<br />

delle coltivazioni mondiali. Ma ci<br />

sono molte varietà apprezzate per il<br />

consumo locale: Red con la buccia<br />

rossa in America Centrale, Lakatan<br />

nelle Filippine, o la “nostrana”<br />

Comune di Sicilia, introdotta<br />

nell’isola attorno al XV sec. e<br />

prodotta in piccole quantità. Un<br />

posto a parte merita il platano: non<br />

è dolce, si consuma cotto e da<br />

esso si ricavano farina e birra. In<br />

generale le banane sono importanti<br />

come cibo, dall’Africa all’India.<br />

Alamy<br />

La varietà più esportata fino agli<br />

Anni ’50 è già sparita: non<br />

resisteva all’attacco di un fungo<br />

SPL/Contrasto<br />

nemico nel<br />

terreno.<br />

Struttura<br />

riproduttiva del<br />

fungo Fusarium<br />

oxysporum.<br />

Più a sinistra,<br />

piantagione<br />

devastata dalla<br />

malattia causata<br />

da questo fungo.<br />

partenocarpico, cioè senza semi. «Se<br />

non fosse così sarebbe immangiabile,<br />

dato che nelle banane selvatiche i semi,<br />

grossi e duri, occupano l’80% dello spazio<br />

disponibile» spiega Pietro Piffanelli,<br />

ricercatore del Parco Tecnologico Padano<br />

di Lecco che ha studiato il genoma del<br />

banano al Centro per le ricerche agronomiche<br />

Cirad di Montpellier. Senza semi,<br />

però, significa anche sterile (v. riquadro<br />

alla pag. seguente). «I banani coltivati<br />

quindi vengono moltiplicati per talea,<br />

cioè staccandone un pezzo e facendolo<br />

radicare: di fatto, nelle piantagioni di<br />

tutto il mondo crescono cloni identici<br />

derivati dalla stessa pianta» continua<br />

Piffanelli. «Mentre gli agenti patogeni<br />

si evolvono e diventano sempre più resistenti,<br />

in questi banani non c’è alcuna<br />

varietà: quando un ceppo diventa aggressivo,<br />

tutta la piantagione è condannata».<br />

Questo spiega perché i banani sono così<br />

vulnerabili.<br />

Inoltre, le banane che mangiamo noi occidentali<br />

sono tutte varietà del gruppo<br />

Cavendish, benché nel mondo ne esistano<br />

molte altre (v. riquadro in alto). «La<br />

Cavendish è la classica banana che si<br />

trova al supermercato» spiega Gianluca<br />

Gondolini, segretario del World Banana<br />

Forum della Fao. «Ed è la più venduta in<br />

assoluto: il gruppo Cavendish costituisce<br />

il 95% del mercato d’esportazione, che ha<br />

un valore di 7 miliardi di dollari all’anno.<br />

È anche il primo frutto commercializzato<br />

per quantità: si può comprenderne<br />

facilmente l’importanza». E quali ripercussioni<br />

avrebbe la sua scomparsa, per<br />

l’attacco della Malattia di Panama, sull’economia<br />

dei Paesi esportatori.<br />

la storia si ripete. Si teme quindi che<br />

la banana “classica” possa sparire, per<br />

essere magari sostituita con una varietà<br />

meno saporita. Anche perché si è già verificata<br />

una “estinzione” (commerciale,<br />

almeno) della banana da esportazione:<br />

quello che sta succedendo alla Cavendish<br />

è infatti accaduto, alla fine degli<br />

Anni ’50, a un’altra varietà, la Gros Michel.<br />

Era la regina indiscussa dei mercati<br />

dall’Ottocento fino a che un ceppo della<br />

Malattia di Panama non l’ha decimata.<br />

L’unica soluzione è stata sostituirla con<br />

la Cavendish, più resistente ai funghi.<br />

Ma ci si è dovuti accontentare di un frut-<br />

to più piccolo, meno saporito e con più<br />

problemi di conservazione e trasporto.<br />

Oggi ad attaccare la Cavendish e altre varietà<br />

– minacciando quindi il mercato internazionale<br />

e il consumo locale – è una<br />

variante della Malattia di Panama battezzata<br />

Tropical Race 4 (TR4). «Aggredisce<br />

i tessuti della pianta ostacolando la<br />

circolazione della linfa» spiega Gondolini.<br />

«E non ci sono armi efficaci: una volta<br />

penetrato nel suolo, il patogeno rimane<br />

vitale per anni». La nuova Malattia di<br />

Panama è comparsa nel Sud-est asiatico<br />

più di 20 anni fa, e da allora i coltivatori<br />

di quei Paesi convivono con l’infezione.<br />

«Taiwan, che era uno dei grossi esportatori<br />

di banane, ora non lo è più per questo<br />

problema» osserva Gondolini.<br />

Negli ultimi tempi, la malattia ha bruciato<br />

le tappe: dopo Cina, Filippine, Taiwan,<br />

Australia, è di recente arrivata in parte<br />

dell’Africa e in Giordania. Il timore è<br />

che possa raggiungere l’America Latina,<br />

dove si concentra il 30% della produzione<br />

mondiale, ma l’80% di quella destinata<br />

all’esportazione. «È solo questione di<br />

tempo» dice Piffanelli.<br />

«L’unica contromisura che abbiamo è<br />

50 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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Alamy<br />

la corsa della ricerca.<br />

A sinistra, lavaggio dei frutti in una<br />

piantagione in Camerun. Sotto, ricerca<br />

sul Fusarium oxysporum, responsabile<br />

della Malattia di Panama.<br />

SPL/Contrasto<br />

Il commercio<br />

internazionale<br />

delle banane vale<br />

7 miliardi di<br />

dollari all’anno<br />

la prevenzione» afferma Gondolini. Per<br />

questo, la Fao ha da poco lanciato un<br />

appello con cui invita i Paesi interessati<br />

ad adottare ogni mezzo per contenere<br />

il contagio, per esempio tenendo sotto<br />

controllo il trasporto di materiale vegetale.<br />

«Le stesse misure valgono per i viaggiatori»<br />

continua Gondolini. «Dobbiamo<br />

evitare che si ripeta il caso del Mozambico,<br />

dove la malattia è stata portata da<br />

lavoratori venuti dall’Asia, forse con calzature<br />

contaminate da terreno infetto».<br />

Ma non è l’unica minaccia con cui fare<br />

i conti: un’altra patologia colpisce le<br />

piantagioni, la Sigatoka nera. «È sempre<br />

un’infezione fungina (il responsabile è<br />

uno strano frutto<br />

il Mycosphaerella fijiensis): provoca un<br />

annerimento delle foglie impedendo la<br />

fotosintesi» spiega Gondolini. «Viene<br />

tenuta sotto controllo con fungicidi, anche<br />

se a costi che arrivano a un terzo sul<br />

totale delle spese di coltivazione».<br />

ogm e incroci. La ricerca di soluzioni<br />

alle diverse malattie è frenetica. Obiettivi:<br />

aiutare la Cavendish a sopravvivere, o<br />

cercare una varietà più resistente. «Programmi<br />

di miglioramento genetico sono<br />

in corso da una decina d’anni e ultimamente<br />

sono stati molto accelerati dalla<br />

conoscenza del Dna della banana, che ha<br />

permesso di identificare quali geni controllano<br />

la resistenza a certe malattie»<br />

racconta Piffanelli.<br />

Una strada è procedere per incroci, ricorrendo<br />

alle piante selvatiche provviste<br />

di semi: è il metodo seguito dall’International<br />

Institute of Tropical Agriculture<br />

(Iita) di Ibadan, in Nigeria, impegnato<br />

nella ricerca di ibridi resistenti a TR4 e<br />

Sigatoka nera. Un lavoro lungo, ma i risultati<br />

ci possono essere. L’Iita lo scorso<br />

ottobre ha presentato 26 nuove varietà<br />

– resistenti alla Sigatoka nera – della<br />

Il banano, per quanto possa raggiungere un’altezza di diversi metri, è in realtà<br />

un’erba gigante. Ha uno pseudofusto che produce un casco di banane: dopo la<br />

maturazione dei frutti lo pseudofusto muore, ma un altro spunta dalla parte<br />

sotterranea della pianta. I banani coltivati sono incroci sterili di piante selvatiche<br />

del genere Musa, dai frutti immangiabili. La banana “commestibile” è nata<br />

casualmente, per ibridazione spontanea. Gli uomini si sono imbattuti in questi<br />

frutti con più polpa che semi e hanno iniziato a coltivare le piante (almeno 7 mila<br />

anni fa, forse 10.000, in Asia), operando una selezione che ha perpetuato alcune<br />

varietà. Oggi i banani sono coltivati in 135 Paesi.<br />

banana africana Matoke, che si mangia<br />

cotta. Attraverso incroci è già nato un<br />

possibile sostituto della Cavendish: la<br />

varietà Goldfinger, ottenuta in Honduras<br />

anni fa, è molto simile al frutto che<br />

conosciamo, resiste bene alle malattie, è<br />

già coltivata in alcuni Paesi. Unico difetto:<br />

sa di mela...<br />

Ci sono anche altre vie per modificare le<br />

banane. «Una di queste è la mutagenesi<br />

fisica» aggiunge Piffanelli. «Si tratta di<br />

bombardare le piante con raggi gamma<br />

o X per ottenere mutazioni, tra cui ci potrebbe<br />

essere quella giusta. Si interviene<br />

sul Dna senza ricorrere all’ingegneria<br />

genetica, anche se le mutazioni inserite<br />

sono sempre molte e non tutte desiderabili»;<br />

l’obiettivo infatti è non alterare gusto<br />

e qualità della banana. Alla Division<br />

of Nuclear Techniques in Food and Agriculture<br />

di Vienna, collaborazione tra Fao<br />

e Aiea, sono già state così ottenute 3 “mutanti”<br />

resistenti alla Sigatoka nera.<br />

A Taiwan infine si è ottenuta una versione<br />

della Cavendish chiamata GCTCV<br />

219: dolce, resistente alla Malattia di Panama,<br />

è testata ora nelle Filippine. Ma si<br />

percorre anche la strada dell’ingegneria<br />

genetica: tra le banane Ogm create, c’è<br />

per esempio quella resistente a una malattia<br />

batterica – grazie all’inserimento<br />

di geni di un peperone – ottenuta ai National<br />

Agricultural Research Laboratories,<br />

in Uganda.<br />

Una soluzione più duratura, dicono gli<br />

esperti, sarebbe introdurre nelle piantagioni<br />

la biodiversità: più varietà differenti<br />

risponderebbero in modo differenziato<br />

ai patogeni. E se le banane non avranno<br />

tutte lo stesso sapore, poco male: almeno<br />

non rischieremmo di restare senza.<br />

Francesco Orsenigo<br />

52 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Tecnologia<br />

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<strong>Focus</strong>.it !<br />

È più ricco,<br />

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condividerlo?<br />

Inavigatori più affezionati se ne<br />

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Il sito di <strong>Focus</strong> è cambiato. Ha una<br />

nuova grafica, una nuova interfaccia<br />

e – finalmente – si può navigare<br />

comodamente da tutti i supporti:<br />

computer, tablet e smartphone.<br />

Ciò che vedete online è soltanto l’ultima<br />

tappa di una lunga marcia iniziata<br />

in primavera. Abbiamo investito molte<br />

risorse (e il lavoro di tutta la redazione)<br />

nel nostro sito per aumentare il respiro,<br />

la qualità e la tempestività delle notizie<br />

online; abbiamo raddoppiato gli sforzi<br />

per offrirvi ogni giorno – non soltanto<br />

sul nostro sito ma anche sui social net-<br />

work – un’informazione scientifica puntuale,<br />

approfondita e ricca di foto, video<br />

e curiosità.<br />

Nello stesso tempo abbiamo iniziato un<br />

lungo processo con Gruppo 36, la web<br />

agency con cui abbiamo studiato come<br />

cambiare il vestito e il motore del nostro<br />

sito. Il risultato? Oggi <strong>Focus</strong>.it è più organizzato,<br />

veloce e semplice da navigare.<br />

PRIMA SU CELLULARE. Il nostro obiettivo?<br />

Stupirvi, interessarvi e informarvi<br />

su qualsiasi schermo. Per questo <strong>Focus</strong><br />

non è soltanto “digital first”, cioè vi offre<br />

un’esperienza speciale online, oltre che<br />

con il giornale di carta. <strong>Focus</strong> è soprattutto<br />

“mobile first”, cioè vi informa e vi<br />

meraviglia direttamente sul cellulare.<br />

<strong>Focus</strong>.it è stato disegnato e pensato soprattutto<br />

per i lettori che navigano con<br />

il telefonino, non necessariamente perché<br />

sono in giro o in viaggio, ma perché<br />

mentre leggono <strong>Focus</strong> sul divano vogliono<br />

saperne di più. I nostri dati, infatti, ci<br />

mostrano che quasi il 50% dei visitatori<br />

del sito naviga da smartphone e tablet.<br />

Sulla nuova homepage abbiamo raccolto<br />

le notizie scientifiche e le ultime ricerche<br />

presentate dai più prestigiosi laboratori<br />

italiani e stranieri in una sezione ad hoc.<br />

Abbiamo dato più spazio alle notizie brevi:<br />

fresche ed essenziali, per conoscere le<br />

54 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


SEMPRE<br />

CON VOI.<br />

Quando siete seduti<br />

al computer,<br />

o con il tablet<br />

sul divano,<br />

in spiaggia o in treno<br />

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e le curiosità<br />

di <strong>Focus</strong>.it<br />

prendono forma<br />

sul vostro schermo.<br />

novità scientifiche e avere uno sguardo<br />

diverso sui grandi avvenimenti. Naturalmente<br />

continueremo a pubblicare gli<br />

approfondimenti alla <strong>Focus</strong>, per capire<br />

il mondo che cambia. E non finiremo di<br />

stupirvi con foto (ora ancora più grandi e<br />

semplici da navigare), video e multimedia<br />

che vale la pena condividere.<br />

<strong>Focus</strong> raggiunge un pubblico che, quando<br />

siamo nati, non sognavamo neppure:<br />

ogni mese più di 10 milioni di persone ci<br />

seguono su carta, online e tv. Questo perché<br />

mai come oggi si sente il bisogno di<br />

una informazione di cui fidarsi. E <strong>Focus</strong><br />

(anche online) è proprio questo.<br />

Gian Mattia Bazzoli<br />

400<br />

MILA<br />

I fan di <strong>Focus</strong><br />

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<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 55


Prisma<br />

I koala stanno freschi...<br />

abbracciati all’albero<br />

Non vorreste essere al posto del<br />

koala sull’eucalipto qui sopra?<br />

Distesi su un ramo e... al fresco.<br />

I koala passano gran parte del tempo<br />

dormendo abbracciati agli alberi. Un<br />

team australiano ha visto che ciò serve<br />

anche per controllare la temperatura. Gli<br />

scienziati hanno valutato quella di animali<br />

e piante con la tecnica della termografia<br />

(foto in alto). Abbracciare i tronchi, che<br />

possono essere di 5 °C più freddi dell’aria<br />

circostante, permette ai koala di<br />

rinfrescarsi. Risparmiando acqua: i koala,<br />

infatti, si raffreddano anche leccandosi la<br />

pelliccia e ansimando.<br />

100<br />

MILA: le vite che si potrebbero<br />

salvare in Europa all’anno se<br />

le persone fossero preparate<br />

a fare rianimazione cardiopolmonare,<br />

aiutando chi ha<br />

un arresto cardiaco.<br />

Steve Griffiths<br />

Corbis<br />

Biondi naturali?<br />

basta poco<br />

Una mutazione determina il colore dei capelli.<br />

Per essere biondi, basta poco. No, non parliamo di tinture... Un solo nucleotide,<br />

un “mattoncino” dei molti che compongono il Dna, fa la differenza<br />

tra chiome bionde o castane. L’esatto meccanismo molecolare è<br />

stato scoperto da David Kingsley e Catherine Guenther, dell’Università Stanford<br />

(Usa). Il segreto del biondo naturale si trova sul cromosoma 12. Ed è una<br />

piccolissima mutazione: la sostituzione di un singolo nucleotide (chiamato adenina)<br />

con un altro (guanina) all’interno di un gene regolatore, cioè quelli che<br />

modulano l’espressione di altri geni.<br />

proteina. C’è una specie di effetto a cascata. La sostituzione fa sì che un altro<br />

gene che si trova sullo stesso cromosoma, detto Kitlg, diventi meno attivo del<br />

20%. E questo basta perché cambi l’espressione della proteina prodotta dal gene<br />

Kitlg soltanto nei follicoli piliferi – da cui nascono poi capelli biondi – e non nel<br />

resto del corpo. R.P.<br />

Il drone che ti segue e ti riprende<br />

I droni sono sempre più usati per riprendere le<br />

evoluzioni di biker o appassionati di snowboard, ma<br />

serve qualcuno che li guidi. Hexo+ invece fa tutto da<br />

solo: ha un sistema di navigazione che gli consente di seguire<br />

l’atleta (come a destra), comunicando col suo smartphone e<br />

tracciandolo, e di fare riprese soddisfacendo i parametri<br />

scelti, come distanza dal soggetto o inclinazione. Il progetto<br />

è finanziato in crowdfunding su kickstarter.com. R.G.<br />

Rex/Olycom


Prisma<br />

Mantello superiore<br />

Mantello<br />

inferiore<br />

Se la tintarella<br />

è quasi una droga...<br />

Nucleo<br />

esterno<br />

Nucleo<br />

interno<br />

Zona di<br />

transizione<br />

Steve Jacobsen/Northwestern University (2)<br />

Un oceano nascosto<br />

nella Terra<br />

C’è un enorme serbatoio<br />

d’acqua, 700 km sotto la<br />

superficie della Terra, in una<br />

regione del mantello chiamata zona<br />

di transizione. Non immaginate un<br />

oceano sommerso: l’acqua si trova in<br />

un minerale chiamato ringwoodite.<br />

«È rilasciata tra i grani della roccia,<br />

come se stessero “sudando”» ha<br />

spiegato Steven Jacobsen della<br />

Northwestern University. Il suo team<br />

ha dedotto la presenza di acqua con<br />

lo studio delle onde sismiche, che<br />

sono rallentate passando negli strati<br />

di roccia contenenti acqua. Jacobsen<br />

aveva creato e studiato cristalli di<br />

ringwoodite in laboratorio (sotto).<br />

Lo studio è una conferma della teoria<br />

secondo cui l’acqua sulla Terra<br />

verrebbe dell’interno del pianeta.<br />

L’esposizione ai raggi Uv produce beta-endorfine.<br />

E può dare dipendenza.<br />

Una giornata al mare ci offre relax, divertimento e anche una bella abbronzatura.<br />

Ovvio che ci venga voglia di tornare, no? Una ricerca condotta da David<br />

Fischer del Massachusetts General Hospital (Usa) suggerisce che ci sia un<br />

fattore in più: l’esposizione ai raggi Uv potrebbe dare dipendenza, che spiegherebbe<br />

anche certi eccessi nel desiderio di abbronzatura. Fischer ha visto che causa il rilascio<br />

di beta-endorfine, ormoni “del benessere” che hanno tra i loro effetti quelli di ridurre<br />

il dolore, ma agiscono attraverso le stesse vie di droghe come l’eroina.<br />

pericolo. Ha esposto topi a cui era stato rasato il pelo a basse dosi di ultravioletti.<br />

«Abbiamo rilevato un aumento delle beta-endorfine, con effetti sul comportamento<br />

e sintomi di dipendenza; i topi davano segni di astinenza se erano loro somministrati<br />

farmaci che bloccano gli oppioidi» dice Fischer. Ma possiamo davvero parlare di dipendenza<br />

da tintarella? «Studi precedenti hanno mostrato che gli Uv danno comportamenti<br />

simili a una dipendenza negli umani, per esempio in chi usa spesso lampade<br />

abbronzanti. Certo, possono spingerci anche altri fattori come i benefici cosmetici.<br />

Ma ritengo che la dipendenza da Uv, che hanno un’attività carcinogenica, sia reale e<br />

possa avere una spiegazione evolutiva legata al fatto che stare al sole serve a produrre<br />

vitamina D». Meglio esserne consci, dice lo scienziato. G.C.<br />

Corbis<br />

questa arte si crea da sola<br />

Tessuti al microscopio? No, quelle a destra sono opere di arte generativa,<br />

cioè «create automaticamente da un programma» dice l’autore, Jonathan<br />

McCabe. «Sono divise in celle che corrispondono ai pixel dell’immagine<br />

finale. Seguendo diverse regole a ogni cella vengono associati valori numerici,<br />

poi tradotti in valori Rgb (red, green, blue) che determinano il colore del pixel».<br />

58 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


GalleryStock/Contrasto<br />

Fibra per dimagrire...<br />

Le fibre riducono l’appetito e aiutano a stare magri. E ora uno studio<br />

dell’Imperial College di Londra, guidato da Gary Frost, spiega perché.<br />

Per i ricercatori la digestione delle fibre – presenti nei vegetali –<br />

produce il rilascio di acetato nel colon. L’acetato, poi, entra nel circolo<br />

sanguigno e raggiunge l’ipotalamo. Qui attiva i neuroni che producono<br />

pro-opiomelanocortina, che hanno l’effetto di sopprimere l’appetito. Frost<br />

specula che questa scoperta possa essere utile per sviluppare strategie di<br />

controllo dell’obesità: da un prodotto a base di acetato da rilasciare nel<br />

corpo ad alimenti ricchi di fibre in grado di produrre più acetato. M.F.<br />

Troppi talenti,<br />

non si vince<br />

Una squadra con tanti<br />

campioni (come Messi,<br />

sotto) vince di più? Per<br />

Roderick Swaab della business<br />

school Insead, si rischia il<br />

contrario: troppi fuoriclasse in<br />

un team possono creare squilibri<br />

al punto da pregiudicare le<br />

performance. Swaab sostiene che<br />

se ci sono troppi talenti può<br />

essere compromessa nei<br />

giocatori la volontà di collaborare.<br />

Il fenomeno riguarda più gli sport<br />

con un alto livello di interazione<br />

(come calcio e basket) e meno<br />

quelli come il baseball, dove<br />

l’azione di ogni giocatore resta<br />

abbastanza individuale. R.G.<br />

Reuters/Contrasto<br />

Stefan Marjoram<br />

Sui 3 display,<br />

sistemi<br />

del veicolo,<br />

velocità ecc.<br />

Dietro<br />

il volante,<br />

comandi per<br />

azionare<br />

il razzo.<br />

Leve per<br />

il rilascio<br />

meccanico dei<br />

paracadute.<br />

Parabrezza<br />

di materiale<br />

acrilico spesso<br />

25 mm.<br />

Leva per<br />

interrompere<br />

il flusso di<br />

carburante.<br />

Al volante per il record<br />

Sul volante, a destra<br />

e sinistra, pulsanti<br />

per freni, 2 sistemi<br />

di paracadute, radio,<br />

spegnimento motori.<br />

Benvenuti al posto di guida della Bloodhound SSC (SSC sta per supersonic<br />

car), veicolo affusolato che punta a fissare il nuovo record di velocità<br />

terrestre raggiungendo le 1.000 miglia orarie, ovvero 1.609 km/h.<br />

L’abitacolo è stato appena presentato e i test inizieranno l’anno prossimo: il<br />

tentativo è previsto per il 2016, nel piatto deserto sudafricano di Hakskeen Pan.<br />

su misura. Al volante ci sarà Andy Green, che ha l’attuale record di 1.227,99<br />

km/h: il volante di titanio è modellato sulle sue mani. L’auto supersonica è spinta<br />

da un motore a reazione e da un razzo, ha un abitacolo “blindato” per resistere<br />

agli urti con le pietre e per fermarsi usa freni e paracadute. G.C.<br />

A destra e a<br />

sinistra, pannelli<br />

con controlli.<br />

Jonathan McCabe<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 59


Prisma<br />

Il corpo parla,<br />

lui ascolta<br />

Il nostro corpo “suona”: ci<br />

sono il rumore del respiro,<br />

quello del battito cardiaco,<br />

i colpi di tosse... BodyBeat<br />

(sopra) li ascolta per monitorare la<br />

salute. «Ha un microfono che<br />

cattura i suoni a bassa frequenza<br />

del corpo. Ora è un prototipo,<br />

vogliamo miniaturizzarlo» dice<br />

l’inventore, Tauhidur Rahman<br />

della Cornell University. I suoni<br />

sono trasmessi a uno smartphone<br />

con un software che analizza per<br />

esempio se battito cardiaco o<br />

respiro sono irregolari.<br />

500<br />

I km percorsi dalle zebre di<br />

pianura, tra andata e ritorno,<br />

tra il fiume Chobe in<br />

Namibia e il parco Nxai Pan<br />

in Botswana. La più lunga<br />

migrazione terrestre.<br />

RAGGIO TRAENTE<br />

Sposta oggetti con gli ultrasuoni. Gli usi?<br />

Non nelle astronavi, ma... in campo medico.<br />

La fantascienza ce lo ha mostrato in tutte le salse. Insieme al motore<br />

a curvatura e al teletrasporto, il raggio traente – un fascio in grado di<br />

attrarre gli oggetti a distanza – è uno dei capisaldi della dotazione tecnologica<br />

delle astronavi di Star Trek o degli Ufo che portano a bordo i terrestri.<br />

Adesso, però, è arrivato dalla fantascienza alla realtà. Un gruppo di ricercatori<br />

di tre università, quelle inglesi di Dundee e di Southampton, e l’americana Illinois<br />

Wesleyan University, ha messo a punto un raggio che consente di muovere<br />

oggetti di dimensioni superiori al centimetro.<br />

spostato. Da qualche tempo era noto che la luce è in grado anche di attrarre<br />

quantità microscopiche di materia (sono stati creati dispositivi basati su laser).<br />

Il nuovo raggio però è il primo in grado di agire su oggetti visibili a occhio nudo<br />

e si basa non sulla luce ma su un doppio fascio di ultrasuoni. I due fasci, diretti<br />

lateralmente sul bersaglio, creano una pressione sul retro di esso, facendolo così<br />

muovere verso la sorgente. I ricercatori prevedono applicazioni soprattutto in<br />

campo medico, dove gli ultrasuoni sono già utilizzati, ma anche nell’ambito della<br />

biologia e delle nanotecnologie. Per le astronavi, purtroppo, dovremo aspettare<br />

ancora un po’. G.R.<br />

Getty Images (4)<br />

Maschi con la faccia... da pugni<br />

I maschi si sono evoluti per fare a pugni: i tratti robusti del<br />

volto degli uomini sarebbero frutto di un rinvigorimento<br />

delle ossa necessario per assorbire i pugni degli avversari<br />

in lotte per femmine o risorse. L’ipotesi del “rafforzamento<br />

protettivo” è di David Carrier e Michael Morgan (Usa); avevano<br />

già avanzato la teoria che le mani fossero adatte a fare a pugni (v.<br />

<strong>Focus</strong> n. 245). Il volto, dicono, è vulnerabile: gli ominidi nostri<br />

antenati hanno rafforzato le strutture di mandibola, zigomi, occhi,<br />

naso, anche se i tratti si sono poi addolciti negli uomini moderni.<br />

60 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Paperoni concentrati<br />

I milionari nel mondo sono 16,3 milioni, secondo il<br />

Boston Consulting Group. Il calcolo della ricchezza,<br />

in dollari, considera conti e beni finanziari (non<br />

immobili o imprese). Il rapporto fa una classifica di Paesi e<br />

aree con la più alta percentuale di milionari: qui, i primi 7.<br />

Dormire per ricordare<br />

Dopo una bella dormita, si ricorda meglio ciò che si è<br />

studiato la sera prima. Il meccanismo preciso è stato<br />

identificato dai ricercatori del Langone Medical Center<br />

della New York University. Hanno visto che dormire dopo aver<br />

appreso qualcosa favorisce la crescita delle “spine<br />

dendritiche”, protrusioni dei neuroni che si connettono ad altre<br />

cellule cerebrali e facilitano il passaggio di informazioni. Gli<br />

studiosi hanno visualizzato questa crescita nel cervello di topi<br />

progettati per esprimere una proteina fluorescente nei neuroni.<br />

123Rf (1) Shutterstock (1)<br />

17,5%<br />

QATAR<br />

9,6%<br />

HONG KONG<br />

9%<br />

KUWAIT<br />

12,7%<br />

SVIZZERA<br />

10%<br />

SINGAPORE<br />

5,9% BAHREIN E STATI UNITI<br />

Così ti viene un colpo<br />

Smettila di stressarti o ti verrà un attacco di cuore! Un consiglio sensato,<br />

che ora ha anche una spiegazione scientifica. Un team della Binghamton<br />

University (Usa) guidato da David Davies ha scoperto perché chi ha uno<br />

shock emotivo o attraversa un periodo di forte stress è più a rischio.<br />

batteri. Gli scienziati hanno identificato i batteri che aderiscono, creando pellicole,<br />

alle placche che si formano sui vasi sanguigni. Su un’arteria artificiale hanno<br />

fatto proliferare i batteri e vi hanno introdotto noradrenalina, l’ormone che<br />

si riversa nel sangue nei casi di forte stress. Hanno visto che i batteri reagivano<br />

“smontando” la pellicola e disperdendosi. Ciò fa staccare anche la placca a cui<br />

sono legati e la manda in circolo, dando trombosi. Alla Harvard Medical School<br />

di Boston hanno invece dato un’altra spiegazione: sarebbero i leucociti in circolo<br />

in situazioni di stress i responsabili di distacco di placche e attacchi cardiaci. R.P.<br />

Spl/Contrasto<br />

Amazzonia salva<br />

(per ora) in 3 fasi<br />

Il Brasile ha fatto il miracolo:<br />

nell’ultimo decennio, la<br />

deforestazione dell’Amazzonia si è<br />

ridotta del 70%. Per uno studio di Dan<br />

Nepstad, Earth Innovation Institute (Usa), è<br />

il risultato di un processo in 3 fasi. Nella 1 a<br />

(fino al 2004) una legge provò a imporre ad<br />

agricoltori e allevatori di considerare riserva<br />

l’80% delle loro proprietà, ma non fu<br />

rispettata. Nella 2 a fase (2005-2009) ci<br />

furono vari fattori: più controlli di polizia;<br />

calo dei guadagni dalla soia (coltivata in<br />

Amazzonia); campagne ambientaliste e<br />

boicottaggio di aziende responsabili della<br />

deforestazione. La 3 a fase (dal 2009) è stata<br />

decisiva. Anche se i guadagni dalla soia<br />

sono ripresi, il governo ha stabilito una<br />

politica del credito per l’Amazzonia:<br />

coltivatori e allevatori delle aree più rovinate<br />

sono stati esclusi dal credito a basso costo<br />

finché la deforestazione non è calata. I.C.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 61


