IL PAPA A MONTECITORIOChiedo maggior impegnoMondo femminile“Esigola precisione”16Dal <strong>di</strong>scorso del Papa a Montecitoriodavanti all’intero ParlamentoDopo aver richiamato alla necessitàche ogni persona,eletta nei vari organismi istituzionali,eserciti il proprio ruolo politicoricercando il bene comune, secondole in<strong>di</strong>cazioni contenute neidocumenti del Concilio Vaticano(Gau<strong>di</strong>um et Spes), Giovanni Paolo IIha tracciato alcune piste <strong>di</strong> impegno e<strong>di</strong> cooperazione in<strong>di</strong>spensabili allae<strong>di</strong>ficazione della casa comune.Proseguendo, il Papa ha richiamatol’Enciclica “Centesimus Annus” del1991 dove è scritto: “Le idee e le convinzionipossono essere facilmentestrumentalizzate per fini <strong>di</strong> potere.Una democrazia senza valori si convertefacilmente in un totalitarismoaperto oppure subdolo, come <strong>di</strong>mostrala storia”.È seguito il passaggio - molto delicato -della crisi delle nascite e quin<strong>di</strong> dell’invecchiamentodella popolazione.“La cruda evidenza delle cifre costringea prendere atto dei problemi umani,sociali ed economici che questa crisiinevitabilmente porrà all’Italia neiprossimi decenni, ma soprattutto stimola- anzi, oso <strong>di</strong>re, obbliga - i citta<strong>di</strong>niad un impegno responsabile e convergente,per favorire una netta inversione<strong>di</strong> tendenza”.L’azione pastorale a favore della famigliae dell’accoglienza della vita, sonoil contributo che la Chiesa offre allacostruzione <strong>di</strong> una mentalità e <strong>di</strong> unacultura all’interno delle quali questainversione <strong>di</strong> tendenza <strong>di</strong>venti possibile.Ma sono gran<strong>di</strong> anche gli spazi peruna iniziativa politica, che mantenendofermo il riconoscimento dei <strong>di</strong>rittidella famiglia come società naturalefondata sul matrimonio, secondo ildettato della Costituzione della RepubblicaItaliana (cfr. Art. 29), rendasocialmente ed economicamente menoonerosa la generazione e l’educazionedei figli.“Chiedo a Voi, rappresentanti del popolo,un maggior impegno affinché leresponsabilità primarie dei genitoritrovino adeguati sostegni da parte delleIstituzioni”.Scuola e cultura al servizio della persona“Siamo consapevoli che l’uomo contaper ciò che è più che per ciò che ha, eche la scuola e la cultura in generale favivere alla persona una esistenza autenticamenteumana.Proprio per questo una Nazione sollecitadel proprio futuro favorisce lo sviluppodella scuola in un sano clima <strong>di</strong>libertà, e non lesina gli sforzi per migliorarnela qualità, in stretta connessionecon le famiglie e con tutte lecomponenti sociali.Non meno importanti, per la formazionedella persona, sono i mezzi <strong>di</strong>comunicazione ed ogni strumento chedetermina il grado <strong>di</strong> cultura: è questauna sfida che chiama in causa ognipersona e famiglia, ma che interpellain modo peculiare chi ha maggiori responsabilitàpolitiche e istituzionali.La Chiesa, da parte sua, non si stancherà<strong>di</strong> svolgere, anche in questocampo, quella missione educativa cheappartiene alla sua stessa natura”.Infine Giovanni Paolo II si è soffermatosull’importante ruolo dell’Italianella costruzione <strong>di</strong> una Europa solidale,capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con le altreculture, ma che non si <strong>di</strong>mentica delleproprie ra<strong>di</strong>ci cristiane. Il cristianesimoha una attitu<strong>di</strong>ne ed una responsabilitàdel tutto peculiari: annunciandoil Dio dell’Amore, esso si proponecome la religione del reciproco rispetto,del perdono e della riconciliazione.L’Italia e le altre Nazioni che hanno laloro matrice storica nella fede cristianasono più preparate ad aprire all’umanitàcammini <strong>di</strong> Pace, non ignorandola pericolosità delle minacce attuali,ma nemmeno lasciandosi imprigionareda una logica <strong>di</strong> scontro che sarebbesenza soluzioni.