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Cnr nobel della ricerca

Numero 23 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno<br />

Direttore Biagio Agnes<br />

Redazione - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano - Salerno<br />

tel. 089.969437 - fax 089.969618 - email: giornalismo@unisa.it<br />

Sped. Abb. Post. - 70% -<br />

CNS/CBPA Sud/Salerno<br />

Anno IV n. 23 € 0,50 Domenica 12 aprile 2009<br />

Piove: torna il lago<br />

La funicolare del Campus<br />

La parola ai muri<br />

EDITORIALE<br />

La bestia<br />

torna<br />

in gabbia<br />

MARIO PENDINELLI<br />

E’<br />

arduo stimare tutte le<br />

conseguenze che la<br />

grande crisi finanziaria,<br />

drogata dalla speculazione,<br />

avrà sull’economia dell’informazione<br />

e dell’intrattenimento.<br />

La caduta degli<br />

investimenti pubblicitari, legata<br />

alla contrazione dei<br />

consumi, si è accentuata negli<br />

ultimi mesi e ha inferto<br />

duri colpi ai bilanci delle imprese<br />

editoriali. Negli Stati<br />

Uniti, la tempesta economica<br />

ha investito alcune delle<br />

testate più prestigiose del<br />

giornalismo americano. La<br />

famiglia Sulzberger, proprietaria<br />

del New York Times, ha<br />

offerto alle banche, in garanzia<br />

di un prestito di 225<br />

milioni di dollari, una ipoteca<br />

sul grattacielo che ospita<br />

la casa editrice: inaugurato<br />

da appena un anno, opera<br />

del celebre architetto italiano<br />

Renzo Piano, il grattacielo<br />

doveva rappresentare la<br />

potenza del quotidiano più<br />

famoso del mondo; invece<br />

anche per il deprezzamento<br />

vertiginoso degli immobili,<br />

si è inverato in una pesante<br />

zavorra. Fondato nel 1851<br />

dal deputato repubblicano<br />

Raymond Jarvis, il New York<br />

Times è diventato negli anni<br />

una sorta di incarnazione<br />

quotidiana <strong>della</strong> cultura liberal<br />

e dei valori legati alla<br />

vitalità eterna <strong>della</strong> democrazia<br />

americana. Ma ora tra<br />

gli arredi nuovi ed eleganti<br />

<strong>della</strong> sua redazione si respira<br />

solo l’incertezza.<br />

Rinato il Laceno<br />

soccorso dalle sue<br />

sorgenti sotterranee<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Pagina 11<br />

Il Centro di Pozzuoli festeggia i quarant’anni aprendo le porte a centinaia di giovani<br />

<strong>Cnr</strong>, <strong>nobel</strong> <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong><br />