ITALIA<br />

BULGARIA<br />

Mar Nero<br />

Prisma<br />

SICILIA<br />

MACEDONIA<br />

TURCHIA<br />

GRECIA<br />

Questa pietra<br />

è di plastica<br />

Un nuovo tipo di roccia<br />

fatta di oggetti di plastica,<br />

roccia vulcanica, sabbia,<br />

corallo, legno. Il team della<br />

canadese Patricia Corcoran l’ha<br />

chiamato “plastiglomerato” (sotto).<br />

«Si forma con l’accensione di<br />

fuochi sulla spiaggia; la plastica<br />

dei rifiuti presenti si scioglie e<br />

attacca insieme altri materiali»<br />

dice Corcoran. «L’abbiamo<br />

identificata alle Hawaii, ma è<br />

possibile che si formi ovunque ci<br />

sono molti rifiuti e persone...».<br />

Patricia Corcoran<br />

Mar Mediterraneo<br />

CRETA<br />

NORD AFRICA<br />

ISRAELE<br />

Odissea tra le isole<br />

MEZZALUNA<br />

FERTILE<br />

Che strada hanno fatto i primi agricoltori, che 9.000 anni fa dalla Mezzaluna<br />

fertile (dove è nata l’agricoltura) sono giunti in Europa? Per Peristera<br />

Paschou della Democritus University of Thrace, in Grecia, sono arrivati<br />

“saltando” fra le isole del Mediterraneo. La ricercatrice ha condotto un’analisi<br />

genetica sulle popolazioni odierne per verificare quale fu il percorso tra le 3 rotte<br />

finora teorizzate: una passa dalle isole (nella cartina, linea rossa), un’altra va via<br />

terra dalla Turchia (viola), la terza va diretta da Israele alla Grecia (azzurra).<br />

tappe. Paschou ha analizzato il Dna di 964 persone in 32 posti fra le coste mediterranee,<br />

l’Europa e il Medio Oriente. Ha visto la distribuzione di varianti genetiche<br />

(polimorfismi a singolo nucleotide), “tracce” dei primi agricoltori, e ne ha<br />

ricostruito il percorso più probabile: dalla costa turca alle isole del Dodecaneso<br />

alla Grecia “continentale” e a Creta, e da qui verso Sicilia e Sud <strong>Italia</strong>. E.C.<br />

Gso Images/Getty Images


Sessualità<br />

Donne<br />

che amano<br />

le donne<br />

L’omosessualità femminile<br />

è meno diffusa, meno visibile e<br />

meno studiata. Libera da tabù,<br />

ecco cosa ne sa la scienza.<br />

non è una cosa semplice.<br />

L’amore omo lo è ancora<br />

meno. L’amore omo<br />

L’amore<br />

femminile è decisamente<br />

complicato. Perché sfaccettato, sfumato,<br />

poco visibile e scarsamente indagato<br />

dalla scienza e dalla sociologia. Luoghi<br />

comuni e false credenze sono la diretta<br />

conseguenza di questo stato di cose,<br />

come dire, “sfuggente”, sul quale però c’è<br />

ugualmente tanto da raccontare.<br />

variante naturale. «L’omosessualità<br />

è una variante naturale del comportamento<br />

umano». Così l’Organizzazione<br />

mondiale della sanità si addentra nel terreno<br />

minato delle definizioni per parlare<br />

di gay e lesbiche. E non a caso usa la parola<br />

naturale, lo stesso termine utilizzato<br />

da chi giustifica la propria omofobia dissertando<br />

di amore “contro natura”. Ebbene,<br />

l’omosessualità è sempre esistita,<br />

in qualsiasi epoca e in qualsiasi cultura,<br />

e riguarda stabilmente una percentuale<br />

più o meno fissa della popolazione: il 4-5<br />

per cento degli uomini e il 2-3 per cento<br />

delle donne (secondo i celebri rapporti<br />

Kinsey degli anni Cinquanta, considerati<br />

ancora attendibili).<br />

Una costanza che non è sfuggita all’attenzione<br />

di scienziati e sessuologi, i quali,<br />

anche grazie alle statistiche, hanno<br />

tratto la conclusione che esistano componenti<br />

biologiche dell’omosessualità e<br />

che questa sia frutto dell’interazione fra<br />

chimica, biologia e contesto ambientale.<br />

«Anche gli studi sui gemelli omozigoti<br />

portano a questa conclusione» racconta<br />

Emmanuele A. Jannini, professore<br />

di sessuologia e endocrinologia all’U-<br />

Mondadori Portfolio/www.bridgemanart.com<br />

i confini dell’amicizia.<br />

Le amiche di Klimt<br />

del 1917, una delle opere<br />

purtroppo distrutte<br />

nell’incendio di Immendorf.<br />

64 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 65


L’amore<br />

fra due donne<br />

non segue<br />

copioni o ruoli<br />

catalogabili.<br />

La sessualità<br />

femminile è<br />

più complessa<br />

e sfumata<br />

Mondadori Portfolio/www.bridgemanart.com<br />

niversità degli Studi di Roma Tor Vergata.<br />

«Se uno dei due è omosessuale,<br />

indipendentemente dal fatto che siano<br />

cresciuti assieme o separati, la possibilità<br />

che anche l’altro sia omosessuale è<br />

del 50 per cento. Un’ulteriore prova che<br />

l’orientamento sessuale è stabilito già<br />

alla nascita». Dello stesso avviso Chiara<br />

Simonelli, professore associato di Psicologia<br />

dello sviluppo sessuale all’Università<br />

La Sapienza di Roma: «Ancora oggi<br />

molti genitori sono convinti che i propri<br />

figli scelgano di diventare omosessuali.<br />

Ma non è così. L’orientamento sessuale<br />

è stabilito dalla nascita, si manifesta precocemente,<br />

in genere fin dalle elementari,<br />

e la consapevolezza arriva nella prima<br />

adolescenza. In questi anni se una ragazza<br />

è lesbica comincia a provare forte attrazione<br />

per le persone del proprio sesso<br />

mentre non trova attraente chi “dovrebbe”<br />

trovare attraente (per esempio il ragazzo<br />

più gettonato della scuola). Questo<br />

processo può essere alterato dalle pressioni<br />

del gruppo, può quindi succedere<br />

Elliot Erwitt/MagnumPhoto/Contrasto<br />

che la ragazza per omologarsi si faccia<br />

piacere i ragazzi che in realtà non le interessano».<br />

A complicare la situazione<br />

c’è la bisessualità. Durante l’adolescenza<br />

le ragazze hanno una grande fluidità che<br />

può generare ulteriore confusione sul<br />

proprio orientamento sessuale. Le donne,<br />

in generale, hanno una probabilità<br />

tre volte maggiore rispetto agli uomini<br />

di identificarsi in bisessuali. In un’indagine<br />

di qualche anno fa dei Centers for<br />

Disease Control statunitensi condotta su<br />

13.500 soggetti, dichiarava almeno un’esperienza<br />

omosessuale il 12,5 per cento<br />

delle donne contro il 5,2 per cento degli<br />

uomini.<br />

New York Times/Getty Images<br />

arte e vita.<br />

La forte carica erotica<br />

delle ragazze di<br />

Gauguin in Aha oe feii,<br />

tela del 1892.<br />

A sinistra, la fotografa<br />

Annie Leibovitz e qui<br />

accanto la sua<br />

compagna Susan<br />

Sontag, scrittrice,<br />

morta nel 2004.<br />

ma quale malattia? Che l’omosessualità<br />

non sia una malattia né un disturbo<br />

psichiatrico da curare attraverso le cosiddette<br />

terapie riparative (dalle quali<br />

gli psicologi hanno preso ufficialmente<br />

le distanze) non è più in discussione. Ma<br />

non è così semplice. «Sarà “assodato”<br />

per gli scienziati, ma l’idea che l’omosessualità<br />

sia una malattia rimane ancora<br />

radicata in molte persone. Attorno alla<br />

sfera sessuale i pregiudizi sono più tenaci<br />

perché anche gli individui più incolti<br />

pensano di sapere che cos’è la sessualità<br />

e rifiutano la spiegazione scientifica»<br />

spiega Nicla Vassallo, docente di Filosofia<br />

teoretica all’Università di Genova,<br />

esperta di gender studies e scrittrice (in<br />

uscita per Laterza Uomini e donne hanno<br />

il diritto di sposarsi: Falso!). «Eppure sarà<br />

proprio la scienza a cambiare la mentalità<br />

della gente. Ci vorrà però molto tempo<br />

e un approccio che non alimenti a sua<br />

volta il pregiudizio. Quando si studia solo<br />

“l’anormalità” o una preferenza sessuale<br />

anziché la sessualità intera, per esempio,<br />

si trasmette indirettamente il messaggio<br />

che si stia analizzando una sessualità<br />

malata. Penso a tutti gli studi “alla ricerca”<br />

del gene dell’omosessualità. Cosa<br />

portano a pensare? Che se esiste un gene<br />

allora si può modificare, proprio come<br />

una malattia si può curare. La scienza<br />

ha sempre cercato, e cerca tuttora, di<br />

66 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


sessualità dirompente.<br />

Il turbante verde è un quadro di Tamara<br />

Lempicka (1898-1980), una delle icone della<br />

cultura lesbica.<br />

Amori scandalosi. La poetessa Nathalie<br />

Clifford Barney (1876-1972), dichiaratamente<br />

lesbica. Sotto: Eleanor Roosevelt e Lorena<br />

Hickok (a destra) nel 1934. Fra la first lady<br />

e la giornalista fu un grande amore.<br />

Mondadori Portfolio/www.bridgemanart.com (2)<br />

Una quota fissa della popolazione<br />

è omosessuale: il 2-3% delle<br />

donne. Il doppio tra gli uomini<br />

Bettmann/Corbis<br />

“normare” l’omosessualità». “Geni” a<br />

parte, sul perché si nasca omosessuali<br />

anziché etero c’è ancora mistero.<br />

il ruolo degli ormoni. Uno dei pochi<br />

dati scientifici provati riguarda la componente<br />

ormonale. Spiega Jannini: «Se il<br />

2 per cento della popolazione femminile<br />

è lesbica, la percentuale arriva al 25 per<br />

cento fra le donne che hanno avuto – soprattutto<br />

durante la vita fetale – un’alterazione<br />

della produzione ormonale della<br />

ghiandola surrenale». Gli effetti di questa<br />

esposizione precoce agli ormoni dell’altro<br />

sesso sono riconoscibili perché possono<br />

indurre una relativa mascolinizzazione<br />

nell’aspetto e nel comportamento<br />

e, di conseguenza, anche nel modo di vestire.<br />

Ma solo una lesbica su quattro presenta<br />

questi caratteri. Le altre “donne<br />

che amano le donne” non sono in alcun<br />

modo riconoscibili per aspetto e atteggiamento.<br />

Anche sull’influenza ambientale<br />

esistono diversi studi. In particolare<br />

è stato indagato il collegamento fra abusi<br />

subiti durante l’infanzia e omosessualità.<br />

Ebbene, più di una ricerca (Balsam<br />

2005, Huges 2010) rileva che lesbiche<br />

e bisessuali avrebbero subìto durante<br />

l’infanzia abusi (sessuali, ma anche abbandono<br />

e maltrattamenti) in misura<br />

doppia o comunque maggiore rispetto<br />

alle donne etero.<br />

sesso lesbo. Da un sondaggio condotto<br />

da tre università australiane su<br />

19 mila persone emerge che le lesbiche<br />

sarebbero amanti migliori rispetto alle<br />

donne etero e raggiungerebbero più<br />

orgasmi. Nel dettaglio: le donne che<br />

raggiungono l’orgasmo secondo questo<br />

studio sarebbero il 69% nelle coppie etero,<br />

il 75% nelle coppie lesbiche. Inoltre<br />

le donne omosessuali hanno rapporti<br />

meno frequenti delle etero, ma più<br />

lunghi (mezz’ora contro otto minuti).<br />

«Questi dati dimostrano quello che sappiamo:<br />

le donne privilegiano la qualità<br />

alla quantità, proprio in quanto donne»<br />

spiega Jannini. La vita di coppia e la sessualità<br />

delle lesbiche ripercorrono infatti<br />

le modalità tipiche femminili, dove le<br />

donne, per ragioni biologico-evolutive<br />

(per garantire la sopravvivenza dei figli<br />

le femmine avevano bisogno di un’unione<br />

stabile per assicurarsi l’appoggio del<br />

maschio), hanno la tendenza a creare e<br />

a mantenere la coppia. Fra i gay invece la<br />

creazione della coppia è più rara mentre<br />

è ricorrente la promiscuità. Le famose<br />

68 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


vite scandalose.<br />

A sinistra, Le due amiche di<br />

Toulouse-Lautrec (1895). Sotto,<br />

Virginia Woolf e più in basso Vita<br />

Sackville-West (che amava indossare<br />

abiti maschili): le due scrittrici<br />

ebbero una relazione sentimentale.<br />

Akg/Mondadori Portfolio (2)<br />

Come fanno l’amore due donne?<br />

Se la cavano benissimo. Merito<br />

di attenzione reciproca e familiarità<br />

dark room sono quasi esclusivamente<br />

maschili. «Per le donne non è ammissibile<br />

l’anonimato, devono sapere con chi<br />

stanno instaurando una relazione, e poi<br />

tendono a innamorarsi» sostiene lo studioso.<br />

Nel tempo si vedono le differenze.<br />

«Le coppie lesbiche rispetto alle coppie<br />

fra maschi sono più stabili perché le donne<br />

tendono a fare il nido. E anche quando<br />

una delle partner è mascolina rimane con<br />

una psicologia femminile» sottolinea Simonelli.<br />

Inoltre danno meno importanza<br />

al sesso rispetto ai maschi: terminata<br />

la fase di innamoramento, la sessualità<br />

passa in secondo piano.<br />

Ma come fanno l’amore due donne? Intanto<br />

va sfatato il luogo comune sulla<br />

penetrazione: questa non è un must fra<br />

lesbiche, e del resto non lo è nemmeno<br />

fra gay (per i quali è più frequente il sesso<br />

orale). L’importante è il raggiungimento<br />

dell’orgasmo reciproco. E due donne,<br />

vista l’ovvia familiarità col corpo femminile,<br />

se la cavano benissimo (paradossalmente,<br />

se di scelta si trattasse, l’amore<br />

col partner dello stesso sesso è l’ideale).<br />

Poi ognuno ha la propria sessualità, fatta<br />

di mille sfumature. Catalogare modi,<br />

ruoli e copioni è impensabile. E non è<br />

detto che in una coppia lesbica si riproduca<br />

la coppia tradizionale, con un partner<br />

maschile e uno femminile.<br />

za ha storicamente dedicato alla sessualità<br />

femminile. «La sessualità femminile<br />

è sempre stata ridotta alla riproduzione,<br />

in epoca vittoriana il piacere per le donne<br />

era addirittura disdicevole. E ancora oggi<br />

dalle indagini sociologiche risulta che gli<br />

uomini sanno poco del piacere delle donne»<br />

spiega Vassallo. «Il lesbismo è stato<br />

poco considerato anche perché in fondo<br />

non compromette la funzione riproduttrice<br />

della donna: una lesbica può essere<br />

costretta ad avere rapporti sessuali con<br />

un uomo e restare incinta. E più in generale<br />

ricordiamoci che le indagini scientifiche<br />

venivano condotte da uomini su<br />

campioni composti da uomini» .<br />

non “disturba”. Rispetto ai gay le lesbiche<br />

sono meno numerose, meno visibili,<br />

meno organizzate (per esempio<br />

non fanno lobby in settori specifici) e<br />

forse per tutti questi motivi anche storicamente<br />

meno perseguitate a livello<br />

sociale e legislativo. Persino le fantasie<br />

erotiche aiutano a capire quanto la visione<br />

dell’amore saffico “disturbi” meno<br />

del sesso fra maschi. Sull’amore fra due<br />

lesbiche fantasticano sia le donne sia gli<br />

uomini eterosessuali, mentre il sesso fra<br />

maschi non è sexy né erotizzante per<br />

nessuno dei due; anzi il più delle volte<br />

turba e infastidisce.<br />

Non è raro, in ogni caso, che una donna<br />

etero possa provare per un periodo della<br />

sua vita attrazione per il proprio sesso.<br />

Può succedere per curiosità, o in seguito<br />

piacere vietato. La letteratura scientifica<br />

sulle lesbiche è piuttosto scarsa.<br />

Perché scarsa è l’attenzione che la sciena<br />

delusioni, abusi o violenze che la spingono<br />

a cercare in un’altra donna la dolcezza<br />

e l’intimità che crede non possa<br />

venire da un uomo. Oppure durante l’adolescenza,<br />

dove il confine fra i sentimenti<br />

di amicizia e l’attrazione è molto<br />

sfumato. O ancora in condizioni di convivenza<br />

forzata fra persone dello stesso<br />

genere, come accade in carcere. In tutti<br />

questi casi però è sbagliato parlare di<br />

omosessualità, perché gli omosessuali<br />

sono coloro che hanno un interesse (inteso<br />

come fantasie e attrazione) esclusivo<br />

e costante verso lo stesso sesso. E soprattutto<br />

sono nati così.<br />

Emanuela Cruciano<br />

Archivio GBB Contrasto<br />

70 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


DOSSIER<br />

The New York Times/Contrasto<br />

Storia<br />

Ogni epoca (e ogni<br />

popolo) ha avuto la<br />

sua arte di contare.<br />

Matematica<br />

Matematici<br />

si nasce o<br />

si diventa?<br />

Altri modi<br />

di dare<br />

i numeri<br />

Giochiamo<br />

con le<br />

probabilità<br />

Getty Images<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 73


F DOSSIER


Matematici<br />

si nasce<br />

o si diventa?<br />

Si è davvero più o meno portati per<br />

questa disciplina? Sì, e pare dipenda<br />

dall’emisfero sinistro del cervello.<br />

Nikki Graziano<br />

curva a...<br />

cespuglio.<br />

Nikki Graziano<br />

è una fotografa<br />

ma anche una<br />

matematica,<br />

che realizza<br />

scatti di natura<br />

e poi cerca<br />

le equazioni<br />

delle curve che<br />

si adattano<br />

meglio ai<br />

suoi soggetti.<br />

Chi ha il<br />

“bernoccolo<br />

per la<br />

matematica”<br />

vede così<br />

la realtà.<br />

La matematica suscita sentimenti<br />

contrastanti. C’è<br />

chi la odia con tutte le sue<br />

forze, e quasi si fa un vanto<br />

di non capirla affatto, e chi<br />

al contrario, afferrandone<br />

il senso profondo, ne è attratto<br />

in modo irresistibile. Nel mezzo, la<br />

maggior parte di noi ne riconosce l’utilità<br />

e se la cava con la calcolatrice, ma con un<br />

po’ di impegno, a scuola e nella vita, potrebbe<br />

anche passare da un cinque scarso<br />

a un sette.<br />

Il mistero dei geni. La capacità di vedere<br />

il mondo in cifre e capire che, al di<br />

là delle quattro operazioni di base, le formule<br />

matematiche sono ciò che più fedelmente<br />

descrive la realtà che ci circonda,<br />

è un privilegio riservato a pochi. Un<br />

privilegio di cui si sa poco, anche perché,<br />

come spiega Luisa Girelli, neuropsicologa<br />

dell’Università di Milano-Bicocca,<br />

«molte ricerche hanno studiato deficit<br />

come la discalculia, ovvero l’incapacità<br />

di compiere anche i calcoli più elementari.<br />

Ma davvero poche hanno cercato di<br />

capire come nasce il genio matematico,<br />

e in che misura i fattori genetici e quelli<br />

ambientali contribuiscano a formarlo».<br />

Gli studi di neurologia, comunque, hanno<br />

messo almeno qualche punto fermo.<br />

«Sappiamo, per esempio, che la regione<br />

del solco intraparietale sinistro (che percorre<br />

in senso orizzontale la superficie<br />

posteriore sinistra del cervello, ndr) sostiene<br />

i meccanismi innati della quantificazione,<br />

quelli che ci fanno confrontare<br />

in modo intuitivo insiemi di oggetti e<br />

capire qual è più numeroso» dice Girelli.<br />

«Nelle persone con discalculia, questa<br />

regione è meno funzionale, e sebbene<br />

non ci siano dati che dimostrino che sia<br />

invece più attiva in chi mostra un talento<br />

innato per i numeri, c’è chi ipotizza che<br />

sia proprio così». Con tecniche di neuroimaging,<br />

che permettono di visualizzare<br />

che cosa accade nel cervello durante l’esecuzione<br />

di compiti specifici, si sono<br />

scoperte anche altre zone che si accendono<br />

durante i ragionamenti matematici:<br />

quasi tutte si trovano nell’emisfero<br />

sinistro, a volte in contiguità con le aree<br />

del linguaggio, dalle quali restano però<br />

separate.<br />

Cervello di sinistra. L’importanza<br />

di questa metà del cervello trova conferma<br />

nella vicenda che ha per protagonista<br />

Jason Padgett, raccontata nel libro<br />

Struck by genius, uscito da poco negli<br />

Usa. Ex rappresentante di mobili dedi-<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 75


F DOSSIER<br />

Jason Padgett<br />

era un giovane<br />

ribelle e poco<br />

avvezzo ai<br />

numeri: dopo<br />

gravi colpi alla<br />

testa è diventato<br />

un brillante<br />

matematico<br />

Alejandro Guijarro (3)<br />

Getty Images<br />

PREMiato.<br />

Cédric Villani, geniale<br />

divulgatore francese, ha<br />

vinto la medaglia Fields<br />

per la matematica.<br />

toccato dal genio.<br />

Jason Padgett: dopo un<br />

trauma ha sviluppato<br />

capacità matematiche.<br />

www.struckbygenius.com<br />

to al body building e alla vita notturna,<br />

Jason fu coinvolto in una rissa fuori da<br />

un karaoke nel 2002, durante la quale ricevette<br />

numerosi colpi alla testa. A causa<br />

dei danni cerebrali subiti, da allora il<br />

mondo gli appare popolato di poligoni e<br />

rapporti geometrici: nella crema del caffè<br />

vede spirali infinite, la luce che filtra<br />

dalla finestra gli svela le proprietà del pi<br />

greco, il teorema di Pitagora si disegna<br />

per lui fra le foglie degli alberi. Da bullo<br />

di quartiere, Jason si è trasformato in<br />

un brillante studente di matematica, ed<br />

è una delle poche persone al mondo che<br />

sa disegnare a mano i frattali (figure geometriche<br />

che hanno la proprietà di apparire<br />

identiche a se stesse a diversi livelli<br />

di ingrandimento). Per capire che cosa è<br />

accaduto, Berig Brogaart, neuropsicologa<br />

dell’Università del Missouri, lo ha sottoposto<br />

a risonanza magnetica funzionale:<br />

le immagini ottenute, pubblicate nel<br />

2013 sulla rivista scientifica Neurocase,<br />

mostrano che i danni all’emisfero destro<br />

hanno determinato una iperattivazione<br />

del sinistro che, secondo la ricercatrice,<br />

sarebbe alla base delle eccezionali capacità<br />

sviluppate dall’uomo.<br />

Un effetto analogo, ma di breve durata,<br />

è stato del resto ottenuto anche per via<br />

sperimentale, dal gruppo di neuroscienziati<br />

diretto da Roi Cohen Kadosh, all’Università<br />

di Oxford. Nel 2010, i ricercatori<br />

hanno sottoposto alcuni volontari alla<br />

stimolazione magnetica transcranica,<br />

che permette di disattivare alcune zone<br />

del cervello per un periodo temporaneo,<br />

attraverso l’applicazione di campi<br />

magnetici. Applicata al lobo parietale<br />

destro, la stimolazione ha migliorato le<br />

prestazioni matematiche e l’effetto è durato<br />

circa sei mesi. Tutto ciò non è però<br />

a costo zero, perché in uno studio successivo,<br />

da poco pubblicato su Journal of<br />

Neuroscience, Cohen Kadosh e colleghi<br />

ammettono che, a fronte dei progressi<br />

con i numeri, nei volontari è peggiorata<br />

la qualità nell’esecuzione dei cosiddetti<br />

automatismi, ovvero di quei compiti che<br />

una volta appresi non hanno bisogno di<br />

ragionamenti per essere portati a termine,<br />

come per esempio guidare o andare<br />

in bicicletta.<br />

Bellezza pura. La stimolazione diretta<br />

del cervello, insomma, non è una buona<br />

strada per ottenere il sei in pagella. Tanto<br />

meno, può permetterci di arrivare al 10 e<br />

lode, anche perché dietro la naturalezza<br />

che i geni hanno nel compiere a mente<br />

anche calcoli complessi, e l’attitudine a<br />

genialità effimere.<br />

Vere lavagne di prestigiosi centri di ricerca<br />

nel mondo fotografate da Alejandro Guijarro.<br />

76 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


F DOSSIER<br />

Nikki Graziano<br />

sinusoidali.<br />

Cespugli ondulati,<br />

con la curva matematica<br />

che li rappresenta.<br />

Chi è più dotato e trae piacere<br />

dalla matematica è motivato a<br />

fare pratica: un circolo virtuoso<br />

trascorrere ore riempiendo fogli di formule<br />

e tabelle, o a misurare e numerare<br />

ogni cosa – il tempo, lo spazio, gli alberi<br />

in un bosco e le stelle nel cielo – c’è certamente<br />

dell’altro. Queste particolarità<br />

appaiono evidenti già dall’infanzia, e si<br />

accompagnano di solito a un quoziente<br />

intellettivo molto alto, superiore a 130<br />

punti, presente nel 2 per cento della popolazione.<br />

Soprattutto, però, «i bambini<br />

plusdotati traggono piacere dalla matematica<br />

e sono motivati a fare pratica»<br />

spiega Girelli. «Questo innesca un circolo<br />

virtuoso che alimenta il talento e sempre<br />

più dà soddisfazione». Mark Ronan,<br />

professore emerito di matematica allo<br />

University College di Londra, e divulgatore<br />

di matematica, ricorda bene quella<br />

I consigli<br />

per farsela amica<br />

Con qualche trucco, anche chi non è<br />

molto portato per la matematica può<br />

ottenere buone prestazioni. La scienza<br />

consiglia di fare così:<br />

L’ansia della matematica esiste<br />

davvero, ma deriva dall’attività di centri<br />

nervosi che non hanno nulla a che fare<br />

con il ragionamento. Respirare<br />

profondamente, fare due passi per<br />

distendersi e pensare ad altro.<br />

La musica classica aiuta il<br />

ragionamento matematico. Non è così<br />

per tutti, ma tentare non costa nulla.<br />

Stare al sole! Secondo uno studio<br />

dell’Università di Liegi, chi trascorre più<br />

tempo in piena luce ottiene risultati<br />

migliori in compiti logico-matematici.<br />

Fare sport: l’attività fisica favorisce<br />

l’afflusso di sangue al cervello e lo rende<br />

più efficiente.<br />

Lo yoga e la meditazione aiutano il<br />

ragionamento matematico, forse perché<br />

contrastano l’ansia. Bastano 20 minuti al<br />

giorno per avere un beneficio tangibile.<br />

Esercitarsi: la matematica si impara<br />

facendola. Chi non si applica non arriva<br />

a nulla...<br />

sensazione: «Quando ero bambino potevo<br />

vedere, come su un’illustrazione, perché<br />

il prodotto di due numeri negativi dà<br />

come risultato un numero positivo. Lo<br />

trovavo bello, ma non riuscivo a condividere<br />

questo sentimento con altri». Un<br />

concetto analogo è stato espresso anche<br />

da altri scienziati: per esempio, all’inizio<br />

del Novecento il filosofo e matematico<br />

Bertrand Russell scriveva: «Considerata<br />

nel modo giusto, la matematica non possiede<br />

solo la verità ma anche la bellezza<br />

suprema. Una bellezza fredda e austera,<br />

capace di comunicare la perfezione come<br />

l’arte più sublime».<br />

Uno studio pubblicato in febbraio sulla<br />

rivista Frontiers in human neuroscience<br />

conferma che questo sentimento è comune<br />

fra chi ha un talento particolare.<br />

Allo University College di Londra, un<br />

gruppo di neuroscienziati diretto da Semir<br />

Zeki ha analizzato l’attività nervosa<br />

di 15 matematici di professione, mentre<br />

guardavano formule che in precedenza<br />

avevano classificato in base alla loro<br />

gradevolezza estetica. Alla vista di quelle<br />

considerate belle (per inciso, la più apprezzata<br />

è stata la formula dell’identità<br />

di Eulero: e iπ + 1 = 0) in tutti i soggetti<br />

si attivava la corteccia orbito-mediale<br />

frontale, una regione legata anche alla<br />

percezione della bellezza artistica.<br />

Zeki ha poi voluto verificare se un barlume<br />

di quella bellezza fosse accessibile<br />

anche ai non esperti, ma i test condotti su<br />

12 persone, che non avevano alcun talento<br />

né formazione specifica in matematica,<br />

hanno dato un risultato molto diverso:<br />

i volontari a stento capivano che cosa<br />

dovevano fare. E si chiedevano, piuttosto,<br />

che cosa potesse esserci di esteticamente<br />

bello in una stringa di simboli,<br />

lettere e numeri.<br />

Margherita Fronte<br />

78 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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F DOSSIER<br />

Eyevine/Contrasto<br />

Gli altri<br />

modi di dare<br />

i numeri<br />

Dall’India a Babilonia, dai Maya alla Nuova<br />

Guinea, c’è chi ignora la base decimale e chi<br />

la posizione delle cifre, chi usa nodi e chi solo<br />

due operazioni. Il risultato? Non cambia...<br />

antico<br />

calcolatore.<br />

Abaco gigante<br />

al Museo<br />

delle minoranze<br />

etniche di<br />

Kunming (Cina).<br />

Per noi è dodici. Ma per altri è una<br />

dozzina. In Mesopotamia era un<br />

quinto di sessanta. Per gli Yoruba<br />

è venti meno otto. Presso gli<br />

Oksapmin corrisponde a un “orecchio”.<br />

E per diversi popoli primitivi sarebbe sei<br />

coppie, se arrivassero a contare tanto: in<br />

numerose tribù infatti sarebbe semplicemente<br />

“molti”. La matematica non è<br />

un’opinione. Ma certamente è un prodotto<br />

culturale, almeno nel modo di<br />

esprimerla e a volte di pensarla.<br />

«L’universalità della matematica è basata<br />

sull’oggettività del far di conto e dei<br />

solidi geometrici che costituiscono la<br />

realtà» spiega Ana Millán Gasca, che insegna<br />

Matematiche complementari all’Università<br />

di Roma 3. «Ma la matematica<br />

è anche una manifestazione del<br />

pensiero astratto e dello sguardo umano<br />

sul mondo». Noi siamo abituati alla matematica<br />

occidentale, che risale ai Greci<br />

e attraverso gli sviluppi europei moderni<br />

si è imposta a livello mondiale. Ma la storia<br />

della matematica è molto più vasta.<br />

le basi numeriche. Per esempio, noi<br />

contiamo in base dieci, ma le basi di numerazione<br />

nel mondo sono varie. Alcuni<br />

popoli primitivi si basano solo sull’uno e<br />

il due. In molte società come quelle degli<br />

Aranda, dei Boscimani, dei Pigmei, dei<br />

Botocudos, il sistema di conto prevede<br />

l’uno e il due, a volte il tre e raramente il<br />

quattro, poi tutto diventa indistintamente<br />

“molti”. Etnie come i Gumulgal<br />

australiani hanno una numerazione binaria,<br />

dove i numeri hanno la sequenza<br />

uno, due, due-uno, due-due, due-dueuno,<br />

senza però riuscire ad andare oltre i<br />

numeri più bassi. Dall’uso delle dita viene<br />

la base 5, molto diffusa in Africa. Della<br />

base 12 abbiamo ancora tracce nelle 24<br />

ore di un giorno, nelle dozzine e in certe<br />

misure britanniche, e all’inizio del<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 81


