Cnr nobel della ricerca
Numero 23 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
Numero 23 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno<br />
Direttore Biagio Agnes<br />
Redazione - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano - Salerno<br />
tel. 089.969437 - fax 089.969618 - email: giornalismo@unisa.it<br />
Sped. Abb. Post. - 70% -<br />
CNS/CBPA Sud/Salerno<br />
Anno IV n. 23 € 0,50 Domenica 12 aprile 2009<br />
Piove: torna il lago<br />
La funicolare del Campus<br />
La parola ai muri<br />
EDITORIALE<br />
La bestia<br />
torna<br />
in gabbia<br />
MARIO PENDINELLI<br />
E’<br />
arduo stimare tutte le<br />
conseguenze che la<br />
grande crisi finanziaria,<br />
drogata dalla speculazione,<br />
avrà sull’economia dell’informazione<br />
e dell’intrattenimento.<br />
La caduta degli<br />
investimenti pubblicitari, legata<br />
alla contrazione dei<br />
consumi, si è accentuata negli<br />
ultimi mesi e ha inferto<br />
duri colpi ai bilanci delle imprese<br />
editoriali. Negli Stati<br />
Uniti, la tempesta economica<br />
ha investito alcune delle<br />
testate più prestigiose del<br />
giornalismo americano. La<br />
famiglia Sulzberger, proprietaria<br />
del New York Times, ha<br />
offerto alle banche, in garanzia<br />
di un prestito di 225<br />
milioni di dollari, una ipoteca<br />
sul grattacielo che ospita<br />
la casa editrice: inaugurato<br />
da appena un anno, opera<br />
del celebre architetto italiano<br />
Renzo Piano, il grattacielo<br />
doveva rappresentare la<br />
potenza del quotidiano più<br />
famoso del mondo; invece<br />
anche per il deprezzamento<br />
vertiginoso degli immobili,<br />
si è inverato in una pesante<br />
zavorra. Fondato nel 1851<br />
dal deputato repubblicano<br />
Raymond Jarvis, il New York<br />
Times è diventato negli anni<br />
una sorta di incarnazione<br />
quotidiana <strong>della</strong> cultura liberal<br />
e dei valori legati alla<br />
vitalità eterna <strong>della</strong> democrazia<br />
americana. Ma ora tra<br />
gli arredi nuovi ed eleganti<br />
<strong>della</strong> sua redazione si respira<br />
solo l’incertezza.<br />
Rinato il Laceno<br />
soccorso dalle sue<br />
sorgenti sotterranee<br />
LOREDANA ZARRELLA<br />
Pagina 11<br />
Il Centro di Pozzuoli festeggia i quarant’anni aprendo le porte a centinaia di giovani<br />
<strong>Cnr</strong>, <strong>nobel</strong> <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong><br />
La cibernetica apre nuove frontiere per prevenire l’infarto<br />
Nasceva quarant’anni fa l’Istituto<br />
di cibernetica del<br />
<strong>Cnr</strong> di Pozzuoli per volontà<br />
del fisico napoletano Eduardo<br />
Caianiello. Centro di<br />
eccellenza che in questi<br />
tempi difficili, fra crisi economia,<br />
mancanza di fondi<br />
per la <strong>ricerca</strong> e conseguente<br />
emigrazione di cervelli, assume<br />
700 giovani <strong>ricerca</strong>tori.<br />
Importante impegno nel<br />
campo <strong>della</strong> biomedicina,<br />
con scoperte che aprono<br />
nuovi scenari per lo studio<br />
dell’epilessia e dell’alzheimer<br />
e per la prevenzione<br />
dell’infarto. Ma l’Italia è in<br />
forte ritardo sul piano dello<br />
sviluppo scientifico. Il nostro<br />
Paese è nel G8 dell’economia,<br />
ma non in quello<br />
<strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>.<br />
FRANCESCO A. GRANA<br />
Pagine 12 e 13<br />
Il giornalista Usa<br />
Drozdiak,<br />
dai campi<br />
di guerra<br />
allo staff<br />
di Obama<br />
Oltre 700 studenti in difesa dell’ambiente<br />
e contro l’inquinamento.<br />
Ventuno scuole impegnate nel<br />
progetto Sarno, nato dalla spinta<br />
propulsiva del Rotary International.<br />
L’obiettivo è il disinquinamento<br />
del fiume e la riqualificazione<br />
dell’agro-nocerino-sarnese.<br />
Progetto di Regione<br />
Provincia di Salerno<br />
e Università<br />
GIOVANNI SPERANDEO<br />
Pagina 7<br />
Riqualificazione<br />
e arte le scommesse<br />
del mondo writing<br />
GRASSO eVALLI<br />
Pagina 9<br />
L’intervento<br />
Innovazione<br />
al Sud<br />
Un’economia giusta e solidale<br />
ci può aiutare ad uscire<br />
dalla crisi. La Chiesa<br />
venti anni fa ha organizzato<br />
a Napoli un convegno,<br />
ripetuto nelle scorse settimane<br />
per promuovere sviluppo<br />
nella solidarietà. E’<br />
auspicabile un forte impegno<br />
sopratutto delle forze<br />
politiche e sindacali.<br />
ANIELLO MONTANO<br />
Pagina 3<br />
Chek up di settecento studenti sui veleni del fiume più inquinato d’Europa<br />
Il Sarno salvato dai ragazzi<br />
A fine aprile i risultati di un’indagine promossa dal Rotary<br />
Saulle: sconfiggere<br />
tutte le differenze<br />
Maria Rita Saulle, unica donna<br />
nella Consulta, ospite dell’Università<br />
di Salerno, ha ribadito la<br />
necessità di abbattere i pregiudizi.<br />
Pagina 5 (continua)<br />
PIERLUIGI G. CARDONE<br />
Pagina 15<br />
IANNÒ ePELLEGRINO<br />
Pagina 6<br />
SONIA ACERRA<br />
Pagina 14<br />
IL PUGNO<br />
Non poco scalpore ha suscitato la<br />
riduzione del 20% dei prezzi dei<br />
pasti alla buvette del Senato, per<br />
cui un pasto costava 1,50 euro. Alla<br />
Camera, invece, i prezzi del mitologico<br />
bar adiacente al Transatlantico<br />
sono sempre stati alti. Un caffè<br />
costa 70 centesimi, un cornetto 90,<br />
uno yogurt 1,30 euro, un panino<br />
2,30. «Una volta - racconta un deputato<br />
- ci ho fatto entrare una mia<br />
amica: ha ordinato panino, spremuta,<br />
caffè e dolcetto. Quando ha<br />
visto che mettevo mano al portafoglio,<br />
è diventata tutta rossa: “Ma<br />
perché? I deputati pagano?”».<br />
Faguiy<br />
Ad Altavilla Irpina esposti gli abiti dei contadini dell’800<br />
Il Museo <strong>della</strong> gente senza storia<br />
Il Museo civico di Altavilla<br />
Irpina è l’unico del<br />
Mezzogiorno ad esporre<br />
vestiti d’epoca di artigiani<br />
e contadini e c’è anche<br />
un laboratorio per restaurarli.<br />
Nelle sale anche<br />
vari reperti e lo scheletro<br />
di una donna di<br />
venti anni risalente a età<br />
tardo romana.<br />
LUCIANA BARTOLINI<br />
Pagina 18<br />
La nuova emergenza<br />
Cani di strada:<br />
migliaia,<br />
abbandonati<br />
e merce<br />
per campi lager<br />
DANIELE DE SOMMA<br />
Pagina 10<br />
LA VIGNETTA di Veroniva Valli
2 Domenica 12 aprile 2009in ITALIA nel MONDO<br />
Legge 40, no<br />
<strong>della</strong> Consulta<br />
La Corte Costituzionale respinge<br />
la legge 40 sulla<br />
fecondazione assistita. I<br />
giudici <strong>della</strong> Consulta hanno<br />
dichiarato l’incostituzionalità<br />
<strong>della</strong> norma nel<br />
punto in cui prevede che ci<br />
sia un unico impianto e<br />
non più di tre embrioni.<br />
Criticato anche il comma<br />
che prevede il trasferimento<br />
degli embrioni senza<br />
dover accertare lo stato di<br />
salute <strong>della</strong> donna.<br />
Masi proposto<br />
nuovo dg Rai<br />
Il consiglio di amministrazione<br />
<strong>della</strong> Rai ha indicato<br />
Mauro Masi come nuovo<br />
direttore generale. La proposta<br />
è passata con sei voti<br />
favorevoli (compreso quello<br />
del nuovo presidente<br />
Paolo Garimberti). Contrari<br />
i consiglieri Nino Nervo<br />
e Giorgio Van Straten,<br />
mentre si è astenuto Rodolfo<br />
De Laurentiis. Masi è<br />
da oltre un anno segretario<br />
generale di palazzo Chigi.<br />
Intanto il consiglio di amministrazione<br />
al più presto<br />
incomincerà a discutere le<br />
nomine dei direttori di rete<br />
e testata: si fanno i nomi di<br />
Maurizio Belpietro al Tg1 e<br />
di David Sassoli e Antonio<br />
Caprarica al Tg3.<br />
Scontri a Londra,<br />
muore trentenne<br />
Violenta protesta di un<br />
gruppo di no-global contro<br />
il G20 di Londra, indetto<br />
per regolare gli ordini finanziari.<br />
Gli scontri avvenuti<br />
nei pressi di una filiale<br />
<strong>della</strong> Royal Bank of Scotland,<br />
poi danneggiata, si<br />
sono poi estesi fino alla<br />
zona <strong>della</strong> Banca d’Inghilterra.<br />
Il bilancio attuale<br />
parla di 87 arresti. Un ufficiale<br />
è rimasto ferito e uno<br />
dei dimostranti, trentenne,<br />
è deceduto a causa di un<br />
collasso, forse per cause<br />
naturali.<br />
L’auspicio<br />
di Ban Ki-Moon<br />
Nel dare il benvenuto al<br />
nuovo Governo che da pochi<br />
giorni si è insediato in<br />
Israele, il segretario generale<br />
dell’Onu Ban Ki-<br />
Moon ha chiesto al premier<br />
Netanyahu l’impegno sulla<br />
formazione di un nuovo<br />
Stato palestinese. L’auspicio<br />
è di un’esistenza pacifica<br />
dello stesso a fianco di<br />
Israele, a seguito delle dichiarazioni<br />
del ministro<br />
degli Esteri Lieberman che<br />
vede poco di buon occhio<br />
questa prospettiva.<br />
Siglato l’accordo<br />
per il piano casa<br />
Un aumento del 20% <strong>della</strong><br />
volumetria per le case mono<br />
e bifamiliari, con un limite<br />
massimo di 200 metri<br />
cubi che potrà però essere<br />
superato dalla normativa<br />
regionale; un obbligo per le<br />
Regioni di varare le nuove<br />
norme sull'edilizia entro<br />
novanta giorni, altrimenti<br />
potrà subentrare il governo.<br />
Questi sono alcuni dei<br />
punti principali del piano<br />
casa, approvato dalla Conferenza<br />
unificata tra il<br />
Governo e le Regioni. L'accordo<br />
prevede inoltre un<br />
decreto legge da confermare<br />
entro 10 giorni. Dal<br />
piano casa sono esclusi i<br />
condomini mentre sono incluse<br />
le villette a schiera. Il<br />
premier ha ringraziato tutte<br />
le Regioni per la collaborazione<br />
istituzionale.<br />
Pensioni: bisogna<br />
seguire l’Ue<br />
Entro quest’estate, la sentenza<br />
Ue sull' aumento dell'età<br />
pensionabile per le<br />
donne del pubblico impiego<br />
dovrà essere rispettata,<br />
dice il ministro <strong>della</strong> Funzione<br />
pubblica Renato Brunetta.<br />
Lo ha ribadito in un<br />
convegno sottolineando<br />
che sarà aperto in seguito il<br />
dibattito sul resto del sistema<br />
pensionistico.<br />
a cura di<br />
ORLANDO SAVARESE<br />
Ancora divisioni<br />
sui paradisi fiscali<br />
Misure concrete contro i<br />
paradisi fiscali, limiti comuni<br />
per i bonus ai banchieri,<br />
aumento delle risorse<br />
dell’Fmi, nuovi meccanismi<br />
di sorveglianza sugli<br />
hedge fund. Questi alcuni<br />
dei punti tracciati in occasione<br />
dei lavori del G20.<br />
Profonda è la divisione sui<br />
paradisi fiscali: c’è chi contesta<br />
uno sbilanciamento<br />
verso gli Usa. Gordon<br />
Brown è pronto a considerare<br />
modifiche alla bozza<br />
finale del G20, ma non<br />
stravolgimenti: «Andremo<br />
avanti sulla base del grande<br />
accordo che è stato raggiunto<br />
dai nostri sherpa e<br />
dai ministri delle finanze »<br />
Omicidio Ulster,<br />
arrestato giovane<br />
Per l’assassinio del 7 marzo<br />
scorso di due soldati britannici<br />
a Massereene in<br />
Irlanda del Nord, è stato<br />
arrestato nella città di<br />
Bellaghy un 19enne. I fatti<br />
si riferiscono all’attentato<br />
dello scorso mese al reggimento<br />
militare che fu rivendicato<br />
dalla Real Ira, ramo<br />
dissidente dell’Ira.<br />
Fini: dialogare<br />
con gli immigrati<br />
Il presidente <strong>della</strong> Camera<br />
Gianfranco Fini, sul tema<br />
dell’immigrazione, ha sollecitato<br />
al dialogo, al confronto<br />
e alla reciproca conoscenza<br />
per risolvere al<br />
meglio il problema. In un<br />
messaggio al comitato promotore<br />
<strong>della</strong> campagna<br />
“Non aver paura, apriti agli<br />
altri, apri ai diritti”, Fini ha<br />
ribadito che il pregiudizio<br />
nei confronti di chi è diverso<br />
“è spesso alimentato dall’ignoranza”.<br />
Decreto sicurezza<br />
bocciato dal Csm<br />
Il Consiglio superiore <strong>della</strong><br />
magistratura ha sollevato<br />
perplessità sul decreto<br />
sicurezza in discussione<br />
alla Camera. L’organo di<br />
autogoverno dei magistrati<br />
ha espresso un parere<br />
negativo sulle ronde che<br />
sono a rischio costituzionalità,<br />
perchè non si dovrebbe<br />
derogare a privati<br />
cittadini la tutela <strong>della</strong><br />
sicurezza. Il Csm ha criticato<br />
anche la norma che<br />
estende da 2 a 6 mesi il<br />
tempo di permanenza degli<br />
stranieri irregolari nei centri<br />
di permanenza: ciò violerebbe<br />
la direttiva europea<br />
che permette di trattenere<br />
solo il clandestino<br />
che rifiuta l’identificazione.<br />
Scoperto relitto<br />
in Oceania<br />
Ricercatori australiani impegnati<br />
nella mappatura<br />
del fondo marino dello<br />
stretto di Bass, che divide<br />
Australia e Tasmania, hanno<br />
rinvenuto i resti <strong>della</strong><br />
prima nave statunitense affondata<br />
durante la Seconda<br />
Guerra Mondiale. Si tratta<br />
<strong>della</strong> City of Rayville, che<br />
portava piombo, lana e<br />
rame dall’Australia a New<br />
York, ed era affondata nel<br />
1940 dopo aver urtato una<br />
mina tedesca galleggiante.<br />
Grecia, i deputati<br />
si autotassano<br />
I deputati del parlamento<br />
greco hanno optato per<br />
una decisione a scopo solidale<br />
per tutto il 2009: verseranno<br />
una tassa di solidarietà<br />
del 5% e si congeleranno<br />
i propri compensi<br />
fino a fine anno. Il piano<br />
del Governo prevede un<br />
contributo progressivo di<br />
aiuti a partire da 5000 euro<br />
l’anno per chi guadagna<br />
150mila euro.<br />
Attentato in<br />
Cisgiordania<br />
Un palestinese si è infiltrato<br />
nell’insediamento ebraico<br />
di Bat-Ayn, nell’area di<br />
Hebron, e con un’ascia ha<br />
ferito un bambino di 7 anni<br />
ed un giovane di 13,<br />
morto mentre riceveva le<br />
prime cure. Il bambino è ricoverato<br />
in condizioni non<br />
gravi all’ospedale Hadassah<br />
di Gerusalemme. L’aggressore<br />
si è dato alla fuga.<br />
Approvato<br />
il ddl antiusura<br />
Il Senato ha approvato il<br />
disegno di legge contro l’usura<br />
e l’estorsione con 237<br />
si e nessun no. Per la prima<br />
volta in Italia è introdotto il<br />
principio del sovraindebitamento.<br />
Altro punto è l’erogazione<br />
di mutui a imprenditori<br />
vittime di usura.<br />
Election day<br />
il 6 e 7 giugno<br />
Il Consiglio dei ministri ha<br />
confermato che le prossime<br />
elezioni per il rinnovo<br />
del parlamento europeo si<br />
svolgeranno il 6 e 7 giugno<br />
2009. Il ministro dell’Interno<br />
Maroni indirà, tramite<br />
decreto, per gli stessi<br />
giorni lo svolgimento delle<br />
elezioni amministrative.<br />
Primo maggio<br />
con Vasco Rossi<br />
Dopo dieci anni di assenza,<br />
Vasco Rossi ritorna al concerto<br />
del primo maggio a<br />
Roma. In tempi di crisi globale<br />
il festival assume un<br />
significato particolare per<br />
migliaia di giovani che potranno<br />
assistere gratis all’unica<br />
esibizione live del rocker<br />
emiliano. A condurre<br />
l’evento sarà l’attore Sergio<br />
Castellitto.<br />
Ennesimo appello<br />
per gli ostaggi<br />
Dopo la scadenza dell’ultimatum<br />
la Croce Rossa<br />
Internazionale, per bocca<br />
del suo vicepresidente<br />
Massimo Barra, ha lanciato<br />
un appello per liberare i tre<br />
volontari rapiti nell’isola<br />
filippina di Jolo: «I tre operatori<br />
stavano recandosi in<br />
una prigione per il rifornimento<br />
di acqua a tutti i<br />
detenuti – smentisce poi<br />
che uno dei rapiti sarebbe<br />
stato sparato – I tre sono<br />
vivi ». Anche il ministro<br />
Frattini ha confermato che<br />
gli infermieri stanno bene e<br />
le trattative procedono.<br />
Nuovi membri<br />
nella Nato<br />
Gli Stati aderenti al Patto<br />
Atlantico da 26 passano a<br />
28, con l’inclusione di Albania<br />
e Croazia. Lo ha annunciato<br />
la Nato al congresso<br />
di Bruxelles. Così<br />
Barack Obama: «Occorre<br />
una discussione su cosa la<br />
Nato dovrebbe fare e dovrebbe<br />
essere ».<br />
La Nord Corea<br />
minaccia gli Usa<br />
La Corea del Nord annuncia<br />
ritorsioni contro Usa,<br />
Giappone e Corea del Sud<br />
se dovesse essere intercettato<br />
il proprio satellite, il<br />
cui lancio è stato programmato<br />
tra il 4 e l’8 aprile. Il<br />
presidente Obama ha detto<br />
al collega sudcoreano Lee<br />
Myung-Bak che il lancio<br />
costituirebbe una violazione<br />
delle risoluzioni Onu.<br />
a cura di<br />
FRANCESCO PADULANO<br />
Affari d’oro<br />
per il poker online<br />
Il poker online, nonostante<br />
la crisi in tutti i settori, sta<br />
facendo affari a gonfie vele.<br />
Nel solo mese di marzo in<br />
Italia è stato registrato un<br />
mercato complessivo di<br />
178,6 milioni di euro.<br />
Rispetto a febbraio l’aumento<br />
è stato del 19,8% e<br />
ormai il poker online è<br />
diventato il gioco più<br />
importante in rete, davanti<br />
alle scomesse sportive.<br />
Fumo molesto<br />
in casa: risarciti<br />
La Cassazione ha stabilito<br />
il risarcimento di diecimila<br />
euro a una famiglia fiorentina<br />
che abitava sopra un<br />
bar. La famiglia lamentava<br />
di non poter aprire le finestre<br />
di casa perchè assediata<br />
dal fumo dei clienti del<br />
locale. La Suprema Corte<br />
ha riconosciuto i danni esistenziali<br />
causati da “immissioni<br />
moleste di fumo”.<br />
Legge afghana<br />
contro le mogli<br />
Secondo fonti Onu alle elezioni<br />
di agosto il presidente<br />
dell’Afghanistan Hamid<br />
Karzai imporrà una legge<br />
che ai più appare liberticida<br />
verso le mogli, che<br />
dovrebbero concedersi ai<br />
mariti senza protestare,<br />
non potrebbero uscire di<br />
casa da sole, né cercare<br />
lavoro e nemmeno andare<br />
dal medico senza il permesso<br />
dei mariti. Per gli<br />
oppositori, fra gli intendimenti<br />
di Karzai ci sarebbe<br />
quello di ingraziarsi i fondamentalisti<br />
islamici. «È la<br />
peggiore legge del secolo –<br />
ha contestato la deputata<br />
Shinkai Karokhail – è totalmente<br />
sfavorevole alle<br />
donne e le renderà ancora<br />
più vulnerabili ».<br />
La prima donna<br />
sindaco di Zurigo<br />
Evento storico in una delle<br />
maggior città svizzere: l’ingegnere<br />
agronoma Corine<br />
Mauch, 48 anni, è stata<br />
eletta sindaco di Zurigo<br />
dopo il ballottaggio con la<br />
candidata radicale Kathrin<br />
Martelli, riuscendo così a<br />
fare in modo che la città<br />
elvetica resti in mano al<br />
Partito Socialista. Corine si<br />
insedierà ufficialmente il 1°<br />
maggio, subentrando alla<br />
collega di partito Elmar<br />
Edelberger. Curiosità desta<br />
il fatto che la Mauch,<br />
oltre ad essere la prima<br />
donna a governare Zurigo,<br />
è dichiaratamente saffica,<br />
ed è stata eletta proprio<br />
nell’anno in cui Zurigo<br />
ospiterà l’Europride.<br />
Un film<br />
per Don Diana<br />
Il regista Carlo Lizzani ha<br />
intenzione di girare un film<br />
su Don Peppino Diana, il<br />
parroco di Casal di Principe<br />
ammazzato nel 1994<br />
da due sicari del clan dei<br />
casalesi. La sceneggiatura<br />
avrà la supervisione di<br />
Roberto Saviano e dell’associazione<br />
Libera, nata in<br />
nome del prete per lottare<br />
contro le mafie. Inizio delle<br />
risprese dopo l’estate.<br />
Direttore<br />
Biagio Agnes<br />
Direttore Responsabile<br />
Giuseppe Blasi<br />
Coordinamento<br />
Mimmo Liguoro<br />
Marco Pellegrini<br />
Redazione<br />
Sonia Acerra, Valerio Arrichiello,<br />
Josè Astarita, Luciana<br />
Bartolini Francesco Maria<br />
Borrelli, Maria Emila Cobucci,<br />
Stella Colucci, Daniele De<br />
Somma, Chiara Del Gaudio,<br />
Claudia Esposito, Pierluigi<br />
Giordano Cardone, Francesco<br />
Antonio Grana, Germana<br />
Grasso, Giovanni Iannaccone,<br />
Santo Iannò, Francesco Padulano,<br />
Raffaele Pellegrino, Sabino<br />
Russo, Roberta Salzano,<br />
Orlando Savarese, Giovanni<br />
Sperandeo, Barbara Trotta,<br />
Veronica Valli, Cristiano Vella,<br />
Loredana Zarrella<br />
Le Firme<br />
Giulio Anselmi, Antonio Caprarica,<br />
Ferruccio De Bortoli,<br />
Tullio De Mauro, Aldo Falivena,<br />
Antonio Ghirelli,<br />
Gianni Letta, Arrigo Levi,<br />
Pierluigi Magnaschi, Renato<br />
Mannheimer, Ezio Mauro,<br />
Raffaele Nigro, Mario Pendinelli,<br />
Arrigo Petacco Vanni<br />
Ronsisvalle, Mario Trufelli,<br />
Walter Veltroni, Sergio Zavoli<br />
UNIVERSITA<br />
DEGLI STUDI<br />
DI SALERNO<br />
Prof. Raimondo Pasquino<br />
Rettore dell'Università<br />
Prof. Annibale Elia<br />
Direttore del Dipartimento<br />
di Scienze <strong>della</strong> Comunicazione<br />
Prof. Emilio D'Agostino<br />
Presidente del Comitato Direttivo<br />
<strong>della</strong> Scuola di Giornalismo<br />
Prof.ssa Maria Galante<br />
Preside <strong>della</strong> Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia<br />
Autorizzazione del Tribunale di Salerno<br />
e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007<br />
Arti Grafiche Boccia di Salerno<br />
telefono: 089 30 3311<br />
Distribuzione alle edicole<br />
Agenzia Pasquale Pollio e C. SNC<br />
Via Terre delle Risaie, Salerno<br />
fax: 089 3061877<br />
‘
TERZA PAGINA Domenica 12 aprile 2009<br />
Giustizia e solidarietà per uscire dalla crisi<br />
L’impegno <strong>della</strong> Chiesa e di forze politiche e sindacali<br />
3<br />
L’etica di Croce<br />
‘‘<br />
Lanciare<br />
una sfida<br />
all’egoismo<br />
in nome<br />
dell’altruismo<br />
‘‘<br />
Nella Filosofia <strong>della</strong> pratica,<br />
Benedetto Croce<br />
sostiene che una soltanto<br />
può essere la scienza dell’economia<br />
e non è quella<br />
degli economisti. Sembra<br />
una boutade, una battuta<br />
di spirito. A pensarci<br />
bene l’affermazione di<br />
Croce vuole rivendicare<br />
l’origine dell’economia<br />
all’interno <strong>della</strong> filosofia<br />
morale. Non è un caso<br />
che la prima cattedra di<br />
economia in una università<br />
pubblica europea è<br />
ricoperta dal 1754 da<br />
Antonio Genovesi, un<br />
filosofo metafisico diventato<br />
“mercadante”.<br />
Trasformatasi poi in<br />
scienza rigorosa, l’economia<br />
conserva, deve conservare,<br />
tra i suoi fini l’originaria<br />
componente<br />
“umanistica”. Deve mantenere<br />
come ultimo orizzonte,<br />
come telos, l’etica,<br />
che è parte essenziale<br />
<strong>della</strong> filosofia.<br />
L’economia <strong>della</strong> speranza<br />
di ANIELLO MONTANO<br />
Nel febbraio del 1989 le<br />
Chiese del Sud organizzarono<br />
a Napoli<br />
un Convegno che si concluse<br />
con un importante documento:<br />
“Chiesa Italiana e<br />
Mezzogiorno: Sviluppo nella<br />
Solidarietà”. In quel documento<br />
si denunciava con decisione e<br />
lucidità l’affrancamento <strong>della</strong><br />
logica del mercato da ogni<br />
dovere solidaristico e, quindi, la<br />
tendenza del “mercato” a<br />
imporsi come “realtà vincente”<br />
nei confronti dell’uomo e anche<br />
dello Stato, inteso come organismo<br />
collettivo deputato alla<br />
salvaguardia del bene comune.<br />
Vi si esprimeva una “valutazione<br />
critica” sulle teorie e le<br />
pratiche di un mercato scisso<br />
dai valori e dai vincoli etici e si<br />
segnalava la necessità di privilegiare<br />
la solidarietà sull’individualismo<br />
e il lavoro sulla<br />
proprietà. Si arrivava ad auspicare<br />
la possibilità di perseguire<br />
il fine ultimo <strong>della</strong> eliminaziome<br />
delle disuguaglianze economico-sociali.<br />
In continuità<br />
con quel convegno, il 20 giugno<br />
2008 il cardinale Sepe ha tenuto<br />
una relazione all’Istituto<br />
Italiano per gli Studi Filosofici<br />
in cui ha richiamato la Chiesa<br />
del Mezzogiorno all’impegno<br />
ad esprimersi come “segno di<br />
contraddizione” rispetto alla<br />
cultura utilitaristica, talvolta<br />
distratta rispetto ai temi <strong>della</strong><br />
legalità e dell’“invasività <strong>della</strong><br />
criminalità” e <strong>della</strong> sua “capacità<br />
politica” di insinuarsi nel<br />
sistema economico-civile per<br />
perpretare “larghi abusi sociali”.<br />
Secondo<br />
Edgar<br />
Morin<br />
l’etica<br />
può essere<br />
definita<br />
“resistenza<br />
alla nostra<br />
barbarie<br />
interiore”<br />
Guardando alla realtà<br />
<strong>della</strong> Chiesa di base,<br />
così come la si avverte<br />
giorno per giorno nell’opera dei<br />
parroci, dei sacerdoti semplici,<br />
di quanti hanno il contatto<br />
diretto con la gente comune, di<br />
questi principi si coglie poco o<br />
niente. Si ha l’impressione che,<br />
mentre ad un certo livello <strong>della</strong><br />
gerarchia si registra una forte<br />
sensibilità per la responsabilità<br />
che la Chiesa ha anche nelle<br />
vicende economiche, a livello di<br />
base questa sensibilità sembra<br />
affievolita o assente . È molto<br />
difficile ascoltare dall’altare<br />
un’omelia impegnata sull’etica<br />
dell’economia e <strong>della</strong> giustizia<br />
sociale, laddove “impegnata”<br />
significhi sentita profondamente,<br />
perché maturata e sofferta<br />
con lo studio e l’impegno<br />
<strong>della</strong> riflessione personale.<br />
Aventi anni dal convegno<br />
del 1989, nei giorni 12 e<br />
13 febbraio del 2009, le<br />
Chiese del Sud hanno organizzato<br />
un altro convegno<br />
sullo stesso tema, chiamando a<br />
tenere le relazioni di base tra<br />
importanti studiosi: Piero<br />
Barucci, economista e ministro<br />
in un governo di Centro-<br />
Sinistra, Alessandro Pajno,<br />
Presidente di sezione del<br />
Consiglio di Stato e Giuseppe<br />
Savagnone, Direttore<br />
dell’Ufficio <strong>della</strong> Cultura<br />
dell’Arcidiocesi di Palermo.<br />
Non possiamo dar conto in<br />
questa sede <strong>della</strong> ricchezza e<br />
dell’importanza delle analisi<br />
contenute nelle relazioni.<br />
Basterà ricordare che Barucci si<br />
è soffermato su temi economici<br />
concreti, denunciando con<br />
grande efficacia la presenza<br />
<strong>della</strong> criminalità organizzata<br />
all’interno dell’economia meridionale,<br />
ma anche nazionale e<br />
internazionale, come di un<br />
cancro che guasta e corrompe<br />
il corpo vivo <strong>della</strong> società; Pajno<br />
ha brillantemente riflettuto sui<br />
motivi <strong>della</strong> crisi del meridionalismo,<br />
dal mutamento delle<br />
politiche economiche al federalismo<br />
fiscale alla privatizzazione<br />
e alla debolezza del ceto<br />
politico meridionale, per<br />
auspicare l’impegno da parte<br />
<strong>della</strong> Chiesa a rendere questi<br />
temi oggetto di “una vera e<br />
propria pastorale”; Savagnone<br />
ha posto l’accento sul Sud assistito<br />
nei decenni passati, con la<br />
conseguente mortificazione<br />
dell’azione autopropulsiva<br />
delle forze meridionali, e ha<br />
formulato l’auspicio che il<br />
Sud possa diventare un possibile<br />
laboratorio di innovazione.<br />
Acommento di queste<br />
iniziative, ritengo si<br />
debba aver chiaro che<br />
non esiste un’“economia” come<br />
scienza neutra. L’importanza<br />
dell’approccio etico all’economia<br />
si è venuto indebolendo<br />
mano a mano che l’economia si<br />
veniva evolvendo come scienza<br />
e rivendicava un assetto epistemologico<br />
esclusivamente<br />
tecnico. Ci si è quasi dimenticati<br />
che l’uomo è “animale”<br />
egoista e che le leggi e le scienze<br />
sono nate per correggere questo<br />
suo egoismo. Nel rapporto<br />
tra l’uomo e l’economia si è<br />
confuso il fine con il mezzo.<br />
L’uomo, che è il fine per il quale<br />
è nata l’economia, è stato<br />
mutato in mezzo e l’economia<br />
ha assunto il ruolo di fine: non<br />
l’economia al servizio dell’uomo,<br />
del suo benessere e <strong>della</strong><br />
sua “felicità”, ma l’uomo al servizio<br />
dell’economia.<br />
Questo rovesciamento<br />
dei ruoli - ci ha spiegato<br />
Amartya Sen - è<br />
stato reso possibile dal fatto che<br />
l’economia moderna si è venuta<br />
organizzando seguendo il<br />
paradigma <strong>della</strong> scienza galileiana,<br />
come scienza avente in<br />
se stessa le proprie regole e le<br />
proprie leggi di funzionamento,<br />
indipendentemente dai bisogni<br />
e dai voleri dell’uomo.<br />
Questo ha comportato l’affermarsi<br />
di un tipo di economia<br />
facente uso soltanto<br />
dei modelli matematici,<br />
senza preoccuparsi <strong>della</strong><br />
ricaduta sociale dei suoi<br />
risultati.<br />
Un filosofo <strong>della</strong> complessità<br />
del mondo<br />
moderno, Edgar<br />
Morin, ha osservato che l’etica<br />
può essere definita “come resistenza<br />
alla nostra barbarie<br />
interiore”. E la vera barbarie<br />
dell’uomo è l’egoismo. Bisogna<br />
perciò lavorare molto e molto<br />
assiduamente perché entri nella<br />
tessitura <strong>della</strong> nostra psiche la<br />
consapevolezza del senso di<br />
responsabilità che deve contraddistinguere<br />
il nostro<br />
comportamento, per lanciare<br />
Le leggi<br />
e la scienza<br />
devono<br />
porre<br />
l’economia<br />
al servizio<br />
dell’uomo<br />
e del suo<br />
necessario<br />
benessere<br />
una sfida etica all’egoismo<br />
in nome dell’altruismo.<br />
Poiché il nostro tempo è<br />
segnato profondamente dai<br />
fatti economici, bisogna<br />
necessariamente riadattare<br />
l’economia all’etica. Per dirla<br />
con Morin, “Si tratta di<br />
rigenerare l’etica non per<br />
adattarla al nostro tempo,<br />
ma, vista la carenza di etica<br />
del nostro tempo, per adattare<br />
il nostro tempo all’etica”.<br />
Ad essere incoraggiati a<br />
credere che questo auspicio<br />
possa essere tradotto in<br />
realtà c’è il fatto reale che<br />
nel 2006 il premio Nobel<br />
per la pace è stato assegnato<br />
a Muhammad Yunus, il fondatore<br />
<strong>della</strong> “Grameen<br />
Bank”, l’istituto bancario per<br />
il prestito ai poveri. Questo<br />
evento è la certificazione<br />
che il binomio economiaetica<br />
può uscire dai testi dei<br />
filosofi e dalla testa di alcuni<br />
uomini di chiesa per diventare<br />
pratica vera di vita<br />
reale, sotto il controllo trasparente<br />
e fattivo degli Stati.<br />
L<br />
’iniziativa<br />
dell’arcivescovo<br />
di Milano, Cardinale<br />
Tettamanzi, seguita da<br />
tanti altri vescovi, di costituire<br />
un fondo inteso a garantire un<br />
prestito a chi ne ha maggiormente<br />
bisogno e il recente<br />
richiamo del Papa a politici ed<br />
imprenditori a dare priorità ai<br />
lavoratori e alle loro famiglie,<br />
pur essendo semplici atti simbolici,<br />
sembrano muovere<br />
nella giusta direzione.