“Per questo dobbiamo tutti sentirciresponsabili nella costruzione <strong>di</strong> unanuova civiltà fondata sull’ Amore. Diobene<strong>di</strong>ca l’Italia!”a cura <strong>di</strong> Giuseppe DelfratePinuccia lavorava come contabiled’azienda e abitualmenteaveva accanto a sé un paio <strong>di</strong>giovani aiutanti. Lei era bionda,sempre vestita e pettinata in modoimpeccabile, senza un filo fuori postoe lavorava nello stesso modo, conassoluta pignoleria: nei suoi registrie tabulati c’erano colonne <strong>di</strong> numeriperfetti; aveva fatto dell’or<strong>di</strong>ne edell’esattezza lo scopo della sua vita.Quando capitava che uno dei giovanisbagliasse, Pinuccia si arrabbiavamolto, prendeva l’errore come un affrontoe sgridava in modo esageratoil malcapitato. Avendole fatto notareche non era il caso <strong>di</strong> prenderselatanto e che lei era lì appunto per correggeregli eventuali errori, mi <strong>di</strong>ssecon convinzione: “Io sono così; a mepiace la precisione ed esigo la precisione;gli errori mi danno troppo fasti<strong>di</strong>oper scusarli…”Le cose cominciarono a cambiare ungiorno, quando Pinuccia doveva partireper le vacanze in comitiva. All’airterminal, all’ora stabilita, Pinuccianon c’era. Una sua parente si preoccupòe corse a casa sua, trovandolaseduta tranquillamente in vestaglia,come se non dovesse affatto partire.Quella volta fu una corsa <strong>di</strong>sperata intaxi verso l’aeroporto per fare in tempoa prendere l’aereo.In albergo, poi, commise <strong>di</strong>verse stranezze,tra cui la più vistosa fu <strong>di</strong> presentarsia cena con tre abiti <strong>di</strong>fferenti,indossati uno sopra l’altro, oppurecon scarpe spaiate. Ritornata a casafu accompagnata dal me<strong>di</strong>co e si scoprìche aveva un tumore benigno alcervello che le impe<strong>di</strong>va il funzionamentodella memoria. Aveva perso lanozione del tempo e non era più ingrado <strong>di</strong> concentrarsi, ma non se nerendeva conto.Dopo l’operazione, clinicamente riuscita,Pinuccia dovette essere ricoveratain una casa <strong>di</strong> riposo, nonostantel’età ancora giovane. Quando si va atrovarla, Pinuccia fissa il visitatorecon un sorrisetto ebete, dando segno<strong>di</strong> non riconoscerlo.Ida AmbrosianiL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>
AVVENIRELeggere fa un gran beneSpett.le Redazione de “L’Angelo”Dopo il recente convegno Cei “ParaboleMe<strong>di</strong>atiche”, si profila un rilancio ed unimpegno più incisivo da parte del mondocattolico nei mezzi <strong>di</strong> comunicazione, conproposte innovative che trovano nel quoti<strong>di</strong>anoun significativo punto <strong>di</strong>riferimento. L’uscita del mercoledì, in particolare,si configura come un progetto infieri e un possibile punto d’incontro e <strong>di</strong>alogo,attraverso nuovi canali virtuali giàattivi cui segnalare l’eventuale <strong>di</strong>sponibilitàa promuovere un punto “portaparola”nella propria parrocchia. In allegato, trasmettouna sintesi <strong>di</strong> questa iniziativa,contenuta nel sito www.avvenire.it cui rimandoper ulteriori informazioni, ritenendoimportante questo fermento nel settoredella comunicazione, in grado probabilmente<strong>di</strong> sollecitare un interesse più vivo,anche attraverso il notiziario della nostracomunità parrocchiale clarense, nei confrontidella stampa cattolica.Cor<strong>di</strong>almenteRosanna Agostini1. Ai mass me<strong>di</strong>a non si sfuggeTelevisione, televisione, e ancora televisione.Ma anche ra<strong>di</strong>o, spot pubblicitari, rotocalchi,inserti, supplementi… E poi Internet,che è un po’ tivù, ra<strong>di</strong>o, telefono e giornaleinsieme, per <strong>di</strong> più su <strong>di</strong>mensioni planetarie.Può bastare? Presi tutti insieme,costituiscono il flusso dei me<strong>di</strong>a che oggi citempestano. Bocche <strong>di</strong> fuoco che entranoin ogni casa, e che negli ultimi quin<strong>di</strong>ci annihanno cambiato ra<strong>di</strong>calmente l’ambientenel quale viviamo. E <strong>di</strong> continuo mo<strong>di</strong>ficanomentalità, abitu<strong>di</strong>ni, persino il linguaggio,mettendo in <strong>di</strong>scussione giorno dopogiorno tra<strong>di</strong>zioni e punti <strong>di</strong> riferimento.Suggeriscono, quando non impongono,pensieri, desideri, modelli <strong>di</strong> comportamento,stili <strong>di</strong> vita. Fanno tendenza cioè, instillandopriorità nuove, un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso <strong>di</strong>valorie<strong>di</strong>rapportitralepersone.Siamo tutti coinvoltiNessuno può <strong>di</strong>rsi estraneo o pensarsi immuneda questo fenomeno. E neppure ci sipuò illudere <strong>di</strong> scavarsi un bunker impermeabileall’influsso dei me<strong>di</strong>a. Giovani eadulti, bambini e anziani: tutti siamo coinvolti.Gli effetti sulle persone sono <strong>di</strong>versi aseconda delle combinazioni fra gli strumentiche usiamo e le vicende personali.E le parrocchie? Certo, non vivono al <strong>di</strong> fuori<strong>di</strong> questo