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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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ALBERTO VACCA<br />

IL DOSSIER SILONE<br />

Copie fotografiche dei documenti<br />

dell’Archivio Centrale dello Stato


ALBERTO VACCA<br />

IL DOSSIER SILONE<br />

Copie fotografiche dei documenti<br />

dell’Archivio Centrale dello Stato


Tutti i documenti in cui ricorre la sigla ACS, nell’indicazione della<br />

fonte, sono riprodotti in questa pubblicazione su autorizzazione n.<br />

1447/2016 dell’Archivio Centrale dello Stato.<br />

Copyright – <strong>Alberto</strong> <strong>Vacca</strong>


PREMESSA<br />

Lo scrittore Ignazio <strong>Silone</strong>, universalmente noto come oppositore del<br />

regime fascista e come difensore delle libertà democratiche, è stato accusato<br />

dagli storici Dario Biocca e Mauro Canali di essere stato una<br />

spia fascista nel periodo 1919-1930. L’accusa è stata fondata su una serie<br />

di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato<br />

(ACS), che essi hanno pubblicato a decorrere dal 1998 1 . Biocca e Canali<br />

sostengono che, nel periodo predetto, <strong>Silone</strong> si infiltrò nelle file del<br />

partito comunista, scalandone i vertici, per fornire informazioni alla<br />

polizia fascista sui suoi dirigenti e militanti. Sarebbe stato talmente abile,<br />

nella sua attività delatoria, da riuscire persino a fare arrestare il segretario<br />

del partito, Antonio Gramsci. Per la sua attività delatoria a-<br />

vrebbe ricevuto consistenti somme di denaro dalla polizia fascista.<br />

L’infondatezza di tale accusa è stata ampiamente dimostrata dapprima<br />

da G. Tamburrano, G. Granati e A. Isinelli, poi da S. Soave e infine<br />

da chi scive 2 , attraverso un esame approfondito dei documenti concer-<br />

1 Si vedano al riguardo le seguenti opere: D. Biocca, Ignazio <strong>Silone</strong> e la polizia politica.<br />

Storia di un informatore, in «Nuova Storia Contemporanea», 3, 1998, pp. 67-93;<br />

D. Biocca, «Tranquilli (nell'ombra)». Ignazio <strong>Silone</strong> in Francia, in «Nuova Storia Contemporanea»,<br />

3, 1999, pp. 53-76; M. Canali, <strong>Il</strong> fiduciario «Silvestri». Ignazio <strong>Silone</strong>, i<br />

comunisti e la Polizia politica, in «Nuova Storia Contemporanea», 1, 1999, pp. 61-86;<br />

M. Canali, Le prove del doppiogioco, Roma, Fondazione Liberal, 2000; D. Biocca -<br />

M. Canali, L' informatore: <strong>Silone</strong>, i comunisti e la polizia, Milano-Trento, Luni Editrice,<br />

2000; M. Canali, Le spie del regime, Bologna, il Mulino, 2004; D. Biocca, <strong>Silone</strong>,<br />

La doppia vita di un italiano, Milano, Rizzoli, 2005; M.. Canali, <strong>Il</strong> tradimento - Gramsci,<br />

Togliatti e la verità negata, Venezia, Marsilio, 2013.<br />

2 Si vedano G. Tamburrano, G. Granati, A. Isinelli, Processo a <strong>Silone</strong> – La disavventura<br />

di un povero cristiano, Piero Lacaita editore, Manduria-Bari-Roma, 2001; G.<br />

Tamburrano, <strong>Il</strong> caso <strong>Silone</strong>, Torino, Utet, 2006, con appendice di Gianna Granati; S.<br />

Soave, Senza tradirsi, senza tradire: <strong>Silone</strong> e Tasca dal comunismo al socialismo cristiano<br />

(1900-1940), Torino, Nino Aragno, 2005; A. <strong>Vacca</strong>, Le false accuse contro <strong>Silone</strong>,<br />

Milano, Guerini, 2015.<br />

4


nenti <strong>Silone</strong> che si trovano presso l’Archivio centrale dello Stato. Ciò<br />

nonostante, l’accusa di Biocca e Canali trova ancora credito presso i<br />

mass media e persino nel canale televisivo Rai Storia.<br />

L’accusa formulata da Biocca e Canali si fonda su un doppio errore.<br />

<strong>Il</strong> primo consiste nell’avere falsamente attribuito a <strong>Silone</strong> una serie di<br />

relazioni informative che furono, in realtà, redatte da Alfredo Quaglino,<br />

spia fascista infiltrata nel partito comunista, che svolse la sua attività<br />

delatoria dal 1922 al 1932, col nome di copertura « 300 HP » e, dal<br />

1927 al 1932, anche con il numero identificativo « 34 ». <strong>Il</strong> secondo<br />

nell’avere ritenuto che l’attività informativa di <strong>Silone</strong> a favore della polizia<br />

fascista fosse autentica e non simulata, come risulta invece dalla<br />

testimonianza dello stesso capo della polizia, Arturo Bocchini. L’accusa<br />

si fonda su una lettura distorta e decontestualizzata dei documenti e su<br />

una serie di congetture e indizi inconsistenti che non dimostrano affatto<br />

la colpevolezza di <strong>Silone</strong>.<br />

Poiché i due storici persistono nella loro accusa, senza riconoscere di<br />

avere commesso alcun errore, si pubblicano qui le copie fotografiche<br />

dei documenti esistenti presso l’Archivio centrale dello Stato, da cui<br />

risulta, come ognuno potrà verificare, che <strong>Silone</strong> non fu mai una spia<br />

fascista, ma sempre un antifascista.<br />

Verrà esaminata prima l’attività delatoria di Quaglino e successivamente<br />

quella simulatoria di <strong>Silone</strong>.<br />

5


PRIMA PARTE<br />

L’ATTIVITÀ DELATORIA DI ALFREDO QUAGLINO


I documenti posti a base dell’accusa di Biocca e Canali contro <strong>Silone</strong><br />

riguardano soprattutto il periodo 1923-1924 e sono costituiti prevalentemente<br />

da una serie di lettere inviate dalla questura di Roma alla Direzione<br />

generale della pubblica sicurezza (DGPS), nelle quali sono riprodotte<br />

una serie di relazioni fiduciarie anonime, che sarebbero state redatte<br />

da <strong>Silone</strong>. Secondo Canali, la prova inconfutabile che dimostrerebbe<br />

la colpevolezza di <strong>Silone</strong> sarebbe costituita da un manoscritto da<br />

lui redatto, alla presenza del commissario Guido Bellone, a Genova, e<br />

da questi inviato, in data 22 aprile 1923, al questore di Roma, Cesare<br />

Bettini.<br />

In realtà, il documento redatto alla presenza di Bellone nell’aprile<br />

1923, a Genova, e le relazioni fiduciarie riprodotte nelle lettere inviate<br />

dalla questura di Roma alla DGPS non sono stati redatti da <strong>Silone</strong>,<br />

bensì da Alfredo Quaglino.<br />

Ciò può essere affermato sulla base di una seria analisi calligrafica dei<br />

documenti e delle corrispondenze contenutistiche e formali esistenti<br />

tra le relazioni fiduciarie anonime contenute nelle lettere della questura<br />

di Roma e le relazioni in cui è riportato il nome di copertura di Quaglino,<br />

300 HP.<br />

Quaglino fu contemporaneamente informatore della questura romana<br />

e del Ministero dell’Interno.<br />

Per chiarezza espositiva si riprodurrà prima il documento redatto<br />

nell’aprile 1923, a Genova, poi le lettere inviate dalla questura romana<br />

alla DGPS e, infine, i rapporti informativi inviati da Quaglino al Ministero<br />

dell’Interno.<br />

7


A. L’attività delatoria a favore della questura di Roma


I. Documento redatto a Genova nell’aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

L’analisi del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 è già stata<br />

fatta da chi scrive nel libro « Le false accuse contro <strong>Silone</strong> », a cui si<br />

rimanda. Qui ci si limita a ribadire che esso non è altro che una copia,<br />

scritta a mano da un funzionario di polizia, della relazione originale<br />

[non presente negli atti] redatta alla presenza del commissario Guido<br />

Bellone da Alfredo Quaglino.<br />

Nel 2001, questo documento fu sottoposto all’esame del perito grafico<br />

Anna Petrecchia, consulente tecnico presso il Tribunale di Roma,<br />

che lo comparò con alcune scritture autografe di <strong>Silone</strong>. Le sue conclusioni,<br />

formulate il 19 gennaio 2001, furono le seguenti: «Le scritture in<br />

verifica appaiono provenire da un’unica mano. Tali scritture non corrispondono<br />

a quelle di Ignazio <strong>Silone</strong>» 3 .<br />

L’esame calligrafico, quindi, esclude che si tratti di un autografo di<br />

<strong>Silone</strong>!<br />

Dal punto di vista contenutistico, il documento parla degli stessi fatti<br />

e degli stessi soggetti di cui parlano le relazioni fiduciarie anonime riportate<br />

dalle lettere della questura di Roma e quelle dell’informatore<br />

300 HP (Quaglino) con le quali esso concorda perfettamente, contribuendo<br />

a creare un’unica trama narrativa priva di contraddizioni.<br />

La calligrafia del documento, però, se da un lato non corrisponde a<br />

quella di <strong>Silone</strong>, dall’altro non corrisponde neppure a quella delle relazioni<br />

autografe di Quaglino, per cui bisogna trarne la conseguenza che<br />

si tratta di una copia dell’originale [non presente nel fascicolo] scritta a<br />

mano da un funzionario di polizia. Le copie originali delle relazioni fiduciarie<br />

presenti nell’ACS sono rarissime. La maggior parte di esse è<br />

costituita da copie manoscritte o dattiloscritte da funzionari di polizia,<br />

con numerosi errori di battitura e di trascrizione dei nomi, soprattutto<br />

stranieri. Che si tratti di una copia è confermato dai numerosi rima-<br />

3 La perizia si trova depositata presso la Fondazione Nenni con sede in Roma.<br />

9


neggiamenti presenti nel testo. Se alcuni di essi sembrano introdotti<br />

per renderlo più scorrevole, prima di dattiloscriverlo, altri sembrano<br />

invece dei veri e propri errori di distrazione del copista che, accortosene,<br />

cancella le parole sbagliate, sovrascrivendovi o riscrivendo quelle<br />

esatte.<br />

Dal punto di vista formale il documento presenta una caratteristica<br />

stilistica che si ritrova solo nelle relazioni redatte dall’informatore 300<br />

HP, il quale scrive solitamente «a ½» invece di «a mezzo » e «per ½»<br />

anziché « per mezzo ».<br />

<strong>Il</strong> documento manoscritto attribuito da Canali a <strong>Silone</strong> è intitolato «<br />

La dipendenza dei partiti comunisti dalla Russia, in caso di guerra » e si<br />

trova all’interno di un fascicolo intitolato « Attività del partito comunista<br />

(1923) ».<br />

<strong>Il</strong> fascicolo non contiene solo il predetto documento, che è composto<br />

di 31 foglietti manoscritti, ma anche una lettera autografa inviata<br />

dal commissario di PS Guido Bellone al questore di Roma, Cesare Bertini<br />

– datata Genova 22 aprile 1923 – e due altri documenti manoscritti,<br />

intitolati rispettivamente « Come viene organizzata la lotta internazionale<br />

contro il fascismo » e « La tattica del partito comunista e della<br />

Terza Int. in Italia », composti il primo di due pagine e il secondo di<br />

tre, entrambi attribuiti falsamente da Canali a <strong>Silone</strong>.<br />

Dal documento intitolato « La dipendenza dei partiti comunisti dalla<br />

Russia, in caso di guerra » la questura di Roma estrasse sei parti che riprodusse<br />

in altrettante lettere che inviò alla DGPS nella terza decade<br />

dell’aprile 1923.<br />

Gli altri due documenti furono riprodotti nella lettera della questura<br />

di Roma del 23 aprile 1923 inviata alla DGPS.<br />

Sono qui di seguito riprodotti in copia il frontespizio del fascicolo; la<br />

lettera del commissario Bellone; il documento manoscritto attribuito<br />

falsamente a <strong>Silone</strong>, con a fronte la trascrizione del testo e le osservazioni<br />

sui rimaneggiamenti che provano che si tratta di una copia dell’originale<br />

utilizzata per la trascrizione del suo contenuto nelle lettere della<br />

questura romana inviate alla DGPS nella terza decade dell’aprile 1923;<br />

gli atri due documenti manoscritti e le lettere della questura di Roma<br />

inviate alla DGPS nella terza decade del 1923.<br />

10


1.Frontespizio del fascicolo «Attività del partito comunista (1923)»<br />

11


2. Lettera del commissario Guido Bellone al questore Cesare Bertini<br />

12


Trascrizione del testo<br />

Genova 22 Aprile 1923<br />

Caro Commendatore,<br />

Qui unite ti trasmetto tutte le notizie che mi è stato possibile conoscere<br />

dal nostro amico, col quale sono stato due giorni in contatto e<br />

che le ha scritte alla mia presenza.<br />

Unisco pure quanto egli ha potuto far passare alla frontiera svizzera<br />

da cui è entrato e cioè il resoconto (non completo però) del Congresso<br />

di Mosca distribuito ai congressisti.<br />

Tale resoconto era stato dato al D’Onofrio Edoardo, ora in carcere<br />

a Roma, che lo lasciò però a Berlino per il timore<br />

13


14


del sequestro alla frontiera. Esse portano infatti in lapis il nome del<br />

D'Onofrio. Occorre quindi usare di tale resoconto con prudenza.<br />

L'amico per portarle le ha unite ad altre sue carte senza importanza<br />

ma sfortunatamente non sono complete.<br />

Le notizie che leggerai, invece sono interessanti e non credo siano a<br />

conoscenza del Ministero.<br />

Io partirò domattina per Ventimiglia e farò ritorno fra tre o quattro<br />

giorni.<br />

Saluti cordiali<br />

aff.mo<br />

Guido Bellone<br />

*****<br />

Nota<br />

La lettera del commissario Bellone, sebbene non faccia il nome dell’informatore,<br />

fornisce comunque qualche elemento utile per la sua individuazione,<br />

se la si mette in correlazione con gli altri documenti esistenti<br />

presso l’ACS che riguardano Alfredo Quaglino.<br />

Nella lettera Bellone definisce l’informatore « nostro amico », dice<br />

che ha attraversato la frontiera svizzera per rientrare in Italia e che ha<br />

trascorso con lui due giorni a Genova, durante i quali ha redatto alla<br />

sua presenza la relazione fiduciaria allegata alla lettera.<br />

L’informatore è definito « nostro amico », perché intrattiene un rapporto<br />

di collaborazione non con la questura di Roma in generale, e<br />

quindi con i vari funzionari della stessa, ma esclusivamente con Bellone<br />

e con il questore. Quaglino invia le sue relazioni fiduciarie a Bellone,<br />

che le consegna poi al questore. Con il suo interlocutore, Quaglino intrattiene<br />

un rapporto non solo di fiducia ma anche di confidenzialità,<br />

perché nelle sue lettere usa la formula del tu e non del lei. Eccone<br />

qualche esempio:<br />

15


Sono tornato oggi da un breve giro compiuto nella Renania e mi affretto ad inviarti<br />

qualche notizia. [Lettera della questura di Roma del 20 gennaio 1923]<br />

Alla conferenza comunista di Essen […] il partito italiano inviò il deputato Ersilio<br />

Ambrogi, Edmondo Peluso [che tu ben conosci] e l'Ing. Ramazzotti di Novara. [Lettera<br />

della questura di Roma del 20 gennaio 1923]<br />

Come sai il Riboldi è un terzinternazionalista [Lettera della questura di Roma del 20<br />

gennaio 1923<br />

Conoscerai certamente le decisioni prese nelle ultime riunioni della Direzione del<br />

P.S.I. ad unanimità, eccetto Fioritto. [Lettera della questura di Roma del 26 febbraio<br />

1923]<br />

<strong>Il</strong> rapporto esclusivo di fiducia nei confronti di Bellone e del questore<br />

Bertini risulta in modo evidente dalla lettera che quest’ultimo invia al<br />

Capo della polizia in data 4 marzo 1924, in cui scrive: « Nella prima<br />

quindicina di dicembre u.s. fu tenuta a Berlino una conferenza antifascista<br />

internazionale. Un fiduciario mi aveva scritto subito un resoconto<br />

al riguardo, ma, causa la mia malattia – le lettere mi sono state consegnate<br />

soltanto ora dall'intermediario, che non volle porgerle in altre<br />

mani ».<br />

Per quanto concerne la frontiera svizzera, va rilevato che essa era<br />

normalmente utilizzata da Quaglino per i suoi spostamenti in<br />

Germania. Se ne ha un riscontro in un trafiletto de <strong>Il</strong> Popolo di Roma<br />

del 22 settembre 1925, che riporta la notizia dell’arresto « dell’ex<br />

pubblicista comunista Alfredo Quaglino ». Nel trafiletto si legge che:<br />

« Dal passaporto trovatogli in dosso risulta che numerosi sono stati in<br />

questi ultimi tempi i suoi viaggi in Francia e in Svizzera ».<br />

Per quanto riguarda Genova è da tenere presente che Quaglino vi<br />

soggiornava spesso, quando rientrava dai suoi viaggi che compiva nelle<br />

varie città d’Italia e d’Europa. A Genova Quaglino aveva una cassetta<br />

postale dove riceveva la corrispondenza che gli perveniva dall’Italia e<br />

dall’estero e quindi anche dalla questura di Roma e dal Ministero<br />

dell’Interno. La notizia dell’esistenza di tale cassetta postale è contenuta<br />

in una nota del questore di Genova del 1° ottobre 1925 diretta alla<br />

DGPS, in cui si legge: « da indagini disposte è risultato che la cassetta<br />

postale 1666, di cui attualmente è titolare Mezzana Umberto ha appartenuto<br />

fino al decorso giugno al noto comunista Quaglino Alfredo fu<br />

Cesare nato a Torino. Costui è tuttora titolare di una cassetta postale<br />

16


dall’estero » [Cfr. ACS, CPC, b. 4171, fasc. Quaglino Alfredo Andrea<br />

Cesare]. Inoltre da Genova risultano spedite alcune sue relazioni fiduciarie,<br />

siglate 300 HP, quali quelle datate « Genova, 31 agosto 1923 »;<br />

« Genova, 27 settembre 1923 »; « Genova, 7/2/24 ». La sua presenza a<br />

Genova risulta anche dalla relazione siglata 300 HP, datata « Trieste, 26<br />

maggio 1923 », in cui Quaglino scrive: « Bertani a Genova mi disse che<br />

il Presidente è già sfuggito a 3 attentati tesigli dagli anarchici, ma che si<br />

vedrà di fare meglio per l'avvenire! ». A Genova, quindi, Quaglino si<br />

incontra con Bellone e redige la relazione inviata da quest’ultimo al<br />

questore Bertini con lettera del 22 aprile 1922. L’esistenza dell’incontro<br />

tra i due a Genova, ovviamente, non si basa solo sull’indizio presente<br />

nella lettera di Bellone, ma soprattutto sulle corrispondenze contenutistiche<br />

e formali tra la relazione redatta alla sua presenza nell’aprile 1923<br />

e quelle siglate 300 HP, che sono attribuibili a Quaglino con certezza.<br />

Avendo attribuito a <strong>Silone</strong> la paternità del documento stilato alla presenza<br />

di Bellone, Canali, per potere sostenere la sua tesi, ricorre<br />

all’invenzione di un fatto inesistente, di cui non vi è alcun riscontro né<br />

alcun indizio nei documenti dell’ACS: l’incontro tra i due, avvenuto a<br />

Genova il 21 e 22 aprile 1923. L’incontro sarebbe avvenuto, durante<br />

una sosta a Genova da parte di <strong>Silone</strong>, mentre si dirigeva in Spagna,<br />

dove era stato inviato dall’esecutivo del partito comunista. Scrive Canali:<br />

« Ricevuto, il 17 aprile, il placet dell’Esecutivo del PCD’I, egli non a-<br />

veva tardato a mettersi in viaggio. Da Berlino si era diretto in Svizzera,<br />

e da lì era entrato in Italia, dirigendosi a Genova, dove era arrivato tra il<br />

20 e il 21 aprile. […] A Genova, <strong>Silone</strong> s’incontrò dunque con Bellone,<br />

con il quale rimase in contatto per due giorni, quasi certamente il 21 e<br />

22 aprile. In questi due giorni, <strong>Silone</strong> stese, alla presenza di Bellone, la<br />

lunga relazione fiduciaria, che Bellone il 22 aprile, si affrettava a spedire<br />

a Roma al questore Bertini » [cfr. M. Canali, Le prove del doppiogioco,<br />

cit., pp. 26-27].<br />

17


3. La dipendenza dei partiti comunisti dalla Russia, in caso di guerra.<br />

18


Trascrizione del testo 4<br />

1<br />

La dipendenza dei partiti comunisti dalla Russia, in caso di guerra.<br />

Fin tanto che si discute genericamente sui rapporti tra il Governo soviettista e<br />

Terza Internazionale, è possibile, con frasi diplomatiche, escludere che i partiti<br />

comunisti siano subordinati alla politica dei soviet. Le sovvenzioni che i partiti<br />

ricevono da Mosca, possono essere giustificate come aiuto spontaneo del “proletariato<br />

internazionale” al tale o tal’altro partito. Perciò l'accusa di asservimento ad<br />

uno Stato straniero era rimasta finora nel campo giornalistico e puramente politico,<br />

di essa non si era mai occupato la Magistratura di nessun Paese, nei riguardi<br />

di nessuno dei 52 partiti aderenti a Mosca. In questi ultimi tempi, però, è intervenuto<br />

qualche fatto nuovo, che ha spinto la Magistratura di alcuni Paesi ad agire,<br />

ponendo la questione dei rapporti tra i partiti e Mosca.<br />

In Francia (per il processo Cachin), nel Belgio (per il processo Jeacquemotte), e<br />

in Rumenia si svolge attualmente un’istruttoria contro<br />

*****<br />

Note<br />

La prova più evidente che si tratta di una copia estratta da un documento<br />

originale, non presente nel fascicolo, è data dalle cancellature,<br />

in rosso e blu, apposte su tutte le pagine del documento mano a mano<br />

che esse venivano riprodotte nelle lettere dattiloscritte della questura<br />

romana.<br />

4 Sono riportate in corsivoe blu le parti del documento riprodotte nelle lettere della questura romana<br />

inviate alla DGPS nella terza decade dell’aprile 1923.<br />

19


20


i capi del movimento comunista e contro i delegati al 4° congresso di Mosca, che<br />

ha molti punti di riferimento con il processo Bordiga. Ma in Francia, nel Belgio e<br />

in Rumenia l’istruttoria ha basato tutta l'accusa su di un documento di altissimo<br />

valore: il discorso e la risoluzione sul “programma comunista” di Nicola Bukarin,<br />

uno dei capi della Terza Internazionale, al 4° congresso di Mosca.<br />

Nel discorso e nella risoluzione anzidetta, Bukarin considera come inevitabile<br />

per l'Europa, un nuovo conflitto armato, a non lunga scadenza e si chiede:<br />

quale dovrà essere l'atteggiamento dell'Internazionale e dei partiti<br />

comunisti? Certamente non quello del 1914. Allora non esistevano i<br />

partiti comunisti, e le frazioni rivoluzionarie furono trascinate dai<br />

vecchi partiti social-democratici nel fronte unico nazionale dei rispettivi<br />

paesi. Ora la situazione è diversa: 1° perché in ogni paese<br />

2<br />

*****<br />

Righi 12-13: Nella frase « Bukarin considera come inevitabile per<br />

l’Europa un nuovo conflitto armato », la parola « possibile » fu cancellata,<br />

perché evidentemente trascritta per errore, e sostituita con « inevitabile<br />

»; le parole « per l’Europa » furono aggiunte forse perché precedentemente<br />

omesse nella trascrizione del testo originale o per meglio<br />

precisare il senso della frase..<br />

21


22


esiste un partito comunista bene organizzato e con un forte collegamento<br />

internazionale, 2° perché esiste un gruppo di Stati proletari,<br />

raggruppati nella Federazione Soviettista. Quando questi Stati non<br />

esistevano, la guerra era sempre una guerra imperialista, nata cioè da<br />

dissensi capitalistici su una questione economica qualsiasi, per es. materie<br />

prime, colonie ecc. Oggi con la partecipazione alla vita internazionale<br />

di alcune repubbliche soviettiste la situazione è cambiata: se<br />

queste repubbliche decideranno l’intervento, lo faranno certamente<br />

con un fine rivoluzionario, per es. per salvare la propria esistenza minacciata,<br />

per aiutare qualche popolo coloniale a disfarsi di ogni tutela,<br />

per la revisione del trattato di Versailles ecc. In questa nuova situazione<br />

i partiti comunisti sono come un reggimento distaccato dell'esercito<br />

rosso. Essi dovranno attendere gli ordini del comando centrale,<br />

le loro manovre e le loro azioni dipenderanno dall'atteggiamento<br />

dei rispettivi<br />

3<br />

*****<br />

Rigo 13: La parola « certamente » fu aggiunta forse perché precedentemente<br />

omessa nella trascrizione o per rendere più chiara la frase.<br />

23


24


4<br />

governi verso le repubbliche soviettiste.<br />

Nella relazione di Bukarin è detto apertamente che la Russia nel nuovo conflitto<br />

non costituirà un gruppo a parte, ma sarà costretta a stringere alleanza con<br />

qualche stato borghese (cioè con i paesi oppressi dal trattato di Versailles). I partiti<br />

comunisti di questi Paesi dovranno, finché durerà il conflitto, collaborare sinceramente<br />

con i partiti borghesi, spingere gli operai all'unione sacra contro l'Intesa,<br />

rafforzare il morale dell'esercito, fare aumentare la produzione ecc. ecc. Compiti<br />

opposti avranno i partiti dei paesi che si troveranno in guerra con la Russia: quei<br />

partiti dovranno opporsi con tutti i mezzi alla guerra, rompendo la disciplina<br />

nell'esercito, disturbando la produzione in genere e quella di materiale bellico in<br />

specie ecc. ecc. In breve essi dovranno provocare la guerra civile per aiutare l'avanzata<br />

degli eserciti alleati alla Russia.<br />

Posta in questa luce, la questione dei<br />

*****<br />

Rigo 6: Nella espressione « (cioè con i paesi oppressi dal trattato di<br />

Versailles) », le parole « cioè con i » sono state aggiunte, in un secondo<br />

tempo, o perché precedentemente omesse nella trascrizione o per<br />

rendere più chiaro il testo.<br />

Righi 9-10: La parola « dura » è stata sostituita con « durerà » e le parole<br />

« del proprio paese, » sono state cancellate per migliorare stilisticamente<br />

il testo, rendendolo più scorrevole<br />

Rigo 18: La cancellatura è dovuta forse all’eliminazione di una parola<br />

trascritta erroneamente.<br />

25


26


5<br />

rapporti tra i partiti comunisti e la Russia assume un’importanza e una gravità<br />

di primo ordine.<br />

Sarà utile anzitutto ricercare storicamente com’è nato e si è sviluppato<br />

nel movimento operaio internazionale il concetto della “guerra<br />

rivoluzionaria”. Per i socialisti classici ogni guerra è da condannarsi<br />

perché comporta delle distruzioni, dei lutti ecc. I socialisti classici<br />

(Turati, Prampolini …) sono in fondo dei pacifisti piccolo-borghesi.<br />

È noto l'atteggiamento del P.S.I. durante la guerra: non aderire e non<br />

sabotare. Era un nonsenso, specchio fedele di questo sentimentalismo<br />

pacifista, accompagnato da un certo amore per il proprio paese.<br />

Nel 1918, alla conferenza di Kiental, fu per la prima volta pronunziata la parola<br />

“guerra di classe rivoluzionaria”. La pronunciò Lenin, non ancora dittatore.<br />

A quel congresso vi erano anche Modigliani, Lazzari e Serrati. Lenin li sferzò<br />

senza pietà per la contraddizione del loro atteggiamento in Italia. “Non basta<br />

essere contrario<br />

*****<br />

Rigo 22: L’espressione « E’ noto che Lenin li sferzò senza pietà » fu<br />

sostituita con « Lenin li sferzò senza pietà », con l’eliminazione delle<br />

parole « E’ noto che », evidentemente per migliorare stilisticamente il<br />

testo.<br />

27


28


6<br />

alla guerra, bisogna far nascere dalla guerra nazionale la guerra civile. I periodi<br />

bellici sono i più adatti per i movimenti rivoluzionari”. Quando in Italia si conobbero<br />

queste idee di Lenin, la maggioranza dei socialisti si dichiarò contraria,<br />

soltanto Bordiga le accettò. Egli non aveva allora autorità nel partito, ma militava<br />

nella estrema sinistra. L'esperienza ha dimostrato l'uso che ha saputo fare<br />

Lenin della sua teoria. Al 4° congresso di Mosca, la questione tornò di attualità,<br />

incontrando molte opposizioni. Tra i capi degli altri partiti comunisti non mancano<br />

infatti uomini che durante la guerra fecero i propagandisti patriottici. Amedeo<br />

Bordiga ha sostenuto apertamente e con forza Bukarin. Appena tornato in Italia,<br />

egli ha scritto due articoli sul Lavoratore in cui riafferma il concetto della guerra<br />

rivoluzionaria ed espone in questa maniera l'at-<br />

*****<br />

Rigo 2: La cancellatura è dovuta o all’eliminazione di una parola trascritta<br />

erroneamente o al miglioramento stilistico della frase.<br />

Righi 5-6: La soppressione della parola « argomenti » sembra fatta per<br />

eliminare un errore di copiatura. Le parole « dei socialisti » furono inserite,<br />

in un secondo tempo, forse perché precedentemente omesse o<br />

per rendere più chiaro il testo.<br />

Righi 7-9: La frase « Egli non aveva allora nessuna autorità nel Partito,<br />

ma fin d’allora militava nell’estrema sinistra » fu sostituita con quella<br />

definitiva che si legge nel testo probabilmente per renderlo più scorrevole.<br />

29


30


7<br />

teggiamento dei comunisti italiani in caso di una nuova guerra: con Mussolini, se<br />

egli sarà a fianco della Russia; contro Mussolini, se egli sarà contro la Russia.<br />

-------<br />

Nicola Bukarin ha scritto al giudice istruttore del processo Cachin,<br />

domandando di essere invitato come testimone, volendo assumere<br />

personalmente la responsabilità di ciò che ha detto e proposto nel<br />

congresso di Mosca.<br />

-------<br />

Bukarin è attualmente a Berlino. A proposito della dichiarazione di<br />

Woroscki sulla questione dei rapporti tra il suo governo e l’Internazionale,<br />

Bukarin inviò una energica protesta a Cicerin pretendendo<br />

che Woroski fosse richiamato. Secondo Bukarin, dopo che l’Intern.<br />

ha accettato la sua risoluzione, mentre la situazione interna-zionale si<br />

complica, è necessario in tutta la propaganda abituare gli<br />

*****<br />

Rigo 17: La sostituzione di « e pretese » con « pretendendo » è stata fatta<br />

evidentemente per migliorare stilisticamente il testo.<br />

Rigo 18: La correzione della parola « richiamato » fu fatta forse per ridurre<br />

la distanza tra le lettere « a » e « m » presente in « richia mato ».<br />

31


32


8<br />

operai ad identificare la causa del governo russo con quella del comunismo.<br />

Soltanto in questa maniera sarà possibile trascinarli domani<br />

a difendere la Russia in caso di guerra. Woroski inviò a Bukarin a<br />

Mosca una lettera giustificativa in cui attribuiva la paternità della sua<br />

cosidetta dichiarazione a Graziadei, che la scrisse non sospettando<br />

che sarebbe stata pubblicata dalla Stefani, tanto più trattandosi di una<br />

lettera personale a Contarini e non di una nota ufficiale al governo<br />

italiano.<br />

Può darsi che questa giustificazione sia valsa a far prolungare la<br />

permanenza del Woroski in Italia.<br />

Nei riguardi della missione commerciale russa a Roma, vi sarà tra giorni il<br />

trasferimento di Strojan, segretario di Woroski, a Mosca.<br />

*****<br />

Rigo 8 e rigo 18: Le parole « cosidetta » e « russa » furono inserite nel<br />

testo, in un secondo momento, o perché omesse per distrazione nella<br />

trascrizione o per renderlo più chiaro.<br />

33


34


9<br />

Strojan si allontana dall'Italia per precauzione, essendo egli implicato in tutta<br />

l'attività illegale della missione stessa, e da un momento all'altro in qualcuno dei<br />

processi in corso potrebbe saltare fuori il suo nome. Particolarmente Strojan è implicato<br />

nel processo Bordiga, poiché presso di questi sono state trovate delle carte in cui<br />

è fatto il suo nome 5 ,<br />

nel processo per l'assassinio sulla Roma-Firenze, essendo Strojan in<br />

rapporto con il gen. turco per mezzo di un bulgaro, che per qualche<br />

tempo ha abitato in via Cassiodoro 1 a Roma160 6 , ivi, sembra, dimorava<br />

anche il noto Soncelli, ex capitano Ferrari,<br />

nello scandalo della falsificazione in Russia di carta moneta italiana<br />

importata in Italia, di cui molto vagamente è a conoscenza la questura<br />

di Trieste.<br />

Strojan è stato a Berlino nei giorni<br />

*****<br />

Rigo 4: La cancellatura è dovuta o all’eliminazione di una parola trascritta<br />

erroneamente o al miglioramento stilistico della frase.<br />

Righi 15-16: L’espressione « ivi, sembra, dimorava anche il noto Soncelli,<br />

ex capitano Ferrari », è un’aggiunta posteriore estranea al testo originale,<br />

perché è fuori contesto e, come tale, non riprodotta nel rapporto<br />

del Capo della Polizia, datato « aprile 23 », riportato alle pp. 91-93.<br />

Rigo 17: Le espressioni « in Russia » e « importata in Italia » furono inserite,<br />

in un secondo momento, o per rendere più comprensibile il testo<br />

o perché erroneamente omesse in precedenza nella trascrizione.<br />

5 Tutta questa prima parte in corsivo è riportata in un rapporto del Capo della Polizia,<br />

datato « aprile 23 », diretto al giudice istruttore del Tribunale di Roma, che si<br />

occupava del processo Bordiga. Nel rapporto però non compare l’espressione « ivi,<br />

sembra, dimorava anche il noto Soncelli, ex capitano Ferrari ».<br />

La copia fotografica del rapporto è riprodotta più avanti, alle pp. 91-93.<br />

6 Per quanto concerne la via Cassiodoro 1 vi è sul documento la seguente annotazione,<br />

apposta a matita: « <strong>Il</strong> fascista che è in casa Bombacci (via Cassiodoro 1) Santella<br />

Luigi con moglie e figlio – impiegato al Manicomio – amante Monicelli piazza<br />

Risorgimento? ».<br />

35


36


10-11<br />

scorsi per giustificarsi e per chiedere il trasferimento a Mosca. Egli ha<br />

addossato la colpa della cattiva riuscita di alcune cose organizzate da<br />

lui in Italia, ai pessimi elementi che il partito comunista italiano aveva<br />

messo a sua disposizione. Tanto per l'affare della Roma-Firenze,<br />

quanto per la carta moneta egli è sicuro che tutto è dipeso da elemento<br />

com.[comunista] se qualcosa è trapelato.<br />

-----<br />

<strong>Il</strong> dott. Scheftel Marco rappresentante della Croce Rossa Russa in Italia, è<br />

tornato da Mosca ed ha anche la rappresentanza per l'Italia della Società per<br />

Azioni “Industria e Commercio” (Industrie und Handes Akhen Gesellschaf)<br />

che ha sede a Berlino in Unter den Linden, 11. Questa società è costituita legalmente<br />

in Germania, ma è<br />

*****<br />

Rigo 1: Questa pagina dovrebbe portare il numero 10; porta invece il n.<br />

10-11, evidentemente per un errore di distrazione nella trascrizione.<br />

Rigo 9: La cancellatura è dovuta probabilmente alla eliminazione di<br />

una parola trascritta per errore.<br />

Rigo 11: L’aggiunta del nome « Marco » e la sostituzione del cognome<br />

« Schefter » con « Scheftel » fu fatta, in un secondo tempo, per<br />

rendere più precisa l’identificazione del personaggio a cui si faceva<br />

riferimento.<br />

Rigo 16: L’eliminazione della « h » presente in « ha Berlino » fu fatta<br />

evidentemente per correggere un errore di trascrizione dal testo originale.<br />

37


38


11-12<br />

sorta per iniziativa del governo russo. Ha rappresentanze in molti paesi, perfino<br />

in Africa e in Australia, e la sua attività e svariatissima:<br />

nei paesi che ancora non sono in rapporti commerciali con la Russia, essa studia<br />

la possibilità di scambi ecc. ed è perciò in rapporto col mondo commerciale;<br />

in altri paesi si cura solo della raccolta di fondi per il soccorso ai bambini affamati<br />

ecc. Oltre a questa attività pubblica, la Società, attraverso le sue filiali, cura<br />

la trasmissione di denaro ai diversi partiti, corrispondenza ufficiale ecc.<br />

Per l'invio di denaro la Società si serve della Banca svedese “Garantie und<br />

Kreditbank für den Osten A. G.” che ha sede a Berlino in Unter den Linden<br />

68a. Questa Banca è in corrispondenza col “Credito Italiano„<br />

*****<br />

Rigo 1: Questa pagina, che dovrebbe portare il numero 11, porta invece<br />

il n. 11-12, evidentemente per un errore di distrazione nella trascrizione.<br />

Righi 5, 9, 13-14: Le sostituzioni di « nei » con «Nei», di « in » con<br />

« In » e lo spostamento della parola « denaro » furono evidentemente<br />

effettuate, per motivi stilistici, da parte della questura romana che inviò<br />

copia dattiloscritta del testo alla DGPS.<br />

39


40


13<br />

sede di Roma, il cui direttore è amico personale di Bombacci, il quale ha al Credito<br />

il conto corrente.<br />

-------<br />

Morelli, tra breve tornerà a Mosca, avendo l'Ambasciata Italiana saputo che<br />

egli è in relazione coi comunisti. Detta Ambasciata ha fatto fare indagini per<br />

mezzo di personale di secondo ordine, che scioccamente ha comunicato che da Roma<br />

si era saputo dei suoi rapporti coi comunisti. Tali indagini sono state fate [fatte]<br />

anche per mezzo della polizia tedesca, la quale non ha nessun interesse per favorire<br />

l'Italia. <strong>Il</strong> Morelli fu sottoposto a perquisizione a richiesta dell'autorità italiana,<br />

ma con esito negativo.<br />

-------<br />

A proposito dello scioglimento del fascio di Berlino<br />

*****<br />

Righi 4 e 6: Le cancellature presenti nell’espressione « In sostituzione di<br />

Morelli, tra breve il quale » e l’aggiunta di « è » furono fatte evidentemente<br />

per migliorare stilisticamente il testo.<br />

Rigo 10: La ripetizione della preposizione « da » prima di « Roma » è<br />

evidentemente dovuta a un errore di distrazione nella trascrizione.<br />

Rigo 15: La sostituzione di « è stato sottoposto » con « fu sottoposto »<br />

fu fatta evidentemente per motivi stilistici.<br />

Rigo 18: L’aggiunta « di Berlino » dopo « fascio » fu forse fatta perché<br />

precedentemente omessa nella trascrizione.<br />

41


42


14<br />

è da rilevare la leggerezza delle autorità consolari e diplomatiche italiane, che in<br />

un primo tempo si sono fatte sostenitrici aperte del fascio, pub-blicando lettere a-<br />

perte sul “Gagliardetto” (organo fascista locale) inviando denaro ecc. e in un secondo<br />

tempo, dopo l'incursione dei comunisti tedeschi sul locale in cui i fascisti e-<br />

rano riuniti, hanno separato le loro responsabilità asserendo che si trattava di una<br />

riunione di commercianti riuniti per discutere su questioni economiche. La collezione<br />

del “Gagliardetto” e i comunicati alla stampa tedesca dimostrano la nessuna<br />

comprensione che quelle autorità hanno dello spirito pubblico in Germania. Si<br />

è cercato di mettere sempre in evidenza che i capi del fascio sono degli ex combattenti,<br />

ufficiali gloriosi ecc. ciò che ha disgustato i nazionalisti tedeschi. Nel 2°<br />

numero del Gagliardetto erano pubblicate le somme ricevute a mezzo<br />

*****<br />

Rigo 2: La parola « italiane » fu aggiunta o perché erroneamente o-<br />

messa nella trascrizione o per rendere più preciso il testo.<br />

Rigo 3: La sostituzione delle parole « sostenitori aperti » con « sostenitrici<br />

aperte » fu fatta evidentemente per correggere un errore grammaticale.<br />

Rigo 6 e 8: La parola « hanno » fu cancellata perché trascritta erroneamente,<br />

prima della espressione corretta che è « hanno separato ».<br />

43


44


15<br />

scheks, dall'ambasciatore Bosdari e dal console, con la promessa che altri aiuti<br />

non mancheranno ecc. ciò che ha scandalizzato il ministro degli esteri Rosenberg il<br />

quale in proposito ha detto: «Se i rappresentanti italiani vogliono scimmiottare i<br />

russi, lo facciano con la furberia dei russi.»<br />

-------<br />

<strong>Il</strong> Console italiano di Dresda, amico del sindacalista Vecchi, ha venduto a costui<br />

25 passaporti per emigranti operai e gli ha regalato qualche timbro. Gli uffici<br />

illegali di Berlino avevano in precedenza falsificato solo il timbro della questura e<br />

del consolato tedesco di Trieste, per cui tutti i passaporti falsificati erano intestati<br />

a cittadini della Venezia Giulia. Ora potranno servirsi dei timbri di Dresda.<br />

<strong>Il</strong> Vecchi verrà prossimamente a Milano dove pubblicherà il giornale<br />

*****<br />

Rigo 13: La parola « solo » fu cancellata perché anteposta erroneamente,<br />

nella trascrizione, a « falsificato » anziché a « il timbro ».<br />

Rigo 15: l’espressione « per cui » fu cancellata perché già scritta in precedenza;<br />

la parola « fassificati » fu sostituita con « falsificati » perché<br />

trascritta in modo erroneo.<br />

45


46


16<br />

l’“Internazionale Rossa„. A tale scopo ha ricevuto da Lasowski capo dell'Intern.<br />

Sindacati Rossi a Francoforte una forte somma iniziale, più la promessa di un<br />

sussidio mensile di 10 mila lire. A Francoforte era anche il sindacalista Anziani<br />

che sarà l'amministratore del giornale e che trovasi già a Milano. <strong>Il</strong> Vecchi era in<br />

rapporto con D'Annunzio. Ha un figlio, ex legionario, ora ufficiale aviatore presso<br />

l'esercito russo.<br />

-------<br />

In sostituzione del Morelli, lavorerà un commerciante comunista genovese, certo<br />

Serafini, milionario molto noto nell'ambiente commerciale di Genova e di Berlino.<br />

Abita a Tempelapf in Berlino. Si occuperà della trasmissione di fondi per l'Italia<br />

avendo egli un forte movimento di somme presso qualche<br />

*****<br />

Righi 2-3 : « a ricevuto » è la trascrizione erronea di « ha ricevuto »,<br />

dovuta forse a distrazione del copista. L’espressione « capo dell’Inten.<br />

Sindacati Rossi », data la sua posizione, fu inserita in un secondo<br />

tempo, forse perché precedentemente omessa per errore o per completare<br />

la notizia contenuta nel testo.<br />

Righi 8-10 : La frase « <strong>Il</strong> Vecchi era in rapporto con D’Annunzio. Ha<br />

un figlio, ex legionario, è ora ufficiale presso l’esercito rosso. » o fu<br />

inserita dopo che ci si accorse di averla omessa o fu aggiunta dalla<br />

questura romana, prima della sua dattiloscrittura, per completare la<br />

notizia contenta nel testo.<br />

Rigo 17: La preposizione « tra » fu cancellata perché evidentemente<br />

trascritta per errore.<br />

47


48


17<br />

banca tedesca. <strong>Il</strong> Serafini è inscritto nella sezione comunista di Genova ed ha<br />

rapporti con i rappresentanti russi per mezzo dell'on. Ambrogi. Quest'ultimo si<br />

recherà tra giorni a Vienna presso Guido Zamis, (Alserstr. 59-II) redattore della<br />

“Rote Fanhe”, un comunista austriaco che parla bene l'italiano 7 .<br />

-------<br />

Casadei, cognato di Bombacci, addetto presso la missione commerciale<br />

russa a Roma, serve di tramite per la consegna di corrispondenza,<br />

pacchi ecc. portati a Roma dai corrieri della missione e destinati ai<br />

comunisti.<br />

-------<br />

Fortichiari comunica con la rappresentanza di Milano dalla missione<br />

russa presso cui è addetto il comunista Cenni, parente di Graziadei,<br />

la cui famiglia abita a Roma, Trionfale, in cui abita Malatesta. <strong>Il</strong><br />

Cenni è stato recente-<br />

*****<br />

Rigo 6: L’espressione « redattore della “Rote Fanhe” » fu aggiunta in un<br />

secondo tempo, perché forse precedentemente omessa per errore o<br />

per meglio descrivere, indicandone la professione, il comunista austriaco<br />

Guido Zanis.<br />

La parola « missione » fu cancellata perché forse fu scritta anticipatamente<br />

per distrazione.<br />

Rigo 14-15: La parola « missione » fu cancellata evidentemente perché<br />

erroneamente anteposta, nella trascrizione, alla sua corretta posizione<br />

che è « missione russa » .<br />

7 Questa seconda parte in corsivo è riportata nella lettera della questura di Roma,<br />

datata 24 aprile 1923, inviata al direttore generale della P.S., De Bono, con la premessa:<br />

“Da fiduciario di Berlino”.<br />

La copia fotografica della lettera si trova più avanti, alle pp. 94-96.<br />

49


50


18<br />

mente a Piombino a ricevere un vapore russo, carico di rottami di<br />

ferro. A sua volta Fortichiari comunica con la missione di Roma, per<br />

mezzo della quale invia a Berlino la posta settimanale.<br />

-------<br />

A Genova si trova in rappresentanza della missione di Roma, Visner<br />

[Aron], un comunista di origine polacca, con la moglie. Precedentemente<br />

era a Roma, sotto il nome di Antonio e lavorava con<br />

Chiarini.<br />

-------<br />

Mauro Scoccimarro, che doveva recarsi a Berlino, resta in Italia e<br />

probabilmente è in relazione con Manouilsky, il quale dovrebbe trovarsi<br />

tuttora a Milano, con Peluso. Nell'estate del 22 comparve sul<br />

“Giornale d'Italia” comparve [sic] una intervista concessa da Manouilsky<br />

all'inviato del Giornale d'Italia. Con l'intervista fu pubblicata<br />

anche la fotografia.<br />

*****<br />

Rigo 7: L’aggiunta a matita del nome « Aron » al cognome « Visner »<br />

fu fatta evidentemente per una migliore identificazione della persona<br />

citata nel testo.<br />

Rigo 13: La correzione del nome di Manuilsky fu dovuta al fatto che<br />

esso fu erroneamente trascritto come « Manouglisky », con una « g ».<br />

La scrittura corretta del nome, però, è « Manuilsky » e non « Manoulisky<br />

», come riportato nel testo.<br />

Rigo 15: La ripetizione della parola « comparve » è evidentemente dovuta<br />

a un errore di distrazione nella trascrizione.<br />

51


52


19<br />

Parodi di Torino (ex presidente dell'Alleanza Cooperativa) ora accusato<br />

per appropriazione indebita è andato a Berlino passando illegalmente<br />

la frontiera di Tarviso. A Berlino sostituirà Ambrogi. È un<br />

operaio metallurgico, già membro del C.C. del partito comunista.<br />

-------<br />

Attualmente Gramsci Antonio è a Mosca e il prof Angelo Tasca a<br />

Parigi.<br />

-------<br />

Zanardi che scappò al confine, presso Lavagna, era il segretario della<br />

Fed. Com. di Milano. Trovasi ora a Berlino. Egli aveva dato agli<br />

agenti consegnò [sic] un passaporto falso in cui era indicato con un<br />

nome russo e di qui l'equivoco che lo fece denunziare come un emissario<br />

russo.<br />

Romano Cinzep accompagnava lo Zanardi, ma in Ceco-Slovacchia<br />

è stato arrestato. Lo stesso Cinzep fu arrestato con Giulianini, di ritorno<br />

da Mosca.<br />

-------<br />

****<br />

Righi 4-5: La parola « Torino » fu cancellata perché scritta per errore<br />

dal copista al posto di « Tarvisco ». L’errore fu forse determinato dal<br />

fatto che egli aveva già scritto prima l’espressione « Parodi di Torino »<br />

al rigo 1.<br />

Rigo 13: L’espressione scorretta « Egli aveva dato agli agenti consegnò<br />

un passaporto falso », presente nel testo, è forse dovuta a un errore di<br />

distrazione nella trascrizione dall’originale. La parola « un passaporto »<br />

fu evidentemente aggiunta perché precedentemente omessa.<br />

53


54


20<br />

L’esecutivo della Fed. Giov. Com. che ha sede a Milano si compone attualmente<br />

di Mario Montagnana di Torino, Maggioni di Milano e tal Tronchi P., già<br />

segretario della Fed. Giov. Milanese. Ad essi si aggiungono Longo Luigi e Alfiero<br />

Gorelli.<br />

Berti è sulle mosse di partire per Berlino per la via di Trieste: è probabile si<br />

trovi sempre a Milano o nei dintorni. Circa 2 mesi fa ha sposato certa Maria<br />

Baroncini di Imola, nota comunista.<br />

A Milano uscirà prossimamente un settimanale La voce dei giovani con denaro<br />

fornito dalla Internazion. Giov. Sulla testata non porterà indicazioni di essere<br />

organo di nessun partito. In principio avrà un'intonazione riformista e probabilmente<br />

sarà diretto da qualche giovane socialista, poiché pur avendo la gioventù<br />

socialista approvata in maggioranza la fusione, essa resterà, agli ordini comunisti,<br />

dipendente formalmente dal Partito Socialista.<br />

*****<br />

Rigo 1: La sostituzione di « Fed Giov Com » con « Federazione Giovanile<br />

Comunista » fu effettuata forse per rendere il testo più comprensibile<br />

prima che fosse dattiloscritto.<br />

Righi 6-8: La correzione della frase « Berti è sulle mosse per partire<br />

per Berlino per la via di Trieste: non è improbabile si trovi sempre a<br />

Milano o nei dintorni » e la sua sostituzione con « Berti è sulle mosse<br />

di partire per Berlino per la via di Trieste: è probabile si trovi sempre<br />

a Milano o nei dintorni » fu forse fatta per eliminare un errore di trascrizione.<br />

Rigo 20: La paraola « giov. » fu evidentemente sostituita con « gioventù<br />

» per rendere più comprensibile la frase.<br />

Rigo 21: La parola « costoro » fu soppressa perché evidentemente trascritta<br />

per errore.<br />

Rigo 22: La parola « ordini » fu ricalcata probabilmente per renderla<br />

più leggibile.<br />

55


56


21<br />

Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni di Berti all’Int.le Giov.le inviate<br />

a ½ corriere russo, L'Avanguardia uscirà illegalmente probabilmente in una località<br />

secondaria. Sarà stampata con macchine in piano, comperate dal noto Morelli<br />

Alfredo alla fiera di Lipsia ed inviate in Italia all'indirizzo di qualche tipografia.<br />

<strong>Il</strong> Morelli ha comperato inoltre verso il 10-15 marzo degli apparecchi radiotelegrafici,<br />

introdotti in Italia verso la fine del mese. Tali apparecchi servirebbero a<br />

mantenere il contatto tra diversi uffici del Partito Com. (ufficio di Bruno – ufficio<br />

di Terracini – uff. Manoniliski 8 .<br />

-------<br />

Fortichiari dovrebbe trovarsi tuttora a Milano o nei dintorni. Egli<br />

non è in relazione che con una o due persone. Suo segretario, da due<br />

anni, è un ex-ispettore postale che lavorava<br />

*****<br />

Rigo 3: Si noti l’espressione « a ½ » che è tipica dei rapporti manoscritti<br />

di Quaglino. Si veda, per esempio, il rapporto di 300 HP datato<br />

Roma, 8/2/24 – :<br />

Rigo 7: <strong>Il</strong> nome « Alfredo » fu aggiunto al cognome « Morelli » per individuare<br />

meglio la persona citata nel testo.<br />

Rigo 20: L’espressione « E suo segretario, da due anni, è un exispettore<br />

postale » fu sostituta con « Suo segretario, da due anni, è un<br />

ex-ispettore postale » probabilmente per migliorare stilisticamente la<br />

frase.<br />

8 Questa terza parte in corsivo è riportata nella lettera della questura di Roma, datata<br />

26 aprile 1923, inviata al direttore generale della P.S., De Bono. Nella lettera della<br />

questura romana la frase « Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni di Berti alla<br />

Int.le Giov.le inviate a ½ corriere russo » è così modificata: « Tale notizia è stata<br />

rilevata da comunicazioni di Berti alla Int.le Giov.le inviate a mezzo corriere russo ».<br />

La copia fotografica della lettera si trova più avanti, alle pp. 97-98.<br />

57


58


22<br />

a piazza Dante (Roma). (Gobbo, piccolo). Forse a ½ di lui si potrebbe<br />

rintracciarlo.<br />

-------<br />

L’avv. Terracini dovrebbe trovarsi col pseudonimo Urbano Tranquilli<br />

a Roma, donde scrisse una lettera nei primi del mese corrente.<br />

La moglie Alma Lex lettone, dovrebbe trovarsi presso la famiglia del<br />

Terracini a Torino, famiglia che trovasi in condizioni economiche<br />

floride, si dice milionaria.<br />

-------<br />

Telò Celestino ha un abbonamento per tutte le reti ferroviarie 2 a<br />

classe per 1 anno. Egli continua ad essere il fiduciario del mov. giov.<br />

ed è in stretto rapporto col Fortichiari. La sua famiglia è a Cremona.<br />

--------------<br />

A Misiano è pervenuto a ½ del corriere russo scritto a mano<br />

*****<br />

Righi 2 e 17: Si noti l’espressione « a ½ » che è tipica dei rapporti manoscritti<br />

di Quaglino.<br />

Rigo 4: L’espressione « col pseudonimo Urbano Tranquilli » fu inserita tra la<br />

terza e la quarta riga originarie o perché omessa per errore nella trascrizione o<br />

per completare la notizia fornita dal fiduciario.<br />

Rigo 7: La sostituzione di « russa » con « lettone » fu dovuta o alla correzione<br />

di un errore di trascrizione o alla correzione da parte della polizia di una notizia<br />

inesatta fornita dal fiduciario.<br />

La postilla « arrestato » è certamente apposta dopo l’arresto di Telò, avvenuto<br />

il 13 maggio 1923 a Milano, non in virtù di questa segnalazione di Quagliano,<br />

ma del paziente pedinamento della polizia, come risulta dal telegramma,<br />

datato 15 maggio 1923, inviato dal Prefetto di Milano alla DGPS:<br />

« Seguito pazienti diligenti indagini eseguite da Commissario Cav. Gallo e Vice<br />

Commissario Capurro Coniglio e Tamburro giorno 13 corrente veniva sorpreso in un<br />

bar nelle vicinanze teatro alla Scala ove in quel momento teneva conferenza S.E. De<br />

Stefani segreto convegno dei fiduciari dell’Esecutivo Comunista e cioè sovversivi:<br />

Telò Celeste Guermandi Luigi e Lattuada Giuseppe, ai quali furono sequestrati documenti<br />

relativi alla attività comunista tra cui lettera diretta al noto Bruno Fortichiari<br />

dalla moglie. Ieri poi fu scoperta sede segreta della federazione giovanile comunista<br />

camuffata sotto nome Ufficio Commerciale Valli in Corso Genova 27 presso casa<br />

privata ». [Cfr. ACS, CPC, b. 5062, fasc. Telò Celeste]. Telò viene scarcerato il 28-2-<br />

1924 per decorrenza dei termini e muore di tubercolosi il 29 aprile 1926.<br />

59


60


23<br />

del detenuto Bordiga, nella [sic] quale egli informa della sua salute ed<br />

esprime fiducia nell'esito del processo avvertendo che ha per istruttore<br />

un buon giudice. Misiano a Berlino si fa chiamare Ernesto Stella e<br />

così firma anche la corrispondenza, con lui ha la moglie e 2 bambine.<br />

-------<br />

Bombacci nei primi di aprile è stato derubato della borsa in un ristorante<br />

di Berlino, contenente molti documenti interessanti. Si dice<br />

che la moglie di Bombacci sia in rapporti intimi con un fascista che<br />

avvicina l'Eccellenza Acerbo. Sta di fatto che la signora Bombacci<br />

scriveva al marito notizie precise sulle intenzioni dell'esecutivo del<br />

partito verso il Bombacci stesso e lo stesso Acerbo avrebbe dichiarato<br />

alla signora che l'esec. desiderava che il marito tornasse in Italia.<br />

Qualche volta il Bombacci ha inviato lettere<br />

*****<br />

Rigo 1: La preposizione articolata « nella » non concorda con il nome<br />

« scritto », riportato all’ultima riga della pagina precedente, al quale si<br />

riferisce. Si tratta di un errore presente nell’originale o di un evidente<br />

errore di trascrizione.<br />

Rigo 6: L’espressione « e così firma anche la corrispondenza » fu inserita,<br />

in un secondo tempo, forse perché precedentemente omessa per<br />

distrazione.<br />

Rigo 9: La parola « borsa » fu ricalcata probabilmente per renderla più<br />

leggibile.<br />

Rigo 13: L’articolo « un » fu anteposto a « fascista » in un secondo<br />

tempo, forse perché precedentemente omesso per distrazione nella<br />

trascrizione.<br />

Rigo 16: L’espressione « Sui rapporti dell'esecutivo del partito col<br />

Bombacci » fu sostituita con « sulle intenzioni dell'esecutivo del partito<br />

verso il Bombacci » probabilmente per motivi stilistici.<br />

61


62


24<br />

in doppia busta, esternamente indirizzate ad un alto ufficiale inscritto<br />

ai fasci. La pelliccia di petits gris che il Bombacci ha inviato in Italia, a<br />

½ del corriere, era destinato [sic] alla signora di questo ufficiale. Non<br />

so se questa sia la stessa persona che avvicina S.E. Acerbo.<br />

-------<br />

Arturo Cappa, è tornato dall'Egitto. Si recò a Parigi verso il principio di marzo<br />

ed ora è a Berlino. Egli aveva ricevuto forti somme per la propaganda nell'Egitto<br />

e nella Cirenaica, ma dopo averle sperperate inutilmente, e dopo averne chiesto<br />

invano delle altre, è stato dal Comitato per i Popoli Oppressi liquidato definitivamente<br />

come un ambizioso ecc. Nella permanenza a Parigi egli parlò nel comizio<br />

(in cui fu arrestato il deputato tedesco<br />

*****<br />

Rigo 4: Si noti l’espressione « a ½ » che è tipica dei rapporti manoscritti<br />

di Quaglino. Si veda, per esempio, il rapporto di 300 HP datato<br />

Roma, 8/2/24. :<br />

Righi 4-5: La parola di genere maschile « destinato », che si riferisce<br />

alla parola di genere femminile « pelliccia », è stata qui riportata al posto<br />

di « destinata » per un evidente errore di trascrizione.<br />

Rigo 3: Le parole « di petits gris » furono aggiunte perché forse erroneamente<br />

omesse in precedenza.<br />

Rigo 7: L’espressione onorifica « S.E. » anteposta al nome « Acerbo »<br />

probabilmente fu inserita dalla questura romana.<br />

Righi 9-10: La frase « Si recò a Parigi verso il principio di marzo e di là<br />

a Berlino » fu sostituita con « Si recò a Parigi verso il principio di<br />

marzo ed ora è a Berlino » probabilmente per ragioni stilistiche.<br />

Righi 19-20: La frase « egli ha parlato nel comizio (in cui parlò fu arrestato<br />

il deputato tedesco » fu sostituita con « egli parlò nel comizio<br />

(in cui fu arrestato il deputato tedesco » per correggere un evidente<br />

errore di trascrizione.<br />

63


64


25<br />

Hollein), truccato con una barba. <strong>Il</strong> “comitato dei popoli oppressi„ dipende direttamente<br />

dalla Terza Internazionale. Esso fu nominato nel Congresso dei Popoli<br />

Oppressi tenuto nell'agosto del 1921 a Baku per iniziativa della stessa Terza<br />

Int. In quel convegno intervenne anche un rappresentante di Kemal pascià. <strong>Il</strong> congresso<br />

fu presieduto da Zinovieff, Radk, Bela Kun e vi parteciparono ribelli di<br />

tutte le tendenze provenienti da tutte le regioni dell'Asia. L’intonazione del congresso<br />

fu nettamente anti-inglese, esso dichiarò la “guerra santa” al sostegno maggiore<br />

del capitalismo. Alla fine del congresso il comitato fu eletto su proposta di<br />

Zinovieff allo scopo di organizzare la lotta pratica per la liberazione delle colonie.<br />

Nel comitato<br />

*****<br />

Rigo 14: La parola « tutta » fu probabilmente soppressa per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 15: La parola « rappresentante » fu sostituita con « sostegno »<br />

probabilmente per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 16: Le parole « fine del » furono inserite o perché omesse in<br />

precedenza o per migliorare stilisticamente il testo.<br />

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66


26<br />

partecipano di diritto due rappresentanti della Terza Internazionale e Losowsky<br />

per i Sindacati. Losowsky dirige particolarmente il lavoro nelle colonie francesi e<br />

italiane. Dopo la liquidazione di Cappa, egli ha chiesto in sostituzione al partito<br />

italiano un altro elemento capace, possibilmente operaio metallurgico. Può darsi<br />

che costui già si trovi in Egitto. Dapprincipio lavorerà in Alessandria in uno stabilimento<br />

e dopo avere preso contatto con i rivoluzionari egiziani, si recherà in Cirenaica.<br />

Secondo Losowsky in Cirenaica la situazione può essere, con mezzi sufficienti,<br />

in breve capovolta. Gli elementi indigeni hanno cercato di mettersi in contatto<br />

col movimento dei Popoli Oppressi ma, secondo Losowsky, sembra chiedano<br />

(di quattrini) un po' troppo 9 .<br />

*****<br />

Righi 6-7: La cancellatura e l’anteposizione dell’espressione « in sostituzione<br />

» furono dovute probabilmente a motivi stilistici.<br />

Rigo 17: Le parole « che già » furono soppresse probabilmente per<br />

motivi stilistici.<br />

9 Questa quarta parte in corsivo è riportata nella lettera della questura di Roma, datata<br />

25 aprile 1923, inviata al direttore generale della P.S., De Bono.<br />

La copia fotografica della lettera si trova più avanti, alle pp. 99-100.<br />

67


68


27<br />

-------<br />

Terracini è stato in Germania dopo il 18 marzo ha tenuto comizio a<br />

Francoforte (nell'ippodromo) e ad Amburgo nella casa dei Sindacati<br />

contro l'occupazione della Ruhr. Egli fu presentato col nome di Michelino<br />

Bianchi, nome riportato anche dalla stampa tedesca.<br />

-------<br />

Bonnbacci, durante la sua permanenza a Berlino, ha affermato di essere in possesso<br />

della fotografia di un autografo di S.E. Mussolini destinato a D'Annunzio,<br />

sulla questione di Fiume e delle trattative sulla Jugo-Slavia. In questo documento<br />

si accenna all'impegno da parte di D'Annunzio di sciogliere la Federazione dei<br />

legionari fiumani ed a quello di Mussolini di non accettare risoluzioni definitive<br />

*****<br />

Rigo 2: La sostituzione di « conferenze » con « comizi » fu fatta per<br />

precisare meglio il lavoro svolto da Terracini o per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 8: La sostituzione di « nella » con « durante la » fu evidentemente<br />

fatta per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 11: L’espressione onorifica « S.E. » anteposta al nome « Mussolini<br />

» probabilmente fu inserita dalla questura romana.<br />

Rigo 17: La parola « Fed » fu sostituita con « Federazione » probabilmente<br />

per rendere più chiaro il testo<br />

Righi 18-19: L’espressione « di non accettare le soluzioni definitive »<br />

fu sostituita con « di non accettare risoluzioni definitive » probabilmente<br />

per motivi stilistici. La preposizione « di », posta alla fine del<br />

rigo 20, fu soppressa a seguito della soppressione della prima riga della<br />

pagina seguente che porta il numero 28.<br />

69


70


28<br />

con la Jugo-Slavia relativamente a Fiume, e in caso di trattative dirette, di prolungarle<br />

il più che sia possibile, procurando di attendere una complicazione nei<br />

rapporti internazionali, per annettere con un colpo di mano, Fiume. Secondo<br />

Bombacci l'occasione attesa da S.E. Mussolini potrebbe realizzarsi nel caso che la<br />

situazione della Francia nella Ruhr si aggravi. Come corrispettivo di una benevolo<br />

atteggiamento italiano, Mussolini chiederebbe alla Francia che si disinteressasse<br />

della questione Fiumana. Finora l'incoraggiamento più forte contro l'Italia, gli<br />

jugo-slavi l'hanno sempre ricevuto da Parigi, nel caso quindi che si trovassero isolati,<br />

difficilmente potrebbero resistere. Secondo Bombacci l'interruzione delle trattative<br />

di Abbazia, malgrado il parere contrario della stampa, che ne accusa come<br />

responsabile la Jugo-Slavia, dipenderebbe invece dall'impegno anzidetto di S.E.<br />

Mussolini.<br />

*****<br />

Rig 1: L’espressione « non accettare una soluzione definitiva » fu cancellata<br />

perché scritta per errore dopo quella precedente che è simile.<br />

Rig 8 e rigo 23: L’anteposizione di « S.E. » a « Mussolini » fu inserita<br />

probabilmente dalla questura romana.<br />

Rigo 23: La sostituzione di « dallo impegno » con « dall’impegno » fu<br />

evidentemente fatta per ragioni stilistiche.<br />

71


72


29<br />

A Roma Bombacci si metterà in contatto col rappresentante del governo di Angora,<br />

anche perché egli, per timore di persecuzioni vorrebbe allontanarsi dall'Italia,<br />

e dietro invito della Russia, si recherebbe in Anatolia, ad Angora, presso<br />

Kemal. Bombacci è partito da Berlino con l'intenzione di affrettare questo viaggio<br />

seguendo l’itinerario Roma – Trieste – Fiume – Sussak – Salonicco ecc. In Jugo-<br />

Slavia Bombacci ha molte conoscenze Zanelliane e perciò egli crede possibile avere<br />

un visto di transito. Fino a su Sussak si recherà invece in incognito 10 .<br />

-------<br />

In seguito allo scoprimento del passaggio di frontiera Lavagna-Luino, l'esecutivo<br />

indirizza i compagni<br />

*****<br />

Rigo 1-11: Le due frasi presenti nel testo sono state modificate dalla<br />

questura di Roma che, nella sua lettera del 24 aprile 1923, diretta al<br />

Ministero dell’Interno, le sostituisce con le seguenti: « Bombacci si<br />

metterà in contatto col rappresentante del governo di Angora, anche<br />

perché egli, per timore di persecuzioni in 'Italia, e dietro invito della<br />

Russia, si recherebbe in Anatolia, ad Angora, presso Kemal. Bombacci<br />

sarebbe partito da Berlino con l'intenzione di affrettare questo<br />

viaggio seguendo l’itinerario Trieste – Fiume – Sussak – Salonicco<br />

ecc.. ».<br />

Rigo 18: L’inserzione della parola « frontiera » fu fatta forse perché<br />

precedentemente omessa nella trascrizione o per rendere più preciso<br />

il testo..<br />

10 Questa quinta parte in corsivo è riportata nella lettera della questura di Roma,<br />

datata 24 aprile 1923, inviata al direttore generale della P.S., De Bono.<br />

La copia fotografica della lettera si trova più avanti, alle pp. 101-102.<br />

73


74


30<br />

che devono recarsi in Austria o in Germania illegalmente, a Trieste dove vi sono<br />

degli individui ex contrabbandieri, che, dietro compenso, accompagnano alla frontiera.<br />

<strong>Il</strong> più furbo di costoro è quel Romano Cinzep arrestato in Ceco-Slovacchia.<br />

<strong>Il</strong> passaggio della frontiera austriaca presso Tarvisio è facilissimo: di solito il Romano<br />

scende a Tarvisio-città e a piedi raggiunge Tarvisio frontiera. Sulla linea di<br />

frontiera vi è un'osteria in cui si ferma per osservare il movimento dei doganieri e<br />

al momento opportuno passa (di solito nell'ora di pranzo) e prosegue a piedi fino<br />

ad Arnoldstein (stazione austriaca). Qui si può liberamente prendere il treno<br />

*****<br />

Rigo 13: Le parole « egli conosce » furono soppresse perché trascritte<br />

per errore.<br />

Rigo 14: La cancellatura della terza parola illeggibile fu certamente<br />

dovuta a un errore di tarscrizione.<br />

Rigo 16: Le parole « opportuno passa » furono forse ricalcate perché<br />

si vedessero meglio.<br />

75


76


31<br />

per proseguire verso Vienna. La frontiera ceco-slovacca viene attraversata in<br />

prossimità di Linz 11 .<br />

-------<br />

Tattica della III Intern. in Francia. È conosciuto in Italia il fatto che<br />

Frossard, segretario del partito com. francese, è uscito dal partito con<br />

un gruppo di amici ed ha costituito un gruppo politico che si propone<br />

di costituire un blocco di sinistra (da Frossard a Caillaux) contro<br />

Poincarè. Frossard è uscito dal partito dicendo di rinnegare la III Int.<br />

ma in realtà egli è d'accordo con Mosca, la cui politica da un anno<br />

tende a costituire in Francia all’infuori del Partito comunista, un<br />

blocco che possa sostituire Poincarè. Quando Herriot, sindaco democratico<br />

di Lione e rappresentante delle Camere di Commercio si<br />

recò a Mosca, sorse per la prima volta l'idea<br />

*****<br />

Rigo 18: La sostituzione di « dem.» con « democratico » fu fatta per<br />

esplicitare il significato dell’abbreviazione.<br />

11 Questa sesta parte in corsivo è riportata nella lettera della questura di Roma, datata<br />

24 aprile 1923, inviata al direttore generale della P.S., De Bono.<br />

La copia fotografica della lettera si trova più avanti, alla p. 103.<br />

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32<br />

del blocco. Ma Mosca aveva bisogno di un uomo di fiducia in questo<br />

blocco e perciò ha consigliato Frossard ad uscire e ad aderire a quel<br />

movimento. Le Quotidien, che attualmente esce a Parigi ed è inviato<br />

per più di 150.000 copie ad abbonati di partiti di sinistra, è organo di<br />

questo blocco. Alla sua fondazione ha contribuito efficacemente anche<br />

denaro russo. In caso di nuove elezioni i comunisti saranno invitati<br />

ad astenersi in molte circoscrizioni dove vi è possibilità di vittoria<br />

dei destri, per riversare i loro voti sui candidati democratici.<br />

*****<br />

Righi 8: La preposizione articolata « Nella » fu sostituita con « Alla »<br />

probabilmente per ragioni stilistiche.<br />

79


4. Come viene organizzata la lotta internazionale contro il fascismo<br />

80


Come viene organizzata la lotta internazionale contro il fascismo.<br />

<strong>Il</strong> comitato centrale, nominato alla conferenza di Francoforte, risiede<br />

a Berlino. Esso è costituito da 24 membri, in maggioranza comunisti:<br />

non mancano però anche rappresentanti di partiti indipendenti<br />

e di alcune frazioni social-democratiche. <strong>Il</strong> Comitato Centrale è presieduto<br />

da Clara Zetchin per la Germania e da Henrie Barbusse per la<br />

Francia.<br />

(Barbusse vi è come rappresentante della organizzazione Clartè e<br />

dell'Associazione dei Combattenti francesi. Tuttavia Clartè resta<br />

un'organizzazione d’intellettuali, senza una specifica etichetta politica,<br />

ma il suo capo si permette spesso di parlare in suo nome per aderire a<br />

manifestazioni puramente rivoluzionarie. Barbusse da un mese è inscritto<br />

nel Partito Comunista francese.)<br />

Fra non molto sarà lanciato «Al mondo civile» un appello che porterà<br />

le fir-<br />

81


82


me non solo dei componenti il comitato, ma anche di molti altri cosidetti<br />

uomini illustri, «contro la barbarie fascista». Barbusse in una<br />

lettera a Clara Zetchin ha assicurato l'adesione di Romain Rolland e<br />

di Anatole France.<br />

Dipendenti dal Comitato Centrale, si vanno costituendo in tutti i<br />

paesi in cui vi è emigrazione italiana (Argentina, Stati Uniti, Svizzera,<br />

Francia, Germania, Austria) e in quelli minacciati da movimenti simili<br />

al fascismo, dei Comitati Nazionali Antifascisti. Ad essi aderiranno<br />

non solo i comunisti, ma anche le altre organizzazioni operaie, politiche<br />

e sindacali, che ne accettano il programma. Questi comitati nazionali<br />

non avranno né fiduciari, né gruppi locali: essi agiranno per<br />

mezzo dell'organizzazione dei partiti aderenti.<br />

*****<br />

Questo documento è stato trascritto nella prima parte della lettera<br />

della questura di Roma alla DGPS, datata 23 aprile 1923, riportata<br />

più avanti, alle pp. 104-105.<br />

83


5. La tattica del partito com. e della Terza Int. in Italia<br />

84


La tattica del partito com. e della Terza Int. in Italia.<br />

I risultati del congresso socialista di Milano sono stati di pieno gradimento<br />

dell’Internazionale. Le impressioni diffuse a Berlino negli<br />

ambienti comunisti, appena si ricevette il resoconto, furono ottime.<br />

Eppure il congresso socialista ha rifiutato di unirsi al partito comunista.<br />

Secondo i capi della Terza Int. nel momento presente questa è da<br />

considerarsi più una fortuna che una disgrazia: unendosi ai comunisti,<br />

il P.S.I. sarebbe stato subito liquidato dal governo, mentre restando<br />

autonomo esso ha parecchie possibilità di vita. Nel caso che il rigore<br />

contro i comunisti si faccia più severo, il partito soc. resterà sempre<br />

un rifugio per i comunisti e una base di<br />

85


86


appoggio per la Russia in Italia – Questa tattica della Terza Int. dimostra<br />

che oggi la sua principale preoccupazione è questa: mantenere<br />

in piedi in Italia un organismo qualsiasi su cui possa contare per tempi<br />

migliori. A questo fine il P.S.I. viene considerato come una buona<br />

riserva.<br />

I comunisti italiani si sono persuasi della necessità di seguire una<br />

tattica simile, a costo di qualsiasi rinuncia: essi ora vogliono salvare il<br />

più che sarà possibile della propria organizzazione: stampa, gruppi<br />

giovanili, fiduciari, gruppi sindacali ecc. Finché la situazione rimane<br />

stazionaria i comunisti faranno la voce flebile, non faranno più i soliti<br />

appelli incendiari, la loro stampa avrà un tono dimesso, provinciale.<br />

E’ chiaro quindi che da essi si sia rinunziato<br />

87


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all'organizzazione di atti violenti e cose simili.<br />

Radek parlando su questo argomento al congresso di Mosca fu<br />

molto chiaro. Egli disse: «Noi non abbiamo nessuna pregiudiziale<br />

contro gli atti di terrorismo. Ma quando bisogna organizzarli? Quando<br />

nella massa c'è del fermento, e sta per mettersi in movimento. Allora<br />

l'atto coraggioso di un individuo può provocare un incendio collettivo.<br />

Ma se la massa è scoraggiata e il partito è perseguitato, gli atti<br />

individuali sono per noi da ripudiarsi. Essi offrono il modo alla polizia<br />

di liquidare il partito e spaventano anche quei pochi elementi che<br />

prima noi avevamo. Essi ci lasceranno, trovando troppo pericoloso<br />

essere comunista.<br />

*****<br />

Questo documento è stato trascritto nella seconda parte della lettera<br />

della questura di Roma alla DGPS, datata 23 aprile 1923, riportata<br />

più avanti, alle pp. 104-105.<br />

89


II. Lettere della questura di Roma<br />

estratte dal documento redatto a Genova nell’aprile 1923<br />

(Se ne omette qui la trascrizione perché già fatta nelle pagine precedenti)<br />

Come si è già osservato, la questura di Roma stralciò dal documento<br />

redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di Bellone, sei parti<br />

che furono riprodotte in altrettante lettere inviate alla DGPS nella<br />

terza decade dell’aprile 1923.<br />

Poiché il documento da cui esse attinsero fu redatto poco prima del<br />

22 aprile 1923, bisogna dedurne che le date apposte sulle stesse sono<br />

approssimative e non coincidono con quella della loro fonte. Inoltre,<br />

anche il luogo di provenienza delle relazioni fiduciarie non sempre<br />

corrisponde a quello in cui effettivamente si trovava l’informatore nel<br />

momento in cui le scrisse. In questo caso, l’informatore era in Italia,<br />

mentre le lettere facevano intendere che si trovasse a Berlino («Da<br />

fiduciario di Berlino», «Dal fiduciario di Berlino»). Da ciò si evince<br />

che le informazioni fiduciarie venivano sempre sottoposte a un processo<br />

di manipolazione da parte della polizia, e pertanto è richiesta<br />

una grande prudenza nella loro utilizzazione da parte dello storico.<br />

90


1. Rapporto del Capo della Polizia, datato aprile 23<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 110, fasc. Arresto Bordiga<br />

91


92


Questo rapporto è estratto quasi certamente da una lettera della questura<br />

di Roma, non presente negli atti, che fu a sua volta estratta dal<br />

documento redatto a Genova nell’aprile 1923. Esso è diretto al giudice<br />

istruttore del Tribunale di Roma, che si occupava del processo Bordiga.<br />

Sul primo foglio del rapporto sono apposte le annotazioni « Riservata<br />

» e « Sospesa »; pertanto non si sa se il rapporto fu inviato o no<br />

al suo destinatario.<br />

<strong>Il</strong> testo del rapporto corrisponde alla prima parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 19-35].<br />

Nel rapporto, però, non compare l’espressione « vi, sembra, dimorava<br />

anche il noto Soncelli, ex capitano Ferrari », presente a p. 9 della<br />

copia manoscritta del documento redatto a Genova nell’aprile 1923<br />

[cfr. p. 34]. Ciò conferma che tale espressione non era presente nel testo<br />

originale del documento redatto alla presenza di Bellone.<br />

93


2. Lettera della questura di Roma, datata 24 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

94


95


In questa lettera della questura romana la frase « Tale notizia è stata<br />

rilevata da comunicazioni di Berti alla Int.le Giov.le inviate a ½ corriere<br />

russo », presente nel documento redatto a Genova nell’aprile<br />

1923, è così modificata: « Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni<br />

di Berti alla Int.le Giov.le inviate a mezzo corriere russo ».<br />

<strong>Il</strong> testo della lettera corrisponde alla seconda parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 37-49].<br />

96


3. Lettera della questura di Roma, datata 26 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

97


<strong>Il</strong> testo della lettera corrisponde alla terza parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 55-57].<br />

Rispetto al testo originale, da cui è tratta, la lettera contiene<br />

l’aggiunta di due note esplicative, relative rispettivamente a Berti e a-<br />

gli uffici del partito comunista.<br />

98


4. Lettera della questura di Roma, datata 25 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 1039, fasc. Cappa Arturo.<br />

99


<strong>Il</strong> testo della lettera corrisponde alla quarta parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 63-67].<br />

100


5. Lettera della questura di Roma, datata 25 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 705, fasc. Bombacci Nicola<br />

101


<strong>Il</strong> testo della lettera corrisponde alla quinta parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 69-73].<br />

102


6. Lettera della questura di Roma, datata 24 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. Vigilanza ai confini<br />

<strong>Il</strong> testo della lettera corrisponde alla sesta parte trascritta in corsivo<br />

del documento redatto a Genova nell’aprile 1923 [pp. 73-77].<br />

103


7. Lettera della questura di Roma, datata 23 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

104


Per il manoscritto e la trascrizipone dei due documenti riprodotti nella<br />

lettera si vedano le pp. 80-89.<br />

105


III. Correlazioni tra testi della questura romana e testi di 300 HP<br />

Esaminiamo ora le correlazioni formali e contenutistiche esistenti tra<br />

il documento del 22 aprile 1923 e le lettere della questura romana, ad<br />

esso anteriori e posteriori, da un lato e le relazioni redatte da 300 HP<br />

(Quaglino) dall’altro. Si ricorre a tal fine all’ausilio di alcune tavole sinottiche<br />

dalle quali risulta in modo evidente che le varie relazioni fiduciarie<br />

provengono tutte dalla stessa persona: Alfredo Quaglino.<br />

1. Correlazioni formali<br />

Dal punto di vista formale, l’autore del documento dell’aprile 1923,<br />

redatto alla presenza del commissario Bellone, usa una formula stilistica<br />

che si ritrova solo nei rapporti autografi redatti da 300 HP, per cui<br />

se ne deduce che si tratta della stessa persona. Essa consiste nel fatto<br />

che Quaglino di solito scrive « a ½ » invece di « a mezzo » e talora « per<br />

½ » anziché « per mezzo ». Si veda al riguardo la seguente tavola sinottica:<br />

106<br />

Informatore della questura romana<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Doc. 22 aprile 1923:<br />

Rapporto del febbraio 1923:<br />

Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni<br />

di Berti alla Int.le Giov.le riferiranno a Mosca per ½ di Straoujan<br />

gli emissari segreti presenti in Italia […]<br />

inviate a ½ corriere russo<br />

Rapporto Genova, 7/2/24/:<br />

Fortichiari dovrebbe trovarsi tuttora il Pr. è caduto “nella trappola soviettista”<br />

a Milano […] Suo segretario, da due anni,<br />

è un ex-ispettore postale che lavorava Delegazione Russa in Italia per ½ di<br />

– tesagli da Mc Donald d’accordo colla<br />

a piazza Dante (Roma) […] Forse a ½ Rakowsky<br />

di lui si potrebbe rintracciarlo<br />

Rapporto Roma 8/2/24 –:<br />

A Misiano è pervenuta a ½ del corriere<br />

russo scritto a mano del detenuto il Presidente voglia prendere in benevolo<br />

chiedo a ½ del mio Capo diretto – che<br />

Bordiga<br />

esame la mia proposta<br />

La pelliccia di petits gris che il Bombacci<br />

ha inviato in Italia, a ½ del cor-<br />

gli aderenti alla Confederazione Gen. del<br />

Rapporto Roma 8/2/24.:<br />

riere<br />

Lavoro, per ½ di d'Aragona – chiamati<br />

a raccolta<br />

Ecco anche gli stralci manoscritti:


Doc. 22 aprile 1923<br />

Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni di Berti alla Int.le Giov.le inviate<br />

a ½ corriere russo: L’Avanguardia<br />

Fortichiari dovrebbe trovarsi tuttora a Milano […] Suo segretario, da due<br />

anni, è un ex-ispettore postale che lavorava a piazza Dante (Roma). (Gobbo,<br />

piccolo). Forse a ½ di lui si potrebbe rintracciarlo<br />

A Misiano è pervenuta a ½ del corriere russo scritto a mano del detenuto<br />

Bordiga<br />

La pelliccia di petits gris che il Bombacci ha inviato in Italia, a ½ del corriere<br />

era destinata alla signora di questo ufficiale<br />

107


300 HP<br />

Rapporto non autografo del febbraio 1923:<br />

gli emissari segreti presenti in Italia […] riferiranno a Mosca per ½ di Straoujan<br />

sostituto di Worosky alla Delegazione Commerciale Russa di Roma in<br />

corso d'Italia.<br />

Rapporto autografo datato Genova, 7/2/24/:<br />

Pagella Vincenzo – ex deputato massimalista – mi dice che il Pr. è caduto<br />

“nella trappola soviettista” – tesagli da Mac Donald d’accordo colla Delegazione<br />

Russa in Italia per ½ di Rakowsky. Io riferisco quanto ho appreso:<br />

Rapporto autografo datato Roma 8/2/24 –:<br />

chiedo a ½ del mio Capo diretto – che il Presidente voglia prendere in benevolo<br />

esame la mia proposta e affidarmi la<br />

Rapporto autografo datato Roma 8/2/24.:<br />

Gli elettori unitari, e soprattutto gli aderenti alla Confederazione Gen. del<br />

La-voro, per ½ di d'Aragona – chiamati a raccolta – dovrebbero intervenire<br />

alle urne e votare nel seguente modo:<br />

108


La formula stilistica « a ½ », nella lettera della questura di Roma del<br />

26 aprile 1923, tratta dal documento redatto alla presenza di Bellone e<br />

diretta alla DGPS, venne sostituita con « a mezzo », perché evidentemente<br />

considerata del tutto inusuale. La stessa correzione è da presumere<br />

che sia stata fatta in tutti gli altri casi in cui le relazioni dell’informatore<br />

sono state dattilografate dalla questura romana.<br />

2. Correlazioni contenutistiche<br />

Dal punto di vista contenutistico, le relazioni del fiduciario della questura<br />

romana e quelle di 300 HP, esaminate nel loro complesso, costituiscono<br />

un’unica trama narrativa perché si riferiscono tutte agli stessi<br />

fatti e alle stesse persone.<br />

Per la comprensione del documento redatto a Genova nell’aprile<br />

1923, alla presenza di Bellone, bisogna tenere presente che esso si colloca<br />

nel momento storico in cui in Italia e in altri paesi europei si tentava<br />

di liquidare i dirigenti comunisti con la repressione poliziesca e<br />

giudiziaria, accusandoli di attentare alla sicurezza dello stato a causa<br />

della loro dipendenza dalla Russia.<br />

In Italia, tra la fine di gennaio e i primi di febbraio 1923, furono arresti<br />

Bordiga e molti altri dirigenti del PCd'I, con l’accusa di cospirazione<br />

contro lo stato. Sottoposti a processo saranno assolti nell’ottobre<br />

1923.<br />

In Francia, il 10 gennaio 1923 – giorno in cui avvenne l’invasione<br />

della Ruhr, condannata dal partito comunista francese – furono arrestati,<br />

con l’accusa di attentato alla sicurezza interiore ed esteriore dello<br />

stato, i suoi maggiori dirigenti, tranne il loro capo, Marcel Cachin, protetto<br />

dall’immunità parlamentare. <strong>Il</strong> 20 gennaio, però, questa gli fu tolta<br />

e fu anch’egli arrestato. Sottoposto a processo davanti al Senato, costituito<br />

in Alta Cote di giustizia, sarà prosciolto il 24 maggio 1923.<br />

In Belgio, l’8 marzo 1923, fu arrestato il capo del partito comunista<br />

belga, Joseph Jacquemotte e altri 14 dirigenti, per la loro opposizione<br />

all’occupazione della Ruhr. Sottoposti a processo con l’accusa di complotto<br />

contro la sicurezza dello stato, saranno tutti assolti nel luglio<br />

successivo.<br />

109


In Romania, la repressione contro i comunisti iniziò ancora prima<br />

che in Francia, Belgio e Italia, con la celebrazione, nel primo semestre<br />

del 1922, del processo nei confronti di 271 imputati, accusati di intelligenza<br />

col nemico.<br />

A queste vicende giudiziarie fa riferimento la prima parte del documento.<br />

La seconda parte, invece, tratta una serie di argomenti sui quali<br />

Quaglino era solito aggiornare periodicamente la questura romana e il<br />

Ministero dell’Interno. Essi riguardano l’organizzazione interna del<br />

PCd’I; le riunioni dei suoi organismi direttivi; l’azione di propaganda<br />

svolta dai suoi dirigenti e militanti, con dettagli relativi anche alla loro<br />

vita privata; i rapporti con i rivoluzionari russi; le fonti di finanziamento<br />

della struttura organizzativa e della stampa; i mezzi illegali utilizzati<br />

per la falsificazione dei documenti e i passaggi della frontiera.<br />

Le correlazioni esistenti tra le persone e i fatti a cui si riferiscono le<br />

relazioni dell’informatore della questura romana e i rapporti di 300 HP<br />

emergono con chiarezza dalle tavole sinottiche ad essi relative.<br />

2.1 Correlazioni relative a persone<br />

Nel documento redatto a Genova nell’aprile 1923, l’informatore cita<br />

66 persone, appartenenti quasi tutte al movimento comunista. Va rilevato<br />

che 26 di esse ricorrono anche nelle relazioni fiduciarie di 300 HP.<br />

Nelle relazioni dell’informatore della questura romana si fa riferimento<br />

complessivamente a circa 150 persone, mentre nei rapporti di 300<br />

HP a circa 100. Ebbene, le persone a cui si riferiscono entrambi gli informatori<br />

sono oltre 50. Tra queste vi sono tutti i dirigenti del partito<br />

comunista italiano, la maggior parte dei quali è conosciuta personalmente<br />

da Quaglino. Nella tavola seguente sono riportati in blu i nomi<br />

presenti sia nelle relazioni dell’informatore della questura romana sia<br />

nei rapporti di 300 HP.<br />

110


Nomi di persone presenti nelle relazioni dei due informatori<br />

[Sono riportati in blu i nomi comuni ai due informatori]<br />

Informatore della questura romana<br />

Ambrogi Ersilio; Angelini Mario; Arcuno<br />

Ugo; Azimonti; Azzario; Bacci; Batbousse<br />

E.; Bavassano; Bela- Kun; Berti; Bombacci<br />

Nicola; Bonar Law; Bonomi; Bonservizi;<br />

Bordiga; Buozzi; Buscemi Giovanni; Cachin;<br />

Caillaux; Cappa Arturo; Caroti Arturo;<br />

Cassitta Antonio; Cavallero; Cobianchi;<br />

Codevilla; Corneli Dante; D’Amato;<br />

Damen; D'Aragona; Carretto; D'Onofrio;<br />

Droz Humbert; Bucco Ercole; Eterlein<br />

Herna; Corbetta Fermo; Ferruccio; Sassano<br />

Fidia; Fioritto ; Flecchia Vittorio ; Fortichiari<br />

Bruno; Garosi; Garruccio; Gasperini;<br />

Gennari Egidio; Germanetto; Giuliani;<br />

Gnudi Ennio; Gonzales Cèsar; Gorelli<br />

Alfiero; Gramsci Antonio; Gramsci Gennaro;<br />

Grandi Ferdinando; Graziadei;<br />

Grieco Ruggero; Guarnieri; Kemal Pascià;<br />

Kolarow; Kurella Alfred; Lanfranchi; Law<br />

Bonar; Lazzari; Lenin; Leonetti; Lloyd<br />

George; Longo Luigi; Lunedei Torquato;<br />

Maffi Fabrizio; Manonilsky; Marabini Anselmo;<br />

Marcu Valerio; Mateu; Matteotti;<br />

Maurin Joaquin; Mesnil Jacques; Miroff;<br />

Misiano; Molinelli; Monici; Montagnana;<br />

Montanari; Moschelli; Natangelo; Natoli;<br />

Nicolau; Nin; Nitti; Pastore Angelo; Pastore<br />

Ottavio; Peluso Edmondo; Poincaré;<br />

Polano Luigi; Pozzoli; Pozzoni; Presutti;<br />

Rabezzana; Radek; Rainon, Cueff;<br />

Rainoni; Rakoci; Ramazzotti; Ravazzoli;<br />

Ravera; Repossi Enrico; Repossi Luigi;<br />

Riboldi Ezio; Ricciotti Garibaldi; Romita;<br />

Sadoul Jacques; Scoccimarro; Serrati Menotti<br />

Giacinto; Sessa Cesare; Silva Arnaldo;<br />

Sisa; Spaccialbelli; Stroyan; Tacchini<br />

Eugenio; Tasca; Terracini Umberto; Togliatti;<br />

Tonetti Giovanni; Treint; Tresso;<br />

Valla; Virgili; Viglongo Andrea; Volpi;<br />

Vota; Walesky; Willy Münzeberg; Worosky;<br />

Zanardi; Zetkin Clara; Zinovieff.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Ambrogi; Ambrosini Vittorio; Amoretti;<br />

Bela Kun; Bellone Virgilio; Belloni Ambrogio;<br />

Berti; Bianco; Bombacci; Bordiga;<br />

Cachin; Canepa; Cappa Arturo;<br />

Carretto; Caroti; Casadei; Cavarocchi;<br />

Cicerin; Cilla; Cobianchi; Corneli; Cresci;<br />

Croce; Damiani; D'Onofrio; Dozza;<br />

Fortichiari Bruno; Franceschini; Gagliazzo;<br />

Garosi; Garruccio; Gennari E-<br />

gidio; Germanetto; Giardina; Giberti;<br />

Gnudi; Gramsci Antonio; Graziadei;<br />

Grieco Ruggero; Hechert; Heler Caim<br />

(Chiarini); Herriot; Jordansky; Kameneff;<br />

Karakhan (Giuseppe?); Kolarov;<br />

Lenin; Leonetti; Leoni; Litvinov; Mac<br />

Donald; Maffi; Marabini; Mecheri; Misiano;<br />

Monfisani; Montagnana; Morabino;<br />

Morgari Oddino; Mussolini; Pastore<br />

Angelo; Pastore Ottavio; Peluso<br />

Edmondo; Peri; Platten; Poincarè; Polano<br />

Luigi; Presutti; Rabezzana; Radek;<br />

Rakowski; Ravagnan; Remondino; Repossi<br />

Enrico; Riccardo Roberto; Romita;<br />

Rondani; Rossetti; Rossi Francesco;<br />

Roveda; Sadoul Jacques; Serafini; Serrati;<br />

Silva Teodoro; Stoliarsky; Rykow A-<br />

lexei; Straoujan; Tasca; Terracini Umberto;<br />

Togliatti; Tonetti; Trèint; Treves;<br />

Tuntar; Turati; Viglongo Andrea; Vota;<br />

Worosky; Zanardi; Zetkin Clara; Zinoview;<br />

Zuriupa.<br />

111


Persone conosciute personalmente da Quaglino<br />

[Sono evidenziati in giallo i nomi di alcuni importanti dirigenti comunisti]<br />

Ersilio Ambrogi; Giuseppe Amoretti; Isidoro Azzario; Belloni Ambrogio; Vincenzo<br />

Bianco; Nicola Bombacci; Amadeo Bordiga; Enrico Dugoni; Bruno Fortichiari; Mario<br />

Franceschini; Francesco Frola; Antonio Gramsci; Antonio Graziadei; Heler<br />

Caim [Chiarini] ; Ramsay MacDonald; Vasil Kolarov; Fabrizio Maffi; Francesco Misiano<br />

; Oddino Morgari; Vincenzo Pagella; Angelo Pastore; Ottavio Pastore; Luigi<br />

Polano; Pietro Rabezzana; Christian Rakowsky; Francesco Rossi; Costantino Serafini;<br />

Umberto Terracini; Palmiro Togliatti; Andrea Viglongo; Francesco Zanardi.<br />

La conoscenza della maggior parte dei dirigenti comunisti e socialisti<br />

da parte di Quagliano risulta dalle dichiarazioni che egli fa nei suoi rapporti<br />

siglati 300 HP e talora in quelli inviati alla questura romana. Se ne<br />

riportano qui di seguito alcuni passi in cui parla di loro.<br />

- Domani avrò altri colloqui – Forse anche coll'anarchico Francesco Ghezzi – liberato<br />

dalle autorità tedesche – Ghezzi è uno dei complici dell’attentato del Diana – sembra<br />

che andrà in Russia ove si stabilirebbe, avendone chiesta ed ottenuta la naturalizzazione<br />

– Vedrò cosa mi dirà d’importante. [Rapporto datato Berlino, 15 dicembre 1922]<br />

- Chiarini = è l’alto commissario segreto bolscevico in Italia. […] È conosciuto personalmente<br />

da me per avermi affidato tempo addietro degli incarichi di indole segretissima.<br />

[Rapporto del 9.11.1922 su Heler Caim]<br />

- Ho riveduto molte vecchie conoscenze: Luigi Polano – Andrea Viglongo – il giovane<br />

comunista Amoretti – già redattore dell'Ordine Nuovo di Torino – e oggi redattore-capo<br />

del “Lavoratore” – Pastore Angelo – fratello di Ottavio – (redattore del<br />

“Comunista” di Roma) e qualche altra figura secondaria. Mi hanno narrato gli episodi<br />

del dicembre a Torino e le loro peripezie. [Rapporto datato Trieste, 9 genaio 1923]<br />

- Polano dice che [il giornale Ordine Nuovo] tira 12 mila copie che vengono diffuse clandestinamente<br />

per tutta la penisola – essendo oggi l'unico quotidiano comunista d'Italia.<br />

[Rapporto datato Trieste, 9 gennaio 1923]<br />

- Ho avuto una conversazione con Kolarow, il capo dei comunisti bulgari che rappresenta<br />

qui a Berlino l'Internazionale. [Lettera della questura di Roma datata I° Febbraio<br />

1923]<br />

- Parlando con Miroff, autorevole funzionario dell'Ambasciata russa di Berlino, ho<br />

avuto conferma ufficiale che Rakoci comunica con Mosca attraverso la delegazione<br />

russa. [Lettera della questura di Roma datata I° Febbraio 1923]<br />

- Ho chiesto che cosa si farà a Trieste in avvenire – Mi fu risposto che si attendono<br />

ordini precisi dal C.E. sedente in Roma. [Rapporto datato Trieste, 9 gennaio 1923]<br />

- Franceschini – mi ha ancora detto che in questi momenti di incertezza ma non di<br />

scoramento – hanno lavorato e lavorano attivamente l’ex deputato Riccardo Roberto<br />

112


di Alba – il pubblicista Ed. Peluso, Forticiari, gli On. Bombacci, Graziadei, Rabezzana<br />

e Bellone. [Rapporto del 20/2/23]<br />

- C'è qui Bombacci arrivato dall'Italia per recare le ultime notizie ai “giornali di<br />

Germania”. [Rapporto datato Berlino 7 marzo 1923]<br />

- Oltre a lui ho visto Misiano – Ambrogi – Bianco – Serafini – Zanardi – l’ex<br />

Segretario della Federazione Giovanile Comunista di Torino – e qualche altro profugo<br />

– [Rapporto datato Berlino 7 marzo 1923]<br />

- Gramsci per ora rappresenterebbe il P.C.d’I. nel Comitato Esecutivo dell’I.C. quindi<br />

rimane a Mosca – ove andrebbe anche Terracini che sempre da Misiano ho saputo<br />

che ha abbandonato Roma in questi giorni – Ma Terracini non è stato trovato? – Misiano<br />

mi ha detto di no – Avrò questa sera altri colloqui privati, poi partirò per venire<br />

a riferire le mie impressioni, dubbi ed apprensioni. [Rapporto datato Berlino 7 marzo<br />

1923]<br />

- Misiano mi ha confermato che Sadoul dovrebbe essere uno dei capi dell'azione antifascista.<br />

[Rapporto datato Berlino 7 marzo 1923]<br />

- A me l’ha riferito Graziadei figlio (Ercole) coll’assicurazione che il Presidente del<br />

Consiglio avrebbe diffidato W [=Worowsky ] di servirsi dell’opera di Serrati perché in<br />

mala fede [ Rapporto datato 21/3/1923]<br />

- <strong>Il</strong> deputato Bellone di Novara […] Nei riguardi dell’Alleanza Coop. di Torino, mi ha<br />

detto che Mussolini riuscirà a toglierla completamente al proletariato torinese […] Mi<br />

ha poi detto che l’Avanti! ha molte cambiali in giro … [Rapporto datato Trieste, 26<br />

maggio 1923]<br />

- Luigi Polano – ex redattore-capo del “Lavoratore” di Trieste, recentemente liberato<br />

dalle carceri del Coroneo – unitamente a Giardina, Viglongo, Cilla, Amoretti, Pastore<br />

Angelo, Ravagnan e qualche altro di minor importanza, mi ha detto che la magistratura<br />

triestina è stata ad essi favorevole … [Rapporto datato Trieste, 26 maggio<br />

1923]<br />

- Io sono amico di Gagliazzo e sarei curioso di vedere dove diavolo è andato ad impiantare<br />

la fabbrica delle macchine da scrivere–pistole mitragliatrici – Rapporto datato<br />

Trieste, 26 maggio 1923]<br />

- E per ultimo il dott. Palmiro Togliatti. […] Lo conosco perfettamente da molti<br />

anni e posso affermare e fargli l'onore di riconoscerlo come il più furbo dei comunisti<br />

italiani. [Rapporto datato Genova, 27 settembre 1923]<br />

- Degli imputati, erano latitanti: Fortichiari Bruno - Terracini Umberto - Gramsci<br />

Antonio - Azzario Isidoro - Silva Teodoro tutti da me conosciuti – Salvo il Silva<br />

che non ho mai saputo dove fosse rifugiato, gli altri erano all'estero [Rapporto datato<br />

Napoli , 3 Novembre 1923]<br />

- Rossi mi ha detto che andando di questo passo, gli unitari si asterranno [Rapporto<br />

datato Torino, 29/1/24/]<br />

- Stasera vedrò Dagoni – Frola – e forse Pagella e Amedeo [Rapporto datato Torino,<br />

29/1/24/]<br />

- Pagella Vincenzo – ex deputato massimalista – mi dice che il Pr. è caduto “nella<br />

trappola soviettista” – tesagli da Mac Donald d’accordo colla Delegazione Russa in<br />

113


Italia per ½ di Rakowsky. Io riferisco quanto ho appreso! [Rapporto datato Genova,<br />

7/2/24/]<br />

- Pastore Ottavio […] L'ho incontrato sempre più grigio, alla Sala Stampa a Torino<br />

– Mi ha detto che se volevo essere portato candidato ne avrebbe parlato<br />

all’Esecutivo. [Rapporto datato Genova, 7/2/24/]<br />

- Maffi mi aveva informato esattamente – I denari portati da Terracini in Italia saranno<br />

impiegati per l'uscita del nuovo quotidiano comunista che uscirà a Milano fra pochi<br />

giorni col titolo “L'Unità” – Si era pensato di mettergli nome “Difesa Proletaria”–<br />

ma poi Tasca, Vota e C i cambiarono idea - [Rapporto datato Genova, 7 febbraio<br />

1924]<br />

- Rabezzana – (ex deputato comunista di Torino) – mi ha detto che Bordiga è contro<br />

il nuovo Esecutivo Comunista di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti e altri due<br />

che non conosce neppure lui – tanto è grande la segretezza dei capi nominati da Mosca<br />

- [ Rapporto datato Genova, 7 febbraio 1924]<br />

- Rossi Francesco (– ex deputato unitario) – gli ho parlato oggi – è entusiasta di Mac<br />

Donald e mi assicura che il suo partito (l'unitario) se parteciperà alle elezioni – avrà<br />

sicuramente tutto l'aiuto finanziario e morale dei laburisti [ Rapporto datato Genova,<br />

7 febbraio 1924]<br />

- Conosco Mac Donald e soprattutto molto bene Rakowsky.[…] Rakowsky mi è legato<br />

da antica amicizia e con me parla sempre e molto volentieri. [Rapporto datato<br />

7/2/1924/]<br />

- Sono venuto giù [a Roma] con Oddino Morgari e Belloni Ambrogio, ex deputato<br />

comunista di Alessandria [Rapporto datato Roma, 8/2/24]<br />

- Morgari mi ha riferito sostanzialmente il punto di vista del suo collega Rossi Francesco<br />

di Genova nei riguardi delle elezioni [Rapporto datato Roma, 8/2/24]<br />

- Belloni ha ascoltato – e sottolineato la tesi di Morgari da sincera approvazione […]<br />

Mentre il treno filava, B. [= Belloni] mi raccontava che Bombacci è stato vittima di una<br />

tiro giocatogli dall'esecutivo, che vedutolo già sull'orlo dell'abisso ha voluto dargli la<br />

spinta per precipitarlo dentro. [Rapporto datato Roma, 8/2/24]<br />

- Belloni mi dice che col trionfo di Herriot in Francia – e col consolidamento del governo<br />

di Mac Donald in Inghilterra – il governo di Mussolini – verrà a trovarsi completamente<br />

isolato in Europa [Rapporto datato Roma, 8/2/24]<br />

Per quanto riguarda le notizie fornite sulle singole persone dai due<br />

informatori, va osservato che, dalla loro lettura, effettuata in modo<br />

cronologico, si ricava per ognuna di esse un quadro unitario in cui non<br />

si riscontra alcuna contraddizione. Si riportano qui di seguito prima le<br />

tavole sinottiche relative alle persone di cui si parla nel documento del<br />

22 aprile 1923 e in altre lettere della questura di Roma e successivamente<br />

quelle relative alle altre persone di cui non si parla in tale documento,<br />

ma solo in altre lettere della questura romana.<br />

114


Persone di cui si parla nelle lettere della questura romana,<br />

compreso il doc. 22 aprile 1923, e nei rapporti di 300 HP<br />

[I numeri anteposti ai documenti indicano il loro ordine cronologico]<br />

[Vorovskij, Vaclav Vaclavovič] – Worowski<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 26 febbraio 1923:<br />