La cibernetica apre nuove frontiere per prevenire l’infarto<br />

Nasceva quarant’anni fa l’Istituto<br />

di cibernetica del<br />

<strong>Cnr</strong> di Pozzuoli per volontà<br />

del fisico napoletano Eduardo<br />

Caianiello. Centro di<br />

eccellenza che in questi<br />

tempi difficili, fra crisi economia,<br />

mancanza di fondi<br />

per la <strong>ricerca</strong> e conseguente<br />

emigrazione di cervelli, assume<br />

700 giovani <strong>ricerca</strong>tori.<br />

Importante impegno nel<br />

campo <strong>della</strong> biomedicina,<br />

con scoperte che aprono<br />

nuovi scenari per lo studio<br />

dell’epilessia e dell’alzheimer<br />

e per la prevenzione<br />

dell’infarto. Ma l’Italia è in<br />

forte ritardo sul piano dello<br />

sviluppo scientifico. Il nostro<br />

Paese è nel G8 dell’economia,<br />

ma non in quello<br />

<strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>.<br />

FRANCESCO A. GRANA<br />

Pagine 12 e 13<br />

Il giornalista Usa<br />

Drozdiak,<br />

dai campi<br />

di guerra<br />

allo staff<br />

di Obama<br />

Oltre 700 studenti in difesa dell’ambiente<br />

e contro l’inquinamento.<br />

Ventuno scuole impegnate nel<br />

progetto Sarno, nato dalla spinta<br />

propulsiva del Rotary International.<br />

L’obiettivo è il disinquinamento<br />

del fiume e la riqualificazione<br />

dell’agro-nocerino-sarnese.<br />

Progetto di Regione<br />

Provincia di Salerno<br />

e Università<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

Pagina 7<br />

Riqualificazione<br />

e arte le scommesse<br />

del mondo writing<br />

GRASSO eVALLI<br />

Pagina 9<br />

L’intervento<br />

Innovazione<br />

al Sud<br />

Un’economia giusta e solidale<br />

ci può aiutare ad uscire<br />

dalla crisi. La Chiesa<br />

venti anni fa ha organizzato<br />

a Napoli un convegno,<br />

ripetuto nelle scorse settimane<br />

per promuovere sviluppo<br />

nella solidarietà. E’<br />

auspicabile un forte impegno<br />

sopratutto delle forze<br />

politiche e sindacali.<br />

ANIELLO MONTANO<br />

Pagina 3<br />

Chek up di settecento studenti sui veleni del fiume più inquinato d’Europa<br />

Il Sarno salvato dai ragazzi<br />

A fine aprile i risultati di un’indagine promossa dal Rotary<br />

Saulle: sconfiggere<br />

tutte le differenze<br />

Maria Rita Saulle, unica donna<br />

nella Consulta, ospite dell’Università<br />

di Salerno, ha ribadito la<br />

necessità di abbattere i pregiudizi.<br />

Pagina 5 (continua)<br />

PIERLUIGI G. CARDONE<br />

Pagina 15<br />

IANNÒ ePELLEGRINO<br />

Pagina 6<br />

SONIA ACERRA<br />

Pagina 14<br />

IL PUGNO<br />

Non poco scalpore ha suscitato la<br />

riduzione del 20% dei prezzi dei<br />

pasti alla buvette del Senato, per<br />

cui un pasto costava 1,50 euro. Alla<br />

Camera, invece, i prezzi del mitologico<br />

bar adiacente al Transatlantico<br />

sono sempre stati alti. Un caffè<br />

costa 70 centesimi, un cornetto 90,<br />

uno yogurt 1,30 euro, un panino<br />

2,30. «Una volta - racconta un deputato<br />

- ci ho fatto entrare una mia<br />

amica: ha ordinato panino, spremuta,<br />

caffè e dolcetto. Quando ha<br />

visto che mettevo mano al portafoglio,<br />

è diventata tutta rossa: “Ma<br />

perché? I deputati pagano?”».<br />

Faguiy<br />

Ad Altavilla Irpina esposti gli abiti dei contadini dell’800<br />

Il Museo <strong>della</strong> gente senza storia<br />

Il Museo civico di Altavilla<br />

Irpina è l’unico del<br />

Mezzogiorno ad esporre<br />

vestiti d’epoca di artigiani<br />

e contadini e c’è anche<br />

un laboratorio per restaurarli.<br />

Nelle sale anche<br />

vari reperti e lo scheletro<br />

di una donna di<br />

venti anni risalente a età<br />

tardo romana.<br />

LUCIANA BARTOLINI<br />

Pagina 18<br />

La nuova emergenza<br />

Cani di strada:<br />

migliaia,<br />

abbandonati<br />

e merce<br />

per campi lager<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

Pagina 10<br />

LA VIGNETTA di Veroniva Valli


