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De Rerum Magicarum - Benvenuti nella dimora della famiglia ...

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Magia bianca e nera<br />

La definizione lessicale <strong>della</strong> parola magia è "uso dei mezzi soprannaturali per produrre risultati<br />

preternaturali". In Teosofia non possiamo essere daccordo con questa definizione, perché riteniamo<br />

che nulla sia soprannaturale e che, per quanto inusuale e strano possa essere qualche fenomeno,<br />

esso avviene sempre in obbedienza alle leggi <strong>della</strong> natura. Riconosciamo perfettamente che l'uomo<br />

conosce sinora ben poco di queste leggi e che conseguentemente molte cose possono accadere che<br />

non può spiegarsi; ma ragionando per analogia o per diretta osservazione, comprendiamo che le<br />

leggi sono in se stesse immutabili e per quanto molte cose siano per noi inspiegabili l'inesplicabilità<br />

è dovuta alla nostra ignoranza delle leggi e non a qualche deroga delle stesse. La nostra conoscenza<br />

è molto limitata in molti ruguardi e non c’è minimamente da stupirsi se di tanto in tanto veniamo in<br />

contatto con avvenimenti che non comprendiamo. Noi conosciamo soltanto una piccola frazione<br />

del nostro mondo e cioè questa parte inferiore di esso ed anche di questa la nostra conoscenza è in<br />

realtà soltanto superficiale e molto parziale. L'uomo comune è profondamente inconsapevole <strong>della</strong><br />

sua ignoranza e perciò è sorpreso da qualsiasi manifestazione che trascenda i limiti <strong>della</strong> sua<br />

limitatissima esperienza. Riguardo a questo problema <strong>della</strong> magia molte persone esprimono lo<br />

stesso dubbio, come riguardo alla telepatia, alle cure mentali, al mesmerismo, alle apparizioni e allo<br />

spiritismo; essi diranno "esistono tali cose come la magia?". Vi sono sempre stati coloro che<br />

negano la possibilità di ogni cosa che sia all'infuori <strong>della</strong> loro piccola esperienza. "non abbiamo mai<br />

veduto queste cose - essi dicono - di conseguenza coloro che hanno veduto ciò sono, o pazzi, o<br />

canaglie, o illusi". E' inutile sprecare argomenti con persone le cui menti sono ancora<br />

sottosviluppate in una materia come questa, è meglio lasciarle indisturbate <strong>nella</strong> soddisfazione <strong>della</strong><br />

loro invincibile ignoranza. Essi sono <strong>nella</strong> posizione di quel re africano che si indignò alle sfacciate<br />

falsità dei viaggiatori i quali asserivano che in altri paesi l'acqua talvolta diviene solida. Il ghiaccio<br />

era all'infuori <strong>della</strong> sua esperienza e perciò egli negava la possibilità <strong>della</strong> sua esistenza; proprio<br />

allo stesso livello mentale sono le persone a cui sembra ignorantemente ridicolo ciò che essi non<br />

comprendono. Se desideriamo tentare di migliorare la definizione data dal vocabolario, dobbiamo<br />

definire la magia come impiego di forze, che ancora non sono riconosciute, per produrre risultati<br />

visibili. In moltissima casi la magia consiste nel controllo di tali forze con la volontà umana. Vi<br />

sono persone che negherebbero che qualche forza possa essere controllata dalla volontà e anche in<br />

questo caso è semplicemente evidente quanto poco tali persone conoscano di ciò. L'uomo inesperto<br />

e presuntuoso negherà qualsiasi cosa e tutto; l'uomo invece che ha studiato, ha imparato ad essere<br />

più cauto e così alle asserzioni oziose egli contrappone l'indagine e l'investigazione. L'adozione di<br />

quest'ultimo atteggiamento riguardo alla produzione di risultati fisici delle forze ancora sconosciute<br />

dimostrerebbe subito che vi sono molti casi, che possono essere connessi, con facili rapporti, con<br />

fenomeni che sono del tutto comuni e accettati da tutti. Se noi accettiamo per la magia una<br />

definizione come quella suggerita sopra, sorge l'ulteriore domanda: qualè il significato degli<br />

aggettivi "bianca e nera"? Questi aggettivi sono semplicemente sinonimi di bene e di male. Le forze<br />

sconosciute <strong>della</strong> natura, non sono né buone né cattive in sé stesse, esattamente come le forze<br />

conosciute dell'elettricità, del vapore o <strong>della</strong> polvere da sparo. Tutte queste forze possono essere<br />

impegate per il bene e per il male, secondo l'atteggiamento mentale dell'uomo che le adopera.


La magia del comando<br />

Possiamo suddividere il soggetto <strong>della</strong> magia in due grandi parti a seconda dei metodi che impiega;<br />

possiamo caratterizzare questi come rispettivamente i metodi di "evocazione" e di "invocazione"<br />

cioè di comando e di preghiera. Esauriamo la prima. Benchè possa agire attraverso molti e diversi<br />

canali, la forza unica impiegata <strong>nella</strong> magia di questo primo tipo, è la volontà umana. Per mezzo di<br />

questa volontà, la vitalità e letere nervoso possono essere diretti. Con la magia evocativa tutte le<br />

varietà di essenze elementali possono venire guidate, selezionate e composte in forme semplici o<br />

complesse, conforme l'opera che hanno da svolgere. Con ciò un controllo magnetico perfetto può<br />

essere raggiunto su qualunque classe di spiriti di natura ed anche la volontà degli altri, sia viventi<br />

che defunti, può essere dominata in modo che essi divengono praticamente strumenti nelle mani del<br />

mago. Infatti è a mala pena possibile di fissare i limiti del potere <strong>della</strong> volontà umana e quando è<br />

diretta appropriamente essa ha una portata assai più lontana di quanto luomo comune suppone, ed i<br />

risultati raggiunti gli appaiono sbalorditivi e soprannaturali. Lo studio di questo soggetto ci<br />

permette di comprendere quello che sintendeva con la massima evangelica che se la fede fosse<br />

sufficiente potrebbe rimuovere le montagne e lanciarle in mare. Questa espressione orientale non<br />

sembrerà esagerata quando si esaminano i casi indubbi eda utentici di quello che è stato raggiunto<br />

da questo meraviglioso potere. Allo scopo però che questo potente strumento <strong>della</strong> volontà possa<br />

operare effettivamente, il mago deve possedere la più perfetta certezza. Questa viene ottenuta in<br />

vari modi a seconda del tipo di mente al quale il mago appartiene. Generalmente parlando possiamo<br />

dire o classificare i maghi in quattro grandi classi, benchè per una descrizione dettagliata si<br />

dovrebbero prendere in considerazione varie suddivisioni e varietà di questi.


Quattro tipi di maghi<br />

Alla prima classe appartiene un tipo di uomo che possiede una così ferrea determinazione e tale<br />

completa fiducia in se stesso e nel suo potere, da dominare la natura con la semplice forza del suo<br />

spirito ed ottenere il suo fine unicamente con determinata insistenza. Egli comprende che la sua<br />

volontà è la vera forza motrice e non conosce e non si cura di sapere attraverso quali agenti<br />

intermediari. Egli trascura e può persino ignorare del tutto come questa forza agisca, ma<br />

semplicemente sormonta tutti gli ostacoli, quali essi siano, con la forza bruta e fa sì che quanto egli<br />

desidera, per mezzo <strong>della</strong> sua forza tremenda e <strong>della</strong> sua inalterabile convinzione, avvenga. Tali<br />

maghi sono pochi, ma essi indubbiamente esistono e se non sono benevolmente inclinati possono<br />

essere estremamente temibili. Essi non necessitano di un metodo per mezzo del quale ottenera la<br />

fede; la possiedono <strong>nella</strong> loro vera natura. Alla seconda classe appartiene il tipo duomo che<br />

raggiunge con la conoscenza la necessaria sicurezza del soggetto con il quale ha da trattare e <strong>della</strong><br />

forza che impiega. Un tale può essere chiamato mago scientifico, poiché ha fatto uno studio preciso<br />

del piano fisico, <strong>della</strong>strale e del mentale e conosce tutto sui diversi tipi di essenza elementale e<br />

sulle varie specie di spiriti di natura, sicchè in ogni caso egli è in grado di usare esattamente i mezzi<br />

più appropriati per ottenere il risultato che desidera con il minimo sforzo e poca difficoltà. La sua<br />

perfetta familiarità con il soggetto lo rende perfettamente in grado di usare detti mezzi in ogni<br />

possibile emergenza che possa sorgere. Molti di tali uomini fanno pure uno studio approfondito dei<br />

tempi e delle stagioni appropriate, come pure delle forze appropriate; essi sanno esattamente quale<br />

momento sarà il più adatto per produrre un certo risultato e così raggiungono quanto vogliono con<br />

il minor sforzo possibile. Tutto questo problema degli influssi periodici dei tempi e delle stagioni<br />

che vanno e vengono è di estremo interesse, ma questo ci porterebbe troppo lontano dal tema<br />

principale del nostro soggetto, poiché significherebbe riaprire e riesumare l'intero campo<br />

dell'astrologia. Per noi è sufficiente per il momento comprendere che vi sono tempi e condizioni in<br />

cui certi sforzi possono più facilmente essere effettuati, sicchè quello che può essere fatto con<br />

estrema difficoltà (o forse non può essere fatto in una sola volta) può essere realizzato con relativa<br />

facilità in un altro momento. Questo ovviamente implica lesistenza di influenze planetarie o di altra<br />

specie che agiscono sopra ed entro il nostro mondo; la conoscenza esauriente di tutte queste cose e<br />

delle loro combinazioni naturalmente si rende necessaria per loperatore che esercita la magia. Un<br />

altro tipo di mago ottiene lindispensabile fiducia per assicurarsi lobbedienza ai suoi comandi per<br />

mezzo <strong>della</strong> fede e <strong>della</strong> devozione. Egli ha una fede ferrea e ferma <strong>nella</strong> guida o deità ed è<br />

assolutamente certo che allorquando pronuncia qualche comando in quel nome, devessere<br />

istantaneamente obbedito. Non sto parlando semplicemente di risultati che possono essere prodotti<br />

sul piano mentale ed astrale, ma anche di effetti fisici visibili con risultati perfettamente definiti.<br />

Non abbiamo che da leggere la storia ecclesiastica per imbatterci in molti casi di guarigioni<br />

veramente meravigliose di malattie fisiche, che sono state realizzate proprio per mezzo di sforzi<br />

determinati dalla fede come quelli ai quali mi riferisco. Le autentiche guarigioni di Lourdes in<br />

Francia ed a Knock in Irlanda indubbiamente dimostrano che una grande parte delle malattie, anche<br />

di tipo puramente fisico, cedono dinanzi alla fede. Chiunque ha in questo modo ottenuto sufficiente<br />

sicurezza troverà la sua volontà fortificata e sarà in grado di produrre i risultati più inaspettati. Si<br />

dovrebbe ricordare che è la volontà che apporta tale soddisfacente risultato, non lintervento di un<br />

Grande Essere nel cui nome si parla. E' l'intensa fede che conferisce il potere, ma in chi od in che<br />

cosa si ha fede conta poco. La grande personalità il cui nome viene invocato può anche non essere<br />

conscia <strong>della</strong> circostanza; però se egli la conoscesse ed interferisse in qualche modo è certo che ciò<br />

sarebbe dovuto più allo sforzo <strong>della</strong> fede e <strong>della</strong> volontà del suo seguace, che ad uno sforzo speciale<br />

del suo potere. Infine unaltra classe di maghi è formata da coloro che credono nellefficacia di certe<br />

cerimonie oppure di certe formule. Per essi queste formule in loro possesso o cerimonie sono<br />

indubbiamente efficaci ma il più delle volte non è perché abbiamo qualche virtù inerente al<br />

cerimoniale, bensì per la completa fiducia e certezza del mago nel risultato che deve<br />

inevitabilmente seguire quando impiega. Se leggiamo qualche racconto degli alchimisti medioevali,


vediamo che essi erano a conoscenza di molte di tali cerimonie e che la maggioranza di essisi<br />

sarebbero considerati incapaci di ottenere i risultati senza essere nelle circostanze alle quali erano<br />

abituati. Indossavano certi tipi di abiti, usavano certe figure cabalistiche, agitavano intorno alle loro<br />

teste spade magnetizzate per certi scopi, bruciavano certe droghe ed espergevano certe essenze. E<br />

vero che alcune di queste cose ha una certa potenza sua propria, ma <strong>nella</strong> maggior parte dei casi il<br />

risultato è dovuto alla fiducia dellesecutore che così rafforza la sua volontà per il raggiungimento<br />

dello scopo richiesto. Era stato detto a costoro dai loro Maestri e dalle scritture, che tutti questi<br />

accessori sono efficaci e che usandoli sarebbero riusciti nel loro intento. L'uomo lasciato a sé può<br />

vacillare, sentirsi spaventato, ma con le vestimento appropriate, i segni e le formule e le armi, si<br />

sente così sicuro del successo che prosegue direttamente senza esitazione verso il suo scopo.


Talismani<br />

Quanto premesso ci porta ad esaminare la potenza dei talismani. Costituisce una credenza<br />

universale che una gemma o quasi ogni oggetto possa essere mesmericamente caricato con buone o<br />

cattive influenze e benchè questidea venga considerata ai giorni nostri come una semplice<br />

superstizione, tutta via è un fatto indubbio che una certa forza può rimanervi per un lungo periodo<br />

di tempo. Un uomo può certamente riversare il suo magnetismo in un oggetto, in modo che questo<br />

irradierà una vibrazione, precisamente come la luce irradia dal sole. Naturalmente linfluenza<br />

riversata su un tale oggetto può essere sia buona che cattiva, di aiuto o di danno. In molti casi tale<br />

azione magnetica assomiglia ad un cordiale, cioè ad uno stimolante, in altri casi è disposta in modo<br />

da calmare e tranquillizzare sicchè chi lo usa possa vincere timori ed agitazioni. Un simile<br />

talismano può essere magnetizzato per esempio con lo speciale proposito di rinvigorire una persona<br />

affinchè possa resistere a certe tentazioni, quella per esempio <strong>della</strong> sensualità; e non vi è dubbio<br />

alcuno che quando è appropriamente caricato ha uninfluenza molto potente <strong>nella</strong> direzione voluta.<br />

Il valore delle reliquie consiste nell'irridazione di un'influenza benefica e appunto questa<br />

constatazione diede origine alla loro venerazione tanto diffusa e alla credenza <strong>della</strong> loro efficiacia.<br />

Ognuno di noi ha la sua speciale frequenza di vibrazione mentale ed astrale; ogni oggetto che è<br />

stato a lungo in contatto con noi resta permeato di quella speciale vibrazione che diffonde a sua<br />

volta o comunica, con concentrata energia, ad ogni corpo. Ogni cosa pertanto che è stata in contatto<br />

diretto con qualche grande Santo o qualche persona devota in modo particolare, reca con sé il<br />

proprio magnetismo individuale e naturalmente tenderà a riprodurre nelluomo e <strong>nella</strong> donna ch ela<br />

porterà un po del sentimento di colui da cui proviene. Non dobbiamo però dimenticare che in molti<br />

casi la fede di colui che porta il talismano entra pure in gioco e contribuisce a realizzare leffetto. Se<br />

una persona viene convinta da qualcuno nel quale essa ha completa fiducia, che un talismano<br />

produrra indubbiamente un certo risultato, avverrà che a causa del suo fermo convincimento di quel<br />

risultato, tenderà a realizzarlo. Tuttavia un talismano può produrre un effetto anche a coloro che ne<br />

ignorano la presenza. Quando sono caricati da un mesmerista veramente potente certi oggetti<br />

conservano il magnetismo per un lunghissimo periodo di tempo.


Incantesimi o mantram<br />

Un altro aspetto del soggetto è quello connesso con gli incantesi o "mantram". Ci sono certe parole<br />

o frasi per mezzo delle quali si suppone vengono raggiunti determinati risultati. Anche qui, come<br />

nel caso dei talismani, certi effetti vengono indubbiamente talvolta raggiunti e come per i talismani<br />

questo risultato può essere prodotto in due modi ed entrambi contribuiscono al successo. Nella<br />

maggior parte dei casi la formula non fa altro che rafforzare la volontà <strong>della</strong> persona che la usa ed<br />

impressionare la mente del soggetto con il risultato che si desidera ottenere. La forte fede<br />

dell'operatore che la sua formula può produrre leffetto e la credenza del soggetto che tale effetto si<br />

produrrà, sono frequentemente sufficienti allo scopo. Si potrebbe tuttavia concludere che vi sia un<br />

tipo più raro di "mantram" nel quale il suono stesso produce un effetto ben definito. In questi<br />

mantram ogni suono mette in moto una certa vibrazione ed unordinata successione di tali<br />

vibrazioni, in accordo con uno schema preordinato, permette di evocare precisi sentimenti,<br />

emozioni o pensieri dell'uomo. Molti dei "mantram" sanscriti, usati in India, sono di questo genere.<br />

E ovvio che in questo caso l'incantesimo è intraducibile, perché devessere usato nel linguaggio<br />

originale e devessere correttamente pronunciato da chi sa come devessere pronunciato. Daltro canto<br />

non è necessario al successo di tale "mantram" che la persona che lo usa comprenda il significato<br />

intelleggibile. Casi, nei quali esistono successioni di parole non intelleggibili, si trovano in qualche<br />

scritto Gnostico. Non si deve mai dimenticare che in qualunque modo si compiano le opere<br />

magiche, con qualsiasi mezzo si ottenga la fiducia, le forze al comando del mago possono essere<br />

impiegate tanto per il bene quanto per il male secondo la sottintesa intenzione. Abbiamo trattato<br />

principalmente <strong>della</strong> parte piacevole del soggetto, trattando in prevalenza casi nei quali la volontà<br />

delloperatore era impiegata allo scopo di aiutare, ma vi sono stati e vi sono ancora casi di malvagità<br />

ed è importante per noi comprendere ciò, per il fatto che tale volontà può essere spesso<br />

involontariamente esercitata. Questo problema appartiene all'applicazione pratica <strong>della</strong> magia.


Invocazioni magiche<br />

Consideriamo ora il secondo tipo di magia quella che opera per mezzo dellinvocazione, che non<br />

comanda, ma persuade. Si noterà subito che questo tipo ha a sua disposizione monori risorse degli<br />

altri descritti sopra. In questa magia il supplicante non fa nulla; egli semplicemente prega o incarica<br />

qualcun altro di fare qualcosa per lui. La forma pensiero non è pertanto al suo comando e neppure<br />

lo sono le varie forme e forze come la pressione eterica o luso <strong>della</strong> essenza elementale. Egli si<br />

limita ad ottenere i servizi di determinate entità viventi siano umane o subumane. Sforzi in questa<br />

direzione sono fatti molto più comunemente che non si possa a prima vista supporre; quando un<br />

uomo tenta di produrre un risultato per ottenere qualcosa per sé stesso, oppure per modificare fatti o<br />

condizioni per mezzo di qualche agente esterno del piano fisico, egli in realtà usa la magia<br />

invocatoria, benchè questo non venga neppur supposto. Gran parte delle comuni preghiere per<br />

scopi egoistici è in realtà un esempio di ciò. La parola "preghiera" è derivata dal sanscrito "prahna",<br />

nel latino "precor" ed è connessa con il germanico "fragen"; sicchè il suo significato originale è<br />

soltanto quello <strong>della</strong> richiesta. Molto spesso le persone applicano il nome di preghiera a quello che<br />

è in realtà invece meditazione o culto. La preghiera più comune però per scopo il raggiungimento<br />

di fatti materiali e certamente è un tentativo di attrarre uninfluenza dai piani elevati per produrre<br />

risultati tangibili e quindi evidentemente rientra <strong>nella</strong> nostra definizione di magia. Quest'idea di<br />

appellarsi alle forze ed influenze estranee può essere usata sia per scopi buoni che malvagi e<br />

troviamo che molti sforzi sono fatti in questo modo per invocare dallalto qualche aiuto per lanima.<br />

Un più efficace esempio forse si può trovare <strong>nella</strong> vita di Brahma. L'intera sua vita è una preghiera<br />

perché ad ognuno dei suoi atti, anche il più piccolo, viene attribuita una speciale forma di<br />

cerimonia. Simile benchè più eleborato e dettagliato, è talvolta il cerimoniale in uso in certi<br />

conventi cattolici, dove il novizio viene istruito a pregare in ogni momento <strong>della</strong> giornata: quando<br />

mangia, che la sua anima possa essere nutrita con il pane <strong>della</strong> vita; ogni qualvolta si lava le mani<br />

esprime laspirazione che la sua anima possa divenire pura; quando entra in una chiesa prega che<br />

lintera sua vita possa essere un lungo servizio; ogni qualvolta egli semina un seme pensa che questo<br />

seme sia la parola di Dio, che devessere seminata in primo luogo nel suo cuore allo scopo che a sua<br />

volta egli possa seminarlo nel cuore degli altri e così via, La Vita di Brahma è precisamente simile<br />

eccetto che la sua devozione è su più larga scala ed ha dettagli molto più complessi. Nessuno può<br />

debitare che colui, il quale onestamente obbedisce a tutte queste direttive, ne deve venir<br />

costantemente e profondamente influenzato. Osserveremo che, quantunque l'invocazione magica<br />

sia molto più limitata nel suo campo dazione di quella del comando, non pertanto essa ha parecchie<br />

classi di entità a cui il suo appello può essere rivolto. Tale mago può chiedere aiuto per esempio<br />

agli spiriti di natura, agli angeli od ai defunti. Noi sappiamo come frequentemente e prontamente i<br />

nostri amici Cattolici Romani invocano laiuto degli angeli custodi perché credono che essi siano<br />

sempre accanto a loro. Questo è indubbiamente uno sforzo di invocazione magica ed in molti casi<br />

si può ottenere una risposta precisa e ad ogni modo qualche risultato viene prodotto dalla fiducia<br />

che l'uomo ha nellefficacia <strong>della</strong> sua supplica.


Invocazioni maligne<br />

Vi è il lato buono di tale magia, ma vi è anche un lato veramente malvagio, come si riscontra nelle<br />

cerimonie dei Voodoo o dei negri Obeah. In queste cerimonie i maghi tentano di invocare aiuto<br />

dallesterno allo scopo di operare il male sul piano fisico; ed è fuor di dubbio che essi talvolta<br />

ottengono un considerevole successo nei loro nefasti sforzi. La stessa cosa può occasionalmente<br />

essere veduta in India, più specialmente fra le tribù delle montagne, dove degli dei tribali vengono<br />

adorati e molto frequentemente ladorazione assume la forma di sacrifici propiziatori e, di rimando,<br />

la deità tribalica produce dei risultati sul piano fisico. Leggiamo per esempio di villaggi nei quali<br />

tutto andava bene sino a quando la deità del villaggio riceveva le sue offerte usuali, ma dal<br />

momento che questi pasti regolari divenivano irregolari si manifestavano perturbazioni in un modo<br />

o in un altro. Fuochi spontanei scoppiavano nelle varie capanne del villaggio non appena cessavano<br />

di curare la loro deità tribalica nel modo usuale. In tali casi è indubbio che unentità che godeva del<br />

culto tributatogli provava piacere e profitto dei sacrifici che le erano offerti. E noto che tali sacrifici<br />

sono di solito di due specie: sacrificio di qualche creatura vivente <strong>della</strong> quale viene versato il<br />

sangue, oppure cibo di qualche specie, prferibilmente carne fresca bruciata, i fumi <strong>della</strong> quale<br />

possono spandersi. Ciò implica che la tribalica deità è di un grado molto basso perché possiede un<br />

veicolo <strong>nella</strong> parte eterica del piano fisico, attraverso il quale può assorbire questi fumi fisici o<br />

trarne particolare nutrimento od unesperienza piacevole prendendone parte. Si può prendere come<br />

una regola assolutamente certa che ogni deità, sotto qualsiasi nome possa mascherarsi che pretenda<br />

sacrifici di sangue o sacrifici di cose bruciate è soltanto uno spirito di natura molto basso; soltanto<br />

tali entità possono provare piacere in queste abominazioni. Si ricorderà che nei primi tempi <strong>della</strong><br />

religione ebraica orribili olocausti di tale natura venivano frequentemente offerti, ma avvicinandosi<br />

al livello presente, la razza ebraica ha preso il suo posto <strong>nella</strong> civiltà, e tali sacrifici sono<br />

naturalmente cessati. Non è certamente necessario insistere sul fatto ovvio che nessun essere<br />

evoluto, deva o angelo, possa solo per un momento richiedere o consentire di ricevere qualche<br />

forma di offerta che comprenda la morte o la sofferenza di qualche creatura. Nessuna deità benefica<br />

si è giammai dilettata e contaminata con lodore dei fumi del sangue; le religioni del tipo più elevato<br />

hanno costantemente impeito tali orrori.


Magia nera<br />

Tale aspetto negativo <strong>della</strong> magia di solito viene chiamato "magia nera" ed il suo scopo è<br />

interamente egoistico. Vi sono molti casi nei quali non è così, vale a dire che il suo scopo non è di<br />

fare il male per amore del male, ma semplicemente per ottenere il possesso dei poteri e tutto quello<br />

che il mago possa desiderare sul momento. Molte delle stregonerie primitive delle tribù sono di tale<br />

natura e non vi è dubbio alcuno che una certa misura di successo frequentemente risponde agli<br />

sforzi del mago. Ho veduto esempi di ciò: una volta mi presi il disturbo di apprendere un elaborato<br />

rituale di questa specie, che se posto in pratica, apporta i servizi di un'entità e procura allo<br />

scongiuratore tutto quello che richiede. Non soltanto può fornire ricchezze illimitate, ma anche<br />

esaudire tutti i desideri relativamente ai proprio amici e nemici. Da quanto mi consta confrontando<br />

con gli altri sistemi degli scongiuratori, queste forme possono certamente fare anche del bene entro<br />

vasti limiti, ma le condizioni richieste sono tali da esser del tutto inaccettabili da ogni persona di<br />

retto pensare. Il rituale è facile da eseguire, ma laccordo con l'entità deve essere cementato con il<br />

sangue umano all'inizio e in seguito con la fornitura regolare di carne, con il sacrificio di forme<br />

inferiori di vita. Tali magie esistono in molte parti del mondo più di quanto non sia usualmente<br />

sospettato. D'altro canto anche senza gli orrori del tipo citato vi sono molte altre forme di magia.


Magia spicciola<br />

Non è insolito trovare in Oriente uomini, che hanno ereditato dai loro antenati i servigi di qualche<br />

entità non umana, la quale in corrispettivo di uninsignificante quantità di cibo produce<br />

occasionalmente piccoli fenomeni di varia specie per la persona alla quale è in special modo<br />

attaccata; quasi invariabimente lassociato umano in questo legame è obbligato a non dire ad alcuno<br />

il nome e a non fare la descrizione del suo invisibile collaboratore; ed è abbastanza strano che in un<br />

gran numero di casi è prevista la condizione che nessun importo di denaro può essere ottenuto con<br />

laiuto del collaboratore od accettato per qualche esibizione dei suoi poteri peculiari. Ricordo, per<br />

esempio, quando ero in Oriente, di un uomo che possedeva un tale associato. In questo caso lentità<br />

dimostrava i suoi poteri portando al suo associato umano qualche oggetto che gli veniva indicato,<br />

allo stesso modo come avviene frequentemente nelle sedute spiritiche. Fortunatamente una delle<br />

condizioni che faceva parte del loro accordo era che lassociato invisibile giammai sarebbe stato<br />

richiesto di portare qualche cosa che non fosse di proprietà del suo amico sul piano fisico,<br />

altrimenti ne sarebbe risultato un sistema di ruberia e sarebbe stato assolutamente impossibile<br />

rintracciare o punire i ladri. Ogni abile giocoliere europeo può produrre risultati <strong>della</strong> specie più<br />

meravigliosa con i metodi che sono interamente inesplicabili ai non addestrati; tuttavia vi sono certi<br />

limiti ben definiti in cui ciò può essere fatto e per la produzione di questi fenomeni i giocolieri<br />

occidentali necessitano di una considerevole quantità di accorgimenti e spesso anche una<br />

particolare disposizione da parte degli spettatori. Il giocoliere orientale opera in condizioni diverse<br />

e le sue rappresentazioni avvengono di solito all'aria aperta, sul lastrico di un cortile, in mezzo ad<br />

una folla eccitata che lo pressa da ogni parte. Si comprende che in tali circostanze molte delle<br />

risorse dei suoi competitori europei non gli sono accessibili. Non vi è dubbio che molti hanno udito<br />

del celebre gioco del mago; in questo caso la pianta cresce, o sembra crescere, da un seme davanti<br />

agli occhi degli spettatori e persino produce frutti... Ora, alcuni di questi fatti sono manifestamente<br />

impossibili ed indagando profondamente sul problema troviamo che i fenomeni descritti vengono<br />

prodotti per mezzo di quella che comunemente viene chiamata "fascinazione" una specie di potere<br />

del nesmerismo senza gli usuali preliminari, cioè i passi magnetici o "trance". In questo modo<br />

vengono effettuati codesti fenomeni, sicchè non dobbiamo considerarli sotto il titolo di "magia<br />

invocatoria", benchè sia possibile, in alcuni di questi casi, che il potere <strong>della</strong> fascinazione venga<br />

esercitato non dallo scongiuratore stesso, ma dallassociato invisibile, che ha al suo comando le<br />

varie risorse del piano astrale. Molti fenomeni su scala inferiore, ma minori di quelli sopra descritti<br />

sembrano tuttavia essere eseguiti direttamente dal collaboratore astrale. Un altri strano caso<br />

dell'impiego di questa magia tradizionale da parte di un uomo completamente ineducato e del tutto<br />

ignorante dei metodi con i quali operava, venne a mia conoscenza alcuni anni più tardi. Ciò<br />

accadde quando ebbi una grave ferita alla quale sangue sgorgava a fiotti. Un conducente di<br />

passaggio affrettatamente prese una foglia di un arbusto a lato <strong>della</strong> strada, la applicò per un<br />

momento sulla ferita bisbigliando una mezza dozzina di parole; istantaneamente il flusso di sangue<br />

cessò. Naturalmente chiesi all'uomo come aveva potuto fare ciò ma egli non fu in grado di dare una<br />

spiegazione soddisfacente. Tutto quanto potè dire fu questo incantesimo (che gli era stato proibito<br />

di rivelare) era stato trasmesso <strong>nella</strong> sua <strong>famiglia</strong> per diverse generazioni ed egli credeva che vi<br />

fosse uno spirito di qualche specie, che richiamato dalle sue parole aveva prodotto il risultato<br />

richiesto. In nessuno dei casi che vi ho descritto vi era qualcosa di particolarmente malvagio ed<br />

egoistico <strong>nella</strong> magia impiegata, ma temo che vi siano molti casi nei quali lopera fatta in tal modo è<br />

assai meno innocente. Molte delle storie di streghe del medioevo e gli strani racconti di supposti<br />

patti con il Diavolo furono praticamente esempi <strong>della</strong>rte nera su scala più bassa. Tutto ciò può<br />

essere riscontrato in certi parte del mondo ancora ai giorni nostri ed i sapientoni che ripudiano tutti<br />

i racconti di tali fatti come fantasi e superstizioni, parlano di cose che in definitiva non hanno<br />

compreso minimamente. Non cè bisogno di essere allarmati riguardo a tali manifestazioni, oppure<br />

di temere che si possa essere danneggiati in questo modo da coloro <strong>nella</strong> cui inamicizia si sia


incorsi. Non dubito che i risultati vengano prodotto, per esempio, con gli incantesimi Voodoo o<br />

degli Obeah fra i negri, ma molto.


Magia e cultura<br />

La magia ha svolto un ruolo importante <strong>nella</strong> cultura, proponendosi come un complesso di pratiche<br />

rituali "altre", strutturate secondo un linguaggio sincrestico fatto di esperienze e simboli provenienti<br />

da ambiti anche molto diversi. L'emperismo che scaturiva dallosservazione e dallesperienza, forte<br />

del suo illimitato universo simbolico, di fatto era la struttura portante di un meccanismo arcaico, in<br />

continua lotta con gli influssi negativi e con i condizionamenti mitici. I primi antropologi si<br />

domandavano se "l'ideologia magica fosse una tappa dell'evoluzione del pensiero o piuttosto una<br />

dimensione universale di esso, se prefigurasse la scienza o non fosse piuttosto un procedere<br />

alternativo rispetto alla razionalità o addirittura una patologia mentale" (C.Gatto Trocchi, 1994). In<br />

ogni caso, non si è ancora giunti a una definizione completa e chiara <strong>della</strong> magia. Si potrebbe<br />

affermare che la magia è la capacità di dominare e stumentalizzare, secondo un progetto spesso<br />

anomaloe vincolato a tutta una serie di rituali e di formule in gran parte sconosciute ai non adepti.<br />

In sostanza, allorigine <strong>della</strong> magia vi sarebbe il concetto di potere, "di cui la forza del mago, quella<br />

del rito, quella dello spirito, sono soltanto espressioni diverse" (M.Mauss, 1965). Inoltre, il pensiero<br />

magico si contrappone al pensiero pragmatico, in quanto basa la conoscenza sullintuizione e si<br />

serve del ragionamento analogico. L'indagine etnografica, in particolare quella britannica guidata<br />

dal Malinowski, ha individuato <strong>nella</strong> magia "un sistema che offre la soluzione dei conflitti che<br />

scaturiscono dall'impotenza umana di affrontare tutti i rischi con il solo ausilio <strong>della</strong> conoscenza e<br />

dell'abilità tecnica" (B.Malinowski, 1973). Davanti ai grandi misteri irrisolti dell'esistenza, alle<br />

angosce che tormentano il nostro cammino di uomini incapaci di risolvere ogni cosa con lausilio<br />

<strong>della</strong> ragione, la magia si pone come la strada "altra", come un modo per intervenire <strong>nella</strong> realtà<br />

naturale cercando di orientarla secondo il proprio interesse. Infatti la magia, come la stregoneria e il<br />

maleficio, "si riscontra solo dove è possibile rilevare, nell'esistenza dei singoli, stress e frustrazioni;<br />

e cioè dove, in altri termini, vi è una qualche tensione, attuale o potenziale che sia, fra la gente"<br />

(J.D.Krige, 1971). Per una prima riflessione sul tema possiamo rivolgerci alle tesi di Frazer che, se<br />

pur datate, costituiscono una piattaforma di base per avvicinarsi allo studio razionale <strong>della</strong> magia.<br />

Appoggiandosi a una visione empirica dei fatti <strong>della</strong> natura, Frazer individua <strong>nella</strong> magia due<br />

assunti fondamentali: - il simile produce il simile; - l'effetto ha strette somiglianze con le cause. Il<br />

primo principio si avvale <strong>della</strong> consapevolezza che imitando una certa azione si ottenga<br />

effettivamente quanto simulato. Il secondo, invece, parte dal presupposto che operando unazione<br />

magica su un'effigie o un oggetto si ottenga lidentico effetto sulla vittima del rito. "L'applicazione<br />

più familiare del principio che il simile produce il simile è forse il tentativo che è stato fatto in<br />

molte epoche da molti popoli di danneggiare o distruggere un nemico, danneggiando o<br />

distruggendo una sua immagine, <strong>nella</strong> credenza che luomo debba soffire come soffre l'immagine e<br />

che, quando questa sia distrutta, egli debba morire" (J.Frazer, 1950). A una più attenta valutazione,<br />

le forme magiche basate sul principio frazeriano possono essere suddivise in magia aggressiva e<br />

magia difensiva. In entrambi i casi, le forme simboliche hanno il ruolo di variare uno status: la<br />

prima altera un equilibrio, la seconda cerca di ripristinarlo. Generalmente si tende a differenziare la<br />

magia, raggruppandola in tre tipi di applicazione:<br />

- Magia nera (pratiche dirette a produrre malefici);<br />

- Magia bianca (pratiche per combattere la magia nera, o per ristabilire un equilibrio iniziale, per<br />

esempio la salute);<br />

- Magia "economica", destinata a garantire il dominio sulla natura, non necessariamente orientata<br />

verso il maleficio.