Radek è legato da antica amicizia con<br />

Worosky<br />

3. Lettera del 13 marzo 1923:<br />

L'ufficio berlinese della Terza Internazionale<br />

ha inviato una protesta a Mosca<br />

per la nota rimessa da Worosky al Governo<br />

italiano.<br />

6. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Bukarin inviò una energica protesta a Cicerin<br />

pretendendo che Woroski fosse richiamato<br />

Nei riguardi della missione commerciale russa<br />

a Roma, vi sarà tra giorni il trasferimento di<br />

Strojan, segretario di Woroski, a Mosca .<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto febbraio 1923:<br />

Nel nostro caso, gli emissari segreti presenti<br />

in Italia (che soltanto Bordiga o<br />

Terracini possono conoscere) riferiranno<br />

a Mosca per ½ di Straoujan sostituto<br />

di Worosky alla Delegazione Commerciale<br />

Russa di Roma in corso d'Italia.<br />

4. Rapporto del 21/3/1923:<br />

Worowsky … avrebbe dichiarato che<br />

Mussolini … nel recente colloquio avuto<br />

con lui, avrebbe tacciato di mala fede<br />

Serrati<br />

Worowsky avrebbe detto che taluni<br />

Deputati nittiani, in relazione con lui, lo<br />

informano minutamente e rigorosamente<br />

di tutte le disposizioni del Governo<br />

Nazionale.<br />

5. Rapporto Fine marzo 1923:<br />

I comunisti Mecheri di Genova ed il cognato<br />

di Bombacci, Casadei, che prestano<br />

servizio presso Worouski sanno molte<br />

cose.<br />

7. - 300 H.P. segnala in data 13.5-23 da<br />

Losanna – che è giunto colà il famoso<br />

capo dei bolscevichi svizzeri Fritz Platten<br />

per visitare salma di Worowski .<br />

Worowski [1871-1923] fu assassinato a Losanna, il 10 maggio 1923. La sua morte suscitò<br />

una vasta eco sulla stampa.<br />

Su Worowski, Quaglino riferisce che: 1. è amico di Radek; 2. e 6. ha come sostituto e<br />

segretario Straoujan; 3. e 6. ha suscitato le proteste della III Internazionale per una<br />

nota inviata al governo italiano; 5. presso di lui prestano servizio i comunisti Mecheri<br />

e Casadei; 4. ha fatto dichiarazioni riguardanti politici italiani; 7. è morto a Losanna.<br />

Si riportano qui di seguito due articoli di stampa: il primo sulla nota del 27 febbraio<br />

1923 da lui inviata al governo italiano; il secondo sulla sua morte.<br />

115


116<br />

Corriere della Sera, 3 marzo 1923


La parte della nota che suscitò le proteste della III Internazionale, di cui parla Quaglino,<br />

è quella in cui si dice, che quest’ultima è del tutto indipendente dal governo russo,<br />

il quale non è responsabile dei suoi atti e delle sue dichiarazioni.<br />

117


118<br />

Corriere della Sera, 11 maggio 1923


[Jan Jakovlevič Straujan] – Strojan<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2.Doc. 22 aprile 1923:<br />

1.Rapporto del febbraio 1923:<br />

Nei riguardi della missione commerciale gli emissari segreti presenti in Italia<br />

russa a Roma, vi sarà tra giorni il trasferimento<br />

di Strojan, segretario di Woroski, a oujan sostituto di Worosky alla Delega-<br />

… riferiranno a Mosca per ½ di Stra-<br />

Mosca<br />

zione Commerciale Russa di Roma in<br />

Strojan è implicato nel processo Bordiga,<br />

1 … nel processo per l'assassinio sulla Ro-<br />

L'attività di Straoujan … può riser-<br />

corso d'Italia<br />

ma-Firenze, 2 … nello scandalo della falsificazione<br />

in Russia di carta moneta italiana im-<br />

sia sorvegliato attentamente<br />

bare delle sorprese – Sarà bene che egli<br />

portata in Italia 3<br />

Straoujan Ivan Jakovlevič [1884-1938], scrittore lettone e bolscevico, visse in Italia<br />

(Capri) tra il 1909 e il 1917, diresse il gruppo dei bolscevichi di sinistra “Vpered” fondato<br />

da A. A. Bogdanov; nel 1921 tornò in Italia come membro della delegazione<br />

commerciale russa di cui era a capo di Vaclav Vaclavovič Vorovskij. Dopo la morte<br />

di quest’ultimo gli successe nella carica, curando i rapporti del governo bolscevico<br />

con il governo italiano e la Santa Sede. Diresse il lavoro di spionaggio in Italia e curò<br />

il finanziamento delle strutture del Comintern.<br />

Cfr. http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=692<br />

Su Straujan Quaglino riferisce che: 1. e 2. è segretario e sostituto di Worowski; 1.<br />

che fa da intermediario per le comunicazioni tra Mosca e gli agenti segreti bolscevichi<br />

presenti in Italia; 2. che è implicato in tre processi e dovrà perciò allontanarsi<br />

dall’Italia e rientrare a Mosca.<br />

*****<br />

1. Le ragioni del coinvolgimento di Straoujan nel processo Bordiga sono spiegate in<br />

un passo del rapporto della questura di Roma al Procuratore del Re, datato 13 marzo<br />

1923, che illustra il contenuto dei documenti sequestrati al dirigente comunista all’atto<br />

del suo arresto. Eccone il testo: « n° 14 documenti criptografici, con i relativi fogli di<br />

decifrazione numerati progressivamente dall’1 al 14. I documenti stessi si riferiscono al<br />

periodo, come appare dalle rispettive date, dal 15 Settembre 1922 al 2 Febbraio 1923.<br />

I primi quattro documenti (dei quali quello in data 15 Settembre a firma Polano,<br />

che è il comunista Polano Luigi fu Giovanni, nato il 3 aprile1897 a Sassari, redattore<br />

del periodico “<strong>Il</strong> Lavoratore” di Trieste, arrestato ultimamente colà; gli altri con le<br />

date 19 e 25 Settembre a firma Ruggero, cioè il Grieco Ruggero, membro dell’Esecutivo<br />

Comunista) si riferiscono a un Ingegnere Lazzaroff Popoff e sua moglie, sospettati<br />

di essere spie a danno del partito comunista. La Missione Russa in Italia, come<br />

appare da un inciso della prima lettera, seguiva, appunto per tali sospetti, i loro<br />

passi. È notevole la rapida e perfetta organizzazione di mezzi di polizia di cui disponeva<br />

l’Esecutivo Comunista: due agenti (tali vennero qualificati nella lettera del 16<br />

119


Settembre) sono subito dislocati da Milano a Bologna per concertare sul posto il piano<br />

di identificazione dei coniugi Popoff: si dispose che il Lazareff Popoff sia fatto<br />

accompagnare a Trieste e posto in confronto con un marinaio triestino il quale secondo<br />

le indicazioni dello Stroian presumibilmente emissario bolscevico russo, conosce<br />

il vero Popoff spia. Tutto ciò per controllare la esattezza delle affermazioni del<br />

Lazareff Popoff di essere “Capo di Comitati Macedoni, miranti a movimenti rivoluzionari<br />

all’infuori della borghesia e delle caste regnanti. »; cfr. ACS, MI, DGPS, 1923,<br />

b. 110, fasc. Arresto Bordiga.<br />

2. L’assassinio sul treno n. 38 della linea Roma-Firenze avvenne la notte del 1° novembre<br />

1921, a danno del negoziante pistoiese Egidio Tommasi. Esso fu compiuto<br />

da due giovani studenti – Carlo Andreoni e Nestore Tursi – che avrebbero dovuto<br />

assassinare il turco Hassan Feuzi Nouri Bey, e invece uccisero, per errore nell’identificazione<br />

della vittima, il negoziante pistoiese. Dapprima i due giovani affermarono<br />

di avere agito di loro iniziativa, ma in seguito confessarono di avere agito su mandato<br />

del generale turco Mehmed Wehib Pascià, che fu arrestato nell’agosto 1922. Le indagini<br />

sul delitto del treno 38 durarono a lungo e si conclusero con la condanna dei due<br />

studenti che, ritrattata la loro precedente confessione, si dichiararono i soli responsabili<br />

dell’omicidio del negoziante pistoiese. Con sentenza della Corte di Assise di Arezzo<br />

del 9 marzo 1926, Carlo Andreoni e Nestore Tursi furono condannati rispettivamente<br />

a 25 e a 20 anni di reclusione. Secondo un testimone, a decretare la morte di<br />

Hassan Feuzi Nouri Bey sarebbero stati i bolscevichi, perché quest’ultimo avrebbe<br />

tradito la fiducia dei Commissari del popolo di Mosca, asportando dalla Russia importanti<br />

documenti di carattere politico. Essi si sarebbero serviti, per realizzare il loro<br />

obiettivo, della collaborazione del generale turco Mehmed Wehib Pascià, appartenete<br />

alla Lega islamica, che avrebbe pagato i due giovani per commettere l’omicidio. Secondo<br />

l’informatore di Bellone, a contattare il generale turco sarebbe stato Staoujan.<br />

Una dettagliata ricostruzione della vicenda fu fatta dal giornalista Ercole Moggi<br />

nell’articolo intitolato «I misteri del processo del treno 38», apparso su La Stampa del<br />

4 marzo 1926, pochi giorni prima della conclusione del processo. Una ricostruzione<br />

completa delle biografie di Carlo Andreoni ed Ettore Tursi si trova in R. Gremmo,<br />

L’ultima Resistenza – Le rivolte partigiane dopo la nascita della Repubblica (1946-<br />

1947), Storia Ribelle, Biella, 2012, pp. 119-132.<br />

3. La notizia dell’introduzione in Italia di banconote inglesi false fu comunicata alla<br />

DGPS, nel gennaio 1923, dall’informatore inglese Philip Mackenzie, che precisò subito<br />

dopo di essersi sbagliato in quanto le banconote da lui descritte risultarono autentiche.<br />

Esse furono inviate in Inghilterra da una banca triestina, ed è per questo che<br />

l’informatore di Bellone riferisce che sulla vicenda “molto vagamente è a conoscenza<br />

la Questura di Trieste”. Sulla vicenda si veda ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda Massimalista,<br />

b. 9, fasc. Biglietti di banca falsificati dai bolscevichi – banconote inglesi false.<br />

120


Costantino Serafini<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2. Doc. 22 aprile 1923:<br />

1. Rapporto “Berlino 7 marzo 1923”:<br />

In sostituzione del Morelli, lavorerà un commerciante<br />

comunista genovese, certo Serafini, – Serafini<br />

«ho visto Misiano – Ambrogi – Bianco<br />

milionario molto noto nell'ambiente commerciale<br />

di Genova e di Berlino. Abita a Tempe-<br />

Serafini – comunista – residente a Ge-<br />

3. Rapporto Genova, 31 agosto 1923:<br />

lapf in Berlino. Si occuperà della trasmissione nova – in via Carlo Felice – che dai<br />

di fondi per l'Italia avendo egli un forte movimento<br />

di somme presso qualche banca tedesca. lista – è conosciuto come ricchissimo –<br />

membri del Partito Comunista e Socia-<br />

<strong>Il</strong> Serafini è inscritto nella sezione comunista è ritornato qui da Vienna ove si sarebbe<br />

di Genova ed ha rapporti con i rappresentanti recato per incarichi segreti di alta competenza<br />

affidatigli dall'Esecutivo Co-<br />

russi per mezzo dell'on. Ambrogi .<br />

munista – A Vienna si sarebbe incontrato<br />

con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini –<br />

Serafini gode una fiducia illimitata presso<br />

l'Esecutivo – e gli incarichi delicatissimi<br />

che gli vengono affidati all'estero<br />

sarebbero di una segretezza assoluta.<br />

Su Serafini Quaglino riferisce che: 1. lo ha visto a Berlino; 2. e 3. è residente a Genova,<br />

è ricco e svolge incarichi segreti per il partito comunista, tra cui quello di intermediario<br />

nella trasmissione dei fondi destinati all’Italia dai bolscevichi russi.<br />

Le concordanze tra le due relazioni fiduciarie sono talmente evidenti che non può<br />

esservi dubbio sulla loro appartenenza allo stesso autore. Tra le due relazioni fiduciarie<br />

vi è persino la concordanza della sottolineatura del cognome Serafini:<br />

Documento del 22 aprile 1923 redatto alla presenza di Bellone<br />

Rapporto di 300 HP datato Genova, 31 agosto 1923<br />

121


Bruno Fortichiari<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

4. Rapporto del febbraio 1923:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla Coll’avvenuto arresto di Bordiga gli succede<br />

nella gerarchia comunista l’avv.<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° Azzario … ; 4° – Umberto Terracini di Torino – poi Bruno<br />

Fortichiari – poi l'on. Repossi e ulti-<br />

Fortichiari Bruno (Milano); …<br />

2. Lettera del 9 giugno 1922: mo il geometra Ruggero Grieco.<br />

<strong>Il</strong> Comunista Cassitta prima di recarsi a 5. Rapporto del 21/2/23:<br />

Dusseldorf è passato a Milano dove ha Franceschini – mi ha ancora detto che in<br />

ricevuto una relazione dettagliata del lavoro<br />

svolto in Italia da Bruno Fortichiari scoramento – hanno lavorato e lavora-<br />

questi momenti di incertezza ma non di<br />

residente in quella città e che dirige attualmente<br />

tutto il lavoro illegale del Par-<br />

Roberto di Alba – il pubblicista Ed. Peno<br />

attivamente l’ex deputato Riccardo<br />

tito comunista.<br />

luso, Forticiari, gli On. Bombacci, Graziadei,<br />

Rabezzana e Bellone.<br />

3. Lettera del 16 settembre 1922:<br />

Per quanto riflette il movimento illegale 8. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

del partito, movimento che, come è noto,<br />

ha sede a Milano ed è capeggiato dal Unico ed assoluto Membro del Comita-<br />

1923 :<br />

comunista Bruno Fortichiari è stato accennato<br />

ai rapporti tra quest'ultimo ed il Grieco e la fuga di Misiano, Fortichiari.<br />

to Esecutivo dopo l'arresto di Bordiga,<br />

latitante Codevilla Carlo Giuseppe 9. Rapporto Napoli, 3 Novembre<br />

6. Lettera del 27 Marzo 1923: 1923:<br />

<strong>Il</strong> giorno 10 Marzo è stata tenuta a Milano<br />

una riunione con l'intervento di For-<br />

Fortichiari Bruno ….<br />

Degli imputati, erano latitanti:<br />

tichiari, Grieco, Terracini, …..<br />

L'attività che possono svolgere questi<br />

7. Doc. 22 aprile 1923:<br />

cinque è da temere – Sopra – tutti Fortichiari<br />

che con Terracini è membro del<br />

Fortichiari dovrebbe trovarsi tuttora a Milano<br />

o nei dintorni.<br />

vecchio Esecutivo.<br />

Telò Celestino … è in stretto rapporto col<br />

Fortichiari.<br />

Bruno Fortichiari [1892 –1981] fu tra i fondatori del PCd'I al Congresso di Livorno<br />

del 1921. Nel 1929 fu espulso dal partito. Su di lui Quaglino riferisce che: 1. nel secondo<br />

congresso del partito è stato eletto membro del Comitato centrale; 2. e 3. dirige<br />

l’attività illegale del partito; 4., 5., 6., 8., 9. è terzo, in ordine di importanza nel partito,<br />

dopo Bordiga e Terracini, e lavora attivamente; 7. è in stretto rapporto con Celestino<br />

Telò, il quale è a capo dell’organizzazione giovanile comunista.<br />

122


Antonio Gramsci<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

5. Rapporto febbraio 1923 :<br />

Arrestati tutti questi cinque che formano<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale l'Esec. d'Italia subentra un secondo Esecutivo<br />

nelle persone di: I° – Azzario …8° –<br />

Gramsci Antonio (Torino); …<br />

2. Lettera del 2 giugno 1922:<br />

Informazioni di un fiduciario comunista<br />

– <strong>Il</strong> viaggio di Bordiga, Gramsci e Graziadei<br />

a Mosca .<br />

3. Lettera del 30 dicembre 1922:<br />

Da notizia fiduciaria risulta che il pubblicista<br />

Gramsci Antonio, “dell'Ordine<br />

di cui fanno parte: Palmiro To-<br />

gliatti, Gramsci e Misiano.<br />

6. Rapporto Berlino 7 marzo 1923:<br />

Gramsci per ora rappresenterebbe il<br />

P.C.d’I. nel Comitato Esecutivo dell’I.C.<br />

quindi rimane a Mosca.<br />

10. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

1923:<br />

Le mie informazioni li danno entrambi<br />

Nuovo” di Torino, è rimasto a Mosca all'estero con Ambrosini, Misiano,<br />

insieme all’ex Deputato Gennari Egidio,<br />

entrambi rappresentanti del Partito Comunista<br />

Italiano, presso la Terza Internazionale.<br />

4. Lettera del 28 gennaio 1923:<br />

Gramsci, Terracini, l'on. Ambrogi.<br />

11. Rapporto Napoli, 3 Novembre<br />

1923:<br />

Degli imputati, erano latitanti:<br />

Fortichiari Bruno … Gramsci Antonio<br />

Ieri sono arrivati a Berlino da Mosca,<br />

Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio Maffi,<br />

Antonio Gramsci, …<br />

7. Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Manonilsky, … dovrà condurre a termine<br />

le trattative per la fusione assieme a<br />

Serrati, Maffi, Tonetti, Scoccimarro,<br />

Gramsci e Tasca.<br />

8. Lettera del 15 aprile 1923:<br />

Antonio Gramsci, … si trova a Mosca,<br />

quale sostituto di Gennari.<br />

9. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Attualmente Gramsci Antonio è a Mosca<br />

e il prof Angelo Tasca a Parigi.<br />

Su Gramsci [1891–1937] Quaglino riferisce che: 1. nel secondo congresso del partito<br />

è stato eletto membro del Comitato centrale; 5. fa parte del gruppo dei dirigenti più<br />

importanti del partito; 2., 3., 6., 8., 9. si è recato a Mosca, dove rappresenta il P.C.d’I.<br />

nel Comitato Esecutivo dell’Internazionale comunista; 11. non è stato arrestato con<br />

Bordiga perché si trovava all’estero.<br />

123


Angelo Tasca<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 30 dicembre 1922:<br />

Tasca – risiede a Torino –<br />

3. Lettera del 28 gennaio 1922:<br />

Ieri sono arrivati a Berlino da Mosca,<br />

Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio Maffi,<br />

Antonio Gramsci, prof. Angelo Tasca,…<br />

4. Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Manonilsky, … dovrà condurre a termine<br />

le trattative per la fusione assieme a<br />

Serrati, Maffi, Tonetti, Scoccimarro,<br />

Gramsci e Tasca.<br />

5. Lettera del 2 aprile 1923:<br />

Nella riunione del Comitato segreto del<br />

Partito Comunista tenutasi a Milano il<br />

10 marzo 1923, … fu deciso di inviare,<br />

per il 2 aprile, a Parigi il prof. Angelo<br />

Tasca, …<br />

6. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Attualmente Gramsci Antonio è a Mosca<br />

e il prof Angelo Tasca a Parigi.<br />

9. Lettera del 25 Novembre 1923:<br />

Togliatti, prima del suo arresto, rispose<br />

subito che la tattica delle bastonate non<br />

era contraria alla tattica comunista, ma<br />

quando Gennari e Tasca conobbero che<br />

anche in nome loro, era stata inviata<br />

questa risposta, naturalmente non la approvarono.<br />

11. Lettera dell’8 giugno 1924:<br />

<strong>Il</strong> Segretariato di Roma è retto, a tutt'oggi,<br />

dal Prof Tasca.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Berlino, 15 Dicembre<br />

1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – Bombacci – Serrati –<br />

Gennari (ex deputati) Graziadei – Romita<br />

– Tasca di Torino, …<br />

7. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

1923:<br />

Tasca era tornato recentemente da Mosca<br />

con Gennari.<br />

8. Rapporto Napoli, 3 Novembre<br />

1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti,<br />

Leonetti, Montagnana e Gennari.<br />

10. Rapporto Genova, 7 febbraio<br />

1924:<br />

Maffi mi aveva informato esattamente<br />

– I denari portati da Terracini in Italia<br />

saranno impiegati per l'uscita del nuovo<br />

quotidiano comunista che uscirà a Milano<br />

fra pochi giorni col titolo “L'Unità” –<br />

Si era pensato di mettergli nome “Difesa<br />

Proletaria”– ma poi Tasca, Vota e C i<br />

cambiarono idea –<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista<br />

di Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista di<br />

cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti<br />

e altri due che non conosce neppure lui<br />

– tanto è grande la segretezza dei capi<br />

nominati da Mosca –<br />

Su Tasca [1892–1960] Quaglino riferisce che: 1. risiede a Torino; 2., 3. si è recato a<br />

Mosca; 5., 6., 10., 11. fa parte del gruppo dei dirigenti più importanti del partito.<br />

124


Nicola Bombacci<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2. Lettera del 30 Dicembre 1922: 1. Rapporto Berlino, 15 Dicembre 1922:<br />

Non risultano, fino a questo momento,<br />

giunti a Roma, gli Onorevoli ra presenti: Bordiga – Bombacci – Ser-<br />

A Mosca sono in questi momenti anco-<br />

Bombacci e Graziadei.<br />

rati – Gennari (ex deputati) Graziadei –<br />

Bombacci – sarebbe a Berlino – Romita – Tasca di Torino, …<br />

3. Lettera del 20 gennaio 1923: 6. Rapporto del 21/2/23:<br />

Nicola Bombacci si trova qui a Berlino, Franceschini – mi ha ancora detto che<br />

(Hotel Minerva-Kònigraretrass). in questi momenti di incertezza ma non<br />

4. Lettera del 26 gennaio 1923 1923: di scoramento – hanno lavorato e lavorano<br />

attivamente l’ex deputato Ric-<br />

Bombacci è ancora qui a Berlino, ma<br />

non è più in Hòtel, poiché il passaporto cardo Roberto di Alba – il pubblicista<br />

è scaduto.<br />

Ed. Peluso, Forticiari, gli On. Bombacci,<br />

Graziadei, Rabezzana e Bellone.<br />

5. Lettera del 15 Febbraio 1923:<br />

L'On. Nicola Bombacci è ancora a Berlino<br />

in Bedemanstr-Pension Pillet, il C'è qui Bombacci arrivato dall'Italia<br />

8. Rapporto Berlino 7 marzo 1923:<br />

suo passaporto non è in regola con la per recare le ultime notizie ai “giornali<br />

polizia tedesca.<br />

di Germania”.<br />

7. Lettera del 26 Febbraio 1923: Peluso riallaccia le file tra Vienna –<br />

Secondo Bombacci, in Italia si potrà Budapest – Berlino e l'Italia e Bombacci<br />

fa da corriere internazionale<br />

avere la possibilità di un cambiamento<br />

politico, soltanto come ripercussione di 9. Rapporto marzo 1923:<br />

avvenimenti internazionali.<br />

Nel comitato d'azione antifascista, l'On.<br />

12. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Bombacci rappresenta provvisoriamente<br />

l'Italia. Bombacci per ora rimane a<br />

Questa Banca è in corrispondenza col<br />

“Credito Italiano” sede di Roma, il cui direttore<br />

è amico personale di Bombacci, il quale ha fascista con l'On. Ambrogi.<br />

Berlino a coordinare il movimento anti-<br />

al Credito il conto corrente. .<br />

10. Rapporto fine marzo 1923:<br />

Casadei, cognato di Bombacci, … serve I comunisti Mecheri di Genova ed il<br />

di tramite per la consegna di corrispondenza, cognato di Bombacci, Casadei, … sanno<br />

molte cose<br />

pacchi ecc. portati a Roma dai corrieri della<br />

missione e destinati ai comunisti.<br />

11. Rapporto 11/4/1923:<br />

Bombacci nei primi di aprile è stato derubato<br />

della borsa in un ristorante di Berlino fascista … Clara Zetkin – Deputati it.<br />

Componenti del Comitato provv. anti-<br />

Bonnbacci, durante la sua permanenza a Ambrogi e Bombacci …<br />

Berlino, ha affermato di essere in possesso della 13. Rapporto Trieste, 26 maggio 1923:<br />

fotografia di un autografo di S.E. Mussolini Circa il parere del relatore che propose<br />

destinato a D'Annunzio, sulla questione di alla Camera dei deputati di negare l'autorizzazione<br />

a procedere contro i depu-<br />

Fiume e delle trattative sulla Jugo-Slavia.<br />

La pelliccia di petits gris che il Bombacci<br />

ha inviato in Italia, a ½ del corriere, era Graziadei ecc. Polano crede che se la<br />

tati Maffi, Romita, Marabini, Bombacci,<br />

125


destinato [sic] alla signora di questo ufficiale.<br />

In Jugo-Slavia Bombacci ha molte conoscenze<br />

Zanelliane …<br />

Camera approverà quella proposta, tutti<br />

i complotti montati in Italia sfumeranno,<br />

ed è convinto che chi ne approfitterà<br />

saranno proprio i comunisti, socialisti<br />

e anarchici ancora detenuti.<br />

14. Rapporto Roma, 8/2/24:<br />

Mentre il treno filava, B. mi raccontava<br />

che Bombacci è stato vittima di una<br />

tiro giocatogli dall'esecutivo, che vedutolo<br />

già sull'orlo dell'abisso ha voluto<br />

dargli la spinta per precipitarlo dentro.<br />

Però sia Serrati che Bombacci […] si<br />

trasferiranno colle loro famiglie a Mosca,<br />

ospiti dell'Internazionale che avrà<br />

cura di loro ..<br />

Su Bombacci [1879-1943] Quaglino riferisce che: 1. e 2. è stato a Mosca; 3., 4., 5., 8.,<br />

9., 11., 12. è presente spesso a Berlino; 6. lavora attivamente per il partito; 10. e 11. è<br />

cognato di Casadei, impiegato presso la delegazione commerciale russa; 12. è correntista<br />

del Credito italiano; 14. è in contrasto col suo partito e si trasferirà a Mosca.<br />

La notizia sui contrasti di Bombacci col suo partito non sono particolarmente importanti<br />

né hanno carattere di segretezza perché la vicenda era ampiamente trattata<br />

dalla stampa. Espulso una prima volta dal partito dai dirigenti italiani e reintegrato in<br />

esso dalla Terza internazione, ne viene estromesso definitivamente nel 1927. Ecco un<br />

articolo sui contrasti tra Bombacci e il suo partito, tratto da L’Unità del 5 luglio 1924:<br />

126


Bombacci è conosciuto bene da Quaglino che, in occasione della sua elezione alla<br />

Camera nel 1919, ne aveva tracciato il seguente profilo:<br />

Fonte: A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie),<br />

Anale, Torino 1920, pp. 24-25.<br />

127


Francesco Misiano<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 5 settembre 1922: 2. Rapporto Berlino, 15 Dicembre 1922:<br />

<strong>Il</strong> Misiano è particolarmente incaricato Misiano è un'anima dannata. Non potendo<br />

rientrare in Italia rimane qui a<br />

di curare la trasmissione a Mosca dei<br />

resoconti del Partito Comunista d'Italia complottare. E’ continuamente in faccende<br />

misteriose.<br />

e di inoltrare in Italia i sussidi della Terza<br />

Internazionale. Per essere egli addetto<br />

al Comitato di Soccorso “pro Rus-<br />

Arrestati tutti questi cinque che formano<br />

4. Rapporto Berlino febbraio 1923:<br />

sia” ha così modo di servirsi dei corrieri l'Esec. d'Italia subentra un secondo Esecutivo<br />

di cui fanno parte: Palmiro To-<br />

diplomatici russi. Ha poi stretti rapporti<br />

con certo Rosenfeld, al nome del quale gliatti, Gramsci e Misiano.<br />

pare che siano depositate alla Deutsche 5. Rapporto marzo 1923:<br />

Bank le somme destinate all'Italia. <strong>Il</strong> Misiano non conta niente in questo comitato<br />

–<br />

Misiano ha il suo ufficio nell’ex –<br />

nell’Hunter den Linden a Berlino. Ha 6. Rapporto 7 marzo 1923:<br />

avuto dalla polizia un permesso di soggiorno<br />

e convive con una comunista Misiano mi ha confermato che Sa-<br />

Oltre a lui ho visto Misiano …<br />

tedesca, certa Herna Eterlein, dalla quale<br />

sta per avere un figlio.<br />

dell'azione antifascista –<br />

doul dovrebbe essere uno dei capi<br />

3. Lettera del 12 gennaio 1923: a Mosca […] andrebbe anche Terracini<br />

che sempre da Misiano ho saputo<br />

<strong>Il</strong> deputato comunista Cachin, direttore<br />

dell' Humanité, che risiede da tempo in che ha abbandonato Roma in questi<br />

Vesdtfalia, è molto favorevolmente accetto<br />

in Germania, ed in rapporti con i 7. Rapporto 11/4/1923:<br />

giorni –<br />

comunisti italiani Misiano ed Ambrogi, Componenti del Comitato provv. Antifascista<br />

[…] Ambrogi […] Misiano –<br />

8. Doc. 22 aprile 1923:<br />

A Misiano è pervenuto a ½ del corriere<br />

russo scritto a mano del detenuto Palmiro Togliatti […] unico ed assoluto<br />

9. Rapporto Genova 27 settembre 1923:<br />

Bordiga,<br />

Membro del Comitato Esecutivo dopo<br />

Misiano a Berlino si fa chiamare Ernesto<br />

Stella e così firma anche la corri-<br />

Misiano, Fortichiari<br />

l'arresto di Bordiga, Grieco e la fuga di<br />

spondenza, con lui ha la moglie e 2 10, Rapporto Genova Roma, 8/2/24:<br />

bambine.<br />

l'Internazionale […] avrà cura di loro<br />

[…] come già avvenne per Sadoul, Misiano,<br />

Bela Kun, Platten, Kolarow e altri<br />

Su Misiano [1884-1936] Quaglino riferisce che: 1., 2., 7., 8. lavora per il partito a<br />

Berlino, dove lo incontra più volte e ne ottiene informazioni; 3. è in rapporti con<br />

Cachin; 4. fa parte del gruppo dirigente del partito; 9. allude alla sua fuga dall’Italia.<br />

Misiano è molto ben conosciuto da Quaglino che, in occasione della sua elezione<br />

alla Camera nel 1919, ne aveva tracciato il seguente profilo:<br />

128


129


Fonte: A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie),<br />

Anale, Torino 1920, pp. 83-84.<br />

130


Ersilio Ambrogi<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 18 luglio 1922:<br />

Ambrogi non Ambrosi è il deputato<br />

comunista Ambrogi Ersilio di Antonio,<br />

già sindaco di Cecina, allontanatosi<br />

dall'Italia e residente a Mosca dopo il<br />

rinvio a giudizio della Corte di Assise di<br />

Pisa per i fatti di Cecina.<br />

2, Lettera del 5 settembre 1922:<br />

Codevilla di Tortona […] tra giorni<br />

tornerà in Russia e a Berlino sarà sostituito<br />

dall’Ambrogi che ora è a Mosca.<br />

3. Lettera del 16 settembre 1922<br />

1923:<br />

Codevilla Carlo Giuseppe[…] si sarebbe<br />

recentemente trasferito a Mosca sostituito<br />

nel suo incarico dal Deputato<br />

Ambrogi Ersilio.<br />

4. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

tal Morelli Alfredo […] insieme al<br />

deputato Ambrogi Ersilio […] hanno<br />

recapito ogni giorno al restaurant Spatenbrau<br />

in Friedrichstrasse.<br />

<strong>Il</strong> deputato comunista Cachin, direttore<br />

dell' Humanité, che risiede da tempo<br />

in Vesdtfalia, è […]in rapporti con i<br />

comunisti italiani Misiano ed Ambrogi<br />

5. Lettera del 20 gennaio 1923:<br />

Alla conferenza comunista di Essen<br />

[…] il partito italiano inviò il deputato<br />

Ersilio Ambrogi, Edmondo Peluso (che<br />

tu ben conosci) e l'Ing. Ramazzotti di<br />

Novara.<br />

6. Lettera del I° Febbraio 1923:<br />

Domani (28 Gennaio) ha inizio il<br />

congresso del partito comunista tedesco.<br />

Come è risaputo interverrà per l'Italia<br />

l'avv° Umberto Terracini, e l’On.<br />

Ersilio Ambrogi.<br />

L'On. Ambrogi proporrà alla Centra-<br />

7. Rapporto del 21/2/23:<br />

Gli On. Marabini e Ambrogi sono<br />

all’estero (Russia)<br />

8. Rapporto del marzo 1923:<br />

Nel comitato d'azione antifascista, l'On.<br />

Bombacci rappresenta provvisoriamente<br />

l'Italia. Bombacci per ora rimane a Berlino<br />

a coordinare il movimento antifascista con<br />

l'On. Ambrogi.<br />

9. Rapporto 7 marzo 1923:<br />

Oltre a lui ho visto Misiano – Ambrogi<br />

– Bianco – Serafini – Zanardi – l’ex Segretario<br />

della Federazione Giovanile<br />

Comunista di Torino – e qualche altro<br />

profugo –<br />

11. Rapporto dell’11/4/1923 1923:<br />

Componenti del Comitato provv. Antifascista<br />

[…] Ambrogi […] Misiano –<br />

13. Rapporto Genova 31 agosto 1923:<br />

Serafini – comunista – residente a Genova<br />

– […] A Vienna si sarebbe incontrato<br />

con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini –<br />

131


le del partito tedesco in comitato segreto,<br />

di assumere come esperti militari<br />

alcuni italiani ora addetti all'ufficio di<br />

Milano<br />

10. Lettera del 2.4. 1923:<br />

Nella riunione del Comitato segreto del<br />

Partito Comunista tenutasi a Milano il<br />

10 marzo 1923 […] fu deciso di inviare,<br />

per il 2 aprile […] a Vienna l'on. Ambrogi<br />

Ersilio (che attualmente si trova a<br />

Berlino)<br />

12. Doc. 22 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> Serafini è inscritto nella sezione comunista<br />

di Genova ed ha rapporti con i rappresentanti<br />

russi per mezzo dell'on. Ambrogi.<br />

Quest'ultimo si recherà tra giorni a Vienna<br />

presso Guido Zamis, (Alserstr. 59-II) redattore<br />

della “Rote Fanhe”<br />

Parodi di Torino […] A Berlino sostituirà<br />

Ambrogi.<br />

14. Rapporto Genova 27 settembre1923:<br />

Può darsi che ritorni il notissimo Edmondo<br />

PELUSO e anche Bruno FORTI-<br />

CHIARI, ma le mie informazioni li danno<br />

entrambi all'estero con Vitt. AMBROSI-<br />

NI, MISIANO, GRAMSCI, TERRACI-<br />

NI, l'on. AMBROGI.:<br />

Su Ambrogi [1883-1964] Quaglino riferisce che: 1. è deputato e già sindaco di Cecina;<br />

2., 3., 5., 6., 8., 10., 11. si trasferisce da Mosca a Berlino, dove svolge la sua<br />

attività per il partito; 4., 13. è in rapporti con Morelli, Cachin, Serafini.<br />

132


Francesco Zanardi<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2. Lettera del 2.4.1923:<br />

Terracini, dopo aver partecipato alla<br />

conferenza di Francoforte, doveva fare<br />

ritorno in Italia, illegalmente. Ma da<br />

Lugano ha scritto che incontra difficoltà.<br />

Nel punto in cui egli avrebbe dovuto<br />

attraversare la frontiera, è stato arrestato<br />

un comunista milanese, tal Zanardi.<br />

3. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Zanardi che scappò al confine, presso Lavagna,<br />

era il segretario della Fed. Com. di Milano.<br />

Trovasi ora a Berlino.<br />

3. Lettera del 26 Novembre 1923:<br />

<strong>Il</strong> Comitato Centrale a Parigi della<br />

Federazione Italiana antifascista, è<br />

composto da: […] 5° = Un giovane<br />

milanese, […] : è in continua corrispondenza<br />

epistolare con il milanese<br />

Zanardi; che è a Berlino.<br />

Scoccimarro, si fa chiamare Negri,<br />

[…] <strong>Il</strong> suo segretario è Zanardi, quello<br />

che fuggì dal confine svizzero e che<br />

lasciò cadere una fotografia col nome di<br />

Matteovich.<br />

4.Lettera dell’ 8 dicembre 1923:<br />

Fidia Sassano è ripartito per Berlino,<br />

[…] con l'incarico, a quanto sembra, di<br />

sostituire nel posto e nelle mansioni il<br />

noto Zanardi di Milano, il quale è giunto<br />

a Parigi, occupandosi nella Federazione<br />

italiana al IV° piano della Rue<br />

Montmartre 142.<br />

Del Comitato illegale antifascista,<br />

fanno parte un certo Bernolfi, Renzi<br />

torinese, Ravazzano di Moncalieri e<br />

Zanardi.<br />

5. Lettera dell’8 dicembre 1923:<br />

il giornale l'“Araldo” […]è stato sequestrato<br />

due o tre volte, viene portato con<br />

1. Rapporto del 7 marzo 1923:<br />

Oltre a lui ho visto Misiano – Ambrogi –<br />

Bianco – Serafini – Zanardi – l’ex Segretario<br />

della Federazione Giovanile Comunista<br />

di Torino – e qualche altro profugo –<br />

133


automobile a Versailles, a S. Étienne e<br />

nella Banlieue da Zanardi o da elementi<br />

francesi.<br />

6. Lettera del 5 marzo 1924:<br />

Militanti comunisti italiani incontrati a<br />

Parigi […] 4°) Zanardi, che fino ad un<br />

mese fa stava a Berlino, come segretario<br />

di Scoccimarro, fu arrestato a Berlino<br />

e trovato con un passaporto intestato<br />

a un deputato italiano inesistente.<br />

Dopo la sua liberazione è venuto a Parigi,<br />

ove sotto il nome di Macchi, fa il<br />

propagandista nelle zone dove abbonda<br />

l'emigrazione italiana, quindi specialmente<br />

nelle provincie devastate.<br />

7. Lettera del 14 maggio 1924:<br />

Unisco fotografia della commissione<br />

esecutiva nazionale dei gruppi comunisti<br />

in Francia: da sinistra a destra: – 1°)<br />

Zanardi di Milano (usa lo pseudonimo<br />

Macchi); –<br />

Su Zanardi [1894-?] Quaglino riferisce che: 1. lo ha visto a Berlino; 2., 3. riesce a<br />

fuggire dal confine svizzero; 4. e 5. a fine 1923 si trova a Parigi, dove diffonde il<br />

giornale l'“Araldo”; 6. ritorna a Berlino nel 1924, viene arrestato e, appena liberato,<br />

si trasferisce di nuovo a Parigi. Nell’ottobre 1933 Zanardi fece atto di sottomissione<br />

al regime, con una lettera diretta al Ministero dell’Interno.<br />

Come in altri casi, anche le informazioni di Quaglino sulla fuga di Zanardi dal<br />

confine svizzero sono in parte errate. Nel documento scritto alla presenza di Bellone<br />

nell’aprile 1923 riferì la notizia in questi termini: « Zanardi che scappò al confine,<br />

presso Lavagna, era il segretario della Fed. Com. di Milano. Trovasi ora a Berlino.<br />

Egli aveva dato agli agenti consegnò [sic] un passaporto falso in cui era indicato<br />

con un nome russo e di qui l'equivoco che lo fece denunziare come un emissario<br />

russo. Romano Cinzep accompagnava lo Zanardi, ma in Ceco-Slovacchia è stato<br />

arrestato. Lo stesso Cinzep fu arrestato con Giulianini, di ritorno da Mosca ». [ Cfr.<br />

ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni politiche<br />

speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)].<br />

In seguito a richiesta di informazioni da parte della DGPS, la questura romana<br />

fornì una ricostruzione dettagliata dell’episodio, con lettera del 4 maggio1923:<br />

« Roma, li 4 Maggio 1923<br />

Regia Questura Roma<br />

Onorevole MINISTERO dell’INTERNO<br />

Direzione Generale della P.S.<br />

134


(Divisione Affari Generali e Riservati)<br />

ROMA<br />

Secondo notizie pervenute da un fiduciario di quest’ufficio, risulterebbe che lo<br />

straniero che il 21 Marzo scorso riuscì a sfuggire alle Guardie di Finanza al varco di<br />

Monte Clivio (Como) e che fu indicato pel comunista Pietro Matheivichs, argomento<br />

delle lettere di codesta Dir. Gen. in data 27 e 30 Marzo scorso n. 8288 e<br />

8670, non sarebbe altri che il comunista italiano Zanardi, ex segretario della Federazione<br />

comunista milanese, il quale trovasi al presente a Berlino, ove avrebbe raccontato<br />

l’avventura occorsagli. Egli, nella circostanza, consegnò alla guardia di Finanza<br />

un passaporto falso, in cui egli era indicato con un nome russo, e di qui<br />

l’equivoco che lo fece annunziare come un emissario russo.<br />

Lo Zanardi allorché voleva rientrare in Italia era accompagnato dal comunista<br />

Romano Cinzep, ora arrestato in Czeco-Slovacchia e che precedentemente fu arrestato<br />

col comunista Giulianini Aldo di Forlì, quando quest’ultimo rientrò in Italia<br />

dopo il congresso di Mosca.<br />

Si spiegherebbe così che il sedicente straniero fosse in possesso del documento a<br />

firma Grieco, allegato alla lettera di codesta On. Direzione Generale in data 27<br />

Marzo scorso n. 8288, diretta al noto Arturo Cappa, lettera il cui contenuto conferma<br />

le notizie riferite sul Cappa con la comunicazione ufficiosa di quest’ufficio in<br />

data 25 Aprile, comunicazione che ha relazione con la lettera di codesta On. Direzione<br />

del I° corrente N° 11469.<br />

IL REFETTO<br />

Reggente la Questura<br />

C. Bertini » [ Cfr. ACS, CPC, b. 5509, fasc. Zanardi Francesco].<br />

La questura romana ricevette la notizia della fuga di Zanardi da Quaglino che,<br />

però, non si dimostrò bene informato, perché il compagno di viaggio di Zanardi<br />

non era Cinzep, bensì Angelo Tasca. Inoltre, i due non tentavano di rientrare in<br />

Italia, ma di uscirne illegalmente. Ciò risulta dal seguente documento contenuto nel<br />

fascicolo del CPC intestato a Umberto Terracini:<br />

« Decifrazione del documento crittografico n. 111<br />

15 RS 3-4-23<br />

Per conoscenza tua e compagni spieghiamo che incidente Dumenza colse Tasca e<br />

Zanardi Ambedue salvi Zanardi nascosto qui attesa occasione ripartire – Io rientrato<br />

altra via improvvisata – Confermiamo telegramma ordinante fermare ritorno<br />

Cappa. Incidente Dumenza polizia sequestrò lettera Ruggero trattante questione<br />

Cappa – Intercettammo fonogramma polizia disponente sue ricerche ed arresto.<br />

Ciò comunichiamo sua regola ma riconfermiamo che lo riteniamo sciolto ogni impegno<br />

nostro partito come da nostre intese. Puoi se vuole rientrare avviarlo nostri<br />

passaggi ma nulla più – Scocci giungerà Berlino verso dieci aprile – Saluti – Umberto»<br />

[ Cfr. ACS, CPC, b. 5071, fasc. Terracini Umberto].<br />

Poiché Zanardi aveva lasciato nelle mani delle guardie un documento falso a nome<br />

del cittadino russo Pietro Matheivichs e la stampa aveva parlato dell’episodio, si<br />

interessò della vicenda anche il Komintern, che chiese informazioni ai comunisti<br />

135


italiani. Questi risposero che i due protagonisti dell’episodio erano Tasca e Zanardi:<br />

« Vogliamo tranquillizzarvi [...] <strong>Il</strong> compagno Tasca […] dovendo lasciare l’Italia illegalmente<br />

si accompagnò al compagno Zanardi che doveva recarsi in Berlino ».<br />

Sorpresi dalle guardie svizzere, i due arretrano verso l’Italia, « ma qui si imbattono<br />

in una guardia italiana. La guida si dette alla fuga contando in questa maniera di distogliere<br />

la guardia dall’attenzione dei due altri compagni, ma essa si diresse verso<br />

Tasca e Zanardi. Rapidamente questi due si concertarono e mentre Tasca si butta<br />

nella boscaglia, Zanardi si lasciò prendere. Egli è appunto l’emissario russo sul quale<br />

menarono tanto scalpore i giornali ». Aggiunto poi che anche lo Zanardi riuscì a<br />

fuggire, si conclude con l’assicurazione che « nessun documento restò nelle mai<br />

della polizia » [Fondazione Gramsci, A. Tasca, regesto e varie, lettera del 30 aprile<br />

1923; il brano è riportato da S. Soave, Senza tradirsi Senza tradire – <strong>Silone</strong> e Tasca<br />

dal comunismo al socialismo cristiano (1900-1940), Torino, Nino Aragno Editore,<br />

2005, p. 156]. La lettera di Grieco a Cappa, con la quale lo si esonerava da ogni incarico<br />

di partito, è la seguente:<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5509, fasc. Zanardi Francesco.<br />

Canali non solo attribuisce erroneamente l’informazione sulla fuga di Zanardi a<br />

<strong>Silone</strong>, ma, avendo recepito acriticamente l’errore di Quaglino, ritiene che<br />

l’accompagnatore di Zanardi non fosse Tasca ma Cinzep, il cui vero nome era Cinseb:<br />

« Con questa informativa Tranquilli tornava di nuovo ad attirare l’attenzione<br />

della polizia sul ruolo di quel Romano Cinzep il cui vero nome era Francesco Cinseb,<br />

che era evidentemente l’altro giovane che era riuscito a evitare il fermo e che<br />

molto probabilmente stava facendo da guida a Zanardi » [D. Biocca - M. Canali, L'<br />

informatore, op. cit., p. 68].<br />

136


Umberto Terracini<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: […] 13° – Terracini<br />

Umberto (Torino);<br />

2. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

Rakoci […] ha avuto rapporti col segretario<br />

politico del partito socialista Avv.<br />

Fioritto, col comunista Avv. Umberto<br />

Terracini, membro dell'Esecutivo del<br />

partito comunista.<br />

3. Lettera del I° febbraio 1923:<br />

Domani (28 Gennaio) ha inizio il congresso<br />

del partito comunista tedesco.<br />

Come è risaputo interverrà per l'Italia<br />

l'avv° Umberto Terracini, e l’On. Ersilio<br />

Ambrogi.<br />

5. Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Umberto Terracini ha fatto ritorno in<br />

Italia, legalmente, attraverso il Brennero;<br />

ha qui scritto che non si recherà a<br />

Roma, ma a Milano.<br />

7. Lettera del 27 marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> giorno 10 Marzo è stata tenuta a Milano<br />

una riunione con l'intervento di Fortichiari,<br />

Grieco, Terracini, Repossi ….<br />

8. Lettera del 2.4.1923:<br />

Terracini, dopo aver partecipato alla<br />

conferenza di Francoforte, doveva fare<br />

ritorno in Italia, illegalmente. Ma da<br />

Lugano ha scritto che incontra difficoltà.<br />

Nel punto in cui egli avrebbe dovuto<br />

attraversare la frontiera, è stato arrestato<br />

un comunista milanese, tal Zanardi.<br />

Dei discorsi pronunziati da Terracini<br />

a Francoforte, vi è un ampio resoconto<br />

su la “Rote Fahne” di Berlino.<br />

4. Rapporto del febbraio 1923:<br />

Coll’avvenuto arresto di Bordiga gli<br />

succede nella gerarchia comunista l’avv.<br />

Umberto Terracini di Torino – poi<br />

Bruno Fortichiari – poi l'on. Repossi e<br />

ultimo il geometra Ruggero Grieco.<br />

6. Rapporto del 7 marzo 1923:<br />

Gramsci per ora rappresenterebbe il<br />

P.C.d’I. nel Comitato Esecutivo<br />

dell’I.C. quindi rimane a Mosca – ove<br />

andrebbe anche Terracini che sempre<br />

da Misiano ho saputo che ha abbandonato<br />

Roma in questi giorni – Ma Terracini<br />

non è stato trovato? – Misiano<br />

mi ha detto di no – Avrò questa sera<br />

altri colloqui privati, poi partirò per venire<br />

a riferire le mie impressioni, dubbi<br />

ed apprensioni.<br />

11. Rapporto del 27 settembre 1923:<br />

Gennari […] Dopo il congresso di<br />

Livorno passò coi comunisti e venne<br />

nominato rappres. del Partito Com. d'Italia<br />

presso <strong>Il</strong> C.E. dell’I.C. carica che<br />

tenne fino a quando or sono pochi mesi,<br />

nelle riunioni di Mosca dell'Esecutivo<br />

Allargato, [fu] sostituito da Terracini.<br />

Altro fiduciario di Mosca.<br />

Può darsi che ritorni il notissimo<br />

Edmondo Peluso e anche Bruno Fortichiari,<br />

ma le mie informazioni li danno<br />

entrambi all'estero con Vitt. Ambrosini,<br />

Misiano, Gramsci, Terracini, l'on. Ambrogi.<br />

137


9. Doc. 22 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> Morelli ha comperato inoltre verso il 10-<br />

15 marzo degli apparecchi radiotelegrafici,<br />

introdotti in Italia verso la fine del mese. Tali<br />

apparecchi servirebbero a mantenere il contatto<br />

tra diversi uffici del Partito Com. (ufficio di<br />

Bruno – ufficio di Terracini – uff. Manoniliski.<br />

L’avv. Terracini dovrebbe trovarsi col<br />

pseudonimo Urbano Tranquilli a Roma, donde<br />

scrisse una lettera nei primi del mese corrente.<br />

Terracini è stato in Germania dopo il 18<br />

marzo ha tenuto comizio a Francoforte<br />

(nell'ippodromo) e ad Amburgo nella casa dei<br />

Sindacati contro l'occupazione della Ruhr.<br />

Egli fu presentato col nome di Michelino<br />

Bianchi, nome riportato anche dalla stampa<br />

tedesca.<br />

10. Lettera del 25 maggio 1923:<br />

Da notizia fiduciaria che ritengo attendibile,<br />

si afferma che Fortichiari Bruno<br />

di Milano e l’Avv° Umberto Terracini<br />

di Torino […] si trovano attualmente a<br />

Berlino, sulle mosse di partire per Mosca,<br />

onde partecipare ad una riunione<br />

colà, che si chiama Esecutivo allargato.<br />

13. Lettera del 26 novembre 1923:<br />

Berlino: Terracini si fa chiamare Urbani.<br />

Cammina insieme ad una donna alta<br />

bruna magra.<br />

12. Rapporto del 3 novembre 1923:<br />

Degli imputati, erano latitanti: Fortichiari<br />

Bruno – Terracini Umberto –<br />

Gramsci Antonio – Azzario Isidoro –<br />

Silva Teodoro tutti da me conosciuti –<br />

Salvo il Silva che non ho mai saputo<br />

dove fosse rifugiato…<br />

14. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924:<br />

Maffi mi aveva informato esattamente<br />

– I denari portati da Terracini in Italia<br />

saranno impiegati per l'uscita del nuovo<br />

quotidiano comunista che uscirà a Milano<br />

fra pochi giorni col titolo “L'Unità”<br />

– Si era pensato di mettergli nome<br />

“Difesa Proletaria”– ma poi Tasca, Vota<br />

e Ci cambiarono idea –<br />

Su Terracini [1895-1983] Quaglino riferisce che: 1. e 2. fa parte del Comitato centrale<br />

e dell’Esecutivo del partito ed è in contatto con Rakoci; 4. nella gerarchia comunista<br />

è secondo, dopo il capo Bordiga; 3., 5., 6., 8., 9., 10., 11. compie molti<br />

viaggi all’estero, soprattutto a Berlino e a Mosca; 14. ha portato in Italia i soldi necessari<br />

per la pubblicazione de L’Unità.<br />

138


Edmondo Peluso<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Nel […] 2° Congresso nazionale comunista<br />

tenutosi a Roma dal 20 al 24<br />

Marzo scorso […] il noto Peluso diede<br />

lettura di una relazione del rappresentante<br />

del Partito comunista di Germania,<br />

sulla questione relativa alla tattica<br />

generale.<br />

2. Lettera del 20 gennaio 1923:<br />

Alla conferenza comunista di Essen<br />

[…] il partito italiano inviò il deputato<br />

Ersilio Ambrogi, Edmondo Peluso (che<br />

tu ben conosci) e l'Ing. Ramazzotti di<br />

Novara.<br />

Edmondo Peluso è partito oggi per<br />

Lipsia, e ritornerà domani in Italia illegalmente<br />

attraverso il Brennero.<br />

3. Lettera del 28 gennaio 1923:<br />

Domani (25 Gennaio) partiranno per<br />

l'Italia Bombacci e Peluso illegalmente.<br />

Ambedue non si sono decisi a sacrificare<br />

la barba, ma sembra abbiano un metodo<br />

sicuro per entrare in Italia, credo,<br />

aiutati da un ferroviere di Innsbruk che<br />

avrebbe il modo di nasconderli in un<br />

vagons lits.<br />

4. Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Edmondo Peluso che doveva, per il<br />

Brennero, attraversare illegalmente la<br />

frontiera, non avendo trovato un ferroviere<br />

che doveva dargli indicazioni, è<br />

tornato a Vienna di dove non ha più<br />

intenzione di muoversi.<br />

7. Lettera del 2.4. 1923:<br />

Tal Manoliski o Manoniliski delegato<br />

della 3a Internazionale si troverebbe a<br />

Milano, sarebbe continuamente accompagnato<br />

dal suo segretario, ben conosciuto,<br />

Edmondo Peluso. Costui ora<br />

5. Rapporto del 21/2/23:<br />

Franceschini – mi ha ancora detto che<br />

in questi momenti di incertezza ma non<br />

di scoramento – hanno lavorato e lavorano<br />

attivamente l’ex deputato Riccardo<br />

Roberto di Alba – il pubblicista Ed.<br />

Peluso, Forticiari, gli On. Bombacci,<br />

Graziadei, Rabezzana e Bellone.<br />

6. Rapporto Berlino 7 marzo 1923:<br />

Edmondo Peluso è partito per Vienna<br />

e Gennari Egidio per Mosca, quindi il<br />

convegno noto è stato rinviato ad epoca<br />

per ora sconosciuta. Peluso riallaccia<br />

le file tra Vienna – Budapest – Berlino<br />

e l'Italia e Bombacci fa da corriere internazionale.<br />

9. Rapporto Trieste, 31 agosto 1923:<br />

Serafini – comunista – residente a Genova<br />

[…] A Vienna si sarebbe incontrato<br />

con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini –<br />

139


non ha più la barba.<br />

8. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Mauro Scoccimarro, che doveva recarsi<br />

a Berlino, resta in Italia e probabilmente<br />

è in relazione con Manouilsky, il quale<br />

dovrebbe trovarsi tuttora a Milano,<br />

con Peluso.<br />

11. Lettera del 25 novembre 1923:<br />

1. Comitato direttivo nazionale: risiede<br />

nella sede del partito comunista francese,<br />

ed è costituito presentemente dell’ex<br />

ferroviere Azzario, da Edmondo Peluso,<br />

dal Prof. Pozzuoli (Cremona), da un<br />

rappresentante del partito francese Jacques<br />

Mesnil e dal rappresentante<br />

dell’Internazionale Jules Humbert<br />

Droz.<br />

Edmondo Peluso è incaricato della redazione<br />

del settimanale in lingua italiana,<br />

che si pubblica a Parigi “L'Araldo”.<br />

12. Lettera del 8 dicembre 1923:<br />

<strong>Il</strong> noto Azzario (che si fa chiamare Anselmi)<br />

[…] insieme a Peluso e Cappa<br />

Arturo, si occupa specialmente del lavoro<br />

redazionale dell'“Araldo”.<br />

13. Lettera del 5 marzo 1924:<br />

Edmondo Peluso, rappresenta il partito<br />

italiano nel Bureau Latin dell'Internazionale<br />

comunista. <strong>Il</strong> suo ufficio illegale,<br />

è presso il Père Lachaise. Con lui<br />

lavorano Jules Humbert Droz, svizzero,<br />

Rakoci, ungherese e Rosmer Margueritte,<br />

francese.<br />

10. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

1923:<br />

Può darsi che ritorni il notissimo Edmondo<br />

Peluso e anche Bruno Fortichiari,<br />

ma le mie informazioni li danno<br />

entrambi all'estero con Vitt. Ambrosini,<br />

Misiano, Gramsci, Terracini, l'on. Ambrogi.<br />

Su Edmondo Peluso [1882-1942] Quaglino riferisce che: 1. interviene al secondo<br />

congresso del partito; 2., 3., 4. si reca illegalmente in Germania e trova difficoltà per<br />

il rientro in Italia; 5. lavora attivamente per il partito; 6., 9. si reca a Vienna per curare<br />

le relazioni internazionali del partito e nella città avrebbe incontrato Serafini; 7.<br />

e 8. è segretario di Manuilsky, con cui compie viaggi; 11., 12., 13. dal novembre<br />

1923 al marzo 1924 lavora per il partito a Parigi.<br />

Stabilitosi in Russia nel 1927, Peluso fu vittima delle purghe staliniane. Accusato<br />

di tradimento, fu fucilato nel 1942. Fu riabilitato nel 1956.<br />

140


Arturo Cappa<br />

Informatore della questura romana<br />

Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Arturo Cappa […] è stato nominato<br />

rappresentante della Terza Internazionale<br />

ed esperto militare del “Comitato<br />

dei popoli oppressi” nell'Egitto e nella<br />

Libia. Egli è partito già per il Cairo, una<br />

ventina di giorni fa, ed ha presieduto il<br />

primo congresso dei comunisti egiziani.<br />

Doc. 22 aprile 1923:<br />

Arturo Cappa, è tornato dall'Egitto. Si recò a<br />

Parigi verso il principio di marzo ed ora è a<br />

Berlino. Egli aveva ricevuto forti somme per la<br />

propaganda nell'Egitto e nella Cirenaica, ma<br />

dopo averle sperperate inutilmente, e dopo a-<br />

verne chiesto invano delle altre, è stato dal<br />

Comitato per i Popoli Oppressi liquidato definitivamente<br />

come un ambizioso ecc.<br />

Lettera del 8 dicembre 1923:<br />

<strong>Il</strong> noto Azzario […] insieme a Peluso e<br />

Cappa Arturo, si occupa specialmente<br />

del lavoro redazionale dell'“Araldo”.<br />

Lettera del 5 marzo 1924:<br />

6°) Cappa, l’ex redattore del “Comunista”<br />

dopo aver subito un'inchiesta feroce<br />

per le malversazioni da lui compiute<br />

in Egitto, è ora a Parigi, redattore de<br />

“L’International”, quotidiano comunista<br />

della sera.<br />

Lettera del 28 marzo 1924:<br />

Arturo Cappa, da voi ben conosciuto<br />

[…] ora funge da segretario del “Secours<br />

Rouge” nella stessa sede del partito.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Rapporto Trieste, 26 maggio 1923:<br />

Arturo Cappa – ex segretario della Federaz.<br />

Comunista Ligure – ritornato da<br />

una missione in Egitto è nuovamente in<br />

giro per l'Italia in compagnia di quella<br />

ricca signora polacca da lui requisita<br />

durante il suo primo viaggio a Mosca<br />

nel 1919 –<br />

Su Arturo Cappa [1895-1971] Quaglino riferisce che: 1. e 2. svolge propaganda per<br />

il movimento comunista in Egitto; 3. dopo il rientro dell’Egitto si trova in giro in<br />

Italia con la donna polacca incontrata in occasione del suo viaggio a Mosca; 4., 5.,<br />

6. dal dicembre 1923 al marzo 1924 lavora per il partito a Parigi.<br />

141


Nel 1920 Cappa fu inviato dal Ministero degli Esteri in Russia per raccogliere informazioni<br />

sul nuovo governo rivoluzionario. Sospettato più volte di essere una<br />

spia, fu definitivamente allontanato dal movimento comunista dopo il 1926, data in<br />

cui gli fu rilasciato un passaporto valido per tutta l’Europa dal consolato italiano di<br />

Parigi. Dopo l’espulsione dal PCD’I prese la tessera del partito fascista. Cfr ACS,<br />

CPC, b. 1039, Cappa Arturo.<br />

La « ricca signora polacca », indicata da Quaglino come compagna di Cappa, è<br />

Rougena Zátková (Praga, 1885 – Leysin, 1925), pittrice e scultrice ceca, esponente<br />

del fu-turismo. Diventò compagna di Cappa nel 1919 e lo sposò, in seconde nozze,<br />

nel 1921, dopo avere divorziato dal marito, Vasily Khvoshchinsky, un diplomatico<br />

dell’ambasciata russa a Roma. <strong>Il</strong> nuovo matrimonio, però, non fu riconosciuto in Italia.<br />

Su di lei si veda M. Giorgini, Růžena Zátková. Un’artista boema nel futurismo italiano,<br />

in http://padis.uniroma1.it/bitstream/10805/1631/1/Tesi%20Zatkova%20Giorgini.pdf,<br />

ove viene tracciato questo profilo:<br />

« figlia di una prestigiosa famiglia dell’aristocrazia culturale boema; allieva in patria<br />

del pittore Antonín Slavíček; moglie di un diplomatico dell’ambasciata russa a<br />

Roma Vasilij Khvoschinskij; musa e amante platonica dello scultore croato Ivan<br />

Meštrović e del pittore messicano Roberto Montenegro; inserita nei circoli culturali<br />

futuristi fin dal 1915; allieva a Roma del maestro Giacomo Balla; gravitante<br />

nell’orbita dei Balletti Russi di Djagilev e profondamente legata a Larionov e a<br />

Gončarova; protagonista di una serie di sedute spiritiche tenutesi alla presenza delle<br />

personalità più eminenti e stravaganti della capitale italiana; sposa in seconde nozze<br />

del giornalista e avvocato comunista Arturo Cappa, futuro cognato di Marinetti;<br />

amica sincera dell’artista e futura moglie del leader futurista, Benedetta; confidente<br />

dell’archeologo e umanista Umberto Zanotti-Bianco. Se fin qui la sua vita sembra la<br />

perfetta trama di un romanzo d’avventura, si deve però tenere presente che sono<br />

stati omessi gli episodi più drammatici, quelli che trasformano il romanzo in<br />

un’opera tragica: costretta dalla famiglia ad abbandonare il primo amore solo perché<br />

tedesco; sposata a un uomo che non amava, probabilmente omosessuale, che la<br />

rese madre solo “per miracolo”; gravemente malata di tubercolosi e ricoverata in<br />

un sanatorio svizzero per ben tre anni; separata contro la sua volontà dall’amato<br />

secondo marito per questioni politiche; morì a soli 38 anni per l’aggravarsi della<br />

malattia proprio quando la sua carriera stava decollando ».<br />

Le notizie di Quaglino sulla compagna di Cappa sono inesatte perché non era<br />

polacca, ma ceca; inoltre Cappa non la conobbe in Polonia, ma in Italia.<br />

142


[Amadeo] Amedeo Bordiga<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° […] 2° – Bordiga<br />

Amedeo (Napoli)<br />

2. Lettera del 2 giugno 1922:<br />

Informazioni di un fiduciario comunista<br />

– <strong>Il</strong> viaggio di Bordiga, Gramsci e<br />

Graziadei a Mosca .<br />

3. Lettera del I° luglio 1922:<br />

Sul rapporto delle sedute dell'esecutivo<br />

della Terza Internazionale hanno parlato<br />

Graziadei e Bordiga, ma non si sono<br />

trovati d'accordo.<br />

5. Lettera del 20 gennaio 1923:<br />

Amedeo Bordiga è già tornato. Credo<br />

debba trovarsi a Milano<br />

6. Lettera del 15 febbraio 1923:<br />

Rakoci era ieri l'altro qui a Berlino, egli<br />

ha raccontato di essere stato con Bordiga,<br />

poco tempo prima che questo<br />

fosse arrestato.<br />

8. Doc. 22 aprile 1923:<br />

in Rumenia si svolge attualmente un’istruttoria<br />

contro i capi del movimento comunista e<br />

contro i delegati al 4° congresso di Mosca, che<br />

ha molti punti di riferimento con il processo<br />

Bordiga.<br />

4. Rapporto Berlino, 15 dicembre1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – Bombacci – Serrati<br />

– Gennari<br />

7. Rapporto del febbraio 1923:<br />

Coll’avvenuto arresto di Bordiga gli<br />

succede nella gerarchia comunista l’avv.<br />

Umberto Terracini di Torino – poi<br />

Bruno Fortichiari – poi l'on. Repossi e<br />

ultimo il geometra Ruggero Grieco.<br />

9. Rapporto Genova 27 settembre 1923:<br />

Vota […] È pure uno dei firmatari<br />

del famoso manifesto per il quale Bordiga<br />

& C. saranno processati quanto<br />

prima.<br />

Palmiro Togliatti […] unico ed assoluto<br />

Membro del Comitato Esecutivo<br />

dopo l'arresto di Bordiga, Grieco e la<br />

fuga di Misiano, Fortichiari<br />

10. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Degli assolti già detenuti, riprendono il<br />

loro lavoro: Bordiga – Grieco (membri<br />

dell’Esec.) …<br />

11. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924:<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista di<br />

Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista<br />

di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti<br />

e altri due che non conosce neppure<br />

lui –<br />

Su Bordiga [1889-1970] Quaglino riferisce che: 1. e 7. fa parte del Comitato centrale<br />

ed è capo del partito; 2., 3., 4., 5. ha fatto dei viaggi a Mosca; 6., 8., 9., 10. è stato<br />

arrestato, processato e assolto; 11., 12. ha una linea politica diversa da quella di Togliatti.<br />

143


Giuseppe Berti<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 28 gennaio 1923:<br />

Gorelli si recherà a Milano per trovare<br />

la famiglia e quindi verrà a Roma dove<br />

lavorerà con Berti –<br />

2. Lettera del 13 marzo 1923:<br />

In una lettera da Milano, Berti annunzia<br />

che l'esecutivo della federazione giovanile<br />

si è trasferito in Lombardia<br />

3. Lettera del 27 marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo Giovanile – Cassitta<br />

si trova in Sardegna e non ha dato più<br />

alcuna attività. Egli è stato sostituito da<br />

Luigi Longo di Torino, che insieme a<br />

Berti e a Gorelli, costituisce il nuovo<br />

Esecutivo della Federazione Giovanile.<br />

4. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Berti è sulle mosse di partire per Berlino<br />

per la via di Trieste: è probabile si<br />

trovi sempre a Milano o nei dintorni.<br />

Circa 2 mesi fa ha sposato certa Maria<br />

Baroncini di Imola, nota comunista.<br />

Tale notizia è stata rilevata da comunicazioni<br />

di Berti all’Int.le Giov.le inviate<br />

a ½ corriere russo,<br />

300 HP (Quaglino)<br />

5. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Degli assolti già detenuti, riprendono il<br />

loro lavoro: Bordiga – Grieco (membri<br />

dell’Esec.) L’ex Deputato e sindaco di<br />

Bologna – Gnudi, Berti, Dozza dell'Esecutivo<br />

Giovanile<br />

Su Berti [1901-1979] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3. lavora per la Federazione giovanile<br />

comunista prima a Roma e poi a Milano; 5. è stato assolto nel processo Bordiga;<br />

4. deve recarsi a Berlino e a Mosca.<br />

144


Giacinto Menotti Serrati<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 16 settembre 1922:<br />

Gli internazionalisti di Mosca non sarebbero<br />

alieni di riappacificarsi anche<br />

col Direttore dell’Avanti Serrati Menotti,<br />

con le debite garanzie e pur che questi<br />

non si mostrasse troppo ostile al<br />

Governo dei Soviets.<br />

3. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

I rappresentanti del partito socialista al<br />

Congresso mondiale comunista di Mosca,<br />

preoccupati dalle polemiche e dai<br />

contrasti sorti tra gli aderenti al partito,<br />

per la questione della fusione con i comunisti,<br />

sotto il titolo di Partito comunista<br />

unificato d'Italia, avrebbero deliberato<br />

di invitare Serrati Menotti Giacinto<br />

a fare sollecitamente ritorno in<br />

Italia, mentre egli doveva rimanere in<br />

Russia quale rappresentante dei socialisti.<br />

4. Lettera del 28 gennaio 1923:<br />

Ieri sono arrivati a Berlino da Mosca,<br />

Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio Maffi,<br />

Antonio Gramsci, …<br />

6. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Nel 1918, alla conferenza di Kiental, fu<br />

per la prima volta pronunziata la parola<br />

“guerra di classe rivoluzionaria”. La<br />

pronunciò Lenin, non ancora dittatore.<br />

A quel congresso vi erano anche Modigliani,<br />

Lazzari e Serrati. Lenin li sferzò<br />

senza pietà per la contraddizione del<br />

loro atteggiamento in Italia.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Berlino, 15 dicembre 1922:<br />

Misiano […] Mi ha detto che delle<br />

note persone si attende la venuta, ma<br />

che forse Serrati non ritornerà più in<br />

Italia.<br />

A Mosca sono in questi momenti<br />

ancora presenti: Bordiga – Bombacci –<br />

Serrati …<br />

5. Rapporto del 21/3/1923:<br />

Worowsky (indicato nel campo comunista<br />

colla sigla “doppio W”,) avrebbe<br />

dichiarato che Mussolini nel recente<br />

colloquio avuto con lui, avrebbe tacciato<br />

di mala fede Serrati e l’avrebbe messo<br />

sul chi va là sull’azione che il Serrati<br />

svolge in Italia!!<br />

7. Rapporto Roma, 8/2/24:<br />

Però sia Serrati che Bombacci […] si<br />

trasferiranno colle loro famiglie a Mosca,<br />

ospiti dell'Internazionale che avrà<br />

cura di loro e li allenerà per nuove imprese<br />

– come già avvenne per Sadoul,<br />

Misiano, Bela Kun, Platten, Kolarow e<br />

altri –<br />

Su Serrati [1872-1926 ] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3., 4., 6., 7. intrattiene rapporti<br />

con la III Internazionale ed è stato a Mosca; 7. forse si trasferirà a Mosca.<br />

145


Casadei, cognato di Bombacci<br />

Informatore della questura romana<br />

2. Doc. 22 aprile 1923:<br />

Casadei, cognato di Bombacci, addetto<br />

presso la missione commerciale russa a<br />

Roma, serve di tramite per la consegna<br />

di corrispondenza, pacchi ecc. portati a<br />

Roma dai corrieri della missione e destinati<br />

ai comunisti.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

1. Rapporto di fine marzo 1923:<br />

I comunisti Mecheri di Genova ed il cognato<br />

di Bombacci, Casadei, che prestano<br />

servizio presso Worowski sanno<br />

molte cose – sarebbe necessario ritirarli<br />

dalla circolazione tutti e due e cercare di<br />

farli parlare.<br />

La concordanza sul grado di parentela che lega Casadei a Bombacci e sull’attività cospirativa<br />

da lui svolta dimostrano che la fonte dell’informazione è unica: Quaglino.<br />

Karl Radek<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 2 giugno 1922:<br />

Radek minacciò il partito italiano, nel<br />

caso in cui persistesse nelle sue direttive<br />

attuali, che la Terza Internazionale si<br />

sarebbe disinteressata di esso cioè non<br />

l’avrebbe più sovvenzionato.<br />

3. Lettera del 26 febbraio 1923:<br />

Radek è legato da antica amicizia con<br />

Worosky e perciò dichiarò che dava<br />

grande importanza alle informazioni di<br />

lui.<br />

5.Doc. 22 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> congresso fu presieduto da Zinovieff,<br />

Radk, Bela Kun e vi parteciparono<br />

ribelli di tutte le tendenze provenienti<br />

da tutte le regioni dell'Asia.<br />

Radek parlando su questo argomento<br />

al congresso di Mosca fu molto chiaro.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto su Karakhan del 1922:<br />

Karakhan […]Unitamente a Cicerin,<br />

Rakowski, Litvinov, Radek e a qualche<br />

altro, fa parte degli esperti diplomatici<br />

della Russia odierna.<br />

4. Rapporto del 11/4/1923:<br />

Componenti del Comitato provv. antifascista<br />

Attività del Comitato Provvisorio<br />

Antifascista – Clara Zetkin – Deputati<br />

it. Ambrogi e Bombacci – Cobianchi<br />

– Misiano – Hechert – Radek – Sadoul<br />

–<br />

Su Radek [1885-1939] Quaglino riferisce che: 1. fa pressioni sui socialisti per indurli<br />

alla fusione con i comunisti; 2. e 3. è un esperto diplomatico amico di Worowski;<br />

4. fa parte del comitato provvisorio antifascista; 5. presiedette con altri il<br />

Congresso dei Popoli Oppressi tenuto nell'agosto del 1921 a Baku.<br />

146


Clara Zetkin<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 13 marzo 1923:<br />

La Rote Fanhe, organo dei com. tedeschi<br />

pubblica stamane, un appello<br />

dell'ufficio di Berlino che deve dirigere<br />

la lotta antifascista, firmato da Clara<br />

Zetkin – È stata inviata una circolare a<br />

tutti i partiti com. perché costituiscano<br />

comitati analoghi.<br />

4. Lettera del 15 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> comitato internazionale antifascista<br />

con sede a Berlino è presieduto da Clara<br />

Zetchin ed Henry Barbousse.<br />

5. Doc. 22 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> Comitato Centrale è presieduto da<br />

Clara Zetchin per la Germania e da<br />

Henrie Barbusse per la Francia.<br />

Barbusse in una lettera a Clara Zetchin<br />

ha assicurato l'adesione di Romain<br />

Rolland e di Anatole France.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto datato marzo 1923:<br />

Misiano non conta niente in questo<br />

comitato – Infatti alle sedute presiedute<br />

dalla Zetkin lui non interviene –<br />

La Zetkin e Kolarov sono per ora i<br />

maggiori esponenti della lotta antifascista<br />

– ma per stesse dichiarazioni della<br />

Z. nessun ordine o disposizione è stata<br />

finora emanata.<br />

3. Rapporto datato 11/4/1923:<br />

Componenti del Comitato provv. antifascista<br />

Attività del Comitato Provvisorio<br />

Antifascista – Clara Zetkin – Deputati<br />

it. Ambrogi e Bombacci – Cobianchi<br />

– Misiano – Hechert – Radek – Sadoul<br />

–<br />

Sulla Zetkin [1857–1933] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3., 4., 5. presiede il comitato<br />

antifascista e dirige la lotta contro il fascismo nei paesi europei.<br />

147


[Grigorij Evseevič Zinov'ev] Zinovieff<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 2 giugno 1922:<br />

La sera del 26 Maggio scorso sono partiti<br />

per Mosca: Bordiga, Gramsci e<br />

Graziadei sollecitati per radiotel da Zinovieff<br />

2. Lettera del I° luglio 1922:<br />

Bordiga […]chiarisce che gli impegni da<br />

lui presi con Zinovieff ed il Presidium<br />

dell'Internazionale non arrivano fino<br />

alle conseguenze di Graziadei.<br />

3. Lettera del 15 dicembre 1922:<br />

I partiti suddetti costituirebbero il Partito<br />

comunista unificato d'Italia. <strong>Il</strong> noto<br />

Zinovieff verrebbe a stabilirsi in Italia e<br />

farebbe parte del nuovo partito.<br />

5. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

Per la questione della fusione dei socialisti<br />

e comunisti il Governo dei Soviet<br />

ha inviato in Italia, […] il comunista<br />

Rakoci, ex Commissario della Repubblica<br />

Ungherese, e segretario di Zinovieff.<br />

6. Lettera del 26 gennaio 1923:<br />

Accludo copia di una fotografia di Rakoci,<br />

rilevata (e poscia ingrandita) da un<br />

gruppo eseguito in Russia e dove è fotografato<br />

insieme a Zinovieff, e Bela-<br />

Hum [Kun].<br />

8. Doc. 22 aprile 1923:<br />

<strong>Il</strong> congresso fu presieduto da Zinovieff,<br />

Radk, Bela Kun e vi parteciparono ribelli<br />

di tutte le tendenze provenienti da<br />

tutte le regioni dell'Asia.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

4. Rapporto Berlino, 15 dicembre 1922:<br />

Per le modalità del caso è stata istituita<br />

una commissione di cui fanno parte tre<br />

membri di ogni partito (il comunista e il<br />

socialista) e presidente è stato eletto<br />

Zinoview –<br />

7. Rapporto datato marzo 1923:<br />

Jacques Sadoul è ritornato a Berlino –<br />

[…] Lui però non agisce, almeno presentemente<br />

– conto il suo paese – Sarebbe<br />

invece contro di noi che egli ha<br />

avuto l'alto incarico da Zinoview, di<br />

operare e di studiare i piani di attacco –<br />

Su Zinov'ev [1883 –1936] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3., 4., 5. è in rapporto con i<br />

comunisti italiani e promuove la loro fusione con i socialisti, personalmente o tramite<br />

il suo segretario Rakoci; 7. avrebbe incaricato Sadoul di agire contro l’Italia; 8.<br />

presiedette con altri il Congresso dei Popoli Oppressi tenutosi a Baku nell'agosto<br />

del 1921.<br />

148


Marcel Cachin<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

<strong>Il</strong> deputato comunista Cachin, direttore<br />

dell' Humanité, che risiede da tempo in<br />

Vesdtfalia, è molto favorevolmente accetto<br />

in Germania, ed in rapporti con i<br />

comunisti italiani Misiano ed Ambrogi,<br />

uno dei quali dovrebbe, per incarico<br />

dell'Esecutivo del partito, recarsi nella<br />

regione della Ruhr, per appoggiare il<br />

movimento di resistenza degli operai<br />

tedeschi, contro l'invasione francese in<br />

quel territorio.<br />

3. Doc. 22 aprile 1923:<br />

In Francia (per il processo Cachin),<br />

nel Belgio (per il processo Jeacquemotte),<br />

e in Rumenia si svolge attualmente<br />

un’istruttoria contro i capi del movimento<br />

comunista e contro i delegati al<br />

4° congresso di Mosca, che ha molti<br />

punti di riferimento con il processo<br />

Bordiga.<br />

Nicola Bukarin ha scritto al giudice<br />

istruttore del processo Cachin, domandando<br />

di essere invitato come testimone,<br />

volendo assumere personalmente la<br />

responsabilità di ciò che ha detto e<br />

proposto nel congresso di Mosca.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Trieste, 26 maggio 1923:<br />

Luigi Polano – ex redattore-capo del<br />

“Lavoratore” di Trieste, recentemente<br />

liberato dalle carceri del Coroneo<br />

[…]mi ha detto che […] Al Coroneo,<br />

egli con tutti gli altri comunisti, godeva<br />

di una certa libertà quasi paragonabile<br />

ai detenuti della Santé di Parigi (Cachin,<br />

Trèint, Peri, etc – ) ed ha potuto d'accordo<br />

cogli altri comunisti trovare e<br />

raggiungere nelle risposte da dare al<br />

giudice istruttore il più perfetto accordo<br />

Su Cachin [1869 – 1958] Quaglino riferisce che: 1. è in contatto con Ambrogi e Misiano;<br />

2. pende un processo contro di lui; 3. è stato detenuto nel carcere de La Santé<br />

di Parigi.<br />

149


Persone di cui si parla nelle lettere della questura romana,<br />

escluso il doc. 22 aprile 1923, e nei rapporti di 300 HP<br />

Palmiro Togliatti<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° – Azzario Isidoro<br />

[…] 14° – Togliatti Palmiro (Roma).<br />

3. Lettera del 27 Marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo – Palmiro Togliatti,<br />

ex redattore capo del Comunista e già<br />

membro del Comitato centrale; Vota,<br />

segretario della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno; Scoccimarro, membro<br />

della commissione per la fusione,<br />

sono stati chiamati a far parte del nuovo<br />

Esecutivo.<br />

5. Lettera delll’8 giugno 1924:<br />

Anche nel Partito Comunista d'Italia gli<br />

inscritti militanti sono divisi in tre tendenze<br />

diverse di cui, rispettivamente,<br />

sono leader Togliatti, del Comitato<br />

Centrale Nazionale, Tasca, idem, ed<br />

Amedeo Bordiga per la sinistra del<br />

P.C.I.<br />

1. Rapporto del febbraio 1923:<br />

Arrestati tutti questi cinque che formano<br />

l'Esec. d'Italia subentra un secondo<br />

Esecutivo di cui fanno parte: Palmiro<br />

Togliatti, Gramsci e Misiano<br />

4. Rapporto Genova, 27 settembre 1923:<br />

E per ultimo il dott. Palmiro TO-<br />

GLIATTI. Ho avuto occasione di segnalarlo<br />

ripetutamente ed additarlo per<br />

tutte le cure ed i riguardi del caso. È il<br />

despota del Part. Com. d'Italia. Unico<br />

ed assoluto Membro del Comitato Esecutivo<br />

dopo l'arresto di Bordiga, Grieco<br />

e la fuga di Misiano, Fortichiari. […]Lo<br />

conosco perfettamente da molti anni e<br />

posso affermare e fargli l'onore di riconoscerlo<br />

come il più furbo dei comunisti<br />

italiani.<br />

6. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti,<br />

Leonetti, Montagnana e Gennari.<br />

7. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924:<br />

I proletari di Torino aspettano però i<br />

conti della liquidazione dell'Ordine<br />

Nuovo, conti che dovrebbe rendere<br />

Togliatti – ma questi conti non verranno<br />

mai!<br />

Su Togliatti [1893-1964] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3., 4., 5. fa parte del comitato<br />

centrale e dell’esecutivo ed è capo di una tendenza diversa sia da quella di Bordiga<br />

sia da quella di Tasca; 4. e 6. è stato arrestato ed attende l’esito del processo; 7.<br />

dovrebbe rendere i conti della liquidazione del giornale L’Ordine Nuovo.<br />

150


Togliatti è conosciuto molto bene da Quaglino che, in occasione del suo arresto<br />

nel settembre 1923, ne traccia un profilo, in cui dimostra una certa a-<br />

credine nei suoi confronti:<br />

Rapporto di 300 HP datato Genova, 27 settembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Milano<br />

151


Andrea Viglongo<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

I più influenti propagandisti a Trieste sono<br />

attualmente Andrea Viglongo di Torino,<br />

direttore del “Lavoratore”, Pastore, fratello<br />

di Ottavio Pastore, corrispondente di Roma<br />

di detto giornale, e Luigi Polano.<br />

1. Rapporto Trieste, 9 gennaio 1923:<br />

Alla redazione del “Lavoratore” […]Ho<br />

riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – il<br />

giovane comunista Amoretti – già redattore<br />

dell'Ordine Nuovo di Torino –<br />

e oggi redattore-capo del “Lavoratore”<br />

– Pastore Angelo – fratello di Ottavio –<br />

(redattore del “Comunista” di Roma) e<br />

qualche altra figura secondaria.<br />

3. Rapporto Trieste, 26 maggio 1923:<br />

Luigi Polano – ex redattore-capo del<br />

“Lavoratore” di Trieste, recentemente<br />

liberato dalle carceri del Coroneo –<br />

unitamente a Giardina, Viglongo, Cilla,<br />

Amoretti, Pastore Angelo, Ravagnan e<br />

qualche altro di minor importanza, mi<br />

ha detto che la magistratura triestina è<br />

stata ad essi favorevole –<br />

Su Viglongo [1900-1986] Quaglino riferisce che: 1. e 2. è uno dei più influenti propagandisti<br />

comunisti a Trieste; 3. è stato arrestato e scarcerato.<br />

1. e 2. : la perfetta concordanza di luogo [Trieste], di tempo [prima decade<br />

di gennaio 1923] e di contenuto [propagandisti comunisti a Trieste] indica<br />

chiaramente che le due relazioni fiduciarie provengono dallo stesso autore:<br />

Quaglino. Nel rapporto del 9 gennaio 1923 vi è in più, rispetto alla lettera<br />

della questura romana, il nome di Amoretti. Ciò, però, dipende dal differente<br />

modo con cui è data la notizia nei due testi. Nel rapporto del 9 gennaio<br />

Quaglino parla di « vecchie conoscenze », tra cui c’è Amoretti; nella lettera<br />

della questura parla dei « più influenti propagandisti a Trieste », tra cui non c’è<br />

Amoretti, perché evidentemente a Trieste non era molto influente.<br />

152


Alfonso Leonetti<br />

Informatore della questura romana<br />

2. Lettera del 15 aprile 1923:<br />

Antonio Gramsci, ex-Direttore<br />

dell'ORDINE NUOVO si trova a Mosca,<br />

quale sostituto di Gennari. È in<br />

Italia il fratello Gennaro Gennari[Gramsci],<br />

già amministratore di detto<br />

giornate, imputato nel processo degli<br />

esplosivi (Leonetti e Comp.)<br />

300 HP (Quaglino)<br />

1. Rapporto Trieste, 9 gennaio 1923:<br />

L’arresto qui avvenuto del redatt-capo<br />

dell'O.N. [Ordine Nuovo] – Alfonso<br />

Leonetti – e la sua traduzione a Torino<br />

– non ha per nulla impressionato quelli<br />

rimasti liberi o subito scarcerati –<br />

3. Rapporto Genova, 27 settembre 1923:<br />

Leonetti già redattore dell’O.N. e poi<br />

redattore capo del LAVORATORE di<br />

Trieste. Intellettuale e nient'altro. Capace<br />

di scrivere articoli e comporre anche<br />

clandestinamente un giornale. Senza<br />

seguito tra le masse. Recentemente<br />

scarcerato dopo i processi subiti a Trieste<br />

e Torino. Individuo della massima<br />

buona fede. Tra i pochi per la verità.<br />

Non è mai stato in Russia.<br />

4. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti, Leonetti,<br />

Montagnana e Gennari.<br />

Su Leonetti [1895-1984] Quaglino riferisce che: 1., 2., 3. è stato arrestato e processato<br />

a Torino e Trieste, ottenendo però l’assoluzione; 4. è in attesa con altri imputati<br />

dell’esito del processo di Milano.<br />

Dopo la chiusura del quotidiano torinese L’Ordine Nuovo, Leonetti si trasferisce a<br />

Trieste per dirigere <strong>Il</strong> Lavoratore, ma il 22 dicembre 1922 viene arrestato con l'accusa<br />

di avere organizzato la difesa armata nella sede del predetto giornale; ricondotto a<br />

Torino, il 3 aprile 1923 viene processato e assolto. <strong>Il</strong> 21 settembre a Milano è di<br />

nuovo arrestato insieme con altri dirigenti del partito, tra i quali P. Togliatti, A. Tasca<br />

ed E. Gennari, tutti poi prosciolti in istruttoria e liberati dopo tre mesi di carcere preventivo<br />

a S. Vittore. È a queste vicende giudiziarie che fa riferimento Quaglino.<br />

153


Gennari Egidio<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° – Azzario Isidoro<br />

[…] 6° – Gennari Egidio (Firenze)<br />

3. Lettera del 30 dicembre 1922:<br />

Da notizia fiduciaria risulta che il pubblicista<br />

Gramsci Antonio, “dell'Ordine<br />

Nuovo” di Torino, è rimasto a Mosca<br />

insieme all’ex Deputato Gennari Egidio,<br />

entrambi rappresentanti del Partito<br />

Comunista Italiano, presso la Terza Internazionale.<br />

4. Lettera del 20 gennaio 1923:<br />

Egidio Gennari si trova a Praga come<br />

rappresentante della Terza Int. presso il<br />

partito com. ceco-slovacco.<br />

6. Lettera del 15 aprile 1923:<br />

Sono arrivati a Berlino, provenienti da<br />

Mosca, gli On. Gennari e Marabini. Essi<br />

on torneranno in Italia, ma si recheranno<br />

a Vienna, con speciale incarico,<br />

che mi si farà presto conoscere. Antonio<br />

Gramsci, ex-Direttore dell'ORDI-<br />

NE NUOVO si trova a Mosca, quale<br />

sostituto di Gennari.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Berlino, 15 dicembre 1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – Bombacci – Serrati<br />

– Gennari (ex deputati) Graziadei ...<br />

5. Rapporto del 7 marzo 1923:<br />

Edmondo Peluso è partito per Vienna<br />

e Gennari Egidio per Mosca, quindi il<br />

convegno noto è stato rinviato ad epoca<br />

per ora sconosciuta.<br />

7. Rapporto Genova, 27 settembre 1923:<br />

GENNARI è l’ex segretario del vecchio<br />

Part. Soc. Ital. Ritornato anche lui<br />

recentemente da Mosca sebbene sapesse<br />

che pendeva contro di lui un vecchio<br />

mandato di cattura per essere lui pure<br />

un firmatario dell'appello di Mosca. Figura<br />

di vecchio rivoluzionario. Molto<br />

criticato il suo atteggiamento durante<br />

l'occupazione delle fabbriche. Dopo il<br />

congresso di Livorno passò coi comunisti<br />

e venne nominato rappres. del<br />

Partito Com. d'Italia presso <strong>Il</strong> C.E.<br />

dell’I.C. carica che tenne fino a quando<br />

or sono pochi mesi, nelle riunioni di<br />

Mosca dell'Esecutivo Allargato, [fu]<br />

sostituito da Terracini. Altro fiduciario<br />

di Mosca.<br />

8. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti, Leonetti,<br />

Montagnana e Gennari.<br />

Su Gennari [1876-1942] Quaglino riferisce che: 1. fa parte del Comitato centrale; 2.,<br />

3., 4., 5. si sposta continuamente tra Mosca, Berlino, Praga e Vienna; 7. e 8. è stato<br />

arrestato nel settembre 1923 ed è in attesa dell’esito del processo..<br />

154


Edoardo D'Onofrio<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 30 Dicembre 1922:<br />

D'Onofrio è giunto a Roma, ieri l’altro,<br />

dalla Russia.<br />

2. Lettera di Bellone datata Genova,<br />

22 aprile 1923:<br />

Tale resoconto era stato dato al D’Onofrio<br />

Edoardo, ora in carcere a Roma, che lo<br />

lasciò però a Berlino per il timore<br />

300 HP (Quaglino)<br />

3. Rapporto Napoli,3 novembre 1923:<br />

D'Onofrio, Germanetto, Leoni e Presutti<br />

– che erano a piede libero – rimangono<br />

anch’essi a disposizione di Bordiga per e-<br />

ventuali incarichi regionali.<br />

Su D’Onofrio [1901-1973] Quaglino riferisce che: 1. è stato in Russia; 2. e 3. è stato<br />

arrestato a Roma, perché coinvolto nel processo Bordiga, e poi assolto.<br />

Angelo Pastore<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

2. L ettera del 12 gennaio 1923:<br />

I più influenti propagandisti a Trieste<br />

sono attualmente Andrea Viglongo di<br />

Torino, direttore del “Lavoratore”, Pastore,<br />

fratello di Ottavio Pastore, corrispondente<br />

di Roma di detto giornale, e<br />

Luigi Polano.<br />

1. Rapporto Trieste, 9 gennaio 1923:<br />

Ho riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – […]<br />

Pastore Angelo – fratello di Ottavio –<br />

(redattore del “Comunista” di Roma) e<br />

qualche altra figura secondaria.<br />

3. Rapporto Trieste, 26 maggio 1923:<br />

Luigi Polano – ex redattore-capo del<br />

“Lavoratore” di Trieste, recentemente<br />

liberato dalle carceri del Coroneo –<br />

unitamente a Giardina, Viglongo, Cilla,<br />

Amoretti, Pastore Angelo, Ravagnan e<br />

qualche altro di minor importanza, mi<br />

ha detto che la magistratura triestina è<br />

stata ad essi favorevole<br />

Su Angelo Pastore [1898-1986] Quaglino riferisce che: 1. e 2. è fratello di Ottavio<br />

ed è uno dei più influenti propagandisti comunisti a Trieste; 3. è stato arrestato e<br />

scarcerato.<br />

1. e 2.: la perfetta concordanza della relazione di parentela tra Angelo e Ottavio<br />

Pastore (fratello) indica che le due informazioni provengono dallo stesso<br />

autore: Quaglino.<br />

155


Ottavio Pastore<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 30 dicembre 1922:<br />

Da quanto precede ed anche da notizia<br />

confermata da fiduciario, si deve dedurre<br />

che la pubblicazione sul “Mondo” è<br />

per lo meno inesatta ed esagerata e forse<br />

fatta ad arte. Non è improbabile che<br />

tale pubblicazione sia dovuta all'eco di<br />

qualche conversazione verificatasi nella<br />

sala stampa di S. Silvestro, tra vari corrispondenti,<br />

ed il comunista Pastore<br />

Ottavio, corrispondente da Roma del<br />

“Lavoratore” di Trieste, il quale avrà<br />

avuto, in questi giorni, certamente occasione<br />

di commentare i risultati del<br />

Congresso di Mosca, nei riguardi della<br />

fusione tra socialisti massimalisti e comunisti.<br />

3. Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

I più influenti propagandisti a Trieste<br />

sono attualmente Andrea Viglongo di<br />

Torino, direttore del “Lavoratore”, Pastore,<br />

fratello di Ottavio Pastore, corrispondente<br />

di Roma di detto giornale, e<br />

Luigi Polano.<br />

2. Rapporto Trieste, 9 gennaio 1923:<br />

Ho riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – […]<br />

Pastore Angelo – fratello di Ottavio –<br />

(redattore del “Comunista” di Roma) e<br />

qualche altra figura secondaria.<br />

4. Rapporto Trieste, Genova, 7/2/24:<br />

Pastore Ottavio – ex dirett. “Ordine<br />

Nuovo” – e “Lavoratore” di Trieste –<br />

andrà a dirigere con ogni probabilità il<br />

nuovo quotidiano dei terzint. e dei comunisti.<br />

L'ho incontrato sempre più<br />

grigio, alla Sala Stampa a Torino – Mi<br />

ha detto che se volevo essere portato<br />

candidato ne avrebbe parlato<br />

all’Esecutivo. Io gli ho risposto che per<br />

prendere delle legnate, e quelle soltanto,<br />

ne facevo proprio a meno! E gli ho<br />

proposto di presentare la sua candidatura<br />

a Torino! Dio sa con quale successo!<br />

Mi ha chiesto il mio concorso finanziario<br />

per le elezioni e per il quotidiano<br />

ed ha avuto la mia promessa affermativa<br />

–<br />

Su Ottavio Pastore [1887-1965] Quaglino riferisce che: 1. forse ha enfatizzato la<br />

notizia di una riunione del partito comunista italiano a Mosca; 2. e 3. è fratello di<br />

Angelo Pastore; 1. e 2. è corrispondente del Lavoratore di Trieste e redattore del<br />

Comunista di Roma: 4. lo ha incontrastato personalmente nel febbraio 1924 a Torino.<br />

156


Pietro Rabezzana<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

3. Lettera del 22 maggio 1924:<br />

Da Parigi: […] Fra giorni verrà qui anche<br />

l'On. Rabezzana, pure in cerca di<br />

lavoro.<br />

1. Rapporto del 21/2/23<br />

Franceschini – mi ha ancora detto<br />

che in questi momenti di incertezza ma<br />

non di scoramento – hanno lavorato e<br />

lavorano attivamente […] Rabezzana e<br />

Bellone.<br />

Per conto mio dei deputati comunisti<br />

segnalo per una particolare attenzione e<br />

sorveglianza: I° gruppo: […] Rabezzana<br />

e Gagliazzo di Torino<br />

2. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924:<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista di<br />

Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista<br />

di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti<br />

e altri due che non conosce neppure<br />

lui – tanto è grande la segretezza<br />

dei capi nominati da Mosca –<br />

Su Rabezzana [1876-1950] Quaglino riferisce che: 1. lavora attivamente per il partito<br />

e, perciò, va sorvegliato; 2. gli ha confidato che Bordiga è contro il nuovo esecutivo<br />

comunista; 3. dovrà recarsi in Francia in cerca di lavoro.<br />

Quaglino conosce molto bene Rabezzana, che nel 1919 viene eletto deputato nelle<br />

file socialiste. Nel 1924 Rabezzana si candida alla Camera con la lista comunista,<br />

ma non viene eletto. Le elezioni si tengono il 6 aprile e il 22 maggio successivo<br />

Quaglino fa sapere che Rabezzana dovrà recarsi in Francia per trovarsi un lavoro.<br />

Nel libro dedicato alle biografie dei 156 deputati socialisti della XXV legislatura,<br />

Quaglino traccia di Rabezzana il seguente profilo:<br />

157


Fonte: A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie),<br />

Anale, Torino 1920, pp. 107-108.<br />

158


Giovanni Germanetto<br />

Informatore della questura romana<br />

2. Lettera del 30 Dicembre 1922:<br />

Germanetto – risiede comunemente a<br />

Fossano (Cuneo) –<br />

300 HP (Quaglino)<br />

1. Rapporto Berlino, 15 Dicembre 1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – […] Germanetto<br />

(un barbiere di Cuneo) –<br />

3. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

D'Onofrio, Germanetto, Leoni e Presutti<br />

– che erano a piede libero – rimangono<br />

anch’essi a disposizione di<br />

Bordiga per eventuali incarichi regionali.<br />

Su Germanetto[1885-1959] Quaglino riferisce che: 2. risiede comunemente a Fossano;<br />

1. si è recato a Mosca; 3. è stato coinvolto nel processo Bordiga.<br />

Ennio Gnudi<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° […] 7° – Gnudi<br />

Ennio (Bologna); …<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Degli assolti già detenuti, riprendono il<br />

loro lavoro: Bordiga – Grieco (membri<br />

dell’Esec.) L’ex Deputato e sindaco di<br />

Bologna – Gnudi, Berti, Dozza dell'Esecutivo<br />

Giovanile, e i propagandisti<br />

Giberti, Morabino e qualche altra figura<br />

secondaria implicata in questo processo<br />

per “sbaglio”.<br />

Su Gnudi [1893-1949] Quaglino riferisce che: 1. fa parte del Comitato centrale; 2.<br />

ha ripreso l’attività nel partito dopo essere stato assolto nel processo Bordiga.<br />

159


Isidoro Azzario<br />

conosciuto personalmente da Quaglino<br />

Informatore della questura romana 300 HP (Quaglino)<br />

1. Lettera del 28 aprile 1922:<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla<br />

nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di: I° Azzario Isidoro<br />

(Cuneo); …<br />

3. Lettera del 30 Dicembre 1922:<br />

Azzario – ex capo stazione – è a Cuneo<br />

– qualora sia rientrato in Italia da Mosca<br />

– Bombacci – sarebbe a Berlino –<br />

5. Lettera del 5 Novembre 1923:<br />

Comitato direttivo nazionale: risiede<br />

nella sede del partito comunista francese,<br />

ed è costituito presentemente dell’ex<br />

ferroviere Azzario, …<br />

6. Lettera del 26 Novembre 1923:<br />

Azzario, che si fa chiamare Anselmi e si<br />

firma nel periodico “Araldo” (che pure<br />

si pubblica a Parigi) col pseudonimo<br />

“Arius”<br />

7. Lettera dell’8 dicembre 1923:<br />

<strong>Il</strong> noto Azzario (che si fa chiamare Anselmi)<br />

continua ad essere il capo del<br />

movimento comunista italiano in Francia<br />

e rappresentante l'Esecutivo Italiano,<br />

nel Comitato Esecutivo del Partito<br />

Francese.<br />

8. Lettera del 5 marzo 1924:<br />

Militanti comunisti italiani incontrati a<br />

Parigi: 1°) […] 2°) Azzario, (ex capo<br />

stazione di Fossano – Cuneo), rappresentante<br />

del partito comunista italiano,<br />

presso il partito francese.<br />

160<br />

2. Rapporto Berlino, 15 Dicembre 1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – […] Germanetto<br />

(un barbiere di Cuneo) – Azzario (capo<br />

stazione di Cuneo, licenziato per lo<br />

sciopero ferroviario del Iº agosto u.s.) –<br />

4. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Degli imputati, erano latitanti: Fortichiari<br />

Bruno –Terracini Umberto –<br />

Gramsci Antonio – Azzario Isidoro<br />

[…] tutti da me conosciuti –<br />

Su Azzario[1884-secondo dopoguerra] Quaglino riferisce che: 1. fa parte del Comitato<br />

centrale; 2. e 3. si troverebbe a Cuneo, se rientrato da Mosca; 4. è stato assolto<br />

nel processo Bordiga; 5., 6., 7. dal novembre 1923 lavora per il partito in Francia;<br />

2., 3., 5., 8.: la concordanza sulla professione di Azzario [ex ferroviere, ex capostazione]<br />

indica che la notizia proviene dalla stessa persona: Quaglino.<br />

Notizie su Azzario si trovano in http://www.alpcub.com/isidoro_azzario.htm


Giuseppe Vota<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 27 Marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo – Palmiro Togliatti,<br />

ex redattore capo del Comunista e già<br />

membro del Comitato centrale; Vota,<br />

segretario della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno; Scoccimarro,<br />

membro della commissione per la fusione,<br />

sono stati chiamati a far parte del<br />

nuovo Esecutivo.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

1923:<br />

Vota già segretario della Federazione<br />

Lavoranti in Legno a maggioranza<br />

comunista – era tornato da molti mesi<br />

dalla Russia – ed esplicava la sua attività<br />

politica a Torino …<br />

3. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti,<br />

Leonetti, Montagnana e Gennari.<br />

4. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924.<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista di<br />

Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista<br />

di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti<br />

e altri due che non conosce neppure<br />

lui – tanto è grande la segretezza<br />

dei capi nominati da Mosca –<br />

Su Vota [1886-periodo fascista] Quaglino riferisce che: 1. fa parte dell’Esecutivo<br />

comunista; 2., 3. è stato arrestato nel settembre 1923 ed è in attesa dell’esito del<br />

processo; 4. la sua linea politica diverge da quella di Bordiga.<br />

1. e 2.: la perfetta concordanza delle due relazioni fiduciarie sulla carica ricoperta<br />

da Vota [segretario, prima dell’arresto, della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno] indica che esse provengono dallo stesso informatore:<br />

Quaglino.<br />

161


Antonio Graziadei<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 2 giugno 1922:<br />

Informazioni di un fiduciario comunista<br />

– <strong>Il</strong> viaggio di Bordiga, Gramsci e<br />

Graziadei a Mosca .<br />

2. Lettera del I° luglio 1922:<br />

Sul rapporto delle sedute dell'esecutivo<br />

della Terza Internazionale hanno parlato<br />

Graziadei e Bordiga, ma non si sono<br />

trovati d'accordo.<br />

3. Lettera del 18 luglio 1922:<br />

si informa che le indagini finora praticate<br />

per l'identificazione del […] sedicente<br />

Antonio Chiarini non hanno avuto<br />

esito favorevole. Si afferma che il<br />

medesimo sia solito recarsi e prenda<br />

anche qualche volta alloggio presso il<br />

Deputato comunista Antonio Graziadei<br />

5. Lettera del 30 dicembre 1922:<br />

Non risultano, fino a questo momento,<br />

giunti a Roma, gli Onorevoli Bombacci<br />

e Graziadei.<br />

7. Lettera del 27 marzo 1923:<br />

L'On. Graziadei è stato chiamato nel<br />

Comitato centrale in sostituzione<br />

dell'On. Marabini che si trova ancora in<br />

Russia per incarico di alcune cooperative<br />

agricole.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

4. Rapporto Berlino, 15 Dicembre<br />

1922:<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora<br />

presenti: Bordiga – Bombacci – Serrati<br />

– Gennari (ex deputati) Graziadei –<br />

6. Rapporto del 21/2/23:<br />

Franceschini – mi ha ancora detto<br />

che in questi momenti di incertezza ma<br />

non di scoramento – hanno lavorato e<br />

lavorano attivamente l’ex deputato Riccardo<br />

Roberto di Alba – il pubblicista<br />

Ed. Peluso, Forticiari, gli On. Bombacci,<br />

Graziadei, Rabezzana e Bellone.<br />

Per conto mio dei deputati comunisti<br />

segnalo per una particolare attenzione<br />

e sorveglianza: […] II° gruppo:<br />

Garosi – Graziadei – Remondino e<br />

Bombacci<br />

Su Graziadei [1873-1953] Quaglino riferisce che: 1., 2., 4., 6. è stato due volte a<br />