F DOSSIER<br />

pagamenti in natura.<br />

A sinistra, un manoscritto azteco<br />

del XVI sec. mostra i conti delle tasse.<br />

Mireille Vautier/Alamy<br />

Gli Oksapmin<br />

contano sulle parti<br />

del corpo. Il 20?<br />

È il gomito sinistro<br />

The Art Archive /Alamy<br />

XVIII secolo re Carlo XII di Svezia voleva<br />

imporla per legge vietando la scala decimale.<br />

I Maya, capaci di calcoli complicatissimi<br />

per i calendari, utilizzavano la<br />

base 20. Mentre tra i sistemi più interessanti,<br />

antichi e in qualche modo misteriosi<br />

c’è quello sessagesimale, inventato<br />

in Mesopotamia nel IV millennio a. C.,<br />

basato sul 60 e sui suoi numerosi e comodi<br />

sottomultipli (2, 3, 5, 6, 10, 12, 15, 20,<br />

30): ancora oggi è la base con cui misuriamo<br />

il tempo e gli angoli.<br />

la posizione È tutto. Un altro aspetto<br />

che rischiamo di dare per scontato è il<br />

sistema posizionale: il fatto cioè che le<br />

cifre assumano un valore secondo la loro<br />

posizione: se scrivo 6 vuol dire sei unità,<br />

ma se scrivo 60 sono sei decine. Questo<br />

criterio era però sconosciuto tanto ai<br />

Greci (che indicavano i numeri con lettere<br />

alfabetiche) quanto ai Romani, fino a<br />

tutto il Medioevo europeo. È stata l’introduzione<br />

dei numeri arabi (di origine<br />

indiana) a permettere questo salto in<br />

avanti nella matematica occidentale. Ma<br />

non senza complicazioni. Ancora nel<br />

1280 la città di Firenze proibì l’uso delle<br />

cifre arabe da parte dei banchieri per il<br />

timore che nascondessero inganni, soprattutto<br />

a causa dell’introduzione dello<br />

zero, che in Occidente prima non esisteva.<br />

Fino al Medioevo, in Europa, la matematica<br />

alternativa era la nostra.<br />

Ma al di là dei progressi che si sono succeduti<br />

fino alla nostra matematica moderna,<br />

di modi di contare e di fare le operazioni<br />

ce ne sono infiniti. Gli Oksapmin<br />

della Papua Nuova Guinea contano basandosi<br />

sulle parti del corpo e ogni numero<br />

ha il nome della parte cui è associato:<br />

si comincia con il pollice di una mano<br />

e si risale lungo il braccio e la testa fino<br />

alle dita dell’altra mano, per un totale di<br />

27 numeri che possono diventare 54 con<br />

un secondo giro; ecco perché il 12 corrisponde<br />

all’orecchio. A Kiribati (Micronesia),<br />

i numeri cambiano a seconda di<br />

cosa si conti: animali, piante, coltelli, canestri<br />

o barche.<br />

«Un altro sistema di numerazione per<br />

noi insolito» spiega George Gheverghese<br />

Joseph, dell’Università di Manchester «è<br />

Corbis<br />

europa e medio oriente.<br />

Sopra, un codice europeo del IX sec.<br />

mostra i numeri con le mani. A sinistra,<br />

un problema matematico su una tavola<br />

babilonese di quasi 4.000 anni fa.<br />

quello degli Yoruba della Nigeria, basato<br />

sul 20 e sulle sottrazioni: per esempio<br />

318 si dice 400 meno 4 volte venti meno<br />

due. Il meccanismo forse deriva dall’uso<br />

di conchiglie per contare».<br />

metodi egizi. Anche civiltà evolute, cui<br />

dobbiamo molto della nostra matematica,<br />

potevano avere metodi diversi da noi<br />

per contare. «Uno dei grandi meriti del<br />

metodo egizio di moltiplicazione e divisione»<br />

continua Gheverghese «è il fatto<br />

di richiedere solamente la conoscenza<br />

preliminare dell’addizione e della tabellina<br />

del 2. Inoltre, nella matematica egizia,<br />

il procedimento della divisione era<br />

strettamente collegato al metodo della<br />

moltiplicazione. Uno scriba egizio piuttosto<br />

che pensare di dividere 696 per 29<br />

si sarebbe detto: partendo da 29, quante<br />

volte dovrei addizionare questo numero<br />

a se stesso per ottenere 696?».<br />

Non bisogna credere che le civiltà ante-<br />

82 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


F DOSSIER<br />

numeri<br />

divertenti.<br />

Il Museo<br />

nazionale della<br />

matematica<br />

a New York.<br />

Dove i visitatori<br />

si avvicinano<br />

a questa<br />

disciplina in<br />

modo giocoso.<br />

The New York Times/Contrasto<br />

cedenti al mondo greco o comunque non<br />

occidentali fossero rozze dal punto di<br />

vista matematico. Anzi, hanno raggiunto<br />

risultati incredibili, a volte secoli o millenni<br />

prima della Grecia classica, il cui<br />

merito decisivo sta più che altro nella<br />

capacità di astrazione. «Presso popoli<br />

come gli Egizi, i Babilonesi o i Cinesi la<br />

geometria era molto orientata alla pratica,<br />

soprattutto per usi agricoli, edili, amministrativi<br />

o commerciali» spiega Livia<br />

Giacardi dell’Università di Torino.<br />

«Per contro i Greci» aggiunge Ana Millán<br />

Gasca «hanno ricevuto in eredità secoli<br />

di dimestichezza con forme regolari<br />

come l’angolo retto, il cerchio o il quadrato<br />

e di innumerevoli calcoli e misure. E<br />

sono partiti da tutto questo per sviluppare<br />

una passione nel parlare di numeri e di<br />

forme che non aveva legami con l’uso<br />

solo pratico di contare, misurare, costruire<br />

per la vita quotidiana».<br />

Una realtà tanto diversa dalla nostra da<br />

risultarci di difficile comprensione è<br />

quella degli Inca, anche per la scarsità di<br />

testimonianze. È particolarmente interessante<br />

perché la civiltà del Perù (XIV-<br />

XVI secolo) non aveva la scrittura, eppure<br />

aveva una forma di matematica che<br />

doveva essere abbastanza avanzata per<br />

mandare avanti l’amministrazione di un<br />

vasto impero. A particolari abaci su cui<br />

contavano con chicchi di mais (yupana)<br />

La capacità d’astrazione viene dalla<br />

Grecia classica. L’uso pratico da Egizi<br />

e Cinesi. Dal Giappone la sacralità<br />

affiancarono i caratteristici e ancora misteriosi<br />

quipu, insieme di corde con nodi<br />

che indicavano i dati da registrare, per lo<br />

più numeri. La posizione della corda, il<br />

suo colore, i nodi e gli spazi tra essi avevano<br />

tutti significati precisi.<br />

geometria divina. In Asia la matematica<br />

aveva forti connessioni mistico-religiose.<br />

In Cina, per esempio, come spiega<br />

Livia Giacardi, i testi più antichi procedono<br />

con metodi algebrici anche per la<br />

geometria, perché «gli algoritmi (sequenze<br />

di operazioni che trasformano<br />

progressivamente i dati del problema)<br />

hanno rappresentato l’incarnazione nella<br />

matematica delle “mutazioni” che<br />

operano su tutta la realtà». La matematica<br />

giapponese (wasan), sviluppata nel<br />

periodo dell’isolamento (1603-1867),<br />

viene da taluni considerata più vicina<br />

all’arte che alla scienza e aveva chiara valenza<br />

sacrale, tanto che nei templi erano<br />

consacrate tavolette lignee con i problemi<br />

geometrici, i sangaku; e i risultati ma-<br />

tematici eguagliavano quelli europei<br />

contemporanei. «In India infine» afferma<br />

Millán Gasca «più che in ogni altro<br />

luogo i numeri e le forme sono stati collegati<br />

alle tradizioni religiose. Avendo<br />

inventato la numerazione decimale,<br />

compreso lo zero, gli Indiani potevano<br />

scrivere qualsiasi numero con dieci simboli,<br />

ed erano affascinati dai numeri molto<br />

grandi, che la mente umana non può<br />

immaginare, come un fascio di bacchette<br />

o di pietruzze in un mucchio». È così che<br />

gli Indiani hanno raggiunto risultati prima<br />

e spesso superiori agli occidentali.<br />

Osvaldo Baldacci<br />

Per saperne di più<br />

Pensare in matematica, A. Millán<br />

Gasca e Giorgio Israel (Zanichelli).<br />

C’era una volta un numero,<br />

G. Gheverghese (Il Saggiatore).<br />

La matematica delle civiltà<br />

arcaiche, Livia Giacardi e Clara<br />

Silvia Roero (Stampatori).<br />

84 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


[ ]<br />

RIPRENDERE LA FORMA CON LE “CALORIE NEGATIVE”<br />

La persona che ha “messo<br />

in forma” un’intera città<br />

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

Johnny Pettersen<br />

Johnny Pettersen è il proprietario di una<br />

farmacia ad Alesund, in Norvegia – una<br />

piacevole cittadina, sulla costa, di circa<br />

40.000 abitanti. Negli ultimi mesi, centinaia<br />

di abitanti di Alesund, hanno ritrovato la<br />

forma grazie al suo consiglio di prendere le<br />

compresse di Zuccarin, in concomitanza con<br />

un’alimentazione equilibrata e ad un po’ di<br />

attività fisica.<br />

UN CLIENTE CHIESE CONSIGLIO<br />

Tutto iniziò in un giorno d’estate del 2006<br />

quando un cliente chiese a Johnny un<br />

consiglio per rimettersi rapidamente in<br />

forma. Il Sig. Pettersen consigliò le compresse<br />

di Zuccarin della New Nordic, perché è<br />

noto che il Gelso bianco Giapponese aiuta a<br />

ridurre l’assorbimento degli zuccheri dopo<br />

i pasti. Quando il livello degli zuccheri nel<br />

sangue è stabile, anche il desiderio della loro<br />

assunzione si riduce o scompare.<br />

GLI CONSIGLIAI 2 COMPRESSE<br />

Zuccarin è stato creato dall’azienda danese<br />

New Nordic per aiutare a riequilibrare il<br />

livello di zuccheri nel sangue, dopo i pasti.<br />

“Sulla confezione è consigliata un’assunzione<br />

di una compressa prima di ciascun pasto.<br />

Mi sono però reso conto che prendendo 2<br />

compresse, prima di ogni pasto, non solo<br />

aiutava a controllare i livelli di zuccheri nel<br />

Il percorso<br />

della vitalità<br />

La popolazione di Alesund, in Norvegia, le chiama<br />

“le compresse con le calorie negative”. Certamente<br />

non si tratta di pillole dietetiche magiche. La spiegazione<br />

scientifica è logica: il contenuto delle foglie del Gelso bianco<br />

Giapponese, contribuisce a ridurre l’assorbimento di zuccheri<br />

e a cambiare la vostra visione nei confronti del cibo. Non è<br />

un medicinale, ma sono compresse naturali, formulate per<br />

equilibrare i livelli di zuccheri nel sangue, dopo i pasti.<br />

sangue, ma anche a rimanere in forma”,<br />

ci dice il Sig. Pettersen, che prosegue:<br />

“consigliai ai miei clienti di assumere 2<br />

compresse, prima dei pasti. Dopo qualche<br />

tempo ho notato che in loro è cambiato lo<br />

stimolo e l’effetto di assuefazione che lo<br />

zucchero dà al cervello. I miei clienti, hanno<br />

iniziato ad avere un’alimentazione più sana,<br />

senza nemmeno rendersi subito conto di aver<br />

cambiato le loro abitudini alimentari. Hanno<br />

ritrovato la forma fisica, soprattutto senza<br />

ritornare indietro, avendo modificato il loro<br />

stile alimentare”.<br />

LA VOCE SI È SPARSA RAPIDAMENTE<br />

“Dopo il successo avuto con i primi clienti,<br />

la voce si è sparsa a colleghi e amici, che<br />

si recarono nel punto di vendita del Sig.<br />

Pettersen. Oggi si recano da lui, a chiedere<br />

consiglio, più di 50 persone al giorno, con la<br />

sola intenzione di chiedere Zuccarin, avendo<br />

visto i risultati dei propri conoscenti”.<br />

“Negli ultimi 12 mesi credo di aver aiutato a<br />

cambiare le abitudini alimentari, ad almeno<br />

1500 persone di Alesund e dei paesi vicini.<br />

Una volta che i miei clienti provano Zuccarin,<br />

ritornano da me, spesso portando amici<br />

e conoscenti. È molto appagante vederli<br />

soddisfatti e in forma”, dice il Sig. Pettersen.<br />

Zuccarin è in vendita in tutte le<br />

farmacie o visita il sito<br />

www.newnordic.it<br />

Per maggiori informazioni:<br />

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al nostro Affari<br />

tuoi. In alcuni<br />

casi il calcolo<br />

delle probabilità<br />

può aiutare<br />

a scegliere<br />

se cambiare<br />

“pacco”.<br />

CBS/Everett Collection/Contrasto<br />

Mai dire Mai<br />

In matematica, ci sono cose ovvie. Per essi siano nati lo stesso giorno. Invece la<br />

esempio, se gioco al Superenalotto, probabilità è di circa il 70%. Per capire<br />

sono abbastanza sicuro che non farò come sia possibile, è necessaria qualche<br />

nozione di calcolo delle probabilità.<br />

6. Per la precisione, ho solo 1 possibilità<br />

su 622 milioni abbondanti di farcela. Ma, soprattutto, si deve fare attenzione<br />

Altre cose invece vanno platealmente a come è posto il quesito. Quello che si<br />

contro il senso comune.<br />

chiede, infatti, non è che un altro specifico<br />

Un bell’esempio è il paradosso del compleanno.<br />

alunno compia gli anni lo stesso<br />

Che dice più o meno questo: giorno di nostro figlio, e neppure che uno<br />

supponiamo che nostro figlio faccia parte<br />

qualsiasi dei compagni sia nato lo stesso<br />

di una classe di 30 alunni; qual è la pro-<br />

29 luglio del nostro bambino, ma che due<br />

babilità che almeno due di essi festeggino alunni qualsiasi della classe abbiano lo<br />

il compleanno lo stesso giorno? Verrebbe<br />

stesso compleanno. Non è la stessa cosa.<br />

da dire: molto poche. In un anno non Infatti, con 30 persone a disposizione, si<br />

bisestile ci sono 365 giorni, con solo 30 possono creare ben 435 possibili coppie.<br />

bambini è molto improbabile che due di Il primo bambino infatti si può accop-<br />

Anche gli eventi<br />

più improbabili<br />

possono verificarsi.<br />

Anzi, “devono”<br />

verificarsi. Il calcolo<br />

delle probabilità<br />

riserva sorprese<br />

incredibili.<br />

86 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Pazzi per i numeri? Mettetevi alla prova<br />

Gli enigmi che seguono sono tutti a base di numeri. Alcuni hanno bisogno di un po’<br />

d’intuito per essere risolti, altri soltanto di un pizzico di logica. Li abbiamo messi<br />

in ordine di difficoltà crescente: fino a che livello riuscirete ad arrivare? La parola tra<br />

parentesi dopo il nome del gioco indica la strategia da usare per arrivare alla soluzione.<br />

1. Freccette (somme)<br />

2. Il numero mancante (intuizione)<br />

3. Domino (attenzione)<br />

4. Consecutivi (logica)<br />

5. Il numero misterioso (intuizione)<br />

6. Sinceri e bugiardi (logica)<br />

7. Sommiramide (calcoli)<br />

8. La sequenza bidimensionale (osservazione)<br />

9. I magnifici nove (logica e calcoli)<br />

10. La prova del 9 (equazioni)<br />

11. Tanti quanti (logica e intuizione)<br />

12. Mille e non più mille (intuizione)<br />

1 FRECCETTE<br />

Come totalizzare esattamente 43<br />

punti lanciando tre freccette valide?<br />

2 il numero mancante<br />

Quale numero va inserito nella casella<br />

con il punto interrogativo?<br />

43<br />

5<br />

1<br />

7<br />

27<br />

26<br />

11<br />

23<br />

6<br />

3 4<br />

9<br />

3 7<br />

4<br />

0 5<br />

3<br />

2 2<br />

5<br />

1 ?<br />

3 domino<br />

Disponete orizzontalmente o verticalmente le 18<br />

tessere in modo da ricoprire il quadrato riportato<br />

in figura rispettando le coppie di cifre (ma non<br />

importa il loro ordine). Tracciate con la matita le<br />

linee di divisione fra le varie tessere.<br />

6 6 3 3 5 1<br />

2 2 3 4 5 1<br />

6 5 2 6 4 3<br />

0 4 3 5 0 0<br />

6 2 4 3 6 1<br />

5 0 4 1 2 3<br />

6 3 3 5 1<br />

2 3 4 5 1<br />

5 2 6 4 3<br />

4 3 5 0 0<br />

2 4 3 6 1<br />

0 4 1 2 3<br />

0 0 0 5 0 6<br />

1 1 1 2 1 3<br />

2 2 2 3 2 4<br />

3 3 3 4 3 5<br />

3 6 4 4 4 6<br />

5 5 5 6 6 6<br />

0 0 0 5 0 6<br />

1 1 1 2 1 3<br />

2 2 2 3 2 4<br />

3 3 3 4 3 5<br />

3 6 4 4 4 6<br />

5 5 5 6 6 6<br />

4 consecutivi<br />

Inserire in ogni riga e in ogni<br />

colonna i numeri dall’1 al 5,<br />

senza che si ripetano. Quando<br />

una coppia di numeri è separata<br />

da uno spazio verde, allora i<br />

due numeri sono consecutivi<br />

(per esempio 1-2, 3-2, 4-5...).<br />

1<br />

5<br />

5 Il numero<br />

misterioso<br />

Quale numero va inserito nella<br />

casella con il punto di domanda?<br />

2<br />

5<br />

6<br />

3 2<br />

1<br />

3<br />

3<br />

5 4<br />

Soluzioni a pagina 90.<br />

2<br />

0<br />

1<br />

4 3<br />

4<br />

?<br />

7<br />

2 4<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 87


F DOSSIER<br />

6 Sinceri e bugiardi<br />

La locanda Ruie<br />

In alcune isole della Macronesia vivono<br />

due sole tribù indigene, che hanno una<br />

particolarità in comune: quando uno di<br />

loro interloquisce con uno straniero, lo<br />

fa sempre con tre frasi. Ma c’è una<br />

differenza: se l’indigeno è un Sinki dice<br />

più frasi vere che false, se è un Bughi<br />

le sue frasi sono più false che vere.<br />

Come arrivai al molo di Babù vidi due<br />

indigeni a cui chiesi di che tribù<br />

fossero e quale tra le due strade<br />

davanti a me fosse la più breve per la<br />

locanda Ruie. Mi rispose il più magro<br />

dei due: “Io sono Bughi”; poi: “Io e il<br />

mio amico siamo entrambi Bughi”;<br />

infine: “Per la locanda Ruie la strada<br />

alla tua destra è la più breve”.<br />

La strada alla mia destra<br />

era realmente la più breve?<br />

La stessa sestina<br />

di numeri della lotteria<br />

in due estrazioni?<br />

Non è una truffa.<br />

Entra in gioco la legge<br />

delle combinazioni<br />

piare con i successivi 29, il secondo con i<br />

successivi 28 e così via; sommando tutte<br />

le coppie il risultato è 435.<br />

E su un numero di coppie così elevato,<br />

la probabilità che in una coppia ci siano<br />

due bambini con lo stesso compleanno<br />

cresce enormemente. Se aumentiamo il<br />

numero degli alunni a 50, la probabilità<br />

che vi sia almeno una coppia di bambini<br />

nati lo stesso giorno sale addirittura al<br />

97%. Magie del calcolo delle probabilità.<br />

IL PRINCIPIO DELL’IMPROBABILITÀ. Tutto<br />

questo, e molto altro, è raccontato in<br />

dettaglio da David J. Hand nel suo recente<br />

libro Il caso non esiste (Rizzoli).<br />

Hand, matematico britannico che lavora<br />

all’Imperial College di Londra, propone<br />

quello che chiama “principio di improbabilità”,<br />

secondo il quale non solo non<br />

dobbiamo stupirci che si verifichino<br />

coincidenze apparentemente impossibili,<br />

ma addirittura, in alcuni casi, dobbiamo<br />

aspettarci che accadano.<br />

Quali sono questi casi? Quelli in cui concediamo<br />

a un evento molte possibilità di<br />

verificarsi. Anche azzeccare la sestina del<br />

Superenalotto diventa quasi facile se<br />

abbiamo la pazienza di aspettare alcune<br />

centinaia di milioni di estrazioni. Pecca­<br />

Quante<br />

possIBILITÀ<br />

ci sono di...<br />

Anche le<br />

combinazioni<br />

più rare alla<br />

prova di molte<br />

opportunità<br />

diventano<br />

possibili. Con i<br />

dadi, un doppio<br />

6 viene in<br />

media una<br />

volta su 36.<br />

to che al ritmo di tre estrazioni la settimana<br />

occorrerebbero molte centinaia di<br />

migliaia di anni...<br />

Ma se invece che un singolo evento ne<br />

prendiamo in considerazione molti, le<br />

probabilità aumentano (e i tempi si accorciano).<br />

COPIE PERFETTE. Hand porta a questo<br />

proposito un esempio reale, quello<br />

dell’estrazione della lotteria nazionale<br />

bulgara (che comprende i numeri dall’1<br />

al 49) del 10 settembre 2009: 4, 15, 23, 24,<br />

35, 42. Sei numeri qualsiasi, senza alcun<br />

significato particolare. Se non che nell’estrazione<br />

di quattro giorni prima erano<br />

usciti esattamente gli stessi sei numeri.<br />

Fu avviata un’inchiesta ufficiale per ap­<br />

Getty Images<br />

88 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


30<br />

11 9<br />

4 2 3<br />

7 sommiramide<br />

L’unica regola che governa questa<br />

piramide è che il numero inserito<br />

in una casella deve essere pari alla<br />

somma dei numeri inseriti nelle due<br />

caselle sottostanti.<br />

62<br />

32 30<br />

10 la prova del 9<br />

18 14 16<br />

11 7 7 9<br />

lettera.<br />

7 4 3 4 5<br />

4a+b=9+c<br />

3 1 2d=3+c<br />

2 3<br />

A ciascuna lettera, dalla “a” alla “i”,<br />

corrisponde un diverso numero da 1 a 9.<br />

Utilizzando le 6 uguaglianze sottostanti,<br />

dovete determinare il valore di ciascuna<br />

c=2xe<br />

d+f=2xa<br />

gxhxi=18<br />

h=2+i<br />

purare se vi fosse stata qualche manipolazione.<br />

Nessuno, evidentemente, si prese<br />

la briga di consultare un matematico,<br />

il quale avrebbe spiegato che, come per<br />

il paradosso del compleanno, se si prende<br />

un numero grande di estrazioni, la<br />

probabilità che venga estratta due volte<br />

la stessa sestina (una qualsiasi tra tutte<br />

quelle possibili) diventa maggiore del<br />

50%, nel caso bulgaro, dopo 4.044 estrazioni.<br />

Un numero grande, ma non enorme.<br />

In altre parole, dopo 4.044 estrazioni,<br />

è più probabile che una sestina si sia<br />

ripetuta piuttosto che no.<br />

Non deve quindi sorprendere che vi siano<br />

stati casi analoghi: come sottolinea<br />

Hand, nella lotteria nazionale israeliana<br />

Mifal HaPayis, i numeri estratti il 16 ot­<br />

8 La sequenza<br />

bidimensionale<br />

Qual è e dove va inserito il prossimo<br />

numero della sequenza?<br />

6<br />

455<br />

364<br />

4<br />

91<br />

819<br />

7<br />

1<br />

3<br />

2<br />

253 192<br />

1.000<br />

758<br />

5<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

a 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

b 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

c 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

d 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

e 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

f 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

g 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

h 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

ш ш<br />

i 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

ш ш<br />

Aiutatevi con la tabella; per esempio,<br />

poiché h = 2+i, si può dedurre che<br />

“h” non può essere 1 né 2 e “i” non<br />

può essere 8 né 9.<br />

8<br />

384<br />

556<br />

505<br />

21<br />

- +<br />

x + x<br />

+ +<br />

x + +<br />

+ +<br />

122<br />

=12<br />

=6<br />

=17<br />

=36 =13 =31<br />

9 i magnifici nove<br />

Nelle caselle bianche vanno inseriti<br />

i numeri da 1 a 9 senza ripetizioni.<br />

Le operazioni si eseguono<br />

nell’ordine in cui si presentano. I<br />

risultati devono essere quelli indicati<br />

alla fine di ogni riga e colonna.<br />

Completare la tabella inserendo le cifre<br />

mancanti col seguente criterio: nella<br />

1 a casella libera (quella in alto a sinistra)<br />

va inserito il numero totale di 1 che ci<br />

saranno<br />

nell’intera tabella<br />

di 25 caselle<br />

alla fine della<br />

compilazione<br />

e così via fino al<br />

numero totale di 0<br />

scendendo come<br />

in una tastiera del<br />

telefono. Sono già<br />

state inserite<br />

le quantità di 2<br />

e di 8 presenti.<br />

11 tanti quanti<br />

4 6 0 5 6<br />

6 3 5<br />

2 5<br />

6 0 1<br />

4 9 5 6<br />

12 mille e<br />

non più mille<br />

Uno di questi numeri non<br />

ha una caratteristica<br />

comune a tutti gli altri.<br />

Qual è l’intruso?<br />

SOLUZIONI<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 89


Quando il numero delle opportunità<br />

aumenta, è più facile che l’improbabile<br />

si verifichi, anche se è controintuitivo<br />

invece ho scelto la porta con il premio,<br />

cambiando perdo. Mettendo insieme le<br />

cose, in due casi su tre cambiando porta<br />

vinco. La mia probabilità di vittoria sale<br />

di conseguenza al 66%. Morale: conviene<br />

sempre cambiare.<br />

tobre 2010 (13, 14, 26, 32, 33 e 36) furono<br />

gli stessi di poche settimane prima, il 21<br />

settembre. E la lotteria Cash 5 della Carolina<br />

del Nord (Usa) produsse gli stessi<br />

numeri vincenti il 9 e l’11 luglio 2007.<br />

Matematicamente parlando, precisa<br />

Hand, quella che entra in gioco è la “legge<br />

delle combinazioni”, secondo cui il numero<br />

delle combinazioni possibili tra gli<br />

elementi presi in considerazione cresce<br />

in modo esponenziale con il numero degli<br />

elementi stessi, siano questi bambini<br />

o estrazioni della lotteria.<br />

CHE CAPRA! Un altro classico problema<br />

matematico del tutto controintuitivo è<br />

quello che va sotto il nome di “problema<br />

di Monty Hall”, dallo pseudonimo del<br />

presentatore della trasmissione americana<br />

Let’s make a deal, in cui il concorrente<br />

doveva scegliere fortunosamente<br />

qualcosa per vincere un premio.<br />

Un gioco, in particolare, consisteva nello<br />

scegliere tra tre porte chiuse: dietro una<br />

di esse si celava il premio mentre dietro<br />

F DOSSIER le altre due, in genere, una... capra. A priori,<br />

si ha una possibilità di vincere su tre,<br />

quindi una probabilità del 33%. Dopo che<br />

il conduttore aveva fatto scegliere una<br />

porta al concorrente senza farla aprire,<br />

ne apriva una seconda, per aumentare la<br />

suspense, mostrando che il premio vero<br />

non era lì (il presentatore ovviamente<br />

sapeva dove si celasse il premio).<br />

Nel 1975 un biostatistico dell’Università<br />

di Berkeley, Steve Selvin, pubblicò in<br />

una rivista scientifica un articolo in cui si<br />

poneva la seguente domanda: «Se a quel<br />

punto del gioco il presentatore chiedesse<br />

al concorrente se vuole cambiare la porta<br />

scelta con la terza disponibile, quale sarebbe<br />

la migliore decisione possibile?».<br />

In apparenza, le due porte ancora chiuse<br />

sono equivalenti. Sappiamo solo che delle<br />

due una vince e l’altra perde; la scelta<br />

sembrerebbe indifferente. Invece non è<br />

così. Selvin infatti mostrava facilmente<br />

che se in partenza ho scelto la porta con<br />

la capra 1, cambiando vinco; lo stesso<br />

se ho scelto la porta con la capra 2. Se<br />

MASCHI E FEMMINE. Qualcosa di simile<br />

accade con il paradosso dei due bambini,<br />

che si può formulare in questo modo: il<br />

signor Rossi ha due figli e non sono entrambe<br />

femmine. Che probabilità c’è<br />

che siano entrambi maschi? Verrebbe da<br />

dire: uno è sicuramente un maschio, e la<br />

probabilità che anche l’altro sia maschio<br />

è 1 su 2, cioè il 50%. Invece, stabilito che<br />

uno è maschio, le possibili accoppiate<br />

rimanenti per i sessi dei due bambini<br />

sono maschio-maschio, femmina-maschio,<br />

maschio-femmina. Solo 1 caso su<br />

3 prevede due maschi. La probabilità è<br />

quindi del 33%.<br />

Il gioco delle probabilità (anzi, delle “improbabilità”)<br />

produce risultati sorprendenti.<br />

Ma, attenzione, solo quando si lascia<br />

un gran numero di opportunità<br />

perché queste si verifichino. Non affannatevi<br />

quindi a inseguire il 5 al lotto sulla<br />

ruota di Palermo soltanto perché non<br />

esce da molti mesi. Potrebbe continuare<br />

a non uscire per anni.<br />

Gianluca Ranzini<br />

Soluzioni<br />

gioco 1 - 5-11-27.<br />

gioco 2 - Il numero in alto vale<br />

la somma di quelli in basso meno 1.<br />

Quindi il numero mancante è 5:<br />

(1+5)-1=5.<br />

gioco 3<br />

6 6 3 3 5 1<br />

2 2 3 4 5 1<br />

6 5 2 6 4 3<br />

0 4 3 5 0 0<br />

6 2 4 3 6 1<br />

5 0 4 1 2 3<br />

gioco 4<br />

3 1 2 5 4<br />

5 4 3 2 1<br />

2 3 4 1 5<br />

4 5 1 3 2<br />

1 2 5 4 3<br />

gioco 5 - 1. Si sommano tra<br />

loro i numeri nei verdi e si toglie<br />

il valore dei numeri nei rossi.<br />

Quindi: (7+2)-(4+4)=1.<br />

gioco 6 - No, la strada alla<br />

mia destra non era la più breve.<br />

Ipotizziamo che l’indigeno che ha<br />

parlato sia un Sinki: la sua prima<br />

frase risulta falsa e dunque devono<br />

essere vere le altre due; poiché<br />

invece risulta falsa anche la<br />

seconda, l’indigeno non può essere<br />

Sinki. Dunque è Bughi e la sua<br />

prima frase risulta vera; pertanto<br />

devono 30 necessariamente essere<br />

false entrambe le altre.<br />

11 Da ciò si 9deduce che il suo amico<br />

è un Sinki e che la strada indicata<br />

4 non è 2 la più 3breve.<br />

gioco 7<br />

62<br />

32 30<br />

18 14 16<br />

11 7 7 9<br />

7 4 3 4 5<br />

4 3 1 2 2 3<br />

gioco 8<br />

7<br />

4<br />

2<br />

1<br />

5<br />

9<br />

3<br />

6<br />

8<br />

gioco 9<br />

9 - 5 + 8 =12<br />

x + x<br />

1 + 2 + 3 =6<br />

x + +<br />

4 + 6 + 7 =17<br />

=36 =13 =31<br />

gioco 11<br />

4 6 0 5 6<br />

6 2 3 3 5<br />

2 2 5 6 5<br />

6 0 0 1 1<br />

4 9 3 5 6<br />

gioco 10<br />

a = 8<br />

b = 5<br />

c = 4<br />

d = 7<br />

e = 2<br />

f = 9<br />

g = 6<br />

h = 3<br />

i = 1<br />

gioco 12 - Eccetto<br />

505, tutti gli altri sono<br />

complementari<br />

a 1.000 di numeri<br />

palindromi: 21-979;<br />

384-616; 758-242;<br />

819-181; 364-636;<br />

455-545; 91-909;<br />

253-747; 192-808;<br />

556-444; 122-878.<br />

Il complementare a<br />

1.000 di 505 è 495,<br />

che non è palindromo.<br />

Giochi a cura di Studiogiochi<br />

90 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


SI PUÒ VIVERE<br />

MANGIANDO SOLO PIZZA?<br />

Che cos’è google naps? È vero che ci si bacia di meno? Si può vivere mangiando soltanto pizza? Quanta spazzatura<br />

elettronica produciamo? Perché gli uomini non fanno il nuoto sincronizzato? Qual è il record di autogol in una<br />

partita? Come fanno i bradipi a respirare stando appesi all’ingiù? Il rosso dà alla testa degli uomini? Che cosa<br />

significa la “S” di Superman? Si può ammaestrare una pulce? La coppa del mondo è mai stata rubata?<br />

OLTRE 250 DOMANDE E RISPOSTE CURIOSE E DIVERTENTI SOLO SU FOCUS D&R!<br />

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Natura<br />

farfalle<br />

marine<br />

urticanti<br />

Sono fatte quasi solo di acqua,<br />

ma possiedono le armi più efficienti<br />

del mondo animale. Le meduse<br />

popolano gli oceani da Polo a Polo<br />

e sanno come farsi notare...