4 Domenica<br />
12 aprile 2009
EDITORIALE Domenica 12 aprile 2009<br />
5<br />
LA BESTIA TORNA IN GABBIA Stampa, finanza, economia, internet: il pubblico è stanco.<br />
Questo il primo problema che dovranno presto risolvere le imprese editoriali<br />
MARIO PENDINELLI<br />
(dalla prima pagina)<br />
Sulla soglia di Wall Street<br />
Non sembra che il progetto<br />
di abbandonare le edizioni<br />
di carta per affidare la<br />
distribuzione del giornale soltanto<br />
al web possa rappresentare, a<br />
breve, una sicura via d’uscita. Lo<br />
stesso Sulzberger ha più volte insistito<br />
sulla necessità di migliorare i<br />
contenuti dei prodotti editoriali,<br />
come unica strada per evitare che i<br />
lettori si diradino e le platee si<br />
svuotino. Del resto la crisi non<br />
risparmia neppure i giganti di intenet:<br />
le azioni di Yahoo, valutate a<br />
gennaio del 2008 trentuno dollari<br />
l’una, erano già scese alla fine dell’anno<br />
sotto gli undici dollari;<br />
Amazon è precipitata da quota<br />
novanta dollari a quaranta; Google<br />
da 657 dollari per azione a meno di<br />
300. E la scivolata continua.<br />
Nessun settore <strong>della</strong> comunicazione<br />
è al riparo dalla caduta degli<br />
investimenti pubblicitari. Gli analisti<br />
più accorti escludono che, al<br />
termine <strong>della</strong> recessione, tutto<br />
possa tornare come prima. Molti<br />
editori sono d’accordo: nel corso<br />
del ‘900 un eccezionale progresso<br />
tecnologico ha cambiato radicalmente<br />
il mercato <strong>della</strong> distribuzione<br />
dell’informazione, ma non si è<br />
ancora tradotto in un mutamento<br />
diffuso nella qualità dei prodotti.<br />
L’informazione si è dilatata, i confini<br />
tra il gossip e le notizie sono<br />
diventati esili, ma la funzione di<br />
controllo dei media sull’operato del<br />
potere si è fermata sulla soglia di<br />
Wall Street. E ora il pubblico sembra<br />
stanco.<br />
Questo è il primo problema che la<br />
gestione delle imprese editoriali<br />
dovrà risolvere nel prossimo futuro.<br />
Una domanda sgradevole è diventata<br />
inevitabile: come è potuto<br />
accadere che la “grande mela” si<br />
riempisse di carpocapse, e venisse<br />
corrosa da questi vermi voraci e<br />
distruttivi (sotto forma dei cosiddetti<br />
titoli atipici covati dalle<br />
società finanziarie) senza che i<br />
più prestigiosi media americani<br />
se ne accorgessero? Alcuni economisti,<br />
dal vecchio e saggio<br />
Samuelson a Paul Krugman, avevano<br />
ammonito sui rischi legati<br />
alle audaci scorribande del capitalismo<br />
finanziario: ma i loro<br />
allarmi non avevano scosso dal<br />
torpore il celebre giornalismo<br />
investigativo americano, in grado<br />
in passato di smontare le menzogne<br />
di un presidente (Nixon) e di<br />
farlo cadere, ma incapace di scrutare<br />
la catastrofe che stavano preparando<br />
i manager di Aig, di<br />
Fannie Mae, e delle altre grandi<br />
compagnie, con l’emissione di<br />
montagne di titoli tossici che<br />
viaggiavano come bare da una<br />
banca all’altra del pianeta.<br />
E’ un fatto che la più grande crisi<br />
dell’economia mondiale, più grave<br />
ancora di quella che fece vacillare<br />
l’America negli anni ’30, è<br />
esplosa senza che il giornalismo<br />
anglosassone, con poche eccezioni,<br />
fosse in grado di coglierne per<br />
tempo almeno i sintomi più aspri.<br />
E i sintomi c’erano. In primo<br />
luogo, la dittatura visibile e ostentata<br />
<strong>della</strong> finanza, sempre più<br />
oscura nelle sue ingegnerie, su<br />
ogni altra forma di attività<br />
umana; la diffusione di una sorta<br />
di pensiero unico secondo il quale<br />
il profitto da conseguire ad ogni<br />
costo dovrebbe essere l’unico<br />
scopo <strong>della</strong> vita. La grande crisi<br />
non è, ormai tutti lo capiscono,<br />
solo il prodotto delle menti perverse<br />
di un manipolo di grandi<br />
manager megalomani e dissennati.<br />
I guasti arrecati all’economia<br />
mondiale sono il risultato di una<br />
sub cultura pervasiva e aggressiva<br />
volta a separare il mercato dal<br />
liberalismo, perciò dalla democrazia<br />
e dalle sue leggi, per restaurare<br />
il capitalismo selvaggio e<br />
senza regole dell’800, rappresen-<br />
Dopo i guasti<br />
di questi<br />
ultimi anni<br />
si invoca<br />
il primato<br />
delle persone<br />
e delle società<br />
tandolo come la via obbligata alla<br />
modernità.<br />
Proprio il New York Times, in un<br />
celebre articolo del 1980, definì<br />
“la Bestia” questo capitalismo primordiale,<br />
opaco e insocievole,<br />
riottoso alla competizione corretta,<br />
alla concorrenza leale, alla<br />
redistribuzione equilibrata del<br />
reddito. Quell’anno il Congresso<br />
degli Stati Uniti approvò la<br />
mere dimensioni mondiali.<br />
Sembrava schiudere, insieme<br />
all’apertura delle frontiere e dei<br />
mercati, un nuovo Rinascimento.<br />
Più sviluppo e meno poveri; più<br />
istruzione diffusa e minori pregiudizi<br />
etnici; meno disuguaglianze<br />
tra i popoli e i continenti.<br />
Invece, spiega Tremonti (“La<br />
paura e la speranza”, Mondadori,<br />
Milano) il capitalismo finanziario<br />
Sherman Act, la prima normativa<br />
volta a tutelare i consumatori e i<br />
risparmiatori e, in definitiva, a<br />
proteggere il liberismo dai suoi<br />
possibili eccessi suicidi. Nel corso<br />
degli anni, in America e in<br />
Europa occidentale, prevalse una<br />
visione pragmatica del mercato,<br />
inteso generalmente come l’unico<br />
strumento in grado di organizzare<br />
in modo efficiente la produzione:<br />
non una ideologia, tanto<br />
meno un altare, ma un mezzo per<br />
suscitare lo sviluppo economico e<br />
un diffuso benessere sociale. Poi<br />
il meccanismo si è rotto, frantumato<br />
dall’ascesa del capitalismo<br />
finanziario, l’ideologia egemone<br />
negli ultimi quindici anni. Due<br />
intellettuali di formazione culturale<br />
diversa e forse opposta,<br />
Giulio Tremonti e Guido Rossi,<br />
possono aiutarci a capire ciò che<br />
è accaduto. Cominciando dalla<br />
parola (globalitation), adottata<br />
dai giornali francesi dopo il crollo<br />
del muro di Berlino e la caduta<br />
del comunismo, per indicare la<br />
tendenza dell’economia e dei<br />
comportamenti sociali ad assuha<br />
approfittato <strong>della</strong> globalizzazione<br />
e <strong>della</strong> debolezza <strong>della</strong> politica<br />
per imporre il mercatismo,<br />
che non è il libero mercato ma<br />
una visione pagana del mondo e<br />
<strong>della</strong> storia, nella quale trionfa la<br />
forza dell’individualismo estremo,<br />
e si annullano, come in un<br />
immenso bazar, le differenze tra<br />
le merci e le persone. Tutto<br />
diventa profitto. Perciò la crisi<br />
attuale è in primo luogo etica, e<br />
non è risolvibile senza che<br />
l’Occidente riacquisti i suoi valori<br />
A destra la sede<br />
di una banca<br />
americana<br />
e in basso<br />
una veduta<br />
di New York<br />
morali. Non è, nella sostanza,<br />
molto diverso il parere di Guido<br />
Rossi (“Il mercato d’azzardo”,<br />
Adelphi, Milano). Secondo Rossi,<br />
negli ultimi anni, gli speculatori<br />
hanno dominato il mercato<br />
finanziario internazionale e tenuto<br />
in scacco anche le imprese<br />
industriali più robuste, esponendole<br />
a pesanti condizionamenti di<br />
ogni genere. Adesso molti invocano<br />
il ritorno all’economia reale;<br />
il primato delle imprese e delle<br />
persone; la fine <strong>della</strong> corsa furiosa<br />
del capitalismo finanziario. Intanto,<br />
secondo i calcoli di Bir, la<br />
banca dei regolamenti internazionali,<br />
in tutto l’Occidente i salari<br />
e gli stipendi hanno perso negli<br />
ultimi quindici anni una parte<br />
consistente del loro potere di<br />
acquisto, tornando in alcuni paesi<br />
ai livelli registrati negli anni successivi<br />
alla seconda guerra mondiale.<br />
L’Europa dell’Euro ha retto<br />
all’urto devastante del mercatismo<br />
grazie alla sua moneta unica,<br />
e alla rete delle sue banche regionali,<br />
nelle quali (si è detto) si parla<br />
poco l’inglese. Il capitalismo (è<br />
stato detto ancora) saprà rigenerarsi<br />
e supererà la crisi, ma il<br />
prezzo da pagare sarà alto e<br />
nuove regole saranno imposte dai<br />
fatti. Pensando a certi banchieri<br />
di Wall Street, e alle loro logiche<br />
ottuse, ci vengono in mente le<br />
parole di Charles-Louis de<br />
Secondat, barone di Montesquieu:<br />
“Quando i selvaggi <strong>della</strong><br />
Luoisiana volevano dei frutti,<br />
tagliavano gli alberi alle radici e li<br />
coglievano”.
6 Domenica 12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />
Nell’agro nocerino-sarnese<br />
ventuno scuole coinvolte<br />
nella tutela del fiume.<br />
Il Rotary International<br />
promotore dell’iniziativa<br />
ZONE A RISCHIO<br />
Dalle analisi effettuate è emerso che<br />
in tre dei ventuno punti esaminati i<br />
valori di inquinamento dell’acqua<br />
superano il livello di sicurezza: a<br />
Nocera, all’innesto <strong>della</strong> Cavaiola<br />
con il Sarno; a Torre Annunziata,<br />
nel Canale Conte Sarno; nel comune<br />
di Sarno, in pieno centro, al Ponte di<br />
Via Roma.<br />
A destra la mappa dei punti di prelievo del<br />
fiume Sarno. Al centro un momento del<br />
seminario tenuto dagli esperti del Rotary<br />
Angeli custodi sulle rive del Sarno<br />
Oltre settecento studenti partecipano al progetto di disinquinamento<br />
La speranza per il fiume<br />
Sarno viene dai ragazzi.<br />
L’obiettivo dei cinque club<br />
Rotary International dell’agro<br />
nocerino-sarnese è<br />
quello di continuare l’opera<br />
di bonifica del territorio sarnese,<br />
coinvolgendo gli studenti<br />
delle scuole superiori.<br />
L’iniziativa nasce dalla volontà<br />
di proseguire l’operato<br />
del Commissario, il generale<br />
Roberto Jucci, nell’attività di<br />
recupero e di disinquinamento<br />
<strong>della</strong> zona, partendo<br />
proprio dal Sarno.<br />
Per questo negli istituti scolastici<br />
di Salerno è stato programmato<br />
un ciclo di seminari<br />
sull’importanza <strong>della</strong><br />
vivibilità ambientale e del<br />
disinquinamento del fiume.<br />
Sono infatti tuttora vive le<br />
desolanti immagini del degrado<br />
territoriale in Campania,<br />
che hanno purtroppo<br />
fatto il giro del mondo.<br />
Ed è proprio da quelle foto<br />
che bisogna partire per preservare<br />
il nostro ecosistema,<br />
la nostra terra, per trasformare<br />
in ricordo quei fotogrammi.<br />
Nel corso delle lezioni, gli<br />
esperti, nominati dal generale<br />
Jucci, e i docenti rotariani<br />
hanno spiegato ai ragazzi<br />
come essere protagonisti in<br />
questa battaglia. Gli studenti<br />
diventano così responsabili<br />
e controllori di alcuni<br />
tratti del Sarno: angeli custodi<br />
in difesa del fiume.<br />
GRIMALDI<br />
Coinvolgere<br />
altri Club<br />
«Questa iniziativa,<br />
di cui<br />
sono promotore<br />
e coordinatore,<br />
mi ha<br />
visto impegnato<br />
nel duplice<br />
ruolo di<br />
presidente del<br />
Club di Scafati e sindaco di San<br />
Marzano sul Sarno, uno dei comuni<br />
che più ha vissuto il dramma<br />
ambientale di questi anni. Il<br />
lavoro svolto dal commissario<br />
Jucci per questi territori è stato<br />
straordinario, ma perché i risultati<br />
ottenuti siano durevoli è necessario<br />
sensibilizzare i giovani,<br />
insegnare loro a prendersi cura<br />
<strong>della</strong> propria terra. Il nostro è un<br />
progetto ambizioso, che ha dovuto<br />
scontrarsi con lo scetticismo di<br />
molti tra gli stessi rotariani, ma i<br />
risultati ottenuti ci spingono ad<br />
andare avanti. Nei prossimi anni<br />
puntiamo ad estendere l’iniziativa,<br />
coinvolgendo anche gli altri<br />
Club dell’agro nocerino-sarnese».<br />
I giovani allievi hanno poi<br />
effettuato alcuni rilievi sulle<br />
acque dell’emissario.<br />
Dai campioni prelevati, a-<br />
nalizzati al Liceo Severi di<br />
Castellammare di Stabia, è<br />
emerso che la zona è ancora<br />
ARAMO<br />
Risvegliare<br />
le coscienze<br />
Carla Aramo,<br />
segretaria del<br />
Rotary Club<br />
di Scafati, ha<br />
avuto un ruolo<br />
da protagonista<br />
nel coinvolgimento<br />
delle scuole in<br />
questo progetto: «L’idea è nata<br />
nel maggio scorso. Il generale<br />
Jucci, in visita al Club di Scafati,<br />
aveva espresso il desiderio che la<br />
collettività, in particolare le giovani<br />
generazioni, venissero a conoscenza<br />
del suo operato, poco<br />
noto ai “non addetti ai lavori”.<br />
Noi del Rotary, tradizionalmente<br />
radicati nelle comunità locali,<br />
abbiamo ideato un progetto che<br />
puntasse a coinvolgere attivamente<br />
le scuole nella salvaguardia<br />
dell’ambiente e del territorio.<br />
Riteniamo che formare la coscienza<br />
civile dei giovani sia il<br />
punto di partenza per il rilancio<br />
ambientale, e quindi economico e<br />
civile di queste terre».<br />
ALFANO<br />
I giovani<br />
protagonisti<br />
Succeduto a<br />
Grimaldi alla<br />
carica di presidente<br />
del Rotary<br />
Club di<br />
Scafati, Salvatore<br />
Alfano<br />
ha coordinato<br />
l’attività dei<br />
cinque Club durante tutte le tappe<br />
di questo percorso: «Il primo<br />
passo dell’iniziativa è stato il convegno<br />
di Scafati del maggio 2008,<br />
in cui il generale Jucci e la sua e-<br />
quipe hanno illustrato a oltre 250<br />
studenti la situazione del fiume<br />
Sarno. Il successo di quell’incontro,<br />
testimoniato dal grande interesse<br />
degli studenti, ci ha spinti<br />
ad attivare a settembre scorso il<br />
progetto nelle scuole dell’agro. La<br />
mostra del prossimo 21-23 aprile,<br />
che chiuderà l’iniziativa, sarà un<br />
evento straordinario, che vedrà<br />
ancora una volta protagonisti i<br />
ragazzi: saranno loro a presentare<br />
nuove proposte per la riqualificazione<br />
del territorio».<br />
troppo contaminata. Nelle<br />
stazioni di analisi, allestite<br />
nella scuola, i giovani ambientalisti<br />
hanno potuto<br />
effettuare dei controlli sul<br />
pH dell’acqua. È stato esaminato<br />
anche il C.o.d. (chemical<br />
oxigen demand) che<br />
indica la richiesta di ossigeno<br />
necessaria per la completa<br />
ossidazione dei composti<br />
organici ed inorganici presenti<br />
in un campione d’acqua.<br />
Il suo valore rappresenta<br />
quindi un indice per<br />
misurare il grado d’inquinamento<br />
dei fiumi.<br />
I dati non sono rassicuranti,<br />
nonostante il recupero delle<br />
rive e la costruzione di depuratori,<br />
qualcuno preferisce<br />
ancora utilizzare il Sarno<br />
come una discarica e non<br />
come una risorsa. I ragazzi<br />
hanno seguito con grande<br />
attenzione le lezioni, ma anche<br />
studiato con interesse i<br />
metodi utilizzati per effettuare<br />
le analisi: studenti che<br />
vogliono essere protagonisti,<br />
soggetti attivi per la bonifica<br />
del territorio. Durante i seminari<br />
sono state anche e-<br />
sposte le attività dell’AERA<br />
(Associazione europea Rotary<br />
per l’ambiente) per illustrare<br />
le problematiche ambientali<br />
e le aspettative future.<br />
L’obiettivo è quello di riuscire<br />
a creare una mappa<br />
dettagliata sull’inquinamento<br />
del fiume. I progetti, elaborati<br />
dagli studenti, saranno<br />
presentati in un convegno<br />
che si terrà a Castellammare<br />
di Stabia dal 21 al 23<br />
aprile. Il messaggio del Rotary<br />
Club è chiaro: solo i giovani<br />
con le loro coscienze<br />
non inquinate, possono essere<br />
garanti e custodi del<br />
proprio territorio.<br />
Pagina a cura di<br />
SANTO IANNÒ<br />
RAFFAELE PELLEGRINO<br />
DI LORENZO<br />
Un segnale<br />
alle autorità<br />
«Il Club Rotary<br />
di Castellammare,<br />
di<br />
cui ho l’onore<br />
di essere presidente,<br />
da oltre<br />
vent’anni è<br />
impegnato a<br />
promuovere<br />
iniziative culturali e sociali in collaborazione<br />
con le scuole. Il progetto<br />
di sensibilizzazione sul<br />
fiume Sarno testimonia nel modo<br />
migliore questa vocazione. Il<br />
nostro comune, dall’immenso<br />
potenziale turistico, è stato enormemente<br />
penalizzato da questo<br />
disastro ambientale. Ci auguriamo<br />
che l’iniziativa serva a far<br />
uscire allo scoperto le autorità, a<br />
mostrare loro che esiste un’opinione<br />
pubblica sensibile a questi<br />
problemi. Il nostro obiettivo principale<br />
è il recupero <strong>della</strong> balneabilità<br />
<strong>della</strong> spiaggia; la riqualificazione<br />
<strong>della</strong> Marina di Stabia può<br />
essere il vero volano per lo sviluppo<br />
economico di Castellammare».<br />
Ambrosio<br />
Sotto<br />
i riflettori<br />
dell’Europa<br />
Michelangelo Ambrosio,<br />
presidente <strong>della</strong> Rotary<br />
Foundation e prossimo<br />
Governatore del Distretto<br />
2100, è uno dei principali<br />
artefici dell’iniziativa. A<br />
lui si deve il coordinamento<br />
delle attività tecniche<br />
e scientifiche del<br />
progetto, e il coinvolgimento<br />
di istituti come<br />
l’Università Parthenope<br />
di Napoli e l’Istituto Superiore<br />
di Sanità. «I risultati<br />
ottenuti dall’iniziativa<br />
non possono che essere<br />
uno stimolo a proseguire<br />
su questa strada, e a puntare<br />
ancora più in alto.<br />
Quest’anno il progetto ha<br />
ottenuto l’adesione di 21<br />
scuole, ma l’anno prossimo<br />
saranno molte di più.<br />
Contiamo inoltre di e-<br />
stendere l’analisi delle acque<br />
non solo al fiume<br />
Sarno, ma anche ai suoi<br />
torrenti Cavaiola e Solofrana».<br />
Un grande successo,<br />
dunque, confermato<br />
non solo dall’entusiasmo<br />
degli studenti, ma<br />
anche dalla risonanza internazionale<br />
ottenuta dal<br />
progetto. «Su questa iniziativa<br />
sono puntati i riflettori<br />
del Rotary europeo:<br />
possiamo già vantare<br />
la sponsorizzazione<br />
dell’AERA, e dall’anno<br />
prossimo avremo anche<br />
sovvenzioni da parte del<br />
Rotary International. Finanziamenti<br />
arriveranno<br />
anche dagli enti che si<br />
occupano <strong>della</strong> tutela del<br />
Golfo, come la Biennale<br />
del Mare».
PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />
7<br />
Siglato l’accordo<br />
tra Ateneo ed Enti locali.<br />
Inizio dei lavori previsto<br />
per il prossimo anno.<br />
Nel 2013 l’inaugurazione<br />
Le cifre dell’opera<br />
70 milioni di euro stanziati dalla<br />
Regione Campania per la tratta che<br />
collegherà i due poli universitari di<br />
Baronissi e Fisciano con la stazione di<br />
Mercato San Severino: 4 le fermate.<br />
Tre chilometri la lunghezza <strong>della</strong><br />
funicolare che vedrà la realizzazione di<br />
viadotti e gallerie oltre all’uso di una<br />
linea già esistente delle ferrovie.<br />
A destra Piazza del Sapere,<br />
Università degli Studi di Salerno.<br />
Al centro la mappa <strong>della</strong> funicolare<br />
All’Università con la funicolare<br />
Il progetto prevede quattro fermate: Baronissi-Fisciano in pochi minuti<br />
«Un altro importante passo<br />
è stato fatto. E pensare che<br />
qualcuno disse che con il<br />
trasferimento da Salerno<br />
alla valle dell’Irno, l’Università<br />
avrebbe avuto vita<br />
breve».<br />
E fiero oltre che contento il<br />
Rettore Raimondo Pasquino<br />
nell’annunciare ufficialmente<br />
l’ultima novità:<br />
l’Ateneo avrà una funicolare,<br />
di tipo moderno,<br />
che collegherà<br />
tre punti<br />
interni con la stazione<br />
ferroviaria<br />
di Mercato San<br />
Severino. Una<br />
strada ferrata che<br />
apre scenari nuovi<br />
per la crescita<br />
dell’Ateneo.<br />
Il Rettore illustra<br />
il progetto ad una folta platea<br />
e ai rappresentanti delle<br />
istituzioni tra i quali l’assessore<br />
regionale ai trasporti,<br />
Ennio Cascetta, il<br />
presidente <strong>della</strong> Provincia<br />
di Salerno, Angelo Villani,<br />
e gli amministratori dei<br />
comuni di Fisciano e Baronissi;<br />
le autorità che alla<br />
fine <strong>della</strong> presentazione firmeranno<br />
il protocollo d’intesa.<br />
La parte tecnica del progetto,<br />
che rientra in un ampio<br />
programma di riqualificazione<br />
delle strutture e riorganizzazione<br />
dei servizi<br />
ferroviari, viene illustrata<br />
Assessore Cascetta, il finanziamento<br />
per questa<br />
opera è ingente. La Regione<br />
punta anche sulla<br />
tecnologia e sulla <strong>ricerca</strong>?<br />
La Campania non è solo<br />
turismo. E’ un dato di fatto.<br />
L’economia campana non<br />
può essere monotematica.<br />
Non può basarsi su un<br />
unico comparto. La tradizione<br />
industriale regionale<br />
va salvaguardata. Abbiamo<br />
punti eccellenza come la<br />
cantieristica navale, l’aeronautica,<br />
la tecnologia dei<br />
materiali, l’automotive.<br />
Oltre all’Università avete<br />
anche finanziato la metropolitana<br />
di Salerno?<br />
Si, con 9 milioni di euro per<br />
riqualificare la stazione al<br />
nuovo servizio di trasporto.<br />
La stessa logistica che<br />
permetterà al Campus di<br />
entrare in pieno nel circuito<br />
del trasporto regionale.<br />
Arriva<br />
il people<br />
mover:<br />
trasporto<br />
interno<br />
L’ASSESSORE<br />
dall’ingegner Borrello, per<br />
conto dell’Ente autonomo<br />
Volturno, la società che<br />
gestirà l’impianto. Si tratta<br />
di un sistema su rotaie di<br />
tipo innovativo, a basso<br />
impatto ambientale, denominato<br />
“people mover” con<br />
la possibilità di trasporto di<br />
2400 passeggeri per ora in<br />
entrambe le direzioni.<br />
La tratta è complessivamente<br />
di tre chilometri<br />
che parte<br />
dal polo universitario<br />
di Baronissi<br />
per arrivare<br />
a quello di Fisciano.<br />
In mezzo la<br />
stazione ferroviaria<br />
di Mercato<br />
San Severino, il<br />
punto di collegamento<br />
con la<br />
metropolitana di Salerno,<br />
prossima alla realizzazione,<br />
e quindi i grandi scali regionali.<br />
Quattro le fermate:<br />
partenza dalla facoltà di<br />
medicina di Baronissi,<br />
Mercato San Severino, Rettorato<br />
e Terminal Campus<br />
di Fisciano. Tra tavoli tecnici<br />
e programmazione, la<br />
partenza dei lavori è stimata<br />
tra un anno; la realizzazione<br />
finale tra quattro.<br />
Entro trenta giorni dalla<br />
sottoscrizione del protocollo<br />
d’intesa, sarà indetta<br />
la conferenza di servizi;<br />
due mesi dopo partirà la<br />
progettazione.<br />
Cascetta: siamo<br />
uomini del fare<br />
Ci vedremo tra un anno<br />
quindi, all’inzio dei lavori?<br />
Si, perché l’importanza dei<br />
progetti è farli e non solo<br />
finanziarli. Con i discorsi<br />
non si cambia la realtà. La<br />
giornata di oggi è importante<br />
perché l’idea si concretizza,<br />
modificando la realtà<br />
e facendola vivere nel<br />
tempo.<br />
Rettore Pasquino l’Ateneo<br />
cresce?<br />
Il Campus cresce e si attrezza<br />
con quelle infrastrutture<br />
indispensabili co-me il collegamento<br />
su ferro, una<br />
nostra aspirazione da tempo<br />
perseguita che oggi diventa<br />
realtà.<br />
Un collegamento non solo<br />
limitato all’interno?<br />
No. Questo serve a facilitare<br />
e velocizzare i tempi di<br />
accesso per gli studenti ma<br />
anche ad avvicinare ancora<br />
di più l’Università all’intera<br />
regione.<br />
Gli altri progetti?<br />
Per l’accessibilità, c’è la bretella<br />
autostradale in uscita<br />
dall’Università in costruzione.<br />
Con questa opera finiremo<br />
la parte che riguarda<br />
l’accesso all’Ateneo. Poi<br />
abbiamo la realizzazione di<br />
laboratori e aule per gli studenti<br />
che comunque so-no<br />
in fase avanzata.<br />
IL RETTORE<br />
Pasquino: sogno<br />
che diventa realtà<br />
Qual è invece nel futuro?<br />
Lasciando da parte i progetti<br />
materiali, adesso c’è<br />
tutta quella parte immateriale.<br />
L’avanzare in quelle<br />
che sono le competenze e<br />
le conoscenze che noi<br />
come Università dobbiamo<br />
trasferire agli studenti formandoli<br />
per il mercato del<br />
lavoro.<br />
Presidente Villani le istituzioni<br />
guardano con interesse<br />
al Campus?<br />
Certamente. Pur non avendo<br />
dirette competenze per<br />
l’Università, abbiamo già da<br />
tempo avviato un programma<br />
di <strong>ricerca</strong> internazionale,<br />
dando così la possibilità<br />
di formare nostri <strong>ricerca</strong>tori<br />
all’estero e accogliere gli studiosi<br />
stranieri. Un programma<br />
unico in Italia che ci fa<br />
fare un ulteriore passo avanti<br />
come istituzioni.<br />
Se cresce l’Università, cresce<br />
anche la provincia.<br />
L’Università è parte integrante<br />
del tessuto economico<br />
e sociale del nostro territorio.<br />
Di questo ne siamo<br />
convinti. Lo dimostra poi il<br />
rapporto di stretta collaborazione<br />
già avviato da tempo<br />
con questo Ateneo e che<br />
sta dando dei proficui risultati<br />
di <strong>ricerca</strong> e occupazionali.<br />
Per il presidente <strong>della</strong> Provincia<br />
Villani questa intesa<br />
rappresenta un punto di<br />
partenza, uno stimolo per<br />
una progettazione più<br />
ampia che porti alla realizzazione<br />
di quel sistema che<br />
può denominarsi “Circum-<br />
Agro”. Una rete di trasporti<br />
più ramificata in ambito<br />
provinciale già approvata<br />
nella programmazione territoriale<br />
realizzata dalla<br />
Provincia.<br />
E coglie l’attimo l’assessore<br />
Cascetta che prospetta così<br />
gli orizzonti nuovi del sistema<br />
di trasporti <strong>della</strong> Regione<br />
Campania. Con la<br />
prossima realizzazione <strong>della</strong><br />
stazione d’interscambio<br />
“Vesuvio est”, nodo ferroviario<br />
principale, il minimetrò<br />
universitario collegherà<br />
non solo il Campus<br />
internamente ma tutto il<br />
territorio, e non solo quello<br />
regionale. Le distanze saranno<br />
più brevi; si arriverà<br />
a Roma in meno tempo,<br />
nemmeno due ore. Un disegno<br />
di rete regionale quindi<br />
che rende l’impianto del<br />
Campus non fine a se stesso<br />
ma uno dei tasselli principali<br />
<strong>della</strong> più grande<br />
infrastruttura dei trasporti<br />
mai realizzata da Palazzo<br />
Santa Lucia.<br />
Pagina a cura di<br />
LA PROVINCIA<br />
GIOVANNI SPERANDEO<br />
Villani: in sinergia<br />
con il Campus<br />
Ateneo quindi volano per<br />
lo sviluppo?<br />
La vera perla <strong>della</strong> provincia<br />
dalla cui collaborazione con<br />
le imprese non può che<br />
nascere sviluppo per il territorio.<br />
E poi questa infrastruttura<br />
da una visione non<br />
solo provinciale per l’Ateneo,<br />
ma ribalta nazionale<br />
e nuove occasioni.
8 Domenica<br />
12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />
APRIAMO<br />
GLI OCCHI<br />
AL CIELO<br />
PADRE CLAUDIO LUCIANO*<br />
Chiudiamo gli occhi e contempliamo<br />
la Pasqua di<br />
Cristo Risorto. Da una<br />
parte il messaggio<br />
di speranza e di vittoria<br />
sulla morte e sul peccato, e<br />
dall’altra l’uomo, disorientato<br />
tra le mille sirene di un<br />
mondo sempre più confuso<br />
e smarrito. Un uomo, capace<br />
di aggiungere qualche<br />
anno di vita al suo viaggio<br />
terreno, si riscontra, poi,<br />
povero di eternità, perché<br />
immerso nei valori del<br />
tempo finito e senza speranze.<br />
Non è tanto<br />
facile vivere la Pasqua per<br />
l’uomo di oggi, immerso in<br />
una cultura di crisi che<br />
mantiene sulle spine le<br />
grandi potenze del pianeta<br />
Terra, oscillante in un equilibrio<br />
economico sempre<br />
più instabile e vulnerabile.<br />
Vivere la Pasqua è ancora<br />
più difficile per<br />
chi, da tempo, si è incamminato<br />
verso una concezione<br />
“laica” <strong>della</strong> vita, dalla<br />
quale va scomparendo ogni<br />
desiderio di cielo e di eternità.<br />
E ricade nella solitudine.<br />
Vivere la Pasqua è<br />
diventato difficile, forse<br />
anche per il mondo cattolico,<br />
dove un certo secolarismo<br />
pare voglia impadronirsi<br />
del sacro, rendendo<br />
tutto relativo e terribilmente<br />
umano. In un contesto<br />
ricco di liturgie appariscenti<br />
e solenni, ma fredde, che<br />
non riescono più ad arrivare<br />
all’animo e commuoverlo.<br />
È difficile farsi contagiare<br />
dalla gioia e dalla speranza<br />
di Pasqua per chi cerca<br />
la mediocrità, e non vuole<br />
essere disturbato nelle consolidate<br />
abitudini di un<br />
vivere “senza infamia e<br />
senza lode”. Per chi<br />
pretende che anche il Papa,<br />
punto di riferimento del<br />
sacro sulla terra, moderi il<br />
suo linguaggio, impari ad<br />
usare parole semplici ed<br />
accomodanti, per predicare<br />
un Vangelo adeguato alle<br />
esigenze e agli egoismi dell’uomo<br />
contemporaneo. Un<br />
Papa, che si accontenti di<br />
una mediocrità che non<br />
disturba, anziché continuare<br />
a proporre il cammino di<br />
perfezione annunciato da<br />
Cristo: “Siate perfetti come<br />
il Padre vostro celeste”.<br />
Vivere la Pasqua è difficile,<br />
ma ancora possibile. È possibile<br />
se chiudiamo gli occhi<br />
al mondo e li apriamo al<br />
cielo, all’eternità, al desiderio<br />
di infinito e di eterno<br />
che riempie tante<br />
volte il nostro animo,<br />
donandoci momenti di<br />
profonda pace e serenità. È<br />
possibile se scopriamo,<br />
ancora una volta, la nostra<br />
capacità di sognare e sperare,<br />
e, come l’alpinista, intuire,<br />
con sorprendente stupore,<br />
che oltre i nostri vasti<br />
orizzonti, raggiunti con<br />
fatica negli anni, ne possiamo<br />
scorgere altri, ancora<br />
più vasti, in lontananza, che<br />
ci parlano di cielo e di eternità.<br />
Viviamo la Pasqua che<br />
ci fa volare oltre le nuvole!<br />
*Direttore<br />
del settimanale<br />
cattolico “Agire”<br />
Una lunga storia di passione popolare, tradizione e folklore<br />
Tra fede e credenze popolari<br />
CLAUDIA ESPOSITO<br />
Un silenzio surreale avvolge<br />
la penisola sorrentina<br />
durante la Settimana Santa.<br />
La Costiera non è più la<br />
solita, chiassosa meta del<br />
turismo internazionale ma<br />
è soprattutto luogo di raccoglimento<br />
e preghiera.<br />
Riti austeri sono rigidamente<br />
scanditi da un calendario<br />
che si tramanda<br />
immutato nei secoli. A<br />
squarciare la calma <strong>della</strong><br />
notte tra Giovedì e Venerdì<br />
Santo solo il ritmo<br />
cupo di tamburi, troccole<br />
e bombardini che avanzano<br />
lentamente tra la folla<br />
di residenti e turisti assiepati<br />
a migliaia lungo i bordi<br />
delle strade in un buio<br />
quasi totale. A rischiarare<br />
l’oscurità solo le tremule<br />
fiaccole degli incappucciati<br />
e i ceri sui balconi che illuminano<br />
la strada al mesto<br />
corteo. Più indietro,<br />
sopraggiungono le struggenti<br />
note del Miserere,<br />
che echeggiano in un malinconico<br />
botta e risposta<br />
da Vico Equense a Massa<br />
Lubrense.<br />
Sono circa una ventina i<br />
riti che costellano la penisola<br />
sorrentina, ciascuno<br />
con le sue peculiarità.<br />
Rappresentazioni storiche<br />
dal Lunedì al Mercoledì<br />
Santo si susseguono tra<br />
Meta, Piano e Sorrento,<br />
solo un preludio agli eventi<br />
clou del giovedì e il venerdì<br />
santo rappresentati<br />
dalle processioni degli incappucciati.<br />
Migliaia i partecipanti<br />
che celano il volto<br />
in segno di penitenza,<br />
mettendo al bando la vanità<br />
del protagonismo.<br />
Ogni corteo ha le sue u-<br />
SABINO RUSSO<br />
La processione <strong>della</strong> Madonna<br />
delle galline a Pagani<br />
rientra nel mito e nel culto<br />
delle “Sette Madonne” che<br />
si manifesta nell’arco annuale<br />
delle feste campane<br />
ed è caratterizzato dai temi<br />
<strong>della</strong> madre, del sesso e<br />
<strong>della</strong> morte. La domenica,<br />
quella <strong>della</strong> festa, la statua<br />
compie una lunga processione<br />
di una decina di ore<br />
lungo tutto l’abitato.<br />
Lo scorso anno, però, c’è<br />
stato un intoppo che per il<br />
suo carattere inatteso non<br />
ha potuto che apparire come<br />
un annuncio divino agli<br />
uomini. In una via del centro,<br />
a causa dell’impatto con<br />
un cavo elettrico sospeso<br />
tra i palazzi, il busto <strong>della</strong><br />
sacra statua si è inclinato<br />
dando l’impressione di essere<br />
stato «decapitato».<br />
Tutti hanno pensato che<br />
l’ordine naturale si fosse<br />
interrotto. La festa procedeva<br />
carica di passione come<br />
sempre, la statua faceva<br />
il giro <strong>della</strong> città e tutt’intorno<br />
la folla di fedeli si accalcava<br />
tra botti, tammorre e<br />
La Passione,<br />
suoni e valori<br />
senza tempo<br />
sanze, i suoi personaggi<br />
chiave, i suoi colori simbolici<br />
che lo rendono unico. La<br />
sera del Giovedì Santo è la<br />
volta degli incappucciati<br />
bianchi che, secondo la tradizione,<br />
accompagnano la<br />
Madonna Addolorata tra i<br />
Sepolcri nella straziante <strong>ricerca</strong><br />
del Figlio arrestato dai<br />
suoi carnefici. Tante le arci-<br />
PENISOLA SORRENTINA<br />
Sono oltre venti i riti religiosi<br />
che si celebrano in Costiera<br />
Due momenti delle processioni sorrentine (foto Luigi Coppola)<br />
Da cinque secoli a Pagani si ripete<br />
la festa <strong>della</strong> Madonna delle Galline<br />
confraternite e i laici coinvolti:<br />
l’Annunziata di Piano,<br />
quella <strong>della</strong> Purificazione di<br />
Maria Santissima di Mortora,<br />
l’Arciconfraternita<br />
<strong>della</strong> SS. Immacolata di<br />
Meta, quelle del SS. Sacramento<br />
e dei padri “giuseppini”<br />
di Sant’Agnello oltre<br />
all’arciconfraternita sorrentina<br />
di Santa Monica. Unica<br />
volatili. Poi l’imprevisto. E<br />
nei giorni dedicati alla<br />
Vergine, un’altro tragico<br />
evento che nella credenza<br />
popolare subito scatenatasi,<br />
qualcuno ha attribuito all’incidente<br />
avvenuto: è morto<br />
Franco Tiano, simbolo<br />
<strong>della</strong> città che aveva ridato<br />
voce alla tradizione. Proprio<br />
dai suoi insegnamenti<br />
e dall’incidente alla statua,<br />
deve partire nella coscienza<br />
di tutti un monito affinché<br />
alla festa possa essere restituita<br />
la spiritualitá di una<br />
eccezione al candore delle<br />
vesti, la processione dell’Arciconfraternita<br />
<strong>della</strong> SS.<br />
Trinità dei Pellegrini e dei<br />
Convalescenti, in sai rossi,<br />
colore simbolo <strong>della</strong> Passione.<br />
Giunge così l’alba del Venerdì<br />
Santo, giornata in cui<br />
le vesti diventano nere, in<br />
segno di lutto per la Madonna<br />
che ritrova suo Figlio<br />
senza vita. Anche in questo<br />
caso le manifestazioni sono<br />
numerose: due a Meta, tre a<br />
Piano, una a Sant’Agnello,<br />
due a Massa Lubrense e una<br />
a Sorrento, sempre nera, tra<br />
le processioni più antiche<br />
d’Italia. A Vico Equense<br />
ritorna invece la processione<br />
dell’Arciconfraternita<br />
Morte e Orazione di Seiano<br />
che ogni tre anni si alterna<br />
con quella viola <strong>della</strong> congrega<br />
dell’Assunta. Le pro-<br />
volta, che negli ultimi anni<br />
è stata per certi versi smarrita,<br />
come ricordato dal<br />
vescovo Iliano. La tradizionale<br />
festa è un modo con<br />
cui la comunità paganese<br />
mantiene il proprio sé collettivo,<br />
nella sua dimensione<br />
storica e nella sua proiezione<br />
verso il futuro. Una<br />
radice profonda, una religiosità<br />
arcaica che si manifesta<br />
nell’ottava di Pasqua<br />
in un tripudio festoso di<br />
danze mosse dal suono<br />
caratteristico delle tammorre,<br />
che sono un inno alla<br />
vita e alla fertilità.<br />
Il corpo, sede di sacralità e<br />
di religiosità, dopo il periodo<br />
pasquale dell’angustia,<br />
avendo maturato il suo<br />
senso in funzione delle felicità<br />
temporali e perenni,<br />
esplode così in espressioni<br />
artistiche ritmiche e musicali<br />
che legano i temi <strong>della</strong><br />
vita, <strong>della</strong> morte, <strong>della</strong> fertilità<br />
e <strong>della</strong> fecondità. La<br />
manifestazione è ricca di<br />
segni di vita e densi di<br />
gioiosa sacralità, che prende<br />
il nome di “Tammurriata”<br />
.<br />
cessioni in penisola sorrentina<br />
sono un rito che<br />
unisce presente e passato<br />
in un attimo senza tempo,<br />
in cui si manifesta l’attaccamento<br />
del popolo alla<br />
fede e alle tradizioni locali.<br />
Ma la religiosità del popolo<br />
costiero ha radici antiche:<br />
fin dal 1100 gruppi di<br />
laici giravano in tela di sacco<br />
seguendo il crocifisso o<br />
la statua del Cristo Morto.<br />
Dal XVII secolo, durante<br />
la Controriforma, l’organizzazione<br />
passò in mano<br />
ai religiosi che iniziarono<br />
ad aggregarsi in confraternite.<br />
Le processioni allora<br />
si arricchirono dei cosiddetti<br />
“misteri”, gli oggetti<br />
connessi al martirio di<br />
Gesù, che sono ancora oggi<br />
la chiave di tutte le manifestazioni<br />
<strong>della</strong> Settimana<br />
Santa.
IL PERSONAGGIO<br />
PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />
La storia di Augusto de Luca, da fotografo affermato a cacciatore di murales<br />
L’Arsenio Lupin dei graffiti<br />
«Il mio obiettivo è quello di sensibilizzare le persone alla Street Art»<br />
9<br />
VERONICA VALLI<br />
A chi non è capitato, camminando<br />
per strada, di fermarsi ad<br />
osservare quegli strani disegni sui<br />
muri? Per qualcuno è soltanto<br />
roba che imbratta i muri, stupide<br />
scritte, per altri sono vere e proprie<br />
opere d’arte. Pochi sanno che<br />
questi disegni si chiamano graffiti<br />
e afferiscono al movimento<br />
artistico chiamato Street Art.<br />
Ancora meno sanno che c’è qualcuno<br />
che addirittura li “ruba” alle<br />
pareti dove sono posti, una specie<br />
di furto d’arte postmoderno,<br />
potremmo dire. Questo qualcuno<br />
risponde al nome di Augusto de<br />
Luca, già noto fotografo che, dal<br />
2005 si è reinventato “Graffiti<br />
Hunter”, ossia cacciatore di graffiti.<br />
La passione di de Luca per il<br />
genere nasce dalla sua ammirazione<br />
per artisti come Mapplethorpe<br />
ed Hering, di cui apprezzava<br />
il segno semplice ed allo<br />
stesso tempo geniale. Del tutto<br />
casualmente, passeggiando per le<br />
vie di Napoli, si accorse di questi<br />
disegni fatti sui muri, gli «piacquero<br />
subito, perché mi ricordavano<br />
i disegni di Cutrone, Sharf e<br />
dello stesso Haring. All’epoca<br />
non sapevo nulla <strong>della</strong> Street Art,<br />
immaginando soltanto che fossero<br />
opere fatte da ragazzi. Così iniziai<br />
a prenderli». In realtà, questo<br />
tipo di arte, lo dice stesso il nome,<br />
nasce per strada, perciò ai graffitari<br />
potrebbe dare fastidio che<br />
qualcuno si appropri delle loro o-<br />
pere. Ma de Luca chiarisce fin da<br />
subito che «Prendere i graffiti per<br />
me era anche preservarli dal tempo<br />
e dagli agenti esterni che li<br />
avrebbero rovinati, infatti ne ho<br />
anche restaurati alcuni. Spesso i<br />
graffitari sono giovani e non si<br />
rendono conto di quanto è importante<br />
conservare i propri lavori.<br />
Effettivamente non mi considero<br />
un cacciatore ma un collezionista<br />
d’arte». Raccogliendo i<br />
graffiti è riuscito a costruire la<br />
testimonianza di un preciso periodo<br />
storico <strong>della</strong> Street Art napoletana,<br />
un unicum nel suo genere,<br />
di cui il “cacciatore” è molto<br />
fiero, tanto da essere apprezzato<br />
anche dai graffitari, uno su tutti<br />
Iabo, col quale è nato un sodalizio<br />
artistico. «Ho conosciuto Iabo-<br />
La scheda<br />
Augusto de Luca nasce a Napoli<br />
nel 1955, laureato in giurisprudenza<br />
all’Università Federico II.<br />
Diventa fotografo professionista<br />
nella metà degli anni Settanta<br />
ed opera al confine tra<br />
fotografia tradizionale e sperimentazione.<br />
Con un suo stile<br />
particolare, realizza immagini<br />
che ricordano la lezione <strong>della</strong><br />
metafisica.<br />
Augusto de Luca nella sua abitazione napoletana<br />
dice de Luca- tramite Luca<br />
Borriello dell’Osservatorio Nazionale<br />
sulla Street Art. Borriello<br />
parlò <strong>della</strong> mia attività ad una<br />
giornalista de “Il Mattino”, che fece<br />
un servizio su di me, ribattezzandomi<br />
“Il Cacciatore di graffiti”.<br />
L’articolo aveva un richiamo in<br />
prima pagina, con una fotografia<br />
che mi ritraeva mentre staccavo<br />
un poster di Iabo che, venuto a<br />
sapere <strong>della</strong> cosa, chiese di incontrarmi».<br />
Fu proprio Iabo a suggerire<br />
a de Luca di pubblicare tutto<br />
il suo materiale su internet, cre-<br />
ando uno spazio su uno dei social<br />
network più noti, ossia Myspace.<br />
«L’idea principale- aggiunge de<br />
Luca- era valorizzare la Street<br />
Art, rendendola fruibile a tutti<br />
tramite internet. Volevo catalizzare<br />
l’interesse sul mondo del<br />
writing, stimolando la curiosità<br />
delle persone, svelando per fasi<br />
chi ero e qual’era la mia attività,<br />
creando una sorta di performance<br />
artistica piuttosto provocatoria».<br />
Una provocazione in tempi<br />
non facili per il writing, che è<br />
considerato al limite <strong>della</strong> legalità,<br />
di cui de Luca è conscio.<br />
«C’è molta ignoranza in materia<br />
ed il mio intento- dice- è anche<br />
quello di sensibilizzare, per far<br />
capire alla gente quello che è<br />
Street Art e quello che non lo è, il<br />
fatto stesso che fosse una persona<br />
come me, che s’occupa d’arte da<br />
anni, a far partire l’operazione, è<br />
un escamotage per evidenziare il<br />
valore artistico dei graffiti. Per<br />
questo motivo, ho iniziato a parlare<br />
di me e <strong>della</strong> mia carriera<br />
anche su Myspace». Le opere che<br />
de Luca ha collezionato sono<br />
moltissime, tanto che sarebbe<br />
interessante passare dal web al<br />
reale, facendone una mostra, ma<br />
lui è di un altro avviso: «Non mi<br />
interessa- conclude- fare una<br />
mostra, più che altro perché potrebbe<br />
dare fastidio ai graffitari,<br />
che si sentirebbero totalmente<br />
espropriati <strong>della</strong> loro opera.<br />
Quando sarà, donerò tutta la mia<br />
collezione ad un museo. D’altra<br />
parte, non sono un artista perché<br />
prendo i graffiti dal muro, ma li<br />
prendo perché sono un artista». Il<br />
myspace di de Luca è myspace.com/augustodeluca.<br />
GERMANA GRASSO<br />
Muri come fogli bianchi su<br />
cui raccontare storie, incidere<br />
sentimenti, urlare un<br />
disagio o affermare la propria<br />
esistenza. Sono i muri di<br />
periferia, dove il grigiore<br />
<strong>della</strong> solitudine e <strong>della</strong> mancanza<br />
di un luogo di aggregazione<br />
si combatte con i colori<br />
delle bombolette spray.<br />
Quei colori piacciono anche<br />
all’amministrazione del Comune<br />
di San Giorgio a<br />
Cremano che ha aderito all’iniziativa<br />
di Inward, l’osservatorio<br />
sulla cultura del writing<br />
dell’associazione culturale<br />
Artéteca, che ha ideato un<br />
progetto di riqualificazione<br />
urbana attraverso il writing.<br />
Il Comune ha messo a disposizione<br />
i muri del sottopassaggio<br />
<strong>della</strong> Circumvesuviana<br />
fra via Mazzini e via<br />
Recanati: “fogli” su cui i writers<br />
– tra cui Rota, Zeus 40,<br />
Opium, Pencil, tutti originari dell’area<br />
vesuviana – hanno lasciato traccia <strong>della</strong><br />
loro idea del diritto al gioco e del diritto di<br />
espressione.<br />
Nel progetto quel sottopassaggio è un<br />
simbolico portale d’accesso al Centro polifunzionale<br />
giovanile, di prossima apertura,<br />
costruito all’interno dell’ex macello<br />
comunale. «La riqualificazione del sottopassaggio<br />
è solo un primo passo – afferma<br />
l’assessore comunale alla Comunicazione<br />
Giorgio Zinno, che ha incentivato la realizzazione<br />
dell’iniziativa – poiché continueremo<br />
su questa linea, creando una<br />
pagina web per monitorare i prodotti dei<br />
writers. Se si comprende che il graffitismo<br />
San Giorgio a Cremano per la riqualificazione attraverso il writing<br />
Diritti umani a colori<br />
Ecco come cambia una forma di espressione nata nell’illegalità<br />
A sinistra<br />
un writer.<br />
A destra<br />
il murales<br />
sul diritto<br />
al gioco<br />
è una forma d’arte, concedergli spazi<br />
significa rendere legale una forma di<br />
espressione nata nell’illegalità».<br />
La città di San Giorgio a Cremano da anni<br />
è attenta alle evoluzioni del fenomeno giovanile,<br />
ha ospitato Circumwriting nell’estate<br />
2004, il primo progetto di riqualificazione<br />
delle stazioni <strong>della</strong> rete ferroviaria<br />
<strong>della</strong> Circumvesuviana (promosso da<br />
Inward e appoggiato dalla Regione<br />
Campania e dal critico d’arte Achille<br />
Bonito Oliva) ed è stato l’unico Comune<br />
del Sud a partecipare al convegno internazionale<br />
sul writing nei vari contesti urbani,<br />
svoltosi a Roma il 31 gennaio 2008. «Il<br />
writing è un fatto culturale – dice Luca<br />
Borriello, presidente dell’osservatorio<br />
Inward – che interessa vari ambiti, non<br />
solo l’arte, ma anche il decoro e l’arredo<br />
urbano, l’antropologia, le politiche sociali<br />
e le politiche giovanili. Un piano di riqualificazione<br />
urbano ben congegnato<br />
potrebbe far confluire chi fa writing o tags<br />
(firme realizzate con bombolette spray,<br />
pennarelli, marcatori, frese, acidi, ndr) in<br />
spazi che, altrimenti, verserebbero in stato<br />
di abbandono».<br />
L’osservatorio sta raccogliendo dati sull’evoluzione<br />
del fenomeno, spesso ancora<br />
confuso con il vandalismo.<br />
«Ora i writers si stanno<br />
aggregando in associazioni<br />
culturali, un’evoluzione<br />
naturale delle crews – fa<br />
notare Borriello – e così si<br />
stanno relazionando con le<br />
istituzioni».<br />
E le istituzioni sembrano<br />
avere un rapporto ambiguo<br />
con il writing, se propongono<br />
una legge che<br />
punisce chi lo pratica e se<br />
poi il ministro alle Politiche<br />
Giovanili Giorgia Meloni<br />
decide di trasferire a<br />
palazzo Chigi la tela-cubo<br />
sulla caduta del muro di<br />
Berlino, realizzata dalla<br />
crew Wild Boys (Rota e<br />
Zeus 40), autrice anche<br />
<strong>della</strong> parete sul diritto al<br />
gioco. «Per sfatare l’equivoco<br />
del vandalismo e per<br />
esaltare gli aspetti positivi<br />
del graffitismo – spiega<br />
Borriello - abbiamo intenzione<br />
di creare un centro<br />
studi universitario sulla cultura<br />
del writing. Le facoltà<br />
di scienze <strong>della</strong> comunicazione<br />
sarebbero le più adatte a mostrare<br />
che è una forma di espressione in trasformazione».<br />
Un’evoluzione che si registra anche in<br />
forme di comunicazione più convenzionali.<br />
«Ormai anche le agenzie pubblicitarie,<br />
soprattutto quelle che si occupano di<br />
street marketing, non possono ignorare la<br />
cultura del writing e lo urban design –<br />
conclude Borriello – per alcuni writers diventa<br />
uno sbocco professionale. Ad esempio,<br />
ad Ancona, c’è un’associazione in cui<br />
sette writers su dieci sono designers».