Le teorie del Frazer, se pur riviste dagli studi recenti, offrono alcune interessanti indicazioni per la<br />

nostra indagine. Secondo lo studioso inglese, la magia si suddivide in due grandi classi, quella<br />

omeopatica e quella contagiosa.<br />

- Omeopatica (il simile produce il simile)<br />

- Contagiosa (gli oggetti venuti in contatto mantengono un legame soprannaturale)<br />

Come si evince da questa schematica descrizione, entrambe le forme di magia possono rientrare<br />

all'interno del vasto e articolato complesso costruito dalla terapia magica. Il primo caso, per<br />

esempio, è relativo a quelle pratiche magiche-terapeutiche in cui è prevista l'assimilazione di un<br />

prodotto accostabile a un oggetto che riconduce direttamente alla malattia da curare. La medicina<br />

omeopatica si basa sul concetto che le forme morbose vadano curate con la somministrazione a<br />

dosi infinitesimali di sostanze che, somministrate a persone sane, provocherebbero una<br />

sintomatologia analoga a quella considerata. Nel caso <strong>della</strong> magia contagiosa, si parte dal<br />

presupposto che, operando su alcuni elementi appartenuti a un corpo, si possa intervenire,<br />

positivamente o negativamente, su quel corpo. Per Frazer, quindi, da un punto di vista teorico la<br />

magia rappresenta l'espressione del pensiero umano primitivo, che tenta con i propri mezzi di<br />

fornire una spiegazione "scientifica", o comunque coerente, dei fenomeni naturali.


La pratica magica<br />

Nella pratica magica è sempre necessario un celebrante, genericamente definito mago, che<br />

determina un cambiamento di status operando con metodi i quali, pur avendo una base a livello<br />

naturale, sono diretti ad attivare forze soprannaturali. Il termine "mago" è però assai generico e<br />

presenta uno spazio semantico molto ampio: con tale nome, infatti, si identificano persone diverse,<br />

con specializzazioni molto variabili. Di fatto vi è una notevole differenza tra uno sciamano tunguso<br />

e un mago che opera <strong>nella</strong> cultura occidentale, magari davanti alle telecamere. Va da sé, quindi, che<br />

ogni fenomeno debba essere analizzato nel contesto specifico in cui il mago organizza la sua<br />

pratica. In genere, cercando di valutare la struttura <strong>della</strong>zione magica, isolare elementi caratteristici,<br />

generalizzati e ricorrenti:<br />

- strumento catalizzatore;<br />

- rituale; - formula;<br />

- contesto culturale favorevole all'affermazione delle credenze;<br />

- forte condizionabilità dei soggetti coinvolti;<br />

- relativa estraneità alla religione;<br />

- limitate conoscenze scientifiche.<br />

Il rito magico, agendo direttamente e senza bisogno di un riferimento a un'entità soprannaturale, si<br />

pone in un ambito privo di parametri fissi, necessari alla razionalità quando essa tenta di stabilire le<br />

regole dellesperienza quotidiana. Nel mito si opera attraverso immagini e ricostruzioni mentali, nel<br />

rito con oggetti, parole e manipolazioni. "Il rito può includere enunciati verbali (formule,<br />

invocazioni, canti), così come può non includerli; tuttavia anche quando è muto utilizza,<br />

applicandolo agli oggetti, il medesimo meccanismo combinatorio del linguaggio. Se <strong>nella</strong><br />

comunicazione verbale il senso non risiede nei singoli fonemi ma <strong>nella</strong> loro combinazione, così nel<br />

rito il messaggio non è trasmesso dagli oggetti che vengono manipolati, ma dallorganizzazione<br />

interna <strong>della</strong> configurazione simbolica di cui fanno parte. In sostanza il rito costituirebbe un<br />

processo di categorizzazione non verbale <strong>della</strong> realtà, destinato a immagazzinare e trasmettere<br />

informazioni complesse" (E.Scarduelli, 1994). Secondo Evans-Pritchard la magia scaturirebbe da<br />

uno stato di tensione: "quando l'uomo è travolto dall'odio o dall'amore o da altri sentimenti, quando<br />

non può trovare alcun altro rimedio", ricorre alla magia, che di fatto sarebbe unattività simbolica di<br />

"carattere sostitutivo di una funzione catartica e strimolante" (Evans-Pritchard, 1971). La precarietà<br />

del sistema esistenziale è quindi il motivo dominante posto alla base <strong>della</strong> scelta magica, una scelta<br />

che a livello popolare è sempre stata caratterizzata da un'amalgama tra empirismo, mito e religione.<br />

Questo alimenta la volontà, insita nell'uomo, di infrangere le regole prestabilite da un ordine<br />

superiore e invalicabile. Infatti, il senso <strong>della</strong> magia non deve il suo consolidamento solo agli<br />

archetipi e alle memorie rituali più antiche, ma anche alle incertezze dei contesti storici che<br />

favoriscono l'affermazione <strong>della</strong> ritualità. La magia finisce così per essere una sorta di reazione<br />

allumano terrore <strong>della</strong> storia. Essa, con le sue forme simboliche che evocano situazioni arcaiche,<br />

mette in scena la ripetizione <strong>della</strong>tto cosmogonico e la rigenerazione periodica del tempo<br />

primigenio. Inoltre il sapere magico, fatto di un proprio specifico corpus di credenze e di miti, ha<br />

sempre dimostrato una certa impermeabilità alle trasformazioni sociali. Anzi, questo patrimonio di<br />

sapienza naturale è diventato punto di forza allinterno delle culture emarginate, <strong>nella</strong> loro lotta<br />

contro i poteri dominanti.


La forza dei poteri soprannaturali<br />

Da un lato abbiamo l'uomo religioso, che con la sua adorazione si sottopone alla divinità; dall'altro<br />

il mago, che forza i poteri soprannaturali, cercando di raggiungere quanto desidera e abbattere<br />

quanto teme. La magia, scontrandosi con i grandi monoteismi, subisce unulteriore evoluzione.<br />

Infatti, "la religione non è nata dallevolversi <strong>della</strong> magia primitiva; al contrario, la magia deriva<br />

dalla religione che, guastandosi a contatto con la fragilità umana, scade <strong>nella</strong> cosidetta magia<br />

bianca, a poco a poco perde la sua purezza e, attraverso varie sfumature, si trasforma <strong>nella</strong> magia<br />

nera, che in greco era detta goetheia, dal sinistro suono <strong>della</strong> recitazione delle formule magiche"<br />

(A.A.Barb, 1975). Secondo Mauss, la magia avrebbe unorigine molto simile a quella <strong>della</strong><br />

religione, ma, a differenza di questa, il suo orientamento è prevalentemente pratico e basato su<br />

principi tecnici. In questa prospettiva, in un certo senso la magia si può anche considerare<br />

unantenata del sapere scientifico, se pur condizionata da un profondo rapporto con il mito. "La<br />

magia non ha alcuna affinità con la scienza perché non è guidata dall'esperienza (...) il mago è<br />

ossessionato dal desiderio di ottenere un certo risultato, perciò l'elemento determinante, <strong>nella</strong><br />

magia, è il fattore emotivo: paura, angoscia, ira, possessione" (B.Malinowski, 1973).<br />

Generalizzando, appare evidente che i procedimenti magici riescono ad affermarsi maggiormente in<br />

realtà in cui lesistenza quotidiana è trafitta da incertezze e calamità non risolvibili con le ragioni<br />

<strong>della</strong> scienza, o con la fede. La magia rapprensenta il tentativo di contrastare l'imprevisto, gli<br />

ostacoli che frustrano l'impegno dell'uomo diretto al raggiungimento di uno specifico risultato. Le<br />

nostre capacità e le nostre conoscenze "hanno dei limiti oltre i quali gli sforzi pratici fondati<br />

razionalmente non valgono nulla; tuttavia gli uomini si ribellano all'inazione, pur rendendosi conto<br />

<strong>della</strong> propria impotenza". Per questa ragione quindi "la magia non è presente solo tra i primitivi,<br />

bensì fiorisce anche nelle società moderne, ovunque vi sia pericolo ed incertezza, ovunque la sorte<br />

o il caso abbiano una parte predominante" (B.Malinowski, 1970).


Il pensiero magico<br />

L'attività magica, forzando la realtà, propone una reazione all'angoscia determinata dal "rischio di<br />

non esserci", che corrisponde, in certe situazioni di crisi, all'annullamento <strong>della</strong> personalità. Il<br />

tracciato simbolico del rituale magico assume i toni del dramma che si svolge nelle fasi critiche<br />

dell'esistenza, quando l'ordine abituale si incrina, o in casi di emergenza fisica e psichica; è in<br />

questi casi che lIo ingaggia la lotta contro la minaccia di perdersi e ottiene il proprio riscatto.<br />

"Infatti il semplice crollo <strong>della</strong> presenza, lo scatenarsi di impulsi incontrollati, rapprensentano solo<br />

uno dei due poli del dramma magico; l'altro polo è costituito dal momento del riscatto <strong>della</strong><br />

presenza che vuole esserci nel mondo" (E.<strong>De</strong> Martino, 1973). Il crollo <strong>della</strong> presenza alimenterebbe<br />

allora la ricerca di strumenti in grado di permettere la riacquisizione di uno status perduto,<br />

determinando unopportunità per riscattarsi dal "rischio di non esserci". Questa tensione non si<br />

presenta solo nei gruppi arcaici, ma va considerata un segno caratteristico di tutte le società in crisi.<br />

In effetti, "tutto il materiale etnologico portato da <strong>De</strong> Martino, materiale che conferma la generalità<br />

<strong>della</strong> crisi <strong>della</strong> presenza, proviene da società che si trovano in una certa fase storica generale, o<br />

non è proprio di società a un tempo arcaiche e in crisi?" (F. Alberoni, 1968). Studiando la magia<br />

applicata ai più diversi aspetti <strong>della</strong> cultura, ci si rende conto che una valutazione approfondita non<br />

ha per oggetto solo i poteri <strong>della</strong> magia in sé, ma pone in discussione il nostro stesso concetto di<br />

realtà. In sostanza lindagine coinvolge non solo laspetto del giudizio (i poteri magici), ma anche la<br />

stessa categoria giudicante (il concetto di realtà). La magia può esistere quindi solo in quelle società<br />

che hanno bisogno di creare una materia in qualche modo coagulante, che connette e soddisfa<br />

esigenze collettive altrimenti insoddisfatte. Mentre nelle culture tradizionali latteggiamento magico<br />

è più evidente, poiché il rapporto con la sfera <strong>della</strong> sacralità è molto affermato, <strong>nella</strong> società<br />

moderna, investita da una progressiva desacralizzazione, si impone unemarginazione non solo del<br />

sapere magico, ma anche <strong>della</strong> tradizione spirituale più atavica. Queste forme culturali, che fanno<br />

parte <strong>della</strong> tradizione più antica, sono quindi destinate a sopravvivere in forma degradata, <strong>nella</strong><br />

cultura "altra" e folklorica, in certi casi del tutto prive <strong>della</strong> loro originaria valenza rituale. Abbiamo<br />

visto che in genere la magia parte dal presupposto che operando su simboli sia possibile agire su<br />

quanto quei simboli rappresentano, secondo il principio che "ogni essere ha tanto un'esistenza<br />

invisibile quanto una visibile". Secondo Lèvy-Brhul, la magia opera simbolicamente secondo il<br />

principio del "come se", tipico <strong>della</strong> tendenza a considerare la realtà come uno schema prefigurato,<br />

attraverso io quale il presente parteciperebbe in qualche modo alla formazione dell'avvenire. Per<br />

l'operatore di magia "il suo bene è altrettanto buono quanto il nostro, il suo male è cattivo quanto il<br />

nostro. Solo le forme sono diverse, ma la funzione etica è la stessa" (C.G.Jung, 1942). Cambiano le<br />

premesse, ma la funzione psichica contrassegnante l'approccio al soprannaturale è sostanzialmente<br />

identica: in ogni contesto la manifestazione magica tende a dimostrare la fragilità del sistema<br />

esistenziale umano. Quella fragilità che Eliade ha posto bene in evidenza, chiarendo che certe<br />

azioni magiche sono spesso la dimostrazione dell'umano terrore <strong>della</strong> storia, che viene in parte<br />

abbattuto ricorrendo alla ripetizione <strong>della</strong>tto cosmogonico e alla rigenerazione periodica del tempo<br />

(M. Eliade, 1968). Nella magia l'uomo si basa su stati emozionali, senza osservare la natura ma<br />

chiudendosi su sé stesso: in questo modo la verità risulta rivelata dalle emozioni e non dalla<br />

ragione. Mentre <strong>nella</strong> conoscenza le teorie prendono forma basandosi sulla logica, <strong>nella</strong> magia il<br />

sapere si fonda su unassociazione di idee basate sul desiderio di raggiungere un certo risultato. In<br />

pratica, per dirla con Malinowski, "la funzione magica è la ritualizzazione dell'ottimismo umano, di<br />

rafforzare la sua fede <strong>nella</strong> vittoria <strong>della</strong> speranza sulla paura. La magia esprime quanto per l'uomo<br />

la fiducia prevalga sul dubbio, la stabilità sullincertezza, lottimismo sullottimismo" (B.Malinowski,<br />

1970). Secondo <strong>De</strong> Martino, è il diverso approccio alla realtà che caratterizza la cultura occidentale<br />

ad aver messo la magia in disparte, facendole prendere la sua posizione predominante riguardo<br />

all'approccio col soprannaturale. Infatti, "nessuna magia è vana immaginazione quando si riesca a<br />

giudicarla nel plesso vivente di una civiltà in cui è organicamente inserita: d'altra parte la civiltà<br />

occidentale, il rapporto dellorientamento del suo scegliere, ha disarticolato il condizionamento


culturale da cui le efficace magiche traevano alimento, e con ciò ha reso sempre più immaginarie<br />

tali efficace" (E.<strong>De</strong> Martino, 1962). Nel processo di mutamento sociale, la magia risulta un fatto<br />

para o anti istituzionale, che si pone sempre in alternativa o in contrasto con le regole ufficiali,<br />

suggerendo la possibilità di passare indenne attraverso regole e limiti. Pertanto si evidenzia il<br />

legame tra magia e potere, che di fatto è uno dei nodi fondamentali <strong>della</strong> tradizione magica. Infatti,<br />

le azioni che genericamente definiamo magiche sono da sempre alimentate dalla volontà di far sì<br />

che luomo possa continuare a seguire quanto sfugge al suo controllo. Davanti alle proprie limitate<br />

possibilità, l'uomo crede che con la magia sia possibile recuperare una sorta di onnipotenza<br />

primitiva del pensiero, ristabilendo il contatto tra soggetto e oggetto, considerato la base del<br />

rapporto tra uomo e natura.


Il linguaggio <strong>della</strong> magia<br />

Prima di entrare nel merito degli aspetti linguistici <strong>della</strong> magia, crediamo possa essere interessante<br />

una breve riflessione sul valore semantico del termine mago. Il termine magos e i suoi derivati sono<br />

attestati in greco già dallepoca classica. Si ritiene che la loro origine sia persiana: il magos era un<br />

sacerdote, comunque un personaggio connesso alle pratiche religiose. Secondo Erodoto, i magoi<br />

erano una sorta di società segreta persiana, in cui la pratica religiosa si amlgamava a quella<br />

divinatoria. Per Senofonte erano "esperti in tutto ciò che concerne gli dei", ma, per i Greci del V<br />

secolo, "il mago è già una figura molto diversa da quella di un saggio perfetto" (F.Graf, 1995). Il<br />

termine greco mageia e il latino magia indicavano le pratiche rituali caldee, spesso in opposizione<br />

al culto imperiale e dogmatico. In genere, come noto, la mageia era collegata alla scienza dei magi<br />

persiani, propagatori <strong>della</strong> dottrina di Zoroastro, a cui il concetto di magia è rimasto<br />

indissolubilmente legato per tutta l'antichità e il Medioevo. In realtà, il nome deriva da quello dei<br />

magoi, che erano una delle sei tribù del popolo dei Medi, i cui membri, forse appartenenti alla<br />

classe sacerdotale, dovettero osteggiare Zoroastro <strong>nella</strong> sua opera di riforma dell'antica religione<br />

del paese. In genere, come primo significato <strong>della</strong> radice mag viene proposto "grandezza".<br />

I segni del mago<br />

Attraverso un apparato specifico di segni e di simboli, la magia tende a teatralizzare il proprio<br />

sapere. Ogni magia "ha necessariamente redatto, per se stessa, un catalogo di piante, di minerali, di<br />

animali, di parti del corpo, etc., allo scopo di registrarne le proprietà speciali o no, sperimentali o<br />

no; dallaltro, che ogni magia si è preoccupata di codificare certe proprietà delle cose astratte: figure<br />

geometriche, numeri, qualità morali, morte, vita, fortuna, etc.; e che, infine, ciascuna di esse ha<br />

fatto concordare questi diversi cataloghi" (M.Mauss, 1965). Ma i segni e i linguaggi <strong>della</strong> magia<br />

sono magici fino a quando non risultano decifrabili: a qual punto perdono il loro valore e si<br />

trasformano in ideogramma, pittogramma, geroglifico... (R.Bover, 1992). Fino a che non viene<br />

catalogato nel contesto <strong>della</strong> conoscenza decifrabile, riconoscibile e storicizzabile, il linguaggio<br />

<strong>della</strong> magia risulta avvolto da unaura che lo connota con toni straordinari, ponendolo in relazione<br />

con un altro mondo, dilatando senza limiti le sue possibilità dialettiche. Nella magia si incontrano<br />

spesso suoni e termini non riconducibili a nessun ceppo linguistico. L'uso in magia di parole<br />

"barbare e inintelleggibili risale ai maghi egiziani, che inventarono singolari e quasi<br />

impronunciabili nomi veri per i loro dèi, probabilmente per evitare che altri maghi rivali se ne<br />

appropriassero. L'usanza passò in seguito nellEuropa occidentale attraverso i testi magici grecoegiziani<br />

dei primi secoli dopo Cristo, che erano pieni di nomi complicati e contorti, privi di senso<br />

riconosciuto, nonché di nomi divini e angelici egiziani, greci ed ebraici. In certi casi, i nomi magici<br />

sono stati alterati deliberatamente, per tenere nascosto il nome vero o scoprirne uno migliore; altre<br />

volte le traduzioni errate o i passaggi da un mago allaltro ne hanno modificato radicalmente la<br />

struttura" (R. Cavendish, 1972). La struttura <strong>della</strong> magia, che si basa sulla tradizione ed è<br />

staticamente piegata su se stessa, impermeabile allevoluzione, possiede alcuni elementi specifici: -<br />

la parola; - la scrittura; - il gesto; - la rappresentazione del soggetto a cui è diretta lazione magica; -<br />

un apparato grafico (pentacolo, cerchio magico, etc.) che sintetizza il sapere del mago attraverso il<br />

simbolo.


Parola e rito<br />

La pratica magica può determinare un'alterazione, "una modificazione spirituale, la quale si<br />

esprime attraverso la solennità dei gesti, il cambiamento <strong>della</strong> voce, e presino con l'adozione di un<br />

nuovo linguaggio, quello degli spiriti e degli dèi. I riti negativi <strong>della</strong> magia formano, dunque, una<br />

specie di soglia su cui lindividuo abdica sé stesso" (M.Mauss, 1965). Di certo la parola rituale, che<br />

acquista la sua maggiore espressione nel testo scritto, svolge un ruolo fondamentale <strong>nella</strong> pratica<br />

magica. Un ruolo che dimostra la propria solidità e forza in quanto si avvale di un linguaggio<br />

statico, inalterabile. Le parole costituiscono il mezzo più efficace per influenzare. Secondo Freud,<br />

esse rappresentano "un valido strumento per indurre modificazioni psichiche in colui al quale si<br />

dirigono e, perciò, laffermazione per cui la magia <strong>della</strong> parola è in grado di sopprimere fenomeni<br />

patologici, anzitutto quelli basati su condizioni psichiche, non ha più un significato enigmatico"<br />

(S.Freud,1992). La "voce" magica, la parola, celebrata nell'iter simbolizzante <strong>della</strong> gestualità o<br />

<strong>nella</strong> configurazione geometrica del testo scritto, ha radici lontane, che si perdono <strong>nella</strong> notte dei<br />

tempi. Radici che ogni cultura ha anche posto in relazione con il sacro e con l'intervento divino.<br />

Come <strong>nella</strong> poesia, anche in magia la parola acquista una forte valenza creativa in relazione alla<br />

combinazione del suono con il suo significato: i due linguaggi sono in stretto rapporto tra loro,<br />

poiché in entrambi i vocaboli si trasformano in "parole di potenza", a cui viene riconosciuto un<br />

particolare potere, anche senza il contributo di alcun rituale. La parola trattiene in sé la forza<br />

creatrice e quella magica: sorta di energie simboliche "presenti in tutte le cosmogonie mitiche;<br />

limpressione provata di fronte a tutto ciò che è inconsueto, stupefacente, atto a suscitare timore o<br />

ammirazione, trova forma <strong>nella</strong> parola e, attraverso la parola, si obiettiva in unessenza divina"<br />

(E.Cassirer, 1961). In un'ottica eminentemente "pratica" si scorge come l'utilizzazione magica <strong>della</strong><br />

scrittura indichi "come sia sempre ritenuto possibile agire sul reale a partire dalla manipolazione dei<br />

simboli, e come anzi luomo sua giunto a nutrire un terrore sacro di quei simboli e del loro potere,<br />

quasi che, ormai tracciati, essi potessero da sé soli, e senza intervento di altri, scatenare la loro<br />

azione" (G.R. Cardona, 1981). Va anche osservata la frequenza con cui, in numerose culture, la<br />

scrittura viene posta in relazione con l'intervento divino. Inoltre la dimensione criptica e misteriosa<br />

<strong>della</strong> parole "strane", aventi origini straniere e sconosciute, le caricavano con ulteriori valenze<br />

simboliche. E' sicuramente indicativo che "già i testi magici greci facessero un largo uso di parole<br />

straniere, barbare, senza un apparente significato, alle quali tuttavia conferivano significati<br />

misteriosi, capaci di evocare potenze nascoste. Spesso sono tra loro legati a filo doppio le sette<br />

vocali e i sette pianeti, ed è anche possibile forse citare una delle forme del nome del dio dei<br />

Giudei, appellativo che, oltre al suo valore mistico, contiene curiosamente la prima e lultima lettera<br />

<strong>della</strong>lfabeto ebraico" (J.G. Février, 1992). In sostanza, sembrerebbe che, secondo la tradizione<br />

simbolizzante posta alla base <strong>della</strong> magia, la parola sia tanto più magica quanto più diventa difficile<br />

comprenderne il senso e risalire al suo primitivo significato. Un caso emblematico è quello<br />

dell"abracadabra", divenuto sinonimo di "formula magica" anche nel linguaggio comune.


Magia bianca<br />

Esistono in natura fenomeni che non conosciamo perfettamente e che non sappiamo spiegarci<br />

razionalmente. Negare decisamente la loro esistenza significherebbe far trionfare il materialismo in<br />

modo assoluto. Per l'uomo oggi, condizionato dalla scienza e dalla tecnica, la natura non ha quasi<br />

più misteri. Nonostante si viva in unera così tecnologicamente avanzata, uno degli argomenti che<br />

continua ad attirare luomo per il suo fascino sottile e misterioso è la magia. Come possiamo<br />

definirla: arte, pseudo-scienza, scienza? Magia è tutto quello che non può essere spiegato<br />

razionalmente. E l'espressione di una cultura che con le sue tradizioni sembrava destinata a<br />

scomparire e invece continua ad avere diritto di cittadinanza <strong>nella</strong> società <strong>della</strong> tecnologia e del<br />

razionalismo imperanti. Alle soglie del 2000, l'uomo è ancora il tenace custode di un patrimonio<br />

culturale magico assimilato nel corso dei millenni e maghi, indovini e occultisti, continuano a<br />

proliferare in questa nostra epoca, testimoniando la necessità esistente nelluomo di liberare ancora<br />

la mente nel magico. Gli studiosi <strong>della</strong> materia riconoscono diversi tipi di magia.<br />

- La magia NATURALE, che è l'arte di prevedere il futuro o di produrre fenomeni avvalendosi di<br />

mezzi naturali ma al disopra <strong>della</strong> portata comune mortale.<br />

- La magia ARTIFICIALE, consistente nell'arte di incartare e affascinare sfruttando un dono di<br />

prestidigitazione o utilizzando particolari apparecchiature, le quali, mediante appositi accorgimenti<br />

tecnici, danno effetti suggestivi o magici.<br />

- La magia BIANCA, che consente di ottenere fenomeni sorprendenti invocando a volte l'aiuto di<br />

angeli del bene; questa branca, nel tempo, ha inglobato le altre due precedenti arti.<br />

- La magia NERA esacrabile arte di invocare spiriti maligni o demoni, con i quali viene sancito un<br />

patto formale o tacito.<br />

La tradizione vuole che Cam, secondo figlio di Noè, la insegnasse e tramandasse ai posteri. Le<br />

cinque regole d'oro per l'aspirante mago da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi<br />

1. Lo sviluppo <strong>della</strong> magia si ottiene mediante l'esecuzione dei riti che vanno eseguiti con ferrea<br />

volontà e con fede cieca e profonda.<br />

2. L'angelo <strong>della</strong> volontà si chiama Ariel e invocare il suo aiuto vuol dire ricevere una maggiore<br />

forza di volontà. Egli può essere invocato solo per le cause giuste, perché il suo aiuto è valido<br />

soltanto per esse.<br />

3. La parola è l'esecuzione <strong>della</strong> volontà. La parola è una potenza senza limiti, una volta che si è<br />

appreso come e in quale maniera dirigerla; essa infatti può guarire una persona, renderla felice, ma<br />

anche ucciderla.<br />

4. Il desiderio, la paura, il pentimento sono sentimenti che non devono esistere nel mago perché<br />

affievoliscono la volontà.<br />

5. La buona magia è all'insegna dell'intelletto e <strong>della</strong> giustizia; la magia nera è governata dal<br />

disordine e dell'iniquità.


Magia delle erbe, dei fiori e dei profumi<br />

Rientra <strong>nella</strong> normalità che per molte pratiche di magia vengano usate pozioni e filtri vari, per la<br />

composizione dei quali si fa uso di erbe. Erbe e fiori hanno sempre affascinato luomo e con le loro<br />

essenze opportunatamente mischiate si possono ottenere risultati portentosi. Unico problema è<br />

quello di sapere come ottenere una preparazione d'effetto, conoscere la pratica, le formule esatte e<br />

le giuste dosi di erbe e fiori, che, potranno aiutare nelle più disparate situazioni. Anche questo tipo<br />

di magia ha un'origine molto remota che si perde nel tempo. Vi sono profumi che hanno la<br />

proprietà di attirare le persone e profumi che invece le allontanano. Vi sono profumi che eccitano e<br />

altri che invece provocano repulsione. Certe essenze rendono benevola una persona e la invogliano<br />

a fare del bene, mentre altre sono capaci di provocare l'ira. La scia di profumo che rimane <strong>nella</strong>ria<br />

può, se gradevole, essere un fattore di conquista e di fascino. Anticamente si cercò di classificare i<br />

diversi tipi di odori, non in base al tipo di sostanza impiegata, bensì in base al tipo di effetto<br />

ottenuto. Vi sono abbinamenti tra piante, essenze, domini planetari ect. quindi per non complicare il<br />

discorso ho inserito una tabella esplicativa. In questa tabella abbiamo:<br />

a) la rappresentazione <strong>della</strong> scala evolutiva a cui si deve fare riferimento;<br />

b) la specificazione del tipo di pianta a cui si deve fare riferimento;<br />

c) la corrispondenza con le diverse sezioni che compongono un ciclo vitale completo nel regno<br />

vegetale;<br />

d) il nome <strong>della</strong> pianta corrispondente;<br />

e) lessenza a cui si attribuiscono virtù magiche;<br />

f) la corrispondenza planetaria.<br />

Ecco un esempio: in astrologia l'albero trova analogie col pianeta Sole e si immedesima con la<br />

pianta <strong>della</strong> quercia. Il profumo corrispondente è l'etliotropio, che viene messo in relazione con la<br />

Sanguinaria, pianta consacrata al Sole. E' da tenere presente che <strong>nella</strong> scala evolutiva, gli alberi<br />

occupano il primo posto, in quanto sono la forma più completa: essa si è realizzata attraverso il<br />

mutare delle ere, contrariamente ai funghi che sono, praticamente, tra le prime forme di vita<br />

comparse sulla terra, più semplici e meno evolute.


Piante magiche<br />

Sin dai tempi più antichi le piante venivano utilizzate per i loro misteriosi poteri allo scopo magico<br />

e terapeutico... Le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrato che anche le piante, al pari degli<br />

uomini e degli animali, hanno un'aura vitale che aumenta di intensità in particolari momenti. Pare<br />

anche che le loro vibrazioni esercitino un influsso positivo sulluomo; legate, infatti, a sottili forze<br />

esoteriche, esse sembrano possedere una benefica influenza grazie alle loro emanazioni<br />

magnetiche. A piante ed erbe venivano attribuite virtù magiche ed esse rientravano <strong>nella</strong><br />

composizione e preparazione di talismani, filtri ed essenze astrali. Gli antichi maghi ritenevano<br />

sacre 22 piante, ma il loro numero scese a 16 durante il Medioevo; ricordiamo 'leliotropio o l'erba<br />

<strong>della</strong> sincerità, la caledonia o erba del trifoglio, la rosa che era la pianta iniziatica etc. Ci sono<br />

piante che, per la loro carica elettro-magnetica, possono donare energia o anche pernderla e rubarla,<br />

per cui possiamo parlare di piante positive e di piante negative. Alcune di esse esercitano un potere<br />

esoterico benefico in stretta dipendenza con vari fattori come il segno zodiacale, il momento in cui<br />

vengono raccolte etc. Per talune piante è indispensabile la scrupolosa osservanza di tutte le regole<br />

tramandate dalla tradizione perché esse conservino le loro caratteristiche ed estrinsechino meglio le<br />

loro proprietà.<br />

- Raccogliete la pianta durante la fase di luna crescente, in una giornata in cui il sole splenda alto<br />

(mai quando tira vento o è nuvolo): le ore più propizie sono quelle comprese tra le undici e<br />

mezzodì, o fra le diciassette e le diciotto.<br />

- Lasciatele essiccare completamente per qualche giorno, poi riponetele in un sacchetto di tela o di<br />

carte oppure in un vaso di vetro, mai in contenitore di materiale plastico che ne neutralizzerebbe le<br />

radiazioni.<br />

All'occorrenza, potreste servirvene per la preparazione di infusi o talismani, tenendo però prensente<br />

che le piante non vanno conservate a lungo, perché perdono man mano le loro vibrazioni. Come si<br />

è detto anche il contatto diretto con la pianta ha il potere di tonificare il nostro organismo e di<br />

allontanare da noi eventuali forze negative.


Le piante e i loro poteri<br />

Le seguenti piante, pur legate a un astro, non risentono degli influssi planetari, per cui possono<br />

essere utilizzate senza servirsi di riti particolari, legati al giorno o allora del pianeta governatore.<br />

AMARANTO Posto sotto il dominio del Sole, si ritiene che il fiore, conservato in un sacchettino o<br />

portato al collo, in tasca o comunque a diretto contatto del corpo, favorisca l'equilibrio fisico;<br />

preserva il soggetto delle malattie e tiene lontana la principale nemica dell'uomo: la vecchiaia.<br />

Questa pianta possiede la capacità di non appassire, infatti anche secche, le sue foglie conservano il<br />

colore originale senza sbiadire e, se vengono poste <strong>nella</strong>cqua, tornano fresche d'aspetto.<br />

Anticamente di pensava che questo fiore donasse l'immortalità per cui pare rientrasse nei<br />

componenti base dell'elisir di lunga vita, in cui era racchiuso il segreto dell'eterna giovinezza.<br />

empre nell'antichità l'amaranto veniva usato nell'allestimento delle tombe dei personaggi potenti, o<br />

nei funerali di personalità influenti. E una pianta erbacea annuale, con le inflorescenze raggruppate<br />

in spighe o pannocchie ascellari o terminali, erette o pendenti. Coltivata per ornamento è facilmente<br />

reperibile in Italia. La sua fioritura avviene da Agosto alla fine dell'autunno.<br />

ARANCIO Governato da Venere, il suo fiore è simbolo di innocenza e di purezza danimo. Per<br />

questo motivo il fiore è utilizzato per il bouquet delle spose, usanza questa che trova le sue origini<br />

in Francia. Si dice che possa essere usato una sola volta <strong>nella</strong>rco <strong>della</strong> vita e che possa trasformare<br />

l'innocenza <strong>della</strong> persona in conoscenza, profondità e saggezza.<br />

BASILICO Retto da Marte, se viene usato in dosi esagerate porta facilmente l'individuo a diventare<br />

collerico e ad adirarsi per motivi di poco conto. Può anche provocare dei danni più o meno gravi a<br />

carico del sistema nervoso. In Abissinia se ne trova in enorme quantità, tanto è vero che le donne<br />

abissine lo usano come cosmetico per rendere la loro pelle più lucida. E una pianta piccola e<br />

cespugliosa dai fiori bianchi e il suo tempo di fioritura va generalmente da Maggio a Settembre.<br />

CEDRO E una pianta erborea sacra a Giove. In alcuni testi antichi, il cedro è considerato una vigile<br />

senti<strong>nella</strong> <strong>della</strong> casa presso cui è piantato, per il suo potere di tenere lontani ladri, curiosi e persone<br />

indesiderate.<br />

ELLEBORO Pianta malefica, ha un potere esoterico negativo, fa perdere infatti di prestigio e attira<br />

la maldicenza. E una pianta velenosa, va usata in dosi minime e con la massima prudenza.<br />

GIGLIO Da sempre è considerato il simbolo <strong>della</strong> purezza per eccellenza. Tenere il giglio sempre a<br />

portata di mano, o <strong>nella</strong> propria casa, serve a tenere lontane le forze del male. Nel formulario di<br />

Alberto il Grande è detto che il giglio colto sotto il segno del Leone, mescolato al succo di lauro e<br />

posto sotto letame, genera dei vermi che, ridotti in polvere e messi negli abiti di una persona,<br />

impediscono a questa di dormire. IRIS Era considerato dagli antichi il simbolo <strong>della</strong> pace.<br />

LICHENE Organismo vegetale costituito dallassociazione di un'alga e di un fungo, è sotto<br />

l'influsso di Saturno e inclina alla solitudine e alla meditazione. Non favorisce i rapporti di società e<br />

le attività di gruppo.<br />

LOTO Il suo fiore ha il potere di cacciare i demoni e di allontanare il malocchio.<br />

MIRTO Consacrata a Venere, questa pianta ha il potere di rendere caritatevoli e ben disposti verso<br />

chi soffre. Tale pianta è molto diffusa in Italia e nell'America settentrionale.