Mosca; 3. frequenta e ospita Antonio Chiarini; 6. lavora attivamente per il partito<br />

e, perciò, va sorvegliato; 7. fa parte del Comitato centrale.<br />

<strong>Il</strong> nome di Graziadei ricorre anche nel libro già citato di Quaglino, in cui viene<br />

tracciato di lui il seguente profilo:<br />

162


Fonte: A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie),<br />

Anale, Torino 1920, p. 65.<br />

Jacques Sadoul<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del I° febbraio 1923:<br />

L'On. Ambrogi proporrà (…) di far<br />

venire a Berlino l'ispettore militare della<br />

Terza Internazionale che già era stato<br />

in Italia all'epoca del famoso sciopero<br />

generale dell'Alleanza del lavoro.<br />

L’ispettore di cui sopra sarebbe il capitano<br />

francese Jacque Sadoul che all'epoca<br />

della rivoluzione russa era addetto<br />

militare all'Ambasciata francese di Pietroburgo<br />

e che fece causa comune coi<br />

bolscevichi. Di lui è stato pubblicato un<br />

libro di lettere da Mosca con prefazione<br />

di E. Batbousse. Egli, credo, sia stato<br />

condannato a morte da un tribunale<br />

francese.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto del 7 marzo 1923:<br />

Misiano mi ha confermato che Sadoul<br />

dovrebbe essere uno dei capi dell'azione<br />

antifascista – per l'Italia l'alto commissario<br />

sarebbe Gennari –<br />

3. Rapporto del marzo 1923:<br />

Jacques Sadoul è ritornato a Berlino –<br />

Dimora all'Ambasciata della R.S.F.S.R<br />

all’Inter den Linden – Appartiene anche<br />

lui al cosiddetto Comando Supremo<br />

della lotta antifascista – Mi consta<br />

che la sua permanenza a Berlino è attentamente<br />

sorvegliata da emissari del<br />

Governo Francese che gli stanno alle<br />

calcagna.<br />

Su Sadoul[1881-1956] Quaglino riferisce che: 1. è in contatto con Ambrogi ed è già<br />

stato in Italia; 2. e 3. è uno dei capi della lotta antifascista, che ha il suo centro a<br />

Berlino.<br />

163


Giacomo Matteotti<br />

Informatore della questura romana<br />

2. Lettera del 22 maggio 1924:<br />

Siccome in Inghilterra per gli italiani è<br />

ancora obbligatorio il passaporto, Matteotti<br />

ne ricevette uno intestato a suddito<br />

inglese, dal segretario dell'Indipendent<br />

Labour Party. […] <strong>Il</strong> passaporto<br />

falso, che ora è qui a Parigi, presso Caporali,<br />

sempre buono per ogni evenienza,<br />

servì a Matteotti anche per ripartire<br />

da Londra e venire in Francia, mentre,<br />

com’è noto, al confine italiano si presentò<br />

senza documenti<br />

300 HP (Quaglino)<br />

1. Rapporto Roma, 8/2/24.:<br />

Da quanto ho potuto capire sembra<br />

che Matteotti abbia a Londra qualche<br />

suo inviato speciale alle calcagna di Mac<br />

Donald –<br />

Su Matteotti[1885-1924] Quaglino riferisce che: 1.sta preparando un viaggio a Londra<br />

per incontrare il primo ministro Ramsay MacDonald; 2. ha usato un passaporto<br />

falso per entrare nel Regno Unito.<br />

Matteotti soggiorna a Londra dal 22 al 26 aprile 1924. A Londra incontra numerosi<br />

dirigenti del Partito laburista, delle Trade Unions e dell’Independent Labour<br />

Party. <strong>Il</strong> 24 aprile, nel corso di una riunione del Tuc Congress allargata all’esecutivo<br />

del partito laburista, riferisce sulla situazione italiana e sulla minaccia del totalitarismo<br />

fascista.<br />

Nel suo libro, Quaglino traccia il seguente profilo di Matteotti:<br />

164


Fonte: A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie),<br />

Anale, Torino 1920, pp. 80-81.<br />

165


Come risulta dalle precedenti tavole sinottiche, le corrispondenze<br />

contenutistiche intercorrenti tra le relazioni fiduciarie della questura<br />

romana e i rapporti di 300 HP, in molti casi, sono davvero sorprendenti<br />

e rivelano che le informazioni in esse contenute provengono tutte<br />

dalla stessa persona: Quaglino. Se ne rimarcano qui alcuni esempi.<br />

Nella prima decade del gennaio 1923, Quaglino si reca a Trieste per<br />

raccogliere notizie dai giornalisti del Lavoratore, che conosce da tempo.<br />

Si incontra con essi e riferisce il risultato delle sue conversazioni sia<br />

al Ministero dell’Interno sia alla questura romana:<br />

Informatore della questura romana<br />

Lettera del 12 gennaio 1923:<br />

I più influenti propagandisti a Trieste sono<br />

attualmente Andrea Viglongo di Torino,<br />

direttore del “Lavoratore”, Pastore, fratello<br />

di Ottavio Pastore, corrispondente di Roma<br />

di detto giornale, e Luigi Polano.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Rapporto Trieste, 9 gennaio 1923:<br />

Alla redazione del “Lavoratore” […]<br />

Ho riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – il<br />

giovane comunista Amoretti – già redattore<br />

dell'Ordine Nuovo di Torino –<br />

e oggi redattore-capo del “Lavoratore”<br />

– Pastore Angelo – fratello di Ottavio –<br />

(redattore del “Comunista” di Roma) e<br />

qualche altra figura secondaria.<br />

In questo caso, la perfetta concordanza di luogo [Trieste], di tempo<br />

[prima decade di gennaio 1923, tenuto conto che la questura romana,<br />

se ha spedito la lettera in data 12 gennaio, ha dovuto ricevere la relazione<br />

qualche giorno prima] e di contenuto [propagandisti comunisti a<br />

Trieste] indica chiaramente che le due relazioni fiduciarie provengono<br />

dallo stesso autore. Nel rapporto del 9 gennaio 1923 vi è in più, rispetto<br />

alla lettera della questura romana, il nome di Amoretti. Ciò, però,<br />

dipende dal differente modo con cui è data la notizia nei due testi. Nel<br />

rapporto del 9 gennaio, Quaglino parla di « vecchie conoscenze », tra<br />

cui c’è Amoretti; nella lettera della questura parla invece dei « più influenti<br />

propagandisti a Trieste », tra cui non c’è Amoretti, perché evidentemente<br />

a Trieste non era molto influente.<br />

Una conferma che l’autore delle due relazioni sia unico deriva anche<br />

dalla loro perfetta concordanza sul grado di parentela intercorrente tra<br />

Angelo e Ottavio Pastore (fratello).<br />

166


Parlando di Giuseppe Vota, in due occasioni diverse, prima e dopo<br />

il suo arresto, avvenuto nel settembre 1923, Quaglino usa la stessa<br />

espressione con riferimento alla carica da lui ricoperta nel sindacato<br />

comunista: segretario della Federazione lavoranti in legno:<br />

Informatore della questura romana<br />

Lettera del 27 Marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo – Palmiro Togliatti,<br />

ex redattore capo del Comunista e già<br />

membro del Comitato centrale; Vota,<br />

segretario della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno; Scoccimarro,<br />

membro della commissione per la fusione,<br />

sono stati chiamati a far parte del<br />

nuovo Esecutivo.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Rapporto Genova, 27 settembre 1923:<br />

Vota già segretario della Federazione<br />

Lavoranti in Legno a maggioranza<br />

comunista – era tornato da molti mesi<br />

dalla Russia – ed esplicava la sua attività<br />

politica a Torino …<br />

Tale concordanza indica in modo inequivocabile che le due relazioni<br />

fiduciarie provengono dallo stesso informatore, che sulle persone<br />

che spia ha probabilmente uno schedario, da cui attinge informazioni<br />

quando compila le sue relazioni.<br />

A fine marzo prima e nella terza decade di aprile 1923 poi, Quaglino<br />

informa il Ministero dell’Interno e la questura romana sull’attività<br />

cospirativa svolta da comunisti italiani presso la delegazione commerciale<br />

russa a Roma. Al fine di meglio individuare Casadei, di cui<br />

probabilmente ignora il nome, dice che è cognato di Bombacci:<br />

Informatore della questura romana<br />

Doc. 22 aprile 1923:<br />

Casadei, cognato di Bombacci, addetto<br />

presso la missione commerciale russa a<br />

Roma, serve di tramite per la consegna<br />

di corrispondenza, pacchi ecc. portati a<br />

Roma dai corrieri della missione e destinati<br />

ai comunisti.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Rapporto di fine marzo 1923:<br />

I comunisti Mecheri di Genova ed il<br />

cognato di Bombacci, Casadei, che prestano<br />

servizio presso Worowski sanno<br />

molte cose – sarebbe necessario ritirarli<br />

dalla circolazione tutti e due e cercare<br />

di farli parlare.<br />

La concordanza sul grado di parentela che lega Casadei a Bombacci<br />

e sull’attività cospirativa da lui svolta dimostrano che la fonte<br />

dell’informazione è unica.<br />

167


Con riferimento agli intermediari di cui si serve il partito comunista<br />

per il trasferimento dei fondi stanziati da Mosca, Quaglino informa<br />

la questura romana prima e il Ministero poi che uno di essi è Costantino<br />

Serafini:<br />

Informatore della questura romana<br />

Doc. 22 aprile 1923:<br />

In sostituzione del Morelli, lavorerà un commerciante<br />

comunista genovese, certo Serafini,<br />

milionario molto noto nell'ambiente commerciale<br />

di Genova e di Berlino. Abita a Tempelapf<br />

in Berlino. Si occuperà della trasmissione<br />

di fondi per l'Italia avendo egli un forte movimento<br />

di somme presso qualche banca tedesca.<br />

<strong>Il</strong> Serafini è inscritto nella sezione comunista<br />

di Genova ed ha rapporti con i rappresentanti<br />

russi per mezzo dell'on. Ambrogi .<br />

300 HP (Quaglino)<br />

Rapporto Genova, 31 agosto 1923:<br />

Serafini – comunista – residente a Genova<br />

– in via Carlo Felice – che dai<br />

membri del Partito Comunista e Socialista<br />

– è conosciuto come ricchissimo –<br />

è ritornato qui da Vienna ove si sarebbe<br />

recato per incarichi segreti di alta competenza<br />

affidatigli dall'Esecutivo Comunista<br />

– A Vienna si sarebbe incontrato<br />

con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini –<br />

Serafini gode una fiducia illimitata presso<br />

l'Esecutivo – e gli incarichi delicatissimi<br />

che gli vengono affidati all'estero<br />

sarebbero di una segretezza assoluta.<br />

Le concordanze tra le due relazioni fiduciarie sono talmente evidenti<br />

che non può esservi dubbio sull’appartenenza di entrambe allo<br />

stesso autore. Tra le due relazioni fiduciarie vi è persino la concordanza<br />

della sottolineatura del cognome Serafini:<br />

Documento del 22 aprile 1923 redatto alla presenza di Bellone<br />

Rapporto di 300 HP datato Genova, 31 agosto 1923<br />

Per agevolare l’individuazione delle persone da lui spiate, Quaglino<br />

invia spesso alla polizia le loro fotografie e i loro indirizzi e ne de-<br />

168


scrive con precisione i connotati fisici, con particolare riguardo al fatto<br />

se abbiano o no la barba. Eccone qualche esempio:<br />

- Chiarini […] Non è più sbarbato, ma si è lasciato crescere una lunga barba incolta.<br />

[Ropporrto di 300 HP datato 9.11.1922 su Heler Caim]<br />

- Per la questione della fusione dei socialisti e comunisti il Governo dei Soviet ha<br />

inviato in Italia […] il comunista Rakoci, ex Commissario della Repubblica Ungherese,<br />

e segretario di Zinovieff […] <strong>Il</strong> Rakoci ha i seguenti connotati: età dai 35 ai 40<br />

anni, piuttosto complesso, bruno, sbarbato, di media statura. (invierò fotografia)<br />

[Lettera della questura di Roma datata12 gennaio 1923]<br />

- Farò indagare se Rakoci si celi in Roma – con passaporto forse diplomatico – o<br />

sotto falso nome – avvertendo che egli, probabilmente, si deve essere tolto la barba<br />

- onde riuscirà più difficile identificarlo, anche con la scorta della fotografia, ove è<br />

rappresentato con la barba. [Lettera della questura di Roma datata12 gennaio 1923]<br />

- Bombacci è ancora qui a Berlino, ma non è più in Hòtel, poiché il passaporto è<br />

scaduto. Egli tornerà a Roma senza barba, fra giorni. [Lettera della questura di Roma<br />

datata 26 gennaio 1923]<br />

- Tal Manoliski o Manoniliski delegato della 3 a Internazionale si troverebbe a Milano,<br />

sarebbe continuamente accompagnato dal suo segretario, ben conosciuto, Edmondo<br />

Peluso. Costui ora non ha più la barba [Da un foglio informativo del Questore<br />

di Roma del 2.4.1923]<br />

- Arturo Cappa, […] Nella permanenza a Parigi egli parlò nel comizio (in cui fu arrestato<br />

il deputato tedesco Hollein), truccato con una barba. [Doc. aprile 1923]<br />

2.2 Correlazioni relative a fatti<br />

Come si è visto in precedenza, Quaglino spia tutti i dirigenti del movimento<br />

comunista italiano e di quello internazionale con cui esso è in<br />

contatto, dedicando particolare attenzione alle attività illegali da essi<br />

svolte. Per quanto riguarda queste ultime indaga e riferisce alla polizia<br />

sul procacciamento di armi e di falsi passaporti, sul passaggio clandestino<br />

delle frontiere, sul finanziamento delle attività e della stampa del<br />

partito, sui trasferimenti di fondi, sui canali di comunicazione segreti.<br />

Per ognuna di queste attività illegali si riportano qui di seguito alcuni<br />

stralci delle relazioni fiduciarie di Quaglino che dimostrano come egli<br />

agisse con la stessa mentalità investigativa di un poliziotto, riuscendo<br />

ad ottenere talora notizie certe e dettagliate dai dirigenti comunisti che<br />

riusciva a contattare e talaltra, invece, molto generiche e imprecise.<br />

169


170<br />

PROCACCIAMENTO DI ARMI<br />

- <strong>Il</strong> Codevilla poi – e questa è la parte più interessante delle notizie avute – è incaricato<br />

di acquistare a poco prezzo armi da inviare in Italia. Egli avrebbe, a tale scopo,<br />

compiuto vari viaggi, specialmente in Baviera, riuscendo ad acquistare un migliaio<br />

di rivoltelle. [Lettera della questura di Roma datata 5 settembre 1922]<br />

- <strong>Il</strong> Codevilla a Berlino si sarebbe assai interessato del movimento dei profughi politici<br />

italiani colpiti dal fascismo e d'intesa col Fortichiari, da cui avrebbe in questi<br />

ultimi tempi ricevuto una forte somma di denaro, avrebbe acquistato armi da inviare<br />

in Italia, armi che dovrebbero essere introdotte a mezzo di persona di fiducia nei<br />

vagoni letti della Compagnia Internazionale. Anche in Svizzera, secondo il Fortichiari,<br />

sarebbero state raccolte armi da inviarsi in Italia a mezzo dei ferrovieri comunisti.<br />

[Lettera della questura di Roma datata 16 settembre 1922]<br />

- A Trieste ho saputo che il deputato comunista di Torino, Gagliazzo – si è trasferito<br />

nel Belgio – non si sa in quale località – per impiantarvi una fabbrica di macchine<br />

da scrivere – Gagliazzo è quel noto capo tecnico che ideò una macchina da scrivere,<br />

che scomponendola, si possono usufruire di alcuni pezzi per formare una pistola<br />

mitragliatrice – In questo piano di impianto della fabbrica nel Belgio, l'Esecutivo<br />

d'Italia, ha ottenuto l'autorizzazione ed i denari di Mosca – e soltanto in tal modo<br />

a Gagliazzo è stato permesso di lasciare l'Italia per dare altrove ed in altro campo<br />

la sua attività – Io sono amico di Gagliazzo e sarei curioso di vedere dove diavolo è<br />

andato ad impiantare la fabbrica delle macchine da scrivere–pistole mitragliatrici –<br />

[Rapporto di 300 HP datato Trieste, 26 maggio 1923]<br />

PROCACCIAMENTO E USO DI FALSI PASSAPORTI<br />

- <strong>Il</strong> sedicente Carnet è stato identificato nella persona del comunista Codevilla di<br />

Tortona (Alessandria) recentemente condannato a grave pena dalla Corte di Assise<br />

di Alessandria. <strong>Il</strong> medesimo attualmente a Berlino sarebbe in possesso di un passaporto<br />

svizzero al nome di Edmondo Carnet, passaporto che porta vari visti della<br />

Repubblica Federativa dei Sovieti. [Lettera della questura di Roma datata 18 luglio<br />

1922]<br />

- <strong>Il</strong> Tresso oltre i soccorsi si occupa della falsificazione dei passaporti. Pare che la<br />

Centrale del Partito Comunista tedesco possegga una quantità non indifferente di<br />

passaporti e di timbri italiani. [Lettera della questura di Roma datata 5 settembre<br />

1922]<br />

- Gorelli è partito stasera per l’Italia, via Svizzera. Egli ha un passaporto intestato a<br />

suo fratello, ma a Lugano sarà da un incaricato fornito di un lascia passare, simile a<br />

quelli che vengono rilasciati nei paesi di frontiera ai sudditi svizzeri, la cui validità è<br />

brevissima. [Lettera della questura di Roma datata 28 gennaio 1923]<br />

- Ieri sera è partito per l'Italia, via Svizzera, Mauro Scoccimarro. Egli ha un passaporto<br />

intestato al comunista napoletano Virgili, cui ha sostituito la fotografia. Do-


vendo regolare il mio soggiorno a Berlino per il quale la polizia è generalmente rigorosa,<br />

mi è stato detto alla Delegazione russa se desidero un passaporto sotto altro<br />

nome con un permesso di soggiorno già regolare. Qui hanno uno stok ragguardevole<br />

di passaporti italiani sul tipo di quei provvisori che rilascia il nostro Consolato.<br />

La maggior parte hanno, unito alla copertina, internamente, un foglietto qualsiasi<br />

di un passaporto rilasciato nel Regno con impresso il visto (falsificato) del<br />

Console tedesco di Trieste, (poiché, come si sa il consolato rilascia passaporti<br />

provvisori anche a chi per es. conserva solo un frammento di passaporto regolare).<br />

È stato adottato questo metodo perché la falsificazione completa di un passaporto<br />

regolare riesce più difficile e bisognerebbe avere tutti i timbri di tutte le Questure<br />

d'Italia perché i falsi fossero utilizzabili in ogni occasione.<br />

A proposito di passaporti falsificati è scoppiato a Berlino un piccolo scandalo. La<br />

polizia ha sequestrato alcune lettere provenienti da Praga in cui si parla chiaramente,<br />

appunto, di questi passaporti. Sono stati eseguiti alcuni arresti. [Lettera della<br />

questura di Roma datata I° Febbraio 1923]<br />

- <strong>Il</strong> Console italiano di Dresda, amico del sindacalista Vecchi, ha venduto a costui<br />

25 passaporti per emigranti operai e gli ha regalato qualche timbro. Gli uffici illegali<br />

di Berlino avevano in precedenza falsificato solo il timbro della questura e del consolato<br />

tedesco di Trieste, per cui tutti i passaporti falsificati erano intestati a cittadini<br />

della Venezia Giulia. Ora potranno servirsi dei timbri di Dresda. [Doc. 22 aprile<br />

1923]<br />

- Zanardi che scappò al confine, presso Lavagna, era il segretario della Fed. Com.<br />

di Milano. Trovasi ora a Berlino. Egli aveva dato agli agenti consegnò [sic] un passaporto<br />

falso in cui era indicato con un nome russo e di qui l'equivoco che lo fece<br />

denunziare come un emissario russo. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- Zanardi, che fino ad un mese fa stava a Berlino, come segretario di Scoccimarro,<br />

fu arrestato a Berlino e trovato con un passaporto intestato a un deputato italiano<br />

inesistente. Dopo la sua liberazione è venuto a Parigi, ove sotto il nome di Macchi,<br />

fa il propagandista nelle zone dove abbonda l'emigrazione italiana, quindi specialmente<br />

nelle provincie devastate. [Lettera della questura di Roma datata 5 marzo<br />

1924]<br />

PASSAGGIO CLANDESTINO DELLE FRONTIERE<br />

Per quanto concerne il passaggio illegale delle frontiere da parte dei<br />

comunisti, Quaglino fornisce notizie dettagliate sulle località in cui<br />

esso avviene. Per recarsi in Svizzera essi utilizzano la frontiera di Luino<br />

e di Chiasso; per recarsi in Austria, invece, quella del Brennero<br />

[Innsbruck], di Tarvisio [Trieste] e di Gorizia. Ecco alcuni stralci delle<br />

sue relazioni fiduciarie al riguardo:<br />

171


- Da notizie fiduciarie, meritevoli di speciale considerazione, pervenute a quest’Ufficio<br />

risulterebbe che il partito comunista si adopera a fare varcare la nostra frontiera<br />

ai compagni ricercati dalle Autorità, responsabili di gravi reati, dai passaggi sotterranei<br />

delle vecchie trincee nei pressi di Gorizia. Al riguardo verrebbero presi preventivi<br />

accordi con i comunisti di Gorizia, i quali venuti a conoscenza del giorno e dell'ora<br />

in cui deve transitare colà il compagno ricercato lo accompagnano ai passaggi sotterranei<br />

in parola, passaggi che conducono nel territorio austriaco, da dove, varcando<br />

le altre frontiere, raggiungono la Russia. [Lettera della questura di Roma, 2 Luglio<br />

1922]<br />

- A Mosca sono in questi momenti ancora presenti: Bordiga – Bombacci – Serrati –<br />

Gennari (ex deputati) Graziadei – Romita – Tasca di Torino, […] Molti hanno<br />

viaggiato illegalmente, passando dalla frontiera del Brennero. [Rapporto di 300 HP<br />

datato Berlino 15 Dicembre 1922]<br />

- L'On. Bombacci […] ha inviato oggi due magnifiche pellicce russe alla sua signora<br />

per mezzo del corriere diplomatico, poiché, come è noto, alla frontiera tedesca si<br />

paga una fortissima tassa per il transito delle pellicce. [Lettera della questura di Roma<br />

datata I° Febbraio 1923]<br />

- Edmondo Peluso che doveva, per il Brennero, attraversare illegalmente la frontiera,<br />

non avendo trovato un ferroviere che doveva dargli indicazioni, è tornato a<br />

Vienna di dove non ha più intenzione di muoversi..<br />

A Innsbruk vi è un gruppo di ferrovieri comunisti italiani, (di quelli che fanno servizio<br />

sulla linea Trento-Innsbruk) i quali hanno l'incarico di far passare lettere, pacchi<br />

e altro attraverso la frontiera, per conto del partito italiano. [Lettera della questura<br />

di Roma datata 15 Febbraio 1923]<br />

- Si trova qui a Berlino il sindacalista Vecchi […] Ha passato la frontiera vestito da<br />

fuochista, su una macchina di un merci. Tornerà fra giorni in Italia con lo stesso<br />

metodo. [Lettera della questura di Roma datata 13 marzo 1923]<br />

- Bombacci Nicola –Tornerà a Roma tra giorni legalmente via Tarvisio. [Da un foglio<br />

informativo del Questore di Roma del 2.4.1923]<br />

- In seguito allo scoprimento del passaggio di frontiera Lavagna-Luino, l'esecutivo<br />

indirizza i compagni che devono recarsi in Austria o in Germania illegalmente, a<br />

Trieste dove vi sono degli individui ex contrabbandieri, che, dietro compenso, accompagnano<br />

alla frontiera. <strong>Il</strong> più furbo di costoro è quel Romano Cinzep arrestato<br />

in Ceco-Slovacchia. <strong>Il</strong> passaggio della frontiera austriaca presso Tarvisio è facilissimo:<br />

di solito il Romano scende a Tarvisio-città e a piedi raggiunge Tarvisio frontiera.<br />

[Doc. 22 aprile 1923]<br />

- Parodi di Torino […] è andato a Berlino passando illegalmente la frontiera di<br />

Tarvisco. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- La frontiera ceco-slovacca viene attraversata in prossimità di Linz. [Doc. aprile<br />

1923]<br />

- Coll’assoluzione di tutti i comunisti implicati nel recente processo di Roma […]<br />

tutti possono rientrare in Italia. […] Rientrerebbero per la solita via di Tarvisio o<br />

Chiasso, illegalmente. [Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923]<br />

172


- A Lugano esiste un'organizzazione molto pratica di questi valichi clandestini –<br />

che riescono quasi sempre. [Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923]<br />

FINANZIAMENTO DEL PARTITO E DELLE SUE ATTIVITÀ<br />

Per quanto riguarda i fondi destinati al finanziamento del partito<br />

comunista e delle sue attività, Quaglino ne indica la fonte nel governo<br />

rivoluzionario russo, i movimenti nelle varie banche europee, soprattutto<br />

tedesche, i correntisti che fanno da intermediari nelle operazioni<br />

bancarie e la destinazione che di essi si fa in Italia, dove vengono impiegati<br />

prevalentemente nella stampa, nella propaganda e nell’attività<br />

antifascista. Quaglino non parla solo dei fondi elargiti dai russi ai comunisti<br />

italiani, ma anche di quelli erogati a favore dei comunisti spagnoli<br />

e francesi. Ciò risulta molto chiaramente dai seguenti stralci di<br />

relazioni fiduciarie:<br />

- Misiano […] Ha poi stretti rapporti con certo Rosenfeld, al nome del quale pare<br />

che siano depositate alla Deutsche Bank le somme destinate all'Italia. [Lettera della<br />

questura di Roma datata 5 settembre 1922]<br />

- L'intermediario per l'invio del danaro dalla Russia ai comunisti italiani è tal Morelli<br />

Alfredo, residente, e molto noto, a Berlino ove dimora a Markgrafenstrasse 74 –<br />

III. […] <strong>Il</strong> Morelli ha un conto corrente presso la Wertheimbank in Leipzigherstrasse,<br />

ed invia denaro in Italia a mezzo delle banche che sono in rapporti con<br />

quella di Berlino suindicata. [Lettera della questura di Roma datata12 gennaio 1923]<br />

- Rakoci era ieri l'altro qui a Berlino, egli ha raccontato di essere stato con Bordiga,<br />

poco tempo prima che questo fosse arrestato. I valori trovati presso di lui erano<br />

arrivati con l'ultimo corriere russo da Berlino, ed ammontavano a 300 mila lire in<br />

valuta inglese. Siccome non ho visto personalmente Rakoci, questo ho saputo indirettamente,<br />

su di lui non so, per ora, altro. [Lettera della questura di Roma datata<br />

15 febbraio 1923]<br />

- Accludo copia di un manifesto che la Direzione del partito comunista tedesco ha<br />

approvato nei riguardi della situazione italiana. Nel manifesto si parla di un fondo<br />

detto del “SOCCORSO ROSSO” per il quale è stata stanziata la somma di un milione<br />

di marchi. In realtà la somma è più rilevante e non esce dalle casse del partito<br />

tedesco, ma da quelle di Mosca. [Lettera della questura di Roma datata 18 febbraio<br />

1923]<br />

- <strong>Il</strong> Vecchi verrà prossimamente a Milano dove pubblicherà il giornale<br />

l’“Internazionale Rossa”. A tale scopo ha ricevuto da Lasowski capo dell'Intern.<br />

Sindacati Rossi a Francoforte una forte somma iniziale, più la promessa di un sussidio<br />

mensile di 10 mila lire. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

173


- In sostituzione del Morelli, lavorerà un commerciante comunista genovese, certo<br />

Serafini, milionario molto noto nell'ambiente commerciale di Genova e di Berlino.<br />

Abita a Tempelapf in Berlino. Si occuperà della trasmissione di fondi per l'Italia<br />

avendo egli un forte movimento di somme presso qualche banca tedesca. <strong>Il</strong> Serafini<br />

è inscritto nella sezione comunista di Genova ed ha rapporti con i rappresentanti<br />

russi per mezzo dell'on. Ambrogi . [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- <strong>Il</strong> dott. Scheftel Marco […] ha anche la rappresentanza per l'Italia della Società<br />

per Azioni “Industria e Commercio” (Industrie und Handes Akhen Gesellschaf)<br />

che ha sede a Berlino in Unter den Linden, 11. Questa società è costituita legalmente<br />

in Germania, ma è sorta per iniziativa del governo russo. Per l'invio di denaro la<br />

Società si serve della Banca svedese “Garantie und Kreditbank für den Osten A.<br />

G.” che ha sede a Berlino in Unter den Linden 68 a . Questa Banca è in corrispondenza<br />

col “Credito Italiano” sede di Roma, il cui direttore è amico personale di<br />

Bombacci, il quale ha al Credito il conto corrente. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- Arturo Cappa, è tornato dall'Egitto. Si recò a Parigi verso il principio di marzo ed<br />

ora è a Berlino. Egli aveva ricevuto forti somme per la propaganda nell'Egitto e<br />

nella Cirenaica, ma dopo averle sperperate inutilmente, e dopo averne chiesto invano<br />

delle altre, è stato dal Comitato per i Popoli Oppressi liquidato definitivamente<br />

come un ambizioso ecc. [Doc. aprile 1923]<br />

- A Milano uscirà prossimamente un settimanale La voce dei giovani con denaro<br />

fornito dalla Internazion. Giov. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- Le Quotidien, che attualmente esce a Parigi ed è inviato per più di 150.000 copie<br />

ad abbonati di partiti di sinistra, è organo di questo blocco. Alla sua fondazione ha<br />

contribuito efficacemente anche denaro russo. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- Nel comitato d'azione antifascista, l'On. Bombacci rappresenta provvisoriamente<br />

l'Italia. […] I fondi necessari sono depositati alla sede del P.C. di Germania alla Resenthall<br />

st. 3D e colà si rivolgono tutti i bisognosi di sussidi e anche numerosi<br />

commessi viaggiatori. Alla sede del partito comunista di Berlino, nell'anticamera,<br />

ogni giorno vi è la coda – Soltanto gli alti funzionari la schivano – [Rapporto di 300<br />

HP datato (marzo 1923)]<br />

- Le cure dell'Esecutivo saranno volte principalmente allo Stato operaio di Milano –<br />

per renderlo quotidiano – dopo essersi riforniti dei denari occorrenti – alla sede del<br />

Partito Comunista di Germania che si dice detenga i fondi per il confratello d'Italia<br />

a Berlino alla Rosenthalstrasse. [Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre<br />

19023]<br />

- Maffi mi aveva informato esattamente – I denari portati da Terracini in Italia saranno<br />

impiegati per l'uscita del nuovo quotidiano comunista che uscirà a Milano fra<br />

pochi giorni col titolo “L'Unità” [Rapporto di 300 HP datato Genova, 7 febbraio<br />

1924]<br />

- I denari trovati in dosso a Maurin nel recente arresto, erano destinati al sindacato<br />

comunista dei minatori di Viscaglia, circa 4000 pesetas e provenivano dall'Internazionale<br />

dei sindacati rossi di Mosca come sussidio al recente sciopero, che è risultato<br />

con la sconfitta degli operai.<br />

174


<strong>Il</strong> sussidio al partito comunista è stato aumentato da Mosca fino a 5 mila pesetas<br />

mensili; saranno inviate ogni tre mesi, come per il passato da Amsterdam al Banco<br />

Urquijo di Madrid.<br />

<strong>Il</strong> sussidio alla Gioventù comunista è stato aumentato a 1500 pesetas mensili, ma<br />

perverrà da Parigi ogni tre mesi, credo allo stesso Banco. [Lettera della questura di<br />

Roma del 25 novembre 1923, con allegata relazione fiduciaria inviata dalla Spagna]<br />

CANALI DI COMUNICAZIONE SEGRETI<br />

Dalle relazioni fiduciarie di Quaglino risulta che il principale canale<br />

di comunicazione dei comunisti italiani con i dirigenti russi e della III<br />

Internazionale è costituito dai contatti diretti che essi hanno con gli<br />

emissari segreti presenti in Italia, i quali riferiscono a Mosca tramite i<br />

rappresentati della Delegazione commerciale russa di Roma. Quaglino<br />

non indaga solo sui corrieri segreti che operano in Italia, ma anche<br />

su quelli che operano in Belgio e in altri stati europei. Significativi al<br />

riguardo sono i seguenti stralci tratti dalle relazioni da lui inviate al<br />

Ministero dell’Interno e alla questura romana.<br />

- Nel nostro caso, gli emissari segreti presenti in Italia (che soltanto Bordiga o Terracini<br />

possono conoscere) riferiranno a Mosca per ½ di Straoujan sostituto di Worosky<br />

alla Delegazione Commerciale Russa di Roma in corso d'Italia. Straoujan poi<br />

penserà a comunicare con Mosca – via Berlino – <strong>Il</strong> centro di ogni attività rimane<br />

però sempre Berlino seguito dal centro di Riga – poi da Belgrado – Sofia e Trieste.<br />

[Rapporto di 300 HP del febbraio 1923]<br />

- Peluso riallaccia le file tra Vienna – Budapest – Berlino e l'Italia e Bombacci fa da<br />

corriere internazionale. [Rapporto di 300 HP datato Berlino 7 marzo 1923]<br />

- Alla Delegazione Russa – Nel corriere diplomatico giungono le disposizioni che<br />

l’Esecutivo di Mosca emana per la riorganizzazione del movimento comunista in<br />

Italia. [Rapporto di 300 HP datato fine marzo 1923]<br />

- Casadei, cognato di Bombacci, addetto presso la missione commerciale russa a<br />

Roma, serve di tramite per la consegna di corrispondenza, pacchi ecc. portati a<br />

Roma dai corrieri della missione e destinati ai comunisti.[Doc. 22 aprile 1923]<br />

- A Misiano è pervenuta a ½ del corriere russo scritto a mano del detenuto Bordiga,<br />

nella [sic] quale egli informa della sua salute ed esprime fiducia nell'esito del processo<br />

avvertendo che ha per istruttore un buon giudice. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- La pelliccia di petits gris che il Bombacci ha inviato in Italia, a ½ del corriere, era<br />

destinato [sic] alla signora di questo ufficiale. Non so se questa sia la stessa persona<br />

che avvicina S.E. Acerbo. [Doc. 22 aprile 1923]<br />

- attività dei comunisti italiani in Belgio: […] I corrieri per il recapito della corrispondenza,<br />

sono di due specie: regolari e irregolari o speciali. Questi ultimi sono<br />

175


ari e difficilmente riescono ad essere individuati. – I corrieri regolari, sono in genere<br />

composti da un uomo e da una donna. Partono ogni venerdì o sabato da Berlino<br />

(la posta viene messa nelle valigie in una sala a pianterreno dell'Ambasciata russa)<br />

col treno delle ore 15 o delle 16, da Analter -Banoff (Stazione). A Haltingen (confine<br />

svizzero) avviene lo smistamento in una casupola: la posta per il partito italiano<br />

prosegue, con altre persone, per Basilea-Milano: quella del partito francese per Basilea-Mulhouse-Parigi<br />

sempre con altre persone. Spesso, quando si tratta di elementi<br />

fidati e sicuri, vittime politiche ecc. essi viaggiano direttamente col corriere da<br />

Berlino ad Haltingen. [Lettera della questura di Roma datata 8 Dicembre 1923]<br />

LA STAMPA<br />

Sulla stampa comunista, sia legale sia illegale, Quaglino tiene continuamente<br />

informata la polizia, indicandone spesso le fonti di finanziamento.<br />

Sulla stampa dei fuorusciti all’estero, nel marzo 1923, fornisce un<br />

elenco di giornali da tenere presenti, perché possono contenere notizie<br />

utili per l’individuazione degli antifascisti. Ecco quanto scrive al<br />

riguardo:<br />

L’Araldo – Parigi –<br />

Lingua italiana<br />

Libera Stampa – Lugano<br />

id<br />

L’Avant Garde – Ginevra “ francese<br />

<strong>Il</strong> Risveglio – Ginevra “ italiana<br />

L'avvenire del lavoratore – Zurigo “ “<br />

La Internacional – Buenos Aires “ spagnola<br />

Avanti! – Chicago “ italiana e inglese<br />

<strong>Il</strong> martello – New York “ “ “<br />

È un elenco di giornali che svolgono la loro azione fra gli emigranti italiani specialmente<br />

letti dai profughi politici i quali si tengono con essi in stretto contatto.<br />

Bisogna controllare accuratamente e annotare meticolosamente i nomi contenuti<br />

nelle liste di sottoscrizione di questi giornali. Io lo faccio già per conto mio, ma non<br />

basta a tutto.<br />

Sulla stampa illegale le informazioni di Quaglino sono numerosissi<br />

me, per cui ci si limita qui solo a tre esempi, tratti dalle sue relazioni<br />

fiduciarie.<br />

Nel marzo del 1923 spiega i mezzi usati dai comunisti per pubblicare<br />

un giornale illegalmente:<br />

176


<strong>Il</strong> giorno 10 Marzo è stata tenuta a Milano una riunione con l'intervento di Fortichiari,<br />

Grieco, Terracini, Repossi, Beruzzi (?), Manonilsky delegato della Terza Internazionale,<br />

commissario dell'agricoltura della repubblica Ucraina. […]<br />

La riunione suddetta ha avuto una grande importanza, perché ha eletto il nuovo<br />

Esecutivo, ha stabilito le nuove norme organizzative del partito comunista e la sua<br />

politica per il prossimo avvenire. […]<br />

Stampa<br />

La pubblicazione del “Lavoratore” viene considerata come provvisoria e perciò<br />

nella seduta del 10 marzo venne discussa la questione della stampa nella previsione<br />

che il “Lavoratore” venisse soppresso. Fu deciso di mettere in salvo le casse di caratteri<br />

mobili, di cui la tipografia del Lavoratore è ben provvista e di acquistare tre<br />

macchine “in piano” di modeste dimensioni. (Le macchine sono state acquistate in<br />

Germania alla fiera di Lipsia e saranno spedite fra giorni. Ne parlerò a parte).<br />

Questi preparativi devono servire alla pubblicazione di tre settimanali illegali, appena<br />

il “Lavoratore”, cesserà le pubblicazioni.<br />

L'esperienza degli altri Paesi, in cui una situazione simile a l'Italia si è già verificata,<br />

dimostra che la pubblicazione di un settimanale, composto a mano e stampato in<br />

macchina in piano, è un lavoro che non richiede molta fatica. In Russia si riuscì<br />

persino a pubblicare dei quotidiani illegalmente. A Torino “l'Ordine Nuovo”, dopo<br />

l'avvento del fascismo al potere, è uscito per più di un mese illegalmente. Le difficoltà<br />

maggiori si incontrano nella diffusione, poiché è certo che diffondere o anche<br />

leggere una pubblicazione illegale, equivale ad esporsi per un sicuro arresto. Si cercherà<br />

una maniera per diminuire la possibilità d’inconvenienti: i settimanali prenderanno<br />

i titoli più innocui, o addirittura la testata di giornali borghesi; nella spedizione<br />

essi verranno avvolti con fascette di vecchi giornali borghesi o illustrati ecc. ecc.<br />

Queste pubblicazioni saranno soprattutto diffuse nelle officine e tra i soldati. [Lettera<br />

della questura di Roma del 27 marzo 1923]<br />

Nell’aprile 1923 dà la notizia della prossima pubblicazione di un<br />

giornale da parte del sindacalista Vecchi, finanziato dall’Internazionale<br />

comunista:<br />

<strong>Il</strong> Vecchi verrà prossimamente a Milano dove pubblicherà il giornale<br />

l’“Internazionale Rossa”. A tale scopo ha ricevuto da Lasowski capo dell'Intern.<br />

Sindacati Rossi a Francoforte una forte somma iniziale, più la promessa di un sussidio<br />

mensile di 10 mila lire. A Francoforte era anche il sindacalista Anziani che sarà<br />

l'amministratore del giornale e che trovasi già a Milano. [documento del 22 aprile<br />

redatto in presenza di Bellone]<br />

177


Nel settembre 1923 chiarisce che la riunione in cui sono stati arrestati<br />

Togliatti e i compagni era finalizzata al potenziamento del settimanale<br />

« Lo Stato operaio »:<br />

La riunione di Milano in cui avvenne l'arresto delle sei persone aveva (ed è vera l'affermazione<br />

degli arrestati) puro carattere amministrativo. Si trattava di rendere quotidiano<br />

il settimanale “LO STATO OPERAIO” che da qualche tempo sostituiva il<br />

defunto “LAVORATORE” di Trieste. Altre riunioni erano già state tenute, ma tutte<br />

sempre riguardanti il giornale, la tipografia da ricercare, un indirizzo sicuro e le<br />

modalità per la diffusione. [Rapporto di 300 HP datato Genova, 27 settembre<br />

1923].<br />

Quaglino non solo segnala la stampa illegale comunista, ma la legge e<br />

la conserva per trarne materiale utile quando compila le sue relazioni<br />

per la polizia. Ciò risulta, oltreché dalla sua testimonianza diretta, da<br />

un telegramma del Prefetto di Imperia diretto alla DGPS, in data 4<br />

aprile 1932, in cui si legge:<br />

Oggi Ufficiale R. Dogana Ventimiglia, in una cassa che da documenti risultava contenere<br />

valori et pelliccie ha rinvenuto una valigia contenente alcune centinaia vecchi<br />

giornali sovversivi stampati 1929 et anni antecedenti Italia – Francia – Svizzera –<br />

Brasile et cartoline riproducenti fuorusciti italiani stop – Predetta cassa risulta spedita<br />

da certo RATTO GIUSEPPE Piazza Terralba 32 Genova diretta ingegnere<br />

QUAGLINO ALFREDO Juan Les Pins Avenie Hollywood. Proceduto sequestro<br />

valigia et informata questura Genova et quel commissariato compartimentale sicurezza<br />

stop – Segue rapporto. [ACS, CPC, b. 4171, fasc. Quaglino Alfredo Andrea<br />

Cesare]<br />

SUGGERIMENTI PER MEGLIO COMBATTERE I COMUNISTI<br />

Nell’esercizio della sua attività spionistica, Quaglino non solo ricerca<br />

e trasmette notizie alla polizia, ma fornisce anche utili suggerimenti<br />

per meglio combattere e debellare il movimento comunista. Suggerisce<br />

di controllare attentamente i movimenti dei dirigenti comunisti<br />

per poterli arrestare e di usare le maniere forti per farli parlare, dopo<br />

il loro arresto. Esorta la polizia a esaminare meticolosamente le liste<br />

di sottoscrizione della stampa comunista al fine di potere snidare e<br />

reprimere i militanti che la sostengono. Propone di restituire la sede<br />

de « <strong>Il</strong> Lavoratore » di Trieste all'On. Bellone, al fine di attirare nella<br />

178


tipografia i maggiori dirigenti del partito così da poterli colpire adeguatamente<br />

nel momento più opportuno.<br />

- L'attività di Straoujan che in questi giorni deve essere a Roma, può riserbare delle<br />

sorprese – Sarà bene che egli sia sorvegliato attentamente. [Rapporto di 300 HP<br />

datato febbraio 1923]<br />

- Per conto mio dei deputati comunisti segnalo per una particolare attenzione e<br />

sorveglianza: I° gruppo: Repossi – Belloni Ambrogio di Alessandria e Bellone Virgilio<br />

di Novara – Rabezzana e Gagliazzo di Torino – II° gruppo: Garosi – Graziadei<br />

– Remondino e Bombacci – Gli altri: Corneli – Croce e Caroti contano poco –<br />

Gli On. Marabini e Ambrogi sono all’estero (Russia) – Tuntar di Gorizia è espulso.<br />

[Rapporto di 300 HP datato 21/2/23].<br />

- Bisogna controllare accuratamente e annotare meticolosamente i nomi contenuti<br />

nelle liste di sottoscrizione di questi giornali. Io lo faccio già per conto mio, ma non<br />

basta a tutto. [Rapporto di 300 HP datato Marzo 1923]<br />

- I comunisti Mecheri di Genova ed il cognato di Bombacci, Casadei, che prestano<br />

servizio presso Worowski sanno molte cose – sarebbe necessario ritirarli dalla circolazione<br />

tutti e due e cercare di farli parlare. [Rapporto di 300 HP datato Fine<br />

marzo 1923]<br />

- Bisogna sorvegliare soprattutto Togliatti e Roveda a Torino. [Rapporto di 300 HP<br />

datato Genova, 31 agosto 1923].<br />

- Occorre sorvegliare Repossi e Cilla a Milano. Repossi sopra tutto non deve aver<br />

tregua. [Rapporto di 300 HP datato Genova, 27 settembre 1923.<br />

- Mie proposte - Riconsegnare la sede de “<strong>Il</strong> Lavoratore” di Trieste all'On. Bellone.<br />

<strong>Il</strong> giornale ripubblicandosi, attirerà, i soliti “colombi viaggiatori” e tutta la baracca<br />

comincerà ad ingrandirsi. […] Dove c'è il giornale del partito risiedono i capi e di là<br />

partono gli ordini alle Federazioni Provinciali e si ricevono quelli dall'estero. […]<br />

Fingendo quindi di consegnare la tipografia e il giornale di Trieste, tutto rifiorirà e<br />

quando le cose procederanno a gonfie vele, allora si potrà colpire adeguatamente<br />

l'avversario. [Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 Novembre 1923]<br />

INFORMAZIONI SPESSO GENERICHE E INESATTE<br />

Si è visto che le numerose informazioni fornite da Quaglino alla<br />

polizia fascista riguardano tutti gli aspetti dell’organizzazione del partito<br />

comunista, qui bisogna precisare però che esse in genere non sono<br />

di grande qualità. Ciò perché Quaglino non fa parte degli organi<br />

direttivi del partito e non ha una conoscenza diretta dei fatti di cui<br />

parla. Le notizie le apprende dai colloqui che ha con alcuni dirigenti<br />

comunisti, che ovviamente non gli rivelano i segreti più importanti<br />

del partito, e dalla lettura della stampa comunista e socialista. Non es-<br />

179


sendo di prima mano, le sue informazioni sono spesso generiche e<br />

imprecise. Di ciò ha consapevolezza egli stesso perché, in molti casi,<br />

le fornisce con la forma del condizionale. Eccone alcuni esempi:<br />

- Codevilla di Tortona […] attualmente a Berlino sarebbe in possesso di un passaporto<br />

svizzero al nome di Edmondo Carnet, passaporto che porta vari visti della Repubblica<br />

Federativa dei Sovieti. [Lettera della questura di Roma del 18 luglio 1922]<br />

- Domenica scorsa 10 corrente si è riunito in Roma il Comitato Centrale del Partito<br />

Comunista d'Italia. A quanto è stato riferito dal fiduciario di questo Ufficio, nella<br />

riunione in parola si sarebbe discusso sull'atteggiamento da tenere verso i socialisti<br />

massimalisti ed i terzi internazionalisti in seguito a recenti istruzioni pervenute dal<br />

Comitato della Terza Internazionale di Mosca. [Lettera della questura di Roma del<br />

16 settembre 1922]<br />

- A Mosca sono in questi momenti ancora presenti: […] Inoltre vi è il deputato Caroti<br />

Arturo, comunista, che non ho potuto sapere cosa faccia. [Rapporto di 300 HP<br />

datato Berlino, 15 dicembre 1922]<br />

- Un fiduciario di questo ufficio informa che nonostante la smentita pubblicata dal<br />

giornale Avanti […] circa l'unione dei Socialisti e dei Comunisti in un unico partito,<br />

tale notizia sarebbe confermata. [Lettera della questura di Roma del 15 dicembre<br />

1922]<br />

- Bombacci – sarebbe a Berlino – […] Gramsci – sarebbe in Russia – [Lettera della<br />

questura di Roma del 30 dicembre1922]<br />

- Worowsky […] avrebbe dichiarato che Mussolini nel recente colloquio avuto con<br />

lui, avrebbe tacciato di mala fede Serrati e l’avrebbe messo sul chi va là sull’azione<br />

che il Serrati svolge in Italia!! Quanto ci sia di vero in questo episodio non so. A me<br />

l’ha riferito Graziadei figlio (Ercole) … [Rapporto di 300 HP datato21/3/1923]<br />

- Gramsci per ora rappresenterebbe il P.C.d’I. nel Comitato Esecutivo dell’I.C.<br />

quindi rimane a Mosca – ove andrebbe anche Terracini che sempre da Misiano ho<br />

saputo che ha abbandonato Roma in questi giorni – [Rapporto di 300 HP datato<br />

Trieste, 7 marzo1923]<br />

- A Trieste ho saputo che il deputato comunista di Torino, Gagliazzo – si è trasferito<br />

nel Belgio – non si sa in quale località – per impiantarvi una fabbrica di macchine<br />

da scrivere – [Rapporto di 300 HP datato Trieste, 26 maggio 1923]<br />

- Serafini – comunista – residente a Genova […] è ritornato qui da Vienna ove si<br />

sarebbe recato per incarichi segreti di alta competenza affidatigli dall'Esecutivo<br />

Comunista […] Al domicilio di Serafini potrebbe esservi qualche cosa di interessante<br />

… [Rapporto di 300 HP datato Genova, 31 agosto 1923]<br />

- Può darsi che ritorni il notissimo Edmondo PELUSO e anche Bruno FORTI-<br />

CHIARI, ma le mie informazioni li danno entrambi all'estero … [Rapporto di 300<br />

HP datato Genova, 27 settembre 1923]<br />

- Degli imputati, erano latitanti: Fortichiari Bruno - Terracini Umberto - Gramsci<br />

Antonio - Azzario Isidoro - Silva Teodoro tutti da me conosciuti – Salvo il Silva<br />

180


che non ho mai saputo dove fosse rifugiato, gli altri erano all'estero [Rapporto di<br />

300 HP datato Napoli , 3 Novembre 1923]<br />

- <strong>Il</strong> Comitato usufruisce, nei viaggi che i profughi devono compiere sulla linea di<br />

P.L.M. [Parigi-Lione-Marsiglia] della riduzione del 15%: non so come abbiano potuto<br />

ottenereciò! [Lettera della questura di Roma del 5 Marzo 1924]<br />

In alcuni casi le notizie fornite da Quaglino, sottoposte a verifica dal<br />

Ministero dell’Interno, si rivelano del tutto errate. Ci si limita qui, per<br />

ragioni di brevità, a due soli casi. <strong>Il</strong> primo si riferisce alla notizia – contenuta<br />

nel rapporto di 300 HP datato Trieste, 9 gennaio 1923, e nella<br />

lettera della questura di Roma del 12 gennaio 1923 – secondo la quale<br />

Trieste, per i comunisti, sarebbe « la città più tranquilla d’Italia » perché<br />

vi possono svolgere indisturbati la loro attività, per l’assenza di controlli<br />

da parte della polizia. La notizia, però, viene smentita dal prefetto di<br />

Trieste, con lettera del 21 gennaio 1923, diretta al Ministero dell’Interno<br />

che gli aveva richiesto chiarimenti al riguardo. Scrive il Prefetto:<br />

« Con soddisfazione rilevo che lo stesso Viglongo riconosce come<br />

Trieste sia oggi la città più tranquilla d’Italia; tranquillità, però, che non<br />

è dovuta certo ad una voluta determinazione dei dirigenti il partito<br />

comunista ma alla impossibilità che essi hanno di poter esercitare una<br />

qualsiasi azione, stretti come sono da diuturna, assidua vigilanza che<br />

impedisce loro ogni qualsiasi libertà di movimento ». <strong>Il</strong> secondo caso<br />

riguarda la notizia della vendita di 25 passaporti per emigranti operai al<br />

sindacalista Vecchi da parte del console italiano di Dresda, riferita da<br />

Quaglino nel documento del 22 aprile 1923 redatto a Genova in presenza<br />

di Bellone. Essa viene smentita dal Ministero degli Esteri, con<br />

lettera del 2 giugno 1923, diretta dal Ministero dell’Interno che lo aveva<br />

interpellato per verificare la fondatezza della notizia. Scrive Quaglino:<br />

« <strong>Il</strong> Console italiano di Dresda, amico del sindacalista Vecchi, ha venduto a costui 25 passaporti<br />

per emigranti operai e gli ha regalato qualche timbro ». Risponde il Ministero degli<br />

Esteri al Ministero dell’Interno: « Dalle indagini minuziose compiute tanto nella<br />

cancelleria consolare quanto tra i maggiorenti della Colonia, è risultato, in modo<br />

irrefutabile che la notizia stessa è insussistente. […] Nel comunicare quanto precede<br />

si ritiene che l’autore della notizia possa aver equivocato sulla provenienza dei moduli.<br />

Sta di fatto che nello scorso anno furono asportati dal Consolato di Mannheim 25<br />

passaporti da emigrante nonché il timbro di quel R. Ufficio ». Si riproducono qui<br />

di seguito le due lettere citate.<br />

181


Lettera del Prefetto di Trieste datata 21 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, K1, Partito comunista, Trieste<br />

182


Tirieste, 21 gennaio 1923<br />

Prefettura della Venezia Giulia<br />

Ufficio Gabinetto<br />

A Sua Eccellenza De Bono<br />

Direttore Generale Pubblica Sicurezza.<br />

Roma<br />

Presa visione delle informazioni di fonte fiduciaria trasmessemi con la nota<br />

12 corrente N° 922 mi è gradito rilevare che le stesse confermano pienamente<br />

quanto ho avuto l'onore di segnalare alla E. V con le relazioni<br />

mensili sulle condizioni dello spirito pubblico in questa Regione nei riguardi<br />

dell'attività del partito comunista. Come pure con soddisfazione rilievo che<br />

lo stesso Viglongo riconosce come Trieste sia oggi la città più tranquilla<br />

d'Italia, con te, tranquillità, però, che non è dovuta certo ad una voluta determinazione<br />

dei dirigenti il partito comunista ma alla impossibilità che essi<br />

hanno di poter esercitare una qualsiasi azione, stretti come sono da una diuturna,<br />

assidua vigilanza che impedisce loro ogni qualsiasi libertà di movimento.<br />

E quest’azione costante ed assidua che quotidianamente si spiega<br />

nei riguardi di tutti i partiti sovversivi in genere e del comunista in ispecie, la<br />

E. V. avrà potuto rilevare dai numerosi rapporti da me finora inviati a codesta<br />

On. Direzioni Generale su fatti ed operazioni specifiche compiute in<br />

confronto dei comunisti, i quali, pertanto, non può dirsi che godono quella<br />

libertà cui si accenna con la informazione fiduciaria pervenuta a codesto<br />

Ministero.<br />

Io non posso che nuovamente confermare alla S. V. che il partito<br />

183


184


comunista in questa regione, è presentemente, nella quasi impossibilità<br />

di organizzare o tentare qualsiasi movimento e che la vigilanza che<br />

su di esso si esercita, a mezzo anche di abili fiduciari, è tale che nulla<br />

dovrebbe sfuggire di quanto potesse eventualmente essere da esso<br />

determinato per un qualsiasi tentativo di riscossa proletaria.<br />

Con ossequio<br />

<strong>Il</strong> prefetto<br />

Crispo Moncada<br />

185


Lettera del Ministero degli Esteri datata 2 giugno 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, K1 A, fasc. 51, Aff. Gen.<br />

186


Roma, 2 giugno 1923<br />

R. Ministero degli Affari Esteri<br />

On. Mistero dell’Interno<br />

Direzione Generale di P.S.<br />

Roma<br />

Con riferimento alla nota controdistinta comunico a codesto On. Ministero<br />

che ho provveduto ad inviare a Dresda un funzionario con l'incarico<br />

di condurre un'inchiesta sui servizi di quel R. Consolato – ed in ispecie su<br />

quello dei passaporti e riferire quanto vi potesse essere di vero circa la asserzione<br />

contenuta nella notizia di fonte fiduciaria della vendita ad elementi<br />

comunisti, di 25 passaporti da emigrante – per parte del Reggente l'ufficio<br />

stesso Cav. Comolli.<br />

Dalle indagini minuziose compiute tanto nella cancelleria consolare quanto<br />

tra i maggiorenti della Colonia, è risultato, in modo irrefutabile, che la<br />

notizia stessa è insussistente. Consta infatti che il Reggente Cav. Cesare<br />

Comolli, che dirige in modo inappuntabile quel R. Ufficio, professa idee<br />

conservatrici ed è anche sovventore del giornale settimanale “<strong>Il</strong> Gagliardetto”<br />

organo dei fascisti di Berlino. Di tale pubblicazione furono rinvenute<br />

187


188


100 copie a lui dirette per la diffusione nel distretto consolare.<br />

Nel comunicare quanto precede si ritiene che l'autore della notizia<br />

possa aver equivocato sulla provenienza dei moduli.<br />

Sta di fatto che nello scorso anno furono asportati del Consolato di<br />

Mannheim 25 passi passaporti di emigrante nonché il timbro di quel<br />

R. Ufficio.<br />

Dal complesso delle notizie assunte si ha la certezza che il Cav.<br />

Comolli sia persona superiore ad ogni sospetto anche perché è provveduto<br />

di largo censo. Egli proviene infatti dal Università commerciale<br />

Bocconi di Milano e gode in Dresda ottima reputazione tanto presso<br />

la nostra Colonia quanto - nel ceto commerciale e presso le autorità<br />

locali.<br />

firma illeggibile<br />

189


IV. Altre lettere della questura di Roma (1922-1924)<br />

Nell’azione repressiva contro il partito comunista, la questura romana<br />

aveva un ruolo preminente, rispetto alle altre questure, perché a Roma<br />

erano presenti i suoi dirigenti più importanti.<br />

Dall’esame delle lettere della questura romana relative al periodo<br />

1922-1924 si rileva che essa aveva un informatore comunista, infiltrato<br />

nelle file del PCd’I, che forniva notizie dall’Italia e dall’estero<br />

(Germania, Francia, Belgio, e, in un caso, Spagna).<br />

Dalla comparazione contenutistica e formale tra le relazioni fiduciarie<br />

contenute nelle lettere della questura romana e quelle redatte da<br />

300 HP, precedentemente effettuata, è emerso che autore delle une e<br />

delle altre è la stessa persona: Alfredo Quaglino.<br />

Le relazioni fiduciarie riprodotte nelle lettere della questura romana<br />

inviate alla DGPS nel periodo 1922-1923, hanno come quadro di riferimento<br />

il II congresso del PCd’I, svoltosi a Roma nel marzo 1922;<br />

la partecipazione dei comunisti e dei socialisti massimalisti al IV congresso<br />

dell’Internazionale comunista, tenutosi a Mosca dal novembre<br />

al dicembre 1922; la questione della fusione tra socialisti e comunisti;<br />

l’occupazione della Ruhr da parte della Francia, decisa nel novembre<br />

1922 ed effettuata nel gennaio 1923; la conferenza di Essen (gennaio<br />

1923) e quella di Francoforte (marzo 1923), organizzate entrambe dai<br />

partiti comunisti europei per protestare contro tale occupazione; la<br />

repressione fascista contro il PCd’I, con l’arresto del gruppo dirigente<br />

capeggiato da Bordiga, nel febbraio 1923, e dei quadri provinciali del<br />

partito nei mesi successivi; l’arresto del nuovo gruppo dirigente del<br />

partito, capeggiato da Togliatti, nel settembre 1923; i processi nei<br />

confronti del gruppo Bordiga e del gruppo Togliatti, conclusisi entrambi<br />

con l’assoluzione degli imputati, rispettivamente nell’ottobre e<br />

nel novembre 1923; il colpo di stato militare del generale Miguel Primo<br />

de Rivera in Spagna, nel settembre 1923.<br />

A fine novembre 1923, la questura di Roma invia alla DGPS tre lettere<br />

contenenti le relazioni trasmesse da un informatore che viene indicato<br />

nella prima come « fiduciario – residente in Spagna », nella se-<br />

190


conda come « fiduciario che è in Francia », nella terza come « fiduciario,<br />

attualmente nel Belgio ». Esse sono state attribuite arbitrariamente<br />

a <strong>Silone</strong> da Canali e Biocca, ma il loro contenuto e il loro stile<br />

inducono a ritenere che siano state redatte da Quaglino. Le prime<br />

due portano entrambe la data del 25, la terza quella del 26. Va osservato,<br />

però, che è del tutto inverosimile che l’informatore si trovasse<br />

nello stesso giorno in Spagna e in Francia e il giorno successivo in<br />

Belgio, perché la raccolta delle notizie riferite non può essere avvenuta<br />

in un così breve lasso di tempo. Molto probabilmente si è verificato,<br />

anche in questo caso, ciò che si era già verificato nell’aprile 1923,<br />

allorché le lettere della questura di Roma datate 23, 24, 25, 26, 28 furono<br />

estratte dal documento redatto a Genova da Quaglino alla presenza<br />

di Bellone, al suo rientro dalla Germania. È da presumere che<br />

Quaglino si sia trattenuto in Spagna, Francia e Belgio, per un certo<br />

tempo e che abbia consegnato il proprio materiale informativo al suo<br />

rientro e che questo sia stato comunicato subito dopo dalla questura<br />

romana alla DGPS. Le notizie relative alla Spagna si riferiscono alle<br />

prospettive del movimento comunista e sindacalista rivoluzionario dopo<br />

il colpo di stato militare di Primo de Rivera; quelle concernenti la<br />

Francia e il Belgio riguardano l’attività antifascista dei comunisti italiani<br />

in tali paesi.<br />

Le relazioni riprodotte nelle lettere della questura romana inviate<br />

alla DGPS durante il primo semestre 1924 si riferiscono prevalentemente<br />

all’organizzazione e all’attività del PCD’I in Francia.<br />

Si rimarca qui nuovamente che nelle lettere della questura romana,<br />

comprese quelle estratte dal documento redatto a Genova nell’aprile<br />

1923, ricorrono circa 150 nomi di personalità politiche, appartenenti<br />

prevalentemente al movimento comunista, di cui circa 50 compaiono<br />

anche nei rapporti siglati 300 HP. Tra queste 50 personalità vi sono<br />

tutti i dirigenti del PCD’I, la maggior parte dei quali è conosciuta personalmente<br />

da Quaglino, che è informatore sia della questura romana<br />

sia del Ministero dell’Interno.<br />

191


1. Lettera della questura di Roma del 28 aprile 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. 4, II° Congresso nazionale comunista<br />

192


Questura di Roma – Gabinetto<br />

On. MINISTERO dell'INTERNO<br />

Divisione Generale della P.S.<br />

(Divisione Affari Generali e Riservati)<br />

ROMA<br />

Nel trasmettere a codesta On. Divisione Generale un esemplare della relazione<br />

del 2° Congresso nazionale comunista tenutosi a Roma dal 20 al 24<br />

Marzo scorso, si informa che i lavori del congresso stesso sono proceduti<br />

per commissioni che hanno discusso separatamente sulla tattica, sulla questione<br />

sindacale, sulla questione agraria e sull’esame della relazione del Comitato<br />

Centrale.<br />

Quest'ultima relazione presentata da Amedeo Bordiga membro<br />

dell’Esecutivo è stato approvato [approvata] tra vivi applausi col seguente<br />

ordine del giorno presentato da Isidoro Azzario di Cuneo con l’aggiunta di<br />

Pozzoli relativa all’approvazione con plauso:<br />

“<strong>Il</strong> Congresso udita la relazione sull’opera svolta nel primo anno di vita<br />

del Partito dal Comitato Centrale e le discussioni in merito;<br />

tenute presenti le molte gravi difficoltà d’ordine politico ed economico<br />

incontrate;<br />

riconfermata la necessità del più accurato accentramento e disciplinamento<br />

di tutte le attività ed energie del partito;<br />

dando incarico al nuovo Comitato Centrale di tener presenti le raccomandazioni<br />

fatte in sede di discussione, approva con plauso la relazione e<br />

passa all'ordine del giorno.”<br />

Vennero poi approvate dopo vivaci discussioni le tesi presentate dai vari<br />

relatori sulle altre questioni.<br />

Nei riguardi del caso Ambrosini l’avv° Umberto Terracini, anch’egli<br />

membro dell’Esecutivo del Partito ha riferito che il Comitato esecutivo del-<br />

193


194


l'Internazionale aveva sciolto la Commissione che avrebbe dovuto esaminare<br />

il caso stesso in base ad un contraddittorio tra l’Ambrosini Vittorio ed il<br />

Partito comunista d'Italia. Si è ritenuto inopportuno e non lecito mandare<br />

davanti ad una commissione un partito intero per una controversia con un<br />

suo aderente ed è stato deciso invece di seguire la procedura d’invitare il<br />

Partito comunista d'Austria a fare un’inchiesta sull'opera dell’Ambrosini il<br />

quale ha cercato di suscitare anche in Austria un movimento secessionista.<br />

Due delle Sezioni di Vienna infatti hanno preso posizione per l’Ambrosini<br />

contro i deliberati della Centrale la quale sarà costretta per opera sua a<br />

prendere provvedimenti disciplinari contro un certo numero dei suoi soci.<br />

Sulle modifiche dello statuto si è deliberato l’istituzione del Gruppo dove<br />

non si possa formare per mancanza del numero regolamentare la Sezione. <strong>Il</strong><br />

gruppo sarà formato di almeno cinque individui i quali eleggono un fiduciario<br />

che fa capo alla Sezione vicina. Altra riforma approvata riguarda la scelta<br />

di candidati alle cariche pubbliche i cui nomi verranno scelti dai Comitati<br />

federali riuniti in quelle circoscrizioni che comprendono più Federazioni e<br />

dal Comitato federale dove esiste una sola Federazione.<br />

<strong>Il</strong> Comitato esecutivo delle sezioni viene portato da tre a cinque membri.<br />

È stato inoltre approvato di non limitare la giurisdizione delle Federazioni<br />

in confini provinciali, ma di costituire delle zone.<br />

<strong>Il</strong> rappresentante dell’Esecutivo dell'Internazionale comunista espose in<br />

un lungo discorso, molto applaudito, i principi del fronte unico rivoluzionario<br />

ed il noto Peluso diede lettura di una relazione del rappresentante del<br />

Partito comunista di Germania, sulla questione relativa alla tattica generale.<br />

Nei riguardi della disciplina internazionale venne all'unanimità approvata<br />

la seguente mozione presentata dal Bordiga:<br />

“<strong>Il</strong> Congresso prima di prendere parte al dibattito sulle tesi tattiche;<br />

in presenza della intervenuta approvazione da parte del C.E. Internazionale<br />

allargato di risoluzioni che investono la tattica dei Partiti della Internazionale<br />

comunista approva la dichiarazione di disciplina fatta dai delegati del partito<br />

a tale riunione;<br />

assume in nome del Partito solenne impegno che tutta l'azione che il<br />

P.C.I. esplicherà dopo il Congresso sarà guidato dalle norme di tattica che<br />

195


196


l'Internazionale, giusta la deliberazione presa in tal senso dall’Esecutivo allargato,<br />

stabilirà per l’Italia in base ad un esame della situazione svolta di accordo<br />

della nuova Centrale del Partito e del Presidium dell'Internazionale<br />

comunista e passa a discutere le tesi per adottarle col valore di una formulazione<br />

del pensiero del partito italiano in materia di tattica, che non possa in<br />

alcun modo pregiudicare la disciplina internazionale.<br />

Le tesi sulla tattica sono poi approvate col seguente ordine del giorno Azzario-Pozzoli:<br />

“<strong>Il</strong> Congresso richiamandosi alla mozione ad unanimità approvata sui doveri<br />

della più scrupolosa disciplina ai deliberati dell'Internazionale comunista<br />

e sul carattere che le deliberazioni di questo congresso devono assumere<br />

nei confronti dei consessi internazionali;<br />

dopo ampia discussione delle tesi sulla tattica del Partito già accolte dalla<br />

maggioranza della commissione; le approva.”<br />

Tale ordine del giorno venne approvato con 32089 voti favorevoli, 4151<br />

contrari,707 astenuti, 2165 assenti.<br />

Infine il Congresso ha proceduto alla nomina del nuovo Comitato Centrale<br />

nelle persone di:<br />

I° – Azzario Isidoro (Cuneo); 2° – Bordiga Amedeo (Napoli); 3° – Flecchia<br />

Vittorio (Vicenza); 4° – Fortichiari Bruno (Milano); 5° – Gasperini – (Pesaro);<br />

6° – Gennari Egidio (Firenze); 7° – Gnudi Ennio (Bologna); 8° –<br />

Gramsci Antonio (Torino); 9° – Grieco Ruggero (Foggia); 10° – Marabini<br />

Anselmo (Imola); 11° – Repossi Luigi (Milano); 12° – Sessa Cesare (Girgenti);<br />

13° –<br />

197


198


Terracini Umberto (Torino); 14° – Togliatti Palmiro (Roma).<br />

Sono stati dal Comitato Centrale predetto riconfermati i membri dell'Esecutivo<br />

del Partito a cui è devoluta l'azione illegale non discussa al Congresso,<br />

nelle persone di Bordiga Amedeo, Fortichiari Bruno, Grieco Ruggero,<br />

Avv° Umberto Terracini ed On. Luigi Repossi, quest’ultimo per la parte<br />

sindacale.<br />

Secondo le relazioni fatte al Congresso il numero degli scritti al Partito<br />

comunista per ogni Federazione sarebbe il seguente:<br />

Alessandria iscritti 2428; Ancona-Ascoli-Macerata 640; Aquila 204; Arezzo<br />

562; Avellino 16; Bari 180; Belluno 210; Bergamo 235; Bologna 1517; Brescia<br />

126; Cagliari 97; Caltanissetta-Girgenti 273; Campobasso 34; Caserta<br />

161; Catania-Siracusa 83; Catanzaro 84; Chieti-Teramo 217; Como 810; Cosenza<br />

70; Cremona 1130; Cuneo 753; Ferrara 157; Firenze 2045; Foggia<br />

150; Forlì 2898; Grosseto 903; Liguria 1572; Lecco 311; Livorno 216; Lucca<br />

237;<br />

199


200


Mantova 588; Massa Carrara 1112; Messina 126; Milano 2136; Modena 127;<br />

Napoli 327; Novara 3083; Padova 29; Palermo-Trapani 189; Parma 155;<br />

Pavia 762; Perugia 323; Pesaro-Urbimo 834; Piacenza 287; Pisa 837; Ravenna<br />

2112; Reggio Calabria 48; Reggio Emilia 638; Roma 688; Rovigo 20;<br />

Salerno 61; Sassari 105; Siena 437; Sondrio 249; Torino 3416; Treviso 114;<br />

Udine 325; Venezia 155; Verona-Vicenza 477; Venezia Giulia 1413; Trentino<br />

85; Estero 386.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

Questa lettera, redatta dal questore sulla scorta di informazioni fiduciarie, è<br />

molto interessante per due ragioni. Perché documenta da un lato la perfetta<br />

conoscenza che la polizia ha della vita interna del partito comunista italiano,<br />

grazie all’opera di infiltrazione al suo interno, e dall’altro il mancato allineamento<br />

di quest’ultimo, in questo periodo, alle direttive della III Internazionale,<br />

che saranno accettate completamente solo dopo l’emarginazione di<br />

Bordiga.<br />

201


2. Lettera della questura di Roma datata 2 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

202


Roma, 2 giugno 1922<br />

Questura di Roma – Gabinetto<br />

Onorevole Signor Direttore Generale della P.S.<br />

(Ministero dell’Interno)<br />

Roma<br />

Ad opportuna notizia trasmetto a codesta On. Direzione Generale l'unita<br />

relazione fiduciaria del movimento comunista in Italia in rapporto alle direttive<br />

della Terza Internazionale di Mosca.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

203


2.1 Relazione allegata alla lettera della questura di Roma del 2 .6. 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

204


INFORMAZIONI DI UN FIDUCIARIO COMUNISTA<br />

IL VIAGGIO DI BORDIGA, GRAMSCI E GRAZIADEI A MOSCA<br />

La sera del 26 Maggio scorso sono partiti per Mosca: Bordiga, Gramsci e<br />

Graziadei sollecitati per radiotel da Zinovieff (Via S. Paolo) allo scopo di<br />

concordare con l'esecutivo della Terza Internazionale una tattica comune a<br />

proposito della situazione italiana su cui vi è da parecchi mesi un grande<br />

dissenso. <strong>Il</strong> secondo congresso del Partito comunista d'Italia tenuto a Roma<br />

nel marzo u.s. sulla questione della tattica prese delle deliberazioni che sono<br />

state apertamente biasimate dalla terza Internazionale come troppo estremiste,<br />

se non addirittura cervellotiche. In seguito a ciò Zinovieff comunicò al<br />

partito italiano di inviare alcuni suoi delegati con pieni poteri a Mosca, allo<br />

scopo di fissare una linea comune d'azione. I primi passi in questo senso<br />

sono stati fatti a Berlino ai primi di aprile u.s.<br />

RIUNIONI DI BERLINO<br />

Presente Radek, Bukarin, Varsky e Frossard per Terza Internazionale e<br />

Bordiga, Tranquilli per il movimento italiano sono state tenute nei giorni 8,<br />

9, 10, 11 aprile a Berlino, nella sala del gruppo parlamentare comunista al<br />

Reichstag, riunioni animate per esaminare la situazione italiana e stabilire i<br />

doveri dei comunisti italiani. Non si arrivò a nessun accordo. La discussione<br />

fu in alcuni punti molto vivace, specialmente quando il Radek minacciò il<br />

partito italiano, nel caso in cui persistesse nelle sue direttive attuali, che la<br />

Terza Internazionale si sarebbe disinteressata di esso cioè non l’avrebbe più<br />

sovvenzionato. In sostanza i punti più importanti su cui insistettero Radek e<br />

Varsky maggiormente e Bukarin un po’ meno (essendo quest'ultimo un e-<br />

lemento di sinistra del Partito Russo) sono questi:<br />

I° – La situazione politica ed economica dei lavoratori nei diversi paesi è<br />

cambiata profondamente. Così pure la situazione dello Stato Russo. Quindi<br />

è necessario abbandonare la vecchia tattica. Le previsioni catastrofiche del<br />

1919 non si sono avverate. La borghesia è forte più di prima;<br />

2° – bisogna abbandonare la tattica del putch, come pazzesca e dannosa.<br />

La tattica del putch consisteva in questo: illudersi che una piccola minoranza<br />

con l'esempio, col sacrificio possa trascinare la massa in un momento di<br />

depressione. Oggi la situazione è reazionaria e nessun gruppo di uomini politici<br />

può arbitrariamente cambiarla. Bisogna non perdere il contatto con le<br />

masse, andare dietro le masse. Se le masse vogliono la pace, è dannoso parlare<br />

di violenze. Se le masse vogliono le riforme, è dannoso parlare di rivoluzione.<br />

Tornerà la buona situazione e in questo tempo bisognerà impadro-<br />

205


206


nirsi delle masse interpretando tutti i suoi piccoli bisogni;<br />

3° – la Russia ha bisogno per un certo tempo di rientrare nella legalità per<br />

poter riallacciare i rapporti con i governi borghesi. I rapporti con i governi<br />

borghesi però dipendono dai parlamenti e perciò è ora che i comunisti modifichino<br />

la loro tattica parlamentare. In Italia naturalmente, per ora, il<br />

gruppo comunista non è una gran forza parlamentare, ma se prima delle<br />

prossime elezioni i socialisti si saranno di nuovo divisi, e il gruppo estremista<br />

(Maffi-Lazzari ecc.) si unirà, com’è sicuro, al Partito comunista, allora la<br />

situazione molto probabilmente cambierà. È nota la proposta del Partito<br />

comunista tedesco al Partito indipendente e al Partito social-democratico<br />

per la costituzione di un governo operaio, cioè di un ministero costituito dai<br />

rappresentanti parlamentari dei tre partiti proletari. Un'uguale proposta dovrebbe<br />

essere fatta dai comunisti italiani in occasione di scioglimento della<br />

camera o di nuove elezioni ai socialisti ed ai popolari estremisti, nel caso in<br />

cui questi due movimenti si impegnino quando siano al potere di sostenere<br />

la Repubblica Russa ed altre riforme politiche, i comunisti li sosterranno nel<br />

Parlamento e nel Paese!<br />

X.X.X. Su tutti questi punti il pensiero dei delegati italiani era perfettamente<br />

contrario a quello della terza Internazionale. Nelle ultime riunioni<br />

l'esecutivo del Partito Italiano ha di nuovo confermato la vecchia linea di<br />

condotta e cioè:<br />

I° – la situazione in Italia è ancora rivoluzionaria. La combattività degli<br />

operai aumenta tutti i giorni. <strong>Il</strong> compito principale dei comunisti è la preparazione<br />

illegale, l'acquisto e la buona diffusione delle armi e una propaganda<br />

sempre più incendiaria. (A questo proposito è utile conoscere un fatto:<br />

l’esecutivo del partito ha fatto chiamare, quindici giorni fa Cassitta redattore<br />

dell'Avanguardia e l’ha rimproverato per il tono... evangelico e pacifista di<br />

questo. Da due settimane infatti l'Avanguardia ha cambiato completamente<br />

di tono ed è diventata incendiaria. La stessa cosa è avvenuto in altri giornali<br />

del partito, dunque è presumibile che il richiamo sia stato generale).<br />

2° – <strong>Il</strong> putch, (rivolta isolata=in lingua tedesca) è ancora la tattica migliore.<br />

I comunisti devono preparare o almeno dare la loro solidarietà a tutti gli<br />

atti di violenza che saranno compiuti dalla massa. Questi atti servono a risvegliare<br />

gl’incoscienti.<br />

3° – Al terreno parlamentare i comunisti non devono dare importanza. Se<br />

alle prossime elezioni il numero dei deputati comunisti non aumenta<br />

207


208


sarà tanto di guadagnato. (Com’è noto gli attuali dirigenti del Partito, ad eccezione<br />

di Terracini, sono tutti contrari alle elezioni e vi partecipano solo<br />

per disciplina agli ordini della Terza Internazionale).<br />

In quanto ai rapporti con i socialisti, mai i comunisti italiani smetteranno la<br />

lotta accanita, iniziata da un anno a questa parte e mai stringeranno accordi<br />

con questi.<br />

========<br />

Posta su queste basi, la discussione in tre giorni non arrivò a conclusioni<br />

concrete e perciò fu stabilito che Bordiga con qualche altro autorevole capo<br />

del Partito italiano si sarebbero recati a Mosca per conferire direttamente<br />

con Zinovieff.<br />

Intanto l'Esecutivo italiano si è preoccupato di spiegare un'azione tale, da<br />

portare nuovi elementi a Mosca, per dimostrare che la nostra situazione è<br />

rivoluzionaria.<br />

Uno di questi elementi saranno i fatti di S. Lorenzo, che l'Agenzia russa<br />

Agarir e Rosta già si è affrettata ad ingrandire per l'uso dei giornali russi.<br />

Roma, 30 Maggio 1922.<br />

*****<br />

Questo documento conferma la profonda conoscenza della vita del partito<br />

comunista italiano da parte della questura romana, grazie all’infiltrazione al<br />

suo interno di un « fiduciario comunista » che, come si è precedentemente<br />

accertato, è Alfredo Quaglino.<br />

209


3. Lettera della questura di Roma datata 7 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

210


Roma, li 7 Giugno 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor PREFETTO<br />

Onorevole Signor Direttore Generale P.S.<br />

(Ministero Interno)<br />

ROMA<br />

Secondo notizie fiduciarie pervenute a questo ufficio i rapporti che intercorrono<br />

tra la 3 a Internazionale di Mosca ed il Partito Comunista italiano<br />

sarebbero regolati come appresso:<br />

<strong>Il</strong> Partito Comunista italiano ha un rappresentante a Berlino per le questioni<br />

Sindacali ed i profughi politici (Carnet) un rappresentante a Mosca<br />

per le questioni politiche (Ambrosi) ed un rappresentante pure a Mosca per<br />

le questioni amministrative (Verzili).<br />

La 3 a internazionale ha invece un rappresentante a Milano per le questioni<br />

Sindacali (attualmente è assente e non si sa se sarà cambiato) ed un rappresentante<br />

a Roma per le questioni politiche ed amministrative (un russo che<br />

si nasconde sotto il nome italiano di Antonio Chiarini).<br />

Tra Mosca e Roma infine vi è inoltre un servizio quindicinale di corriere<br />

pel quale è utilizzata la Missione diplomatica russa di Berlino.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

Questa lettera fornisce informazioni sui rapporti tra il PCd’I e la III Internazionale<br />

e sull’attività da esso svolta all’interno di quest’ultima. Le notizie<br />

qui contenute vengono precisate meglio nella lettera della questura del 18<br />

luglio 1923.<br />

211


4. Lettera della questura di Roma datata 9 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

212


Roma, li 9 Giugno 1922<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor PREFETTO<br />

Onorevole Signor Direttore Generale P.S.<br />

(Ministero dell’Interno)<br />

ROMA<br />

Da parte fiduciaria è stato riferito a quest'ufficio che il 4 corrente ha avuto<br />

luogo a Dusseldorf in Germania, un convegno comunista antimilitarista al<br />

quale hanno partecipato i rappresentanti della Francia, del Belgio, dell'Olanda,<br />

della Germania, della Svizzera e dell'Italia.<br />

Per l'Italia era presente il Comunista Antonio Cassitta dell'Esecutivo della<br />

Gioventù Comunista.<br />

Compito del convegno è stato:<br />

I° Esaminare l'attuale organizzazione del lavoro illegale nei vari Paesi, con<br />

particolare riferimento alle forze armate in rapporto ad eventualità di conflitti<br />

tra la Germania e la Francia;<br />

2° Cercare un organo permanente con sede a Berlino e costituito di esperti,<br />

possibilmente ufficiali, per controllare e dirigere tutta la politica militare<br />

ed illegale dei vari partiti Comunisti.<br />

<strong>Il</strong> Comunista Cassitta prima di recarsi a Dusseldorf è passato a Milano<br />

dove ha ricevuto una relazione dettagliata del lavoro svolto in Italia da Bruno<br />

Fortichiari residente in quella città e che dirige attualmente tutto il lavoro<br />

illegale del Partito comunista.<br />

<strong>Il</strong> colloquio col Fortichiari ha avuto luogo in un caffè a Via Carlo <strong>Alberto</strong><br />

presso il Duomo.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

Come la precedente, anche questa lettera contiene informazioni sui rapporti<br />

tra il PCd’I e la III Internazionale. La lettera documenta che, a decorrere dal<br />

9 giugno 1922, alla questura romana arrivavano notizie sull’attività svolta<br />

dai comunisti in Italia e anche in Germania.<br />

213


5. Lettera della questura di Roma datata I° luglio 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG<br />

214


Roma, li I° Luglio 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor Prefetto<br />

On. Direttore Generale della P.S.<br />

(Ministero dell'Interno)<br />

ROMA<br />

In seguito alla lettera di questo ufficio in data 30 Giugno scorso pari numero<br />

circa la riunione del Comitato Centrale del Partito comunista comunico<br />

alla S.V. ILL/ma le seguenti notizie fiduciarie nei riguardi della riunione<br />

predetta:<br />

“Sul rapporto delle sedute dell'esecutivo della Terza Internazionale hanno<br />

parlato Graziadei e Bordiga, ma non si sono trovati d'accordo. Secondo<br />

Graziadei il Partito dovrebbe adattare subito la sua azione nel campo sindacale<br />

e parlamentare alla decisione dell'Internazionale e dovrebbe abbandonare<br />

la fiera lotta sostenuta contro i socialisti aiutandoli invece nella collaborazione.<br />

Graziadei ha rafforzato la sua tesi citando quanto fanno già altri<br />

partiti comunisti all'Estero; per esempio nella Svezia ove i comunisti fanno<br />

parte della maggioranza parlamentare e sostengono ora il Gabinetto Branting;<br />

in Sassonia ove i comunisti hanno perfino inviato i loro uomini nel<br />

governo locale: questa tattica naturalmente non si può subito applicare in<br />

Italia senza sconfessare le ragioni per cui i comunisti si sono divisi dai riformisti,<br />

ma ciò non significa che si debba restare nella torre d'avorio come<br />

finora. Bordiga invece pur dichiarandosi disciplinato alle decisioni di Mosca,<br />

chiarisce che gli impegni da lui presi con Zinovieff ed il Presidium dell'Internazionale<br />

non arrivano fino alle conseguenze di Graziadei.<br />

L'opposizione accanita al Partito socialista deve essere accentrata specialmente<br />

contro i massimalisti, per impedire che questi, separandosi dai riformisti,<br />

possano rifarsi una verginità rivoluzionaria. <strong>Il</strong> fronte unico politico con i<br />

socialisti sarebbe dannosissimo.<br />

Un altro punto su cui il Comitato Centrale ha dovuto subire l'imposizione<br />

di Mosca è nei rapporti da tenere con la frazione Lazzari-Maffi-Riboldi.<br />

Nell'ultimo congresso comunista furono prese decisioni secondo cui il<br />

Partito si dichiarava contrario ad ammettere nel suo seno una qualunque<br />

frazione del Partito Socialista in caso di scissione: tutti coloro che vorranno<br />

aderire, dovranno fare domanda individualmente, senza pretendere di essere<br />

accettati in blocco. Invece la Terza Internazionale per mezzo del suo<br />

rappresentante in Italia, Antonio Chiarini, e per<br />

215


216


mezzo del suo delegato al Congresso di Milano Walesky si era impegnato<br />

[sic] con Maffi e Lazzari a farli accettare nel Partito comunista nel caso che<br />

essi si fossero separati dal Partito socialista. Questa eventualità ora appare<br />

una certezza nell’approssimarsi del Congresso socialista. <strong>Il</strong> Partito comunista<br />

ha dovuto accettare il parere di Mosca ed infatti le conseguenze già si<br />

vedono: in molte assemblee di Camera del Lavoro i seguaci di Maffi ed i<br />

comunisti votano la stessa mozione.<br />

<strong>Il</strong> fatto senza dubbio si ripeterà a Genova nel Consiglio nazionale della<br />

Confederazione.<br />

L'opposizione precedente dei comunisti ad avere ogni contatto con i seguaci<br />

di Maffi permane più ancora a Roma per ragioni personali. Infatti della<br />

frazione Maffi a Roma fanno parte, tra gli altri, anche Monici e Volpi: se<br />

costoro dovranno entrare nel Partito comunista, D’Amato perderebbe per<br />

sempre ogni possibilità di andare a Montecitorio. Ma anche a Roma prevarrà<br />

la disciplina internazionale. In occasione del Congresso Socialista verrà a<br />

Roma il comunista svizzero Humbert Droz non per partecipare alle sedute<br />

e prendere la parola, ma per seguire l'azione del gruppo Maffi, Lazzari, Riboldi<br />

ed insieme alla stampa comunista di sostenerli in ogni maniera.”<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

******<br />

La lettera contiene un ampio resoconto del dibattito svoltosi nella seduta<br />

del Comitato centrale del PCD’I del 29 giugno 1922. Come si è già visto, il<br />

« fiduciario comunista », nel rapporto datato 30 maggio 1922, aveva parlato<br />

del viaggio di Bordiga, Gramsci e Graziadei a Mosca per chiarire la posizione<br />

del PCd’I nei confronti della III Internazionale. I tre, unitamente ad Ersilio<br />

Ambrogi che si trovava già a Mosca, presero pare alla riunione plenaria<br />

dell’Esecutivo allargato dell’Internazionale del 9-11 giugno 1922, in cui il<br />

partito comunista italiano, dopo le critiche di Zinov’ev, accettò formalmente<br />

la linea della collaborazione con i socialisti per la realizzazione di un governo<br />

operaio nei paesi europei. Dopo il rientro dei tre delegati inviati a<br />

Mosca, la nuova linea del PCd’I fu sancita nella riunione del Comitato centrale<br />

del 29 giugno 1922, in cui risultò confermata l’esistenza all’interno dello<br />

stesso di due posizioni contrapposte, destra e sinistra, già emerse al II<br />

congresso di Roma ed espresse rispettivamente da Graziadei e da Bordiga.<br />

217


6. Lettera della questura di Roma datata 2 luglio 1922<br />

Fonte: CS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

218


Roma, 2 Luglio 1922<br />

QUESTURA DI ROMA<br />

On. Sig. DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

(Ministero dell'Interno)<br />

ROMA<br />

Da notizie fiduciarie, meritevoli di speciale considerazione, pervenute a<br />

quest’Ufficio risulterebbe che il partito comunista si adopera a fare varcare la<br />

nostra frontiera ai compagni ricercati dalle Autorità, responsabili di gravi reati,<br />

dai passaggi sotterranei delle vecchie trincee nei pressi di Gorizia.<br />

Al riguardo verrebbero presi preventivi accordi con i comunisti di Gorizia,<br />

i quali venuti a conoscenza del giorno e dell'ora in cui deve transitare<br />

colà il compagno ricercato lo accompagnano ai passaggi sotterranei in parola,<br />

passaggi che conducono nel territorio austriaco, da dove, varcando le altre<br />

frontiere, raggiungono la Russia. Con questo mezzo si afferma che a-<br />

vrebbe raggiunto la Russia il noto Corneli Dante, uccisore del fascista Veroli<br />

a Tivoli ed in questi giorni doveva partire per quella volta anche il comunista<br />

Falchi Pietro, autore di omicidio commesso a Dosolo (Mantova) il 28<br />

Dicembre 1921 e che in seguito ad attive indagini di quest’Ufficio fu arrestato<br />

il 27 Giugno u.s. all'albergo del Montenegro, mentre trovavasi in compagnia<br />

del deputato Ferdinando Grandi.<br />

<strong>Il</strong> comunista Silva Arnaldo evaso recentemente dal Carcere di Regina Coeli<br />

e responsabile di grave ferimento in occasione del Congresso Nazionale<br />

Fascista tenutosi qui nel Novembre 1921 risulterebbe trovarsi tuttora in Italia<br />

ma qualora venisse condannato a pena grave si sarebbe già stabilito di<br />

dirigerlo in Russia per le trincee di Gorizia.<br />

<strong>Il</strong> partito inoltre a mezzo del Grandi e degli altri dirigenti sovvenzionerebbe<br />

largamente i latitanti responsabili di reati commessi in persona dei fascisti,<br />

sia per dar modo di provvedere alla loro sussistenza e sia per far loro<br />

raggiungere la frontiera e riparare in Russia.<br />

219


220


Ne informo la S. V. On./le ad opportuna conoscenza per quelle disposizioni<br />

di vigilanza che si credesse impartire alle Autorità di Frontiera.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

La lettera contiene informazioni sull’organizzazione degli espatri clandestini<br />

da parte del partito comunista a favore dei propri aderenti ricercati dalle autorità<br />

fasciste.<br />

221


7. Lettera della questura di Roma datata 18 luglio 1922<br />

Fonte: CS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Movimento<br />

insurrezionale comunista<br />

222


Roma, li 18 Luglio 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

Onorevole Ministero dell’Interno<br />

Direzione Generale della P.S.<br />

(Divisione Affari generali e riservati)<br />

ROMA<br />

In relazione alla lettera di codesta On. Direzione Generale in data 23 Giugno<br />

scorso N° 15643 si informa che le indagini finora praticate per l'identificazione<br />

del rappresentante russo a Roma, sedicente Antonio Chiarini non<br />

hanno avuto esito favorevole. Si afferma che il medesimo sia solito recarsi e<br />

prenda anche qualche volta alloggio presso il Deputato comunista Antonio<br />

Graziadei ed al riguardo sono state disposte nuove indagini di cui riservo<br />

comunicare il risultato.<br />

Circa poi i rappresentanti residenti a Berlino e Mosca del partito comunista<br />

italiano si è accertato quanto appresso:<br />

I° – <strong>Il</strong> sedicente Carnet è stato identificato nella persona del comunista<br />

Codevilla di Tortona (Alessandria) recentemente condannato a grave pena<br />

dalla Corte di Assise di Alessandria.<br />

<strong>Il</strong> medesimo attualmente a Berlino sarebbe in possesso di un passaporto<br />

svizzero al nome di Edmondo Carnet, passaporto che porta vari visti della<br />

Repubblica Federativa dei Sovieti.<br />

2° – Ambrogi non Ambrosi è il deputato comunista Ambrogi Ersilio di<br />

Antonio, già sindaco di Cecina, allontanatosi dall'Italia e residente a Mosca<br />

dopo il rinvio a giudizio della Corte di Assise di Pisa per i fatti di Cecina.<br />

3° – Vergili sarebbe il comunista Rag. Vergili già residente a Napoli per la<br />

cui identificazione ho interessato la Questura di quella Città con riserva di<br />

ulteriori comunicazioni.<br />

<strong>Il</strong> Questore<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

Questa lettera precisa meglio le notizie contenute nella lettera della questura<br />

romana datata 7 giugno 1922; e ciò a seguito di una richiesta della DGPS in<br />

data 23 giugno 1922. Per il testo della lettera della DGPS si veda ACS, MI,<br />

DGPS, 1923, b. 164, fasc, 4, II° Congresso nazionale comunista.<br />

223


8. Lettera della questura di Roma datata 5 settembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

224


Roma, 5 settembre 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor PREFETTO<br />

DIREZIONE GENERALE P.S.<br />

ROMA<br />

Sono giunte notizie da Berlino sul movimento dei comunisti italiani colà<br />

rifugiati che hanno un certo interesse e che credo sia opportuno far noto.<br />

Detta organizzazione in questi ultimi mesi ha subito alcune modificazioni.<br />

Ora si divide in tre rami principali che hanno per iscopo:<br />

a) uno il collegamento fra Mosca e Roma,<br />

b) un secondo il contributo diretto alla preparazione di azioni illegali in Italia,<br />

c) e il terzo, il soccorso agli emigrati italiani ricercati dalla polizia italiana.<br />

A Berlino attualmente si trovano una ventina di comunisti italiani e fra di<br />

loro si dividono il lavoro. I capi però sono tre: il Misiano, che apparentemente<br />

figura come addetto al Comitato Internazionale di Soccorso diretto<br />

da Willy Münzeberg; il Tresso, ex direttore del Sindacato rosso di Milano e<br />

il Codevilla di Tortona, recentemente condannato a quanto pare a 30 anni<br />

di reclusione per omicidio. Costui tra giorni tornerà in Russia e a Berlino<br />

sarà sostituito dall’Ambrogi che ora è a Mosca.<br />

<strong>Il</strong> Misiano è particolarmente incaricato di curare la trasmissione a Mosca<br />

dei resoconti del Partito Comunista d'Italia e di inoltrare in Italia i sussidi<br />

della Terza Internazionale. Per essere egli addetto al Comitato di Soccorso<br />

“pro Russia” ha così modo di servirsi dei corrieri diplomatici russi. Ha poi<br />

stretti rapporti con certo Rosenfeld, al nome del quale pare che siano depositate<br />

alla Deutsche Bank le somme destinate all'Italia. <strong>Il</strong> Misiano ha il suo<br />

ufficio nell’ex – nell’Hunter den Linden a Berli-<br />

225


226


no. Ha avuto dalla polizia un permesso di soggiorno e convive con una<br />

comunista tedesca, certa Herna Eterlein, dalla quale sta per avere un figlio.<br />

<strong>Il</strong> Tresso, che si trova a Berlino senza passaporto, ha l’incarico di trovar<br />

lavoro e di soccorrere i compagni italiani che fuggono d'Italia dopo aver<br />

commesso qualche delitto. Di questi, una ventina è ricoverata da compagni<br />

a Pankow, che è una specie di città giardino. Sembra però che nell'anno ne<br />

siano arrivati a Berlino circa un centocinquanta. Per costoro si provvede<br />

secondo la gravità del reato commesso: i più compromessi sono diretti<br />

senz'altro in Russia, gli altri o nell'interno della Germania stessa o nel Belgio<br />

o nel Lussemburgo. <strong>Il</strong> Tresso oltre i soccorsi si occupa della falsificazione<br />

dei passaporti. Pare che la Centrale del Partito Comunista tedesco possegga<br />

una quantità non indifferente di passaporti e di timbri italiani.<br />

<strong>Il</strong> Codevilla poi – e questa è la parte più interessante delle notizie avute –<br />

è incaricato di acquistare a poco prezzo armi da inviare in Italia.<br />

Egli avrebbe, a tale scopo, compiuto vari viaggi, specialmente in Baviera,<br />

riuscendo ad acquistare un migliaio di rivoltelle. Egli assicura che in Germania<br />

esistono armi da per tutto: ma si trova però di fronte alla difficoltà di<br />

poterle introdurre, magari poche alla volta, in Italia. Pare che alcuni inservienti<br />

dei Wagons-Lits avessero accettato, in un primo momento, di incaricarsi<br />

di tale introduzione, ma poi costoro avrebbero opposto un rifiuto motivato<br />

dalla paura di compromettersi.<br />

Ad ogni modo, è bene sapere che nel primo momento tale introduzione<br />

sembrava combinata per la linea Kufstein-Brennero.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

La lettera documenta che, a decorrere dal settembre 1922, la questura di<br />

Roma cominciò a ricevere informazioni fiduciarie da Berlino. Quindi, molto<br />

tempo prima che vi arrivasse <strong>Silone</strong>, che vi si recò nel gennaio 1923. E<br />

ciò dimostra l’infondatezza dell’affermazione di Canali che asserisce che la<br />

questura romana cominciò a ricevere notizie da Berlino solo a decorrere dal<br />

gennaio 1923, dopo che vi arrivò <strong>Silone</strong>. [D. Biocca - M. Canali, L' informatore,<br />

op.cit., p. 54]<br />

227


9. Lettera della questura di Roma datata 16 novembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania:<br />

228


Roma, 16 settembre 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor PREFETTO<br />

<strong>Il</strong>l/mo Sig. DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

Ministero dell’Interno<br />

ROMA<br />

Domenica scorsa 10 corrente si è riunito in Roma il Comitato Centrale<br />

del Partito Comunista d'Italia.<br />

A quanto è stato riferito dal fiduciario di questo Ufficio, nella riunione in<br />

parola si sarebbe discusso sull'atteggiamento da tenere verso i socialisti<br />

massimalisti ed i terzi internazionalisti in seguito a recenti istruzioni pervenute<br />

dal Comitato della Terza Internazionale di Mosca.<br />

Quest'ultimo Comitato avrebbe infatti invitati i comunisti italiani a prendere<br />

accordi con le frazioni socialiste suddette per un'intesa comune, evitando<br />

i contrasti vivaci finora esistenti in ispecie verso i massimalisti e cercando<br />

anzi di attirare questi nell'orbita comunista, limitandosi a combattere<br />

con maggiore slancio i socialisti collaborazionisti ed i partiti borghesi.<br />

Gli internazionalisti di Mosca non sarebbero alieni di riappacificarsi anche<br />

col Direttore dell’Avanti Serrati Menotti, con le debite garanzie e pur che<br />

questi non si mostrasse troppo ostile al Governo dei Soviets.<br />

La maggioranza dei presenti non si mostrò contraria al nuovo atteggiamento<br />

ed infatti in questi ultimi tempi si sono assai attenuate le polemiche<br />

aspre sui giornali comunisti e sull’Avanti tra comunisti e massimalisti.<br />

Si è trattato poi del fronte unico estremista ed anche su tale questione si<br />

approvò di fare propaganda per la costituzione di esso prendendo i necessari<br />

accordi, con i socialisti terzi internazionalisti (tendenza On. Maffi e Lazzari),<br />

con i socialisti massimalisti (tendenza Serrati) con i sindacalisti e con<br />

gli anarchici in modo da formare il blocco delle sinistre e dei partiti d'avanguardia<br />

contro i collaborazionisti e gli altri partiti borghesi.<br />

Al riguardo si richiama l'attenzione sulla lettera diretta dal Comitato Sindacale<br />

Comunista e dal Comitato comunista ferrovieri comparsa sul quotidiano<br />

“<strong>Il</strong> Comunista” del 10 corrente N° 212.<br />

229


Questa lettera contiene un resoconto sui temi discussi dal Comitato centrale<br />

del PCd’I nella riunione del 10 dello stesso mese, sulla scorta delle informazioni<br />

fornite dal fiduciario comunista dell’ufficio, cioè Quaglino. Questi i temi<br />

discussi nella riunione: la collaborazione con i socialisti, l’atteggiamento da tenere<br />

nei confronti delle aggressioni fasciste, l’organizzazione illegale del partito.<br />

230


Nei riguardi del fascismo venne approvato, nonostante l'opposizione<br />

dell'On. Anselmo Marabini, la tattica della rappresaglia individuare con carattere<br />

settario e particolarmente di avvalersi dell'azione violenta contro le<br />

proprietà borghesi a mezzo di incendi, allo scopo di portare i maggiori danni<br />

all'economia nazionale aggravando il fenomeno della disoccupazione e<br />

mettendo il proletariato nelle condizioni di provocare rivolte e disordini.<br />

Che tale proposta sia già stata posta in attuazione avvalendosi dell'opera<br />

dei giovani comunisti lo provano i numerosi incendi verificatisi in questi<br />

ultimi tempi nel Regno e specialmente nell'Alta Italia, a Trieste, Pola, Torino<br />

e nell’Umbria e dal fatto che tali incidenti sono giornalmente annunciati<br />

sul quotidiano “<strong>Il</strong> Comunista” nella rubrica “la guerra di classe”, nel capitolo<br />

intitolato “la vendetta del fuoco”.<br />

Sulla situazione a Torino venne stabilito che se i fascisti, come ne manifestano<br />

il proposito, dovessero attentare alla sede del giornale “L'Ordine<br />

Nuovo”, gli operai dei quartieri eccentrici, ad un segnale convenuto, dovrebbero<br />

abbandonarsi a rappresaglie e violenze individuali assaltando ed<br />

incendiando le ville ed abitazioni borghesi e quelle degli industriali che si<br />

trovano negli stessi quartieri.<br />

Per quanto riflette il movimento illegale del partito, movimento che, come<br />

è noto, ha sede a Milano ed è capeggiato dal comunista Bruno Fortichiari<br />

è stato accennato ai rapporti tra quest'ultimo ed il latitante Codevilla<br />

Carlo Giuseppe fu Francesco, condannato in contumacia all'ergastolo dalla<br />

Corte d’Assise di Alessandria per duplice omicidio in persona di due fascisti.<br />

<strong>Il</strong> medesimo finora residente a Berlino sotto il falso nome di Edmondo<br />

Carnet, quale rappresentante del partito per le questioni sindacali ed i profughi<br />

politici, si sarebbe recentemente trasferito a Mosca sostituito nel suo<br />

incarico dal Deputato Ambrogi Ersilio. <strong>Il</strong> Codevilla a Berlino si sarebbe assai<br />

interessato del movimento dei profughi politici italiani colpiti dal fascismo<br />

e d'intesa col Fortichiari, da cui avrebbe in questi ultimi tempi ricevuto<br />

una forte somma di denaro, avrebbe acquistato armi da inviare in Italia, armi<br />

che dovrebbero essere introdotte a mezzo di persona di fiducia nei vagoni<br />

letti della Compagnia Internazionale. Anche in Svizzera, secondo il<br />

Fortichiari, sarebbero state raccolte armi da inviarsi in Italia a mezzo dei<br />

ferrovieri comunisti<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

231


10. Lettera della questura di Roma datata 5 dicembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 164, fasc. Movimento insurrezionale comunista<br />

232


Roma, li 5 Dicembre 1922<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

On. MINISTERO INTERNI<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

Divisione Affari Generali e Riservati<br />

ROMA<br />

Un fiduciario di questa R. Questura riferisce, che, da indagini praticate,<br />

verrebbe a risultare che alcuni comunisti rifugiati in Russia ed altri residenti<br />

a Berlino, divenuto un centro importante di profughi italiani, stiano concertando<br />

il modo di compiere attentati contro alcune personalità preminenti<br />

del fascismo, in ispecie contro S.E. il Presidente del Consiglio. I mezzi verrebbero<br />

forniti dal Governo dei Sovietys, ma l'organizzazione dovrebbe farsi<br />

a Berlino per evitare nuovi guai alla Russia.<br />

Di tali propositi se ne parla come di cosa prossima e necessaria, poiché in<br />

Russia si è disperati per l'annientamento del partito comunista e le persecuzioni<br />

fasciste che annullano tutti gli sforzi fatti da Lenin per avere in Italia<br />

una forte corrente a favore della Russia.<br />

In Italia, il centro di queste relazioni, è Torino ove risiedono i comunisti più<br />

accesi e che forniscono continue informazioni alla Russia sulle cose italiane.<br />