Decine di tentacoli.<br />

La medusa giapponese<br />

(Chrysaora pacifica) vive nelle<br />

acque tiepide del Giappone<br />

Meridionale, e il suo ombrello<br />

raggiunge a malapena i 30<br />

centimetri. Sotto il suo corpo<br />

pendono circa una quarantina<br />

di tentacoli, che usa per<br />

catturare pesci e crostacei.<br />

Richard Green/Reuters/Contrasto


Le più antiche risalgono<br />

a circa 700 milioni di anni fa.<br />

Da allora il loro corpo<br />

è cambiato pochissimo<br />

Innocua e<br />

graziosa.<br />

La cassiopea<br />

mediterranea<br />

(Cotylorhiza<br />

tuberculata)<br />

nonostante<br />

l’aspetto<br />

aggressivo<br />

non è molto<br />

urticante<br />

per l’uomo. È<br />

endemica del<br />

Mediterraneo,<br />

ed è a volte<br />

accompagnata<br />

da piccoli pesci<br />

che cercano<br />

protezione.<br />

Getty Images<br />

94 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


egina<br />

del mare.<br />

La Netrostoma<br />

setouchianum è<br />

chiamata anche<br />

medusa dalla<br />

corona, perché<br />

ha un profondo<br />

solco attorno<br />

all’ombrello. Vive<br />

negli oceani<br />

Indiano e Pacifico.<br />

Karen Gowlett-Holmes/Getty Images<br />

Minuscolo<br />

killer.<br />

La vespa di mare<br />

(Chironex fleckeri)<br />

è la medusa<br />

più velenosa<br />

del mondo.<br />

La dose letale<br />

del suo veleno è<br />

di pochi<br />

milligrammi.<br />

Perciò in Australia,<br />

dove vive,<br />

fa scattare<br />

specifici divieti<br />

di balneazione.<br />

Chris Newbert/Minden pictures/Contrasto<br />

Leone<br />

degli oceani.<br />

La criniera di leone<br />

(Cyanea capillata)<br />

è tra le meduse più<br />

grandi del pianeta.<br />

Vive nelle acque<br />

fredde attorno al<br />

Polo Nord, e i suoi<br />

tentacoli sono<br />

lunghi oltre 30<br />

metri: in totale<br />

ne ha oltre 800.<br />

Gallery Stock/Contrasto<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 95


il lago delle meduse.<br />

Tra le poche specie che riescono a vivere lontano<br />

dal mare, queste del genere Mastigias sono le più<br />

famose. Popolano infatti a migliaia un lago d’acqua<br />

salata nelle isole Palau, nel Pacifico Occidentale.<br />

Frans Lanting/Gallery Stock/Contrasto<br />

Quando ci<br />

sono molte<br />

prede e il<br />

clima è caldo,<br />

il numero<br />

delle meduse<br />

può esplodere<br />

Traslucida e irritante.<br />

La Olindias formosa abita le acque del Pacifico<br />

Occidentale. Ha la caratteristica di tenere i tentacoli<br />

aderenti al corpo quando non li usa. Anche se<br />

la sua puntura fa male, non è mortale per l’uomo.<br />

Markus Mauthe/laif/Contrasto<br />

la medusa<br />

che viene<br />

dal freddo.<br />

La Diplulmaris<br />

antarctica vive,<br />

come dice il nome,<br />

nelle acque attorno<br />

al Polo Sud.<br />

Non arriva<br />

a 4 centimetri<br />

di diametro.<br />

Le macchioline<br />

bianche sul corpo<br />

sono piccoli<br />

crostacei che<br />

approfittano<br />

della medusa<br />

per spostarsi.<br />

Minden/Contrasto<br />

96 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


SEI STATO<br />

PUNTO?<br />

È STATA lei.<br />

La medusa<br />

luminosa (Pelagia<br />

noctiluca)<br />

nel Mediterraneo<br />

è molto diffusa;<br />

nei mesi invernali<br />

se ne possono<br />

vedere migliaia<br />

lungo le coste,<br />

anche se il suo<br />

habitat preferito<br />

è l’alto mare.<br />

I tentacoli, lunghi<br />

fino a 8 metri, sono<br />

molto urticanti.<br />

Minden/Contrasto<br />

Meteo meduse <strong>2014</strong><br />

Twitta la medusa! Sarà un’estate con<br />

molte meduse urticanti come la Pelagia o la<br />

Phisalia? E come capire se quelle che vediamo<br />

in acqua sono innocue o pericolose?<br />

La risposta è MeteoMeduse, il servizio di<br />

avvistamento di meduse da parte dei cittadiniscienziati<br />

lanciato da <strong>Focus</strong> nel 2009 in<br />

collaborazione con il biologo marino<br />

Ferdinando Boero dell’Università del Salento.<br />

Un enorme database per la scienza e per tuffi<br />

in mare senza sorprese che si arricchisce ogni<br />

anno di nuove segnalazioni.<br />

Mappe, identikit delle meduse e moduli per gli<br />

avvistamenti su meteomeduse.focus.it oltre<br />

che attraverso le app per Android e per iPhone.<br />

Ogni segnalazione aiuterà<br />

il progetto di “citizenscience”<br />

per monitorare la<br />

diffusione delle meduse.<br />

meteomeduse.focus.it<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 97


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IL MENSILE 100% ANIMALE!<br />

Acqua: passione da cani. Nuotare in mare, correre in un fosso, giocare con uno spruzzino...<br />

tutte le attività per far divertire Fido d’estate. Nudibranchi: arcobaleni marini. Castoro:<br />

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poster. Questo e tanto altro ti aspetta in edicola con <strong>Focus</strong> Wild!<br />

OGNI MESE "PET CLUB" LE PAGINE DEDICATE AGLI ANIMALI DOMESTICI


Il confronto<br />

Specie<br />

estinte.<br />

O no?<br />

Molto probabilmente Jurassic Park<br />

rimarrà un sogno. Far rivivere i<br />

dinosauri (con tutti i pericoli che ne<br />

conseguono!) sarà impossibile. Ma<br />

non ci sono solo i rettili del Cretaceo<br />

tra le specie che vorremmo rivedere.<br />

Un movimento di genetisti, visionari<br />

e uomini d’affari vuol fare tornare in<br />

vita una serie di animali (24, secondo<br />

loro) spazzati via dall’uomo.<br />

Si va dalla colomba migratrice americana<br />

all’uro (uno degli antenati dei<br />

bovini domestici), dal tilacino (il più<br />

grosso predatore marsupiale, cancellato<br />

dai coloni nel secolo scorso, foto<br />

in basso) al dodo, un grosso piccione<br />

non volatore delle isole Mauritius,<br />

estinto dai coloni olandesi. Lo scopo<br />

del movimento, che si definisce Revive<br />

and restore (Rivivi e ristabilisci) è<br />

quello di far risorgere alcune specie<br />

estinte per colpa dell’uomo (quindi<br />

non certo i dinosauri) e reintrodurle<br />

nei loro ecosistemi. Le difficoltà<br />

tecniche sono, per adesso, piuttosto<br />

rilevanti; non si sa per esempio se<br />

Ha senso far rivivere<br />

le specie scomparse?<br />

L’uomo ha contribuito a spazzare dalla faccia<br />

della Terra decine e decine di specie. Ora cerca<br />

di farle tornare. Per alcuni non è una buona idea.<br />

A cura di Marco Ferrari<br />

con il Dna conservato in un museo<br />

sarà possibile ricostruire interamente<br />

una specie. Può darsi che la variabilità<br />

genetica rimasta sia troppo<br />

bassa, e ciò condannerebbe la specie<br />

a una seconda estinzione. Oppure<br />

che il Dna delle specie estinte si porti<br />

dietro virus “silenti”, ma pericolosi.<br />

Ci sono per ora solo progetti portati<br />

a termine, come la “resurrezione” di<br />

una rana australiana estinta dal 1983,<br />

utilizzando un’altra specie come<br />

incubatrice.<br />

A chi serve un dodo? Questi sforzi<br />

e l’idea generale di far tornare in<br />

vita specie scomparse da tempo non<br />

sono però stati accolti positivamente<br />

dai biologi della conservazione.<br />

Costa troppo, dicono, serve a poco e<br />

dà all’uomo l’impressione di dominare<br />

la natura, con la possibilità di<br />

estinguere una specie e farla tornare<br />

in vita a volontà. Il dibattito, appena<br />

iniziato, è vivacissimo, e lungi dall’essere<br />

arrivato a un accordo.<br />

Perché<br />

No<br />

Perché<br />

sì<br />

ecosistemi ricchi. Molte specie<br />

scomparse erano fondamentali per la vita<br />

e il funzionamento di alcuni ecosistemi.<br />

Per esempio la colomba migratrice<br />

copriva letteralmente a miliardi i cieli del<br />

Nord America, e aveva una profonda<br />

influenza sugli ambienti in cui viveva<br />

(le praterie nordamericane). Anche i<br />

mammut e i mastodonti erano importanti<br />

per la tundra e le praterie americane e<br />

asiatiche. Farli tornare potrebbe ricostruire<br />

appieno ambienti che abbiamo perso.<br />

Perché<br />

No<br />

NPL/Contrasto<br />

ECOSISTEMI scomparsi. Molte delle<br />

specie che il progetto Revive and restore<br />

vorrebbe resuscitare vivevano in ambienti<br />

che non ci sono più. Le praterie del Nord<br />

America sono diventate campi di mais e<br />

soia, e la tundra rischia di scomparire per<br />

il riscaldamento globale. I selvaggi boschi<br />

europei, l’habitat dell’uro, non ci sono<br />

praticamente più. Reintrodurre predatori<br />

ed erbivori in ambienti moderni fa correre<br />

anche il rischio di modificare il fragile<br />

equilibrio degli ecosistemi rimasti.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 99


Getty Images<br />

Branchi di mammut<br />

e stormi di colombe<br />

migratrici ripopolerebbero<br />

le grandi praterie<br />

nordamericane.<br />

Con conseguenze<br />

per ora sconosciute<br />

«Alcuni animali erano importanti specie<br />

chiave nelle loro regioni» dice Steward<br />

Brand, imprenditore “verde” e fondatore<br />

dell’organizzazione Revive and restore.<br />

«Riportarle in vita ci aiuterebbe a far<br />

tornare tanta della ricchezza ecologica<br />

che abbiamo perso. Senza i mammut,<br />

per esempio, la steppa nordica è<br />

diventata una tundra povera di specie, o<br />

si è trasformata in foresta». Gli ambienti<br />

odierni, inoltre, senza alcuni predatori,<br />

erbivori e altre specie scomparse, sono<br />

più poveri e fragili di quelli antichi, che<br />

erano più ricchi e stabili.<br />

Non solo. Alcune specie, come il mammut<br />

o il tilacino, una volta reintrodotti negli<br />

ecosistemi originali (la tundra e le foreste<br />

della Tasmania) potrebbero catalizzare<br />

molti altri progetti di conservazione.<br />

Risorse PrIVATE. La maggior parte<br />

dei progetti, finora, sono stati supportati<br />

da finanziatori privati, e non hanno in<br />

nessun modo interferito con altri che<br />

riguardano specie già esistenti. Le due<br />

strategie possono tranquillamente andare<br />

di pari passo e in questo modo si<br />

possono salvare animali in via di<br />

estinzione e altri già estinti.<br />

PUBBLICITÀ. Dedicare sforzi e risorse<br />

a far tornare in vita animali carismatici<br />

potrebbe coinvolgere e far partecipare le<br />

giovani generazioni alla protezione della<br />

natura. Inoltre ricreare interi ecosistemi<br />

antichi sarebbe perfetto per attirare turisti<br />

e appassionati, un po’ come sarebbe<br />

dovuto accadere nel film Jurassic Park: un<br />

modo come un altro per ricavare risorse<br />

dalla conservazione.<br />

RICERCA. Sappiamo che solo la<br />

ricerca potrebbe far tornare gli animali<br />

estinti. Ma i metodi, come la clonazione,<br />

che saranno usati e perfezionati per “deestinguere”<br />

le specie potranno essere<br />

usati anche per quelle non ancora estinte,<br />

ma in grave pericolo di scomparsa. Se<br />

qualcuno vuole vedere un mammut e nel<br />

frattempo inventa nuove procedure che<br />

possono salvare la foca monaca delle<br />

Hawaii (di cui sopravvivono solo circa<br />

1.000 esemplari) o il rinoceronte bianco<br />

del nord, si può dire che l’intero progetto<br />

abbia raggiunto un doppio scopo. Salvare<br />

l’esistente e anche le specie scomparse<br />

da tempo.<br />

Conoscere la natura. I progetti<br />

della cosiddetta “biologia della deestinzione”,<br />

proprio perché molto<br />

appariscenti e importanti anche dal punto<br />

di vista della comunicazione, servirebbero<br />

anche a far conoscere al<br />

pubblico il problema della<br />

perdita di biodiversità e degli<br />

ambienti naturali. sì<br />

Fuori luogo. La maggior parte<br />

delle specie che si progetta di far tornare<br />

non sarebbero probabilmente più in<br />

grado di sopravvivere, perché ognuna<br />

di esse entra in competizione o simbiosi<br />

con altre specie che ancora vivono sulla<br />

Terra. «La maggior parte degli studiosi<br />

di conservazione» dice Gianfranco<br />

Bologna, direttore scientifico del Wwf<br />

<strong>Italia</strong> «si rende conto della straordinaria<br />

complessità del fenomeno evolutivo, e<br />

non riesce a concepire un animale che<br />

viene riportato in vita e rimesso in un<br />

ambiente in cui ormai era scomparso<br />

da decenni o secoli». Non conosciamo<br />

bene tutti gli ecosistemi, e senza cautela<br />

nella reintroduzione, l’aumento della<br />

biodiversità (che sì, ci sarebbe) non<br />

avrebbe alcun senso. Le specie introdotte<br />

sarebbero, per gli ambienti, come nuove;<br />

e la storia dell’ecologia moderna ha<br />

dimostrato come una specie aliena può<br />

portare a gravissimi squilibri ambientali.<br />

Ma da questo punto di vista la critica<br />

fondamentale è quella che fa notare come<br />

in molti continenti le modifiche apportate<br />

dall’uomo sono così grandi da essere<br />

irreversibili. Nessun americano o europeo<br />

accetterebbe stormi di piccioni che volano<br />

sul suo prato all’inglese, producendo<br />

tonnellate di guano.<br />

Risorse limiTATe. I progetti iniziali<br />

di de-estinzione sono portati avanti da<br />

un gruppo di appassionati. Ma se la<br />

tecnica prende piede, ci possono essere<br />

richieste per molte altre specie e i fondi<br />

per la conservazione, che sono sempre<br />

limitati (specie in questi periodi di crisi),<br />

potrebbero essere dirottati verso questi<br />

progetti.<br />

PUBBLICITÀ... INGANNEVOLE.<br />

Poiché coinvolgono animali molto più<br />

appariscenti e affascinanti, come la<br />

tigre dai denti a sciabola o il tilacino,<br />

questi progetti distolgono l’attenzione da<br />

approcci a lungo termine, ma molto meno<br />

di moda, come la protezione di specie<br />

minuscole e non particolarmente belle o la<br />

salvaguardia di ambienti interi sotto forma<br />

di parchi o zone protette.<br />

Giocare a essere dio. In ultima<br />

analisi, dice ancora Gianfranco Bologna:<br />

«Sarebbe come volersi sostituire<br />

interamente ai meccanismi che governano<br />

gli ecosistemi terrestri o, per chi ci crede,<br />

alla divinità».<br />

Rischia di passare il messaggio che la<br />

natura sia qualcosa che l’uomo è in grado<br />

di modificare quando vuole e a proprio<br />

piacimento, anche<br />

indipendentemente<br />

dalla reale conoscenza<br />

che ne ha. NO<br />

100 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Speciale <strong>Focus</strong> Pico<br />

Gioca<br />

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Speciale <strong>Focus</strong> Pico Gioca: labirinti, trova<br />

le differenze, unisci i puntini e tanti<br />

altri giochi, tutti coloratissimi e<br />

divertenti, da fare al mare, in montagna<br />

o, perché no, mentre si viaggia.


Tecnologia<br />

QUALe CENSURA?<br />

Il limite lo stabilisce<br />

il lifelogger che ha<br />

sempre la possibilità<br />

di spegnere<br />

i dispositivi. Gli<br />

oltranzisti però hanno<br />

i loro device sempre<br />

on, perché non sanno<br />

quando potrà<br />

accadere quel che vale<br />

la pena di registrare.<br />

102 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


La vita<br />

è tutta<br />

un bit<br />

Il lifelogging<br />

è l’ultima frontiera<br />

aperta dai gadget<br />

hi-tech: dispositivi<br />

da indossare per<br />

memorizzare ogni<br />

aspetto della<br />

nostra quotidianità<br />

in un capillare<br />

archivio digitale.<br />

Ma serve? A chi?<br />

Lifelogging. Tenete a mente questa<br />

parola, se non l’avete mai sentita. Le<br />

previsioni sono che, tra non molto,<br />

sarà una parte importante della nostra<br />

vita. Di che si tratta? Della possibilità di<br />

registrare il flusso della nostra esperienza<br />

su tutti i possibili supporti tecnologici, dalle<br />

telecamere ai registratori vocali, dai tracciatori<br />

di posizione Gps ai sensori per rivelare il<br />

battito del cuore o l’attività cerebrale. Più di<br />

un diario, quasi un doppione della nostra esistenza<br />

in formato digitale. Un archivio – per<br />

la memoria nostra e dei posteri – di quel che<br />

facciamo e vediamo, leggiamo e scriviamo.<br />

Forse della nostra stessa coscienza.<br />

Non è ancora un fenomeno di massa, ma<br />

neppure più una rarità. Stanno entrando in<br />

commercio strumenti e applicazioni di vario<br />

genere che promettono di rendere alla<br />

portata di tutti la possibilità di digitalizzare<br />

la propria vita. C’è Narrative, macchina<br />

fotografica indossabile, che scatta foto in<br />

Pablo Sarabia/Quo Magazine<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 103


www.dpreview.com/members/reviewsamples (2)<br />

Fotocamera indossabile.<br />

Scatta fino a 2 mila foto al giorno<br />

e riprende gli attimi della vita quotidiana<br />

con un punto di vista soggettivo.<br />

Solent News/REX/Olycom (4)<br />

Gurrin è lifelogger da 8 anni: archivia<br />

ogni anno 2 milioni di foto e 4 milioni di<br />

posizioni Gps, oltre a email e documenti<br />

automatico ogni trenta secondi. È una<br />

scatolina quadrata che pesa venti grammi<br />

e si può appuntare come una spilla<br />

sul maglione o sul risvolto della giacca.<br />

L’azienda che la produce ha ottenuto nel<br />

2012, in pochi giorni e con una raccolta<br />

su Internet, i fondi per svilupparla e ora<br />

la vende a 279 dollari. meMini è un’altra<br />

piccola telecamera indossabile, nelle intenzioni<br />

degli sviluppatori sempre allerta<br />

per riprendere gli attimi memorabili<br />

che, invece di scivolare via, possono essere<br />

preservati con il comando “salva”.<br />

Poi c’è Saga, un’applicazione che è l’evoluzione<br />

del diario e tiene traccia in automatico<br />

dei posti visitati e delle attività<br />

svolte. E ancora, naturalmente, i Google<br />

PIONIERE.<br />

Gordon Bell, lo scienziato che per liberarsi<br />

della carta è diventato un lifelogger.<br />

Queensland University of Technology<br />

Glasses, gli occhiali-computer che, anche<br />

se non concepiti esplicitamente per<br />

il lifelogging, hanno funzioni che lo rendono<br />

possibile. Infine le decine di applicazioni<br />

già usate da molti per registrare<br />

dati su se stessi, dal movimento fatto in<br />

una giornata fino alle ore di sonno o le<br />

calorie consumate.<br />

Esperimenti viventi. Cathal Gurrin,<br />

ricercatore e direttore dello Human Media<br />

Archive Group della City University<br />

di Dublino, è lifelogger da otto anni. In<br />

un’intervista via Skype mostra il suo armamentario:<br />

telecamera appesa al collo,<br />

registratore, telefono dotato di Gps e, ultimamente,<br />

Google Glasses. Con questa<br />

tecnologia, che indossa la mattina sulla<br />

soglia di casa e si toglie la sera entrando<br />

nel letto, accumula 3.500 foto al giorno.<br />

In un anno fanno due milioni di immagini.<br />

Poi ci sono quasi 4 milioni di posizioni<br />

Gps, le copie di decine di migliaia di pagine<br />

Internet, di email inviate e ricevute, di<br />

documenti letti. Perché lo fa? «Sono una<br />

sorta di cavia. Sto costruendo un archivio<br />

per un esperimento che non è mai stato<br />

fatto» risponde.<br />

Ancora prima di lui ha iniziato Gordon<br />

Bell, brillante ed energico scienziato dei<br />

computer, in principio solo con l’intento<br />

di liberarsi della carta. Per mesi, a partire<br />

dal 1995, la sua segretaria ha scansito<br />

e salvato su hard disk documenti. Poi,<br />

nell’ambito del progetto MyLifeBits,<br />

avviato con i colleghi della Microsoft<br />

Re search (e su cui ha scritto, con Jim<br />

Gemmel, il saggio Total Recall) l’idea si<br />

è allargata: oltre a salvare appunti, quaderni,<br />

ricevute, bollette, esami medici,<br />

schizzi suoi e disegni dei nipoti, a tenere<br />

copia di tutte le mail e delle pagine web<br />

visitate, ha iniziato a registrare le conversazioni<br />

(al telefono e di persona), e<br />

a tenere traccia visiva della sua vita con<br />

una SenseCam, una delle prime macchine<br />

fotografiche indossabili. Lui è convinto<br />

che, prima o poi, lo faranno tutti.<br />

Il lifelogging, in fondo, è l’evoluzione del<br />

sogno dello scienziato americano Vannevar<br />

Bush, consigliere per la ricerca<br />

scientifica negli Stati Uniti durante la<br />

Seconda guerra mondiale. In un articolo<br />

sulla rivista The Atlantic descrisse il<br />

“memex”, acronimo di memory extender,<br />

una macchina che avrebbe consentito<br />

all’uomo di essere padrone di tutta<br />

la conoscenza acquisita. La immaginava<br />

come un dispositivo meccanico per archiviare<br />

libri, documenti, comunicazioni<br />

e recuperarli al bisogno, ma non c’era<br />

la tecnologia necessaria per realizzarla.<br />

Oggi invece il sogno di una memoria perfetta,<br />

che supporti o soppianti (a seconda<br />

dei casi) quella biologica, sporadica e<br />

inaffidabile, sembra a portata di mano.<br />

Misura te stesso! C’è un movimento<br />

che è “parente” del lifelogging, anche se<br />

i puristi non lo considerano tale, e che è<br />

già parte della realtà di oggi, quello del<br />

Quantified self, nato anni fa in Califor-<br />

104 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Dettagli<br />

digitali.<br />

Un’istallazione<br />

a Mosca<br />

per la lettura<br />

dei Qr-code<br />

che consentono<br />

di connettersi<br />

con il proprio<br />

smartphone<br />

e ricevere<br />

informazioni<br />

dettagliate.<br />

Non è solo un<br />

gioco: gli scienziati<br />

mirano a ottenere<br />

dati per studi<br />

epidemiologici di<br />

massa impossibili<br />

su questa scala<br />

nia. Gli adepti hanno la mania di misurare<br />

e raccogliere quanti più dati possibile<br />

su vari aspetti delle proprie attività<br />

quotidiane grazie a gadget indossabili<br />

e ad applicazioni mobili di ogni genere.<br />

Gli strumenti sono sostanzialmente<br />

braccialetti, collane, orologi, spille che<br />

contengono un sensore di movimento<br />

(accelerometro) e registrano come e<br />

quanto ci muoviamo, oppure applicazioni<br />

che sfruttano il telefonino. Alcuni<br />

sono dotati anche di sensori che misurano<br />

il calore del muscolo o il sudore, il<br />

battito cardiaco o la temperatura della<br />

pelle. Nati per gli sportivi, si sono evoluti<br />

in un filone di applicazioni per tutti con<br />

lo scopo dichiarato di aiutare a migliorare<br />

la salute o, sarebbe meglio dire, fornire<br />

la motivazione convincente per qualche<br />

cambiamento positivo nello stile di vita.<br />

Secondo lo studio condotto da un medico<br />

del Massachusetts General Hospital di<br />

Boston, per esempio, i pazienti diabetici<br />

che hanno indossato per un mese e mezzo<br />

un dispositivo del genere sono stati<br />

più attenti a quello che mangiavano e a<br />

quanto si muovevano.<br />

Il sito MedHelp elenca più di trenta aree<br />

in cui è possibile tenere sotto controllo<br />

la propria salute tramite la raccolta dei<br />

dati, dai tracciatori dell’umore a quelli<br />

del sonno o del dolore. Ricercatori del<br />

Mit di Boston pensano a una possibile<br />

combinazione di dispositivi mobili e applicazioni<br />

dedicate per la diagnosi di malattie<br />

come il morbo di Parkinson: un primo<br />

segno è un’alterazione dell’andatura<br />

che i sensori di movimento potrebbero<br />

rilevare e segnalare. O perfino per riconoscere<br />

la depressione, dal modo in cui<br />

una persona parla. La start-up Empatica<br />

del Politecnico di Milano ha sviluppato<br />

un bracciale che – misurando frequenza<br />

cardiaca e temperatura della pelle<br />

– mira a capire gli stati emotivi dell’utente<br />

e a fornire consigli per migliorare<br />

il benessere psicologico. Altro esempio,<br />

HAPIfork, una forchetta elettronica che<br />

monitora le abitudini nel mangiare e si<br />

mette a vibrare se si ingurgitano troppo<br />

velocemente i bocconi.<br />

studi record. Queste applicazioni<br />

stanno suscitando l’interesse degli<br />

scienziati, attratti dalla possibilità inedita<br />

di raccogliere dati e informazioni sulle<br />

attività di milioni di persone contemporaneamente.<br />

In teoria, si potrebbero<br />

mettere in piedi studi epidemiologici di<br />

massa impossibili o troppo costosi da<br />

rea lizzare nel modo tradizionale.<br />

Un esempio è l’applicazione Lift che, con<br />

la consulenza di epidemiologi dell’Università<br />

della California a Berkeley, propone<br />

quello che definisce «il più ampio<br />

trial randomizzato delle diete»: gli utenti<br />

scelgono un regime tra quelli più in voga<br />

e lo seguono per un mese, poi si confrontano<br />

i risultati. Non finisce qui. Ci sono<br />

decine di applicazioni per aspiranti madri<br />

che permettono di caricare dati sul<br />

proprio ciclo mestruale e la propria salute<br />

per ottenere una risposta su come mirare<br />

i rapporti sessuali per massimizzare<br />

le possibilità di gravidanza (o per evitarla).<br />

L’analisi delle informazioni fornite<br />

da un grandissimo numero di donne, dal<br />

peso alla tempistica dei rapporti sessuali,<br />

fino alle posizioni praticate, potrebbe<br />

anche aiutare i ricercatori a chiarire<br />

aspetti poco conosciuti della fertilità, di<br />

norma difficili da studiare.<br />

I dati potrebbero essere una miniera anche<br />

per gli studiosi del comportamento.<br />

Per ora, di sicuro, il lifelogging ha ingolosito<br />

gli esperti di marketing. Gran-<br />

Google glass in corsia.<br />

Sono già sperimentati anche all’Humanitas<br />

di Rozzano (Mi) per la formazione dei medici.<br />

Getty Images Reuters/Contrasto<br />

106 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Frame dal video Floating World Productions di Cathal Gurrin<br />