ORTICA Considerata una pianta sacra a Venere, sembra che predisponga alla lussuria. Un'antica<br />

ricetta di Petronio suggerisce, per favorire i rapporti sessuali languenti, di porre sotto il materasso,<br />

per un mese, un sacchettino contenente foglie secche di ortica. Secondo Alberto il Grande, l'ortica<br />

tenuta in mano con del millefoglie allontana la paura dei fantasmi. Anticamente veniva usata per<br />

combattere le paralisi, i reumatismi articolari e l'impotenza, anche se con risultati di modesta entità.<br />

PAPAVERO Governata da Saturno, predispone alla pigrizia. E diffusissima nei prati, il fiore ha i<br />

petali color rosso vivo e il frutto contiene semi piccoli e reniformi.<br />

PERVINCA Nei ricettari di Alberto il Grande si legge che questa pianta, ridotta in polvere con dei<br />

vermi e mangiata <strong>nella</strong> carne era da considerarsi afrodisiaca.<br />

PRIMULA Con i suoi gialli fiorellini, in epoca medioevale veniva considerata pianta <strong>della</strong> felicità e<br />

rientrava <strong>nella</strong> composizione dei sacchetti talismatici.<br />

QUERCIA Con la sua imponente bellezza è testimonianza di forza e di potenza. Consacrata al<br />

Sole, veniva considerata la guardiana <strong>della</strong> casa presso cui veniva piantata. Per il suo potere di<br />

attirare le forze benefiche e di allontanare le entità del male, sembra che i pionieri americani<br />

avessero lusanza di piantare una quercia vicino alla loro casa.<br />

TRIFOGLIO Erba dalle magiche virtù veniva usato nei secoli addietro da maghi e streghe.<br />

Predispone all'amore e alla sapienza. Altre piante magiche Piante da considerarsi magiche, perche<br />

facenti parte del settenario cabalistico, sono le seguenti.<br />

ACANTO Pianta che in astrologia si collega al pianeta Marte, rende arditi e coraggiosi, rapidi nelle<br />

decisioni e reattivi alle situazoni stagnanti e difficili. Se utilizzata nelle ore notturne di Marte<br />

accentua le caratteristiche negative del pianeta, predisponendo alla temerarietà, all'aggressività, alal<br />

collera e alla violenza.<br />

CINQUEFOGLIE Questa pianta magica, atrologicamente legata al pianeta Mercurio, elargisce il<br />

dono <strong>della</strong> sapienza e il buon uso dellintelletto. E possibile preparare anche dei talismani che<br />

assicurano la ricchezza, gli onori e la felice riuscita nel campo degli affari e delle finanze. La sua<br />

azione benefica si estrinseca maggiormente nel giorno di mercoledì, nelle ore rette da Mercurio.<br />

GIUSQUIAMO Questa pianta, che in astrologia viene rappresentata dalla betulla e il cui<br />

corrispondente planetario è il pianeta Giove, appartiene al mondo <strong>della</strong> felce. Nel settenario delle<br />

piante magiche è situata al terzo posto, a un grado piuttosto elevato di emanazione energetica. Per<br />

propiziarsi la buona sorte si deve operare di giovedì, nelle ore diurne corrispondenti a Giove.<br />

NINFEA L'essenza di questa pianta è di buon auspicio per le imprese ardite, le situazioni che<br />

necessitano di audacia, i viaggi avventurosi e spericolati. La ninfea ha inoltre il potere di stimolare<br />

limmaginazione, suscitando visioni e sogni profetici.<br />

SALICE Quest'ultimo tipo di pianta che si ritiene abbia delle magiche possibilità, ha la sua<br />

corrispondenza astrologica con il pianeta Saturno. Il salice ha analogie con i funghi, occupa l'ultimo<br />

posto <strong>della</strong> gerarchia fitologica, ma è da considerarsi ugualmente a un livello di alta spiritualità. In<br />

occultismo infatti ogni schema settenario ha una disposizione circolare, per cui primo e ultimo<br />

grado, essendo contigui, hanno la medesima vibrazione. Tale pianta opportunamente preparata, ha<br />

il potere di conferire agli uomini grande dignità e soprattutto dirittura e forza morale in alto grado.


SANGUINARIA Pianta benefica e propizia viene utilizzata in modo particolare per il buon esito di<br />

relazioni amorose. Usata costantemente la sua essenza agisce in modo da favorire lunione tra due<br />

persone, consentendo la realizzazione di un legame amoroso duraturo nel tempo. E necessario<br />

intervenire sulla pianta nell'ora governata da Venere dea <strong>della</strong>more. In un'ora diurna si deve agire<br />

su un uomo, in quella notturna si deve esercitare la sua influenza su una donna.<br />

VERBENA Pianta considerata sacra a Venere ha il potere di risvegliare le forze <strong>della</strong>more in modo<br />

intenso. Un formulario del XIII sec. consigliava di strofinare il petto <strong>della</strong> persona amata con un<br />

fiore di verbena, se si voleva suscitare una sconvolgente e travolgente passione. Per le sue proprietà<br />

occulte, essa era apprezzata molto dalla fraternità di Rosacroce: Van Helmont la definì pianta<br />

attrattiva. La sua azione è potenziata se si agisce di lunedì, durante la luna nuova, nelle ore notturne<br />

di Venere.<br />

VISCHIO E MANDRAGORA La raccolta <strong>della</strong> piante può essere fatta in qualunque modo, unica<br />

eccezione il vischio e la mandragora, che richiedono invece una differente prassi. Si crede infatti<br />

che se non si rispetta il rituale particolare, esse non avranno più quelle doti per le quali vengono<br />

raccolte. Il taglio del vischio, secondo i Druidi, che si dedicavano alla magia e allo studio dei<br />

fenomeni naturali, doveva essere eseguito con una falcetta doro, o perlomeno dalla lama<br />

consacrata. Questo perché i testi antichi sostengono la tesi secondo cui il vischio a contatto dell'oro,<br />

durante il taglio aumenta la proprie doti magiche. La mandragora è la pianta magica per eccellenza,<br />

la pianta che ha le maggiori caratteristiche e le più grandi possibilità di impiego in campo magico. I<br />

suoi effetti sono di gran lunga superiori ad ogni altra pianta. Si deve badare bene di non toccare la<br />

mandragora con i metalli specialmente con il ferro, che è considerato nemico <strong>della</strong> pianta stessa.<br />

Inoltre la sua raccolta deve essere fatta sotto vento perché restino intatte le sue caratteristiche.


Profumi Magici<br />

Vi sono profumi che, opportunamente confezionati, sono dei potenti talismani. Il profumo, lo<br />

sprigionarsi nell'aria dell'essenza, agisce proprio come se si trattasse di un talismano solido, una<br />

pietra o un monile magico; il profumo può anche servire a magnetizzare le pietre per aumentare il<br />

loro potere esoterico. Affinchè il profumo sia idoneo e possa raggiungere lo scopo, è necessario che<br />

venga scelto anche tenendo conto dei segni zodiacali in armonia con l'aroma. Unica cosa da tenere<br />

presente è che si dovrà essere accorti nello scegliere il giorno, lora e il profumo adatto allevenienza<br />

e a ciò si vuole ottenere. Al momento giusto si sparge sulloggetto il profumo adatto e, tenendolo in<br />

mano, si penserà intensamente alla proprietà che si vuole attribuire all'oggetto magnetizzato.<br />

Volendo agire su una persona che non si può avvicinare, basta scriverle una lettera su cui si sia<br />

versata anche solo qualche goccia di profumo. Vediamo ora, segno per segno, quali sono i profumi<br />

più adatti.<br />

ARIETE La lavanda e tutti quei profumi freschi che attenuano lo spirito combattivo di questo<br />

segno.<br />

TORO La rosa serve ad arginare gli slanci un po troppo affettuosi di questo segno<br />

GEMELLI Per ovviare alla volubilità e alla dispersione nei sentimenti, adoperare essenze a base di<br />

origano.<br />

CANCRO Il profumo a base di lillà serve ad infondere sicurezza a questo segno iper-emotivo.<br />

LEONE Un'essenza a base di ambra rende più "ruggenti".<br />

VERGINE Il fresco giacinto apporta fantasia a questo segno troppo analitico.<br />

BILANCIA Per dare più grinta ci vuole il muschio.<br />

SCORPIONE L'essenza di tuberosa rende affascinante questo segno.<br />

SAGITTARIO Violetta per irradiare maggior simpatia.<br />

CAPRICORNO L'essenza di caprifoglio serve ad infondere fiducia.<br />

ACQUARIO Mughetto per propiziarsi l'amore.<br />

PESCI Il gelsomino dona ai nati in questo segno fermezza e attenua l'insoddisfazione.


Sacchetti profumati<br />

I sacchetti che contengono essenze profumate sono cosa nota già dai tempi più remoti. Per<br />

confezionare il sacchetto profumato, basta prendere del cotone o un panno ad alto potere assorbente<br />

e impregnarlo <strong>della</strong> sostanza adatta allo scopo. Il tutto viene poi chiuso in una garza, che a sua volta<br />

deve essere contenuta in una stoffa resistente. Queste operazioni vanno eseguite tenendo conto<br />

delle ore e dei giorni, a seconda dell'essenza che si deve preparare. Questo è un esempio: -<br />

talismano amoroso - giorni e ore di Venere (diurne per agire sugli uomini, notturne per agire sulle<br />

donne) - evocazione dello spirito - scelta del profumo in base al proprio segno zodiacale di nascita.


Pietre magiche<br />

Nei tempi più antichi le pietre, e in modo particolare le gemme, hanno sempre affascinato l'uomo,<br />

che ha attribuito ai diversi minerali, virtù e significati occulti. Nell'antico Egitto, oltre che<br />

ornamentali, le gemme venivano ritenute necessarie. Gli Egiziani apprezzarono le pietre per le loro<br />

proprietà mistiche o mana e i gioielli erano considerati mezzi per ottenere successo, la fama, la<br />

fortuna etc. Gli Egiziani per dipingersi le palpebre usavano la malachite, col duplice scopo di<br />

difendersi dal sole grazie alla protezione offerta dal colore verde e per disinfettare gli occhi, grazie<br />

alla presenza del carbonato di rame <strong>nella</strong> pietra. Consideriamo ora i poteri attribuiti alle pietre dalla<br />

tradizione. Poteri delle pietre magiche<br />

ACQUA MARINA Considerata la pietra dei marinai e dei viaggiatori, simboleggia la speranza e ha<br />

una funzione protettiva nelle gengiviti, nel mal di gola e di denti. Protegge dai tradimenti. Papa<br />

Giulio II era solito portarla sempre addosso per il suo benefico potere.<br />

AGATA Allontana l'invidia e la malignità, rende simpatici e aiuta <strong>nella</strong> carriera. Preserva dalle<br />

punture dei ragni e degli scorpioni e tenuta in casa protegge dai fulmini. Se messa in bocca calma la<br />

sete. I timidi acquistano forza e coraggio, se stringono <strong>nella</strong> mano destra un pezzo di agata.<br />

AMBRA Anticamente veniva usata in magia per difendersi dagli incantesimi delle streghe. Per le<br />

sue proprietà elettriche (in greco è chiamata elektron) protegge dalle malvagità e dalle influenze<br />

nefaste altrui. Una collana dambra protegge i bambini dalle pericolose convulsioni.<br />

AMETISTA Protegge dal veleno e dalle tentazioni <strong>della</strong>lcool, soprattutto se sulla pietra vengono<br />

incise le immagini del sole e <strong>della</strong> luna. Nei tempi antichi, per prevenire l'ubriachezza, si era soliti<br />

bere in coppe di ametista. Considerata negativa per il suo colore viola, lo è per chi è preda<br />

dell'egoismo, delle passioni violente, delle meschinità; protegge e aiuta, invece, nel processo di<br />

elevazione spirituale, chi già possiede maturità e saggezza.<br />

AZZURRITE E un potente talismano, propizia la fortuna e allontana la malinconia.<br />

BERILLO Favorisce il successo nel campo delle lettere. I marinai, per essere coraggiosi durante le<br />

tempeste, erano soliti portarla con loro durante la navigazione. Dona serenità e obiettività di<br />

giudizio.<br />

CALAMITA Ha il potere di "attirare" l'amore e di favorire le nascite.<br />

CALCIDONIO Allontana i dispiaceri, distende i nervi e ristabilisce l'equilibrio soprattutto in<br />

campo affettivo. E di protezione negli incidenti o nelle disgrazie improvvise; aiuta, quindi, tutti<br />

coloro che per la loro professione debbono affrontare rischi ridicoli. Rende costanti e infonde<br />

fiducia e forza.<br />

CAMMEO Porta fortuna, si dice, solo per sette anni, poi il suo potere è nullo e la pietra va<br />

cambiata.<br />

CARBONCHIO Protegge i bambini dal pericolo di annegamento. Se portata nelle ore notturne è<br />

efficace contro l'insonnia.<br />

CRISOLITO Preserva dalla follia. Facilita la carriera e assicura la ricchezza.


CORALLO Possiede tutte le proprietà magiche. In Oriente, viene sfruttato moltissimo perché dona<br />

sicurezza, fiducia e allegria. Nei tempi passati preservava dalle epidemie; la tradizione vuole che il<br />

corallo impallidisca quando muore una persona amata.<br />

CORNIOLA Preserva dai tradimenti.<br />

CRISTALLO Infonde calma ed equilibrio interiore. Favorisce la pioggia ed è simbolo di vittoria.<br />

DIAMANTE Difende dai demoni e dagli spiriti del male. Dona la pace e la serenità e infonde<br />

coraggio e invincibilità. Ai timidi dà forza. Simbolo di fedeltà, favorisce l'amore e il matrimonio.<br />

Trasforma le sue proprietà benefiche in arme malefiche soltanto quando in possesso di persone<br />

indegne.<br />

DIASPRO Simboleggia la gioia. Nei tempi antichi veniva usata contro la febbre. La polvere di<br />

diaspro veniva sfruttata da Galeno, il famoso greco, come cicatrizzante delle ferite.<br />

GIADA E efficace <strong>nella</strong> cura delle malattie renali, nelle coliche e nelle affezioni oculari. Dona<br />

integrità e rettitudine.<br />

GRANATA Predispone alla fedeltà in amore e favorisce i legami duraturi.<br />

LAPISLAZZUOLO Veniva ritenuta dagli Egiziani portatrice damore. Dona acutezza e pensiero e<br />

promette successo e felicità. ONICE Allontana gli incubi e le malinconie.<br />

OPALE E da sempre ritenuta pietra infausta, ma è propizia ai nati in Ottobre: dà loro aiuto e<br />

chiarezza di vedute. Gli Indiani affermano che, posta sugli occhi per qualche istante, rende acuta la<br />

memoria.<br />

OSSIDO DI FERRO Protegge dal malocchio e dalle decisioni affrettate.<br />

PERLA Simboleggia l'amore, ma anche le lacrime. Non andrebbe mai regalato un anello di<br />

fidanzamento con la perla, perché porterebbe dolore derivante da una rottura. La collana, invece,<br />

infonde energia, purchè le perle, ovviamente naturali, siano di numero dispari.<br />

PIRITE Nei tempi andati, era credenza che evitasse le cadute da cavallo.<br />

QUARZO Concilia sonni tranquilli, tenendo lontani gli incubi notturni.<br />

RUBINO Simbolo di forza e di passione, rende audace e temerario chi lo indossa. Allontana la<br />

tristezza e i dispiaceri amorosi. Pare che cambi leggermente colore, quando il suo proprietario è<br />

minacciato da qualche male.<br />

SELENITE Ridotta in polvere, pare che sia un potente afrodisiaco.<br />

SMERALDO Procura benessere, ricchezza e amore. Guarisce i disturbi visivi e arresta le<br />

emorragie. Favorisce lo sviluppo <strong>della</strong> memoria e dellintuizione, stimola lintelligenza. Simbolo<br />

<strong>della</strong> castità, si rompe se colui che lo porta diventa adultero.<br />

TOPAZIO Simboleggia lardore ed è efficace contro l'odio e la vendetta. Concede il favore altrui e<br />

aiuta in campo economico e finanziario.


TURCHESE Protegge dal malocchio e difende dai pericoli di vaggio e dagli avvelenamenti. Dona<br />

fortuna e felicità al suo possessore.<br />

ZAFFIRO Simboleggia la fermezza d'animo e infonde allegria, fiducia e lealtà. Allontana le<br />

preoccupazioni e protegge le persone innamorate.


Colori<br />

Ogni colore ha una sua particolare proprietà capace di influenzare, in positivo o in negativo, la<br />

natura umana. Che i colori fossero in grado di riattivare i centri vitali era risaputo da millenni e ciò<br />

trova la sua applicazione somatica persino nelle medicine indiana, cinese, tibetana ed egiziana.<br />

Oggi la cromoterapia, anche se ancora poco conosciuta, trova la sua applicazione in campo biopsichico.<br />

Noi sappiamo che la vita è energia e vibrazioni; i colori costituiscono una scala sensibile<br />

ed elevata di queste vibrazioni e sono in grado di influenzare e modificare profondamente le nostre<br />

energie e le nostre emozioni. Esiste un ramo <strong>della</strong> magia bianca basato sul significato dei colori e<br />

sul loro potere di favorire la buona o la cattiva sorte. Simbolismo dei colori<br />

BIANCO Simboleggia la purezza e la virtù. E associato alla luna e al segno del Cancro. E sempre<br />

stato il colore preferito dalle spose e il più sfruttato <strong>nella</strong> confezione di camicie da notte, allo scopo<br />

di allontanare dai dormienti eventuali entità maligne che aborrono il bianco.<br />

ROSA Per gli alchimisti rappresenta la catarsi, la rinascita. Simboleggia la timidezza, l'amabilità.<br />

Emana radiazioni positive per tutti i segni. Predispone allamore.<br />

AZZURRO E il colore del cielo, simboleggia lamore ed è propizio agli Acquari. Porta fortuna e<br />

protegge nell'avversità.<br />

VERDE Infonde speranza, fiducia, pace. Legato alla natura è il colore di Venere e protegge le<br />

persone innamorate.<br />

ARANCIONE Per gli orientali stimola la concentrazione mentale, tanto è vero che i monaci<br />

buddisti indossano una tunica di questo colore. Per noi è simbolo <strong>della</strong> salute, ma anche <strong>della</strong><br />

lussuria.<br />

GIALLO Esistono riserve nei confronti di questo colore. Per taluni è il simbolo del Sole, il colore<br />

dell'oro che simboleggia la conoscenza e quindi infonde energia e vigore. E positivo per i Leoni.<br />

Secondo altri, invece, è il colore dello zolfo e pertanto del diavolo. Sembra che Giuda fosse vestito<br />

di giallo durante lultima cena, per tale motivo la credenza popolare lo ritiene il colore <strong>della</strong> falsità e<br />

del tradimento.<br />

ROSSO E il colore di Marte e dellAriete; infonde ardore, calore, forza e combattività. Non<br />

portatelo se siete nervosi o depressi, il rosso accentuerebbe il vostro malessere.<br />

BLU E il colore di Giove, pertanto favorisce i Sagittari e i Pesci. Dona equilibrio, saggezza e<br />

oculatezza negli affari.<br />

VIOLA Colore che favorisce l'elevazione spirituale, la meditazione e il sapere. Viene evitato dalla<br />

gente dello spettacolo perché, legato alla quaresima, implica l'idea del sacrificio, <strong>della</strong> privazione e<br />

dell'insuccesso. E propizio per gli Scorpioni.<br />

NERO E ritenuto apportatore di tristezza, lutti e disperazione. Astrologicamente appartiene a<br />

Saturno che governa il Capricorno.


Ricette Magiche<br />

Per farsi amare<br />

Pestate in un mortaio alcune margherite, soltanto il fiore non il gambo, sino a che non saranno<br />

ridotte in polvere. Aggiungete alla polvere ottenuta il succo di mezzo limone e amalgamate tutto.<br />

Frizionate le mani con questo preparato, in modo da lasciarle un po unte, poi toccate i capelli <strong>della</strong><br />

persona che desiderate far innamorare. Un'altra formula per farsi amare è la seguente: preparate un<br />

unguento con bucce di arachidi, mezzo bicchiere di acqua presa da un torrente in piena, qualche<br />

goccia del vostro sudore, essenza di garofano. Il composto emanerà, tutto sommato, un effluvio<br />

sufficientemente gradevole. Profumatevi ed andate in visita dalla persona tanto amata. Sempre per<br />

ricevere amore, potrete regalare una pietra di acquamarina, che sia però stata a contatto diretto <strong>della</strong><br />

vostra pelle per sette notti consecutive. Questo dono va fatto alla persona amata. Tenete presente<br />

che la dovete donare in un cofanetto bagnato in precedenza con tre gocce di sangue di una colomba.<br />

Prendete una baci<strong>nella</strong> e ponetevi al centro un osso di cane nero e aggiungete i seguenti elementi:<br />

calce viva, pelati di bagonia, sale da cucina. Lasciate che losso si impregni per due giorni del<br />

miscuglio in cui è stato posto, dopodichè estraetelo dal recipiente e riducetelo in finissima polvere.<br />

Mettete la polvere in una scatolina e prelevatene un pizzico, che dovrà essere lasciato cadere a<br />

terra, a poco a poco, mentre girerete intorno alla persona amata. Per sposarsi entro breve tempo<br />

Eseguite un impasto con alcuni vostri peli dascella tagliati finemente, peli di cane bianco sempre<br />

tagliati fini, pelle di oliva seccata al sole, chiodi di garofano ridotti in polvere. Aggiungete al tutto<br />

olio puro ricavato da olive verdi. Mescolate bene il composto e cospargetevi il petto ogni mattina,<br />

appena alzati, finchè all'improvviso non vi capiterà di realizzare quanto era in oggetto dei vostri<br />

desideri.<br />

Per essere stimati e benvoluti<br />

Indossate un profumo ottenuto tritando petali di rosa e di ninfea a cui siano state aggiunte due dita<br />

di alcool puro e acqua di lavanda <strong>nella</strong> misura di cinque dita. Sempre per essere benvoluti portate al<br />

collo un frammento di zanna di elefante, bagnata ogni mattina con <strong>della</strong>cqua benedetta. Per non<br />

lasciarsi prendere dal panico Tenete sempre con voi una zampetta di leone cucciolo, che sia morto<br />

in modo violento. Abbiate cura di lavare in precedenza la zampa con essenza di lavanda mista ad<br />

acqua di ruscello.<br />

Per riuscire ad apprendere più facilmente<br />

Pelo di volpe legato ad uno spago di colore rosso, portato come fosse un braccialetto <strong>nella</strong> zona<br />

compresa tra il gomito e la spalla. Quando avete la necessità di memorizzare o siete sottoposti a<br />

sforzi per riuscire a comrpendere nozioni difficili e complicate, toccate loggetto. Per essere protetti<br />

dalle avversità Raccogliete del muschio, avendo cura di tagliarlo con un falcetto doro, prendete una<br />

manciata di origano in polvere e mischiate il tutto con il succo di cento petali di rose e bagnate con<br />

acqua santa. Tutte le mattine, per il periodo in cui pensate di essere funestati dalle avversità, toccate<br />

con un dito il miscuglio e appoggiatene un pizzico alla lingua. Tutto ciò dovrebbe allontanare i<br />

momenti negativi.<br />

Per imporre la propria personalità<br />

Per riuscire ad imporre la propria personalità, dovete prendere i seguenti oggetti: penne di gallina<br />

nera, polpa di grappolo duva, tre gocce di sangue estratto dalla propria mano. Mettete il tutto in una<br />

pentola e aggiungete tanta acqua sino a coprire completamente il contenuto. Fate bollire per tre ore,<br />

senza aggiungere altra acqua,dopodichè versate il composto in un telo e filtrate. Riducete in


poltiglia quanto è rimasto nel telo, mettetelo in un piccolo cofanetto, che porterete con voi durante<br />

il periodo in cui desiderate emergere. A distanza di un mese, ripetete con la stessa prassi quanto<br />

fatto in precedenza e sostituite la polvere rimasta nel cofanetto con quella nuova. Per essere<br />

all'altezza di una situazione Prendete <strong>della</strong> noce moscata e pestatela in un mortaio sino ad averla<br />

ridotta in polvere. Bagnatela con acqua santa e aggiungete al miscuglio i seguenti ingredienti:<br />

polvere presa dal campanile di una chiesa, nocciolo di ciliegia, anche questo ridotto in frantumi,<br />

tenendo presente che la ciliegia dovrà essere raccolta durante una notte di luna piena, senza salire<br />

sullalbero e senza toccarlo con le mani. Aggiungete al composto del vino comune, ad alta<br />

gradazione alcoolica, mettete il tutto in una baci<strong>nella</strong> che verrà lasciata sul davanzale di una finestra<br />

per sette giorni e sette notti. Trascorso questo periodo, mettete il preparato in un sacchetto che verrà<br />

sigillato in maniera da non poter più essere aperto, se non rompendo il sacchetto stesso. Sistemate<br />

l'oggetto dentro il guanciale del letto in cui siete soliti dormire.<br />

Per vincere la timidezza<br />

A una mezza bottiglia di vino rosso aggiungete: noce moscata, tre gocce di acquavite, cento chicchi<br />

di melograno, una pianta di basilico. Mescolate bene e bevenetene un bicchierino a giorni alterni.<br />

Per propiziarsi la fortuna Prendete un fazzolettino e sistemate al centro un topazio. Bagnate il<br />

fazzoletto contenente la pietra con acqua di lavanda, che sia vecchia di tre anni. Ogni mattina,<br />

quando ne sentirete la voglia, sciogliete il fazzoletto e accarezzate la pietra, avendo cura di<br />

compiere il gesto senza essere scorti da altri, rimettete la pietra al suo posto subito dopo averla<br />

sfregata, la fortuna non tarderà a farsi vedere. Scavate nel terreno una buca profonda almeno<br />

quaranta centimetri e lasciatela così per tre giorni. All'alba del quarto entratevi con i piedi e<br />

ricomprite completamente le vostre estremità con la terra. In piedi, in questa posizione, farete tre<br />

volte il segno <strong>della</strong> croce con gli occhi chiusi, dopodichè prenderete, aiutandovi con il fazzoletto<br />

bianco, una pietra opportunatamente levigata in precedenza (non dovrà essere toccata con le mani)<br />

e la gettate dietro di voi, racchiusa nel fazzoletto. A questo punto farete ancora il segno <strong>della</strong> croce<br />

e andrete a vedere il luogo dove è caduto il sasso. In quel punto dovrete sotterrare fazzoletto e sasso<br />

con la terra che avete usato per coprirvi i piedi. La fortuna durerà finchè il fazzoletto o il sasso non<br />

torneranno alla luce. Uscite all'alba, per una settimana di seguito, con unametista che dovrà essere<br />

portata sotto un cappello e recatevi in un luogo deserto, dove sarete sicuri di essere soli e di non<br />

essere disturbati da nessuno. Nella tasca destra dei pantaloni mettere: - il primo giorno sei chiodi di<br />

garofano che siano stati ridotti in poltiglia - il secondo giorno una manciata di origano (che<br />

aggiungerete ai chiodi di garofano) - il terzo giorno due margherite, private del gambo - il quarto<br />

giorno un pezzettino di candela benedetta - il quinto giorno un ciocca dei vostri capelli, tenuta<br />

insieme da un filo di cotone bianco - il sesto giorno un bottone <strong>della</strong> vostra camicia - il settimo<br />

giorno non aggiungete niente Quando sarete nel luogo deserto, da soli, dovrete avere cura di<br />

bagnarvi la fronte con vino benedetto. Restate un minuto in silenzio, pensando alla fortuna ch etra<br />

poco si mostrerà a voi, poi tornando a casa vostra, toglierete subito quel paio di pantaloni, che<br />

rimetterete la mattina successiva, per sette giorni ancora. Il settimo giorno, brucerete i pantaloni<br />

con quanto è contenuto <strong>nella</strong> tasca. A partire dal giorno successivo, dovreste accorgervi che<br />

qualche cosa è cambiato e che la fortuna comincia a sorridervi.<br />

Per la riuscita di un progetto<br />

Prendete un'ametista e tagliatela in due, mettetela in un sacchettino e bagnatela con la grappa una<br />

volta alla settimana per almeno un mese. Asciugherete, poi una metà <strong>della</strong> gemma con un panno di<br />

lino, laltra metà con un panno di lana. Terminate questo rituale un giorno prima <strong>della</strong> realizzazione<br />

del vostro progetto. Per essere protetti durante il corso <strong>della</strong> vita e per vivere in maniera armoniosa<br />

Un ciuffo dei vostri capelli preso da tre punti diversi <strong>della</strong> testa, in tre giorni diversi ma successivi,<br />

va bagnato con dellolio santo in quantità minima. Aggiungete del grasso di balena, uno spicchio di


aglio triturato, dieci gocce di vino benedetto. Lasciate il tutto per una settimana sul davanzale <strong>della</strong><br />

finestra, avendo cura di mettere gli ingredienti in un piattino coperto da un telo rosso.<br />

Successivamente triturerete <strong>della</strong> polvere di radice di liquirizia che aggiungerete al resto. Unite tre<br />

gocce di limone per tre giorni di seguito, avendo cura di fare questa operazione, dopo che le<br />

campane abbiano annunciato il mezzogiorno. Prendete un piccolissimo diamante e spalmatelo con<br />

questo composto. Pare che questo sia un talismano potentissimo che vi aiuterà nelle difficoltà <strong>della</strong><br />

vita, come nessuno altro mai.


Rituali di magia bianca<br />

Invocazioni, gesti e formule magiche<br />

L'INIZIAZIONE<br />

Presso tutte le popolazioni, in ogni cultura, nessuno può diventare mago da un giorno all'altro: è<br />

previsto un iter di apprendimento lungo e faticoso, durante il quale l'aspirante deve essere seguito<br />

da un maestro preparato, che lo avvii, controllando i suoi progressi e i suoi errori. Questo processo<br />

provoca un cambiamento così radicale <strong>nella</strong> personalità, che le civiltà primitive vi vedevano la<br />

morte <strong>della</strong>spirante, lo smembramento del suo corpo e la sua ricostituzione a opera degli spiriti.<br />

Senza arrivare a tanto, anchio vi consiglio di intraprendere questo processo di rinnovamento<br />

attraverso una serie di esercizi preliminari, che dovrebbero essere svolti prima di cominciare il<br />

cammino vero e proprio. La prima serie di esercizi ha proprio lo scopo di rafforzare la volontà.<br />

Molti tra voi forse sorrideranno, pensando erroneamente che il volere sia un'azione ovvia e facile.<br />

Certo è facile dirsi: "voglio un'automobile, possiedo il denaro quindi vado e l'acquisto". Avete il<br />

denaro, possedete i mezzi per realizzarlo: nulla vi sembra più facile. Ma provate ad immaginare<br />

cosa dovreste fare, per esempio, se non possedeste tutta la somma necessaria. Avreste due<br />

possibilità: o rinunciare al vostro sogno o cercare di risparmiare e lavorare di più per raggiungere lo<br />

scopo. In ogni caso, dunque, dovreste fare dei sacrifici. E ci riuscireste solo se il vostro desiderio<br />

fosse veramente fermo, se cioè la vostra volontà fosse tale da farvi superare ogni fatica. Ma come è<br />

possibile imparare a volere? Pigrizia e oblio sono nemici giurati <strong>della</strong> volontà e sono quindi i primi<br />

ostacoli che devono essere abbattuti. Ricordatevi che quanto più vi preoccuperete del vostro scopo,<br />

tanto più accumulerete in voi stessi forze per raggiungerlo. Le pratiche in apparenza più<br />

insignificanti, che vi potranno sembrare estranee e lontane da quanto vi siete prefissati, sono al<br />

contrario importantissime: l'essenziale è portarle avanti con perseveranza e fede. Solo in questo<br />

modo esse diventano strumenti potentissimi, in quanto educano, esercitano ed indirizzano la<br />

volontà. Voglio ribadire questo concetto sottolineando il fatto che per potere è indispensabile<br />

credere che si possa e tramutare subito questa certezza in azione. Per avventurarvi nel mondo<br />

magico dovete subito imporvi una regola di vita semplice e ordinata, ovviamente rispettando<br />

sempre i vostri bioritmi naturali e le vostre esigenze quotidiane. Ecco delle piccole ma efficaci<br />

regole da seguire:<br />

*Dovete imporvi di alzarvi ogni giorno alla stessa ora e di iniziare la giornata con questo piccolo<br />

esercizio di respirazione: - rilassati in posizione supina, tenendo gli occhi chiusi, inspirate<br />

lentamente con il naso, trattenete il respiro per qualche secondo ed espirate poi con la bocca,<br />

sforzandovi di abbassare il diaframma il più possibile;<br />

- rimanete in apnea per qualche istante e ripetete loperazione per cinque volte;<br />

- alzatevi e, qualsiasi sia la condizione atmosferica, aprite la finestra;<br />

- rimanete in posizione eretta e portate il piede destro a toccare il vostro polpaccio sinistro<br />

(viceversa per i mancini), sollevate ora le braccia sopra il capo, facendo in modo che i palmi si<br />

tocchino: in questo modo avrete formato una sorta di antenna catalizzatrice che vi metterà in<br />

contatto diretto con le forze <strong>della</strong> natura; dopo qualche istante abbassate le braccia e date il via alla<br />

vostra giornata.<br />

*Dovete avere cura di mantenervi sempre puliti, di vestirvi in modo ordinato e di tenere in ogni<br />

frangente un comportamento educato.


*Ogni giorno dovete dedicare almeno un quarto dora a voi stessi, isoladovi in un luogo adatto per<br />

poter compiere gli esercizi di concentrazione e meditazione.<br />

*Vi consiglio di tenere una specie di diario in cui annotare con estrema cura i vostri pensieri, i<br />

vostri sogni, i piccoli o grandi cambiamenti che potrete notare in voi stessi, gli errori che avete<br />

commesso o le vostre vittorie.<br />

*La sera prima di andare a dormire, dovete eseguire di nuovo esercizio di respirazione descritto;<br />

sforzatevi di ripercorrere mentalmente la vostra giornata in modo distaccato: cercate di giudicare le<br />

azioni compiute con imparzialità.<br />

*Dovete - e questa è una regola importantissima - essere molto discreti: imponetevi di non parlare<br />

con nessuno di ciò che state facendo.<br />

*Con il tempo, dovrete anche mutare il vostro atteggiamento nei confronti di quanti incontrate,<br />

sforzandovi di essere cordiali e composti con tutti, senza però lasciarvi assorbire troppo dalle<br />

passioni altrui. Il grande mago è colui che sa comprendere ogni situazione senza lasciarsi fuorviare<br />

da sentimentalismi pericolosi, che non gli permetterebbero di mantenere il distacco necessario e la<br />

lucidità mentale indispensabile per operare bene.<br />

*Dovete infine cercare una "pratica" personale, tutta vostra: la ripetizione di unazione qualsiasi che<br />

non siete abituati a compiere e che magari vi infastidisce un po costruirà un ottimo allenamento<br />

<strong>della</strong> volontà. Potreste, per esempio, bere un bicchiere d'acqua ogni mattina prima di alzarvi, fare<br />

<strong>della</strong> ginnastica se siete pigri e così via. Lessenziale è che siate perseveranti e che ricordiate in ogni<br />

momento che con questo sistema state costruendo la vostra "volontà magica".