mondo. E a intuito avvertonoche molte cose sono cambiate anche perloro. Affiora così un nuovo senso <strong>di</strong> spaesamento<strong>di</strong> fronte ai problemi.Dominare o essere dominatiSe non cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> vivere sotto una cappa<strong>di</strong> vetro, dobbiamo allora fare i conti con larealtà. E decidere che cosa sia urgente fare,in<strong>di</strong>viduare il punto esatto sul quale farleva. Già: ma quale punto? Non c’è dubbioche se i mass me<strong>di</strong>a hanno cambiato lo scenarioche ci circonda, e sembrano non voleraltro che renderci tutti spettatori-assorbenti,tocca a noi allora riprendere in manol’iniziativa e <strong>di</strong>ventare capaci <strong>di</strong> dominare ilfenomeno, non esserne dominati.2. Ma la sfida si può vincereLa parrocchia non ha scelta: è “costretta” ainteressarsi <strong>di</strong> più <strong>di</strong> mass me<strong>di</strong>a. Ancheperché rischia, se no, <strong>di</strong> parlare una linguache la gente non capisce. Senza rinunciarea una virgola della sua missione, anzi proprioper questa, deve sapere che le comunicazioni<strong>di</strong> massa rappresentano un fattoredecisivo <strong>di</strong> questo tempo, e che se vuole vederrealizzati un po’ dei suoi sogni deve abbandonaregli schemi astratti e tenere contodei nuovi con<strong>di</strong>zionamenti che partonodalla testa della gente.I me<strong>di</strong>a cattoliciSe l’appuntamento decisivo oggi per i cristianiè acquisire una mentalità <strong>di</strong> fede,sarà <strong>di</strong> eccezionale importanza poterla alimentarecon ragioni chiare e attuali, maanche affinare attraverso il confronto delleopinioni e rinforzare con un’attitu<strong>di</strong>ne allavalutazione e al giu<strong>di</strong>zio. Detto così, puòsembrare complesso. Invece è più a portata<strong>di</strong> mano <strong>di</strong> quanto sembri: soprattutto perchéla sfida non ci coglie <strong>di</strong>sarmati. A sostenerequesto nuovo, grande impegno ci sonoinfatti i me<strong>di</strong>a cattolici o <strong>di</strong> ispirazione cristiana,giornali libri ra<strong>di</strong>o televisione internet:una “rete” <strong>di</strong> strumenti che non esistonoper vezzo o moda del momento, ma perun in<strong>di</strong>spensabile servizio <strong>di</strong> accompagnamentoalla coscienza <strong>di</strong> chi crede.3. Per tutti, un nuovo “Avvenire”In concreto, suggeriamo <strong>di</strong> ripartire da“Avvenire”, il quoti<strong>di</strong>ano cattolico oracompletamente rinnovato che si <strong>di</strong>ffondeattraverso vari canali: le e<strong>di</strong>cole, gli abbonamenti,e gli sportelli della “buona stampa”.Da oggi cominceremo a chiamarequesti sportelli “Portaparola”, con l’intento<strong>di</strong> attivarli dove non esistono, rimetterliin moto se vivacchiano stancamente, o magaripotenziarli: le idee al riguardo nonmancano.Una nuova figura <strong>di</strong> volontarioIl quoti<strong>di</strong>ano dei cattolici è oggi un giornale<strong>di</strong>namico e <strong>di</strong> personalità, alla ricerca <strong>di</strong>lettori che sappiano apprezzare chi stuzzicala loro intelligenza, lo spirito critico, lacuriosità verso il mondo. Un giornale che sipuò proporre, senza alcun timore <strong>di</strong> sfigurare,a chiunque frequenti la comunità parrocchialecon assiduità o anche solo per leliturgie domenicali. In una società che vedemoltiplicarsi le voci e le proposte, un semplice,passivo punto-ven<strong>di</strong>ta non basta più.È in<strong>di</strong>spensabile che, insieme al giornale, sipossa incontrare una persona, ossia unanimatore capace <strong>di</strong> iniziativa e <strong>di</strong> fermento,con alcune idee chiare e un pensiero vitale,con la voglia <strong>di</strong> conoscere in primapersona e senza preconcetti i fatti e i loroprotagonisti, e un’attitu<strong>di</strong>ne a esprimereopinioni ponderate.L’animatore dello sportello che chiamiamo“Portaparola” è espresso dalla comunitàstessa, è un po’ voce della sua anima, dellesue ra<strong>di</strong>ci, della sua storia.Vuoi saperne<strong>di</strong> più?Invia una richiesta<strong>di</strong> altre informazioni aAvvenire-Ufficio cortesiaTelefono 02.6780343/4Fax: 02.6780341emailufficio_cortesia@avvenire.itin<strong>di</strong>cando nome e cognome, in<strong>di</strong>rizzo,recapiti telefonici ed eventualmentein<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> email,oltre a parrocchia e <strong>di</strong>ocesi.17L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>