VITA A COLORI.<br />

Il flusso continuo di immagini della vita<br />

quotidiana di Cathal Gurrin (a sinistra) è<br />

riprodotto in un murale digitale, con le<br />

diverse attività raggruppate per colore.<br />

di multinazionali del cibo e dei media<br />

hanno fatto esperimenti per scoprire<br />

con telecamere e altri gadget indossabili<br />

squarci inediti nella vita dei consumatori.<br />

A partire dai prodotti sugli scaffali che<br />

per primi attirano il loro sguardo.<br />

A CHE SERVE? La domanda, ineludibile<br />

ma per ora senza risposta (soprattutto<br />

nel caso del lifelogging in senso stretto),<br />

è: che cosa ce ne facciamo di questo<br />

ocea no sconfinato di dati su noi stessi,<br />

una volta che li abbiamo raccolti? C’è un<br />

fascino sicuro nell’idea di poter rivedere<br />

il momento del primo incontro con uno<br />

sconosciuto che magari diventerà una<br />

persona importante nella vita, o di fissare<br />

per sempre l’attimo fuggente in cui<br />

un figlio ha pronunciato all’improvviso<br />

la prima parola. Banalmente, farebbe a<br />

volte comodo pigiare “replay” per vedere<br />

dove sono finite le chiavi della macchina.<br />

In campo.<br />

Marcelinho Huertas, dell’FC Barcellona<br />

di basket, si allena con i Google Glasses.<br />

EB/Getty Images Science Foundation Ireland<br />

Il paradosso è il tempo: o viviamo o ci<br />

riguardiamo vivere. La sfida è trovare quel<br />

che ci serve nelle copie della vita digitale<br />

Il paradosso. Ma la possibilità di un<br />

simile archivio è anche fonte di paradossi.<br />

Uno è quello del tempo. O viviamo, o<br />

ci “riguardiamo” vivere. Non c’è modo di<br />

fare entrambe le cose, come sperimentiamo<br />

spesso già ora. Alcuni ricercatori,<br />

tra cui Daniela Petrelli che alla Sheffield<br />

Hallam University in Gran Bretagna<br />

studia il nostro modo di interagire con<br />

i contenuti digitali, hanno verificato<br />

che anche chi ammassa migliaia di foto<br />

in formato elettronico, raramente va a<br />

riguardarle. E meno del 2 per cento dei<br />

ricordi citati come significativi tra quelli<br />

in casa propria sono “digitali”.<br />

Il problema pratico maggiore, invece, è<br />

come gestire i dati. Recuperare da questo<br />

database sterminato l’informazione che<br />

serve quando serve, equivale a cercare<br />

il proverbiale ago nel pagliaio. Secondo<br />

una stima fornita da Gurrin, in due casi<br />

su tre, in un archivio di soli due anni e<br />

mezzo, la ricerca fallisce.<br />

Gli entusiasti del lifelogging non si fanno<br />

scoraggiare. La loro risposta è più o meno<br />

riassumibile in “intanto raccogliamo i<br />

dati, come utilizzarli lo capiremo in futuro”.<br />

Gordon Bell dice di sentirsi molto<br />

più libero e leggero, sapendo di avere<br />

uno “schiavo digitale” che tiene tutto a<br />

memoria per lui e gli lascia spazio per la<br />

creatività. E confessa di essere diventato<br />

in famiglia l’arbitro capace di risolvere<br />

le controversie: Chi c’era a cena…? Che<br />

cosa disse chi…?<br />

Gurrin dichiara di non riguardare mai<br />

quello che va a finire nell’archivio. «So<br />

che c’è, ed è lì. Magari mi servirà quando<br />

sarò più vecchio: ho il doppio del rischio<br />

di una persona normale di sviluppare<br />

l’Alzheimer» dice. Il lifelogging è<br />

già stato testato proprio come possibile<br />

stampella per la memoria nei malati di<br />

demenza. Da primi studi sembra che<br />

rivedere alcuni momenti della giornata<br />

ripresi con una telecamera indossabile li<br />

aiuti a ricordare meglio.<br />

QUESTIONE DI PRIORITÀ. Per risolvere il<br />

problema del recupero dati, in particolare<br />

per le immagini, Gurrin sta ora studiando<br />

con il suo gruppo un algoritmo<br />

per classificarli in base alla loro importanza,<br />

in modo che quelli utili vengano<br />

fuori per primi nella ricerca. Già è pronto<br />

il software che riconosce ed etichetta le<br />

immagini in base a una trentina di attività<br />

che più o meno tutti svolgiamo nell’arco<br />

della giornata. Nel progetto Colour of<br />

life, il flusso di immagini della vita quotidiana<br />

ripreso dalla telecamera è riprodotto<br />

in una visualizzazione su schermo<br />

con le attività raggruppate in base ai colori<br />

attribuiti dal lifelogger. Se il tempo<br />

passato in ufficio diventa un’onda grigia,<br />

per esempio, si sa dove guardare per trovare<br />

qualcosa che ha a che fare con il lavoro.<br />

In futuro, potrebbe essere un picco<br />

nell’attività cerebrale registrata da sensori<br />

indossabili a segnalare, durante la<br />

fase stessa di registrazione, che quello<br />

che stiamo vedendo o facendo è qualcosa<br />

di importante per noi.<br />

Chiara Palmerini<br />

108 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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Domande<br />

& Risposte<br />

Cosa sono i<br />

lipogrammi?<br />

Perché nacque<br />

Spiderman?<br />

L’editore non lo voleva, era convinto<br />

che avrebbe ispirato ribrezzo nei lettori.<br />

Nel 1962 l’editore della Marvel<br />

Comics, Martin Goodman, chiese<br />

a suo nipote Stan Lee, già autore<br />

delle storie dei supereroi Fantastic Four<br />

e Hulk, di inventare un nuovo personaggio.<br />

Lee immaginò un eroe non convenzionale:<br />

giovane e squattrinato, reso<br />

invincibile dal morso di un ragno radioattivo<br />

ma tormentato dai sensi di colpa.<br />

Propose l’idea allo zio e questi la rifiutò:<br />

i lettori avrebbero provato ribrezzo per<br />

un aracnide umano. Stan Lee insistette:<br />

«Facciamo una storia di prova e pubblichiamola<br />

sull’albo Amazing Fantasy, che<br />

tanto è destinato a chiudere». Così fecero:<br />

era l’agosto 1962. Nelle settimane<br />

successive la Marvel Comics fu inondata<br />

dalle missive di lettrici e lettori innamorati<br />

di Spiderman, disegnato da Steve<br />

Ditko. Nel marzo 1963 uscì la testata The<br />

Amazing Spiderman. Ancora oggi è uno<br />

dei fumetti più venduti al mondo.<br />

Album / Contrasto<br />

I lipogrammi (dal<br />

greco lèipo = lascio<br />

e gramma = lettera) sono<br />

costituiti da testi in cui non viene<br />

usata una certa lettera. Si ottengono<br />

sostituendo in un testo le parole che<br />

contengono la lettera proibita con<br />

sinonimi che non la contengono.<br />

Oppure si scrive un’opera da zero<br />

senza una lettera, come fece<br />

l’americano Ernest Vincent Wright.<br />

Il suo romanzo, Gadsby (foto) fu<br />

pubblicato nel 1939, ed era<br />

composto da 50.110 parole senza<br />

una sola “E”. La sua stesura richiese<br />

diversi anni e alcuni accorgimenti<br />

pratici, come il bloccare con una<br />

cordicella nella macchina da<br />

scrivere il tasto proibito. La novella<br />

racconta del giovane John Gadsby e<br />

del suo impegno per ridare vita alla<br />

sua città, l’immaginaria Branton<br />

Hills. Vendette pochissimo. Le poche<br />

copie ancora esistenti hanno<br />

quotazioni molto alte nel mercato<br />

dell’antiquariato.<br />

Ernest Vincent Wright/Gadsby<br />

Shutterstock (2)<br />

Che cos’è l’economia del dono?<br />

Si tratta della gemella buona di quella che comunemente chiamiamo “economia<br />

di mercato”. A differenza di quest’ultima, basata sul valore di scambio dei singoli<br />

beni, l’economia del dono è fondata sul “valore d’uso” degli stessi beni. Questo<br />

valore era ben noto già in tempi antichi, quando la persona più importante di una tribù o<br />

villaggio (e quindi della società) risultava essere il cacciatore più abile, poiché in grado di<br />

rifornire di cibo la comunità senza chiedere nulla in cambio, o meglio, senza scopo di lucro.<br />

Anche oggi esistono ambienti basati sull’economia del dono. Un esempio? La comunità<br />

scientifica, per cui i migliori studiosi sono considerati coloro che producono il maggior<br />

numero di scritti originali nel proprio campo di ricerca, mettendoli poi a disposizione dei<br />

colleghi. Allo stesso modo, nel mondo del Web riscuote grandi apprezzamenti chi offre<br />

programmi open source, che possono essere analizzati e arricchiti liberamente.<br />

110 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Con quali strumenti si fanno le previsioni meteo?<br />

Getty Images<br />

Per prevedere che tempo<br />

farà... occorre sapere che tempo<br />

fa. La base sulla quale si costruiscono<br />

le previsioni è quindi un’immensa quantità di<br />

misurazioni fornite in tempo reale dalla<br />

cosiddetta “rete osservativa”. Si tratta di<br />

stazioni “di terra” distribuite sul territorio, che<br />

misurano i valori della temperatura, della<br />

pressione, dell’umidità, a cui si affiancano<br />

stazioni “in quota” (palloni sonda che rilevano<br />

i parametri dell’atmosfera fino ai 30.000<br />

metri). A completare le osservazioni sono i<br />

satelliti meteo che, a intervalli tra 5 e 15<br />

minuti, inviano le immagini scattate da oltre<br />

35.000 m grazie alle quali è possibile vedere<br />

le perturbazioni, oltre che risalire,<br />

indirettamente, alla temperatura di ogni<br />

punto del pianeta. Infine ci sono i radar<br />

meteorologici (nella foto) che “captano” la<br />

presenza di precipitazioni e forniscono le<br />

informazioni necessarie per calcolarne il<br />

moto, il tipo e l’intensità. Questi dati finiscono<br />

in pasto a potenti computer che, attraverso<br />

specifici software, generano le mappe con i<br />

possibili “scenari futuri”. L’ultima parola,<br />

però, spetta sempre al meteorologo.<br />

Dove si può fare<br />

giardinaggio nudi?<br />

A casa propria. Oppure in Inghilterra,<br />

nel giardino di un’eccentrica coppia di nudisti.<br />

In Gran Bretagna, a Malmesbury,<br />

nella contea del Wiltshire. I coniugi<br />

Ian e Barbara Pollard (nella<br />

foto), meglio conosciuti come i naked<br />

gardeners (giardinieri nudi), offrono<br />

infatti la possibilità di passeggiare nel<br />

loro grande giardino senza veli. La loro<br />

residenza, Abbey House Gardens, da loro<br />

acquistata nel 1994 per viverci con i tre<br />

figli, è aperta al pubblico da marzo a ottobre<br />

ed è visitata ogni anno da migliaia di<br />

turisti attratti dallo splendido giardino,<br />

nel quale fioriscono migliaia di tulipani<br />

e numerosi altri splendidi fiori e piante.<br />

Ma almeno un paio di volte all’anno Ian<br />

e Barbara, che oltre a essere degli amanti<br />

della natura sono dei convinti nudisti,<br />

aprono le porte del loro piccolo paradiso<br />

verde proprio a chi ama passeggiare<br />

nudo immerso nella natura o trascorrere<br />

qualche ora in relax prendendosi cura di<br />

fiori e piante.<br />

Eyevine/Contrasto<br />

Ai topi selvatici<br />

piace correre<br />

sulle ruote?<br />

Sì, il che fa pensare che questo<br />

comportamento non sia solo uno<br />

“sfogo” dei roditori in gabbia, ma<br />

una fonte di divertimento anche per<br />

quelli in libertà. Un gruppo di ricercatori<br />

dell’Università di Leiden (Olanda) ha<br />

posizionato alcune ruote per criceti in<br />

due aree, una urbana e una lontana da<br />

centri abitati. Per tre anni gli scienziati<br />

hanno monitorato quanto accadeva con<br />

videocamere agli infrarossi, arrivando<br />

ad acquisire 200.000 filmati di ruote in<br />

funzione. Tra i 12.000 analizzati, 734<br />

vedevano protagonisti topi di città, 232<br />

topi non urbani. I roditori hanno<br />

trascorso sulla ruota da 1 a 18 minuti, e<br />

spesso ci sono risaliti dopo poco (anche<br />

in assenza di cibo nei paraggi): segno<br />

che si è trattato di un comportamento<br />

non accidentale. Hanno corso sulle<br />

ruote anche scoiattoli, ratti, rane,<br />

lumache e chiocciole. Negli ultimi due<br />

casi, si è trattato più che altro di una<br />

lenta camminata.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 111


Getty Images (2)<br />

D&R<br />

A cosa serve fare a pezzi<br />

la foto dell’ex?<br />

Fa recuperare il senso di controllo sulla propria<br />

vita. E il dolore, almeno un po’, se ne va.<br />

Aiuta a superare una delusione<br />

amorosa. È stato dimostrato alla<br />

Harvard Business School chiedendo<br />

a un gruppo di volontari di ripensare<br />

all’ultima relazione che li aveva fatti<br />

soffrire e allo stato emotivo in cui si trovavano<br />

quando la storia è finita. I soggetti<br />

furono quindi invitati a descrivere un<br />

eventuale rituale compiuto subito dopo<br />

la separazione. Eccone alcuni esempi:<br />

“Ho guardato tutte le nostre foto, poi le<br />

ho ridotte in piccoli pezzi e le ho bruciate<br />

nel posto in cui ci siamo baciati per la prima<br />

volta”; “Ho scritto in una lettera ciò<br />

che provavo e l’ho distrutta, lasciando<br />

che i miei sentimenti se ne andassero con<br />

lei”; “Sono tornato più volte nel posto in<br />

cui ci siamo lasciati per riflettere sulla<br />

separazione e superarla”. Tutti quelli<br />

che avevano messo in atto un rituale liberatorio<br />

si sentivano decisamente meglio<br />

degli altri. Gli studiosi sostengono<br />

che i rituali leniscono il dolore di una<br />

perdita perché ristabiliscono il senso di<br />

autocontrollo, che è a sua volta associato<br />

all’aumento del benessere e della capacità<br />

di far fronte alla situazione.<br />

In un altro esperimento, gli studiosi<br />

hanno riscontrato l’efficacia di un piccolo<br />

rituale persino sul disagio legato a<br />

una perdita di denaro: disegnare su un<br />

foglio un’immagine che rappresenti ciò<br />

che si sente, cospargerla di un pizzico di<br />

sale, strapparla, poi contare fino a 10 per<br />

5 volte. Dopo averlo eseguito, anche i più<br />

scettici si sentivano sollevati.<br />

NPL/Contrasto<br />

Perché il<br />

kakapo puzza?<br />

Il kakapo (Strigops<br />

habroptila) è un pappagallo<br />

dalle abitudini notturne<br />

originario della Nuova Zelanda; è<br />

l’unica specie del genere Strigops,<br />

può pesare fino a 5 kg ed è l’unico<br />

pappagallo incapace di volare.<br />

Ritenuta in passato estinta in<br />

natura, la specie sopravvive<br />

attualmente in due isole della<br />

regione neozelandese del<br />

Fiordland (Codfish Island e Anchor<br />

Island), con una popolazione<br />

stimata di oltre 120 esemplari. Una<br />

delle caratteristiche più particolari<br />

del kakapo è il suo odore molto<br />

intenso, generalmente descritto<br />

come molto dolce, un mix di miele<br />

e fresie e di legno stagionato o<br />

stantio (simile “all’interno della<br />

custodia di un violino”).<br />

L’odorato del kakapo è ben<br />

sviluppato, e questo odore è<br />

probabilmente un segnale chimico<br />

che indica lo status sociale<br />

dell’animale.<br />

L’odore è però uno dei talloni<br />

d’Achille che portò questo<br />

pappagallo sull’orlo dell’estinzione,<br />

rendendolo facilmente<br />

individuabile da parte dei suoi<br />

predatori, tra cui i Maori che gli<br />

diedero una caccia spietata.<br />

112 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Che cosa<br />

succede<br />

facendo pipì<br />

in piscina?<br />

I lemuri esistono<br />

solo in Madagascar?<br />

Sì. Ci arrivarono dall’Africa e ci si trovarono<br />

molto bene: ne esistono circa 100 specie diverse.<br />

Questi primati, del sottordine delle<br />

proscimmie (nella foto scattata<br />

da Sabrina Romano, utente della<br />

nostra community fotografica i.<strong>Focus</strong>),<br />

vivono solo in Madagascar perché si<br />

sono originati e diversificati soltanto su<br />

quest’isola. Gli antenati dei lemuri sono<br />

infatti di origine africana e sono approdati<br />

casualmente in Madagascar circa<br />

50-60 milioni di anni fa, attraversando<br />

il Canale del Mozambico a bordo di zattere<br />

naturali. Grazie all’assenza di grandi<br />

predatori e competitori per le risorse, i<br />

lemuri si sono adattati alle più disparate<br />

nicchie ecologiche, differenziandosi in<br />

una vasta gamma di forme e dimensioni:<br />

l’attuale diversità dei lemuri è stimata<br />

intorno alle 100 specie distinte. Diverso<br />

è il caso delle proscimmie che sono rimaste<br />

sulla terraferma africana, molte delle<br />

quali si sono estinte a causa dei predatori<br />

e per la successiva evoluzione delle scimmie<br />

vere e proprie, che ne hanno limitato<br />

la diffusione.<br />

Sabrina Romano (ciociocio su i<strong>Focus</strong>)<br />

Oltre che per una questione igienica,<br />

fare pipì in piscina è sconsigliabile<br />

per un motivo chimico:<br />

secondo uno studio cinese e americano,<br />

quando urina e cloro si combinano nelle<br />

giuste quantità danno origine a due pericolosi<br />

sottoprodotti, la tricloramina e<br />

il cloruro di cianogeno. Disciolte nell’acqua<br />

o nell’aria, queste sostanze possono<br />

provocare irritazioni e danneggiare cuore,<br />

polmoni e sistema nervoso. I livelli di<br />

cloro normalmente presenti nell’acqua<br />

di una piscina, tuttavia, non sono abbastanza<br />

alti da provocare questo tipo di<br />

reazione. Per risultare davvero rischiosi,<br />

dovrebbero raggiungere una concentrazione<br />

di mezzo litro di cloro per ogni litro<br />

d’acqua. Anche in questa infelice situazione,<br />

non basterebbe la pipì di un singolo:<br />

occorrerebbe che tre milioni di persone<br />

svuotassero contemporaneamente<br />

la vescica in una piscina olimpionica...<br />

Perché nelle carte geografiche il nord è in alto?<br />

Album/Contrasto<br />

La Terra è una sfera che si muove nello spazio, quindi in realtà non esistono<br />

dei motivi plausibili per utilizzare i riferimenti del nord e del sud. Per noi si tratta<br />

infatti di un’abitudine, una convenzione che trae origine dal Sedicesimo secolo.<br />

Fino ad allora infatti, nella maggior parte delle mappe era l’est a essere posizionato in<br />

alto, probabilmente per motivi legati al sorgere del Sole o perché era la direzione per<br />

raggiungere Gerusalemme e la Terra Santa. Da questa consuetudine di avere le carte<br />

geografiche disposte verso oriente sarebbe infatti nato il termine “orientamento”.<br />

In seguito, però, l’abitudine dei marinai di orientarsi con la Stella Polare, che indicava il<br />

nord, e quindi l’introduzione della bussola, portò a preferire la posizione più pratica di<br />

questo punto cardinale in alto sulle carte.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 113


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Getty Images (2)<br />

D&R<br />

Come si formano<br />

le trombe marine?<br />

Quando la temperatura dell’acqua è alta<br />

e nel cielo ci sono le “nuvole giuste”...<br />

Le trombe marine, che possono<br />

originarsi anche sui laghi, sono<br />

simili alle trombe d’aria che si verificano<br />

sulla terraferma. Generalmente<br />

si formano quando vi è la presenza di una<br />

nube nota come “cumulo congesto”, una<br />

nube dall’aspetto gonfio, che si sviluppa<br />

verticalmente e che può raggiungere i<br />

6.000 m d’altezza. Queste nubi si formano<br />

quando la superficie dell’acqua possiede<br />

una temperatura elevata (superiore ai<br />

25 °C), in grado di fornire energia all’aria<br />

sovrastante. Ciò dà origine a correnti<br />

ascensionali anche molto intense. Ma se<br />

al contempo sono in atto correnti discendenti<br />

più fredde, lo scontro tra di esse<br />

può originare moti vorticosi che fanno<br />

ruotare l’aria su se stessa dando vita alla<br />

tromba marina. All’occhio appare una<br />

nube a forma d’imbuto che può raggiungere<br />

la superficie dell’acqua. All’interno<br />

dell’imbuto la pressione è molto bassa<br />

e questo provoca il risucchio dell’acqua<br />

che inizia a ruotare a velocità che arriva<br />

fino a 100 km all’ora. Generalmente le<br />

trombe marine hanno un diametro di<br />

pochi metri (eccezionalmente raggiungono<br />

i 200 m), si elevano in altezza fino<br />

a mille metri e si esauriscono nel giro di<br />

15-30 minuti, cioè quando viene meno<br />

la risalita di aria calda. Spesso le trombe<br />

marine si formano in gruppi di 3 o 4, in<br />

alcuni casi ne sono state contate anche<br />

20. Solo raramente si originano trombe<br />

marine che possono arrivare sulla terraferma.<br />

In tal caso sono chiamate “trombe<br />

tornadiche” e si possono comportare<br />

come i tornado.<br />

Quanti manici<br />

può avere<br />

una chitarra?<br />

Esistono chitarre a due, tre,<br />

quattro e addirittura cinque<br />

manici. Nel XVII secolo<br />

cominciarono a circolare in Europa<br />

le prime chitarre acustiche a due<br />

manici: avevano 24 corde in tutto.<br />

A partire dagli Anni ’70 alcuni<br />

chitarristi rock iniziarono a usare<br />

nei concerti chitarre elettriche a<br />

due manici, con 6 e 12 corde per<br />

gli assolo e l’accompagnamento.<br />

Rick Nielsen (foto), chitarrista dei<br />

Cheap Trick, possiede una chitarra<br />

a cinque manici, mentre Pat<br />

Metheny suona spesso la Pikasso<br />

Guitar in due<br />

versioni: a tre<br />

o quattro<br />

manici.<br />

AGE / Contrasto<br />

Perché ci piacciono le carezze?<br />

Sono alcune fibre nervose sensoriali, specializzate nel riconoscere il “tocco<br />

delicato”, a trasformare le carezze nella sensazione di piacere. Lo dice una ricerca<br />

condotta da Francis McGlone, della Liverpool John Moores University (Inghilterra), e<br />

da Johan Wessberg e Håkan Olausson, delle Università di Goteborg e Linkoping (Svezia).<br />

Secondo gli studiosi un gruppo di fibre nervose sensoriali si attiverebbe per trasformare in<br />

sensazione positiva il contatto dolce con la pelle. I neuroni di tali fibre, privi di mielina e dalla<br />

risposta lenta, inviano proiezioni a strutture cerebrali della corteccia insulare e orbitofrontale<br />

coinvolte nella gestione delle emozioni e dell’affettività, e la loro attivazione aiuta<br />

anche ad alleviare i sintomi dell’ansia. La ricerca consentirebbe di comprendere più a fondo<br />

il perché di alcune reazioni di fastidio al contatto nell’autismo, vista l’incapacità nei soggetti<br />

affetti da tale sindrome di riconoscere il tocco delicato e il suo significato positivo.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 115


Storia<br />

La beffa<br />

di Moby<br />

Dick<br />

Quello sulla balena<br />

bianca è il romanzo per<br />

cui ricordiamo Melville.<br />

Ma quando uscì gli<br />

stroncò la carriera.<br />

UIG via Getty Images<br />

akg-images/Electa<br />

HERMAN MELVILLE.<br />

Ricco, avventuroso scrittore di successo, a 33 anni scrisse Moby<br />

Dick: il romanzo per cui oggi lo ricordiamo ai suoi tempi fu un flop.<br />

Herman Melville aveva tutto ciò che un<br />

giovane autore può sognare. A trent’anni<br />

aveva già girato il mondo e scritto cinque<br />

libri, inclusi due best-seller. Era sposato<br />

con la figlia di un giudice molto in vista<br />

e proprietario di una bella fattoria. Frequentava<br />

i circoli dell’intellighenzia letteraria.<br />

Rilasciava autografi. Poi scrisse Moby Dick , il romanzo<br />

per cui tutti noi oggi lo ricordiamo. E andò in rovina.<br />

Oggi l’opera viene identificata con il “grande romanzo americano”;<br />

un’epopea che D. H. Lawrence definì «fra i libri più strani<br />

e meravigliosi esistenti al mondo». Ma, ai tempi di Melville,<br />

fu un autentico fiasco. I lettori non riuscivano a comprendere<br />

la complessità della narrazione, i critici lo liquidarono definendolo<br />

il vaneggiamento di un folle. Quando Melville cercò<br />

di riabilitare la propria immagine con il romanzo seguente,<br />

intitolato Pierre, le critiche furono brutali e si consolidò la sua<br />

fama di autore farneticante. A soli 33 anni, Melville era finito.<br />

Quando nel 1891, all’età di 72 anni, morì, molti lo credevano già<br />

defunto da qualche decennio. Ci sarebbe voluto mezzo secolo, e<br />

un accademico annoiato, per riportarne in luce l’eredità.<br />

116 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


VITA DA BALENIERE.<br />

Una scena di caccia alle balene<br />

in un’incisione su legno del 1876.<br />

L’avVENtura. Nel 1839, a vent’anni, Melville si imbarca su un<br />

mercantile ormeggiato a New York e lavora come mozzo durante<br />

la traversata verso Liverpool. Due anni dopo, si unisce<br />

all’equipaggio di una baleniera, la Acushnet, in rotta verso il Pacifico.<br />

Proprio qui imparerà quanto possa essere temibile un<br />

capodoglio di oltre venti metri. Una balena che ha raggiunto la<br />

maturità può arrivare a pesare quanto otto elefanti. Cinquantadue<br />

denti, ciascuno dei quali lungo quasi come un coltello da<br />

caccia, fanno da corona alla mascella inferiore. La pinna caudale<br />

supera le dimensioni della maggior parte dei minivan e riesce<br />

a ridurre in mille pezzi una baleniera di piccole dimensioni.<br />

Nonostante questi colossi marini siano generalmente timidi,<br />

nel corso degli anni fornirono a Melville materiale per diverse<br />

storie di orrore.<br />

Due in particolare avevano colpito lo scrittore. La prima raccontava<br />

di un uomo di nome George Pollard Jr., capitano della<br />

baleniera Essex. Nel novembre del 1820, un capodoglio attacca<br />

l’imbarcazione di Pollard nel Pacifico a circa 2.000 miglia dalla<br />

costa. Il colosso di quasi 26 metri si lancia di testa contro<br />

la barca e la fa oscillare con violenza. Quando gli uomini sentono<br />

rompersi il legno sotto di loro, si precipitano nella stiva.<br />

La Essex imbarca acqua, ma il danno sembra riparabile. Poi la<br />

balena torna all’attacco. Questa volta, l’animale fende le onde<br />

ancora più veloce, come prendendo la rincorsa, e schioccando<br />

le mascelle con un rumore di tuono, si lancia di schiena sulla<br />

prua. L’acqua spazza l’imbarcazione, che si inclina su un fianco.<br />

La Essex scivola lentamente sott’acqua, lasciando Pollard e i<br />

suoi uomini in mare. Melville scopre anche la storia di Mocha<br />

Dick, una balena che aveva attaccato almeno un centinaio di<br />

vascelli e mandato venti imbarcazioni sul fondo dell’oceano. I<br />

racconti dei balenieri alimentavano l’incubo: dal dorso dell’animale<br />

spuntavano arpioni arrugginiti, a monito spettrale dei<br />

molti uomini che avevano perso la vita nel vano tentativo di<br />

ucciderla. Nel 1838, Mocha Dick attacca un’imbarcazione<br />

americana e distrugge una delle lance, ma non prima che un<br />

marinaio riesca a conficcargli un arpione nel dorso. Mocha si<br />

immerge e trascina l’uomo con sé, ma il colpo si rivela fatale.<br />

Quando il cetaceo affiora in superficie, il mare si tinge di rosso.<br />

Finalmente è morta. Dieci anni dopo, Melville avrebbe cercato<br />

di renderla immortale.<br />

Dopo aver viaggiato per quattro anni attraverso gli oceani e collezionato<br />

avventure, compresa una fuga da una tribù di can-<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 117