L'approccio alla magia<br />

Prospettive ideologiche<br />

Lo studio dei fenomeni magici può essere affrontato da svariati punti di vista: sono convinta che sia<br />

proficuo cercare di conoscerne almeno alcuni. Le prospettive di studio più importanti, a mio avviso,<br />

sono quattro: - la prospettiva del mago, ossia dell'addetto ai lavori, che studia le tecniche<br />

tradizionali e le approfondisce con la sua esperienza professionale; - la prospettiva del parapsicolo,<br />

che affronta i fenomeni magici dal punto di vista scientifico, come farebbe per qualunque altro<br />

aspetto <strong>della</strong> natura, e cerca di riprodurli "in laboratorio"; - la prospettiva dello storico, che si<br />

imbatte -qualsiasi sia il periodo cui si interessa- in una quantità impressionante di fenomeni magici<br />

o quantomeno straordinari; egli deve riportarli come fatti di cronaca e possibilmente formulare un<br />

giudizio in merito a essi; - la prospettiva dell'etnologo, che studia le popolazioni primitive; anchegli<br />

si trova di fronte a unenorme quantità di tradizioni e di riti magici che deve descrivere e<br />

comprendere. Normalmente accade che i quattro punti di vista elencati vengano adottati da persone<br />

molto diverse per formulazione e cultura, che difficilmente collaborano tra loro. Putroppo, quindi, è<br />

difficile trovare una sintesi dei vari punti di vista che permetta un approfondamento <strong>della</strong><br />

conoscenza. Difficile ma non impossibile: è vero infatti che alcuni scienziati hanno adottato tale<br />

metodo sintetico. Cito, a titolo desempio, lo psicologo e parapsicologo americano Charles T. Tart<br />

(nato nel 1937) che afferma: "...dovremmo sviluppare una psicologia <strong>della</strong> medianità che abbia<br />

significato per un medium, una fenomenologia <strong>della</strong> magia che faccia dire ad uno stregone:<br />

inquadrando questi fatti nei vostri schemi, avete risolto molti paradossi inerenti al nostro campo.<br />

Certo che per sviluppare questa fenomenologia non ci possiamo accontentare <strong>della</strong> parapsicologia<br />

sterilizzata che abbiamo coltivato fino ad oggi!". Purtroppo queste idee sono ancora molto rare,<br />

mentre troppo numerose sono le schiere di razionalisti che bollano acriticamente come<br />

"superstizione" tutto ciò che per la scienza è inspiegabile e come "arretrato" tutto ciò che si discosta<br />

dal modo di pensare delloccidente civile. Perciò oggi la cultura civilizzata occidentale considera<br />

coloro che praticano magia come dei ciarlatani. Nella cultura orientale, invece, queste persone sono<br />

stimate e rispettate, così come accade nelle civiltà primitive. Di conseguenza la fenomenologia<br />

magica trova un terreno molto più fertile presso gli orientali e le civiltà che mantengono vive le<br />

tradizioni più antiche. Dall'esame di tutte queste tradizioni emergono alcuni elementi, più o meno<br />

rilevanti, comuni a tutte: - il rapporto tra magia, religione ufficiale e comune senso religioso è<br />

molto sentito; - l'ispirazione del mago viene percepita come proveniente dalla divinità: egli opera in<br />

nome di Dio o degli dèi; - esiste una relazione tra magia e credenza negli spiriti, in quanto gli spiriti<br />

sono considerati i servitori del mago; - nelle pratiche magiche vengono contemplati e utilizzati stati<br />

alterati di coscienza e tecniche connesse; - si attribuisce grande valore al simbolismo; - la magia ha<br />

un proprio cerimoniale; - si attendono prodigi come risultato delle operazioni magiche.


Il rapporto tra magia e divinita'<br />

Un aspetto importante è il rapporto tra l'uomo e le entità sovrannaturali. Questo aspetto ha una<br />

duplice connotazione: da una parte il rapporto con la divinità, dallaltra quello con altre entità<br />

genericamente chiamate spiriti. Da questo punto di vista la magia è legata alla religione, almeno nei<br />

limiti in cui si intenda per religione la fede nellesistenza di uno o più essere spirituali potenti che<br />

interagiscono con le vicende umane (Dio o dei) e un insieme di pratiche volte a ingraziarsi tali dei<br />

(culto). Nei tempi più remoti le stesse persone erano incaricate sia del culto religioso sia delle<br />

pratiche magiche; questuso permane ancora oggi presso le popolazioni più primitive, che non<br />

hanno ancora sviluppato una certa distinzione tra sacerdoti, stregoni, sciamani, profeti, guaritori<br />

ecc. In generale, con levoluzione <strong>della</strong> mentalità, la religione si distinse nettamente dalla magia; in<br />

alcuni casi ne diventò addirittura nemica. In effetti, tale antagonismo è spiegabile in parte con il<br />

fatto che sia la religione che la magia si occupano del mondo "invisibile"; accumunate da tale<br />

contenuto, non possono ignorarsi e devono necessariamente divenire o alleate o nemiche<br />

irriducibili.


Magia e spiriti<br />

Come gli dei, anche gli spiriti sono entità immateriali, dotate di intelligenza, di volontà e potere.<br />

Non bisogna però incorrere nell’equivoco di chi considera spiriti le entità dei trapassati evocate dai<br />

medium. La differenza fra dei e spiriti consiste nel fatto che, mentre gli dei non sono mai al servizio<br />

degli uomini, gli spiriti possono, in maggior o minor grado, venire asserviti alloperatore. Gli dei<br />

possono perciò essere esclusivamente "pregati": ci si può rivolgere loro per ottenere il soccorso e la<br />

benedizione, ma essi risponderanno solo per degnazione o per la loro misericordia. Gli spiriti,<br />

invece, possono essere, in certe condizioni, addirittura comandati. La credenza degli spiriti si trova,<br />

più o meno sviluppata, in tutte le tradizioni magiche. Anche se sono soprattutto i popoli più<br />

primitivi e antichi a ricorrere frequentemente ad essi, tutti gli operatori, anche oggi, dispongono di<br />

invocazioni per richiedere il loro aiuto. Supponiamo che un operatore voglia ottenere i servigi di<br />

Barbatos (uno dei settantadue spiriti citati da Salomone nell'opera Clavicula Salomonis), che è<br />

preposto alla riconcialiazione tra le persone e al ristabilimento <strong>della</strong> serenità e del clima<br />

amichevole. Espletate le necessarie formalità, si rivolgerà allo spirito, in modo deciso e con tono di<br />

comando, chiamandolo: "O Barbatos, io ti mando a chiamare affichè tu esca dalle tenebre e venga a<br />

me per aiutarmi a riportare la serenità e larmonia tra (nome <strong>della</strong> persona) e (nome <strong>della</strong> seconda<br />

persona), che hanno bisogno del tuo aiuto. Accorri ai miei ordini e servi me come servisti un giorno<br />

Salomone e come rettamente servi tutti i padroni che ti chiamano. Esegui alla perfezione quanto io<br />

ti chiedo perché è giusto e corretto e perché te lo chiedo nel nome sacro di Dio, di Adonai, nostro<br />

Creatore e Padrone". Al termine del rito, loperatore dovrà congedare lo spirito chiamato dicendo:<br />

"ora che hai obbedito al mio comando, torna nel luogo <strong>della</strong> tua provenienza e rimani sempre a mia<br />

disposizione ogni volta che ne avrò bisogno. Chiedo, comando e ti impongo che tutto ciò sia fatto<br />

al meglio e al più presto". I termini dell'invocazione possono anche non coincidere completamente<br />

con questi: quello riportato è semplicemente un esempio per fornirvi una traccia da seguire. Ogni<br />

serio operatore dovrà di eseguire i suoi riti seguendo precise regole, ma dovrà integrare queste<br />

ultime con la propria esperienza e sensibilità. Nulla in magia è rigidamente stabilito, se non il<br />

rispetto di sé stessi e di ciò che si compie. Una delle prime cose che si devono acquisire, una volta<br />

che si sia deciso di intraprendere seriamente lo studio di questa materia, è la capacità di percepire le<br />

proprie sensazioni intime e di assecondare la propria fantasia, fatta naturalmente salva una rigorosa<br />

logica.


L'alchimia<br />

Anche gli alchimisti prestano fede a uno "spirito <strong>della</strong> materia", analogo al Mana dei primitivi, che<br />

si ritiene viva allinterno <strong>della</strong> pietra e del metallo. Dunque la ricerca <strong>della</strong> pietra filosofale, condotta<br />

attraverso complesse operazioni chimiche sulle sostanze materiali, in realtà non è altro che una<br />

ricerca spirituale. Per chiarire meglio il concetto: riporto il brano iniziale di una ricetta per la<br />

preparazione <strong>della</strong> pietra: "la materia dellopera è minerale, animale e vegetale; è preciò che essa è,<br />

una volta purificata, la medicina dei tre regni. Essa è tanto segreta quanto comune; tutti la<br />

conoscono, giovani e vecchi, ricchi e poveri. Essa non costa altra fatica che raccoglierla e la<br />

preparazione può essere fatta da un fanciullo, se è benedetto da Dio. La materia lontana è una certa<br />

umidità assai ricca di fluido universale (...) soltanto segnata (...) da uno spirito metallico, che essa<br />

riceve dalla madre terrestre. Questo spirito universale che discende sulla terra vi si riveste di sale e<br />

zolfo volatili e di mercurio (...); si può dunque chiamare questa materia caos o terra caotica".<br />

Gli spiriti del clavicula salomonis<br />

Come si accennava nel paragrafo "magia e spiriti", Salomone, nell'opera Clavicula Salomonis, fece<br />

un elenco di settantadue spiriti, a ciascuno dei quali furono attribuiti un nome, caratteristiche e<br />

poteri ben precisi. Elencherò solo i nomi e le caratteristiche di alcuni di questi spiriti, sia per brevità<br />

sia per desiderio di rispettare quella regola che ho già definito essenzialmente per il mago: la<br />

descrizione. Fra i settantadue nomi, infatti, ve ne sono alcuni pericolosi, che non è il caso di citare a<br />

vuoto. Aini o Aym: si presenta in veste di uomo con tre teste: una di serpente, una umana e una di<br />

gatto. Aiuta a sviluppare memoria e intelligenza (quindi a superare esami e concorsi). I suoi colori<br />

sono il blu e il rosa. Gradisce che gli vengano bruciate foglie agrifoglio. Allocer o Alloien: si<br />

presenta in forma di cavaliere in groppa a un cavallo, con il volto di leone. Aiuta a ritrovare<br />

armonia e serenità in <strong>famiglia</strong>. I suoi colori sono il rosa, il nero e il celeste. Gradisce le offerte di<br />

ortica secca. Buer: si presenta in forma di stella a cinque punte. Ha potere di migliorare la salute e<br />

favorire guarigioni. Il suo colore è il bianco. Gradisce che venga bruciato in suo onore dell'origano.<br />

Foras o Forcas: ha sembianze umane e possiede il potere di far ritrovare le ricchezze perdute e di<br />

proteggere dalla povertà in generale. Non ha colori né gradisce erbe particolari, ma preferisce<br />

essere invocato di sabato. Gusion o Gusayn: non ha una forma definita. Ha il potere di favorire<br />

lavanzamento sociale, la realizzazione professionale e gli incontri con personaggi influenti. Il suo<br />

colore è il verde. Gradisce inoltre lofferta di basilico e paglia. Orobas: può presentarsi in forma<br />

umana o di cavallo. Aiuta a sventare inganni e menzogne e a fare chiarezza in situazioni delicate<br />

(nei rapporti umani e professionali). I suoi colori sono il marrone e il giallo. Gradisce che gli venga<br />

bruciato il sambuco. Raum o Raymi: si manifesta <strong>nella</strong> forma di uccello nero. Il suo potere è quello<br />

di aiutare e facilitare lamore. I suoi colori sono il rosa e il celeste. Lerba da bruciare è l'acetosa.<br />

Saleos: non ha una forma precisa. Favorisce la nascita degli amori, quindi è molto indicato per la<br />

fabbricazione di talismani e pentacoli, oltre che per la celebrazione di riti volti a facilitare la vita<br />

affettiva. Il colore è il rosso. L'erba da bruciare è la genziana.


La magia cerimoniale<br />

Luogo, oggetti, abbigliamento<br />

Disponendosi alla celebrazione di un rito magico, anzitutto è bene prepararsi nel modo più<br />

adeguato, munendosi degli oggetti necessari. L'elenco che segue è conforme alle indicazioni fornite<br />

dal famoso Aleistair Crowley, che tra l'altro, ebbe il merito di aver sintetizzato tradizioni secolari.<br />

Ecco dunque che cosa dovrà preparare un mago che si accinga al rito.<br />

*Il Tempio: è il luogo scelto dal mago per compiere il rito; esso addirittura rapprensenta l'universo.<br />

Può essere ricavato da una stanza o addirittura costruito alluopo; in ogni caso, comunque, si devono<br />

rispettare scrupolosamente alcune regole: - il luogo deve essere utilizzato solo per cerimoniali<br />

magici (è per evitare, per esempio, il salotto di casa) - l'accesso al Tempio deve essere proibito agli<br />

estranei: potranno entrare solo l'operatore, i suoi adepti e aiutanti ed, eventualmente, le persone<br />

autorizzate direttamente dal mago; in particolare, gli animali devono essere tassativamente esclusi -<br />

qualora ci fossero delle finestre, queste devono essere chiuse e coperte da un tendaggio che non<br />

permetta a occhi estranei di curiosare - la luce deve essere tale da favorire il raccogliemento: non<br />

deve perciò essere né troppo intensa né troppo fioca; in ogni caso dal soffitto del Tempio dovrà<br />

pendere una lampada, che ha un valore simbolico più che funzionale: rapprensenta infatti la luce<br />

<strong>della</strong>nima pura<br />

*Il Cerchio Magico: è chiamato anche "anello di protezione" e consiste in un cerchio tracciato sul<br />

pavimento del Tempio; esso delimita il confine allinterno del quale il mago può operare. Questa<br />

forma geometrica è stata scelta fin dai tempi più antichi, perché rappresenta da una parte l'infinito e<br />

dall'altra lequilibrio: tutti i suoi punti sono infatti alla stessa distanza dal centro. Il Cerchio Magico<br />

ha lo scopo di proteggere il mago dalle influenze negative. Quindi, prima di iniziare ad operare, il<br />

mago avrà cura di tracciarlo o comunque porlo nell'area intorno a lui. Quando sarà al suo interno,<br />

loperatore provvederà per prima cosa a invocare spiriti divini superiori, recitando delle preghiere o<br />

delle invocazioni, a seconda delle proprie abitudini o scelte. Per disegnare il cerchio si può usare un<br />

materiale qualsiasi (gesso, metallo, stoffa etc.etc.); l'importante è avere la giusta concentrazione ed<br />

il pensiero rivolto al bene. Comunque si realizzi il Cerchio, occorrerà lasciare un'apertura, che<br />

costituisca una via d'accesso per il mago. In effetti, quindi, inizialmente, avrà la forma di una grossa<br />

C; la circonferenza verrà poi completata dalloperatore dallinterno. Ma tutto ciò non basta; è infatti<br />

indispensabile ricoprire il Cerchio con un qualsiasi materiale naturale, mai usato prima, che poi<br />

andrà rimosso e gettato insieme ai residui. Tra questi materiali naturali, il più indicato per questo<br />

scopo e il più comunemente usato è il normale sale grosso da cucina. Ricordate che, una volta<br />

chiuso il Cerchio, non dovrete più uscire fino al completamento dell'operazione magica, pena il<br />

fallimento <strong>della</strong> stessa. Sarà quindi vostra cura portare all'interno del Cerchio, prima di chiuderlo,<br />

tutto ciò che vi può servire. Altra regola importante: passate solo attraverso il segmento che avete<br />

lasciato libero tracciando la C. Per nessuna ragione dovrete scavalcare la circonferenza. Al<br />

momento dell'uscita, quindi, dovrete nuovamente rimuovere il segmento di chiusura e passare da lì.<br />

Dall'esterno, potrete raccogliere il sale ed altri residui. Apro qui un inciso circa il Cerchio Magico,<br />

che non riguarda propriamente la magia rituale, ma può essere utile a molti di voi. Ogni qualvolta<br />

dovete frequentare ambienti o personaggi da cui potreste ricevere influenze nefaste, potete<br />

proteggervi costruendo mentalmente il vostro Cerchio Magico. Ecco come fare. Cercate di<br />

visualizzare una manciata di sale grosso che stringete <strong>nella</strong> vostra mano destra. Immaginate di<br />

lasciarlo cadere tracciando con esso un cerchio, in senso antiorario, di fronte a voi. Il cerchio deve<br />

essere abbastanza grande da poter contenere la vostra persona. Nel tracciarlo, abbiate cura di<br />

lasciare libero un tratto <strong>della</strong> circonferenza per permettere l'accesso. Una volta dentro, chiudete il<br />

cerchio con lultimo sale residuo. Avrete così costruito una barriera mentale molto potente che non<br />

permetterà ad alcuna forza negativa di contaminarvi.


*L'Altare: deve essere posto all'interno del Tempio, esattamente al centro del Cerchio Magico. Può<br />

essere costituito da un tavolo di legno, di pietra o di qualsiasi materiale naturale. Esso costituisce la<br />

"base operativa" indispensabile su cui il mago dovrà procedere. Dal punto di vista simbolico,<br />

rapprensenta la "base solida" dell'opera magica, la volontà delloperatore e la legge. Su di esso<br />

devono trovare posto questi oggetti:<br />

- la bacchetta<br />

- la coppa - la spada<br />

- il talismano<br />

- l'ampolla dolio<br />

- il sale<br />

- la sferza<br />

- il pugnale<br />

- la catena<br />

- il libro degli incantesimi<br />

- la campana<br />

- il candeliere<br />

- l'incensiere<br />

Tutto questo materiale deve assolutamente essere nuovo, acquistato espressamente per questo<br />

scopo e benedetto da voi con lausilio di preghiere particolari. La sferza, il pugnale e la catena<br />

devono essere posti intorno allampolla dolio. Tale disposizione ha un preciso significato simbolico:<br />

la sferza deve mantenere viva lispirazione (simboleggiata dall'ampolla d'olio), il pugnale esprime la<br />

decisione di sacrificare tutto per realizzarla e la catena deve impedire le distrazioni da essa. Una<br />

volta terminato il rito magico, ciascun oggetto deve essere avvolto in un pezzo di seta o di panno<br />

neri e riposto in un apposito armadio. Esaminiamo ora dettagliatamente le prerogative ed il<br />

significato simbolico di ciascun oggetto: - la bacchetta deve essere costruita con materiale naturale<br />

(legno o metallo); essa simboleggia la volontà, la saggezza e la parola del mago, in altre parole le<br />

sue "forze superiori". - la coppa, che verrà riempita d'acqua (elemento indispensabile per ogni rito,<br />

come vedremo più avanti), simboleggia la comprensione; essa può essere di vetro, di cristallo o di<br />

metallo; è meglio, però, che sia semplice e priva di decorazioni. - la spada rapprensenta invece la<br />

ragione, la forza analitica, le forze umane; non è assolutamente necessario munirsi di una spada<br />

vera e propria: è più opportuno, anzi, che l'operatore la costruisca da sé, utilizzando sempre<br />

materiale naturale; la fabbricazione è già di per sé un rituale importante, che serve ad accrescere la<br />

volontà e la forza del mago. - il talismano è quello personale del mago, che sta a simboleggiare la<br />

sua stessa persona (come presenza fisica e corporea), i suoi legami con la realtà, le sue energie<br />

terrestri; una volta realizzato, il talismano va cucito sulla veste del mago o posto sull'altare. -<br />

l'ampolla d'olio rappresenta l'aspirazione del mago, è il simbolo di ciò che vi è di più in alto in lui;<br />

andrà benissimo qualsiasi normale oliera di vetro; l'olio va consacrato utilizzando, per esempio, una


preghiera. - il sale è l'elemento naturale indispensabile che serve ad allontanare ogni forza negativa<br />

e a proteggere da ogni male: oltre che sullaltare, come si è già detto, deve essere posto anche lungo<br />

la circonferenza del Cerchio Magico. - la sferza è costituita da una piccola frusta con varie code e<br />

simboleggia lenergia delle cose, quella che gli alchimisti chiamavano "zolfo"; il suo uso scuote le<br />

nature torbide e corregge le volontà ribelli. - il pugnale rapprensenta la capacità di trasformazione,<br />

la fluidità, la mobilità delle cose, ciò che gli alchimisti chiamano il "mercurio"; come nel caso <strong>della</strong><br />

spada, va benissimo un'immagine simbolica. - la catena rapprensenta la fissità delle cose, che gli<br />

alchimisti chiamano il "sale"; serve a legare simbolicamente i pensieri; sferza, pugnale e catena<br />

possono essere consacrati insieme con una preghiera. - il libro degli incantesimi, strumento<br />

preziosissimo per ogni operatore di magia, non è altro che un vero e proprio diario in cui il mago<br />

deve annotare riti, esorcismi, formule, preghiere e invocazioni da utilizzare per le proprie<br />

operazioni; ovviamente, esso dovrà essere riservatissimo (la tradizione vuole che venga riposto in<br />

un luogo segreto e che non sopravviva al mago stesso) e personalizzato con l'impressione del<br />

proprio pentacolo; una volta ultimato, deve essere purificato in questo modo: prima di scrivere<br />

alcunchè, dovete avvolgerlo in un panno nero ed esporlo per tre notti consecutive ai raggi <strong>della</strong><br />

Luna crescente, possibilmente quando questa transita in uno dei segni zodiacali connessi con il<br />

vostro (facenti cioè riferimento allo stesso elemento): appartengono all'elemento Fuoco l'ariete, il<br />

leone e il sagittario; appartengono all'elemento Aria i gemelli, la bilancia e l'acquario; appartengono<br />

all'elemento Terra il toro, la vergine e il capricorno; appartengono all'elemento Acqua il cancro, lo<br />

scorpione e i pesci. - la campana può essere sostituita da un semplice campanellino; il suo<br />

significato simbolico è stato magistralmente spiegato da Crowley: "al suono di questa campana<br />

l'universo si arresta per un momento indivisibile di tempo e obbedisce alla volontà del mago". - il<br />

candeliere deve contenere le candele più appropriate al rito che si intende celebrare ed il fuoco va<br />

benedetto con una preghiera. - l'incensiere, facilmente reperibile nei negozi specializzati, serve,<br />

naturalmente, a bruciare l'incenso; quest'ultimo ha lo scopo di purificare, di aiutare la<br />

concentrazione e di attirare gli influssi astrali benefici, respingendo quelli negativi; la profumazione<br />

andrà scelta caso per caso in baso al rito da eseguire. L'abbigliamento tradizionale: è composto<br />

dalla veste, che rapprensenta ciò che nasconde il mago e lo protegge, il silenzio e la segretezza in<br />

cui opera; si tratta di una sorta di tunica, lunga fino ai piedi e piuttosto ampia, che si deve indossare<br />

sulla sola biancheria intima; può essere di vari colori, eventualmente ornata di ricami simbolici, a<br />

seconda dell'opera da compiere. La corona simbolica: deve essere indossata dalloperatore e<br />

rappresenta il compimento dell'opera magica; il materiale per la sua realizzazione è a totale<br />

discrezione del mago.


Il nome magico<br />

Il Tempio Magico, con tutto il suo corredo, rappresenta una realtà, uno spazio completamente<br />

autonomo, totalmente separato dalla dimensione quotidiana. In questo mondo magico, che è<br />

completamente vostro, vi immergerete per operare; dovrete poi imparare ad uscirne con<br />

naturalezza, per riprendere la vostra vita abituale. Per facilitare la distinzione fra le due dimensioni<br />

(vita magica e vita pratica) è bene che adottiate un nome "magico", che vi designi in quanto<br />

operatore: la scelta di tale nome costituisce l'ultimo stadio <strong>della</strong> vostra iniziazione. Attraverso il<br />

nuovo nome, infatti, voi "rinascerete" in un'altra dimensione. Anche questa fase costituisce<br />

un'importantissima "azione magica": per nessun motivo, quindi, è da prendere alla leggera.<br />

Ricordate che il nome scelto vi contraddistinguerà e vi seguirà per tutta la vita: una volta assunto,<br />

infatti, non potrà essere cambiato. Anche per questo motivo occorre grande serietà nell'operare la<br />

scelta. L'ispirazione per tale scelta può nascere dalla consultazione di molti testi: i libri mitologici e<br />

storici, romanzi fantastici, antichi poemi etc. Potete ricorrere alle fonti che sentite più vicine al<br />

vostro profondo essere; limportante è che il nome possieda una certa musicalità e sia in perfetta<br />

armonia con la vostra personalità. La scelta non deve essere affrettata: prendetevi tutto il tempo<br />

necessario a trovare il nome più appropriato. Se non volete ricorrere alla consultazione di testi,<br />

potete adottare un ottimo metodo alternativo, che consente di scegliere con serenità: la meditazione.<br />

Il cerchio sacro<br />

Il simbolo del cerchio ha sempre avuto un grande significato per i maghi e per i mistici, per i<br />

filosofi e i sacerdoti, per gli alchimisti e gli astrologi. Il puro e semplice atto di tracciare un cerchio<br />

intorno a qualcosa o a qualcuno era spesso considerato un modo per proteggerlo dalle forze del<br />

male. Nell'antica Babilonia vi era lusanza di disegnare un cerchio intorno al capezzale degli<br />

ammalati, per difenderli dai demoni che presumibilmente li avevano attaccati; gli ebrei tedeschi nel<br />

Medioevo facevano lo stesso quando una donna dava alla luce un bambino, per accertarsi che<br />

nessuno spirito maligno giungesse a turbare levento. Gli ambasciatori romani, quando erano inviati<br />

a recapitare messaggi (o ultimatum) ai governanti stranieri, tracciavano un cerchio intorno a sé con<br />

la punta del bastone per indicare che dovevano essere considerati immuni da ogni castigo. Persino<br />

le società preistoriche veneravano il cerchio, come dimostrano i megalitici circolari di Stonehenge e<br />

di Avebury. Perché? Che cosa conferisce al cerchio una tale reputazione? In parte, la ragione sta<br />

proprio nell'estrema semplicità <strong>della</strong> figura: un cerchio è in grado di circoscrivere qualsiasi cosa e<br />

tutte le cose, e al tempo stesso non contiene nulla. Al suo interno vi è il vuoto. Col passare del<br />

tempo, nelle culture più diverse, il cerchio è divenuto l'emblema delle totalità e dell'unità di tutte le<br />

cose: un'unica linea che apparentemente non ha né principio né fine, una figura che può alludere a<br />

tutto, dall'idea di eternità a quella di perfezione. Gli alchimisti usavano un simbolo che chiamavano<br />

uroboros. Si tratta dell'immagine circolare di un drago, o di un serpente, che si morde la coda,<br />

accompagnata talvolta dal motto greco En to Pan, "tutto è uno". Poiché erano assai versati nei<br />

calcoli <strong>della</strong> numerologia, gli alchimisti sommarono il numero di parole da cui tale massima greca<br />

era composta (tre) e quello delle lettere che la formavano (sette), ottenendo così dieci, il numero<br />

che si credeva simboleggiasse la totalità delle cose. Il dieci non solo chiude la serie dei numeri<br />

principali, ma è anche composto da uno zero: e aggiungendo uno a zero si ottiene di nuovo uno. Su<br />

questi argomenti venne scritto più di un trattato erudito. Il mago usava il cerchio per due ragioni<br />

diverse. Da un lato pensava che, tracciando una circonferenza e restandone allinterno, avrebbe<br />

potuto controllare e concentrare più agevolmente i suoi poteri. Il cerchio avrebbe impedito alle<br />

energie invisibili di disgregarsi e disperdersi in ogni direzione. Inoltre, il che era ancora più<br />

importante, erigeva una barriera di protezione contro le forze infernali che i suoi incantesimi


avrebbero potuto ridestare. Che i demoni inveissero e scagliassero pure i loro sinistri moniti là<br />

fuori: fintantochè il mago - ed eventualmente i suoi aiutanti - restavano entro il perimetro magico,<br />

ogni minaccia era sotto controllo. Tutto questo purché il cerchio dosse stato tracciato a regola darte.<br />

Le istruzioni al riguardo differivano in modi particolari, ma sulle linee generali <strong>della</strong> procedura vi<br />

era una certa umanità. Il cerchio andava tracciato sulla terra o <strong>nella</strong> polvere (una vallata boschiva<br />

poteva essere uno scenario ideale) con la punta di una spada, di un coltello o di un bastone. A volte<br />

venivano usati gesso o carboncino. Un gimoire francese del Settecento raccomandava di preparare<br />

il cerchio con la pelle di una capra giovane, tagliata a strisce, e di fissarlo al suolo con quattro<br />

chiodi presi dalla bara di un bambino morto. Nel tracciare il cerchio era inoltre essenziale rispettare<br />

la giusta direzione. Per gli incantesimi di magia bianca occorreva seguire il senso orario, mentre per<br />

ottenere un effetto maligno era necessario procedere nel verso opposto. Il sole avanzava da est a<br />

ovest, da destra a sinistra, e si credeva che qualsiasi cosa seguisse la direzione opposta andasse<br />

contro natura e, di conseguenza, contro le potenze del bene. Quanto alle dimensioni, di solito il<br />

diametro appropriato al cerchio più esterno doveva misurare poco più di due metri e settanta,<br />

mentre all'interno andava tracciato un cerchio più piccolo, di due metri e quaranta circa.<br />

Nell'angusto spazio tra i bordi delle due circonferenze, il mago collocava vari oggetti sacri e<br />

talismani per tenere lontani gli spiriti malvagi: crocifissi, urne piene d'acqua santa, rami di verbena<br />

(una pianta odiata, a quanto si credeva, dalle forze del male). La cosa più essenziale era comunque<br />

accertarsi che il cerchio fosse completamente chiuso. Bastava la minima fessura perché qualche<br />

demone intraprendente si insinuasse nel rifugio, si impadronisse dell'anima del mago e la<br />

trascinasse con sé nelle regioni infernali. Il mago aveva tali e tante cose da fare che era prodigioso<br />

riuscisse a ricordarle tutte. Tra l'altro doveva vestirsi in modo adeguato: labbigliamento consueto,<br />

detto pontificalibus, consisteva in una lunga tunica di bambagina nera a cui venivano attaccati due<br />

disegni su pergamena vergine raffiguranti i due sigilli <strong>della</strong> terra. Sotto la tunica, indossava un<br />

paramento cerimoniale di luino bianco, simile ad un grembiule sorretto da due bretelle, noto con il<br />

nome di edof; intorno ai fianchi portava una grande cintura sacra, tempestata di iscrizioni magiche;<br />

ai piedi calzari decorati con croci; in testa, un alto copricapo di seta nera; in mano stringeva la<br />

bacchetta magica e una Bibbia in ebraico, manoscritta o a stampa. Così vestito ed equipaggiato, era<br />

finalmente pronto per iniziare i suoi sortilegi. Tenendosi al riparo entro i due cerchi magici, e<br />

allinterno del triangolo che spesso veniva tracciato al centro, il mago godeva <strong>della</strong> massima<br />

protezione possibile contro le forze diaboliche che si preparava a scatenare. E ne aveva davvero<br />

bisogno: l'avvento degli spiriti e dei demoni era annunciato dai suoni più spaventosi e strazianti:<br />

urla, grugniti, grida angosciose, furenti latrati. Molto prima di rendersi visibili, gli spiriti<br />

imperversavano e rumoreggiavano ai bordi del cerchio, cercando di atterrire il mago per indurlo ad<br />

abbandonare il suo nefasto progetto. Se le intimidazioni non avevano effetto, gli spiriti prendevano<br />

forme visibili: si tramutavano in tigri e leone, spuntavano fiamme, ringhiavano, tentavano di<br />

azzannare e artigliare il malcapitato. Se questi vacillava nei suoi propositi, se - guai a lui! - cercava<br />

di darsela a gambe, veniva fatto a brandelli appena varcava i confini del cerchio magico. Se invece<br />

rimaneva imperterrito al suo posto, se confidava <strong>nella</strong> Bibbia e <strong>nella</strong> propria sapienza e continuava<br />

a sciorinare la litania delle formule magiche, alla fine i demoni si placavano, fermandosi ai margini<br />

del cerchio più grande e del triangolo interno, e, abbandonando le spoglie ferine, si mostravano in<br />

forma di uomini nudi dal contegno pacifico. A questo punto il mago poteva riprendere fiato, ma<br />

doveva restare allerta. Gli spiriti avevano assunto un aspetto gentile e si comportavano<br />

educatamente, ma rimanevano sempre una forza ostile, in attesa <strong>della</strong> prima occasione propizia per<br />

seminare il germe del dubbio o <strong>della</strong> paura <strong>nella</strong> mente del mago, inducendolo a commettere<br />

qualche stupido errore. Il nostro incantatore doveva presentare le proprie richieste o ottenere le<br />

informazioni che desiderava il più velocemente possibile, mentre le sue forze e le sue facoltà erano<br />

ancora intatte. Appena raggiunto lo scopo, il mago poteva dare inizio ai rituali prescritti pre<br />

congedare gli spiriti. I demoni allora si sarebbero allontanati, ripercorrendo a ritroso la sequenza di<br />

metamorfosi che ne aveva annunciato la venuta, per svanire infine in una nube sulfurea. Allora, e<br />

solo allora, il mago poteva avventurarsi cautamente oltre i confini del sacro cerchio. Stando a un


noto aneddoto inglese del Settecento, un indovino egiziano di nome Chiancungi commise uno<br />

sbaglio fatale. Per scommessa, accettò di evocare un spirito chiamato Bokim. Tracciò il cerchio<br />

magico e si dispose al suo interno insieme alla sorella Napula, poi iniziò la sequenza dei riti e delle<br />

invocazioni, apparentemente senza alcun esito. Non compariva nulla. Cercò più volte di ridestare lo<br />

spirito maligno, fino a che, indispettito e deluso, rinunciò all'impresa, valicando le barriere del<br />

cerchio magico. In quel momento Chiancungi e la sorella furono assaliti e schiacciati a morte dallo<br />

spirito invisibile, che era stato silenziosamente in agguato tutto il tempo.