10 Domenica<br />
12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />
DEGRADO E ABBANDONO NELLA STRUTTURA<br />
CICERALE: CHIUSO IL LAGER<br />
Brutta storia quella del canile di<br />
Cicerale, protagonista <strong>della</strong> cronaca<br />
già dal 1980. Negli anni l’Oasi<br />
San Leo, così si chiama impropriamente<br />
la struttura<br />
scandalo, ha scatenato<br />
l’ira degli ambientalisti<br />
e l’attenzione<br />
dei giornali. La stampa<br />
lo ha definito con i<br />
nomi più coloriti, da<br />
lager a prigione, fino<br />
a girone dell’inferno.<br />
Finalmente, dal 16 dicembre<br />
2008 il nucleo<br />
operativo ecologico<br />
dei carabinieri lo<br />
ha posto sotto sequestro.<br />
Durante l’operazione ospitava<br />
1100 cani. La struttura si trova sulle<br />
montagne di Cicerale, vicino ad<br />
Agropoli e accoglieva cani <strong>della</strong><br />
provincia di Avellino e di Benevento.<br />
Il forte isolamento ha fatto sì<br />
che per anni il canile scandalo<br />
abbia continuato ad esercitare la<br />
sua attività eludendo i controlli di<br />
legge. Il Corriere del<br />
Mezzogiorno aveva<br />
dedicato nel 2006 alla<br />
descrizione <strong>della</strong><br />
struttura ampio spazio.<br />
Gli ultimi a visitarla<br />
sono stati gli o-<br />
peratori di Striscia la<br />
Notizia, che hanno<br />
documentato condizioni<br />
di degrado e<br />
abbandono allucinanti,<br />
complici anche<br />
le abbondanti piogge<br />
di quel periodo che avevano<br />
reso il terreno particolarmente<br />
fangoso e difficile. Il proprietario<br />
Giovanni Cafasso nega tuttora i<br />
maltrattamenti.<br />
Domenica 15 Marzo a Sampieri, in<br />
Sicilia, un bambino viene sbranato<br />
dal branco. Stavolta non è un episodio<br />
di bullismo: sono cani trasformati<br />
in lupi quelli che hanno<br />
tolto la vita a Giuseppe Brafa di 10<br />
anni. Ritorna con violenza il problema<br />
del randagismo che con<br />
drammatica ciclicità periodicamente<br />
riempie le cronache.<br />
Un fenomeno ampio su scala<br />
nazionale, che diventa drammatico<br />
soprattutto al Sud: secondo il ministero<br />
<strong>della</strong> Salute sono 600 mila i<br />
cani randagi in Italia e solo un<br />
quarto è nei canili, la maggior<br />
parte gestiti da privati. In Campania<br />
il ministero stima che i cani<br />
senza padrone sono 70 mila e le<br />
strutture per accoglierli insufficienti,<br />
sia per posti disponibili sia<br />
per i bilanci comunali. Perché la<br />
legge, sia nazionale che regionale,<br />
su questo punto è molto chiara: responsabile<br />
dei randagi presenti sul<br />
suolo comunale è ogni singolo sindaco,<br />
che deve preoccuparsi di<br />
tenerli in numero basso sulle strade<br />
e alloggiare nei canili quelli pericolosi<br />
o malati (legge 281 del 91 e<br />
legge 16 <strong>della</strong> Regione Campania).<br />
Soluzione lontana, è sempre emergenza in Campania<br />
Esercito di randagi<br />
Uomo poco amico<br />
Mani tese dai volontari per sollecitare le adozioni<br />
Solo che delle lobby private controllano<br />
i prezzi che risultano molto<br />
alti: ogni comune, che non ha la<br />
fortuna di potersi servire di una<br />
struttura d’accoglienza pubblica,<br />
spende dai 2 ai 5 euro al giorno,<br />
per ciascuno dei 50-100 cani.<br />
È facile capire perchè i proprietari<br />
dei canili non sono interessati a<br />
incentivare le adozioni. Anzi sono<br />
frequenti i casi in cui vengono immessi<br />
cuccioli nei canili per garantire<br />
una rendita. In più la legge colloca<br />
le aeree per ospitare queste<br />
strutture lontano dai centri urbani,<br />
quindi distanti da un eventuale<br />
pubblico di visitatori. Alcuni Comuni<br />
contato sui rifugi per gli animali<br />
abbandonati gestiti da volontari,<br />
che non pesano sulle loro casse.<br />
Inoltre in Campania è ancora<br />
lontana la mentalità di adottare<br />
cani adulti, presente nelle regioni<br />
del nord.<br />
Tentano di porre rimedio le associazioni<br />
di volontari, tantissime nel<br />
territorio campano e in tutta Italia.<br />
Quelle che abbiamo interpellato ci<br />
confidano i loro sacrifici, anche<br />
economici, per trovare casa ai loro<br />
amici animali. Una passione che li<br />
porta a trasportare a loro spese, i<br />
cani fortunati dalla nostra regione<br />
che hanno trovato casa al Nord.<br />
Giovani e dinamici i volontari hanno<br />
da tempo capito l’importanza di<br />
internet per scambiare idee, richieste<br />
di supporto e soprattutto<br />
annunci: il gruppo su facebook “la<br />
città dei cani” conta oggi poco<br />
meno di 5 mila membri.<br />
Altro punto cruciale è la sterilizzazione:<br />
fondamentale per limitare il<br />
numero di randagi e limitarne la<br />
pericolosità è ancora poco diffusa<br />
sul nostro territorio. Merita di<br />
essere trattato anche il problema<br />
dell’abbandono: secondo l’Associazione<br />
per la difesa degli animali<br />
nell’estate del 2008 in Italia sono<br />
stati lasciati in strada 14 mila cani<br />
il 19% in più rispetto al 2007. Nella<br />
sola Campania sono cresciuti del<br />
5%. Parallelamente crescono gli<br />
incidenti causati da animali che si<br />
aggirano soli sulle strade, secondo<br />
l’Instat sono circa 6 mila l’anno.<br />
«Manca una cultura cinofila in<br />
Campania» ci confidano i volontari<br />
interpellati. Al Sud sono ancora<br />
molti quelli che tengono i loro cani<br />
prevalentemente all’aperto senza<br />
sterilizzarli, favorendo la crescita<br />
dei randagi. Che in questi giorni<br />
subiscono anche gli attacchi <strong>della</strong><br />
gente spaventata dai branchi.<br />
Una cultura, quella <strong>della</strong> tutela<br />
degli animali che sta crescendo,<br />
ma è ancora troppo sporadica per<br />
consentire una corretta convivenza<br />
tra animali e persone.<br />
Pagina a cura di<br />
DANIELE DE SOMMA<br />
È il web il principale veicolo<br />
con cui Silvia Esposito,<br />
veterinaria del centro ricerche<br />
del Policlinico di Napoli,<br />
ha trovato casa a tanti<br />
cani vagabondi di Somma<br />
Vesuviana.<br />
Ma anche di tanti Comuni<br />
vicini come Volla e Sant’Anastasia.<br />
Questo grazie al<br />
sito internet che ha aperto<br />
lo scorso anno: www.canidisomma.com<br />
.<br />
Il suo obiettivo è «rendere<br />
visionabili i cani che sono<br />
all’interno del canile».<br />
Questo perché, vista anche<br />
la legge che impone di<br />
tenere le strutture di accoglienza<br />
lontane dalle abitazioni,<br />
«spesso nessuno li<br />
visita».<br />
Oltre ad essere un veicolo<br />
per trovare una casa ai cani<br />
randagi il sito è anche un<br />
tramite per ritrovare quelli<br />
smarriti. «Molti non sanno<br />
- dice Esposito - che spes<br />
SOMMA VESUVIANA<br />
Il web in aiuto<br />
ai senza padrone<br />
so un cane che si perde va a<br />
finire in un canile». Un<br />
lavoro intenso, supportato<br />
dai volontari di tutta Italia:<br />
«Il web - continua - è mondiale,<br />
quindi rispondono<br />
agli appelli anche da posti<br />
lontani: Roma, Firenze. E<br />
anche da molto più lontano:<br />
stasera mi ha chiamato<br />
una ragazza di Bolzano».<br />
È una rarità nel territorio<br />
campano l’attenzione che<br />
l’avvocato Carmine Pone,<br />
sindaco di Sant’Anastasia<br />
dà al problema del randagismo.<br />
«Appena arrivato in<br />
comune ho constatato che<br />
per la tutela dei cani randagi<br />
spendevamo una media<br />
di 100 mila euro all’anno».<br />
Una cifra che pesa per un<br />
comune di circa 30 mila<br />
abitanti, che derivava da<br />
un’attenzione approssimativa<br />
al problema: «Nell’albergo<br />
- il sindaco definisce<br />
così il canile - dovrebbero<br />
stare solo cani pericolosi,<br />
morsicatori e malati, mentre<br />
ho constatato che il<br />
nostro comune dava alloggio<br />
anche a cani dolcissimi<br />
e innocui». Per questo<br />
l’amministrazione si è fatta<br />
promotrice di un progetto<br />
di immissione sul territorio,<br />
dopo la sterilizzazione,<br />
di “cani di quartiere” cioè<br />
SANT’ANASTASIA<br />
Il sindaco si affida<br />
ai “cani di quartiere”<br />
animali affidati alle comunità<br />
locali che badano al<br />
loro sostentamento. Inoltre<br />
il comune utilizza molti<br />
canali per favorire le adozioni.<br />
«Le leggi - continua<br />
il sindaco - sono moderne.<br />
Il problema che, nate per la<br />
tutela dei cani vengono utilizzate<br />
impropriamente dagli<br />
uomini per lucrare ».<br />
Saranno sfattati tra pochi<br />
giorni i 160 cani senza padrone<br />
ospiti del rifugio La<br />
Fenice, gestito e autofinanziato<br />
dall’Associazione Difesa<br />
e Libertà degli Animali<br />
(ADLA). Il piano regolatore<br />
del 2003 non ha<br />
previsto nel progetto di riqualificazione<br />
urbana dell’area<br />
di Ponticelli il rifugio<br />
per i cani abbandonati fondato<br />
10 anni fa da Carmela<br />
Vitale, che negli anni è<br />
diventato «un vero punto<br />
di riferimento per la divulgazione<br />
<strong>della</strong> cultura cinofila<br />
a Napoli. Prima in quest’area<br />
(di circa 3000 mq in<br />
comodato d’uso ndr.) c’erano<br />
solo droga e prostituzione».<br />
A parlare è Paola<br />
Maida, una dei tanti volontari<br />
del centro, che si occupa<br />
<strong>della</strong> cura degli animali<br />
ospiti. «Il nostro rifugio è<br />
occupato in media da 160<br />
cani, perché facciamo di<br />
PONTICELLI<br />
La Fenice ancora<br />
non ha una casa<br />
tutto per trovare loro una<br />
casa e mantenerli ad un numero<br />
stabile».<br />
Il rifugio è l’unica struttura<br />
di accoglienza per randagi<br />
presente nel Comune di<br />
Napoli, senza di lui i suoi o-<br />
spiti rischiano di tornare in<br />
strada. «L’associazione lotterà<br />
per i suoi cani» hanno<br />
dichiarato i volontari.
Determinante l’apporto<br />
<strong>della</strong> grotta del Caliendo,<br />
una sorgente sotterranea,<br />
presto visitabile per ammirare<br />
stalattiti e stalagmiti<br />
di straordinaria bellezza<br />
A lato il lago Laceno<br />
e in basso un pescatore<br />
PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />
I monti Picentini<br />
Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino,<br />
in provincia di Avellino. L’altopiano è a<br />
1000 metri dal livello del mare e fa parte<br />
del Parco regionale dei Monti Picentini,<br />
in cui svetta il Monte Cervialto con i<br />
suoi 1809 metri. La località attira i turisti<br />
con il motto “ammirare il mare sciando”.<br />
Dalla cima più alta, nei giorni senza<br />
foschia, si può in effetti ammirare il<br />
golfo di Salerno.<br />
11<br />
Lago Laceno: la natura batte l’uomo<br />
Risanamento insufficiente : le piogge hanno innalzato il livello dopo decenni<br />
E’ lo stupore la sensazione<br />
che ti investe quando a circa<br />
1100 metri di altezza, nei<br />
pressi di Bagnoli Irpino,<br />
scorgi, mentre stai raggiungendo<br />
in auto il Parco dei<br />
Monti Picentini, una distesa<br />
d’acqua su cui si specchiano<br />
i monti innevati, gli alberi e<br />
alcune casette in legno.<br />
E’ il lago Laceno, oggi ai<br />
livelli massimi dopo decenni.<br />
La natura ha fatto il suo<br />
piccolo, splendido miracolo.<br />
Proprio in un posto dove<br />
non si sperava più di rivedere<br />
le montagne abbracciare<br />
l’acqua. Lì dove il terremoto<br />
dell’80 aveva causato il prosciugamento<br />
<strong>della</strong> sorgente<br />
Tronola, principale affluente<br />
del lago.<br />
Irrimediabile era stata allora<br />
la rapida regressione delle<br />
acque e il conseguente svuotamento<br />
<strong>della</strong> grotta del<br />
Caliendo, un’ampia conca di<br />
3800 metri di sviluppo che<br />
si trova sull’altopiano.<br />
Ebbene sì, esiste una grotta<br />
in fondo al lago che fa da<br />
emissario sotterraneo e<br />
idrogeologico alla cosiddetta<br />
Bocca del Caliendo, un<br />
vasto antro che si apre ad<br />
una quota di 866 metri su<br />
una parete rocciosa da cui<br />
risorge l’acqua. Le cascate<br />
sono il conseguente e spettacolare<br />
risultato di questo<br />
meccanismo naturale. Il<br />
lago e la grotta vivono in<br />
simbiosi. Il fiume sotterraneo<br />
scava meandri e varie<br />
forme idromorfe prima di<br />
riempire il bacino che ha<br />
adesso raggiunto i livelli<br />
degli anni ’80 grazie alle<br />
abbondanti piogge di questo<br />
inverno. Gli stessi pesca-<br />
tori, in questi giorni a caccia<br />
di trote, non lo ricordavano<br />
così da tempo. La seggiovia<br />
funziona, i turisti approfittano<br />
dell’ultima neve. Adesso,<br />
nel suggestivo pa-norama<br />
dei monti è tornato a<br />
vivere anche il lago, quasi<br />
permanentemente in secca,<br />
soprattutto d’estate. Nella<br />
stagione fredda le piogge e<br />
lo scioglimento delle nevi lo<br />
allargano un po’, ma mai<br />
come adesso. Forse ritorneranno<br />
le leggende di una<br />
volta, simili a quelle che<br />
facevano presupporre l’esistenza<br />
di spiriti maligni<br />
quando una mucca veniva<br />
risucchiata dalle acque. I<br />
mulinelli ne erano la vera<br />
causa.<br />
Mistero e lago hanno sempre<br />
avuto un forte connubio.<br />
Ma sono diversi i tempi e<br />
alle false credenze si sostituisce<br />
il piacere <strong>della</strong> scoperta<br />
delle bellezze e dei<br />
processi <strong>della</strong> natura. Dal<br />
1930, l’anno in cui fu raggiunta<br />
per la prima volta la<br />
cavità sotterranea, numerosi<br />
sono stati gli speleologi<br />
che hanno esplorato e studiato<br />
il posto. Non tutti i<br />
rami <strong>della</strong> grotta sono ancora<br />
conosciuti ma sono in<br />
corso i lavori di apertura al<br />
pubblico. Con la guida di<br />
esperti sarà possibile ammirare<br />
stravaganti formazioni<br />
glaciali – stalattiti e stalagmiti<br />
si intende - e capire in<br />
che modo la natura fa i suoi<br />
miracoli.<br />
Pagina a cura di<br />
LOREDANA ZARRELLA<br />
Il geologo Rocco Dell’Osso<br />
Interventi mirati<br />
Il lago ha raggiunto i livelli<br />
massimi. Perchè?<br />
Il lago ha raggiunto il livello<br />
attuale, principalmente per<br />
gli apporti meteorici (pioggia<br />
e neve) degli ultimi mesi,<br />
davvero notevoli. In parte,<br />
hanno contribuito anche gli<br />
interventi di risanameto del<br />
lago e del canale Tronola.<br />
L'opera di risanamento del<br />
lago: quando è stata fatta?<br />
E’ stata fatta negli anni 2005<br />
- 2006; per il lago l'intervento<br />
è stato principalmente<br />
quello di ridurre l'impatto<br />
ambientale del muro in calcestruzzo<br />
e di tamponare le<br />
perdite idrauliche alla base<br />
del muro stesso.<br />
E per il canale Tronola?<br />
Gli interventi sono stati<br />
mirati al consolidamento e<br />
all'impermeabilizzazione.<br />
Ulteriori iniziative sono<br />
state già previste dall'amministrazione<br />
comunale.<br />
Quale è lo stato di salute<br />
attuale del lago?<br />
E’ purtroppo ancora altalenante.<br />
Bellissimo d'inverno<br />
e in stato eutrofico nella<br />
tarda estate-autunno.<br />
Il terremoto dell'80 aveva<br />
provocato danni?<br />
Ha influito in maniera forte;<br />
primo perchè ha compromesso<br />
la tenuta idraulica di<br />
alimentazione <strong>della</strong> sorgente<br />
Tronola, suo immissario,<br />
riducendo di fatto la portata<br />
fino a zero per buona parte<br />
dell'anno e quindi l'apporto<br />
di acqua. In più sono<br />
aumentate le aree di infiltrazione<br />
e le perdite dal fondo<br />
del lago.<br />
Cosa è successo negli ultimi<br />
anni?<br />
La sorgente Tronola ha<br />
avuto un certo recupero,<br />
che ha contribuito a migliorare<br />
lo stato di salute del<br />
lago. Gli interventi per il<br />
risanamento quindi mirano<br />
da una parte a portare più<br />
acqua e dall'altra a ridurre le<br />
perdite dal lago stesso.
12 Domenica<br />
12 aprile 2009<br />
SPECIALE<br />
LA SPESA IN DIECI PAESI<br />
La nostra società<br />
non crede nella scienza<br />
come fattore di sviluppo.<br />
Siamo nel G8 economico<br />
ma non entriamo<br />
in quello <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong><br />
La situazione italiana<br />
Nel 2006 l’Italia ha investito nella<br />
<strong>ricerca</strong> 19,6 miliardi di dollari, l’1,1%<br />
del prodotto interno lordo.<br />
Il numero dei <strong>ricerca</strong>tori italiani è<br />
estremamente diminuito negli ultimi<br />
dieci anni. Erano 75.536 nel 1995, sono<br />
diventati 70.332 nel 2003. Una perdita<br />
di cervelli del 6,9%.<br />
Al centro un <strong>ricerca</strong>tore<br />
dell’Isitituto di cibernetica<br />
del <strong>Cnr</strong> a lavoro<br />
Miracolo scientifico targato Pozzuoli<br />
Ha 40 anni l’Istituto di cibernetica del <strong>Cnr</strong> motore del Mezzogiorno<br />
Quarant’anni fa nasceva<br />
l’Istituto di cibernetica del<br />
Consiglio Nazionale delle<br />
Ricerche, fondato dal fisico<br />
Eduardo Caianiello, a cui<br />
oggi è intitolato. Un centro<br />
d’eccellenza che assume<br />
giovani <strong>ricerca</strong>tori in questi<br />
tempi di crisi. È merito<br />
dello scienziato napoletano<br />
l’aver portato in Italia, e<br />
particolarmente nel Sud, la<br />
cibernetica, una<br />
disciplina, ma<br />
sarebbe meglio<br />
dire un approccio<br />
scientifico,<br />
che allora era al<br />
centro dell’attenzione<br />
negli Stati<br />
Uniti d’America e<br />
che costituiva la<br />
punta più avanzata<br />
di un nuovo<br />
pensiero interdisciplinare.<br />
Caianiello pensava alla<br />
scienza come leva principale<br />
per lo sviluppo del<br />
Mezzogiorno. Grazie al suo<br />
impulso Napoli è diventata<br />
la prima sezione meridionale<br />
dell’Istituto nazionale<br />
di fisica nucleare ed è stato<br />
lui a creare, sempre nel<br />
capoluogo campano, una<br />
scuola di fisica post-laurea<br />
che fu inaugurata, esattamente<br />
cinquant’anni fa da<br />
Werner Heisenberg.<br />
Pochi sanno che il termine<br />
cibernetica era stato già<br />
utilizzato, senza alcun successo,<br />
nel Settecento per<br />
La scienza<br />
volano<br />
per la<br />
crescita<br />
del Sud<br />
Professore Termini, l’Istituto di<br />
cibernetica del <strong>Cnr</strong> compie quarant’anni.<br />
I traguardi di questo<br />
centro?<br />
Siamo riusciti a mantenere un livello<br />
di eccellenza, nonostante nel<br />
settore <strong>della</strong> cibernetica ci siano<br />
stati dei grandi cambiamenti in<br />
questo periodo. Il più profondo di<br />
essi è quello del nome. Averlo<br />
mantenuto è un traguardo. Mentre<br />
negli anni Sessanta la cibernetica<br />
era una disciplina centrale<br />
negli studi universitari, progressivamente<br />
questo nome è scomparso.<br />
Il successo dei figli <strong>della</strong> cibernetica,<br />
quali ad esempio l’informatica<br />
e la biologia matematica, è<br />
stato talmente grande che essi si<br />
sono dimenticati del padre.<br />
Il grande successo dell’informatica<br />
può essere un pericolo mortale<br />
per la cibernetica, restringendo<br />
la sua <strong>ricerca</strong> a un solo<br />
campo di indagine?<br />
Non vedo nessun pericolo. È sempre<br />
una ricchezza quando le discipline<br />
si vanno differenziando perché<br />
si creano campi di indagine<br />
molto più vasti. Il pericolo, semmai,<br />
è che si dimentica il passato e<br />
si riaffrontano i problemi senza<br />
tener conto dell’esperienza acquisita.<br />
La cosa importane è riuscire a<br />
indicare sistemi complessi<br />
nel campo delle scienze<br />
sociali. Oggi è molto difficile,<br />
se non impossibile,<br />
dare una definizione univoca<br />
ed esaustiva di cosa si<br />
intenda per cibernetica.<br />
Ciò rispecchia la complessità<br />
di questa disciplina che<br />
attraversa molteplici campi<br />
di <strong>ricerca</strong>. Norbert Wiener,<br />
che per primo negli anni<br />
Quaranta del Novecento<br />
indicò<br />
con questo termine<br />
un ambito<br />
di studio indipendente,<br />
definisce<br />
la cibernetica<br />
come «la scienza<br />
del controllo e<br />
<strong>della</strong> comunicazione<br />
negli animali<br />
e nelle macchine».<br />
Parafrasando con un linguaggio<br />
contemporaneo la<br />
definizione di Wiener,<br />
potremmo dire che la<br />
cibernetica riguarda l’elaborazione<br />
e la trasmissione<br />
delle informazioni nei<br />
sistemi complessi, come il<br />
nostro cervello o un modernissimo<br />
cellulare. La<br />
storia <strong>della</strong> cibernetica è<br />
intrecciata con quella di<br />
molte altre discipline, che<br />
all’epoca <strong>della</strong> sua nascita<br />
ancora non esistevano,<br />
come l’informatica, l’intelligenza<br />
artificiale e le scienze<br />
cognitive.<br />
cercatori italiani vadano all’estero,<br />
che è sempre un grande vantaggio,<br />
ma che noi non riusciamo ad attirare<br />
studiosi stranieri. Ciò avviene a<br />
causa dei soliti problemi: lentezza<br />
<strong>della</strong> burocrazia, mancanza di fondi<br />
per la <strong>ricerca</strong>, poca conoscenza delmantenere<br />
memoria storica.<br />
Si discute spesso <strong>della</strong> mancanza<br />
di fondi per la <strong>ricerca</strong> e <strong>della</strong> conseguente<br />
emigrazione dei cervelli<br />
italiani. È un problema di cui<br />
soffre anche il <strong>Cnr</strong>?<br />
Certo. Ma il danno non è che i ri-<br />
Negli anni Sessanta sul<br />
primo numero <strong>della</strong> rivista<br />
Journal of mathematical<br />
biology apparve un articolo<br />
di Eduardo Caianiello, in<br />
cui lo studioso parlava delle<br />
reti neurali. L’Istituto di<br />
cibernetica nacque proprio<br />
L’INTERVISTA<br />
I <strong>ricerca</strong>tori stranieri<br />
dimenticano l’Italia<br />
Bisogna investire sui settori dell’alta tecnologia<br />
Il professore<br />
Settimo Termini<br />
direttore dell’Istituto<br />
di cibernetica<br />
“Eduardo Caianiello”<br />
del <strong>Cnr</strong><br />
per studiare quelle che vennero<br />
ribattezzate “le reti di<br />
Caianiello”. Accanto a un<br />
gruppo di teorici che le<br />
analizzavano da un punto<br />
di vista matematico, c’erano<br />
biologi e studiosi che<br />
oggi chiameremmo informatici.<br />
In questo centro furono<br />
costruite due macchine<br />
che si chiamavano Diana<br />
ed Educanda. La prima era<br />
un incrocio tra il digitale e<br />
l’analogico. La seconda era<br />
una rete che si poteva<br />
istruire.<br />
l’inglese. I nostri studiosi portano<br />
all’estero tutto il sapere che hanno<br />
acquisito in Italia, che è moltissimo,<br />
e non riescono a tornare per<br />
comunicare le conoscenze apprese<br />
fuori dai nostri confini. Il nostro<br />
Istituto rappresenta un’eccezione<br />
perché abbiamo avuto sempre un<br />
numero abbastanza alto di <strong>ricerca</strong>tori<br />
stranieri.<br />
Un giovane <strong>ricerca</strong>tore del <strong>Cnr</strong><br />
ha speranze per il suo futuro?<br />
Io penso di sì anche se le difficoltà<br />
esistono e nascono dal fatto che, in<br />
questa fase di grande restrizione di<br />
fondi, non è chiaro quali prospettive<br />
di inserimento stabile egli possa<br />
avere. In questa situazione complessiva<br />
di tagli, il <strong>Cnr</strong> ha messo a<br />
disposizione settecento posti di<br />
<strong>ricerca</strong>tore di primo livello.<br />
Cosa riconoscono gli stranieri ai<br />
nostri <strong>ricerca</strong>tori?<br />
Una grandissima flessibilità. I <strong>ricerca</strong>tori<br />
italiani hanno la capacità<br />
di capire rapidamente l’interazione<br />
fra settori differenti.<br />
Su quali settori investire?<br />
Sull’alta tecnologia. Usiamo molti<br />
telefonini ma non c’è un’azienda<br />
che li produce, a differenza <strong>della</strong><br />
Finlandia che ha la Nokia. Questo<br />
è un settore che ignora la crisi.<br />
Caianiello<br />
Scienziato<br />
precursore<br />
del futuro<br />
Eduardo Caianiello si laurea<br />
in Fisica a Napoli nel<br />
1944. Diviene professore<br />
ordinario di Fisica teorica<br />
nel 1956. Instancabile stu-<br />
dioso e innovatore, nella<br />
sua attività hanno avuto<br />
un ruolo preminente la<br />
capacità di cogliere, in<br />
anticipo sui tempi, aspetti<br />
interdisciplinari di importanza<br />
vitale in alcuni<br />
campi di <strong>ricerca</strong> innovativi,<br />
e l’intensa attività organizzativa<br />
testimoniata<br />
dalle varie istituzioni<br />
scientifiche da lui fondate<br />
e ancora oggi attive: nel<br />
1958 l’Istituto di fisica<br />
teorica e la scuola di perfezionamento<br />
omonima<br />
dell’Università di Napoli,<br />
nel 1968 il Laboratorio di<br />
cibernetica del <strong>Cnr</strong>, nel<br />
1972 la Facoltà di scienze<br />
matematiche, fisiche e<br />
naturali e la scuola di perfezionamento<br />
in scienze<br />
cibernetiche e fisiche dell’Università<br />
di Salerno;<br />
nel 1981 l’International<br />
Institute for Advanced<br />
Scientific Studies a Vietri<br />
sul Mare, in provincia di<br />
Salerno. Come scienziato,<br />
Caianiello ha offerto contributi<br />
fondamentali alla<br />
teoria quantistica dei<br />
campi e alla cibernetica,<br />
di cui può essere considerato<br />
uno dei padri italiani.<br />
I suoi studi pionieristici<br />
sulle reti neurali sono<br />
diventati dei classici <strong>della</strong><br />
disciplina. I suoi alti meriti<br />
di <strong>ricerca</strong> scientifica<br />
sono stati riconosciuti a<br />
livello internazionale.