AL CINEMA.<br />

Gregory Peck indossa i panni del capitano<br />

Achab nel film di John Huston del 1956.<br />

Sotto, la casa d’infanzia di Herman Melville.<br />

Getty Images (2)<br />

Dopo due best-seller,<br />

per i critici letterari<br />

del tempo Moby Dick<br />

è invece spazzatura,<br />

un crimine contro<br />

la lingua inglese<br />

nibali in Polinesia e un periodo di prigionia<br />

a Tahiti, Melville abbandona il mare.<br />

La SCRITTura. Sulla terraferma scrive<br />

il suo primo romanzo, Taipi, che è subito<br />

best-seller: Melville diventa uno degli<br />

scrittori d’avventura più amati d’America.<br />

Anche il secondo romanzo, Omoo,<br />

riscuote grande successo. In entrambi<br />

i casi si tratta di lunghi racconti, allegri<br />

e spensierati, facili da leggere. Spinto da<br />

questi primi successi, Melville diventa<br />

una “macchina letteraria” e produce<br />

quasi un libro all’anno.<br />

Nel 1849 ha già iniziato il suo sesto romanzo:<br />

Moby Dick. Le prime stesure<br />

iniziano come il resto delle opere di<br />

Melville: un racconto divertente e giocoso<br />

che ha come scenario il mare aperto.<br />

Quell’anno però, l’autore si trasferisce a<br />

Pittsfield, nel Massachusetts, dove stringe<br />

amicizia con Nathaniel Hawthorne. Il<br />

rapporto tra i due diventa uno dei più<br />

intensi sodalizi letterari di tutti i tempi.<br />

Melville ha una venerazione per Hawthorne.<br />

I due trascorrono ore e ore parlando<br />

di filosofia, di letteratura, della<br />

vita. Hawthorne gli suggerisce di riscrivere<br />

la giocosa storia del marinaio per<br />

trasformarla in una caccia al mostro che<br />

è anche metafisica. Melville accetta. Nel<br />

giro di un anno, la metamorfosi di Moby<br />

Dick è terminata. Quando Melville spedisce<br />

il romanzo al suo editore, nel 1851,<br />

scrive orgogliosamente a Hawthorne:<br />

«Ho scritto un libro cattivo e mi sento<br />

senza macchia come un agnello».<br />

È un volume composto di 135 capitoli. La<br />

trama segue le vicende di un marinaio,<br />

Ismaele, a bordo della baleniera Pequod.<br />

La comanda Achab, capitano con una<br />

gamba di legno. Pattuglia il mare alla<br />

ricerca del capodoglio albino che molto<br />

tempo prima lo ha mutilato, per vendicarsi.<br />

La sua ossessione di scovare e combattere<br />

il mostro trascinerà tutto l’equipaggio,<br />

ad eccezione di Ismaele, verso<br />

la morte nelle profondità del mare. Ma<br />

quella che sembra un’avventura, in realtà<br />

è una trama densa di simbolismo e digressioni<br />

che descrivono praticamente<br />

ogni aspetto dell’industria baleniera.<br />

Le critiche. Il London Athenaeum definisce<br />

Moby Dick «spazzatura che appartiene<br />

alla peggiore letteratura della<br />

scuola di Bedlam». Secondo la London<br />

Literary Gazette, dopo aver letto la storia,<br />

i lettori «si augurano di vedere Melville<br />

e le sue balene raggiungere i fondali<br />

imperscrutabili degli abissi marini». Il<br />

periodico New York United States Magazine<br />

and Democratic Review accusa Melville<br />

di crimini contro la lingua inglese.<br />

Ma la fredda accoglienza dell’opera non<br />

era imputabile solo a Melville.<br />

Nella prima edizione pubblicata in Gran<br />

Bretagna l’epilogo viene omesso per errore<br />

e l’editore cancella 35 passaggi cruciali<br />

per «evitare di offendere la delicata<br />

sensibilità politica e morale dei lettori».<br />

Mentre Melville è in vita, Moby Dick vende<br />

solo 3.715 copie, con un incasso che<br />

negli Stati Uniti arriva a 556,37 miseri<br />

dollari. La sua popolarità ha un tracollo,<br />

come il conto in banca. Gli amici lo abbandonano.<br />

Nel 1863, Melville torna a New York e<br />

diventa ispettore doganale. Continuerà<br />

con questo lavoro per il resto della vita,<br />

scrivendo poesie nel tempo libero. Nel<br />

1867, il figlio primogenito di Melville si<br />

toglie la vita, spingendo l’autore, che già<br />

aveva problemi di alcolismo, nella spirale<br />

della depressione. Il giorno dopo la morte<br />

di Melville, solo un giornale riporta il<br />

necrologio. Sei righe. Passeranno altri<br />

118 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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trent’anni prima che i critici si accorgano<br />

che nel suo romanzo c’è altro.<br />

La SCOPERTa. Le cose cambiano nel<br />

1919, quando un ricercatore della Columbia<br />

University, Raymond Weaver, riceve,<br />

dal professor Carl Van Doren, l’incarico<br />

di scrivere una biografia di Melville in occasione<br />

dell’imminente centenario dalla<br />

nascita. Weaver setaccia controvoglia la<br />

biblioteca della Columbia University alla<br />

ricerca di informazioni e rimane stupito<br />

da quello che trova… L’opera di Melville<br />

è enorme: nove romanzi, dozzine di<br />

racconti brevi e poesie, ma niente sulla<br />

sua vita. Weaver si arrangia per scovare<br />

lettere personali, appunti e manoscritti.<br />

Due anni dopo, la biografia di Melville<br />

era pronta. Con una scoperta: un testo<br />

ingiallito, nascosto in una scatola di latta<br />

per conservare il pane, riportato alla luce<br />

dalla nipote di Melville. È una novella<br />

inedita. Weaver la manda in stampa e l’opera,<br />

Billy Budd, diventa uno dei racconti<br />

più amati di Melville. La tempistica non<br />

avrebbe potuto essere migliore.<br />

Negli anni Venti, gli accademici stavano<br />

cercando di definire nei suoi elementi il<br />

canone letterario americano. Quando,<br />

grazie a Billy Budd, riscoprono anche<br />

Moby Dick, si accorgono di aver trovato<br />

tutto ciò che cercano: prosa geniale, idee<br />

iconoclaste, simbolismo ricco e temi<br />

universali. Il romanzo intreccia finzione<br />

VITE IN PERiCOLO.<br />

Gli equipaggi delle navi baleniere rischiavano<br />

la vita in mare o, se vittime di naufragio,<br />

tra i cannibali. Accadde anche a Melville.<br />

e fatti. È sperimentale. Si sottrae a una<br />

classificazione rigida in un genere. Moby<br />

Dick aveva solo un torto: precorreva i<br />

tempi di circa settant’anni.<br />

l’EREDITÀ. Alla fine degli anni Trenta,<br />

Melville era diventato il massimo esponente<br />

del canone americano. William<br />

Faulkner aveva appeso una stampa del<br />

capitano Achab nel soggiorno di casa.<br />

Ernest Hemingway lo definiva il genio<br />

letterario da superare.<br />

Moby Dick avrebbe ispirato innumerevoli<br />

autori, inclusi Albert Camus, Ray<br />

Oggi a Moby Dick si devono 6 grandi<br />

film, una canzone dei Led Zeppelin,<br />

un fumetto e il marchio Starbucks<br />

akg-images/Electa (2)<br />

La vera storia<br />

del capitano<br />

Achab<br />

cronache dal pacifico. Nel<br />

novembre 1820 un capodoglio aveva<br />

distrutto la Essex, l’imbarcazione del<br />

capitano George Pollard Jr.<br />

A bordo di tre lance, che alla fine si<br />

separarono, i superstiti vagarono alla<br />

deriva per 95 giorni nel Pacifico del<br />

Sud. Il sole non dava tregua, le notti<br />

trascorrevano insonni e lo scafo<br />

imbarcava acqua. L’acqua salata<br />

penetrava nelle scorte di pane. A<br />

uno a uno, gli uomini morivano di<br />

sete. E venivano mangiati dai<br />

compagni per sopravvivere alla<br />

fame. Al 79esimo giorno, Pollard si<br />

nutrì anche del corpo del cugino di<br />

17 anni. Solo altri lunghissimi 16<br />

giorni dopo, una baleniera<br />

americana avvistò Pollard e l’unico<br />

altro superstite. Di lì a poco furono<br />

ritrovate anche le altre lance: erano<br />

morti in tutto 12 uomini. La metà era<br />

stata mangiata. Il ricordo della<br />

raccapricciante esperienza<br />

perseguitò Pollard per tutta la vita. A<br />

70 anni il capitano ricevette la visita<br />

di Herman Melville, che aveva<br />

appena terminato di scrivere Moby<br />

Dick. Pollard non sapeva del libro,<br />

ma il naufragio dell’Essex aveva<br />

ispirato la scena finale del romanzo<br />

e lui era di fatto il capitano Achab.<br />

Bradbury, Jack Kerouac, Cormac Mc-<br />

Carthy. La storia ispira ben sei versioni<br />

cinematografiche e innumerevoli rappresentazioni<br />

teatrali. È un riferimento<br />

citato in abbondanza: dal film I Flintstones<br />

a un volume di fumetti Marvel, a una<br />

canzone rock dei Led Zeppelin. Nel mondo<br />

anglosassone, “balena bianca” è un’espressione<br />

comune del linguaggio aziendale<br />

che indica l’ossessione nei confronti<br />

di una meta che si rivela inafferrabile e<br />

irraggiungibile. Anche Starbucks, la catena<br />

internazionale di caffetterie, rende<br />

omaggio all’opera prendendo il nome da<br />

un personaggio di Moby Dick: Starbuck,<br />

è il primo ufficiale del capitano Achab.<br />

D’altra parte, Melville sosteneva: «Meglio<br />

eccedere con l’originalità piuttosto<br />

che avere successo come imitatori. Chi<br />

non ha mai fallito in qualcosa, non può<br />

essere un grande uomo».<br />

Lucas Reilly<br />

120 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Mondo<br />

VERTIGINI<br />

Se ne soffrite, fate un respiro profondo<br />

perché le foto raccolte in queste pagine<br />

vi faranno tremare le gambe.<br />

Anche se siete seduti in poltrona!<br />

Caters/Ipa<br />

A cura di Sabina Berra<br />

122 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Come un’aquila.<br />

Uno scalatore nella<br />

foresta di pietra<br />

del Madagascar:<br />

un monumento naturale<br />

di 600 km quadrati<br />

composto da centinaia<br />

di rocce verticali<br />

e taglienti come rasoi<br />

alte anche 100 metri,<br />

con fessure, canyon<br />

e grotte. Le formazioni<br />

sono chiamate Tsingy<br />

che significa “dove non<br />

si può camminare”<br />

e sono il risultato delle<br />

piogge tropicali che<br />

hanno eroso nel tempo<br />

la roccia calcarea.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 123


C’è chi all’altezza ha aggiunto il pericolo dato<br />

dalla temperatura della lava e chi ha scelto<br />

di precipitare in kayak con l’acqua di una cascata<br />

Al centro della terra.<br />

Lo scienziato Geoff Mackley,<br />

alias Mr. Lava, si sta calando<br />

all’interno del cratere<br />

del vulcano Marum, nelle Isole<br />

Vanuatu del Sud Pacifico.<br />

Caters /Ipa<br />

dove l’acqua è più blu.<br />

Un lancio ad alto tasso di adrenalina nella baia del Navagio, sull’isola di Zante<br />

in Grecia. Lo scatto è stato realizzato nell’ambito del RedBull Photo Contest 2013.<br />

D. Contizas-Red Bull Illume<br />

SEI ACROFOBICO?<br />

Sfida all’altezza. Per essere<br />

protagonisti di foto come queste è<br />

fondamentale non soffrire di vertigini. Una<br />

sensazione da non confondere con la paura<br />

dell’altezza che tutti possiamo provare. Le<br />

cosiddette vertigini, invece, sono una vera<br />

fobia legata all’ansia, chiamata acrofobia:<br />

chi ne soffre non prova soltanto un normale<br />

disagio, ma può arrivare ad avere un<br />

attacco di panico con blocco dei muscoli,<br />

senso di perdita di equilibrio, tachicardia e<br />

aumento della sudorazione. Un malessere<br />

che va in crescendo perché si percepisce<br />

che è a rischio la propria sicurezza.<br />

Secondo uno studio dell’Università di<br />

Valencia, che studia come curarle con la<br />

realtà virtuale, ne è colpita una persona su<br />

20. In maggioranza si tratta di donne.<br />

124 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Che tuffo!<br />

La sequenza montata<br />

in un’unica immagine<br />

della caduta in kayak<br />

durata in tutto 3 secondi<br />

di Jesse Coombs,<br />

il primo uomo uscito<br />

indenne dai 33 metri<br />

di altezza delle Abiqua<br />

Falls in Oregon,<br />

negli Stati Uniti.<br />

Caters/Ipa<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 125


scoglio da batticuore.<br />

Ecco come si arriva in cima<br />

al Totem Pole, una colonna<br />

di roccia alta 60 metri<br />

in Tasmania (Australia).<br />

126 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Caters/Ipa<br />

Brividi d’alta quota.<br />

Il biker Kenny Belaey sulla Table<br />

Mountain, alta oltre mille metri,<br />

a Città Del Capo (Sudafrica).<br />

A sinistra: un trio di musicisti,<br />

i Led Zipline, legati a 300 metri<br />

di altezza in una gola scavata<br />

dal fiume Verdun in Francia.<br />

Iberpress<br />

Caters/Ipa<br />

C’è chi lo fa<br />

per ricerca<br />

scientifica<br />

e chi solo per<br />

adrenalina.<br />

Il sangue<br />

freddo<br />

è d’obbligo<br />

in ogni caso<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 127


Visioni<br />

dal futuro<br />

Il resort<br />

musicale<br />

galleggiante<br />

1<br />

3<br />

2<br />

I lussi<br />

di un hotel,<br />

la privacy di<br />

una vacanza<br />

in barca:<br />

un sogno<br />

a misura<br />

di miliardari.<br />

A cura di Elisabetta Intini<br />

24<br />

km/h<br />

la massima<br />

velocità<br />

raggiungibile.<br />

GLASS sarebbe<br />

più adatto alla<br />

navigazione<br />

da crociera<br />

sotto costa che<br />

alle accelerate<br />

in mare aperto;<br />

i 2.400 kW di<br />

potenza<br />

necessaria<br />

sarebbero<br />

forniti da due<br />

motori ibridi<br />

diesel elettrici.<br />

128 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


6<br />

Panorama. Un appartamento<br />

fluttuante dalle grandi vetrate vista<br />

mare: l’evoluzione dello yacht si<br />

chiama GLASS ed è un progetto – per<br />

ora sulla carta – dello studente<br />

d’architettura americano Lujac<br />

Desautel. Pensato per le vacanze di<br />

un noto compositore con famiglia, si<br />

sviluppa su tre volumi (1) sovrapposti<br />

come tasselli del Lego. Sarebbe lungo<br />

61 m e largo poco più di 24, per 18 m<br />

di altezza; potrebbe accogliere 12<br />

ospiti con 16 membri di equipaggio.<br />

Anti-onda. La piattaforma portante<br />

è un’imbarcazione di tipo SWATH<br />

(Small Waterplane Area Twin Hull), una<br />

versione più stabile del catamarano,<br />

con due grandi scafi paralleli in<br />

alluminio e acciaio (2) totalmente<br />

immersi nell’acqua. Una scalinata<br />

retrattile (3) garantisce l’accesso<br />

all’acqua e ai tender utilizzati per<br />

raggiungere il natante, servendo da<br />

anfiteatro per il pubblico durante i<br />

concerti del proprietario. Un<br />

ascensore centrale collega i piani.<br />

CoMfort. Lo scrigno esterno in<br />

vetro racchiude una spa con piscina<br />

(4), una palestra, una sala da cocktail<br />

con pianoforte (5), una stanza dei<br />

giochi per bambini (6) e una sala<br />

musica, oltre a un solarium e a una<br />

cantina dei vini. La zona centrale<br />

accoglie cucine, lavanderia, infermeria<br />

e cabine per l’equipaggio. Il progetto,<br />

il cui costo non è noto, è valso a<br />

Desautel il premio come Young<br />

Designer of the Year dal gruppo<br />

editoriale Boat International Media.<br />

4 5<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 129


Corpo umano<br />

Meditate<br />

gente<br />

Dopo tanto scetticismo<br />

la ricerca scientifica<br />

conferma: l’uso<br />

delle tecniche orientali<br />

può prevenire e curare<br />

molte malattie.<br />

Fino agli Anni ’50 la meditazione è stata prerogativa<br />

dei monaci. Poi con i Beatles diventò pratica dei figli<br />

dei fiori, seguiti negli anni successivi da calciatori e<br />

attori: meditano Roberto Baggio e Richard Gere. In<br />

tempi più recenti è stata la volta degli amministratori delegati<br />

delle grandi multinazionali: Rao Dalio (Bridgewater associates)<br />

e Marc Benioff (Oracle e Salesforce.com). E oggi si è dato<br />

alla meditazione persino Dmitry A. Medvedev, primo ministro<br />

della Federazione Russa.<br />

Da qualche anno però la meditazione non si occupa più solo di<br />

“benessere psicologico” ed è entrata negli ospedali con molte<br />

applicazioni: dal controllo del dolore all’immunologia, dalla<br />

cura dell’ipertensione al rallentamento del declino cerebrale.<br />

In che cosa consiste? Che risultati dà e con quali meccanismi<br />

agisce?<br />

IN PRINCIPIO. Tutto è iniziato una trentina di anni fa quando<br />

Jon Kabat Zinn fondò il Center for Mindfulness all’University<br />

of Worcester (Uk) e cominciò a usare la meditazione come<br />

strumento terapeutico. Strumento tutt’altro che facile da proporre:<br />

nella frenetica vita contemporanea la meditazione di<br />

tradizione orientale è pratica difficile. Ma i suoi vantaggi non<br />

sono più in discussione: migliora l’attenzione, le abilità cognitive<br />

e la memoria, riduce l’ansia e i sintomi depressivi. Non solo.<br />

Alla Brown University di Providence (Usa), Catherine Kerr<br />

sfrutta la meditazione per il suo effetto analgesico: sostiene che<br />

funziona come una specie di manopola che regola la percezione<br />

delle sensazioni sgradevoli. Nel 2010, quando era al Mit di Harvard,<br />

ha dimostrato che, se si focalizza l’attenzione sulle sensazioni<br />

della mano sinistra, la “mappa” cerebrale corrispondente<br />

a quella mano registra una significativa caduta dell’ampiezza<br />

delle onde che filtrano le sensazioni lasciando passare solo<br />

Philipp Horak/Anzenberger/Contrasto<br />

ATTENZIONE.<br />

Meditare è prestare<br />

attenzione consapevole<br />

a ciò che avviene qui<br />

e ora dentro di noi.<br />

130 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Spl/Contrasto<br />

ANTI-IPERTENSIVO.<br />

Un’arteria colpita da<br />

aterosclerosi. L’ipertensione<br />

è un problema di tubature:<br />

se il “tubo” è stretto la<br />

pressione sale, se si allarga<br />

la pressione scende:<br />

il rilassamento ottenuto<br />

con la meditazione fa<br />

dilatare i vasi sanguini<br />

e scendere la pressione.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 131


trascendentale.<br />

Un monaco buddista<br />

del Luang Prabang in Laos.<br />

La meditazione può ridurre del 40-50%<br />

le giornate di assenza dal lavoro per<br />

influenza e malattie da raffreddamento<br />

Mario Weigt/Anzenberger/Contrasto<br />

MEGLIO DELLA MORFINA.<br />

Secondo uno studio<br />

statunitense, la<br />

meditazione riduce<br />

del 40% l’intensità del<br />

dolore, la morfina solo del<br />

25%. Inoltre riduce del 57%<br />

le sensazioni spiacevoli<br />

legate al dolore, insegnando<br />

a distogliere l’attenzione<br />

dalle parti del corpo<br />

dolenti per concentrarla<br />

su quelle sane.<br />

quelle che superano una certa<br />

soglia. Se invece l’attenzione<br />

si focalizza su un’altra parte<br />

del corpo, le onde tornano<br />

normali. L’anno successivo,<br />

usando la magneto-encefalografia,<br />

una tecnica di imaging<br />

cerebrale, ha dimostrato che i<br />

ritmi di queste onde nel cervello<br />

sono correlati con l’attenzione<br />

sensoriale e che l’abilità<br />

di regolare queste onde<br />

nella corteccia cerebrale è<br />

maggiore nei soggetti capaci<br />

di meditazione.<br />

In altre parole, meditare consente<br />

un maggior controllo sul<br />

sistema sensoriale e permette<br />

di scegliere su cosa focalizzare<br />

l’attenzione. Risultato? La<br />

meditazione fa andare sullo<br />

sfondo quello che non si vuole<br />

sentire, per esempio – e non è<br />

poco – i dolori cronici.<br />

Fadel Zeidan, neurobiologo<br />

della Wake Forest Baptist<br />

University (Usa), ha persino<br />

quantificato l’effetto della<br />

meditazione rispetto al potere<br />

analgesico della morfina:<br />

«Potrebbe ridurre del<br />

40% l’intensità del dolore e<br />

del 57% la sua spiacevolezza,<br />

contro una riduzione del solo<br />

25% ottenuta con la morfina»<br />

sostiene Zeidan.<br />

FRENO CONTRO L’AIDS.<br />

Qui un virione del virus<br />

Hiv, responsabile dell’Aids,<br />

catturato da una cellula.<br />

La meditazione rallenta la<br />

riduzione dei linfociti CD4 T<br />

causata dalla malattia.<br />

Queste cellule del sistema<br />

immunitario coordinano la<br />

difesa dalle infezioni virali<br />

e quindi la meditazione<br />

è in grado di frenare il<br />

progredire della malattia<br />

e l’aggravarsi dei pazienti.<br />

ANTINFIAMMATORIO. Molte<br />

malattie cardiovascolari<br />

e neurodegenerative sono<br />

legate a uno stato di infiammazione<br />

di cui non si conosce<br />

esattamente né l’origine né la<br />

cura: se si riuscisse a ridurre<br />

lo stato infiammatorio forse<br />

le si potrebbe prevenire. È la<br />

strada percorsa quasi per caso<br />

da Steven Cole, dell’University<br />

of California Los Angeles<br />

(Ucla): voleva studiare se la<br />

meditazione fosse in grado di<br />

ridurre la sensazione di solitudine<br />

degli anziani, condizione<br />

che aumenta il rischio<br />

di malattie cardiache, Alzheimer,<br />

depressione e persino<br />

morte prematura. Così ha<br />

messo una quarantina di soggetti<br />

in meditazione mezz’ora<br />

al giorno per 8 settimane. Ma<br />

presto ha scoperto che questa<br />

“terapia” non si limitava a influire<br />

sul benessere psicologico:<br />

la meditazione riduceva<br />

anche l’attivazione dei geni<br />

correlati all’infiammazione e<br />

quindi riduceva l’infiammazione<br />

stessa.<br />

Il passo è breve anche per valutare<br />

gli effetti sul sistema<br />

immunitario. La meditazione<br />

sembra essere efficace anche<br />

su un particolare tipo di globuli<br />

bianchi, i linfociti CD4 T.<br />

Sono considerati il cervello<br />

del sistema immunitario<br />

perché coordinano l’attività<br />

dell’esercito di difesa quando<br />

il corpo subisce un attacco infettivo.<br />

Ma sono anche le cellule<br />

che devasta il virus Hiv,<br />

responsabile dell’Aids, indebolendo<br />

la risposta immunitaria<br />

dei pazienti. Nel 2008<br />

David Creswell, del Counsins<br />

center for Psychoneuroimmunology<br />

della Ucla, ha messo<br />

in meditazione per 8 settimane<br />

un gruppo di 24 soggetti<br />

sieropositivi (cioè infetti, ma<br />

non malati di Aids), confrontandoli<br />

con un equivalente<br />

gruppo di controllo. Nei soggetti<br />

in meditazione la riduzione<br />

dei linfociti CD4 T era<br />

inferiore rispetto al gruppo<br />

di controllo: l’effetto era della<br />

stessa portata in tutti i 12 meditanti,<br />

sia quelli in terapia<br />

antiretrovirale, sia in quelli<br />

che non lo erano.<br />

Spl/Contrasto (2)<br />

132 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


<strong>Focus</strong> Storia Collection.<br />

Storia e storie da collezione.<br />

<strong>Focus</strong> Storia Collection. In questo numero tutto su Leonardo Da Vinci.


GENI PATOGENI.<br />

La meditazione riduce<br />

l’attivazione dei geni<br />

responsabili<br />

dell’infiammazione<br />

alla base di malattie<br />

cardiovascolari, tumori e<br />

malattie neurodegenerative<br />

come l’Alzheimer.<br />

Di questa infiammazione<br />

ancora non si conoscono<br />

la causa e una<br />

specifica terapia.<br />

Tre rosari al dì per la salute<br />

Recitare l’Ave Maria in latino, non solo sincronizza con Dio, ma,<br />

secondo la scienza, fa bene alla salute. La prescrizione<br />

è niente meno che in un articolo del British Medical Journal.<br />

I ricercatori di Pavia, Oxford e Firenze hanno studiato battito<br />

cardiaco, respirazione, irrorazione cerebrale, attivazione del<br />

sistema nervoso autonomo e hanno concluso che il rosario<br />

è una pratica di salute con risultati analoghi alla meditazione.<br />

ORIGINE COMUNE. La pratica risale al XIII secolo e prevede<br />

150 avemarie (3 rosari) recitate facendo scorrere fra le dita la<br />

corona. Un uso introdotto in Europa dai Crociati che avrebbero<br />

“copiato” la recitazione ritmica dagli Arabi che sgranano una<br />

sorta di rosario, il tasb, per enunciare i 99 “bei nomi” di Allah.<br />

Questi a loro volta si erano ispirati al tasb dei monaci tibetani.<br />

Insomma, vista l’origine, non stupisce che il rosario abbia gli<br />

stessi effetti sulla salute della meditazione tibetana.<br />

Gallery Stock/Contrasto<br />

TECNICHE.<br />

Esistono molte<br />

forme di<br />

meditazione.<br />

Lo yoga è una<br />

di queste.<br />

Ricetta contro l’ipertensione:<br />

cambiare dieta, dimagrire,<br />

fare moto, smettere<br />

di fumare e... meditare<br />

La meditazione si rivela un<br />

toccasana in molti campi.<br />

Sembra essere efficace persino<br />

contro il raffreddore: Bruce<br />

Barrett, dell’University of<br />

Wisconsin (Usa), ha studiato<br />

la meditazione su 51 individui<br />

e ha calcolato che chi fa<br />

meditazione ha una riduzione<br />

del 40-50% delle giornate<br />

lavorative perse per infezioni<br />

respiratorie acute, influenza<br />

compresa, rispetto a chi non<br />

medita. La durata della malattia<br />

è minore e i sintomi sono<br />

più lievi.<br />

CARATTERE. Che meditare<br />

possa placare gli animi più<br />

agitati sembra banale, ma si<br />

è accertato che gli effetti sono<br />

ben più rilevanti e profondi.<br />

Prendete quelle che per la psicosomatica<br />

sono personalità<br />

di tipo A: competitive in tutti<br />

gli aspetti della vita, tendono<br />

alla lotta, manifestano aggressività<br />

(anche se repressa),<br />

ELISIR DI GIOVINEZZA?<br />

Ai due estremi di ogni<br />

cromosoma ci sono<br />

i telomeri, cappucci<br />

che a ogni divisione<br />

cellulare (e dunque con<br />

l’età) si accorciano. Uno<br />

studio su 60 anziani ha<br />

scoperto che l’enzima<br />

che blocca l’accorciamento<br />

aumenta in chi medita.<br />

impazienza, insofferenza per<br />

i ritmi altrui. Di solito si tratta<br />

di individui di successo, ma<br />

con un rischio maggiore di patologie<br />

cardiovascolari. Circa<br />

30 anni fa Herbert Benson,<br />

cardiologo del Massachusetts<br />

general hospital di Boston<br />

(Usa) e fondatore del Mind/<br />

Bondy Medical Institute, aveva<br />

cominciato a usare il rilassamento<br />

e la meditazione in<br />

questo tipo di pazienti.<br />

Altri cardiologi come Randy<br />

Zusman, direttore del programma<br />

ipertensione del<br />

Massachusetts general hospital,<br />

non credevano affatto<br />

all’efficacia di questi metodi e<br />

continuavano a prescrivere<br />

farmaci anti-ipertensivi. Dal<br />

2008, anche Zusman ha cambiato<br />

rotta e ora punta sulla<br />

meditazione e sul corretto stile<br />

di vita. L’ha convinto una<br />

sperimentazione su 60 pazienti<br />

ipertesi: in 40 la meditazione<br />

aveva ridotto l’ipertensione<br />

tanto da consentire<br />

un drastico calo dell’assunzione<br />

di farmaci. Zusman ha<br />

anche trovato una spiegazione<br />

biologica: «L’ipertensione<br />

è tutto un problema di tubature:<br />

se il calibro dei tubi è<br />

stretto la pressione sale, se il<br />

calibro si allarga la pressione<br />

scende: il rilassamento produce<br />

monossido di azoto che<br />

fa dilatare i vasi sanguigni e<br />

quindi fa scendere la pressione».<br />

Non è sempre facile far<br />

stare ferme e in silenzio personalità<br />

di tipo A per mezz’ora.<br />

Ma funziona.<br />

Amelia Beltramini<br />

Per saperne di più<br />

S. Shapiro, L. Carlson,<br />

L’Arte e la scienza<br />

della Mindfulness,<br />

Piccin 2012<br />

Spl/Contrasto (2)<br />

134 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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È l’idea lanciata dallo scienziato Hervé This.<br />

Alle gare culinarie di solito si<br />

usano ingredienti come<br />

carne, uova, patate. Qui<br />

invece si maneggiano polveri<br />

e olii insoliti: maltodestrina<br />

(un carboidrato ricavato<br />

dagli amidi), albumina (una<br />

proteina dell’albume d’uovo),<br />

metionale (un composto<br />

dall’aroma di patata)... Siamo<br />

al Concorso internazionale<br />

di “cuisine note à note”, di cui<br />

si è tenuta la 2 a edizione<br />

all’istituto AgroParisTech di<br />

Parigi, a maggio. La cucina<br />

nota per nota nasce da<br />

un’idea che il chimico<br />

francese Hervé This ha<br />

lanciato qualche anno fa.<br />

«Si usano composti chimici –<br />

sicuri – invece di verdura,<br />

carne ecc.» dice This.<br />

«Polisaccaridi come pectina<br />

o amilosio, zuccheri semplici,<br />

dal glucosio al fruttosio,<br />

proteine, aminoacidi, lipidi,<br />

pigmenti, composti che<br />

diano aromi e sapori».<br />

ricetta. «Si può ottenere<br />

ogni forma, consistenza o<br />

sapore. Una ricetta? Prendete<br />

6 cucchiai di proteine, 4<br />

d’acqua, additivi per odore e<br />

sapore; mettete la miscela in<br />

padella e quando un lato è<br />

coagulato, girate e cuocete<br />

dall’altro. Otterrete carne<br />

artificiale. E per la salsa si<br />

bollono acqua, etanolo, acido<br />

tartarico, sale, glucosio e,<br />

magari, aroma di tartufo»<br />

continua. «Penso che la<br />

cuisine note à note sia il cibo<br />

del futuro: si potranno creare<br />

piatti senza allergeni, o più<br />

sostenibili, per nutrire un<br />

pianeta affollato e in cui si<br />

mira a usare meno proteine<br />

animali. Ora l’interesse sta<br />

crescendo: sempre più chef<br />

usano queste ricette e le<br />

aziende sono interessate».<br />

Giovanna Camardo<br />

di ogni forma.<br />

Piatto di cucina note à note: i<br />

composti possono essere di sintesi<br />

o estratti da ingredienti naturali.<br />

In alto, Hervé This, dell’Inra (Parigi).<br />

73<br />

partecipanti<br />

al 2° Concorso di cuisine note<br />

à note. Un premio è andato al<br />

team del Dublin Institute of<br />

Technology. Menu: tegole di<br />

pollo fritto e meringa di<br />

patate. Senza pollo né patate.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 137


Scienza<br />

guardaroba particolare.<br />

Tute spaziali russe Sokol al centro<br />

di addestramento cosmonauti<br />

“Yuri Gagarin” di Star City (Russia).<br />

Le foto sono tratte dal libro di Edgar<br />

Martins The Rehearsal of Space & the<br />

Poetic Impossibility to Manage the<br />

Infinite (La Fabrica/The Moth House).<br />

138 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Segreti<br />

spaziali<br />

Dietro le quinte dei centri utilizzati<br />

dall’Agenzia spaziale europea.<br />

Per scoprirne i luoghi più nascosti.<br />

Foto di Edgar Martins<br />

Cortesia Edgar Martins (www.edgarmartins.com), European Space Agency (esa.int) (8 foto)<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 139


140 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong><br />

in clausura<br />

per 520 giorni.<br />

Un modulo<br />

del laboratorio<br />

Mars-500, utilizzato<br />

per studiare<br />

il prolungato<br />

isolamento in una<br />

futura missione<br />

umana verso Marte.


puzzle policromo.<br />

Gru mobile, vista dal basso,<br />

per il lanciatore Vega a Kourou.<br />

Vega è stato sviluppato insieme da<br />

Agenzia spaziale italiana ed Esa.<br />

preparazione asettica.<br />

Il modulo di trasporto Atv<br />

(Automated Transfer Vehicle)<br />

in fase di preparazione per il lancio<br />

a Kourou, in Guiana Francese.<br />

Per la prima volta,<br />

l’Esa ha aperto le<br />

porte di tutti i suoi<br />

laboratori, centri<br />

di addestramento,<br />

basi di lancio e<br />

simulatori spaziali<br />

pronta per il tuffo.<br />

Una tuta spaziale russa Orlean, nella versione utilizzata per la simulazione<br />

in piscina di attività extraveicolari nel corso del training a Star City (Russia).<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 141


da star city<br />

alla germania.<br />

Il simulatore<br />

del modulo<br />

Columbus<br />

della Stazione<br />

spaziale,<br />

al centro europeo<br />

di addestramento<br />

degli astronauti<br />

a Colonia<br />

(Germania).<br />

L’<strong>Italia</strong> è stata tra i fondatori<br />

dell’Agenzia spaziale europea<br />

che ora ha 20 Stati membri<br />

con un budget di 4,3 mld<br />

laboratori in olanda.<br />

Laboratori al centro Esa-Estec<br />

di Noordwijk, in Olanda. Sopra,<br />

l’entrata della “stanza del silenzio”<br />

dove si testano le antenne dei<br />

satelliti. A sinistra, un simulatore<br />

che riproduce la luce solare così<br />

come arriva ai satelliti in orbita.<br />

142 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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Il dialogo<br />