I grandi "grimoires"<br />

Ogni mago degno di questo nome possedeva un grimoire, un libro di magia nera in cui poteva<br />

trovare le istruzioni e i consigli necessari. Evocare gli spiriti era un'occupazione diabolicamente<br />

difficile e pericolosa: occorreva ridestarli, tenerli sotto controllo fino a che non si fosse raggiunto<br />

l'obiettivo desiderato e poi sbarazzarsi di loro in modo sicuro, stando bene attenti a non farsi rapire<br />

duranti le varie fasi del processo. Un'impresa tuttaltro che semplice. I grandi Grimoires erano<br />

volumi ponderosi e apparentemente indecifrabili, spesso scritti in qualche idioma antico, densi di<br />

dottrine ardue e misteriose. La loro oscurità era destinata a scoraggiare i dilettanti e gli<br />

improvvisatori e a premiare i maghi disposti a profondervi il tempo e l'energia necessari. Chi<br />

riusciva a leggerli e a comprenderne il senso era già a metà del cammino necessario per incontrare i<br />

<strong>De</strong>moni. Due tra i grandi Grimoires più venerabili erano la Clavicola di Salomone, o Grande<br />

Chiave, e il Lemegeton, o Piccola Chiave. Alcuni ritenevano le due chiavi opera dello stesso<br />

Salomone; altri ne consideravano autori i Diavoli, che le avrebbero poi affidate al sovrano di<br />

Israele. Nella Grande Chiave Salomone elencava tutti i passi necessari per evocare uno spirito e<br />

tenerne poi saldamente in pugno le redini, se così si può dire. Il libro specificava anche i riti di<br />

purificazione e digiuno a cui il mago doveva sottoporsi prima di tenere unevocazione, oltre a<br />

consigli pratici sui vestiti da indossare, gli strumenti da usare, le procedure per tracciare il cerchio<br />

magico e così via. Nel Lemegeton, ritenuto spesso ancora più utile, Salomone ignorava le<br />

raccomandazioni di carattere generale e andava subito al nocciolo <strong>della</strong> questione. La prima<br />

sezione, intitolata Goetia (Arti Magiche), insegnava come evocare settantadue <strong>De</strong>moni di prima<br />

grandezza e i loro rispettivi accoliti. La seconda, Teurgia Goetia, parlava degli spiriti e delle loro<br />

caratteristiche. La terza, Arte Paolina, si soffermava sugli Angeli delle ore e dei giorni e sui segni<br />

zodiacali. La quarta, infine, Almadel, descriveva gli angeli che presiedevano alle<br />

"altitudini",comerano allora chiamati i punti cardinali. Oltre alle due chiavi di Salomone, esistevano<br />

altri Grimoires non meno stimati dagli occultisti e molto simili tra loro per quanto riguardava i<br />

metodi di evocazione delle potenze infernali e i consigli da seguire per sconfiggere le malvagie<br />

mire dei <strong>De</strong>moni. Il Grimoire spiega poi che vi sono due tipi di patti, quelli "taciti" e quelli<br />

"manifesti". Solo leggendo il libro si sarebbero potuti distinguere gli uni dagli altri. "Quando si<br />

stringe un patto con uno spirito e si è così costretti a dargli qualcosa che ci appartiene, occorre stare<br />

bene in guardia." Esistevano molti spiriti che era possibile evocare, ma solo tra di essi meritavano il<br />

nome di "superiori": Lucifero, regnante dell'Europa e sullAsia, Belzebù, la cui <strong>dimora</strong> era in Africa<br />

e Astaroth, che viveva nel Nuovo Mondo d'America. Quanto all'aspetto di trattava di spiriti molto<br />

malleabili. Poiché, argomenta il Grimoire, non disponevano di una forma corporea propria,<br />

dovevano trovarsi un corpo da abitare, "e uno adatto al modo di manifestarsi e all'aspetto<br />

prescelto". Lucifero, il grande ingannatore, sceglieva spesso le sembianze di un giovane attraente<br />

"privo di connotati mostruosi". Ma se andava in collera, il che non accadeva di rado, diventava di<br />

un rosso fiammante. Belzebù, al contrario, preferiva mostrarsi in forme più convenzionalmente<br />

terrificanti: come una mucca gigantesca o un caprone dalla lunga coda. Quando si infuriava, era<br />

incline a vomitare fuoco. Astaroth appariva come un uomo dal mantello nero. Era stato un serafino,<br />

ed era precipitato insieme a Lucifero, che ne aveva fatto un dignitario delle regioni infernali.<br />

Ciascuno dei tre aveva ai suoi ordini un paio di luogotenenti che venivano invitati a sbrigari i lavori<br />

più sbrigativi; inoltre, cerano decine di <strong>De</strong>moni "liberi professionisti" che i maghi più consumati<br />

potevano chiamare in aiuto per raggiungere obiettivi specifici. I loro nomi e le loro prerogative<br />

differivano da un manuale all'altro; il Grimorium Verum ne cita diciotto, elencandone alcune<br />

specialità:<br />

Clauneck: in grado di offrire ricchezze e scoprire tesori nascosti.<br />

Muisin: influenza le opinioni dei potenti e fornisce consigli in ambito politico e militare.


Bechaud: esercita il suo potere su molte forze naturali, tra cui la pioggia, la grandine, i tuoni e i<br />

fulmini.<br />

Frimost: controlla la mente e il corpo delle donne e delle ragazze.<br />

Klepoth: può provocare visioni e sogni illuminanti.<br />

Khil: a richiesta, scatena terremoti.<br />

Mersilde: sa trasportare istantaneamente chiunque in qualunque luogo.<br />

Clisterth: ha il potere di far calare dun tratto le ombre <strong>della</strong> notte e far risorgere improvvisamente il<br />

sole.<br />

Sirchade: procura un vasto assortimento di bestie, sia reali che soprannaturali.<br />

Hicpacth: può portare al vostro cospetto qualunque individuo, da qualsiasi distanza, in un batter<br />

d'occhio.<br />

Humots: sa fare la stessa cosa con i libri.<br />

Segal: fa apparire prodigi di ogni genere.<br />

Frucissiere: resuscita i morti.<br />

Guland: scatena flagelli e malattie.<br />

Surgat: apre ogni sorta di serratura.<br />

Morail: ha il potere di rendere invisibile qualsiasi persona o oggetto.<br />

Frutimiere: può allestire banchetti e feste di ogni tipo. Huictiigaras: concede e toglie il sonno.


Il patto sacrilego<br />

Senza alcun dubbio, il mestiere del mago era estremamente rischioso: trattare con i <strong>De</strong>moni era<br />

come fare giochi di destrezza con bombe a mano che possono esplodere in qualsiasi momento. Ma<br />

il sommo pericolo era rappresentato dal patto sacrilego che molti <strong>De</strong>moni pretendevano di stringere<br />

prima di piegarsi ai voleri dellincantatore. I termini precisi dell'accordo variavano a seconda dei<br />

casi, ma la sostanza era più o meno la stessa: il Diavolo prometteva di erogare i beni desiderati per<br />

un certo lasso di tempo, di solito ventanni, ma alla fine del periodo stabilito avrebbe preso possesso<br />

<strong>della</strong>nima del mago per l'eternità. Un'alleanza a caro prezzo, non cè che dire: eppure più di un mago<br />

si mostrava pronto a dare il suo assenso. In un Grimoire intitolato "il libro infernale", che attingeva<br />

a piene mani alle due Chiavi di Salomone, il contratto veniva offerto <strong>nella</strong> seguente forma:<br />

"Imperatore Lucifero, padrone e signore di tutti gli spiriti ribelli, siimi favorevole, aiutami nel patto<br />

che voglio segnare col tuo grande ministro Lucifogo Rofocal. Te pure invoco principe Belzebù,<br />

proteggimi <strong>nella</strong> mia impresa. Oh Conte Astaroth! Siimi propizio, fa che in questa notte il gran<br />

Lucifogo si presenti a me in forma umana, senza emanare il pestifero odore, e accogliendo il patto<br />

che gli presenterò mi elargisca le ricchezze e i doni di cui necessito. Oh Grande Lucifogo<br />

abbandona la tua <strong>dimora</strong>, accorri al mio invito, se resisti ti obbligherò con la forza del potentissimo.<br />

Alfa e Omega e degli angeli <strong>della</strong> luce, Adonai, Eloim, Jehovam che mi obbediscono. Rispondimi<br />

prontamente se non vuoi essere eternamente tormentato dalla forza delle parole <strong>della</strong> clavicola di<br />

Salomone, di cui egli si servirà per obbligare gli spiriti ribelli a servirlo. Appariscimi o ti<br />

tormenterò con il potere delle magiche parole <strong>della</strong> clavicola." Quest'invocazione, se recitata con i<br />

debiti crismi, conduceva allapparizione del <strong>De</strong>mone, il quale, però, assentiva alle richieste dello<br />

stregone solo "alla condizione che ti impegni a lasciarmi in capo allo spazio di venti anni padrone<br />

del tuo corpo e <strong>della</strong> tua anima". Dal momento in cui l'allenza col Diavolo veniva siglata, entrambi<br />

i contraenti non si perdevano d'occhio un istante. Il <strong>De</strong>monio sapeva che il mago avrebbe in<br />

qualche modo tentato di rinnegare l'accordo, mentre il mago sapeva che il <strong>De</strong>monio avrebbe<br />

vigilato attentamente per impedire alla preda di sfuggirgli. A quanto si racconta, i due cani neri che<br />

accompagnavano ovunque Agrippa di Nettesheim erano in realtà demoni che controllavano i suoi<br />

spostamenti. Si narra che lo storico francese Palma-Cayet avesse firmato un patto per garantirsi il<br />

trionfo in tutte le sue dispute coni protestanti e che il contratto venne rinvenuto dopo la sua morte.<br />

Vi fu un funerale pubblico, ma la bara, a quanto si diceva, era stata riempita di sassi: i <strong>De</strong>moni<br />

avevano già rapito il suo corpo. Nel "libro infernale" si trova anche una preghiera, una sorta di<br />

polizza di assicurazione. Subito dopo aver stretto il patto scellerato, si consigliava al mago di<br />

dichiarare (senza farsi sentire dal <strong>De</strong>mone, naturalmente): "Ispirami o magnanimo Dio, i sentimenti<br />

necessari per liberarmi dagli artigli del <strong>De</strong>monio e di tutti gli spiriti infernali". Se e quanto tale<br />

supplica funzionasse, non ci è stato di saperlo.


La filosofia occulta<br />

Tra i numerosi testi che, nel corso dei secoli, si sono proposti di illustrare il funzionamento del<br />

mondo invisibile, l'opera in tre volumi <strong>De</strong> Occulta Philosophia (La Filosofia Occulta) è senz'altro<br />

uno dei più importanti e, a suo modo, dei più autorevoli. Scritto nel 1510 dal mago Agrippa di<br />

Nettesheim, il libro rimase inedito fino al 1531; ma anche allora procurò al suo autore più noie che<br />

gioia. Sebbene Agrippa avesse poco più di ventanni al momento <strong>della</strong> sua stesura, 'lopera presenta<br />

come un trattato completo sulla teoria e la prassi delle arti occulte. Nonostante la reputazione<br />

sempre peggiore di cui godeva la magia, Agrippa sosteneva che non aveva nulla da spartire con i<br />

diavoli e gli spiriti maligni; non era un mezzo per fare del male o per sovverire l'ordine naturale<br />

delle cose, ma piuttosto un metodo per capire meglio il cosmo e colui che lo aveva creato. L'uomo,<br />

sosteneva Agrippa, "è l'immagine più manifesta di Dio. Luomo contiene in sé tutte le cose che sono<br />

in Dio...Perciò chiunque conoscerà se stesso conoscerà tutte le cose che sono in lui; soprattutto<br />

conoscerà Dio, e l'immagine del quale egli è fatto". L'occultismo, a suo giudizio, era una scienza a<br />

sé stante, che sviluppava in modo nuovo ed originale le aree più tradizionali del sapere: impegnava<br />

la fisica, o quanto meno quello che allora si considerava tale, per studiare la natura delle cose; la<br />

matematica per delineare il moto dei pianeti e delle stelle; la teologia per far luce sull'anima umana<br />

e sul mondo spirituale popolato dagli angeli e dai demoni. Agrippa credeva inoltre che tutte le cose,<br />

animate o no, avessero unessenza spirituale, unanima, e che tutte queste anime facessero parte di un<br />

più vasto spirito universale, una "superanima". Il che, a suo parere, spiegava le proprietà miracolose<br />

che egli attribuiva alle sostanze più disparate, dalle erbe medicinali alle pietre preziose:<br />

racchiudevano poteri che, per quanto sopiti, potevano essere ridestati e usati da un mago<br />

sufficientemente abile. Esistevano corrispondenze e armonie fra tutte le cose che, se adeguatamente<br />

comprese, potevano condurre alla soluzione di molti problemi e curare ogni sorta di malattia. Nel<br />

grandioso schema cosmico di Agrippa tutto era parte di unimmensa rete di correlazioni, dalle stelle<br />

del firmamento al più piccolo pezzo di carbone: "Le stelle contengono gli elementi dei corpi<br />

terrestri, perciò le idee (i poteri e la natura) si attraggono reciprocamente. Queste influenze si<br />

esercitano solo con l'aiuto dello spirito, ma lo spirito è diffuso per l'intero universo ed è in pieno<br />

accordo con lo spirito umano. Tutta la creazione forma un'unità attraverso la simpatia delle cose<br />

simili e l'antipatia di quelle dissimili; le cose di un determinato mondo al suo interno, come pure le<br />

cose congeniali di un altro mondo". Stava al mago comprendere, interpretare e manipolare questa<br />

trama fantasticamente complessa.


Maledizioni e incantesimi<br />

Ogni abile mago disponeva di un ampio repertorio di incantesimi, in parte appresi sui manuali e in<br />

parte creati di persona, che gli permettevano di raggiungere gli scopi desiderati. Qualche volta<br />

questi erano in effetti di natura diabolica (risvegliare i morti, evocare i demoni), ma in altri casi si<br />

trattava di faccende ben più ordinarie. Nella loro attività professionale, i maghi potevano essere<br />

ingaggiati per infliggere una maledizione o per spezzarne unaltra, per cagionare un malanno o per<br />

scongiurarlo. In genere i maghi tendevano a specializzarsi, in base anche allambiente in cui<br />

vivevano. Chi abitava in riva al mare, per esempio, era chiamato di frequente a confrontarsi con i<br />

venti e le correnti marine. Gli si chiedeva di favorire il viaggio di una nave, di affondarne un'altra,<br />

di scatenare tempeste o di placare i flutti. I maghi dell'entroterra venivano invece assoldati per<br />

svolgere mansioni più disparate: gli si chiedeva per esempio di rendere più abbondanti i raccolti o<br />

di addolcire il latte delle mucche. Se scoppiava una pestilenza potevano essere accusati di aver<br />

provocato lepidemia, o supplicati di farla cessare. In tempo di guerra i loro malefici venivano<br />

sfruttati per gettare scompiglio tra le file nemiche, e le loro abilità di guaritori erano messe a<br />

profitto per sanare le ferite dei compatrioti. Erano infatti ritenuti in grado di arrestare il flusso di<br />

sangue ad una piaga e di estrarre miracolosamente un proiettile o la punta di una freccia. Oppure di<br />

appiccare incendi ed estinguerli. Potevano rivelarsi, al medesimo tempo, il nemico più temibile o<br />

l'alleato più prezioso. Per non correre rischi, era prudente starne alla larga ma salutarli<br />

rispettosamente. Tanto più che spesso avevano amici orribili al cui aiuto ricorrere in caso di<br />

bisogno. Ebenezer Sibly, autore <strong>della</strong> "illustrazione nuova e completa delle scienze occulte "<br />

(1787), avvertiva i lettori che i maghi e le streghe potevano evocare spiriti e apparizioni di ogni<br />

sorta, e soprattutto tra tipi particolarmente docili al loro ordini. In primo luogo, Sibly indicava gli<br />

spiriti astrali, che infestavano le cime delle montagne, le selve folte e buie, i castelli diroccati e ogni<br />

luogo dove era stato commesso un omicidio. Per gli spiriti ignei, "di natura mediamente<br />

vegetativa", ma "asserviti al regno delle tenebre". Queste creature mostruose, di indole malvagia,<br />

erano assai ricettive alle chiamate di abili incantatori. Infine ecco gli spiriti terreni, che parevano<br />

nutrire un odio congenito per il genere umano, forse a causa del luogo in cui vivevano. Ma tali<br />

spiriti, a detta di Sibly, vivevano loro stessi "in uno stato di terrore e disperazione continua...Dire<br />

che vengono bruciati senza requie tra le fiamme è soltanto un'immagine allogorica, adattata alla<br />

concretezza dei nostri sensi. In realtà la loro sostanza è spirituale e la loro essenza è troppo sottile<br />

per qualsiasi tormento esteriore. La sorgente inestinguibile delle loro sofferenze è in loro stessi e li<br />

accompagna senza concedere un solo attimo di sosta e riposo. Essere separati dalla presenza di Dio<br />

è per loro un tormento più grande di tutte le torture del mondo messe insieme". I maghi che li<br />

evocavano, per qualunque motivo lo facessero, correvano il rischio di condividere il loro destino.


Le messe nere<br />

La messa è un rituale di tale importanza e tale valore, ogni suo particolare è così ricco di significati,<br />

che sarebbe stato sorprendente se nessuno avesse tentato di profanarla con finalità empie e occulte.<br />

E, naturalmente, così è avvenuto. La messa nera, vale a dire la parodia sacrilega del rito cristiano, è<br />

stata praticata nel corso dei secoli da streghe e maghi per invocare non Dio, ma Satana; per<br />

conseguire non il bene, ma il male; per raggiungere non finalità sacre, ma scopi empi. Tra questi, il<br />

peggiore era indubbiamente l'uccisione di un'altra persona. La cerimonia in cui i riti <strong>della</strong> messa<br />

nera venivano più clamorosamente capovolti ed indirizzati a finalità malvagie era il "sabba delle<br />

streghe". I sabba avevano luogo nei boschi e sulle vette dei monti, nelle forre impervie e ai crocevia<br />

deserti. Le streghe si radunavano in quelle località appartate per festeggiare i propri trionfi, per<br />

confidarsi segreti, per iniziare nuovi membri e per ribadire una volta di più la propria fedeltà al loro<br />

capo e signore, Satana. Lo stesso Satana, o un emissario da lui inviato, presedieva a tale empia<br />

liturgia. Comè logico aspettarsi, con un demonio che officiava allaltare, tutti i cerimoniali venivano<br />

sovvertiti. Nel calice, al posto del vino, cera acqua, urina o il sangue di un bambino immolato;<br />

l'ostia era sostituita da una rapa annerita. Le parole delle preghiere venivano deliberatamente<br />

stravolte. Le invocazioni pronunciate erano immancabilmente volgari o blasfeme. Anche all'altare<br />

era volutamente un abominio. A volte si distendeva sopra una donna nuda; altre volte una donna<br />

nuda carponi, fungeva essa stessa da altare. Il demone o mago che officiava la liturgia indossava<br />

una pianeta simile a quella dei sacerdoti, ma di colore rosso vivo, con una pezza verde che<br />

raffigurava una donnola e un orso mentre consumavano lostia, oppure con un'immagine di un<br />

caprone nera dalle scintillanti corna dargento. In conclusione, nei sabba si sostituivano le<br />

invocazioni e i simboli cristiani con bestemmie e atti profani, allo scopo di dissacrare la messa e<br />

imbragliare al contempo l'innegabile forza per la glorificazione del male.


La negromanzia<br />

Di tutte le pratiche occulte, la più rischiosa era indubbiamente la negromanzia, l'arte di invocare i<br />

morti. In un certo senso rappresentava l'apice del talento magico, l'impresa più sconvolgente e<br />

sbalorditiva che uno stregone potesse esibire nel proprio curriculum personale. In parte a causa<br />

<strong>della</strong> sua straordinaria intrinseca difficoltà e in parte per i tremendi pericoli a cui il mago si<br />

esponeva nel momento in cui evocava fantasmi e demoni delloltretomba. Tali spiriti, infatti, non<br />

erano particolarmente entusiasti all'idea di doversi sobbarcare il viaggio. Occorreva scegliere lo<br />

scenario propizio per celebrare i rituali magici. Tra i luoghi prediletti dalla negromanzia spiccavano<br />

le cripte, addobbate con drappi neri e illuminate da torce, e i boschi più impervi e inaccessibili a<br />

eventuali intrusi. Anche i crocicchi godevano di una certa popolarità, forse <strong>nella</strong> convinzione che<br />

molte anime, sia vive sia morte, erano abituate a passare da quelle parti. I ruderi dei castelli,<br />

abbazie, monasteri e chiese si prestavano altrettanto bene, così come, naturalmente, i cimiteri. L'ora<br />

migliore per l'invocazione di un defunto era quella che andava dalla mezzanotte all'una. Se la luna<br />

piena splendeva in un cielo sereno, benissimo. Meglio ancora se infuriavano il vento e la tempesta,<br />

i tuoni e i fulmini. E non solo grazie all'indubbio effetto scenografico. Per gli spiriti, osì si credeva,<br />

non era facile mostrarsi e rimanere visibili nel mondo reale, ma il tempo inclemente, in virtù di<br />

qualche misteriosa ragione, li aiutava. Il negromante si sottoponeva a numerosi preliminari. Nei<br />

nove giorni che precedevano il tentativo, lui ed i suoi assistenti dovevano immergersi in una totale<br />

atmosfera di morte. Spogliatisi delle loro normali vesti quotidiane, mettevano abiti logori e sbiaditi<br />

che avevano sottratto a dei cadaveri e, <strong>nella</strong>tto di indossarli, recitavano litanie funebri in onore di se<br />

stessi. Fino a che il rito di evocazione non si fosse concluso, non gli era concesso togliersi i vestiti.<br />

Esistevano poi altri divieti da rispettare. Non era consentito neppure guardare una donna. Dovevano<br />

mangiare cibi insipidi, perché il sale era un conservante, e i cadaveri erano destinati a putrefarsi<br />

<strong>nella</strong> tomba, non a rimanere intatti. Si nutrivano di carne di cane, perché i cani erano creature di<br />

Ecate, dea dei fantasmi e <strong>della</strong> morte, dallaspetto così terribile che chiunque la ridestasse doveva<br />

avere cura di evitarne lo sguardo: una sola occhiata e la mente veniva distrutta per sempre. In una<br />

sorta di versione necromantica <strong>della</strong> Comunione, mangiavano pane nero non lievitato e bevevano<br />

succo duva non fermentato. Tali sostanze erano lemblema <strong>della</strong> desolazione e dello sconforto<br />

caratteristici del regno che si accingevano ad esplorare. Lo scopo dei preparativi era quello di<br />

creare una sorta di legame empatico fra i negromanti e le anime che speravano di evocare.<br />

Compiuti i riti preliminari, lo stregone e i suoi complici si recavano al cimitero e, rischiarati dalla<br />

luce delle fiaccole, tracciavano un cerchio magico intorno alla tomba che intendevano profanare;<br />

poi bruciavano un miscuglio di legno comune, giusquiamo, cicuta, zafferano, aleo, mandragora e<br />

oppio. Dopo aver dissigillato la bara, esaminavano il corpo e ne rivolgevano il capo verso est (la<br />

direzione del sole nascente); le braccia e le gambe venivano disposte come quelle di Cristo<br />

crocifisso. Vicino alla mano destra del cadavere, il negromante metteva una ciotola con una miscela<br />

infuocata di vino, resina e olio profumato. Toccando tre volte il corpo con la bacchetta magica,<br />

declamava allora alcune formule del suo Grimoire; le parole precise di tali invocazioni variavano<br />

da libro a libro. Con una lieve variante, se l'anima che si voleva evocare era quella di un suicida, il<br />

mago doveva toccare la salma nove volte, ricorrendo a ulteriori poteri occulti, quali i misteri degli<br />

abissi e i riti di Ecate; poteva inoltre chiedere allo spirito perché si era tolto la vita, dove si trovava<br />

in quell'istante e dove probabilmente sarebbe andato in seguito. Gli doveva poi intimare di<br />

rispondere alle sue domande se voleva "serbare la speranza di godere del riposo dei giusti e vedere<br />

alleviati i suoi dolori". Se tutto andava come previsto, l'anima rientrava nel suo corpo vecchio e<br />

malmesso, che lentamente si alzava in piedi. Con voce spenta e sepolcrale, il defunto rispondeva a<br />

ogni domanda del negromante: che cosa vi fosse oltre quella valle di lacrime, quali demoni stessero<br />

causando sventure all'umanità, dove si trovasse un certo tesoro sepolto. Quando linterrogatorio<br />

aveva termine, il mago ricompensava la disponibilità mostrata dallo spirito promettendogli per<br />

lavvenire un riposo indisturbato, poi bruciava il cadavere o lo sotterrava <strong>nella</strong> calce viva per


dissolverlo. In entrambi i casi, lo spettro sapeva che il suo corpo veniva distrutto e che non sarebbe<br />

più stato costretto a rientrarvi.


La cabala<br />

Anche se nel Medioevo e nel Rinascimento vi si dedicarono con passione molti mistici cristiani, la<br />

Cabala ha antiche origini ebraiche, Si trattava di un corpo di dottrine mistiche e teosofiche<br />

tramandato ai patriarchi e ai profeti sin dalla creazione di Adamo; si pensava che <strong>nella</strong> cabala<br />

fossero racchiusi, in formule ermetiche, i segreti delluniverso. La parola, in sé, significava "dottrine<br />

ricevute dalla tradizione". Mistici, alchimisti, maghi ed altri occultisti erano attratti dalla Cabala per<br />

evidenti ragioni: se fossero riusciti a prenetrare gli oscuri codici, avrebbero potuto scoprire il<br />

segreto <strong>della</strong> pietra filosofale, o dellelisir di lunga vita. Agrippa, Paracelso, Robert Fludd e molti<br />

altri passarono al seticcio quesgli oscuri scritti ebraici, in cerca di lumi e di ispirazione. La Cabala,<br />

pur essendo straordinariamente difficile da comprendere e da spiegare, era essenzialmente una<br />

grandiosa cosmogonia che spaziava dalla natura di Dio alla creazione dell'uomo, degli angeli e dei<br />

demoni. In una sezione, chiamata Le magioni e le dimore, era illustrata la struttura del paradiso e<br />

dellinferno; in un'altra, intitolata Il libro dei segreti, veniva indagata la demonologia. La Cabala, per<br />

dirla molto breve, sosteneva che Dio - chiamato col nome di En Soph - era uno spazio illimitato e<br />

incomprensibile nell'universo, un essere infinito al di sopra di ogni pensiero da noi concepibile. Per<br />

quanto ci si sforzasse di immaginare e raffigurare En Soph, per quanto ostinatamente si battesse il<br />

capo contro il muro, non si sarebbe mai riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla realtà. Ma anche En<br />

Soph aveva un problema: per rendersi manifesto in qualche modo, doveva agire, creare qualcosa. E<br />

per fare questo erano necessarie intenzioni e desideri; biosgnava inoltre rimboccarsi le maniche e<br />

mettersi al lavoro. Un'entità illimitata e imperscrutabile come En Soph non poteva certo sporcarsi le<br />

mani. Così delegò l'i'ncarico a dieci intelligenze, o Sefirot (numeri) che emanavano da lui come<br />

raggi dal sole ed emanavano ognuno da quella che la precedeva. In ordine decrescente, la gerarchia<br />

dei Sefirot era: Corona, Sapienza, Intelligenza, Amore, Giustizia, Bellezza, Trionfo, Gloria,<br />

Fondamento e Regno. Le dieci entità fecero un buon lavoro, ma l'universo creato non era né<br />

perfetto né incircoscrivibile, proprio perché non era stato En Soph a occuparsene personalmente.<br />

Come avrebbero potuto la perfezione senza limiti creare un'imperfezione limitata? Se tutto questo<br />

vi suona un po strano, vuol dire che state cominciando a farvi un'idea <strong>della</strong> Cabala. Tuttavia,<br />

l'universo appena creato non poteva dirsi completo senza il suo coronamento, l'essere umano. La<br />

stessa struttura corporea dell'uomo era ritenuta una rappresentazione fisica delle quattro lettere del<br />

Tetragramma divino, e ogni parte del corpo umano veniva fatta corrispondere a qualche regione<br />

delluniverso noto e visibile. Quanto all'anima umana, si pensava preesistesse alla nascita che, prima<br />

di trasferirsi in un corpo, abitasse nel Mondo delle Emanazioni. In tale stato originario riuniva in sé<br />

il maschile e il femminile; solo dopo essere discesa in questo mondo si divideva in due parti e<br />

animava due corpi separati. Il matrimonio non era che la ricomposizione dei due frammenti<br />

dell'anima originaria, ma solo se le cose andavano per il giusto verso. E se non era stato un modello<br />

di purezza e di virtù? Doveva sottoporsi a una specie di programma di riabilitazione spirituale:<br />

all'anima venivano concesse altre tre possibilità di recuperare la sua perfezione innata,<br />

reincarnandosi ogni volta in un corpo diverso. Se anche questo non funzionava, se cioè lanima era<br />

ancora troppo debole per resistere al peccato e alla corruzione mondana, allora venivano prese<br />

misure più drastiche: la si univa ad unaltra anima, <strong>nella</strong> convinzione che, lavorando nsieme,<br />

sarebbero finalmente state in grado di purificarsi e di tornare al Mondo delle Emanazioni. Ma<br />

perché tante complicazioni? Perché, secondo la Cabala, l'anima del Messia sarebbe giunta soltanto<br />

quando tutte le altre anime fossero discese sulla terra e poi tornate in seno all'Infinito. Allora<br />

soltanto l'anima del Messia sarebbe discesa e il grande Giubileo sarebbe inziato. Allora tutti i<br />

peccati, le tentazioni e le sofferenze sarebbero stati sradicati e a vita sarebbe divenuta un<br />

interminabile Sabato, una grandiosa festa che avrebbe visto tutte le anime finalmente riunite con<br />

l'Anima Suprema. Persino Satana avrebbe riacquistato la perduta natura angelica. Con la<br />

prospettiva di un simile risultato finale, tutte le tribolazioni e le peregrinazioni delle anime<br />

dovevano sembrare più che degne di essere affrontate.


L'ARTE DEGLI ALCHIMISTI<br />

Se l'alchimista mirasse principalmente a un tornaconto materiale o spirituale è un punto su cui<br />

ancora oggi si continua a discutere; sia come sia, il suo obiettivo era quello di ottenere una<br />

trasformazione. Gli alchimisti di proponevano di sondare i misteri <strong>della</strong> natura: qualè l'origine <strong>della</strong><br />

materia? Perché ha assunto forme nelle quali ci si presenta? In che modo è possibile manipolarla?<br />

Questio gli interrogativi che assillavano la mente degli alchimisti, questi gli enigmi da cui scaturì la<br />

cosiddetta Dottrina Segreta, o Grande Opera. Da un punto di vista prettamente concreto, lo scopo<br />

primario degli alchimisti era quello di tramutare i metalli vili - piombo, stagno, ferro - nei metalli in<br />

assoluto più nobili, l'argento o soprattutto l'oro, avvalendosi di una misteriosa sostanza nota come<br />

pietra filosofale. Oltre al suo ovvio valore commerciale, all'oro venivano ascritte miracolose<br />

proprietà ricostituenti. In un senso più filosofico, l'alchimia era un sistema di pensiero volto a<br />

purificare la natura umana dell'alchimista stesso, sino a condurlo alla perfezione. Quali che fossero<br />

i precisi intenti e metodi dell'arte alchemica, certo è che erano sempre ammantati di un denso alone<br />

di mistero ed espressi in un linguaggio quasi impossibile da comprendere. I testi di alchimia erano<br />

volutamente criptici per vari motivi. Per prima cosa, le arti magiche erano perennemente in odore<br />

di eresia e i loro cultori rischiavano di finire legati a un palo con una fascina di legna sotto i piedi.<br />

Perciò, quanto meno appigli si fornivano agli inquisitori ecclesiastici, tanto meglio era. In secondo<br />

luogo, per la conventicola degli alchimisti era essenziale mantenere segreti e scoperte in mani<br />

fidate. Se le formule per la fabbricazione delloro o altri ritrovati alchemici secondari fossero caduti<br />

in possesso di persone sbagliate, avrebbero potuto essere sfruttati in vista di fini empi e perversi.<br />

Ecco il parere al riguardo di Thomas Norton di Bristol, autore di un manuale quattrocentesco<br />

intitolato Ordinale di alchimia: Rimanga sempre questarte segreta a la ragione ben la puoi<br />

comprendere; che, se un uomo malvagio mai venisse a usarne, la pace dei cristiani ei potrebbe<br />

distruggere e con lorgoglio e la superba sua rovesciare sovrani e principi di rango. In terzo luogo, i<br />

testi di alchimia erano così oscuri per la semplice ragione che sotto tali arcane espressioni non si<br />

nascondeva in realtà nulla. Gli alchimisti si destreggiavano con grande perizia in un elaborato gioco<br />

di prestigio, e rendere incomprensibili i propri scritti era il modo migliore di accertarsi che nessuno<br />

potesse mettere in dubbio la profondità <strong>della</strong> loro "scienza". A conti fatti, in tutte queste spiegazioni<br />

cè probabilmente una parte di verità. La congrega degli alchimisti era assai lacerata al proprio<br />

interno: vi erano i sedicenti "adepti" che si eregevano a custodi <strong>della</strong> vera scienza e guardavano<br />

dall'alto in basso i dilettanti allo sbaraglio, gli amatori di infimo rango che a loto giudizio svilivano<br />

la professione passando il tempo a manovrare il mantice senza grande costrutto in laboratori caotici<br />

e improvvisati. Probabilmente non sarà mai possibile risalire con certezza alle orgini più remote<br />

dell'alchimia, tuttavia, è senza ombra di dubbio una delle arti occulte più antiche e intensamente<br />

coltivate.