2 Domenica 12 aprile 2009in ITALIA nel MONDO<br />

Legge 40, no<br />

<strong>della</strong> Consulta<br />

La Corte Costituzionale respinge<br />

la legge 40 sulla<br />

fecondazione assistita. I<br />

giudici <strong>della</strong> Consulta hanno<br />

dichiarato l’incostituzionalità<br />

<strong>della</strong> norma nel<br />

punto in cui prevede che ci<br />

sia un unico impianto e<br />

non più di tre embrioni.<br />

Criticato anche il comma<br />

che prevede il trasferimento<br />

degli embrioni senza<br />

dover accertare lo stato di<br />

salute <strong>della</strong> donna.<br />

Masi proposto<br />

nuovo dg Rai<br />

Il consiglio di amministrazione<br />

<strong>della</strong> Rai ha indicato<br />

Mauro Masi come nuovo<br />

direttore generale. La proposta<br />

è passata con sei voti<br />

favorevoli (compreso quello<br />

del nuovo presidente<br />

Paolo Garimberti). Contrari<br />

i consiglieri Nino Nervo<br />

e Giorgio Van Straten,<br />

mentre si è astenuto Rodolfo<br />

De Laurentiis. Masi è<br />

da oltre un anno segretario<br />

generale di palazzo Chigi.<br />

Intanto il consiglio di amministrazione<br />

al più presto<br />

incomincerà a discutere le<br />

nomine dei direttori di rete<br />

e testata: si fanno i nomi di<br />

Maurizio Belpietro al Tg1 e<br />

di David Sassoli e Antonio<br />

Caprarica al Tg3.<br />

Scontri a Londra,<br />

muore trentenne<br />

Violenta protesta di un<br />

gruppo di no-global contro<br />

il G20 di Londra, indetto<br />

per regolare gli ordini finanziari.<br />

Gli scontri avvenuti<br />

nei pressi di una filiale<br />

<strong>della</strong> Royal Bank of Scotland,<br />

poi danneggiata, si<br />

sono poi estesi fino alla<br />

zona <strong>della</strong> Banca d’Inghilterra.<br />

Il bilancio attuale<br />

parla di 87 arresti. Un ufficiale<br />

è rimasto ferito e uno<br />

dei dimostranti, trentenne,<br />

è deceduto a causa di un<br />

collasso, forse per cause<br />

naturali.<br />

L’auspicio<br />

di Ban Ki-Moon<br />

Nel dare il benvenuto al<br />

nuovo Governo che da pochi<br />

giorni si è insediato in<br />

Israele, il segretario generale<br />

dell’Onu Ban Ki-<br />

Moon ha chiesto al premier<br />

Netanyahu l’impegno sulla<br />

formazione di un nuovo<br />

Stato palestinese. L’auspicio<br />

è di un’esistenza pacifica<br />

dello stesso a fianco di<br />

Israele, a seguito delle dichiarazioni<br />

del ministro<br />

degli Esteri Lieberman che<br />

vede poco di buon occhio<br />

questa prospettiva.<br />

Siglato l’accordo<br />

per il piano casa<br />

Un aumento del 20% <strong>della</strong><br />

volumetria per le case mono<br />

e bifamiliari, con un limite<br />

massimo di 200 metri<br />

cubi che potrà però essere<br />

superato dalla normativa<br />

regionale; un obbligo per le<br />

Regioni di varare le nuove<br />

norme sull'edilizia entro<br />

novanta giorni, altrimenti<br />

potrà subentrare il governo.<br />

Questi sono alcuni dei<br />

punti principali del piano<br />

casa, approvato dalla Conferenza<br />

unificata tra il<br />

Governo e le Regioni. L'accordo<br />

prevede inoltre un<br />

decreto legge da confermare<br />

entro 10 giorni. Dal<br />

piano casa sono esclusi i<br />

condomini mentre sono incluse<br />

le villette a schiera. Il<br />

premier ha ringraziato tutte<br />

le Regioni per la collaborazione<br />

istituzionale.<br />

Pensioni: bisogna<br />

seguire l’Ue<br />

Entro quest’estate, la sentenza<br />

Ue sull' aumento dell'età<br />

pensionabile per le<br />

donne del pubblico impiego<br />

dovrà essere rispettata,<br />

dice il ministro <strong>della</strong> Funzione<br />

pubblica Renato Brunetta.<br />

Lo ha ribadito in un<br />

convegno sottolineando<br />

che sarà aperto in seguito il<br />

dibattito sul resto del sistema<br />

pensionistico.<br />

a cura di<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

Ancora divisioni<br />

sui paradisi fiscali<br />

