<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>Bimestrale di informazione medicaBollettino Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di VeronaAnno XLVIII n. 1 Febbraio 2013Sped. in a.p. - 70% - Filiale di VeronaRegistrazione del Tribunale di Veronan.153 del 20/3/1962ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRIDELLA PROVINCIA DI <strong>VERONA</strong><strong>VERONA</strong> - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 Veronatel. 045 8006112 / 045 596745 - fax 045 594904web: www.omceovr.itDirettore ResponsabileRoberto MoraComitato di RedazioneBattaglia Giuseppe, Bovolin Francesco, Carrara Giorgio, Dalla Riva AlessandroMarchi Carlo, Mora Roberto, Orcalli Francesco, Peroni Alberto,Peruzzini Carlo Matteo, Tosi GelminoConsiglio DirettivoPresidente: Roberto MoraVice-Presidente: Roberto FostiniSegretario: Lucio CordioliTesoriere: Fabio MarchiorettoConsiglieriGiorgio Accordini, Renzo Bassi, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara,Fabio Facincani, Alfredo Guglielmi, Giuseppe Lombardo, Annamaria Molino,Francesco Orcalli, Francesco Oreglia, Carlo Matteo Peruzzini, Carlo Rugiu,Claudio Salvatore, Francesco SpangaroRevisori dei ContiVania Teresa Braga, Mario Celebrano, Giuseppe CostaRevisore dei Conti SupplenteElena PiazzolaCommissione OdontoiatriFrancesco Oreglia, Elena Boscagin, Francesco Bovolin,Gino Cavallini, Gianpaolo PaolettiFotocomposizione Videoimpaginazionee stampaGirardi Print FactoryVia Maestri del Lavoro, 2 - 37045 Z.I. Legnago (Vr)tel. 0442 600401e-mail: info@girardiprintfactory.itFoto di CopertinaRoberto Mora– Asiago: Passo Vezena –Inserzioni pubblicitarie sul BollettinoSpazio 1 uscita 3 uscite 5 uscite1/2 pagina interna (bianco e nero) € 400,00 € 300,00 (per uscita) € 250,00 (per uscita)1 pagina interna (bianco e nero) € 500,00 € 400,00 (per uscita) € 350,00 (per uscita)2ª e 3ª pagina di copertina (a colori) € 800,00 € 600,00 (per uscita) € 500,00 (per uscita)4ª pagina di copertina (a colori) € 1000,00 € 800,00 (per uscita) € 600,00 (per uscita)4 <strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>
edITORIALeDotori in sioparoStampa e televisione riportano, in questigiorni la notizia che il 12 febbraio i ginecologie le ostetriche incroceranno le braccia astenendosidall’attività non urgente.Verrà garantita l’assistenza ai parti naturali,ma saranno posticipate tutte le nasciteprogrammate, dai cesarei a quelle indottemedicalmente.Qualcuno l’ha già defi nito lo “sciopero dellenascite”.I ginecologi chiedono la “rivisitazione delcontenzioso medico-legale, l’obbligatorietàper le aziende dell’assicurazione e la messain sicurezza dei punti nascita”. Questi, per lomeno, i tre punti su cui le associazioni deiGinecologi e quelle delle Ostetriche, hannochiesto l’impegno delle forze politiche,minacciando, in caso contrario, di riconsegnareai comuni le schede elettorali. Visti itempi, la minaccia fa ancora più clamore.Con l’aumento del numero delle cause controi medici ed il conseguente costo delleassicurazioni, molte ASL, infatti, hanno disdettole polizze assicurative (o se le sonoviste disdire dalla Compagnie) ed il medicosi trova sempre più solo ad affrontare uncontenzioso che sta vertiginosamente aumentando.Per dare qualche numero: negli ultimi 15anni le richieste di risarcimento sono aumentatedel 250% ; sono 34.000 ogni annole denunce contro i medici dopo un ricoveroo un intervento chirurgico, e circa il 10% diqueste riguardano proprio i ginecologi.Anche se poi le statistiche ci dicono che nel99% le cause penali si concludono con l’assoluzionedel medico.Il costo sostenuto dalle ASL per le assicurazionisi aggirerebbe sulla bella cifra 600milioni di euro, e quello dei risarcimenti costerebbealle assicurazioni dai 700 ai 1400milioni di euro l’anno. Ma, poiché, la compagniaassicuratrice