Interessanti studi sull’epilessia e l’alzheimer<br />
Contro l’ictus<br />
c’è la biomedicina<br />
Nuove possibilità per prevenire le malattie<br />
Si chiama Squid, ma non si traduce<br />
“calamaro” come il suo<br />
gemello inglese. Si tratta di un<br />
dispositivo superconduttore a<br />
interferenza quantistica, un<br />
congegno capace di misurare<br />
un campo magnetico dieci<br />
miliardi di volte più piccolo di<br />
quello terrestre.<br />
Gran parte del successo lo deve<br />
alle sue applicazioni nel campo<br />
<strong>della</strong> biomedicina. Viene adoperato,<br />
infatti, per misurare i<br />
campi magnetici che vengono<br />
prodotti dal sistema neurologi-<br />
co del corpo umano, in particolare<br />
dal cervello e dal cuore.<br />
È utile per studiare malattie<br />
come l’epilessia e l’alzheimer,<br />
per comprendere l’evoluzione<br />
del cervello dopo un ictus, per<br />
verificare la predisposizione di<br />
un soggetto all’infarto, per rilevare<br />
la concentrazione di ferro<br />
nel fegato, evitando alle persone<br />
che soffrono di talassemia di<br />
sottoporsi a un esame bioptico<br />
molto invasivo.<br />
Esistono oltre cento sistemi in<br />
tutto il mondo per realizzare<br />
una magnetoencefalografia<br />
(MEG), costituti dai sensori<br />
Squid realizzati nei laboratori<br />
dell’Istituto di cibernetica del<br />
<strong>Cnr</strong> di Pozzuoli, che vengono<br />
utilizzati sia in centri di <strong>ricerca</strong>,<br />
sia per la diagnostica clinica. In<br />
Giappone, ad esempio, è prassi<br />
sottoporre un paziente affetto<br />
da epilessia a una MEG, poiché<br />
i risultati di questo esame, letti<br />
insieme a quelli <strong>della</strong> risonanza<br />
magnetica, possono identificare<br />
precisamente il focolaio epilettico,<br />
facilitando il lavoro del<br />
TRE REALTA’ IN TRE FOTO<br />
chirurgo.<br />
In Italia sono installate due<br />
macchine, una per il cervello e<br />
una per il cuore, all’Università<br />
di Chieti ma solo a scopo di<br />
<strong>ricerca</strong>. A Napoli sarà inaugurata<br />
un’apparecchiatura il mese<br />
prossimo, nella Clinica Villa<br />
Russo.<br />
I costi di queste macchine si<br />
aggirano intorno ai due milioni<br />
di euro. Il sistema più grande<br />
mai costruito è composto da<br />
cinquecento sensori Squid e si<br />
trova all’Università di Ulma, in<br />
Germania.<br />
Gli studi nell’ambito <strong>della</strong> biomedicina<br />
realizzati dai <strong>ricerca</strong>tori<br />
del <strong>Cnr</strong> stanno offrendo<br />
nuovi campi di approfondimento<br />
per l’analisi e la prevenzione<br />
di diverse malattie. È in<br />
questo settore la massima<br />
applicazione dei sistemi Squid,<br />
anche se essi possono essere<br />
adoperati anche in altri campi<br />
come, ad esempio, la geofisica<br />
e l’aeronautica.<br />
Pagine a cura di<br />
FRANCESCO ANTONIO GRANA<br />
SPECIALE Domenica 12 aprile 2009<br />
LA SCHEDA<br />
Generare lavoro<br />
in tempi di crisi<br />
L’ANALISI<br />
13<br />
Il Consiglio Nazionale<br />
delle Ricerche<br />
(<strong>Cnr</strong>) è<br />
un ente pubblico<br />
nazionale con il<br />
compito di svolgere,<br />
promuovere,<br />
diffondere,<br />
trasferire e valorizzare<br />
attività<br />
di <strong>ricerca</strong> nei<br />
principali settori<br />
di sviluppo delle<br />
conoscenze e delle loro applicazioni per<br />
il progresso scientifico, tecnologico, economico<br />
e sociale del Paese. Alla base, il<br />
convincimento che l’attività di <strong>ricerca</strong> e<br />
sviluppo possa generare nuova occupazione,<br />
maggiore benessere e coesione<br />
sociale. Il <strong>Cnr</strong> è presente in tutta Italia<br />
attraverso una rete di istituti, per favorire<br />
una diffusione delle proprie competenze<br />
e agevolare le collaborazioni con<br />
enti e industrie locali.<br />
Il declino<br />
si supererà<br />
C’è speranza per<br />
la <strong>ricerca</strong> in<br />
Italia? Secondo<br />
Settimo Termini,<br />
direttore dell’Istituto<br />
di cibernetica<br />
del<br />
<strong>Cnr</strong>, e Pietro<br />
Greco, giornalista<br />
scientifico, la<br />
risposta è positiva.<br />
Nel libro<br />
“Contro il declino”<br />
i due autori si dicono convinti che la<br />
fase di regressione che attraversa il<br />
nostro Paese sarà arrestata, che l’Italia<br />
riconoscerà e accetterà le nuove sfide,<br />
che risolverà il suo difficile rapporto con<br />
la scienza e l’innovazione ed entrerà nella<br />
società <strong>della</strong> conoscenza, con un nuovo<br />
ciclo di sviluppo sostenibile. Superare il<br />
declino vuol dire puntare sulla <strong>ricerca</strong><br />
come modello di sviluppo.<br />
Siamo nel G8 dell’economia, ma non<br />
in quello <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>. La scienza non<br />
è presente nella società italiana, non<br />
nel mondo <strong>della</strong> produzione almeno.<br />
La società del nostro Paese non crede<br />
nella scienza come fattore di sviluppo.<br />
La Corea del Sud, con un prodotto<br />
interno lordo che a parità di potere<br />
d’acquisto ammonta a 1.051<br />
miliardi di dollari, ha investito nel<br />
2006, l’equivalente di 28,4 miliardi di<br />
dollari in <strong>ricerca</strong> e sviluppo. Nel<br />
medesimo anno l’Italia, con un Pil di<br />
1.609 miliardi di dollari, ha investito<br />
nella <strong>ricerca</strong> non più di 19,6 miliardi<br />
di dollari. In pratica i coreani, pur<br />
producendo il 35% in meno <strong>della</strong> ricchezza<br />
creata in Italia, hanno speso<br />
in termini assoluti il 45% in più in<br />
<strong>ricerca</strong> e sviluppo. Il nostro Paese,<br />
investe nella <strong>ricerca</strong> l’1,1% del Pil,<br />
quasi la metà <strong>della</strong> media degli altri<br />
paesi dell’Unione Europea, poco più<br />
di un terzo degli Stati Uniti e <strong>della</strong><br />
Corea, un terzo rispetto al Giappone,<br />
un quarto rispetto a Svezia e Israele,<br />
il 50% in meno rispetto alla Cina.<br />
Dopo la seconda guerra mondiale,<br />
l’Italia ha scelto un modello di sviluppo<br />
senza <strong>ricerca</strong>. Dall’inizio degli<br />
anni Novanta l’asimmetria è rimasta<br />
sostanzialmente immutata. L’Italia<br />
non ha recuperato, ma anzi aumentato,<br />
il gap rispetto agli altri paesi europei,<br />
agli Stati Uniti d’America e al<br />
Il sette per cento dei cervelli è emigrato all’estero<br />
I nostri studiosi:<br />
pochi ma buoni<br />
Circuiti realizzati nei laboratori del <strong>Cnr</strong><br />
Giappone, mentre ha iniziato a perdere<br />
rapidamente terreno anche<br />
rispetto ai paesi a economia emergente.<br />
In Italia negli ultimi dieci anni<br />
il numero dei <strong>ricerca</strong>tori è diminuito.<br />
Erano 75.536 nel 1995, sono diventati<br />
70.332 nel 2003. Una perdita di cervelli<br />
del 6,9%.<br />
Sul fronte <strong>della</strong> qualità la situazione è<br />
tutt’altro che drammatica. I <strong>ricerca</strong>tori<br />
italiani, come sostiene il capo del<br />
team dei consiglieri scientifici del<br />
governo inglese, David A. King, sono<br />
tra i più bravi e produttivi del mondo.<br />
Nel 2003 i nostri <strong>ricerca</strong>tori<br />
hanno prodotto<br />
24.696 articoli pubblicati<br />
su riviste scientifiche<br />
internazionali riconosciute<br />
dall’ISI, l’istituto <strong>della</strong><br />
California che si occupa<br />
delle analisi statistiche nel<br />
campo delle pubblicazioni<br />
scientifiche. Grazie a<br />
questo risultato, l’Italia si<br />
colloca, insieme con<br />
l’Australia, al sesto posto nel mondo<br />
tra i massimi produttori di articoli<br />
scientifici.<br />
Possiamo consolarci: non entreremo<br />
nel G8 <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>, ma almeno siano<br />
nel G7 <strong>della</strong> produzione scientifica<br />
globale.<br />
Siamo sesti<br />
nel mondo<br />
per articoli<br />
su riviste<br />
specializzate<br />
IL PROGETTO<br />
Museo virtuale<br />
per beni reali<br />
Il progetto di <strong>ricerca</strong><br />
“ Museo<br />
virtuale di Napoli:<br />
Rete dei<br />
musei napoletani<br />
” (ReMuNa)<br />
dell’Istituto di cibernetica<br />
“Caianiello”<br />
del <strong>Cnr</strong><br />
ha apportato un<br />
contributo specifico<br />
e innovativo<br />
alla riscoperta<br />
e alla riappropriazione del patrimonio<br />
artistico-culturale partenopeo. I <strong>ricerca</strong>tori<br />
del <strong>Cnr</strong> e i responsabili del settore dei<br />
beni culturali hanno realizzato un circuito<br />
informatico-telematico per la fruizione<br />
virtuale delle opere d’arte conservate nei<br />
musei napoletani e per la pubblicizzazione<br />
degli eventi culturali organizzati sul<br />
territorio campano. Una felice integrazione<br />
tra tecnologie informatiche e cultura<br />
umanistica.
14 Domenica<br />
12 aprile 2009CAMPUS<br />
E’ un cammino ancora da portare avanti quello per evitare la discriminazione tra le persone<br />
In alto: la presidenza<br />
<strong>della</strong> lectio magistralis<br />
del giudice <strong>della</strong> Corte<br />
Costituzionale;<br />
a fianco: il pubblico<br />
intervenuto<br />
nell’aula Magna<br />
e più a destra:<br />
Maria Rita Saulle ospite<br />
dell’Università<br />
di Salerno<br />
In basso: i professori<br />
Guido Panico,<br />
Franco Monteleone,<br />
Anna Bisogno,<br />
autrice del libro<br />
“La storia in TV”<br />
ed Emilio D’Agostino.<br />
La lunga strada <strong>della</strong> parità<br />
Maria Rita Saulle invita le donne a fare sistema per sconfiggere i pregiudizi<br />
SONIA ACERRA<br />
Impegnarsi per raggiungere<br />
la parità: questo il<br />
monito di Maria Rita<br />
Saulle, giudice <strong>della</strong> Corte<br />
Costituzionale dal 2005<br />
per nomina del presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica, Carlo<br />
Azeglio Ciampi.<br />
Casertana di nascita, ha<br />
trascorso la sua infanzia<br />
tra Bolzano e Pozzuoli, è<br />
professore ordinario di<br />
Diritto internazionale<br />
all’Università La Sapienza<br />
di Roma ed ha avuto<br />
molti incarichi nazionali<br />
ed internazionali.<br />
E’ ancora molta la strada da<br />
fare per raggiungere la<br />
parità di opportunità e di<br />
trattamento tra le persone,<br />
anche se in campo europeo,<br />
eppure nazionale, si è già<br />
cominciato da tempo. A<br />
sottolinearlo Maria Rita<br />
Saulle, unico giudice donna<br />
<strong>della</strong> Corte Costituzionale,<br />
nella sua Lectio magistralis<br />
tenuta nell’Aula Magna<br />
dell’Università di Salerno<br />
che ha chiuso la II edizione<br />
del Corso di perfezionamento<br />
in Diritto<br />
dell’Unione europea <strong>della</strong><br />
facoltà di Giurisprudenza. Il<br />
tema affrontato è stato<br />
“Dalla non discriminazione<br />
alla vera parità” e pur avendo<br />
applicato i principi di<br />
uguaglianza nelle<br />
Costituzioni, prima italiana<br />
e poi europea, il percorso<br />
non si è ancora completato.<br />
«La teoria giuridica è stata<br />
veloce- spiega Saulle- ma la<br />
pratica molto più lenta,<br />
anche perché strada facendo<br />
ha incontrato delle difficoltà<br />
e si va scontrando con<br />
le forme di potere predominanti».<br />
L’idea alla non<br />
discriminazione, infatti, «è<br />
un principio universaleafferma<br />
- che implica l’esistenza<br />
di una norma nella<br />
quale nessuno è diverso per<br />
sesso, razza, lingua, religione<br />
e cultura. Ed è un principio<br />
che, prima ancora di<br />
essere europeo, è di tutti».<br />
Non è, però, così facile nella<br />
prassi realizzarlo, in quanto<br />
resistono norme particolari<br />
che di fatto, poi, discriminano<br />
o non rendono parità tra<br />
gli esseri umani. La<br />
Costituzione Italiana del<br />
1948, infatti, prevede nell’articolo<br />
2 e 3 proprio l’uguaglianza<br />
dei cittadini, con<br />
pari diritti, eppure precisa il<br />
giudice Costituzionale:<br />
«fino al 1968 le donne non<br />
potevano entrare in magistratura<br />
o negli uffici diplomatici<br />
e solo nel 1980 si è<br />
cominciato a parlare di servizio<br />
militare per le donne,<br />
che è poi stato reso possibile<br />
nel 1999. Per non parlare<br />
che per molti anni c’è stato<br />
il delitto d’onore e la disparità<br />
tra i due genitori».<br />
Discriminazioni e non<br />
parità tra donne e uomini,<br />
ma anche tra bambini ed<br />
adulti, diversamente abili e<br />
normodotati e tra diverse<br />
razze. «Non dimentichiamo<br />
che negli Stati Uniti è finita<br />
la segregazione negli anni<br />
60 - prosegue Saulle - e l’aparthaid<br />
in Sudafrica solo<br />
negli anni 90. La cultura<br />
giuridica ha nel corso <strong>della</strong><br />
storia accettato, riconosciuto<br />
e applicato queste leggi<br />
discriminatorie. Per molto<br />
tempo, pure per quanto<br />
riguarda l’infanzia, si è considerato<br />
il bambino appartenente<br />
alla famiglia e non<br />
soggetto di diritto».<br />
Il trattato di Roma del 1957,<br />
la prima bozza di<br />
Costituzione europea, ha<br />
previsto l’eguaglianza tra i<br />
cittadini, eppure sono<br />
sopravvissute leggi discriminatorie.<br />
«Non si è intervenuti<br />
su tutte le normeaggiunge<br />
Maria Rita Saullema<br />
si sta lavorando a modificare<br />
capitolo per capitolo,<br />
seppure si è continuato, fino<br />
ai trattati europei successivi<br />
a mantenere il principio di<br />
parità. Questo, tuttavia, non<br />
ha ancora concluso il<br />
discorso. L’intervento in tal<br />
senso deve essere continuo<br />
senza abbandonare le attività<br />
siano esse nazionali o<br />
internazionali. Ma pure ciascuno<br />
di noi può modificare<br />
nel suo piccolo comportamenti<br />
e pareri, perché è un<br />
fatto culturale che deve<br />
affermarsi tra le persone,<br />
oltre che nelle<br />
Costituzioni». E per le<br />
donne un appello particolare.<br />
«La strada è lunga e non<br />
facile - conclude - ma dobbiamo<br />
imparare a fare sistema<br />
per sconfiggere i pregiudizi.<br />
Cosa che è stata fatta<br />
nel nord Europa, in paesi<br />
come la Svezia e la<br />
Norvegia, dove mi hanno<br />
detto “noi non distinguiamo<br />
niente”».<br />
A precedere l’intervento di<br />
Saulle ci sono stati i saluti di<br />
Maria Paola Fimiani, prorettore,<br />
Claudio Meoli, prefetto<br />
di Salerno, Enzo Maria<br />
Marenghi, preside <strong>della</strong><br />
facoltà di Giurisprudenza,<br />
Luigi Kalb, direttore del<br />
Dipartimento e Massimo<br />
Panebianco, coordinatore<br />
del Corso di perfezionamento.<br />
A sottolineare la riuscita<br />
<strong>della</strong> Seconda edizione del<br />
Corso per gli ottanta frequentanti,<br />
con gli stage previsti<br />
per trenta corsisti <strong>della</strong><br />
Prima, è stata Angela Di<br />
Stasi, direttore del Corso. Il<br />
positivo riscontro dell’attività<br />
svolta farà partire per il<br />
prossimo anno anche la<br />
Terza edizione .<br />
Immagini e percorsi narrativi nel libro di Anna Bisogno<br />
Storia e tv, amore litigarello<br />
CHIARA DEL GAUDIO<br />
“La storia in tv immagine<br />
e memoria collettiva”<br />
è il titolo del libro di<br />
Anna Bisogno giornalista<br />
e <strong>ricerca</strong>trice di<br />
Storia e Sociologia dell’industria<br />
e dei media,<br />
presentato alla scuola<br />
di giornalismo dell’Università<br />
di Salerno.<br />
Occasione di confronto<br />
tra protagonisti del<br />
mondo radiotelevisivo,<br />
il professore Franco<br />
Mon teleone - per anni<br />
direttore dei centri di<br />
produzione Rai, oggi<br />
docente di Storia <strong>della</strong><br />
Televisione - e il giornalista<br />
Mimmo Liguoro.<br />
ed esponenti del<br />
mondo accademico salernitano,<br />
i professori<br />
D’Agostino, Panico,<br />
Iaccio, Frezza. La televisione<br />
come strumento<br />
di divulgazione storica<br />
ma che nel suo farsi è<br />
essa stessa storia: un<br />
percorso culturale interessante<br />
quello tracciato<br />
dall’autrice secondo<br />
il dott. Giuseppe Blasi,<br />
moderatore del dibattito,<br />
ricco di curiosi<br />
aneddoti che testimoniano<br />
i profondi cambiamenti<br />
<strong>della</strong> Rai, dagli<br />
anni cinquanta ai<br />
giorni nostri. «La curiosità<br />
di esplorare - ha<br />
spiegato la Bisogno - mi<br />
ha spinto a ripercorrere<br />
le modalità attraverso<br />
le quali la storia ha<br />
assunto i linguaggi, la<br />
grammatica e la narrazione<br />
,<strong>della</strong> televisione<br />
generalista italiana».<br />
Uno strumento di straordinario<br />
interesse interpretativo<br />
che aiuta a<br />
capire, ha commentato<br />
Monteleone, che tutta<br />
la televisione, non solo<br />
quella realizzata per<br />
narrare avvenimenti<br />
storici, fa storia. Ma<br />
nelle modalità di sviluppo<br />
<strong>della</strong> narrazione,<br />
ha rilevato l’autrice,<br />
complessa è l’analisi<br />
<strong>della</strong> immagine nella<br />
intenzionalità di chi la<br />
utilizza, per l’alta manipolazione<br />
a cui è sottoposta<br />
e la sua infinita<br />
riproducibilità. Di qui il<br />
dibattito molto acceso<br />
tra i broadcaster, fruitori<br />
di un certo prodotto,<br />
e gli storici, scettici<br />
rispetto alla attendibilità<br />
dello stesso.<br />
E’ indubbio, per il professore<br />
D’Agostino, che<br />
la storia nel suo dipanarsi<br />
attraverso l’uso<br />
anche delle metafore,<br />
trovi nella televisione<br />
un’alleata fondamentale<br />
per chi non voglia<br />
perdere la memoria, a<br />
patto s’intende, di una<br />
narrazione scevra da<br />
strumentalizzazione<br />
propagandistica. L’approccio<br />
al racconto storico,<br />
ha aggiunto Panico,<br />
non può che essere<br />
di tipo scientifico,<br />
perché se è vero che<br />
nel fluire delle immagini<br />
l’evento televisivo fa<br />
storia,in quanto fonte<br />
ideologica, necessita di<br />
accurata interpretazione.<br />
Per l’ex anchorman del<br />
tg2 e tg3, Mimmo Liguoro,<br />
le immagini televisive,<br />
invece, sono le<br />
uniche in grado di raccontare<br />
i fatti, è attraverso<br />
di loro che la storia<br />
vive, esiste, respira.«Mi<br />
sono chiesta -<br />
ha detto ancora l’autrice<br />
in conclusione - se è<br />
la storia che ha trascinato<br />
la televisione o la<br />
televisione che ha dato<br />
alla storia una nuova<br />
luce… io dico che nella<br />
complessità del rapporto<br />
è stato un felice<br />
incontro».