In vista anzi della censura fascista alla stampa, stanno studiando il modo di<br />

creare a Berlino un organo comunista italiano per ragguagliare l'Estero sulle<br />

condizioni del nostro paese.<br />

233


234


Tali informazioni, a quanto riferisce il fiduciario, sono state da lui attinte<br />

da fonte sicura, con riserva di completarle per quanto sarà possibile.<br />

IL QUESTORE<br />

f.to C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera porta a conoscenza della DGPS le notizie ricevute da un<br />

fiduciario della questura sull’organizzazione di attentati contro Mussolini<br />

ed altre personalità fasciste da parte dei comunisti.<br />

235


11. Lettera della questura di Roma datata 15 dicembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Msca (Russia) – 3 a Internazionale<br />

Comunista – Komintern<br />

236


III Internazionale comunista<br />

<strong>Il</strong> Questore di Roma con nota 15 dicembre 1922 n° 5141 informa:<br />

Un fiduciario di questo ufficio informa che nonostante la smentita pubblicata<br />

dal giornale Avanti a firma del Segretario politico della Direzione del<br />

Partito Socialista sugli accordi intervenuti al Congresso della 3 a Internazionale<br />

di Mosca circa l'unione dei Socialisti e dei Comunisti in un unico partito,<br />

tale notizia sarebbe confermata.<br />

I partiti suddetti costituirebbero il Partito comunista unificato d'Italia.<br />

<strong>Il</strong> noto Zinovieff verrebbe a stabilirsi in Italia e farebbe parte del nuovo<br />

partito.<br />

La proposta però di tale costituzione dovrebbe ottenere l'approvazione<br />

del Congresso del Partito Socialista italiano che sarebbe convocato nei primi<br />

giorni del Febbraio prossimo.<br />

La Terza Internazionale attenderebbe l'esito del Congresso e della relativa<br />

intesa sino a tutto il 15 maggio 1923.<br />

L’On le Valla e tutti coloro che nell'ultimo<br />

237


238


Congresso del Partito Socialista italiano che sarebbe convocato nei primi<br />

giorni del Febbraio prossimo.<br />

La Terza Internazionale attenderebbe l'esito del Congresso e della relativa<br />

intesa sino a tutto il 15 maggio 1923.<br />

*****<br />

La lettera contiene notizie, provenienti da Berlino, sulla questione<br />

della fusione tra i comunisti e i socialisti.<br />

239


12. Lettera della questura di Roma datata 30 dicembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Ritorno dalla Russia<br />

240


Roma, 30 Dicembre 1922<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A Sua Eccellenza<br />

IL TENENTE GENERALE<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Circa la pubblicazione sul giornale “IL MONDO” di una pretesa riunione<br />

del Comitato Centrale del Partito Comunista e dei rappresentanti italiani al<br />

Congresso di Mosca – riunione che avrebbe dovuto essere composta di almeno<br />

una quarantina di persone – posso informare l'E.V. di quanto segue:<br />

Non risultano, fino a questo momento, giunti a Roma, gli Onorevoli Bombacci<br />

e Graziadei.<br />

Risulta invece arrivato qui il pubblicista Arcuno Ugo, già redattore del<br />

Comunista di Roma, il quale non ha fisso recapito.<br />

Da notizia fiduciaria risulta che il pubblicista Gramsci Antonio, “dell'Ordine<br />

Nuovo” di Torino, è rimasto a Mosca insieme all’ex Deputato Gennari<br />

Egidio, entrambi rappresentanti del Partito Comunista Italiano, presso la<br />

Terza Internazionale.<br />

Si fanno indagini per conoscere se:<br />

I° – Presutti, residente a Città Sant'Angelo (Teramo)<br />

2° – Natangelo, segretario della Federazione dei dipendenti enti locali di<br />

Napoli;<br />

3° – Ravera di Torino, che è una donna;<br />

4° – Scoccimarro di Udine, già espulso recentemente dalla Francia, ove era<br />

corrispondente da Parigi dell'Ordine Nuovo di Torino;<br />

5° – Prof. Tasca Angelo, pure di Torino, tutti qui a Roma sconosciuti o<br />

quasi, siano effettivamente giunti in questa città, avvertendo che nessuna<br />

segnalazione all’infuori dell’Arcuro (rientrato nel regno da Como), è stata<br />

fatta alla R. Questura di Roma.<br />

È stato invece segnalato l'arrivo di Lunadei Torquato, uno dei firmatari<br />

dell'appello al “Proletariato Italiano” da parte della Terza Internazionale,<br />

pubblicato sull’«Avanti» di Milano del 29 Dicembre<br />

241


242


N° 296.<br />

Da quanto precede ed anche da notizia confermata da fiduciario, si deve<br />

dedurre che la pubblicazione sul “Mondo” è per lo meno inesatta ed esagerata<br />

e forse fatta ad arte. Non è improbabile che tale pubblicazione sia dovuta<br />

all'eco di qualche conversazione verificatasi nella sala stampa di S. Silvestro,<br />

tra vari corrispondenti, ed il comunista Pastore Ottavio, corrispondente<br />

da Roma del “Lavoratore” di Trieste, il quale avrà avuto, in questi<br />

giorni, certamente occasione di commentare i risultati del Congresso di Mosca,<br />

nei riguardi della fusione tra socialisti massimalisti e comunisti.<br />

Fra i 14 arrestati la notte scorsa, con a capo il Maestro D’Amato, fu anche<br />

compreso il noto Grieco Ruggero, il quale nella sua qualità di membro<br />

dell'Esecutivo del Partito Comunista, avrebbe indubbiamente dovuto partecipare<br />

alla riunione accennata dal “Mondo”.<br />

Sembra invece, per indagini fatte e per notizia fiduciaria, che egli si è limitato,<br />

il giorno innanzi, a vedere D'Onofrio Edoardo, altro dei firmatari del<br />

manifesto-appello al “Proletariato Italiano”, il quale D'Onofrio è giunto a<br />

Roma, ieri l’altro, dalla Russia.<br />

Per quanto riguarda detto manifesto pubblicato dall’«Avanti», ritengo che in<br />

esso si riscontrino gli estremi di apologia di reato od istigazione a delinquere,<br />

onde i firmatari potrebbero essere denunziati alla Autorità Giudiziaria.<br />

Di questi firmatari sono attualmente presenti a Roma, soltanto Arcuno –<br />

D’Onofrio e Lunadei, mentre gli altri:<br />

Azzario – ex capo stazione– è a Cuneo – qualora sia rientrato in Italia da<br />

Mosca-<br />

Bombacci – sarebbe a Berlino –<br />

Bordiga – Risiede comunemente a Napoli, ove ha la famiglia.<br />

Giuliani – è in carcere, perché arrestato al confine, proveniente dalla Russia<br />

e tradotto a Forlì, ove risiede.<br />

Gramsci – sarebbe in Russia–<br />

Graziadei – non sarebbe ancora giunto –<br />

Gorelli – sarebbe in Russia –<br />

Germanetto – risiede comunemente a Fossano (Cuneo) –<br />

Gennari – rimane in Russia –<br />

Longo – studente residente a Torino –<br />

Marabini – Deputato di Imola – sarebbe ancora in Russia –<br />

Natangelo – risiede a Napoli –<br />

Presutti – risiede a Città Sant'Angelo (Teramo)<br />

243


244


Peluso – non risulta ancora giunto a Roma –<br />

Scoccimarro – risiede a Udine –<br />

Tasca – risiede a Torino –<br />

Tresso – è di Pavia e risiede a Milano, ove era direttore del giornale “<strong>Il</strong> Sindacato<br />

Rosso” –<br />

Tutti costoro sono comunisti.<br />

Dei socialisti firmatari:<br />

Garruccio Gavino – è studente a Milano –<br />

Maffi – Deputato, non risulta ancora giunto a Roma –<br />

Romita – Deputato, è residente a Torino –<br />

Serrati – Direttore “Avanti” non è arrivato a Roma –<br />

Tonetti è di Trieste –<br />

Circa la denunzia, cui accenno più innanzi, la competenza è dell'Autorità<br />

Giudiziaria di Milano, poiché l’«Avanti», che pubblica l'appello, è edito in<br />

quella città.<br />

Avverto che l'appello stesso fu pubblicato prima che dall’«Avanti» dal<br />

giornale “<strong>Il</strong> Lavoratore” di Trieste.<br />

Qualora V.E., lo ritenga opportuno, farò io stesso la denunzia.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

Da notizia confidenziale dell'ultima ora, mi si afferma che la riunione, di<br />

cui è cenno nel “Mondo” non è avvenuta. È stata lanciata per sviare le tracce<br />

di coloro che provengono dalla Russia – tanto è vero che è stato lamentato,<br />

in seno ai comunisti, la mancata indicazione di altri firmatari del noto<br />

appello.<br />

Probabilmente la notizia è stata data dal comunista certo Leopoldo Galletto,<br />

il quale, trovandosi in cattive condizioni finanziarie, è stato assunto quale<br />

corrispondente della “Gazzetta del Popolo” di Torino, pur continuando a<br />

professare le sue idee sovversive, e ciò anche allo scopo di fornire al “Mondo”<br />

notizie dei partiti avversari.<br />

La notizia della riunione, che è inserita sul “Mondo”, doveva essere stampata<br />

sulla “Gazzetta del Popolo”.<br />

A riprova che la notizia stessa è infondata, sta il fatto che il Partito Comunista<br />

non ha bisogno di nessuna adunanza plenaria, perché tutti i comunisti<br />

debbono essere disciplinati agli ordini di Mosca, senza discus-<br />

245


246


sione; la Direzione del Partito Socialista, invece, dovrà riunirsi fra breve, per<br />

discutere sulle decisioni intervenute a Mosca da parte dei rappresentanti italiani:<br />

On. Maffi-Romita-Serrati-Garruccio e Tonetti, anche per stabilire la<br />

convocazione del Congresso Nazionale Socialista (probabilmente in marzo)<br />

per esprimere il proprio avviso sul verbo di Mosca.<br />

*****<br />

La letetra rivela lo stretto controllo della questura romana sugli spostamenti<br />

dei partecipanti alla III Internazionale .<br />

247


13. Lettera della questura di Roma del 12 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 8, Affari diversi …<br />

248


Roma, li 12 gennaio 1923<br />

Questura di Roma – Gabinetto<br />

A S. E. IL TENENTE GENERALE<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Comunico all’E.V. le seguenti notizie pervenute a questo ufficio da un<br />

fiduciario del partito comunista:<br />

I°. l'Esecutivo del partito comunista ha invitato l'On. Arturo Caroti a dimettersi<br />

dalle cariche che ricopriva nel partito per mancanza di qualsiasi attività,<br />

essendosi anche in occasione del suo recente viaggio in Russia, interessato<br />

esclusivamente di affari commerciali per ricavarne utili personali,<br />

trascurando qualsiasi impegno di carattere politico.<br />

<strong>Il</strong> Caroti, rientrato recentemente in Italia, oltre a presentare le dimissioni<br />

da deputato, si dimetterà anche dal partito.<br />

2°. I rappresentanti del partito socialista al Congresso mondiale comunista<br />

di Mosca, preoccupati dalle polemiche e dai contrasti sorti tra gli aderenti<br />

al partito, per la questione della fusione con i comunisti, sotto il titolo di<br />

Partito comunista unificato d'Italia, avrebbero deliberato di invitare Serrati<br />

Menotti Giacinto a fare sollecitamente ritorno in Italia, mentre egli doveva<br />

rimanere in Russia quale rappresentante dei socialisti.<br />

Detti rappresentanti sperano che il Serrati con la sua autorità, possa calmare<br />

gli animi, trovare un accordo tra i fusionisti e gli antifusionisti e riuscire<br />

ad eliminare il redattore capo dell’Avanti, Pietro Nenni, che si è posto a<br />

capo del movimento antifusionisti, schierandosi apertamente contro i rappresentanti<br />

a Mosca.<br />

Si afferma che il referendum indetto dalla Direzione del Partito Socialista<br />

nelle riunioni di Roma del dicembre scorso, non avrà più luogo e che, con<br />

la presenza del Serrati, si addivenga senz'altro alla fusione secondo gli impegni<br />

presi a Mosca.<br />

249


250


I comunisti non intendono aspettare né l'esito del referendum, né la convocazione<br />

del prossimo Congresso nazionale socialista. Essi hanno fatto intendere<br />

che i socialisti debbono senz'altro sottomettersi agli ordini di Mosca,<br />

in caso diverso, essi riprenderanno la loro libertà d'azione, e procederanno<br />

con maggiore attività all'organizzazione del partito iniziando, ove occorra,<br />

una nuova campagna contro i socialisti, che, con le loro tergiversazioni, mettono<br />

in pericolo la stessa esistenza del partito.<br />

3°. <strong>Il</strong> movimento comunista a Trieste procede con ottimi risultati. Le iscrizioni<br />

al partito degli elementi slavi, specie nel retroterra di Trieste, affluiscono<br />

assai numerose, non per convinzione dei principi comunisti, ma per la lotta<br />

contro il nostro Paese.<br />

I più influenti propagandisti a Trieste sono attualmente Andrea Viglongo<br />

di Torino, direttore del “Lavoratore”, Pastore, fratello di Ottavio Pastore,<br />

corrispondente di Roma di detto giornale, e Luigi Polano.<br />

I comunisti approfittano del malcontento grave esistente a Trieste per la<br />

questione delle negate sovvenzioni marittime, per intensificare la propaganda,<br />

avuto riguardo che, su tale questione, anche gli elementi fascisti sono<br />

contro il Governo. Anche nell’agitazione degli impiegati comunali a Trieste,<br />

gli elementi sovversivi non sono ostacolati dai fascisti.<br />

In quella città le grandi cooperative sono tuttora in mano dei sovversivi,<br />

che da esse traggono lauti guadagni. <strong>Il</strong> noto socialista Giovanni Tonetti, che<br />

è stato in Russia a rappresentare il partito socialista, è uno dei più interessati<br />

nelle cooperative stesse e da esse ritrae larghi mezzi.<br />

4°. Per la questione della fusione dei socialisti e comunisti il Governo dei<br />

Soviet ha inviato in Italia, ove troverebbesi anche attualmente, ma si crede<br />

sotto falso nome e con falso passaporto o con passaporto diplomatico accreditato<br />

presso la missione russa in Roma, il comunista Rakoci, ex Commissario<br />

della Repubblica Ungherese, e segretario di Zinovieff. <strong>Il</strong> medesimo<br />

ha avuto rapporti col segretario politico del partito socialista Avv. Fioritto,<br />

col comunista Avv. Umberto Terracini, membro dell'Esecutivo del partito<br />

comunista.<br />

251


La lettera comunica alla DGPS una serie di notizie riferite da Quaglino che<br />

riguardano principalmente la questione della fusione tra comunisti e socialisti;<br />

gli ottimi risultati ottenuti a Trieste dai propagandisti comunisti; la questione<br />

della Ruhr e l’attività svolta a Berlino dai comunisti italiani.<br />

252


<strong>Il</strong> Rakoci ha i seguenti connotati: età dai 35 ai 40 anni, piuttosto complesso,<br />

bruno, sbarbato, di media statura. (invierò fotografia)<br />

5°. L'intermediario per l'invio del danaro dalla Russia ai comunisti italiani<br />

è tal Morelli Alfredo, residente, e molto noto, a Berlino ove dimora a Markgrafenstrasse<br />

74 – III e che insieme al deputato Ambrogi Ersilio, abitante<br />

pure a Berlino, in bei Zoologischur Garten, dalle 13 alle 14 hanno recapito<br />

ogni giorno al restaurant Spaten-brau in Friedrichstrasse.<br />

<strong>Il</strong> Morelli ha un conto corrente presso la Wertheimbank in Leipzigherstrasse,<br />

ed invia denaro in Italia a mezzo delle banche che sono in rapporti<br />

con quella di Berlino suindicata.<br />

6°. Per la lotta contro la Francia, la Germania favorisce anche palesemente<br />

elementi comunisti di tutte le nazioni e specialmente i russi, i francesi e<br />

gli italiani.<br />

Berlino, da qualche tempo, è divenuto un centro comunista molto importante,<br />

e dove gli aderenti a tale partito esercitano una propaganda assai pericolosa<br />

ed attivissima, contro i governi dei rispettivi paesi. I tedeschi, a preferenza<br />

di consegnare le armi alle commissioni interalleate, le concedono ai<br />

comunisti, ed infatti negli ultimi disordini a Berlino, i comunisti erano in<br />

possesso di parecchie mitragliatrici.<br />

<strong>Il</strong> deputato comunista Cachin, direttore dell' Humanité, che risiede da<br />

tempo in Vesdtfalia, è molto favorevolmente accetto in Germania, ed in<br />

rapporti con i comunisti italiani Misiano ed Ambrogi, uno dei quali dovrebbe,<br />

per incarico dell'Esecutivo del partito, recarsi nella regione della Ruhr,<br />

per appoggiare il movimento di resistenza degli operai tedeschi, contro l'invasione<br />

francese in quel territorio.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Si rimarca ancora una volta la perfetta concordanza, già messa in evidenza, tra il<br />

seguente passo di questa lettera: « I più influenti propagandisti a Trieste sono<br />

attualmente Andrea Viglongo di Torino, direttore del “Lavoratore”, Pastore,<br />

fratello di Ottavio Pastore, corrispondente di Roma di detto giornale, e Luigi<br />

Polano » e quello del rapporto di 300 HP datato Trieste, 9 gennaio 1923, che recita:<br />

« Alla redazione del “Lavoratore” […] Ho riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – il giovane comunista Amoretti – già redattore<br />

dell'Ordine Nuovo di Torino – e oggi redattore-capo del “Lavoratore”<br />

– Pastore Angelo – fratello di Ottavio – (redattore del “Comunista” di Roma)<br />

e qualche altra figura secondaria ».<br />

253


14. Lettera della questura di Roma datata 20 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

254


Roma, li 20 gennaio 1923<br />

Regia Questura di Roma – Gabinetto<br />

A S. E. IL TENENTE GENERALE<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Persona fiduciaria ora a Berlino mi scrive quanto appresso:<br />

“Sono tornato oggi da un breve giro compiuto nella Renania e mi affretto<br />

ad inviarti qualche notizia.<br />

Alla conferenza comunista di Essen, alla quale parteciparono rappresentanti<br />

dei partiti comunisti della Francia, del Belgio, della Germania, dell'Olanda,<br />

dell'Inghilterra, il partito italiano inviò il deputato Ersilio Ambrogi,<br />

Edmondo Peluso (che tu ben conosci) e l'Ing. Ramazzotti di Novara. La<br />

risoluzione adottata dalla conferenza è stata pubblicata sul Lavoratore e<br />

perciò già la conoscerai. Dall'ing. Ramazzotti ho avuto qualche interessante<br />

particolare che riassumo brevemente:<br />

“La conferenza fu influenzata in maniera assoluta dai tedeschi. Non solo<br />

dai comunisti tedeschi, ma indirettamente anche dal Governo. Per esempio<br />

quando fu esaminata la possibilità di una resistenza armata ai francesi, Kocnen<br />

[Koenen], uno dei rappresentanti del partito comunista tedesco, comunicò<br />

che se la conferenza si fosse posta su quella base, sarebbe stata sciolta<br />

immediatamente dalla polizia tedesca. Egli quindi espose il piano di resistenza<br />

scelto dal Governo: sabotare ogni tentativo di aumento della produzione<br />

del carbone, sabotare il controllo della commissione degli ingegneri<br />

alleati, provocare il rialzo del prezzo del carbone. In questa tattica i minatori<br />

potrebbero avere una parte importante: pretendendo una diminuzione di<br />

ore di lavoro, opponendosi alla probabile invasione delle miniere da parte<br />

delle truppe francesi, scioperando per un aumento di salario. Senza dubbio<br />

le condizioni di minatori della Ruhr sono inferiori a quelle degli operai di<br />

tutti gli altri paesi dell'Europa.<br />

“Appunto per questo infimo trattamento il carbone da essi scavato costa<br />

meno di quello inglese e francese e ciò ha provocato la chiusura in Inghilterra<br />

e in Francia di molte miniere. I comunisti si rivolgeranno ai disoccupati<br />

di questi due paesi con questo ragionamento convincente: se voi aiutate i<br />

vostri compagni della Ruhr nella lotta per una diminuzione di ore di lavoro<br />

e per un aumento di salario, voi aiuterete voi stessi poiché il carbone tedesco<br />

aumenterà di prezzo<br />

255


256


e tornerà a essere più conveniente scavare il carbone in Francia e in Inghilterra,<br />

cioè voi non sarete più disoccupati.<br />

Furono quindi presi accordi per aiutare praticamente i minatori della Ruhr<br />

in caso di sciopero: vi saranno comizi di solidarietà in Francia e in Inghilterra,<br />

i sindacati di questi due Paesi verseranno una parte dei loro fondi di resistenza<br />

pro minatori della Ruhr, il gruppo parlamentare com. francese, con<br />

tutti i mezzi, anche con l'ostruzionismo, dovrà costringere Poincaré a non<br />

adoperare mezzi militari per soffocare lo sciopero, bisogna invitare i deputati<br />

laburisti perché spingano Bonar Law ad assumere un atteggiamento e-<br />

nergico verso la Francia.<br />

L’ing. Ramazzotti mi fece notare come la questione fosse però molto più<br />

seria nei riguardi della Germania. Secondo lui la Germania avrebbe ancora<br />

carbone appena per due settimane; se la Francia, di fronte ad una diminuzione<br />

di produzione di carbone, impedirà che una certa quantità venga instradata<br />

per la Germania, certamente molte fabbriche dovrebbero chiudersi<br />

e lo stesso traffico ferroviario dovrebbe ridursi. La tattica del sabotaggio<br />

economico adottato dal Governo tedesco é dunque a doppio taglio.<br />

Edmondo Peluso è partito oggi per Lipsia, e ritornerà domani in Italia illegalmente<br />

attraverso il Brennero.<br />

Nicola Bombacci si trova qui a Berlino, (Hotel Minerva-Kònigraretrass).<br />

Ha parlato nel comizio di protesta contro l'occupazione francese. Tornerà<br />

fra giorni in Italia anche lui illegalmente.<br />

Amedeo Bordiga è già tornato. Credo debba trovarsi a Milano, Enrico<br />

Repossi (il deputato) è tornato ieri sera, legalmente, attraverso Chiasso. Egli<br />

verrà a Roma.<br />

È arrivato oggi notizia al Bureau dell'Int. a Berlino che Ezio Riboldi è stato<br />

dalla Direzione del P.S.I. nominato direttore dell’Avanti! Come sai il Riboldi<br />

è un terzinternazionalista favorevole alla fusione immediata coi comunisti.<br />

Serrati sospenderà perciò il suo ritorno in Italia.<br />

Egidio Gennari si trova a Praga come rappresentante della Terza Int.<br />

presso il partito com. ceco-slovacco.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera riporta una relazione di Quaglino inviata da Berlino, dopo avere<br />

compiuto un giro nella Renania. La relazione si sofferma in particolare sulla<br />

conferenza di Essen, tenuta dal 6 al 9 gennaio 1923 dai comunisti tedeschi,<br />

257


francesi, belgi, lussemburghesi, polacchi e italiani, per lottare contro l’occupazione<br />

della Ruhr, che viene attuata dalle truppe francesi l’11 gennaio<br />

1923. Oltre ai risultati della conferenza, Quaglino riferisce ovviamente anche<br />

ciò che è riuscito a sapere sugli spostamenti di alcuni importanti dirigenti<br />

comunisti e socialisti (Edmondo Peluso, Nicola Bombacci, Amedeo<br />

Bordiga, Enrico Repossi, Egidio Gennari, Ezio Roboldi, Serrati).<br />

Sulla conferenza di Essen Quaglino non rivela alcunché di segreto, perché<br />

la stessa ha una vasta risonanza sulla stampa. Si riportano al riguardo<br />

due articoli apparsi su due giornali italiani.<br />

Corriere della Sera, 8 gennaio 1923<br />

258


La Stampa, 8 gennaio 1923<br />

259


15. Lettera della questura di Roma datata 26 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, J5, b. 279, fasc. Rakoci Mattia<br />

260


Roma, li 26 gennaio 1923<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A S. E. IL TENENTE GENERALE<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

In data Berlino 22 gennaio – mi è pervenuta seguente lettera, da fiduciario,<br />

colà recatosi:<br />

“Ancora non posso trovare una sistemazione definitiva per il mio lavoro<br />

qui a Berlino, perciò la corrispondenza è ancora irregolare.<br />

Ho avuto una conversazione con Kolarow, il capo dei comunisti bulgari<br />

che rappresenta qui a Berlino l'Internazionale.<br />

La conversazione si è aggirata sulla situazione del partito socialista italiano,<br />

in rapporto alla fusione con i comunisti. Kolarow è stato in Italia, in occasione<br />

del congresso comunista nel marzo del 1922, e conosce, con una<br />

certa competenza, la situazione italiana. Egli è in rapporto diretto con Rakoci,<br />

che sta ancora a Roma. Come fa a comunicare si può supporre da<br />

questo particolare: Kolarow, come bulgaro, conosce perfettamente il russo,<br />

egli è qui a Berlino con un passaporto diplomatico russo, ed ha il suo studio<br />

nell'Ambasciata russa a Berlino (Unterden Linden II). Sono certo che anche<br />

Rakoci si trova a Roma con lo stesso titolo, forse come rappresentante di<br />

qualcuna delle repubblichette federate con la Russia: la Georgia o l'Armenia.<br />

Dunque, secondo i rapporti di Rakoci, la grande maggioranza dei socialisti<br />

italiani, sarebbe contraria alla fusione con i comunisti. Rakoci ha scritto<br />

che il Governo Mussolini, non è estraneo a questo pronunciamento. Infatti<br />

il capo del fascismo, segue attentamente la vita interna dei partiti proletari,<br />

ed ha una speciale competenza a valutarne i fenomeni. Mussolini avrebbe<br />

fatto comprendere chiaramente ad alcuni capi socialisti che, unendosi ai<br />

comunisti, essi ne dividerebbero la sorte. Mussolini sa che i<br />

261


262


vari Nenni non sono dei leoni, ed è riuscito al suo scopo. Rakoci, (secondo<br />

Kolarow) in un suo rapporto, consiglia a Mosca ad usare questa tattica:<br />

I°– dividere gli anti-fusionisti. Tra coloro che sono contrari ad unirsi ai<br />

comunisti, vi sono tre tendenze:<br />

A) coloro che non accettano la parte formale della fusione, cioè coloro<br />

che ci tengono al nome di socialisti e fanno altre simili riserve secondarie;<br />

costoro sarebbero capitanati da Lazzari;<br />

B) coloro che pretendono una certa autonomia nella loro politica, e non<br />

vogliono in tutto accettare la disciplina di Mosca nel parlamento, nei sindacati<br />

ecc. costoro desiderano anche che i comunisti debbano tornare nel<br />

P.S.I. sapendo che i più estremi di questa si rifiuterebbero;<br />

C) coloro che hanno una mentalità democratica, nettamente anticomunista,<br />

i quali non sono passati al partito di Turati solo per ragioni personali o<br />

di stipendio, tra costoro è Bacci.<br />

Secondo Rakoci, l'Internazionale dovrebbe fare qualche concessione per<br />

scompigliare le file degli anti-fusionisti. Per esempio l'Internazionale dovrebbe<br />

proporre che il nome del partito unificato debba essere: Partito Socialista-Comunista;<br />

in questa maniera una parte di coloro che sono contrari<br />

alla fusione (Categoria A) diventerebbe favorevole. Inoltre l'Internazionale<br />

manderebbe una lettera aperta, in cui dichiarerà di non voler sopprimere<br />

nessuna autonomia, anzi, tutt'altro... Una simile lettera fu indirizzata al congresso<br />

di Tours, del Partito francese, ed ebbe un grande effetto. Naturalmente<br />

simili lettere restano … lettere morte, ma servono allo scopo. In sostanza,<br />

Mosca dovrebbe cercare di staccare dall'attuale frazione antifusionista,<br />

coloro che vi sono solo per questioni di forma.<br />

2° – bisogna finirla con la questione italiana. Non si può continuare eternamente<br />

in polemiche. Perciò, appena fatto il lavoro necessario, bisogna<br />

spingere coloro che sono per la fusione, siano maggioranza o minoranza, a<br />

separarsi dagli altri. Riboldi e Buffoni si sarebbero già dichiarati favorevoli a<br />

questo.<br />

Tra i mezzi di intimidazione adoperati contro i socialisti si<br />

263


264


può usare, secondo Rakoci, anche questo: costringere sub conditione l'amministrazione<br />

dell’«Avanti» a restituire le 250 mila lire, di cui è creditore il<br />

Comitato Internazionale di Soccorso ai russi affamati.”<br />

Bombacci è ancora qui a Berlino, ma non è più in Hòtel, poiché il passaporto<br />

è scaduto. Egli tornerà a Roma senza barba, fra giorni. Stasera è partito<br />

il figlio Raul che si trovava qui con lui.”<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

N.B. = Accludo copia di una fotografia di Rakoci, rilevata (e poscia ingrandita)<br />

da un gruppo eseguito in Russia e dove è fotografato insieme a Zinovieff,<br />

e Bela-Hum [Kun].<br />

Farò indagare se Rakoci si celi in Roma – con passaporto forse diplomatico<br />

– o sotto falso nome – avvertendo che egli, probabilmente, si deve essere<br />

tolto la barba – onde riuscirà più difficile identificarlo, anche con la scorta<br />

della fotografia, ove è rappresentato con la barba. –<br />

In quanto al Bombacci, muovo dubbio che egli si presenti a Roma, senza<br />

barba: sarebbe un uomo finito!<br />

C. Bertni<br />

*****<br />

La relazione di Quaglino riportata in questa lettera espone il punto di vista<br />

della III Internazionale sulla questione della fusione tra comunisti e socialisti<br />

italiani, conosciuto in occasione di una conversazione da lui avuta con Kolarov,<br />

rappresentante della stessa a Berlino.<br />

Fotografia di Rakoci acclusa alla lettera della questura romana del 26.1.1923<br />

265


16. Lettera della questura di Roma datata 28 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

266


Roma, 28 gennaio 1923<br />

Questura di Roma – Gabinetto<br />

A S. E. IL TENENTE GENERALE<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA<br />

ROMA<br />

Lettera di fiduciario da Berlino, data 24 Gennaio:<br />

“Ieri sono arrivati a Berlino da Mosca, Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio<br />

Maffi, Antonio Gramsci, prof. Angelo Tasca, Scoccimarro (di Udine), e Gorelli<br />

Alfiero – Essi hanno preso alloggio all'Hotel Excelsior.<br />

Gorelli è partito stasera per l’Italia, via Svizzera. Egli ha un passaporto intestato<br />

a suo fratello, ma a Lugano sarà da un incaricato fornito di un lascia<br />

passare, simile a quelli che vengono rilasciati nei paesi di frontiera ai sudditi<br />

svizzeri, la cui validità è brevissima. Gorelli si recherà a Milano per trovare<br />

la famiglia e quindi verrà a Roma dove lavorerà con Berti –<br />

Gli altri arrivati da Mosca con lui, si tratterranno qualche giorno a Berlino<br />

e su di essi scriverò domani.<br />

Domani (25 Gennaio) partiranno per l'Italia Bombacci e Peluso illegalmente.<br />

Ambedue non si sono decisi a sacrificare la barba, ma sembra abbiano<br />

un metodo sicuro per entrare in Italia, credo, aiutati da un ferroviere<br />

di Innsbruk che avrebbe il modo di nasconderli in un vagons lits.»<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione riportata in questa lettera segnala gli spostamenti di importanti<br />

dirigenti comunisti e socialisti.<br />

267


17. Lettera della questura di Roma datata I° febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Roma<br />

268


Roma, I° Febbraio 1923<br />

REGIA QUESTURA DI ROMA<br />

Parlando con Miroff, autorevole funzionario dell'Ambasciata russa di Berlino,<br />

ho avuto conferma ufficiale che Rakoci comunica con Mosca attraverso<br />

la delegazione russa. Egli ha trovato deplorevole che Rakoci oltre alla<br />

corrispondenza propriamente detta, pretenda di trasmettere a mezzo corriere<br />

tutti i libri, le riviste e i giornali di indole politica che compaiono in Italia.<br />

Questo è un lavoro superfluo. Infatti già esiste presso l'Ambasciata russa di<br />

Berlino, nell’Abteilung-Varga, uno speciale ufficio stampa e statistica dedicato<br />

all'Italia. L'ufficio è diretto dal comunista ungherese Varga, ex commissario<br />

del popolo per l'economia nella fu repubblica soviettista ungherese.<br />

Egli è coadiuvato da Sas, un altro comunista ungherese. L'ufficio trasmette<br />

a Mosca tradotto in russo e in tedesco tutto il materiale interessante<br />

preceduto da una relazione politica. Questo rapporto, come il materiale,<br />

serve nel testo russo al Ministero degli Esteri russo e nel tedesco al Comitato<br />

esecutivo della Terza Internazionale.<br />

Domani (28 Gennaio) ha inizio il congresso del partito comunista tedesco.<br />

Come è risaputo interverrà per l'Italia l'avv° Umberto Terracini, e l’On.<br />

Ersilio Ambrogi. La loro presenza non sarà soltanto decorativa. Nella lettera<br />

ad essi inviata dalla Centrale del partito comunista tedesco a firma Brandler,<br />

è detto “dopo il prossimo congresso noi vogliamo pensare seriamente<br />

a premunirci contro l'attività dei primi nuclei di formazioni militari irregolari<br />

reazionari sul tipo di quelle fasciste. Noi dobbiamo subito creare un'organizzazione<br />

militare comunista e per questo vogliamo sapere che cosa era<br />

stato fatto in Italia su questo riguardo”. L'On. Ambrogi proporrà alla Centrale<br />

del partito tedesco in comitato segreto, di assumere come esperti militari<br />

alcuni italiani ora addetti all'ufficio di Milano e di far venire a Berlino<br />

l'ispettore militare della Terza Internazionale che già era stato in Italia all'epoca<br />

del famoso sciopero generale dell'Alleanza del lavoro. L’ispetto-<br />

269


270


e di cui sopra sarebbe il capitano francese Jacque Sadoul che all'epoca della<br />

rivoluzione russa era addetto militare all'Ambasciata francese di Pietroburgo<br />

e che fece causa comune coi bolscevichi. Di lui è stato pubblicato un libro<br />

di lettere da Mosca con prefazione di E. Batbousse. Egli, credo, sia stato<br />

condannato a morte da un tribunale francese. Con lui fu in Italia, ma solo<br />

per qualche settimana, un altro ex ufficiale francese ora bolscevico, Pascal,<br />

che, sotto altro nome, fece anche parte della Delegazione russa alla conferenza<br />

di Genova.<br />

Ieri sera è partito per l'Italia, via Svizzera, Mauro Scoccimarro. Egli ha un<br />

passaporto intestato al comunista napoletano Virgili, cui ha sostituito la fotografia.<br />

Dovendo regolare il mio soggiorno a Berlino per il quale la polizia<br />

è generalmente rigorosa, mi è stato detto alla Delegazione russa se desidero<br />

un passaporto sotto altro nome con un permesso di soggiorno già regolare.<br />

Qui hanno uno stok ragguardevole di passaporti italiani sul tipo di quei<br />

provvisori che rilascia il nostro Consolato. La maggior parte hanno, unito<br />

alla copertina, internamente, un foglietto qualsiasi di un passaporto rilasciato<br />

nel Regno con impresso il visto (falsificato) del Console tedesco di Trieste,<br />

(poiché, come si sa il consolato rilascia passaporti provvisori anche a<br />

chi per es. conserva solo un frammento di passaporto regolare). È stato a-<br />

dottato questo metodo perché la falsificazione completa di un passaporto<br />

regolare riesce più difficile e bisognerebbe avere tutti i timbri di tutte le<br />

Questure d'Italia perché i falsi fossero utilizzabili in ogni occasione.<br />

A proposito di passaporti falsificati è scoppiato a Berlino un piccolo scandalo.<br />

La polizia ha sequestrato alcune lettere provenienti da Praga in cui si<br />

parla chiaramente, appunto, di questi passaporti. Sono stati eseguiti alcuni<br />

arresti.<br />

L'On. Bombacci ha detto che resterà a Berlino fino al termine del processo<br />

per i fatti di palazzo D’Accursio. Egli ha inviato oggi due magnifiche pellicce<br />

russe alla sua signora per mezzo del corriere diplomatico, poiché, come<br />

è noto, alla frontiera tedesca si paga una fortissima tassa per il transito<br />

delle pellicce. L'On. Garosi è ancora qui. Oltre alle sovvenzioni mensili che<br />

variano spesso e che varieranno ancora di più con la unificazione dei socialisti<br />

con i comunisti, la Terza Internazionale assegnò l'anno scorso al partito<br />

italiano alcune imprese industrializzate. Una grande officina è a Mosca ed è<br />

diretta dal Virgili; un’altra fu acquistata dai russi tre anni fa a Berlino ed è<br />

ora gestita da Morelli Alfredo. Su costui già riferii. Egli non è comunista ma<br />

elemento fidatissimo per i comunisti. Egli è in relazione ed è conosciutis-<br />

271


272


simo negli ambienti italiani di Berlino. È amico anche di funzionari<br />

dell'Ambasciata e della missione militare italiana. Sulla fabbrica da lui gestita<br />

per ora ho notizie molto imprecise. Credo però che attraverso l'Ambasciata<br />

si possano avere notizie più sicure a questo riguardo.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera informa la DGPS sull’attività antifascista dei dirigenti della<br />

III Internazionale in Italia e sull’attività illegale dei comunisti italiani.<br />

273


18. Lettera della questura di Roma datata 15 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

274


Roma, li 15 Febbraio 1923<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A Sua Eccellenza<br />

IL TENENTE GENERALE<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Dal fiduciario di Berlino, giunge oggi, seguente lettera:<br />

“Rakoci era ieri l'altro qui a Berlino, egli ha raccontato di essere stato con<br />

Bordiga, poco tempo prima che questo fosse arrestato. I valori trovati presso<br />

di lui erano arrivati con l'ultimo corriere russo da Berlino, ed ammontavano<br />

a 300 mila lire in valuta inglese. Siccome non ho visto personalmente<br />

Rakoci, questo ho saputo indirettamente, su di lui non so, per ora, altro.<br />

È certo però che, anche ritornando in Italia, egli non avrà più il mandato<br />

di prima. A sostituirlo, Mosca ha già nominato Manonilsky, ex commissario<br />

dell'agricoltura dell’Ucraina, quello stesso che fu al congresso di Parigi del<br />

partito comunista francese e dopo di questo, espulso dalla Francia. Credo<br />

che il “Giornale d'Italia” abbia pubblicato nella scorsa estate una sua fotografia,<br />

in una corrispondenza-intervista, da Mosca. Egli verrà in Italia come<br />

rappresentante dell’Ucraina, ma in realtà dovrà condurre a termine le trattative<br />

per la fusione assieme a Serrati, Maffi, Tonetti, Scoccimarro, Gramsci e<br />

Tasca. La sua partenza può avvenire oggi stesso o domani.<br />

========<br />

L'On. Nicola Bombacci è ancora a Berlino in Bedemanstr-Pension Pillet,<br />

il suo passaporto non è in regola con la polizia tedesca. Egli resterà qui, dove<br />

dirigerà il reparto italiano dell'Agenzia russa “Rosta” – Questa agenzia<br />

d’informazioni ha ora un ufficio presso la delegazione Russa di Roma, in<br />

cui è addetto il noto comunista ungherese Sisa, ma l'ufficio sarà soppresso<br />

perché costosissimo e poco redditizio. Le spe-<br />

275


276


se mensili hanno superato perfino le 15 mila lire in telegrammi. L’Esecutivo<br />

del Partito italiano aveva dato ordini che Bombacci fosse costretto a tornare<br />

in Italia, ma egli non ne ha voluto nemmeno discutere.<br />

========<br />

Edmondo Peluso che doveva, per il Brennero, attraversare illegalmente la<br />

frontiera, non avendo trovato un ferroviere che doveva dargli indicazioni, è<br />

tornato a Vienna di dove non ha più intenzione di muoversi.<br />

========<br />

A Innsbruk vi è un gruppo di ferrovieri comunisti italiani, (di quelli che<br />

fanno servizio sulla linea Trento-Innsbruk) i quali hanno l'incarico di far<br />

passare lettere, pacchi e altro attraverso la frontiera, per conto del partito<br />

italiano. <strong>Il</strong> capo di questo gruppo è un certo Tamburini, bolognese.<br />

========<br />

Umberto Terracini ha fatto ritorno in Italia, legalmente, attraverso il<br />

Brennero; ha qui scritto che non si recherà a Roma, ma a Milano. Egli era<br />

stato arrestato a Monaco, per 24 ore, come speculatore sulla valuta tedesca,<br />

avendo acquistato 40000 marchi sotto-corso.<br />

========<br />

Alfredo Morelli essendo stato avvertito da un amico (che egli ha nell'Ambasciata<br />

italiana a Berlino), che qualche cosa si sa sul suo conto, ha fatto<br />

preparare un passaporto per la Russia, con validità indeterminata, per poter<br />

partire in caso che la polizia tedesca lo espellesse.<br />

========<br />

Arturo Cappa, ex capitano dell'esercito durante la guerra, ex segretario<br />

della Camera del Lavoro di Savona, ex redattore del “Comunista” è stato<br />

nominato rappresentante della Terza Internazionale ed esperto militare del<br />

“Comitato dei popoli oppressi” nell'Egitto e nella Libia. Egli è partito già<br />

per il Cairo, una ventina di giorni fa, ed ha presieduto il primo congresso<br />

dei comunisti egiziani. Nel Marzo egli andrà in Cirenaica. Ha già mandato al<br />

comitato di Berlino alcuni lunghissimi rapporti, e sostiene che è impossibile<br />

provocare in Egitto e nella Libia movimenti di masse, per le rivendicazioni<br />

comuniste ma sarà facile aiutare i movimenti nazionalisti già esistenti e cercare<br />

di stringere degli accordi con essi, come già si è fatto con Kemal Pascià.<br />

Nelle corrispondenze del “Lavoratore” dal Cairo (numeri 3-6 febbraio)<br />

il Cappa è chiamato Ariel: questo pseudonimo egli ha già usato<br />

277


278


scrivendo su riviste e giornali, perciò qui a Berlino si considera questo, come<br />

una leggerezza e gli hanno scritto perché sia più cauto. Egli è in relazione<br />

con Stroyan della delegazione russa a Roma e invia le sue lettere cifrate<br />

con la posta ordinaria. È stato fornito di mezzi abbondanti a Roma dal<br />

suddetto.<br />

All'università comunista di Sverdlow (Mosca) sono stati accettati due giovani<br />

indigeni della Cirenaica per istruirli sul marxismo ecc. ed utilizzarli<br />

quindi come propagandisti nei loro paesi d'origine. I corsi durano soltanto 6<br />

mesi e vi partecipano giovani di tutte le colonie dell'Africa e dell'Asia.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

******<br />

La lettera contiene alcune informazioni sull’attività dei rappresentanti della<br />

III Internazionale in Italia e su quella svolta all’estero da alcuni dirigenti<br />

comunisti italiani.<br />

Della partenza di Cappa per l’Egitto il Capo della polizia informa il Ministro<br />

delle colonie con lettera del 19 febbraio 1923, in cui è trascritta la parte<br />

da A a B della lettera della questura romana, cioè « Arturo Cappa, ex capitano<br />

… le colonie dell’Africa e dell’Asia ». [Cfr. ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108,<br />

fasc. 8, Corrispondenza clandestina attraverso la frontiera]<br />

<strong>Il</strong> Ministro delle Colonie risponde con lettera del 9 marzo 1923, dichiarando<br />

che, dagli accertamenti fatti in loco dalla Delegazione al Cairo, risulta<br />

che lo stesso è arrivato ad Alessandria il 15 gennaio 1923, ma che non è stato<br />

possibile rintracciarlo. [Cfr.ACS, DGPS, 1923, b. 107, K1 A, fasc. 51, AFF.<br />

GEN.]<br />

279


19. Lettera della questura di Roma datata 23 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

280


Roma, li 23 Febbraio 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

DA BERLINO, 18 FEBBRAIO<br />

Spero nell'avvenire di poter scrivere senza ritardi.<br />

Accludo copia di un manifesto che la Direzione del partito comunista tedesco<br />

ha approvato nei riguardi della situazione italiana. Nel manifesto si<br />

parla di un fondo detto del “SOCCORSO ROSSO” per il quale è stata<br />

stanziata la somma di un milione di marchi. In realtà la somma è più rilevante<br />

e non esce dalle casse del partito tedesco, ma da quelle di Mosca. Se<br />

ne parla nel manifesto unicamente per distrarre l'attenzione dalla Russia, per<br />

dimostrare che non tutte le sovvenzioni che pervengono ai comunisti italiani,<br />

provengono dalla Russia, ma che invece si tratta di sottoscrizioni volontarie<br />

di operai di tutte le nazioni. Inoltre bisogna considerare il presente<br />

manifesto come uno dei primi atti che seguono il noto manifesto di Mosca,<br />

trovato a Trieste e diramato dalla “Stefani” (A proposito del quale bisogna<br />

sapere che già da più di due settimane era stato già pubblicato in Germania!)<br />

– In quel manifesto si parlava di lotta internazionale contro il fascismo:<br />

una riunione internazionale è stata tenuta a Berlino per discutere sulla pratica<br />

attuazione (il resoconto dettagliato riceverai a parte) e tra l'altro venne<br />

deciso di invitare le Direzione dei partiti comunisti della Germania, Francia,<br />

Austria, Cecoslovacchia e Svizzera di realizzare immediatamente ciò che nel<br />

manifesto e nelle istruzioni private contemporaneamente diramate, era detto.<br />

La Centrale del Partito tedesco ha accolto per prima l'invito ed oltre<br />

all'appello accluso, ha preso delle disposizioni importanti di cui parlo nella<br />

lettera a parte.<br />

È probabile che T. sia mandato in Italia per il collegamento tra il rappresentante<br />

di Mosca e il partito comunista.<br />

Nella corrispondenza trovata nell'ufficio di Bordiga, il Sig. Rakoci è indicato<br />

col nomignolo di “pinguino”.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Questa relazione di Quaglino è dedicata prevalentemente all’illustrazione del<br />

contenuto del manifesto ad essa allegato, che contiene un appello del partito<br />

comunista tedesco ai lavoratori italiani. Essa comunica anche che forse un<br />

certo « T. » sarà trasferito ma Roma. Chi sia costui lo si vedrà più avanti.<br />

281


19.1 Copia del manifesto del partito comunista tedesco accluso alla<br />

lettera della questura di Roma del 23 Febbraio 1923<br />

282


<strong>Il</strong> testo del manifesto di cui si parla nella relazione fiduciaria è il seguente :<br />

AI COMUNISTI ITALIANI!<br />

Compagni, Compagne!<br />

<strong>Il</strong> partito comunista germanico segue con ammirazione l'eroica lotta che<br />

sostiene il fraterno partito italiano contro gli aguzzini del boia bianco Mussolini.<br />

La dominazione fascista non può sostenersi che con la brutale aggressione<br />

dell'ala rivoluzionaria del movimento operaio italiano. La distruzione<br />

della stampa comunista, il divieto della libertà di coalizione e riunione, i recenti<br />

arresti di massa di tutti gli appartenenti all'Internazionale Comunista, il<br />

licenziamento ed il maltrattamento inflitto agli operai rivoluzionari sono un<br />

segno evidente della debolezza e della paura del governo di Mussolini di<br />

fronte agli attacchi del proletariato. I fascisti non hanno potuto mantenere<br />

la promessa data alle classi medie ed operaie. Per tale ragione essi cercano<br />

ora di abbattere con la violenza gli operai.<br />

I riformisti continuano nella loro missione di traditori. Essi formano la<br />

“fedele opposizione” del comunisticida Mussolini. Ogni operaio rivoluzionario<br />

europeo guarda con disprezzo i lacchè della borghesia italiana.<br />

Compagni, compagne!<br />

<strong>Il</strong> P.C. Germanico indirizza l'attenzione di tutta la classe operaia tedesca<br />

sul regime boia dell'ex socialista Mussolini. <strong>Il</strong> proletariato internazionale solleva<br />

fiammeggiante protesta contro il terrore bianco in Italia.<br />

A dimostrazione della fraterna solidarietà dei comunisti tedeschi verso i<br />

loro fratelli italiani perseguitati, la Centrale del P.C. Germanico, ha rimesso<br />

a mezzo dell’“Aiuto Rosso” per i profughi italiani la somma di I milione di<br />

Marchi.<br />

W. l'eroico partito comunista italiano!<br />

W. l'internazionale comunista.<br />

Berlino 14-2-1923<br />

Centrale del P.C. Germanico<br />

*****<br />

Come può constatarsi, Quaglino completa e arricchisce il contenuto delle<br />

sue relazioni fiduciarie con l’invio di fotografie, di documenti e di articoli di<br />

stampa, che permettono alla polizia di comprendere meglio l’organizzazione<br />

del movimento comunista e di adottare quindi le strategie più opportune<br />

per combatterlo.<br />

283


20. Lettera della questura di Roma datata 26 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

284


Da Berlino – data 26 Febbraio 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL Generale di Corpo d’Armata<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Da Berlino -– 26 Febbraio:<br />

In continuazione lettera precedente: la riunione fu sospesa e ripresa nel<br />

pomeriggio occupandosi della situazione italiana. La maggior parte delle<br />

considerazioni di carattere politico svolte dai rappresentanti italiani non vale<br />

la pena di riferirle, perché rasentano continuamente l’idiozia. Secondo<br />

Bombacci, in Italia si potrà avere la possibilità di un cambiamento politico,<br />

soltanto come ripercussione di avvenimenti internazionali. E fin qui nulla di<br />

strano, ma egli ripete questo concetto ogni momento, volendo alludere alla<br />

prossima guerra mondiale! E al role decisivo che, secondo lui, vi sosterrà<br />

l'esercito russo! Vale la pena invece di riferire le idee di Radek, d'altronde<br />

già note, per averle lui manifestate in recenti suoi discorsi. Radek è legato da<br />

antica amicizia con Worosky e perciò dichiarò che dava grande importanza<br />

alle informazioni di lui. Secondo Radek:<br />

I ° – la base sociale del fascismo, prima della conquista del potere, era la<br />

piccola e media borghesia, oltre a molti elementi dèclassès presi nelle squadre.<br />

La piccola borghesia era passata al fascismo in seguito alle “fesserie”<br />

compiute dal partito socialista.<br />

2° – andando al potere, il fascismo ha perduto la maggior parte degli elementi<br />

dèclassès, perché non ne aveva più bisogno, e va perdendo tutti i<br />

giorni le simpatie della piccola borghesia, perché la politica economica di<br />

De Stefani, non può soddisfarla. Basta pensare ai provvedimenti relativi agli<br />

affitti ecc. <strong>Il</strong> fascismo, volendo restare fedele alla sua promessa di ricostruire<br />

la produzione, sarà costretto ad irritare, sempre più, anche la media borghesia.<br />

3° – la piccola e la media borghesia certamente non si dichiareranno mai<br />

per il programma comunista, ma in esse si rafforzeranno le idee pacifiste e<br />

democratiche. Queste idee hanno già la loro espressione politica nel pensiero<br />

nittiano, notoriamente esponente delle direttive e dei bisogni della finanza<br />

americana. Fino a qual punto Nitti, al<br />

285


286


quale probabilmente si uniranno i turatiani, Bonomi ecc. potrà assumere<br />

un'attitudine netta di opposizione, valorizzando i consensi che gli verranno<br />

dalla piccola e dalla media borghesia? Con la riforma costituzionale ideata<br />

da Mussolini, questo potrà avvenire molto difficilmente.<br />

4° – Bisogna tuttavia considerare i fatti da un punto di vista internazionale.<br />

Mussolini, Poincaré e Bonar Low avranno mano libera per molti mesi,<br />

ma la loro politica creerà complicazioni tali, che da soli non potranno più<br />

risolverle. Soltanto allora l'America deciderà di intervenire nelle cose europee,<br />

col peso della sua forza politica ed economica. Questo intervento avrà<br />

delle ripercussioni profonde nei rapporti interni di tutti gli Stati. Gli esponenti<br />

europei della finanza americana (Lloyd George, Nitti, Caillaux) considereranno<br />

giustamente quell’intervento come la conferenza [conferma] della<br />

loro politica. Essi torneranno al potere non per i voti dei parlamentari europei,<br />

ma per quello del Senato di Washington. L’intervento americano non<br />

deve considerarsi come una probabilità, ma come una certezza, come è una<br />

certezza il fallimento della politica europea di Poincaré, sostenuta da Mussolini<br />

e da Lloyd George.<br />

5° – Dopo il periodo fascista su tutta l’Europa, noi avremo dunque un<br />

periodo pacifista e democratico. In qualche paese, come la Germania, il potere<br />

passerà completamente ai sindacati e ai socialisti. In Francia sarà la volta<br />

del blocco di sinistra. In Inghilterra si realizzerà un'alleanza tra laburisti e<br />

liberati. E in Italia? l'avvenire dipende dalla tattica che adopereranno i socialisti<br />

e i comunisti. Se il partito comunista unificato continuerà in Italia una<br />

propaganda di violenza, esso sarà liquidato non tanto da Mussolini, quanto<br />

dalle masse che, dopo gli ultimi mesi di torbidi, di violenze, non vogliono<br />

più saperne. Inoltre i comunisti ostacolerebbero Nitti, ciò che non è nei nostri<br />

interessi. Noi dunque abbiamo abbandonare la nostra fraseologia e avvicinarci<br />

ai bisogni e alla mentalità delle masse. Invece del programma massimo,<br />

noi dobbiamo diffondere un nostro programma minimo, con rivendicazioni<br />

semplici ed elementari. In Italia dobbiamo diffondere la nostra<br />

parola d'ordine del governo operaio, bisogna far sapere che abbiamo rinunciato<br />

ai “soviet” e alla dittatura e che siamo pronti a collaborare con altre<br />

frazioni parlamentari, purché siano concesse delle date riforme. In realtà noi<br />

non rinunciamo a niente, non [ma] è necessario spostare gradualmente in<br />

avanti la situazione. Soltanto in un tempo successivo, noi potremo lottare<br />

per il nostro programma specifico. Dobbiamo avere una tattica dialettica:<br />

che sia, cioè, suscet-<br />

287


288


tibile di sviluppi.<br />

========<br />

La riunione infine decise di fare il possibile perché il Congresso socialista<br />

sia rinviato. La fusione immediata esporrebbe i serratiani allo sbaraglio,<br />

mentre può darsi che senza unirsi ufficialmente a noi, essi potranno giovarsi<br />

ancora di una relativa libertà di movimento. L’importante è avere una base<br />

di manovra piuttosto larga: ora la Direzione del P.S.I. è già con Mosca.<br />

L’«Avanti» anche. Essi hanno accettato completamente la nostra disciplina,<br />

sarebbe ridicolo danneggiare queste forze, unicamente per raggiungere<br />

un'unità formale. Conoscerai certamente le decisioni prese nelle ultime riunioni<br />

della Direzione del P.S.I. ad unanimità, eccetto Fioritto. Esse sono in<br />

parte già applicate. Per esempio l’«Avanti»! già pubblica, come articoli propri,<br />

i commenti politici che l’Imprekorr invia a tutti i giornali comunisti, sui<br />

principali avvenimenti della vita internazionale. L'accettazione di quei<br />

commenti è obbligatoria per le Redazioni comuniste, in questo modo<br />

l’internazionale ottiene il vantaggio di dare un tono unico a tutta la sua<br />

stampa.<br />

Per ciò che riguarda la lotta antifascista all'estero, venne anche deciso di<br />

aiutare la pubblicazione di un giornale comunista in lingua italiana in tutte le<br />

zone di emigrazione italiane. <strong>Il</strong> Direttore del giornale dovrà essere nello<br />

stesso tempo l'organizzatore degli emigranti e porsi in comunicazione con<br />

l'ufficio di Berlino. Giornali comunisti italiani già esistono all'estero nelle<br />

seguenti località: Svizzera( Zurigo –L'Azione), Francia (Parigi – La scolta),<br />

Stati Uniti (New-York – Alba Nuova), Argentina (Buenos-Ayres – Avanti).<br />

Ad essi saranno inviate disposizioni dettagliate.<br />

<strong>Il</strong> Questore<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Come si è visto, nella relazione inviata da Berlino il 18 febbraio 1923 e riprodotta<br />

nella lettera della questura romana alla DGPS del 26 successivo,<br />

Quaglino aveva comunicato la notizia che a Berlino si era tenuta una conferenza<br />

internazionale per organizzare la lotta contro il fascismo, sulla quale si<br />

era riservato di fornire un resoconto dettagliato a parte. Ciò fece con due<br />

lettere separate, costituenti l’una la continuazione dell’altra. Nell’ACS è stata<br />

trovata solo la seconda, qui riprodotta, che riassume la discussione sulla situazione<br />

italiana.<br />

289


21. Lettera della questura di Roma datata 8 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 16, settimana internazionale della gioventù<br />

comunista contro il fascismo e la reazione<br />

290


Roma, 8 marzo 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Accludo copia di un appello della internazionale giovanile comunista diretto<br />

ai soldati, (redatto a Berlino) e che dovrebbe essere distribuito anche<br />

in Italia durante la settimana internazionale contro la guerra imperialistica e<br />

contro la reazione, che va dall'11 al 18 marzo corrente –<br />

Ho provveduto per impedire eventuale diffusione a Roma.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

Volantino allegato alla lettera della questura dell’8 marzo 1923<br />

291


22. Lettera della questura di Roma datata 9 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

292


Roma, li 9 marzo 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DEL CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Rimetto all'E.V. copia del progetto-programma, redatto dai comunisti italiani<br />

ora a Berlino aderenti alla 3 a internazionale, per la protezione all'estero<br />

delle vittime della reazione italiana e per la lotta contro il fascismo.<br />

Tale documento è ancora in mano dei redattori ed occorre quindi usarne<br />

con discrezione, per non scoprire il fiduciario.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Come si è già osservato, Quaglino invia spesso alla polizia i documenti e il<br />

materiale a stampa di cui viene in possesso. In questo caso si tratta di un<br />

documento programmatico redatto dai comunisti italiani per la protezione<br />

all'estero delle vittime della reazione italiana e per la lotta contro il fascismo.<br />

Esso è qui di seguito riprodotto.<br />

293


22.1 Progetto-programma di cui alla lettera della questura del 9-3-1923<br />

294


295


23. Lettera della questura di Roma datata 13 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

296


Roma, 13 Marzo 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Da Berlino, 9 Marzo 1923<br />

Si trova qui a Berlino il sindacalista Vecchi, segretario della Camera del<br />

lavoro di Verona e direttore dell'«Internazionale Rossa». Egli proviene da<br />

Milano, senza passaporto –<br />

Ha passato la frontiera vestito da fuochista, su una macchina di un merci.<br />

Tornerà fra giorni in Italia con lo stesso metodo.<br />

In una lettera da Milano, Berti annunzia che l'esecutivo della federazione<br />

giovanile si è trasferito in Lombardia, come anche l'esecutivo del partito –<br />

Quello dei giovani è presentemente costituito da Berti, Gorelli, Luigi Longo<br />

di Torino. Contro il Longo vi è un mandato di cattura.<br />

L'ufficio berlinese della Terza Internazionale ha inviato una protesta a<br />

Mosca per la nota rimessa da Worosky al Governo italiano. La nota sembra<br />

sia stata redatta da Graziadei, che, com’è noto, è l'Avv. Della missione di<br />

Roma. Nella protesta inviata a Mosca è detto: “Fino a quando non si tratterà<br />

del nostro riconoscimento politico, i nostri rappresentanti si devono rifiutare<br />

di fare dichiarazioni politiche”.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione fiduciaria riprodotta nella lettera segnala la presenza a Berlino<br />

del sindacalista Nicola Vecchi e fornisce i nomi dell’esecutivo della Federazione<br />

giovanile comunista.<br />

<strong>Il</strong> testo di questa lettera si trova anche nelle due seguenti posizioni archivistiche:<br />

ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia) – 3 a Internazionale<br />

Comunista – Komintern e ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista,<br />

b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc. 1 Worowski.<br />

La nota di Worowski al Governo italiano è riprodotta alle pp. 116-117.<br />

297


24. Lettera della questura di Roma datata 13 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

298


Roma, 13 Marzo 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Da Berlino, 10 marzo 1923.<br />

“<strong>Il</strong> progetto di organizzazione per la lotta contro il fascismo è stato approvato<br />

dall'Esecutivo di Mosca, perciò si è già iniziato il lavoro di pratica<br />

attuazione. La Rote Fanhe, organo dei com. tedeschi pubblica stamane, un<br />

appello dell'ufficio di Berlino che deve dirigere la lotta antifascista, firmato<br />

da Clara Zetkin – È stata inviata una circolare a tutti i partiti com. perché<br />

costituiscano comitati analoghi. La «Rote Fahne» ha già pubblicato che i<br />

sindacati russi hanno stanziato 10 mila rubli oro (150-000 lire) per questa<br />

lotta.<br />

Accludo (importantissimo) un foglio staccato dal verbale della Commissione<br />

per la questione italiana al congresso di Mosca. La risoluzione votata è<br />

stata già pubblicata dall’Avanti! ma l'art. 12 che riguarda la lotta armata<br />

contro il fascismo, fu omesso per evidenti ragioni. Questa risoluzione,<br />

compreso l'art. 12, fu approvata all'unanimità, compreso Serrati”.<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

****<br />

La lettera contiene informazioni sull’organizzazione della lotta contro il fascismo<br />

da parte dei comunisti, che comprende anche il ricorso alle armi,<br />

come dimostra il documento allegato alla stessa.<br />

299


24.1 Testo dell’art. 12 di cui alla lettera del 13 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

300


Punto 12<br />

Nell’Italia attuale, il lavoro illegale è diventato una necessità assoluta. I<br />

compagni del Partito Socialista Italiano devono al riguardo recuperare il<br />

tempo perso. Sarebbe estremamente pericoloso cullarsi nell’illusione che il<br />

fascismo cederà gradualmente e permetterà al movimento operaio di continuare<br />

nella legalità fascista. In ogni caso i comunisti devono essere preparati<br />

al peggio. È chiaro che il fascismo per logica della storia può essere indotto<br />

a togliere al movimento rivoluzionario per un certo tempo ogni possibilità<br />

legale. Si avvicinano i tempi che saranno come la prova del fuoco per ogni<br />

organizzazione operaia e per ogni rivoluzionario individualmente.<br />

<strong>Il</strong> congresso incarica la Commissione Centrale dei Cinque di formulare in<br />

modo speciale un piano dettagliato di lavoro illegale e di fare tutto il possibile<br />

per realizzarlo (Questo punto 12 non deve essere pubblicato).<br />

301


25. Lettera della questura di Roma datata 27 marzo1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

302


Roma, li 27 Marzo 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

DIRETTORE GENERALE DELLA P.S.<br />

ROMA<br />

Da Berlino 23 marzo:<br />

Gli organi centrali del partito comunista italiano si prospettarono il problema<br />

del funzionamento illegale del partito, anche prima dell'avvento al<br />

potere del fascismo. Tuttavia le misure prestabilite fin da allora, non sono<br />

state ora realizzabili, perché i dirigenti comunisti avevano previsto anticipatamente<br />

la reazione, ma sotto forme diverse dalle attuali. Per es. il partito<br />

comunista s'illudeva di poter garantire la continuità di lavoro per i propri<br />

organi centrali, chiamando a questi posti, in caso di arresto dei vecchi componenti,<br />

nuovi elementi forniti del mandato parlamentare. Quando il Governo<br />

fascista ha mostrato di non tenere in soverchio conto i Signori Onorevoli,<br />

evidentemente quella misura non è stata più adottata. Perciò l'Esecutivo,<br />

come più sotto diciamo, dopo l'arresto di Bordiga, è stato costituito<br />

con nuovi elementi.<br />

Una previsione si è però avverata e cioè che sarebbe stato necessario abbandonare<br />

Roma come sede dell'Esecutivo e tornare a Milano, già sede<br />

dell'Ufficio legale.<br />

Questo trasporto di sede è stato mascherato, facendo restare a Roma<br />

l'«Avanguardia», per ciò che riguarda il movimento giovanile, e Terracini,<br />

ritenuto il più identificabile dei dirigenti comunisti.<br />

<strong>Il</strong> giorno 10 Marzo è stata tenuta a Milano una riunione con l'intervento<br />

di Fortichiari, Grieco, Terracini, Repossi, Beruzzi (?), Manonilsky delegato<br />

della Terza Internazionale, commissario dell'agricoltura della repubblica U-<br />

craina. È strano che questa riunione sia passata inosservata, quando si pensa<br />

che Repossi è continuamente seguito dalla polizia!<br />

Tuttavia posso affermare nel modo più assoluto che la riunione<br />

303


304


è avvenuta, poiché ho visto il resoconto dettagliato che Manonilsky ha scritto<br />

e mandato qui, perché venga inoltrato a Mosca. (Come è noto gli Esecutivi<br />

dei partiti comunisti sono obbligati a inviare a Mosca copia del verbale<br />

di ogni seduta). La riunione suddetta ha avuto una grande importanza, perché<br />

ha eletto il nuovo Esecutivo, ha stabilito le nuove norme organizzative<br />

del partito comunista e la sua politica per il prossimo avvenire.<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo<br />

Palmiro Togliatti, ex redattore capo del Comunista e già membro del<br />

Comitato centrale; Vota, segretario della Federazione nazionale lavoranti in<br />

legno; Scoccimarro, membro della commissione per la fusione, sono stati<br />

chiamati a far parte del nuovo Esecutivo. La relazione di Manonilsky aggiunge<br />

anche Beruzzi, ma il suo nome è completamente sconosciuto. Grieco,<br />

Repossi e Terracini restano ancora in carica, il lavoro più importante<br />

dovrà essere svolto dai sopradetti. Fortichiari resta a capo del l'Ufficio illegale.<br />

L’Esecutivo avrà per sede Milano; Togliatti temporaneamente resterà a<br />

Torino.<br />

L'On. Graziadei è stato chiamato nel Comitato centrale in sostituzione<br />

dell'On. Marabini che si trova ancora in Russia per incarico di alcune cooperative<br />

agricole.<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo Giovanile<br />

Cassitta si trova in Sardegna e non ha dato più alcuna attività. Egli è stato<br />

sostituito da Luigi Longo di Torino, che insieme a Berti e a Gorelli, costituisce<br />

il nuovo Esecutivo della Federazione Giovanile. La sua sede è anche<br />

a Milano.<br />

Stampa<br />

La pubblicazione del “Lavoratore” viene considerata come provvisoria e<br />

perciò nella seduta del 10 marzo venne discussa la questione della stampa<br />

nella previsione che il “Lavoratore” venisse soppresso. Fu deciso di mettere<br />

in salvo le casse di caratteri mobili, di cui la tipografia del Lavoratore è ben<br />

provvista e di acquistare tre macchine “in piano” di modeste dimensioni.<br />

(Le macchine sono state acquistate in Germania alla fiera di Lipsia e saranno<br />

spedite fra giorni. Ne parlerò a parte).<br />

305


306


Questi preparativi devono servire alla pubblicazione di tre settimanali illegali,<br />

appena il “Lavoratore”, cesserà le pubblicazioni.<br />

L'esperienza degli altri Paesi, in cui una situazione simile a l'Italia si è già<br />

verificata, dimostra che la pubblicazione di un settimanale, composto a mano<br />

e stampato in macchina in piano, è un lavoro che non richiede molta fatica.<br />

In Russia si riuscì persino a pubblicare dei quotidiani illegalmente. A<br />

Torino “l'Ordine Nuovo”, dopo l'avvento del fascismo al potere, è uscito<br />

per più di un mese illegalmente. Le difficoltà maggiori si incontrano nella<br />

diffusione, poiché è certo che diffondere o anche leggere una pubblicazione<br />

illegale, equivale ad esporsi per un sicuro arresto. Si cercherà una maniera<br />

per diminuire la possibilità d’inconvenienti: i settimanali prenderanno i titoli<br />

più innocui, o addirittura la testata di giornali borghesi; nella spedizione essi<br />

verranno avvolti con fascette di vecchi giornali borghesi o illustrati ecc. ecc.<br />

Queste pubblicazioni saranno soprattutto diffuse nelle officine e tra i soldati.<br />

L’organizzazione del Partito<br />

L'Esecutivo non sarà in relazione con i gruppi locali, ma con i fiduciari<br />

provinciali. Soltanto questi sapranno dove l'Esecutivo risiede e gli ordini<br />

che emana. A loro volta i fiduciari provinciali saranno in relazione solo con<br />

i fiduciari locali e non con altri compagni. In altre parole i dirigenti comunisti<br />

sono persuasi che è necessario restringere la vita di partito ad alcuni punti<br />

d'appoggio, scelti nelle principali città. Questa limitata forma organizzativa,<br />

é una conseguenza dell'attività politica che l'Esecutivo si propone di<br />

svolgere in Italia e all'estero. Questo tema fu lungamente dibattuto nella riunione<br />

del 10 Marzo e si venne alle seguenti conclusioni.<br />

L'attività comunista in Italia e all'estero contro il fascismo.<br />

<strong>Il</strong> Partito deve rinunziare temporaneamente ad ogni attività pubblica tra<br />

le masse, ma deve preoccuparsi di salvare almeno il proprio scheletro dall'azione<br />

repressiva del Governo.<br />

Questo atteggiamento durerà fin quando la crisi nei sindacati fascisti non<br />

abbia fatto il suo corso.<br />

Nel Parlamento, nella Confederazione, sulla stampa, per ora i comunisti<br />

devono tenersi in un atteggiamento remissivo. Vi è una sola<br />

307


308


maniera per dare fastidio al fascismo, ed è trasportando la lotta sul terreno<br />

internazionale: nei Parlamenti esteri e nelle zone dove sono colonie di lavoratori<br />

italiani.<br />

A questo riguardo già ho informato diffusamente annunciando la costituzione<br />

del Comitato Internazionale anti-fascista a Berlino.<br />

Di nuovo c'è la risoluzione approvata dalla conferenza di Francoforte,<br />

pubblicata sui giornali. (continua)»<br />

IL QUESTORE<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Questa relazione fiduciaria fornisce notizie sull’organizzazione e sull’attività<br />

del PCd’I.<br />

Si rimarca qui nuovamente la perfetta concordanza, già precedentemente<br />

evidenziata, tra l’espressione « Vota, segretario della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno », contenuta in questa lettera, e l’espressione « Vota già<br />

segretario della Federazione Lavoranti in Legno », contenuta nel rapporto<br />

di 300 HP del 27 settembre 1923, redatto dopo l’arresto del militante comunista.<br />

Si rimarca, altresì, il fatto che le notizie fornite da Quaglino non sempre<br />

sono precise perché, non essendo un dirigente del partito, non ha una conoscenza<br />

diretta di ciò di cui parla. In questo caso scrive: « La relazione di<br />

Manonilsky aggiunge anche Beruzzi, ma il suo nome è completamente sconosciuto<br />

», dimostrando di ignorare che Beruzzi è lo pseudonimo di Manuilski..<br />

309


26. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5071, fasc. Terracini Umberto.<br />

310


Terracini prof.<br />

Terracini, dopo aver partecipato alla conferenza di Francoforte, doveva<br />

fare ritorno in Italia, illegalmente. Ma da Lugano ha scritto che incontra difficoltà.<br />

Nel punto in cui egli avrebbe dovuto attraversare la frontiera, è stato<br />

arrestato un comunista milanese, tal Zanardi.<br />

Dei discorsi pronunziati da Terracini a Francoforte, vi è un ampio resoconto<br />

su la “Rote Fahne” di Berlino –<br />

*****<br />

Questa nota informativa, come le tre seguenti, è stata estratta da una lettera<br />

della questura di Roma, datata 2 aprile 1923, di cui nell’ACS non si è rinvenuto<br />

il testo integrale ma solo alcune parti, distribuite in vari fascicoli, intestati<br />

rispettivamente a Umberto Terracini, Edmondo Peluso, Nicola Bombacci<br />

e Ersilio Ambrogi.<br />

311


27. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 3836, fasc. Peluso Edmondo.<br />

Peluso Edmondo<br />

Tal Manoliski o Manoniliski delegato della 3 a Internazionale si troverebbe<br />

a Milano, sarebbe continuamente accompagnato dal suo segretario, ben conosciuto,<br />

Edmondo Peluso. Costui ora non ha più la barba.<br />

312


28. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 705, fasc. Bombacci Nicola.<br />

Bombacci Nicola<br />

Tornerà a Roma tra giorni legalmente via Tarvisio.<br />

313


29. Lettera del 2 aprile 1923: Ambrogi Ersilio<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 92, fasc. Ambrogi Ersilio<br />

314


Ambrogi Ersilio<br />

Nella riunione del Comitato segreto del Partito Comunista tenutasi a Milano<br />

il 10 marzo 1923, considerando la maggiore importanza che sta per a-<br />

vere l'organizzazione dei comunisti italiani all'estero fu deciso di inviare, per<br />

il 2 aprile, a Parigi il prof. Angelo Tasca, a Berlino Mauro Scoccimarro e a<br />

Vienna l'on. Ambrogi Ersilio (che attualmente si trova a Berlino) – Costoro<br />

dovranno, agli ordini del Comitato Internazionale Antifascista e in collegamento<br />

con l'Italia, dirigere i comunisti italiani all'estero. Secondo una statistica<br />

dell'Esecutivo, finora 15 mila comunisti italiani si trovano all'Estero,<br />

rifugiati dopo l'avvento del fascismo al potere.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> testo di questo documento si trova anche in ACS, CPC, b. 4707, fasc.<br />

Scoccimarro Mauro, e b. 5040, fasc. Tasca Giovanni Angelo.<br />

315


30. Lettera della questura di Roma datata 15 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

316


Roma, li 15 aprile 1923<br />

GABINETTO DEL QUESTORE<br />

A S. E. IL GENERALE DEL CORPO D’ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

Roma<br />

<strong>Il</strong> partito comunista ha stabilito che in genere debbano risiedere a Berlino<br />

soltanto coloro i quali non possono stare in Italia perché ricercati dalla polizia<br />

essendo colpiti da mandati di cattura.<br />

Ecco perché Bombacci è costretto a prepararsi per fare qui ritorno.<br />

<strong>Il</strong> comitato internazionale antifascista con sede a Berlino è presieduto da<br />

Clara Zetchin ed Henry Barbousse.<br />

Allego una circolare in tedesco spedita agli esecutivi di tutti i partiti comunisti<br />

e socialisti.<br />

Sono arrivati a Berlino, provenienti da Mosca, gli On. Gennari e Marabini.<br />

Essi on torneranno in Italia, ma si recheranno a Vienna, con speciale incarico,<br />

che mi si farà presto conoscere.<br />

Antonio Gramsci, ex-Direttore dell'ORDINE NUOVO si trova a Mosca,<br />

quale sostituto di Gennari. È in Italia il fratello Gennaro Gennari[Gramsci],<br />

già amministratore di detto giornate, imputato nel processo degli esplosivi<br />

(Leonetti e Comp.).<br />

317


30.1 Circolare in tedesco di cui alla lettera del questore del 15.4.1923<br />

318


319


31. Lettera della questura di Roma del 4 maggio 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5509, fasc. Zanardi Francesco.<br />

320


Roma, li 4 Maggio 1923<br />

Regia Questura Roma<br />

Onorevole MINISTERO dell’INTERNO<br />

Direzione Generale della P.S.<br />

(Divisione Affari Generali e Riservati)<br />

ROMA<br />

Secondo notizie pervenute da un fiduciario di quest’ufficio, risulterebbe<br />

che lo straniero che il 21 Marzo scorso riuscì a sfuggire alle Guardie di Finanza<br />

al varco di Monte Clivio (Como) e che fu indicato pel comunista Pietro<br />

Matheivichs, argomento delle lettere di codesta Dir. Gen. in data 27 e<br />

30 Marzo scorso n. 8288 e 8670, non sarebbe altri che il comunista italiano<br />

Zanardi, ex segretario della Federazione comunista milanese, il quale trovasi<br />

al presente a Berlino, ove avrebbe raccontato l’avventura occorsagli. Egli,<br />

nella circostanza, consegnò alla guardia di Finanza un passaporto falso, in<br />

cui egli era indicato con un nome russo, e di qui l’equivoco che o fece annunziare<br />

come un emissario russo.<br />

Lo Zanardi allorché voleva rientrare in Italia era accompagnato dal comunista<br />

Romano Cinzep, ora arrestato in Czeco-Slovacchia e che precedentemente<br />

fu arrestato col comunista Giulianini Aldo di Forlì, quando<br />

quest’ultimo rientrò in Italia dopo il congresso di Mosca.<br />

Si spiegherebbe così che il sedicente straniero fosse in possesso del documento<br />

a firma Grieco, allegato alla lettera di codesta On. Direzione Generale<br />

in data 27 Marzo scorso n. 8288, diretta al noto Arturo Cappa, lettera<br />

il cui contenuto conferma le notizie riferite sul Cappa con la comunicazione<br />

ufficiosa di quest’ufficio in data 25 Aprile, comunicazione che ha relazione<br />

con la lettera di codesta On. Direzione del I° corrente N° 11469.<br />

IL REFETTO<br />

Reggente la Questura<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Sulla vicenda relativa a Zanardi si rimanda alle pp. 134-136, dove è ampiamente<br />

trattata.<br />

321


32. Lettera della questura di Roma datata 25 maggio1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia) – 3 a Internazionale Comunista<br />

– Komintern<br />

322


Roma, li 25 maggio 1923<br />

REGIA QUESTURA ROMA<br />

A S. E. IL GENERALE DEL CORPO D’ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

Roma<br />

Da notizia fiduciaria che ritengo attendibile, si afferma che Fortichiari<br />

Bruno di Milano e l’Avv° Umberto Terracini di Torino (entrambi dell’Esecutivo<br />

Comunista e colpiti da mandato di cattura in seguito a denunzia di<br />

quest’ufficio) si trovano attualmente a Berlino, sulle mosse di partire per<br />

Mosca, onde partecipare ad una riunione colà, che si chiama Esecutivo allargato.<br />

IL PREFETTO<br />

Reggente la Questura<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> testo di questa lettera si trova anche, manoscritto, in ACS, MI, DGPS,<br />

1923, b. 110, fasc. Arresto Bordiga.<br />

323


33. Lettera della questura di Roma datata 14 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 90, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° Internazionale Comunista<br />

324


Roma, li 14 novembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA<br />

GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DEL CORPO D’ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

Roma<br />

Un fiduciario che è all’estero - mi scrive che si prepara una specie di crociata<br />

internazionale contro il fascismo – e mi invia copia di un appello, redatto<br />

in tedesco e relativa traduzione.<br />

Le firme poste in calce a questa circolare – sono interessanti – per alcune<br />

personalità che vi figurano.<br />

<strong>Il</strong> Prefetto<br />

Reggente la Questura<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera costituisce una delle tante testimonianze dell’invio di materiale<br />

informativo alla polizia da parte di Quaglino.<br />

325


33.1 Circolare in tedesco di cui alla lettera del questore del 14.11.1923<br />

326


327


34. Lettera della questura di Roma datata 25 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 105, fasc. Movimento sovversivo all’estero –<br />

Spagna.<br />

328


Roma, li 25 novembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S.E. IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario – residente in Spagna – col quale lo scrivente è stato in<br />

corrispondenza in queste ultime settimane, pervengono ora degli appunti<br />

sul movimento sovversivo in quella Nazione.<br />

Tali notizie potrebbero essere utili alle Autorità Spagnole.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Le informazioni contenute nella relazione fiduciaria allegata a questa lettera<br />

riguardano le prospettive del movimento comunista e sindacalista rivoluzionario<br />

in Spagna, dopo il colpo di stato militare di Primo de Rivera. La<br />

relazione è stata attribuita arbitrariamente a <strong>Silone</strong> da Canali e Biocca, ma il<br />

suo contenuto e il suo stile inducono a ritenere che sia stata redatta da Quaglino.<br />

Ne è un indizio la meticolosità, tipica di Quaglino, con cui vengono<br />

indicati i fondi stanziati da Mosca a favore del movimento comunista spagnolo<br />

e il percorso bancario che seguono: « <strong>Il</strong> sussidio al partito comunista<br />

è stato aumentato da Mosca fino a 5 mila pesetas mensili; saranno inviate<br />

ogni tre mesi, come per il passato da Amsterdam al Banco Urquijo di Madrid<br />

». Un altro indizio è costituito dalla notizia sui soldi sequestrati a Maurin<br />

che ricorda quella dei soldi sequestrati a Botdiga. Su Maurin qui si dice: «<br />

I denari trovati in dosso a Maurin nel recente arresto, erano destinati al sindacato<br />

comunista dei minatori di Viscaglia, circa 4000 pesetas e provenivano<br />

dall'Internazionale dei sindacati rossi di Mosca come sussidio al recente<br />

sciopero, che è risultato con la sconfitta degli operai ». Su Bordiga, nella lettera<br />

della questura di Roma del 15 Febbraio 1923, si legge: « Rakoci era ieri<br />

l'altro qui a Berlino, egli ha raccontato di essere stato con Bordiga, poco<br />

tempo prima che questo fosse arrestato. I valori trovati presso di lui erano<br />

arrivati con l'ultimo corriere russo da Berlino, ed ammontavano a 300 mila<br />

lire in valuta inglese ».<br />

329


34.1 Rapporto allegato alla lettera del questore del 25.11.1923<br />

330


<strong>Il</strong> movimento comunista e sindacalista rivoluzionario in Spagna<br />

Prospettive per l'avvenire<br />

Le condizioni create al movimento operaio dal colpo di stato militare<br />

hanno offerto la possibilità di un vasto piano di organizzazione alle forze<br />

politiche e sindacali che fanno capo a Mosca. E’ utile anzitutto osservare<br />

come il cosiddetto movimento sindacale rivoluzionario, diretto da Maurin<br />

Joaquin, non è meno moscovita del partito comunista: il Maurin non è i-<br />

scritto al partito comunista spagnuolo per ragioni di opportunità, ma egli<br />

personalmente mi ha dichiarato di essere disposto ad entrare nel partito<br />

quando che sia e che anche non iscritto, si considera come sottoposto alla<br />

disciplina comunista. <strong>Il</strong> suo caso è simile a quello di Nin, il quale si è astenuto<br />

dall'entrare nel partito comunista, finché l'opportunità lo richiedeva,<br />

ma superati quei motivi, si è scritto nel partito russo (sezione di Mosca).<br />

Per spiegare in che senso il colpo di stato offre la possibilità di uno sviluppo<br />

insperato ai comunisti ed ai sindacalisti rivoluzionari (favorevoli a<br />

Mosca) è necessario ricordare brevemente la situazione in cui queste forze<br />

si trovavano, prima del colpo di stato. Nel Levante esse avevano la diga<br />

dell'anarchismo, dittatore feroce della Confederazione del Lavoro, mentre<br />

nel resto della Spagna il partito socialista e la Unione Generale dei Lavoratori,<br />

contrastavano accanitamente ogni progresso comunista.<br />

Imbottigliati così, da una parte e dall'altra, i comunisti non vedevano una<br />

via di uscita per il loro sviluppo: mentre infatti per progredire tra le masse<br />

governate dagli anarchici, sarebbe stato necessario mostrarsi più rivoluzionari<br />

ancora degli anarchici, questo rivoluzionarismo troppo spinto li nuoceva<br />

dalla parte delle masse socialiste, più moderate e possibiliste. Così tra un<br />

estremo e l'altro, i comunisti si trovavano in un isolamento poco splendido.<br />

I membri aderenti al partito non arrivavano tre mesi fa a 1000! Ai quali si<br />

potevano aggiungere altri 1000 della Federazione giovanile. L'organo del<br />

partito “L’Antorcha” con una tiratura settimanale di tremila esemplari e il<br />

“Joven Comunista” con una tirata di duemila.<br />

UNA IMPORTANTE RIUNIONE A PARIGI<br />

Dopo il colpo di stato, la Confederazione del lavoro deliberò di sciogliersi<br />

e sospese anche la pubblicazione del quotidiano “Solidaridad Obrera”. Due<br />

331


332


giorni prima di questa decisione, parlai con Pestana, il quale si dichiarò a-<br />

pertamente contrario alla deliberazione dei suoi compagni anarchici e per la<br />

prima volta mi disse che “per resistere da una parte alla repressione governativa<br />

e dall'altra all'infiltrazione dei socialisti, sarebbe stato necessario un<br />

accordo con i comunisti e con Maurin”. Egli credeva che anche nel caso in<br />

cui la confederazione si fosse sciolta e “Solidaridad” fosse stata sospesa, bisognava<br />

restare in buone relazioni, per il momento in cui si fosse potuto<br />

tornare all'organizzazione legale e che, intanto, non bisognava demoralizzare<br />

le masse con polemiche inutili. Mi disse anche se gli potevo riferire che<br />

cosa ne pensasse Maurin ed il comitato esecutivo del partito, però essendo<br />

dovuto partire per Parigi non lo potetti più vedere, anche perché, essendo<br />

ricercato, non era molto facile avvicinarlo a Barcellona.<br />

A Parigi (il giorno 20 ottobre) vi fu una riunione che assunse una importanza<br />

imprevista dagli organizzatori. Si sarebbe dovuto parlare dell'agitazione<br />

a favore di Mateu e Nicolau, ma data la presenza di Nin (che non è a<br />

Mosca come credono in Spagna, ma ordinariamente a Berlino), Cèsar Gonzales,<br />

segretario del partito spagnuolo, Trilla, Humbert, Droz ed altri, si<br />

passò a parlare della situazione generale politica della classe operaia spagnuola,<br />

dopo la “defaillance” della confederazione e di “Solidaridad”.<br />

Gonzales, in riassunto, presentò la situazione in questa maniera: vi è la<br />

possibilità di un largo sviluppo della influenza comunista in Spagna, date le<br />

seguenti condizioni: I°) il partito socialista collabora tecnicamente con Primo<br />

de Rivera, basta tener conto dei continui abboccamenti tra Laneza e il<br />

dittatore, ma vi è una parte importante del partito che non approva l'attitudine<br />

di Llaneza e di Largo Cavallero, vi sono persino dei capi socialisti, come<br />

Indalecio Pietro, che non dissimulano il loro dissenso. Prieto, de los<br />

Rios, Besteiro, sono in fondo dei democratici repubblicani, ma vi è una parte<br />

di operai socialisti che si schiererà con costoro, per spirito di intransigenza<br />

di classe. Questa parte di operai noi possiamo guadagnarla, combattendo<br />

da una parte la collaborazione e dall'altra il liberismo borghese di Prieto. 2°)<br />

Migliori prospettive vi sono dalla parte degli anarchici. Non solo alcuni capi<br />

anarchici, ma la grande maggioranza degli operai di Barcellona ha disapprovato<br />

la diserzione della confederazione che, col pretesto di organizzarsi illegalmente,<br />

è scomparsa. Molti sindacati di Barcellona, tra i quali il metallurgico<br />

e quello dei trasporti, chiedono la riapparizione di un quotidiano operaio.<br />

333


334


Essi si vanno orientando decisamente verso Maurin e la campagna che<br />

egli sostiene sulla “Batalla”. Senza dubbio gli anarchici persisteranno nella<br />

loro attitudine e provocheranno sempre più profonde divisioni nel campo<br />

operaio barcellonese. Se noi pubblichiamo a nostre spese un quotidiano a<br />

Barcellona, in un mese noi ricostituiamo sulle nostre direttive, tutta l'organizzazione<br />

che prima seguiva gli anarchici.<br />

La discussione rimase nei limiti della suddetta relazione. I dissensi sorsero<br />

sulla questione del carattere da dare al quotidiano, che dovrebbe uscire a<br />

Barcellona e la maggioranza si fece convincere da Nin, che sosteneva la necessità<br />

di non dare un carattere nettamente comunista al giornale, per non<br />

provocare la suscettibilità di una massa ancora imbevuta da tanti anni di supremazia<br />

anarchica: il giornale deve farsi sostenitore di un programma generico<br />

operaista, favorevole alla ricostituzione dei sindacati, al fronte unico<br />

proletario ecc... potrà cominciare a far campagne politiche solo dopo un<br />

certo tempo e in ogni caso quando avesse raggiunto la tiratura di “Solidaridad”,<br />

venticinquemila copie.<br />

Si decise di mandare resoconto della riunione a Mosca e una relazione per<br />

il giornale alla commissione del bilancio dell'Internazionale Comunista.<br />

---------<br />

A Barcellona il 5 Novembre fui invitato ad una riunione in cui si doveva<br />

ridiscutere appunto la questione del giornale. Presenti fra gli altri Maurin e<br />

per il partito comunista Hilario Arlandis.<br />

Maurin presentò il seguente preventivo per la pubblicazione del giornale:<br />

sulla base di una tiratura iniziale di 15000 copie, si devono calcolare le seguenti<br />

spese settimanali:<br />

tipografia e carta pesetas 7.200<br />

stipendi (redazione e amministrazione) “ 840<br />

agenzie servizi varii “ 400<br />

posta, reclam “ 90<br />

locali amministrazione e redazione “ 140<br />

Totale delle spese “ 8.670<br />

Le entrate approssimative settimanali sarebbero:<br />

dalla rivendita pesetas 5.960<br />

abbonamenti “ 120<br />

sottoscrizione volontaria “ 300<br />

totale entrate pesetas 6.380<br />

335


336


Differenze in deficit SETTIMANALE pesetas 2290.<br />

Naturalmente il preventivo di Maurin che non è forte in questioni amministrative<br />

è un po' impreciso: l’unione delle voci “tipografia e carta” sarebbe<br />

dovuto al fatto che la carta non viene comprata direttamente dalla Papeleza,<br />

ma la tipografia stessa è in condizioni di cederla.<br />

Per colmare il deficit, si aspetta l'approvazione della commissione del bilancio<br />

dell'Internazionale Comunista (che è arrivato in questi giorni, e fissa<br />

il sussidio a 10000 pesetas mensile). Io credo che il deficit sarà superiore di<br />

molto, ma dopo l'appoggio dei sindacati di Barcellona, sarà possibile colmarlo.<br />

Si parlò anche della redazione che fu stabilita provvisoriamente con<br />

le seguenti persone: Maurin direttore, Arlandis (di Valenza) redattore capo,<br />

Torralba Beci corrispondente da Madrid, amministratore lo stesso che amministrava<br />

la “Solidaridad”.<br />

---------<br />

I denari trovati in dosso a Maurin nel recente arresto, erano destinati al<br />

sindacato comunista dei minatori di Viscaglia, circa 4000 pesetas e provenivano<br />

dall'Internazionale dei sindacati rossi di Mosca come sussidio al recente<br />

sciopero, che è risultato con la sconfitta degli operai.<br />

---------<br />

<strong>Il</strong> sussidio al partito comunista è stato aumentato da Mosca fino a 5 mila<br />

pesetas mensili; saranno inviate ogni tre mesi, come per il passato da Amsterdam<br />

al Banco Urquijo di Madrid.<br />

---------<br />

<strong>Il</strong> sussidio alla Gioventù comunista è stato aumentato a 1500 pesetas<br />

mensili, ma perverrà da Parigi ogni tre mesi, credo allo stesso Banco.<br />

*****<br />

Va qui osservato che nell’ACS non sono presenti, oltre a questa, altre relazioni<br />

fiduciarie inviate dalla Spagna alla questura romana o alla DGPS. <strong>Silone</strong><br />

soggiornò in Spagna dall’aprile 1923 al gennaio 1924. Se fosse stato lui<br />

l’informatore comunista, come mai si sarebbe limitato a una sola relazione,<br />

in tutto quell’arco di tempo? Inoltre, avendo una conoscenza diretta del<br />

partito comunista spagnolo, sarebbe stato in possesso soltanto delle notizie<br />

molto generiche riportate nella relazione?<br />

337


35. Lettera della questura di Roma datata 25 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

338


Roma, li 25 Novembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario che è in Francia mi pervengono i seguenti appunti:<br />

L'ORGANIZZAZIONE DELLA LOTTA ANTIFASCISTA A PARIGI.<br />

1. Comitato direttivo nazionale: risiede nella sede del partito comunista<br />

francese, ed è costituito presentemente dell’ex ferroviere Azzario, da Edmondo<br />

Peluso, dal Prof. Pozzuoli (Cremona), da un rappresentante del partito<br />

francese Jacques Mesnil e dal rappresentante dell’Internazionale Jules<br />

Humbert Droz.<br />

Edmondo Peluso è incaricato della redazione del settimanale in lingua italiana,<br />

che si pubblica a Parigi “L'Araldo”. I membri che costituiscono il<br />

comitato direttivo cambiano spesso, perché non tutti risiedono permanentemente<br />

a Parigi. Un rappresentante del comitato, partecipa di diritto alle<br />

riunioni della direzione del partito francese, con voto deliberativo: attualmente<br />

è Azzario, che è incaricato di questo.<br />

<strong>Il</strong> comitato riceve un forte sussidio (10000 franchi al mese) dalla Confederazione<br />

del lavoro unitaria, che è diretta dai comunisti, ma nel quale esiste<br />

anche una attiva minoranza anarchica. Per non incontrare l'opposizione della<br />

minoranza su questo punto, il Comitato della lotta antifascista è chiamato<br />

di fronte alla confederazione “comitato di propaganda per l'organizzazione<br />

della mano d’opera straniera”, cioè da un aspetto completamente sindacale.<br />

Prima di questo espediente, invece, gli anarchici pretendevano che i sussidi<br />

che si vo-<br />

339


340


levano elargire ai profughi italiani dovessero essere divisi in parti uguali tra<br />

anarchici e comunisti.<br />

I compiti del comitato sono stati così limitati: difesa morale e materiale<br />

dei profughi; organizzazione e direzione dei gruppi comunisti italiani in<br />

Francia; propaganda per l'organizzazione sindacale degli operai italiani emigrati<br />

in Francia; controllo sull'attività dei fascisti italiani; lotta contro i fascisti<br />

per mezzo della stampa; lotta contro il governo fascista e le autorità che<br />

lo rappresentano all'estero.<br />

Alle dirette dipendenze del comitato vi è un propagandista, che ordinariamente<br />

viaggia nei dipartimenti dove più affluisce la immigrazione italiana,<br />

(Marsiglia, Lion, Bordeaux ecc) un incaricato di Ventimiglia per facilitare il<br />

passaggio della frontiera e un compagno di Marsiglia incaricato di indirizzare<br />

il profugo in una zona dove possa immediatamente trovare lavoro.<br />

Una certa quantità di passaporti italiani il comitato li ha ricevuti da Berlino,<br />

20 erano intestati senza fotografia a cittadini italiani nati nel Lussemburgo,<br />

20 a regnicoli della Venezia Giulia, 5 del Consolato Italiano di Dresden,<br />

altri 10 provenienti dall'Ufficio di Torino della Umanitaria.<br />

<strong>Il</strong> comitato riceve dall'Internazionale solo 3000 franchi per il deficit<br />

dell'Araldo. <strong>Il</strong> comitato è sottoposto completamente all'Esecutivo italiano,<br />

per ciò che riguarda la organizzazione dei profughi comunisti e le direttive<br />

del giornale: tutte le decisioni del comitato e i resoconti delle sedute sono<br />

inviati cifrati, all'Esecutivo italiano.<br />

2° <strong>Il</strong> gruppo di Parigi. Conta un centinaio di iscritti, divisi in diversi quartieri<br />

della città e nella Banlieu: non fa mai, che io sappia, riunioni plenarie,<br />

ma solo riunioni di gruppi. <strong>Il</strong> comitato si riunisce nella sede dell’Humanitè,<br />

piano superio-<br />

341


342


e alla redazione, Rue Montemartre, 142, nella sala in cui è scritto “ispezione”.<br />

Vi è stata una grave divergenza tra il comitato del gruppo di Parigi e il<br />

comitato nazionale, in seguito ai fattacci avvenuti a Parigi tra profughi italiani<br />

e fascisti. <strong>Il</strong> comitato nazionale e il partito francese, da principio non<br />

credevano che si trattasse di fatti organizzati e preparati sistematicamente<br />

dal gruppo di Parigi, ma quando ne ebbe la certezza, credette suo dovere<br />

intervenire, perché fosse abbandonata la tattica dell'attentato individuale.<br />

Data però la poca energia dei membri del comitato nazionale e il nessun<br />

contatto diretto tra essi e la massa dei profughi, il comitato del gruppo di<br />

Parigi dichiarò di non accettare il cambiamento di tattica e di far appello al<br />

partito italiano. Togliatti, prima del suo arresto, rispose subito che la tattica<br />

delle bastonate non era contraria alla tattica comunista, ma quando Gennari<br />

e Tasca conobbero che anche in nome loro, era stata inviata questa risposta,<br />

naturalmente non la approvarono. Tasca soprattutto portava ragioni di opportunità<br />

politica: la maggior parte degli italiani residenti a Parigi è avversa<br />

al fascismo, ed ha una certa simpatia per gli operai emigrati, ora è facile<br />

perdere questa simpatia; il governo francese non vuole avere seccature e<br />

mentre per il passato non ha mai accolto le domande di estradizione<br />

dall'Ambasciata italiana, potrebbe, per l'avvenire, regolarsi diversamente.<br />

Tuttavia un vero e proprio contro ordine non fu inviato a Parigi, e perciò il<br />

dissidio tra il gruppo e il comitato nazionale esiste ancora. (continua)<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione fiduciaria qui riportata descrive ampiamente l’attività antifascista<br />

svolta dai comunisti italiani in Francia, soprattutto a Parigi.<br />

343


36. Lettera della questura di Roma datata 26 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

344


Roma, li 26 Novembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Un fiduciario, attualmente nel Belgio, mi invia i seguenti appunti:<br />

«<strong>Il</strong> Comitato Centrale a Parigi della Federazione Italiana antifascista, è composto<br />

da:<br />

I° = Azzario, che si fa chiamare Anselmi e si firma nel periodico “Araldo”<br />

(che pure si pubblica a Parigi) col pseudonimo “Arius” –<br />

2° = Bavassano, che pare sia di Moncalieri, è un giovane operaio ventiquattrenne,<br />

dal portamento quasi distinto, capelli castani, voce chiara e vivace,<br />

pelle bianchissima.<br />

3° = Ravazzoli di Milano.<br />

4° = Un torinese di ventisei anni, alto, pallido, bruno, ha i capelli un po'<br />

ricci sul davanti, si fa chiamare a volte Bernolfi, a volte Renzi. Nella note<br />

giornate di rappresaglia a Torino, era nella Camera del lavoro, dove fu sorpreso<br />

e bastonato assieme ad altri. È un tipo fra i più influenti e misteriosi.<br />

Sicuramente è colui che ha l'incarico illegale.<br />

5° = Un giovane milanese, 23 anni, piuttosto basso, pallido, ignorantissimo:<br />

è in continua corrispondenza epistolare con il milanese Zanardi; che è a<br />

Berlino.<br />

6° = <strong>Il</strong> fratello di Antonio Gramsci, cioè l’ex amministratore dell'“Ordine<br />

Nuovo” – Egli è arrivato a Parigi da Marsiglia, pochi giorni prima di Azzario.<br />

Adesso fa l'amministratore dell’“Araldo” e della Federazione. L'ufficio<br />

lo ha al IV° piano del 143 Rue Montmartre, esce ed entra (e con lui tutti<br />

quei della Federazione) non dalla scala che dà sulla Rue Montmartre, ma<br />

dall’altra, che le disegno in questo schizzo:<br />

345


346


La scala interna, quella cioè in questione, è quella N. I: essa dà in un vicolo<br />

adiacente al palazzo ove è l’«Humanitè».<br />

Fino a pochi giorni prima che arrivassero a Parigi, Azzario e Gramsci, il<br />

dirigente della Federazione e dell'“Araldo”, era un giovane ventiseienne, pare<br />

veneto, statura un po' più alta della regolare, capelli neri lisci, pallido, occhi<br />

azzurri scintillanti, occhiali a stanghette, si fa chiamare Mario e si firmava<br />

nell'“Araldo” e nelle circolari col pseudonimo: Russel. Si è dimesso dalle<br />

cariche che copriva, in seguito a delle vivissime critiche, che gli sono state<br />

mosse dai piemontesi suindicati. Nei giorni in cui sono partito da Parigi, è<br />

arrivato colà, ed è stato subito inviato a Marsiglia per l'organizzazione sindacale<br />

un tale Lanfranchi, organizzatore comunista.<br />

Dovevano arrivare, sempre in quel tempo, Del Carretto, designato dal sedicente<br />

Bernolfi, come il futuro dirigente della Federazione, ed Edmondo<br />

Peluso.<br />

Nel poco tempo trascorso fra le dimissioni di Mario e l'arrivo di Azzario,<br />

ha diretto l'“Araldo” e la Federazione, l'esilarante Prof. filosofo Pozzoni di<br />

Como. Egli è giunto da Berlino, ed è adesso traduttore del partito francese.<br />

<strong>Il</strong> suo ufficio è al primo piano del 120 Rue la Fayette e la stanza porta la<br />

scritta: “Sécretariat internationale”. Si fa chiamare Jean Jacques. Pochissimi<br />

sanno che egli sia Pozzoni: io sono fra questi, quindi attenzione a non generare<br />

sospetti.<br />

Un pezzo grosso è Montanari di Reggio Emilia; si fa chiamare Vandelli ed<br />

è tutti i mercoledì e i venerdì dalle 20 alle 22 al pianterreno del 120 Rue la<br />

Fayette; egli è rappresentante permanente nel “Comitè de Secours Rouge”.<br />

Affare Lombardi: L'uccisore, il cui nome non è stato possibile avere, è<br />

partito o per la Russia o per l'America, da Le Havre, aiutato da un tale<br />

Cueff, tesoriere del sindacato dei marittimi di Le Havre, 8 Quai de Lombardie.<br />

347


348


Detto uccisore fu inviato a questo Cueff, dal Mario e da Rainoni, segretario<br />

del “Bureau de la Main d’Oeuvre étrangère”.<br />

I documenti, matricola falsa, gli sono stati forniti dal Rainoni, che è incaricato<br />

della bisogna. <strong>Il</strong> Rainoni è in corrispondenza col Cueff, il quale fa<br />

partire i soli condannati, e li imbarca legalmente sui piroscafi americani<br />

Berlino: Terracini si fa chiamare Urbani. Cammina insieme ad una donna<br />

alta bruna magra. Scoccimarro, si fa chiamare Negri, pare che sostituisca<br />

Ambrogi, che partirà per l’Argentina, quale rappresentante italiano di Berlino.<br />

<strong>Il</strong> suo segretario è Zanardi, quello che fuggì dal confine svizzero e che<br />

lasciò cadere una fotografia col nome di Matteovich. Egli si fa chiamare Luigi<br />

Macchi, ed era assieme a Scoccimarro, in prigione, ma adesso è libero.<br />

Al N. 4 (non nel portone, ma in un negozio chiuso adiacente) c'è la sezione<br />

francese e italiana dell’Internazionale Giovanile (Feurigstrasse-<br />

Schoneberg-Berlin). Dentro ci stanno Barbara, la cognata di Tranquilli,<br />

Quaglierini e moglie di Como, paesani di Pozzoni.»<br />

IL PREFETTO<br />

FREGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Questa relazione fiduciaria, oltre a integrare quella precedente sull’attività<br />

dei comunisti italiani in Francia, riporta notizie che riguardano alcuni comunisti<br />

presenti a Berlino.<br />

Avendo attribuito falsamente la relazione fiduciaria a <strong>Silone</strong>, Canali e<br />

Biocca danno di lui l’immagine morale di un Giuda che arriva al punto persino<br />

di tradire la propria cognata, segnalandola alla polizia: « Dentro ci<br />

stanno Barbara, la cognata di Tranquilli … ».<br />

La lettera del questore inizia con le parole: « Un fiduciario, attualmente<br />

nel Belgio, mi invia i seguenti appunti ». Ci si aspetterebbe che le notizie riguardino<br />

questo paese, invece riguardano la Francia e Berlino. Come già è<br />

stato osservato, le località in cui si trova il fiduciario e le date di spedizione<br />

delle sue note informative indicate nelle lettere della questura romana sono<br />

spesso approssimative e perciò non sono sempre attendibili.<br />

349


37. Lettera della questura di Roma datata 8 dicembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

350


Roma, li 8 Dicembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

Direttore Generale di Polizia<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario di questo ufficio, residente all'Estero, mi sono pervenute<br />

le seguenti notizie sull'attività dei comunisti italiani in Francia:<br />

“È arrivato a Parigi, da Marsiglia, ove ha dimorato circa due mesi, inviatovi<br />

per dirigere quel movimento comunista italiano, un tale Lanfranchi. È<br />

un ex segretario di Camera del lavoro. Ha risieduto a Genova, donde si è<br />

allontanato in seguito agli arresti operati colà, nell'agosto e settembre scorso.<br />