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di <strong>Focus</strong><br />

Il richiamo dell’isola deserta<br />

149<br />

Visti per strada<br />

149<br />

redazione@focus.it<br />

facebook.com/focus.it<br />

@<strong>Focus</strong>_it<br />

Bio-foto: natura al naturale<br />

150<br />

Contro<br />

verso<br />

La foto<br />

del mese<br />

gaetano777 Un<br />

istante di vertigine<br />

con l’idea folle di navigare<br />

nel Mondo Capovolto.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 145


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Sì. L’assunzione ripetuta di una droga porta l’organismo ad abituarsi<br />

gradualmente alla sua presenza: col tempo, si riducono il numero e la sensibilità dei<br />

recettori oppioidi, le molecole che intercettano la sostanza. Questo fenomeno,<br />

chiamato tolleranza, induce l’individuo ad aumentare sempre più le dosi per riuscire a<br />

raggiungere gli stessi effetti. Dopo un periodo di astinenza, il rischio di overdose aumenta a<br />

causa dell’abbassamento della soglia di tolleranza. Chi ricomincia a drogarsi è portato a<br />

consumare la stessa quantità che prendeva quando ha smesso, ma durante il periodo di<br />

astinenza l’organismo, disintossicandosi, è tornato a essere più sensibile. La dose dunque<br />

risulterà eccessiva, tossica e spesso letale, soprattutto se abbinata ad altre droghe e alcol.<br />

NoN si sa aNcoRa coN ceRtezza. Le diverse teorie esistenti<br />

propongono che i cetacei possano essere sensibili alle piccole variazioni<br />

da zona a zona del campo magnetico terrestre, oppure che possano<br />

orientarsi con il Sole (questi animali devono periodicamente riemergere per<br />

respirare). Oppure che rilevino la struttura dei fondali con il loro biosonar (cioè<br />

captando gli echi dai fondali in risposta ai suoni che emettono: un sistema che<br />

purtroppo può venire compromesso dalle vibrazioni e dai rumori prodotti dalle<br />

attività umane). Oppure, ancora, che siano in grado di riconoscere e ricordare<br />

i cambiamenti nella temperatura e nella salinità delle diverse masse d’acqua<br />

che attraversano.<br />

In realtà l’orientamento dei cetacei dipende, probabilmente, da una<br />

combinazione di questi meccanismi, con l’uno o l’altro che viene favorito a<br />

seconda delle necessità. Da una perdita dell’orientamento deriverebbe il<br />

fenomeno dello spiaggiamento dei cetacei, che si verifica in grande quantità<br />

(per ragioni ancora da chiarire) sulle coste di Australia e Nuova Zelanda.<br />

a volte sì. Tra Dna e cognome ci può essere uno stretto<br />

rapporto: infatti, il cromosoma y, che determina il sesso maschile,<br />

viene trasmesso di padre in figlio proprio come il cognome. Ma,<br />

considerando che i cognomi europei hanno centinaia di anni... «Eventi<br />

come adozioni e nascite illegittime possono aver confuso questo legame»<br />

spiega Turi King, genetista dell’Università di Leicester. Inoltre, cognomi<br />

molto diffusi potrebbero essere stati assunti da diverse persone non parenti<br />

tra loro. Ne sono esempio i cognomi che si riferiscono alle professioni,<br />

come l’italiano “Fabbri”. Tuttavia, è possibile che un cognome raro abbia<br />

avuto un unico fondatore e che gli uomini che lo portano siano tutti suoi<br />

discendenti. King ha preso in esame 2.500 uomini con 500 cognomi inglesi,<br />

riscontrando che tra due che hanno lo stesso cognome c’è una probabilità<br />

del 24% di condividere un antenato, che arriva al 50% se il cognome è raro.<br />

2 | <strong>Focus</strong> Giugno <strong>2014</strong> Giugno <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 3<br />

My<strong>Focus</strong><br />

Commenti, post<br />

IL SESSO PEGGIORE?<br />

IN BOCCA AL LUPO!<br />

Corbis (2)<br />

Domande<br />

& Risposte<br />

Che cos’è il “Bad sex award”?<br />

È difficile scrivere scene di sesso senza scadere nel pornografico,<br />

nel ridicolo o nell’assurdo. E una rivista letteraria premia le peggiori.<br />

Un premio per le peggiori scene di sesso descritte nei Il vincitore dell’edizione 2013 è lo scrittore indiano Manil<br />

romanzi. La bizzarra iniziativa è opera del mensile Suri, che nel suo romanzo The city of Devi ha descritto così il<br />

britannico di critica letteraria Literary Review, che ha momento di un orgasmo: “Sicuramente in questo istante, da<br />

notato come sia molto raro trovare nei libri (esclusi quelli dichiaratamente<br />

pornografici) buoni racconti di due persone che capanna è scomparsa, e con quella il mare e la sabbia, è rimasto<br />

qualche parte, in qualche galassia, è esplosa una supernova. La<br />

fanno sesso, mentre di descrizioni brutte o assurde su questo solo il corpo di Karun avvinghiato al mio. Corriamo nudi come<br />

argomento se ne trovano davvero troppe. Il premio viene quindi<br />

attribuito ogni anno dal 1993.<br />

banchi di quark e nuclei atomici”... Come non<br />

supereroi davanti a soli e sistemi solari, nuotiamo attraverso<br />

premiarlo?<br />

È vero che l’overdose è più probabile dopo<br />

un periodo di astinenza da una droga?<br />

Ho letto l’articolo sul curioso<br />

concorso dedicato agli scrittori,<br />

il Bad sex award (<strong>Focus</strong><br />

260), che premia quelle che a<br />

suo dire sono le peggiori scene<br />

di sesso (de)scritte, quelle<br />

definite più ridicole o assurde.<br />

La scena che citate come<br />

esempio è sì un poco assurda,<br />

ma non poi così male: molto<br />

poetica, per certi versi. E siccome<br />

è su questi “certi versi”<br />

che immagino si giochi il premio,<br />

ho deciso di buttarmi<br />

perché, sì, sono anch’io uno<br />

scrittore, e benché “dilettante”<br />

ho già pubblicato. Nel mio<br />

fantasy ci sono momenti di<br />

sesso che hanno buone probabilità<br />

di aggiudicarsi il pri-<br />

Visti per strada<br />

martina95<br />

Campania, vicino a<br />

Napoli: qui tutto è difficile.<br />

Npl/Contrasto<br />

mo premio, ma il mio grande<br />

dilemma è... se vinco (e vincerei)<br />

sarei il migliore o il peggiore?<br />

Comunque sia, auguratemi<br />

un in bocca al lupo. Forza<br />

<strong>Focus</strong>, siete i migliori.<br />

Nelle loro migrazioni come<br />

si orientano i cetacei?<br />

Foto credit / Dolor Amet / Consectetur Adipisicing<br />

G. Grimaldi,<br />

via redazione@focus.it<br />

Com’è l’odore<br />

della guerra?<br />

Se lo sono chiesto e lo hanno definito<br />

al Museo di Storia militare<br />

di Dresda, in Germania, con l’aiuto<br />

del chimico norvegese Sissel Tolass.<br />

L’intento è quello di farlo annusare ai<br />

visitatori, per aiutarli a comprendere la<br />

crudeltà della guerra.<br />

Tolass ha riprodotto l’odore di una delle<br />

più terribili battaglie della storia, quella<br />

di Verdun, durante la Prima guerra mondiale:<br />

fu uno dei più violenti e sanguinosi<br />

scontri del fronte occidentale tra l’esercito<br />

francese e quello tedesco. Iniziò il 21<br />

UNA CALDA DISCUSSIONE<br />

febbraio 1916 e terminò nel dicembre<br />

dello stesso anno.<br />

Per ricostruire quel terribile odore sono<br />

stati utilizzati dati storici e le lettere dei<br />

soldati. La composizione: un misto di cadaveri<br />

di cavalli e di uomini, di sporcizia,<br />

SUL CALDO<br />

di fango, di sudore, di legno umido, di<br />

pioggia, di polvere di cannone e di gas. Un<br />

risultato tanto disgustoso che ai visitatori<br />

del museo che lo vogliono annusare<br />

Da anni bisticcio viene fornito con un secchio, nel mio caso probabile<br />

in cui provocasse il vomito.<br />

marito<br />

riguardo la temperatura<br />

che dovremmo avere in casa.<br />

Io insisto con 18-20 gradi in<br />

inverno e 24 d’estate. Lui mi<br />

dà contro: a 18 gradi in casa ci<br />

sono i pinguini, dice, e soprattutto<br />

“perché d’inverno si<br />

deve stare a 18 e d’estate a 24<br />

gradi? Se d’estate dobbiamo<br />

stare a 24, allora anche d’inverno<br />

vanno bene i 24”.<br />

Chi ha ragione?<br />

S. Presenti,<br />

via facebook.com/focus.it<br />

Stesso cognome significa Dna simili?<br />

Getty Images<br />

Nelle abitazioni, per quanto<br />

riguarda il riscaldamento c’è<br />

una legge che fissa il limite<br />

massimo di temperatura a 20<br />

°C con due gradi di tolleranza<br />

(perciò da 18 a 22 °C). La norma,<br />

integrata da decreti che<br />

stabiliscono il periodo e il numero<br />

di ore di accensione della<br />

caldaia, nasce da esigenze<br />

analoghe a quelle che hanno<br />

portato all’ora legale, ossia il<br />

risparmio energetico. Nelle<br />

grandi città ha ricadute anche<br />

sulla qualità dell’aria.<br />

La tolleranza di due gradi garantisce<br />

il comfort di ambienti<br />

differenti ( bagno, camera...),<br />

che possono essere mantenuti<br />

a temperature diverse. Le regole<br />

non sono identiche per<br />

l’intero territorio nazionale: il<br />

suo amministratore di condominio<br />

può certamente darle<br />

altri dettagli. Quanto alla differenza<br />

estate-inverno è anche<br />

questione di benessere, e per il<br />

bene suo, del suo portafogli e<br />

anche dell’ambiente, sarebbe<br />

Spl/Contrasto<br />

CONDOMINIO<br />

O. Petolla <strong>Focus</strong>.it è un sito che ci arricchisce<br />

e in cui si impara sempre qualcosa: grazie!<br />

Regole chiare evitano liti tra condomini. Resta l’incognita<br />

delle tre porte: solo una nasconde il tesoro... (DeArk)<br />

meglio mantenere, in estate,<br />

una differenza di temperatura<br />

massima di 4-6 °C con l’esterno<br />

(vedi anche rubrica In numeri,<br />

ultima pagina).<br />

PROFESSIONE:<br />

ESSERE UMANO<br />

Io e alcuni compagni del corso<br />

di laurea in Scienze Psicologiche<br />

della Personalità abbiamo<br />

avviato uno studio sulle<br />

problematiche attinenti la<br />

crisi del lavoro. La teoria da<br />

cui siamo partiti è l’identificazione<br />

che l’individuo crea<br />

con il proprio lavoro, portandolo<br />

a presentarsi come<br />

“commerciante, imprenditore,<br />

commessa” e non come<br />

“Mario, padre di / amante di /<br />

appassionato di”.<br />

Abbiamo visto come questo<br />

legame diventi fattore di rischio<br />

quando il lavoro viene<br />

meno, portando la persona a<br />

percepire la sua identità sociale<br />

come persa e a chiedersi<br />

“chi sono senza il mio lavoro?”.<br />

Abbiamo anche girato un video<br />

(http://bit.ly/1neUYbs)<br />

che invita a pensare a sé in<br />

modo differente: il lavoro sarà<br />

presentato al Padova Pride<br />

Village il 24 luglio.<br />

N. Furlanis,<br />

via facebook.com/focus.it<br />

CON I RAGNI NELLA TESTA<br />

Soffro troppo di aracnofobia!<br />

Vedere un ragno anche a distanza<br />

mi paralizza; se colgo<br />

un movimento su di una parete,<br />

mi prende una crisi di panico.<br />

Che cosa posso fare?<br />

G. Rossi,<br />

via facebook.com/focus.it<br />

L’aracnofobia è la paura dei<br />

ragni e come tutte le fobie è un<br />

disturbo psicologico: è molto<br />

diffuso, ha una grande varietà<br />

di cause individuali e a seconda<br />

della gravità può incidere in<br />

modo serio sulla qualità della<br />

vita, fino a essere invalidante.<br />

Per fortuna è anche abbastanza<br />

facile superarlo, ma occorre<br />

affidarsi a uno specialista e<br />

affrontare la psicoterapia: in<br />

11<br />

clic in un giorno sul<br />

post Facebook su<br />

mancini e mancinismo.<br />

mila<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 147


L’INTELLIGENZA CRESCE<br />

GIOCANDO<br />

Scopri LITTLE SMILING MINDS:<br />

un progetto educativo che unisce il gioco<br />

all’apprendimento, basato sui più innovativi studi in<br />

materia di educazione e psicologia cognitiva. Attraverso le<br />

app ideate e realizzate per i più piccoli, i bambini giocano<br />

e imparano la matematica già in età pre-scolare. E anche<br />

i genitori sono direttamente coinvolti nel percorso<br />

di apprendimento: accedendo a un’area esclusiva a loro<br />

dedicata possono seguire i progressi del proprio bimbo<br />

e trovare consigli e<br />

approfondimenti per aiutarlo<br />

a sviluppare la sua<br />

intelligenza numerica.<br />

“Il gioco è uno strumento eccellente per rendere<br />

l’apprendimento divertente ed efficace”<br />

Prof. Daniela Lucangeli<br />

autore contenuti scientifici del progetto Little Smiling Minds<br />

(Psicologia dello sviluppo e dell’educazione<br />

Università di Padova)<br />

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Scarica Contabosco e Contamare, le app che trasformano<br />

la matematica in gioco.<br />

● Dedicata ai bambini 3-6 anni ● Sezione genitori ● Consigli sull’apprendimento<br />

www.littlesmilingminds.com


My<strong>Focus</strong><br />

Commenti, post<br />

Luisa G. Non c’è relazione tra vaccini e<br />

autismo: perché credere a questa bufala?<br />

CURIOSITÀ COSMICA<br />

Sole, fermati!<br />

Salve redazione di <strong>Focus</strong>, ho una domanda da farvi: un personaggio<br />

biblico, Giosuè, ordinò al Sole e alla Luna di fermarsi, cosa che stando<br />

alla Bibbia accadde. Anche sapendo che è la Terra a muoversi e non il<br />

Sole, un evento del genere è scientificamente possibile?<br />

Marco S. G., da Facebook<br />

Lei si riferisce a un passo del Libro di Giosuè (GS 10, 12-14). Dal punto di vista<br />

dell’astronomia è difficile immaginare che possa mai essere accaduto. Oggi<br />

sappiamo che è la Terra a girare attorno al Sole (moto di rivoluzione). Se mai il<br />

Sole si fosse fermato nel suo moto apparente, ossia relativo a un osservatore<br />

(noi) sulla superficie del pianeta, e se ciò fosse successo così, più o meno<br />

all’istante... be’, provi a immaginare che cosa può succedere agli occupanti di<br />

un veicolo che, viaggiando a più di 100 mila km l’ora (è la velocità della Terra<br />

attorno al Sole, che le permette di percorre un’orbita in un anno), si fermi<br />

improvvisamente, come un’auto contro un muro. L’evento avrebbe sparato<br />

nello spazio tutto ciò che stava in superficie fino a chilometri di profondità,<br />

anche tenuto conto della resistenza dovuta alla forza di gravità. Naturalmente<br />

questa è scienza – molto semplificata, ma scienza – e nulla può aggiungere<br />

sulla fede (fiducia) di chi ritiene che in quell’occasione sia stato il tempo a<br />

essersi fermato o che una volontà divina sia intervenuta.<br />

Il fascino<br />

intramontabile<br />

dell’isola deserta<br />

Rosalba, ci facciamo abbandonare qui?<br />

La preghiera a Rosalba per una vita da novelli<br />

Robinson, su di un’isola deserta e lontana dalla<br />

civiltà, apre un dibattito in difficile equilibrio tra<br />

ironia e desiderio: dì la tua su http://bit.ly/<br />

nuovi-robinson<br />

Adam White/Nature Picture Library/contrasto<br />

genere il problema si risolve<br />

con una decina di sedute.<br />

SOPRA A FERRARA<br />

Che cosa lascia quella scia e<br />

perché è così piegata?<br />

Marco W. F., da Facebook<br />

La fotografia è abbastanza nitida<br />

da permettere di riconoscere,<br />

grazie al dettaglio del<br />

segmento integro della scia, un<br />

aereo bireattore. La normale<br />

quota di volo di questa classe<br />

di apparecchi è compresa tra i<br />

10 e i 12 mila metri, ossia attorno<br />

alla linea di confine della<br />

tropopausa, la fascia al di sotto<br />

della quale avvengono i fenomeni<br />

atmosferici. In quell’area<br />

soffiano venti forti e vi sono<br />

le cosiddette correnti a getto,<br />

corridoi d’aria che viaggia tra<br />

i 100 e i 160 km l’ora a seconda<br />

della latitudine e della stagione.<br />

Le scie di condensazione<br />

possono perciò essere deviate.<br />

Visti per<br />

strada<br />

Lopdom<br />

Scozia,<br />

Paese<br />

di vecchi.<br />

I NOSTRI ERRORI<br />

Su <strong>Focus</strong> Domande &<br />

Risposte 40, a proposito di<br />

“Quante stelle nascono ogni<br />

giorno” c’è un piccolo<br />

pasticcio di numeri: il<br />

corretto valore (stimato,<br />

è naturale) è di circa 400<br />

milioni al giorno.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 149


My<strong>Focus</strong><br />

La fotocommunity i.focus.it<br />

Carmen G. Sulla bellezza femminile,<br />

secondo me il velo aggiunge fascino.<br />

“Bio-foto”:<br />

la natura al naturale<br />

C’è un modo di fare fotografia che sia<br />

discreto, attento all’ambiente, rispettoso<br />

di ciò che andrà a comporre il quadro? Per noi<br />

sì, e giocando con un poco di ironia sulle tante<br />

complicazioni quotidiane l’abbiamo chiamato<br />

“bio-foto”, la fotografia biologica d.o.c.<br />

È l’etichetta giusta per la posa inattesa<br />

catturata da criss1986, l’idea fulminante dello<br />

show di “lato b” di 47augusto, i fotogrammi in<br />

volo di gabriele.pardini...<br />

In queste due pagine ospitiamo una piccola<br />

selezione delle “foto del mese” scelte tra quelle<br />

che, a nostro giudizio, sono le migliori immagini<br />

pubblicate online su i.focus.it, la community<br />

dei lettori e degli amici di <strong>Focus</strong>. Questi e gli<br />

altri scatti della selezione diventano una galleria<br />

fotografica (http://www.focus.it/letuefoto)<br />

dove trovano spazio anche le didascalie e i<br />

commenti degli autori.<br />

1<br />

150 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


My<strong>Focus</strong><br />

Marcello O. Virus mortali? Uccidono<br />

di più il fumo, l’alcol, l’obesità...<br />

2<br />

3<br />

Concorsi<br />

fotografici<br />

<strong>2014</strong>:<br />

la mia<br />

estate<br />

4<br />

Estate e vacanze:<br />

due mesi di tempo<br />

per 5 foto! Partecipa<br />

alla settima tappa dei<br />

concorsi <strong>2014</strong>: vedi<br />

regolamento e premi su<br />

www.focus.it/concorsi<br />

1<br />

criss1986<br />

(Cristina Mauri)<br />

La smorfia<br />

2<br />

gabriele.pardini<br />

(G. Pardini)<br />

Alternanze naturali<br />

3<br />

47augusto<br />

(Augusto<br />

Bortolazzo)<br />

Le Tre Grazie<br />

4<br />

bradipo74<br />

(Luca Germi)<br />

Anatra mandarina<br />

5<br />

Chiara801<br />

Faccia a faccia<br />

5<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 151


Relax<br />

Fotofollie<br />

Anche i bruchi, nel loro piccolo...<br />

... danno spettacolo.<br />

Ci sarà tempo per<br />

diventare farfalle.<br />

Abbiamo visto tante immagini della<br />

metamorfosi dei bruchi, fase larvale dei<br />

lepidotteri che si trasformeranno in farfalle.<br />

Ma non è stupefacente anche questo<br />

neonato di aurora (Anthocharis<br />

cardamines), che si affaccia al mondo dal<br />

suo minuscolo uovo? Subito dopo la<br />

nascita, il bruco, lungo pochi millimetri, ha<br />

iniziato a sfamarsi divorando il guscio<br />

vuoto. Continuerà a crescere, fino alla<br />

metamorfosi, cibandosi dei fiori della<br />

pianta che lo ospita.<br />

Lo spettacolo è stato catturato dalla<br />

fotografa Kim Taylor in un giardino inglese.<br />

Caters/Ipa (4)<br />

theawkwardyeti.com/<br />

Sorrisi<br />

Hei, non ti sento più,<br />

sto entrando<br />

in un capillare!<br />

Problemi di rete sul servizio<br />

telefonico interno<br />

Shutterstock (2)<br />

Animali<br />

Le leggi matematiche<br />

della pipì<br />

Che cos’hanno in comune un elefante, una capra,<br />

una vacca e un cane, oltre al fatto di essere tutti<br />

mammiferi? Ce lo rivela una ricerca del Georgia<br />

Institute of Technology di Atlanta (Usa), condotta da<br />

Patricia Yang: ci mettono più o meno lo stesso<br />

tempo per fare pipì, 21 secondi. E il risultato non<br />

cambia se l’animale è maschio o femmina, se pesa<br />

400 kg o 40. Partendo da questa osservazione,<br />

i ricercatori hanno provato a combinare, per ogni<br />

animale, i dati<br />

relativi alla massa<br />

e alla pressione<br />

della vescica, oltre<br />

che alla lunghezza<br />

dell’uretra e alla<br />

forza di gravità.<br />

Risultato? Il primo<br />

modello matematico<br />

del sistema urinario<br />

dei mammiferi.<br />

152 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


Scienza quotidiana<br />

Cara, dammi quella torta o ti infilzo con il voodoo!<br />

Le diete troppo rigide non fanno bene<br />

al matrimonio. Secondo alcuni<br />

scienziati, infatti, quando i livelli di<br />

zucchero nel sangue sono bassi le<br />

persone diventano più aggressive e pronte<br />

al litigio. Lo dicono i ricercatori<br />

della Ohio State University (Usa),<br />

guidati dallo psicologo Brad<br />

Bushman, insieme a colleghi<br />

dell’Università del Kentucky<br />

e di quella del Nord Carolina,<br />

che hanno esaminato 107<br />

coppie sposate. I partecipanti allo<br />

studio hanno ricevuto una<br />

“bambolina voodoo” che rappresentava il<br />

coniuge, insieme a 51 spilli. Il compito era<br />

quello di infilzare uno spillo ogni volta che<br />

si sentivano arrabbiati con il partner e di<br />

misurarsi i livelli di glucosio nel sangue al<br />

mattino prima di colazione e alla sera<br />

prima di coricarsi, per 21 giorni. È emerso<br />

che più bassi erano i livelli di glucosio nel<br />

sangue alla sera, più spilli erano stati<br />

conficcati. Mentre chi aveva livelli più alti<br />

di glucosio aveva meno scatti d’ira. Il<br />

motivo? Secondo Bushman, il glucosio<br />

fornisce al cervello l’energia che gli<br />

occorre per esercitare l’autocontrollo.<br />

Sapevi che... ?<br />

Notizie curiose da<br />

raccontare agli amici<br />

Come si dice “click” in Corea?<br />

Il cervello dei calamari giganti è<br />

fatto a forma di ciambella e circonda<br />

l’esofago. Se l’animale mangia<br />

qualcosa di troppo grosso, rischia<br />

danni cerebrali.<br />

bulgaro<br />

inglese<br />

“Signor Watson venga qui, voglio<br />

vederla”. Fu questa la prima frase<br />

pronunciata al telefono da Alexander<br />

Bell, il 10 marzo 1876. Watson,<br />

collega dell’inventore, era alla<br />

cornetta nella stanza accanto.<br />

A proposito: gli americani hanno<br />

ammesso solo di recente che il primo<br />

inventore del telefono non fu Bell ma<br />

il nostro Antonio Meucci.<br />

coreano<br />

L’ortoressia viene definita da<br />

alcuni studiosi come una forma<br />

esagerata di attenzione al cibo sano e<br />

alle regole alimentari.<br />

Victor Lustig è un personaggio<br />

molto noto in Francia (gli fu anche<br />

dedicato un film): spacciandosi per<br />

un funzionario statale, nel 1925 riuscì<br />

a vendere la Tour Eiffel a dei<br />

commercianti di ferraglia.<br />

Il castello di sabbia più alto del<br />

mondo, secondo il Guinness dei<br />

primati, fu costruito nel maggio 2011<br />

su una spiaggia del Connecticut<br />

(Usa). Misurava 11,53 metri.<br />

tailandese<br />

estone<br />

polacco<br />

Illustrazione James Chapman<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 153


Sai far tutto papà!<br />

Lo dice anche la mamma<br />

Il sito leader della nuova generazione di mamme e papà<br />

Il magazine on line dedicato ai genitori 2.0 che offre ogni giorno informazioni autorevoli,<br />

esperti on line, servizi dedicati e tanto divertimento. Scopri anche il blog multiautore delle<br />

Mammenellarete, la WebTv e condividi con la vivacissima community le tue storie più<br />

emozionanti e i tuoi video più divertenti. A farli diventare virali ci pensiamo noi!<br />

Seguici anche su


Relax<br />

Brain Trainer, ginnastica per la mente<br />

Catena di parole a tappe<br />

Ricostruisci il giusto ordine delle trentuno parole della<br />

catena. Ogni nove, una è già scritta (oltre a quella di partenza<br />

e di arrivo) per permettere al solutore di non deragliare.<br />

Qui sotto l’elenco in ordine alfabetico delle parole da inserire.<br />

ARMI<br />

BAGAGLI<br />

BANCA<br />

BANDIERA<br />

BIGLIETTO<br />

BOTTIGLIA<br />

room<br />

La sfinge... coi baffi!<br />

Conosci le regole dell’enigmistica classica? Dimenticale, questa è<br />

enigmistica bizzarra! In ciascuno dei due testi qui sotto ci sono<br />

due parole nascoste. Il titolo di ogni enigma suggerisce, in modo<br />

volutamente criptico, come trasformare la prima parola nella<br />

seconda. Ricorda che a ogni “x” corrisponde una lettera (vanno<br />

inserite nelle caselle sotto a ogni quesito) e che i testi sono in rima.<br />

Scarto di numero<br />

(es. viottoli, vili)<br />

IL DENTE DEL GIUDIZIO<br />

Ho paura quando vado dal dentista<br />

vedo il trapano e inizio a... xxxxxxxxx<br />

lui mi dice “fermo, prego!” una svista<br />

e potrebbe frantumare il mio xxxxxx!<br />

Scarto di numeri romani<br />

(es. marxismo, arso)<br />

HO SCOMMESSO SUI 300 A OSTACOLI<br />

È già in testa il veloce xxxxxxxxx<br />

nella gara lui è già avanti qualche metro<br />

poi di colpo inciampa e cade, ma che xxxxxx!<br />

La vittoria va in frantumi come un vetro.<br />

CALZA<br />

CAVALLO<br />

CONTROLLO<br />

CORONA<br />

DENTE<br />

DEPOSITO<br />

FEBBRE<br />

FERRO<br />

GIALLA<br />

GIORNO<br />

GIUDIZIO<br />

MAGLIA<br />

MILLE<br />

NOTTE<br />

QUALITÀ<br />

ROSA<br />

SALTO<br />

TAPPO<br />

TEA<br />

VINO<br />

VISITA<br />

asta<br />

porto<br />

garibaldi<br />

Bunny Bond<br />

L’affascinante cugina del più noto James<br />

lavora per un’agenzia senza nome come<br />

esperta di codici segreti. Ecco due casi<br />

da risolvere di difficoltà crescente.<br />

il sole. Bunny Bond ha già<br />

scoperto il codice di sei cifre per<br />

accedere a un tablet criptato, e se l’è<br />

segnato sul cellulare... in modo che<br />

non sia subito visibile se dovesse<br />

cadere in mani nemiche!<br />

Per ricordarsi il codice ha scritto<br />

“CERCA IL SOLE ROVESCIATO”<br />

e ha riportato questo numero.<br />

Riesci a trovare il numero di sei<br />

cifre suggerito dal messaggio?<br />

GIUSTO O SBAGLIATO? Bunny è quasi certa di aver scovato<br />

il codice di accesso per una base segreta in Antartide.<br />

L’ha inviato all’agenzia per chiedere se secondo loro il codice è<br />

corretto. L’agenzia ha risposto con questo strano messaggio<br />

cifrato. Secondo te il messaggio vuol dire che il codice di<br />

accesso è giusto o sbagliato?<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 155


Stato patrimoniale al 31 dicembre 2013<br />

ATTIVO (Valori in Euro)<br />

Attività immateriali 8.513<br />

Investimenti immobiliari<br />

Terreni e fabbricati<br />

Impianti e macchinari<br />

Altre immobilizzazioni materiali 484.784<br />

Immobili, impianti e macchinari 484.784<br />

Partecipazioni contabilizzate al costo 3.297.222<br />

Altre partecipazioni<br />

Totale partecipazioni 3.297.222<br />

Attività finanziarie non correnti 2.143.895<br />

Attività per imposte anticipate 2.126.500<br />

Altre attività non correnti<br />

TOTAle ATTIVITà nOn cOrrenTI 8.060.914<br />

Crediti tributari 5.803.011<br />

Altre attività correnti 445.172<br />

Rimanenze<br />

Crediti commerciali 87.516.696<br />

Altre attività finanziarie correnti 551.418<br />

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti 2.557<br />

TOTAle ATTIVITà cOrrenTI 94.318.854<br />

Attività destinate alla dismissione<br />

TOTAle ATTIVO 102.379.768<br />

mOnDADOrI PuBBlIcITà S.p.A.<br />

Sede: Milano - Via Bianca di Savoia, 12 - Capitale Sociale Euro 3.120.000,00<br />

Iscritta al Tribunale di Milano n. 08696660151 - Codice Fiscale 08696660151<br />

Società con unico azionista - Società soggetta ad attività di direzione<br />

e coordinamento da parte di Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.<br />

Pubblicazione a norma della Legge 5 <strong>Agosto</strong> 1981 n. 416 e successive modificazioni<br />

Il presente bilancio è redatto secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS<br />