CAMPUS Domenica 12 aprile 2009<br />
15<br />
William Drozdiak, ex Washington Post, ospite <strong>della</strong> Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno<br />
«I giornali sono<br />
alberi morti<br />
Futuro è già web»<br />
Internet è un’occasione di democrazia<br />
Quella di William Michael Drozdiak non è stata<br />
una lezione nel senso classico del termine. O<br />
almeno non solo. Si è trattato, piuttosto, di un<br />
confronto aperto sui temi <strong>della</strong> modernità, dell’etica<br />
professionale, delle nuove forme dei<br />
media e, soprattutto, del ruolo che attende chi<br />
decide di raccontare i fatti. Il tutto, però, attraverso<br />
una prospettiva diversa, inedita in Italia,<br />
dove il filtro di un retaggio culturale spesso piegato<br />
alle logiche di potere diventa zavorra del<br />
pensiero libero e per questo critico di chi fa<br />
comunicazione.<br />
“L’informazione ai tempi di Obama”, insomma,<br />
è stato una sorta di corso di “giornalismo del<br />
domani”, un giornalismo che negli States fa già<br />
scuola e che in Europa, invece, fatica a prender<br />
corpo anche a causa degli interessi affaristici<br />
insiti nell’industria <strong>della</strong> stampa. Per sottolineare<br />
la diversità tra i due mondi, basterebbe il curriculum<br />
vitae del personaggio in questione. L’ex<br />
firma del Washington Post, infatti, non ha frequentato<br />
nessuna scuola, non ha<br />
dovuto imprigionare la sua penna<br />
Incontro<br />
voluto<br />
in alcun ordine professionale. Era<br />
“solo” un giocatore di basket che<br />
ha giocato prima negli Usa poi in<br />
Europa (Belgio e Spagna). Contemporaneamente,<br />
però, Drozdiak<br />
si è laureato ed ha iniziato a<br />
scrivere per il Washington Post, il<br />
cui direttore, intuite le sue potenzialità,<br />
gli ha proposto una collaborazione<br />
al termine <strong>della</strong> carriera<br />
sportiva. Così è stato.<br />
Appese le scarpette al chiodo,<br />
Drozdiak è diventato corrispondente<br />
dal Medio Oriente: da allora,<br />
migliaia di articoli sugli avvenimenti<br />
più importanti <strong>della</strong> storia<br />
di quella regione. Ai primi<br />
anni del nuovo secolo, invece, la<br />
seconda svolta nella sua vita.<br />
Drozdiak, infatti, è entrato a far<br />
parte del team di consulenza per<br />
l’Europa all’interno dello staff che<br />
ha curato la campagna elettorale<br />
di Barak Obama. Un incontro<br />
illuminante. «Obama ha vinto<br />
perché ha compreso prima di<br />
tutti la forza delle nuove tecnologie<br />
dell’informazione - ha detto<br />
Drozdiak - ed ha creato uno staff<br />
giovanissimo capace di allestire in pochi mesi<br />
un database che, tramite internet e i telefonini,<br />
ha permesso al messaggio di Obama di raggiungere<br />
oltre 60 milioni di persone in un battibaleno.<br />
Un modo di fare politica che segnerà un’epoca».<br />
Internet appunto, croce e delizia del modo classico<br />
di fare informazione. «In rete ora è un caos<br />
di notizie più o meno attendibili - ha ammesso<br />
- ma questo dato di fato rappresenta la vera<br />
sfida che attende il nostro mestiere. È un’occasione<br />
straordinaria. I giornali sono alberi morti:<br />
sarà il giornalismo di qualità a educare il lettore<br />
alla scelta di ciò che leggere. Non solo. Se internet<br />
– ha continuato Drozdiak – rappresenta la<br />
democrazia <strong>della</strong> notizia, allora i governi nazionali<br />
si rivolgeranno direttamente alla gen-te.<br />
Bene, in questo caso saranno proprio i giornalisti<br />
con la g maiuscola a dover dire ai lettori se i<br />
politici dicono la verità o se fanno solo propaganda.<br />
Un ruolo, quindi, ben più importante di<br />
quello ricoperto oggi: qui, infatti, si gioca la<br />
democrazia» E allora: saremo di nuovo cani da<br />
guardia <strong>della</strong> verità nell’epoca dei giornali senza<br />
carta? Indosseremo il mai dimenticato vestito<br />
vecchio nel più vichiano dei corsi e ricorsi storici?<br />
Ritorno al futuro? Yes we can, of course.<br />
L’incontro con William<br />
Michael Drozdiak,<br />
ex firma di prestigio<br />
del Washington<br />
Post, è stato una delle<br />
tante iniziative organizzate<br />
dalla Scuola<br />
di Giornalismo dell’Università<br />
degli Studi<br />
di Salerno.<br />
Nel caso specifico, è<br />
stata fondamentale la<br />
collaborazione con il<br />
consolato statunitense<br />
di Napoli che, grazie<br />
al suo capoufficio<br />
stampa Anna La Palombara,<br />
ha permesso<br />
il concretizzarsi di<br />
un evento che è già<br />
entrato di diritto nella<br />
galleria di “pietre<br />
miliari” di cui può<br />
fregiarsi la Scuola diretta<br />
da Biagio Agnes.<br />
William Michael Drozdiak nella nostra redazione<br />
e in alto con i venticinque praticanti <strong>della</strong> Scuola<br />
Un tiro incrociato di domande<br />
e risposte sui temi<br />
più interessanti <strong>della</strong> contemporaneità.<br />
Non si è<br />
certo risparmiato W.M.<br />
Drozdiak nel dibattito con<br />
i 25 praticanti <strong>della</strong> scuola<br />
di Giornalismo di Salerno,<br />
ai quali l’ex corrispondente<br />
del Washington Post ha<br />
offerto chiavi di lettura,<br />
nozioni e insegnamenti<br />
assai preziosi per la carriera<br />
futura. Ad aprire le danze<br />
un quesito sulla libertà<br />
d’informazione, con il prestigioso<br />
ospite che, dopo<br />
aver evidenziato alcune situazioni<br />
paradossali nel<br />
campo del controllo dei<br />
media (Francia, Italia, Cina<br />
e Russia), ha sostenuto<br />
che proprio le nuove tecnologie<br />
di comunicazione<br />
«soffocheranno quei leader<br />
politici che, detenendo<br />
il potere, credono di far rimanere<br />
la verità nell’ombra».<br />
Il discorso, poi, si è spostato<br />
sul ruolo inedito che<br />
hanno i giovani nel messaggio<br />
di Barak Obama.<br />
«La vera forza dell’odierno<br />
sistema Usa - ha spiegato -<br />
è la speranza che il presidente<br />
ha dato alle nuove<br />
generazioni coinvolgendole<br />
nel governo del Paese.<br />
Basta con i politici attempati<br />
che nella vita non<br />
hanno fatto altro che sedere<br />
in Parlamento. Io - è l’esempio<br />
di Drozdiak - ho<br />
lasciato il giornale per dare<br />
spazio a chi aveva più<br />
voglia di me». A corredo<br />
<strong>della</strong> propria esperienza, il<br />
giornalista ha esposto una<br />
teoria che farebbe rabbrividire<br />
mezza Italia: «Ognuno<br />
di noi - ha sostenu-<br />
IL PERSONAGGIO<br />
DALLA STAMPA A OBAMA<br />
William Michael Drozdiak, firma<br />
di prestigio del giornalismo statunitense,<br />
inizia la sua carriera come<br />
corrispondente del settimanale<br />
Time prima da Washington,<br />
poi dal Cairo e da Beirut. Dal Medio<br />
Oriente segue tutti gli sviluppi<br />
politici <strong>della</strong> regione, tra cui il<br />
trattato di pace tra Israele ed<br />
Egitto, la caduta dello Scià di Persia,<br />
l’omicidio del presidente egiziano<br />
Sadat e la lunga guerra tra<br />
Iran e Iraq. I suoi articoli da una<br />
delle zone più calde del pianeta<br />
attirano l’attenzione del Washington<br />
Post, giornale per il quale lavora<br />
un ventennio ricoprendo vari<br />
ruoli.<br />
All’inizio è responsabile <strong>della</strong> redazione<br />
esteri, successivamente<br />
diventa corrispondente per l’Europa<br />
e infine assume il compito di<br />
caporedattore a Parigi e Berlino.<br />
Nell’ombra<br />
in nome<br />
<strong>della</strong> verità<br />
Dialogo aperto sui temi<br />
<strong>della</strong> modernità<br />
to - dovrebbe avere almeno<br />
tre carriere nella sua vita: in<br />
tal modo si garantirebbe un<br />
continuo ricambio generazionale<br />
di cui si gioverebbero<br />
tanto la società quanto la<br />
democrazia». A proposito<br />
<strong>della</strong> differenza dei rapporti<br />
tra Usa e Europa sotto le<br />
presidenze Bush e Obama,<br />
il suo pensiero è stato chiaro:<br />
«Obama è convinto che<br />
l’America deve dare un’immagine<br />
nuova di sé e per far<br />
questo ha bisogno di rivedere<br />
le relazioni con tutti gli<br />
Stati. In questo periodo di<br />
crisi, però, è necessario che<br />
l’Europa faccia di più». Secondo<br />
gli analisti, tuttavia,<br />
il vecchio continente sarebbe<br />
su posizioni diametralmente<br />
opposte rispetto a<br />
quanto richiesto dagli Usa:<br />
Sono anni complessi e Drozdiak<br />
dimostra tutto il suo valore descrivendo,<br />
tra gli altri avvenimenti,<br />
la caduta del muro, il processo di<br />
unificazione tedesco e la guerra<br />
nei Balcani. Per i servizi sulla missione<br />
Nato in Kosovo è finalista<br />
con i suoi colleghi del Post al<br />
Premio Pulitzer del 1999.<br />
Abbandonato il giornalismo, dal<br />
2005 Drozdiak è presidente dell’American<br />
Council Germany, organizzazione<br />
indipendente che<br />
promuove il dialogo tra Usa ed<br />
Europa sui temi più importanti<br />
<strong>della</strong> modernità.<br />
Ex giocatore professionista di<br />
basket, laurea in Economia e<br />
Scienze Politiche all’università<br />
dell’Oregon, specializzazioni a<br />
Bruges e Bruxelles, Drozdiak vive<br />
da tempo in Germania con la<br />
moglie e i tre figli.<br />
lo scontro, quindi, potrebbe<br />
essere dietro l’angolo.<br />
Drozdiak non la pensa<br />
così: «Sono convinto che<br />
alla fine un compromesso<br />
si troverà. La vera sfida,<br />
piuttosto, è riuscire a creare<br />
organismi in grado di<br />
controllare gli enormi flussi<br />
economici <strong>della</strong> globalizzazione.<br />
Ora, infatti, si<br />
sta combattendo una crisi<br />
senza precedenti con<br />
mezzi vetusti. Obama l’ha<br />
compreso; l’Europa invece<br />
mi sembra piuttosto indietro<br />
e penso che ciò dipenda<br />
dal fatto che la crisi vera<br />
qui da voi non è ancora<br />
arrivata».<br />
Il suo pessimismo, però,<br />
diventa ottimismo quando<br />
si parla dei nuovi nemici<br />
degli Usa. «Gli States non<br />
avranno nuovi nemici perché<br />
Obama non farà lo<br />
stesso errore di Bush, che<br />
indicò l’asse Corea del<br />
Nord-Siria-Iran come il<br />
male assoluto. Sarà la storia,<br />
tuttavia, a giudicare<br />
l’operato dell’ex presidente».<br />
Interessante, per finire,<br />
la domanda inerente le<br />
controindicazioni che può<br />
avere la notorietà per un<br />
giornalista. «Chi opera in<br />
questo campo - ha detto -<br />
non deve mai stare sul<br />
palco perchè il suo compito<br />
è raccontare ciò che<br />
fanno quelli che stanno sul<br />
palco». E questo insegnamento,<br />
ci sia consentito,<br />
vale più di ogni elucubrazione<br />
pseudo politica sul<br />
mondo del giornalismo ai<br />
tempi <strong>della</strong> crisi.<br />
Pagina a cura di<br />
PIERLUIGI G. CARDONE
16 Domenica 12 aprile 2009CAMPUS<br />
ASSOCIAZIONE AEGEE, 22 ANNI DI ATTIVITA’<br />
ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE<br />
Logo dell’associazione<br />
«Il nostro compito è fare da intermediari<br />
tra gli studenti Erasmus e<br />
l’Università che li ospita», queste le<br />
parole del presidente dell’associazione<br />
Aegee Vincenzo<br />
Sellitti. Si tratta<br />
di un’iniziativa a<br />
sfondo europeo presente<br />
in 273 Università,<br />
che attualmente<br />
conta più di diciassettemila<br />
soci. Non ha<br />
alcun tipo di rappresentanza<br />
studentesca<br />
ma si compone di un<br />
direttivo interno eletto<br />
direttamente dagli<br />
associati. Il 7 febbraio<br />
di quest’anno ha festeggiato il suo<br />
primo ventennale.<br />
L’attività iniziale consiste nel fornire<br />
una sistemazione agli studenti.<br />
All’arrivo alloggiano presso l’ostello<br />
convenzionato “Ave Gratia Plena”,<br />
per poi spostarsi definitivamente<br />
in vere e proprie abitazioni.<br />
L’Aegee si occupa inoltre dell’organizzazione<br />
di eventi internazionali,<br />
intercambi linguistici, feste, incontri,<br />
iniziative culturali<br />
con almeno tre<br />
escursioni l’anno e<br />
attività sportive. Il<br />
tutto è reso possibile<br />
grazie al supporto<br />
logistico ed economico<br />
dell’Università<br />
degli Studi di Salerno<br />
e degli enti provinciali<br />
e comunali.<br />
L’evento più importante<br />
in programma<br />
è il “Summer University”.<br />
Una manifestazione che si<br />
tiene in tutta Europa, nel periodo<br />
tra maggio e settembre che ospita<br />
cinquanta studenti per due settimane,<br />
garantendo loro vitto, alloggio,<br />
corsi di lingua e visite guidate a<br />
prezzi molto contenuti.<br />
In alto, all’interno<br />
dell’ufficio Erasmus,<br />
dell’Università di Salerno<br />
due studenti ultimano<br />
le procedure<br />
necessarie alla partenza.<br />
A destra l’entrata<br />
dell’ufficio Relazioni<br />
Internazionali Erasmus.<br />
Creare nelle future generazioni di<br />
cittadini il senso di appartenenza a<br />
quella che sarebbe stata poi chiamata<br />
Unione europea, è l’obiettivo<br />
del progetto Erasmus. Acronimo di<br />
“European Community Action<br />
Scheme for the Mobility of<br />
University Students”, il programma<br />
nasce nel 1987 ad opera <strong>della</strong><br />
Comunità europea e offre la possibilità<br />
agli studenti di effettuare in<br />
una Università straniera un periodo<br />
di studio legalmente riconosciuto<br />
o un tirocinio per una durata che<br />
va dai 3 ai 12 mesi.<br />
Il programma deve il suo nome<br />
all'umanista e teologo olandese<br />
Erasmo da Rotterdam, che viaggiò<br />
diversi anni in tutta Europa per<br />
comprenderne le differenti culture.<br />
E’ grazie all'allora associazione studentesca<br />
Egee, diventata attualmente<br />
Aegee, fondata da Frank<br />
Banchieri, (oggi presidente del<br />
movimento trans-europeo Neweuropean),<br />
che nel 1986-87 il presidente<br />
francese François Mitterand<br />
si convinse ad appoggiare Erasmus.<br />
E attualmente si è arrivati a mobilitare<br />
all'interno <strong>della</strong> comunità<br />
europea oltre un milione e mezzo<br />
Camminare, imparare e divertirsi, tutto ciò è possibile<br />
Da Erasmo a Erasmus<br />
il viaggio continua<br />
Un milione di studenti impegnati in 31 paesi<br />
di studenti. Nel 2007 si è festeggiato<br />
il ventennale del progetto<br />
Erasmus e in questa occasione la<br />
Commissione europea e gli stati<br />
membri, hanno organizzato una<br />
serie di iniziative per celebrare l’evento,<br />
coinciso con il cinquantesimo<br />
anniversario dei Trattati di<br />
Roma.<br />
Il progetto si compone di attività<br />
diverse. Oltre allo scambio studenti<br />
e docenti, è previsto anche lo sviluppo<br />
di programmi di studio o<br />
programmi intensivi internazionali<br />
e può assumere la forma di una rete<br />
tematica. Per molti esso rappresenta<br />
l'occasione per vivere all'estero in<br />
maniera indipendente per la prima<br />
volta, per questo è diventato una<br />
sorta di fenomeno culturale.<br />
Partire, vivere in una nuova città,<br />
migliorare il proprio inglese, francese<br />
o spagnolo tentennante, conoscere<br />
persone provenienti da tutto<br />
il mondo e divertirsi è un po’ il<br />
sogno di tutti i ragazzi nonostante<br />
siano tanti i dubbi, i timori e gli<br />
entusiasmi prima <strong>della</strong> partenza.<br />
Così come tante sono le scartoffie<br />
da compilare, i documenti da consegnare<br />
e le firme da conquistare.<br />
Anche se variano da Università a<br />
Università, le procedure da svolgere<br />
iniziano generalmente l’anno precedente<br />
alla partenza, quando lo studente<br />
deve consultare i bandi di<br />
selezione Erasmus che trova nella<br />
sua Università e presentare la propria<br />
candidatura. Tenendo presente<br />
che i parametri secondo i quali si<br />
viene o meno accettati sono: la<br />
media dei voti e degli esami sostenuti,<br />
la conoscenza <strong>della</strong> lingua<br />
del paese ospitante, o in alternativa<br />
la lingua in cui si terranno le<br />
lezioni ed infine il progetto presentato,<br />
ovvero il temuto “Learning<br />
agreement”. Quest’ultimo consiste<br />
nell’elenco, firmato dai propri<br />
docenti, degli esami che lo studente<br />
intende sostenere durante il periodo<br />
di soggiorno all’estero, difficile<br />
da cambiare una volta partiti e utile<br />
al riconoscimento degli esami al<br />
proprio ritorno.<br />
Questo è l’iter seguito anche da<br />
Valentina Pica, studentessa di<br />
Scienze <strong>della</strong> Comunicazione all’Università<br />
di Fisciano, che ha<br />
deciso di fare la sua esperienza<br />
Erasmus a Madrid e imparare subito<br />
la lingua convivendo con madrileni.<br />
«L’Università spagnola è focalizzata<br />
principalmente sulla pratica<br />
necessaria per affrontare il mondo<br />
del lavoro e i corsi sono modulati su<br />
lavori di gruppo o individuali» -<br />
afferma- Valentina, che si dice felice<br />
<strong>della</strong> scelta che ripeterebbe mille<br />
volte e spera di trovare un impiego<br />
nella capitale spagnola.<br />
Pagina a cura di<br />
MARIA EMILIA COBUCCI<br />
ROBERTA SALZANO<br />
LA FRANCESE<br />
«Più contatto<br />
con i docenti»<br />
LA TURCA<br />
«Imparo<br />
al market»<br />
L’INGLESE<br />
«Ho passione<br />
per l’Italia»<br />
IL TEDESCO<br />
«Un ritorno<br />
alle origini»<br />
LO SPAGNOLO<br />
«Il cinema<br />
per imparare»<br />
L’amore per il<br />
bel Paese ha<br />
spinto Clarisse<br />
Masini, 21<br />
anni, a raggiungere<br />
il<br />
Campus di Fisciano.<br />
Di origine<br />
italiana<br />
con un nonno di Udine frequenta<br />
il terzo anno <strong>della</strong> facoltà di Lettere<br />
e Filosofia. Non ha particolari<br />
difficoltà di integrazione, anzi,<br />
convive con una ragazza italiana<br />
e un ragazzo francese. Riguardo<br />
al nostro sistema universitario si<br />
è adattata bene al piano di studi<br />
anche se lamenta la mancanza di<br />
un diretto contatto con i docenti,<br />
che invece ha nell’Università<br />
madre “La Sorbona”.<br />
Parla correttamente l’italiano che<br />
ha imparato a 13 anni e spera di<br />
riuscire a trovare lavoro come<br />
interprete. Un’occupazione che le<br />
consentirà di andarsene in giro<br />
per il mondo e forse di ritornare<br />
in Italia, paese a lei molto caro.<br />
Hatice Temel<br />
è arrivata in<br />
Italia, direttamente<br />
da I-<br />
stanbul, con il<br />
progetto Erasmus.<br />
Ha 22<br />
anni, frequenta<br />
la facoltà di<br />
Lingue e Letterature Straniere e<br />
trascorrerà sei mesi nell’Università<br />
di Fisciano. «Devo ancora<br />
familiarizzare con la vostra lingua<br />
ma sono molto ottimista. Per<br />
ora le uniche parole che ho imparato<br />
sono pizza, farina e latte<br />
facendo quotidianamente la spesa<br />
al mini-market vicino casa, a<br />
Salerno, così mi aiuto guardando<br />
la televisione e conversando con<br />
le mie coinquiline italiane». Nonostante<br />
la “diversità” religiosa<br />
ha visitato molte chiese italiane<br />
per curiosità e perché rispettosa<br />
delle altre culture. «Sono contenta<br />
soprattutto perché gli altri non<br />
mi guardano con diffidenza a<br />
causa del velo», ha affermato.<br />
Dopo aver seguito<br />
il primo<br />
semestre a<br />
Cordoba, Svetlana<br />
Smithson,<br />
22 anni,<br />
da febbraio<br />
frequenta la<br />
facoltà di Lingue<br />
e Letterature Straniere a<br />
Fisciano. La passione per il Sud<br />
Italia l’ha vista lavorare in Sicilia,<br />
come insegnante di lingua nella<br />
base militare di Patti e nell’ambito<br />
di una rassegna teatrale a<br />
Tindari. Diversamente dal sistema<br />
britannico, organizzato su un<br />
minor numero di ore e una scelta<br />
personale dei corsi da seguire,<br />
con l’invio dei programmi su cui<br />
lavorare da parte dell’Università,<br />
qui ha trovato un’organizzazione<br />
efficiente e un diretto contatto<br />
con i docenti. Ha stretto amicizia<br />
con studenti Erasmus di diverse<br />
nazionalità e critica benevolmente<br />
gli italiani per il loro “modus<br />
essendi”, un po’ troppo frenetico.<br />
Il nonno austriaco<br />
e il padre<br />
italiano, o-<br />
riginario di<br />
Sant’Egidio del<br />
Monte Albino<br />
in provincia di<br />
Salerno, Ivo<br />
Weinöhrl, 21<br />
anni, è ritornato in Italia per ritrovare<br />
le sue origini. La sua ultima<br />
visita risale all’età di 5 anni. Dopo<br />
la morte del padre ha sentito il<br />
bisogno di imparare la lingua italiana<br />
e mantenere i contatti con la<br />
terra paterna. Ed è così che ha<br />
chiesto all’Università di Monaco di<br />
venire al Campus di Fisciano come<br />
“free mover” e partecipare al progetto<br />
Erasmus. Segue i corsi di<br />
Economia Aziendale e dopo una<br />
breve esperienza alla banca Unicredit<br />
in Germania, vorrebbe continuare<br />
in Italia il suo percorso<br />
lavorativo. Ottimo il rapporto con i<br />
docenti, lo è meno con l’organizzazione<br />
universitaria: «Il mio coordinatore<br />
è introvabile».<br />
I film “Bell’Italia”<br />
e “Il<br />
Padrino” hanno<br />
fatto da<br />
filo conduttore<br />
tra Francisco<br />
Ponce,<br />
23 anni, e il<br />
nostro Paese.<br />
Il giovane è iscritto alla facoltà di<br />
Ingegneria con indirizzo informatico<br />
e ama particolarmente<br />
l’Italia. E così, in inversione di<br />
tendenza rispetto ai suoi colleghi<br />
spagnoli, frequenta soprattutto<br />
studenti italiani ed è riuscito in<br />
un mese ad acquisire la padronanza<br />
<strong>della</strong> lingua. Il tutto è stato<br />
possibile anche grazie a uno studio<br />
mirato all’apprendimento<br />
dell’italiano, fatto nei primi mesi<br />
<strong>della</strong> sua esperienza Erasmus.<br />
Confrontando la sua Università<br />
di Huelva, vicino Siviglia, con il<br />
Campus di Fisciano ha notato la<br />
presenza di maggiori servizi a<br />
costi più contenuti: mensa, presidio<br />
medico e internet point.
Il fronte raccontato<br />
da Franco Di Mare<br />
Il giornalista Rai Franco Di Mare ha presentato,<br />
lo scorso 26 marzo, all’università<br />
di Salerno, nell’aula due di Scienze<br />
Politiche, il suo nuovo libro: “Il cecchino e<br />
la bambina” edito da Rizzoli. Organizzatore<br />
e promotore dell’evento è stata<br />
unis@und, la web radio d’Ateneo. L’autore<br />
ha pubblicato il testo per rendere partecipe<br />
l’opinione pubblica delle difficoltà di raccontare<br />
le storie dal fronte che un servizio<br />
di novanta secondi non ha mai potuto narrare.<br />
La presentazione è stata accompagnata<br />
dagli interventi del Rettore Raimondo<br />
Pasquino, dai professori Adalgiso Amendola<br />
e Massimo Panebianco, dall’ingegnere<br />
Cioffi di Emergency e dal dirigente Rai<br />
Antonio Bottiglieri. Andrea Carraro, attore<br />
e regista, ha letto alcune pagine del libro. Il<br />
giornalista ha concluso l’incontro spiegando<br />
come «per esperienze personali, dopo<br />
aver visto morire dei colleghi, un pezzo non<br />
valga il caro prezzo <strong>della</strong> vita».<br />
NEWS CAMPUS Domenica 12 aprile 2009<br />
17<br />
unisa news<br />
Pagina a cura di<br />
JOSÈ ASTARITA<br />
Lo spazio pubblico<br />
nella futura città<br />
Lo scorso venerdì 3 aprile si è tenuto presso<br />
la facoltà di ingegneria dell’Università di<br />
Salerno un seminario di studi su “Lo spazio<br />
pubblico nella costruzione e nella trasformazione<br />
<strong>della</strong> città contemporanea”. Il<br />
seminario è stato rivolto all’approfondimento<br />
delle trasformazioni urbane. L’incontro<br />
è stato una iniziativa culturale ad<br />
opera di Alessandra Cuomo, Simona Talenti<br />
e Roberto Vanacore, <strong>della</strong> facoltà di<br />
ingegneria, si colloca in un più ampio ciclo<br />
di conferenze a dell’ateneo.<br />
Il peso <strong>della</strong> laurea<br />
al giorno d’oggi<br />
In una serie di incontri promossi dalla<br />
facoltà di Ingegneria, dal titolo L’università<br />
in movimento, l’ateneo salernitano ha proposto<br />
il 25 marzo il dibattito sul tema “Il<br />
valore dei titoli universitari”. All’incontro<br />
ha preso parte anche il preside <strong>della</strong> facoltà<br />
di ingegneria Vito Cardone. L’iniziativa<br />
nasce per merito del coordinamento di<br />
Ateneo dell’Università di Salerno, il quale<br />
nei mesi scorsi si è battuto con forza contro<br />
i pesanti tagli alle facoltà sanciti dalla legge<br />
133/2008. L’incontro ha avuto l’obiettivo di<br />
fornire un contributo chiarificatore in<br />
merito alla proposta di abolizione del valore<br />
legale dei titoli di studio universitari. Ha<br />
aperto la discussione, presentando l’iniziativa,<br />
l’ingegnere Diego Barletta del<br />
Coordinamento di Ateneo. Hanno partecipato<br />
fra gli altri il professore Giovanni<br />
Condrini, e gli ingegneri Paolo Stefanelli e<br />
Sergio Polese.<br />
Donne fra politica<br />
e pari opportunità<br />
La donna al centro di un percorso formativo<br />
che valorizzi le pari opportunità, questo<br />
è il secondo ciclo del corso “Donne, politica<br />
e istituzioni – percorsi formativi per la<br />
promozione <strong>della</strong> cultura di genere e delle<br />
pari opportunità”, che si terrà alla facoltà di<br />
Scienze Politiche dell’università di Salerno.<br />
Il corso, finanziato in parte dall’ateneo<br />
salernitano ed in parte dal dipartimento<br />
per i diritti e le pari opportunità <strong>della</strong> presidenza<br />
del consiglio, vuole promuovere e<br />
far conoscere le culture, le forme di organizzazione<br />
politico-sociale che provocano<br />
discriminazione, nonché le politiche europee<br />
e italiane che promuovono l’inclusione<br />
<strong>della</strong> donna nei diversi mercati del<br />
lavoro. Il corso è aperto sia ad allievi in<br />
possesso di diploma di scuola superiore<br />
che semplici studenti di corsi dell’università.<br />
Il bando di selezione è sul sito<br />
www.scienzepolitiche.unisa.it.<br />
Nuove tecnologie<br />
per la giustizia<br />
La tecnologia come supporto dell’investigazione.<br />
La tematica di fondo dell’incontro<br />
tenutosi nell’aula magna “Vincenzo<br />
Buonocore” dell’Università di Salerno, il 30<br />
marzo. L’incontro ha voluto approfondire il<br />
contributo che le nuove tecnologie possono<br />
fornire alla giustizia. L’evento è stato<br />
concluso dall’onorevole Cirielli, presidente<br />
<strong>della</strong> Commissione <strong>della</strong> difesa <strong>della</strong><br />
Camera, che ha evidenziato l’impegno e le<br />
strategie dello Stato per rendere la giustizia<br />
più efficiente e vicina ai cittadini.<br />
Il Savro fra robot<br />
e realtà virtuale<br />
Donne e sindacati<br />
storia secolare<br />
“Mistica Impura”<br />
l’ultima di Trione<br />
È terminato il tre aprile con la presentazione<br />
dei progetti, da parte dei diversi<br />
gruppi di lavoro, su realtà virtuale e robotica,<br />
il Savro. Progetto di lavoro ospitato<br />
dall’Università di Salerno in collaborazione<br />
con gli atenei di Valencia e Kaiserslautern.<br />
Dieci gli studenti italiani che hanno partecipato<br />
scelti su base meritocratica, sui venticinque<br />
partecipanti. Tutor italiana la professoressa<br />
Filomena Ferrucci docente <strong>della</strong><br />
facoltà di Matematica, Fisica e Scienza<br />
Naturali.<br />
Il 30 marzo alla Facoltà di Lingue è stato<br />
presentato l’interessante volume “Mondi<br />
Femminili in cento anni di sindacato” a<br />
cura di Gloria Chianese. Durante la manifestazione<br />
sono intervenute le sindacaliste<br />
Clara Lodomini <strong>della</strong> segreteria provinciale<br />
Cgil di Salerno e Rita Casciello <strong>della</strong> segreteria<br />
aziendale CISL dell’università di<br />
Salerno. La presentazione è stata integrata<br />
dalla proiezioni video a cura di Ornella<br />
Trotta “Dagli ulivi alla risaia: l’esperienza<br />
delle mondine di Campagna”.<br />
Il primo aprile il professore Aldo Trione ha<br />
presentato nella Sala dei classici del dipartimento<br />
di Filosofia dell’università degli<br />
studi di Salerno la sua ultima opera<br />
“Mistica Impura”, edita da Il Melangolo.<br />
L’autore analizza le grandi figure <strong>della</strong><br />
mistica del ‘900 e l’interrogazione delle<br />
pratiche <strong>della</strong> poesia. Hanno discusso con<br />
l’autore i professori Pina De Luca, Filippo<br />
Fimiani e Francesco Vitale. L’incontro è<br />
stato presieduto dal professore Aniello<br />
Montano.<br />
Ernesto Mazzetti<br />
il Sud ieri e oggi<br />
È stato presentato il 30 marzo all’Università<br />
di Salerno il nuovo lavoro del professore<br />
Ernesto Mazzetti. L’illustre studioso di<br />
geografia nel suo “Scenari del sud: di ieri e<br />
di oggi”, traccia con brani che spaziano dal<br />
1962 al 2007, la questione meridionale. Il<br />
libro si sviluppa in tre parti. Una prima,<br />
rivolta alla annosa questione meridionale,<br />
una seconda che approfondisce i problemi<br />
di Napoli e <strong>della</strong> Campania, mentre quella<br />
finale sviluppa un saggio di geografia cul-<br />
turale fra turismo ed economia dei paesaggi<br />
del sud, basandosi principalmente su<br />
una profonda conoscenza dei luoghi.<br />
L’incontro è stato introdotto dalla professoressa<br />
Maria Giovanna Riitano. Sono<br />
intervenuti, nel dibattito la professoressa<br />
Maria Paola Pagnini, il professore Tullio<br />
d’Aponte, l’onorevole Alfonso Andria e il<br />
giornalista Giuseppe Blasi.<br />
Nuove energie,<br />
Salerno ti aspetta<br />
Romanzo europeo<br />
dal ’800 al ‘900<br />
È stato messo on-line lo scorso 28 marzo il<br />
nuovo sito del piano energetico del Comune<br />
di Salerno. Il progetto è stato coordinato<br />
dal professore Gianfranco Rizzo del<br />
dipartimento di Ingegneria Meccanica.<br />
Www.dimec.unisa.it/PEC_Salerno, è il sito<br />
da cui è accessibile un questionario per<br />
raccogliere osservazioni e disponibilità<br />
<strong>della</strong> popolazione. È possibile, sempre online,<br />
compilare il modulo di iscrizione alla<br />
newsletter per essere informato su tutte le<br />
novità.<br />
Il 23 aprile al Dipartimento di Letteratura,<br />
Arte e Spettacolo dell’Università di Salerno<br />
il professore Romano Luperini, docente<br />
presso l’ateneo di Siena, terrà un incontro<br />
con gli studenti dal titolo “Romanzo<br />
europeo tra ‘800 e ‘900”. L’iniziativa si<br />
inserisce nella serie di incontri filologici<br />
organizzati dal dipartimento diretto da<br />
Sebastiano Martelli. Sempre nel mese<br />
pasquale si terrà l’incontro con Pietro<br />
Gubellini dal tema: Come Lavorava<br />
D’Annunzio: “Alcyone”, da stabilire la data.