Cerimonie e patti diabolici<br />

Da un punto di vista prettamente magico per patto con il diavolo dobbiamo intendere un mezzo, o<br />

più mezzi, trascendente per svegliare, o meglio: risvegliare, quei poteri latenti che sono racchiusi in<br />

ciascuno di noi. Questi mezzi, ovviamente, non sono i soliti , il diavolo è rappresentato dal "potere<br />

serpentino" ridestato dalla liberazione delle energie subconsce. Nelle stesse cerimonie di<br />

evocazione c'è la possibilità di entrare in una sorta di relazione contrattuale con gli stessi spiriti,<br />

vale a dire stipulare degli accordi mediante i quali si possono ottenere favori dalle entità differenti.<br />

Generalmente gli spiriti richiedono, in cambio, sacrifici di animali o suffimigi rituali mentre, nelle<br />

evocazioni diaboliche, il mago nero deve promettere, in cambio dei favori, la propria anima. Ma<br />

vediamo quali sono questi mezzi magici per propiziare questo risveglio serpentino. a) droghe e<br />

alcool b) attività sessuale controllata con la volontà c) violenza portata al massimo grado d)<br />

evocazione di spiriti diabolici Vediamo l'ultimo punto che riguarda le evocazioni di entità<br />

diaboliche. Queste chiavi sfruttano le intense cariche emotive che tutto il cerimoniale riesce ad<br />

attivare proprio come nelle altre evocazioni. Nel caso anora una volta ci viene in aiuto la Chiesa di<br />

Satana di Anton Le Vey che prevede questa particolare cerimonia. Dividiamola in fasi.<br />

1) vestizione dell'operatore. Questi indosserà una tunica nera con disegnato un pentacolo con la<br />

punta rivolta verso il basso per evidenziare che loperazione in corso è destinata alle potenze infere<br />

che stanno in basso<br />

2) sistemazione del Tempio Magico. Larredo prevede, una candela nera, la Coppa, la Spada, un<br />

simbolo fallico, una campa<strong>nella</strong>. L'Altare è costituito da una donna nuda, la testa rivolta a sud e i<br />

piedi a nord. Il Cerchio Magico va tracciato con i nomi diabolici e non alcuni sigilli. Parimenti il<br />

Triangolo dell'evocazione deve contenere il Nome Diabolico dello spirito da chiamare<br />

3) purificare lambiente con volute di fumo di incenso e assafetida<br />

4) procedere come per una normale evocazione sostituendo ai Nomi Divini quelli diabolici e<br />

leggendo la seguente invocazione: "nel nome del Signore <strong>della</strong> Terra, il Re del Mondo, ordino alle<br />

forze delle tenebre daccordarmi il loro potere infernale. Spalancate le porte dellinferno e venite su<br />

dallabisso per salutarmi come vostro fratello, o sorella, ed amico. Concedetemi le indulgenze di ciò<br />

che vi chiedo! Ho preso il tuo nome come una parte di me stesso! Vivo come le bestie nei boschi,<br />

esultando <strong>nella</strong> vita carnale! Favorisco il giusto e maledico il marcio! Per tutti gli <strong>De</strong>i dell'Abisso,<br />

ordino che quelle cose cui aspiro divengano reali, vieni avanti e rispondi ai tuoi nomi per<br />

manifestare i miei desideri!"<br />

5) ruotare in senso antiorario su se stessi dirigendo la punta <strong>della</strong> Spada verso i Quattro Punti<br />

Cardinali, pronunciando il nome di Satana a sud, di Lucifero a est, di Belial a nord e di Leviathan a<br />

ovest<br />

6) benedire con il simbolo fallico<br />

7) invocazioni di circostanza a seconda dello scopo <strong>della</strong> cerimonia<br />

8) rituale di successo: bisogna sforzarsi di visualizzare mentalmente colui che desidera il successo,<br />

se si tratta di se stessi: autocommiserarsi; Rituale di distruzione: conficcare spilli <strong>nella</strong> bambolina<br />

che simboleggia il nemico, disegnare o dipingere la sua rovina; Rituale di desiderio: possedere<br />

carnalmente la donna visualizzando, al momento dellorgasmo, loggetto del desiderio<br />

9) evocazione dello spirito diabolico e richieste


10) congedo dello spirito Nel "grand grimoire" attribuito ad un certo Antonio del Rabbino, un<br />

veneziano, viene spiegato in dettaglio il patto con il diavolo. Nel testo sono elencati altrsì molti<br />

spiriti infernali con le loro attribuzioni e caratteristiche.<br />

Mi sembra ripetitivo elencare tutta la cerimonia che prevede levocazione di Lucifero (chiamato nel<br />

testo in questione Lucifuge). Dirò solo che levocazione prevede un sacrificio animale<br />

immediatamente prima dellevocazione. Il mago dovrà aver tracciato il Cerchio dellArte secondo<br />

luso e dovrà disporre di tutta la strumentazione necessaria. Come base per il rituale si potrà seguire<br />

tutti i punti che ho elencato relativi alla cerimonia del La Vey, fino al punto sette. Ed ecco<br />

l'evocazione di Lucifuge. "imperatore Lucifero, Principe e Signore degli Spiriti ribelli, io (nome<br />

mistico del mago) ti chiedo di lasciare la tua sede, in qualunque parte del mondo essa sia, e di<br />

accorrere akka mia chiamata. Ti comando e ti ordino, nel Nome del Grande Dio Vivente Padre,<br />

Figlio e Spirito Santo di venire senza alcun cattivo odore e di rispodnere con voce chiara e udibile,<br />

parola per parola, alle domande che io ti porrò. E se non farai tutto questo verrai costretto per<br />

Adonai, Elohim, Jehova, Sabaoth, Metatron, On, Agla, Mathon, Gad, Almusin, Gibor, Jehosua,<br />

Evam, Zariatnamik e per tutti gli altri Santi Altissimi, che ti obbligheranno contro la mia volontà.<br />

Vieni! Vieni! Vieni! Submitte mihi illum Lucifuge, o sarai torturato in eterno dal potere di questa<br />

Bacchetta Fulminatrice!". Dopo di ciò lo spirito dovrebbe apparire. All'apparire dello Spirito<br />

Infernale il mago esporrà le sue richieste sempre minacciando l'entità se questa si rifiuterà di<br />

sottostargli poi darà il via alla contrattazione vera e propria scrivendo con il proprio sangue su un<br />

foglio di pergamena i termini del contratto una volta stabilite le modalità. Terminata l'operazione si<br />

procederà al congedo. "Sono soddisfatto e contento di te, Principe Lucifuge, per il momento. Vai<br />

ora in pace e ritirati senza fragore e senza arrecare molestie ad alcuno. Non dimenticare il nostro<br />

patto o ti tormenterò con la mia Bacchetta Fulminatrice!"


Spiriti infernali<br />

A ben vedere, tutte le entità e gli Spiriti <strong>della</strong> magia, proprio per le considerazioni precedenti, sono<br />

considerati - dalla tradizione cristiana - enti che provengono dal piano inferiore, vale a dire diavoli.<br />

Infatti questi spiriti sono tratti da quell'inferno che è il subconscio personale dello stesso mago e<br />

sono quindi oggettivazioni che scaturiscono dagli stati profondi e sotterranei <strong>della</strong> mente e che, una<br />

volta rimossi, vengono alla superficie conscia sottoforma di incubi. Tra le varie entità esiste una<br />

gerarchia ben strutturata, per cui un Elementale è, ad esempio, ben diverso da una Intelligenza o da<br />

un Angelo. Le entità diaboliche sono tali e tante che mi è praticamente impossibile riportarle per<br />

intero per cui mi limiterò a citare qulche "esemplare" tra i più curiosi ed interessanti, ma che è<br />

sempre bene lasciare dove si trovano. Asmodeo Nel libro di Tobia, un testo del II secolo a.C. è<br />

citato Eshmadai, che in seguito diventerà Asmodeo. E' il demone che ha ucciso i setti mariti di Sara<br />

e che, <strong>nella</strong> letteratura rabbinica, diverrà in seguito il re dei <strong>De</strong>moni. Secondo Salomone, Asmodeo<br />

ha tre teste: una di toro, una di ariete e una umana; piedi di cavallo, coda di rospo e bocca che<br />

vomita fiamme. Cavalca un dragone ed è armato di una lancia. E dotato di molti poteri: procura<br />

tesori nascosti, insegna le arti matematiche, conferisce l'invisibilità, induce alla lussuria. Salomone<br />

lo descrive "furioso e urlante". Belzebub Il capo dei <strong>De</strong>moni, chiamato anche Belzebù, è forse<br />

derivato dallantico dio Baal, o Bel, e significa "signore delle mosche". Secondo il saggio Salomone<br />

egli prova particolare piacere a sopprimere i regnanti, a perseguitare la gente inerme, inoltre incita<br />

alle guerre e ai crimini contro natura. La tradizione riferisce che Belzebub è altissimo, seduto su un<br />

trono gigantesco, la faccia di fuoco gonfia e orribile, le sopracciglia folte e spesse, sul capo due<br />

corna lunghe e appuntite. Questo demone è vinto dal Nome Divino Emmanuel, dalle cifre 644 e dal<br />

Nome Eleeth. Lo si può evocare ma è molto difficile liberarsi di lui. Lilith Chiamata anche la<br />

Civetta o la Notte, Lilith è un demone femminile che appare sotto forma umana con capelli sciolti<br />

fluttuanti e arruffati. Secondo il Talmud sarebbe stata la prima moglie di Adamo e gli avrebbe dato<br />

una discendenza di demonismo, ma, piuttosto che riconoscere Adamo come suo padrone lo lasciò e<br />

fu scacciata dal paradiso. Lilith è chiamata anche "quella che grida" e, nello Zohar, "serpente,<br />

donna di prostituzione, fine di tutta la carne, fine dei giorni". Secondo unaltra tradizione è Lilith<br />

che provoca le polluzioni notturne e che, dalle gocce di seme che vanno perdute, genera demoni e<br />

spiriti maligni. Sammael Secondo gli Ebrei è uno dei principi del male, creatura delle tempeste. Il<br />

suo nome può essere tradotto come "veleno di dio" e pare riferirsi al nome di carnefice che gi è<br />

proprio. Si dice che voli come un uccello e sia molto più astuto. Fu questo demonio che, sottoforma<br />

di serpente, tentò Eva in paradiso e che, in qualità di compagno non circonciso di Lilith, generò una<br />

numerosa prole di demoni. Azazel Nell'apocalisse di Abraham è citato questo demone che figura<br />

anche nellAntico Testamento. E un uccello impuro che vuole insudiciare il sacrificio di Abramo, e<br />

forse il suo nome deriva da un'antica deità delle greggi dei Sumeri. Nel libro di Enoch Azazel è<br />

accompagnato da Semiazas, che incita gli angeli ad unirsi alle donne e insegna l'arte <strong>della</strong> magia.<br />

Azazel è molto abile nell'arte <strong>della</strong> guerra e <strong>nella</strong> fabbricazione delle armi e inoltre rivela i segreti<br />

degli incantesimi e <strong>della</strong> seduzione femminile. Belfagor Il suo nome esatto è Belphegor e deriva<br />

con ogni probabilità da un'antica divinità moabita chiamata Baal-Peor, letteralmente "il signore del<br />

monte Phegor".


Rituali di sortilegio e di incantamento<br />

Mi occuperò ora di tutte quelle tecniche occulte che venivano genericamente raggruppate come<br />

sortilegi o, se preferite, sotto il termine di malefici. Si tratta di rituali piuttosto oscuri e poco<br />

conosciuti, in special modo per il fatto che raramente chi li pratica ama raccontarlo in pubblico e<br />

non desidera la benchè minima pubblicità. Tutto ciò naturalmente è più comprensibile in quanto le<br />

operazioni al nero comportano - sempre e comunque - un danno fisico e spirituale che può arrivare<br />

addirittura alla morte dell'individuo scelto come "bersaglio" del sortilegio. Fortunatamente per<br />

mettere in pratica certe cose è necessario avere unottima padronanza <strong>della</strong> materia magica ed un<br />

certo potere ottenibile solo dopo un lungo studio e molta pratica.<br />

Il Maleficio<br />

Il maleficio è unazione diretta a danno di qualcuno o a detrimento di qualcosa, o che comunque<br />

risulta dannosa e vantaggiosa. Colui che compie questa operazione è uno stregone - o una strega, o<br />

fattucchiera, se di sesso femminile - più propriamente un mago che sta operando al nero, e questi si<br />

determina tale proprio in virtù <strong>della</strong>tto che si accinge a compiere a danno altrui. Da ciò ne<br />

consegue, ovviamente, che il maleficio è considerato un intervento magico illecito in quanto lesivo<br />

<strong>della</strong> altrui libertà e salute quindi va condannato nel modo più assoluto. Il termine deriva dal latino<br />

"malia", incantamento, e "facere", azione. Il "fare" implicito <strong>nella</strong> parola comporta lidea di una<br />

manipolazione più o meno complessa di sostanze e ingredienti che realizza lo stato voluto, da qui<br />

anche il termine di "fattura". Il sortilegio, invece, ha finalità più sottili pur agendo con il medesimo<br />

principio ed è solitamente sinonimo di "fattura a morte". Ciò che fa gioco in questo senso è la<br />

precisa e spiccata volontà delloperatore stesso orientata verso il male, atta a coercire una volontà<br />

più debole e indifesa onde piegarla ai propri voleri. Tutto questo implica una sorta di "circuito<br />

chiuso" che viene ad instaurarsi tra due, o più , persone: il maleficiatore - vale a dire chi trasmette<br />

lazione nefasta - e il maleficiato - cioè chi la subisce - che è quasi sempre inconsapevole<br />

dellincombenza del rituale stesso in azione contro di lui. Il maleficio può essere di due tipi:<br />

1) diretto: quando agisce, senza alcuna meditazione, sul bersaglio da colpire. Possiamo paragonare<br />

l'operatore mago ad unemittente sonora e il bersaglio a una ricevente sintonizzata sul quel<br />

programma specifico. Perché il maleficio abbia luogo occorre che il soggetto ricevente non abbia<br />

alcuna possibilità di spegnere il ricevitore e che, la trasmissione, sia istantanea e imprevedibile.<br />

Tale è, ad esempio, il cosidetto "malocchio", la visualizzazione astrale.<br />

2) indiretto: quando lo stregone non agisce direttamente sulla vittima, ma attraverso mezzo che le<br />

sono caratteristici o che le appartengono o, in via subordinata, esercitando la coercizione sulla<br />

rappresentazione caratteriale del soggetto stesso (oggetti che gli appartengono, frammenti di<br />

unghie, capelli, sangue etc.) denominati, in genere, "oggetto di transfert".<br />

Il maleficio indiretto può essere esercitato in quattro modo differenti.<br />

a) infissione o defixio<br />

b) putrefazione<br />

c) annodamento e legatura<br />

d) distruzione


Il Malocchio Lo stesso termine indica chiaramente qualè il mezzo diretto per "gettare il sortilegio".<br />

Molti ritengono che il malocchio sia un fenomeno tipicamente italiano mentre in realtà è conosciuto<br />

anche nel resto del mondo: "mauvais oeil" il termine francese, "evil-eye" in inglese, "boser-blick"<br />

in tedesco. L'origine di questo sortilegio si perde <strong>nella</strong> notte del tempo e il fenomeno ha avuto<br />

grande popolarità lungo tutto il corso del medioevo e, in parte, anche nel Rinascimento quando si<br />

riteneva che le persone possedute dal demonio potevano, con i loro sguardi, gettare ogni sorta di<br />

disgrazia sui cristiani timorati da Dio. Indubbiamente il fenomeno è diventato, col tempo, una<br />

curiosità flokloristica che affonda le sue radici <strong>nella</strong> superstizione popolare anche se - alla base - è<br />

evidente una componente magica. Non posso negare che vi siano persone, dotate di un enorme<br />

potere magico, in grado di provocare veri e proprio sortilegi con effetti paranormali (telepatia,<br />

ipnosi, etc.) in grado di coercire le volontà più deboli, ma è ben difficile raggiungere simili vette.<br />

Le fatture<br />

Con il termine di "fattura" che deriva dal latino "facturus", futuro, azione rapportabile al futuro, si<br />

rende in pieno il significato dell'evento malefico in quando indicativo di una azione mediata<br />

effettuata da una persona specializzata verso un bersaglio prestabilito. In senso pratico la fattura<br />

consiste nel provocare magicamente su individui lontani nello spazio effetti negativi o comunque<br />

indipendenti dalla volontà del soggetto - bersaglio per mezzo di capelli, frammenti di unghie,<br />

liquidi organici dellindividuo ricevente e, indirettamente, su feticci - bambole di cera o di stoffa,<br />

pupazzetti, fotografie etc. Rituali o incantamenti d'amore A parte le fatture d'amore, esiste tutta una<br />

serie di rituali magici atti a procurare l'amore di unapersona. Personalmente considero piuttosto<br />

banali questi mezzi per coercire volontà più deboli e che non hanno alcuna intenzione di seguire i<br />

nostri desideri. Dopotutto se certe persone non provano amore per noi significa che il destino ha<br />

disposto altrimenti e non è certo usando l'arte magica che raggiungeremo la soddisfazione. Certo, in<br />

molti casi con la magia è possibile ottenere un tale risultato ma l'unione che ne deriverebbe,<br />

credetemi, appagherebbe soltanto fisicamente lasciandoci una profonda insoddisfazione spirituale.


I signori delle tenebre<br />

I Grimori e i demonologi classificano gli spiriti dei quali il mago può tentare l'evocazione in varie<br />

maniere differenti. Vi sono gli spiriti dei sette pianeti e dei giorni <strong>della</strong> settimana, delle ore <strong>della</strong><br />

notte e del giorno, dei segni dello zodiaco e dei punti cardinali, alcuni buoni ed altri cattivi. Vi sono<br />

anche gli "elementali". Nel quinto secolo dopo Cristo, Proclo divise gli spiriti in cinque gruppi,<br />

quattro legati agli elementi - terra, aria, fuoco, acqua - ed un quinto che vive sottoterra. Michele<br />

Psello, nell'undicesimo secolo, aggiunse un sesto gruppo, detto lucifugum, "che evita la luce". Gli<br />

autori del sedicesimo e diciassettesimo secolo descrivevano in genere gli spiriti del fuoco (chiamati<br />

anche Salamandre) come creature che abitano i cieli superiori, e non avevano contatti con l'uomo.<br />

Gli spiriti dell'aria (silfidi) sono feroci e violenti. Odiano gli essere umani, provocano tempeste, e<br />

possono formarsi con l'aria dei corpi invisibili. Gli spiriti dell'acqua (ondine), che sono crudeli,<br />

passionali e sleali, assumone generalmente forme femminili. Fanno affondare le navi e annegari i<br />

nuotatori. Gli spiriti <strong>della</strong> terra (driadi) vivono nei boschi. Alcuni sono amichevoli, ma altri tendono<br />

trappole agli uomini e conducono fuori strada i viaggiatori. Gli spiriti che vivono nel sottosulo<br />

(gnomi) sono eccezionalmente malevoli. Attaccano i minatori e cercatori di tesori, provocano<br />

terremoti ed eruzioni, e attirano gli incauti sotto terra, verso la morte. I Lucifugi, che naturalmente,<br />

come vuole il loro nome, non si mostrano mai durante il giorno, sono completamente al di là di<br />

ogni possibilità di comprensione o controllo da parte degli uomini: misteriosi, inquieti, freddamente<br />

maligni. Inseguono e uccidono chi è così imprudente da viaggiare di notte. Tutti questi spiriti<br />

rappresentano ciò che è sopravvissuto, in tempi medievali e moderni, <strong>della</strong> diffusa credenza<br />

primitiva che la Natura nel suo complesso fosse una cosa viva, come lo è luomo, e che spiriti<br />

abitassero in ogni fiume o in ogni montagna, nelle nubi e nelle brezze, negli alberi, nei campi e<br />

nelle siepi, nei sassi, nei burroni e nelle grotte. Essi sono imprevedibili e ingannatori, coma la<br />

Natura, che a volte è generosa, ma più spesso crudele. I Grimori si preoccupano soprattutto, però,<br />

dei personaggi più importanti: i principi regnanti del male, gli angeli caduti, i grandi Signori delle<br />

Tenebre. Un antico catalogo di demoni appare nel Testamento di Salomone, scritto tra il 100 e il<br />

400 dopo Cristo. In esso si narra di come un angelo di Dio avesse consegnato a Re Salomone un<br />

anello magico, che gli diede potere su tutti i diavoli, forzandoli a rivelargli i loro veri nomi.<br />

Beelzeboul, principe dei demoni, e Asmodeus, diavolo <strong>della</strong> lussuria, che è in parte spirito e in<br />

parte uomo, figurano tra le entità menzionate. I nomi dei diavoli derivano da fonti ebraiche, greche,<br />

egiziane, assire, babilonesi e forse persiane. Come nei Grimori successivi, vengono elencate le loro<br />

funzioni. Uno fa incendiare le messi, uno strangola i bambini, un altro cola a picco le navi. Molti<br />

provocano malattie. Una versione più tarda del Testamento fornisce un diverso elenco di diavoli,<br />

che comprende tra gli altri Asmodeus, Astaroth e Maometto. Molti dei loro nomi sono contorti e di<br />

origine sconosciuta. Questa versione tuttavia stabilisce un precedente, ripreso poi da molti altri<br />

Grimori, nel fornire il "carattere" di ciascun demone, cioè il sigillo magico che lo controlla, perché<br />

è il "sigillo" dello spirito, equivalente al suo vero nome. Nel Grimorium Verum e nel Grand<br />

Grimoire i tre supremi poteri del male sono Lucifero, Beelzebuth e Astaroth. Quando il mago li<br />

evoca, Lucifero appare come un ragazzo di bellaspetto, Beelzebuth come una mosca enorme,<br />

Astaroth come una figura umana, metà bianca e metà nera. Altre liste sono fornite dal Lemegeton, e<br />

dalla Pseudomonarchia Darmonum, del demonologo cinquecentesco Johann Wier, o Weyer,<br />

discepolo e amico di Agrippa. Wier traccia una completa gerarchia dellInferno, che include<br />

Beelzebuth, capo supremo delle regioni infernali, Satana in secondo luogo, Euronymus, che è il<br />

principe <strong>della</strong> morte, Moloch, Principe <strong>della</strong> Terra delle Lacrime, Plutone, principe del fuoco,<br />

nonché Baalberith, larcidiavolessa Proserpina, Astaroth, Adramelek, Nergal, Baal, che comanda gli<br />

eserciti infernali, Lucifero, che dispensa la giustizia nel regno sotterraneo, Chamos, Melchom,<br />

Behemoth, Dagon, Asmodeus, che governa le case del gioco, e lAnticristo, che è malinconicamente<br />

caduto nel rango, dato che ora è solo il mimo e buffone dellinferno. Alcuni demoni sono<br />

ambasciatori in paesi stranieri, come Mammon (Inghilterra), Belial (Turchia), Rimmon (Russia) e<br />

Thamuz (Spagna). Beelzebub, il signore delle mosche, era il capo dei demoni nelle credenze


popolari ebraiche al tempo di Cristo, il quale venne accusato di scacciare i diavoli in suo nome. In<br />

origine era Baalzebub, dio <strong>della</strong> città filistina di Ekron, al quale il re ebraico Ahaziah richiese un<br />

oracolo sulla propria salute, con grande scandalo del profeta Elia di Thesbe. Il suo nome può<br />

significare "signore delle mosche", o "signore che scaccia le mosche"; potrebbe derivare dal fatto<br />

che i suoi sacerdoti praticavano la divinazione osservando il volo delle mosche. Baal significa<br />

"signore" ed era un titolo conferito a molte divinità locali in Siria e Palestina. Il supremo Baal era il<br />

dio <strong>della</strong> fertilità dei Cananiti, il cui culto richiedeva il sacrificio dei fanciulli col fuoco. Sono stati<br />

fatti tentativi per collegarlo con le divinità solari celtiche Belenus e Belinus, e con Beltane, la "festa<br />

del fuoco", celtica che si celebra il primo Maggio, ma la connessione sembra si basi solo su<br />

unerrata etimologia. Il Lemegeon afferma che Baal appare con la testa di rospo o di gatto e parla<br />

con voce rauca. Concede saggezza e insegna come rendersi invisibili. Fanciulli erano sacrificati<br />

anche a Maloch, divinità fenicia o cananita, e ad Adrammelech, il cui culto venne probabilmente<br />

introdotto in Samaria da coloni siriani. Chemosh era adorato dai Moabiti e Milcom dagli<br />

Ammoniti. Dagon era il dio principale dei Filistei, che posero l'arca di Jehovah nel suo tempio<br />

quando la catturarono gli Israeliti; il potere <strong>della</strong>rca distrusse Dagon e fece crollare in pezzi la sua<br />

statua. Rimon era una divinità <strong>della</strong> Siria; Naaman il lebbroso si inchinò in un tempio di Rimmon a<br />

Damasco. Un altro diavolo che in origine era un dio cananita è Baalberith, il "signore dei patti": una<br />

divinità che presedieva alla stipulazione degli accordi. Fu uno dei molti demoni che presero<br />

possesso di sorella Madeleine di <strong>De</strong>mandolx, del convento delle Orsoline di Aix-en-Provence,<br />

allinizio del diciasettesimo secolo. Sotto il loro influsso la suora ebbe visioni, danzò cantando<br />

canzoni oscene, si mostrò in pose indecenti e raccontò storie terribili di sadomie e orge<br />

cannibalistiche nelle quali veniva consumata carne di bambini, cui avrebbe preso parte. Si scoprì<br />

che il suo confessore, Padre Gaufridi, laveva sedotta e stregata. Sopo tortura, questi venne<br />

strangolato e bruciato ad Aix nel 1611. Astaroth era una potente dea dei Cananiti e dei Fenici,<br />

lequivalente dellIshtar babilonese. Era adorata con riti lascivi constantemente condannati dai profeti<br />

del Vecchio Testamento. In seguito, la <strong>De</strong>a divenne un demone maschio che si mostra come un<br />

angelo molto bello, ma ha l'alito cattivo. Insegna le scienze e rivela gli eventi del passato, presente<br />

e futuro. Nergal, lo spietato, viene da più lontano. Era il dio babilonese del mondo sotterraneo, per<br />

certi versi equivalente a Marte, signore <strong>della</strong> guerra, la pestilenza, le inondazioni e le distruzioni.<br />

Tammuz era in origine un dio-pastore dei Sumeri, il cui culto divenne popolare in Siria e Fenicia.<br />

Asmodeus, il diavolo <strong>della</strong> lascivia, la sensualità e la lussuria, appare di frequente <strong>nella</strong> letteratura<br />

ebraica, e sembra sia sempre stato un demone. Tradizionalmente ha piedi di gallo, uccello noto per<br />

il vigore sessuale. Belial, lo sleale, demone <strong>della</strong> menzogna, sembra sia anchegli sin dagli inizi uno<br />

spirito maligno. Il suo nome è forse una contrazione dei termini ebraici beli yaal, "senza fede". Gli<br />

Israeliti, secondo certe tradizioni, lo considerano il capo dei diavoli, ed è lui il comandante delle<br />

forze del male <strong>nella</strong> guerra dei figli <strong>della</strong> luce contro i figli delle tenebre, uno dei rotoli del Mar<br />

Morto. Quando è evocato appare in forma di angelo assai bello a vedersi, e parla con voce<br />

ingannevolmente dolce e piacevole. Mammon, demone <strong>della</strong>vidità di denaro, non era un dio, ma<br />

una parola. Il suo nome deriva dall'aramaico, e significa ricchezza e lucro. Venne considerato<br />

diavolo pechè Gesù disse: "nessuno può servire due padroni...Non potrete servire Dio e il<br />

mammona". Plutone e Proserpina vengono dalla mitologia romana, Euronomo dalla greca. Plutone<br />

ra il signore del mondo sotterraneo e Proserpina (o Persefone) la sua sposa. Euronimo appariva nel<br />

famoso affresco <strong>della</strong> discesa di Ulisse negli inferi, dipinto <strong>nella</strong> sala degli Cnidi e <strong>De</strong>lfi era<br />

mostrato seduto su una pelle d'avvoltoio, metà nero e metà azzurro, come una mosca <strong>della</strong> carne,<br />

con i denti scoperti in un ghigno velenoso, mentre masticava la carne dei cadaveri. Fra i nomerosi<br />

altri demoni inclusi nel Lemegeton, la Pseudomonarchia e trattati consimili, figurano Phoenix,<br />

definito un eccellente poeta, e Amon, in origini dio egizio il cui nome significa "il nascosto", e che<br />

venne unito a Rà come dio solare, Amon-rà. Si mostra come lupo con la testa di serpente, che<br />

vomita fiamme. Procura l'amore delle donne e predice il futuro. Cimeries, che cavalca un destriero<br />

nero e governa tutti gli spirti dell'Africa, trae probabilmente il nome dei Cimmeri, un popolo<br />

menzionato da Omero che vive nell'estremo occidente, frà l'oscurità e la nebbia in un paese in cui


non sorge mai il sole. Predice il futuro e va probabilmente identificato con Balaam, l'avido stregone<br />

simbolo <strong>nella</strong> Bibbia dell'avarizia, <strong>della</strong>dorazione degli idoli e dell'immortalità. Che i demoni<br />

appaiano in forme grottesche e orripilanti è unantica tradizione. I Babilonesi pensavano che gli<br />

spiriti del male fossero così orrendi che, vedendo e loro stesse immagini ritratte in uno specchio,<br />

sarebbero fuggiti. Avevano corpi di cane, zampe daquila, artigli di leone, code di scorpione, crani<br />

spolpati, corna di capro e ali di uccello. I Grimori riportano gli aspetti che può assumere ciascun<br />

diavolo, in modo che il mago possa esser certo che lo spirito che gli appare sia proprio quello da lui<br />

evocato; tuttavia le descrizioni ricordano anche i talismani planetari di Marsilio Ficino e Giordano<br />

Bruno, nonché gli spiriti planetari del Quarto Libro del <strong>De</strong> Occulta Philosophia. Possono anche<br />

servire ad aiutare il mago nellevocazione fornandogli la forma caratteristica dello spirito su cui<br />

concentrarsi. Secondo la Cabala le forze malefiche nascono dalla parte sinistra dellAlbero <strong>della</strong><br />

Vita, specialmente da Geburah, il sephira che rappresenta l severità e lira di Dio. Il male discende<br />

da questa sfera, come se in qualche modo lira divina ne traboccasse. Nello Zohar e nei testi<br />

cabalistici successivi, gli spiriti del male sono chiamati spesso Kelipothm cioè "gusci" o<br />

"conchiglie". Sono i rifiuti e i detriti, il materiale di scarto che lascia dietro di sé il vasto organismo<br />

universale. Nel tredicesimo secolo si era ormai sviluppata lidea <strong>della</strong> esistenza di dieci sephirot<br />

malvagi, controparti dei dieci sephirot divini. Questi sono dominati da arci-demoni, sotto il<br />

comando supremo di Samael, il caduto angelo dei veleni. MacGregor Mathers li elenca come<br />

segue:<br />

1. Satana<br />

2. Beelzebub<br />

3. Lucifuge<br />

4. Astaroth<br />

5. Asmodeus<br />

6. Belphegor<br />

7. Baal<br />

8. Adrammelech<br />

9. Lilith<br />

10. Naamah Lilith e Naamah, <strong>nella</strong> tradizione ebraica, sono demoni femminili che soffocano i<br />

neonati e seducono gli uomini nel sonno, succhiando loro il sangue.<br />

Le origini di Naamah non sono conosciute. Lilith era probabilmente in origine Lilitu, un'entità<br />

malvagia degli Assiri che aveva ali e lunghi capelli scomposti. Il suo nome venne confuso in<br />

seguito con la parola ebraica che significa "notte", Layil, e così Lilith fu descritta come uno<br />

scarmigliato demone notturno. Esiste una storia secondo cui re Salomone inizialmente sospettò che<br />

la regina di Saba fosse Lilith perché aveva le gambe pelose. Una leggenda dice che fu la prima<br />

moglie di Adamo, creata da Dio con liquame e fango. Dalla sua unione con il padre dell'umanità<br />

nacque Asmodeus e una legione di altri demoni. Questa storia non appare <strong>nella</strong> Bibbia, ma se ne<br />

trovò una giustificazione indiretta nel versetto 3 del quinto capitolo <strong>della</strong> Genesi, in cui si dice: "E<br />

Adamo visse centotrenta anni; e genrò a sua immagine e somiglianza un figlio cui pose nome<br />

Seth", da Eva. Ciò implicava, si pensò, che Adamo in precedenza avesse avuto altri figli, i demoni,


che non erano a "sua immagine e somiglianza": altrimenti, la precisazione non sarebbe stata<br />

necessaria.


L'adorazione del diavolo<br />

Il Diavolo è un'eredità <strong>della</strong> difusa tendenza umana ad attribuire l'origine del male ed influenze non<br />

umane. Nelle società primitive il male e la sventura si pensava venissero dagli dèi. Le forze che<br />

hanno creato l'universo e lo governano sono all'origine di tutte le cose, e a loro risale quindi anche<br />

la responsabilità <strong>della</strong> presenza del male, come il merito dellesistenza del bene. Nelle questioni<br />

troppo banali o volgari perché possano essere preoccupazione degli dei, i popoli primitivi<br />

rigettavano la colpa delle loro sofferenze e delle loro sventure sulla malizia di spiriti nemici, che<br />

sono meno potenti degli dèi ma più numerosi. Gli ebrei inizialmente credevano in diverse entità<br />

soprannaturali, alle quali poteva risalire l'origine del male. Jehovah era considerato in principio dai<br />

suoi seguaci solo uno fra molti dèi. Le altre divinità appartenevano alle confinanti popolazioni con<br />

gli Ebrei, ed erano considerate dai profeti di Jehovah forze malefiche, ostili a Jehovah e al suo<br />

popolo. Allo stesso modo i primi Cristiani non rigettarono le divinità pagane come finzioni, ma le<br />

pensarono enti reali e malefici: cioè, <strong>De</strong>moni. La primitiva immagine di Jehovah come solo uno fra<br />

molti dèi venne poi rimpiazzata dal credo che egli fosse l'unico dio, solo creatore dell'universo e di<br />

tutto ciò che contiene, comè descritto <strong>nella</strong> Genesi. Ne discese logicamente che lo stesso Jehovah<br />

doveva essere la fonte del male come del bene. Questa convinzione che l'origine del male fosse in<br />

Dio, sopravvive <strong>nella</strong> Cabala, <strong>nella</strong> quale le forze malefiche derivano e si affondono dai sephirot,<br />

che sono manazione di Dio. Questo spiega la limitata importanza del Diavolo <strong>nella</strong> tradizione<br />

ebraica, specie a paragone del credo cristiano, dato che un potere maligno soprannaturale non è<br />

necessario, a meno che Dio non venga considerato interamente buono. Nel Vecchio Testamento<br />

Jehovah spesso fa cadere il male sugli uomini per azione diretta. Irato con gli Ebrei in una certa<br />

occasione, istillò <strong>nella</strong> mente di Davide l'idea di indire un censimento, in modo da poter poi punire<br />

questo crimine scatenando una pestilenza che uccise settantacinquemila uomini. In certe occasioni<br />

tuttavia Jehovah operò mediante spiriti subalterni. Inviò entità malefiche a tormentare Samuele,<br />

Abimelech, gli Egiziani. Oltre che agli spiriti che servivano Jehovah e formavano la sua corte - gli<br />

angeli delle successive credenze ebraiche e cristiane - gli Ebrei credevano anche in demoni maligni<br />

e in spiriti dai lunghi capelli che infestavano i luoghi oscuri e deserti. Ma in queste primitive<br />

tradizioni non vè alcun segno <strong>della</strong> convinzione nellesistenza del Diavolo, il grande principe del<br />

male, arci-nemico di Dio. La figura del Diavolo si formò più tardi, a diversi passaggi del Vecchio<br />

Testamento, che con lui non avevano nulla a che vedere, vennero poi interpretati dagli esegeti come<br />

prove <strong>della</strong> sua esistenza nelle Sacre Scritture.