Insieme al predetto, trovasi un cameriere del Bar internazionali di Genova<br />

di circa 35 anni, bruno, statura media, colorito rosso, mentre il Lanfranchi<br />

è un tipo bruno, piuttosto alto, pallidissimo, naso schiacciato vestito<br />

di nero.<br />

Presentemente il Lanfranchi lavora negli Uffici della Federazione italiana<br />

di Parigi.<br />

Gramsci Gennaro, fratello del noto Gramsci Antonio, trovasi sempre a<br />

Parigi, non è però più occupato nell'Amministrazione dell'“Araldo” e dicesi<br />

che sia prossimo a ritornare in Italia.<br />

Fidia Sassano è ripartito per Berlino, inviatovi dalla Direzione del Partito<br />

Comunista, con l'incarico, a quanto sembra, di sostituire nel posto e nelle<br />

mansioni il noto Zanardi di Milano, il quale è giunto a Parigi, occupandosi<br />

nella Federazione italiana al IV° piano della Rue Montmartre 142.<br />

Jean Jacques (Prof. Pozzoni) ha trasferito il suo ufficio al 3° piano della Rue<br />

la Fayette 120 e precisamente nella porta ove è<br />

351


352


la scritta “Bulletin Comuniste”. Egli è entrato a far parte del “Comitè du<br />

Secours Rouge”.<br />

In questi giorni, come da precedenti disposizioni dell'Esecutivo, sono<br />

giunti a Parigi i profughi residenti a Vienna, fra cui Lunedei Torquato colpito<br />

da mandato di cattura del Giudice Istruttore di Rimini, per la costituzione<br />

di bande armate.<br />

<strong>Il</strong> Lunedei ha avuto che dire con Azzario, il quale non vorrebbe riconoscerlo<br />

come fiduciario del Partito a Vienna.<br />

<strong>Il</strong> noto Azzario (che si fa chiamare Anselmi) continua ad essere il capo del<br />

movimento comunista italiano in Francia e rappresentante l'Esecutivo Italiano,<br />

nel Comitato Esecutivo del Partito Francese.<br />

Egli insieme a Peluso e Cappa Arturo, si occupa specialmente del lavoro<br />

redazionale dell'“Araldo”.<br />

Del Comitato illegale antifascista, fanno parte un certo Bernolfi, Renzi<br />

torinese, Ravazzano di Moncalieri e Zanardi.<br />

A quanto sembra però, tale Comitato sarà prossimamente sciolto, giacché<br />

il Partito comunista francese e per esso Tommasi ha comunicato, che si devono<br />

all’esistenza del Comitato stesso, i vari incidenti verificatisi a Parigi,<br />

incidenti che non ha [hanno] avuto altro risultato che di scatenare la reazione,<br />

contro il movimento italiano.<br />

<strong>Il</strong> nuovo amministratore della Federazione italiana segnalato come Del<br />

Carretto, è il solo che ha tutti gli indirizzi scritti in un libretto dalla copertina<br />

nera – libretto ch’egli porta sempre indosso.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera contiene informazioni relative all’attività dei comunisti a Parigi.<br />

L’annotazione manoscritta in rosso, apposta da un funzionario della DGPS<br />

sul lato sinistro del secondo foglio della lettera, recita: «Queste notizie concordano<br />

esattamente con quelle giunte da altro fiduciario, in base alle quali<br />

sonosi già fatte le debite segnalazioni - ».<br />

353


38. Lettera della questura di Roma datata 8 dicembre 1923<br />

Fonte: Fonte: ACS, DGPS, 1924, J4, b. 88, fasc. Belgio<br />

354


Roma, li 8 Dicembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A S.E. il Generale di Corpo d’Armata<br />

Intendente Generale di Polizia<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario di quest’Ufficio, residente all'Estero, mi sono pervenute<br />

le seguenti notizie, sull'attività dei comunisti italiani in Belgio:<br />

“Nel Belgio, fino a qualche tempo fa, non esisteva alcun movimento dei<br />

comunisti italiani; movimento che si è andato costituendo ad opera di elementi<br />

italiani espulsi dalla Francia e dal Lussemburgo.<br />

<strong>Il</strong> centro di tale attività è Verviers.<br />

<strong>Il</strong> comitato direttivo, finora provvisorio, e che ha avuto delle polemiche<br />

con l’Esecutivo del Partito comunista Belga nei riguardi del suo riconoscimento,<br />

si compone:<br />

I° – Tacchini Eugenio che si fa chiamare “Scrutatore”, abitante Place du<br />

Marcchè, nel solo bar esistente in quella piazza.<br />

<strong>Il</strong> medesimo è stato espulso dal Lussemburgo e dalla Francia. Si trova da<br />

molti anni all'Estero. Ha circa 30 anni, ed è nato a Novara. È giunto a Verviers<br />

nel maggio scorso, ed in un convegno di gruppi italiani, tenutosi a<br />

Esch sur Alzette, il 18 Novembre scorso, fu chiamato alla presidenza.<br />

E’ il fiduciario del gruppo italiano di Verviers presso il Comitato direttivo<br />

della sezione Belga di quella città.<br />

2°– Angelini Mario nato a Terni, di anni 38, abitante Rue du Pont 55 – 2°<br />

piano, ove dimora pure tal Taggioli, membro del Comitato direttivo del<br />

gruppo italiano. Anche l'Angelini è un espulso dalla Francia e dal Lussemburgo<br />

e si fa chiamare Pittaluga. Egli è l'incaricato di consegnare ogni sabato<br />

il giornale l'“Aral-<br />

355


356


do” nelle case dei suoi compagni e degli altri operai italiani. Detto giornale,<br />

che è stato sequestrato due o tre volte, viene portato con automobile a Versailles,<br />

a S. Étienne e nella Banlieue da Zanardi o da elementi francesi.<br />

3° – Tal Moschelli, torinese, abitante a Sarennes (Liegi) il quale però farà<br />

presto ritorno in Italia, chiamato dalla direzione del partito. Sarà sostituito<br />

da un tipografo di Schio (Vicenza) che dimora a Dison (Borgata di Verviers).<br />

È facile conoscerne il nome, perché ha sposato la figlia dell'impiegato postale<br />

di Dison. È l'elemento italiano più colto e scrive articoli sull’“Araldo”.<br />

Tali notizie debbono essere tenute riservatissime ad evitare indiscrezioni e<br />

sospetti.<br />

*<br />

* *<br />

Tutta la posta del movimento italiano nel Belgio arriva all'indirizzo di un<br />

membro dell'Esecutivo del Partito Belga a Verviers, Michele Guillemin, 109<br />

Rue de Dison 2° piano.<br />

Gli operai italiani di Verviers, quasi tutti sovversivi, si riuniscono nel caffè<br />

Nicolas Sourdant in Piazza dei Martiri. I militanti però vanno nel caffè Antialcolique,<br />

situato nella stessa Piazza.<br />

Si dice che al presente si stia organizzando un complotto per assassinare<br />

due operai fascisti, che abitano a Verviers, Rue Hodimont 120 o 128, nella<br />

stessa casa dove abitano due comunisti di Pordenone (Udine). Per compiere<br />

tale misfatto, si sarebbero fatti venire a Verviers degli elementi adatti, residenti<br />

a Retinne.<br />

<strong>Il</strong> Tacchini sarebbe in possesso delle fotografie dei due operai fascisti.<br />

*<br />

* *<br />

I corrieri per il recapito della corrispondenza, sono di due specie: regolari<br />

e irregolari o speciali. Questi ultimi sono rari e difficilmente riescono ad essere<br />

individuati. – I corrieri regolari, sono in genere composti da un uomo e<br />

da una donna. Partono ogni venerdì o sabato da Berlino (la posta viene<br />

messa nelle valigie in una sala a pianterreno dell'Ambasciata russa) col treno<br />

delle ore 15 o delle 16, da Analter -Banoff (Stazione). A Haltingen (confine<br />

svizzero) avviene lo smistamento in una casupola: la posta per il partito italiano<br />

prosegue, con<br />

357


358


altre persone, per Basilea-Milano: quella del partito francese per Basilea-<br />

Mulhouse-Parigi sempre con altre persone.<br />

Spesso, quando si tratta di elementi fidati e sicuri, vittime politiche ecc.<br />

essi viaggiano direttamente col corriere da Berlino ad Haltingen.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C Bertini<br />

*****<br />

La lettera contiene una descrizione dettagliata dell’organizzazione e<br />

dell’attività dei comunisti italiani in Belgio.<br />

La seguente parte della lettera: « I corrieri per il recapito della corrispondenza<br />

….[ecc.] …. Haltingen » si trova anche, riprodotta in un foglio<br />

manoscritto, in ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 1, fasc. 1<br />

bis, Corrieri comunisti e uffici di collegamento di propaganda comunista.<br />

359


39. Lettera della questura di Roma datata 19 dicembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 90, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° Internazionale Comunista<br />

360


Roma, li 19 Dicembre 1923<br />

REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

A S.E. il Generale di Corpo d’Armata<br />

Capo della Polizia<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario è pervenuto da Berlino a quest’ufficio un piccolo opuscolo,<br />

scritto in tedesco,contenente le istruzioni per la costituzione della<br />

Lega antifascista internazionale – opuscolo che, qui allegato, trasmetto alla<br />

E. V. ad opportuna notizia.<br />

All. - I -<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

*****<br />

39.1 Frontespizio dell’opuscolo di cui alla lettera del 19.12.1923<br />

Scritti della Lega contro il fascismo<br />

1° Quaderno:<br />

Scopo e compito dei gruppi e delle confederazioni<br />

della Lega internazionale contro il fascismo<br />

Amsterdan 1923<br />

361


40. Lettera della questura di Roma del 29 febbraio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

362


Roma, li 29 febbraio 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario attualmente a Parigi:<br />

“La situazione a Parigi è interessante, non tanto per i fattacci, come quello<br />

dell'attentato a Bonservizi, quanto per il lavoro politico che si sta svolgendo<br />

per una specie di fronte unico anti-fascista, che dovrebbe abbracciare dai<br />

comunisti ai repubblicani, dai socialisti agli ex garibaldini. L'iniziatore di<br />

questo pateracchio sembra essere Natoli, corrispondente parigino della<br />

“Voce Repubblicana” che finora non è riuscito [a] entrare in relazione con<br />

gli organi responsabili del Partito comunista, onde cerca di avvicinare gli<br />

elementi più in vista e di convincerli.<br />

Parlando con persona amica, egli cominciò con una lunga fila-strocca sugli<br />

“esuli”, Mazzini a Londra, Garibaldi a Montevideo, Lenin in Svizzera,<br />

ecc. ecc., per concludere che, pur essendo all'estero, bisogna combattere per<br />

la liberazione del proprio paese. Dopo fece capire che egli era stato incaricato<br />

di fare questo lavoro di avvicinamento con i dirigenti del movimento<br />

operaio, da persone degne di ogni rispetto, però, che non vogliono compromettersi,<br />

e fece il nome di Ricciotti Garibaldi (che sta Parigi), ed è in<br />

buone relazioni con vari membri del governo francese.<br />

Gli fu fatto osservare:<br />

1°) che gli operai non hanno bisogno di farsi ricordare da Ricciotti Garibaldi<br />

il dovere di combattere il fascismo;<br />

2°) che l'unica forza seria che esista in Francia, tra l'emigrazione italiana, è<br />

rappresentata dalla numerosa e di-<br />

363


364


sciplinata organizzazione comunista;<br />

3°) che ai comunisti non mancano né mezzi, né intelligenza per dirigere la<br />

loro organizzazione. <strong>Il</strong> Natoli soggiunse che non si tratta di fare delle rinunzie<br />

o dei compromessi, ma soltanto di stabilire un collegamento, e non con<br />

singole personalità, ma con gruppi di sinistra già organizzati.<br />

<strong>Il</strong> Natoli disse pure che esiste una loggia massonica, aderente al Grande<br />

Oriente francese, costituita da elementi italiani anche fascisti.<br />

Fece anche il nome di Luigi Capolonghi come uno dei dirigenti della loggia,<br />

e disse che sarebbe bene accetta la partecipazione di qualche elemento<br />

giovane e intelligente, bene introdotto nel movimento operaio. La loggia<br />

potrà servire molto bene, per mantenere il contatto necessario tra tutte le<br />

forze antifasciste. E potrà servire a proteggere l'elemento operaio da eventuali<br />

colpi della polizia. Se in occasione del ferimento di Bonservizi, non<br />

sono stati fatti arresti in massa, se il governo francese non concede mai l'estradizione<br />

di operai italiani richiesta da Mussolini, è sempre “per il nostro<br />

intervento”. Disse anche che il rappresentante della Confederazione del lavoro<br />

e del partito socialista unitario, Caporali, è stato uno dei primi a dare il<br />

suo nome alla loggia. Ma che loro hanno bisogno di qualche elemento comunista,<br />

perché riconoscono che la maggioranza degli operai italiani in<br />

Francia emigrati, segue qui i comunisti, perché hanno avuto una buona organizzazione,<br />

una stampa diffusa, molti propagandisti, ecc. Si terminò fissando<br />

un nuovo appuntamento, ma gli fu fatto osservare che per principio i<br />

comunisti sono contrari agli accordi con delle persone che rappresentano<br />

solo se stesse! ......<br />

&&&&&&<br />

Alfred Kurella (di Berlino) membro dell'Esecutivo della Internazionale<br />

giovanile, è ora in Italia, come rappresentante di Mosca presso la Federazione<br />

giovanile italiana. Alto, molto magro (tubercolotico), biondo, un po'<br />

balbuziente, età 25 anni. Egli è molto conosciuto con il pseudonimo di<br />

Bernard Ziegler. Parla male ita-<br />

365


366


liano, bene il francese, tedesco e russo. Forse è con sua moglie: anche lei<br />

alta, magra e bionda; si chiama Margaret. Probabilmente è con un passaporto<br />

regolare, non essendo conosciuto dalla polizia tedesca il suo vero nome.<br />

&&&&&&&&<br />

Cassitta, recentemente scarcerato a Milano, partirà fra giorni per Mosca,<br />

come rappresentante della Federazione giovanile.<br />

&&&&&&&&<br />

Andrès Nin, (di Barcellona) membro dell'Esecutivo della Internazionale<br />

dei Sindacati rossi, rappresenta ora questa, in Italia, presso il Comitato sindacale<br />

comunista. Manderò fotografia di lui.<br />

È in rapporto con Repossi. Ricercato dalla polizia spagnuola. – Con passaporto<br />

francese.”<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione contenuta in questa lettera della questura romana, oltreché<br />

fornire notizie sull’attività antifascista svolta a Parigi dagli esuli italiani, segnala<br />

gli spostamenti di alcuni dirigenti comunisti (Alfred Kurella, Cassitta e<br />

Andrès Nin).<br />

Va osservato che la conoscenza che Quaglino ha delle esternazioni di Natoli<br />

non è diretta ma indiretta. Perché Quaglino riferisce quanto a lui è stato<br />

detto da un suo amico comunista che ha avuto una conversazione con Natoli.<br />

Ciò risulta chiaramente dalla parte della relazione in cui si dice: « Parlando<br />

con persona amica, egli [= Natoli] cominciò con una lunga filastrocca<br />

sugli “esuli” ». Ed è proprio la mancanza di una conoscenza diretta<br />

dei fatti che riferisce che rende spesso le sue relazioni fiduciarie generiche e<br />

imprecise.<br />

367


41. Lettera della questura di Roma del 4 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Campagna<br />

promossa dalla 3 a Internazionale Comunista.<br />

368


Roma, li 4 Marzo 1924<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Nella prima quindicina di dicembre u.s. fu tenuta a Berlino una conferenza<br />

antifascista internazionale.<br />

Un fiduciario mi aveva scritto subito un resoconto al riguardo, ma, causa la<br />

mia malattia – le lettere mi sono state consegnate soltanto ora dall'intermediario,<br />

che non volle porgerle in altre mani. – Malgrado il tempo trascorso, sembrami<br />

che il resoconto possa interessare, e lo trascrivo quindi all'Eccellenza<br />

Vostra qui di seguito:<br />

“La conferenza antifascista internazionale, che ha avuto luogo nei giorni<br />

10-11-12 Dicembre 1923, nella Herrensaal del Landtag Prussiano, Leipzigerplatz<br />

3, fu convocata con lettera circolare, datata il 20 Novembre dello<br />

stesso anno, dal Comitato Internazionale Antifascista che ha sede in Berlino,<br />

Unter den Linden 11.<br />

È necessaria una prima spiegazione: in tutti gli atti pubblici, negli appelli,<br />

nelle circolari stampate, negli opuscoli, il Comitato Internazionale suddetto<br />

appare come residente ad Amsterdam e diretto da Brommer, però, in realtà<br />

il Comitato non si è mai allontanato da Berlino. La scelta di Amsterdam,<br />

come sede ufficiale e pubblica, è dovuta a evidenti ragioni politiche e psicologiche:<br />

finché si diceva che il Comitato era in Berlino, a tutti appariva come<br />

una emanazione diretta dei comunisti. Amsterdam, invece, è un terreno<br />

neutro, è inoltre nel paese classico di tutte le iniziative a sfondo pacifista e<br />

antidittatoriale. Date le condizioni politiche attuali e la reazione imperversante<br />

contro i comunisti, si è dovu-<br />

369


370


to approfittare di una conferenza internazionale per il soccorso all'infanzia<br />

tedesca, per potere avere una certa libertà di movimento, e per poter tenere<br />

le sedute in luogo così sicuro com’è, senza dubbio, il Parlamento Prussiano.<br />

È da escludersi che l'ufficio di presidenza e la questura del Landtag fossero<br />

al corrente sul vero carattere della riunione, che si doveva celebrare. Infatti<br />

tutti gli aderenti alla conferenza, sia i tedeschi che i delegati stranieri, furono<br />

forniti di carte d'invito per la conferenza filantropica a favore dell'infanzia<br />

tedesca: però mentre questa finì i suoi lavori la sera del 9 Dicembre, nei<br />

giorni seguenti, le riunioni che si tenevano nelle sale superiori, non avevano<br />

nulla a che fare con la filantropia.<br />

Questa manovra può spiegarsi in questa maniera: sia il segretario del Comitato<br />

Internazionale di soccorso agli affamati tedeschi, sia il segretario del<br />

Comitato per la lotta contro il fascismo, sono comunisti: il primo Willy<br />

Münzenberg, il secondo Valerio Marcu, rumeno, (noto alla polizia di Roma<br />

fin dal 1920). Sul carattere e le direttive dell'azione, che dovrebbe far capo<br />

al comitato presieduto dal Marcu, già vi informai a suo tempo. In sostanza<br />

il Comitato non si rivolge tanto agli operai, quanto agli intellettuali e pacifisti<br />

di tutti i paesi e vorrebbe provocare un fac-simile della famosa crociata<br />

anti-bolscevica, che si svolse un po' in tutti i paesi, subito dopo la rivoluzione<br />

russa. Bisogna notare anche che il comitato appunta le sue maggiori armi<br />

contro il fascismo italiano, ma non trascura nemmeno i sedicenti fascismi di<br />

Bulgaria, Spagna, Baviera ecc.<br />

&&&&&&&&&<br />

LA SEDUTA<br />

Erano presenti per il Comitato Internazionale: Valerio Marcu, Paul Tomshon,<br />

Max Barthel, Alfons Paquet, Kurt Rosenfeld, Maximilian Harden, A.<br />

Weis, Brommert, Hanun Dorfel, Matilde Wurnm. Su ognuno di questi nomi<br />

dovrei mandarvi qualche delucidazione, (benché alcuni di essi siano conosciuti,<br />

come il dottor Paquet, il poeta Barthel, il deputato socialista Rosenfeld,<br />

la deputatessa socialista Wurm e Harden) ma in questa maniera la<br />

mia lettera sarebbe interminabile.<br />

Per il Belgio: Carlo Muller;<br />

Per la Francia: Baptiste, segretario dell'Associazione ex combattenti. Egli<br />

aveva inoltre l'adesione di Barbusse e di R. Rolland.<br />

371


372


Per l'Italia: On. E. Ambrogi e Michelangelo, ex segretario della Camera del<br />

Lavoro di Savona (ed ex canonico!)<br />

Per la Svizzera: Avv. Welti di Zurigo.<br />

Per la Svezia: Oscar Samuelson.<br />

Per la Spagna: Dino Tranquilli.<br />

Per l'emigrazione italiana in Francia: idem.<br />

Per l'Olanda: oltre da Brommert, S. W. Krugt, con l'adesione di Henriette<br />

Roland Holste e Edo Fimmen, uno dei segretari dell’Internazionale di Amsterdam!<br />

Per la Danimarca: una lettera di adesione dello scrittore Anderson Nexo.<br />

Per l'Ungheria: E. Varga, ex commissario dell'economia.<br />

Per la Bulgaria: Dimitrieff.<br />

Pere la Jugoslavia: Vujovich.<br />

Per la Cecoslovacchia: ? = uno studente.<br />

Per l'Inghilterra: Philippe Price.;<br />

Per l'Argentina: Tavella;<br />

Per il Messico: ? = uno studente.<br />

Per la Russia: Ustinoff e una signora (sconosciuta).<br />

La conferenza fu iniziata da un lungo discorso di un medico russo (Ustinoff):<br />

una sbrodolata insignificante sul ruolo dell'intellettuale nella lotta per<br />

la libertà. Seguì Willi Munzenberg per proporre di chiarire nella conferenza<br />

solo le parti controverse, e pratiche, abbandonando ogni discussione tecnica.<br />

Marcu, Paquet ed altri illustrarono il loro punto di vista, sul modo come<br />

si potrà estendere in tutti i paesi l'organizzazione anti-fascista. Marcu disse<br />

che la lotta dovrà essere portata nel campo ideologico: un certo numero di<br />

intellettuali, si era separato dal movimento operaio, per l'aspetto violento ed<br />

esclusivista, da questo assunto negli ultimi anni. “Ora invece noi possiamo<br />

dimostrare che il fascismo riproduce ed esagera i difetti del movimento o-<br />

peraio e proclama la necessità di una rigida dittatura; noi possiamo dunque<br />

prendere questa occasione per riattirare gli intellettuali verso il movimento<br />

rivoluzionario”.<br />

Si concluse che i delegati dei singoli paesi dovessero scrivere un rapporto<br />

in risposta ad un questionario, di cui riproduco la formula:<br />

1°) Qual'è la situazione del vostro paese, rispetto al fascismo?<br />

2°) Se il fascismo è al potere, enumerate i partiti, i gruppi e le tendenze<br />

che gli sono favorevoli.<br />

3°) Enumerate quali forze si mantengono o all'opposizione o indipenden-<br />

373


ti.<br />

374


4°) Fate un elenco esteso della stampa del vostro paese, specificando la<br />

sua attitudine verso il governo.<br />

5°) Se il fascismo non è ancora al potere, specificate se vi è un partito, o<br />

una tendenza qualsiasi che tende ad instaurare, anche nel vostro paese, un<br />

regime sul tipo fascista.<br />

6°) Quali forze gli si possono opporre: a) sul terreno della lotta aperta; b)<br />

sulla stampa; c) sul parlamento; d) qual’è l’attitudine del governo?<br />

7°) Come credete che si possa divenire, nel vostro paese, alla costituzione<br />

di un blocco antifascista, che si ponga in relazione col nostro Comitato?<br />

8°) <strong>Il</strong> blocco dovrà essere segreto o pubblico?<br />

9°) Su quali uomini isolati, intellettuali ecc. di grande prestigio si potrà<br />

contare?<br />

10°) Su quali giornali?<br />

11°) Dateci molti indirizzi ai quali mandare le nostre pubblicazioni.”<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La lettera riporta il testo di una relazione fiduciaria che contiene il resoconto<br />

della conferenza antifascista tenutasi in Germania nel dicembre 1923.<br />

<strong>Il</strong> questore giustifica la trasmissione tardiva della relazione con il fatto<br />

che, essendo egli assente dall’ufficio per malattia, l’intermediario, che è Bellone,<br />

non ha voluto consegnarla ad altra persona della questura. E ciò evidentemente<br />

per tutelare la segretezza del rapporto esistente con l’informatore.<br />

375


42. Lettera della questura di Roma del 5 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

376


Roma, li 5 Marzo 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario:<br />

“MILITANTI COMUNISTI ITALIANI INCONTRATI A PARIGI<br />

1°) Edmondo Peluso, rappresenta il partito italiano nel Bureau Latin<br />

dell'Internazionale comunista. <strong>Il</strong> suo ufficio illegale, è presso il Père Lachaise.<br />

Con lui lavorano Jules Humbert Droz, svizzero, Rakoci, ungherese e<br />

Rosmer Margueritte, francese. <strong>Il</strong> Bureau ha come compito di servire di collegamento<br />

tra Mosca e i partiti dell'Occidente, compresa l'America. Dopo la<br />

situazione difficile creata a Berlino, il Bureau Latin ha aumentato di importanza.<br />

2°) Azzario, (ex capo stazione di Fossano – Cuneo), rappresentante del<br />

partito comunista italiano, presso il partito francese. E’ suo compito principale<br />

informare e dirigere il movimento dei Gruppi Italiani in Francia, secondo<br />

le direttive che riceve dall'Italia. <strong>Il</strong> suo ufficio è presso “L'Ordine<br />

Nuovo”, 142, Rue Montemartre, p. 4°. Egli è anche il direttore del giornale.<br />

La Corrispondenza, cifrata, che gli viene dall'Italia, è indirizzata presso l'Agenzia<br />

“Tout Paris Etranger” che sta in una galleria prossima al Boulevard<br />

des Italiens (è una specie di Cobianchi).<br />

3°) Ferruccio, ex segretario della Camera del Lavoro di Torino, ora segretario<br />

di Azzario, fa il lavoro pratico per il giornale e tiene la corrispondenza<br />

con i gruppi italiani. Trattandosi di un giovane molto energico, non bisogna<br />

meravigliarsi se egli appare in realtà come il vero capo del movimento italiano<br />

in Francia. Mangia tutti i giorni in un ristorante cooperativo della<br />

“Famille Nouvelle” che sta presso Rue Montemartre. Ha l'uf-<br />

377


378


ficio presso Azzario.<br />

4°) Zanardi, che fino ad un mese fa stava a Berlino, come segretario di Scoccimarro,<br />

fu arrestato a Berlino e trovato con un passaporto intestato a un deputato<br />

italiano inesistente. Dopo la sua liberazione è venuto a Parigi, ove sotto il<br />

nome di Macchi, fa il propagandista nelle zone dove abbonda l'emigrazione italiana,<br />

quindi specialmente nelle provincie devastate.<br />

5°) Rainoni, era in Svizzera, a Zurigo, dove dirigeva un settimanale comunista<br />

italiano. Ora a Parigi è stato nominato, dalla Confederazione del Lavoro in Italia,<br />

segretario dell'Ufficio per la mano d’opera straniera. Da lui perciò dipende<br />

la propaganda sindacale tra gli operai italiani; la ricerca del lavoro per i disoccupati.<br />

<strong>Il</strong> suo ufficio è nella Maison des Sindicats Unitaires.<br />

6°) Cappa, l’ex redattore del “Comunista” dopo aver subito un'inchiesta feroce<br />

per le malversazioni da lui compiute in Egitto, è ora a Parigi, redattore de<br />

“L’International”, quotidiano comunista della sera. Fra giorni però sarà licenziato e<br />

rimarrà quindi disoccupato. (Un mese fa, ha perduto la moglie in Svizzera).<br />

7°) Prof. Pozzoli (Cremona), ora segretario del Comitato del Soccorso Rosso.<br />

Pozzoli lavora nella sede del Partito Comunista Francese, Rue Lafayette.<br />

8°) Lunedei, ex segretario della Lega Proletaria in Italia, è venuto da Vienna a<br />

Parigi, circa un mese fa. E’ disoccupato, perché malvisto dai suoi compagni.<br />

9°) Guarnieri, di Milano, terzinternazionalista, fa il cameriere in un ristorante<br />

di Place de la Repubblique.<br />

10°) Fermo Corbetta, ex segretario della Camera del Lavoro di Gallarate, fa<br />

ora il barbiere presso l’Etoile a Parigi.<br />

11°) Giovanni Buscemi, studente di nautica, di Mazzara del Vallo, fa ora il<br />

manovale lungo la linea della Gàre du Nord.<br />

---------<br />

Azzario è conosciuto a Parigi sotto il pseudonimo di Anselmi, il Prof. Pozzoli<br />

sotto il pseudonimo di Jean Jacques.<br />

<strong>Il</strong> Pozzoli dipende dal partito francese e, come sapete, dirige il Comitato francese<br />

del soccorso rosso, che ha sede in Rue Lafayette. Dalle 8 alle 9 di tutte le<br />

sere avviene la distribuzione dei sussidi ai profughi disoccupati o altrimenti bisognosi.<br />

Nei primi cinque mesi del suo funzionamento, da Giugno a Novembre,<br />

il Comitato suddetto ha erogato la somma di 69.321 franchi. Nel mese di<br />

Novembre, circa 22.500 franchi. <strong>Il</strong> 70% di queste somme è stato dato a comunisti<br />

italiani, il 15% a rivoluzionari spagnuoli, l'8% a polacchi, il resto a profughi<br />

di nazionalità diverse.<br />

<strong>Il</strong> Comitato usufruisce, nei viaggi che i profughi devono compiere sulla linea<br />

di P.L.M. [Parigi-Lione-Marsiglia] della riduzione del 15%: non so come abbiano<br />

potuto ottenere<br />

379


380


ciò!<br />

---------<br />

“L'Ordine Nuovo” è l'organo della organizzazione comunista italiana in<br />

Francia: ha la redazione e l'amministrazione negli uffici di Azzario. Ha<br />

11.500 copie di tiratura, benché dica di tirare 17.000: tuttavia anche la tiratura<br />

reale non è disprezzabile. L'Ordine Nuovo porta come sottotitolo: “Organo<br />

del partito [comunista] francese in lingua italiana” per una ragione comprensibile.<br />

In questa maniera le Autorità francesi non possono considerarlo<br />

come organo di rivoluzionari stranieri. La firma Arius di tutti gli articoli di<br />

fondo, corrisponde ad Azzario: la firma Ariel, a Cappa.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

Questa relazione fiduciaria di Quaglino contiene una serie di notizie<br />

dettagliate sull’attività svolta dai comunisti italiani da lui incontrati a<br />

Parigi.<br />

381


43. Lettera della questura di Roma del 28 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

382


Roma, li 28 Marzo 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S.E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario attualmente a Parigi :<br />

“In sostituzione di Azzario che è tornato illegalmente in Italia, è qui arrivato<br />

come rappresentante del partito comunista italiano, un certo Damen,<br />

ex segretario della Camera del lavoro di Pistoia, credo. Negli ultimi anni è<br />

stato però quasi sempre in carcere. <strong>Il</strong> Damen lavora tutti i giorni negli uffici<br />

della Humanité, rue Montmartre 142. Mangia, pranzo e cena, nella (Union<br />

des cooperateurs) di rue Poissonnieres, (di fronte al Matin). <strong>Il</strong> Damen è qui<br />

con un passaporto falso, credo lussemburghese. Egli partecipa a tutte le<br />

riunioni del bureau politique (direzione del partito comunista) francese, è in<br />

rapporto con Rakoci e con Humbert-Droz che si trovano ora qui a Parigi.<br />

<strong>Il</strong> Damen, secondo gli ordini dell'Esecutivo Italiano, cerca di accentuare il<br />

carattere aggressivo dell'organizzazione dei gruppi italiani costituiti in Francia.<br />

Aggressività da misurarsi non solo nei riguardi dei fascisti, ma anche<br />

dello stato francese. Infatti, in tutti gli scioperi, nelle manifestazioni ecc. che<br />

il partito comunista francese organizza, il Damen viene incaricato di curare<br />

la partecipazione degli operai stranieri, di oratori comunisti stranieri ecc.<br />

Un esempio si è avuto nel recente sciopero metallurgico della Citroen.<br />

383


384


Inoltre delle disposizioni saranno date per la partecipazione alla campagna<br />

elettorale degli operai stranieri, dato che qui il Partito ha l'intenzione di inscenare<br />

delle manifestazioni violente nel corso della prossima lotta elettorale.<br />

Oltre al Damen, dei dirigenti l'organizzazione italiana non hanno passaporto<br />

i seguenti: 1°) Prof. Tarquinio Pozzoli, candidato nella circoscrizione<br />

lombarda, che lavora qui come collaboratore (traduttore) al segretariato e-<br />

stero del partito comunista, in rue Lafayette (sede del partito comunista);<br />

2°) Arturo Cappa, da voi ben conosciuto che ora funge da segretario del<br />

“Secours Rouge” nella stessa sede del partito; 3°) Ferruccio, di Torino, segretario<br />

dell'organizzazione italiana qui in Francia, dirige praticamente tutta<br />

la propaganda tra gli emigranti italiani.<br />

I suddetti sono attivi, non soltanto nelle questioni che riguardano l'Italia,<br />

ma anche la Francia: il Cappa, per esempio che qui si fa chiamare Ariel e<br />

Pozzoli che si fa chiamare Jean Jacques, partecipano alle assemblee francesi,<br />

parlano nei comizi ecc. <strong>Il</strong> Cappa, anche per la natura del suo ufficio, è tenuto<br />

a finanziare le cosidette vittime politiche francesi, coloro che l'autorità<br />

francese ricerca e perseguita, ecc.<br />

Andrès Nin, sindacalista catalano, rappresentante in Italia l'Internazionale<br />

dei Sindacati rossi, è venuto a Parigi per qualche giorno, ma tornerà subito a<br />

Milano, dove so che abitava a Porta Ticinese.<br />

In genere, questi rappresentanti di Mosca in Italia, Nin, Humbert-Droz,<br />

Rakoci, Manonjlsky, hanno dimorato pacificamente nelle maggiori città d'Italia,<br />

han viaggiato, sono scesi nei migliori alberghi, han persino saputo che<br />

la polizia li cercava, ma non sono stati mai fermati.<br />

In un rapporto a Mosca, Hmbert-Droz ha scritto, per esempio, che Milano<br />

è una città assolutamente sicura e che egli prendeva con indifferenza o-<br />

gni giorno caffè in galleria, cioè, di fronte alla polizia centrale.<br />

IL PREFETTO<br />

RECENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione arricchisce il quadro relativo all’attività svolta dai comunisti italiani<br />

a Parigi, tracciato in quella precedente.<br />

385


44. Lettera della questura di Roma del 31 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Campagna<br />

promossa dalla 3 a Internazionale Comunista.<br />

386


Roma, li 31 marzo 1924<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da fiduciario di Parigi:<br />

«<strong>Il</strong> fronte unico antifascista vagheggiato da Natoli – DE AMBRIS, ecc.,<br />

non ha ottenuto l'assenso dei comunisti malgrado che molti di costoro fossero<br />

propensi ad accettare.<br />

<strong>Il</strong> fiduciario avverte che egli ha contribuito, in parte, al fiasco del tentativo<br />

in nome dei principi della lotta di classe, ecc.. De Ambris è stato incaricato<br />

della costituzione della Lega dei Diritti dell'Uomo in Italia, ma è difficile che<br />

egli si muova da Parigi.<br />

<strong>Il</strong> Neue Deutscher Verlag, di Berlino sta preparando una pubblicazione<br />

anti-fascista che porterà in prima pagina un autografo di Anatole France.<br />

Con carattere anti-fascista si sta anche studiando una edizione italiana di<br />

Clartè, rivista di Henrie Barbusse.»<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertin<br />

*****<br />

La lettera della questura comunica alla DGPS l’esito negativo dell’iniziativa<br />

tesa a creare un fronte unico antifascista in Francia, appresa dal suo fiduciario.<br />

387


45. Lettera della questura di Roma del 28 aprile 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

388


Roma, 28 aprile 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO DELLA POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da fiduciario:<br />

I comunisti italiani in Francia si alleano con gli agrari e gli industriali francesi<br />

pur di poter danneggiare il Fascismo e gli interessi italiani.<br />

La politica del governo italiano tendente da una parte, a controllare tutto<br />

il movimento immigratorio, attraverso l'apposito Commissariato, e dall'altra<br />

a valorizzare la mano d'opera italiana all'estero, facendola accompagnare e<br />

organizzare da imprenditori e capitalisti italiani, ferisce, naturalmente, gli<br />

interessi degli agrari e degli industriali francesi, che preferirebbero una maggiore<br />

libertà di reclutamento e di accaparramento degli emigranti italiani.<br />

La vecchia legge, quella del 1901, che regolava l'emigrazione italiana in un<br />

senso molto liberista, è rimpianta specialmente dagli agricoltori. Malgrado<br />

che tra la Francia e l'Italia ci sia un apposito Trattato per regolare questa<br />

materia, i francesi si mostrano abbastanza spregiudicati per valorizzare del<br />

Trattato soltanto le clausole che li favoriscono. La spregiudicatezza dell'Associazione<br />

Nazionale degli Agricoltori francesi, per combattere i provvedimenti<br />

legislativi e le iniziative private di parte italiana, è arrivata fino al punto<br />

da mettersi in contatto diretto con qualche comunista italiano, nell'intento<br />

di entrare in rapporti ufficiali con l'organizzazione dei gruppi comunisti<br />

italiani e “stabilire dei compromessi utili alle due parti contrastanti”.<br />

Le cose si sono svolte in questa maniera: quando ancora Azzario era qui a<br />

Parigi, come rappresentante del partito italiano, scrisse alla suddetta associazione<br />

chiedendo delle pubblicazioni statistiche. La rispo-<br />

389


390


sta non fu sollecita, ma lunedì passato, si presentò alla redazione dell'Humanitè<br />

un signore chiedendo di parlare con Azzario, (cioè con Anselmi, ché<br />

questo era il nome usato da Azzario). Dopo che gli fu detto che non era più<br />

in Francia e che lo sconosciuto ebbe spiegato di essere a disposizione<br />

dell'Humanitè (ed. italiana) per ogni sorta di documentazione economica, fu<br />

stabilito un appuntamento tra lui, Rainoni incaricato della propaganda sindacale<br />

e Tranquilli redattore economico dell'Humanité italiana.<br />

L'appuntamento si è realizzato negli stessi locali del giornale.<br />

(Qui il fiduciario ha promesso di fare un seguito)<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione fiduciaria riferisce la notizia di una presunta alleanza tra i<br />

comunisti italiani da un lato e gli agrari e gli industriali francesi<br />

dall’altro per il controllo della manodopera italiana emigrata in<br />

Francia.<br />

391


46. Lettera della questura di Roma del 14 maggio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

392


QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

Roma, li 14 maggio 1924<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO della POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da Parigi:<br />

<strong>Il</strong> comunista romano Spaccialbelli, da più di un anno emigrato in Francia,<br />

è stato espulso dalla Direzione Generale di P.S. in seguito alle risultanze di<br />

una perquisizione eseguita al suo domicilio, nella quale gli sono stati rinvenuti<br />

documenti del partito comunista francese.<br />

Lo Spaccialbelli ha con sé moglie e bambini: egli era stato già una volta<br />

espulso dalla Francia, nei primi tempi della sua permanenza qui, ma siccome<br />

usava allora un passaporto falso, la polizia questa volta non si è avveduta<br />

di avere a che fare con un recidivo.<br />

Onorato D’Amen, attuale rappresentante del partito comunista italiano<br />

qui in Francia, ha ricevuto l'ordine di essere a Roma per il 23 Maggio, per<br />

partecipare alla riunione del gruppo parlamentare comunista. Con lui verrà<br />

anche Molinelli, altro neo eletto.<br />

L'allontanamento di D’Amen, porterà forse dei buoni effetti, in quanto<br />

egli è stato qua uno strenuo sostenitore della tattica energica nella lotta contro<br />

i fascisti, contrariamente a quello che continuano a sostenere Tranquilli<br />

e gli altri.<br />

Ferruccio, un altro dei dirigenti del movimento comunista italiano in<br />

Francia, è stato arrestato il giorno del Iº Maggio all'uscita del comizio della<br />

Grange aux Belles, nel quale egli aveva parlato in italia-<br />

393


394


no. Dopo 3 ore di permanenza in polizia, egli è stato rilasciato: 1°) avendo<br />

chiarito di aver parlato soltanto contro il Fascismo italiano; 2°) avendo<br />

promesso di non occuparsi della politica francese, ma solo di quella italiana.<br />

Unisco fotografia della commissione esecutiva nazionale dei gruppi comunisti<br />

in Francia: da sinistra a destra: – 1°) Zanardi di Milano (usa lo<br />

pseudonimo Macchi); – 2°) Onorato D’Amen; – 3°) Mandelli; – 4°) Ferruccio,<br />

(con la testa poggiata); – 5°) Tranquilli, (nell'ombra). Manca solo<br />

Fiore, redattore dell'edizione italiana dell'Humanitè.<br />

Secondo indizi attendibili, l'On. Ercole Bucco, com’è noto, qui residente<br />

da vari mesi, è in rapporti confidenziali con la Suretè Gènerale. L’On. Bucco<br />

aveva preavvertito la polizia francese dell'attentato che Bonomini preparava<br />

contro Bonservizi, di cui era perfettamente al corrente, persino del<br />

giorno in cui doveva avvenire. Ma sembra che egli avesse dato delle indicazioni<br />

non esatte sul domicilio del Bonomini e sul ristorante in cui era stato<br />

assunto a lavorare, e perciò le misure di precauzione prese, giunsero in ritardo.<br />

Sembra strano però come la polizia non pensasse a preavvertire direttamente<br />

la vittima.<br />

In un secondo caso (che stava per avere conseguenze non meno funeste<br />

per la persona del Duca di Camastra), la polizia è arrivata a tempo, operando<br />

una perquisizione al domicilio dello studente siciliano Giovanni Buscemi,<br />

di Mazzara del Vallo: la perquisizione è riuscita infruttuosa, ma il Buscemi<br />

che era stato già diffidato personalmente dalla commissione esecutiva<br />

dei gruppi comunisti a non compiere atti isolati, si è messo paura, ed ha veramente<br />

cambiato pensiero.<br />

La polizia francese ha operato presso il Buscemi, sembra, per indicazione<br />

dell'On. Bucco, il quale era al corrente dei progetti.<br />

È qui uno dei fratelli Morara di Roma, il più anziano.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione fiduciaria riferisce notizie sull’attività svolta a Parigi dai comunisti<br />

italiani. Ad essa è allegata la fotografia della commissione esecutiva nazionale<br />

dei gruppi comunisti in Francia. Ricevuta la fotografia dalla questura,<br />

la DGPS la invia alla Scuola di polizia scientifica per farne estrarre la fotografia<br />

di ogni singolo componente del gruppo che viene poi allegata al relativo<br />

fascicolo personale. Si riportano qui di seguito la fotografia del gruppo<br />

e la lettera della Scuola di polizia scientifica alla DGPS.<br />

395


46.1 Fotografia di cui alla lettera della questura romana del 14.5. 1924<br />

Questa fotografia fu probabilmente scattata da Alfredo Quaglino che, oltreché<br />

giornalista, era anche fotografo.<br />

396


46.2 Lettera della Scuola di polizia scientifica del 24.5.1924<br />

397


47. Lettera della questura di Roma del 21 maggio 1924<br />

Fonte: ACS, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Corrieri comunisti<br />

398


Roma, li 21 Maggio 1924<br />

FOTOGRAFIA DI COMUNISTI IMPIEGATI SPESSO DALLA<br />

TERZA INTERNAZIONALE COME CORRIERI POLITICI<br />

Da sinistra a destra, in piedi:<br />

I° - Dr. TH. Batosek di Praga;<br />

2° - Szanto di Vienna;<br />

3° - Dr. Dobos, scandinavo;<br />

4° - Henri Guilbeaux, francese, condannato a morte dal Tribunale della<br />

Senna, nel 1919 come spia venduta alla Germania, è stato intimo di Lenin<br />

per molto tempo, letterato e poeta conosciuto, ora addetto all’Ambasciata<br />

russa, di Berlino;<br />

5° - J. W. Kruyt, dep. Com. In Olanda;<br />

6° - Paul Scholze di Berlino.<br />

I seduti, da sinistra a destra:<br />

I° - Victor Stein, del partito socialista austriaco; tendenza di sinistra;<br />

2° - Dottoressa Flake di Berlino, comunista;<br />

3° - Signora Kruyt, Olandese;<br />

4° - Landova Stychova di Praga.<br />

Naturalmente i più degni di attenzione sono: 4, 5, 6 della fila in piedi. -<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini.<br />

*****<br />

La lettera della questura alla DGPS non indica il soggetto che ha fornito la<br />

fotografia, ma è logico ritenere che non sia altri che Quaglino.<br />

399


48. Lettera della questura di Roma del 22 maggio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascico<br />

400


Roma, li 22 maggio 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO della POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da Parigi:<br />

D'Aragona, Buozzi e Azimonti, sono stati qui a Parigi, alcuni giorni prima<br />

delle elezioni, ed hanno avuto alcune sedute con il comitato direttivo della<br />

Confederazione generale del lavoro. Gli accordi presi si riferiscono: 1°) alla<br />

Conferenza internazionale dell'Emigrazione, che si sapeva doveva aver luogo<br />

a Roma, affinché si potesse frustrare il progetto De Michelis, di ridurre<br />

sempre più sotto il controllo del Governo italiano, la massa dei lavoratori<br />

che espatria; 2°) in merito alla creazione a Parigi di un grande ufficio dell'Internazionale<br />

di Amsterdam per gli emigranti; 3°) in merito alla situazione<br />

politica italiana e all'appoggio valevole che potrebbero ricevere gli oppositori<br />

social-democratici, da una campagna di stampa e parlamentare, capeggiata<br />

in Francia dal Bloc des Gauches.<br />

Secondo il Sig. Caporali, dal quale abbiamo avuto le surriferite informazioni,<br />

l'accordo si sarebbe realizzato su tutti i punti presi in considerazione.<br />

A qualche riunione ha partecipato anche l'On. Dugoni, che è qui, e si occupa<br />

– credo – di commercio di vini.<br />

*<br />

* *<br />

Sopra il viaggio di Matteotti nel Belgio, ho questo dettaglio interessante,<br />

benché il fatto sia già sorpassato. Matteotti, come è noto, si recò senza passaporto<br />

a Bruxelles, per il<br />

401


402


congresso dei socialisti belgi, ma subito dopo si recò anche in Inghilterra, e<br />

questo non è noto, con un vapore delle cooperative belghe, che salpò da<br />

Anversa. Siccome in Inghilterra per gli italiani è ancora obbligatorio il passaporto,<br />

Matteotti ne ricevette uno intestato a suddito inglese, dal segretario<br />

dell'Indipendent Labour Party. Matteotti partecipò al congresso di questo<br />

partito e vi pronunciò un discorso contro il fascismo: il messaggio che i<br />

giornali italiani pubblicarono come inviato dai laburisti inglesi agli unitari<br />

italiani, in realtà fu stillato [stilato] d'accordo tra Matteotti e il comitato direttivo<br />

dell'Indipendent Labour Party. <strong>Il</strong> passaporto falso, che ora è qui a Parigi,<br />

presso Caporali, sempre buono per ogni evenienza, servì a Matteotti anche<br />

per ripartire da Londra e venire in Francia, mentre, com’è noto, al confine<br />

italiano si presentò senza documenti.<br />

*<br />

* *<br />

L’On. Carosi, si trova qui da alcuni giorni, disoccupato, in cerca di lavoro.<br />

Egli è molto demoralizzato e non nasconde le critiche più aspre contro il<br />

partito comunista.<br />

*<br />

* *<br />

Fra giorni verrà qui anche l'On. Rabezzana, pure in cerca di lavoro.<br />

*<br />

* *<br />

Onorato D’Amen e Molinelli, neo eletti deputati comunisti, sono tornati<br />

da vari giorni in Italia illegalmente attraversando il confine dalla parte di<br />

Modane e fermandosi alcuni giorni a Torino. Ora sono già a Roma.<br />

*<br />

* *<br />

Accludo una cartolina di propaganda.<br />

Accludo la fotografia di Renaud Jean, deputato comunista francese che è<br />

stato alcune volte con incarichi della Terza Internazionale, in Italia, e che<br />

forse vi ritornerà tra breve.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione contiene informazioni sull’attività dei fuorusciti italiani a<br />

Parigi e sul viaggio clandestino di Matteotti a Londra.<br />

403


49. Lettera della questura di Roma del 8 giugno 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov. le , Rappresentanti 3 a Internazionale in Italia, organizzazione<br />

ecc.<br />

404


Roma, li 8 giugno 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. il Generale di Corpo d'Armata<br />

Capo della Polizia<br />

ROMA<br />

Da fiduciario:<br />

Anche nel Partito Comunista d'Italia gli inscritti militanti sono divisi in tre<br />

tendenze diverse di cui, rispettivamente, sono leader Togliatti, del Comitato<br />

Centrale Nazionale, Tasca, idem, ed Amedeo Bordiga per la sinistra del<br />

P.C.I.<br />

La tendenza Togliatti<br />

Premesso che l'Internazionale è “gagliardamente” avviata alla soluzione<br />

del problema della conquista della maggioranza della popolazione lavoratrice<br />

e ritenendo che la parola d'ordine di “andare alle masse” della stessa Internazionale,<br />

con la tattica del fronte unico, siano ancora corrispondenti alla<br />

situazione attuale, pur tenendo che l'applicazione continua del fronte unico,<br />

faccia dimenticare ai militanti qual’è la funzione che spetta al Partito, nell'opera<br />

di preparazione della rivoluzione, la tendenza Togliatti chiede alla III°<br />

Internazionale che formuli, nel suo V° Congresso mondiale, le tesi direttive<br />

dell'azione di tutti i Partiti in modo esplicito e rigoroso.<br />

<strong>Il</strong> problema dello Stato ha, per la tendenza Togliatti, una unica soluzione:<br />

quella che si indica con la espressione: dittatura del Proletariato, la parola<br />

del “Governo degli operai e dei contadini” ha solamente carattere di propaganda<br />

e di agitazione.<br />

La tendenza Tasca<br />

La tendenza Tasca ritiene e ha ritenuto, fosse assai più utile, l’ispirare l'azione<br />

del Partito all'obbiettivo di porre in contrasto le masse terzinternazionaliste<br />

con i capi “opportunisti” in modo da staccarnele e da portarle al<br />

movimento comunista, superando<br />

405


406


così l'errore compiuto da Serrati a Livorno. Ritiene che, dopo l'occupazione<br />

delle fabbriche, non c'era altro da fare che allontanare l'idea di salvare il Partito<br />

Comunista.<br />

Nel 1921-22 il proletariato, che aveva subito una grave sconfitta, non ha<br />

avuto la possibilità di passare all'offensiva, esso poteva però esercitare negli<br />

avvenimenti, un’influenza importante, tale da attenuare gli avvenimenti e le<br />

conseguenze di essi. Crede debbano essere evitati, in seno agli organi centrali,<br />

gli attriti di parte. Si propone la conquista della maggioranza della classe<br />

operaia e specialmente dello strato che è ancora sotto l'influenza del Partito<br />

socialista, il collegamento del proletariato del nord con quello del sud e<br />

ritiene che, per tale lavoro, non possa essere data come parola d'ordine,<br />

quella della “Dittatura proletaria contro la Dittatura borghese” bensì quella<br />

del “governo degli operai e dei contadini”.<br />

È, infine, per una tattica di azione che entri nel quadro generale della tattica<br />

della Internazionale comunista.<br />

La tendenza Bordiga<br />

La tendenza Bordiga è favorevole al fronte unico. Sulla questione del governo<br />

operaio esiste un reale dissenso tra questa tendenza e la Terza Internazionale.<br />

Afferma che avendo la III° Internazionale, nel suo 4° Congresso<br />

mondiale, approvato un discorso Graziadei per il governo operaio parlamentare,<br />

essa Internazionale abbia perduto una delle caratteristiche fondamentali<br />

della Internazionale Comunista: quella di lottare per la Dittatura<br />

proletaria, che significa insurrezione armata, mentre il governo operaio significa<br />

la conquista parlamentare del potere.<br />

Pensa che l'Internazionale deve rivedere tutta la sua tattica. Se la Internazionale<br />

insisterà nell'andare sempre più a destra, questa tendenza si opporrà<br />

con tutte le sue forze e se poi certe formule equivoche dovessero entrare a<br />

far parte del programma della III° Internazionale, dichiara essere necessaria<br />

la creazione, in seno alla stessa Internazionale, di una frazione di sinistra tale,<br />

da poter lottare per la conquista delle singole centrali nazionali. Fino a<br />

che durerà la sua divergenza con l’Internazionale, questa tendenza non andrà<br />

ad assumere nessun posto di dirigenza.<br />

Al recente convegno Nazionale del Partito Comunista, che mi consta<br />

407


408


abbia avuto luogo a Milano, ha trionfato la tendenza Bordiga con 35 voti di<br />

segretari federali, con il voto del rappresentante la Federazione giovanile, un<br />

voto di un membro della centrale nazionale; quattro voti di segretari internazionali<br />

(di cui uno del Comitato centrale).<br />

I Segretariati, in numero di quattro, del Partito, hanno le loro sedi a Milano,<br />

Torino, Roma e Napoli.<br />

L’incaricato della reggenza del segretariato è sempre un membro del Comitato<br />

Centrale.<br />

<strong>Il</strong> Segretariato di Roma è retto, a tutt'oggi, dal Prof Tasca.<br />

IL PREFETTO<br />

REGGENTE LA QUESTURA<br />

C. Bertini<br />

*****<br />

La relazione traccia un quadro delle tre tendenze esistenti all’interno del<br />

PCd’I, capeggiate rispettivamente da Togliatti, Tasca e Bordiga.<br />

409


50. Lettera della questura di Roma del 14 agosto 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov. le , Rappresentanti 3 a Internazionale in Italia, organizzazione<br />

ecc.<br />

410


REGIA QUESTURA<br />

ROMA<br />

Informazioni<br />

E’ stato costituito il nuovo Comitato Esecutivo del Partito Comunista d'Italia.<br />

Esso è composto di: Togliatti Palmiro, Graziadei Antonio, Gramsci<br />

Antonio per la destra del P.C., Malatesta Mario, Fabrizio Maffi, Ezio Riboldi<br />

e Giovanni Tonetti per la ex frazione Terzina. Maffi (che si fa chiamare<br />

Cristoforo) è attualmente, poiché fa parte del “Comintern”, il rappresentante<br />

della Terza Internazionale in Italia. <strong>Il</strong> prof Angelo Tasca e l'On. Di Vittorio,<br />

sono membri aggiunti di detto esecutivo. <strong>Il</strong> segretario del P.C. è ancora<br />

il Togliatti Palmiro. Malatesta funge naturalmente da Vice segretario.<br />

L'esecutivo risiede tuttora a Milano, ma in questi giorni le sedute hanno<br />

avuto luogo a Roma. Scopo delle riunioni tenute alla Capitale è stato quello<br />

di stabilire le modalità della fusione.<br />

Oggi, verso le ore 10,30, andrà in macchina il “Più avanti”. Esso conterrà<br />

oltre alle relazioni sulla effettuazione della fusione fra P.C. e Frazione Terzinterrnazionalista,<br />

un manifesto che la III Internazionale lancia agli operai<br />

e ai contadini d'Italia. In 3a pagina, il giornale conterrà uno scritto sul processo<br />

Matteotti.<br />

Inoltre, dopo tale scritto, a seguito del sottotitolo “Al Lungotevere Matteotti”<br />

si propone agli operai e ai contadini di denominare d’ora innanzi,<br />

“Lungotevere Matteotti” la strada dedicata ad Arnaldo da Brescia.<br />

Roma, li 14 Agosto 1924.<br />

IL QUESTORE<br />

*****<br />

La relazione contiene informazioni sulla composizione dell’Esecutivo<br />

comunista e sulla fusione tra comunisti e socialisti.<br />

411


V. Relazioni fiduciarie senza intestazione del’Ufficio [1924-1927]<br />

Oltre alle relazioni fiduciarie riprodotte nelle lettere inviate dalla questura<br />

romana alla DGPS nel periodo che va dal primo semestre del<br />

1923 al primo semestre 1924, Canali e Biocca hanno attribuito a <strong>Silone</strong><br />

anche altre dieci relazioni prive dell’indicazione dell’Ufficio di<br />

provenienza, che si riferiscono al periodo compreso tra il secondo<br />

semestre del 1924 e tutto il 1927. Cinque di esse risultano redatte tra<br />

il settembre e l’ottobre 1924, una nel novembre 1925, quattro nel novembre<br />

1927.<br />

Tutte le relazioni sono anonime, per cui l’individuazione del loro<br />

autore non è agevole. Con un’attenta analisi dei testi, però, si può riuscire<br />

a stabilire approssimativamente se appartengano a <strong>Silone</strong> o a<br />

Quaglino. Tra le cinque relazioni redatte dal settembre all’ottobre<br />

1924, ve ne potrebbe essere qualcuna attribuibile a <strong>Silone</strong>. Le si esaminerà,<br />

perciò, più avanti quando si parlerà dell’attività informativa<br />

da lui svolta.<br />

Per quanto concerne le altre cinque, redatte dal 1925 al 1927, ci si<br />

sofferma qui solo sulla relazione fiduciaria del 29 novembre 1927, intitolata<br />

« Notizie riferite dal fiduciario comunista » e contenuta in otto<br />

fogli manoscritti con calligrafia dell’ispettore Bellone, che è attribuibile<br />

senza dubbio a Quaglino. Prima di esporre le motivazioni che<br />

inducono a ritenere che il suo autore sia Quaglino se ne riporta il testo.<br />

412


Frontespizio del fascicolo contenente la relazione fiduciaria intitolata<br />

« Notizie riferite dal fiduciario comunista »<br />

413


Relazione intitolata « Notizie riferite dal fiduciario comunista »<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 94, fasc. 9, Propaganda comunista (2° fasc.)<br />

– (corrispondenze).<br />

414


Notizie riferite dal fiduciario comunista<br />

---------<br />

Prof. Verdaro trovasi a Mosca – Capo Ufficio Censura<br />

ex deputato Ambrogio Ersilio a Mosca s’interessa del lavoro con le<br />

Ambasciate italiane e con l'Estero.<br />

Mersù = arrestato a Roma nel 1922 per porto di rivoltella è a Mosca.<br />

Dozza – già segretario politico della F.C.I. è a Mosca.<br />

ex deputato Gennari Egidio è tuttora a Mosca rappresentante dell'Italia<br />

alla 3 a Internazionale – E’ inattivo e sarà sostituito tra breve.<br />

Montagnana – Gnudi – Di Vittorio sono a Bruxelles<br />

<strong>Il</strong> dirigente il Partito in Italia è al presente Palmiro Togliatti e risiede a<br />

Lugano<br />

Insieme a lui formano il Comitato direttivo Grieco Ruggero – Ravera<br />

Camilla – Ravazzoli residenti a Lugano – il Prof. Tasca che è a Parigi<br />

– Tranquilli Secondino e Tresso Pietro quest'ultimo ora a Milano –<br />

<strong>Il</strong> P.C. ha nove uffici così distribuiti:<br />

*****<br />

Sul lato destro del foglio sono apposte con timbro la data « 30 NOV<br />

1927 COPIATO » e a mano l’annotazione: « Atti essendo stata inviata<br />

copia alla Riservata ».<br />

415


416


1° Ufficio a Lugano diretto da Togliatti.<br />

Segreteria generale – Rapporti con Mosca – con l'Estero – Uffici politici<br />

2° Ufficio id. diretto da Tranquilli<br />

Segreteria che riguarda i rapporti in Italia.<br />

3° Ufficio con sede a Roma – dall'Aprile diretto dal Rag. Amoretti di<br />

San Remo<br />

S’interessa di Roma – Italia centrale meridionale – Isole (<strong>Il</strong> padre<br />

Prof. Giuseppe – comunista è stato inviato in questi giorni al confino)<br />

4 Ufficio – Agit-prop (agitazione propaganda stampa giornale – non<br />

ha titolare.<br />

5° Ufficio – Militare – non ha titolare –<br />

6° Uffici informazioni comunicazioni passaggi frontiera – collegamenti<br />

coi carcerati e confinati – ufficio che precedentemente chiamavasi<br />

illegale ed era un tempo diretto dal Bordiga – diretto da Pietro<br />

Tresso con sede a Milano.<br />

7° Ufficio – Soccorso Rosso diretto da Ionna –<br />

8° id. Giovani diretto da Secchia Pietro del Biellese<br />

417


418


9° Ufficio Confederazione generale del Lavoro diretto da Ravazzoli.<br />

---------<br />

I Numeri dall'1 al 15 sono stati recentemente soppressi.<br />

---------<br />

I patronati hanno assunto in Francia sviluppo considerevole. Essi<br />

hanno in apparenza carattere apolitico – vi sono aderenti tutti gli e-<br />

lementi italiani di opposizione ma contrari alla concentrazione –<br />

Hanno lo scopo di inviare aiuti in denaro ai confinati e carcerati italiani<br />

ma in effetti il denaro raccolto va a favore della propaganda comunista<br />

perché il partito comunista li favorisce e ne incamera gli introiti.<br />

<strong>Il</strong> dirigente il movimento comunista italiano a Parigi è il noto Bavassano<br />

---------<br />

Nell'Ottobre scorso una Delegazione italiana ha partecipato al Congresso<br />

internazionale “Amici Unione Soviety” tenuti [tenuto] a Mosca<br />

– La delegazione era composta di 8 persone – un comunista di Milano<br />

– due di Trieste quattro fuoriusciti di Francia ed un<br />

419


420


epubblicano Renato Padovani, che essendo l'elemento più intelligente<br />

venne assunto per l'Italia alla Presidenza del Congresso e che a-<br />

vrebbe assunto lo pseudonimo di Galileo – Gli altri componenti erano<br />

persone prive d'importanza –<br />

<strong>Il</strong> P.C. favorì l'espatrio clandestino della moglie del Padovani, ch’era<br />

riluttante dapprima ad accettare la proposta comunista.<br />

---------<br />

Max arrestato a Genova deve essere Hoffmaier<br />

E’ uno svizzero che trovasi in Italia dall’Aprile<br />

E’ ispettore organizzativo della 3 a Internazionale –<br />

<strong>Il</strong> rappresentante in Italia della 3 a Internazionale era Humbert Droz –<br />

arrestato recentemente a Parigi – Doveva recarsi in Italia.<br />

---------<br />

Leonetti Alfonso inteso Feroci è a Lugano – E’ funzionario del partito<br />

ma non è a capo di uffici od organizzazioni. Non scrive articoli<br />

---------<br />

Pasquini è Tranquilli capo dell’ufficio 2 –<br />

E’ stato stabilito però la soppressione degli<br />

421


422


pseudonimi che non hanno valore. L'autenticità della corrispondenza<br />

è dovuta al fatto del recapito diretto di essa. D’ora innanzi porterà la<br />

firma del Numero dell'ufficio da cui è proveniente.<br />

---------<br />

La fuga del comunista Guglielmo Ionna non è presa sul serio – Si sospetta<br />

sia un trucco tanto più che il racconto dello Ionna che ha avuto<br />

un colloquio col T il 24 Novembre a Bologna non persuade. Come<br />

ha fatto a saltare dal finestrino del treno lo Ionna che è piuttosto<br />

corpulento?<br />

Nelle carceri di Perugia si sarebbero trovati insieme per un giorno<br />

Max – Ionna e Ghidetti ( Marazzi). = <strong>Il</strong> Max avrebbe proposto agli<br />

altri due di trovare modo di evadere dal carcere anche col pretesto di<br />

fare rivelazioni alla polizia. = Occorreva secondo il Max avvertire<br />

Lugano di allontanarsi, sostituire i dirigenti gli uffici, interrompere i<br />

collegamenti ecc. allo scopo d’impedire sorprese della Polizia ch’era a<br />

conoscenza di tutto.<br />

<strong>Il</strong> Max riferì che il traditore era Quaglia (Novello) di Vigevano – ciò<br />

fu riferito<br />

423


424


dallo Ionna al T a Bologna. –<br />

Lo Ionna passò poi a Milano ove dovrebbe trovarsi al presente. –<br />

Tresso ha interrogato Ionna – Quest'ultimo sarà tolto dall'ufficio 7°–<br />

forse per sospetto andrà anzi sarà inviato a Mosca.<br />

Anche il Quaglia potrà essere mandato a Mosca per essere sottoposto<br />

a processo.<br />

Non è improbabile che si usino anche rappresaglie contro di lui –<br />

<strong>Il</strong> T dice che vide il Quaglia a Milano e poco distante dagli Agenti di<br />

Questura per cui ebbe i primi sospetti.<br />

---------<br />

I dirigenti di Lugano tra Sabato e Domenica prossima si trasferiranno<br />

in altra città svizzera probabilmente Bellinzona, Losanna – Basilea –<br />

Zurigo – Saranno sostituiti i corrieri, i fiduciari, ecc. essendosi saputo<br />

che alcuni corrieri sarebbero stati individuati e se ne conoscerebbero i<br />

connotati.<br />

---------<br />

Secondo le notizie riferite da T – l'Ambasciata di Francia a Roma ha<br />

informazioni numerose e precise sulla politica interna italiana – Tali<br />

informazioni<br />

425


426


trapassano al Ministero Esteri francese – ove trovasi probabilmente<br />

una cellula comunista che informa quell'Ambasciata Russa – Tali informazioni<br />

giungono poi anche ai dirigenti italiani.<br />

---------<br />

<strong>Il</strong> movimento comunista nella Venezia Giulia è molto importante e<br />

deve essere seguito attentamente ad evitare sorprese – Gli elementi<br />

croati-sloveni-jugoslavi sono tutti favorevoli ai comunisti e secondo il<br />

fiduciario, sarebbero capaci di un movimento di rivolta –<br />

---------<br />

Persone in relazione con i comunisti:<br />

1 Un commissario di P.S. di Milano – ha riferito l'indirizzo di un graduato<br />

della Milizia che era in rapporti con quello di Vigevano (Novello)<br />

dando il preciso numero e piano dell'abitazione. <strong>Il</strong> graduato della<br />

Milizia ha fatto l'operazione relativa al sequestro della tipografia clandestina<br />

di via Cappucci [Cappuccio] a Milano. –<br />

ha riferito che si ricercava certo Bosio Giulio di Macerata.<br />

2. Un archivista della Questura di Torino che aveva rapporti e che fu<br />

arruolato dal Montagnana<br />

3. Un maresciallo di P.S. di Genova trasferito da circa due mesi.<br />

427


428


4. Roberto Suster del Popolo d’Italia – ora in Cina – aveva rapporti<br />

diretti con l'Ambasciata russa e con Mosca.<br />

N. B. <strong>Il</strong> commissario di P.S. non sarebbe pagato. Tresso gli fece proposte<br />

di lauti compensi ma li rifiutò. Forse agisce per invidia od odio<br />

contro qualcuno.<br />

---------<br />

<strong>Il</strong> T informa di avere avuto la copia autentica del Memoriale della<br />

Confederazione dell'Industria sulla questione degli Uffici di collocamento<br />

contro i patronati sindacali ed altri riguardanti questioni economiche<br />

sindacali dirette a S.E. il Capo del Governo riservati. nonché<br />

lettere dirette a S.E. dall’Istituto nazionale esportazioni, diretto<br />

ora dall'On. Jong. e precedentemente dal Pirelli, ora Presidente della<br />

Camera di Commerci internazionale. –<br />

-----------------------------------<br />

Tali documenti provengono da persona del Ministero dell'Interno.<br />

Roma 29.11.1927<br />

429


La calligrafia del documento datato Roma 29.11.927 è quella<br />

dell’ispettore Bellone che, ricevuta la relazione fiduciaria da Quaglino,<br />

ha provveduto a trascriverla a mano e inoltrarla alla DGPS. Che<br />

l’autore della relazione sia Quaglino risulta da una serie di indizi gravi,<br />

precisi e concordanti. Innanzitutto bisogna prestare attenzione al titolo:<br />

« Notizie riferite dal fiduciario comunista ». Esso non fa riferimento<br />

a un generico « fiduciario comunista », ma a un preciso « fiduciario<br />

comunista » [come indica la preposizione articolata], che è ben conosciuto<br />

dalla DGPS e che non può essere altri che Quaglino, perché è<br />

lui [e non <strong>Silone</strong>] l’infiltrato nel PCD’I, che esplica attività spionistica<br />

dal 1922 al 1932. Inoltre ci sono alcuni elementi formali e contenutistici<br />

che concordano perfettamente con i rapporti fiduciari di 300 HP.<br />

Dal punto di vista formale nella relazione vi è un uso prevalente<br />

della lineetta rispetto agli altri segni di interpunzione. La lineetta [–]<br />

vi ricorre 55 volte, mentre il punto [.] 21 volte, la virgola [,]10 volte, i<br />

due punti [:] due volte e il punto e virgola [;] neppure una volta. È<br />

questa una caratteristica peculiare degli scritti di 300 HP che talvolta<br />

viene rispettata anche da chi li dattiloscrive o li trascrive a mano.<br />

Quaglino utilizza la lineetta al posto del punto, del punto e virgola e<br />

della virgola. Basta confrontare questa relazione con quelle di 300 HP<br />

per rendersi conto che nel suo stile vi è un uso sovrabbondante della<br />

lineetta. Si vedano al riguardo i rapporti scritti da lui di proprio pugno,<br />

riportati più avanti, che recano le seguenti date: Torino, 9 gennaio<br />

1923; Trieste, 26 maggio 1923; Trieste, 31 agosto 1923; Torino,<br />

29/1/24/; Genova, 7/2/24/; Genova, 7 febbraio 1924; 7/2/1824/;<br />

Roma, 8/2/24 –; Roma, 8/2/24.; Genova, 28/2/24.<br />

Le lineetta non è in genere presente, invece, nelle relazioni di 300<br />

HP dattiloscritte dai funzionari di polizia del Ministero e della questura<br />

romana, da cui è stata eliminata forse perché ritenuta poco corretta.<br />

In qualche caso però ne è rimasta traccia, come nelle relazioni<br />

di 300 HP datate 20/2/23; Berlino 7 marzo 1923; (marzo 1923).<br />

Dal punto di vista contenutistico il documento è molto vario e contiene<br />

una serie di notizie sull’organizzazione e sull’attività del PCD’I<br />

che corrispondono a quelle che solitamente vengono riferite da Quaglino:<br />

la composizione degli organismi direttivi del partito comunista;<br />

le competenze dei vari uffici, con l’indicazione del dirigente preposto<br />

430


alla sua guida; gli spostamenti dei dirigenti, con l’indicazione delle località<br />

in cui si trovano; l’infiltrazione dei comunisti italiani all’interno<br />

degli uffici di polizia, della Confederazione dell’Industria e del giornale<br />

fascista « <strong>Il</strong> Popolo d’Italia »; il sospetto di tradimento nei confronti<br />

di due membri del partito (Quaglia e Ionna), che sono diventati informatori<br />

dell’Ovra.<br />

Nel documento si parla, tra l’altro, di un personaggio che viene indicato<br />

come « T ». Canali e Biocca non hanno avuto alcun dubbio<br />

nell’identificarlo con <strong>Silone</strong>, con la motivazione che la lettera T sarebbe<br />

l’abbreviazione di Tranquilli. Questa sarebbe, perciò, la prova<br />

che autore del documento è <strong>Silone</strong>.<br />

Un riferimento a questo personaggio lo si è già trovato nella lettera<br />

del questore di Roma alla DGPS datata 23 febbraio 1923, che inizia<br />

con le parole: « DA BERLINO, 18 FEBBRAIO ». In essa si legge la<br />

frase: « È probabile che T. sia mandato in Italia per il collegamento<br />

tra il rappresentante di Mosca e il partito comunista », accompagnata<br />

dalla seguente annotazione: « Se costui verrà, saremo in grado di conoscere<br />

tutto ». Si pone quindi il problema di individuare, nei limiti<br />

del possibile, chi fosse il misterioso T. Era un fiduciario della polizia,<br />

come sostenuto da Canali e anche da chi scrive nel suo precedente<br />

libro su <strong>Silone</strong>, oppure un personaggio estraneo all’Ovra?<br />

Per potere rispondere a tale domanda bisogna prima fare una premessa,<br />

che può essere utile per impostare correttamente il problema.<br />

Se si leggono attentamente le relazioni fiduciarie di 300 HP, si scopre<br />

che Quaglino aveva talora l’abitudine, dopo avere citato in una<br />

frase i cognomi delle persone da lui spiate, di abbreviarli nelle frasi<br />

successive. Se ne riportano qui alcuni esempi:<br />

- La Zetkin e Kolarov sono per ora i maggiori esponenti della lotta antifascista –<br />

ma per stesse dichiarazioni della Z. nessun ordine o disposizione è stata finora e-<br />

manata. [Rapporto di 300 HP datato( marzo 1923)]<br />

- Rabezzana – (ex deputato comunista di Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti e<br />

altri due che non conosce neppure lui – tanto è grande la segretezza dei capi nominati<br />

da Mosca –<br />

R. è oggi segretario del Comitato Pro Vitt. Politiche di Torino – Mi dice che non<br />

verrà ripresentato candidato – e che ritornerà al municipio di Torino – a riprendere<br />

431


il suo vecchio impiego all'ufficio anagrafe – [Rapporto di 300 HP datato Genova,<br />

7/2/24/]<br />

- Morgari che con me parla sempre volentieri, non ha voluto dirmi altro – e io gli<br />

ho stretta la mano e sono andato in un angolo con Belloni –<br />

Mentre il treno filava, B. mi raccontava che Bombacci è stato vittima di una tiro<br />

giocatogli dall'esecutivo, che vedutolo già sull'orlo dell'abisso ha voluto dargli la<br />

spinta per precipitarlo dentro.[Rapporto di 300 HP datato Roma, 8/2/24.]<br />

Come può constatarsi, dagli esempi riportati risulta che Quaglino<br />

usa le seguenti abbreviazioni: Z. per Zetkin; R. per Rabezzana; B. per<br />

Belloni. Ebbene, se si rilegge la relazione trascritta da Bellone, si nota<br />

che vi ricorre spesso il cognome del dirigente comunista Tresso:<br />

- <strong>Il</strong> dirigente il Partito in Italia è al presente Palmiro Togliatti e risiede a Lugano<br />

Insieme a lui formano il Comitato direttivo Grieco Ruggero – Ravera Camilla –<br />

Ravazzoli residenti a Lugano – il Prof. Tasca che è a Parigi – Tranquilli Secondino<br />

e Tresso Pietro quest'ultimo ora a Milano – […]<br />

- 6° Uffici informazioni comunicazioni passaggi frontiera – collegamenti coi carcerati<br />

e confinati – ufficio che precedentemente chiamavasi illegale ed era un tempo<br />

diretto dal Bordiga – diretto da Pietro Tresso con sede a Milano. […]<br />

- La fuga del comunista Guglielmo Ionna non è presa sul serio – Si sospetta sia un<br />

trucco tanto più che il racconto dello Ionna che ha avuto un colloquio col T il 24<br />

Novembre a Bologna non persuade. Come ha fatto a saltare dal finestrino del treno<br />

lo Ionna che è piuttosto corpulento?<br />

Nelle carceri di Perugia si sarebbero trovati insieme per un giorno Max – Ionna e<br />

Ghidetti ( Marazzi). = <strong>Il</strong> Max avrebbe proposto agli altri due di trovare modo di<br />

evadere dal carcere anche col pretesto di fare rivelazioni alla polizia. = Occorreva<br />

secondo il Max avvertire Lugano di allontanarsi, sostituire i dirigenti gli uffici, interrompere<br />

i collegamenti ecc. allo scopo d’impedire sorprese della Polizia ch’era a<br />

conoscenza di tutto.<br />

<strong>Il</strong> Max riferì che il traditore era Quaglia (Novello) di Vigevano – ciò fu riferito dallo<br />

Ionna al T a Bologna. –<br />

Lo Ionna passò poi a Milano ove dovrebbe trovarsi al presente. –<br />

Tresso ha interrogato Ionna – Quest'ultimo sarà tolto dall'ufficio 7°– forse per sospetto<br />

andrà anzi sarà inviato a Mosca.<br />

Anche il Quaglia potrà essere mandato a Mosca per essere sottoposto a processo.<br />

Non è improbabile che si usino anche rappresaglie contro di lui –<br />

<strong>Il</strong> T dice che vide il Quaglia a Milano e poco distante dagli Agenti di Questura per<br />

cui ebbe i primi sospetti. […]<br />

- Secondo le notizie riferite da T – l'Ambasciata di Francia a Roma ha informazioni<br />

numerose e precise sulla politica interna italiana – Tali informazioni trapassano al<br />

Ministero Esteri francese – ove trovasi probabilmente una cellula comunista che<br />

432


informa quell'Ambasciata Russa – Tali informazioni giungono poi anche ai dirigenti<br />

italiani. […]<br />

- <strong>Il</strong> T informa di avere avuto la copia autentica del Memoriale della Confederazione<br />

dell'Industria sulla questione degli Uffici di collocamento contro i patronati sindacali<br />

ed altri riguardanti questioni economiche sindacali dirette a S.E. il Capo del<br />

Governo riservati.<br />

Dal blocco narrativo relativo all’arresto di Max e ai sospetti di tradimento<br />

nei confronti di Ionna e Quaglia risulta con chiarezza che<br />

tutto ciò che Quaglino riferisce sulla vicenda lo ha appreso da Tresso.<br />

È Tresso che ha interrogato Ionna, il quale prima era a Bologna e<br />

dopo è passato a Milano. È Tresso, la cui sede di lavoro è Milano,<br />

che vedendo Quaglia poco distante dagli agenti della questura ha i<br />

primi sospetti su di lui.<br />

L’abbreviazione T, presente nella relazione, pertanto, non può riferirsi<br />

ad altri che a lui. Ciò risulta in modo inequivocabile dalle seguenti<br />

due frasi, in cui si dice che il T, che ha interrogato Ionna a Bologna<br />

il 24 novembre, è Tresso:<br />

- il racconto dello Ionna che ha avuto un colloquio col T il 24 Novembre a Bologna<br />

non persuade […]<br />

- <strong>Il</strong> Max riferì che il traditore era Quaglia (Novello) di Vigevano – ciò fu riferito<br />

dallo Ionna al T a Bologna. –<br />

Lo Ionna passò poi a Milano ove dovrebbe trovarsi al presente. –<br />

Tresso ha interrogato Ionna. Quest'ultimo sarà tolto dall'ufficio 7°– forse per sospetto<br />

andrà anzi sarà inviato a Mosca.<br />

Accertato che il T presente in questa relazione è Tresso, resta ora<br />

da stabilire chi sia il T che compare nella lettera della questura di<br />

Roma del 23 febbraio 1923, che riproduce il testo di una relazione<br />

fiduciaria proveniente da Berlino, che dà notizia dei fondi stanziati da<br />

Mosca a favore del « soccorso rosso » italiano:<br />

Accludo copia di un manifesto che la Direzione del partito comunista tedesco ha<br />

approvato nei riguardi della situazione italiana. Nel manifesto si parla di un fondo<br />

detto del “SOCCORSO ROSSO” per il quale è stata stanziata la somma di un milione<br />

di marchi. […]<br />

La Centrale del Partito tedesco ha accolto per prima l'invito ed oltre all'appello accluso,<br />

ha preso delle disposizioni importanti di cui parlo nella lettera a parte.<br />

433


È probabile che T. (1) sia mandato in Italia per il collegamento tra il rappresentante<br />

di Mosca e il partito comunista.<br />

(1) se costui verrà saremo in grado di conoscere tutto.<br />

La relazione fiduciaria fa riferimento a una lettera « a parte », che<br />

non è stata rinvenuta nell’ACS, che doveva contenere probabilmente<br />

qualche riferimento al T. di cui si parla qui. E questo T. doveva essere<br />

qualcuno che aveva a che fare con il « soccorso rosso » italiano.<br />

Ora dall’analisi delle lettere della questura romana risulta che il dirigente<br />

comunista preposto alla guida del soccorso rosso a Berlino era<br />

Pietro Tresso. Si veda al riguardo ciò che è scritto nella lettera della<br />

questura romana alla DGPS del 5 settembre 1922:<br />

Sono giunte notizie da Berlino sul movimento dei comunisti italiani colà rifugiati<br />

che hanno un certo interesse e che credo sia opportuno far noto. […]<br />

<strong>Il</strong> Tresso, che si trova a Berlino senza passaporto, ha l’incarico di trovar lavoro e di<br />

soccorrere i compagni italiani che fuggono d'Italia dopo aver commesso qualche<br />

delitto. Di questi, una ventina è ricoverata da compagni a Pankow, che è una specie<br />

di città giardino. Sembra però che nell'anno ne siano arrivati a Berlino circa un centocinquanta.<br />

Per costoro si provvede secondo la gravità del reato commesso: i più<br />

compromessi sono diretti senz'altro in Russia, gli altri o nell'interno della Germania<br />

stessa o nel Belgio o nel Lussemburgo. <strong>Il</strong> Tresso oltre i soccorsi si occupa della falsificazione<br />

dei passaporti. Pare che la Centrale del Partito Comunista tedesco possegga<br />

una quantità non indifferente di passaporti e di timbri italiani.<br />

Pertanto il T. di cui si parla nella lettera della questura romana del<br />

23 febbraio 1923 non può essere altri che Tresso, che era capo<br />

dell’attività illegale del partito a Berlino. Solo così si capisce perché il<br />

questore abbia apposto l’annotazione: « se costui verrà saremo in<br />

grado di conoscere tutto ».<br />

Come si è visto, Tresso nel 1927 dirige l’ufficio illegale del partito a<br />

Milano ed è da lui che Quaglino apprende molte delle notizie che riferisce<br />

a Bellone.<br />

In conclusione, il T. di cui si parla nella lettera della questura romana<br />

del 23 febbraio 1923 e nella relazione del 29 novembre 1927<br />

non è Secondino Tranquilli, ma Pietro Tresso, ben conosciuto da<br />

Quaglino fin dal tempo in cui operava a Berlino.<br />

434


Particolarmente interessante è la parte della relazione in cui si parla<br />

dell’opera di infiltrazione del partito comunista all’interno delle forze<br />

di polizia, della stampa fascista e dei Ministeri perché rivela che tale<br />

tattica difensiva, da esso adottata fin dal tempo della celebrazione del<br />

suo secondo congresso nel marzo 1922, era assai diffusa e attuata in<br />

modo efficace. L’adozione di tale tattica, in occasione del secondo<br />

congresso del PCD’I, risulta da una relazione redatta da un commissario<br />

di PS che riporta le discussioni e le deliberazioni congressuali<br />

del giorno 24 marzo 1922. In essa si dice: « E’ stato riconosciuto opportuno<br />

infiltrarsi e fare amicizie da parte dei comunisti con fascisti,<br />

guardie regie, ed agenti investigativi, allo scopo di conoscere quali i-<br />

struzioni essi ricevono ». Eccone la copia fotografica:<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. 4, II° Congresso nazionale comunista<br />

435


B. L’attività delatoria a favore del Ministero dell’Interno


I. Rapporti fiduciari relativi al periodo 1922-1924<br />

L’attività informativa di Quaglino a favore del Ministero dell’Interno<br />

e a danno dei comunisti e, talora, anche degli anarchici, trova riscontri<br />

documentali a partire dal novembre 1922.<br />

Le notizie da lui fornite al Ministero sono simili a quelle fornite alla<br />

questura romana. Trasmette informazioni sia da varie città italiane<br />

(Trieste, Torino, Genova, Napoli, Milano) sia dall’estero, soprattutto<br />

da Berlino. Dai documenti dell’ACS risulta che Quaglino invia da<br />

Berlino informazioni alla questura romana fin dal settembre 1922 e al<br />

Ministero dell’Interno fin dal dicembre dello stesso anno. Quindi<br />

molti mesi prima che vi arrivi <strong>Silone</strong>, ritenuto da Canali e Biocca<br />

l’autore di tutte le relazioni fiduciarie provenienti da tale città.<br />

Gli argomenti trattati da 300 HP, nel periodo novembre 1922-<br />

novembre 1923, riguardano le attività dei membri della Delegazione<br />

commerciale russa in Italia; i rapporti dei comunisti italiani con la III<br />

Internazionale e i rivoluzionari comunisti stranieri; la questione della<br />

fusione tra comunisti e socialisti; le vicende de « <strong>Il</strong> Lavoratore » di<br />

Trieste e dei suoi giornalisti; la conferenza di Francoforte;<br />

l’organizzazione della lotta antifascista da parte della III Internazionale<br />

che ha il suo centro a Berlino; l’arresto del gruppo dirigente capeggiato<br />

da Bordiga, nel febbraio 1923 e l’arresto del nuovo gruppo dirigente<br />

del partito, capeggiato da Togliatti, nel settembre 1923; la celebrazione<br />

dei due processi contro il gruppo Bordiga e il gruppo Togliatti<br />

e la loro conclusione con l’assoluzione degli imputati, rispettivamente<br />

nell’ottobre e nel novembre 1923; gli organi esecutivi del<br />

PCD’I; gli incarichi ricoperti dai dirigenti comunisti, le loro riunioni e i<br />

loro spostamenti; l’organizzazione della propaganda e della stampa.<br />

Per il periodo gennaio-febbraio 1924 sono presenti nell’ACS sette relazioni<br />

scritte di proprio pugno da 300 HP, relative alla politica interna<br />

e internazionale. Le notizie di politica interna riguardano soprattutto<br />

l’attività svolta dai comunisti e dai socialisti in vista delle elezioni<br />

del sei aprile; quelle di politica internazionale si riferiscono ai rapporti<br />

tra l’Italia da un lato e l’Inghilterra e la Russia dall’altro.<br />

437


1. Rapporto di 300 HP su Heler Caim, datato 9.11.1922<br />

Fonte: ACS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 9, fasc. 46, Heler Caim, sedicente<br />

Chiarini, agente russo.<br />

438


Heler Caim<br />

9.11.1922<br />

Chiarini = è l’alto commissario segreto bolscevico in Italia. <strong>Il</strong> suo vero<br />

nome è Heller. Ha studiato in Italia all’Università di Firenze verso<br />

il 1910. È munito per i suoi viaggi di diversi passaporti tra i quali uno<br />

svizzero ed uno italiano. In Italia nell’ambiente segreto dei dirigenti il<br />

movimento bolscevico è conosciuto col nome Chiarini. Non è più<br />

sbarbato, ma si è lasciato crescere una lunga barba incolta. Parla bene<br />

cinque lingue e anche l’italiano. È conosciuto personalmente da me<br />

per avermi affidato tempo addietro degli incarichi di indole segretissima.<br />

Nel suo lavoro è coadiuvato da altri due russi che fanno continuamente<br />

la spola dall’Italia in Russia – Posso fornire in avvenire<br />

tutte le informazioni che eventualmente interessassero.<br />

Sul lato sinistro del foglio: Da una confidenziale firmata 300 HP –<br />

con annessa fotografia vedi fasc. Prop. Mass. Russia K1 fasc. 12/2<br />

notizie – n. 30172/1922.<br />

*****<br />

Su Heller Caim, Quaglino invierà informazioni alla DGPS anche nel<br />

1927, in occasione del suo arresto a Parigi da parte della polizia francese.<br />

Ecco il testo di una sua relazione fiduciaria:<br />

« 29 GIU 1927 - PARIGI<br />

<strong>Il</strong> trafiletto ingommato a lato, riguarda una mia vecchia conoscenza:<br />

Efim Gheller, l’eminenza grigia di Mosca per i Paesi Latini, notissimo<br />

anche in Italia col nome di CHIARINI, arrestato qui due mesi fà, con<br />

niente meno che 40 mila dollari nelle tasche! La difesa del famoso<br />

avvocato Antonio COHEN, gli ha giovato e la pena è ridotta a quattro<br />

mesi. Quando uscirà di carcere, le polizie di mezza Europa, a-<br />

vranno di nuovo da fare, per controllare l’attività di questo abilissimo<br />

fiduciario di Mosca.<br />

Nessun’altra novità degna di questo nome »; Cfr. ACS, MI, DGPS,<br />

Pol. Pol., fascicoli personali, b. 577, fasc. Gheller Efim. L’espressione:<br />

« <strong>Il</strong> trafiletto ingommato a lato » allude probabilmente a un trafiletto<br />

di giornale, riguardante Efim Gheller, incollato a margine del foglio<br />

contenente la relazione fiduciaria.<br />

439


2. Rapporto di 300 HP su Stanislao Stoliarsky datato 8 novembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda Massimalista, b. 4, fasc. Russia (Repubblca<br />

dei Sovieti) – Notizie.<br />

440


300 HP<br />

Torino, 8 novembre 1922.<br />

Uno dei membri della Delegazione dei Soviety in Italia, Stanislao<br />

STOLIARSKY = parlando giorni sono a Roma con alcuni torinesi si<br />

espresse in termini violenti contro l’attuale governo d’Italia, criticando<br />

anche la mancanza di combattività ed il contegno tutt’altro che rivoluzionario<br />

tenuto dai comunisti italiani nelle note giornate dello<br />

scorso ottobre.<br />

Riferendosi poi all’attentato di cui fu vittima la Delegazione Russa<br />

di via delle Terme di Diocleziano per opera di alcuni fascisti = Stoliarsky<br />

manifestò i propositi più atroci di vendetta che intenderebbe<br />

applicare il governo dei Soviety contro gli italiani presenti in questo<br />

momento a Mosca.<br />

In un primo tempo la Delegazione dei Soviety di Roma sembrava<br />

intendesse lasciare il nostro paese, ma poi speciali ordini sopravvenuti<br />

stabilirono che qualora si verificassero altri gravi incidenti contro la<br />

Delegazione o contro i suoi componenti, essa avrebbe abbandonato<br />

l’Italia frettolosamente, e gravi rappresaglie sarebbero state adottate<br />

contro gl’italiani residenti a Mosca.<br />

Stoliarsky indicò che coloro i quali potrebbero avere la loro vita a<br />

serio repentaglio = primi fra gli alti = sono il cav. AMADORI, il<br />

dott. MARIANI, il giornalista CAFFI perché rappresentanti del Governo<br />

Italiano in Russia.<br />

Spiegò poi che da questi provvedimenti di estremo rigore vanno<br />

naturalmente sempre immuni gli aderenti ai vari Partiti Comunisti ed<br />

i rifugiati politici a qualunque nazionalità appartengano.<br />

Mi affretto a portare a conoscenza della Direzione Generale di P.S.<br />

quanto sopra affinché vengano adottate le prevenzioni del caso. Gradirei<br />

grandemente avere un cenno di ricevuta al noto mio indirizzo<br />

per rassicurarmi che l’indirizzo al quale trasmetto le mie informazioni,<br />

è esatto. Grazie infinite.<br />

300 HP<br />

441


3. Rapporto di 300 HP su Karakhan, datato 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski, anno 1923.<br />

442


Karakhan (Giuseppe?)<br />

Karakhan= è un ricchissimo armeno che a Mosca copre l'alta carica<br />

di sostituto del Commissario del Popolo per gli Affari Esteti Cicerin.<br />

Dopo la guerra della Russia con la Polonia, Lenin lo inviò a Varsavia<br />

quale ambasciatore plenip. [plenipotenziario] della R.S.F.S.R. ma durante<br />

la conferenza di Genova fu richiamato per l'assenza di Cicerin ed<br />

ora ricopre l'antica carica. Unitamente a Cicerin, Rakowski, Litvinov,<br />

Radek e a qualche altro, fa parte degli esperti diplomatici della Russia<br />

odierna.<br />

Da una confidenziale a firma 300 HP<br />

Veggasi fasc. Russia notizie (Prop. Mass. 12/2/K1 n. 30172/1922 –<br />

alla quale è unita la fotogr. 1922.<br />

443


4. Rapporto di 300 HP datato Berlino, 15 dicembre1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia) – 3 a Internazionale Comunista<br />

– Komintern<br />

444


Berlino 15 Dicembre 1922<br />

Misiano è un'anima dannata. Non potendo rientrare in Italia rimane<br />

qui a complottare. E’ continuamente in faccende misteriose. Ho potuto<br />

avvicinarlo per pochi minuti. Ma lo rivedrò. Mi ha detto che delle<br />

note persone si attende la venuta, ma che forse Serrati non ritornerà<br />

più in Italia. Rimarrebbe sembra a Mosca. Le ultime notizie degli<br />

ambienti bene informati sul nostro paese, nei riguardi del movimento<br />

comunista, dicono che Mosca ha ordinato la fusione del Partito comunista<br />

d'Italia col Partito Socialista Italiano per iniziare l'offensiva<br />

contro il fascismo.<br />

<strong>Il</strong> nuovo partito si chiamerà: PARTITO COMUNISTA UNIFI-<br />

CATO D'ITALIA (Sezione della Terza Internazionale).<br />

La fusione dovrà venire per il I° Gennaio 1923.<br />

Entro il 15 Febbraio 1923 il nuovo Partito Unificato dovrà tenere il<br />

suo I° congresso.<br />

Tutti i membri del Partito Comunista d'Italia dovranno aderire al<br />

n/ partito. Per i membri del Partito Socialista avverranno delle esclusioni<br />

(i nomi non si conoscono ancora). –<br />

Se sarà necessario i due partiti terranno un congresso singolo prima<br />

della funzione.<br />

Per le modalità del caso è stata istituita una commissione di cui fanno<br />

parte tre membri di ogni partito (il comunista e il socialista) e presidente<br />

è stato eletto Zinoview – Per il Partito socialista i rappresentanti<br />

saranno: Serrati, Maffi, e Tonetti.<br />

Per il Partito comunista non si conoscono ancora i nomi.<br />

Queste notizie hanno una certa importanza per fatto che la fusione<br />

dei due massimi partiti sovversivi d'Italia è ordinata per un'esecuzione<br />

quasi immediata. Si calcola che le forze nume-<br />

445


446


iche degli aderenti raggiungono colla fusione i 100.000, naturalmente<br />

tutti aderenti vincolati alla disciplina ed al verbo di Mosca.<br />

Per il I° Gennaio p.v. dovrà uscire in Italia (la città non si conosce)<br />

un quotidiano comunista, organo del Partito Comunista Unificato d'Italia,<br />

per poter iniziare l'opera di preparazione del futuro Congresso.<br />

I telegrammi a questo riguardo giunti alla “Rote Fahne” (Bandiera<br />

Rossa) il quotidiano comunista di Berlino, dicono che i redattori saranno<br />

nominati da Mosca.<br />

Così in Italia avremo dei giornalisti ufficiali, nominati dalla Russia!<br />

Sarò curioso di sapere chi sono!<br />

Naturalmente saranno spesi alcuni milioni per la nuova azienda!<br />

Domani avrò altri colloqui – Forse anche coll'anarchico Francesco<br />

Ghezzi – liberato dalle autorità tedesche – Ghezzi è uno dei complici<br />

dell’attentato del Diana – sembra che andrà in Russia ove si stabilirebbe,<br />

avendone chiesta ed ottenuta la naturalizzazione – Vedrò cosa<br />

mi dirà d’importante.<br />

========<br />

A Mosca sono in questi momenti ancora presenti: Bordiga – Bombacci<br />

– Serrati – Gennari (ex deputati) Graziadei – Romita – Tasca di<br />

Torino, – la comunista di Torino Camilla Ravera – Carretto vice segretario<br />

della Camera del Lavoro di Torino – Germanetto (un barbiere<br />

di Cuneo) – Azzario (capo stazione di Cuneo, licenziato per lo<br />

sciopero ferroviario del Iº agosto u.s.) – Tonetti di Trieste – Garruccio<br />

– che mi si dice sia figlio di un generale – Marabini Anselmo –<br />

Maffi.<br />

447


448


Inoltre vi è il deputato Caroti Arturo, comunista, che non ho potuto<br />

sapere cosa faccia.<br />

Tutto lo stato maggiore del sovversivismo d'Italia. –<br />

Molti hanno viaggiato illegalmente, passando dalla frontiera del<br />

Brennero – questi sono i nomi.<br />

Vigilando la frontiera del Brennero si potranno apprendere altre cose!<br />

–<br />

Nient'altro per oggi<br />

*****<br />

Nei tre fogli in cui è trascritto il rapporto non vi è l’indicazione che<br />

provenga da 300 HP. Tuttavia non può esservi dubbio che egli ne sia<br />

l’autore, data la sua concordanza contenutistica e formale del rapporto<br />

con gli altri da lui redatti. È sufficiente osservare la formula di<br />

chiusura del rapporto per rendersene conto. Qui Quaglino conclude<br />

con questa formula: « Nient'altro per oggi ». Ebbene, essa è molto<br />

simile a quella da lui usata in altri rapporti: « Null'altro » [Rapporto<br />

datato Genova, 27 settembre 1923]; « Nessun’altra novità degna di<br />

questo nome » [Rapporto datato 9 GIU 1927]; « Nient’altro a comunicarvi<br />

» [Rapporto sull’ex deputato Giuseppe Romita, datato Milano<br />

12 aprile 1930]; « Nient’altro di nuovo a comunicarvi » [Rapporto su<br />

Dino Rondani, datato Nizza, 22 ottobre 1931].<br />

449


5. Rapporto autografo di 300 HP, datato Trieste, 9 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Trieste<br />

450


300 HP<br />

Trieste, 9 gennaio 1923.<br />

Alla redazione del “Lavoratore” in via della Maiolina convengono<br />

giornalmente gli esponenti del movimento sovversivo della Venezia<br />

Giulia.<br />

Ho riveduto molte vecchie conoscenze:<br />

Luigi Polano – Andrea Viglongo – il giovane comunista Amoretti –<br />

già redattore dell'Ordine Nuovo di Torino – e oggi redattore-capo<br />

del “Lavoratore” – Pastore Angelo – fratello di Ottavio – (redattore<br />

del “Comunista” di Roma) e qualche altra figura secondaria.<br />

Mi hanno narrato gli episodi del dicembre a Torino e le loro peripezie.<br />

Nulla di importante e degno di nota. Tutti sono concordi “nel ritenere”<br />

che in prossimo eventuale incontro colle forze fasciste, a Torino,<br />

i comunisti Berruti, Ferrero e Chiomo – saranno vendicati –<br />

Soprattutto Viglongo è fermamente adirato per la morte di Berruti e<br />

Ferrero e dice che gli uccisori non sfuggiranno alla giustizia comunista<br />

– e che gli squadristi comunisti torinesi “si faranno onore”.<br />

L’arresto qui avvenuto del redatt-capo dell'O.N. [Ordine Nuovo] – Alfonso<br />

Leonetti – e la sua traduzione a Torino – non ha per nulla impressionato<br />

quelli rimasti liberi o subito scarcerati – <strong>Il</strong> giornale ha potuto<br />

vedere ugualmente la luce – e ora anzi è<br />

451


452


gliorato tecnicamente e commercialmente. Polano dice che tira 12<br />

mila copie che vengono diffuse clandestinamente per tutta la penisola<br />

– essendo oggi l'unico quotidiano comunista d'Italia – L’Avanti! gli è<br />

d’aiuto ma finché non avverrà la fusione, il “Lavoratore” solo potrà<br />

riportare i comunicati e gli ordini del Comitato Esecutivo del Partito<br />

Comunista d'Italia.<br />

Nei riguardi della fusione – Trieste – è propensa che essa avvenga<br />

sollecitamente – intanto però accetta il referendum indetto dalla Direz.<br />

del Part. Socialista.<br />

Le organizzazioni sindacali per il momento non funzionano se si e-<br />

sclude l'azione che svolgono i nuclei comunisti – azione di scarsa efficacia<br />

e di dubbio rendimento – Ho chiesto che cosa si farà a Trieste<br />

in avvenire – Mi fu risposto che si attendono ordini precisi dal C.E.<br />

sedente in Roma – Viglongo, col quale sono legato da vecchia amicizia,<br />

mi ha dichiarato che oggi Trieste è la città più tranquilla d'Italia –<br />

e che l'organizzazione comunista clandestina avrà presto la sua base<br />

d'operazioni in città – L’elemento austriacante presterà man forte in<br />

caso di necessità – Dai discorsi ai quali ho partecipato in questi giorni,<br />

è mia impressione che per la libertà di cui godono qui i sovversivi,<br />

Trieste potrà dopo intensa preparazione, iniziare “il cosiddetto movimento<br />

di riscossa proletaria”.<br />

*****<br />

Si rimarca qui nuovamente la perfetta concordanza, già messa in evidenza,<br />

tra il seguente passo di questo rapporto: « Alla redazione del<br />

“Lavoratore” […] Ho riveduto molte vecchie conoscenze: Luigi Polano<br />

– Andrea Viglongo – il giovane comunista Amoretti – già redattore<br />

dell'Ordine Nuovo di Torino – e oggi redattore-capo del “Lavoratore”<br />

– Pastore Angelo – fratello di Ottavio – (redattore del “Comunista”<br />

di Roma) e qualche altra figura secondaria » e quello contenuto<br />

nella lettera della questura romana del 12 gennaio 1923 inviata<br />

alla DGPS che recita: « I più influenti propagandisti a Trieste sono<br />

attualmente Andrea Viglongo di Torino, direttore del “Lavoratore”,<br />

Pastore, fratello di Ottavio Pastore, corrispondente di Roma di detto<br />

giornale, e Luigi Polano » .<br />

453


6. Rapporto di 300 HP del febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski<br />

454


Da 300 HP<br />

febbraio 1923<br />

Coll’avvenuto arresto di Bordiga gli succede nella gerarchia comunista<br />

l’avv. Umberto Terracini di Torino – poi Bruno Fortichiari –<br />

poi l'on. Repossi e ultimo il geometra Ruggero Grieco.<br />

Arrestati tutti questi cinque che formano l'Esec. d'Italia subentra un<br />

secondo Esecutivo di cui fanno parte: Palmiro Togliatti, Gramsci e<br />

Misiano – Nel caso che tutti i capi riconosciuti vengano arrestati, entrano<br />

in funzione gli “emissari segreti” dell'Internaz. Comunista, i<br />

quali si terranno a contatto solamente<br />

455


456


coll’incaricato della propaganda che esiste presso ogni Delegazione<br />

Commerciale Russa all'estero.<br />

Nel nostro caso, gli emissari segreti presenti in Italia (che soltanto<br />

Bordiga o Terracini possono conoscere) riferiranno a Mosca per ½ di<br />

Straoujan sostituto di Worosky alla Delegazione Commerciale Russa<br />

di Roma in corso d'Italia.<br />

Straoujan poi penserà a comunicare con Mosca – via Berlino – <strong>Il</strong><br />

centro di ogni attività rimane però sempre Berlino seguito dal centro<br />

di Riga – poi da Belgrado – Sofia e Trieste.<br />

L'attività di Straoujan che in questi giorni deve essere a Roma, può<br />

riserbare delle sorprese – Sarà bene che egli sia sorvegliato attentamente<br />

–<br />

*****<br />

Rigo 8: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario<br />

« ½ » anziché con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche<br />

nel documento redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di<br />

Bellone. Ciò dimostra che l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

457


7. Rapporto di 300 HP del 21/2/23<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

458


Da una confidenziale di 300 HP – 20/2/23<br />

Franceschini – mi ha ancora detto che in questi momenti di incertezza<br />

ma non di scoramento – hanno lavorato e lavorano attivamente<br />

l’ex deputato Riccardo Roberto di Alba – il pubblicista Ed. Peluso,<br />

Forticiari, gli On. Bombacci, Graziadei, Rabezzana e Bellone. E’<br />

convinto che se anche gli altri membri della Centrale – dovessero venire<br />

arrestati, il movimento non si arresterà, perché entreranno in<br />

funzione una parte dei deputati all'uopo prescelti, che avendo riguardo<br />

alle immunità di cui godono, potrebbero ugualmente esplicare la<br />

loro attività nel senso voluto dall’Esecutivo moscovita per la lotta<br />

contro il fascismo.<br />

========<br />

Per conto mio dei deputati comunisti segnalo per una particolare<br />

attenzione e sorveglianza:<br />

I° gruppo: Repossi – Belloni Ambrogio di Alessandria e Bellone Virgilio<br />

di Novara – Rabezzana e Gagliazzo di Torino<br />

II° gruppo: Garosi – Graziadei – Remondino e Bombacci<br />

Gli altri: Corneli – Croce e Caroti contano poco – Gli On. Marabini<br />

e Ambrogi sono all’estero (Russia) – Tuntar di Gorizia è espulso.<br />

*****<br />

Per quanto concerne Franceschini in calce al foglio è apposta<br />

l’annotazione: « del Lavoratore di Trieste ».<br />

Copie di questo documento si trovano anche in ACS, CPC, b.<br />

3836, fasc. Peluso Edmondo; b. 2514, fasc. Graziadei Antonio; b.<br />

705, fasc. Bombacci Nicola.<br />

459


8. Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, sottofasc. 1, Ritorno dalla Russia<br />