18 Domenica 12 aprile 2009TERRITORIO<br />
I percorsi nella struttura<br />
Altavilla Irpina: esclusiva esposizione di vestiti di contadini e artigiani<br />
Le vite dimenticate<br />
risorte in un museo<br />
Un laboratorio per restaurare gli abiti d’epoca<br />
Prima Sala<br />
A disposizione dei visitatori,<br />
ceramiche d’impasto<br />
bruno provenienti<br />
da tombe <strong>della</strong> tarda età<br />
Lo scheletro<br />
Nella prima sala c’è una<br />
tomba a cassa di tegole<br />
con copertura “alla cappuccina”,<br />
risalente al VI<br />
Seconda Sala<br />
Tra i vestiti d’epoca e-<br />
sposti, cattura l’attenzione<br />
un abito di lino<br />
bianco decorato con<br />
del Ferro (metà VII – VI<br />
secolo a.C.) scoperte in<br />
località Campo dei Santi<br />
ad Altavilla Irpina.<br />
secolo d.C. (età tardo<br />
romana). All’interno lo<br />
scheletro di una donna<br />
di 20 anni.<br />
rosette di cotone di una<br />
fanciulla nubile <strong>della</strong><br />
piccola borghesia vissuta<br />
tra il 1830 e il 1840.<br />
LUCIANA BARTOLINI<br />
Il Museo civico “<strong>della</strong> gente<br />
senza storia” di Altavilla Irpina<br />
ospita reperti datati tra<br />
la preistoria e l’età moderna.<br />
Si tratta, per quanto riguarda<br />
gli abiti d’epoca che<br />
custodisce, di un caso unico<br />
nel Sud Italia. Qualcosa di<br />
simile è presente solo in<br />
Sicilia, dove i costumi sono<br />
di persone delle classi nobili.<br />
La struttura si trova nella<br />
cripta <strong>della</strong> Chiesa dell’Assunta<br />
ed è costituito da quattro<br />
sale. La prima è dedicata<br />
ai reperti archeologici; la<br />
seconda ad abiti popolari<br />
dell’800; la terza ad oggetti<br />
medioevali e la quarta a paramenti<br />
liturgici del clero<br />
altavillese tra il XVII e il<br />
XVIII secolo.<br />
La sua particolarità è rappresentata,<br />
appunto, dagli<br />
abiti d’epoca rinvenuti dalle<br />
sepolture e dall’ossario <strong>della</strong><br />
Chiesa Madre di Altavilla.<br />
Nella cripta <strong>della</strong> chiesa, adibita<br />
a cimitero fino al 1840,<br />
erano sepolti i defunti. Gli<br />
abiti sono stati recuperati<br />
dai corpi mummificati e<br />
senza identità di gente comune,<br />
delle classi sociali più<br />
umili: contadini, artigiani,<br />
piccoli commercianti, da qui<br />
la denominazione di “museo<br />
<strong>della</strong> gente senza storia”.<br />
La professoressa Lucia Portoghesi<br />
responsabile del laboratorio<br />
(annesso al museo)<br />
che cura la conservazione<br />
ed il restauro dei tessuti,<br />
rinvenne 50 abiti di uomini,<br />
donne e bambini, datati tra il<br />
1790 e il 1840, conservati<br />
resistendo all’attacco degli<br />
acidi <strong>della</strong> decomposizione.<br />
Altri 20 da adulto e 20 da<br />
bambino non possono essere<br />
restaurati per mancanza<br />
di fondi: ci vogliono dai<br />
quattromila ai cinquemila<br />
euro per restituirli al loro<br />
antico splendore e da uno a<br />
quattro mesi di lavoro.<br />
In una sala si possono ammirare<br />
vestiti tra cui quello<br />
di un contadino, di un bambino,<br />
di una contadina, di un<br />
soldato. L’abito del contadino<br />
è costituito da calzoni,<br />
camicia, giacca corta o gilet.<br />
Una caratteristica tipica dell’abbigliamento<br />
altavillese<br />
del tempo, sia per gli uomini<br />
che per le donne, era una<br />
reticella rossa sul capo.<br />
L’abito del bambino è marrone<br />
e comprende pantaloni,<br />
camicia e giacca corta.<br />
L’abito <strong>della</strong> contadina è formato<br />
da gonna, scolla,<br />
grembiule, camicia, busto,<br />
corpetto e calze. La divisa da<br />
lavoro del soldato è, invece,<br />
in tela di cotone bianco e<br />
blu, composta da pantaloni e<br />
giacca. Era dell’altavillese<br />
Giovanni Crescitelli, morto<br />
nel 1815 nella battaglia di<br />
Tolentino. Il soldato è l’unico<br />
identificato grazie al<br />
numero di matricola riportato<br />
nei calzoni. Cattura l’attenzione<br />
anche un vestito di<br />
lino bianco decorato con<br />
rosette di cotone di una fanciulla<br />
nubile <strong>della</strong> piccola<br />
borghesia, vissuta tra il 1830<br />
e il 1840. Nella sala c’è un<br />
dipinto del 1595 raffigurante<br />
la Deposizione di Cristo del<br />
pittore altavillese Donato<br />
Bruno. E’ presente anche<br />
una statua di legno policroma<br />
anonima del Seicento di<br />
una Madonna con bambino,<br />
da restaurare. Nella terza<br />
sala si trovano mattonelle<br />
maiolicate policrome del<br />
1400 e orli di piatti di ceramica<br />
e maiolica e nella quarta<br />
sono custoditi i paramenti<br />
liturgici appartenuti al<br />
clero altavillese realizzati in<br />
splendidi colori: verde, viola,<br />
rosso, indaco e giallo oro.<br />
Altro elemento di forte attrazione<br />
per i visitatori è il<br />
reperto conservato nella<br />
prima sala, dedicata all’archeologia.<br />
Si tratta <strong>della</strong><br />
ricostruzione di una tomba<br />
scoperta nel 2004 e risalente<br />
al VI secolo d.C. in età tardo<br />
romana. Al suo interno è lo<br />
scheletro di una donna di 20<br />
anni ricomposto nel 2003<br />
dal direttore del museo,<br />
Giampiero Galasso e dal<br />
dottor Luca Calandini, e-<br />
sperto in restauro. Il museo<br />
(aperto dalle 9 alle 13 solo<br />
dal lunedì al venerdì) è visitato<br />
ogni anno da 1000-1500<br />
persone. Le visite sono gratis<br />
per i bambini fino a dodici<br />
anni, gli adulti pagano un<br />
euro (due con guida). E c’è<br />
anche un sito www.museo<strong>della</strong>gentesenzastoria.it.<br />
BARBARA TROTTA<br />
L’archivio di Stato di Salerno ospiterà<br />
fino al 2 maggio la mostra<br />
“Contesse e contadine - abiti,<br />
immagini, documenti”, con lo scopo<br />
di rappresentare la vita quotidiana<br />
delle donne campane, sia<br />
delle classi povere che di quelle a-<br />
giate, nei secoli Ottocento e Novecento.<br />
É organizzata con il contributo<br />
di diversi enti (come la<br />
mediateca comunale e il centro<br />
studi “S. Angeluzzi” di Eboli e il<br />
centro provinciale per il restauro e<br />
la conservazione <strong>della</strong> fotografia<br />
di Nocera Inferiore), associazioni<br />
(Agorà dei Liberi di Capaccio<br />
Paestum) e collezionisti privati.<br />
Nell’atrio dell’istituto sono presenti<br />
soprattutto documenti e<br />
fotografie.<br />
Nelle prime bacheche <strong>della</strong> sezione<br />
“donne al lavoro” protagoniste<br />
sono le contadine al lavoro nei<br />
campi. L’occhio del fotografo ebolitano<br />
Luigi Gallotta le coglie<br />
mentre sono impegnate nelle varie<br />
attività tra mele e pomodori, ma<br />
anche quando mostrano sorridenti<br />
i frutti <strong>della</strong> loro fatica. I vari<br />
documenti presenti testimoniano,<br />
intanto, le loro difficili condizioni,<br />
costrette a lavorare dall’alba al tramonto,<br />
per un salario dimezzato<br />
rispetto a quello degli uomini.<br />
SALERNO<br />
In mostra l’altra<br />
metà <strong>della</strong> storia<br />
All’archivio di Stato protagoniste le nostre antenate<br />
Seguono, poi, le immagini delle<br />
operaie dei tabacchifici, figure<br />
silenziose e chiuse in se stesse, così<br />
come erano costrette a stare mute<br />
durante l’orario di lavoro.<br />
Le lavoratrici delle fabbriche tessili<br />
tra la fine Ottocento e l’inizio del<br />
nuovo secolo chiudono la carrella-<br />
Tavolino da lavoro del 1870 circa<br />
ta. Le loro lotte,<br />
con gli scioperi e<br />
gli arresti, le loro<br />
pessime condizioni<br />
di salute per la fatica<br />
massacrante e<br />
l’alimentazione<br />
insufficiente, i terribili<br />
incidenti descritti<br />
nei rapporti<br />
dei carabinieri, sono<br />
sottratti all’oblio.<br />
Con essi esce<br />
dall’anonimato e<br />
rivive la figura di<br />
Domenica Russo,<br />
detta Menechella<br />
la Scapricciata, e del suo fazzoletto<br />
rosso usato per incitare le compagne<br />
allo sciopero, quando nel 1894<br />
allo stabilimento Wenner di Scafati,<br />
si ribellò ai “padroni”.<br />
Una bacheca in fondo alla sala ospita<br />
i disegni e le fotografie dei costumi<br />
<strong>della</strong> tradizione a partire dal<br />
Settecento, mentre sulla destra c’è<br />
la sezione dedicata alla famiglia.<br />
Sono presenti foto di nozze e di<br />
madri con bambini. I documenti ci<br />
rimandano, nel frattempo, alla<br />
realtà delle doti, al matrimonio<br />
come “contratto” spesso subito più<br />
che voluto.<br />
Le ultime teche sono dedicate<br />
all’arte del ricamo, alla moda con<br />
alcune riviste di inizio Novecento e<br />
a un’esposizione di cappelli e guanti<br />
di quel periodo. Posto di primo<br />
piano hanno, poi, i ritratti, con le<br />
lastre originali del fotografo di<br />
“posa” Vincenzo Palumbo, che<br />
cent’anni fa ritraeva il mondo contadino<br />
di Capaccio.<br />
Nel salone Bilotti, al secondo piano<br />
dell’istituto, sono esposti abiti e<br />
oggetti di uso quotidiano, la maggior<br />
parte provenienti dalla collezione<br />
privata dell’ ebolitana Anna<br />
Marra.<br />
È un viaggio suggestivo tra binocoli<br />
da teatro in madreperla, portamonete<br />
con intarsi in oro, vestiti<br />
da sposa e da sera, che ci mostrano<br />
lo splendore delle classi agiate.<br />
Sono presenti, però, anche utensili<br />
da lavoro come forbici, puntali e<br />
conocchie, un telaio ottocentesco,<br />
un filatoio.
TERRITORIO Domenica 12 aprile 2009<br />
Torre del Greco capitale <strong>della</strong> più prestigiosa ed esclusiva collezione privata del mondo<br />
Corallo, il museo secondo Liverino<br />
Nelle sale meraviglie senza tempo fra arte orientale e gioielli italiani<br />
19<br />
FRANCESCO MARIA BORRELLI<br />
La visita al museo Liverino a Torre<br />
del Greco è un’occasione unica di<br />
connubio tra l’antica arte <strong>della</strong><br />
lavorazione del corallo e le più<br />
moderne dinamicità imprenditoriali.<br />
All’interno dei laboratori si<br />
respira l’atmosfera sapiente e<br />
magica dei mestieri artigianali. I<br />
proprietari Maria Carmela, Vincenzo<br />
ed Elvia Liverino attualizzano<br />
gli insegnamenti paterni e di<br />
una vita, in competenti e abilissime<br />
trame commerciali tecniche e<br />
di relazione con il pubblico; senza<br />
tralasciare la <strong>ricerca</strong> e l’insegnamento<br />
<strong>della</strong> lavorazione del corallo.<br />
Eccezionale è la collezione privata<br />
che vanta capolavori da tutto<br />
il mondo, ognuno caratterizzato<br />
dalla scuola nazionale d’appartenenza<br />
e dallo stile dei singoli artisti,<br />
legato al periodo storico di riferimento.<br />
All’interno del museo sono presenti<br />
i più prestigiosi manufatti<br />
<strong>della</strong> lavorazione giapponese (incantevoli<br />
la “Fanciulla danzante”<br />
di Maekawa, in arte Taizan, il “corteo<br />
di Samurai” di Banyu”), cinese<br />
(il “Mausoleo a Chang-Kai-Shek” o<br />
spada e spadino con castoni di<br />
giada XVIII secolo), tibetana (antichi<br />
ornamenti e armi belliche con<br />
castoni di corallo), mongola, pellerossa<br />
(collane di moderna fattura)<br />
trapanese (caratteristica per le rappresentazioni<br />
sacre) e torrese<br />
(“L’Achille di Omero” di Battiloro o<br />
i cammei di Parlati raffiguranti visi<br />
femminili). Peccato non poterle<br />
elencare tutte. Presenti anche dei<br />
gioielli realizzati in esclusiva da<br />
Bulgari, e dai Liverino anche in<br />
collaborazione con gli artigiani di<br />
Valenza; tutti composti da una<br />
base di corallo (Sardegna, Moro,<br />
Vecchia America il pezzo preferito dal Cavaliere Liverino<br />
Ce-rasuolo, Sciacca, Sciacca bello)<br />
accompagnato da platino, oro e<br />
brillanti secondo le necessità di<br />
lavorazione.<br />
La produzione del corallo ha subito<br />
dei limiti politici perchè gli Stati<br />
Uniti tramite la Convezione sul<br />
commercio internazionale di specie<br />
in pericolo, vogliono bloccare<br />
la pesca del corallo. Quindici anni<br />
fa Basilio Liverino andò a Bruxelles<br />
(sede del Parlamento europeo) per<br />
chiarire che il corallo non era in via<br />
di estinzione, spiegando anche la<br />
differenza tra il corallo da pesca e<br />
le madrepore (le barriere), quest’ultime<br />
sono in via di estinzione.<br />
La lavorazione del corallo può dare<br />
lavoro ai giovani e in questa direzione<br />
nel 1996 Torre del Greco si è<br />
riavvicinata ai ragazzi con la scuola<br />
artigianale torrese Emiddio<br />
Mele.<br />
L’iniziativa nacque nel 1990 quando<br />
su designazione <strong>della</strong> Camera<br />
di Commercio Napoli, il Cavalier<br />
Liverino fu nominato consigliere<br />
<strong>della</strong> Fondazione Mele. Recentemente<br />
i figli hanno istituito il<br />
premio Basilio Liverino, gratuito<br />
per gli studenti e che rilascia l’attestato<br />
di frequenza.<br />
L’avventura<br />
di Basilio<br />
cominciò<br />
a Firenze<br />
La famiglia Liverino è sinonimo<br />
di corallo dalla fine del<br />
1800. Il Cavaliere del Lavoro<br />
Basilio ha proseguito l’attività<br />
di famiglia aggiungendo alla<br />
lavorazione anche la collezione<br />
del corallo. La raccolta dei<br />
manufatti iniziò per caso<br />
quando a Firenze sul Ponte<br />
Vecchio acquistò il primo<br />
pezzo di quella che sarebbe<br />
diventata la più bella, pregiata<br />
e completa raccolta di lavorati<br />
a mano in corallo e di cammei<br />
dal e del mondo. La passione e<br />
la tenacia che hanno caratterizzato<br />
per tutta la vita il lavoro<br />
del Cavalier Liverino, spentosi<br />
il 27 maggio 2007, vive oggi nei<br />
figli Maria Carmela, Vincenzo<br />
ed Elvia.<br />
L’amico d’infanzia Vittorio<br />
Manzi lo ricorda: «Un amico<br />
sincero e fraterno; una mente<br />
eccelsa, imbattibile nel commercio<br />
e abilissimo nelle trattative».<br />
La riflessione che il<br />
Cavaliere ha voluto lasciarci è:<br />
«Io credo signore che alla fine<br />
<strong>della</strong> vita non c’è la notte, ma<br />
l’aurora; che alla fine dell’inverno<br />
non c’è l’inverno, ma la primavera;<br />
che al termine dell’attesa<br />
non c’è l’attesa, ma l’incontro;<br />
che al termine <strong>della</strong> morte<br />
non c’è la morte ma la vita».<br />
Ritorno dal futuro: a passeggio con Socrate al Mav<br />
I virtual scavi di Ercolano<br />
Il restyling high-tech dei reperti archeologici sfida la crisi<br />
CHIARA DEL GAUDIO<br />
Compirà nove mesi tra<br />
qualche giorno ed ha già<br />
ottenuto un’affluenza di<br />
50000 visitatori per un successo<br />
di incassi che supera i<br />
200 mila euro. Si prepara a<br />
ricevere ad aprile più di<br />
8000 turisti per lo più francesi:<br />
così il Mav - Museo<br />
archelogico virtuale - sorto<br />
in un ex edificio scolastico,<br />
a un passo dagli scavi di<br />
Ercolano, sfida la crisi. La<br />
nascita, nel luglio scorso,<br />
era stata festeggiata, su iniziativa<br />
del sindaco, Nino<br />
Daniele, con ingresso gratuito<br />
per tutto il mese,<br />
riservato ai cittadini. Ma il<br />
concepimento, come lui<br />
stesso spiega, risale al 2003<br />
quando, da un’idea di<br />
Gaetano Capasso, autore<br />
dei filmati di ricostruzione<br />
in digitale di “Quark”, la<br />
Provincia di Napoli in un<br />
protocollo d’intesa con il<br />
Comune di Ercolano,<br />
stanziava tre milioni e<br />
500mila euro per la realizzazione<br />
<strong>della</strong> “prima casa<br />
<strong>della</strong> cultura digitale italiana”<br />
destinata alla valoriz-<br />
zazione dei siti archeologici,<br />
in particolare quello<br />
ercolanese. Nell’era del virtual<br />
e dell’hi-tech piace ai<br />
visitatori l’idea, realizzata<br />
dalla fondazione Cives –<br />
Provincia, Comune e tra<br />
breve anche Regione –di<br />
essere protagonisti per un<br />
giorno <strong>della</strong> storia, rivivendo<br />
con l’ausilio delle moderne<br />
tecnologie digitali, la<br />
vita degli antichi romani.<br />
Un lungo itinerario, oltre<br />
settanta ricostruzioni scenografiche,<br />
luoghi, voci,<br />
suoni, profumi, ma anche<br />
ologrammi: “l’intelligenza<br />
connettiva” di Derrick de<br />
Kerchove, sociologo dell’arte<br />
digitale di fama internazionale,<br />
segna l’inizio dell’insolito<br />
percorso museale.<br />
La smaterializzazione dei<br />
corpi magicamente trasformati<br />
in pixel e avvolti dalla<br />
massima “la meraviglia è il<br />
principio <strong>della</strong> conoscenza”<br />
sembra condizione essenziale<br />
per riscoprire il passato.<br />
La multisensorialità fa da<br />
guida al visitatore nel buio<br />
dello scavo del ritrovamento<br />
del teatro di Ercolano, con<br />
allestimenti tanto reali, da<br />
indurre gli ospiti più distratti,<br />
finanche al lancio <strong>della</strong><br />
monetina nell’antico pozzo<br />
A sinistra<br />
la sezione del Mav dedicata<br />
alla ricostruzione<br />
in tridimensionale<br />
degli scavi<br />
e in alto<br />
folla al botteghino<br />
d’ingresso<br />
del Museo Archeologico<br />
Virtuale di Ercolano<br />
borbonico e mentre si rincorrono<br />
voci e suoni di strada,<br />
l’atmosfera è rotta dal<br />
boato del muro di lava che<br />
sommerge la Villa dei Papiri,<br />
antico luogo di ritrovo di<br />
filosofi illustri.<br />
Una nube ardente, come<br />
quella che carbonizzò migliaia<br />
di ercolanesi, segna il<br />
passaggio dalla distruzione<br />
alla ricostruzione: d’improvviso<br />
ci si ritrova “inzuppati”<br />
dal virtual temporale all’interno<br />
del Peristilium <strong>della</strong><br />
casa del Fauno e attraversando<br />
il Foro di Pompei, si<br />
giunge nella sala <strong>della</strong> Biblioteca<br />
dei Papiri, al tempo<br />
del suo massimo splendore.<br />
Dei 1800 reperti – ritrovati<br />
a seguito <strong>della</strong> ripresa degli<br />
scavi nel 1753 per volere di<br />
Carlo di Borbone e sotto la<br />
direzione dell’architetto svizero<br />
Karl Weber - oggi conservati<br />
nel Museo Archeologico<br />
di Napoli, qui c’è solo<br />
proiezione, ma l’emozione<br />
<strong>della</strong> scoperta è tanto efficace<br />
quanto surreale. «Il successo<br />
di visitatori - ha spiegato<br />
il sindaco Daniele - è<br />
senza dubbio dovuto alla<br />
novità <strong>della</strong> nostra proposta<br />
museale. Prossimi obiettivi:<br />
il completamento <strong>della</strong> riqualificazione<br />
dell'area urbana<br />
circostante e l’allestimento<br />
di nuovi spazi, perché<br />
tutto il sito archeologico<br />
ercolanese,così ricco di elementi<br />
identitari e vissuto a<br />
lungo all’ombra di Pompei,<br />
diventi centro turistico europeo<br />
di eccellenza».
20 Domenica 12 aprile 2009TERRITORIO<br />
ENOLOGIA<br />
Oltre cento varietà di vitigni fanno <strong>della</strong> Campania il cuore dell’Italia vitivinicola<br />
Terra nostra:<br />
da duemila anni<br />
profumo di vino<br />
Greci e Romani ne scoprirono la forza<br />
L’enologia in Campania ha origini antiche. La<br />
diffusione <strong>della</strong> vite risale all'epoca pre-romana.<br />
Furono i Greci, infatti, a portarla per primi in<br />
questi territori. La qualità dei vini campani, per<br />
le favorevoli condizioni climatiche e la particolare<br />
natura dei suoli, fu riconosciuta in tutto il<br />
mondo. Dagli antichi vitigni, che gli scrittori<br />
Plinio e Orazio descrissero come vitis hellenica,<br />
aminea gemina e lanata, vitis apiana, uve alopeci,<br />
discendono l'Aglianico, il Greco, il Fiano, la<br />
Coda di volpe, il Per'e palummo, l'Asprino, la<br />
Biancolella, la Forastera, e gli altri vitigni autoctoni<br />
coltivati nella regione. Un patrimonio che<br />
pochi possono vantare e che ha prodotto un’immensa<br />
varietà di bianchi e di rossi. Una risorsa<br />
scoperta in ritardo rispetto alla sua antica origine.<br />
I primi a concepire il vino come potenziale<br />
economico e non solo come alimento sono stati<br />
i francesi, che già dal Settecento hanno iniziato a<br />
commercializzarlo. I grandi produttori erano le<br />
famiglie nobiliari che avevano le potenzialità<br />
economiche per investire sul prodotto ed erano<br />
in contatto con le maggiori casate d’Europa, vedi<br />
i Rochild, che da banchieri divennero<br />
anche produttori di vino a<br />
Dal 2010<br />
solo Dop<br />
Bordeaux. Non a caso ancora oggi<br />
le maggiori maison sono tenute<br />
da grossi gruppi imprenditoriali,<br />
come Louis Vuitton. Un<br />
secolo dopo, verso la metà dell’Ottocento,<br />
questo spirito di<br />
commercializzazione del vino<br />
venne importato in Toscana e<br />
Piemonte, visti i rapporti commerciali<br />
che legavano questi territori<br />
alla Francia. Mentre le vere<br />
potenzialità <strong>della</strong> Campania come<br />
territorio vitivinicolo, emersero<br />
solo verso la fine del XIX<br />
secolo, con l’istituzione, ad Avellino,<br />
dell’Istituto agrario, per opera<br />
del ministro <strong>della</strong> Pubblica<br />
Istruzione Francesco De Sanctis.<br />
Fino alla metà del XX secolo,<br />
l’Istituto è stato l’unico polo di<br />
formazione enologica di tutto il<br />
Sud Italia. Italiani e francesi<br />
hanno dimostrato, in tempi diversi,<br />
che nella produzione del<br />
vino gli elementi fondamentali<br />
sono l’ambiente (clima e territorio)<br />
e le tecniche di coltivazione.<br />
Per cui una vite non darà lo stesso<br />
prodotto se piantata in territori<br />
diversi. Ed è questa la particolarità<br />
che fa dei vini italiani e francesi i migliori al<br />
mondo. Lo stesso non si può dire dei vini californiani<br />
e sudamericani, che nonostante l’enorme<br />
produzione degli ultimi anni, non hanno quella<br />
specificità che li differenzia, anche a causa di<br />
procedure enologiche standardizzate che non<br />
permettono l’emergere delle caratteristiche ambientali<br />
e territoriali. In Campania, da oltre un<br />
decennio, l’assessorato all’Agricoltura <strong>della</strong><br />
Regione ha favorito la realizzazione di studi finalizzati<br />
alla valorizzazione e al riordino <strong>della</strong><br />
base varietale. I risultati sono stati di grande rilevanza.<br />
Si è evidenziata, infatti, la presenza sul<br />
teritorio regionale di oltre 100 varietà di viti. Tra<br />
le più rinomate troviamo: le tre Docg irpine:<br />
Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo;<br />
l’Aglianico del Taburno e la Falanghina del<br />
Beneventano; la Lacryma Christi del Vesuvio e il<br />
Piedirosso dei Campi Flegrei; il Frassitelli a<br />
Ischia; il Falerno del Massico, il Pallagrello e<br />
l’Asprino d’Aversa nel Casertano, vino bianco di<br />
base Falangina in Costa d’Amalfi e una tipologiadi<br />
Fiano in Cilento. La varietà c’è e anche la qualità...a<br />
voi la scelta.<br />
Via i Doc e i Docg,<br />
tra un anno arriva il<br />
Dop.<br />
La semplificazione<br />
in un’unica etichetta<br />
rispetta i parametri<br />
imposti dalla<br />
Comunità Europea<br />
in merito alla classificazione<br />
dei vini.<br />
Gli esperti del settore<br />
vinicolo sono<br />
preoccupati del<br />
disorientamento<br />
che la generalizzazione<br />
potrebbe<br />
creare nel consumatore.<br />
Il trend migliore di<br />
crescita <strong>della</strong><br />
Campania rispetto<br />
alle altre regioni<br />
promette bene per<br />
l’edizione 2009 di<br />
Vinitaly.<br />
Pagina a cura di<br />
STELLA COLUCCI<br />
GIOVANNI IANNACCONE<br />
Bottaia di una delle aziende campane<br />
La fama<br />
dei bianchi<br />
autoctoni<br />
In molti brindano con lo<br />
champagne, in tanti con i<br />
bianchi campani. A contendersi<br />
la palma dei migliori<br />
sono gli irpini Greco<br />
di Tufo e Fiano di Avellino,<br />
Docg dal 2003.<br />
Il Greco viene prodotto<br />
sulle colline a nord di<br />
Avellino, tra i quattrocento<br />
e i settecento metri d’altitudine,<br />
il clima fresco e il<br />
terreno di origine vulcanica<br />
ricco di zolfo danno a<br />
questo vino una struttura<br />
piena con profumi complessi.<br />
Buono per i piatti a<br />
base di pesce, ma anche<br />
per accompagnare verdure<br />
e carni bianche. Esiste<br />
anche una varietà spumante<br />
di questo vino indicato<br />
come aperitivo e servito<br />
con antipasti freddi. Il<br />
Greco di Tufo, dal colore<br />
giallo paglierino, con una<br />
gradazione di circa 12 vol.<br />
e un rapporto qualità<br />
prezzo molto buono, è il<br />
bianco autoctono più<br />
conosciuto in Italia. Dalla<br />
Vitis Apiana, invece, deriva<br />
il Fiano di Avellino. Le<br />
sue uve, molto dolci, producono<br />
un vino dall’odore<br />
intenso, fine e caratteristico<br />
dal sapore fresco e<br />
armonico. Si degusta a<br />
una temperatura di 8°-10°<br />
gradi, perfetto per accompagnare<br />
i piatti più raffinati.<br />
La sua uva è coltivata<br />
nella città di Avellino, da<br />
cui prende il nome, e nei<br />
territori limitrofi.<br />
L’attuale crisi economica<br />
ha scalfito il consumo<br />
dei vini italiani?<br />
«Purtroppo si, perché è<br />
inevitabile il contatto con<br />
il mercato internazionale,<br />
soprattutto per quanto riguarda<br />
i vini di media e<br />
alta qualità. La crisi ha<br />
portato a un ridimensionamento<br />
dell’esportazione<br />
del vino all’estero, soprattutto<br />
negli Stati Uniti,<br />
mentre, paradossalmente<br />
è in crescita il mercato<br />
interno».<br />
Presentata la nuova annata del Taurasi<br />
INCORONATO IL RE DEL SUD<br />
Quattro stelle e annata ottima, la<br />
2005, per il re dei vini rossi campani.<br />
Questo il giudizio espresso<br />
dalla commissione valutativa,<br />
presieduta dal professor Luigi<br />
Moio, ad “Anteprima Taurasi”.<br />
Una manifestazione che va avanti<br />
da sette anni e che, per decantare<br />
le qualità organolettiche di un<br />
così nobile vino, non poteva che<br />
svolgersi nella prestigiosa location<br />
del Castello Marchionale<br />
dello stesso paese dal quale prende<br />
il nome. Il Taurasi, che dopo<br />
tre anni d’invecchiamento, di cui<br />
almeno uno in botte, rappresenta<br />
la massima espressione dell’Aglianico,<br />
è stato il primo, e per dieci<br />
anni l’unico, vino del Sud a ricevere,<br />
nel 1993 (annata a cinque<br />
stelle), la denominazione d’origine<br />
controllata e garantita. “Anteprima<br />
Taurasi” si è svolta il 7 e 8<br />
Parla il presidente<br />
dei sommelier campani<br />
«La qualità<br />
è il nostro<br />
successo»<br />
Antonio Del Franco, presidente AIS Campania<br />
Perché in Italia non ci<br />
sono aziende vitivinicole<br />
quotate in borsa?<br />
«Le aziende estere quotate<br />
in borsa appartengono a<br />
dei grossi gruppi finanziari,<br />
sono più grandi e producono<br />
un numero maggiore<br />
di bottiglie rispetto<br />
alla media italiana. In<br />
Italia le grandi aziende si<br />
contano sulle dita di una<br />
mano e non hanno la disponibilità<br />
per affrontare<br />
le insidie del mercato<br />
azionario. Poi il vino,<br />
marzo, a chiusura di una tre giorni<br />
interamente dedicata al vino<br />
campano e alle sua eccellenze,<br />
inaugurata con gli Stati Generali<br />
del Vino Campano ad Avellino.<br />
Trentanove le aziende partecipanti,<br />
quarantadue giornalisti accreditati<br />
dall’Italia e dall’estero,<br />
presenti anche due americani e<br />
un giapponese, oltre tremila persone<br />
accorse da tutto il Centro-<br />
Sud. Positivo anche l’atteso parere<br />
<strong>della</strong> critica enologica internazionale<br />
(tra il buono e l’ottimo). Tutti<br />
gli esperti, comunque, concordano<br />
nel sostenere che il Taurasi<br />
2005 darà il meglio di sé con il<br />
passare del tempo. Non resta allora<br />
che attendere qualche anno per<br />
degustare una delle annate più<br />
interessanti <strong>della</strong> Docg più prestigiosa<br />
e famosa del meridione.<br />
essendo un prodotto<br />
molto variabile, non permette<br />
di valutarne la qualità<br />
a priori, ma soltanto<br />
attraverso l’assaggio organolettico».<br />
La Campania annovera<br />
Docg in Irpinia e tanti<br />
altri Doc nell’intera Regione,<br />
possiamo definirla<br />
il Piemonte del Sud?<br />
«Non amo fare paragoni.<br />
Diciamo che, dal punto di<br />
vista quantitativo, non<br />
siamo molto forti, e non<br />
solo rispetto al Piemonte,<br />
ma anche nei confronti di<br />
Sicilia e Puglia, che da<br />
sempre sono state serbatoio<br />
dell’Italia vinicola. Per<br />
quanto riguarda, invece, la<br />
qualità abbiamo fatto dei<br />
notevoli passi in avanti<br />
negli ultimi quindici anni,<br />
sia grazie all’investimento<br />
degli imprenditori, che<br />
<strong>della</strong> Regione che ha creduto<br />
molto nel progetto<br />
vino».<br />
Si può parlare di originalità<br />
dei vini campani?<br />
«Il vino campano sta<br />
prendendo sempre più<br />
una sua identità, nessun<br />
altro posto del mondo ha i<br />
nostri vitigni. Il vino è fortemente<br />
influenzato dalle<br />
caratteristiche del terreno<br />
e del clima, per cui non si<br />
può dire che un vino dà gli<br />
stessi risultati dappertutto.<br />
La qualità dell’uva, e<br />
quindi del vino, dipende<br />
soprattutto dal territorio».<br />
Soddisfatti dell’annata?<br />
«E’ stato un ottimo 2008<br />
per i bianchi, mentre i<br />
rossi, fatta eccezione per<br />
l’Aglianico base per il<br />
Taurasi, non hanno dato i<br />
frutti sperati».