La magia nera<br />

Magia nera: ai più questa parola incute timore e paura, vuoi per errate convinzioni<br />

tradizionalistiche, vuoi perché solitamente con il termine "nero" si intende negativo, nefasto,<br />

portato al Male, in contropposizione con Bianco, come positivo, portato al Bene. Tutto ciò è errato.<br />

La magia nera comprende, è vero , la Magia a scopi malvagi, ma essa è innanzitutto la vera tecnica<br />

<strong>della</strong> Magia Pratica. Quando si parla di Mago Nero come contrapposto a Mago Bianco, si intende<br />

parlare di Stregone. Invece, <strong>nella</strong> pratica rituale in Magia, quella operata dal mago bianco, sempre<br />

usando tecniche contemplate dalla magia nera, si trovano operazioni magiche che servono a<br />

sconfiggere stregonerie quali "fatture", "sortilegi" e "legamenti". Un'altra precisazione molto<br />

importante che desidero fare, è che ritengo errato porre la <strong>De</strong>monologia <strong>nella</strong> Magia Nera, come di<br />

solito molti testi usano fare. In effetti, io ritengo la demonologia quella tecnica magica che va sotto<br />

il nome di Magia Rossa. Mi ripeterò ancora tracciando uno schema per una maggiore comprensione<br />

di quanto detto: mago bianco-rituali propiziatori-evocazioe di spiriti celesti MAGIA NERA mago<br />

nero-demonologia (magia rossa)-evocazione demoniaca In effetti, le grandi forze magiche non<br />

possono essere definite come buone o cattive; hanno un lato buono e uno cattivo o, in termini<br />

occultistici, un aspetto negativo ed uno positivo. Il lato cattivo è dominio di potenti esseri malefici<br />

chiamati "demoni". Analogamente il lato buono è dominio degli "angeli" o Spiriti Benefici: ma i<br />

Maghi Neri (Stregoni) sono molto più interessati ai <strong>De</strong>moni. I <strong>De</strong>moni sono intelligenze malefiche<br />

che hanno un grande potere, ma possono essere dominate da un mago che sia forte ed impavido. I<br />

<strong>De</strong>moni sono sottomessi alla sua volontà mediante rituali che comprendono sacrifici e sangue,<br />

profumi, simboli e maledizioni. Gli antichi Grimori (o Libri Magici) erano testi che insegnavano al<br />

neo-mago i metodi per evocare gli spiriti malvagi, uccidere i nemici, causare odio e distruzioni,<br />

forzare le donne a sottomettersi alle sue passioni. La Magia Nera (Stregoneria) è il "sentiero <strong>della</strong><br />

mano sinistra", in quanto la sinistra è associata al male. La massima "conoscere il Male per arrivare<br />

al Bene", in effetti, non è sbagliata. Aleister Crowley, il più celebre e dotato tra i maghi moderni,<br />

nel suo volume "Magick in Theory and Pratice", definì Dio "entità ideale <strong>della</strong> natura profonda<br />

dell'uomo" e disse che "la Grande Opera consiste nell'elevazione dell'uomo completo sino al<br />

perfetto equilibrio con la forza dell'infinito" al qual punto diviene Dio. Un altro mago famoso, il<br />

grande occultista del Rinascimento, Cornelio Agrippa, nel suo "<strong>De</strong> Occulta Philosophia", intorno al<br />

1510, si chiese come fosse possibile per un uomo acquisire poteri magici; e la risposta fu " Non può<br />

avere di tali poteri se non chi ha coabitato con gli elementi, elevandosi al di sopra degli angeli sino<br />

all'archetipo, col quale diviene allora co-operatore, e nulla gli è più impossibile". Tutto questo si<br />

riassume in un pensiero di Eliphas Levi, occultista francese del XIX secolo, che <strong>nella</strong> "chiave dei<br />

grandi misteri" scrive: "affermare e volere ciò che deve essere, è creare; affermare e volere ciò che<br />

deve non essere, è distruggere"


Come si effettua un maleficio<br />

Quando si parla di maleficio si entra nel campo <strong>della</strong> stregoneria. E qui è necessario fare un<br />

preambolo, soprattutto per non confondere la stregoneria con la demonologia. Stregoneria: dove lo<br />

stregone opera con simulacri (bamboline di cera, effige magiche) per raggiungere le forme astrali<br />

demoniache. <strong>De</strong>monologia: dove lo stregone opera a diretto contatto con i <strong>De</strong>moni, usufruendo dei<br />

loro servigi, con evocazioni propiziatorie. In questo campo, solitamente, lo stregone offre sacrifici<br />

emulandoli, officia rituali. La demonologia, in effetti, è una vera e propria dottrina che solo alcuni<br />

iniziati al male possono professare. Nel maleficio siamo in presenza di un lavoro magico volto al<br />

male. Questo, naturalmente, nel lavoro di compimento, cioè nelleffettuazione dello stregone che,<br />

solitamente per commissione, devolve i suoi poteri al male. Logicamente nel procedere inverso,<br />

cioè quello dello "scioglimento", il lavoro magico sarà svolto dal mago e verrà chiaramente volto al<br />

bene.<br />

La "fattura a morte"<br />

La fattura a morte colpisce la persona umana nel corpo fisico. Non sono rari i casi di<br />

"autocombustione" trattati in parapsicologia. Questo è uno degli effetti ben visibili <strong>della</strong> fattura a<br />

morte. Solitamente questo tipo di magia si può trovare nell'America Latina. Altri effetti, invece, di<br />

queste fatture, riguardano quelle "strane" morti non clinicamente spiegabili dalla medicina ufficiale,<br />

in cui la persona muore lentamente senza che si possa riscontrare dal lato fisiologico, una malattia<br />

ben definita. Dato essenziale in una fattura a morte è questo: lo stregone o la strega usa simulacri<br />

che rapprensentano la persona da colpire. Per esempio, la bambolina è un "arnese" classico usato in<br />

stregoneria. Essa solitamente è fatta di cera vergine, oppure di stoffa, nel caso in cui si posseggono<br />

indumenti <strong>della</strong> vittima alla quale la fattura è destinata. Il simulacro rappresenta lo "schermo<br />

protettivo" che impedisce alle "larve", di cui si richieda lintervento, di poter intaccare lentità astrale<br />

delloperatore. Esso è indispensabile per ogni lavoro di stregoneria, sia essa volta al bene o al male.<br />

La fattura del morto<br />

Questo rituale, per la verità un po macabro, è antichissimo e le prime testimonianze si hanno nel<br />

Medioevo, quando si racconta che le streghe andassero nei cimiteri a compiere atti da negromanti.<br />

Il procedimento è semplice: si tratta di mettere un elemento <strong>della</strong> vittima sotto la testa di un morto<br />

deceduto da almeno 24 ore, prima cioè che la sua anima si sia completamente staccata dal corpo<br />

fisico e quindi di recitare una frase il cui effetto sonoro riesca a "catturare" la vibrazione astrale<br />

<strong>della</strong>nima che si sta staccando dal corpo, in modo da ottenere una vibrazione che in magia viene<br />

definita come "vibrazione concomitante". Tale vibrazione raggiungerà la vittima provocando in<br />

essa un distacco tra il corpo fisico e quello etereo, interrompendo così il "cordone vitale"<br />

dell'anima.<br />

Prove per scoprire una "fattura a morte"<br />

Per individuare una "fattura a morte", esistono innumerevoli prove, alcune di stampo<br />

tradizionalistico e popolare, altre invece appartenenti alla vera magia. Fatture tradizionali: sono<br />

svariate, qui di seguito ne accennerò solo qualcuna. Una delle più classiche è quella del<br />

ritrovamento di "corone" o "chiodi" nei guanciali su cui dorme la vittima. Questo il più delle volte<br />

accade per effetto delle forme-pensiero che si materializzano in "larve", le quali si annidano<br />

<strong>nella</strong>mbiente <strong>della</strong> persona, lasciando e formando queste tracce visive. Infatti, è proprio nel luogo<br />

dove la mente <strong>della</strong> persona vive di notte lo stato "liberatorio" del sonno che si possono<br />

materializzare queste forme inusuali. Altri effetti possono essere costituiti da picchi o rumori che<br />

vengono uditi dalla vittima <strong>nella</strong> stanza da letto, che sono sempre riconducibili alla presenza di


larve o di pseudoentità negative. La prova più classica, però, sempre da annoverarsi <strong>nella</strong> tradizione<br />

popolare, è quella del "limone". Si prenda un limone ancora verde <strong>della</strong> grandezza di un pugno. Si<br />

prendano inoltre sette aghi con cui si sia cucito poco prima un indumento. Reggendo il limone con<br />

la mano sinistra, lo si trafigga con un ago, pronunciando le parole seguenti: "spirito immondo che ti<br />

innidi ovunque, in mia prensenza, <strong>nella</strong> mia casa e che mi conduci alla disperazione, che la tua<br />

forma si materializzi in questo limone!". Il limone, con gli aghi infilati, lo si lasci quindi una notte<br />

intera sotto il proprio guanciale, avendo la precauzione di avvolgerlo in un panno. Se al mattino si<br />

troverà il limone marcito e decomposto, allora ci troveremo in presenza di una "fattura a morte".<br />

Come si individua una "fattura a morte"<br />

Il metodo che deve usare il mago per identificare una fattura a morte è costituito da un rituale ben<br />

preciso. Si formi un pentagono con cinque ceri rossi di cera vergine. 1) cero protettivo 2) cero di<br />

vibrazione 3) cero base 4) cero evocativo 5) cero magnetico La persona che sospetta di essere<br />

colpita da fattura dovrà stare dentro al pentagono con il volto rivolto al cero protettivo (allapice del<br />

pentagono). Il mago, reggendo con la mano sinistra il candelabro ebraico, con sette candele nere<br />

accese, partendo dal cero protettivo, compirà sette volte allesterno del pentagono, la sua<br />

circonferenza, pronunciando le seguenti parole: "io vi esorcizzo, spiriti immondi, da ovunque voi<br />

veniate!". Quindi, entrerà nel pentagono e getterà, sempre reggendo il candelabro con la mano<br />

sinistra, tre manciate di sale esorcizzato per ogni cero. Se la persona è vittima di fattura, il sale che<br />

il mago avrà gettato alla base di ogni cero, diventerà di colore nero.<br />

Come si toglie la "fattura a morte"<br />

Una volta provata, con il procedimento sopra descritto, la presenza <strong>della</strong> fattura, sarà necessario<br />

agire immediatamente per liberare a vittima. Questo perché il rituale precedente scatenerà<br />

immediatamente le ire delle larve presenti, che potrebbero nuocere in modo irreparabile alla<br />

persona. Per scongiurare questo pericolo, il mago dovrà agire nel seguente modo: Mettere le sette<br />

candele accese davanti (sempre allinterno del pentagono) al cero protettivo pronunciando le<br />

seguenti parole: "forma-pensiero che ti innidi <strong>nella</strong> mente di (nome) esci da essa. Io ti esorcizzo per<br />

i grandi nomi di Tetragrammaton, Jesael libertor, Mutrathon imperversa!". A questo punto le larve<br />

interverranno all'interno del pentagono, cercando di impedire al mago di raggiungere il cero di<br />

vibrazione (posto sotto il cero protettivo a sinistra) dove la forma-pensiero esorcizzata sicuramente<br />

di proteggersi. Per superare questo ostacolo, tutto dipenderà dall'intensità <strong>della</strong> vibrazione che il<br />

mago sarà ruiscito a raggiungere durante lesorcismo effettuato allesterno del pentagono.E infatti,<br />

proprio durante questa fase che la forma-pensiero del mago si sarà potuta materializzare,<br />

occupando il cero vibratorio. Dato per scontato che questo sia avvenuto, si potrà passare alla fase<br />

seguente, quella definita "liberatoria". Posta la persona davanti al cero evocativo (collocato sotto il<br />

cero di vibrazione),sempre all'interno del pentagono, il mago di inginocchierà davanti al cero<br />

magnetico (posto in basso a destra), che è domicilio <strong>della</strong> potenza benefica e, assieme alla vittima,<br />

pronuncerà le seguenti parole per tre volte di seguito: "noi ti preghiamo, noi ti supplichiamo,<br />

grande Potenza Benefica che la mia forma-pensiero rendi operativa, liberaci dagli influssi degli<br />

esseri <strong>della</strong> notte che ostacolano il nostro cammino. Per Gabriel, nostro Salvatore!". La riuscita del<br />

rito sarà riconoscibile osservando il sale che ritornerà al suo originario colore.<br />

Il sortilegio volontario<br />

Il Sortilegio Volontario colpisce sia il piano fisico <strong>della</strong> persona che quello mentale. Questo per<br />

uninfinità di fattori. Il sortilegio volontario ha uno degli effetti più devastanti operati dallo stregone.<br />

Proprio per la sua elaborazione, in pratica, esso è molto vicino al "malocchio", per la sottigliezza<br />

con cui la magia viene operata. A differenza <strong>della</strong> fattura a morte, che colpisce solo il piano fisico


<strong>della</strong> persona, il sortilegio provoca vari effetti che partono dallesterno, per raggiungere linterno.<br />

Esempi possono riscontrarsi in persone che assistono alla propria "rovina finanziaria" o alla<br />

disgregazione <strong>della</strong> propria <strong>famiglia</strong>, come pure alla perdita improvvisa degli affetti più cari.<br />

Questo perché la persona colpita da sortilegio volontario si carica di un magnetismo tale per cui,<br />

come Creso, qualunque cosa gli capitasse di toccare, essa si tramutava in oro, quin invece, ogni<br />

cosa o persona che il malcapitato avvicina o tocca si tramuta per lui in male. La persona<br />

difficilmente si accorge di questo stato, ritenendo colpevole <strong>della</strong> sua sfortuna un fato avverso e a<br />

lungo andare essa si rassegnerà a quello che finirà per definire un "periodo negativo" <strong>della</strong> propria<br />

esistenza, provocando così un totale crollo <strong>della</strong> propria essenza astrale. Per effettuare un sortilegio<br />

volontario, lo stregone si serve da sempre di "Simulacri Operativi" ben precisi. Il "nastro di seta<br />

viola" è uno di questi.<br />

Prove per individuare un sortilegio volontario<br />

Una delle prove più antiche per individuare un sortilegio volontario, consiste nel far bollire gli<br />

indumenti <strong>della</strong> vittima, usando acqua di sorgente e introducendovi sette pugni di sale grosso e sette<br />

petali di rosa rossa. Entro sette giorni, se la persona accuserà forti dolori di testa o "punture" su<br />

tutto il corpo, ciò vuol dire che è certamente vittima di un sortilegio. In questi sette giorni la<br />

persona che avrà operato il sortilegio sicuramente andrà in visita alla sua vittima, pronunciando<br />

parole di fuoco. Tralasciando la tradizione, in magia esiste una prova ben precisa per scoprire tale<br />

sortilegio. Il mago dovrà operare sul corpo <strong>della</strong> vittima dove si annida la "larva distruttrice", frutto<br />

<strong>della</strong> forma-pensiero dello stregone. Esistono, nel sortilegio, a differenza degli altri lavori magici,<br />

elementi ben precisi da identificare e annullare. Uno di questi elementi è la "forza devastatrice" che<br />

agiste dall'esterno verso l'interno. L"onda vibratoria" creata volutamente dallo stregone, che<br />

solitamente si annida <strong>nella</strong> mente <strong>della</strong> vittima, agisce in modo indipendente dalla personalità<br />

dell'individuo. Questa onda, ad un esame approfondito di Radioestesia (propulsione vibratoria del<br />

pendolo usato per catturare le onde magnetiche del corpo astrale delle persone) viene avvertita o<br />

captata dal mago appena il pendolo venga posto in posizione verticale sulla foto <strong>della</strong> persona. Essa<br />

è differente da ogni altra onda, proprio per il suo carattere fortemente sussultorio, tale da inibire<br />

momentaneamente i poteri extra sensoriali del mago.<br />

Come si scioglie un sortilegio volontario<br />

Nel sortilegio volontario la forza devastatrice agisce dall'esterno verso linterno per questo, quando<br />

un mago, dopo aver constatato la presenza reale di questo sortilegio, si appresta a scioglierlo, dovrà<br />

innanzitutto tenere presente questo fattore primario. Uno dei metodi più efficaci per sciogliere il<br />

sortilegio volontario consiste in questo: 1) isolare le "larve" troncando il cordone che dà loro<br />

nutrimento vitale 2) distruggere la forma-pensiero che le mantiene in vita 3) ricondurre il corpo<br />

etereo al suo originale "cammino astrale" Per fare tutto ciò il mago deve prendere determinare<br />

precauzioni sia per sé che per la vittima. Per prima cosa disegnerà ad entrambi sul petto, con il<br />

corno e l'inchiostro magico un pentacolo detto di Menphis (vedi figura in fondo alla pagina).<br />

Questo pentacolo è molto particolare, perché conserva nelle sue simbologie magiche, le formepensiero<br />

rivelatrici. Esse hanno il potere di raggiungere le larve devastatrici isolandole dalla formapensiero<br />

madre. Si costruisce il pentagono magico con cinque ceri neri: 1) cero protettivo 2) cero<br />

evocativo 3) cero base 4) cero magnetico 5) cero fumigazioni Il mago, dopo aver acceso tutte e<br />

cinque i ceri, si porrà al centro del pentagono, mentre la vittima si collocherà dinanzi al cero<br />

protettivo (in alto, in cima) inginocchiata. La prima frase del rituale consiste nellisolare le larve. Per<br />

ottenere questo il mago pronuncerà le seguenti parole: "le Grandi Potenze sono mie consigliere, da<br />

esse trarrò forza per scacciare la forza del male che si nasconde e si perpetua <strong>nella</strong> linfa vitale".<br />

Quindi si avvicinerà al cero delle fumigazioni (in basso a destra) e, aspersa alla sua base la Sacra<br />

Cenere, dirà: "ADONAY, la grande notte che sovrana colpisce le nostre menti! ELOYM, che dai


aggi <strong>della</strong> luce prendi consistenza! SABAOTH, che dallacqua disperdi la malvagità! A Voi chiedo,<br />

a Voi invoco la fine dell'effetto devastante!". La forma-pensiero del mago, materializzatisi,<br />

occuperà la base del cero evocativo (sotto quello protettivo a sinistra). A questo punto il mago si<br />

avvicinerà alla vittima e, appoggiando il proprio petto al suo,in modo che essi e i pentacoli<br />

disegnati combacino perfettamente, dirà: "che la larva che si annida dentro questa creatura esca e<br />

nel mio corpo si rifugi!". E questo il momento più difficile in cui avviene lo scontro diretto tra la<br />

forma-pensiero del mago e quella negativa. Non riuscendo quella negativa a penetrare le forti<br />

difese naturali del mago, sarà costretta a ripararsi nel cero evocativo dove è giù presente quella del<br />

mago che la distruggerà. Nelloperazione susseguente, il mago andrà dinanzi al cero magnetico (in<br />

basso a sinistra) e pronuncerà la frase conclusiva del rito: "grandi forze che <strong>dimora</strong>te nel regno<br />

infinito del cosmo, riconducete questa debole creatura nel suo giusto cammino". Con questa frase<br />

guidata dalla forma-pensiero positiva del mago, la vittima ritroverà l'originale "cammino eterico",<br />

perdendo totalmente quell'effetto devastante che l'aveva deviata dalla luce divina.<br />

La maledizione<br />

La maledizione rappresenta il maleficio più completo e solitamente esso può essere realizzato<br />

solamente da una strega. La leggenda vuole che le streghe più potenti vivano e operino <strong>nella</strong> zona<br />

del Montenegro. Come ho già detto, caratteristica principale <strong>della</strong> Maledizione, è quella di colpire<br />

tutti e tre i piani di una persona: piano fisico, piano mentale, piano astrale. Imbattersi in una vera e<br />

propria maledizione è, per fortuna del mago, un caso abbastanza raro, nonostante spesse volte si usi<br />

questo termine impropriamente. Perché vi sia maledizione, in effetti, è necessario imbattersi in una<br />

"vera strega". Solitamente la maledizione lanciata da una strega, ha una "propulsione vibratoria"<br />

talmente potente che è in grado di intaccare insieme tutti e tre i piani esistenziali umani, Essa<br />

somma sia gli effetti devastanti sprigionati dall'esterno verso l'interno, sia quelli dall'interno verso<br />

lesterno. La forma-pensiero <strong>della</strong> strega, in effetti, raggiunge direttamente il corpo astrale <strong>della</strong><br />

vittima, distorcendone il cammino karmico. Questo per la proprietà innata <strong>della</strong> strega che è spesso<br />

preposta al male. In quanto all'effettuazione, non esistono particolari rituali, per lo più essa si basa<br />

soprattutto sulla forte forma-pensiero innata <strong>nella</strong> strega, che può utilizzare anche simulacri per<br />

propria protezione, ma, solitamente, la sua forte malvagità la dispensa da ogni ritorno negativo.<br />

Nella stregoneria tradizionale, non è raro, nel corso <strong>della</strong> storia, imbattersi in "sabba" officiati da<br />

streghe che offrono i loro servigi direttamente a Satana. Si dice inoltre che, una delle caratteristiche<br />

principali per riconoscere una strega, è la presenza del "terzo capezzolo" a cui solitamente attinge il<br />

nutrimento il Diavolo in persona.<br />

Come si individua una maledizione<br />

Individuare una maledizione è una cosa molto difficile e complicata. L'operazione non richiede<br />

particolari rituali, ma necessita di un'elaborazione mentale del mago molto acuta. Solitamente è<br />

necessario richiedere un intervento diretto dellentità o interpellare lo "spirito guida" <strong>della</strong> vittima.<br />

La prassi consiste in questo: 1) il mago, attraverso unevocazione vera e propria, consulta lentità di<br />

cui si serve solitamente per i suoi rituali 2) attraverso una "seduta medianica" raggiunge lo spirito<br />

guida <strong>della</strong> persona 3) iniziando la vittima attraverso una regressione karmica, e compiendo un vero<br />

e proprio esorcismo, raggiungerà direttamente lentità astrale <strong>della</strong> persona Questi tre metodi sono<br />

gli unici e i più affidabili per scoprire una maledizione.<br />

Come si toglie una maledizione<br />

Il metodo più usato per togliere una maledizione riguarda dei procedimenti che solitamente<br />

vengono dettati dallentità stessa in questione, che possono variare di volta in volta, a seconda dei<br />

casi. Il principio base è quello di obbligare l'entità a fornire dette spiegazioni e questo,


naturalmente, accade solo nel caso in cui il mago possegga il completo dominio sull'entità che egli<br />

intende governare. Per rendere più chiaro questo esposto, riporterò il seguente esempio: Tempo fa<br />

una persona si presentò al mio studio, convinta di essere preda di una maledizione. Io, dopo aver<br />

interpellato l'entità, riuscii a comprovare questa sua convinzione. La individuai e dopo aver avuto<br />

questa certezza, interpellai l'entità sulle modalità per togliere questa maledizione. Essa mi consigliò<br />

questo procedimento: La vittima si rechi, in una notte di luna piena, con il cielo stellato, sopra un<br />

ponte dove, sottostante, scorra il fiume più vicino in linea daria alla casa dove egli è nato. Prima di<br />

partire, egli prepari i seguenti elementi: una federa di cuscino su cui egli avrà riposato la notte<br />

precendente. Allinterno <strong>della</strong> federa egli metterà: sette suoi capelli dalla nuca, una foto che lo<br />

ritragga nell'infanzia, e un suo indumento non lavato, anchesso strappato in sette pezzi. Quindi<br />

chiuderà la federa con tre nodi, a mò di sacchetto. L'involucro così formato verrà da lui gettato<br />

usando la mano sinistra nel fiume, avendo cura di pronunciare la seguente frase per tre volte: "a voi<br />

mi rivolgo, Grandi Potenze del Bene, affinchè salviate la mia anima e la riconduciate sulla diritta<br />

via!".


Magia nera tradizionale<br />

La fattura può essere eseguita principalmente in due modi: Direttamente, operando sulla persona<br />

per mezzo di filtri, pozioni etc. Indirettamente, mediante supporto di oggetti appartenenti alla<br />

vittima, o di un suo materiale organico (capelli, unghie, etc.). Formula diretta Il principio magico<br />

che opera <strong>nella</strong> fattura diretta è quello <strong>della</strong> magia per similitudine, o magia di contagio. L'attore<br />

pone a diretto contatto <strong>della</strong> persona oggetto <strong>della</strong> fattura (o degli indumenti che essa indosserà)<br />

una pozione una polvere, un filtro formati da speciali soostanze magiche. Formula indiretta Il<br />

principio magico che opera <strong>nella</strong> fattura indiretta è quello dell'analogia o di trasferimento. Si usa<br />

del materiale appartenente alla vittima, come unghie, capelli, vestiario o avanzi di cibo; questo<br />

perché in essi continua la vita del soggetto. La fattura classica indiretta è quella effettuata tramite il<br />

feticcio, o figurina di cera, che può essere sostituito con un pupazzo di cera o una fotografia. In<br />

mancanza di ciò, si può usare anche <strong>della</strong> frutta o una candela o un cuore di pollo. In tal caso, il<br />

feticcio rappresenta la vittima e si opera in base al principio animistico. Si realizza una statuetta di<br />

cera <strong>nella</strong> quale si incorpora il seme <strong>della</strong> persona, o altro materiale che labbia toccata intimamente.<br />

Ciò che si fa subire alla figurina, si ripercuoetrà a distanza sulla vittima. Il mezzo più usato per<br />

l'infissione è lo spillo o qualunque altro oggetto appuntito; non è però opportuno usare l'ago al<br />

posto dello spillo. Con lo spillo si trafigge la statuina nel punto in cui si desidera colpire la vittima.<br />

I demoni e la loro gerarchia<br />

Trithene li divide in generi, vale a dire:<br />

1) il primo genere è quello al quale appartengono coloro che sono chiamati ignei; infatti, errano<br />

intorno ala regione suprema <strong>della</strong>ria e non hanno alcun legame in terra con gli stregoni perché non<br />

scendono mai lassù<br />

2) quelli del secondo genere hanno la qualifica di aerei perché vagano per l'aria e la loro <strong>dimora</strong> è<br />

molto vicina a noi. Possono scendere e prendere corpo; possono comparire sotto le spoglie di<br />

uomini. Agitano laria, suscitano tempeste e tuoni, e tutti insieme portano alla rovina il genere<br />

umano. Sono mossi da passioni, come gli uomini, principalmente da orgoglio e da invidia e si<br />

lasciano trasportare dagli impulsi. Non hanno tutti la stess forma, ma parecchie, e le cambiano<br />

spesso a seconda <strong>della</strong> varietà dei sentimenti che li fanno comparire dietro invocazioni delle<br />

streghe, che li spingono a nuocere o danneggiare qualcuno<br />

3) i demoni del terzo genere sono chiamati terrestri, e non ci è dubbio che sono stati scaraventati<br />

dal cielo in terra per i loro demeriti. Alcuni si trovano nei boschi e nelle foreste e tendono trappole<br />

ai cacciatori; altri in piena e aperta campagna, fanno smarrire i viaggiatori; la parte restante si<br />

compiace di fermarsi in incognito tra gli uomini<br />

4) il quarto genere di demoni porta il titolo di acquatici, perché abitano intorno ai laghi e sulle rive<br />

dei fiumi. Provocano le tempeste sul mare e fanno perdere la vita a molti tra i flutti. Tutte le volte<br />

che prendono a prestito dei corpi visibili, compaiono più comunemente sotto sembianze femminili,<br />

e per questo le nàiadi, le nereidi e le ninfe delle acque sono sempre state disegnate dagli antichi al<br />

femminile piuttoste che al maschile<br />

5) il quinto genere è chiamato sotterraneo, perché abita nelle grotte, nelle caverne e nelle località<br />

più remote dei monti. E d'indole molto cattiva e si accanisce principalmente contro coloro che


scavano pozzi e miniere o contro i cercatori di tesori nascosti <strong>nella</strong> terra. Questi demoni sono<br />

sempre pronti a procurare la rovina del genere umano, aprendo voragini, facendo vomitare fiamme<br />

dalla terra o facendo crollare edifici. Alcuni di essi sono guardiani dei tesori che la malizia degli<br />

uomini, ha nascosto <strong>nella</strong> terra, e per paura che ritornino in loro possesso, li rubano e spesso li<br />

trasportano da un posto allaltro<br />

6) infine il sesto ed ultimo genere è composto da quelli che sono chiamati lucifughi; rifuggono dalla<br />

luce del giorno e possono prendere corpo solo la notte Di questi demoni citiamo i più noti, o<br />

meglio, i più importanti: Malphas, grande presidente degli inferi, che compare sotto forma di corvo.<br />

Costruisce cittadelle inespugnabili, sfonda le difese nemiche, fa trovare buoni operai, dona<br />

sentimenti familiari, sebbene talvolta in malafede; accetta sacrifici e inganna i sacrificatori. Ha il<br />

comando di quaranta legioni di demoni. Leonardo, gran maestro del Sabba, ispettore <strong>della</strong><br />

stregoneria, <strong>della</strong> magia nera e degli stregoni. Ha tre corna, orecchie da volpe, barba di capra e due<br />

volti, uno al solito posto e laltro...altrove. E capo dei demoni subalterni. Scox o Chax, duca degli<br />

inferi. Prende laspetto di una cicogna. Mente, ruba (specialmente denaro e cavalli). Non sempre<br />

obbedisce agli esorcisti. Per impedirgli di mentire bisogna rinchiuderlo in un triangolo. Indica i<br />

tesori nascosti e comanda trenta legioni. Ganga-Gramma, demone femmina con quattro braccia:<br />

una delle mani destre tiene una forchettina; una delle mani sinistre, una sco<strong>della</strong>. Gli indiani la<br />

temono molto. Euryome, demone superiore, principe <strong>della</strong> morte. Ha un corpo pieno di piaghe ,in<br />

parte, coperto da una pelle di volpe. Era conosciuto dai pagani. Nel tempo di <strong>De</strong>lfo era una statua<br />

che lo rappresentava di colore nero, con i denti di lupo e seduto sulla pelle di un avvoltoio.<br />

Astaroth, granduca potentissimo degli inferi. Presiede a occidente, procura l'amicizia dei grandi<br />

signori. E tesoriere degli inferi, conosce il passato e l'avvenire, risponde senza farsi pregare alle<br />

domande più segrete, insegna le arti nobili e comanda quaranta legioni. Non vuole confessare i suoi<br />

errori e sostiene di essere stato punito ingiustamente. Sembra che gli abitanti di Sidone e i Filistei lo<br />

abbiano adorato. Occorre evocarlo il mercoledì e fare attenzione a tenere sotto le narici lanello<br />

magico dargento che difende dallodore fetido dei domoni, poiché questo principe manda un puzzo<br />

particolarmente cattivo. E citato come uno dei sette principi dell'inferno che visitarono Faust.<br />

Asmodeo, Sovraintendente delle case da gioco. <strong>De</strong>tronizzò Salomone, ma Salomone lo vinse e<br />

l'obbligò ad aiutarlo a costruire il tempio. Si presenta sotto forma di serpente. Sarebbe stato lui a<br />

tentare Eva. Gli egizi gli dedicarono un tempio nel deserto di Ryanneh. Nell'inferno, invece di<br />

prendere le sembianze d'un semplice serpente, ha tra teste: una di toro, una d'uomo e una di ariete;<br />

ha le zampe doca, coda di serpente e si presenta a cavallo di un drago. Insegna agli uomini a<br />

rendersi invisibili, oltre alla geometria, allastronomia e alle arti meccaniche. Conosce dove sono<br />

nascosti i tesori. Settanta legioni lo obbediscono. Andras, gran marchese. Ha la testa di un gatto<br />

miagolante e cavalca un lupo nero. Insegna, a coloro che favorisce, a uccidere i loro nemici, i<br />

maestri di questi e i loro servitori. Comanda trenta legioni. Alocero, graduca; si presenta sempre<br />

vestito da cavaliere, montato su un enorme cavallo, insegna astronomia e arti nobili. Comanda<br />

trentasei legioni. Gli spiriti celesti Si chiamano spiriti celesti coloro che abitano il firmamento e gli<br />

astri che girano nello spazio. Il loro compito è di vigilare sul destino di ogni mortale e dirigere gli<br />

eventi che li riguardano. Per questo gli spiriti celesti sono attenti a tutte le imboscate dei geni<br />

malvagi. Ogni spirito celeste opera in conformità con lastro a cui corrisponde. Ma poiché sono<br />

spiriti del bene non possono intraprendere nulla che non sia a favore degli uomini e quindi solo<br />

cose che conducano al bene, come lo conferma la storia del mondo sin dalla sua creazione. Sono<br />

sette i governanti che hanno funzioni diverse: Aratron, ha il potere di tramutare istantaneamente in<br />

pietre o metalli oggetti diversi e al contrario. Per esempio: trasforma il carbone in oro e viceversa;<br />

insegna l'alchimia, la magia, la fisica, rende invisibili gli esseri e dà lunga vita. Bethor, conferisce<br />

le alte cariche agli uomini, trasporta gli oggetti da un posto all'altro, da proporzione alle pietre<br />

preziose e prolunga la vita. Phalet, ha gli stessi attributi di Marte, stabilisce la pace, eleva alle alte<br />

gerarchie militari chi ha ricevuto il suo marchio. Och, presiede gli attributi del sole, da lunga vita e<br />

salute, distribuisce saggezza, insegna la medicina e dà potere di cambiare qualsiasi cosa in oro puro


o in pietre preziose. Haget, sotto l'influsso di Venere conferisce tanta bellezza alle donne che onora<br />

con la sua protezione, concede loro qualsiasi grazia e traforma il rame in oro ed al contrario.<br />

Ophiel, possiede il potere di cambiare i metalli, agisce sotto Mercurio. Possiede il mezzo per<br />

traformare il platino in oro, trasformazione sulla quale si basa, secondo lalchimia, la grande pietra<br />

filosofale. Phul, governa le regioni lunari. La sua potenza si estende su tutte le malattie, cambia i<br />

metalli in platino, protegge i naviganti, dà lunga vita. La corte infernale Gli storici del demonio,<br />

grandi conoscitori del mondo degli inferi, hanno scoperto che esiste una corte infernale con<br />

principi, nobili ed ufficiali. Servendosi di numerosi esorcismi è stato stabilito che la possessione<br />

non è soltanto opera di Satana, bensì di tanti altri demoni forniti di titoli, incarichi e poteri. Ed ecco<br />

secondo lattuale governo delle tenebre con principi e grandi dignitari secondo "lenciclopedia<br />

teologica" del Migne:<br />

BELZEBU - capo supremo dell'impero infernale, fondatore dell'Ordine <strong>della</strong> mosca<br />

SATANA - principe delle tenebre<br />

EURIMONIO - principe <strong>della</strong> morte, gran croce dell'ordine <strong>della</strong> mosca<br />

LEONARDO - gran maestro dei conciliaboli delle streghe, cavaliere dell'ordine <strong>della</strong> mosca<br />

BAALBERI - signore delle alleanze<br />

PROSERPINA - arcidiavola, principessa sovrana degli spiriti maligni Ministeri<br />

ADRAMELECK - grande cancelliere, gran croce dell'ordine <strong>della</strong> mosca<br />

ASTAROTH - grande tesoriere<br />

NERGAL - capo generale delle adunate infernali, gran croce dell'ordine <strong>della</strong> mosca<br />

LEVIATAIN - grande ammiraglio, cavaliere <strong>della</strong> mosca Ambasciatori<br />

BELFAGOR - ambasciatore di Francia<br />

MAMMON - ambasciatore dInghilterra<br />

BELIAL - ambasciatore <strong>della</strong> Turchia<br />

RIMMON - ambasciatore di Russia<br />

THAMUZ - ambasciatore di Spagna<br />

HUTGIN - ambasciatore dItalia<br />

MARTINET - ambasciatore <strong>della</strong> Svizzera<br />

JUSTICIA - grande giustiziere<br />

ALASTOR - esecutore di grandi opere Lignaggio dei principi<br />

VERDELET - maestro di cerimonia


SUCCOR-BENOTH - capo degli Eunuchi<br />

CHAMOS - gran ciambellano, cavaliere <strong>della</strong> mosca<br />

MELCHOM - tesoriere<br />

NISROCH - capo <strong>della</strong> cucina<br />

BEHEMOTH - coppiere maggiore<br />

DAGON - panettiere maggiore<br />

MULLIN - primo aiuto salone Piccoli incarichi<br />

KOBAL - direttore degli spettacoli<br />

ASMODEO - sovrintendente delle case da gioco<br />

Abbiamo inoltre nomi di altri demoni che vengono riportati del "dizionario infernale" di Collin <strong>De</strong><br />

Planoy.<br />

ADRAMELECH - il cui nome contiene contiene la parola ebraica Melek "re", dalla testa di bue e le<br />

piume di pavone, grande cancelliere dell'inferno, venuto da Sepharvaim, città degli Assiri<br />

AMON - dalla faccia da lupo e la coda di serpente, capo di quaranta legioni, il cui nome era quello<br />

di un dio egiziano.<br />

HABORYM - il demone degli incendi, duca degli inferi a capo di ventisei legioni. Ha tre teste, una<br />

duomo, una di gatto, una di serpente, e cavalca una vipera. Tiene <strong>nella</strong> mano destra una torcia<br />

accesa<br />

BAEL - ha tre teste, una di rospo, la seconda duomo, la terza di gatto, primo re dell'inferno, ha<br />

preso il nome di baal Semitico, con soltanto un leggero cambiamento vocalico<br />

MALOCH - dalla testa di toro, antico dio di Cartagine<br />

SABAZIOS - il più antico degli gnomi, dio dei misteri associati a Dioniso.<br />

EURYNOMOS - coperto da una pelle di volpe, divinità sotterranea presso i greci, come Adies,<br />

contaminazione di Hades Altri portano semplicemente il nome di bestie malefiche: così<br />

LILITH, demone <strong>della</strong> notte, deriva dalla parola ebraica che significa "civetta";<br />

SCOX, deformazione del greco Scops, ancora "civetta".<br />

ALOUGA, la "sanguisuga"


I tempi e le influenze dei riti magici<br />

Prima di determinare giorno ed ora corretti il mago deve aver presente ciò che sta per compiere e<br />

quindi stabilire quale pianeta governa quel tipo di operazione.<br />

PlANETA TIPO DI OPERAZIONE<br />

Saturno Salva dall'Abisso. Operazioni per il bene ed il male connesse con edifici; far sì che<br />

gli spiriti familiari parlino a qualcuno nel sonno; fortuna e disastro negli affari, le<br />

pro-prietà, i beni connessi con la terra; ottenere sapienza, conoscenza delle cose<br />

nascoste; opere d'odio, morte e disastro.<br />

Giove<br />

Marte<br />

Sole<br />

Venere<br />

Mercurio<br />

Luna<br />

Influenza delle Ore<br />

Onori e ricchezze; amicizia, salute fisica; i desideri più vivi.<br />

Guerra, successi militari; coraggio; distruzione; opere di disarmonia, strage, morte<br />

e sofferenza; fortuna in questioni militari.<br />

<strong>De</strong>naro, speranza, sortilegi; operazioni per ottenere l’appoggio di principi e<br />

potenti; contro l'ostilità e per favorite I'amicizia.<br />

Amore, socievolezza, viaggi, gentilezza e piacere.<br />

Eloquenza, affari; arti e scienze; meraviglie e scongiuri, predizioni; per evitare i<br />

furti, proteggere i beni e le mercanzie; operazioni riguardanti gli inganni.<br />

Viaggi, traversate, amore e riconciliazione, messaggi. Furti (Luna nuova), visioni,<br />

acqua.<br />

1. Ore di Saturno, & Marte e <strong>della</strong> Luna.<br />

Evocare gli spiriti, opere di odio e inimicizia.<br />

2. Ore di Mercurio:<br />

Giochi, scherzi, passatempi, scoperta dei furti con l'aiuto degli spiriti.<br />

3. Ore di Marte:<br />

Evocare le anime dall'Inferno, in particolare quelle di soldati uccisi in battaglia.<br />

4. Ore di Giove e del Sole:<br />

Opere di invisibilità, amore e benessere, e tutti gli esperirnenti inconsueti.<br />

Segni e pianeti da considerare per gli effetti magici<br />

Gli Effetti <strong>della</strong> Luna. Gli sforzi costruttivi devono essere fatti quando la Luna è nuova. Discordia e Odio<br />

hanno successo con la Luna calante. Invisibilità e Morte solo quando la Luna e quasi del tutto oscurata.<br />

I Segni Zodiacali <strong>della</strong> Luna nelle operazioni magiche:<br />

La Luna deve essere nel Toro, <strong>nella</strong> Vergine o nel Capricorno (cioè nei Segni di Terra) per gli Effetti<br />

Soprannaturali.<br />

Per le operazioni di Amore, Amicizia o Invisibilità la Luna deve essere in uno dei Segni di Fuoco:<br />

Ariete, Leone o Sagittario.<br />

Odio e Discordia si devono cercare quando la Luna è in un Segno d'Acqua: Cancro, Scorpione, o Pesci.<br />

Tutte le Operazioni Insolite devono essere previste per giorni in cui la Luna occupa un Segno d'Aria:<br />

Gemelli, Bilancia o Acquario.<br />

Un'aggiunta ai dati riportati da Salomone può essere la tabella dei giorni fausti e infausti di ogni mese<br />

che riporta il Grand Grimoire. Inutile dire che i giorni infausti devono essere evitati per ogni tipo di<br />

operazione magica, e in particolare per i Rituali delle Evocazioni.