460


Da 300 HP (marzo 1923)<br />

Jacques Sadoul è ritornato a Berlino –<br />

Dimora all'Ambasciata della R.S.F.S.R all’Inter den Linden<br />

Appartiene anche lui al cosiddetto Comando Supremo della lotta antifasci-<br />

sta-<br />

Mi consta che la sua permanenza a Berlino è attentamente sorvegliata da<br />

emissari del Governo Francese che gli stanno alle calcagna.<br />

Lui però non agisce, almeno presentemente – conto il suo paese – Sarebbe<br />

invece contro di noi che egli ha avuto l'alto incarico da Zinoview, di operare<br />

e di studiare i piani di attacco –<br />

Nel comitato d'azione antifascista, l'On. Bombacci rappresenta provvisoriamente<br />

l'Italia. Bombacci per ora rimane a Berlino a coordinare il movimento<br />

antifascista con l'On. Ambrogi.<br />

Misiano non conta niente in questo comitato –<br />

Infatti alle sedute presiedute dalla Zetkin lui non interviene –<br />

L'ex-capo della guardia rossa dell'O.N. [Ordine Nuovo] di Torino – il comunista<br />

Bianco – è a contatto diretto a Berlino con tutti i rappresentanti di<br />

Mosca e li conosce assai bene –<br />

I fondi necessari sono depositati alla sede del P.C. di Germania alla Resenthall<br />

st. 3D e colà si rivolgono tutti i bisognosi di sussidi e anche numerosi<br />

commessi viaggiatori. Alla sede del partito comunista di Berlino, nell'anticamera,<br />

ogni giorno vi è la coda – Soltanto gli alti funzionari la schivano –<br />

A Berlino il Iº aprile avrà luogo un congresso anarchico al quale anche<br />

l’U.A.I. invierà o delegherà a parteciparvi i suoi fiduciari residenti in Germania.<br />

L’anarchico Fedeli – italiano è stato arrestato tempo addietro dalle autorità<br />

tedesche per ordine di quelle italiane. Egli era uno dei più feroci ed accaniti<br />

fautori degli attentati dinamitardi.<br />

L'offensiva antifascista per questo momento è assolutamente limitata alla<br />

organizzazione tecnica ed alla raccolta e distribuzione di fondi –<br />

Nulla, assolutamente nulla per l'azione immediata o prossima, è stato decretato.<br />

La Zetkin e Kolarov sono per ora i maggiori esponenti della lotta antifascista<br />

– ma per stesse dichiarazioni della Z. nessun ordine o disposizione è stata<br />

finora emanata.<br />

461


9.Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

462


Da 300 HP<br />

L’Araldo – Parigi –<br />

Lingua italiana<br />

Libera Stampa – Lugano<br />

id<br />

L’Avant Garde – Ginevra “ francese<br />

<strong>Il</strong> Risveglio – Ginevra “ italiana<br />

L'avvenire del lavoratore – Zurigo “ “<br />

La Internacional – Buenos Aires “ spagnola<br />

Avanti! – Chicago “ italiana e inglese<br />

<strong>Il</strong> martello – New York “ “ “<br />

È un elenco di giornali che svolgono la loro azione fra gli emigranti<br />

italiani specialmente letti dai profughi politici i quali si tengono con<br />

essi in stretto contatto.<br />

Bisogna controllare accuratamente e annotare meticolosamente i<br />

nomi contenuti nelle liste di sottoscrizione di questi giornali. Io lo<br />

faccio già per conto mio, ma non basta a tutto.<br />

Marzo 1923<br />

*****<br />

Quaglino non solo segnala alla polizia la stampa illegale comunista,<br />

ma la legge e la conserva per trarne materiale utile quando compila le<br />

sue relazioni per la polizia. Ciò risulta oltreché dalla sua testimonianza<br />

diretta da un telegramma del Prefetto di Imperia diretto alla<br />

DGPS, in data 4 aprile 1932, in cui si legge:<br />

«Oggi Ufficiale R. Dogana Ventimiglia, in una cassa che da documenti<br />

risultava contenere valori et pelliccie ha rinvenuto una valigia<br />

contenente alcune centinaia vecchi giornali sovversivi stampati 1929<br />

et anni antecedenti Italia – Francia – Svizzera – Brasile et cartoline<br />

riproducenti fuorusciti italiani stop – Predetta cassa risulta spedita da<br />

certo RATTO GIUSEPPE Piazza Terralba 32 Genova diretta ingegnere<br />

QUAGLINO ALFREDO Juan Les Pins Avenie Hollywood.<br />

Proceduto sequestro valigia et informata questura Genova et quel<br />

commissariato compartimentale sicurezza stop – Segue rapporto ».<br />

[ACS, CPC, b. 4171, fasc. Quaglino Alfredo Andrea Cesare].<br />

463


10. Rapporto di 300 HP del 7 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

464


Confiden. 300 HP<br />

Berlino 7 marzo 1923<br />

C'è qui Bombacci arrivato dall'Italia per recare le ultime notizie ai<br />

“giornali di Germania”.<br />

Oltre a lui ho visto Misiano – Ambrogi – Bianco – Serafini – Zanardi<br />

– l’ex Segretario della Federazione Giovanile Comunista di Torino –<br />

e qualche altro profugo –<br />

Edmondo Peluso è partito per Vienna e Gennari Egidio per Mosca,<br />

quindi il convegno noto è stato rinviato ad epoca per ora sconosciuta.<br />

Peluso riallaccia le file tra Vienna – Budapest – Berlino e l'Italia e<br />

Bombacci fa da corriere internazionale.<br />

Sadoul è stato qui – ritornerà – oggi è nei Balcani –<br />

Misiano mi ha confermato che Sadoul dovrebbe essere uno dei capi<br />

dell'azione antifascista – per l'Italia l'alto commissario sarebbe Gennari<br />

–<br />

Gramsci per ora rappresenterebbe il P.C.d’I. nel Comitato Esecutivo<br />

dell’I.C. quindi rimane a Mosca – ove andrebbe anche Terracini che<br />

sempre da Misiano ho saputo che ha abbandonato Roma in questi<br />

giorni – Ma Terracini non è stato trovato? – Misiano mi ha detto di<br />

no – Avrò questa sera altri colloqui privati, poi partirò per venire a<br />

riferire le mie impressioni, dubbi ed apprensioni.<br />

*****<br />

Copie di questo rapporto si trovano anche in ACS, CPC, b. 3315,<br />

fasc. Misiano Francesco [fasc. 2]; b. 3836, fasc. Peluso Edmondo; b.<br />

92, fasc. Ambrogi Ersilio; b. 2330, fasc. Gennari Egidio; b. 705, fasc.<br />

Bombacci Nicola; ACS, DGPS, J5, b. 297, fasc. Sadoul Jacques ed<br />

altri.<br />

465


11. Rapporto di 300 HP di fine marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

466


(Fine marzo 1923)<br />

Da 300 HP<br />

A Bornheim (Conferenza di Francoforte) sul comma “Azione antifascista”<br />

nessuna decisione importante è stata presa. <strong>Il</strong> Comitato<br />

Centrale non è ancora al completo, quindi ogni decisione spetterà al<br />

C.C. appena i vari partiti comunisti avranno proceduto alla nomina<br />

dei rispettivi rappresentanti.<br />

Veggansi gli allegati ritagli di giornali.<br />

*****<br />

A questo rapporto Quaglino ha allegato dei ritagli di giornali.<br />

Della conferenza di Francoforte egli parla anche nella relazione fiduciaria<br />

riprodotta dalla lettera della questura di Roma alla DGPS del 27<br />

maggio 1923, in cui scrive: « Di nuovo c'è la risoluzione approvata<br />

dalla conferenza di Francoforte, pubblicata sui giornali. (continua) ».<br />

467


12. Rapporto di 300 HP 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski<br />

468


Da 300 H. P.<br />

21/3/1923<br />

Worowsky (indicato nel campo comunista colla sigla “doppio W”,)<br />

avrebbe dichiarato che Mussolini nel recente colloquio avuto con lui,<br />

avrebbe tacciato di mala fede Serrati e l’avrebbe messo sul chi va là<br />

sull’azione che il Serrati svolge in Italia!! Quanto ci sia di vero in questo<br />

episodio non so. A me l’ha riferito Graziadei figlio (Ercole)<br />

coll’assicurazione che il Presidente del Consiglio avrebbe diffidato W<br />

di servirsi dell’opera di Serrati perché in mala fede!!!<br />

========<br />

Sempre Worowsky avrebbe detto che taluni Deputati nittiani, in relazione<br />

con lui, lo informano minutamente e rigorosamente di tutte le<br />

disposizioni del Governo Nazionale nei suoi riguardi e verso la Russia.<br />

Bisognerà cercare chi siano questi signori.<br />

Worowski è convinto che l’attività sua in Italia, è fatta conoscere al<br />

Governo dall’on. Rondani, questore della Camera – e anzi diffida<br />

grandemente in lui e quando si incontrano (raramente) lo informa<br />

falsamente.<br />

469


13. Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski.<br />

470


(Fine marzo 1923)<br />

Da 300 HP<br />

Alla Delegazione Russa<br />

Nel corriere diplomatico giungono le disposizioni che l’Esecutivo<br />

di Mosca emana per la riorganizzazione del movimento comunista in<br />

Italia.<br />

========<br />

I comunisti Mecheri di Genova ed il cognato di Bombacci, Casadei,<br />

che prestano servizio presso Worowski sanno molte cose – sarebbe<br />

necessario ritirarli dalla circolazione tutti e due e cercare di farli parlare.<br />

<strong>Il</strong> Mecheri è un comunista fidatissimo e che durante la conferenza<br />

Interalleata di Genova, egli a S. Margherita Ligure, all'Hotel Palace,<br />

era il capo della guardia rossa e si meritò gli elogi di Rakowski, Cicerin<br />

ed altri capi bolscevichi.<br />

*****<br />

Va qui nuovamente rimarcato che Quaglino, al fine di meglio individuare<br />

Casadei, di cui probabilmente ignora il nome, dice che è cognato<br />

di Bombacci. L’espressione « cognato di Bombacci » ricorre tale e<br />

quale anche nel documento redatto alla presenza di Bellone, a Genova,<br />

nell’aprile 1923. Qui Quaglino scrive:« I comunisti Mecheri di<br />

Genova ed il cognato di Bombacci, Casadei, che prestano servizio<br />

presso Worowski sanno molte cose – sarebbe necessario ritirarli dalla<br />

circolazione tutti e due e cercare di farli parlare ». Nel documento<br />

dell’aprile 1923 si legge: « Casadei, cognato di Bombacci, addetto<br />

presso la missione commerciale russa a Roma, serve di tramite per la<br />

consegna di corrispondenza, pacchi ecc. portati a Roma dai corrieri<br />

della missione e destinati ai comunisti ».<br />

La concordanza sul grado di parentela che lega Casadei a Bombacci<br />

e sull’attività cospirativa da lui svolta dimostrano che la fonte<br />

dell’informazione è unica.<br />

471


14. Rapporto di 300 HP dell’ 11/4/1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

472


Da 300 H.P.<br />

11/4/1923<br />

Componenti<br />

del Comitato provv.<br />

Antifascista<br />

Attività del Comitato Provvisorio Antifascista –<br />

Clara Zetkin – Deputati it. Ambrogi e Bombacci – Cobianchi – Misiano-<br />

Hechert – Radek – Sadoul –<br />

473


15. Rapporto di 300 HP datato Trieste, 26 maggio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

474


300 HP<br />

Trieste, 26 maggio 1923<br />

<strong>Il</strong> deputato Bellone di Novara è qui in sostituzione del suo collega<br />

comunista Belloni Ambrogio di Alessandria – il quale per ordine<br />

dell'Esecutivo comunista dovrebbe rimanere a Roma –<br />

Bellone oltreché dirigere “<strong>Il</strong> Lavoratore” si occupa anche attivamente<br />

di tutto il movimento politico e sindacale riguardante la Venezia G.<br />

nei riguardi del P. Comunista.<br />

È aiutato per ora soltanto de elementi triestini –<br />

Nessun altro membro influente a Mosca è qui presente –<br />

---------<br />

L'arresto del Segretario della C.d.L. – Cavarocchi – ha prodotto un<br />

po' di fermento tra le maestranze, ma domani al più tardi se lo saranno<br />

dimenticato – Cavarocchi è però tenuto qui – in buona considerazione<br />

– <strong>Il</strong> motivo dell'arresto non è creduto veritiero –<br />

*****<br />

L’annotazione manoscritta che si riferisce al deputato Bellone di Novara<br />

è la seguente: « è direttore del Lavoratore di Trieste ».<br />

L’annotazione manoscritta relativa a Cavarocchi recita: « è stato<br />

arrestato per ricatto art. 194-197 e 410 C.P. vedi fasc. ind.le del Cavarocchi<br />

Mario Cat 2 a ».<br />

475


476


---------<br />

Nei riguardi dell’Alleanza Coop. di Torino, mi ha detto che Mussolini<br />

riuscirà a toglierla completamente al proletariato torinese, ma che ciò<br />

potrebbe inasprire la situazione locale – Quella istituzione è un patrimonio<br />

delle maestranze torinesi, che potrebbero anche essere disposte<br />

– dati i tempi che corrono – a farsi espropriare, ma che potrebbero<br />

anche vendicarsi –<br />

Romita è ingegnere, avrà fatto i suoi calcoli, vedremo se avrà calcolato<br />

bene!<br />

---------<br />

Nei riguardi dell’Avanti! non mi ha nascosto l’imbarazzo finanziario<br />

in cui si dibatte, e mi ha accennato anche estesamente la questione<br />

del terreno ceduto dall’ex amm. socialista Filippetti – il cui contratto<br />

è stato riveduto e modificato dall’attuale amm. del comune di Milano,<br />

con gravi danni per l’Avanti, che ha dovuto suo malgrado accettare le<br />

nuove condizioni.<br />

Mi ha poi detto che l’Avanti! ha molte cambiali in giro – e che se il<br />

Governo, riuscisse in un qualsiasi modo ad impedirgli il gettito datogli<br />

dalle oblazioni ed altrimenti, i suoi giorni sarebbero contati –<br />

Ha soggiunto che la nuova Direzione vigila attentamente affinché la<br />

sua voce non venga spenta, ed al tempo stesso provvede ad emanare<br />

ordini e disposizioni per rifare a nuovo tutto il lavoro di preparazione<br />

per l’inquadramento delle masse più che demoralizzate –<br />

---------<br />

477


478


Luigi Polano – ex redattore-capo del “Lavoratore” di Trieste, recentemente<br />

liberato dalle carceri del Coroneo – unitamente a Giardina,<br />

Viglongo, Cilla, Amoretti, Pastore Angelo, Ravagnan e qualche altro<br />

di minor importanza, mi ha detto che la magistratura triestina è stata<br />

ad essi favorevole – Infatti tutti gli imputati del gruppo del “Lavoratore”<br />

sono stati prosciolti – Rimangono detenuti soltanto i comunisti<br />

triestini, e Polano non sa spiegarsi il perché.<br />

È del parere che i magistrati che hanno giudicato sulle imputazioni di<br />

complotto contro i poteri dello Stato, a Trieste, nonostante siano<br />

funzionari dell'interno, siano per lo meno antifascisti –<br />

Al Coroneo, egli con tutti gli altri comunisti, godeva di una certa libertà<br />

quasi paragonabile ai detenuti della Santé di Parigi (Cachin,<br />

Trèint, Peri, etc – ) ed ha potuto d'accordo cogli altri comunisti trovare<br />

e raggiungere nelle risposte da dare al giudice istruttore il più<br />

perfetto accordo –<br />

Mi ha poi parlato, o meglio siccome io so parlare come lui, abbiamo<br />

parlato di Poincaré – Secondo Polano il voto del Senato francese<br />

aumenterà le azioni del comunismo in Francia, ed i liberati della Santé<br />

potranno ritornare da capo, quello che in fondo intende fare lui<br />

con tutti gli altri reduci dalle carceri d'Italia –<br />

Circa il parere del relatore che propose alla Camera dei deputati di<br />

negare l'autorizzazione a procedere contro i deputati Maffi, Romita,<br />

Marabini, Bombacci, Graziadei ecc. Polano crede che se la Camera<br />

approverà quella<br />

*****<br />

L’annotazione manoscritta relativa a Polano, Giardina, Viglongo, Cilla,<br />

Amoretti, Pastore Angelo, Ravagnan dice: « sono stati tutti scarcerati ».<br />

A margine della parte in cui si dice che i magistrati sono funzionari<br />

dell’interno c’è l’annotazione: « non è esatto, sono magistrati del vecchio<br />

regime ».<br />

A margine della parte relativa ai detenuti della Santé c’è l’annotazione:<br />

« ciò confronta con quanto fu già segnalato ».<br />

479


480


proposta, tutti i complotti montati in Italia sfumeranno, ed è convinto<br />

che chi ne approfitterà saranno proprio i comunisti, socialisti e a-<br />

narchici ancora detenuti.<br />

---------<br />

A Trieste ho saputo che il deputato comunista di Torino, Gagliazzo –<br />

si è trasferito nel Belgio – non si sa in quale località – per impiantarvi<br />

una fabbrica di macchine da scrivere –<br />

Gagliazzo è quel noto capo tecnico che ideò una macchina da scrivere,<br />

che scomponendola, si possono usufruire di alcuni pezzi per formare<br />

una pistola mitragliatrice – In questo piano di impianto della<br />

fabbrica nel Belgio, l'Esecutivo d'Italia, ha ottenuto l'autorizzazione ed<br />

i denari di Mosca – e soltanto in tal modo a Gagliazzo è stato permesso<br />

di lasciare l'Italia per dare altrove ed in altro campo la sua attività<br />

–<br />

Io sono amico di Gagliazzo e sarei curioso di vedere dove diavolo è<br />

andato ad impiantare la fabbrica delle macchine da scrivere–pistole<br />

mitragliatrici –<br />

---------<br />

Arturo Cappa – ex segretario della Federaz. Comunista Ligure – ritornato<br />

da una missione in Egitto è nuovamente in giro per l'Italia in<br />

compagnia di quella ricca signora polacca da lui requisita durante il<br />

suo primo viaggio a Mosca nel 1919 –<br />

---------<br />

Bertani a Genova mi disse che il Presidente è già sfuggito a 3 attentati<br />

tesigli dagli anarchici, ma che si vedrà di fare meglio per l'avvenire!!.<br />

Egli dubita che Damiani – ex redattore capo di “Umanità Nuova” sia<br />

al servizio della Direz. Generale – e ne sta all'erta.<br />

481


16. Copia de La Correspondance Internationale del 9 giugno 1923<br />

inviata da 300 HP<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Corrispondenza clandestina attraverso<br />

la frontiera.<br />

482


483


484


485


17. Rapporto di 300 HP datato Genova, 31 agosto 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

486


300 HP<br />

Genova, 31 agosto 1923.<br />

Serafini – comunista – residente a Genova – in via Carlo Felice – che<br />

dai membri del Partito Comunista e Socialista – è conosciuto come<br />

ricchissimo – è ritornato qui da Vienna ove si sarebbe recato per incarichi<br />

segreti di alta competenza affidatigli dall'Esecutivo Comunista<br />

– A Vienna si sarebbe incontrato con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini – Serafini gode una fiducia illimitata<br />

presso l'Esecutivo – e gli incarichi delicatissimi che gli vengono<br />

affidati all'estero sarebbero di una segretezza assoluta –<br />

Sembra a quanto ho potuto conoscere – sarebbe Togliatti – l’ex redattore<br />

dell’“Ordine Nuovo” di Torino – che da Torino stessa, glieli<br />

farebbe pervenire –<br />

Al domicilio di Serafini potrebbe esservi qualche cosa di interessante –<br />

Bisogna sorvegliare soprattutto Togliatti e Roveda a Torino –<br />

*****<br />

Questo rapporto è inviato da Genova, come quelli datati « Genova, 27 settembre<br />

1923 » e « Genova, 7/2/24 ».<br />

Va qui ricordato che Quaglino soggiornava spesso nella città, quando rientrava<br />

dai suoi viaggi che compiva nelle varie città d’Italia e d’Europa. A Genova<br />

Quaglino aveva una cassetta postale dove riceveva la corrispondenza<br />

che gli perveniva dall’Italia e dall’estero e quindi anche dalla questura di Roma<br />

e dal Ministero dell’Interno. La notizia dell’esistenza di tale cassetta postale è<br />

contenuta in una nota del questore di Genova del 1° ottobre 1925 diretta alla<br />

DGPS, in cui si legge: « da indagini disposte è risultato che la cassetta postale<br />

1666, di cui attualmente è titolare Mezzana Umberto ha appartenuto fino al<br />

decorso giugno al noto comunista Quaglino Alfredo fu Cesare nato a Torino.<br />

Costui è tuttora titolare di una cassetta postale segnata con il N. 1865 ma riceve<br />

poca corrispondenza proveniente dall’estero ». [Cfr. ACS, CPC, b. 4171,<br />

fasc. Quaglino Alfredo Andrea Cesare]<br />

La sua presenza a Genova risulta anche dalla relazione siglata 300 HP, datata<br />

« Trieste, 26 maggio 1923 », in cui Quaglino scrive: « Bertani a Genova mi<br />

disse che il Presidente è già sfuggito a 3 attentati tesigli dagli anarchici, ma che<br />

si vedrà di fare meglio per l'avvenire! ». Ed è a Genova che Quaglino si incontra<br />

con Bellone e redige la relazione inviata da quest’ultimo al questore Bertini<br />

con lettera del 22 aprile 1922.<br />

487


18. Rapporto di 300 HP datato Genova, 27 settembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Milano<br />

488


300 HP<br />

Genova, 27 settembre 1923.<br />

Sui recenti arresti di Milano posso fornire con certezza le seguenti informazioni:<br />

VOTA già segretario della Federazione Lavoranti in Legno a maggioranza comunista<br />

– era tornato da molti mesi dalla Russia – ed esplicava la sua attività<br />

politica a TORINO a fianco di CARETTO, ROVEDA, MONFISANI, TO-<br />

GLIATTI ed altri. È pure uno dei firmatari del famoso manifesto per il quale<br />

BORDIGA & C. saranno processati quanto prima. Non è assolutamente da<br />

ritenersi come elemento pericoloso.<br />

LEONETTI già redattore dell’O.N. e poi redattore capo del LAVORATORE<br />

di Trieste. Intellettuale e nient'altro. Capace di scrivere articoli e comporre anche<br />

clandestinamente un giornale. Senza seguito tra le masse. Recentemente<br />

scarcerato dopo i processi subiti a Trieste e Torino. Individuo della massima<br />

buona fede. Tra i pochi per la verità. Non è mai stato in Russia.<br />

MONTAGNANA è il più provato di tutti. Ha sofferto benché assai giovane<br />

moltissimi mesi di prigione. Tempra forte ed abita [abituata] a tutte le battaglie e<br />

rischi relativi.<br />

È oggi forse l'unico esponente della Federazione Giov. Comunista, e nelle sue<br />

mani deve essere concentrato tutto il movimento giovanile in Italia.<br />

Recentemente liberato dal carcere. Conosce la Russia per esservi stato come<br />

delegato del Part. Comun. d'Italia. Ritornò con incarichi delicati che sempre<br />

eseguì con la massima energia e segretezza.<br />

TASCA era tornato recentemente da Mosca con GENNARI. È un altro firmatario<br />

del noto manifesto. A Torino copriva la carica di SEGRETARIO della<br />

DIREZIONE dell’A.C.T. e non quella di Direttore tenuta sino a pochi giorni<br />

sono da CRESCI. Altro intellettuale. Fiduciario di Mosca per tutti e due le Internazionali,<br />

la Comunista e la Sindacale, e cioè del COMINTERN e del PRO-<br />

FINTERN. Elemento di primordine. Fidatissimo e provato.<br />

GENNARI è l’ex segretario del vecchio Part. Soc. Ital. Ritornato anche lui recentemente<br />

da Mosca sebbene sapesse che pendeva contro di lui un vecchio<br />

mandato di cattura per essere lui pure un firmatario dell'appello di Mosca. Figura<br />

di vecchio rivoluzionario. Molto criticato il suo atteggiamento durante l'occupazione<br />

delle fabbriche. Dopo il congresso di Livorno passò coi comunisti e<br />

venne nominato rappres. del Partito Com. d'Italia presso <strong>Il</strong> C.E. dell’I.C. carica<br />

che tenne fino a quando or sono pochi mesi, nelle riunioni di Mosca dell'Esecutivo<br />

Allargato, [fu] sostituito da Terracini. Altro fiduciario di Mosca.<br />

489


490


E per ultimo il dott. Palmiro TOGLIATTI.<br />

Ho avuto occasione di segnalarlo ripetutamente ed additarlo per tutte le cure<br />

ed i riguardi del caso. È il despota del Part. Com. d'Italia.<br />

Unico ed assoluto Membro del Comitato Esecutivo dopo l'arresto di Bordiga,<br />

Grieco e la fuga di Misiano, Fortichiari.<br />

Tutto era nelle sue mani. Denari, ordini, cifrari ecc.<br />

Lo segnalai ripetutamente, ma sempre riuscì a sfuggire. E soltanto la piccola<br />

riunione di Milano ha offerto un mezzo per toglierlo dalla circolazione. Degli<br />

arrestati odierni è il più scaltro e il più agguerrito. Lo conosco perfettamente<br />

da molti anni e posso affermare e fargli l'onore di riconoscerlo come<br />

il più furbo dei comunisti italiani. Nessuna polizia era mai riuscita ad agguantarlo.<br />

Non era mai stato arrestato neanche quando a Roma dirigeva agli<br />

ordini di Bordiga il quotidiano comunista della capitale “<strong>Il</strong> Comunista” che<br />

sino ai giorni dell'avvento al potere del Gov. Fasc. era l'Organo centrale del<br />

Part. Comunista d'Italia.<br />

Coll'arresto sensazionale del TOGLIATTI il movimento di riorganizzazione<br />

delle file comuniste si arena irrimediabilmente.<br />

Togliatti per il movimento in Italia non potrà, almeno per un po' di tempo<br />

essere sostituito.<br />

Chi sarà furibondo è Bordiga.<br />

Ora coll'arresto di questi sei più quelli operati precedentemente fra i Membri<br />

della Federaz. Giovanile e dell'Esecutivo, il movimento di pura riorganizzazione<br />

ha subito un colpo mortale.<br />

Occorre sorvegliare REPOSSI e CILLA a Milano. REPOSSI sopra tutto<br />

non deve aver tregua. Lui e credo MONGUZZI manderanno avanti la baracca<br />

fino a nuovo ordine. Può darsi che ritorni il notissimo Edmondo PE-<br />

LUSO e anche Bruno FORTICHIARI, ma le mie informazioni li danno<br />

entrambi all'estero con Vitt. AMBROSINI, MISIANO, GRAMSCI, TER-<br />

RACINI, l'on. AMBROGI.<br />

La riunione di Milano in cui avvenne l'arresto delle sei persone aveva (ed è<br />

vera l'affermazione degli arrestati) puro carattere amministrativo. Si trattava<br />

di rendere quotidiano il settimanale “LO STATO OPERAIO” che da qualche<br />

tempo sostituiva il defunto “LAVORATORE” di Trieste. Altre riunioni<br />

erano già state tenute, ma tutte sempre riguardanti il giornale, la tipografia<br />

da ricercare, un indirizzo sicuro e le modalità per la diffusione.<br />

Null'altro.<br />

491


19. Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Partito comunista Affari generali -<br />

Corrispondenza clandestina attraverso la frontiera<br />

492


300 HP<br />

Napoli , 3 Novembre 1923<br />

Coll’assoluzione di tutti i comunisti implicati nel recente processo<br />

di Roma, tutto l'Esecutivo del Partito Comunista d'Italia può riprendere<br />

a svolgere la sua completa attività.<br />

Degli imputati, erano latitanti:<br />

Fortichiari Bruno<br />

Terracini Umberto<br />

Gramsci Antonio<br />

Azzario Isidoro<br />

Silva Teodoro<br />

tutti da me conosciuti – Salvo il Silva che non ho mai saputo dove<br />

fosse rifugiato, gli altri erano all'estero:<br />

Gramsci e Terracini a Mosca<br />

Azzario e Fortichiari a Berlino<br />

Coll'assoluzione tutti possono rientrare in Italia. Ho saputo che<br />

Terracini e Gramsci non usufruiranno di questa concessione, perché<br />

sono i rappresentanti del P.C. d’I. presso il “Comintern” (Intern.<br />

Com.) e loro devono rimanere a Mosca.<br />

Sono entrambi facilmente riconoscibili – quindi è assai improbabile<br />

– dato che intendano ritornare – che si servano del passaporto. Rientrerebbero<br />

per la solita via di Tarvisio o Chiasso, illegalmente.<br />

---------<br />

A Lugano esiste un'organizzazione molto pratica di questi valichi<br />

clandestini – che riescono quasi sempre.<br />

L'attività che possono svolgere questi cinque è da temere – Sopra –<br />

tutti Fortichiari che con Terracini è membro del vecchio Esecutivo.<br />

---------<br />

Degli assolti già detenuti, riprendono il loro lavoro:<br />

Bordiga – Grieco (membri dell’Esec.) L’ex Deputato e sindaco di<br />

Bologna – Gnudi, Berti, Dozza dell'Esecutivo Giovanile, e i propagandisti<br />

Giberti, Morabino e qualche altra figura secondaria implicata<br />

in questo processo per “sbaglio”.<br />

493


20. Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Partito comunista Affari generali -<br />

Corrispondenza clandestina attraverso la frontiera<br />

494


300 HP<br />

Napoli, 3 Novembre 1923<br />

Mie proposte<br />

Riconsegnare la sede de “<strong>Il</strong> Lavoratore” di Trieste all'On. Bellone.<br />

<strong>Il</strong> giornale ripubblicandosi, attirerà, i soliti “colombi viaggiatori” e tutta la baracca<br />

comincerà ad ingrandirsi.<br />

Attorno al giornale, si sviluppano poi molte altre attività, ed alla sede stessa non è<br />

difficile vedere molte persone note riunite più sovente di quanto non si creda.<br />

Lasciare riprendere il movimento di propaganda a Trieste, può sembrare un errore,<br />

ma può rendere in seguito grandi vantaggi, data la facilità di sorveglianza che si<br />

potrebbe esercitare attorno al giornale stesso. Dove c'è il giornale del partito risiedono<br />

i capi e di là partono gli ordini alle Federazioni Provinciali e si ricevono quelli<br />

dall'estero.<br />

Tenendo invece i capi del movimento comunista (che si riorganizzerà presto e si<br />

dice anche bene) sparsi per la penisola, sarà difficile controllarli e precisare l'attività<br />

che svolgono in danno del n/ paese.<br />

Fingendo quindi di consegnare la tipografia e il giornale di Trieste, tutto rifiorirà e<br />

quando le cose procederanno a gonfie vele, allora si potrà colpire adeguatamente<br />

l'avversario.<br />

<strong>Il</strong> Processo recente di Roma per chi scrive, è stato un errore di strategia e da esso<br />

il Partito Comunista d'Italia esce rafforzato grandemente. Per tutte queste ed altre<br />

considerazioni, sono d'avviso che per evitare indagini, sorveglianze, deviamenti ecc.<br />

che in definitiva non darebbero i risultati desiderati, convenga prendere in esame la<br />

mia proposta di riconsegna del giornale di Trieste ai proprietari, che in avvenire<br />

non lontano, potrebbe darci il mezzo di stornare il movimento di opposizione comunista.<br />

---------<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo di Milano unitamente a Togliatti, Leonetti,<br />

Montagnana e Gennari.<br />

---------<br />

D'Onofrio, Germanetto, Leoni e Presutti – che erano a piede libero – rimangono<br />

anch’essi a disposizione di Bordiga per eventuali incarichi regionali. Occorrerà vigilare<br />

grandemente chi di costoro chiederà il passaporto per l'estero per evitare eventuali<br />

sorprese.<br />

---------<br />

Le cure dell'Esecutivo saranno volte principalmente allo Stato operaio di Milano<br />

– per renderlo quotidiano – dopo essersi riforniti dei denari occorrenti – alla sede<br />

del Partito Comunista di Germania che si dice detenga i fondi per il confratello d'Italia<br />

a Berlino alla Rosenthalstrasse.<br />

495


21. Rapporto autografo di 300 HP datato Torino, 29/1/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

496


300. HP.<br />

Torino, 29/1/24/<br />

Le previsioni di Canepa e Rossi – per il comizio Gonzales a Genova<br />

non sono andate a male! Prima di venire qui ho appreso e sentite<br />

molte lagnanze in città per l'incidente toccato a Rossetti – Vi è nella<br />

città molta deplorazione –<br />

Rossi mi ha detto che andando di questo passo, gli unitari si asterranno<br />

–<br />

Lui dice che sarebbe un vero peccato perché nutrivano e nutrono ancora<br />

molte speranze, poi i quattrini ci sono e molti – a differenza dei<br />

massimalisti che se non ingoieranno l'accordo coi comunisti – finanziatori<br />

della campagna elettorale, rimarranno (se scenderanno in lista)<br />

con pochi biglietti da mille a loro disposizione!<br />

La mossa dei comunisti tende quindi a rimorchiare i massimalisti, i<br />

quali per avere degli aiuti finanziari per la campagna che si farebbe in<br />

comune – dovrebbero “subire l'accordo” proposto dall'esecutivo<br />

comunista –<br />

Può darsi però che avvengano ancora delle sorprese.<br />

Stasera vedrò Dugoni – Frola – e forse Pagella e Amedeo –<br />

Riferirò subito<br />

497


22. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova, 7/2/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

498


300 HP<br />

Genova, 7/2/24/<br />

Pagella Vincenzo – ex deputato massimalista – mi dice che il Pr. è caduto<br />

“nella trappola soviettista” – tesagli da Mac Donald d’accordo colla Delegazione<br />

Russa in Italia per ½ di Rakowsky. Io riferisco quanto ho appreso!<br />

Sembrerebbe che Mac Donald abbia fatto pressione su Rakowsky – rappres.<br />

russo a Londra – affinché Jordansky inventasse qualche motivo (per<br />

esempio quello addotto) per rifiutare la firma al trattato preparato – e forse<br />

anche in seguito Mosca sempre d'accordo con Londra solleverebbe nuove<br />

difficoltà per recare irritazioni e dispiaceri al nostro governo.<br />

Secondo Pagella questa tesi è la più vicina alla realtà e tenderebbe ad avere<br />

in seguito sviluppi notevoli che tornerebbero tutti a nostro danno.<br />

È anche lui stupito come mai il Pr. si sia lasciato prendere alla sprovvista, e<br />

non sarebbe meravigliato che la Delegazione di Jordansky venisse congedata!<br />

Ma intendiamoci bene, queste sono tutte supposizioni di questo brav'uomo!<br />

---------<br />

Pastore Ottavio – ex dirett. “Ordine Nuovo” – e “Lavoratore” di Trieste –<br />

andrà a dirigere con ogni probabilità il nuovo quotidiano dei terzint. e dei<br />

comunisti.<br />

L'ho incontrato sempre più grigio, alla Sala Stampa a Torino – Mi ha detto<br />

che se volevo essere portato candidato ne avrebbe parlato all’Esecutivo. Io<br />

gli ho risposto che per prendere delle legnate, e quelle soltanto, ne facevo<br />

proprio a meno! E gli ho proposto di presentare la sua candidatura a Torino!<br />

Dio sa con quale successo! Mi ha chiesto il mio concorso finanziario<br />

per le elezioni e per il quotidiano ed ha avuto la mia promessa affermativa –<br />

Anche lui nei riguardi della mancata firma al trattato italo russo, la pensa un<br />

po' come Pagella.<br />

*****<br />

Rigo 3: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario<br />

« ½ » anziché con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche<br />

nel documento redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di<br />

Bellone. Ciò dimostra che l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

499


23. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova, 7 febbraio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

500


300 HP<br />

Genova, 7 febbraio 1924.<br />

Maffi mi aveva informato esattamente – I denari portati da Terracini in Italia<br />

saranno impiegati per l'uscita del nuovo quotidiano comunista che uscirà<br />

a Milano fra pochi giorni col titolo “L'Unità” – Si era pensato di mettergli<br />

nome “Difesa Proletaria”– ma poi Tasca, Vota e C i cambiarono idea –<br />

I proletari di Torino aspettano però i conti della liquidazione dell'Ordine<br />

Nuovo, conti che dovrebbe rendere Togliatti – ma questi conti non verranno<br />

mai! Sarebbe opportuno chiedere di conoscere i proventi della liquidazione<br />

– Qualche giornale amico potrebbe farlo alla primissima occasione.<br />

Sarebbe di grande effetto!<br />

---------<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista di Torino) – mi ha detto che Bordiga<br />

è contro il nuovo Esecutivo Comunista di cui fanno parte Vota – Tasca –<br />

Togliatti e altri due che non conosce neppure lui – tanto è grande la segretezza<br />

dei capi nominati da Mosca –<br />

R. è oggi segretario del Comitato Pro Vitt. Politiche di Torino – Mi dice che<br />

non verrà ripresentato candidato – e che ritornerà al municipio di Torino –<br />

a riprendere il suo vecchio impiego all'ufficio anagrafe –<br />

---------<br />

Rossi Francesco (– ex deputato unitario) – gli ho parlato oggi – è entusiasta<br />

di Mac Donald e mi assicura che il suo partito (l'unitario) se parteciperà alle<br />

elezioni – avrà sicuramente tutto l'aiuto finanziario e morale dei laburisti –<br />

È per questo che tempo fa mi disse che “i soldi ci sono”! – Bisognerà però<br />

vedere, in caso di battaglia, se ci saranno gli elettori! Mi ha riferito che Rossetti<br />

(med. d'oro) avrebbe aiutato in altri tempi, con forti somme, il giornale<br />

degli unitari “La Giustizia” – di Milano – e che oltre a lui stesso anche Treves<br />

e Turati hanno una grande ammirazione per Rossetti e per l’attività che<br />

svolge col suo gruppo “l'Italia libera”–<br />

*****<br />

. La parte della relazione che inizia con « Maffi mi aveva informato » e finisce<br />

con « grande effetto! » è contenuta anche in un foglio dattiloscritto che<br />

si trova in ACS, MI, DGPS, 1923, b. 90, fasc. 3, Campagna antifascista promossa<br />

dalla 3° Internazionale Comunista.<br />

501


24. Rapporto autografo di 300 HP datato 7/2/1924/<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

502


300 HP<br />

7/2/1924/<br />

Nei riguardi della politica estera che il governo di Mac Donald può<br />

svolgere ai danni del n/ Paese – ho qualche proposta da fare e che<br />

forse dovrà essere presa in considerazione –<br />

Conosco Mac Donald e soprattutto molto bene Rakowsky – che con<br />

ogni probabilità sarà l'ambasc. dei Soviety a Londra – e ritengo che<br />

stare a lato di Rakowsky – molte e molte cose utili per noi si verrebbero<br />

a sapere –<br />

Rakowsky mi è legato da antica amicizia e con me parla sempre e<br />

molto volentieri.<br />

Verrò domani personalmente per riferire –<br />

503


25. Rapporto autografo di 300 HP datato Roma 8/2/24 –<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

504


300 HP<br />

Roma, 8/2/24 –<br />

Riferendomi a quanto ebbi a dire stamane a S.E. nei riguardi della politica<br />

instaurata da Mac Donald, palesemente avversa alle direttive del<br />

n/ governo, ritengo, per la conoscenza che mi proviene dallo studio<br />

delle cose e dei fatti, che sarebbe opportuno studiare meglio da vicino<br />

e sorvegliare attentamente ogni mossa e ulteriore attività che svilupperanno<br />

di concerto – anche ai n/ danni – i signori Mac Donald<br />

e Rakowsky –<br />

Per le mie relazioni d'amicizia soprattutto con quest'ultimo, nell'interesse<br />

del servizio a cui lo scrivente è preposto, e nella persuasione di<br />

poter rendere qualche servizio di alta importanza, chiedo a ½ del<br />

mio Capo diretto – che il Presidente voglia prendere in benevolo e-<br />

same la mia proposta e offrirmi la possibilità di rendermi in questo<br />

modo utile a qualche cosa!<br />

*****<br />

Rigo 7: L’annotazione apposta a matita dopo la « Rakowsky » è la seguente:<br />

« che andrebbe ambasciatore a Londra ».<br />

Rigo 11: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario<br />

« ½ » anziché con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche<br />

nel documento redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di<br />

Bellone. Ciò dimostra che l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

505


26. Rapporto autografo di 300 HP datato Roma 8/2/24.<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

506


300 HP<br />

Roma, 8/2/24.<br />

Sono venuto giù con Oddino Morgari e Belloni Ambrogio, ex deputato comunista<br />

di Alessandria.<br />

Morgari mi ha riferito sostanzialmente il punto di vista del suo collega Rossi<br />

Francesco di Genova nei riguardi delle elezioni – Avendogli chiesto se Mac Donald,<br />

in caso di partecipazione alla battaglia elettorale, avrebbe concesso l'appoggio<br />

dei laburisti ai socialisti unitari, si è espresso in termini molto lusinghieri, affermando<br />

che l'aiuto di Mac Donald e del suo partito è già assicurato.<br />

Da quanto ho potuto capire sembra che Matteotti abbia a Londra qualche suo<br />

inviato speciale alle calcagna di Mac Donald –<br />

Morgari ha poi voluto rivelarmi un particolare di grande importanza nel caso<br />

che il suo partito decidesse di partecipare alla battaglia.<br />

Gli elettori unitari, e soprattutto gli aderenti alla Confederazione Gen. del Lavoro,<br />

per ½ di d'Aragona – chiamati a raccolta – dovrebbero intervenire alle<br />

urne e votare nel seguente modo: avuta dal presid. del seggio la scheda di stato,<br />

nella cabina dovrebbero cancellare tutti i contrassegni di lista e sulle linee riservate<br />

alle preferenze, scrivere per esempio “abbasso Mussolini” – “viva la libertà”,<br />

“viva il socialismo” e via di questo passo! E riconsegnare la scheda.<br />

Morgari e parecchi suoi amici sono del parere che in questo modo verrebbe<br />

paralizzata ogni e qualsiasi rappresaglia nei piccoli centri, e che il governo sarebbe<br />

“suonato per le feste”! Così dice lui!<br />

Belloni ha ascoltato – e sottolineato la tesi di Morgari da sincera approvazione<br />

–<br />

Morgari s’è poi dilungato a spiegarmi che la massa elettorale verrebbe nel caso<br />

istruita del tranello da giocarsi, con apposito manifesto nel quale da una parte<br />

verrebbe incluso un cliché della scheda in bianco e dall'altra, a lato, altro cliché<br />

con i contrassegni di lista annullati – e l’aggiunta di disgusto e riprovazione da<br />

farsi sullo spazio riservato alle preferenze.<br />

Si è poi reso conscio dell’eventuale divieto del governo alla pubblicazione di un<br />

simile manifesto, e ha soggiunto che in caso di impedimento, i cliché verrebbero<br />

impressi sulla ”Giustizia” o sugli<br />

*****<br />

Rigo 13: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario « ½ » anziché<br />

con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche nel documento redatto<br />

a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di Bellone. Ciò dimostra che<br />

l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

507


508


altri giornali a ½ di volantini da distribuirsi clandestinamente –<br />

Morgari che con me parla sempre volentieri, non ha voluto dirmi altro – e io gli<br />

ho stretta la mano e sono andato in un angolo con Belloni –<br />

Mentre il treno filava, B. mi raccontava che Bombacci è stato vittima di una tiro<br />

giocatogli dall’esecutivo, che vedutolo già sull’orlo dell’abisso ha voluto dargli<br />

la spinta per precipitarlo dentro. Però sia Serrati che Bombacci – i quali<br />

hanno dato tutta la loro attività alla causa di Mosca, – saranno trattati con riconoscenza<br />

– e si trasferiranno colle loro famiglie a Mosca, ospiti dell’Internazionale<br />

che avrà cura di loro e li allenerà per nuove imprese – come già avvenne<br />

per Sadoul, Misiano, Bela Kun, Platten, Kolarow e altri –<br />

Belloni è d’opinione che i comunisti si batteranno nelle elezioni politiche italiane<br />

con ardore per la conquista di qualche seggio, soprattutto a Torino, Trieste e<br />

Novara – La grande massa degli emigrati non verrà a votare, ma ciò non impedirà<br />

ai comunisti presenti di battersi anche in pochi per dimostrare la loro vitalità.<br />

Del nuovo quotidiano non ha saputo dirmi niente – Io sono assai meglio informato<br />

di lui sull’attività che avrà la stampa sovversiva a corta scadenza –<br />

Delle elezioni in Francia – è del parere che l’Humanité [aggiunta a matita: 250<br />

mila copie] abbia impostato assai bene la campagna – dati i grandi mezzi di cui<br />

dispone la stampa comunista in Francia – gli effetti della propaganda fra le<br />

masse – in cui il malcontento è enorme – produrranno l’esito desiderato – e<br />

colla caduta di Poincaré e l’ascesa eventuale al potere di Herriot – gli estremisti<br />

francesi avranno vinto una buona battaglia nella loro guerra alla borghesia di<br />

Francia.<br />

Belloni mi dice che col trionfo di Herriot in Francia – e col consolidamento del<br />

governo di Mac Donald in Inghilterra – il governo di Mussolini – verrà a trovarsi<br />

completamente isolato in Europa, e che Mussolini dovrà fare degli sforzi<br />

grandissimi per barcamenarsi fra la politica inglese e quella francese, ed usare<br />

tutta la sua abilità per evitare oltreché l’isolamento – anche gli ostacoli che ne<br />

potrebbero derivare –<br />

Anche questo brav’uomo è d’accordo con tutti gli altri da me ravvicinati nel<br />

ritenere che Mac Donald aiuterà gli unitari nelle elezioni nostre –<br />

*****<br />

Rigo 1: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario « ½ » anziché<br />

con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche nel documento<br />

redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di Bellone. Ciò dimostra<br />

che l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

509


27. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova 28/2/24/<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300 HP<br />

510


300 HP<br />

Genova, 28/2/24/<br />

Quasi tutti i giornali hanno riportato il trafiletto succitato, senza naturalmente<br />

sapere il resto. Attendo qualche giorno e poi andrò su con<br />

buone speranze – Di là manderò poi il mio indirizzo al quale mi si dovranno<br />

fare le note comunicazioni –<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> testo del trafiletto di giornale, che è incollato sul foglio nella parte<br />

superiore a quella in cui è scritta la breve relazione, è il seguente:<br />

Rykow in convalescenza<br />

Mosca 26.<br />

Dietro consiglio dei medici il Presidente del Consiglio dei Commissari<br />

del Popolo Alexei Rykow, dopo una breve malattia dalla quale era<br />

stato recentemente colpito per un «surmenage» di lavoro, parte per il<br />

Caucaso in convalescenza; durante la sua assenza sarà sostituito da<br />

Kameneff e Zuriupa.<br />

511


II. Rapporti fiduciari relativi al periodo 1925-1932<br />

Per ricostruire l’intera attività informativa svolta da 300 HP, che dopo<br />

il passaggio alla Polizia Politica divenne il fiduciario n. 34, sarebbe<br />

necessario uno spazio che non è possibile dedicargli in questa sede.<br />

Pertanto se ne propone qui una ricostruzione sintetica, contenuta<br />

nell’atto di accusa contro Quaglino redatto dal capo dell’Ufficio sanzioni<br />

contro il fascismo, nel maggio 1947, per ottenete il rigetto del ricorso<br />

da lui proposto contro l’inclusione del suo nome nell’elenco dei<br />

fiduciari dell’Ovra.<br />

512


Frontespizio del fascicolo relativo al ricorso di Alfredo Quaglino<br />

Fonte: ACS, PCM, Commissione per l’esame dei ricorsi dei confidenti dell’OVRA<br />

(1946-1949), b. 12, fasc. Quaglino Alfredo.<br />

513


Ufficio sanzioni contro il fascismo - Ricorso Alfredo Qualino contro<br />

l’inclusione del suo nome nell’elenco dei confidenti dell’Ovra<br />

Fonte: ACS, PCM, Commissione per l’esame dei ricorsi dei confidenti dell’OVRA<br />

(1946-1949), b. 12, fasc. Quaglino Alfredo.<br />

514


PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI<br />

Ufficio sanzioni contro il fascismo<br />

Roma, 27 maggio 1947<br />

ALLA COMMISSIONE PER L'ESAME DEI RICORSI DEI CON-<br />

FIDENTI DELL'O.V.R.A.<br />

SEDE<br />

OGGETTO / Ricorso Quaglino Alfredo<br />

Visti gli art. 2 D.L. 25/5/1946 n. 424 e 4 D.L. 2/8/1946 n. 58 – esaminati<br />

i documenti ed il ricorso dell'interessato<br />

osserva<br />

In un promemoria compilato l'8 gennaio 1939 da un funzionario della<br />

Direzione Generale della P.S. (f. 0003 fasc. 34 bis) si legge:<br />

“34 (E’ il noto comunista Alfredo Quaglino, parente del deputato<br />

omonimo, e residente in Francia).<br />

Non ha fascicolo semplice per non avere più riferito. Nel fascicolo bis<br />

non si rinvengono elementi circa la sua assunzione, inizio della stessa,<br />

retribuzione fissa ecc. <strong>Il</strong> sottofascicolo dei pagamenti è vuoto. Gli atti<br />

cominciano col 1927. Ha riferito varie notizie da Parigi (campo del fuoruscitismo<br />

in genere, con generiche segnalazioni nominative riflettenti<br />

anche anarchici noti).<br />

Nel 1932 gli abbiamo scritto che la sua opera non era soddisfacente né<br />

redditizia: segnalazioni generiche, enunziate sempre e mai portate a termine;<br />

induzioni e deduzioni prive di fondamento, da dare la sensazione<br />

che si trattasse di una mera raccolta di voci da caffè. Lo si invitava pertanto<br />

a mettersi in grado di dare un utile rendimento, “serio, onesto,<br />

preciso, non essendo possibile prolungare all'infinito una situazione<br />

completamente negativa”. Ciò malgrado gli si accludevano ventimila lire,<br />

in attesa del rendiconto. Di seguito, evidentemente, a questa lettera il<br />

Quaglino rinunciò a continuare la sua collaborazione e, a titolo di buonuscita,<br />

gli si corrisposero nell'aprile 1932 quindicimila lire.<br />

Nel maggio del 1933 il Quaglino ci inoltrò una offerta di ripren-<br />

515


516


dere il suo servizio, ma non gli si rispose.”<br />

Su tale promemoria il Quaglino basa la sua difesa assumendo che egli<br />

non diede mai notizie specifiche contro antifascisti e che egli si limitò a<br />

fornire notizie generiche prive di alcun interesse per la polizia e per il<br />

regime fascista.<br />

Contro le considerazioni, svolte nel promemoria citato, circa l'importanza<br />

dell'attività informativa politica del Quaglino si rileva dai documenti<br />

esistenti nell'archivio della Divisione Polizia Politica che il Quaglino<br />

sin dal 1927 era al servizio della polizia come informatore sotto il<br />

pseudonimo di “300 H P” ed al suo nome era stato aperto il fascicolo 34<br />

corrispondente al numero dell'elenco dei confidenti della polizia (f. 0087<br />

fasc. 34 bis).<br />

Attiva è stata la corrispondenza del Quaglino con gli organi della Polizia,<br />

con informazioni specifiche nelle organizzazioni antifasciste in Francia<br />

e sui fuorusciti che venivano da lui particolarmente sorvegliati (f.<br />

0068-fasc. 34 bis).<br />

Risultano segnalati dal Quaglino:<br />

– Vincenzino Nitti (f. 0078-0043-0024 fasc. 34 bis);<br />

– Angelica Balabanoff della quale trasmette anche un biglietto di appuntamento<br />

(f. 0076-0073-0074-fasc. 34 bis)<br />

– Francesco Flora e Sardelli (f. 0070 fasc. 34 bis ove il Quaglino assicura<br />

della sua fedele e scrupolosa collaborazione),<br />

– Curzio Malaparte (f. 0043-0093 fasc. 34 bis)<br />

– l'anarchico Carlo Frigerio (f. 0021-0024-0018-0019 fasc. 34 bis),<br />

– l'attività dell'organizzazione antifascista Giustizia e Libertà (f. 0017<br />

fasc. 34 bis),<br />

– il barone Fassini (f. 0017 fasc. 34 bis),<br />

– Maria Rygier (f. 0134, allegati in copia, del fascicolo verde Maria<br />

Rygier)<br />

– L'onorevole Giuseppe Romita, come organizzatore di un movimento<br />

antifascista (f. 0093, allegati in copia, del fascicolo verde Giuseppe Romita).<br />

Dalla polizia si chiedono al Quaglino notizie sulle organizzazioni antifasciste,<br />

su una riunione in casa Nitti, con intervento di esponenti antifascisti<br />

e si danno istruzioni per ostacolare l'accordo delle varie correnti<br />

antifasciste (f. 0079-0080-001-0019 fasc.<br />

517


518


34 bis; sul noto antifascista Bassanesi (f. 0089-0094 ivi), su Varga autore<br />

di un articolo sul comunismo del capitalismo italiano (f. 0084 ivi), su E-<br />

fim Gheller (f. 0077 ivi), su Curzio Malaparte (f. 0093 ivi), su Vincenzino<br />

Nitti (f. 0096 ivi), su Emilio Ambrogio [Ersilio Ambrogi], segnalato<br />

dal Quaglino come esponente del partito comunista (f. 0097 ivi), su Nelia<br />

Panlova, conoscente del Labriola (f. 0098 ivi).<br />

L'attività del Quaglino era compensata con assegni periodici come risulta<br />

da una lettera del Quaglino nella quale chiede che le sue competenze<br />

gli vengano mandate col solito mezzo (f. 0024 fasc. 34 bis).<br />

Al Quaglino vengono corrisposte nel gennaio 1932, 2000 lire per il<br />

suo lavoro (f. 0015 ivi) pur osservandosi che la sua opera non era soddisfacente.<br />

E’ evidente che tale rilievo non può riferirsi se non all'attività<br />

dell'ultimo periodo, poiché essendosi il lavoro iniziato nel 1927 non sarebbe<br />

stato altrimenti il Quaglino tenuto in servizio per tanti anni.<br />

Nell'aprile 1932 il Quaglino rinunciava all'incarico e la Direzione Generale<br />

della P.S. gli trasmetteva a titolo di saldo buonuscita 15000 lire<br />

ringraziandolo di quanto aveva fatto in passato (f. 0010-0009-0008-<br />

0006-fasc. 34 bis).<br />

Nel maggio 1933 il Quaglino offriva nuovamente la sua opera per far<br />

crollare l'organizzazione della concentrazione antifascista ma la sua proposta<br />

non veniva accettata (f. 0004 ivi).<br />

Dai rilievi fatti non appare dubbio che il Quaglino sia stato confidente<br />

retribuito dell'O.V.R.A. e che la sua attività informativa si sia svolta nel<br />

campo politico nell'interesse del regime fascista onde si chiede che il ricorso<br />

sia respinto.<br />

*****<br />

Fra le numerose relazioni fiduciarie redatte da Quaglino sulle persone da<br />

lui spiate si vedano ACS, MI, DGPS, Pol. Pol., fascicoli personali, b.<br />

905, fasc. Nitti Vicenzino; b. 555, fasc. Frola Francesco; b. 482, fasc.<br />

Fassini <strong>Alberto</strong>; b. 20/B, fasc. Rondani Dino.<br />

519


C. Chi era Alfredo Quaglino


Alfredo Quaglino<br />

Si è detto che Alfredo Quaglino esercitò la professione di spia dal<br />

1922 al 1932, anno in cui fu licenziato dalla polizia fascista perché le<br />

informazioni da lui fornite nell’ultimo periodo della sua attività erano<br />

troppo generiche e di scarso interesse.<br />

Nato a Torino nel 1894 da una famiglia benestante, Alfredo Quaglino<br />

era un ingegnere che, alla professione per cui si era laureato,<br />

preferì quella della spia, che gli permetteva di condurre un tenore e<br />

un ritmo di vita dispendioso e avventuroso che la prima forse non gli<br />

avrebbe permesso.<br />

Da giovane aderì al partito socialista. Dopo la nascita del PCD’I,<br />

aderì a quest’ultimo ed entrò in contatto con i suoi principali dirigenti.<br />

Dopo le elezioni del 1919, che videro un notevole successo del<br />

PSI, illustrò le biografie dei 156 deputati eletti nelle sue file in un libro,<br />

già precedentemente citato, che fu pubblicato all’inizio del 1920.<br />

Fu probabilmente la sua capacità di raccogliere notizie, dimostrata<br />

con la redazione del libro, che attirò su di lui l’attenzione della polizia,<br />

che lo ingaggiò come spia. Nel 1920 fu, quindi, inviato in Russia, per<br />

raccogliere informazioni sul movimento comunista. Al suo rientro, fu<br />

incaricato di spiare il PCD’I in Italia, Germania, Francia. Mascherò<br />

sempre la sua effettiva attività di spia con quella apparente di giornalista<br />

e fotografo, senza farsi scoprire dagli antifascisti da lui spiati. La<br />

sua attività spionistica venne alla luce soltanto nel secondo dopoguerra,<br />

quando il suo nome fu incluso nella lista dei 622 confidenti<br />

dell’OVRA pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana<br />

del 2 luglio 1946.<br />

La sua biografia, per il periodo 1922-1932, può essere ricostruita<br />

grazie ai fascicoli a lui intestati presso l’ACS, in uno dei quali sono<br />

contenute alcune testimonianze di un’altra spia dell’OVRA, Vittorio<br />

Terracini, a cui fu conferito l’incarico di sorvegliarlo, dopo la cessazione<br />

della sua collaborazione con la polizia. Terracini entrò in con-<br />

521


tatto con Quaglino e ne ottenne le confidenze, quando quest’ultimo<br />

si trovava nella Costa Azzurra, a Juan Les Pins, dove si era trasferito<br />

e conviveva con la giovane inglese Frances Rachel Bailey, di quindici<br />

anni più giovane di lui.<br />

Pare che Frances Rachel Bailey sia stata coinvolta nella resistenza<br />

francese, durante il periodo della seconda guerra mondiale, svolgendo<br />

opera di collegamento tra i partigiani alla macchia e che a tale attività<br />

abbia collaborato anche Quaglino.<br />

Frances Rachel Bailey convisse con Quaglino fino al 1972, data della<br />

morte di quest’ultimo, che la sposò poco tempo prima di morire.<br />

Da Quaglino Frances Rachel Bailey ereditò un fondo fotografico –<br />

relativo alla bella vita della Costa Azzurra – che fu messo all’asta dai<br />

suoi esecutori testamentari a Edimburgo nel 2003.<br />

Si riproducono qui di seguito il frontespizio del libro di Quaglino e<br />

tre relazioni redatte su di lui da Vittorio Terracini, che lo descrivono<br />

come un uomo amante della bella vita. Bella vita che poteva permettersi<br />

soprattutto grazie alle somme erogategli dalla polizia fascista e<br />

non certo in virtù esclusivamente della sua pensione di invalido di<br />

guerra e dell’eredità paterna.<br />

Per ulteriori notizie su Quagliano si vedano:<br />

ACS, CPC, b. 4171, fasc. Quaglino Alfredo Andrea Cesare;<br />

ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 72/A, fasc. Quaglino Alfredo;<br />

PCM, Commissione per l’esame dei ricorsi dei confidenti dell’Ovra<br />

(1946-1949), 12, fasc. Quaglino Alfredo;<br />

https://en.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Quaglino;<br />

http://www.scotsman.com/lifestyle/at-home-with-the-riviera-set-1-494186.<br />

522


523


1. Rapporto di Vittorio Terracini datato Nizza 4 novembre 1932<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 72/A, fasc. Quaglino Alfredo<br />

524


Nizza 4 novembre 1932 –<br />

Ing. Alfredo Quaglino – Juan les Pins. E’ un uomo di 40 anni, alto, distinto<br />

e simpaticissimo. È proprietario dello stabile situato nell’Avenue Hollywood,<br />

il cui piano terreno d'angolo è affittato alla Banca Commerciale Italiana.<br />

Altri due locali ad uso negozio, sono sfitti. L’interno della casa è preziosissimo.<br />

Si tratta di un solo piano egregiamente disposto. In cima alla scala una<br />

porta a sinistra si apre in un lussuoso studio, affittato all'Avv. Cappa Arturo,<br />

ex pubblicista italiano, sovversivo. Costui emigrò in Francia dopo la<br />

marcia su Roma e si laureò in Diritto alla Sorbona, riuscendo, in seguito ad<br />

avviare uno studio a Parigi al N° 30 St. Augustin.<br />

Ebbe fortuna e clienti tale Costa, fra cui il Casino di Juan les Pins ed altri<br />

importanti. Amicissimo del Quaglino, decise allora di aprire una succursale<br />

presso di lui e un'altra a Cannes in Rue St. Saint Honori, di fronte al Majestic<br />

Hotel. Tuttavia trascorre quasi interamente il suo tempo a Parigi.<br />

E’ cognato di S.E. l’Accademico Marinetti, col quale conserva i migliori<br />

rapporti.<br />

L’Ing. Quaglino vive solo nel suo delizioso appartamento ammobiliato<br />

con mobili antichi di qualche pregio e di ottimo gusto. Esso è composto di<br />

un ingresso, una cucina a destra modernissima, un salone al centro diviso da<br />

architrave, che serva da sala da pranzo e salotto da fumo, con bar ecc., la<br />

sua stanza da letto, il bagno ed un'altra stanza da letto a sinistra, che appare<br />

a prima vista disabitata e dove dorme il Cappa nelle sue rare soste a Joan les<br />

Pen. Nel pianerottolo infine, si apre un altro appartamento più piccolo vuoto<br />

da affittare. Fu questa coincidenza che mi aprì la porta.<br />

L’ing. Quaglino è l'amante di una signorina inglese, figlia di un ufficiale britannico,<br />

mutilato di guerra, che vive in un piccolo paese vicino a Cannes. È<br />

molto carina, moderna, simpaticissima e tutto ieri fu una compagna veramente<br />

deliziosa. Non credo che costui sia un pederasta. A Montecarlo è totalmente<br />

sconosciuto, mi riservo oggi di andare a Cannes per approfondire la cosa in<br />

ambienti del genere, ma, ritengo tale notizia per lo meno avventata.<br />

Conosce una infinità di persone che salutò, quando si uscì, ma si tratta di<br />

gente molto distinta e superiore ad ogni sospetto del genere.<br />

525


526


L'unico rilievo fattibile sull'argomento, sarebbe la “famigliarità” con la quale<br />

fu salutato da un garzone del Garage, ragazzo di 17-18 anni, ove andammo<br />

a prendere la sua automobile, una bella Chrysler, carrozzeria Spydu, per andare<br />

in gita a Cannes. Inoltre a Juan les Pins frequenta il caffè Maxime che è<br />

un luogo equivoco, ove si trovano ragazze minorenni, pederasti, cocaina.<br />

Ma questa non è ancora una prova.<br />

Salutò molto cordialmente l'architetto Biagini ed un ex Capitano dei bersaglieri,<br />

nipote ed erede del famoso comico Cuttica. Coi quattrini dell'eredità<br />

costui ha acquistato un terreno nei dintorni e si è messo a fare, con profitto,<br />

l'agricoltore.<br />

L’apparenza è di uomo danaroso e soprattutto molto conosciuto e stimato.<br />

E’ grande amico dei dirigenti della Banca Commerciale Italiana, sia di<br />

Juan come di Nizza ed è con quest’ultima che deve avvenire il suo movimento<br />

di danaro. Pare che anche la sua famiglia sia ricca, in quanto suo fratello<br />

fu a Juan per i bagni e abitava il lussuoso Hotel Provencal, pagando<br />

125 franchi al giorno di pensione. Senza dubbio conduce lui stesso vita lussuosa<br />

perché a Cannes furono al Palace Beach ed all'Hotel Martinez ed egli<br />

vi fu accolto come cliente conosciuto e di riguardo. Entrambi i locali sono<br />

fra i più costosi di tutta la Costa.<br />

Parlando abbiamo scoperto almeno una cinquantina di amici comuni (egli<br />

è a Torino) e di qui nacque facilmente la nostra intimità.<br />

L’Ing. Quaglino fu direttore dell’Avanti negli anni precedenti la guerra ed<br />

ebbe la tessera socialista all’età di diciassette anni. Per queste ragioni pretende<br />

di essere stato grande amico di S.E. Mussolini.<br />

Successivamente si orientò verso sinistra ed appoggiò i movimenti di Terracina<br />

[Terracini], Gramsci, ecc. con i quali era intimo.<br />

Fu in Russia, in Germania, Inghilterra e Parigi. Conobbe tutta la “crema”<br />

del fuoruscitismo ed afferma di essere in cordialissimi rapporti con Rosselli,<br />

Lussu, Vincenzo Nitti, Oxilia, Rondani, Nenni …. e la lista potrebbe continuare.<br />

Riceve tute le pubblicazioni antifasciste ed è abbastanza al corrente<br />

di ogni movimento, pur dichiarando che da tempo non si occupa più di politica<br />

e non vuole occuparsene perché ama stare tranquillo e poter andare in<br />

Italia quando gli pare per i suoi affari. Ci fu l’ultima volta or fa un anno.<br />

Si occupa particolarmente di libri. E’ l’agente generale per la Fran-<br />

527


528


cia dell’Istituto Treccani e si interessa della vendita della famosa Enciclopedia.<br />

Afferma che tale Istituto è il più grande covo antifascista che ci sia in<br />

Italia, a cominciare dal suo capo, Senatore Treccani, che pensa i suoi interessi<br />

e .... basta. E’ sua intenzione di adibire uno dei suoi negozi sfitti a libreria<br />

ed è in trattativa con le grandi Case Editrici Italiane per avere i libri in<br />

deposito. Deve ancora concludere con Mondadori e poi inizierà la sistemazione<br />

di questo locale. Ha scritto a Parigi, al dottor Dino Segre (Pitigrilli)<br />

per avere anche la esclusività del suo editore francese e spera ottenerla.<br />

La sua casa è aperta a tutti gli italiani e pare che questa estate ne siano<br />

passati tanti che veniva chiamata la “Succursale del Consolato”. E’ buon<br />

amico del Console locale, un nobile piemontese, che, a suo dire, sarebbe<br />

antifascista e proteggerebbe più che può i fuorusciti ecc. – Dei molti nomi<br />

fatti e conosciuti, si tratta più o meno di gente che non si occupa di politica,<br />

persone ricche o che lavorano tipo i fratelli Bocca (Alfredo e Vittorio), a-<br />

genti della Lancia; Dellacà, quello dei fiammiferi, Demichelis, Fiandra, Sabbione,<br />

ecc. tutti torinesi .<br />

Proprio ieri gli scrisse l’ex capitano Carlo Rosso di Torino, gran mutilato<br />

di guerra per annunziargli il suo arrivo per la fine del mese. Conosco benissimo<br />

la persona: è un frequentatore degli “Specchi”. Sa come io la penso<br />

esattamente e forse sarebbe bene che rimanesse a Torino.<br />

In sostanza, il pensiero politico del Quaglino si può riassumere così: nettamente<br />

antifascista, nega al Regime qualsiasi merito, e ritiene che in questi<br />

10 anni l'Italia non solo non abbia progredito, ma anzi sia andata indietro<br />

(‘sic’). Malgrado ciò vuol vivere tranquillo e non se ne occupa.<br />

E’ pure grande amico di un certo Gino Mugnai , fascista dissidente che<br />

questa estate pubblicava a Cannes un giornaletto umoristico del quale allego<br />

la prima pagina. Costui ora sarebbe “ sparito” dalla circolazione.<br />

Infine mi disse di essere nipote dell’On. Quaglino di Biella il quale la penserebbe<br />

come lui.<br />

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2. Rapporto di Vittorio Terracini datato Nizza 8 novembre 1932<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 72/A, fasc. Quaglino Alfredo<br />

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Nizza 8 Novembre 1932<br />

Ing. Alfredo QUAGLINO – Fu l’autore di un libro intitolato “Chi sono i<br />

deputati socialisti della XXV^ Legislatura”. Finito di scrivere nel dicembre<br />

1919 contiene la biografia dettagliata e completa dei 156 deputati eletti e fu<br />

edito il 15 gennaio 1920 dalla Tipografia Artale Via Ospedale 8 Torino.<br />

Nello stesso anno, egli travestito da soldato riusciva ad attraversare la Polonia<br />

e penetrare in Russia ove vi rimaneva due anni, prendendo parte attiva<br />

agli atti sanguinosi della rivoluzione. Rientrava quindi in Italia, ove vive tuttora<br />

un suo fratello ex anarchico, che subì lungo tempo la prigionia per<br />

l’affare del Diana – ed altri. Dopo l’avvento Fascista emigrò nuovamente e<br />

visse lunghi periodi di tempo, in Germania, Inghilterra e Francia. Pure insistendo<br />

di non occuparsi da vari anni di politica durante il predetto periodo<br />

ebbe come amici di tutti i giorni gli ex compagni emigrati. A Londra fu con<br />

Rondani, a Parigi particolarmente con Vincenzo Nitti, Rosselli e Pallante<br />

Rugginenti. Da due anni è Juan les Pins ed afferma che la sua casa continua<br />

ad essere il punto di “riposo” di tutti gli esuli che passano sulla costa. Tutti<br />

insistono perché egli ritorni nella lotta, ma il suo rifiuto sarebbe sempre categorico<br />

per tutti pur mantenendo intatte le sue primitive idee.<br />

Le accennate indagini svolte nei locali più equivoci ed eclettici di Montecarlo<br />

e Cannes hanno dato esito per ora negativo. Vi è dunque ragione per<br />

ritenere anche considerando quanto scritto il 4 corrente e risultato dai successivi<br />

rapporti personali con lui intervenuti che non sia un pederasta. A<br />

meno che si tratti di un “isolato” ma in tal caso non avrebbe, né potrebbe<br />

avere delle “manifestazioni” in quanto la sua amica convivere quasi ininterrottamente<br />

con lui.<br />

E’ indubbiamente una persona interessante. Non so se lo sia altrettanto<br />

come “soggetto” perché ha l'aria di fare vita molto ritirata e tranquilla e di<br />

avere solo relazioni di affari o di carattere mondano. Anche l'origine del suo<br />

denaro pare più che lecito in quanto avrebbe ereditato dal padre una fortuna<br />

notevole in parte composta da un lussuoso stabile in Torino da lui venduto<br />

a certo Comm. Viglietta, recentemente deceduto.<br />

La prima volta che fui da lui, ho volutamente dimenticato sulla sua<br />

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532


automobile l'ultimo numero dell' “Esilio” che, sotto fascia al mio<br />

nome, mi era stato quel giorno respinto da Parigi. Sabato mi ritornò il<br />

giornale privo della fascia. L’esperimento era riuscito, per ora non vi<br />

sono conclusioni che, forse potranno venire in seguito. Incomprensibile<br />

resta tuttora la sua frase “mio zio la pensa come me”. Infatti lo<br />

zio, On. Felice Quaglino è il capo delle note cooperative di Parigi ed<br />

ha pessima fama di profittatore, losco figuro, vizioso, ecc. ecc.<br />

Sarebbe lui che accogliendo nel suo ristorante il Menapace, lo a-<br />

vrebbe lanciato ed accreditato in un primo tempo nell'ambiente.<br />

I rapporti sono ormai eccellenti e per mantenere un necessario<br />

contatto gli ho affidato 4 cristalli di Torzo da vendere ed egli si occupa<br />

anche di fargli fare una esposizione in un grande albergo di Cannes.<br />

E’ di una gentilezza squisita, mi dichiara che la sua casa è sempre<br />

aperta, si va in giro per i locali più lussuosi con la sua macchina.<br />

533


3. Rapporto di Vittorio Terracini datato Nizza 21 novembre 1932<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 72/A, fasc. Quaglino Alfredo<br />

534


Nizza, 21 Novembre1932<br />

Ing. Alfredo Quaglino. Si dimostra sempre più interessante e, non vi è dubbio,<br />

anche molto intelligente. Ho l’impressione che egli attraversi un periodo<br />

di crisi finanziaria, non ben definita, indefinibile e che cerchi soprattutto,<br />

di fare qualcosa, o meglio, di dedicarsi ad un lavoro qualsiasi che possa occupare<br />

e giustificare il suo tempo. E’ un uomo che ha fatto ciò che suol dirsi,<br />

“la gran vira” nella quale deve avere profuso somme vistose e le sue stesse<br />

relazioni ed amicizie ne sono la prova migliore.<br />

Ho visto un’infinità di sue fotografie, prese durante le feste ed i trattenimenti<br />

più mondani e costosi e sono con lui le personalità più spiccate del<br />

gran mondo internazionale. Conserva a dozzine le fotografie delle sue passate<br />

amanti e ne ha una grande, dello scrittore Pitigrilli, con questa dedica<br />

“ad A. Q. divorator di pneumatici, di coktail e di donne – affettuosamente”.<br />

Ne ha un’altra con dedica del grande attore Charlie Chaplin (Charlot) col<br />

quale è amico dal 1926. E’ anche in buoni rapporti amichevoli con il miliardario<br />

americano Gould, presidente della Canadian Pacific Company e padrone<br />

di mezza Juan le Pins, ivi compreso l’Hotel Provencal.<br />

<strong>Il</strong> suo sarto è Prandoni di Milano del quale ha ancora 18 vestiti seminuovi!<br />

…. Le sue preziose valigie portano le etichette dei più celebri alberghi<br />

d’Europa. Malgrado l’eredità paterna, mi pare che questa via, che dura ormai<br />

da dieci anni, abbia dovuto costare ben di più.<br />

Egli abitò anche a Genova, dove era titolare di una cassetta postale, ed a<br />

Roma in un lussuoso appartamento nei pressi di Villa Savoia, che, pare,<br />

conservi tuttora. A Roma, vive sua moglie, dalla quale è diviso – non legalmente.<br />

E’ costei una signora americana che divorziò dal primo marito per<br />

sposar lui. <strong>Il</strong> matrimonio avvenne a Genova, vari anni orsono.<br />

Egli ora, vorrebbe a sua volta divorziare per sposare la ragazza inglese che<br />

si è ormai installato [installata] da padrone nella sua casa.<br />

Ha due fratelli che vivono a Torino: il più vecchio è Ercole, il più giovane<br />

è l’ex anarchico e lavora con Ercole. Sono in rapporti strettissimi fra loro ed<br />

ancor ieri ricevette una lettera di 4 pagine, che mi fece leggere, ma che non<br />

conteneva nulla di notevole.<br />

Anche con lo zio Felice, che abita a Parigi, è nei migliori rapporti e si scrive.<br />

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536


E’ molto amico con il Barone Enrico Bianco di Torino, già imprigionato<br />

per il dissesto Andreis, ma che credo sia libero o in corso di liberazione.<br />

Costui è antifascista convinto che visse qualche tempo a Parigi, frequentando<br />

assiduamente il famoso ristorante della Rue Bondy. Ebbe rapporti<br />

con i fuoriusciti, fu a Tolosa con loro e quando rientrò a Torino fu chiamato<br />

dal Questore (è Quaglino che racconta) che gli contestò tale sua attività.<br />

Riuscì ad aggiustare la faccenda il nome del Quaglino, ma gli venne ritirato<br />

il passaporto (sic).<br />

L'Alfredo Quaglino è anche amico del Commissario di P.S. Cav. Fusari di<br />

Torino Porta Nuova. <strong>Il</strong> Fusari fa parte della compagnia Carlo Rosso, Levi<br />

(agente di cambio), De Michelis, ecc. e venne con loro a Nizza per assistere,<br />

questa estate alla tappa del giro di Francia. In tale occasione si incontrarono<br />

tutti. Questo Carlo Rosso è lo stesso che dovrebbe arrivare però a fine mese<br />

con passaporto provveduto dal Cav. Fusari e che è sempre più necessario<br />

non venga.<br />

E’ atteso qui prima di Natale il fratello Ercole.<br />

Le trattative con quell’avv. Ferrero di Torino, continuano. Costui sarebbe<br />

l'esponente della società “Incas” impresa di costruzioni della quale fanno<br />

parte certo Ing. Tedesco e l'Ing. Bonatti Bottino e che ha costruito il nuovo<br />

palazzo della “SIP” in Corso Massimo D'Azeglio.<br />

Tutti costoro vantano grandi appoggi dal governo e dalle Banche e vorrebbero<br />

venire a fare costruzioni sulla Costa Azzurra, appoggiandosi per<br />

ogni incombenza all’Ing. Quaglino.<br />

L’Ing. Alfredo Quaglino non ha fiducia sull’opera fattiva della “Concentrazione”<br />

e ritiene che perdono tempo e denaro. Egli pensa che solo il partito<br />

comunista è in grado di abbattere il Fascismo, quando vuole e anche di<br />

portare a compimento un attentato contro il Duce. Egli crede sempre che<br />

l'attentato allo studio verrà eseguito molto semplicemente facendo cadere<br />

all'interno dell'automobile presidenziale i bacilli del tifo, colera, ecc.<br />

Sa che tale immissione di bacilli è praticamente possibile, facile e senza<br />

conseguenze per chi la esegue. L'esito è certo.<br />

537


538


Non so quanto fondamento possa avere questa gravissima notizia. Tuttavia<br />

essa merita i provvedimenti cautelativi del caso.<br />

A parte ciò Quaglino ritiene che solo attraverso la via dell'aria sia possibile<br />

un'azione decisiva contro il Regime. Depreca i voli Bassanesi a mezzo di<br />

manifestini ed auspica una squadriglia di velivoli che partendo da qualche<br />

parte gettino su Roma tonnellate di bombe.<br />

Come vede si accontenta di poco!<br />

Egli sa infine che i Ministeri sono presidiati dalla Forza e che nelle cantine<br />

a fior di terra sono piazzate mitragliatrici in grado di stroncare qualunque<br />

tentativo di assalto. Ecco perché ha solo fiducia delle vie aeree e si ride della<br />

follia del Capitano De Pirro.<br />

Conte Chevalier Geott de Spirlet – Villa Vista Bella – R.te du Cap =. Ecco<br />

il nome e l'indirizzo esatto dello strano, misterioso Conte Bessa, del quale<br />

è già stato parlato. Intimo del Quaglino fu anche recentemente in Italia<br />

ed ebbe rapporti con il fratello Ercole.<br />

539


SECONDA PARTE<br />

L’ ATTIVITÀ INFORMATIVA SIMULATORIA DI SILONE


I. L’attività informativa relativa al periodo 1928-1930<br />

<strong>Silone</strong> intrattenne rapporti con la polizia fascista dal 1928 al 1930. Dagli<br />

atti dell’ACS risulta che ebbe dei contatti epistolari con gli ispettori Guido<br />

Bellone e Francesco Nudi, che erano i due dirigenti della Divisione<br />

polizia politica [Pol Pol] preposti alla repressione del partito comunista.<br />

Con Bellone ebbe anche un incontro, in Svizzera, nel novembre 1928.<br />

Nella sua corrispondenza, per ragioni di riservatezza, <strong>Silone</strong> utilizzò lo<br />

pseudonimo che utilizzava anche all’interno del suo partito, Silvestri, a<br />

cui la Pol Pol, in un documento del 1929, associò il numero 73.<br />

I contatti furono saltuari e la documentazione che li attesta è frammentaria.<br />

Sebbene un po’ difficoltosa, a causa della frammentarietà dei<br />

documenti, la ricostruzione dei rapporti di <strong>Silone</strong> con la polizia fascista<br />

può, comunque, essere fatta con una certa precisione sia per quanto<br />

concerne le persone da lui contattate sia per quanto riguarda le informazioni<br />

da lui fornite.<br />

<strong>Silone</strong> riprese i contatti con Bellone – che conosceva fin dai tempi in<br />

cui dirigeva il giornale socialista L’Avanguardia a Roma e con cui era<br />

stato saltuariamente in contatto in passato – in occasione dell’arresto<br />

del fratello Romolo, avvenuto il 13 aprile 1928.<br />

Romolo era da poco entrato nel partito comunista e doveva espatriare<br />

clandestinamente in Svizzera. Sennonché, il 12 aprile 1928, fu compiuto<br />

l’attentato terroristico alla Fiera di Milano, che scatenò una vasta<br />

operazione di polizia che portò all’arresto indiscriminato di circa 400<br />

persone, tra le quali anche Romolo. Accusato inizialmente di strage,<br />

reato a cui venne poi ritenuto estraneo, fu definitivamente condannato<br />

a 12 anni di reclusione per appartenenza al partito comunista. Inviato<br />

nell’isola di Procida per scontarvi la pena, vi morì il 27 ottobre 1932.<br />

L’arresto e la morte del fratello Romolo costituirono per <strong>Silone</strong> un<br />

tragico dramma che si ripercosse anche sulla sua salute. Quando Romolo<br />

fu arrestato, <strong>Silone</strong> aveva lo stato giuridico di latitante e perciò<br />

sapeva bene che il vero ricercato dalla polizia era lui e che essa – es-<br />

541


sendo riuscita a catturare il fratello che aveva seguito il suo esempio,<br />

arruolandosi nel partito comunista – gli avrebbe riservato un trattamento<br />

durissimo, facendogli pagare l’azione antifascista svolta da entrambi.<br />

Fu per venire in aiuto del fratello che si mise nuovamente in<br />

contatto con l’ispettore Bellone. <strong>Silone</strong> fu terrorizzato dall’arresto del<br />

fratello perché sapeva che nelle carceri fasciste si poteva morire, come<br />

dimostrava il caso di Gastone Sozzi – trovato impiccato nella sua cella,<br />

il 7 febbraio 1928, nel carcere di Perugia – da lui seguito personalmente<br />

1 . Perciò chiese notizie sul trattamento carcerario riservato a Romolo<br />

e sulle sue condizioni di salute a Bellone, che gliele dette, comunicandogli<br />

che non erano buone.<br />

Per avere tali notizie, Bellone si servì della collaborazione dell’ispettore<br />

Nudi, che riuscì a vedere Romolo e a parlargli nel carcere di San<br />

Vittore a Milano, col pretesto di dovergli mostrare la fotografia di una<br />

donna, che andava in giro per l’Italia con due passaporti falsi, alla cui<br />

identificazione egli avrebbe potuto contribuire. Nudi era giustamente<br />

convinto che i comunisti fossero estranei all’attentato della fiera di Milano<br />

e, siccome Romolo era accusato di avere partecipato alla strage,<br />

tentò persino di aiutarlo a dimostrare la sua innocenza, senza ovviamente<br />

rivelarglielo. Lo esortò a firmare un verbale in cui dichiarava di<br />

avere trascorso la notte antecedente all’attentato in un albergo, in<br />

compagnia della donna ritratta nella fotografia mostratagli, ma egli rifiutò<br />

perché si trattava di una cosa falsa che, dal suo punto di vista a-<br />

vrebbe potuto nuocergli, ma che dal punto di vista di Nudi avrebbe<br />

potuto giovargli, in quanto avrebbe dimostrato la sua estraneità ai preparativi<br />

della strage. Nudi e Bellone, ovviamente, non agirono disinteressatamente,<br />

ma con l’intento di spingere <strong>Silone</strong> a tradire i suoi compagni,<br />

diventando un’autentica spia fascista. Nudi e Bellone combatte-<br />

1 Cfr. La discussione sulla “Campagna per l’uccisione di Gastone Sozzi” introdotta<br />

da Pasquini in APC, 653/2-5.<br />

542


vano il partito comunista e ne volevano la distruzione. Nella loro ottica,<br />

l’informazione fornita a <strong>Silone</strong> sulle condizioni di salute di Romolo<br />

aveva proprio questa finalità, perché pensavano di potere avere da <strong>Silone</strong><br />

informazioni tali che avrebbero permesso loro di raggiungere tale<br />

obiettivo. <strong>Silone</strong>, però, dal canto suo, aveva a cuore le sorti del suo partito<br />

e di suo fratello che, essendo un comunista, vi apparteneva. Non<br />

poteva, perciò, prestarsi alla realizzazione del disegno di Nudi e di Bellone.<br />

Pose, perciò, in atto una strategia simulatoria, anticipando a Bellone<br />

una serie di notizie generiche, che sarebbero poi state rese di dominio<br />

pubblico dalla stampa comunista. La polizia fascista però non si<br />

fece ingannare e lo considerò, pertanto, un simulatore, non una spia<br />

autentica. Ciò risulta, in modo inconfutabile, da due documenti redatti<br />

dalla Pol Pol, rispettivamente nel 1935 e nel 1937, che qui di seguito si<br />

riproducono, sia nella loro versione dattiloscritta sia in quella manoscritta.<br />

543


1. Appunto dattiloscritto della Pol Pol datato 16 gennaio 1935<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5195, fasc. Tranquilli Secondino.<br />

544


Divisione Polizia Politica<br />

Appunto per l’On. Divisione Affari Generali e Riservati<br />

Roma, 16 Gennaio 1935-XIII<br />

Di seguito a precedenti comunicazioni fatte, da ultimo, con l’appunto n.<br />

500/1200 del 12 corrente, si partecipa che, secondo ulteriori notizie fiduciarie,<br />

il noto comunista Tranquilli Secondino alias Ignazio <strong>Silone</strong> sarebbe in<br />

procinto di lasciare Zurigo per trasferirsi nel Ticino ove dovrebbe entrare,<br />

per ragioni di cura, in una clinica sita nei dintorni di Ascona.<br />

In realtà sembra che, oltre le ragioni di cura, anche altro motivo costringa<br />

il Tranquilli ad abbandonare Zurigo dovuto al fatto che gli sarebbe stata interdetta<br />

l'ulteriore permanenza in quel Cantone per attività comunista.<br />

Comunque, mentre si riservano ulteriori notizie circa lo spostamento del<br />

Tranquilli da Zurigo nei pressi del nostro confine, questo Ufficio crede opportuno<br />

richiamare l'attenzione di questa On. Divisione su tale soggetto<br />

che, dal complesso delle segnalazioni fiduciarie che lo riguardano, appare<br />

tale da richiedere una vigilanza continua ed attenta.<br />

<strong>Il</strong> Tranquilli, com'è noto, non fa mistero alcuno del suo profondo odio<br />

contro il Fascismo, cui, da comunista qual’è, attribuisce la morte, avvenuta<br />

nelle carceri italiane, del fratello, che egli cercò di giovare quando tentò di<br />

prestarsi come nostro informatore e che ritiene fermamente sia morto in<br />

seguito a sevizie subite.<br />

Dippiù la malattia che, da tempo, affligge il Tranquilli – la tubercolosi –<br />

ha fatto ora grandi passi nel suo organismo si da ridurlo – come lui ben<br />

comprende – pressoché un uomo spacciato.<br />

Questo naturalmente – sommato al rancore che egli nutre per la morte<br />

del fratello – lo mantiene in uno stato di esasperazione tanto più pericoloso<br />

in quanto si accompagna allo sprezzo del pericolo generato dalla<br />

545


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convinzione che la sua vita, minata dal male, non ha più speranza di salvezza.<br />

In questi ultimi tempi – giusto come è stato notato da un nostro informatore<br />

che lo vigila attentamente – il Tranquilli si mantiene in attiva corrispondenza<br />

con Parigi e con persone che, dato l'uomo, è facile intuire chi<br />

possano essere. Tale circostanza è anch'essa non trascurabile nel senso che<br />

tutto fa supporre che il Tranquilli smania, maturando il proposito del tentativo<br />

di “un gesto vendicativo”, per cui è necessario prendere tutte le misure<br />

necessarie per prevenire, da parte sua, un eventuale “atto inconsulto”.<br />

<strong>Il</strong> Direttore Capo Divisione Polizia Politica<br />

Di Stefano<br />

*****<br />

Questo rapporto, firmato da Michelangelo Di Stefano, direttore capo della<br />

Pol Pol dal 1929 al 1938, è indirizzato alla DAGR, a cui periodicamente la<br />

Pol Pol inviava notizie sulle persone iscritte nel CPC, al fine di poterne aggiornare<br />

i relativi fascicoli. <strong>Silone</strong> vi è qualificato erroneamente come comunista,<br />

mentre non lo era più, essendo stato espulso dal partito nel 1931,<br />

ed è qualificato come persona assai pericolosa, nei cui confronti è necessaria<br />

un’attenta vigilanza da parte della polizia. Come si evince dalle correzioni<br />

apportate al testo, il rapporto fu inviato, con le opportune variazioni, a<br />

tutti i prefetti del Regno e ai Consolati generali di Zurigo, Ginevra e Lugano,<br />

perché predisponessero le opportune misure di vigilanza nei confronti<br />

di <strong>Silone</strong>.<br />

Particolarmente interessante – ai fini della qualificazione dell’attività informativa<br />

svolta da <strong>Silone</strong> nel periodo 1928-1930 – è il passo in cui Di Stefano<br />

parla del fratello Romolo:<br />

«.<strong>Il</strong> Tranquilli, com’è noto, non fa mistero alcuno del suo profondo odio<br />

contro il Fascismo, cui da comunista qual’è, attribuisce la morte, avvenuta<br />

nelle carceri italiane, del fratello Romolo, che egli cercò di giovare quando<br />

tentò di prestarsi come nostro informatore e che ritiene fermamente sia<br />

morto in seguito a sevizie subite».<br />

« Tentò di prestarsi come informatore » significa tentò di farsi passare<br />

come informatore. Perché tentare significa porre in atto un’azione diretta a<br />

realizzare un determinato evento, che non si verifica. Quindi, l’espressione<br />

equivale a « simulò di fare l’informatore ».<br />

Qui di seguito viene riportata la versione manoscritta del rapporto.<br />

547


2. Appunto manoscritto della Pol Pol datato 16 gennaio 1935<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

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3. Rapporto dattiloscritto del capo della polizia del 12 ottobre 1937<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

552


Roma, 12 Ottobre 1937-IV<br />

Tranquilli Secondino fu Paolo e Delli Quadri Marianna, nato a Pescina (Aquila)<br />

il 1°.5.1900, comunista.<br />

Tranquilli Secondino – conosciuto con lo pseudonimo di SILONE Ignazio<br />

– studiò in Italia conseguendo la licenza di liceo.<br />

Di buona educazione e di intelligenza sveglia, fin dalla prima gioventù a-<br />

derì, nel Regno, al partito socialista dal quale passò al comunismo.<br />

Nel 1919 fu nominato segretario dell'Unione socialista romana; nel 1920<br />

fu alla redazione del giornale “Avanti” e collaboratore dell' “Avanguardia”<br />

in Roma; nel 1923 fu redattore della “Lavoratore” in Trieste.<br />

Portatosi all'estero continuò a svolgere intensa attività comunista scegliendosi<br />

per amante e compagna di lavoro la comunista SEIDENFEL<br />

TRIEDMANN Gabriella di Maurizio da Fiume.<br />

Peregrinò per la Germania (vivendo piuttosto a lungo a Berlino), Austria,<br />

Russia, Francia ed in altri Paesi dedicandosi esclusivamente alla propaganda<br />

comunista.<br />

Nel febbraio del 1924 si fermò a Parigi da dove, il 14.6 dello stesso anno<br />

si trasferì a Marsiglia con l'incarico di organizzare la propaganda comunista<br />

tra gli stranieri specialmente tra gli italiani per conto del partito comunista<br />

francese.<br />

Durante tale sua permanenza in Francia collaborò nel periodico “l'operaio<br />

italiano” ed in altri periodici in lingua italiana editi dall’ “Humanitè”.<br />

Nel novembre del 1924 venne espulso dalla Francia ma vi rimase clandestinamente<br />

fino al luglio del 1925, epoca in cui venne arrestato a Parigi e<br />

condannato a mesi due di carcere.<br />

Insieme alla Seidenfeld fu anche in Spagna ove si presentò dicendosi incaricato<br />

di sviluppare le relazioni commerciali fra Spagna, Russia e Italia. Le<br />

Autorità spagnole non credettero alle sue dichiarazioni e presero a sorvegliarlo<br />

finché, dopo qualche tempo, lo sottoposero a perquisizione sequestrando<br />

numerosa documentazione dalla quale emerse che, nel voluto ufficio<br />

commerciale da lui impiantato, egli aveva stabilito un centro di propaganda<br />

comunista in relazione con le principali organizzazioni comuniste europee.<br />

553


554


In dipendenza di ciò il Tranquilli fu espulso e dopo avere peregrinato ancora<br />

nei vari Stati Europei andò a stabilirsi a Zurigo.<br />

Nel 1931 fu arrestato e processato in Italia il fratello Tranquilli Romolo,<br />

per attività comunista. <strong>Il</strong> Tranquilli Secondino, aveva per il fratello, un affetto<br />

profondo, soffrì molto. Cercò di aiutarlo in tutti i modi inviandogli<br />

sussidi e sovente anche dolciumi e leccornie. In tale periodo diede a vedere<br />

di essersi pentito del suo atteggiamento antifascista e tentò qualche riavvicinamento<br />

con le Autorità italiane mandando, disinteressatamente, delle informazioni<br />

generiche circa l'attività di fuorusciti. Ciò fece nell'intento di<br />

giovare al fratello il quale peraltro, colpito da morbo gravissimo, morì il 20<br />

ottobre del 1932 nell'infermeria del penitenziario di Procida.<br />

Dopo la morte del fratello, il Tranquilli Secondino riprese in pieno la sua<br />

attività comunista e scrisse, dedicandolo alla memoria del fratello, il romanzo<br />

“Fontamara” a sfondo acidamente antifascista.<br />

Frattanto anche il Tranquilli Secondino come già era accaduto al fratello,<br />

veniva colpito da etisia ciò che lo costringeva, e lo costringe tuttora, a cure<br />

continue, impedendogli di poter girare in lungo ed in largo per l'Europa<br />

come aveva sempre fatto.<br />

Dippiù, egli, si orientava verso i Trotzschisti ciò che gli alienava le simpatie<br />

e i “sussidi” di Mosca.<br />

Ha dovuto così stabilirsi definitivamente a Zurigo (da dove si sposta solo<br />

per curarsi nel sanatorio di Bellaria di Lugano) e per guadagnarsi da vivere<br />

si è messo a scrivere articoli su vari giornali antifascisti stranieri e italiani e<br />

romanzi di carattere sociale come quello pubblicato recentemente a cura<br />

dell'editore Oprecht di Zurigo dal titolo “Brot und Wein” (pane e vino).<br />

Uomo d’ingegno assai vivace – il Tranquilli si è formata una buona cultura.<br />

Più che il valore intrinseco dei suoi scritti e dei suoi romanzi – la pubblicità<br />

che ad essi hanno fatto i giornali di sinistra e quelli in lingua italiana che<br />

pubblicano i fuorusciti ha fatto acquistare al “<strong>Silone</strong>” una larga notorietà<br />

specialmente nelle masse straniere antifasciste – consentendogli così guadagni<br />

che gli permettono di vivere alla meno peggio.<br />

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556


Dal punto di vista politico si può considerare oggi un isolato che vive ai margini<br />

di vari gruppi politici antifascisti – dal repubblicano al socialista – a “g. e<br />

l.”, agli anarchici. A Zurigo infatti egli se la fa più specialmente nell'ambiente di<br />

Schiavetti.<br />

*****<br />

Questo rapporto, datato 12 ottobre 1937, fu inviato al capo del governo, Mussolini,<br />

da Arturo Bocchini, capo della polizia dal 1926 al 1940.<br />

Sebbene il testo contenga alcune imprecisioni – quali le date dell’arresto e della morte<br />

di Romolo Tranquilli, avvenuti rispettivamente il 13 aprile 1928 [non nel 1931] e il 27<br />

ottobre 1932 [non il 20] – esse non sono tali però da inficiare la veridicità dei fatti<br />

narrati.<br />

Come può constatarsi, la notizia relativa ai contatti intercorsi tra <strong>Silone</strong> e la polizia<br />

politica fascista è più circostanziata rispetto al rapporto del 1935. Ciò si spiega<br />

facilmente, se si tiene conto della diversità dei destinatari a cui i due documenti furono<br />

diretti. <strong>Il</strong> primo, del 1935, è assai sintetico perché destinato alla DAGR, che<br />

conosceva nei dettagli i fatti a cui si faceva riferimento. <strong>Il</strong> secondo, del 1937, espone<br />

la notizia in modo più dettagliato perché indirizzato al Capo del governo, che non interveniva<br />

ovviamente nell’organizzazione del servizio di spionaggio politico, demandata al<br />

capo della polizia.<br />

Come quello del 1935, anche questo documento qualifica l’attività informativa di <strong>Silone</strong><br />

come simulatoria. Assai esplicito in tal senso è il passo seguente:<br />

« Nel 1931 fu arrestato e processato in Italia il fratello Tranquilli Romolo, per attività<br />

comunista. <strong>Il</strong> Tranquilli Secondino, aveva per il fratello, un affetto profondo,<br />

soffrì molto. Cercò di aiutarlo in tutti i modi inviandogli sussidi e sovente anche<br />

dolciumi e leccornie. In tale periodo diede a vedere di essersi pentito del suo atteggiamento<br />

antifascista e tentò qualche riavvicinamento con le Autorità italiane mandando,<br />

disinteressatamente, delle informazioni generiche circa l'attività di fuorusciti.<br />

Ciò fece nell'intento di giovare al fratello il quale peraltro, colpito da morbo gravissimo,<br />

morì il 20 ottobre del 1932 nell'infermeria del penitenziario di Procida ».<br />

<strong>Il</strong> capo della polizia scrive che <strong>Silone</strong> « diede a vedere di essersi pentito », cioè fece finta<br />

di non essere più comunista, come fino a quel momento era stato. « Dare a vedere<br />

» significa fingere, simulare. Afferma, dunque, che <strong>Silone</strong> simulò di fare la spia, non<br />

che fu una spia autentica. Precisa, altresì, che le informazioni da lui fornite furono<br />

prive di rilevanza, perché generiche e non specifiche, e che le stesse furono inviate<br />

« disinteressatamente », cioè senza la corresponsione di somme di denaro. Stando così<br />

le cose, come possono Canali e Biocca sostenere che <strong>Silone</strong> fu un’autentica spia<br />

fascista e che svolse con convinzione e diligenza la sua attività delatoria perché rinumerato<br />

dalla polizia? Dovrebbero, perlomeno, dare qualche spiegazione, dimostrando<br />

che Bocchini, in un documento ufficiale, ha mentito al Duce!<br />

Segue qui la copia manoscritta del documento.<br />

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4. Rapporto manoscritto del capo della polizia datato 12 ottobre 1937<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

Occorre copiarlo (3 copie) per questa sera – inviato a S. E. il Capo del Governo.<br />

Come risulta dal timbro apposto sulla pagina successiva, fu copiato il 12 ottobre<br />

1937.<br />

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5. Minuta della lettera del capo della polizia a Mussolini del 23.IV.28<br />

Fonte: ACS, H2,1928, b. 20, fasc. 21<br />

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23.IV.28<br />

Ministero dell’Interno<br />

<strong>Il</strong> Capo della polizia<br />

Eccellenza,<br />

ho fatto subito trasmettere il telegramma relativo alla permanenza del<br />

Tranquilli Romolo a Bruxelles, ed in merito al quale sono necessari rigorosi<br />

accertamenti che questo ufficio sta eseguendo.<br />

Infatti mentre il telegramma di Bruxelles (che ripete dicerie di fonti fiduciarie)<br />

dà presente colà il 6 corr. il Tranquilli – senza farne il nome di battesimo<br />

– che ne sarebbe partito l'8 stesso, da un rapporto del Questore di<br />

Genova (che è stato inviato alla Questura di Milano da quella di Como e di<br />

Genova) risulta che Zuppi Iginio Carlo che è poi Tranquilli Romolo trovavasi<br />

il 7 corr. a Nervi.<br />

La circostanza surriferita è salientissima.<br />

In via assolutamente riservata informo poi la E.V.<br />

567


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che l'Ispettore Generale di P.S. Comm. Bellone ha ricevuto da Basilea dal<br />

Tranquilli Secondino – uno dei capi comunisti – un telegramma che gli preannunzia<br />

la sua venuta in Italia. <strong>Il</strong> colloquio che vi sarà potrebbe essere interessante.<br />

Terrò informata l’E. V. –<br />

2) <strong>Il</strong> Prefetto di Milano alla nota 17 corr. di questa Direzione Generale di<br />

P.S. circa la necessità che i risultati della indagini siano concordati fra i diversi<br />

organi, mi ha risposto quanto segue:<br />

“Copiare da A a B”<br />

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Sono quindi sorpreso che questo affiatamento non si effettui.<br />

3) Invio copia di una nota della Questura di Pavia, inviata già al Tribunale<br />

Speciale.<br />

4) Non vi ha alcun fatto importante da segnalare alla E.V.<br />

Con devoto ossequio<br />

*****<br />

Questa lettera del Capo della polizia fu inviata a Mussolini, il 23 aprile 1928,<br />

per informarlo sullo stato delle indagini relative all’attentato della fiera di<br />

Milano, di cui inizialmente Romolo Tranquilli fu ritenuto uno degli organizzatori.<br />

Essa è interessante perché contiene un passo che attesta il primo contatto<br />

intercorso tra <strong>Silone</strong> e Bellone, subito dopo l’arresto di Romolo:<br />

« In via assolutamente riservata informo poi la E.V.<br />

che l'Ispettore Generale di P.S. Comm. Bellone ha ricevuto da Basilea dal<br />

Tranquilli Secondino – uno dei capi comunisti – un telegramma che gli preannunzia<br />

la sua venuta in Italia. <strong>Il</strong> colloquio che vi sarà potrebbe essere interessante.<br />

Terrò informata l’E. V. – »<br />

Va notato qui che, nel riferirsi a <strong>Silone</strong>, Bocchini precisa che si tratta di<br />

« uno dei capi comunisti ». Al riguardo sorge spontanea una domanda. Se<br />

<strong>Silone</strong> fosse stato all’epoca una spia fascista, Bocchini non avrebbe forse<br />

informato Mussolini che egli aveva già reso in passato « utili servizi » alla<br />

polizia?<br />

Dalla lettera emerge in modo chiaro che dei rapporti tra <strong>Silone</strong> e Bellone<br />

erano a conoscenza, oltre ai due diretti interessati, il capo della polizia e<br />

Mussolini. E, sempre a Mussolini, come si è visto, Bocchini comunicò nel<br />

1937 che <strong>Silone</strong>, al tempo dell’arresto del fratello, finse di essere una spia e<br />

non si prestò a collaborare sinceramente con la polizia.<br />

571


6. Nota del 10 – 2 – 931<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 2 bis<br />

572


N. 3933 KI-R<br />

10 – 2 – 931<br />

Plico contenente due lettere ed una cartolina dei confidenti Nicola e Silvestri<br />

al Comm. Nudi.<br />

¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯<br />

Tolte dal fascicolo e passate alla cassetta dei documenti.<br />

*****<br />

Questa nota dimostra che <strong>Silone</strong> ebbe contatti diretti, oltreché con Bellone,<br />

anche con l’ispettore Nudi.<br />

Subito dopo l’attentato del 12 aprile 1928 alla Fiera di Milano, l’ispettore<br />

Nudi inviò a Basilea, per assumere informazioni, il fiduciario Nicola, corrispondente<br />

al nome di Guglielmo Ionna, un dirigente comunista che tradì i<br />

compagni passando al servizio della polizia, dietro corresponsione di somme<br />

consistenti di denaro. Non si sa quale fu l’esito della sua missione, perché<br />

non sono stati rinvenuti nell’ACS i documenti ad essa relativi. Di certo<br />

si sa solo che l’ispettore Nudi ricevette due lettere e una cartolina da <strong>Silone</strong><br />

e Ionna, di cui si ignora il contenuto perché, nel 1931, furono tolte dal fascicolo<br />

in cui si trovavano e collocate altrove come risulta da questa nota.<br />

573


7. Lettera di Silvestri a Bellone datata 30 aprile 1930<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1929, b. 196, fasc. Partito comunista.<br />

574


Sospesi il viaggio in seguito ad informazioni della Polizia di Lugano; secondo<br />

le quali io ero segnalato a tutti i posti di frontiera italiani. I miei amici,<br />

che erano già contrari al ritorno in Italia, non vollero allora che partissi.<br />