PASSIVO (Valori in Euro)<br />

Capitale sociale 3.120.000<br />

Riserva sovrapprezzo azioni<br />

Altre riserve e risultati portati a nuovo 6.908.929<br />

Utile (perdita) dell’esercizio -15.414.060<br />

TOTAle PATrImOnIO neTTO -5.385.131<br />

Fondi 5.054.037<br />

Indennità di fine rapporto 2.241.288<br />

Passività finanziarie non correnti<br />

Passività per imposte differite 29.431<br />

Altre passività non correnti<br />

TOTAle PASSIVITà nOn cOrrenTI 7.324.756<br />

Debiti per imposte sul reddito<br />

Altre passività correnti 5.418.471<br />

Debiti commerciali 67.452.880<br />

Debiti verso banche e altre passività finanziarie 27.568.792<br />

TOTAle PASSIVITà cOrrenTI 100.440.143<br />

Passività destinate alla dismissione<br />

TOTAle PASSIVO 102.379.768<br />

elencO Delle TeSTATe SerVITe<br />

• AUTOMOBILE CLUB • EVO<br />

• CAMBIO PANORAMAUTO • FAMIGLIA CRISTIANA<br />

• CASAFACILE • FLAIR<br />

• CASABELLA • FOCUS<br />

• CHI • FOCUS D & RISPOSTE<br />

• CIAK SI GIRA • FOCUS EXTRA<br />

• CONFIDENZE TRA AMICHE • FOCUS JUNIOR<br />

• CUCINA MODERNA • FOCUS PICO<br />

• CUCINA MODERNA ORO • FOCUS SPECIALI<br />

• CUCINA NO PROBLEM • FOCUS WILD<br />

• DONNA MODERNA • GEO<br />

conto economico esercizio 2013 (Valori in Euro)<br />

ricavi delle vendite e delle prestazioni 141.610.275<br />

Variazione delle rimanenze<br />

Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci<br />

Costi per servizi -147.370.160<br />

Costo del personale -9.311.291<br />

Oneri (proventi) diversi -5.051.160<br />

mArgIne OPerATIVO lOrDO -20.122.336<br />

Ammortamenti e perdite di valore di immobili, impianti e macchinari -103.615<br />

Ammortamenti e perdite di valore delle attività immateriali -5.377<br />

rISulTATO OPerATIVO -20.231.328<br />

Proventi (oneri) finanziari -747.566<br />

Proventi (oneri) da altre partecipazioni<br />

rISulTATO PrImA Delle ImPOSTe -20.978.894<br />

Imposte sul reddito 5.564.834<br />

rISulTATO neTTO -15.414.060<br />

• GRAZIA • PROMETEO<br />

• GRAZIACASA • SALE & PEPE<br />

• GUIDA CUCINA • SORRISI IN TAVOLA<br />

• GUIDA TV • STARBENE<br />

• IL FOGLIO • TELEPIÚ<br />

• IL MEGLIO DI SALE & PEPE • TU STYLE<br />

• INTERNI • TV SORRISI E CANZONI<br />

• MEN’S HEALTH • TV SORRISI CANZONI E SALUTE<br />

• PANORAMA • VERDE FACILE<br />

• PANORAMA ICON • VIVERE IN ARMONIA<br />

• PC PROFESSIONALE


Cruci<strong>Focus</strong> Brasile<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />

13 14 15<br />

16 17<br />

18 19 20 21 22<br />

23 24 25 26 27<br />

28 29 30 31 32 33<br />

34 35 36 37 38<br />

39 40 41 42 43<br />

44 45<br />

46 47 48 49<br />

50 51 52 53 54 55<br />

56 57 58 59 60 61 62<br />

63 64 65 66<br />

67 68 69 70 71<br />

72 73 74 75<br />

76 77 78<br />

79 80<br />

81 82 83 84<br />

85 86<br />

ORIZZONTALI: 1 Ogni anno<br />

impazza per le strade di Rio<br />

de Janeiro - 9 Fine - 13 La<br />

Grecia ai tempi di Omero - 14<br />

Lo stadio della finale di Coppa<br />

del Mondo - 16 Quadrato<br />

per pugili - 17 Arte marziale<br />

brasiliana - 18 Iniziali di Diderot<br />

- 19 Un libro del Pentateuco<br />

- 21 Ayrton, campione<br />

brasiliano di Formula Uno<br />

- 23 Vocali di fondo - 24 Il<br />

monogramma di Cocciante<br />

- 26 Emma che canta (iniz.)<br />

- 28 Vo Nguyen, generale<br />

nord-vietnamita - 30 Rende<br />

liscia la pelle della faccia - 34<br />

Iniziali della Fallaci - 36 Lo<br />

Stato più esteso del Brasile<br />

- 38 Diventa capitano se promosso<br />

(abbr.) - 39 Iniziali di<br />

Ughi - 41 La capitale del Brasile<br />

progettata da Oscar Niemeyer<br />

- 43 I confini dell’<strong>Italia</strong><br />

- 44 La capitale dello Stato di<br />

Santa Catarina - 46 Il dittongo<br />

del poeta - 47 L’albero coi<br />

caschi - 48 Boa... senza testa<br />

- 49 Una sigla a piè di lettera<br />

- 50 Assicurazione per veicoli<br />

(sigla) - 52 Simbolo del tantalio<br />

- 53 Giudice d’Israele - 55<br />

La città al 27 verticale<br />

Nei sogni e nelle utopie - 56<br />

Picchiatello - 59 Vivace ballo<br />

americano degli anni Venti -<br />

63 Iniziali di Vecchioni - 64<br />

Codice per bancomat - 66<br />

Inattivo - 67 Spike regista -<br />

69 Quartiere di baracche alla<br />

periferia delle metropoli brasiliane<br />

- 71 La moneta del Brasile<br />

- 72 Lo scrittore Vittorini<br />

(iniz.) - 73 Porto del Brasile<br />

- 74 Monosillabo dubitativo<br />

- 75 Introduce un’ipotesi - 76<br />

Titolo di imperatori russi - 77<br />

Un mollusco dei Bivalvi - 79<br />

Particella pronominale - 80<br />

Redux/Contrasto<br />

Alto dignitario etiopico - 81<br />

Grosso serpente delle foreste<br />

brasiliane - 85 La terza<br />

città più popolosa del Brasile<br />

- 86 Dani, difensore carioca<br />

(iniz.).<br />

VERTICALI: 1 Il predecessore<br />

di Lula alla presidenza del<br />

Brasile - 2 Sostanza corrosiva<br />

- 3 Film di Kurosawa - 4 Nazione<br />

africana alla Coppa del<br />

Mondo - 5 Spagna e Austria<br />

- 6 Jorge, narratore brasiliano<br />

- 7 Il Gianni poeta e amico<br />

di Dante - 8 Fu amata da<br />

Leandro - 9 Effimere tracce<br />

- 10 Blocchetto di assegni - 11<br />

Secondogenito di Giuda - 12<br />

Palermo - 15 Moneta bronzea<br />

dell’antica Roma - 17 Poco...<br />

coraggioso - 20 Barattato -<br />

22 Seguono rotte celesti - 25<br />

Suddivisione della legione romana<br />

- 27 La città brasiliana<br />

detta “la Parigi dei Tropici”<br />

- 29 Fiume e Stato del Brasile<br />

- 30 Finestra circolare - 31<br />

Fu sede del governo della Repubblica<br />

Sociale - 32 Rifugio...<br />

politico - 33 Antico do<br />

- 35 La mascotte della Coppa<br />

del Mondo di calcio - 37 Culla<br />

di una volta - 40 Mezzo uovo<br />

- 42 Cortile colonico - 44 Capitale<br />

dello Stato di Ceará - 45<br />

Iniziali di Benigni - 49 Per i<br />

Latini era il sentimento che<br />

induce a rispettare e amare il<br />

prossimo - 51 Lo Stato più occidentale<br />

del Brasile - 54 Cetaceo<br />

del Rio delle Amazzoni<br />

- 55 Il sacco della cornamusa<br />

- 57 Veloso, musicista brasiliano<br />

(iniz.) - 58 L’ala sinistra<br />

del Brasile nel 1970 - 60 EuroNight<br />

- 61 Inizia all’imbrunire<br />

- 62 Il calciatore brasiliano<br />

più famoso - 64 Mette fine<br />

alle ostilità - 65 Armstrong<br />

astronauta - 68 Con Adamo<br />

nell’Eden - 69 Sforzo impegnativo<br />

- 70 Il fiume francese<br />

famoso per i castelli - 74<br />

Felipe, pilota brasiliano ex<br />

della Ferrari - 78 La Namibia<br />

nel Web - 79 Cavaliere (abbr.)<br />

- 81 Iniziali della Argento -<br />

82 I Paesi Bassi (sigla) - 83 Lo<br />

stesso che oppure - 84 Dottore<br />

in due lettere.<br />

<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 157


Relax<br />

Brain Trainer, ginnastica per la mente<br />

Al cinema<br />

Abbina le<br />

citazioni al film<br />

da cui sono<br />

tratte.<br />

Le lettere<br />

corrispondenti,<br />

lette di seguito,<br />

daranno una<br />

definizione del<br />

fantastico<br />

mondo dei<br />

lungometraggi.<br />

1 Lei parla indostano?<br />

No? Non si è<br />

perso niente.<br />

2 Stai parlando<br />

con me?<br />

3 Ci serve<br />

una barca<br />

più grossa.<br />

4 Gli farò un’offerta<br />

che non potrà<br />

rifiutare.<br />

5 Quello che ha preso<br />

la signorina.<br />

b Passaggio in India<br />

d Hollywood party<br />

c The millionaire<br />

a Fight club<br />

e Parla con lei<br />

o Taxi Driver<br />

s Titanic<br />

t Master & Commander<br />

p Lo squalo<br />

p Il padrino<br />

t Io non ho paura<br />

s Johnny Stecchino<br />

o Pretty woman<br />

i Harry ti presento Sally<br />

a Soul kitchen<br />

6 Non è tuo padre,<br />

ascolta la mia voce...<br />

io sono tuo padre.<br />

7 Carogna! Schifoso!<br />

Prendi me!<br />

Entra dentro di me!<br />

8 Sono il re<br />

del mondo.<br />

9 Cascasse il mondo,<br />

quell’aereo<br />

non deve cascare.<br />

10 Quando il gioco si<br />

fa duro, i duri<br />

cominciano a giocare.<br />

a<br />

i<br />

e<br />

l<br />

r<br />

t<br />

i<br />

o<br />

a<br />

l<br />

r<br />

s<br />

e<br />

o<br />

a<br />

Face/off<br />

L’ultimo imperatore<br />

Pinocchio<br />

Poltergeist<br />

Il miglio verde<br />

L’esorcista<br />

Anna and the king<br />

Titanic<br />

Il re leone<br />

Air force one<br />

L’aereo più pazzo del...<br />

Final destination<br />

Animal house<br />

Shrek<br />

Sherlock Holmes<br />

Soluzioni dei giochi<br />

Vuoi continuare a giocare? Scopri<br />

il <strong>Focus</strong> Quiz online www.focus.it/quiz<br />

Catena di parole<br />

Room; tea; rosa; maglia; calza;<br />

ferro; cavallo; febbre; gialla;<br />

bandiera; asta; salto; qualità;<br />

controllo; visita; biglietto; banca;<br />

deposito; bagagli; armi; porto; vino;<br />

bottiglia; tappo; corona; dente;<br />

giudizio; giorno; notte; mille;<br />

Garibaldi.<br />

Bunny Bond<br />

il sole. Rovesciando<br />

l’immagine si può leggere al<br />

centro una sequenza che<br />

riporta la scritta “IL SOLE”.<br />

La sequenza corrisponde<br />

al numero “370571”,<br />

che è il codice cercato.<br />

GIUSTO O SBAGLIATO? Il codice<br />

è giusto; infatti le iniziali delle figure<br />

(Cerchio, Ottagono, Rombo,<br />

Rettangolo, Esagono, Triangolo,<br />

Trapezio, Ottagono) lette di seguito<br />

indicano che il codice è CORRETTO.<br />

Autori dei giochi:<br />

Lucio Bigi, Silvano Sorrentino, studiogiochi<br />

Cruci<strong>Focus</strong> Brasile<br />

Hai risolto correttamente il Cruci<strong>Focus</strong>?<br />

C A R N E V A L E S C O P O<br />

A C A I A M A R A C A N A<br />

R I N G C A P O E I R A<br />

D D E S O D O S E N N A<br />

O O R C O M E E M<br />

S G I A P R A S A T U R A<br />

O F A M A Z O N A S T E N<br />

U U B R A S I L I A I A<br />

F L O R I A N O P O L I S U<br />

O E B A N A N O O A P S<br />

R C A T A E L I O I<br />

T O C C O R O N E S T E P<br />

A R V P I N I N E R T E<br />

L E E F A V E L A R E A L<br />

E V M A C E I O M A S E<br />

Z A R T E L L I N A<br />

A C I I R A S<br />

A N A C O N D A S<br />

S A L V A D O R D A<br />

La sfinge... coi baffi!<br />

Scarto di numero:<br />

tremolare/molare.<br />

Scarto di numeri romani:<br />

corridore/orrore.<br />

Al cinema<br />

1. Hollywood party, 1968,<br />

Blake Edwards, con Peter Sellers.<br />

2. Taxi Driver, 1976, Martin Scorsese,<br />

con Jodie Foster, Robert De Niro,<br />

Cybill Shepherd, Peter Boyle.<br />

3. Lo squalo, 1975, Steven Spielberg,<br />

con Roy Scheider e Richard Dreyfuss.<br />

4. Il padrino, 1972, Francis Ford<br />

Coppola, con Marlon Brando,<br />

Al Pacino, James Caan.<br />

5. Harry ti presento Sally, 1989, Rob<br />

Reiner, con Billy Crystal e Meg Ryan.<br />

6. Face/off, 1997, John Woo, con<br />

John Travolta e Nicolas Cage.<br />

7. L’esorcista, 1973, William Friedkin,<br />

con Max von Sydow e Linda Blair.<br />

8. Titanic, 1997, James Cameron, con<br />

Leonardo DiCaprio e Kate Winslet.<br />

9. L’aereo più pazzo del mondo, 1980,<br />

Zucker-Abrahams-Zucker, con Leslie<br />

Nielsen, Kareem Abdul-Jabbar.<br />

10. Animal House, 1978, John Landis,<br />

con John Belushi, Kevin Bacon.<br />

La parola è DOPPIATORE.<br />

158 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


informazioni<br />

dalle aziende<br />

APT SERVIZI<br />

Le terre<br />

DeL monteFeLtro<br />

Per romagnoli e marchigiani<br />

c’è qualcosa di familiare in<br />

alcuni dipinti di Piero della<br />

Francesca e Leonardo da<br />

Vinci. Sono i paesaggi che<br />

fanno capolino dietro ritratti<br />

che hanno attraversato il<br />

tempo e lo spazio, facendosi<br />

ammirare in tutto il mondo.<br />

La sensazionale scoperta è<br />

stata fatta qualche anno fa<br />

da Rosetta Borchia e Olivia<br />

Nesci. Per sentirsi parte di<br />

queste opere d’arte e andare<br />

alla scoperta delle splendide<br />

terre del Montefeltro sono<br />

stati predisposti “balconi” attrezzati, visite guidate, teatro e aperitivi sul paesaggio d’arte<br />

e una speciale segnaletica. Info: www.montefeltroveduterinascimentali.eu<br />

CAE<br />

muLti HazarD sYstem<br />

Dati recenti mostrano una relazione<br />

virtuosa tra l’evolversi delle reti<br />

di monitoraggio e la diminuzione<br />

di vittime per fenomeni atmosferici<br />

estremi. Le moderne reti<br />

di monitoraggio in tempo reale<br />

forniscono previsioni sempre<br />

più precise, e grazie ad esse le<br />

operazioni di messa in sicurezza<br />

possono scattare tempestivamente.<br />

Per offrire un monitoraggio all’avanguardia, CAE, società leader in <strong>Italia</strong> nella realizzazione<br />

di reti di monitoraggio in tempo reale, ha realizzato il Multi Hazard System, una tecnologia<br />

capace di monitorare tutti i fattori di rischio di un territorio e quindi la soluzione più<br />

idonea per la salvaguardia del territorio e delle popolazioni.<br />

CANNAMELA<br />

insaPoritori<br />

ioDati e<br />

iPosoDici<br />

cannameLa<br />

3 Buoni<br />

motivi Per<br />

scegLierLi<br />

Questi insaporitori<br />

Cannamela hanno<br />

un ridotto contenuto<br />

di sale rispetto ad un<br />

insaporitore tradizionale;<br />

sono a base di sale<br />

iodato in sostituzione<br />

al sale normale ed<br />

infine hanno più gusto<br />

e più sapore, grazie<br />

al maggior contenuto<br />

di spezie naturali. La<br />

gamma si compone di<br />

due proposte, una dal<br />

gusto saporito ideale per<br />

carni e grigliate e una dal<br />

gusto delicato, perfetta<br />

con pesci e verdure.<br />

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Bioscalin® Sole Pelle e Capelli con<br />

CronoBiogenina® è un integratore<br />

alimentare specificamente<br />

formulato per fornire a pelle e<br />

capelli, nutrienti importanti che<br />

aiutano a proteggere dallo stress<br />

ossidativo. E’ indicato nei casi<br />

di esposizione di pelle e capelli<br />

ai raggi ultravioletti di sole e<br />

lampade abbronzanti. Contiene<br />

CronoBiogenina® brevetto innovativo frutto della Ricerca Anticaduta Giuliani che associa la<br />

Biogenina® alla Zeaxantina e alla Rutina. Bioscalin Sole Pelle e Capelli è stato prodotto con<br />

la particolare tecnologia Retard che consente un rilascio costante e prolungato nel tempo di<br />

tutti i componenti.<br />

LIGURIA<br />

Liguria non soLo mare:<br />

vacanza attiva tutto L’anno<br />

Per una vacanza attiva in Liguria è<br />

importante portare con sé tutta l’attrezzatura<br />

necessaria per godere delle tante occasioni<br />

di sport e svago all’aria aperta. Nel<br />

Parco di Montemarcello Magra, a piedi<br />

lungo i suggestivi sentieri, in canoa sul<br />

Vara, in battello risalendo il fiume Magra<br />

durante un’escursione di “birdwatching” o<br />

degustando prodotti tipici, passeggiando tra<br />

i fiori e le piante dell’Orto botanico. Tra i nuovi<br />

servizi c’è anche il bike sharing “Magra in<br />

bici”: un nuovo modo per attraversare la Val<br />

di Magra senza fatica. www.parcomagra.it<br />

www.turismoinliguria.it


Mondo <strong>Focus</strong><br />

Gruner+Jahr/Mondadori SpA Via Battistotti Sassi, 11/A – 20133 Milano<br />

Questo mese online<br />

Direttore Responsabile: Francesca Folda<br />

Ufficio centrale: Gian Mattia Bazzoli (caporedattore), Giovanna Camardo<br />

(caposervizio), Isabella Cioni (caporedattore), Emanuela Cruciano (caporedattore),<br />

Gianluca Ranzini (vicecaporedattore), Marina Trivellini (caporedattore art director).<br />

Redazione Grafica: Giorgio Azzollini (caposervizio), Gloria Galbiati, Elena Lecchi,<br />

Luca Maniero (caporedattore art director), Francesca Patuzzi (caporedattore),<br />

Emanuela Ragusa, Luca Tomasi.<br />

Photo Editor: Paola Brivio (caposervizio), Alessandra Cristiani (vicecaposervizio),<br />

Sara Ricciardelli, Daniela Scibè.<br />

Redazione: Amelia Beltramini (caporedattore), Sabina Berra, Franco Capone<br />

(vicecaporedattore), Marco Ferrari (caposervizio), Margherita Fronte,<br />

Roberto Graziosi, Raffaella Procenzano (caporedattore),<br />

Fabrizia Sacchetti (caposervizio), Vito Tartamella (caporedattore),<br />

Stella Tortora (caporedattore), Raymond Zreick (caposervizio).<br />

Segretaria di redazione: Antonella Buccino<br />

Hanno collaborato a questo numero: Osvaldo Baldacci, Giuseppe Boarotto,<br />

Luigi Bignami, Giulia Donati, Gianni Fochi, Elisabetta Intini, Roberto Mammì,<br />

Massimo Manzo, Francesco Orsenigo, Chiara Palmerini, Maurizio Principato,<br />

Lucas Reilly, Andrea Romano, Margherita Zannoni.<br />

Progetto grafico: Studio Berg<br />

Business Manager Carolina Cefalù<br />

Direct Marketing & Digital Circulation Development Manager Michela Lupi<br />

Coordinamento tecnico Valter Martin<br />

Georgette Douwma/NPL/Contrasto<br />

Beatrice De Gea/NYT/Contrasto<br />

MARE Esperimenti e curiosità:<br />

la scienza in spiaggia.<br />

EBOLA Tutti gli aggiornamenti<br />

sull’epidemia in Africa.<br />

APP ESTIVE<br />

Amate la scienza e la natura?<br />

Abbiamo scelto per voi 6 app<br />

di progetti di citizen science a<br />

cui potrete contribuire<br />

semplicemente passando un<br />

po’ di tempo all’aperto e<br />

osservando la vita naturale<br />

intorno a voi.<br />

CDC<br />

Amministratore delegato e Coo Roberto De Melgazzi<br />

Publisher Elena Bottaro<br />

Direttore del Personale e Affari Legali Lucio Ricci<br />

Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti<br />

Abbonamenti: 12 numeri € 29,90 + spese di spedizione. Non inviare denaro. Per informazioni<br />

o per comunicare il cambio di indirizzo telefonare esclusivamente ai numeri: dall’<strong>Italia</strong> 199 111<br />

999 costo da telefono fisso € 0,12+ Iva al minuto senza scatto alla risposta, costo da cellulare in<br />

funzione dell’operatore; dall’estero +39 041.5099049; fax 030.7772387. Il servizio abbonamenti<br />

è in funzione da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 19.00. Oppure scrivere a Press-di Srl Servizio<br />

Abbonamenti – Via Mondadori, 1 – 20090 Segrate (MI); E-mail: abbonamenti@mondadori.it.<br />

Internet: www.abbonamenti.it/gruner Servizio collezionisti: Arretrati: I numeri arretrati possono<br />

essere richiesti direttamente alla propria edicola, al doppio del prezzo di copertina per la copia<br />

semplice e al prezzo di copertina maggiorato di € 4,00 per la copia con allegato (DVD, libro, CD,<br />

gadget). La disponibilità è limitata agli ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per<br />

le copie con allegato, salvo esaurimento scorte. Per informazioni: tel. 199 162 171 (il costo della<br />

telefonata è di 14,25 centesimi al minuto iva inclusa). Fax 02.95970342. Email collez@mondadori.<br />

it Raccoglitori: € 14,90. Per acquistare o per informazioni telefonare al numero 199 152 152 dal<br />

lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00 (costo da telefono fisso €<br />

0,12+ Iva al minuto senza scatto alla risposta, costo da cellulare in funzione dell’operatore). Fax:<br />

030.7772385. Email: focusclub@mondadori.it Internet: www.tuttocollezioni.com/raccoglitorefocus<br />

Stampa: Elcograf Spa, Verona. Distribuzione: Press-Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl -<br />

20090 Segrate (Mi). <strong>Focus</strong>: Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano n. 552<br />

del 16/10/92. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Tutto il materiale ricevuto e<br />

non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.<br />

Direzione, redazione, amministrazione: Via Battistotti Sassi, 11/A - 20133 Milano.<br />

Telefono 02/76210.1. Fax amministrazione: 02/76013439. Fax redazione: 02/76013379.<br />

Tutto questo e molto altro su:<br />

http://www.focus.it/<strong>262</strong><br />

<strong>Agosto</strong><br />

Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’editore garantisce la massima riservatezza dei<br />

dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione<br />

ai sensi dell’art. 7 D. leg. 196/2003 scrivendo a: Press-Di Srl Ufficio Privacy – Via Mondadori, 1 –<br />

20090 Segrate (MI). Email: abbonamenti@mondadori.it<br />

Pubblicità: Mondadori Pubblicità - Sede centrale: 20090 Segrate (Mi) - Tel. 02/7542.3<strong>262</strong> - Fax<br />

02/7542.3028. Sedi regionali: TORINO (tutto il Piemonte/tutta la Val D’Aosta) Delfino Pubblicità<br />

Srl, Via Buozzi, 10 - 10123 Torino - Tel. 011/54.31.48 - 54.29.87 - Fax 011/56.20.829. GENOVA<br />

(Genova, Imperia, La Spezia, Savona, Costa Azzurra) Alessandro Coari - Tel. 0185/73.90.11 -<br />

Email: alessandro.coari@mondadori.it VERONA (Bolzano, Rovigo, Trento, Verona) e PADOVA<br />

(Padova, Belluno, Gorizia, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Vicenza) Full Time srl,<br />

sede operativa via Dogana, 3 - 37121 Verona - Tel. 045/915399 - Fax 045/8352612 - Email:<br />

info@fulltimesrl.com BOLOGNA (Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Ravenna, Rimini, S. Marino)<br />

Mondadori Pubblicità, via Pasquale Muratori 7 - 40134 Bologna - Tel. 051/4391201 - Fax<br />

051/4399156. PARMA (Parma, Piacenza, Reggio Emilia) Agenzia di Parma Roberta Tanzi, Borgo<br />

Antini, 1 - 43100 Parma - Tel. 0521/38.61.77 - Fax 0521/38.64.94. FIRENZE (Arezzo, Grosseto,<br />

Livorno, Lucca, M.Carrara, Pisa, Pistoia, Siena) Mondadori Pubblicità, Piazza Savonarola,<br />

9 - 50132 Firenze - Tel. 055/50.09.51 - Fax 055/57.71.19. PERUGIA (Perugia, Terni) Mondadori<br />

Pubblicità, Colle Umberto I, 59 - 06070 Perugia - Tel. 075/58.42.017 - Fax 075/60.59.304.<br />

ANCONA (Macerata, Pesaro/Urbino, Ancona, A.Piceno) M. P. Pubblicità Srl, Via Flaminia, 368/c<br />

- 60015 Falconara M.ma (An) - Tel. 071/59.03.050 - Fax 071/91.74.578. ROMA (Roma, Latina,<br />

Frosinone, Rieti, Viterbo) Mondadori Pubblicità, Via Sicilia, 136 - 00187 Roma - Tel. 06/47.49.71 -<br />

Fax 06/47.49.74.51. BARI (Bari, Brindisi, Campobasso, Foggia, Lecce, Matera, Potenza, Taranto)<br />

Media Time Srl, Via Diomede Fresa, 2 - 70125 Bari - Tel. 080/54.61.169 - Fax. 080/54.61.122.<br />

NAPOLI (Avellino, Caserta, Napoli, Salerno) Mondadori Pubblicità – Via Antonio Gramsci,<br />

12 – 80121 Napoli - Tel. 081/41.66.68 - Fax 081/76.17.516. PALERMO (Cagliari, Caltanissetta,<br />

Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Messina, Nuoro, Palermo, Ragusa, R.Calabria,<br />

Sassari, Siracusa, Trapani) Gap Srl, Via R. Wagner, 5 - 90139 Palermo - Tel. 091/61.21.416-Fax<br />

091/58.46.88. TERAMO (L’Aquila, Chieti, Isernia, Pescara, Teramo) Luigi Gorgoglione, Via Ignazio<br />

Rozzi, 8 - 64100 Teramo - Tel. 0861/24.32.34-Fax 0861/25.49.38.<br />

Accertamento Diffusione Stampa<br />

Certificato n. 7152 del 14/12/2011<br />

Periodico associato alla FIEG<br />

(Federaz. Ital. Editori Giornali)<br />

Codice ISSN: 1122-3308<br />

22.05<br />

Lunedì<br />

dall’11 agosto<br />

21.15<br />

Mercoledì<br />

AVVENTURA<br />

TRA I GIAGUARI<br />

CLIMA DELL’ALTRO MONDO<br />

Una nuova serie dedicata alle condizioni<br />

climatiche estreme presenti sugli altri pianeti.<br />

21.15<br />

Domenica<br />

IL DESTINO<br />

DEL PIANETA TERRA<br />

160 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>


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Com’è piccolo il mondo!<br />

I Paesi in miniatura<br />

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5 PAGINE DEL VOSTRO<br />

FUMETTO PREFERITO<br />

FOTO E DISEGNI FATTI<br />

DA VOI, SONDAGGI<br />

E LE RISPOSTE<br />

DI ANDREA<br />

Lab: il razzo<br />

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divertente gioco<br />

per l’estate!<br />

Perché i<br />

polpi non si<br />

annodano?<br />

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I conquistadores a caccia<br />

dell’Eldorado fra Aztechi,<br />

Inca e Maya.<br />

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È VERO<br />

CHE CI SI<br />

BACIA<br />

DI MENO?<br />

DOMANDE E RISPOSTE<br />

Più di<br />

250<br />

domande<br />

e risposte<br />

Perché gli uomini<br />

non fanno il nuoto<br />

sincronizzato?<br />

Quanta<br />

spazzatura<br />

elettronica<br />

produciamo?<br />

> È vero che gli psicopatici<br />

fanno più carriera?<br />

> Si può vivere mangiando<br />

soltanto pizza?<br />

COME FA UN GUFO A NON<br />

AVERE IL TORCICOLLO?<br />

Cos'è<br />

il café<br />

a tempo?<br />

CHE<br />

COS'È<br />

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MACCHINE<br />

RICOSTRUITE<br />

il vero volto della gioconda • i simboli nascosti nel<br />

cenacolo • dal sottomarino al carro armato: i suoi<br />

progetti più originali • anghiari, un dipinto perduto?<br />

• grandi scenografie per il teatro • L'invenzione più<br />

sorprendente: I robot<br />

FOCUS STORIA<br />

COLLECTION<br />

Leonardo Da Vinci:<br />

inventore, artista, uomo.<br />

ACQUA: PASSIONE DA CANI<br />

Nuotare in mare, correre in un fosso,<br />

giocare con uno spruzzino... tutte le<br />

attività per far divertire Fido d’estate.<br />

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<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 161


In numeri<br />

Temperature di fusione<br />

Il calore<br />

Che cosa<br />

succede<br />

quando<br />

aumenta<br />

660°C<br />

lattina<br />

(alluminio)<br />

Fahrenheit 451<br />

(233°C)<br />

la temperatura<br />

alla quale bruciano<br />

i libri secondo<br />

Ray Bradbury,<br />

autore del romanzo<br />

cult omonimo<br />

56,7°C<br />

la temperatura più alta rilevata;<br />

è stata registrata il 10 luglio 1913<br />

nella Death Valley, negli Stati Uniti<br />

14,6°C<br />

la temperatura<br />

media della<br />

Terra nel 2013<br />

801°C<br />

sale da<br />

cucina<br />

1-Giallo<br />

3-Rosso<br />

3<br />

2-arancione<br />

1.065°C<br />

catenina<br />

d’oro<br />

i livelli di allerta<br />

per le ondate<br />

di calore in estate.<br />

Il livello 3 (rosso),<br />

indica rischi per<br />

la salute<br />

3.499°C<br />

matita<br />

(grafite)<br />

molecole<br />

3i modi con cui, in natura,<br />

il calore può trasferirsi<br />

da un corpo a un altro<br />

162 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong><br />

1) CONDUZIONE 2) CONVEZIONE<br />

3) IRRAGGIAMENTO<br />

5.504°C<br />

la temperatura<br />

superficiale del Sole<br />

a quanti gradi<br />

impostare<br />

l’aria<br />

condizionata<br />

A cura di Marco Paternostro


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