non è sempre la stessa,per alcune di queste il mercato è divenutodecisamente svantaggioso.Di qui la scelta, per alcune, di disimpegnarsidal settore.Nel 2011 sono state disdette il 15% delle polizzealle strutture sanitarie; in parte dei casiper scelta della compagnia assicuratrice,negli altri perché l’ASL non aveva i soldi perfar fronte all’aumento dei costi.Le Compagnie che hanno deciso di restarestanno aumentando le tariffe, mettendo incrisi i conti delle ASL, ma anche quelli deisingoli professionisti che, nel caso del ginecologo,deve ormai mettere in conto uncosto che si aggira tra i 1000 ed i 15000euro l’anno.A fronte di stipendi che (mi dicono)si aggirerebbero tra i 2500 ai 6000euro al mese. In ostetricia ogni posto lettonei punti nascita costa al nostro SSN 6739euro l’anno con una media di 196 euro perogni nascita.169 ASL ed Aziende Ospedaliere hannocompilato i questionari che volevano rilevarela loro situazione assicurativa per verificarne la capacità a sostenere l’eventualerisarcimento chiesto dal cittadino vittima di“malpractice”.I dati non sono ancora noti, ma su internetcircolano notizie poco confortanti.Sei strutture su dieci sono risultate a rischio.Non erano, cioè, adeguatamenteassicurate.Sarà quindi sempre più importante, per ilprofessionista, l’assicurazione personale.E qui, se si lamentano i ginecologi, nonstanno bene neanche gli altri specialisti,compresi i medici di famiglia.Perché l’abitudine di far causa al medicoper ricavarne un guadagno sta diventandosempre più diffusa.Secondo il Tribunale dei Diritti del Malato diMilano, solo 1 causa su 10 avrebbe i criteridell’ammissibilità. Questa è la conclusionecui è giunta una indagine, durata un anno,durante il quale le segnalazioni pervenutesono state sottoposte al vaglio di un “pool”di medici legali, con il compito di vagliarne“l’ammissibilità”.Ebbene la conclusione è stata che nel 2011su 700 segnalazioni, solo 71 sono state giudicate“ammissibili”.La pressione psicologica cui sono sottopostii medici che lavorano nel settore pubblico,genera comportamenti ingiustifi cati ed ilricorso sempre più frequente alla tecnologia(per garantirsi).Il malato viene sempre più spesso vistocome un nemico contro cui difendersi, esempre meno come una persona che habisogno di aiuto.La conseguenza è quella che il conto dellamedicina difensiva aumenta e sarebbegiunto alla cifra di 14 miliardi di euro l’anno.Eppure i medici italiani sbagliano tantoquanto i loro colleghi francesi, spagnoli ecanadesi.Lo dice una ricerca pubblicata su “Epidemiologiae Prevenzione” che ha preso inesame oltre 7000 cartelle cliniche in cinquegrandi ospedali italiani.Solo nel 5% dei casi si era verifi cato unevento avverso, ben al di sotto della mediaeuropea che si attesta sul 9%. Sempre secondola ricerca, il 56% di questi sarebbeevitabile e sarebbe imputabile a quel tipo dierrori dovuti alla “serenità perduta”.Qual è dunque la soluzione?In Italia la sanità costa il 7% del PIL (unapercentuale inferiore a quella di altri paesieuropei) e continua a subire i tagli dovuti alle“razionalizzazioni”.Il problema è che i soldi risparmiati anzichéessere reinvestiti in innovazione, tecnologia,accessibilità, disponibiltà e sicurezza, fi nisconoaltrove….!.E allora si fi nisce per scioperare…..Ma ….consoliamoci. Non siamo i primi afarlo…!Lo facevano anche ai tempi di Bepi Sartori.Lo testimonia una sua poesia, che mi hapermesso di riprodurre qui sotto.E che, tutto sommato, mi pare ancora tantoattuale…..ROBERTO MORADOTORI IN SIOPAROI ospedalieri i va a laorar istessoSensa marcar: no i ciapa gnanca un besso.I generici i fa le ricete in bianco:sensa ciapar e sensa spenda un francoI giornai i ghe sguassa.La gente la se incassa.La mutua la se iingrassa.I politici i sganassa.cBEPI SARTORI<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>5