D’altra parte il partito comunista ha la lista degli ispettori di P.S. che come<br />

lei, Nudi ecc. si occupano particolarmente dei comunisti, perciò esitai dallo<br />

scriverle dalla Svizzera. Anzi il Nudi faccia attenzione perché un giorno o<br />

l’altro a Pavia (non capisco perché lì) possono fotterlo. Io le scriverò anche<br />

domani, intanto voglio avere assicurazione su mio fratello. Mi faccia scrivere<br />

da qualche parente fascista (es. un membro del Direttorio del Fascio del<br />

mio paese) delle informazioni sicure in merito, ad un indirizzo che ho mandato<br />

alla nonna. A quell’indirizzo (di Berlino) non può assolutamente scrivere<br />

perché la sua calligrafia come quella del Nudi è conosciuta.<br />

L’organizzazione comunista in Italia si è un po’ ristretta in alcune zone<br />

del Nord (Milano e Trieste) ma sarebbe un errore supporla sradicata dalle<br />

masse. Per contro essa fa dei progressi nell’Italia settentrionale e in Sardegna.<br />

<strong>Il</strong> 1° maggio sarà calmissimo. Non vi sarà nemmeno, (eccetto la Liguria,<br />

parte del Piemonte e Roma), la solita distribuzione di stampati. Questo è<br />

voluto dagli stessi capi comunisti i quali si propongono di “far riposare” per<br />

un po’ il loro partito allo scopo di rafforzarlo organizzativamente.<br />

Mi faccia inviare da qualche parente fascista dette notizie su mio fratello<br />

all’indirizzo di Berlino – può servire anche a calmare l’attuale campagna di<br />

stampa che c’è all’estero per lui.<br />

<strong>Il</strong> noto Viacava che, dopo aver fatto il compromesso col Nudi, si è poi<br />

ampiamente confessato con i dirigenti comunisti, si trova come sapete, a<br />

Bordeaux. Sarebbe utile farlo scappare di là, perché può accadergli qualche<br />

brutto incidente. Tanto per lui, quanto per Ionna, l’esecuzione sarebbe protratta<br />

solo per ragioni di opportunità politica del momento, ma in linea di<br />

principio ho saputo che è stata decisa. La posizione di Sportelli è invece migliorata,<br />

In genere dall’insieme dei dati che Viacava ha messo per iscritto, appare<br />

che voi non lavorate con intelligenza superiore a quella di La Polla. Certe<br />

sciocchezze sembrano incredibili!<br />

<strong>Il</strong> Comp. Buscemi ha scritto un rapporto che Lei viene spesso in Francia.<br />

Mi sembra esagerato.<br />

*****<br />

575


Un’altra copia dattiloscritta della lettera si trova anche, priva però della data,<br />

in ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 95, fasc. 4, Partito Comunista. Nell’ACS<br />

non è presente l’originale della lettera. Su questa copia sono apposte,<br />

con timbro, la data del 30 aprile 1928 e, a penna, l’annotazione « Silvestro »,<br />

che deve intendersi come l’erronea trascrizione di « Silvestri ».<br />

Dopo averlo annunciato, <strong>Silone</strong> fu costretto ad annullare il suo viaggio in<br />

Itala perché, essendo latitante, sarebbe stato arrestato al posto di frontiera a<br />

cui si fosse presentato. Ne dette perciò comunicazione all’ispettore Bellone,<br />

precisandogli che l’annullamento del viaggio era stato da lui deciso in seguito<br />

alla discussione che ne aveva fatto con i suoi compagni di partito, i quali<br />

gli avevano chiesto di non partire: «I miei amici, che erano già contrari al<br />

ritorno in Italia, non vollero allora che partissi». <strong>Il</strong> che dimostra che i suoi<br />

compagni di partito erano a conoscenza dei suoi contati con Bellone e non<br />

lo consideravano una spia.<br />

Nella lettera, <strong>Silone</strong> fornì a Bellone alcune informazioni, chiedendo in<br />

contraccambio notizie sul fratello. È questa la tipica situazione del « do ut<br />

des ». Dopo avere fornito la notizia sui pericoli che incombevano<br />

sull’ispettore Nudi, che peraltro sapeva già, per l'attività che svolgeva, di potere<br />

essere oggetto di un attentato da parte di qualche militante comunista,<br />

manifestò subito la ragione per cui si era rivolto al suo interlocutore, consistente<br />

nella richieste di notizie sul fratello Romolo: « Io le scriverò anche<br />

domani, intanto voglio avere assicurazione su mio fratello » .<br />

Fornì, altresì, a Bellone notizie sulle vicende riguardanti Viacava, Ionna e<br />

Sportelli. Arresati in tempi diversi dalla polizia, Viacava e Ionna avevano<br />

stipulato un compromesso con l’ispettore Nudi, l’uno indipendentemente<br />

dall’altro, per essere rimessi in libertà. La collaborazione di Ionna durò a<br />

lungo, mentre quella di Viacava fu di breve durata 2 . Sportelli fu ingiustamente<br />

sospettato dai propri compagni di essersi compromesso con la polizia.<br />

Dopo un lungo soggiorno in Russia, si stabilì definitivamente in Francia 3 .<br />

2 Per ulteriori notizie su Viacava si veda ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b.<br />

1428, fasc. Viacava Stefano; per Ionna si vedano ACS, CPC, b. 2643, fasc. Ionna<br />

Guglielmo, e ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 676, fasc. Ionna Guglielmo.<br />

3 Su Sportelli si vedano ACS, CPC, b. 4922, fasc. Sportelli Ignazio, e ACS, MI, Pol.<br />

Pol., fascicoli personali, b. 1300, fasc. Sportelli Ignazio Risveglio.<br />

576


<strong>Silone</strong> concluse la lettera con due note ironiche, rimarcate dall’uso del<br />

punto esclamativo. La prima riguardante i metodi investigativi del funzionario<br />

di polizia Francesco La Polla 4 , nei cui errori incorrevano ancora, a suo<br />

giudizio, i dirigenti della polizia che si occupavano della repressione dei comunisti.<br />

La seconda riguardante il « compagno » Buscemi 5 che aveva forse<br />

esagerato nello scrivere, in un rapporto fatto al partito, che Bellone si recava<br />

spesso in Francia. Giovanni Buscemi era un informatore della polizia che<br />

riferiva notizie all’ambasciata italiana a Parigi ed era in contatto anche con<br />

Bellone. La frase che lo riguarda è piuttosto sibillina. Sembra che <strong>Silone</strong> voglia<br />

dire che Buscemi, sebbene fosse considerato una spia dalla polizia fascista,<br />

non era ritenuto tale da <strong>Silone</strong> e dal suo partito e che quindi Bellone<br />

non si era accorto di avere a che fare con un doppiogiochista.<br />

Proprio in questo periodo, Buscemi si trasferì negli Stati Uniti e cessò ogni<br />

rapporto con la polizia fascista, con cui invece avvia i contati <strong>Silone</strong>. Ci fu<br />

uno scambio di ruoli, nella tattica doppiogiochista tra <strong>Silone</strong> e Buscemi?<br />

Sembrerebbe di sì.<br />

Come può constatarsi, le informazioni fornite da <strong>Silone</strong> a Bellone sono<br />

assai generiche e non contengono alcun elemento utile per l’individuazione<br />

e l’arresto di militanti comunisti.<br />

Dopo la lettera recante la data di protocollo del 30 aprile 1928, inviata da<br />

<strong>Silone</strong> a Bellone, non vi furono contatti tra i due per un periodo di oltre sei<br />

mesi. Un nuovo contatto con Bellone fu stabilito da <strong>Silone</strong> con l’invio di<br />

una cartolina, datata 11 novembre 1928.<br />

4 Nella lettera, <strong>Silone</strong> allude alla disavventura investigativa capitata al vicequestore<br />

Francesco La Polla in Francia nel 1926, dove si era recato per eseguire delle manovre<br />

all’interno delle avanguardie garibaldine, organizzate da Ricciotti Garibaldi e dai<br />

suoi fratelli, al fine di screditare i fuorusciti italiani. Trovato in possesso di falsi documenti<br />

di identità e di una notevole quantità di denaro, fu arrestato a Nizza dalla<br />

Géndarmerie, nell’ottobre 1926, e rispedito in Italia, grazie all’intervento dei suoi<br />

superiori. <strong>Il</strong> risultato della sua azione fu di rendere noto che le avanguardie garibaldine<br />

erano manovrate dal governo fascista.<br />

5 Su Buscemi si veda ACS, CPC, b. 906, fasc. Buscemi Giovanni.<br />

577


8. Lettera di Secondino Tranquilli datata Berlino, 15 maggio 1928<br />

Fonte: TSDS, fascicoli processuali, b. 326, fasc. Tranquilli Romolo e Tranquilli Secondino<br />

– Rapporti e documenti.<br />

578


Berlino 15 maggio 1928<br />

<strong>Il</strong>l.mo Signor Direttore,<br />

il sottoscritto, fratello maggiore del dete15 maggio 1928nuto Romolo<br />

Tranquilli fu Paolo ed unico membro superstite della sua famiglia,<br />

informato che egli attualmente si trova degente presso la Infermeria di<br />

codeste carceri ed in gravi condizioni di salute,<br />

si rivolge alla S. V. per chiederle:<br />

1. che col consenso delle Autorità a cui disposizione il Romolo Tranquilli<br />

si trova, egli sia trasferito in una clinica nella quale egli possa meglio curarsi,<br />

clinica che l’Autorità stessa potrà designare,<br />

2. che, in via subordinata, restando nell’Infermeria di codeste carceri, il<br />

detenuto Romolo Tranquilli possa essere assistito da specialisti privati ed<br />

abbia la possibilità di far la cura che detti specialisti prescriveranno.<br />

In ambedue i casi, il sottoscritto si dichiara pronto ad inviare, sia direttamente<br />

al detenuto, sia all’Amministrazione di codeste carceri, la somma occorrente<br />

per la sua cura, compresa la convalescenza.<br />

Con osservanza<br />

Secondino Tranquilli<br />

*****<br />

Questa lettera fu inviata da <strong>Silone</strong> al direttore del carcere di San Vittore dopo<br />

avere appreso le notizie sulle condizioni di salute del fratello Romolo<br />

comunicategli da Bellone.<br />

La lettera non sortì alcun affetto perché il direttore del carcere fece sottoporre<br />

a visita Romolo Tranquilli da parte del medico del carcere, il quale<br />

dichiarò che le sue condizioni di salute erano normali. E di conseguenza, il<br />

giudice istruttore, al quale fu comunicato l’esito della visita, non adottò alcun<br />

provvedimento al riguardo.<br />

579


9. Cartolina di Silvestri datata 11 novembre 1928.<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 19<br />

580


Signorina<br />

Emilia Bellone<br />

Via Nomentana 191<br />

Roma<br />

Saluti a lei e all’avvocato<br />

Seguirà lettera<br />

Silvestri<br />

Locarno 11/XI/28<br />

*****<br />

Con questa cartolina <strong>Silone</strong> riprese i contatti con Bellone, dopo un periodo<br />

di silenzio durato sei mesi.<br />

La cartolina, per motivi di segretezza, fu indirizzata a Emilia Bellone, sorella<br />

minore dell’ispettore, con lui convivente, alla quale quest’ultimo faceva<br />

indirizzare la posta che gli inviavano i suo informatori. <strong>Il</strong> messaggio ovviamente<br />

era destinato a Bellone.<br />

Si ignora il contenuto della lettera di cui si parla nella cartolina, perché la<br />

stessa non è stata rinvenuta nell’ACS.<br />

Chi era l’avvocato citato nella cartolina che doveva ricevere i saluti di <strong>Silone</strong><br />

tramite Bellone? Probabilmente si tratta dell’ avv. Mario Trozzi, difensore<br />

di Romolo Tranquilli.<br />

Dopo la ricezione di questa cartolina e della lettera a cui essa fa riferimento,<br />

Bellone si recò in Svizzera e si incontrò con <strong>Silone</strong> a Locarno, in una data<br />

compresa tra il 19 e il 28 novembre 1928. L’incontro tra i due è provato<br />

da un promemoria redatto dalla Pol Pol, contenente 24 quesiti e 27 pseudonimi<br />

da identificare, su cui Bellone avrebbe dovuto interrogare <strong>Silone</strong>, e<br />

da una nota dei compensi corrisposti all’ispettore Bellone per missione fuori<br />

di residenza, presente nel suo fascicolo personale.<br />

581


10. Pro-memoria per il colloquio di Bellone con Silvestri datato 17.XI<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 1<br />

582


Ministero dell'Interno<br />

Pro-memoria consegnato al Com. Belloni in dipendenza del colloquio con<br />

Silvestro.<br />

17.XI<br />

La relazione del Com. Belloni, fatta in seguito al colloquio con Silvestro,<br />

trovasi nel fascicolo Mosca III Internazionale<br />

1) Relazione su VI Congresso Comintern.<br />

2) In detto congresso poco si è parlato in pubblico delle cose italiane e,<br />

quindi, molto di più se ne sarà parlato in privato.<br />

Nuove direttive per la propaganda in Italia.<br />

Composizione della delegazione italiana.<br />

3) Identità di<br />

Garlandi<br />

Serra<br />

Martini (Dozza Secondo)<br />

4) Istituzione di “Consolati segreti” e corrieri segreti per la raccolta di informazioni<br />

diplomatiche militari economiche, pubbliche etc –<br />

5) Grandi linee di collegamento da e per l'Italia sia per quanto riguarda il<br />

partito propriamente detto che per il Mopr –<br />

6) Centri di raccolta e di smistamento all'Estero e nel Regno delle comunicazioni<br />

illegali<br />

7) Sede o sedi della Centrale Italiana e componenti attuali possibilmente<br />

colla specificazione delle varie attribuzioni<br />

*****<br />

Sul lato sinistro della prima pagina del promemoria sono apposte due annotazioni.<br />

La prima recita: « Consegnato al Com. Belloni in dipendenza del<br />

colloquio con Silvestro = 17/XI »; la seconda: «La relazione del Com. Belloni,<br />

fatta in seguito al colloquio con Silvestro, trovasi nel fascicolo Mosca<br />

III Internazionale». In ambedue le annotazioni, i nomi Belloni e Silvestro<br />

sono da intendersi come l’erronea trascrizione, rispettivamente, di Bellone<br />

e Silvestri.<br />

Non è possibile riferire il contenuto della relazione redatta dall’ispettore<br />

Bellone dopo il suo incontro con <strong>Silone</strong>, perché la stessa non risulta presente<br />

nelle quattro buste contenenti i fascicoli relativi alla III Internazionale. [I<br />

documenti relativi alla III Internazionale si trovano in ACS, DGPS, G1, bb.<br />

241-244, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern.]<br />

583


584


8) Lavoro sindacale – giovanile – antimilitarista; chi è preposto ai suddetti<br />

rami. Sviluppo – prospettive –<br />

9) Situazione generale nel Regno – Punti sensibili<br />

10) Movimento agrario – Sviluppo – organizzazione – dirigenti<br />

11) Lavoro del P. C. nelle nuove provincie (specialmente alla frontiera jugoslava)<br />

rapporti con associazioni S. H. S. (Orjuna, Narodna, Odbrana, Mano<br />

bianca, Mano nera, Sokol) Rapporti eventuali colla Andreas-Hofer-Bund –<br />

e coll’irridentismo alto-atesino in genere<br />

12) Notizie sul centro di Vienna principali nostri emigrati che si trovano in<br />

quella piazza –<br />

13) Rapporti del P.C.I. con elementi macedoni (se federalisti o autonomisti)<br />

– con elementi albanesi (Fan Noli). Breve cenno sulla mancata reazione di<br />

carattere comunista verificatasi in Bulgaria nel 1925 in occasione attentato<br />

cattedrale di Sofia –<br />

14) Centro di Berlino – Idem come per Vienna<br />

Eventuali organizzazioni (illegali) che lavorino colà in sostanziale accordo<br />

col P. C. – [Importante]<br />

15) Centro di Bruxelles – Idem Vedi Vienna<br />

16) Centro di Parigi Id Id – Rapporti colla Concentrazione –<br />

cogli anarchici (specialmente del gruppo Berneri) – Attività ed incarichi Miglioli<br />

– Cocchi – Attività Barbusse – Amici dei Soviets –<br />

17) Gruppi comunisti Italiani in Francia – Organizzazione – Forze – Dirigenza<br />

– Come vengono manovrati –<br />

18) Centri della Savoia – Marsiglia e Nizza<br />

19) Rapporti coll’Internazionale di Amsterdam, specie per quanto ha attinenza<br />

alla questione sindacale –<br />

20) Stampa comunista all'estero (Stato Operaio – Battaglie sindacali – Voce<br />

proletaria) Compilatori – diffusione – introduzione nel Regno – Stampa<br />

clandestina nel Regno –<br />

585


586


21) Centro di Lussemburgo<br />

Notizie come per Vienna –<br />

22) Centro Svizzero con particolare riferimento a Basilea ed al Canton Ticino<br />

–<br />

Notizie come per Vienna –<br />

23) Nuovi sistemi per la vita illegale del partito –<br />

Se ancora in vigore passaporti e tessere turistiche svizzere, frontiere prescelte<br />

preferibilmente per le comunicazioni internazionali<br />

24) Varie<br />

587


588


Accertare identità delle persone che si nascondono sotto i seguenti pseudonimi:<br />

1) Rovelli (di Milano) sarebbe<br />

stato in relazione con Bela-Kun<br />

2) Maggi<br />

3) Garlandi<br />

4) Musso<br />

5) Asano Membri del “Komintern”<br />

6) Varga<br />

7) Darsono<br />

8) Dorio<br />

9) Terassi<br />

10) Orsi Si occupano del Soccorso Rosso<br />

589


590


11) Leo<br />

12)Massi<br />

Membri del “Kim”<br />

13) Cavalli<br />

14) Martini<br />

15) Dutti<br />

16) Lavera Id<br />

17) Ferri<br />

18) Garvi<br />

19) Pitti<br />

20) Nobile<br />

21) Onesti Tutti membrei in vista nella III Internazioanle<br />

22) Sacchetti<br />

23) Siroli<br />

24) Uccellini<br />

25) Viola<br />

26) Marini<br />

27) Serra Risiedono in Russia<br />

*****<br />

L’incontro di Bellone con <strong>Silone</strong> risulta dalla nota dei compensi a lui corrisposti<br />

per missione fuori di residenza, datata 1 dicembre 1928, nella quale si<br />

dice che egli partì per Locarno il 19 novembre 1928 e rientrò a Roma il 28<br />

successivo. L’incontro pertanto si colloca in un periodo compreso tra queste<br />

due date. [Cfr. ACS,MI, Div. Pers. P.S., Personale fuori servizio 1957, b.<br />

56bis, fasc. Bellone Guido].<br />

Oltreché interrogare <strong>Silone</strong> sui punti indicati nel promemoria, Bellone fu<br />

anche incaricato di chiedergli di svolgere indagini su un presunto complotto<br />

contro il duce, organizzato in Svizzera da un gruppo di fuorusciti antifascisti.<br />

Ciò si evince dalla seguente nota contenuta nel fascicolo a esso relativo:<br />

« Dato incarico al Comm. Belloni che si reca a Locarno per abboccarsi con il<br />

noto confidente comunista di fare indagini a mezzo di costui circa il complotto<br />

Pizzuti e Comp.<br />

Di Stefano<br />

[ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 61, fasc. 11, Complotto Pizzuti - Menotti –<br />

Paselli].<br />

A questo incontro seguono sei mesi di silenzio da parte di <strong>Silone</strong>.<br />

591


11. Lettera di Silvestri a Bellone senza data [ma maggio 1929]<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., Materia, b. 102, fasc. 1, sulla giornata antibellica del 1° agosto<br />

1929.<br />

592


Ieri ho ricevuto tre sue lettere, uscendo da una casa di cura in cui sono<br />

rimasto un mese e mezzo, affetto da gravi squilibri nervosi.<br />

Tra 15 giorni vado nel Mezzogiorno per riposare e le potrò scrivere con più<br />

calma.<br />

Saluti<br />

Silvestri<br />

*****<br />

Nell’ACS non è presente il manoscritto originale della lettera di <strong>Silone</strong>. Sul<br />

foglio contenente il testo dattiloscritto della lettera sono apposte, a mano,<br />

due annotazioni: « al Com. Marzano » in alto e « 73 » sul lato sinistro.<br />

È da notare che questo è l’unico documento, fra quelli presenti nell’archivio<br />

della Pol Pol, in cui al nome Silvestri è associato il n. 73. In tutti gli<br />

altri casi ricorre unicamente il nome Silvestri.<br />

Si è detto che, dopo l’incontro personale del novembre 1928, tra <strong>Silone</strong> e<br />

Bellone non vi furono contatti per circa sei mesi.<br />

<strong>Silone</strong> contattò nuovamente Bellone nella seconda metà del maggio 1929,<br />

con l’invio di questa breve lettera e di un comunicato emesso dall’Ufficio<br />

del Komintern per i paesi occidentali, datato 16 maggio 1929.<br />

La lettera, dattiloscritta, è priva di data ma, essendo conservata unitamente<br />

al comunicato, è da ritenersi ad esso coeva.<br />

Qui di seguito viene riprodotto il comunicato inviato da <strong>Silone</strong> a Bellone.<br />

593


12. Risoluzione del 16 maggio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 102, fasc.1, 1° agosto – Anniversario della<br />

dichiarazione della guerra europea 1914.<br />

594


RISOLUZIONE<br />

sui compiti dei partiti nella preparazione e nella esecuzione della giornata<br />

antibellica del 1° agosto.<br />

(adottata dalla conferenza dei partiti comunisti europei del 16 maggio 1929)<br />

I<br />

La conferenza dei rappresentanti dei partiti comunisti europei constata<br />

che la preparazione della giornata antibellica è ancora insufficiente ed ha un<br />

carattere non sistematico. Essa ritiene quindi necessario che, secondo le deliberazioni<br />

del 6 congresso mondiale dell’I.C. e secondo le direttive del segretariato<br />

politico del C.R. dell’I.C. sulla esecuzione della campagna antibellica,<br />

la massima attività dei partiti venga concentrata per questo obiettivo.<br />

La indifferenza e la passività che esistono tuttora tanto fra i membri dei partiti<br />

quanto fra i dirigenti, debbono avere superato senza indugio e le istruzioni<br />

pratiche date dal segretariato politico sul contenuto politico, sulle parole<br />

d’ordine e sulle forme della campagna antibellica, tenendo conto della<br />

situazione specifica dei singoli paesi, devono essere messi in pratica.<br />

La premessa più importante per la buona esecuzione della campagna antibellica<br />

è il superamento assoluto e la liquidazione di ogni corrente di destra<br />

e conciliatrice, come pure della passività esistente in certi strati dei partiti,<br />

che in realtà non sono altro che le espressioni di un opportunismo occulto<br />

e tanto più pericoloso, del rinculo e della capitolazione dinanzi ai<br />

nuovi compiti di lotta rivoluzionaria. E il successo dell'azione sarà garantito<br />

solo a condizione che i partiti conoscano chiaramente l'immensa importanza<br />

dell'organizzazione di questa campagna e il ruolo dirigente dell'avanguardia<br />

comunista. Perciò le direzioni dei partiti debbono mobilitare tutta l'organizzazione<br />

del partito e tutti i militanti di tutti i gradi orientarli verso questo<br />

suo compito.<br />

Lo scopo di questa campagna deve essere la mobilitazione delle larghe<br />

masse degli operai e di tutti i lavoratori per la difesa dell'unione soviettista.<br />

La conferenza attira l'attenzione di tutti i partiti sugli errori di principio<br />

manifestatisi in questi ultimi tempi nella preparazione ideologica della campagna<br />

(rivendicazione dell'abolizione del militarismo, Svezia), opinione dei<br />

conciliatori sulla maggiore probabilità<br />

595


596


di una guerra fra gli imperialisti anziché di una guerra dell'imperialismo<br />

mondiale contro l'unione sovietica, insufficiente accentuazione di carattere<br />

di classe della guerra futura degli imperialisti contro l'unione sovietica, insufficiente<br />

accentuazione di carattere di classe della guerra futura degli imperialisti<br />

contro l’unione soviettista, scarsa comprensione dell'intima connessione<br />

fra la difesa dell'unione soviettista e lo sviluppo del movimento<br />

operaio del proprio paese e il movimento rivoluzionario delle colonie ecc.<br />

È necessario tanto nella preparazione quanto nell'esecuzione della giornata<br />

di lotta internazionale, di organizzare le più larghe masse degli operai delle<br />

officine e di tutte le organizzazioni proletarie in un fronte unico dal basso<br />

e di creare degli organismi di questo fronte unico delle masse. Le forme d'azione<br />

della giornata antibellica del 1º agosto devono essere scioperi e dimostrazioni<br />

di massa. La giornata del 1º agosto deve diventare l'espressione e il<br />

punto culminante di una campagna sistematica di massa contro il pericolo<br />

di guerra e nello stesso tempo deve essere il punto di partenza per ulteriori<br />

lotte di massa del proletariato contro la guerra imperialistica e il sistema imperialistico<br />

in generale.<br />

Nell'esecuzione e nello svolgimento di tutta la campagna debbono essere<br />

applicati dai partiti comunisti i metodi del lavoro di massa illegale.<br />

II<br />

In considerazione del fatto, che l'organizzazione della guerra degli imperialisti<br />

contro l'unione soviettista che venne analizzato esaurientemente dal<br />

6 congresso mondiale, è entrata in una fase di immutata attualità, ed è stata<br />

resa evidente dagli avvenimenti di questi ultimi tempi, dalla rafforzata campagna<br />

antirussa della borghesia internazionale, come pure dal passaggio incondizionato<br />

della Germania, sotto la direzione ideologica e organizzativa<br />

della socialdemocrazia, nel fronte antisoviettista, tutti i partiti devono adottare<br />

senza indugio i seguenti provvedimenti pratici, per l'esecuzione veramente<br />

ampia e rivoluzionaria della campagna antibellica.<br />

Tutta l'agitazione e la propaganda dei partiti deve essere orientata verso i<br />

seguenti compiti:<br />

Lotta asprissima contro la socialdemocrazia, smascheramento del loro<br />

ruolo di organizzatori della guerra contro l'unione soviettista, stigmatizzare<br />

in modo particolare la socialdemocrazia di “sinistra”. Dimo-<br />

597


598


strazione dell’evoluzione sempre più accentuata della socialdemocrazia in<br />

socialfascismo. In rapporto a questo continuare sistematicamente la campagna<br />

di chiarificazione internazionale sul terrore sanguinoso del socialfascismo<br />

tedesco durante le giornate di maggio. Rafforzamento e estensione della<br />

azione di solidarietà del proletariato internazionale per la lotta degli operai<br />

tedeschi contro i provvedimenti di oppressione della borghesia e dei socialfascisti<br />

tedeschi. Indicare il rapporto intimo che esiste fra il terrore contro<br />

le organizzazioni rivoluzionarie del proletariato e i preparativi di guerra<br />

contro l'unione soviettista.<br />

Lotta più aspra contro il fascismo, tanto contro il fascismo delle officine,<br />

quanto contro le organizzazioni militari fasciste. Dimostrare la necessità<br />

della lotta contro il fascismo per impedire la guerra imperialista contro l'unione<br />

soviettista.<br />

<strong>Il</strong>lustrazione sistematica di tutte le questioni connesse con la preparazione<br />

della guerra contro l'unione soviettista nella stampa quotidiana dei partiti<br />

comunisti, a questo scopo istituire delle rubriche permanenti nei giornali<br />

sulla:<br />

a) preparazione della guerra da parte degli imperialisti;<br />

b) provvedimenti dei partiti comunisti per la lotta contro la guerra;<br />

c) informazione sistematica sulla costruzione del socialismo della unione<br />

soviettista e sulla sua politica di pace, lotta contro la campagna di calunnie<br />

sull' “imperialismo rosso”, fraternizzazione coll’Armata rossa, chiarire<br />

nell'agitazione e nella propaganda, il suo ruolo di esercito della classe operaia<br />

internazionale.<br />

Preparare opuscoli popolari sulla politica imperialista e sui preparativi di<br />

guerra in ogni paese.<br />

Svolgere una campagna sistematica nei Sindacati, tanto in quelli rivoluzionari,<br />

quanto in quelli riformisti.<br />

Promuovere risoluzioni delle opposizioni sindacali, cartelli ecc., contro la<br />

campagna antisoviettista della socialdemocrazia e della borghesia.<br />

Utilizzare la tribuna parlamentare per denunziare i preparativi di guerra<br />

contro l'unione soviettista.<br />

Orientamento dei giornali di officina e delle corrispondenze operaie contro<br />

l'unione soviettista.<br />

Lotta accanita contro le illusioni pacifiste nel senso della classe operaia.<br />

599


600


Attirare le masse dei contadini e lavoratori e delle minoranze nazionali di<br />

fronte unico rivoluzionario nella campagna antibellica.<br />

III<br />

Nel campo organizzativo, i compiti dei partiti sono in particolar modo:<br />

la mobilitazione di tutti i militanti di tutti i gradi per la esecuzione della<br />

campagna antibellica;<br />

discussione sulla preparazione del 1º agosto in tutte le riunioni, conferenze,<br />

congressi, come pure in tutte le riunioni degli organi dirigenti (C.C.,<br />

C.P.) per controllare sistematicamente l'andamento della campagna e la sua<br />

direzione.<br />

Discussione interna (nelle cellule) di tutte le questioni connesse con la<br />

campagna. Concentrare le migliori forze del partito nelle cellule delle grandi<br />

officine, in particolare nelle fabbriche di armi, esame e controllo sistematico<br />

del lavoro di queste cellule, nonché della composizione della loro direzione.<br />

Creazione di punti di appoggio rivoluzionari nell'industria di guerra e nei<br />

centri di trasporto (ferrovia, navigazione, aviazione ecc.) organizzazione del<br />

sistema di fiduciari in tutte le officine.<br />

Organizzare conferenze di delegati di fabbriche (su scala locale, provinciale<br />

e nazionale) per attirare le masse più larghe nella campagna. Eleggere<br />

comitati antibellici in queste conferenze e centralizzazione di essi.<br />

Attirare le lavoratrici e i giovani operai nella campagna. Convocare conferenze<br />

femminili e giovanili e delegare i loro rappresentanti nei comitati antibellici.<br />

Mobilitazione di tutte le organizzazioni di massa rivoluzionarie del proletariato<br />

per la campagna, rivendicazione e creazione di punti di appoggio rivoluzionari<br />

nei sindacati riformisti, dirigere in modo più rigoroso i sindacati<br />

rossi, creare le organizzazioni di difesa della classe operaia, come il Fronte<br />

Rosso, Arac, ecc. utilizzare le organizzazioni di massa senza partito (Int.<br />

degli ex combattenti, Amici della URSS, ecc.) creare queste organizzazioni<br />

nei paesi ove non esistono ancora.<br />

I partiti devono organizzare energicamente la sottoscrizione per il fondo<br />

internazionale contro la guerra.<br />

Lavoro antimilitarista legale e illegale sistematico, lavoro di disgregazione<br />

nell'organizzazione di difesa della borghesia, creazione di organiz-<br />

601


602


zazione di autodifesa del proletariato nelle officine sotto la direzione delle<br />

cellule di officina.<br />

Orientare i partiti verso il lavoro illegale, creare la possibilità di stampare e<br />

diffondere la stampa illegale, assicurare la pubblicazione del giornale, come<br />

centro di organizzazione. In tempi di illegalità, proteggere i fondi del partito,<br />

ecc., orientare i partiti verso i compiti della lotta contro gli scioglimenti<br />

parziali e totali. Lotta di strada rafforzata, per la libertà di riunione e di dimostrazione,<br />

ecc. La lotta contro lo scioglimento dei partiti comunisti e delle<br />

organizzazioni rivoluzionarie dev’essere organizzata su larga scala, particolarmente<br />

nelle officine. La campagna antibellica deve avere nello stesso<br />

tempo lo scopo principale di mobilitare le masse più larghe per il comunismo<br />

e contro il socialfascismo. In rapporto a ciò è particolarmente importante<br />

la utilizzazione delle esperienze del Partito tedesco, in ispecie della lotta<br />

contro lo scioglimento dell’organizzazione del “Fronte rosso”.<br />

Per lo sviluppo e l’intensificazione della campagna per la preparazione<br />

della giornata antibellica è necessario approfittare di tutte le solennità della<br />

borghesia e della socialdemocrazia, come pure di tutte le ricorrenze rivoluzionarie<br />

del proletariato, per la chiarificazione delle masse e per<br />

l’organizzazione di dimostrazioni (dimostrazione per ricordare i caduti della<br />

Comune di Parigi il 26 maggio, il 16 luglio a Vienna, il giorno della firma del<br />

trattato di Versailles, il 14 luglio in Francia, ecc. Preparare degli scioperi e delle<br />

dimostrazione per il 1° agosto, secondo le istruzioni del Segretariato politico<br />

del C.R. dell’I.C. e secondo la situazione concreta dei singoli paesi.<br />

Nello svolgimento di tutta la campagna bisogna dedicare un'attenzione particolare<br />

alla mobilitazione delle masse disorganizzate, dei disoccupati e dei lavoratori<br />

emigrati.<br />

Organizzare una vasta campagna di reclutamento per il Partito e per i Sindacati<br />

rossi, per le opposizioni sindacali rivoluzionarie e le organizzazioni<br />

laterali.<br />

Tutti i partiti sono impegnati di utilizzare al massimo grado il materiale di<br />

informazione e di agitazione della “Imprekorr”.<br />

IV<br />

Tutte le misure pratiche più sopra elencate, per l'organizzazione di una<br />

vasta campagna di massa per la giornata antibellica del 1º agosto – le qua-<br />

603


604


li concretizzano le direttive che il Segretariato politico del C.R. dell’I.C. ha<br />

dato in merito – debbono essere applicate e eseguite dai partiti dal punto di<br />

vista fondamentale della lotta per la maggioranza del proletariato, secondo<br />

la situazione specifica dei singoli paesi. Essi debbono servire a smascherare<br />

definitivamente la campagna di petizione della II Internazionale e le dimostrazioni<br />

che i singoli partiti socialdemocratici intendono di organizzare il 4<br />

agosto. Le questioni tattiche che i singoli partiti devono risolvere, devono<br />

essere considerate fin dall'inizio nel quadro di un progetto organizzativo<br />

generale di tutta la loro attività.<br />

Le esperienze organizzative che i partiti comunisti raccoglieranno nel corso<br />

dello sviluppo della campagna, dovranno essere la premessa per il lavoro<br />

illegale dei partiti durante la guerra imperialista. Perciò bisogna fin d'ora<br />

concentrare tutte le forze del partito in questa direzione e raggiungere il<br />

massimo grado di attività, di elasticità e di capacità organizzativa dei partiti.<br />

Tutti i partiti sono obbligati di inviare regolarmente ogni due settimane<br />

un rapporto al WEB e di realizzare uno scambio di idee fra i vari partiti per<br />

scambiarsi reciprocamente le proprie esperienze.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> documento fu inviato da <strong>Silone</strong> all’ispettore Bellone – che gli aveva spedito<br />

in precedenza tre lettere – probabilmente per convincerlo che egli intendeva<br />

collaborare seriamente e ottenere così il suo interessamento per il fratello<br />

Romolo, il cui processo era stato rinviato a nuovo ruolo il 15 aprile 1929.<br />

605


13. Nota della POL POL per la DGAR datata 5. 6. 1929<br />

Fonte: ACS, Polizia Politica, Materia, b. 102, fasc. 1, sulla giornata antibellica del 1°<br />

agosto 1929.<br />

606


Si trasmette a codesta On. Divisione copia di una decisione adottata dalla<br />

conferenza dei partiti comunisti europei nella seduta del 16 maggio u. s.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> documento inviato da <strong>Silone</strong> a Bellone fu da quest’ultimo consegnato alla<br />

Pol Pol che, a sua volta, lo trasmise alla DAGR con la nota del 5 giugno<br />

1929.<br />

Sul lato sinistro del foglio contenente la nota è apposta a mano l’annotazione:<br />

« Comunicato alla Riservata che è di (Silvestri) ». Poiché il documento,<br />

datato 16 maggio, fu trasmesso alla Riservata il 5 giugno, deve ritenersi<br />

che fu inviato da Silvestri nel periodo compreso tra queste due date.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> documento inviato da <strong>Silone</strong> a Bellone si inquadra nel clima politico<br />

creatosi in seno al movimento comunista internazionale dopo il VI<br />

congresso del Komintern, tenutosi a Mosca nel luglio-settembre 1928,<br />

che accentuò la lotta contro la socialdemocrazia dei paesi europei e<br />

spianò la strada all’affermazione della cosiddetta teoria del socialfascismo<br />

e dello stalinismo. Da questo momento, tutti i partiti comunisti<br />

occidentali avrebbero dovuto fare quadrato attorno all’URSS, e al suo<br />

leader Stalin, per difenderla dall’attacco delle altre nazioni europee, ritenuto<br />

ormai imminente. <strong>Il</strong> VI congresso stabilì anche una nuova strategia<br />

di lotta, incentrata sulla infiltrazione dei comunisti nelle organizzazioni<br />

socialdemocratiche e fasciste per provocare e fare esplodere al<br />

loro interno le contraddizioni che avrebbero portato al crollo dei regimi<br />

socialdemocratici e fascisti. Questa linea fu accettata anche dal partito<br />

comunista italiano che, però, nel X Plenum del luglio 1929, fu sottoposto<br />

a critiche per non averla attuata.<br />

<strong>Il</strong> predetto documento fu approvato dalla Conferenza dei partiti comunisti<br />

europei, tenutasi a Bruxelles il 16 maggio 1929, in vista della<br />

preparazione della giornata internazionale delle lotta contro il pericolo<br />

di guerra imperialista, fissata per il 1° agosto dello stesso anno. La con-<br />

607


ferenza fu convocata dall’Ufficio dell’I.C. per i paesi dell’Europa occidentale<br />

e vide la partecipazione di 13 partiti comunisti europei, di cui<br />

sei illegali. Non si tratta di un documento destinato a restare segreto,<br />

ma da rendere di pubblico dominio a fini propagandistici, per contrastare<br />

la guerra imperialistica contro l’Unione Sovietica, ritenuta imminente<br />

dai comunisti, e combattere il fascismo e la socialdemocrazia ad<br />

esso accomunata. I risultati della Conferenza furono resi pubblici con<br />

un comunicato dell’Ufficio dell’I.C. per i paesi dell’Europa occidentale,<br />

che illustrava ampiamente le varie questioni discusse dalla Conferenza<br />

e le proposte da essa avanzate in vista dell’organizzazione della giornata<br />

antibellica del 1° agosto. <strong>Il</strong> testo del comunicato fu pubblicato, in<br />

francese, sul settimanale La Crrespondance internationale del 25 maggio<br />

1929. Ampio risalto alle conclusioni della Conferenza fu data anche dal<br />

Bollettino del P.C.I., pubblicato nel giugno 1929. [Copie del Bollettino del P.C.I.<br />

si trovano in ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 102, fasc.1, 1° agosto – Anniversario della<br />

dichiarazione della guerra europea 1914 e in ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 4.]<br />

La strategia adottata dal partito comunista italiano per attuare le direttive<br />

del documento approvato dalla Conferenza del 16 maggio fu<br />

illustrata attraverso la pubblicazione di vari articoli propagandistici. A<br />

titolo esemplificativo sul tema, si riproducono qui di seguito le due<br />

pagine de La Correspondance internationale del 25 maggio 1929, contenenti<br />

il testo del comunicato diffuso dalla I.C., e l’articolo pubblicato<br />

da Luigi Longo, con lo pseudonimo di Luigi Gallo, su la vie prolétarienne<br />

del 7 luglio 1929.<br />

608


14. La Crrespondance internationale del 25 maggio 1929 [pp. 609-610]<br />

Contro il pericolo di guerra e il fascismo<br />

Comunicato dell’Ufficio dell’I.C. per i paesi dell’Europa occidentale<br />

609


610


15. la vie prolétarienne del 7 luglio 1929<br />

611


Come il Partito Comunista d’Italia prepara il I° Agosto<br />

La campagna contro la guerra e per il 1° agosto in Italia sarà strettamente<br />

legata alle campagne in corso contro il fascismo.<br />

In tre direzioni principalmente il Partito lavora oggi in Itala: per<br />

l’aumento dei salari operai; per l’amnistia; per la ricostruzione sindacale.<br />

Quest’ultima questione è strettamente legata alla questione dei rapporti<br />

internazionali della Confederazione Generale del Lavoro italiana.<br />

La preparazione del 1° agosto deve permettere di rafforzare ed allargare<br />

tutte queste campagne, completandole con una chiarificazione sistematica<br />

dei rapporti che vi sono tra queste questioni e la preparazione della guerra.<br />

Lo stesso deve essere fatto per i motivi correnti dell’agitazione del Partito<br />

contro le imposte, per la libertà di riunione, di stampa, di organizzazione,<br />

contro la fascistizzazione della gioventù, contro la Chiesa.<br />

Lo stretto rapporto in cui tutte queste questioni stanno alla politica di<br />

guerra del fascismo, può rendere particolarmente efficace la campagna contro<br />

la guerra. D’altra parte, l’acutezza raggiunta, sopratutto in questi giorni,<br />

nelle officine italiane, dalle questioni del salario, dalle questioni sindacali e<br />

della difesa dei carcerati politici, offre alla agitazione per il 1° agosto delle<br />

buone possibilità di riuscita.<br />

<strong>Il</strong> partito, di fronte alla nuova offensiva fascista, cerca di mobilitare le masse<br />

per scatenarle ad una contr’offensiva. La sua parola d’ordine attuale è non<br />

solo: lotta contro le nuove riduzioni salariali, ma: lotta per l’aumento dei salari.<br />

<strong>Il</strong> fascismo non vuole tenere in carcere i capi migliori del proletariato: li<br />

vuole sopprimere fisicamente. Terracini, Sola e mille altri sono ridotti agli<br />

estremi nelle infermerie delle carceri italiane. <strong>Il</strong> fascismo vuol privare per<br />

sempre il proletariato italiano delle sue migliori guide. <strong>Il</strong> proletariato battuto,<br />

disorganizzato, senza guide, non è più un serio ostacolo alla preparazione<br />

e alla condotta della guerra. Chiedere la liberazione dei carcerati politici,<br />

dei deportati è affermare la propria volontà di opporsi attivamente alla<br />

guerra.<br />

La Chiesa: ecco l’ultimo puntello del fascismo. L’accordo tra fascismo e<br />

Chiesa: ecco un nuovo passo verso la preparazione della guerra da parte del<br />

fascismo. Questo accordo non è che un accordo di briganti per portare con<br />

le armi e la preghiera lo sfruttamento capitalistico e l’oppressione fascista e<br />

religiosa su popolazioni che non ne vogliono sapere né dell’una né dell’altra.<br />

<strong>Il</strong> senso reale, di preparazione bellica a danno delle popolazioni coloniali o<br />

più deboli economicamente, di questa cosidetta pacificazione tra la borghe-<br />

612


sia italiana e il papa, cioè tra due reazioni, deve essere chiaramente spiegata<br />

nella preparazione del 1° agosto.<br />

Come manifestare, in Itala, il 1° agosto? Ecco la questione più difficile e<br />

più importante.<br />

Per risolvere questa questione bisogna tenere conto della situazione oggettiva<br />

italiana, del più brutale terrore che vi regna, del fatto che le organizzazioni<br />

proletarie sono state letteralmente distrutte e che solo con difficoltà,<br />

e illegalmente, l’organizzazione riprende. Una grande passività delle masse è<br />

ancora la caratteristica saliente della situazione italiana.<br />

<strong>Il</strong> 1° agosto deve essere un motivo e un’occasione per fare breccia in questa<br />

passività, come lo è stato il plebiscito, come lo è stato il 1° maggio. Portare<br />

le masse a muoversi di nuovo e collettivamente, come massa: ecco<br />

l’obiettivo del Partito.<br />

La parola d’ordine è manifestare, in qualunque modo, come sarà possibile,<br />

manifestare contro la guerra in difesa dell’U.R.S.S. Manifestare la propria<br />

volontà con delle fermate collettive di lavoro, delle entrate ritardate, delle<br />

uscite anticipate dal lavoro, con delle manifestazioni alla entrata o all’uscita<br />

dal lavoro, con dei gridi di evviva e di abbasso, con l’esposizione di bandiere<br />

rosse, con delle scritte sui muri, con riunioni di operai. <strong>Il</strong> partito dice anche<br />

di studiare il modo di fare mancare la corrente elettrica, di fermare le macchine.<br />

Tutti gli sforzi devono essere concentrati nelle officine a produzione<br />

bellica e nei trasporti.<br />

Tutta una serie di misure tecniche e organizzative sono prese dal Partito per<br />

assicurare il buon esito della campagna. Con fini soprattutto organizzativi, il<br />

Partito ha lanciato una sottoscrizione: <strong>Il</strong> soldo contro la guerra: il soldo per la<br />

rivoluzione: che promette di riuscire bene. Abbondante materiale di propaganda<br />

e di agitazione sarà distribuito tra i compagni e la massa lavoratrice.<br />

Tutto fa sperare che anche il proletariato italiano, nonostante il fascismo,<br />

e grazie agli sforzi eroici dell’avanguardia comunista, sarà il 1° agosto, al suo<br />

posto, sul fronte internazionale di lotta contro la guerra, in difesa<br />

dell’U.R.S.S.<br />

*****<br />

Oltreché su la vie prolétarienne del 7 luglio 1929, l’articolo di Luigi Gallo fu<br />

pubblicato, col titolo “Comment le P.C. d’Italie prépare le 1 er août” su La<br />

Correspondance internationale, n. 54, pp.790-791. Sulla preparazione e sull’esito<br />

della campagna antibellica nei vari paesi in cui fu organizzata si vedano i<br />

numerosi articoli pubblicati, per l’occasione, su La Correspondance internazionale.<br />

613


16. Lettera di Silvestri del 5/7/29<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

614


5/7/29<br />

Egregia Signorina,<br />

Tr. è arrivato qui, dove si trova in una clinica privata; non esce mai, dato<br />

che il suo stato di salute è ancora delicato. Nella clinica è difficile visitarlo,<br />

perché tra il personale vi sono dei conoscenti. Sembra che resterà nella clinica<br />

ancora 2 – 3 settimane e poi andrà in una pensione. Allora sarà possibile<br />

avvicinarlo.<br />

Le scriverò nuovamente fra giorni. Lei giustamente si lagna della rarità<br />

delle mie lettere: i nostri rapporti potranno essere più regolari e frequenti se<br />

cambieranno natura e carattere. Al punto in cui sono nella mia formazione<br />

morale e intellettuale, mi è fisicamente impossibile rimanere con lei negli<br />

stessi rapporti di 10 anni fa e suppongo che in una sistemazione diversa dei<br />

nostri rapporti potrebbe anche lei avere interesse. La prima cosa da eliminare,<br />

perché mi lascia indifferente o umiliato, è il denaro. Ma di ciò parleremo<br />

a voce con maggiore comodità.<br />

Saluti cordiali<br />

Silvestri<br />

*****<br />

La lettera è scritta a mano, con calligrafia diversa da quella di <strong>Silone</strong>. Si tratta,<br />

quindi, di una trascrizione della lettera originale non presente negli atti. È indirizzata<br />

alla sorella di Guido Bellone, perché quest’ultimo, come si è già detto,<br />

ne utilizzava il nome nel recapito della corrispondenza che gli giungeva<br />

per motivi professionali, al fine di evitare sospetti sugli informatori da lui gestiti,<br />

che svolgevano la loro attività soprattutto con l’invio di rapporti scritti.<br />

Con questa lettera, scritta dopo quella assai stringata del maggio 1929, <strong>Silone</strong><br />

prospetta a Bellone la possibilità di una collaborazione più assidua,<br />

dopo che quest’ultimo si è lamentato con lui della scarsa frequenza con cui<br />

gli scrive. Alla condizione, però, che non vi sia più un atteggiamento ostile<br />

del regime fascista nei suoi confronti e si trovi una soluzione benevola ai<br />

suoi problemi giudiziari e a quelli del fratello Romolo. Questo è il senso che<br />

si evince dalla frase: « i nostri rapporti potranno essere più regolari e frequenti<br />

se cambieranno natura e carattere ». Precisa però che, nell’ipotesi di<br />

un eventuale accordo di collaborazione più assidua, deve essere esclusa ogni<br />

clausola che preveda una retribuzione per l’attività informativa prestata:<br />

« La prima cosa da eliminare, perché mi lascia indifferente o umiliato, è il<br />

denaro ». In altre parole, <strong>Silone</strong> fa capire a Bellone che non è disposto a fare<br />

la spia prezzolata e a tradire per soldi i suoi compagni di partito.<br />

615


Nella parte iniziale della lettera, <strong>Silone</strong> sollecita un incontro personale con<br />

Bellone, dopo la sua uscita dalla clinica, ma è da escludere che esso abbia<br />

avuto luogo, perché nel fascicolo relativo all’ispettore Bellone, conservato<br />

nell’ACS, non sono presenti note di compensi per missioni all’estero successive<br />

a quella compiuta a Lugano nel periodo 19-28 novembre 1928.<br />

Canali e Biocca hanno dato di questa lettera una interpretazione distorta e<br />

fuorviante.<br />

Canali l’ha utilizzata per sostenere che essa dimostra che <strong>Silone</strong> fu pagato<br />

dalla polizia per la sua opera informativa. Non potendo smentire il capo<br />

della polizia che dichiara che <strong>Silone</strong>, nel periodo dell’arresto del fratello,<br />

fornì informazioni generiche « disinteressatamente », sostiene che la sua dichiarazione<br />

non ha valore per il periodo antecedente, durante il quale <strong>Silone</strong><br />

sarebbe stato ben retribuito. La prova? La dichiarazione di <strong>Silone</strong> fatta in<br />

questa lettera: « La prima cosa da eliminare, perché mi lascia indifferente o<br />

umiliato, è il denaro ». «Eliminare» qui si riferirebbe, secondo Canali, a<br />

un’attività informativa già retribuita, da trasformare in attività svolta a titolo<br />

gratuito! In quest’ottica, però, resta da spiegare – ciò che Canali non fa –<br />

per quale ragione <strong>Silone</strong> prima accetti di essere retribuito dalla polizia e poi<br />

rifiuti sdegnosamente di continuare a ricevere le somme pattuite. In realtà,<br />

« eliminare » qui significa « escludere » dall’eventuale rapporto di collaborazione<br />

più assidua proposto da <strong>Silone</strong> ogni clausola che preveda una retribuzione<br />

economica, che costituiva una prassi da lui ben conosciuta degli accordi<br />

stipulati tra la polizia e le sue spie.<br />

Biocca, invece, utilizza questa lettera per accusare <strong>Silone</strong> di omosessualità.<br />

Secondo lui, tra <strong>Silone</strong> e Bellone vi sarebbe stata una relazione omosessuale<br />

durata dieci anni, a cui <strong>Silone</strong> vorrebbe ora porre definitivamente fine. La<br />

prova? La seguente frase contenuta nella lettera: « Al punto in cui sono nella<br />

mia formazione morale e intellettuale, mi è fisicamente impossibile rimanere<br />

con lei negli stessi rapporti di 10 anni fa e suppongo che in una sistemazione<br />

diversa dei nostri rapporti potrebbe anche lei avere interesse ».<br />

Secondo Biocca, la relazione omosessuale avrebbe avuto inizio 10 anni<br />

prima della redazione della lettera, cioè nel 1919. Non risulta però da nessun<br />

documento che il giovane <strong>Silone</strong> che, 10 anni prima della redazione di<br />

questa lettera aveva 19 anni, abbia avuto una relazione intima con il maturo<br />

commissario di polizia Bellone, che all’epoca ne aveva 48 ed aveva quindi<br />

29 anni in più di lui. Ammesso e non concesso che la relazione omosessuale<br />

fosse esistita, poi, Bellone sarebbe stato così ingenuo da renderla pubblica e<br />

616


manifesta, consegnando la lettera ai colleghi, in un periodo in cui gli omosessuali<br />

erano perseguitati e mandati al confino dal regime fascista?<br />

In realtà, la lettera non fa riferimento a una relazione di carattere privato e<br />

intimo intercorsa tra i due interlocutori. Non allude a una relazione omosessuale.<br />

Allude invece a un rapporto di carattere pubblico e politico.<br />

Che rapporto poteva mai esserci tra il rivoluzionario comunista <strong>Silone</strong>, latitante,<br />

colpito da due mandati di cattura, e il funzionario di polizia Bellone che<br />

aveva il compito di dargli la caccia per consegnarlo nelle mani della giustizia?<br />

Ovviamente di carattere pubblico e politico.<br />

<strong>Silone</strong>, con la sua militanza nel partito comunista e la sua attività antifascista,<br />

costituiva un pericolo per il regime fascista. Bellone, come servitore dello<br />

Stato fascista, aveva il dovere di contrastare e neutralizzare la sua azione<br />

e perciò ricorse ad ogni mezzo utile per raggiungere il proprio fine. <strong>Il</strong> mezzo<br />

più efficace, dal suo punto di vista, sarebbe stato quello di trasformarlo in una<br />

spia, lusingandolo con la promessa di cospicui guadagni, che però <strong>Silone</strong> rifiuta<br />

sdegnosamente, perché a lui sta a cuore l’interesse del fratello comunista<br />

e non il consolidamento del regime fascista.<br />

Poco dopo la spedizione della lettera, <strong>Silone</strong> inviò a Bellone due note informative<br />

che si riportano qui di seguito.<br />

617


17. Nota informativa datata Losanna, luglio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

618


Losanna, Luglio 1929<br />

Ha luogo attualmente (30 giugno –15 luglio) una riunione straordinaria<br />

dell'Esecutivo del Comintern, il così detto esecutivo allargato. Per l'Italia<br />

partecipano R. Grieco e P. Togliatti. La riunione discute principalmente sulla<br />

crisi del partito russo (eliminazione di Bucarin dal Comintern, di Tomski<br />

dai sindacati ecc.) sulla crisi del partito tedesco (eliminazione di Mayer, E-<br />

berlein, Ewer ecc.); sulla crisi del partito cecoslovacco, americano ecc.; sulle<br />

esitazioni del partito italiano nel prender posizione in favore di Stalin.<br />

Su questo ultimo punto, alcuni dettagli. La maggioranza dei dirigenti del<br />

partito italiano sono (erano) legati da amicizia con Bucarin. Quando è<br />

scoppiata la crisi tra Stalin e Bucarin, crisi risoltasi con la vittoria di Stalin,<br />

tutti i partiti, eccetto l'italiano, presero posizione per Stalin.<br />

<strong>Il</strong> partito italiano in principio attese per vedere nelle mani di chi restava la<br />

vittoria e poi tacque: fu costretto a pronunciarsi per Stalin, solo quando non<br />

ne poté più fare a meno, pena molti guai. Naturalmente Stalin non ha digerito<br />

tutto ciò. Ha chiesto che nell'attuale riunione dell'Esecutivo venisse discussa<br />

tutta la condotta del partito italiano in una commissione ristretta. La<br />

commissione è composta di Semard (francese), Remmele (tedesco), Kolarof<br />

(bulgaro), Manuilsky (russo), Kuusinen (finlandese) cioè tutta di avversari<br />

personali di P. Togliatti. Nella prima riunione la condotta di questi è stata<br />

fortemente attaccata come opportunità [opportunista] esitante ecc.<br />

*****<br />

Sul foglio è stata apposta, in alto, con timbro, la data « 15-7-29 », e, in calce,<br />

a mano, la postilla « 17/7/29.VII°. Questa è di Silvestri. Data copia alla Riservata<br />

(Cav. Leto) – Di Stefano ».<br />

Una copia di questa nota informativa si trova anche in ACS, DGPS, G1,<br />

b. 242, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc. III. Tale<br />

copia fu modificata, a penna, in data 22 luglio 1929, per inviarla al Ministro<br />

degli Esteri, con la richiesta di chiedere all’Ambasciata italiana a Mosca di<br />

verificare la fondatezza delle notizie riferite dall’informatore.<br />

619


18. Nota informativa datata Ascona (Ticino), 18 luglio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

620


Ascona (Ticino), 18 luglio 1929<br />

Questo contrasto tra la direzione del Comintern e il partito italiano ha anche<br />

un contenuto politico. Manuilsky e Rammele hanno rimproverato a<br />

Togliatti di seguire una tattica troppo opportunista nella lotta contro il fascismo.<br />

Si pone perciò il quesito: quali mutamenti sono prevedibili nella politica<br />

del partito comunista italiano?<br />

Prevedo questi mutamenti:<br />

1 abbandono delle parole d'ordine parziali di carattere democratico e adozione<br />

di parole d'ordine nettamente comuniste (questione di podestà ecc. );<br />

2 accentuazione della lotta contro i massimalisti;<br />

3 Rottura immediata con l'internazionale dei sindacati di Amsterdam, da<br />

parte del centro confederale comunista e propaganda per l'adesione all'internazionale<br />

dei sindacati rossi;<br />

4 orientamento dell'attività sindacale e della propaganda per questioni salariali<br />

e d’officina in un senso più direttamente antistatale, per evitare l'errore<br />

dell’“economicismo” (chiedere un aumento di salari, come se questo fosse<br />

compatibile con l'attuale crisi economica e con la politica del governo).<br />

Questa radicalizzazione della linea politica del partito italiano che sarà<br />

imposta da gente che conosce l'Italia meno dei comunisti italiani, e [è] in<br />

stridente contrasto con le conclusioni di un rapporto dell'ambasciatore che<br />

è a Roma; né può spiegarsi con interessi dello stato russo, ma come un risultato<br />

del regime interno del Comintern e un episodio contro la corrente di<br />

Bucarin in scala internazionale.<br />

Silvestri<br />

*****<br />

Sul foglio sono state apposte, a penna, le seguenti annotazioni: « Data copia<br />

alla Riservata 22/7/29. VII° Di Stefano », sul lato sinistro; « Silvestri » alla<br />

fine del documento.<br />

<strong>Il</strong> riferimento al rapporto dell’ambasciatore russo a Roma incuriosì i dirigenti<br />

della Pol Pol che incaricarono l’ispettore Bellone di chiedere maggiori<br />

ragguagli al riguardo. Ne fa fede il promemoria datato « Roma, 23.7.1929<br />

VII° » che qui di seguito si riproduce.<br />

621


19. Promemoria datato Roma, 23.7.1929 VII°<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

622


Roma, 23.7.1929 VII°<br />

PRO-MEMORIA<br />

per il Signor Comm. Belloni<br />

<strong>Il</strong> fiduciario “Silvestro”, nella relazione inviata da Ascona(Ticino) il 18<br />

corrente (K-10-Pol. Pol.) relativa al dissenso creatosi tra la direzione del<br />

“Komintern” e il partito comunista italiano, ha accennato che i [il] punto di<br />

vista del “Komintern” è in stridente contrasto con la conclusione di un rapporto<br />

dell'Ambasciatore dei Soviety a Roma.<br />

Ora sarebbe molto importante poter avere il testo di tale rapporto o conoscerne<br />

per lo meno il contenuto nei punti salienti che il Silvestro deve<br />

sapere dal momento che ne ha parlato.<br />

In tal senso si prega interessare detto fiduciario.<br />

*****<br />

La risposta relativa al contenuto del rapporto dell’ambasciatore russo a<br />

Roma fu data da <strong>Silone</strong> con l’invio di una relazione da lui redatta, che ne<br />

contiene un riassunto.<br />

623


20. Relazione redatta da <strong>Silone</strong>, datata Roma, 13 agosto 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

Sul foglio sono apposte, in alto, con timbro, la data «14-8-29», e a penna, sul lato<br />

sinistro, «Data copia alla Riservata 18.8.1929».<br />

624


Roma, 13 agosto 1929<br />

<strong>Il</strong> rapporto dall'Amb. di Roma, di cui mi chiede maggiori ragguagli, è stato<br />

scritto al principio di giugno, è ben elaborato, senza dubbio da varie persone<br />

(poiché non trascura nessun lato della situazione italiana) e deve essere<br />

stato inspirato dal proposito di influire le deliberazioni dello esecutivo allargato<br />

dal [del] Comintern, che doveva riunirsi al 15 Giugno e si è riunito invece<br />

nel corso di luglio. Infatti il documento fu distribuito ai membri del<br />

presidium del Comintern ed è stato conosciuto anche da altre persone, forse<br />

subendo qualche taglio nella parte che riguarda la politica estera.<br />

<strong>Il</strong> rapporto comincia con un'esposizione della situazione economica italiana,<br />

specialmente industriale, riportando dei dati ufficiali. Per la situazione<br />

finanziaria, invece, il rapporto attinge quasi esclusivamente a fonti inglesi e<br />

americane. La crisi è innegabile, ma il rapporto rileva come essa non sia a-<br />

narchica, cioè, al di fuori del controllo dello Stato. “Lo Stato Fascista è il<br />

solo Stato d'Europa che viva su delle prospettive non immediate, subisce la<br />

crisi, ma se ne serve, ma non si lascia deviare dal piano di riorganizzazione<br />

dell'economia nazionale che esso si è dato”. <strong>Il</strong> rapporto mette in grande rilievo<br />

il catenaccio posto ai lavori pubblici. Con questo provvedimento il Fascismo<br />

ha dato una prova della sua forza. Esso è padrone di se stesso e della<br />

sua periferia. Esso smentisce la definizione che di esso si era data, basandosi<br />

su alcune apparenze e in alcuni gesti di Mussolini, “Stato reazionario,<br />

paternalistico”. Di paternalistico non restano che i sussidi alle donne prolifiche,<br />

che non hanno alcuna importanza economica. Per il resto, specialmente<br />

da quando se n'è andato Volpi, Mussolini segue una politica economica<br />

a lunghe vedute, fino a colpire, con determinati provvedimenti, singole<br />

categorie di industriali. <strong>Il</strong> rapporto mette in rilievo il fatto che Mussolini<br />

ha imparato (e lo sta dimostrando dalla partenza di Volpi) ad appoggiarsi ed<br />

a farsi appoggiare dai principali gruppi finanziari e industriali, mantenendosi<br />

politicamente indipendente, approfittando del fatto che la concentrazione<br />

industriale e finanziaria in Italia non è ancora arrivata al punto da costituire,<br />

di tutte le forze economiche, un blocco sotto una unica direzione. Per un<br />

governo che vuole essere indipendente e perseguire degli scopi nazionalisti,<br />

questo è un elemento di forza. <strong>Il</strong> rapporto dimostra questa asserzione parlando<br />

del rapporto della Banca Commerciale Italiana col Governo.<br />

Infine il rapporto riporta le conclusioni delle “prospettive” del Morta-<br />

625


626


a, accompagnandole con delle previsioni critiche sull'andamento degli affari<br />

nei prossimi mesi. In autunno potrà esservi un lieve miglioramento, ma<br />

esso dipenderà dalla congiuntura internazionale. La riduzione dei salari che<br />

si prevedeva non ha avuto luogo e probabilmente non avrà luogo, mentre<br />

molti industriali, questa primavera, la davano come certa: ma in queste faccende<br />

Mussolini non ha nulla perduto della sua utilità di capo socialista.<br />

Sembra che tr [tra]gli argomenti contrari ad una ulteriore riduzione dei salari<br />

abbia escogitato persino un certo lavorio che farebbero i comunisti per approfittarne<br />

a scopo di agitazioni politica ... La parte economica del rapporto<br />

conclude dicendo che [il] ritmo della crisi italiana non è più accelerato di<br />

quello di altri paesi, che la politica del Governo non è tale da creare nuove<br />

contraddizioni e da aggravare la crisi, che questa stagnerà ancora per vari<br />

anni, con fluttuazioni non catastrofiche e che invano si può cercare sulla<br />

situazione economica il punto di appoggio per un cambiamento di regime,<br />

malgrado ciò che dicono i partiti dell’emigrazione.<br />

*****<br />

Questa relazione di <strong>Silone</strong> si trova anche in ACS, DGPS, G1, b. 242, Mosca<br />

– 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc. III.<br />

627


I tre documenti su riprodotti – datati rispettivamente Losanna, luglio 1929;<br />

Ascona (Ticino), 18 luglio 1929; Roma, 13 agosto 1929 – fanno riferimento<br />

al X Plenum del Komintern, svoltosi a Mosca nel luglio 1929, al quale parteciparono,<br />

in rappresentanza del partito comunista italiano, Palmiro Togliatti<br />

e Ruggero Grieco. <strong>Il</strong> Plenum sancì la linea ufficiale che avrebbero<br />

dovuto seguire tutti i partiti comunisti, incentrata sull’equiparazione tra socialdemocrazia<br />

e fascismo (socialfascismo), e la supremazia di Stalin sull’intero<br />

movimento comunista, con l’eliminazione dalla scena politica di tutti<br />

gli altri leader non allineati sulle sue posizioni (stalinismo). <strong>Il</strong> partito comunista<br />

italiano, che in precedenza si era astenuto dal prendere una posizione<br />

netta nello scontro tra Stalin e i suoi oppositori, fu costretto, nell’occasione,<br />

a schierarsi dalla sua parte, perché non avrebbe potuto sopravvivere al di<br />

fuori del Kominter 6 . L’adesione del partito comunista italiano alla linea staliniana<br />

però non fu indolore, perché comportò aspre polemiche e una grave<br />

frattura tra i suoi dirigenti, che portarono all’espulsione di alcuni di essi. <strong>Il</strong><br />

primo dirigente ad essere espulso dal partito, dietro esplicita richiesta del<br />

Komintern, fu Angelo Tasca (Serra), nel settembre 1929, per le sue posizioni<br />

destre e opportuniste, che contrastavano con la linea staliniana.<br />

Le notizie relative al X Plenum fornite da <strong>Silone</strong> a Bellone non avevano<br />

carattere segreto ed erano destinate a essere rese pubbliche. Le relazioni, le<br />

discussioni e le risoluzioni del Plenum furono integralmente pubblicate su<br />

La Correspondance internationale, nei numeri usciti nel periodo luglio-ottobre<br />

1929 7 . Per quanto riguarda le critiche mosse nei confronti del partito co-<br />

6 Sull’argomento si veda il capitolo intitolato « <strong>Il</strong> X Plenum e il social fascismo » in<br />

P. Spriano, Storia del Partito comunista Italiano, Gli anni della clandestinità, Einaudi,<br />

Torino, 1976, pp. 210-229.<br />

7 I temi dibattuti al X Penum furono incentrati su tre relazioni: 1) La situazione internazionale<br />

e i compiti dei partiti comunisti (relatori: Kuusinen e Manuilski), 2) le<br />

lotte economiche e i compiti dei partiti comunisti (relatori: Thaelmann e Lozovski),<br />

3) la giornata internazionale di lotta contro la guerra (1° agosto) (relatore: Barbé).<br />

Alla discussione delle relazioni parteciparono i delegati dei partiti comunisti più importanti.<br />

Per la relazione e il dibattito relativo a « la giornata internazione di lotta<br />

contro la guerra » si veda La Correspondance internationale, n. 64, 28 luglio 1929, pp.<br />

880-906. Per le relazioni e il dibattito relativo a « la situazione internazionale e i<br />

compiti dei partiti comunisti » si veda La Correspondance internationale, n. 71, 17 ago-<br />

628


munista italiano e di Togliatti da parte di alcuni partecipanti al X Plenum, va<br />

detto che esse furono incentrate sulla mancanza di impegno sia nello svolgimento<br />

dell’attività politica tra le masse operaie in Italia sia nella lotta contro<br />

le posizioni opportuniste di Serra (Tasca) 8 . Se ne riportano qui due e-<br />

sempi. <strong>Il</strong> primo riguarda la critica di Bewer, membro della sezione organizzativa<br />

dell’I.C., sullo scarso impegno politico da parte del PCD’I:<br />

Infine, qualche parola sul P.C. d’Italia. <strong>Il</strong> compagno Piatnitski ha rimproverato a<br />

tale partito di non dare in questi ultimi tempi alcuna informazione sulla sua vita interna,<br />

in particolare sul lavoro del partito nei sindacati fascisti. <strong>Il</strong> compagno Ercoli<br />

[Togliatti] ha dichiarato che ciò non era esatto, che vi è nell’apparato del C.E.<br />

dell’I.C. un’informazione considerevole sulla vita interna del P.C. italiano. Ho letto<br />

molto attentamente questi materiali e devo dire che non vi si trovano dati concreti<br />

sul lavoro del partito nei sindacati fascisti 9 .<br />

<strong>Il</strong> secondo esempio riguarda la critica mossa a Togliatti da Kuusinen per<br />

l’atteggiamento da lui tenuto nei confronti di Serra:<br />

Vorrei dire in modo particolare a Ercoli che metta da parte questo sentimentalismo,<br />

questo « tatto » non politico nei confronti di un elemento come Serra. Ercoli<br />

ha mostrato lo sesso tatto nei confronti di Trotski all’VIII° Esecutivo ed era un<br />

errore anche allora 10 .<br />

sto 1929, pp. 960-975, n. 74, 21 agosto 1929, pp. 992-1004; n. 75, 22 agosto 1929,<br />

pp. 1005-1018; n. 78, 30 agosto 1929, pp.1045-1076; n. 83, 10 settembre 1929, pp.<br />

1137-1151; n. 85, 13 settembre 1929, pp. 1161-1172; n. 87, 15 settembre 1929, pp.<br />

1185-1188; n. 88, 17 settembre 1929, pp.1201-1212; n. 91, 22 settembre 1929, pp.<br />

1233-1262; n 92, 24 settembre 1929, pp. 1265-1272; n. 94, 27 settembre 1929, pp.<br />

1285-1296. Per le relazioni e il dibattito relativo a “le lotte economiche e i compiti<br />

dei partiti comunisti” si veda La Correspondance internationale, n. 96, 29 settembre<br />

1929, pp. 1305-1319; n. 97, 1° ottobre 1929, pp. 1321-1336; n. 99, 3 ottobre 1929,<br />

pp. 1353-1364; n. 101, 8 ottobre 1929, pp. 1377-1408; n. 104, 15 ottobre 1929, pp.<br />

1437-1444.<br />

8 Per gli interventi critici nei confronti di Togliatti si veda La Correspondance internationale<br />

del 27 settembre 1929, pp. 1292-1293.<br />

9 La Correspondance internationale, n. 88, 17 settembre 1929, pp. 1207-1208.<br />

10 La Correspondance internationale, n. 94, 27settembre 1929, pp. 1292- 1293.<br />

629


21. Lettera di Silvestri datata Lugano, 25 febbraio 1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

630


Lugano, 25 febbraio 1930<br />

Dopo un lungo silenzio, mi faccio vivo per ricordarle che non l’ho dimenticato.<br />

Sono riuscito a rintracciare il noto Tranquilli, che vive qui, in<br />

una casa di cura. Le accludo un documento che può interessarle. Domani le<br />

mando l’indirizzo del Tr. Avrei bisogno di parlarle ma subito per coordinare<br />

la mia linea di condotta. Può essere qui fino al principio di marzo?<br />

Più tardi forse io sarò partito. Per rispondermi, attendo [attenda] la lettera<br />

seguente.<br />

----<br />

Sembra che il Pasquini, appoggiato da Ravazzoli, Tresso, Leonetti, Gigante,<br />

Bavassani, e altri membri del comitato centrale del partito, voglia provocare<br />

una scissione nel suo partito. Egli è ancora incerto, sull’opportunità del<br />

momento.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> calce al foglio è apposta a matita l’annotazione « Tranquilli Secondino »,<br />

in colore viola.<br />

Questa lettera fu inviata da <strong>Silone</strong> a Bellone dopo un periodo di silenzio di<br />

oltre sei mesi, dato che le sue ultime tre missive risalgono al periodo luglioagosto<br />

1929.<br />

Oltre alla lettera, <strong>Silone</strong> inviò a Bellone un documento, datato 22 febbraio<br />

1930, che fu trasmesso dalla Pol Pol alla Riservata con la nota qui di seguito<br />

riprodotta.<br />

631


22. Nota della Pol Pol alla DGAR<br />

ACS, DGPS, G1, b. 242, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc.<br />

IV<br />

632


Roma, 5.3.1929<br />

Si trasmette a codesta On. Divisione l’unita nota informativa pervenuta<br />

da fonte confidenziale.<br />

*****<br />

Sul lato sinistro del foglio è apposta, a matita, l’annotazione « Silvestri /già<br />

noto », per significare probabilmente che era già noto il nome dell’informatore<br />

o il contenuto della relazione da lui inviata.<br />

La nota è importante perché permette di attribuire a Silvestri l’invio a Bellone<br />

del documento riprodotto qui di seguito.<br />

633


23. Documento datato 22 febbraio 1930<br />

ACS, DGPS, G1, b. 242, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc.<br />

IV<br />

634


Segreto, riservato personale<br />

22 febbraio 1930<br />

Segreteria P.C.I.<br />

Ai membri e candidati del C.C.<br />

RISOLUZIONE<br />

approvata dalla delegazione del PCI a Mosca (nove membri del CC del P.<br />

1 membro C.C. giovanile) alla unanimità meno una astensione (Santini).<br />

I membri del C.C. del P.C.I. presenti a Mosca ritengono necessario, prima<br />

della discussione delle questioni del nostro partito davanti agli organismi<br />

dirigenti della Internazionale, di esprimere la loro opinione su queste questioni.<br />

L'elemento dominante della situazione italiana è dato attualmente dall'aggravamento<br />

della crisi economica al quale si accompagnano i segni di una<br />

crisi politica, e, in particolare, una ripresa di attività e di combattività delle<br />

masse lavoratrici operaie e contadine.<br />

La crisi economica internazionale, di cui si hanno segni sempre più evidenti<br />

in tutti i paesi, avrà in Italia delle ripercussioni profonde, le quali contribuiranno<br />

ad accelerare il corso della crisi oggettiva economica e politica e<br />

il processo di radicalizzazione delle masse.<br />

Tutti i problemi della politica e della organizzazione del Partito debbono<br />

essere considerati e risolti alla luce di questa prospettiva, e dalla previsione<br />

che al partito si porranno nel prossimo avvenire dei compiti molto vasti e difficili<br />

di direzione del movimento crescente delle masse contro il Fascismo e<br />

contro il regime capitalistico.<br />

Perciò si richiede che la politica del Partito venga condotta energicamente<br />

sulle direttive tracciate nella riunione del C.C. del mese di settembre, che sia<br />

dato un particolare rilievo alla lotta contro la socialdemocrazia, che si continui<br />

a combattere decisivamente contro l'opportunismo e contro ogni tendenza<br />

a ritornare a posizioni che dal CC di settembre vennero criticate e<br />

abbandonate.<br />

Uno dei fatti di cui più ci si deve preoccupare consiste nel distacco che<br />

esiste tra la situazione oggettiva e il tempo della radicalizzazione delle masse<br />

da una parte e la situazione organizzativa e lo sviluppo della attività del partito<br />

dall'altra. <strong>Il</strong> pericolo più grave che minaccia oggi il nostro partito è quello<br />

che esso non riesca a ridurre e superare questo distacco, sia quindi nella<br />

impossibilità di porsi alla testa del movimento delle masse sin dagli inizi di<br />

esso e rimanga alla coda degli avvenimenti e delle masse stesse.<br />

Per questo è necessario che vengano posti con la più grande acutezza negli<br />

635


636


organi dirigenti del partito e davanti a tutto il partito i problemi della organizzazione<br />

e del lavoro del partito stesso.<br />

È necessario compiere in questo campo una svolta decisa, nel senso e allo<br />

scopo di superare il distacco che esiste tra l'apparato e il Centro del Partito<br />

da una parte e la base del partito e la situazione italiana dall'altro lato. Questa<br />

svolta non si può compiere senza una modificazione profonda dei metodi<br />

di organizzazione seguiti negli ultimi due anni, dopo il 1927, e senza<br />

porre una serie di problemi nuovi i quali non vennero ancora posti nelle risoluzioni<br />

organizzative del CC di settembre oppure non sono stati ancora<br />

risolti.<br />

L’UP del Partito ha posto esattamente i problemi e i compiti politici del<br />

momento attuale e il progetto della maggioranza dell’UP deve costituire la<br />

base delle decisioni che verranno prese nel campo della organizzazione.<br />

L'atteggiamento preso dai compagni della minoranza dell’UP deve essere<br />

condannato. Esso dimostra che questi compagni non comprendono la necessità<br />

di adeguare tutta la attività del partito alla nuova situazione che si<br />

crea in Italia. È questo un errore nella direzione dell'opportunismo nella<br />

pratica, che occorre smascherare e combattere. Le affermazioni e posizioni<br />

contenute e difese nel documento presentato dal compagno Pasquini al CC<br />

sono in contrasto completo su tutti i punti con la linea politica della Internazionale<br />

e del Partito. Esse debbono venire respinte con energia dal C.C.<br />

del Partito. Da ultimo, deve essere condannato con la più grande energia<br />

l'atteggiamento assunto dai compagni della minoranza dell’UP e mantenuto<br />

particolarmente dal compagno Santini nella discussione che hanno [ha] avuto<br />

luogo nel corso della nostra riunione. Questi compagni hanno cercato in<br />

tutti i modi di fare degenerare la discussione sui compiti del partito nel<br />

momento presente in una lotta di gruppo e di persone, con l’evidente obbiettivo<br />

di disgregare il centro dirigente del partito, di distruggere la compattezza<br />

interiore che esso deve assolutamente possedere per essere in grado<br />

di realizzare la svolta che la situazione richiede. Questo fatto non può<br />

essere giudicato se non come una manifestazione aperta di opportunismo<br />

che non potendo affrontare una lotta politica nella quale sarebbe inesorabilmente<br />

battuto, si rifugia nel campo delle questioni personali, pseudoscandalistiche,<br />

ecc. Perciò si pone al CC del Partito il compito di superare<br />

questa resistenza, con tutti i mezzi necessari ad assicurare la compattezza<br />

interiore<br />

637


638


degli organismi dirigenti del partito e a garantire la sua linea politica da ogni<br />

tentativo di revisione e degenerazione opportunistica.<br />

(manca un accapo relativo alla necessità di rafforzare i quadri, che fu aggiunto<br />

al momento della votazione, e che non abbiamo ora sotto mano).<br />

*****<br />

La lettera e il documento del febbraio 1930 si inquadrano nel contesto dello<br />

scontro in atto all’interno del gruppo dirigente del partito comunista, determinato<br />

dal dibattito politico sulla svolta e su quello organizzativo per attuarla.<br />

<strong>Il</strong> X Plenum del Kormintern, adottando la teoria del socialfascismo,<br />

aveva prospettato l’ipotesi che la caduta del fascismo non avrebbe comportato<br />

un ristabilimento delle forme liberali dello stato, ma avrebbe spianato la<br />

strada alla conquista del potere del proletariato attraverso un’azione rivoluzionaria,<br />

alla cui preparazione bisognava dedicarsi immediatamente. Partendo<br />

dal falso presupposto che in Italia il crollo del fascismo fosse ormai imminente,<br />

alcuni dirigenti comunisti proposero la ricostituzione di un centro<br />

operativo interno per organizzare l’azione rivoluzionaria delle masse operaie<br />

e contadine. La frattura del gruppo dirigente si verificò in occasione delle<br />

riunioni dell’Ufficio politico del 10 e 23 gennaio 1930, in cui si delineò una<br />

maggioranza favorevole alla svolta e una minoranza contraria. A favore della<br />

svolta e della ricostituzione del centro interno del partito si pronunciarono<br />

Togliatti, Camilla Ravera (Silvia), Longo e Secchia (Botte) nonché Grieco,<br />

che si trovava a Mosca. Contro, invece, “i tre” – Tresso (Blasco), Leonetti<br />

(Feroci), Ravazzoli (Lino) – e <strong>Silone</strong> (Pasquini) che, assente per motivi<br />

di salute, rese nota la sua posizione con una lettera del 15 gennaio 1930, diretta<br />

al CC del partito. .La posizione di <strong>Silone</strong> nello scontro tra i dirigenti<br />

della maggioranza e della minoranza del partito fu piuttosto ambigua, perché<br />

cercò di barcamenarsi tra gli uni egli altri, in attesa di vedere chi ne sarebbe<br />

uscito vittorioso. Dalla lettera del 25 febbraio 1930, diretta a Bellone,<br />

risulta che egli, in questo momento, pensò alla possibilità di un accordo con<br />

i tre per diventare il leader di un’ala scissionista del partito, mentre dopo<br />

prese le distanze da essi, sconfessandone l’operato e adeguandosi alle deliberazioni<br />

assunte dai dirigenti della maggioranza. La minoranza del partito<br />

si oppose alla ricostituzione del centro interno, con la motivazione che essa<br />

639


avrebbe comportato un inutile sacrificio dei dirigenti che sarebbero stati inviati<br />

in Italia, destinati a sicuro arresto e carcerazione, e un impoverimento<br />

del partito che di essi sarebbe restato privo. La maggioranza bollò tale posizione<br />

come opportunista, perché la ritenne dettata dalla paura dei suoi propugnatori<br />

di affrontare le conseguenze e i sacrifici che il lavoro in Italia a-<br />

vrebbe comportato. La risoluzione datata 22 febbraio 1930, che si inquadra<br />

in questo contesto, esprimeva la condanna da parte della maggioranza del<br />

partito delle posizioni, sia pure differenziate, da un lato dei tre e dall’altro di<br />

<strong>Silone</strong> (Pasquini).<br />

<strong>Il</strong> testo inviato da <strong>Silone</strong> a Bellone conteneva solo un breve riassunto della<br />

risoluzione del CC del partito, che fu poi pubblicata su Lo Stato operaio,<br />

nel marzo 1930, e su La Correspondance internationale, nel giugno dello stesso<br />

anno 11 . <strong>Il</strong> testo della parte della relazione riguardante le critiche di opportunismo<br />

rivolte a <strong>Silone</strong> è il seguente:<br />

La dichiarazione presentata al Comitato Centrale dal compagno P. [Pasquini],<br />

membro dell’Ufficio politico, costituisce infatti una piattaforma opportunista. Questo<br />

compagno è in disaccordo con la linea politica della Internazionale, difende in<br />

modo insidioso ed equivoco le posizioni che sono state prese in tutti i partiti della<br />

Internazionale da tutti gli elementi opportunisti e liquidatori (negazione della radicalizzazione<br />

delle masse, incomprensione del momento attuale, tentativo di screditare<br />

la linea della I.C., di presentarla come una linea che porta alla distruzione del<br />

movimento comunista,ecc.). <strong>Il</strong> compagno P. sostiene la tesi falsa e profondamente<br />

opportunista della possibilità di una democratizzazione della situazione italiana e<br />

del fascismo. Egli manifesta una incomprensione completa dei compiti di organizzazione<br />

del Partito, qualifica la azione che il Partito deve compiere per stimolare e<br />

dirigere il movimento delle masse come un «fattore artificiale», difende la passività,<br />

diffonde il pessimismo più nero. La posizione di questo compagno deve essere<br />

11 La risoluzione, presentata come adottata dal CC del partito e approvata dal<br />

Plenum del CE del Komintern, fu pubblicata, non integralmente, su Lo Stato operaio,<br />

n. 3, marzo 1930, pp. 142-154, con il titolo La situazione italiana e i compiti del PC<br />

d’Italia, e per intero su La Correspondance internationale, nn. 47 e 48, 4 e 7 giugno 1930,<br />

pp. 554-556 e p. 567, con il titolo La situation en Italie, l’état du P.C.I. et ses tâches immédiates<br />

(Résolution du C.C. du P.C. d’Italie, approuvée par le Présidium élargi du C.E. de<br />

l’I.C.).<br />

640


condannata nel modo più energico come una posizione che porta alla liquidazione<br />

del Partito. La lotta contro questa posizione dovrà essere condotta apertamente,<br />

senza alcun riguardo, lottando in pari tempo contro tutti coloro che non rompano<br />

la solidarietà con il compagno P., che rifiutino di combatterlo, che mostrino una<br />

tendenza alla tolleranza e alla conciliazione con i suoi punti di vista 12 .<br />

<strong>Silone</strong> non fece altro che anticipare a Bellone il contenuto di un documento<br />

destinato a essere reso di pubblico dominio.<br />

Per quanto concerne gli sviluppi dello scontro tra la maggioranza e la minoranza<br />

del partito, va detto che essa si concluse con la sconfitta di<br />

quest’ultima. <strong>Silone</strong> e i tre furono dapprima esclusi dal CC, nel marzo 1930,<br />

e successivamente espulsi dal partito. I tre furono espulsi nel giugno 1930,<br />

<strong>Silone</strong> nel luglio 1931.<br />

Nella lettera del 25 febbraio 1930, <strong>Silone</strong> sollecitò un incontro personale<br />

con Bellone per coordinare la sua linea di condotta. Esso, però, al pari di<br />

quello richiesto con la lettera del 5 luglio 1929 non ebbe luogo. C’è da chiedersi<br />

il perché. Si sa che gli interessi dei due interlocutori non coincidevano.<br />

<strong>Silone</strong> era interessato a risolvere i problemi giudiziari del fratello, Bellone,<br />

invece, ad ottenere informazioni rilevanti che permettessero di debellare il<br />

movimento comunista. Bellone probabilmente soprasedette alla richiesta di<br />

<strong>Silone</strong> da un lato perché aveva capito che egli non sarebbe andato oltre le<br />

informazioni generiche e dall’altro perché non poteva garantirgli alcunché<br />

sulle sorti del fratello, che dipendevano dal TSDS.<br />

12 Cfr. La situazione italiana e i compiti del PC d’Italia in Lo Stato operaio, n. 3, marzo<br />

1930, p. 152.<br />

641


24. Foglio anteposto alla lettera di Silvestri del 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

642


Lettera di Secondino Tranquilli<br />

*****<br />

Questa nota è importante perché dichiara che la lettera firmata Silvestri, che<br />

la segue, è di <strong>Silone</strong>.<br />

643


25. Lettera manoscritta di Silvestri datata 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

644


13.4.1930<br />

Mi scusi se non le ho più scritto. Ciò che le interessa sapere, non è più un<br />

mistero. (La stampa già ne parla.) Non so che cosa, io e i miei amici, faremo.<br />

La mia salute è pessima, ma la causa è morale. (Lei comprenderà, se<br />

ricorderà ciò che le scrissi l'estate scorsa). Io mi trovo in un punto molto<br />

penoso della mia esistenza. <strong>Il</strong> senso morale, che è stato sempre forte in me,<br />

ora mi domina completamente; non mi fa dormire, non mi fa mangiare,<br />

non mi lascia un minuto di riposo.<br />

Mi trovo nel punto risolutivo della mia crisi di coscienza, la quale non ammette<br />

che una sola via d'uscita: abbandono completo della politica militante.<br />

(Mi cercherò un’occupazione intellettuale qualsiasi.) Oltre questa soluzione<br />

non restava che la morte. Vivere ancora nell'equivoco mi era impossibile;<br />

mi è impossibile. Io ero nato per essere un onesto proprietario di terre nel<br />

mio paese. La vita mi ha scaraventato su una china, alla quale ora voglio<br />

sottrarmi. Ho la coscienza di non aver fatto un gran male, né ai miei amici,<br />

né al mio paese. Nei limiti in cui era possibile, mi sono sempre guardato dal<br />

compiere del male. Devo dirle che lei, data la sua funzione, si è sempre<br />

comportato con me, da galantuomo. Perciò le scrivo questa ultima lettera.<br />

Perché lei non ostacoli il mio piano, che si realizzerà in due tempi: primo,<br />

eliminare dalla mia vita tutto ciò che è falsità, doppiezza, equivoco, mistero,<br />

secondo, cominciare una nuova vita, su una nuova base, per riparare il male<br />

che ho fatto, per redimermi, per fare del bene agli operai, ai contadini, (ai<br />

quali mi sento legato per tutte le fibra del mio essere) e alla mia patria.<br />

645


646


Tra il primo ed il secondo tempo, ho bisogno di un po' di riposo fisico, intellettuale<br />

e morale. Nessuna considerazione di carattere materiale, ha influenzato<br />

la mia decisione. I disagi non mi spaventano. Quello che voglio è<br />

vivere moralmente.<br />

L'influenza e la popolarità che in molti centri d’emigrazione io ho acquistato,<br />

m'inducono a concepire la mia attività futura, (appena sarò ristabilito in<br />

salute), nella forma di un'attività letteraria e editoriale del tutto indipendente.<br />

Devo aggiungere che, in questo tempo, delle grandi modificazioni si<br />

vanno compiendo nella mia ideologia e mi sento riattratto, molto, verso la<br />

religione, (se non verso la Chiesa), e che l'evoluzione del mio pensiero è facilitata<br />

dall'orientamento cretino e criminale che sta assumendo il partito<br />

comunista. La sola cosa che mi fa allontanare da esso, con rammarico, è il<br />

fatto che è un partito perseguitato, nel quale, all'infuori dei dirigenti, vi sono<br />

migliaia di operai in buona fede.<br />

Per poter esercitare un’influenza sugli elementi di base, io esito ancora ad<br />

annunziare pubblicamente la mia rottura col partito, ed attendo, prossimamente,<br />

il momento propizio.<br />

Questa mia lettera a lei, è una attestazione di stima. Ho voluto chiudere, definitivamente,<br />

un lungo periodo di rapporti leali, con un atto di lealtà. Se lei<br />

è credente, preghi Iddio che mi dia la forza di superare i miei rimorsi, di iniziare<br />

una nuova vita, di consumarla tutta per il bene dei lavoratori e dell'Italia.<br />

Suo<br />

Silvestri<br />

647


26. Lettera dattiloscritta di Silvestri datata 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

648


649


Come si è detto, <strong>Silone</strong> fu escluso dal CC del partito nel marzo<br />

1930. L’esclusione costituì per lui un duro colpo e acuì la profonda crisi<br />

intellettuale e morale che attraversava, che è testimoniata dalla lettera<br />

da lui inviata a Bellone il 13 aprile 1930, data della ricorrenza del secondo<br />

anniversario dell’arresto del fratello Romolo.<br />

La lettera, manoscritta, fu indirizzata, come al solito, alla sorella<br />

dell’ispettore, Emilia. Essa si riallaccia a quella del 5 luglio 1929, di cui<br />

è la continuazione ideale e la conclusione. Infatti, <strong>Silone</strong> scrive a Bellone:<br />

« Lei comprenderà, se ricorderà ciò che le scrissi l’estate scorsa ». In<br />

quella lettera aveva parlato di una sua crisi morale e intellettuale: « Al<br />

punto in cui sono nella mia formazione morale e intellettuale, mi è fisicamente<br />

impossibile rimanere con lei negli stessi rapporti di 10 anni fa<br />

e suppongo che in una sistemazione diversa dei nostri rapporti potrebbe<br />

anche lei avere interesse ».<br />

La crisi è determinata dal fatto che <strong>Silone</strong>, in questo momento, non è<br />

più disposto ad accettare le condizioni che comporta la vita del militante<br />

comunista: « falsità, doppiezza, equivoco, mistero ». E ciò perché la<br />

lotta contro il totalitarismo fascista, condotta in nome del totalitarismo<br />

staliniano, a cui il PCD’I si è asservito, gli appare del tutto inutile, in<br />

quanto non porta all’autentico riscatto degli operai e dei contadini, ai<br />

quali deve essere garantita non solo la giustizia ma anche la libertà. Da<br />

qui la sua decisione dell’abbandono della militanza politica attiva e il ripiego<br />

verso una impegno di carattere civile, teso comunque a promuovere<br />

il riscatto degli operai e dei contadini, rivendicando in loro nome<br />

non solo la giustizia ma anche la libertà, negate dal regime staliniano che<br />

subordinava gli interessi dell’individuo a quelli del partito e dello Stato.<br />

La ragioni della sua scelta sono sintetizzate nella frase: « l'evoluzione<br />

del mio pensiero è facilitata dall'orientamento cretino e criminale che<br />

sta assumendo il partito comunista », che esprime la sua opposizione<br />

alla linea stalinista abbracciata dal partito nonché a quella della svolta.<br />

L’orientamento del partito comunista è definito cretino probabilmente<br />

per due ragioni. Da un lato perché, ad imitazione di quello russo, aveva<br />

eliminato il libero dibattito al proprio interno, risolvendo il problema<br />

delle divergenze ideologiche e tattiche con l’espulsione di quanti non<br />

650


erano d’accordo con la maggioranza. Dall’altro perché credeva, in contrasto<br />

con la realtà dei fatti, nell’imminente caduta del fascismo e nella<br />

possibilità immediata di un’azione rivoluzionaria da parte delle masse<br />

operaie e contadine. Esso è considerato anche criminale probabilmente<br />

perché la decisione di ricostituire il centro interno del partito in Italia<br />

per la radicalizzazione delle masse, in vista di un’imminente svolta rivoluzionaria,<br />

avrebbe comportato la conseguenza di mandare consapevolmente<br />

allo sbaraglio tanti validi militanti che sarebbero stati arrestati<br />

e condannati a lunghi anni di carcere, senza conseguire alcun risultato<br />

pratico.<br />

<strong>Il</strong> distacco dal partito, però, è molto sofferto perché esso, oltreché dei<br />

dirigenti è composto di migliaia di operai che sono perseguitati a causa<br />

della loro lotta per la giustizia sociale: « La sola cosa che mi fa allontanare<br />

da esso, con rammarico, è il fatto che è un partito perseguitato, nel<br />

quale, all'infuori dei dirigenti, vi sono migliaia di operai in buona fede ».<br />

Valutando retrospettivamente il proprio operato, <strong>Silone</strong> scrive: « Ho la<br />

coscienza di non aver fatto un gran male, né ai miei amici, né al mio<br />

paese. Nei limiti in cui era possibile, mi sono sempre guardato dal<br />

compiere del male ». Parlando, poi, delle sue prospettive per il futuro<br />

afferma che intende «cominciare una nuova vita, su una nuova base,<br />

per riparare il male che ho fatto, per redimermi». Le due espressioni<br />

sembrano contraddittorie, perché <strong>Silone</strong> sembra affermare contemporaneamente<br />

di non avere fatto e di avere fatto del male. Dal contesto,<br />

però, si evince che esse si collocano su piani diversi: politico nel primo<br />

caso e morale nel secondo. Dal punto di vista politico, <strong>Silone</strong> ritiene di<br />

non avere danneggiato con la sua azione né i suoi compagni di lotta né<br />

il proprio paese. Perché non ha mai fornito alla polizia notizie dannose<br />

per i suoi compagni di partito, provocando azioni repressive nei loro<br />

confronti, e non è mai ricorso ad azioni violente nei confronti dello<br />

stato. Per inciso, avrebbe potuto scrivere di non avere fatto un gran<br />

male ai suoi amici, se avesse fatto arrestare i comunisti Telò, Peluso,<br />

Lanfranchi e Gramsci, come affermano Canali e Biocca? Dal punto di<br />

vista morale, invece, <strong>Silone</strong> si sente in colpa per avere, con il suo e-<br />

sempio e con la sua propaganda, indotto altri, e in primo luogo il fra-<br />

651


tello Romolo, ad abbracciare l’ideologia comunista, rivelatasi antilibertaria<br />

e totalitaria.<br />

<strong>Il</strong> ripudio del comunismo, però, non significa per <strong>Silone</strong> la rinuncia<br />

all’azione a favore degli operai e dei contadini, bensì la sua continuazione<br />

in nome di un ideale libertario, contrario ad ogni forma di totalitarismo.<br />

Ciò è espresso chiaramente nella lettera e soprattutto nella sua<br />

parte finale, in cui <strong>Silone</strong> si augura di iniziare una nuova vita e « di consumarla<br />

tutta per il bene dei lavoratori e dell'Italia ».<br />

Nella lettera vi sono due passi un po’ enigmatici, che alludono ai rapporti<br />

intercorsi tra <strong>Silone</strong> e Bellone. <strong>Il</strong> primo dice: « Devo dirle che lei,<br />

data la sua funzione, si è sempre comportato con me, da galantuomo.<br />

Perciò le scrivo questa ultima lettera. Perché lei non ostacoli il mio piano,<br />

che si realizzerà in due tempi ». <strong>Il</strong> secondo passo recita: « Questa<br />

mia lettera a lei, è una attestazione di stima. Ho voluto chiudere, definitivamente,<br />

un lungo periodo di rapporti leali, con un atto di lealtà ».<br />

Nel primo <strong>Silone</strong> definisce Bellone « galantuomo » e nel secondo gli<br />

esprime « stima », perché si è sempre comportato lealmente con lui,<br />

facendogli persino avere notizie su Romolo, subito dopo il suo arresto.<br />

L’atteggiamento benevolo di Bellone verso <strong>Silone</strong>, però, non bisogna<br />

dimenticarlo, è determinato dalla speranza di fare di lui, prima o poi,<br />

una spia fascista. <strong>Silone</strong> sembra consapevole delle intenzioni di Bellone<br />

e, perciò, lo prega di desistere da ogni ulteriore richiesta di informazioni,<br />

per non ostacolare il suo cammino verso una nuova vita morale libera<br />

da ogni tipo di « falsità, doppiezza, equivoco, mistero ». Nel secondo<br />

passo si parla di « un lungo periodo di rapporti leali ». Quale è il<br />

significato di tale espressione? Un lungo periodo di leale collaborazione<br />

informativa o non piuttosto un lungo periodo di attività politica,<br />

svolta in modo leale? Considerato che l’attività informativa di <strong>Silone</strong> fu<br />

sporadica e di tipo simulatorio è da ritenere che l’espressione si riferisca<br />

al lungo periodo di dieci anni della sua militanza antifascista, svolta<br />

in modo leale con metodi pacifici e senza alcun ricorso ad atti violenti.<br />

Con questa lettera, <strong>Silone</strong> pone fine alla sua attività informativa, che<br />

ebbe certamente un carattere di doppiezza che non sfuggì alla polizia<br />

fascista. La doppiezza derivò dal fatto che non si trattò di collabora-<br />

652


zione autentica ma simulata, tesa a favorire un militante comunista, suo<br />

fratello Romolo, e non a rafforzare il regime fascista. Infatti, come si è<br />

visto, la sua attività non solo fu sporadica e generica, ma anche incentrata<br />

su notizie destinate a essere rese pubbliche sulla stampa, e perciò<br />

prive di utilità per la polizia fascista. Se si osservano le date dei documenti<br />

inviati da <strong>Silone</strong> a Bellone, si constata che le notizie in essi contenute<br />

furono pubblicate sulla stampa quasi contemporaneamente. <strong>Il</strong><br />

contenuto della risoluzione relativa all’organizzazione della giornata antibellica<br />

del 16 maggio 1929, fu pubblicato il 25 successivo su La Correspondance<br />

internationale. La pubblicazione integrale degli atti del X<br />

Plenum su La Correspondance internationale ebbe inizio il 28 luglio 1928,<br />

in concomitanza con l’invio delle scarne note informative di <strong>Silone</strong> alla<br />

polizia. L’invio del breve riassunto della risoluzione del CC del partito<br />

comunista, datata 22 febbraio 1930, fu immediatamente seguito dalla<br />

pubblicazione della stessa sul numero de Lo Stato operaio del marzo<br />

successivo. I dirigenti della Pol Pol, che non erano degli sprovveduti, si<br />

accorsero di ciò e fu per questo che non considerarono <strong>Silone</strong> una vera<br />

spia. <strong>Il</strong> loro giudizio fu formulato sulla base dell’esame di tutta l’attività<br />

informativa – scritta e orale – svolta da <strong>Silone</strong>, anche di quella che non<br />

è stata rinvenuta nell’ACS. <strong>Il</strong> capo della polizia, nel documento del 12<br />

ottobre 1937, inviato a Mussolini, dichiarò che <strong>Silone</strong> simulò di fare la<br />

spia, non che fu una spia. È a questo giudizio che bisogna attenersi,<br />

tanto più perché confermato dai documenti conservati nell’ACS che si<br />

sono esaminati.<br />

Se <strong>Silone</strong> avesse voluto veramente fare la spia, non si sarebbe certamente<br />

limitato a fornire alla polizia le scarse informazioni che si sono<br />

esaminate, perché era a conoscenza di tutta l’attività segreta svolta dal<br />

PCd’I. Inoltre, non avrebbe rifiutato le allettanti offerte di denaro che<br />

gli furono certamente fatte, proprio in un momento in cui aveva gravi<br />

problemi economici e di salute. Infine non avrebbe commesso<br />

l’imprudenza di usare, nella corrispondenza con Bellone, lo pseudonimo<br />

Silvestri, che utilizzava anche con i compagni di partito.<br />

653


II. L’attività informativa relativa al periodo anteriore al 1928<br />

Si è visto che <strong>Silone</strong> ha svolto attività informativa dal 1928 al 1930 e<br />

che ha avuto come interlocutore l’ispettore Bellone..<br />

Nei documenti relativi al periodo 1928-1930, però, vi è qualche elemento<br />

che induce a pensare che abbia svolto attività informativa anche<br />

in epoca anteriore perché, nella lettera del 13 aprile 1930, con la quale<br />

si congeda da Bellone, parla di un « lungo periodo di rapporti leali ».<br />

Individuare le relazioni redatte da <strong>Silone</strong> prima del 1928 è però o-<br />

pera assai ardua perché, come si è detto, una grande parte del materiale<br />

informativo presente nell’ACS è anonimo e quasi sempre manipolato<br />

dalla polizia.<br />

Le uniche relazioni che possono essergli attribuite per il periodo<br />

anteriore al 1928 si trovano esclusivamente tra le cinque redatte dal<br />

settembre all’ottobre 1924, di cui ci si è precedentemente riservata<br />

l’analisi.<br />

Di esse, due si riferiscono alle avanguardie garibaldine; una alle centurie<br />

proletarie; una alla distruzione delle logge massoniche ad opera<br />

dei fascisti; una all’attività degli antifascisti in Francia. Per capirne il<br />

contenuto bisogna tenere presente che sono state redatte nel momento<br />

storico immediatamente successivo al delitto Matteotti, allorché si<br />

pensò a una reazione armata contro il fascismo da parte di gruppi di<br />

esuli antifascisti rifugiati in Francia. Fu promossa l’organizzazione di<br />

due formazioni armate: le centurie proletarie e le avanguardie garibaldine.<br />

Le prime ad iniziativa dei comunisti, le seconde ad iniziativa di<br />

Ricciotti Garibaldi e dei suoi fratelli. L’organizzazione delle avanguardie<br />

garibaldine, che si diceva finanziata dalla massoneria, risultò,<br />

invece, promossa e finanziata dal governo fascista per screditare i<br />

fuorusciti italiani.<br />

Fanno riferimento alle centurie proletarie la relazione del 7 ottobre<br />

1924; alle avanguardie garibaldine quelle datate rispettivamente 6 e 7<br />

settembre 1924; alla distruzione delle logge massoniche quella del 23<br />

654


settembre 1924; all’attività degli antifascisti in Francia quella datata<br />

« Dalla Francia – Ottobre 1924 ».<br />

Va precisato che le cinque relazioni contengono notizie molte generiche<br />

e non rivelano alcunché di segreto, perché parlano di questioni<br />

ampiamente trattate sulla stampa. Le si esaminerà ora singolarmente.<br />

655


1. Le centurie proletarie – Lettera anonima del 7. X. 924<br />

1.1 Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista<br />

– Francia (II° fasc.)<br />

656


7. X. 924<br />

Caro amico,<br />

sarà già al corrente di una buona notizia: Silvestri è stato nominato capo<br />

di tutto il movimento comunista italiano per la Francia, il Belgio e il Lussemburgo<br />

e perciò con i primi di ottobre dovrà trasferirsi a Parigi. La nomina<br />

è stata proposta da Mosca che ne ha una buona fiducia ed è stata già<br />

ratificata dall'esecutivo italiano e francese. L’interessato ancora non ha accettato<br />

per molte ragioni, ma finora [finirà] col trasferirsi a Parigi e sobbarcarsi<br />

al nuovo lavoro. Egli attraversa un periodo molto critico: ragioni di<br />

salute, di famiglia ed altre più intime, lo spingono a ritirarsi dalla vita politica,<br />

o a mantenersi almeno in secondo ordine. Finora la decisione è stata<br />

sempre rinviata e può darsi che non sarà mai presa, ma le scrivo questo perché<br />

comprenda i motivi della pigrizia che periodicamente prende il Silvestri.<br />

Inoltre un cumulo di obbligazioni personali: la nonna, il fratello minore, il<br />

suocero, le cognate, tutta gente inabile a guadagnarsi la vita e che gli danno<br />

seccature discrete: anche per questo egli cerca un'occupazione fuori della<br />

politica, che sia più pacifica e redditizia. Parliamo d'altro:<br />

<strong>Il</strong> 28 settembre, grandi manifestazioni antifasciste nelle maggiori città della<br />

Francia. A Parigi sfileranno 300 guardie rosse in divisa (camicia rossa e foulard<br />

nero): sarà pittoresco! Sarà la prima apparizione delle centurie proletarie,<br />

di cui a parte riceverà il piano d’organizzazione. A Marsiglia le cose saranno<br />

più modeste: un comizio con le solite sbornie oratorie. Al comizio<br />

parlerà anche un russo, certo Georgevich, arrestato recentemente a Venezia<br />

e a Genova e che ora si trova qui. <strong>Il</strong> comando generale delle centurie è costituito<br />

da elementi poco noti politicamente, tutti ex ufficiali francesi e italiani.<br />