Mese Giorni Fausti Giorni Infausti<br />

Gennaio 3, 10, 27, 31, 12, 23,<br />

Febbraio 7, 8, 18 2, 10, 17, 22,<br />

Marzo 3, 9, 12, 14, 16, 13, 19, 23, 28,<br />

Aprile 5, 17, 18, 20, 29, 30,<br />

Maggio 1, 2, 4, 6, 9, 14, 10, 17, 20,<br />

Giugno 3, 5, 7, 9, 13, 23, 4, 20,<br />

Luglio 2, 6, 10, 23, 30, 5, 13, 27,<br />

Agosto 5, 7, 10, 14, 2, 13, 27, 31,<br />

Settembre 6, 10, 13, 18, 30, 13, 16, 18,<br />

Ottobre 13, 16, 25, 31, 3, 9, 27,<br />

Novembre 1, 13, 23, 30, 6, 25,<br />

Dicembre 10, 20, 29, 15, 26,<br />

PlANETI CHE GOVERNANO I GIORNI DELLA SETTIMANA<br />

Lunedì è sotto la Luna<br />

Martedì è sotto Marte<br />

Mercoledi è sotto Mercurio<br />

Glovedì è sotto Glove<br />

Venerdi è sotto Venere<br />

Sabato è sotto Saturno<br />

Domenica è sotto il Sole.


I Pentacoli magici<br />

Dato che l’obiettivo principale <strong>della</strong> Magia è l'acquisizione del potere sulla natura, in una forma o<br />

nell’altra, si può dire che i Pentacoli valgono il lavoro necessario per fabbricarli.<br />

Ed in effetti, la loro fabbricazione richiede un certo impegno da parte del mago. I pentacoli<br />

debbono essere preferibilmente di metallo, ma li si può tracciare anche su pergamena vergine. Il<br />

metallo deve essere quello assodato con il pianeta cui il talismano si riferisce. I pentacoli di Saturno<br />

sono di piombo; quelli di Giove di stagno; Marte richiede il ferro; il Sole l'oro; Venere il rame; la<br />

Luna l'argento. Il pentacolo dedicato a Mercurio, che ha il potere di comandare tutti gli spiriti, deve<br />

essere, a seconda dei testi, di una lega di oro-argento, o di mercurio “fissato” con altre sostanze. Il<br />

metallo deve essere purificato dal fuoco, e i caratteri da incidere su di esso devono essere tracciati<br />

con un Ago dell'Arte: cioè un ago mai usato prima, esorcizzato e consacrato.<br />

Se si usa la pergamena, occorre osservare le corrispondenze fra i pianeti e i colori. Di conseguenza,<br />

sul foglio di carta vergine si dovranno tracciare i segni nei colori seguenti:<br />

per Saturno, in nero<br />

per Giove, in blu-celeste<br />

per Marte, in rosso<br />

per il Sole, in oro o giallo<br />

per Mercurio, in tutti i colori, o in porpora<br />

per la Luna, in argento o bianco-grigio.<br />

“Le dimensioni”, aggiunge la Chiave, “non hanno importanza se tutti gli altri requisiti vengono<br />

rispettati”.<br />

II capitolo del libro dedicato a questi oggetti termina con il solito avvertimento di osservare tutte le<br />

normali precauzioni (cioè scegliere il giorno e l'ora appropriati, secondo il pianeta e l'ufficio del<br />

pentacolo), ed aggiunge che i Nomi Magici da tracciare sono sacri: occorre quindi concentrarsi<br />

nell'operazione e non trattare la materia con leggerezza.<br />

In alcune versioni <strong>della</strong> Chiave, Salomone riempie il capitolo di terribili maledizioni contro coloro<br />

che profanano questi riti, come chi, ad esempio, pronuncia il Nome di Dio invano.


I pentacoli<br />

Riportiamo qui di seguito le figure e le proprietà dei Pentacoli Planetari, ricavate soprattutto dal<br />

manoscritto n. 2497 <strong>della</strong> Bibliothèque de l'Arsénal, che porta il titolo specifico Les Vraies Talismans.<br />

Le indicazioni relative alla scelta dei tempi per la fabbricazione, e agli strumenti necessari, si trovano<br />

nelle APPENDICI.<br />

Pentacoli del Sole<br />

1 — Il primo pentacolo del Sole (fig. 6) ha influenza su tutte le cose connesse con l'onore, la gloria<br />

e il potere regale. è usato anche nei riti intesi ad infliggere perdite agli altri.<br />

2 — Questo secondo pentacolo (fig. 7) ha il potere di liberare magicamente chiunque sia<br />

prigioniero. “ Se qualcuno è per avventura in ceppi, costretto da catene di ferro, sarà libero<br />

all'istante, scoprendo questo pentacolo, inciso su oro nei giorno e nell'ora del Sole ”. Fra i due<br />

cerchi concentrici va tracciata la seguente incisione: Dirupsisti vincula mea; tibi sacrificabo hostiam<br />

laudis, et nomen Domini invocabo, tratta dal Salmo CXVI: “ Tu hai spezzate le mie ritorte: a te<br />

sacrificherò ostia di lode e invocherò il nome del Signore ”. (16, 17).<br />

3 — Tutte le cose create sono sottomesse al seguente, potentissimo talismano: il Volto di Shaddai<br />

(fig. 8). Posto di fronte ad esso, tracciato sul metallo del Sole, <strong>nella</strong> sua ora e giorno, ogni ente<br />

creato, corpdreo o incorporeo, deve obbe-dire. Sulla destra fc inciso, in caratteri ebraici, il nome di<br />

Dio, EL, a sinistra un altro Nome <strong>della</strong> divinita, SHADAI. Intorno al cerchio e scritto: Ecce faciem et<br />

figuram ejus per quern omnia facia sunt et cut omnes oboediunt creaturae.


4 — II successivo pentacolo solare (fig. 9) costringe gli spiriti a trasportare istantaneamente il mago<br />

in qualunque posto desideri. Intorno al circolo si traccia un estratto dal Salmo XCI, 11: “<br />

Imperocchè egli ha commessa di te la cura ai suoi Angeli; ed essi in tutte le vie tue saran tuoi<br />

custodi”.<br />

Quasi tutti i pentacoli contengono citazioni dai salmi di Davide, Asaf e Salomone. E’ opinione<br />

tradizionale dei maghi che l’intero Libro dei Salmi sia una vera e propria raccolta di incantesimi,<br />

dal significato occulto oltre che palese.<br />

5 — Il pentacolo che segue, inciso su oro puro (fig. 10), conferisce invisibilità. Su oro amalgamato,<br />

fa vincere al gioco e acquistare benefici in commercio. Intorno al circolo reca l’incisione: “ Si<br />

offuschino i loro occhi, sicchè non vedano; e aggrava mai sempre il loro dorso ”. (Salmo LXIX, 24).<br />

6 — Non sempre gli spiriti si manifestano immediatamente in forme visibili. Questo pentacolo solare<br />

(fig. 11) ha l'ufficio di assicurare l’apparizione degli spiriti, una volta scoperto in loro presenza.<br />

Intorno al circolo si deve scrivere: “Illumina gli occhi miei, affinchè io non dorma giammai sonno di<br />

morte; affinchè non dica una volta il mio nemico: Io lo ho vinto”, dal Salmo XIII, 4, 5.<br />

7 — L'ultimo pentacolo (fig. 12) da forza e autorità.<br />

Pentacoli di Venere<br />

1 — II primo pentacolo di Venere (fig. 13) serve a controllare gli spiriti del pianeta. Favorisce<br />

grazia e onori e col suo aiuto può essere esercitata ogni arte che cada sotto il dominio del pianeta.


Intorno al perimetro interno sono incisi i nomi degli Angeli NOGAHIEL, ACHELIAH, SOCOHIA, E<br />

NANGARIEL.<br />

2 — Le operazioni sotto Venere che riguardino questioni d'amore sono favorite dal successivo<br />

pentacolo (fig. 14). Ha la forma di una Stella a cinque punte iscritta in due cerchi concentrici. Fra di<br />

essi è posta I'iscrizione, abbastanza appropriata: “ Ponimi come sigillo sopra il tuo cuore, come<br />

sigillo sopra il tuo braccio; perchè forte come la morte è l'amore ”, dal Cantico dei Cantici, VIII, 6.<br />

All’interno e tutto intorno al pentagramma vi sono dei segni quasi indistinguibili nei manoscritti. Si<br />

tratta probabilmente di tentativi da parte dei copisti di riprodurre lettere ebraiche.<br />

3 — Si può ispirare amore alla persona che si scelga mostrandosi ad essa con questo pentacolo (fig.<br />

15), che reca una titazione in latino dalla Genesi, I, 28: “ Benedixitque Us <strong>De</strong>us et ait Crescite, et<br />

multiplicamini, et replete terram ”. Nomi divini e angelici completano la figura. Se portato sotto le<br />

vesti, il pentacolo rende simpatici e bene accetti.<br />

4 — L'amore di una donna puo essere conquistato immediatamente con l'uso del pentacolo<br />

successivo (fig, 16), che ha anche la virtù, durante le invocazioni di Venere, di proteggere contro i<br />

cattivi spiriti. Fra i due cerchi vi è un'altra citazione <strong>della</strong> Genesi: Hoc est enim os de ossibus mets<br />

et caro de carne mea et erint duo in carne una.<br />

Pentacoli di Mercurio


1 — Gli spiriti di Mercurio possono essere evocati e comandati con questo potente pentacolo<br />

salomonico (fig. 17). Tutte le operazioni connesse con i grandi poteri di questa stella si attuano sotto la<br />

protezione di tale pentacolo.<br />

2 — II pentacolo successivo (fig. 18) serve a conciliarsi gli spiriti di Mercurio, ed aumenta la<br />

comprensione metafisica.<br />

3 — L'ultimo pentacolo del pianeta (fig. 19) serve ad aumentare le facoltà psichiche. Fra le due<br />

circonferenze reca la iscrizione: Sapientia et virtus in domo ejus et scientia omnium rerum manet apud<br />

eum in saeculum saeculi.<br />

Pentacoli <strong>della</strong> Luna<br />

1 — Tutte le questioni che cadono sotto le influenze <strong>della</strong> Luna sono regolate dal seguente pentacolo<br />

(fig. 20). Esso non solo chiama tutti gli spiriti del pianeta, ma apre tutte le porte, comunque siano<br />

chiuse. Su di esso (<strong>nella</strong> striscia bianca che sembra delimitare gli stipiti di una porta) è scritta la<br />

seguente citazione dal Salmo CVII, 16: “Perchè egli ha spezzate le porte di bronzo e rotti i catenacci<br />

di ferro”. Come in altri pentacoli, anche su questo sono incisi Nomi divini e angelici.


2 — L'altro pentacolo <strong>della</strong> Luna (fig. 21) protegge contro tutti i pericoli derivanti dall'acqua. Concilia<br />

gli spiriti lunari.<br />

Pentacoli di Saturno<br />

1 — Gli spiriti di Saturno sono evocati e costretti all’obbedienza mediante il primo pentacolo (fig.<br />

22). Quando esso viene mostrato loro, gli spiriti cessano di essere ostili e si inginocchiano in segno<br />

di sottomissione. Serve inoltre a scacciare le entità malefiche poste a guardia di tesori.


2 — Con quest'altro pentacolo saturniano (fig. 23) possono essere favoriti tutti i processi che sono<br />

sotto l’influenza del pianeta. Reca un estratto dal <strong>De</strong>uteronomio, X, 17: “ Posuerunt in Callum os<br />

suum et lingua eorum transivit in terra ”.<br />

3 — Coloro che, operando sotto Saturno, desiderassero far invasare dai diavoli una persona,<br />

possono far uso di questo pentacolo (fig. 24). Fra i due cerchi è scritta una potente maledizione: “<br />

Invia un malvagio spirito che diventi suo padrone, e fa’ che Satana sia al suo franco destro ”.<br />

4 — <strong>De</strong>siderate provocare terremoti? II potere di questo pentacolo di Saturno (fig. 25) fa tremare le<br />

fondamenta <strong>della</strong> creazione, attraverso la forza degli angeli che comanda, a patto che — come gli<br />

altri pentacoli — sia ben eseguito, nel giorno e l'ora del pianeta, e col suo metallo. L’iscrizione fra i<br />

due cerchi è: Commota est et contremuit terra; fundamenta montium conturbata sunt et commota<br />

sunt quoniam iratus est.<br />

5 — Tutte le operazioni di distruzione, sfacelo e morte possono essere eseguite se l’operatore è in<br />

possesso del pentacolo successivo (fig. 26), sempre dipendente da Saturno. Nel doppio cerchio reca<br />

una citazione dal Salmo CIX, 18: “ Sia a lui qual veste la maledizione; gli entri come acqua in seno,<br />

olio entro le ossa ”.<br />

E’ presente anche l’esagramma di Davide. All’interno del doppio cerchio è iscritto un triangolo<br />

contenente a sua volta un altro cerchio, decorate con la mistica lettera ebraica YOD. Ai lati del<br />

triangolo sono incise le seguenti parole dal <strong>De</strong>uteronomio, VI, 4: “ Ascolta, o Israele; il Signore<br />

Dio nostro è un Dio solo ”.


6 — Essendo Saturno un pianeta malefico, non deve sorprendere che vi sia un pentacolo (fig. 27)<br />

specialmente dedicate a proteggere l'operatore contro la morte di sabato.<br />

7 — Quest'altro pentacolo di Saturno {fig. 28) è usato per combattere l’arroganza degli spiriti, ma la sua<br />

efficacia si estende a qualsiasi opponente. La figura è formata da un “ quadrato magico ” composto dalle<br />

parole SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Nel doppio cerchio, una frase dal Salmo LXXII,<br />

8: “Ed ei signoreggerà da un mare sino all’altro mare, e dal fiume sino alle estremità del mondo”.<br />

8 — Nelle evocazioni notturne, occorre tracciare fuori dal cerchio magico questo pentacolo (fig. 29)<br />

che contiene i nomi di quattro angeli: ANAZACHIA, OMELIEI, ANACHIEL, ARAUCHIA..<br />

Pentacoli di Giove<br />

1 — Il primo pentacolo di questo pianeta (fig. 30) presenta un certo interesse, in quanto ne è stato<br />

documentato l’uso da parte di un personaggio storico. Reca l’iscrizione (come al solito fra i due cerchi):<br />

“ Gloria e ricchezza <strong>nella</strong> casa di lui; e la sua giustizia dura perpetuamente”, dal Salmo<br />

CXII, 3.<br />

Questo pentacolo, tracciato su pergamena, venne rinvenuto sul corpo del Conte Anselmo, Vescovo di<br />

Würzburg, la notte del 9 febbraio 1749. Si dice quindi che fu il grande potere del talismano a<br />

consentirgli di raggiungere la sua alta posizione, e a guadagnargli ricchezze e domini, nonchè ad aiutarlo a<br />

sfuggire agli attentati dei suoi molti nemici. Lo stesso pentacolo serve anche a scoprire i tesori<br />

nascosti e a proteggere l'operatore contro i Cattivi Spiriti durante le cerimonie di Giove.


2 — Il successivo pentacolo (fig, 31) evoca gli spiriti e protegge il possessore da tutti i demoni,<br />

forzandoli alla complaeta sottomissione ed obbedienza. Oltre ai Nomi di dio ADNI e IHVH, reca<br />

l’iscrizione, del Salmo CXXV, 1: “Colore che confidano nel Signore sono come il Monte Sion, che<br />

non è vacillante ma si alza eterno”.<br />

3 — Chi teme la povertà, o è povero e vorrebbe essere ricco, può affidarsi, secondo gli autori <strong>della</strong><br />

Chiave di Salomone, al seguente pentacolo (fig. 32). Occorre tirarlo fuori e contemplarlo<br />

frequentemente. Si devono però recitare ad alta voce le seguenti parole incise su di esso: “ Ei dalla<br />

terra solleva il mendico e il povero alza dal fango, per metterlo a sedere tra i principi del suo popolo<br />

”. (Salmo CXIII 7, 8).<br />

4 — Chi evoca gli spiriti di Giove allo scopo di trovare tesori nascosti, può usare questo pentacolo<br />

(fig. 33). I nomi magici sono NETONIEL, DEVACHIAH, SEDEKIAH e PARASIEL.<br />

5 — Quando il pianeta Giove è nel segno Zodiacale del Cancro, si possono guadagnare ricchezze<br />

insperate incidendo (nell'ora e nel giorno appropriati) la seguente figura su argento (metallo <strong>della</strong><br />

Luna, dominatrice del Cancro - fig. 34). La citazione, del Salmo CXII, 3, da iscrivere è: “ Gloria e<br />

ricchezza <strong>nella</strong> casa di lui; e la sua giustizia dura perpetuamente” (che abbiamo già visto in un altro<br />

pentacolo di Giove).<br />

6 — Questo pentacolo (fig. 35) aumenta la saggezza, e provoca visioni profetiche. Col suo aiuto,<br />

Giacobbe vide la scala che ascendeva ai cieli. <strong>De</strong>ve essere consacrato di Sabato nell’ora di Giove.


7 — L'ultimo pentacolo del pianeta (fig. 36) procura vantaggi più solidi. Chi lo porta con sè,<br />

guardandolo ogni giorno, scamperà ad ogni pericolo di morte. Contiene la citazione dal Salmo<br />

XXII, 17, 18: “ Hanno forato le mie mani e i miei piedi; hanno contate tutte le ossa mie ”.<br />

Pentacoli di Marte<br />

1 — Per provocare una guerra si deve ricorrere all'uso dell’'apposito pentacolo di Marte. Oltre a<br />

possedere questo notevole potere, la figura distrugge i nemici, e terrorizza gli spiriti cui viene<br />

mostrata. Serve inoltre di protezione contro lo “shock di ritorno” nei malefici d'odio, e a trionfare<br />

nelle imlboscate. E’ composta da un triangolo iscritto in un cerchio e a sua volta diviso in quattro<br />

triangoli. La citazione, dal Salmo LXXVII, 14, è: “ Qual è il Dio, die sia grande come il Dio nostro?<br />

”.


2 — Iniziata una guerra, sarà naturalmente opportuno assicurarsi la vittoria. Questo può essere fatto<br />

col successivo pentacolo (fig. 38), che procura anche vittoria nei duelli. E’ una croce iscritta nel<br />

solito doppio cerchio, circondata da lettere formanti diversi Nomi Magici. La citazione è: “Il<br />

Signore sta al tuo fianco; Egli nel giorno dell'ira sua i regi atterrò ” (Salmo CX, 5).<br />

3 — Se dovete affrontare del demoni, potete costringerli ad obbedirvi in tutto, portando questo<br />

pentacolo (fig. 39) tracciato su pergamena vergine. Vi è inciso il segno convenzionale dello<br />

Scorpione (segno Zodiacale dominato da Marte), con le parole: “ Camminerai sopra l’aspide e sopra<br />

il basilisco; e calpesterai il leone e il dragone ”, dal Salmo XCI, 13.<br />

4 — Segue un pentacolo (fig. 40) che dona l’invincibilità contro ogni attacco e fa si che i nemici<br />

volgano le armi contro loro stessi. L'iscrizione, in latino, è dal Salmo XXXVII, 15: “ Gladius eorum<br />

intret in corda ipsorum et arcus eorum confringatur ”.<br />

5 — Ove fosse necessario evocare gli spiriti di Marte, li si potrà comandare grazie al pentacolo (fig.<br />

41) su cui sono incisi i nomi Magici ESHIEL, ITHURIEL, NADAMIEL, BARZACHIA.


6 — Si disegni una Stella a otto punte (fig. 42) con sangue di pipistrello su pergamena vergine, dice la<br />

Chiave di Salomone. Si tenga il pentacolo coperto all'interno del Circolo, sino a quando non servw.<br />

Quando verrà portato alla luce, causerà grandine e tempesta, per opera dei demoni che controllano<br />

tali fenomeni. All’interno del cerchio è scritto, dal Salmo CV, 32, 33: “ Mutò in grandine le loro<br />

piogge: piovve sulla loro terra un fuoco divoratore. E percosse le loro viti e le loro piante di fico ”.<br />

7 — L'ultimo pentacolo di Marte (fig. 43) è usato contro tutte le malattie, e le cura quando è posto a<br />

contatto con la parte offesa. La citazione è da Giovanni, I, 4: “ In lui era la vita, e la vita era la luce<br />

degli uomini”. II pentacolo deve essere fabbricato durante una quadratura <strong>della</strong> Luna e del Sole. E’<br />

l’unica figura salomonica che riporti una citazione tratta da un testo cristiano (il Vangelo di San<br />

Giovanni). Viene considerata quindi un'aggiunta posteriore alla redazione originale <strong>della</strong> Cbiave di<br />

Salomone.<br />

I PENTACOLI E I LORO POTERI<br />

(Tabella riassuntiva)<br />

SOLE<br />

1 - Per ottenere onori, gloria, poteri regali.<br />

2 - Per sfuggire magicamente di prigione.<br />

3 - Per ottenere ubbidienza da tutte le cose create.<br />

4 - Per essere trasportati dagli spiriti ovunque si desideri.<br />

5 - Per rendersi invisibili, o aver fortuna al gioco e in commercio.<br />

6 - Per rendere visibili gli spiriti.<br />

7 - Per acquistare forza.


VENERE<br />

1 - Per ricevere grazie, onori, ed esercitare ogni arte sotto il dominio di Venere.<br />

2 - Per favorire le operazioni d'amore.<br />

3 - Per far innamorare un'altra persona.<br />

4 - Per far innamorare una donna.<br />

MERCURIO<br />

1 - Per evocare e comandare gli spiriti.<br />

2 - Per accrescere la comprensione metafisica.<br />

3 - Per accrescere le facoltà psichiche.<br />

LUNA<br />

1 - Per evocare gli spiriti lunari, ed aprire le porte chiuse.<br />

2 - Per avere dominio sulle acque.<br />

SATURNO<br />

1 - Per evocare gli spiriti di Saturno.<br />

2 - Per esercitare ogni arte sotto il dominio di Saturno.<br />

3 - Per far invasare dai diavoli un'altra persona.<br />

4 - Per provocare terremoti.<br />

5 - Per operazioni di distruzione e di morte.<br />

6 - Per proteggersi contro la morte di Sabato.<br />

7 - Per proteggersi contro l'arroganza degli spiriti.<br />

8 - Per evocare di notte gli spiriti di Saturno.<br />

GIOVE<br />

1 - Per ottenere salute, onori e ricchezze.<br />

2 - Per avere obbedienza da tutti i demoni.<br />

3 - Per evitare la povertà.<br />

4 - Per cercare tesori nascosti.<br />

5 - Per avere ricchezze.<br />

6 - Per aumentare la veggenza.<br />

7 - Per salvaguardarsi dai pericoli mortali.<br />

MARTE<br />

1 - Per provocare le guerre.<br />

2 - Per ottenere vittoria in guerra e nei duelli.<br />

3 - Per costringere i demoni all'obbedienza.<br />

4 - Per respingere ogni aggressione.<br />

5 - Per evocare gli spiriti di Marte.<br />

6 - Per provocare tempeste.<br />

7 - Per curare tutti i mali.


Gli strumenti magici<br />

I rituali descritti richiedono l'uso, da parte del mago, di diversi accessori. Ad essi va dedicata<br />

un'attenzione particolare.<br />

II loro primo requisito è che siano nuovissimi, mai usati prima, Il mago deve fabbricarli o almeno<br />

acquistarli personalmente, in giorni ed ore dominati dal pianeta sotto i cui auspici cade la cerimonia<br />

in cui verranno impiegati. Dopo di che dovrà consacrarli con un apposito rituale, di cui parleremo<br />

in seguito.<br />

Alcuni di questi strumenti non hanno bisogno di speciale descrizione; ad esempio, l'ago col quale<br />

vanno ricamati sui paramenti i segni magici, o il bulino necessario per incidere le figure sul metallo<br />

dei pentacoli: che sono identici agli strumenti normalmente usati per incombenze simili. A questa<br />

stessa categoria appartengono gli incensieri e i bracieri (che devono essere di coccio, o del metallo<br />

adatto secondo le Concordanze Planetarie), la penna (preferibilmente d'oca maschio), il coltello<br />

sacrificale, la pergamena vergine, ecc...<br />

Altri accessori vanno invece preparati direttamente dall'operatore. Sono:<br />

Gli incensi per le fumigazioni, di cui abbiamo visto le composizioni nell'Appendice I.<br />

L'inchiostro per i pentacoli, per il quale i manoscritti, pur<br />

con diverse varianti, danno una ricetta simile a questa: Prendere due parti di noci di galla, una di<br />

solfato di ferro, una di gomma arabica; schiacciare le noci e lasciarle in infusione in acqua bollente<br />

per un'intera giornata; aggiungere quindi solfato e gomma, e stemperare <strong>nella</strong> miscela gli adatti<br />

coloranti.<br />

L'olio per le unzioni, citato nel Lemegeton ed altri rituali, che è composto di mirra, cinnamomo,<br />

galanga (una radice aromatica) ed olio d'oliva purissimo.<br />

Le candele dell'Arte, di pura cera vergine: il mago può acquistarle, ma le deve perfezionare<br />

infiggendo in esse sette chiodi composti dei sette metalli planetari.<br />

Due strumenti, infine, richiedono una cura particolare.<br />

L'Arthame, o Spada dell'Arte, è una lama d'acciaio infissa in un manico di legno. Va forgiata o<br />

acquistata nel giorno e l'ora di Giove (pianeta del successo e <strong>della</strong> prosperità), in un periodo di<br />

Luna crescente. Secondo Pierre Piobb (Formulaire de Haute Magie), la Spada può essere costituita<br />

anche da una lunga punta d'acciaio montata su di un manico isolante, come legno laccato. Serve<br />

alla "dissoluzione dei coaguli elettrici e degli agglomerati di forze planetarie",<br />

Più complessa è la fabbricazione <strong>della</strong> Bacchetta dell'Arte.<br />

I Grimori forniscono in genere procedimenti diversi. Scegliamo e riportiamo quello descritto nel<br />

Grand Grimoire.<br />

La Bacchetta è costituita da una verga di nocciolo lunga circa cinquanta centimetri, recisa con un<br />

sol colpo da un albero selvatico; non deve mai aver portato frutto. Per tagliarla si usa una lama<br />

d'oro macchiata di sangue, ed il taglio deve avvenire di domenica, all'alba, e in un periodo di Luna<br />

crescente.<br />

II mago deve pregare Adonai, Elohim, Ariel e Jehovah di conferire alla Bacchetta il potere delle<br />

verghe di Giacobbe, Mosè e Giosuè, la forza di Sansone, la giusta ira di Emmanuel, le folgori di<br />

Zariatnatmik, che farà vendetta dei delitti degli uomini nel Giorno del Giudizio.<br />

Alle estremità dello strumento vanno quindi fissati due cappucci appuntiti di ferro calamitato. II<br />

mago infine comanda la Bacchetta, nei nomi di Adonai, Elohim, Ariel e Jehovah, di obbedire alla<br />

sua volontà, attirare ciò che lui desidera attirare, e distruggere ciò che lui desidera distruggere.<br />

Secondo Piobb, la Bacchetta serve a "raccogliere i coaguli elettrici e gli agglomerati di forza<br />

planetaria: è uno strumento di polarizzazione fluidica".<br />

Tutti gli accessori vanno conservati con la massima cura, avvolgendoli in seta (di qualsiasi colore,<br />

meno che nera) e maneggiandoli solo nel corso delle cerimonie magiche.<br />

Primo dell'uso vanno purificati col fuoco e consarati con un rituale particolare, che si compie con<br />

acqua e incenso, più, naturalmente, delle orazioni adatte allo scopo.


Innanzitutto va benedetta dell'acqua, con la seguente orazione:<br />

"Signore Iddio, Padre Onnipotente, mio rifugio e mia vita, soccorrimi, Padre Sacro, perchè io adoro<br />

Te, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, degli Angeli, degli Arcangeli e dei Profeti, il Creatore<br />

di Tutto. In umiltà, ed invocando il Tuo Santo Nome, Ti supplico di concedermi che quest'acqua sia<br />

benedetta, perchè possa santificare i nostri corpi e le nostre anime, grazie a Te, Santissimo Adonai,<br />

Eterno Signore, Amen".<br />

Con il liquido così benedetto si aspergono gli strumenti. L'operazione si esegue con un aspersorio<br />

(fabbricato nel giorno e l'ora di Mercurio, con Luna crescente) composto di un rametto di menta,<br />

uno di maggiorana ed uno di rosmarino, legati insieme con una cordicella intrecciata da una<br />

fanciulla vergine.<br />

Durante il rito si dice:<br />

"Nel Nome del Dio Immortale, io ti aspergo (NOME DELLO STRUMENTO) e purifico da ogni<br />

inganno e inadeguatezza, e sarai bianco più che neve. Amen".<br />

Si passa quindi alla fumigazione, per la quale è necessario un braciere in cui arda carbone appena<br />

acceso con un fuoco nuovo.<br />

In esso va bruciata una miscela aromatica composta di legno d'aloe, incenso e mastice, in<br />

precedenza benedetta con la<br />

seguente orazione:<br />

"<strong>De</strong>gnati, o Signore, di santificare le creature di queste sostanze perchè siano a salvaguardia <strong>della</strong><br />

razza umana, ed a salvaguardia delle nostre anime e corpi, grazie alla invocazione del Tuo Santo<br />

Nome.<br />

Fa' che a tutte le creature che ne aspirano i vapori sia concessa la salvezza del corpo e dell'anima:<br />

grazie al Signore che ha edificato l'eternità dei tempi. Amen".<br />

Nell'esporre ai fumi i vari accessori, si dice:<br />

"Angeli di Dio, venite in nostro soccorso, e che quest'opera sia vostra!<br />

O Adonai, concedi a questo (NOME DELLO STRUMENTO) virtù tale che attraverso di esso si<br />

compia la nostra opera".<br />

Di queste formule per la consacrazione esistono tuttavia moltissime varianti.<br />

Le operazioni descritte vanno compiute per ogni oggetto o sostanza adoperata dal mago, e ripetute<br />

prima di ogni cerimonia.<br />

Nel compiere i riti va sempre tenuta presente la necessità di scegliere i giorni e le ore congeniali<br />

agli spiriti dei cui uffici ci si vuole servire.

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