MONTESARCHIO<br />
SPORT Domenica 12 aprile 2009<br />
La società Arcieri Caudium e la Pro Loco per la promozione del tiro con l’arco<br />
Piccoli Robin Hood crescono<br />
Uno sport in forte espansione malgrado la mancanza di infrastrutture<br />
21<br />
CRISTIANO VELLA<br />
Una curiosa statistica popolare<br />
riferisce di una Campania in<br />
cui per ogni bambino esiste un<br />
pallone. Non stupirà affatto<br />
dunque, vedere ragazzini tra<br />
vicoli e parchi tentare di emulare<br />
Lavezzi e Hamisk. Diversamente,<br />
passeggiare tra le<br />
strade di un paesino <strong>della</strong> provincia<br />
di Benevento, e imbattersi<br />
in bimbi armati di piccoli<br />
archi, con la faretra piena di<br />
frecce in vita che mirano a un<br />
bersaglio in pieno stile Robin<br />
Hood, causerà un certo grado<br />
di sorpresa. Succede a Montesarchio,<br />
comune <strong>della</strong> Valle<br />
Caudina di tredicimila abitanti,<br />
dove da qualche mese, un po’<br />
in sordina a dire la verità, opera<br />
la A.s.d Arcieri Caudium. L’intuizione<br />
di portare il tiro con<br />
l’arco nel comune beneventano<br />
è stata <strong>della</strong> Pro Loco cittadina,<br />
che prima ha organizzato, nell’ambito<br />
<strong>della</strong> manifestazione<br />
Settembre al Borgo, il Palio del<br />
tiro con l’arco, e poi, su iniziativa<br />
di Tommaso De Mizio, si è<br />
attivata per permettere alla<br />
società Arcieri Caudium di<br />
svolgere gli allenamenti sia indoor<br />
che outdoor in paese.<br />
Molti ragazzi, da ottobre, si<br />
sono avvicinati alla disciplina, e<br />
colpisce soprattutto la percentuale<br />
di giovanissimi che popolano<br />
le palestre e i campi sportivi<br />
durante gli allenamenti.<br />
Non mancano i risultati di prestigio<br />
per l’Arcieri Caudium, sei<br />
atleti infatti presto si cimenteranno<br />
nelle gare regionali di tiro<br />
con l’arco. L’obiettivo del<br />
presidente Antonio Gallo, e dei<br />
suoi collaboratori, tra cui l’atle-<br />
Un giovane arciere a Montesarchio. A destra Vinacciain auto (foto da www.pasqualeaversa.com)<br />
ta nazionale e istruttore Dino<br />
De Lucia, è raggiungere la qualificazione<br />
ai campionati italiani<br />
indoor del 2009. Intanto l’intenzione<br />
<strong>della</strong> A.s.d. Arcieri<br />
Caudium è di creare un forte<br />
radicamento sul territorio, di<br />
far avvicinare i ragazzi e di portare<br />
gare di interesse regionale<br />
e nazionale a Montesarchio.<br />
Ovviamente è difficile portare<br />
avanti una disciplina diversa<br />
dal sacro pallone, come raconta<br />
Dino De Lucia : «Siamo una<br />
delle società d’elite <strong>della</strong> Campania<br />
e di tutto il sud Italia. Eppure<br />
rimaniamo semisconosciuti<br />
a chi non è appassionato<br />
di tiro con l’arco. Mancano<br />
completamente le strutture<br />
sportive, e per queste dobbiamo<br />
effettuare pellegrinaggi negli<br />
uffici comunali». E in tempo<br />
di crisi economica non sarebbe<br />
agevole per un genitore permettere<br />
al figlio di svolgere il<br />
tiro con l’arco : «Noi come società<br />
– aggiunge De Lucia -<br />
non riceviamo alcun tipo di<br />
aiuto, ci autosovvenzioniamo<br />
totalmente, e questo comporta<br />
dei sacrifici. Per un bambino<br />
che si avvicina a questo sport,<br />
si dovrebbe partire da una<br />
somma minima di 200 euro,<br />
che sale se si porta avanti la disciplina».<br />
Negli ultimi anni il tiro<br />
con l’arco non ha mancato di<br />
dare soddisfazioni: nel 2004<br />
Marco Galiazzo è stato il primo<br />
campione olimpico italiano<br />
nella storia <strong>della</strong> disciplina.<br />
“Sognando Galiazzo” non sarà<br />
un titolo affascinante come<br />
“Sognando Beeckham”, ma andate<br />
a spiegarlo ai piccoli arcieri<br />
sorridenti dopo aver colto il<br />
centro del bersaglio.<br />
Automobilismo campano<br />
Vinaccia<br />
re tra i birilli<br />
JOSÈ ASTARITA<br />
La sua abilità con l’auto fra i birilli è proverbiale<br />
e nello scorso ottobre Luigi Vinaccia,<br />
si è laureato per la terza volta nella carriera<br />
campione italiano slalom. Autentico<br />
perfezionista, si è nella sua carriera seduto<br />
in qualsiasi sediolo gli venisse messo a<br />
disposizione,<br />
partendo dalla<br />
A112, fino alla<br />
vettura prototipo<br />
Osella PA21-<br />
Honda. Dopo la<br />
vittoria del terzo<br />
titolo proprio all’ultima<br />
gara,<br />
contro l’amicorivale<br />
il molisano<br />
Emanuele, nella<br />
sua Campania,<br />
Luigi sta sfogliando la margherita per la<br />
prossima stagione. Impegni di lavoro non<br />
consentiranno al driver <strong>della</strong> penisola sorrentina<br />
di difendere il titolo conquistato la<br />
scorsa stagione. Certa la sua presenza alla<br />
prima gara <strong>della</strong> stagione in Sicilia,<br />
Vinaccia deciderà la propria partecipazione<br />
alle restanti gare strada facendo.Il pilota<br />
campano quest’anno proverà la sfida del<br />
campionato italiano velocità montagna,<br />
con la nuova Osella Pa21-Alfa. Saranno,<br />
comunque, sporadiche le sue apparizioni.<br />
Non avrà un programma certo, ma solo<br />
tanta voglia di divertirsi.<br />
La vettura sarà preparata dalla Catapano<br />
corse mentre il pilota peninsulare difenderà<br />
i colori biancorossi <strong>della</strong> scuderia<br />
l’Autosport Sorrento.<br />
GLI EMIGRANTI DELLO SPORT: EMANUELE D’ANNA (3<br />
A Pisa c’è un nuovo Gattuso<br />
«Al Milan ho lavorato con Tassotti e ho fatto amicizia anche con Ringhio»<br />
Da un ruolo<br />
all’altro<br />
è sempre lui<br />
Emanuele D’Anna nasce<br />
a Baiano (Avellino)<br />
il 23 maggio 1982. Dopo<br />
Ascoli e Milan gioca<br />
a Chieti, Piacenza, A-<br />
rezzo e Juve Stabia. Nel<br />
2007 passa al Pisa dove<br />
mister Ventura lo imposta<br />
da terzino ad ala<br />
destra e sinistra. Portato<br />
dal Chievo in A<br />
gioca 9 partite, ma tre<br />
mesi fa è tornato a Pisa<br />
e lo stesso Ventura lo<br />
ha riciclato in interno.<br />
Emanuele è figlio di<br />
Luigi e Gaetana, fratello<br />
di Felice e di Marianna,<br />
e ha un cane<br />
chiamato Elliott. È fidanzato<br />
con Carmelina,<br />
anche lei di Baiano.<br />
Se non avesse giocato,<br />
avrebbe tentato di affermarsi<br />
nel calcio come<br />
procuratore.<br />
ORLANDO SAVARESE<br />
A chi deve le sue fortune?<br />
Alla mia famiglia, perché nei momenti<br />
difficili mi è stata sempre<br />
molto vicino.<br />
In due anni 64 presenze e 5 reti<br />
con il Pisa. Nel nomadismo sportivo<br />
l’isola felice esiste.<br />
Devo dire di sì: a Pisa ci sono persone<br />
che mi vogliono bene, e quando<br />
ci sono piazze come quelle si è<br />
facilitati nelle scelte.<br />
Eppure in questo campionato<br />
aveva provato l’esperienza in A<br />
col Chievo. Cosa è successo?<br />
A Verona potevo restare, ma alla fine<br />
sono tornato a Pisa per giocare<br />
con continuità.<br />
Un percorso iniziato prestissimo<br />
lontano dalla propria terra.<br />
C’era la possibilità di trasferirsi in<br />
un buon vivaio e sono andato ad<br />
Ascoli. Poi c’è stata la Primavera del<br />
Milan e credo sia stata un’esperienza<br />
significativa. Quando sei giova-<br />
Emanuele<br />
D’Anna<br />
(a sinistra)<br />
in azione<br />
di gioco.<br />
Giampiero<br />
Ventura<br />
(a destra)<br />
lo ha impiegato<br />
in tre ruoli<br />
diversi<br />
ne non conosci la parola “sacrificio”:<br />
te ne accorgi dopo.<br />
Nel Milan chi ha conosciuto?<br />
A Milano conobbi un po’ tutti, in<br />
particolare quello che mi allenò<br />
nelle giovanili fu Tassotti. Per un<br />
po’ giocai terzino destro come lui,<br />
ma quello che ammiro di più è<br />
Rino Gattuso: eravamo amici.<br />
E dopo aver cambiato molto<br />
spesso posizione, ora sta giocando<br />
proprio nel ruolo di Gattuso.<br />
E’ vero, anche il mio presidente<br />
Luca Pomponi dice che per il Pisa<br />
sono come Gattuso, e sono stimato<br />
da questo giudizio.<br />
Un allenatore che ringrazia?<br />
Piero Braglia, ma anche Giuseppe<br />
Iachini, e Giampiero Ventura che<br />
mi ha valorizzato molto.<br />
L’esperienza che l’ha segnata?<br />
Sicuramente quella di Castellammare<br />
in C1 nel 2006 perché a livello<br />
umano mi ha fatto capire tante<br />
cose. Inizialmente ero scettico perché<br />
provenivo dalla B, ma a lungo<br />
andare quella Juve Stabia giocò un<br />
grande campionato.<br />
Quale gara ricorda con affetto?<br />
Ci sono tante gare che ricordo piacevolmente,<br />
forse la più importante<br />
è stata la vittoria 2-1 nel derby<br />
con il Livorno, in questo campionato.<br />
Un altro baianese, Francesco<br />
Dell’Anno, era rifinitore nell’Udinese,<br />
ed è stato anche in A.<br />
Sì. ma oltre a Dell’Anno ammiravo<br />
Ivo Vetrano del Varese, di Baiano<br />
anch’egli.<br />
Ha anche un sito ufficiale.<br />
Sì, lo cura mio fratello. I tifosi mi<br />
scrivono in continuazione ogni<br />
giorno, soprattutto i tifosi del Pisa<br />
che mi incoraggiano tanto quando<br />
le cose non vanno bene.<br />
Tornerebbe in Campania?<br />
Forse sì, per restare vicino alla<br />
famiglia. Sappiamo che in<br />
Campania ci sono poche possibilità<br />
di scelta, a parte una squadra<br />
come il Napoli. Ma non si sa mai.
22 Domenica 12 aprile 2009PUNTO it PUNTO com<br />
La web tv<br />
<strong>della</strong> comicità<br />
È iniziata da poco più di un mese l’avventura<br />
di Floptv, la web tv di Fox channels Italia<br />
(canale <strong>della</strong> piattaforma Sky) dedicata alla<br />
comicità. E a giudicare dai commenti entusiasti<br />
degli spettatori sembra sia partita col<br />
piede giusto. «Floptv cerca di sperimentare e<br />
proporre contenuti normalmente giudicati<br />
‘troppo avanti’ per la tv tradizionale,- ha<br />
detto il direttore creativo Michele Ferrarese -<br />
riteniamo che esista un sostanziale gap tra<br />
l’attuale proposta televisiva e il target più giovane.<br />
La sua lenta ed inesorabile fuga dalla tv<br />
generalista, troppo spesso ostaggio di un<br />
pubblico attempato, a vantaggio <strong>della</strong> televisione<br />
tematica e di Internet è un fenomeno<br />
crescente». Ferrarese però precisa che non si<br />
tratta di un’antitelevisione, semmai l’obiettivo<br />
è quello di anticipare i gusti <strong>della</strong> televisione<br />
di domani. Sul sito è possibile seguire<br />
alcune serie comiche a puntate denominate<br />
Flop Shows. “Drammi medicali” è quella di<br />
maggior successo incentrata sulle paradossali<br />
vicende che animano un ospedale piuttosto<br />
sui generis. Una sorta di parodia di E.R. che<br />
vede come protagonisti, il cantante Elio e<br />
Maccio Capatonda, il celebre Padre Maronno<br />
di Mai Dire Martedì. Floptv vuole<br />
porsi come un vero e proprio laboratorio per<br />
nuovi talenti: chiunque può proporre idee<br />
innovative e inviare video-provini con la possibilità<br />
di essere scelti come protagonisti di<br />
una sit-com. Al momento sono aperte le selezioni<br />
per “Sogni”, serie dedicata ai deliri onirici.<br />
Aspiranti comici, fatevi avanti dunque e<br />
buona fortuna.<br />
La Panini<br />
su Youtube<br />
I tempi cambiano e anche le figurine<br />
“Calciatori Panini”, mitico simbolo di un calcio<br />
che non c’è più, si adeguano. Con un’ intervista<br />
al senatore a vita Giulio Andreotti, la<br />
Panini ha lanciato un canale su YouTube<br />
dedicato agli appassionati.<br />
«Collezionare figurine e' utile anche ai bambini<br />
di oggi – ha detto Andreotti - aiuta a essere<br />
ordinati e ad avere un po' di metodo, che<br />
nella vita serve anche questo» Eppure, ha<br />
ricordato il senatore, in origine l’avvento delle<br />
figurine, agli inizi degli anni ’60, non fu esente<br />
da critiche perché “si dava ai calciatori una<br />
dignità pari a quella dei santini”.<br />
L’intervista ad Andreotti è la prima di una<br />
sezione dedicata ai collezionisti famosi.<br />
«Siamo molto grati al senatore Andreotti per<br />
aver voluto impreziosire il lancio del nostro<br />
nuovo canale», ha dichiarato Antonio Allegra,<br />
direttore commerciale <strong>della</strong> casa modenese.<br />
«Quella dei collezionisti di figurine dei<br />
calciatori e' diventata oramai una vera e propria<br />
web-community – ha proseguito Allegraora<br />
attendiamo numerosi i loro contributi<br />
video». La prima sfida per gli utenti è quella<br />
di riprodurre la rovesciata, emblema delle<br />
figurine panini, i migliori saranno premiati<br />
con la pubblicazione del video sul canale.<br />
Ma la Panini non si ferma qui: aperto anche<br />
uno spazio su Facebook, dove è possibile creare<br />
figurine personalizzate, abbinando il proprio<br />
volto alla maglia <strong>della</strong> squadra del cuore,<br />
per la gioia di grandi e bambini.<br />
“Rombo di tuono” per l’Isola ha tradito il suo Nord<br />
Gigi Rivail campione degli anni Settanta in una delle sue spettacolari rovesciate con la maglia del Cagliari.<br />
In Nazionale ha ottenuto brillanti successi tra cui il secondo posto nella Coppa Rimet in Messico nel 1970<br />
Riva torna in rete<br />
Il sito, un regalo del figlio per la festa del papà<br />
“19 ottobre 1970, Stadio San Siro<br />
di Milano. Il Cagliari ha subito<br />
infilato e umiliato l’Inter,<br />
oltre 70.000 spettatori: se li è<br />
meritati Riva che qui soprannomino<br />
Rombo di Tuono”, firmato<br />
Gianni Brera. Si apre così<br />
www.gigiriva.it, sito inaugurato<br />
da pochi giorni, dedicato allo<br />
straordinario bomber, detentore<br />
del record di reti segnate in<br />
nazionale: 35 in 42 partite.<br />
L’idea è stata del figlio Mauro:<br />
una gradita sorpresa per la festa<br />
del papà. «Non mi è mai piaciuto<br />
guardare il passato – ha detto<br />
Riva, attuale team manager <strong>della</strong><br />
nazionale - ma questo regalo lo<br />
accolgo con l'enorme piacere del<br />
gesto di amore di un figlio. Solo<br />
una cosa: di computer non capisco<br />
molto, ora dovrò mettermi a<br />
studiare questo Internet».<br />
Il sito, tutto in bianco e nero è<br />
davvero curato e completo. Attraverso<br />
i commenti dei più<br />
grandi giornalisti si ripercorre<br />
sibile vedere la storia<br />
di Riva attraverso<br />
filmati tratti da<br />
Youtube. La vera<br />
chicca è la biografia<br />
scritta nel 1973 da<br />
Lamberto Artioli,<br />
giornalista del Corriere<br />
<strong>della</strong> Sera, presentata<br />
come il racconto<br />
più “fedele,<br />
completo e toccante”<br />
<strong>della</strong> vita dell’attaccante<br />
di Leggiuno<br />
(Varese).<br />
Www.gigiriva.it è<br />
un sito diretto a<br />
tutti gli amanti del<br />
calcio senza distinzione<br />
d’età. Un’ occasione per<br />
rivedere le spettacolari sforbiciate<br />
e il sinistro al fulmicotone di<br />
Rombo di Tuono e l’opportunità<br />
di conoscere meglio un grande<br />
campione anche dal punto di<br />
vista umano.<br />
Viaggio tra oggetti volanti non identificati ed extraterrestri<br />
Ragazzi, attenti all’ufo<br />
Sei convinto di aver<br />
visto un ufo ma i tuoi<br />
amici non ti credono?<br />
Www.ufo.it è il sito<br />
che fa per te. Potrai<br />
segnalare i tuoi avvistamenti,<br />
compilando<br />
un apposito modulo e<br />
postare foto e video<br />
che dimostrino la veridicità<br />
dell’evento.<br />
Medesima possibilità<br />
anche in caso di incontri<br />
ravvicinati. Se<br />
dovessero emergere<br />
elementi interessanti,<br />
sarai contattato per<br />
eventuali approfondimenti.<br />
Ma www.ufo.it<br />
non è solo questo. È<br />
l’intera carriera di Rombo di<br />
Tuono dal Cagliari alla Nazionale:<br />
i suoi unici amori calcistici.<br />
C’è un’ area dedicata allo scudetto<br />
del 1970, l’unico nella storia<br />
dei sardi. Numerose le foto,<br />
molte inedite. Davvero bella la<br />
sezione multimedia dove è pos-<br />
una vera e propria<br />
guida per chi vuole<br />
avvicinarsi al mondo<br />
dell’ufologia. L’argomento<br />
è affrontato<br />
con la massima serietà<br />
perché “i milioni di<br />
testimoni – si legge sul<br />
sito – rappresentano<br />
di per sé un fenomeno<br />
meritevole di attenzione<br />
scientifica”. Vi è un<br />
database, in cui sono<br />
raccolti i dati relativi<br />
agli avvistamenti italiani<br />
dal 1900 al 2004:<br />
ben 13500. Si suggeriscono<br />
testi e riviste<br />
selezionate per un’informazione<br />
più completa.<br />
C’è la possibilità<br />
di rivolgersi agli esperti<br />
per organizzare conferenze<br />
sul tema. E per<br />
chi volesse saperne di<br />
più c’è Wikiufo, una<br />
vera e propria enciclopedia<br />
online sugli oggetti<br />
volanti non identificati,<br />
sul modello di<br />
Wikipedia.<br />
Pagina a cura di<br />
VALERIO ARRICHIELLO<br />
Make-up<br />
facce<br />
da Taaz<br />
Chissà come starei con i<br />
capelli più lunghi? Bionda<br />
sarei più bella? Che rossetto<br />
metto stasera?.<br />
Da oggi tutte queste domande<br />
trovano finalmente<br />
una risposta grazie a<br />
www.taaz.com, il sito dedicato<br />
agli amanti del<br />
trucco e <strong>della</strong> bellezza.<br />
Taaz sfrutta al meglio le<br />
moderne tecnologie, che<br />
permettono di cimentarsi<br />
nell’arte del make up attraverso<br />
il fotoritocco.<br />
Il sito mette a disposizione<br />
una serie di foto con cui<br />
allenarsi, ma è possibile<br />
caricare immagini personali.<br />
L’utente può sbizzarrirsi<br />
modificandole in tutti<br />
i particolari: dal taglio e<br />
colore di capelli alle mille<br />
combinazioni possibili per<br />
un maquillage perfetto, u-<br />
sando le tinte dei trucchi<br />
offerte dalle case cosmetiche<br />
più famose. Un solo sito<br />
per mille esigenze: aspiranti<br />
truccatori ansiosi di<br />
conoscere i segreti del make-up,<br />
donne vogliose di<br />
sperimentare un look diverso,<br />
per piacere al partner<br />
o per somigliare alla<br />
propria attrice preferita.<br />
Da non perdere la sezione<br />
celebrità, dove ci si può<br />
prendere la soddisfazione<br />
di imbruttire le star più<br />
invidiate.<br />
Giochi<br />
online<br />
La vita odierna ci impone<br />
spesso di trascorrere gran<br />
parte delle nostre giornate<br />
davanti al computer.<br />
Www.mygiochi.net ci<br />
permette di staccare un<br />
po’ la spina e rilassarci un<br />
po’ nelle pause lavorative.<br />
Www.mygiochi.net è un<br />
portale, completamente<br />
gratuito dove si trovano<br />
più di 1000 giochi online,<br />
divisi in categorie: sport,<br />
arca-de, avventura e ruolo.<br />
Da non perdere la sezione<br />
“giochi divertenti” dove ci<br />
si può imbattere nelle avventure<br />
più bizzarre come<br />
dover rubare banane a un<br />
gorilla o schiacciare brufoli<br />
a un giovane adolescente<br />
assillato dall’acne. Per i<br />
nostalgici c’è anche una<br />
pietra miliare del mondo<br />
dei videogames : pacman,<br />
il mitico fantasmino giallo<br />
. In ogni pagina c’è una<br />
chat che consente di fare<br />
amicizia con gli altri utenti<br />
impegnati contemporaneamente<br />
con lo stesso<br />
gioco.
Insieme a Vivara<br />
fa parte dal 2007<br />
dell’area naturale<br />
“Il Regno di Nettuno”<br />
con l’obiettivo<br />
di salvaguardare<br />
la bellezza del mare<br />
WEEK END<br />
Domenica 12 aprile 2009<br />
23<br />
Procida, l’isola di Massimo<br />
FRANCESCO PADULANO<br />
Delle isole del golfo di Napoli è<br />
la più piccola. Non è una meta<br />
prediletta dai vip come Capri<br />
e non è una “colonia” tedesca<br />
come Ischia, ma per chi volesse<br />
trascorrere un week end<br />
all’insegna del mare, Procida<br />
non ha proprio niente da invidiare<br />
alle sue più famose sorelle<br />
maggiori.<br />
Questo lo si capisce subito,<br />
appena si arriva con il traghetto<br />
al porto di Marina Grande:<br />
un tipico porticciolo mediterraneo<br />
circondato da vecchie<br />
case colorate (così i marinai<br />
potevano distinguerle<br />
pure<br />
da lontano, a<br />
bordo delle loro<br />
barche) e<br />
pieno di bar<br />
all’aperto. Da<br />
qui partono gli<br />
autobus che,<br />
compiendo diversi<br />
itinerari,<br />
riescono a far<br />
conoscere facilmente<br />
ai visitatori<br />
un’isola<br />
La cartolina<br />
L’isolotto di Vivara, collegato<br />
a Procida da un ponte, è<br />
da giugno 2002 una riserva<br />
naturale di Stato.<br />
La perla del Golfo di Napoli<br />
che stregò Troisi ed Elsa Morante<br />
che sembra giacere sul mare:<br />
infatti il nome Procida viene<br />
dal greco pròkéitai che significa<br />
“giace”. Tradizionalmente, i<br />
procidani dividono il centro<br />
abitato e i circa 16 km di costa<br />
in varie contrade, ma durante<br />
una gita non si possono non<br />
visitare: la marina <strong>della</strong> Chiaiolella,<br />
il borgo antico di Terra<br />
Murata e quello marinaro <strong>della</strong><br />
Corricella.<br />
Il film<br />
Nel 1994 l’isola fu set cinematografico<br />
<strong>della</strong> pellicola<br />
“Il postino”, con Massimo<br />
Troisi e Philippe Noiret.<br />
La Chiaiolella (ovvero spiaggiolella,<br />
piccola spiaggia) è la<br />
meta turistica dell’isola, dove<br />
si trovano alcuni dei ristoranti<br />
più frequentati (da segnalare<br />
lo storico locale “Il Galeone”).<br />
Motivo in più per raggiungerla<br />
è Vivara, l’isolotto a forma di<br />
mezzaluna che dal dicembre<br />
2007 è il nucleo dell’area marina<br />
protetta “Il Regno di Nettuno”.<br />
Il borgo di Terra Mura-<br />
ta, cosiddetto per le sue fortificazioni<br />
medioevali, è situato<br />
sul punto più alto dell’isola. A<br />
caratterizzarlo c’è il Palazzo<br />
Reale, detto anche il “Castello”,<br />
costruito nel XVI secolo e a<br />
cui fu aggiunto il carcere, poi<br />
chiuso nel 1988. La Corricella<br />
è la contrada più affascinante<br />
di Procida. Le case dei pescatori<br />
sono come aggrappate alla<br />
ripida costa, e infatti ci si può<br />
accedere solo grazie a delle<br />
scalinate (come quella del<br />
“Pennino”). Qui è stato girato<br />
l’ultimo film di Massimo Troisi<br />
“Il Postino”. E ancora oggi,<br />
tra i racconti<br />
di vita dei<br />
pescatori e<br />
un bicchiere<br />
di limoncello,<br />
si capisce<br />
perché l’immenso<br />
artista<br />
sia rimasto<br />
colpito<br />
dalla sempli-<br />
La specialità<br />
I limoni procidani sono<br />
famosi per la loro dolcezza.<br />
Una ricetta li vuole con<br />
olio, menta e peperoncino.<br />
ce bellezza<br />
di Procida,<br />
l’isola che<br />
“giace” sul<br />
mare.<br />
Sushi di ricciola al pesto di verdure<br />
Ingredienti per 4 persone:<br />
ricciola 2kg;<br />
rucola 3 mazzetti; finocchio 1;<br />
un cuore di sedano; insalata belga 1;<br />
pinoli 40gr; olio extravergine di oliva;<br />
sale e peperoncino.<br />
Preparazione:<br />
di Francesco Maria Borrelli<br />
Sfilettate la ricciola ben lavata, pulita all’interno,<br />
squamata e spellata, tagliatela in fettine<br />
sottili e disponetele in un piatto ampio.<br />
Mettete poche spruzzate di olio extravergine<br />
d’oliva e il peperoncino fresco tagliato a pezzi<br />
in un contenitore, amalgamateli, versateli sul<br />
pesce e lasciate riposare il tutto per mezz’ora.<br />
Mescolate di tanto in tanto.<br />
Tagliate grossolanamente le verdure ben pulite,<br />
tutta la rucola, il cuore del finocchio e una<br />
costa interna di sedano (foglie escluse).<br />
Frullate le verdure aggiungendo i pinoli, l’olio<br />
d’oliva e un pizzico di sale. Otterrete così il<br />
pesto che userete per accompagnare a piacimento<br />
il pesce. Dopo mezz’ora sgocciolate la<br />
ricciola stando attenti a togliere quasi tutto il<br />
peperoncino (se gradite il gusto molto piccante<br />
potete lasciarlo).<br />
Esfoliate l’insalata belga e disponetela in un<br />
ampio piatto da portata. Adagiatevi il pesce e<br />
servitelo con il pesto a lato. Gustate questo<br />
piatto intingendo a piacere la ricciola nella<br />
salsa di verdure dai tono amari che ben si sposano<br />
con il gusto intenso del crudo di mare.<br />
I vini: Fiano bianco, Pestum igt Vignolella<br />
(Cantine Barone) freddo o Aglianico rosso,<br />
Turasi docg (Villa Raiano) decantato ½ ora.