Per l'approvvigionamento delle armi essi pensano in buona parte di<br />

trafugarle dai depositi francesi, data l'ottima penetrazione comunista nell'esercito<br />

francese, senza contare che in Italia vi sono ancora centinaia di depositi<br />

di armi che arrugginiscono sotto terra per non essere state mai scoperte<br />

dai tempi dell'occupazione delle fabbriche. <strong>Il</strong> comando generale ha<br />

ora sede a St. Denis, presso<br />

657


658


Parigi, che ha un'amministrazione comunale comunista.<br />

Si attende con interesse l'impressione del governo francese per le 300 camicie<br />

che sfileranno domenica a Parigi: gli inquadrati saranno inermi ma seguiti<br />

a breve distanza da taxi con italiani armati per il caso di incontri con fascisti.<br />

*****<br />

1.2 Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista –<br />

Francia (II° fasc.)<br />

659


1.3 Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista –<br />

Francia (II° fasc.)<br />

660


Come può constatarsi, di questa relazione fiduciaria esistono<br />

nell’ACS tre versioni: una lunga e due corte. Quella lunga contiene<br />

due parti ben distinte tra loro: la prima di carattere autobiografico, la<br />

seconda relativa alla sfilata di 300 guardie rosse che dovrà tenersi a<br />

Parigi, il 28 gennaio 1924. Le due versioni corte, invece, contengono<br />

solo la parte riguardante la sfilata delle centurie proletarie. La prima<br />

versione è datata 7. X. 924; la seconda porta la stessa data, con la cancellazione<br />

alla fine del testo della data « Roma, 27 settembre 1924 »; la<br />

terza porta solo la data « Roma, 27 settembre 1924 ». Quale è dunque<br />

la vera data della redazione della relazione? Essa va collocata sicuramente<br />

prima del 28 settembre 1924, perché è in tale giorno che dovrà<br />

tenersi la manifestazione di cui si parla nel testo. Pertanto è da ritenere<br />

che sia pervenuta a Roma il 27 settembre e che sia stata archiviata<br />

il 7 ottobre.<br />

La duplice versione della relazione dimostra, ancora una volta, il<br />

processo di manipolazione a cui venivano sottoposte le relazioni dei<br />

fiduciari da parte della polizia.<br />

Che la relazione si riferisca a <strong>Silone</strong> non vi sono dubbi, sia perché<br />

vi appare lo pseudonimo Silvestri da lui utilizzato nel periodo 1928-<br />

1930 sia perché contiene riferimenti di tipo familiare inequivocabili:<br />

la nonna, il fratello minore, il suocero, le cognate. Ne fu lui l’autore? I<br />

precisi riferimenti autobiografici inducono a ritenere di sì.<br />

Nei rapporti di <strong>Silone</strong> con Bellone si riscontra, in questo caso, una<br />

situazione analoga a quella del periodo 1928-1930. Da una parte vi è<br />

il funzionario di polizia che sollecita l’informatore a dare risposta alle<br />

sue domande e dall’altra quest’ultimo che risponde con ritardo, accampando<br />

ragioni di salute e di tipo familiare: « le scrivo questo perché<br />

comprenda i motivi della pigrizia che periodicamente prende il<br />

Silvestri ». Dal contesto della relazione si deduce che i contatti tra i<br />

due subiscono periodicamente delle interruzioni a causa della « pigrizia<br />

» di Silvestri, la cui attività informativa è pertanto saltuaria, così<br />

come saltuaria è stata quella svolta nel periodo 1928-1930. Inoltre<br />

non sembra che l’informatore riceva una retribuzione per la sua attività.<br />

Perché, se così fosse, si troverebbe in una buona posizione eco-<br />

661


nomica – garantitagli dalle somme elargitegli dal partito da un lato e<br />

dalla polizia dall’altro – che non lo spingerebbe a cercare un’occupazione<br />

più « redditizia » in un campo diverso da quello politico.<br />

Oltreché la relazione contenente la notizia della prossima sfilata<br />

delle centurie proletarie a Parigi, <strong>Silone</strong> invia a Bellone anche un documento<br />

in cui si parla della loro organizzazione, il quale si trova nel<br />

fascicolo contenente la stessa.<br />

Per capire meglio e contestualizzare la portata delle informazioni<br />

fornite da <strong>Silone</strong> a Bellone va fatta una precisazione sulle centurie<br />

proletarie.<br />

La loro costituzione fu decisa in occasione del V congresso della<br />

III Internazionale, tenutosi a Mosca dal 17 giugno all’8 luglio 1924,<br />

dove fu sollecitata dall’intervento di uno dei delegati italiani, Piccini<br />

[Gustavo Mersù] 1 e approvata dall’assemblea. <strong>Il</strong> PCd’I decise di approvare<br />

formalmente la loro costituzione nella seduta del Comitato<br />

esecutivo del 26 settembre 1924. L’idea di una forza armata del proletariato<br />

non era nuova. Nel biennio rosso c’era stata la formazione<br />

delle guardie rosse per presidiare le fabbriche occupate. Fu l’assassinio<br />

di Matteotti a rendere di nuovo attuale il problema dell’armamento<br />

del proletariato. Le centurie proletarie, la cui esperienza fu di<br />

breve durata 2 , non costituivano un movimento clandestino perché,<br />

sebbene composte in prevalenza da comunisti, erano aperte a tutta la<br />

massa operaia, e quindi anche ai non iscritti al partito. Della loro attività<br />

non parlava soltanto la stampa comunista 3 ma anche quella non<br />

1 L’intervento di Piccini al V Congresso della III Internazionale è riportato in La<br />

Correspondance internationale, n. 46, 21 luglio 1924, p. 488.<br />

2 La strategia delle centurie proletarie fu presto abbandonata e sostituita da quella<br />

della formazione di Comitati proletari antifascisti. Si veda al riguardo «I Comitati<br />

proletari antifascisti», in Lo Stato operaio, n. 1, marzo 1927<br />

3 Si vedano al riguardo Ignazio <strong>Silone</strong>, Neo-combattentismo, in La Riscossa, 11 ottobre<br />

1924, e Palmiro Togliatti, La situazione italiana e le centurie proletarie, in La<br />

Riscossa, 20 dicembre 1924.<br />

662


comunista. Un particolare risalto nella stampa ebbe la manifestazione<br />

delle centurie del 28 settembre 1924, tenutasi a Puteaux e Courbevoie,<br />

nei pressi di Parigi, per celebrare il sessantesimo anniversario<br />

della I Internazionale. In Italia ne parlarono molti giornali, tra i quali<br />

L’Unità, <strong>Il</strong> Giornale d’Italia, <strong>Il</strong> Popolo d’Italia, <strong>Il</strong> Corriere della Sera, La<br />

Stampa. Qui di seguito si riportano gli articoli sulla manifestazione<br />

pubblicati su La Stampa, che è molto sintetico, su L’Unità, che ha un<br />

tono celebrativo, e su <strong>Il</strong> Corriere della Sera, che è distaccato e critico.<br />

Inoltre si riproduce l’articolo di Palmiro Togliatti sulle centurie proletarie,<br />

apparso su La Riscossa del 30 dicembre 1924.<br />

La Stampa, 29 settembre 1924<br />

663


664<br />

L’Unità, 30 settembre 1924


<strong>Il</strong> grande comizio del proletariato parigino<br />

30.000 operai presenti – Le centurie rosse<br />

PARIGI, 29<br />

(F.) – La manifestazione di ieri indetta dal Partito comunista (S.F.I.O), Federazione<br />

della Regione parigina, dall’Unione dei sindacati dei Dipartimenti della Senna<br />

e della Senna ed Oise e dal 4° gruppo della Gioventù comunista francese, per commemorare<br />

il 60° anniversario della fondazione della prima Internazionale, è riuscita<br />

un’imponentissima rassegna di forze del proletariato rivoluzionario parigino, una<br />

grandiosa dimostrazione d’entusiasmo, di volontà, di lotta, di solidarietà internazionale.<br />

<strong>Il</strong> significato attribuito alla manifestazione dal Partito comunista comprendeva,<br />

come vi abbiamo già informato, le seguenti parole d’ordine:<br />

1) contro la politica di guerra del blocco delle sinistre; per l'evacuazione immediata<br />

della Ruhr e del Marocco; 2) contro il piano Dawes e le colonizzazioni dell'Europa;<br />

3) contro l'intervento degli imperialismi in Cina; 4) per il riconoscimento dei<br />

Soviet; 5) per l'amnistia integrale e contro il fascismo.<br />

Particolare significato ha avuto per il proletariato italiano la manifestazione per<br />

l'irriducibile avversione al fascismo affermata dal proletariato francese.<br />

L’Humanité di sabato scorso dedicava il suo editoriale alla situazione creata dal<br />

fascismo in Italia e concludeva: «I lavoratori italiani emigrati ed il proletariato francese<br />

che già in parecchie occasioni hanno dimostrato il loro odio contro il fascismo<br />

e la loro volontà di lotta, affermeranno nella grande manifestazione del 28 settembre<br />

la loro entusiastica solidarietà nella lotta gigantesca per la liberazione del proletariato<br />

italiano».<br />

Nella mattinata di domenica in una sala opportunamente preparata sono stati<br />

convocati gli elementi da inquadrare nelle centurie rosse, elementi costituiti nella<br />

loro maggioranza da proletari italiani. Sono stati [state] così formate cinque centurie<br />

che portano rispettivamente i nomi: Lenin , Trotzky, Spartacus, Ferrero e Lavagnini;<br />

dopo la consegna dei gagliardetti a ciascuna centuria, i componenti le squadre hanno<br />

indossato la camicia rossa. Alla cerimonia, che si è svolta in forma solenne, hanno<br />

pronunciato brevi discorsi un rappresentante del Partito comunista francese ed<br />

uno della Commissione Esecutiva dei gruppi italiani.<br />

Alle 15 era fissata l'ora per l'inizio del grande corteo. Fino dopo mezzogiorno però<br />

cominciarono ad affluire all’Avenue de la Défence, a Puteaux-Courbevoie con le<br />

loro bandiere in testa i rappresentanti dei sindacati e le cellule comuniste che si raggruppano<br />

e si ordinano nei luoghi designati dal Comitato organizzatore della manifestazione<br />

stessa. Si calcola che oltre 30.000 proletari hanno risposto all'appello del<br />

Partito comunista francese. I lavoratori italiani che hanno partecipato alla manifestazione<br />

sono circa 5000. Alla sfilata del corteo hanno preso parte le cinque centurie<br />

rosse che, con il rispettivo gagliardetto in testa, hanno marciato militarmente,<br />

suscitando un enorme entusiasmo in mezzo alla folla dei lavoratori. Anche tutti gli<br />

altri manifestanti hanno sfilato in ordine militare.<br />

All’Avenue Perronnet si è svolto il grandioso comizio, e data la enorme affluenza<br />

di pubblico, si è dovuto parlare contemporaneamente da tre diverse tribune. In o-<br />

gni comizio hanno parlato un rappresentante del Partito, uno della Gioventù ed<br />

uno dei Sindacati operai dei Dipartimenti della Senna e della Seine-et-Oise. Gli oratori<br />

hanno sviluppato le parole d'ordine che il Partito aveva lanciato come significato<br />

della manifestazione suscitando entusiasmo e consenso nella folla. I lavoratori<br />

italiani emigrati in Francia per sfuggire al terrore fascista, cementano in queste manifestazioni<br />

e nelle lotte quotidiane i vincoli di fratellanza e di solidarietà con i lavoratori<br />

francesi; un compagno italiano nel comizio ha appunto rilevato l'importanza<br />

di questo fatto. Enorme apparato di polizia nascosta in tutti gli angoli adiacenti al<br />

luogo della manifestazione, ma l’alto spirito di disciplina dei proletari ha fatto sì che<br />

nessun incidente ebbe a verificarsi.<br />

665


666<br />

Corriere della Sera, 29 settembre 1924


Centurie di “camicie rose„ straniere<br />

a una parata comunista a Parigi<br />

Parigi, 29 settembre, notte.<br />

(P.C.) Una delle consuete riviste domenicali delle forze comuniste che si<br />

svolgono di tanto in tanto in qualche sobborgo senza incidenti degni di nota<br />

ha attratto ieri l’attenzione in modo particolare, perché per la prima volta<br />

vi partecipavano alcune centurie straniere organizzate sul tipo fascista, salvo<br />

che la camicia nera è sostituita dalla rossa, non già per un omaggio alla memoria<br />

di Garibaldi, ma in omaggio agli ordini di Mosca. Vi erano cinque<br />

centurie precedute da bandiere e labari e comandate militarmente: alla loro<br />

testa era il deputato comunista Marty.<br />

Le centurie sfilarono con passo marziale innanzi alla massa dei dimostranti<br />

tra grida di: «Viva l’esercito rosso». I «camiciardi» cantavano in coro un<br />

nuovo inno con un ritornello che dice: «State in guardia! State in guardia! E’<br />

la rivoluzione che avanza!». Non mancava nemmeno un gruppo di cinesi,<br />

con un cartellone di protesta contro i generali che laggiù si battono, ed un<br />

gigantesco arabo portava in giro un cartellone con la scritta: «Sgomberate il<br />

Marocco».<br />

La maggior parte delle centurie era composta da giovani comunisti italiani.<br />

Alcuni ordini erano dati addirittura in italiano. La presenza di numerosi<br />

italiani nelle centurie è segnalata soprattutto dai giornali radicali, i quali sono<br />

naturalmente seccati di questo sfoggio di forze comuniste che pretendono<br />

mirare alla preparazione di future rivolte.<br />

Dopo la sfilata i dimostranti si raccolsero intorno ad alcune tribune a udire i<br />

discorsi dei soliti oratori del partito comunista, e le forze sovversive si disciolsero<br />

poi senza il più leve incidente.<br />

<strong>Il</strong> carattere apparentemente pacifico di queste dimostrazioni in cui si inneggia<br />

alla rivoluzione sociale non basta a calmare l’apprensione dei partiti<br />

che sono all’opposizione, e gli organi più battaglieri dicono addirittura che<br />

mentre i Kerenski credono di governare i nuovi Lenin preparano apertamente<br />

l’assalto al potere.<br />

Inoltre vi è stato qualche sera fa un incidente significante: un ufficiale che<br />

aveva dinanzi ad un caffè del quartiere di Montmartre redarguito un soldato<br />

il quale teneva un contegno scorretto si trovò all’improvviso circondato da<br />

una folla di malviventi che parlavano tutte le lingue e che minacciavano di<br />

linciarlo. Soltanto il rapido intervento degli agenti valse a metterlo in salvo.<br />

667


668<br />

La Riscossa, 30 dicembre 1924


669


670


A questo punto, se si esaminano la relazione e il documento sull’organizzazione<br />

delle centurie proletarie trasmessi da <strong>Silone</strong> a Bellone, si constata<br />

che le informazioni in essi contenute non solo erano generiche, ma<br />

non avevano neppure carattere segreto, poiché erano di dominio pubblico.<br />

Che cosa ha fatto <strong>Silone</strong>? Se si tiene conto che la sua relazione è pervenuta<br />

a Roma il 27 settembre e che la manifestazione si è tenuta il giorno<br />

dopo, come risulta dalle due versioni brevi della stessa, bisogna dire che<br />

ha semplicemente anticipato di poco un evento pubblico. E ciò, evidentemente,<br />

non è indice di un’autentica collaborazione spionistica, ma di un<br />

intento simulatorio.<br />

2. Le avanguardie garibaldine<br />

Le relazioni del 6 e 7 settembre 1924 riferiscono notizie soprattutto sulle<br />

avanguardie garibaldine.<br />

Come si già detto le avanguardie garibaldine furono organizzate ad iniziativa<br />

di Ricciotti Garibaldi che, con i fratelli Peppino e Sante, cercò di<br />

contrastare l’ascesa di Mussolini con il movimento Italia Libera. Trasferitisi<br />

in Francia, i tre fratelli tentarono di egemonizzare il movimento antifascista<br />

dei fuorusciti, organizzando una legione di reduci garibaldini che a-<br />

vrebbe dovuto compiere una spedizione in Italia per sollevare le popolazioni<br />

contro il fascismo.<br />

Ricciotti Garibaldi arruolò reclute, nominò ufficiali e si fece promotore<br />

di « un prestito della libertà » . Però non ci fu alcuna rivoluzione. Anzi fu<br />

arruolato con i fratelli come spia e agente provocatore dal vicequestore<br />

Francesco La Polla per organizzare un falso attentato contro Mussolini e<br />

una spedizione armata in Spagna, che avrebbero dovuto spingere il governo<br />

francese a schierarsi contro i fuoriusciti italiani, discreditati da tali<br />

azioni. La manovra però fu scoperta dalla polizia francese che, nel novembre<br />

1926, trasse in arresto Ricciotti Garibaldi e Francesco La Polla,<br />

rendendo così noto che le avanguardie garibaldine erano finanziate e manovrate<br />

dal fascismo e non dalla massoneria.<br />

La vicenda delle avanguardie garibaldine trovò ampio spazio sulla stampa<br />

e fu attentamente seguita dalla polizia italiana.<br />

È questo il contesto in cui si inseriscono le due seguenti relazioni che si<br />

riproducono qui di seguito.<br />

671


2.1 Relazione datata 6/9/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 140, fasc. Avanguardia Garibaldina (I° fascicolo)<br />

672


6/9/24<br />

Egregio amico,<br />

ha abbandonato l'idea di incontrarci da qualche parte? Per qualche tempo io<br />

sono ancora libero, ma probabilmente per la fine del mese tornerò a Parigi<br />

per la direzione del nostro movimento in tutta la Francia.<br />

GARIBALDINI – Come è noto in Francia le opposizioni costituzionali<br />

non hanno molti scrupoli: tra di esse la tendenza prevalente è quella garibaldina<br />

che si prepara all'eventualità di un colpo di forza. Ciò che si dice naturalmente<br />

è esagerato, però buona parte corrisponde a verità. Peppino Garibaldi<br />

è un presuntuoso senza freni inibitori. Pur di far parlare di se stesso, egli<br />

è disposto a compiere pazzie. Le sue istruzioni al fascio di Marsiglia sono ridicole:<br />

egli si è messo in testa di poter trascinare dietro la sua bandiera persino<br />

gli operai comunisti, i quali non abboccano, mentre gli anarchici abboccano.<br />

Fra giorni avrà luogo una riunione in cui parteciperanno Negro, per i sindacalisti,<br />

Stella per la Fed. Reduci, il Cap. Massa per i garibaldini; N. Baldanza<br />

per i massoni; l’On. Tasso, deputato socialista francese e Tranquilli come ...<br />

uditore, non avendo voluto ufficialmente aderire alla riunione. Vi sono stati<br />

già degli abboccamenti privati. <strong>Il</strong> Cap. Massa si è mostrato molto sicuro di sé:<br />

“Nell'atto pratico noi garibaldini daremo delle elezioni a voi sovversivi”.<br />

L’atto pratico sarebbe, secondo lui, l'armamento di squadre anti-fasciste.<br />

È stato solo un po' sconcertato quando gli è stato osservato che “noi comunisti<br />

non facciamo grande distinzione fra fascisti e opposizioni costituzionali”.<br />

Secondo il Massa la preparazione armata dovrà essere ultimata per la fine<br />

di settembre. Nei primi di ottobre vi sarà un grande rapporto di tutte le squadre<br />

costituite in Francia, con la partecipazione del Comando Militare Segreto<br />

..... Balle! io non credo a nulla di tutto ciò. Vi è qualche centinaio di migliaia di<br />

franchi da smaltire e perciò chiacchierano, ma siccome la somma non è forte,<br />

se il Grande Oriente non approva i rifornimenti, tutto tornerà calmo.<br />

*****<br />

La relazione, come risulta dall’annotazione apposta a matita prima della data,<br />

proviene da Marsiglia. Inoltre, siccome la pagina porta in alto il n. I è da ritenere<br />

che fosse originariamente composta da più di una pagina. Ci si trova,<br />

quindi, di fronte a un altro caso di manipolazione delle relazioni da parte della<br />

polizia.<br />

In essa vi sono alcuni indizi che permettono di attribuirla a <strong>Silone</strong>. Innanzitutto<br />

il suo autore dice che dovrà tornare a Parigi per dirigere il suo movimento<br />

in tutta la Francia; poi rivendica la sua appartenenza al partito comunista<br />

come si evince dalla frase: « noi comunisti non facciamo grande distinzione<br />

fra fascisti e opposizioni costituzionali »; infine dà la notizia che Tranquilli<br />

parteciperà come uditore alla riunione con gli altri antifascisti.<br />

La posizione dell’autore della relazione sulle avanguardie garibaldine è di<br />

netta opposizione e di puro scetticismo sul loro successo.<br />

673


2.2 Relazione datata 7.9.924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 140, fasc. Avanguardia Garibaldina (I° fascicolo)<br />

674


------------<br />

Serpente di mare dell'ultima ora. Peppino Garibaldi avrebbe ricevuto assicurazione<br />

da Giulietti che non mancheranno i mezzi per la ... nuova spedizione<br />

dei Mille. Lo sbarco non dovrebbe avvenire né a Marsala, né a Quarto,<br />

ma a Civitavecchia.<br />

Tutte queste cose qua si dicono con la più grande sicurezza, nei caffè e<br />

nei ristoranti e i più vi prestano fede. Se qui osasse affermare in una conversazione<br />

di anti-fascisti che potrebbe darsi, chissà mai, Mussolini conserverà<br />

il potere fino alla prossima primavera, viene considerato come un pazzo.<br />

L'unico lato interessante della situazione è questo: gli elementi filo-fascisti<br />

sono isolati, sfiduciati, temono perfino di leggere i loro giornali per strada;<br />

gli anti-fascisti sono esaltati sicuri, prepotenti. In un ambiente simile si<br />

comprende come Peppino Garibaldi possa avere un successo superiore a<br />

quello di suo nonno, quando voleva liberare la Sicilia dai Borboni.<br />

[Annotazione scritta a matita:]<br />

Da Marsiglia<br />

In data 7.9.924<br />

*****<br />

Per integrazioni:<br />

- Lanfranchi<br />

- Francia J4<br />

- Part Com Aff. g.li<br />

Questa relazione porta la data del 7.9.924 e perciò è diversa dalla precedente,<br />

alla quale è stata erroneamente accorpata da Biocca.<br />

<strong>Il</strong> processo di manipolazione a cui essa è stata sottoposta è ancora<br />

più marcato rispetto alla precedente. L’annotazione apposta a matita<br />

induce a ritenere che si tratti di uno stralcio di una relazione più ampia<br />

di cui facevano parte anche altri tre stralci archiviati nei seguenti<br />

fascicoli: Lanfranchi, Francia J4, Part Com Aff. g.li, sui quali peraltro<br />

è apposta la data del 6.9. 924. <strong>Il</strong> che dimostra, ancora una volta, la<br />

poca attendibilità delle date riportate nelle relazioni fiduciarie manipolate<br />

dalla polizia.<br />

Questo stralcio riferisce che Peppino Garibaldi starebbe preparando<br />

una nuova « spedizione dei Mille », con sbarco a Civitavecchia.<br />

La notizia riferita non deve godere di particolare segretezza se il<br />

suo autore scrive: « Tutte queste cose qua si dicono con la più grande<br />

sicurezza, nei caffè e nei ristoranti e i più vi prestano fede ».<br />

675


Chi ne è l’autore? Vi sono delle buone ragioni per sostenere che sia<br />

Quaglino. Innanzitutto la relazione precedente attribuita a <strong>Silone</strong> ritiene<br />

Peppino Garibaldi un presuntuoso perché pretende di egemonizzare<br />

anche i comunisti che, a differenza degli anarchici, non abboccano.<br />

Inoltre, essa rimarca che gli unici veri antifascisti sono i<br />

comunisti e non gli aderenti alle opposizioni costituzionali, in cui<br />

rientrano Peppino Garibaldi e i suoi seguaci. Infine ritiene che il fenomeno<br />

delle avanguardie garibaldine sia un bluff destinato a sgonfiarsi<br />

non appena si esauriranno i fondi stanziati dalla massoneria. <strong>Silone</strong>,<br />

anche quando scrive a Bellone, rimarca la sua appartenenza al<br />

PCD’I, al contrario di Quaglino che da esso prende le distanze.<br />

In questa relazione, invece, l’attenzione di chi l’ha scritta si concentra<br />

su aspetti tipici delle indagini investigative di Quaglino: il luogo<br />

dello sbarco, Civitavecchia; il finanziatore dell’impresa, il sindacalista<br />

Giuseppe Giulietti; la ragione del successo di Peppino Garibaldi, individuata<br />

nell’inettitudine dei fascisti nel difendere la propria causa.<br />

Infine c’è da rilevare che, in questo periodo, Quaglino è stato a Marsiglia,<br />

coma risulta dalla relazione datata « Dalla Francia – Ottobre<br />

1924 », riprodotta più avanti, in cui critica l’inettitudine dei fascisti nei<br />

confronti degli antifascisti e il cambiamento dell’atteggiamento politico<br />

dei consoli che, dopo il delitto Matteotti, non ostentano più il loro<br />

filofascismo. Sui fascisti scrive: « L'azione dei fascisti facilita molto il<br />

lavoro dei comunisti: sembra quasi che alla direzione del movimento<br />

fascista in Francia ci sia ... un anti-fascista. Invece di azione dovrebbe<br />

parlarsi di inazione ». E sui consoli: « Mentre fino al delitto Matteotti<br />

tutti ostentavano il loro filo-fascismo, ora in molte località sono tornati<br />

ai bei tempi di Facta, agnostici su tutte le questioni che riguardano<br />

la propaganda politica in mezzo all'emigrazione. Partecipano,<br />

(come a Marsiglia) a feste e banchetti con elementi appartenenti notoriamente<br />

all'opposizione e scoraggiano tutti i connazionali i quali<br />

avrebbero intenzione di arginare la marea bolscevica ». Nella stessa<br />

relazione fornisce alcune informazioni sulle avanguardie garibaldine<br />

e, in particolare, questa: « A Marsiglia tre comunisti sono entrati nella<br />

legione garibaldina col permesso degli organi superiori, allo scopo di<br />

676


essere al corrente di tutto ciò che si prepara da parte delle opposizioni<br />

».. Al contrario di <strong>Silone</strong>, Quaglino si dimostra schierato col fascismo<br />

e critica quei fascisti che non lo difendono adeguatamente.<br />

Dei tre stralci della relazione originaria, a cui fa riferimento l’annotazione<br />

apposta a matita sullo stralcio datato 7.9.924 – Lanfranchi,<br />

Francia J4, Part Com Aff. g.li – ne sono stati rinvenuti due che riportano,<br />

però, la data del 6.9. 924. Nonostante la differenza di data, essi<br />

costituiscono comunque una integrazione dello stralcio datato<br />

7.9.924, unitamente al quale facevano parte di una relazione originaria<br />

più ampia. <strong>Il</strong> primo riguarda Lanfranchi, il secondo il congresso del<br />

PCD’I. Li si riproduce qui di seguito.<br />

677


2.3 Stralcio su Lanfranchi<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 2712, fasc. Lanfranchi Mario.<br />

678


<strong>Il</strong> Segretario della Commissione esecutiva dei Gruppi italiani di Parigi,<br />

conosciuto sotto il nome di Ferruccio, è in realtà un certo Lanfranchi<br />

di Pavia. Con il suo vero nome egli tornerà fra poco in Italia<br />

per sposarsi. E’ stato arrestato giorni fa a Parigi, ma la polizia dopo<br />

aver verificato i suoi documenti e dopo avere chiesto informazioni al<br />

Consolato, lo ha rimesso in libertà. La polizia ignora che il ricercato<br />

Ferruccio era proprio il detenuto Lanfranchi.<br />

*****<br />

Sull’attività di Lanfranchi in Francia, Quaglino riferisce più volte alla<br />

polizia. In questo caso, evidentemente dietro richiesta della stessa,<br />

chiarisce che il Ferrucio, segretario della Commissione esecutiva dei<br />

Gruppi italiani di Parigi, va identificato con lui. Inoltre aggiunge che<br />

deve rientrare in Italia per sposarsi.<br />

679


2.4 Stralcio sul congresso del partito comunista 6/9 924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. 3, Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov.le – Rappresentanti 3 a Internazionale comunista<br />

in Italia – organizzazione ecc.<br />

680


<strong>Il</strong> Congresso del Partito comunista italiano avrà luogo alla metà di ottobre a<br />

Roma o a Milano secondo la situazione politica; cioè a Roma se sarà possibile<br />

tenerlo legalmente, a Milano in caso contrario. C’è la persuasione che a<br />

Milano tutto è possibile.<br />

*****<br />

In calce al testo dattiloscritto è apposta a matita l’annotazione: « Da Marsiglia<br />

6/9 924 – Partito Comunista K1 aff g.li – Vedi fasc. Avanguardie Garibaldine<br />

K4».<br />

La notizia sul congresso del PCD’I è inesatta, perché esso si terrà nel gennaio<br />

del 1926 a Lione.<br />

3. La distruzione delle logge massoniche<br />

La relazione datata « 23. IX. 24 », qui di seguito riprodotta, ha come oggetto<br />

le reazioni della massoneria alle persecuzioni fasciste; la programmata<br />

pubblicazione sulla stampa francese di scritti di Mussolini anteriori alla prima<br />

guerra mondiale, per screditarlo moralmente; le avanguardie garibaldine.<br />

Essa riflette i contenuti e lo stile propri delle relazioni di Quaglino, al quale<br />

va attribuita. Innanzitutto qui, come in molte altre sue relazioni, Quaglino<br />

indica la fonte delle sue notizie: il compagno Cremolacce, consigliere<br />

municipale di Marsiglia, città in cui egli evidentemente si trova nel momento<br />

in cui scrive la relazione. Inoltre, non conoscendo direttamente i fatti di<br />

cui parla ed essendo necessariamente impreciso, promette di impegnarsi per<br />

conoscere i nomi dei due massoni italiani che hanno partecipato alla riunione<br />

di Parigi. Infine ricorre nella relazione il tema dell’esistenza di carte segrete<br />

autografe di Mussolini in mano ai suoi nemici, già visto nel documento<br />

redatto a Genova nell’aprile 1923.<br />

Decisiva per l’attribuzione della relazione a Quaglino è la notizia dell’accettazione<br />

di tre comunisti nelle avanguardie garibaldine, perché concorda<br />

con un'altra sua relazione, di poco posteriore, in cui essa viene confermata.<br />

Scrive qui Quaglino: « <strong>Il</strong> gruppo garibaldino di Marsiglia ha aperto gli arruolamenti<br />

volontari. Ogni sera nella loro sede sociale vi è un tizio che riceve le<br />

domande. Tra gli altri sono stati accettati ad occhi chiusi tre comunisti ».<br />

Ebbene, la notizia ricorre anche nella relazione datata « Dalla Francia – Ottobre<br />

1924 », in cui Quaglino riferisce: « A Marsiglia tre comunisti sono entrati<br />

nella legione garibaldina col permesso degli organi superiori, allo scopo<br />

di essere al corrente di tutto ciò che si prepara da parte delle opposizioni ».<br />

681


Relazione datata 23. IX. 24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista -<br />

Francia (II° fasc.).<br />

682


23. IX. 24<br />

Caro Amico,<br />

le recenti devastazioni di logge avvenute in Italia per opera dei fascisti,<br />

hanno, almeno in Francia, nuociuto al governo Mussolini più della uccisione<br />

di Matteotti. Mi scrivono da Parigi notizie molto sintomatiche in proposito<br />

per chiedermi la conferma di un’eventuale partecipazione della massoneria<br />

marsigliese al nuovo piano d'attacco. In realtà il 33 Rigal, esponente<br />

delle logge non solo di Marsiglia, ma di tutto il mezzogiorno della Francia,<br />

si è trovato a Parigi una quindicina di giorni fa, egli è in ottime relazioni col<br />

compagno Cermolacce, consigliere municipale di Marsiglia, al quale devo le<br />

seguenti informazioni. A Parigi ha avuto luogo in questi giorni il Convento<br />

del grande Oriente di Francia, nel quale però non si è ufficialmente trattato<br />

la questione della solidarietà con la massoneria italiana. Vi è stato qualche<br />

accenno nella discussione sugli intrighi del Vaticano in Alsazia, (a proposito<br />

della introduzione delle riforme laiche) e sulla necessità di sostituire a Barrere<br />

un elemento sicuro e amico della massoneria. Secondo le notizie di Parigi,<br />

durante il Convento vi sarebbe stata una riunione a parte alla quale a-<br />

vrebbero partecipato: A Mille, il Sen. Antonin Lanquine, Brenier, il Dott.<br />

Delannay, Van Raalte, Melet, e Castanet per il Grande Oriente di Francia e<br />

due fr. italiani, venuti espressamente da Roma per quella riunione e dei quali<br />

ancora non si conoscono i nomi, ma, mi assicurano, saranno fra giorni<br />

identificati. (Bisogna ricordare che il gruppo parlamentare comunista ha un<br />

servizio formidabile d’informazioni specialmente per gli emigrati russi e la<br />

massoneria internazionale). Uno degli italiani avrebbe fatto una relazione<br />

sugli avvenimenti italiani. La relazione non fu a tinte ottimiste perché mirava<br />

a convincere i presenti: 1. non è opportuno pretendere dai fratelli italiani<br />

una ripresa di azione anticlericale perché questo aiuterebbe il fascismo e<br />

spingerebbe il P. P. fuori dalle opposizioni; 2. nemmeno bisogna dare alla<br />

lotta contro il fascismo degli obiettivi anti-dinastici, perché nei circoli di<br />

Corte la massoneria ha dei buoni appoggi; 3. non è oppor-<br />

683


684


tuno pubblicamente incompatibile la carica di massone con quella di fascista,<br />

perché nelle logge sono rimasti ottimi elementi inscritti ai fasci, dei quali<br />

ci si può servire al momento opportuno; 4. della più grande importanza è la<br />

scelta del nuovo ambasciatore a Roma.<br />

La seduta finì senza discussione: molti dei presenti domandarono delucidazioni<br />

sui vari punti. Non si è avuta notizia della riunione seguente che logicamente<br />

deve essere avvenuta. Si sa soltanto che l'On. Sammy Schmidt ha<br />

avuto dei colloqui con l'On. Blum a proposito dell'Ambasciata a Roma e<br />

sulla necessità di un intervento concorde del gruppo parlamentare socialista<br />

e radicale-soc. presso Herriot. Si crede che Barrère venga sostituito da un<br />

diplomatico di carriera, il quale apparentemente non possa sollevare difficoltà<br />

da parte italiana, ma i cui legami col bloc des gauches siano i più saldi.<br />

Si parla a Parigi di alcune pubblicazioni sensazionali che preparerebbe Le<br />

Quotidien dirette a screditare moralmente l'On. Mussolini: questi documenti<br />

si riferirebbero al periodo precedente all'entrata in guerra dell'Italia nel<br />

1915 e furono mostrati a varie persone all'epoca dello Assassinio Matteotti.<br />

I documenti sarebbero fotografie di originali appartenenti al Quai d’Orsay e<br />

appunto per questo si evita ancora a renderli di dominio pubblico. Tuttavia<br />

i documenti non hanno carattere diplomatico, ma possono benissimo essere<br />

presentati come provenienti da un archivio privato, disperso dopo la vittoria.<br />

Su quest’affare è molto bene informato l'On. Modigliani e lo era l'On.<br />

Matteotti; è probabile che la pubblicazione non avvenga sul “Quotidien”<br />

ma su “L’Oeuvre” per attenuare la responsabilità diretta del Governo.<br />

XXX <strong>Il</strong> gruppo garibaldino di Marsiglia ha aperto gli arruolamenti volontari.<br />

Ogni sera nella loro sede sociale vi è un tizio che riceve le domande.<br />

Tra gli altri sono stati accettati ad occhi chiusi tre comunisti. <strong>Il</strong> gruppo ha<br />

cambiato così nome: Compagnia Volontaria Garibaldina.<br />

****<br />

I rapporti tra fascismo e massoneria trovarono vasta eco, in questo periodo,<br />

sui giornali italiani, ivi compreso il giornale comunista L’Unità.<br />

Barrere era l’ambasciatore francese a Roma.<br />

685


4. L’attività degli antifascisti in Francia<br />

Relazione fiduciaria datata « Dalla Francia – Ottobre 1924 »<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed esecutivo giov. le – Rappresentatnti 3 a Internazionale in Italia – Organizzazione<br />

ecc.<br />

686


Dalla Francia – Ottobre 1924<br />

IL GOVERNO HERRIOT E LE CENTURIE COMUNISTE<br />

Finora né da parte del Governo Centrale, né da parte delle Autorità locali<br />

si sono avute delle manifestazioni riguardo alle centurie comuniste, ma non<br />

è da escludere che per salvare l'apparenza Herriot ponga qualche freno. Intanto<br />

bisogna tenere presente che le centurie sono apparse e continuano ad<br />

apparire in pubblico comandate da comunisti francesi: il partito comunista<br />

francese si è assunta la responsabilità legale del reclutamento e dell'inquadramento<br />

degli operai italiani avversi al fascismo. Non si tratta quindi di<br />

una iniziativa prettamente italiana. dal [Dal] punto di vista dei rapporti italofrancesi<br />

anche in questo caso Herriot dovrebbe intervenire per sciogliere<br />

un'organizzazione rivolta a cambiare la forma dello Stato di una potenza<br />

amica, ma è escluso che Herriot abbia la forza di compiere un tale atto. Le<br />

ragioni per le quali il Governo metterà un freno alle centurie si devono ricercare<br />

nelle pressioni delle opposizioni costituzionali che in Francia si sono<br />

viste contendere aspramente il terreno dai gruppi comunisti: l'iniziativa<br />

di questi ultimi sbandierata dalla costituzione delle centurie, ha distolto l'attenzione<br />

delle masse emigrate dall'azione degli altri partiti e l’ha concentrata<br />

intorno al partito comunista. Bisogna ricordare che la soppressione del settimanale<br />

in lingua italiana L’Humanité fu anch'essa operata per troncare la<br />

campagna comunista “contro le false opposizioni e la politica ambigua del<br />

bloc des gauches”. <strong>Il</strong> governo chiederà tutti e due gli occhi sui garibaldini,<br />

ma farà qualcosa contro i comunisti.<br />

Resta inteso che non otterrà nessun risultato: esso infatti si è già impegnato<br />

a rispettare il diritto di coalizione politica e sindacale agli emigrati stranieri.<br />

Ora le centurie sono organizzate in maniera che (salvo le occasioni rarissime<br />

di parata etc.) il loro funzionamento si identifica con quello di una organizzazione<br />

politica.<br />

La questione è ancor più semplice alla periferia: specialmente nel Midi la<br />

maggioranza dei prefetti e dei funzionari di polizia sono apertamente antifascisti;<br />

a varie riprese hanno dichiarato di non volere immischiarsi nelle “beghe<br />

tra emigranti italiani e governo italiano”, anzi di vederle<br />

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con simpatia, hanno rilasciato dei comunisti arrestati in flagranza mentre<br />

affiggevano manifesti anti-fascisti stampati alla macchia o mentre bastonavano<br />

qualche disgraziato considerato fascista. Si finirà con un compromesso,<br />

da una parte i comunisti rinunceranno a sfilare militarmente per strada,<br />

dall'altra il governo eviterà persecuzioni.<br />

Soltanto siccome è nei progetti, seppure remoti, degli organizzatori delle<br />

centurie, il ritorno in Italia per partecipare attivamente alla lotta anti-statale,<br />

sarà interessante vedere che cosa farà il Governo francese di fronte a simili<br />

tentativi.<br />

NELLE ALPI MARITTIME<br />

Nell'ultima settimana sono stati a Nizza, Mentone, Cannes, vari rappresentanti<br />

delle opposizioni: A. Borghi, Negro e Meschi sindacalista, Nenni,<br />

dir. dell’Avanti! ed alcuni garibaldini. Sono state tenute delle riunioni ristrette<br />

nelle quali si è parlato intorno al pericolo ... comunista e intorno al lavoro<br />

di reclutamento degli elementi costituzionali, anarchici e socialisti nella legione<br />

garibaldina.<br />

Domenica 5 Ottobre doveva aver luogo un grande comizio pubblico delle<br />

opposizioni. Al comizio sarebbero intervenuti anche i comunisti di tutto il<br />

dipartimento in formazione militare, per cui il prefetto fece chiamare sabato<br />

sera i componenti del Comitato delle opposizioni e li avvertì che la manifestazione<br />

sarebbe diventata facilmente comunista e li pregava di rinunziarvi<br />

per non fare brutta figura. <strong>Il</strong> Comitato chiese al prefetto di proibire il comizio<br />

e in questa maniera la faccenda restava esaurita, ma il prefetto non si è<br />

voluto prendere una simile responsabilità, ché da parte sua di comizi se ne<br />

potevano tenere 50, ma pregava gli iniziatori di riflettere se non conveniva<br />

loro rinunziarvi per il motivo già espresso. E così è stato. Domenica mattina<br />

è stato diramato un comunicato in cui si diceva che “per difficoltà impreviste”<br />

il comizio era sospeso.<br />

I comunisti tennero ugualmente una riunione nella loro sede a Rue St. Joseph<br />

n. 18.<br />

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A Nizza è come altrove: le opposizioni hanno una certa influenza, però generica,<br />

piuttosto morale, mentre i comunisti hanno un'organizzazione di<br />

gruppi, comitati locali, comitati di zona, comitati regionali, collegamenti ecc.<br />

quasi perfetta.<br />

Nelle riunioni tenute a Montone e a Cannes, Borghi ha detto tra le altre balle:<br />

“Per il 10 Novembre bisognerà essere pronti a passare la frontiera”. “Allora<br />

l'organizzazione della spedizione garibaldina sarà ultimata e comprenderà 25<br />

mila uomini.”<br />

“ Non bisogna aderire alle centurie comuniste perché quelle saranno<br />

sciolte dal governo francese mentre le nostre sono protette.”<br />

Ma siccome non aveva i soldi per tornare a Parigi, dovettero fare una sottoscrizione<br />

anti-fascista e consegnargli il ricavato.<br />

Nelle Alpi Marittime finora sono già costituite 25 squadre comuniste.<br />

IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO<br />

(Organizzazione – tendenze – tattica – rapporti con altri partiti – attività<br />

sindacale, i contadini, i comitati operai, il prossimo congresso nazionale).<br />

Col I° Gennaio 1925 il partito comunista dovrà avere ultimata la propria<br />

riorganizzazione interna sulla base delle cellule, cioè spariranno sia le sezioni,<br />

sia i gruppi rionali, sia le federazioni provinciali sulle quali finora si era<br />

basata l'organizzazione del partito. Le sedi comuniste non saranno più nelle<br />

case del popolo o in uffici illegali scelti all'interno delle città, ma nelle fabbriche.<br />

I segretari di sezione non saranno più gli avvocati, gli impiegati, ecc.<br />

ma solamente gli operai addetti in una fabbrica o in un cantiere. Tutta la vita<br />

del partito sarà rinnovata: le riunioni saranno tenute immediatamente<br />

dopo l'uscita dal lavoro, in un locale prossimo alle officine; le convocazioni<br />

saranno fatte a viva voce da un reparto all'altro dei cantieri o delle fabbriche.<br />

Coloro che hanno una occupazione liberale, oppure sono solo iscritti al<br />

partito comunista in una determinata impresa saranno raggruppati alla cellula<br />

più vicina, in maniera che l'attività comunista si svolgerà unicamente o<br />

quasi sui luo-<br />

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ghi di lavoro. Le ragioni per le quali è stata decisa una tale trasformazione<br />

del funzionamento del partito sono varie:<br />

I°) – con le cellule il partito comunista è al riparo dai colpi di mano della<br />

reazione, facilissimi contro le vecchie sezioni comuniste;<br />

2°) – il partito si proletarizza, aumenta la sua influenza in mezzo agli operai,<br />

si occupa di tutte le questioni giornaliere che li riguardano;<br />

3°) – elimina o neutralizza l'influenza dei politicanti i quali imperavano sulle<br />

vecchie sezioni, tutti i posti responsabili saranno occupati da operai autentici,<br />

eccetto naturalmente per gli organi superiori del partito.<br />

Dopo il I° Gennaio 1925 questa trasformazione sarà ultimata, ma vi sono dei<br />

centri come Torino, Trieste, Milano nei quali le cellule hanno già preso il posto<br />

delle sezioni.<br />

La ripartizione del partito in segretariati interregionali rimarrà perché ha<br />

dato buoni frutti. Ha assicurato anzitutto una certa libertà di movimento<br />

all'esecutivo, il quale per il momento non è tenuto ad essere in relazione diretta<br />

col partito, ma comunica direttamente con i 5 segretari interregionali,<br />

da Milano, dove ancora per qualche tempo si trova. <strong>Il</strong> 3° Congresso nazionale<br />

del P.C. dovrebbe aver luogo verso la fine di Ottobre a Roma. La discussione<br />

sarà importante perché dovrà decidere sui rapporti tra il partito e<br />

l'Internazionale e dovrà dare la supremazia a una delle tre tendenze che ora<br />

si disputano la maggioranza del partito.<br />

Le caratteristiche delle tre tendenze sono:<br />

I°) – la sinistra (Bordiga, Grieco, Fortichiari, Repossi, Mangano, Longo) è<br />

contraria alla tattica della penetrazione interna del partito massimalista per<br />

trasportarlo alla III Internazionale, sostiene che se anche Lazzari si deciderà<br />

a uscire dal P.S.I. e domanderà di entrare nel P.C.I. non bisognerebbe accettarlo:<br />

è contraria al cosidetto fronte unico politico con altri partiti e sostiene<br />

che il partito non deve mai rinunziare a lottare contro i partiti affini; è contraria<br />

alla concezione del governo operaio e contadino su base parlamentare,<br />

costituito con l'alleanza di tutti i partiti operai e sostiene che i comunisti<br />

devono lottare per tutto il potere, per la distruzione radicale dello stato borghese,<br />

per l'espropriazione, ecc. In quest'ultimo punto non si tratta soltanto<br />

di una questione lontana, perché<br />

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i partigiani del governo operaio e contadino (i destri) sostengono anche la<br />

necessità dei blocchi elettorali con i partiti affini. Infine la sinistra sostiene<br />

che nel caso in cui la maggioranza del congresso dovesse ratificare la sua<br />

tattica, essa non accetterà la direzione del partito finché Mosca continuerà a<br />

seguire una linea politica centrista.<br />

2° <strong>Il</strong> centro del partito (Gramsci, Terracini, Gennari, Togliatti, Scoccimarro,<br />

Azzario) è favorevole alla tattica del fronte unico e a quella del governo<br />

operaio. <strong>Il</strong> centro si distingue dalla sinistra soprattutto perché vuole collaborare<br />

con Mosca, anche in quelle cose in cui Mosca si discosta dalla linea<br />

centrista, mentre Bordiga sostiene di non poter ubbidire ad ordini che lui<br />

non condivide, sicché nel caso in cui egli avrà la maggioranza si avrà il caso<br />

strano di un partito diretto dalla minoranza, sol perché questa accetta la disciplina<br />

internazionale. Tutte le pressioni saranno esercitate per obbligare<br />

Bordiga ad uscire dalla sua resistenza passiva, ma quelli che conoscono il<br />

suo temperamento sanno che non si lascia facilmente persuadere.<br />

3 La destra del partito (Tasca, Roveda, Bertolotti, Graziadei) è favorevole<br />

alla tattica del “noyantage” (nidificazione), così è chiamata a Mosca, all'interno<br />

del P.S.I., è favorevole ai compromessi politici con elementi affini, e<br />

al governo operaio contadino. Dissente dal centro nell'apprezzamento del<br />

passato e preconizza un'intesa sindacale tra comunisti e massimalisti.<br />

E’ difficile prevedere quale tendenza prevarrà perché da due anni non vi è<br />

stata una consultazione nel partito; inoltre il partito ha negli ultimi mesi raddoppiato<br />

quasi il numero dei propri iscritti e i nuovi venuti sono tutti favorevoli<br />

al centro, alieni dall'eccessiva intransigenza di Bordiga.<br />

“I GRUPPI ITALIANI DI LAVORO IN FRANCIA (Comunisti)”<br />

Organizzazione attuale, rapporti con le opposizioni – <strong>Il</strong> nullismo dei fasci –<br />

L'attività consolare)<br />

I tesserati nei gruppi italiani di lavoro in Francia sono circa 5200: tutti<br />

hanno la tessera del partito<br />

695


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comunista francese e dei così detti “gruppi it. di lavoro”, che sono né più né<br />

meno che gruppi comunisti. Vi sono inoltre 12.000 simpatizzanti comunisti<br />

non ancora tesserati, e 30.000 italiani nei sindacati unitari (Comunisti). La<br />

Riscossa ha una tiratura oscillante: la media ora è salita a 18.000 copie settimanali.<br />

La segreteria dei gruppi italiani in Francia riceve ogni mese da Mosca<br />

10.000 franchi per tutti i bisogni dell'organizzazione; il versamento della<br />

somma viene fatto da M/me Margueritte Rosmer direttamente all'amministrazione<br />

della Humanité sul conto corrente intestato ai gruppi italiani.<br />

I comunisti italiani in Francia sono quasi tutti Bordighiani perciò escludono<br />

recisamente ogni contatto o compromesso con altri partiti, anzi combattono<br />

accanitamente sia i socialisti, sia gli anarchici. L’episodio puramente casuale<br />

dell'adozione della camicia rossa da parte delle centurie proletarie ha<br />

fatto a molti sospettare una qualche connessione con i garibaldini, ma la verità<br />

è perfettamente il contrario.<br />

Garibaldini e comunisti si fanno una lotta accanita ed è da escludersi ogni<br />

possibilità d'intesa tra le due organizzazioni. I garibaldini finiranno con<br />

l’incorporare gli elementi antifascisti della piccola borghesia, mentre le centurie<br />

resteranno la sola organizzazione armata del proletariato.<br />

L'azione dei fascisti facilita molto il lavoro dei comunisti: sembra quasi che<br />

alla direzione del movimento fascista in Francia ci sia ... un anti-fascista. Invece<br />

di azione dovrebbe parlarsi di inazione. Vi sono centinaia di operai inscritti<br />

alle corporazioni ed anche ai fasci e che venuti in Francia si trovano<br />

isolati, in un ambiente rovente; costoro finiscono spesso col presentarsi ai<br />

comunisti e confessarsi, per trovare lavoro e non essere molestati, mentre<br />

molti di essi risultano poi come elementi restati in Italia sempre fedeli al fascismo.<br />

Lo stesso cambiamento si è verificato nell'atteggiamento dei Consoli.<br />

Mentre fino al delitto Matteotti tutti ostentavano il loro filo-fascismo, ora in<br />

molte località sono tornati ai bei tempi di Facta, agnostici su tutte le questioni<br />

che riguardano la propaganda politica in mezzo all'emigrazione. Partecipano,<br />

(come a Marsiglia) a feste e banchetti con elementi appartenenti<br />

notoriamente all'opposizione e scoraggiano tutti i connazionali i quali a-<br />

vrebbero intenzione di arginare la marea bolscevica.<br />

697


698


Per l'acquisto di armi il comando delle centurie ha diramato l'ordine ai fiduciari<br />

locali di astenersi da ogni pratica, in quanto l'acquisto delle armi sarà<br />

fatto direttamente dal Comando centrale.<br />

La sottoscrizione per l'armamento ha dato finora più di 50.000 fr., non<br />

molto se le armi dovessero essere acquistate ai prezzi correnti, mentre invece<br />

il comando ritiene di poterle avere direttamente trafugandole dai depositi<br />

francesi. Infatti il partito comunista francese ha un'ottima penetrazione<br />

nell'esercito: ufficiali e soldati sia inscritti nel partito, sia simpatizzanti e con<br />

una propria centrale illegale. Nel Comando centrale delle centurie hanno<br />

partecipato Treint, ex capitano dell'esercito ora segretario del partito comunista,<br />

Marty, ex ufficiale di Marina, Marchand, incaricato della propaganda<br />

antimilitarista nell'esercito della Ruhr e Vaillant-Centurier deputato, ex Ufficiale<br />

dell'esercito.<br />

I garibaldini anche mirano ad avere direttamente le armi con lo stesso sistema,<br />

giovandosi dei rapporti da essi contratti durante la guerra con ufficiali<br />

superiori dell'esercito francese. A Marsiglia in alcune riunioni tenute dai<br />

garibaldini hanno partecipato anche ufficiali francesi in servizio attivo. Del<br />

resto il fatto che le armi saranno in buona parte date pacificamente è confermato<br />

da molte confidenze degli elementi anarchici, come Bordiga 1 , Negro,<br />

ecc.<br />

---------<br />

Berti è a Mosca con la moglie<br />

D'Onofrio Edoardo è a Leningrado<br />

Terracini Umberto è a Mosca rappresentante dell'Italia nell'Esecutivo<br />

dell'Internazionale.<br />

Arturo Cappa è a Parigi al Soccorso Rosso, il quale si occupa di sussidiare e<br />

di fornire di passaporti i profughi politici di tutte le nazionalità.<br />

Egli stesso è senza passaporto regolare – convive con la moglie del defunto<br />

comunista Kern. Lavora nella sede del Partito comunista Francese a Rue<br />

Lafayette N. 120, in un Ufficio al terzo piano. Gli organi direttivi del movimento<br />

comunista italiano si trovano invece presso la redazione dell'Humanité<br />

alla Rue Monmartre 142. Da notare che per appartenere al mov.<br />

com. Italiano bisogna prima essere ammesso nel partito com. francese.<br />

1 <strong>Il</strong> nome di Bordiga, comunista, è qui trascritto erroneamente dal dattilografo al<br />

posto di quello di Borghi, anarchico.<br />

699


700


COMITATO DELLE OPPOSIZIONI IN FRANCIA<br />

Nei comitati delle opposizioni costituiti in Francia non partecipano ufficialmente<br />

né i socialisti francesi, né i massoni, ma costoro sono gli appoggi<br />

diretti sui quali manovrano i De Ambris e C. Sia finanziariamente che politicamente<br />

i massoni sono i veri padroni dei comitati; in Francia non vi è incompatibilità<br />

tra l'appartenenza al partito socialista e alla massoneria, per cui<br />

quest'ultima è influenzata direttamente dai socialisti.<br />

Un'assemblea degli anarchici di Parigi ha sconfessato in questi ultimi giorni<br />

l'adesione data da Borghi e da Meschi al comitato delle opposizioni. <strong>Il</strong><br />

gruppo di La Seyne s/m ha votato un o.d.g. identico. Tuttavia Borghi resterà<br />

al servizio dei garibaldini per non restare disoccupato.<br />

A Marsiglia tre comunisti sono entrati nella legione garibaldina col permesso<br />

degli organi superiori, allo scopo di essere al corrente di tutto ciò che<br />

si prepara da parte delle opposizioni.<br />

*****<br />

In questa relazione, Quaglino informa la polizia sull’atteggiamento<br />

del governo francese nei confronti delle centurie proletarie; sull’attività<br />

delle opposizioni antifasciste non comuniste nelle Alpi Marittime;<br />

sull’organizzazione del PCd’I; sui gruppi di lavoro comunisti in Francia;<br />

sugli spostamenti di alcuni dirigenti comunisti; sul Comitato delle<br />

opposizioni in Francia.<br />

Dalla relazione si evince che Quaglino l’ha redatta dopo avere fatto<br />

un giro nel Meridione della Francia, di cui ha visitato alcune città, tra le<br />

quali Marsiglia, su cui riferisce alcune notizie. Si sono già viste quelle<br />

relative a Peppino Garibaldi e alla distruzione delle logge massoniche,<br />

contenute nelle due relazioni precedenti. In questa relazione, oltre a ribadire<br />

la notizia dell’ingresso di tre comunisti nella legione garibaldina,<br />

contenuta nella relazione datata « 23. IX. 24 », critica l’atteggiamento<br />

dei consoli – in particolare di quello di Marsiglia – e dei fascisti locali<br />

perché, dopo il delitto Matteotti, si dimostrano troppo tiepidi verso il<br />

movimento fascista.<br />

A proposito dei tre comunisti accolti nella legione garibaldina, nella<br />

relazione del 23.IX.24 scrive: « <strong>Il</strong> gruppo garibaldino di Marsiglia ha<br />

aperto gli arruolamenti volontari. Ogni sera nella loro sede sociale vi è<br />

un tizio che riceve le domande. Tra gli altri sono stati accettati ad occhi<br />

701


chiusi tre comunisti ». Qui ribadisce e chiarisce: « A Marsiglia tre comunisti<br />

sono entrati nella legione garibaldina col permesso degli organi<br />

superiori, allo scopo di essere al corrente di tutto ciò che si prepara da<br />

parte delle opposizioni ».<br />

Sui fascisti scrive: « L'azione dei fascisti facilita molto il lavoro dei<br />

comunisti: sembra quasi che alla direzione del movimento fascista in<br />

Francia ci sia ... un anti-fascista. Invece di azione dovrebbe parlarsi di<br />

inazione ».<br />

E sui consoli: « Mentre fino al delitto Matteotti tutti ostentavano il<br />

loro filo-fascismo, ora in molte località sono tornati ai bei tempi di<br />

Facta, agnostici su tutte le questioni che riguardano la propaganda politica<br />

in mezzo all'emigrazione. Partecipano, (come a Marsiglia) a feste e<br />

banchetti con elementi appartenenti notoriamente all'opposizione e<br />

scoraggiano tutti i connazionali i quali avrebbero intenzione di arginare<br />

la marea bolscevica ».<br />

Al contrario di <strong>Silone</strong>, Quaglino si dimostra schierato col fascismo e<br />

critica quei fascisti che non lo difendono adeguatamente.<br />

Come si è visto, dall’analisi delle cinque relazioni sopra esaminate è<br />

emerso che solo due di esse sono attribuibili a <strong>Silone</strong>: la prima relativa<br />

alle centurie proletarie, la seconda alle avanguardie garibaldine. Si è<br />

constatato anche che il contenuto di quella relativa alle centurie proletarie<br />

non solo è generico, ma anche di dominio pubblico. Altrettanto<br />

può dirsi di quella che riguarda le avanguardie garibaldine, nella quale<br />

<strong>Silone</strong> non fa altro che esprimere valutazioni su di esse che erano diffuse<br />

sulla stampa comunista. Per ragioni di brevità se ne riporta solo<br />

un esempio, tratto dall’articolo intitolato « Dopo la capitolazione<br />

dell’Aventino – Le ripercussioni politiche fra i nostri emigrati in Francia<br />

– Garibaldinismo, arditismo rosso e leninismo », apparso su<br />

L’Unità del 26 febbraio 1925.<br />

702


Se si compara questo testo con la relazione di <strong>Silone</strong> sulle avanguardie<br />

garibaldine, si constata che il giudizio sull’inesperienza politica di Peppino<br />

Garibaldi e sulla inconsistenza del suo movimento sono identici.<br />

Si può pertanto affermare che <strong>Silone</strong> assunse un atteggiamento simulatorio<br />

nei confronti della polizia non soltanto nel periodo 1928-1930,<br />

ma anche in quello antecedente, per il quale si sono trovate nell’ACS<br />

solo due relazioni fiduciarie a lui attribuibili. Oltre a queste due relazioni,<br />

ne avrà redatto certamente delle altre che però non sono state<br />

trovate nell’ACS. In ogni caso, il problema non consiste nel fatto se ne<br />

abbia scritto poche o molte, ma nella loro qualità, cioè se avessero carattere<br />

delatorio o simulatorio. Dall’analisi finora effettuata è emerso il<br />

loro carattere simulatorio, dato il loro contenuto generico e notorio.<br />

Resta da chiarire ora la ragione della simulazione di <strong>Silone</strong> nei confronti<br />

della polizia. Esiste al riguardo una testimonianza di Luce<br />

d’Eramo, raccolta da Giuseppe Tamburrano, in cui la scrittrice riferisce<br />

703


la notizia, appresa da Umberto Terracini, che <strong>Silone</strong> da giovane ebbe<br />

l’incarico da parte del suo partito di infiltrarsi nella polizia per conoscere<br />

notizie riservate:<br />

Alla fine del dibattito, mentre ci fermavamo a chiacchierare e io ringraziavo i presentatori,<br />

m’avvicinai di nuovo a Umberto Terracini per esprimergli la mia gratitudine:<br />

era vero, avevo voluto capire “dall’interno”. E lui mi rispose che comprendeva<br />

quanto <strong>Silone</strong> mi fosse stato d’aiuto, perché pure <strong>Silone</strong> da giovane, in tutt’altra situazione<br />

e altro contesto e in tutt’altro modo, aveva voluto capire e far capire il “sottofondo”<br />

fascista, quando il PCI clandestino l’aveva incaricato d’utilizzare le conoscenze<br />

che aveva nella polizia politica, fingendosi anche informatore per sapere notizie<br />

riservate sui metodi e tranelli usati contro gli antifascisti 4 .<br />

Non è necessario, però, invocare tale testimonianza, che gli scettici<br />

potrebbero mettere in dubbio, per affermare che <strong>Silone</strong> si finse informatore<br />

della polizia nell’interesse del suo partito. Perché l’adozione<br />

della tattica dell’infiltrazione negli organismi politici avversari e negli<br />

apparati dello stato fu adottata dal PCD’I fin dal tempo del suo secondo<br />

congresso, come risulta da una relazione di un commissario di PS<br />

relativa alle discussioni e alle deliberazioni congressuali del giorno 24<br />

marzo 1922, nella quale si legge: « E’ stato riconosciuto opportuno infiltrarsi<br />

e fare amicizie da parte dei comunisti con fascisti, guardie regie,<br />

ed agenti investigativi, allo scopo di conoscere quali istruzioni essi ricevono<br />

». <strong>Il</strong> passo della relazione è stato già riportato in precedenza, ma è<br />

opportuno rimarcarlo nuovamente, anche con la sua copia fotografica:<br />

4 G. Tamburrano, G. Granati, A. Isinelli, Processo a <strong>Silone</strong>, op. cit., pp.134-135.<br />

704


Va richiamata, altresì, la relazione fiduciaria del 29 novembre 1927,<br />

scritta a mano da Bellone, in cui è detto che Mario Montagnana era<br />

riuscito ad arruolare un archivista della questura di Torino; che Pietro<br />

Tresso era in contatto con un commissario di PS della questura di Milano<br />

– che lo informava sull’attività anticomunista svolta dalla polizia,<br />

senza peraltro accettare i compensi pecuniari propostigli – e che un<br />

maresciallo di PS di Genova, poi trasferito, era in relazione con i comunisti.<br />

<strong>Il</strong> caso di <strong>Silone</strong> è del tutto simile a quello di Montagnana e di Tresso.<br />

Conosciuto il commissario Bellone nel 1920 a Roma, al tempo in<br />

cui era direttore de L’Avaguardia, <strong>Silone</strong> si mantenne saltuariamente in<br />

contatto con lui per conoscere ciò che i vertici della polizia volevano<br />

sapere sul partito comunista, fornendogli come contropartita informazioni<br />

generiche e notorie.<br />

La tattica dell’infiltrazione nelle istituzioni fasciste, già largamente<br />

pratica dai comunisti, fu ufficializzata in occasione del VI congresso<br />

del Komintern, tenutosi a Mosca nel luglio-settembre 1928. Sul fenomeno<br />

esistono numerose testimonianze presso l’ACS 5 .<br />

Una ulteriore controprova della falsità della tesi che <strong>Silone</strong> sia stato<br />

una spia fascista è costituita dall’atteggiamento da lui tenuto in occasione<br />

della celebrazione del congresso di Lione, avvenuta dal 20 al 26<br />

5 Si vedano i documenti presenti in ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia)<br />

– 3 a Internazionale Comunista – Komintern; ACS, MI, DGPS, Materia, b. 138,<br />

fasc. 1, Partito comunista, fascicolo generale; ACS, MI, DGPS, Materia, b. 136,<br />

fasc. 12, Propaganda comunista nei sindacati fascisti e Dopolavoro. La linea<br />

dell’infiltrazione nei sindacati fascisti fu adottata dal PCd’I in una riunione del Comitato<br />

centrale dell’ottobre 1928, con l’approvazione della relazione di Pasquini<br />

(<strong>Silone</strong>) intitolata «<strong>Il</strong> lavoro nei sindacati fascisti». Per il testo della relazione si veda<br />

APC, 653. La prima parte della relazione fu pubblicata su Lo Stato operaio<br />

dell’ottobre 1928 col titolo «Sviluppo e funzioni del sindacato fascista», a firma di<br />

Secondino Tranquilli. La seconda parte è stata recentemente pubblicata da V. E-<br />

sposito, Ignazio <strong>Silone</strong> ovvero un “caso” infinito, Centro studi siloniani, Pescina,<br />

2000, pp.77-90.<br />

705


gennaio 1926. La polizia si dette un gran da fare per scoprire la località<br />

e la data in cui si sarebbe dovuto tenere, riuscendo a conoscerle solo<br />

dopo la sua conclusione. Ebbene, se fosse stato una spia fascista, come<br />

mai <strong>Silone</strong> non comunicò in anticipo a Bellone il luogo e la data del<br />

congresso? Se glieli avesse comunicati, Bellone avrebbe potuto farli<br />

conoscere alla polizia francese, e quest’ultima avrebbe potuto compiere<br />

una brillante operazione repressiva con l’arresto della maggior parte dei<br />

congressisti che erano privi di documenti regolari. L’unica risposta logica<br />

alla domanda è che <strong>Silone</strong> non anticipò alla polizia alcuna notizia sul<br />

congresso perché non era un traditore dei propri compagni di partito.<br />

706


Travisamento dei fatti da parte di Biocca e Canali<br />

Dall’analisi dei documenti dell’ACS è emerso che Canali e Biocca<br />

hanno commesso due gravi errori: avere attribuito a <strong>Silone</strong> le relazioni<br />

fiduciarie contenute nelle lettere della questura di Roma, che sono<br />

state invece redatte da Quaglino, e avere ritenuto autentica, anziché<br />

simulata, l’attività informativa svolta da <strong>Silone</strong>. Le incongruenze e le<br />

contraddizioni derivanti dal loro metodo di ricerca – che si basa e-<br />

sclusivamente su una serie di congetture inconsistenti – sono già state<br />

ampiamente evidenziate da Giuseppe Tamburrano, Gianna Granati e<br />

Alfonso Isinelli 1 , ai cui si rimanda, e perciò non ci si sofferma qui su<br />

di esse. Qui ci si limita solo a riportare due esempi, per ciascuno dei<br />

due storici, che dimostrano come le loro conclusioni si fondano su<br />

un travisamento dei fatti e dei documenti.<br />

Travisamenti di Biocca<br />

1. L’avvocato Mario Trozzi<br />

Parlando dell’avvocato socialista Mario Trozzi, difensore di fiducia<br />

di Romolo Tranquilli, Biocca dice che faceva ben poco per aiutare il<br />

suo assistito perché aveva paura dei giudici. Inoltre, aggiunge che<br />

Trozzi morì in un incidente, pochi mesi prima del processo di Romolo,<br />

svoltosi nel 1931. Da dove abbia attinto tali notizie non si sa. Ecco<br />

il passo in cui parla di Trozzi:<br />

1 Si vedano al riguardo G. Tamburrano, G. Granati, A. Isinelli, Processo a <strong>Silone</strong> –<br />

La disavventura di un povero cristiano, Piero Lacaita editore, Manduria-Bari-Roma,<br />

2001; G. Tamburrano, <strong>Il</strong> caso <strong>Silone</strong>, Torino, Utet, 2006, con appendice di Gianna<br />

Granati.<br />

707


Fonte: D. Biocca, <strong>Silone</strong> - La doppia vita di un italiano, Rizzoli, Milano, 2005, p. 36.<br />

Come può constatarsi, contro l’avv. Trozzi viene usato lo stesso<br />

metodo denigratorio usato contro <strong>Silone</strong>. Si dice di lui che non a-<br />

dempì fedelmente il proprio dovere di difensore perché aveva paura<br />

dei giudici. Dai fascicoli relativi alla vicenda processuale di Romolo<br />

Tranquilli, invece, risulta che compì fedelmente il proprio dovere,<br />

senza dimostrare alcuna paura nei confronti dei giudici. Trozzi, socialista,<br />

attentamente sorvegliato dall’Ovra, esercitò sempre con correttezza<br />

la sua professione, difendendo gli imputati antifascisti (socialisti,<br />

comunisti, anarchici ecc.) che a lui si rivolgevano. La notizia dello<br />

scarso impegno profuso da Trozzi nella difesa di Romolo Tranquilli è<br />

falsa, così come è falsa la notizia che egli sia morto in un incidente<br />

prima dello svolgimento del processo di Romolo. Ciò risulta in modo<br />

inconfutabile dalla nota del direttore capo della Pol Pol alla DGAR<br />

datata 19 maggio 1932, in cui si dice che l’avv. Trozzi morì il 12 maggio<br />

1932, alle ore 20.30, mentre assisteva a uno spettacolo nel cinema<br />

Bernini a Roma. Quindi, dopo circa un anno dallo svolgimento del<br />

processo contro Romolo Tranquilli.<br />

Eccone la copia fotografica:<br />

708


Fonte: ACS, CPC, b. 5231, fasc. Trozzi Mario<br />

709


Se Biocca ignorava le circostanze della morte di Trozzi, perché darne<br />

una spiegazione con l’invenzione del fatto inesistente dell’incidente?<br />

Avrebbe dovuto non parlarne. Però va detto anche che a-<br />

vrebbe dovuto conoscerle. Evidentemente ha trascurato di consultare<br />

i due fascicoli intestati a Trozzi esistenti nell’ACS. Inoltre ha trascurato<br />

di leggere attentamente tutti gli atti processuali relativi alla vicenda<br />

di Romolo Tranquilli, dai quali risulta l’impegno dell’avv. Trozzi a favore<br />

del suo assistito, lanciandogli la falsa accusa di non avere svolto<br />

correttamente il proprio mandato professionale.<br />

2. La cartolina di Silvestri a Nudi<br />

Biocca sostiene che <strong>Silone</strong> ebbe dei contatti epistolari con l’ispettore<br />

Nudi. E questo è vero, come risulta dall’analisi dei documenti<br />

precedentemente effettuata. Per provarli, però, utilizza una cartolina<br />

che sarebbe stata a lui indirizzata da <strong>Silone</strong>. E ciò è falso. Perché la<br />

cartolina citata da Biocca fu indirizzata a Camilla Ravera e non<br />

all’ispettore Nudi. Ecco quanto scrive Biocca:<br />

Fonte: D. Biocca - M. Canali, L' informatore: <strong>Silone</strong>, i comunisti e la polizia, Luni<br />

Editrice, Milano-Trento, 2000, p. 134, nota 111.<br />

Nella posizione archivistica citata da Biocca [ACS, K/R, Ovra, b.<br />

2bis] si trovava fino al 1931 un plico contenente due lettere ed una<br />

cartolina di Nicola e Silvestri a Nudi. <strong>Il</strong> 10-2-1931 questo plico fu tolto<br />

dalla busta Ovra 2bis e messo in una cassetta dove si custodivano<br />

710


i documenti. Ciò risulta dalla seguente nota che si trova nella busta,<br />

che qui si riproduce:<br />

Fonte: ACS, K/R, Ovra, b. 2bis<br />

<strong>Il</strong> plico contenente due lettere ed una cartolina di Nicola e Silvestri<br />

a Nudi, spostato nella cassetta dei documenti, sebbene cercato non è<br />

stato trovato nell’ACS.<br />

Nella busta Ovra 2bis si trova anche il frammento di una cartolina<br />

che fa parte dei documenti sequestrati a Camilla Ravera, in occasione<br />

del suo arresto, avvenuto il 10 luglio 1930. Ebbene, Biocca cade qui<br />

in un grossolano errore, sostenendo che tale frammento di cartolina<br />

sia custodito in una busta contenente la dicitura: « Plico contenente<br />

due lettere ed una cartolina dei confidenti Nicola e Silvestri al Comm.<br />

Nudi. Tolte dal fascicolo e passate nella cassetta dei documenti ». In<br />

realtà, nella busta Ovra 2bis, esistono due documenti diversi tra loro:<br />

la nota relativa al plico spostato nella cassetta dei documenti e il<br />

frammento della cartolina, che Biocca dimostra di non avere saputo<br />

distinguere.<br />

711


La calligrafia della cartolina, secondo Biocca, sarebbe quella di <strong>Silone</strong>,<br />

che avrebbe usato lo pseudonimo Silvestri.<br />

Eccolo il frammento della cartolina:<br />

Sul retro vi è la scritta: « Saluti cari ed auguri a te ed ai compaesani<br />

di nostra conoscenza. tuo ». Come può constatarsi, non vi si legge la<br />

firma « Silvestri », riportato nella trascrizione del testo fattane da<br />

Biocca. Pertanto, non è possibile stabilire con certezza chi sia il mittente<br />

della cartolina, che in teoria potrebbe essere anche <strong>Silone</strong>. In<br />

ogni caso essa non è indirizzata all’ispettore Nudi, al quale <strong>Silone</strong> non<br />

dava del tu, ma del lei. Dava, invece, del tu alla Ravera, sua compagna<br />

di partito, alla quale la cartolina era stata indirizzata. E, per precauzione,<br />

la Ravera aveva tagliato sia il suo indirizzo, nella parte riservata<br />

al destinatario, sia la firma del mittente. Sul verso vi è l’immagine degli<br />

elefanti portati in Italia da Annibale che mettono in fuga i soldati<br />

romani.<br />

I « compaesani di nostra conoscenza » sono evidentemente i compagni<br />

di partito e l’immagine della battaglia tra Cartaginesi e Romani<br />

allude, forse, alla lotta tra comunisti e fascisti.<br />

Nell’ACS c’è la nota del 10-2-1931 che accerta i rapporti epistolari di<br />

<strong>Silone</strong> con l’ispettore Nudi, perché dunque fondarli falsamente sulla<br />

cartolina sequestrata alla Ravera?<br />

712


2. Travisamenti di Canali<br />

1. La falsa attribuzione a Bellone del rapporto redatto da De Bernardini<br />

Canali e Biocca hanno accusato falsamente <strong>Silone</strong> di avere provocato,<br />

con la sua attività informativa, l’arresto di alcuni importanti dirigenti<br />

comunisti. Canali lo addita addirittura come responsabile<br />

dell’arresto di Antonio Gramsci, che sarebbe avvenuto grazie alle informazioni<br />

da lui fornite a Bellone. E per provare il rapporto di collaborazione<br />

tra i due adduce il fatto inesistente del rilascio di <strong>Silone</strong><br />

da parte di Bellone, il 7 luglio 1926, nell’occasione in cui questi fu arrestato<br />

casualmente e portato in questura. Ecco le sue affermazioni:<br />

Guido Bellone assunse quindi il ruolo di grande accusatore di Antonio Gramsci. Era<br />

stato lui, con un rapporto del 29 dicembre 1925, a riferire al ministero dell’Interno la<br />

notizia della nomina di Gramsci a « segretario generale del P.C. in Italia ».<br />

[…] La ricerca storica ha ormai accertato da circa una decina d’anni che<br />

l’informatore di Bellone infiltrato nel Pcd’I era Ignazio <strong>Silone</strong>, con lo pseudonimo<br />

di copertura di « Silvestri ».<br />

[…] <strong>Il</strong> 7 luglio 1926, […] <strong>Silone</strong> veniva fermato in modo del tutto casuale da agenti<br />

del commissariato del centro storico di Roma. Era stato riconosciuto da un ex comunista,<br />

passato ormai al fascismo, e additato ai poliziotti, i quali erano naturalmente<br />

all'oscuro dei rapporti fiduciari che intercorrevano tra il vicequestore Bellone e <strong>Silone</strong>.<br />

La conferma ulteriore del rapporto fiduciario, esistente fra <strong>Silone</strong> e la questura di<br />

Roma, viene dal comportamento clamorosamente complice tenuto in quell'occasione<br />

dal vicequestore Bellone, il quale, quando <strong>Silone</strong> gli venne condotto davanti,<br />

[…] pur non ignorando di avere tra le mani il ricercatissimo responsabile nazionale<br />

dell'Agit prop. lo rilasciava immediatamente. [Cfr. M. Canali, <strong>Il</strong> tradimento –<br />

Gramsci, Togliatti e la verità negata, Marsilio, Venezia, 2013, pp. 62-66.]<br />

In questa ricostruzione vi sono due gravi falsi storici.<br />

<strong>Il</strong> primo riguarda il rapporto del 29 dicembre 1925 che porta<br />

l’intestazione della Questura di Roma. Innanzitutto, esso non è indirizzato<br />

al ministero dell’Interno, bensì al Procuratore del Re in Roma.<br />

In secondo luogo il rapporto non fu redatto da Bellone, bensì dal<br />

commissario di PS Ermanno De Bernardini come risulta dalla dicitura<br />

« Prefetto reggente la Questura f° De Bernardini », apposta alla fi-<br />

713


ne del documento. De Bernardini scrisse al procuratore del re non<br />

per riferirgli che Gramsci era il segretario del partito comunista, ma<br />

per comunicargli che aveva eseguito una perquisizione nel suo domicilio<br />

e in quello di Ruggero Grieco. Guido Bellone partecipò alla perquisizione<br />

della camera di Gramsci il 24 ottobre 1925, unitamente al<br />

brigadiere di PS Angelo Polizzoni e al vice brigadiere di PS Giuseppe<br />

Curti, di cui redasse il verbale nello stesso giorno, ma non fu l’autore<br />

del rapporto del 29 dicembre 1925.<br />

Come può constatarsi, per potere sostenere che <strong>Silone</strong> fece arrestare<br />

Gramsci con le informazioni da lui fornite, che sarebbero poi confluite<br />

nel rapporto del 29 dicembre 1925, Canali attribuisce falsamente<br />

a Bellone il predetto documento che non è stato da lui redatto!<br />

Va peraltro precisato che la denuncia di Gramsci alla magistratura<br />

non fu fatta dalla questura di Roma, ma da quella di Bologna, con<br />

rapporto del 27 settembre 1926 diretto al procuratore del re della città,<br />

per delitti contro i poteri dello stato. [<strong>Il</strong> testo della denuncia si trova in<br />

ACS, TSDS, fasc. proc., b. 135, fasc. Gidoni Bonaventura e altri, 1.]<br />

2. L’invenzione dell’incontro tra Bellone e <strong>Silone</strong> in questura il 7 luglio 1926<br />

<strong>Il</strong> secondo falso storico riguarda l’inesistente incontro nella questura<br />

di Roma tra <strong>Silone</strong> e Bellone, durante il quale si sarebbero trovati l’uno<br />

di fronte all’altro, in occasione dell’arresto casuale di <strong>Silone</strong>, il 7 luglio<br />

1926. Di esso non vi è traccia in alcun documento dell’ACS, dove invece<br />

si trovano esclusivamente una nota riportata sulla scheda anagrafica<br />

di Secondino Tranquilli e un ritaglio dell’Unità relativi all’arresto.<br />

Si riportano qui di seguito le copie fotografiche dei tre documenti<br />

sopraccitati. Dal primo risulta che autore del rapporto del 29 dicembre<br />

1925 fu De Bernardini. Dagli altri due non risulta da chi sia stato<br />

interrogato <strong>Silone</strong> in questura. Non si può affermare, pertanto, che lo<br />

abbia interrogato Bellone perché potrebbe averlo interrogato anche il<br />

commissario De Bernardini o un altro funzionario che svolgeva servizio<br />

in questura. L’unica certezza è che, dopo essere stato accompagnato<br />

in questura da due militari dell’Arma, e non da due poliziotti<br />

come asserisce Canali, fu interrogato e munito di foglio di via obbligatorio<br />

per Pescina.<br />

714


1. <strong>Il</strong> rapporto del commissario De Bernardini datato 29 dicembre 1925<br />

Fonte: ACS, TSDS, fasc. proc., b. 34, fasc. Gramsci Antonio e Grieco Ruggiero<br />

715


716


717


718


2. Nota tratta dalla scheda biografica di Secondino Tranquilli<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5195, fasc. Tranquilli Secondino.<br />

24-7-1926 / 239 Dal Ministero Interno: il noto comunista Tranquilli Secondino<br />

fu Paolo e Delli Quadri Maria da Pescina già residente a Parigi, a-<br />

veva da qualche mese fatto qui ritorno ma nonostante le indagini praticate<br />

non era stato possibile conoscerne il domicilio o recapito. <strong>Il</strong> 7 corrente essendo<br />

stato visto nei pressi della galleria, in Piazza Colonna, assieme alla moglie<br />

Sciudelfeld Gabriella di Maurizio, nata a Makon (Cecoslovacchia) il 27-8-<br />

1897, da un suo ex compagno ora fascista, venne indicato a due Militari<br />

dell’Arma e tradotto alla Questura di Roma insieme alla moglie. Sottoposto<br />

ad interrogatorio risultò che i due erano giunti da quel giorno ed avevano<br />

preso alloggio all’albergo del Nord in via Principe Umberto. Non avendo a<br />

Roma il Tranquilli fissa dimora né occupazione fu il giorno stesso munito di<br />

foglio di via per Pescina.<br />

Come può constatarsi, non vi è alcun cenno, in questo documento, al<br />

fatto che <strong>Silone</strong> fu interrogato dal vicequestore Bellone, come asserito<br />

da Canali!<br />

719


L’Unità, 10 luglio 1926<br />

Un incidente al compagno Tranquilli a Roma<br />

ROMA, 9<br />

Al nostro compagno Tranquilli, di passaggio a Roma, è capitato ieri l’altro un<br />

incidente interessante. Mentre passeggiava tranquillamente presso il Tritone,<br />

incontrava la spia Fortunati, ex sovversivo passato al fascismo nel 1922. <strong>Il</strong> Fortunati,<br />

non appena scorse il nostro compagno si diede a gridare come un ossesso:<br />

A noi! C’è un comunista! Eccolo là! Eccolo là. Una parte della gente che si trovava<br />

a passare di là se la squagliava non comprendendo il significato dell’allarme<br />

o immaginando trattarsi di chi sa che cosa. I fascisti invece si fermavano, ma<br />

non si rendevano conto delle smanie della spia che infine riusciva a persuadere<br />

una cinquantina di cittadini solleciti delle sorti della patria, del pericolo che presentava<br />

a Roma la presenza di un … comunista, per accompagnarlo in corteo<br />

alla sede della polizia. La polizia, interrogato il nostro compagno, lo muniva di<br />

foglio di via per il suo paese nativo. L’episodio merita di essere segnalato nei<br />

riguardi del figuro che lo ha provocato. Segnare certi nomi, non è ozioso.<br />

720


CONCLUSIONI<br />

Dall’esame di tutti i documenti presenti nell’ACS, precedentemente<br />

effettuato, si possono trarre le seguenti conclusioni certe:<br />

1. le relazioni fiduciarie relative al periodo 1923-1927, attribuite a <strong>Silone</strong><br />

da Canali e Biocca, furono redatte da Alfredo Quaglino;<br />

2. l’attività informativa svolta da <strong>Silone</strong> nel periodo 1928-1930 fu di<br />

tipo simulatorio e gratuito, e ciò per esplicita dichiarazione del capo<br />

della polizia;<br />

3. per il periodo antecedente al 1928 esistono nell’ACS solo due relazioni<br />

attribuibili a <strong>Silone</strong> che rivelano un chiaro intento simulatorio;<br />

4. nell’ACS non esiste alcun documento che faccia riferimento a erogazioni<br />

di somme di denaro a favore di <strong>Silone</strong> da parte della polizia.<br />

Tali conclusioni smentiscono in modo inconfutabile il falso castello<br />

accusatorio costruito da Canali e Biocca, che si basa su una serie di<br />

congetture fantasiose e contraddittorie, anziché su fatti accertati, e su<br />

un’interpretazione decontestualizzata, arbitraria e fuorviante dei documenti.<br />

721


Note<br />

<strong>Il</strong> libro di A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura<br />

(156 biografie), Artale, Torino 1920, può essere consultato<br />

sul seguente sito Internet:<br />

http://bd.fondazionegramsci.org/bookreader/libri/Ps_1_10_Chi_so<br />

no_i_deputati_socialisti.html#page/5/mode/1up<br />

Nell’indice dei nomi e nell’indice del libro che seguono non sono riportati<br />

i numeri di pagina relativi ai nomi e agli argomenti perché gli<br />

stessi possono essere facilmente travati utilizzando la finestra di dialogo<br />

« Ricerca » del lettore di file pdf.<br />

722


INDICE DEI NOMI<br />

Ambrogi Ersilio<br />

Angelini Mario<br />

Arcuno Ugo<br />

Azimonti<br />

Azzario<br />

Bacci<br />

Batbousse E.<br />

Bavassano<br />

Bela- Kun<br />

Berti<br />

Bombacci Nicola<br />

Bonar Law<br />

Bonomi<br />

Bonservizi<br />

Bordiga<br />

Bucco Ercole<br />

Buozzi<br />

Buscemi Giovanni<br />

Cachin<br />

Caillaux<br />

Cappa Arturo<br />

Caroti Arturo<br />

Carretto<br />

Cassitta Antonio<br />

Cavallero<br />

Cobianchi<br />

Codevilla<br />

Corbetta Fermo<br />

Corneli Dante<br />

Cueff<br />

D’Amato<br />

Damen<br />

D'Aragona<br />

D'Onofrio<br />

Droz Humbert<br />

Eterlein Herna<br />

Ferruccio<br />

Fioritto<br />

Flecchia Vittorio<br />

Fortichiari Bruno<br />

Garosi<br />

Garruccio<br />

Gasperini<br />

Gennari Egidio<br />

Germanetto; Giuliani<br />

Gnudi Ennio<br />

Gonzales Cèsar<br />

Gorelli Alfiero<br />

Gramsci Antonio<br />

Gramsci Gennaro<br />

Grandi Ferdinando<br />

Graziadei<br />

Grieco Ruggero<br />

Guarnieri<br />

Kemal Pascià<br />

Kolarow<br />

Kurella Alfred<br />

Lanfranchi<br />

Lazzari<br />

Lenin<br />

Leonetti<br />

Lloyd George<br />

Longo Luigi<br />

Lunedei Torquato<br />

Maffi Fabrizio<br />

Manonilsky<br />

723


Marabini Anselmo<br />

Marcu Valerio<br />

Mateu<br />

Matteotti<br />

Maurin Joaquin<br />

Mesnil Jacques<br />

Miroff<br />

Misiano<br />

Molinelli<br />

Monici<br />

Montagnana<br />

Montanari<br />

Moschelli<br />

Natangelo<br />

Natoli<br />

Nicolau<br />

Nin<br />

Nitti<br />

Pastore Angelo<br />

Pastore Ottavio<br />

Peluso Edmondo<br />

Poincaré<br />

Polano Luigi<br />

Pozzoli<br />

Pozzoni<br />

Presutti<br />

Rabezzana<br />

Radek<br />

Rainon<br />

Rainoni<br />

Rakoci<br />

Ramazzotti<br />

Ravazzoli<br />

Ravera<br />

Repossi Enrico<br />

Repossi Luigi<br />

Riboldi Ezio<br />

Ricciotti Garibaldi<br />

Romita<br />

Sadoul Jacques<br />

Sassano Fidia<br />

Scoccimarro<br />

Serrati Menotti Giacinto<br />

Sessa Cesare<br />

Silva Arnaldo<br />

Sisa<br />

Spaccialbelli<br />

Stroyan<br />

Tacchini Eugenio<br />

Tasca<br />

Terracini Umberto<br />

Togliatti<br />

Tonetti Giovanni<br />

Tranquilli Romolo<br />

Tranquilli Secondino<br />

Treint<br />

Tresso<br />

Valla;<br />

Viglongo Andrea<br />

Virgili<br />

Volpi<br />

Vota<br />

Walesky<br />

Willy Münzeberg<br />

Worosky<br />

Zanardi<br />

Zetkin Clara;<br />

Zinovieff.<br />

724


INDICE<br />

PREMESSA<br />

Prima parte: L’ATTIVITÀ DELATORIA DI ALFREDO QUAGLINO<br />

A. L’attività delatoria a favore della questura di Roma<br />

I. Documento redatto a Genova nell’aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

1.Frontespizio del fascicolo «Attività del partito comunista (1923)»<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

2. Lettera del commissario Guido Bellone al questore Cesare Bertini<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

3. La dipendenza dei partiti comunisti dalla Russia, in caso di guerra.<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

4. Come viene organizzata la lotta internazionale contro il fascismo<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

5. La tattica del partito com. e della Terza Int. in Italia<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 6, fasc. 33, Informazioni<br />

politiche speciali (1923-26), sottofasc. Attività del partito comunista (1923)<br />

II. Lettere della questura di Roma [aprile 1923]<br />

estratte dal documento redatto a Genova nell’aprile 1923<br />

1. Rapporto del Capo della Polizia, datato aprile 23<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 110, fasc. Arresto Bordiga<br />

2. Lettera della questura di Roma, datata 24 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

3. Lettera della questura di Roma, datata 26 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

4. Lettera della questura di Roma, datata 25 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 1039, fasc. Cappa Arturo.<br />

5. Lettera della questura di Roma, datata 25 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 705, fasc. Bombacci Nicola<br />

6. Lettera della questura di Roma, datata 24 aprile 1923<br />

725


Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. Vigilanza ai confini<br />

7. Lettera della questura di Roma, datata 23 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia.<br />

III. Correlazioni tra testi della questura romana e testi di 300 HP<br />

1. Correlazioni formali<br />

2. Correlazioni contenutistiche<br />

2.1 Correlazioni relative a persone<br />

2.2 Correlazioni relative a fatti<br />

Procacciamento di armi<br />

Procacciamento e uso di falsi passaporti<br />

Passaggio clandestino delle frontiere<br />

Finanziamento del partito e delle sue attività<br />

Canali di comunicazione segreti<br />

La stampa<br />

Suggerimenti per meglio combattere i comunisti<br />

Informazioni spesso generiche e inesatte<br />

- Lettera del Prefetto di Trieste datata 21 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, K1, Partito comunista, Trieste<br />

- Lettera del Ministero degli Esteri datata 2 giugno 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, K1 A, fasc. 51, Aff. Gen.<br />

IV. Altre lettere della questura di Roma (1922-1924)<br />

1. Lettera della questura di Roma del 28 aprile 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. 4, II° Congresso nazionale comunista<br />

2. Lettera della questura di Roma datata 2 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

2.1 Relazione allegata alla lettera della questura di Roma del 2 .6. 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

3. Lettera della questura di Roma datata 7 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

4. Lettera della questura di Roma datata 9 giugno 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

5. Lettera della questura di Roma datata I° luglio 1922<br />

Fonte: Fonte: ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG<br />

6. Lettera della questura di Roma datata 2 luglio 1922<br />

Fonte: CS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. Partito comunista – AA. GG.<br />

7. Lettera della questura di Roma datata 18 luglio 1922<br />

Fonte: Fonte: CS, MI, DGPS, 1922, b. 164, fasc. ACS, MI, DGPS, 1922, b. 164,<br />

fasc. Movimento insurrezionale comunista<br />

726


8. Lettera della questura di Roma datata 5 settembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

9. Lettera della questura di Roma datata 16 novembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania:<br />

10. Lettera della questura di Roma datata 5 dicembre 1922<br />

Fonte ACS, MI, DGPS, 1923, b. 164, fasc. Movimento insurrezionale comunista<br />

11. Lettera della questura di Roma datata 15 dicembre 1922<br />

Fonte ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Msca (Russia) – 3 a Internazionale Comunista<br />

– Komintern<br />

12. Lettera della questura di Roma datata 30 dicembre 1922<br />

Fonte ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Ritorno dalla Russia<br />

13. Lettera della questura di Roma del 12 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 8, Affari diversi …<br />

14. Lettera della questura di Roma datata 20 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 10-2 Germania<br />

15. Lettera della questura di Roma datata 26 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, J5, b. 279, fasc. Rakoci Mattia<br />

16. Lettera della questura di Roma datata 28 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

17. Lettera della questura di Roma datata I° febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Roma<br />

18. Lettera della questura di Roma datata 15 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

19. Lettera della questura di Roma datata 23 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

19.1 Copia del manifesto del partito comunista tedesco accluso alla<br />

lettera della questura di Roma del 23 Febbraio 1923<br />

20. Lettera della questura di Roma datata 26 febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

21. Lettera della questura di Roma datata 8 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 16, settimana internazionale della gioventù<br />

comunista contro il fascismo e la reazione<br />

22. Lettera della questura di Roma datata 9 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

22.1 Progetto-programma di cui alla lettera della questura del 9-3-1923<br />

23. Lettera della questura di Roma datata 13 marzo 1923<br />

727


Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

24. Lettera della questura di Roma datata 13 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

24.1 Testo dell’art. 12 di cui alla lettera del 13 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

25. Lettera della questura di Roma datata 27 marzo1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, Ritorno dalla Russia<br />

26. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5071, fasc. Terracini Umberto.<br />

27. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 3836, fasc. Peluso Edmondo.<br />

28. Da un foglio informativo del Questore di Roma del 2.4.1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 705, fasc. Bombacci Nicola.<br />

29. Lettera del 2 aprile 1923: Ambrogi Ersilio<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 92, fasc. Ambrogi Ersilio<br />

30. Lettera della questura di Roma datata 15 aprile 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista.<br />

30.1 Circolare in tedesco di cui alla lettera del questore del 15.4.1923<br />

31. Lettera della questura di Roma del 4 maggio 1923<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5509, fasc. Zanardi Francesco.<br />

32. Lettera della questura di Roma datata 25 maggio1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia) – 3 a Internazionale Comunista<br />

– Komintern<br />

33. Lettera della questura di Roma datata 14 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 90, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° Internazionale Comunista<br />

33.1 Circolare in tedesco di cui alla lettera del questore del 14.11.1923<br />

34. Lettera della questura di Roma datata 25 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 105, fasc. Movimento sovversivo all’estero –<br />

Spagna.<br />

34.1 Rapporto allegato alla lettera del questore del 25.11.1923<br />

35. Lettera della questura di Roma datata 25 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

728


36. Lettera della questura di Roma datata 26 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

37. Lettera della questura di Roma datata 8 dicembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista<br />

– Francia (I° fascicolo).<br />

38. Lettera della questura di Roma datata 8 dicembre 1923<br />

Fonte: Fonte: ACS, DGPS, 1924, J4, b. 88, fasc. Belgio<br />

39. Lettera della questura di Roma datata 19 dicembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 90, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° Internazionale Comunista<br />

40. Lettera della questura di Roma del 29 febbraio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

41. Lettera della questura di Roma del 4 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Campagna<br />

promossa dalla 3 a Internazionale Comunista.<br />

42. Lettera della questura di Roma del 5 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

43. Lettera della questura di Roma del 28 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

44. Lettera della questura di Roma del 31 marzo 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Campagna<br />

promossa dalla 3 a Internazionale Comunista.<br />

45. Lettera della questura di Roma del 28 aprile 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

46. Lettera della questura di Roma del 14 maggio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascicolo).<br />

46.1 Fotografia di cui alla lettera della questura romana del 14.5. 1924<br />

46.2 Lettera della Scuola di polizia scientifica del 24.5.1924<br />

47. Lettera della questura di Roma del 21 maggio 1924<br />

Fonte: ACS, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Corrieri comunisti<br />

48. Lettera della questura di Roma del 22 maggio 1924<br />

729


Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 89, fasc. 5, Movimento Sovversivo e Antifascista,<br />

Francia (I° fascico<br />

49. Lettera della questura di Roma del 8 giugno 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov. le , Rappresentanti 3 a Internazionale in Italia, organizzazione<br />

ecc.<br />

50. Lettera della questura di Roma del 14 agosto 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov. le , Rappresentanti 3 a Internazionale in Italia, organizzazione<br />

ecc.<br />

V. Relazioni fiduciarie senza intestazione del’Ufficio [1924-1927]<br />

51. Notizie riferite dal fiduciario comunista<br />

B. L’attività delatoria a favore del Ministero dell’Interno<br />

I. Rapporti fiduciari relativi al periodo 1922-1924<br />

1. Rapporto di 300 HP su Heler Caim, datato 9.11.1922<br />

Fonte: ACS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 9, fasc. 46, Heler Caim, sedicente<br />

Chiarini, agente russo.<br />

2. Rapporto di 300 HP su Stanislao Stoliarsky datato 8 novembre 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda Massimalista, b. 4, fasc. Russia (Repubblca<br />

dei Sovieti) – Notizie.<br />

3. Rapporto di 300 HP su Karakhan, datato 1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski, anno 1923.<br />

4. Rapporto di 300 HP datato Berlino, 15 dicembre1922<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, G1, b. 241, fasc. Mosca (Russia) – 3 a Internazionale Comunista<br />

– Komintern<br />

5. Rapporto autografo di 300 HP, datato Trieste, 9 gennaio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Trieste<br />

6. Rapporto di 300 HP del febbraio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski<br />

7. Rapporto di 300 HP del 21/2/23<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

8. Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 52, sottofasc. 1, Ritorno dalla Russia<br />

9.Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

730


Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

10. Rapporto di 300 HP del 7 marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

11. Rapporto di 300 HP di fine marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

12. Rapporto di 300 HP 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski<br />

13. Rapporto di 300 HP del marzo 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, K1, Propaganda massimalista, b. 3, fasc. 12-2 Russia, sottofasc.<br />

1 Worowski.<br />

14. Rapporto di 300 HP dell’ 11/4/1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 3, Campagna antifascista promossa dalla<br />

3° internazionale comunista<br />

15. Rapporto di 300 HP datato Trieste, 26 maggio 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

16. Copia de La Correspondance Internationale del 9 giugno 1923<br />

inviata da 300 HP<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Corrispondenza clandestina attraverso<br />

la frontiera.<br />

17. Rapporto di 300 HP datato Genova, 31 agosto 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 107, fasc. 51, Partito Comunista – Affari generali<br />

18. Rapporto di 300 HP datato Genova, 27 settembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 106, fasc. Milano<br />

19. Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Partito comunista Affari generali -<br />

Corrispondenza clandestina attraverso la frontiera<br />

20. Rapporto di 300 HP datato Napoli, 3 novembre 1923<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1923, b. 108, fasc. 8, Partito comunista Affari generali -<br />

Corrispondenza clandestina attraverso la frontiera<br />

21. Rapporto autografo di 300 HP datato Torino, 29/1/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

22. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova, 7/2/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

731


23. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova, 7 febbraio 1924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

24. Rapporto autografo di 300 HP datato 7/2/1924/<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

25. Rapporto autografo di 300 HP datato Roma 8/2/24 –<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

26. Rapporto autografo di 300 HP datato Roma 8/2/24.<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

27. Rapporto autografo di 300 HP datato Genova 28/2/24/<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, Serie atti speciali (1898-1940), b. 5, fasc. Confidenziali 300<br />

HP<br />

II. Rapporti fiduciari relativi al periodo 1925-1932<br />

Ufficio sanzioni contro il fascismo - Ricorso Alfredo Qualino contro<br />

l’inclusione del suo nome nell’elenco dei confidenti dell’Ovra<br />

Seconda parte: L’ ATTIVITÀ INFORMATIVA SIMULATORIA DI SILONE<br />

I. L’attività informativa relativa al periodo 1928-1930<br />

1. Appunto dattiloscritto della Pol Pol datato 16 gennaio 1935<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5195, fasc. Tranquilli Secondino.<br />

2. Appunto manoscritto della Pol Pol datato 16 gennaio 1935<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

3. Rapporto dattiloscritto del capo della polizia del 12 ottobre 1937<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

4. Rapporto manoscritto del capo della polizia datato 12 ottobre 1937<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

5. Minuta della lettera del capo della polizia a Mussolini del 23.IV.28<br />

Fonte: ACS, H2,1928, b. 20, fasc. 21<br />

6. Nota del 10 – 2 – 931<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 2 bis<br />

7. Lettera di Silvestri a Bellone datata 30 aprile 1930<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1929, b. 196, fasc. Partito comunista.<br />

8. Lettera di Secondino Tranquilli datata Berlino, 15 maggio 1928<br />

Fonte: TSDS, fascicoli processuali, b. 326, fasc. Tranquilli Romolo e Tranquilli Secondino<br />

– Rapporti e documenti.<br />

732


9. Cartolina di Silvestri datata 11 novembre 1928.<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 19<br />

10. Pro-memoria per il colloquio di Bellone con Silvestri datato 17.XI<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, OVRA, b. 1<br />

11. Lettera di Silvestri a Bellone senza data [ma maggio 1929]<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., Materia, b. 102, fasc. 1, sulla giornata antibellica del 1° agosto<br />

1929.<br />

12. Risoluzione del 16 maggio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 102, fasc.1, 1° agosto – Anniversario della<br />

dichiarazione della guerra europea 1914.<br />

13. Nota della POL POL per la DGAR datata 5. 6. 1929<br />

Fonte: ACS, Polizia Politica, Materia, b. 102, fasc. 1, sulla giornata antibellica del 1°<br />

agosto 1929.<br />

14. La Crrespondance internationale del 25 maggio 1929 [pp. 609-610]<br />

15. la vie prolétarienne del 7 luglio 1929<br />

16. Lettera di Silvestri del 5/7/29<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

17. Nota informativa datata Losanna, luglio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

18. Nota informativa datata Ascona (Ticino), 18 luglio 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

19. Promemoria datato Roma, 23.7.1929 VII°<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

20. Relazione redatta da <strong>Silone</strong>, datata Roma, 13 agosto 1929<br />

Fonte: ACS, MI, Pol. Pol., Materia, b. 100, fasc. 9, Comunismo internazionale<br />

21. Lettera di Silvestri datata Lugano, 25 febbraio 1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

22. Nota della Pol Pol alla DGAR<br />

ACS, DGPS, G1, b. 242, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc. IV<br />

23. Documento datato 22 febbraio 1930<br />

ACS, DGPS, G1, b. 242, Mosca – 3 a Internazionale Comunista – Komintern, fasc. IV<br />

24. Foglio anteposto alla lettera di Silvestri del 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

25. Lettera manoscritta di Silvestri datata 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

26. Lettera dattiloscritta di Silvestri datata 13.4.1930<br />

Fonte: ACS, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 1370, fasc. Tranquilli Secondino<br />

II. L’attività informativa relativa al periodo anteriore al 1928<br />

733


1. Le centurie proletarie – Lettera anonima del 7. X. 924<br />

1.1 Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista<br />

– Francia (II° fasc.)<br />

2. Le avanguardie garibaldine<br />

2.1 Relazione datata 6/9/24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 140, fasc. Avanguardia Garibaldina (I° fascicolo)<br />

2.2 Relazione datata 7.9.924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 140, fasc. Avanguardia Garibaldina (I° fascicolo)<br />

2.3 Stralcio su Lanfranchi<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 2712, fasc. Lanfranchi Mario.<br />

2.4 Stralcio sul congresso del partito comunista 6/9 924<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. 3, Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed Esecutivo giov.le – Rappresentanti 3 a Internazionale comunista<br />

in Italia – organizzazione ecc.<br />

3. La distruzione delle logge massoniche<br />

Relazione datata 23. IX. 24<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1925, b. 130, fasc. Movimento sovversivo comunista -<br />

Francia (II° fasc.).<br />

4. L’attività degli antifascisti in Francia<br />

Relazione fiduciaria datata « Dalla Francia – Ottobre 1924 »<br />

Fonte: ACS, MI, DGPS, 1924, b. 90, fasc. Partito Comunista AA. GG. – Esecutivo<br />

comunista ed esecutivo giov. le – Rappresentatnti 3 a Internazionale in Italia – Organizzazione<br />

ecc.<br />

Mannipolazione dei documenti da parte di Biocca e Canali<br />

Nota del direttore capo della Pol Pol alla DGAR del 19 maggio 1932<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5231, fasc. Trozzi Mario<br />

Nota del 10-2-1931<br />

Fonte: ACS, K/R, Ovra, b. 2bis<br />

Cartolina di Silvestri a Camilla Ravera<br />

Fonte: ACS, K/R, Ovra, b. 2bis<br />

<strong>Il</strong> rapporto del commissario De Bernardini datato 29 dicembre 1925<br />

Fonte: ACS, TSDS, fasc. proc., b. 34, fasc. Gramsci Antonio e Grieco Ruggiero<br />

Scheda biografica di Secondino Tranquilli<br />

Fonte: ACS, CPC, b. 5195, fasc. Tranquilli Secondino.<br />

Conclusioni<br />

Note<br />

Indice dei nomi<br />

734

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