Misure concrete contro i<br />

paradisi fiscali, limiti comuni<br />

per i bonus ai banchieri,<br />

aumento delle risorse<br />

dell’Fmi, nuovi meccanismi<br />

di sorveglianza sugli<br />

hedge fund. Questi alcuni<br />

dei punti tracciati in occasione<br />

dei lavori del G20.<br />

Profonda è la divisione sui<br />

paradisi fiscali: c’è chi contesta<br />

uno sbilanciamento<br />

verso gli Usa. Gordon<br />

Brown è pronto a considerare<br />

modifiche alla bozza<br />

finale del G20, ma non<br />

stravolgimenti: «Andremo<br />

avanti sulla base del grande<br />

accordo che è stato raggiunto<br />

dai nostri sherpa e<br />

dai ministri delle finanze »<br />

Omicidio Ulster,<br />

arrestato giovane<br />

Per l’assassinio del 7 marzo<br />

scorso di due soldati britannici<br />

a Massereene in<br />

Irlanda del Nord, è stato<br />

arrestato nella città di<br />

Bellaghy un 19enne. I fatti<br />

si riferiscono all’attentato<br />

dello scorso mese al reggimento<br />

militare che fu rivendicato<br />

dalla Real Ira, ramo<br />

dissidente dell’Ira.<br />

Fini: dialogare<br />

con gli immigrati<br />

Il presidente <strong>della</strong> Camera<br />

Gianfranco Fini, sul tema<br />

dell’immigrazione, ha sollecitato<br />

al dialogo, al confronto<br />

e alla reciproca conoscenza<br />

per risolvere al<br />

meglio il problema. In un<br />

messaggio al comitato promotore<br />

<strong>della</strong> campagna<br />

“Non aver paura, apriti agli<br />

altri, apri ai diritti”, Fini ha<br />

ribadito che il pregiudizio<br />

nei confronti di chi è diverso<br />

“è spesso alimentato dall’ignoranza”.<br />

Decreto sicurezza<br />

bocciato dal Csm<br />

Il Consiglio superiore <strong>della</strong><br />

magistratura ha sollevato<br />

perplessità sul decreto<br />

sicurezza in discussione<br />

alla Camera. L’organo di<br />

autogoverno dei magistrati<br />

ha espresso un parere<br />

negativo sulle ronde che<br />

sono a rischio costituzionalità,<br />

perchè non si dovrebbe<br />

derogare a privati<br />

cittadini la tutela <strong>della</strong><br />

sicurezza. Il Csm ha criticato<br />

anche la norma che<br />

estende da 2 a 6 mesi il<br />

tempo di permanenza degli<br />

stranieri irregolari nei centri<br />

di permanenza: ciò violerebbe<br />

la direttiva europea<br />

che permette di trattenere<br />

solo il clandestino<br />

che rifiuta l’identificazione.<br />

Scoperto relitto<br />

in Oceania<br />

Ricercatori australiani impegnati<br />

nella mappatura<br />

del fondo marino dello<br />

stretto di Bass, che divide<br />

Australia e Tasmania, hanno<br />

rinvenuto i resti <strong>della</strong><br />

prima nave statunitense affondata<br />

durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale. Si tratta<br />

<strong>della</strong> City of Rayville, che<br />

portava piombo, lana e<br />

rame dall’Australia a New<br />

York, ed era affondata nel<br />

1940 dopo aver urtato una<br />

mina tedesca galleggiante.<br />

Grecia, i deputati<br />

si autotassano<br />

I deputati del parlamento<br />

greco hanno optato per<br />

una decisione a scopo solidale<br />

per tutto il 2009: verseranno<br />

una tassa di solidarietà<br />

del 5% e si congeleranno<br />

i propri compensi<br />

fino a fine anno. Il piano<br />

del Governo prevede un<br />

contributo progressivo di<br />

aiuti a partire da 5000 euro<br />

l’anno per chi guadagna<br />

150mila euro.<br />

Attentato in<br />

Cisgiordania<br />

Un palestinese si è infiltrato<br />

nell’insediamento ebraico<br />

di Bat-Ayn, nell’area di<br />

Hebron, e con un’ascia ha<br />

ferito un bambino di 7 anni<br />

ed un giovane di 13,<br />

morto mentre riceveva le<br />

prime cure. Il bambino è ricoverato<br />

in condizioni non<br />

gravi all’ospedale Hadassah<br />

di Gerusalemme. L’aggressore<br />

si è dato alla fuga.<br />

Approvato<br />

il ddl antiusura<br />

Il Senato ha approvato il<br />

disegno di legge contro l’usura<br />

e l’estorsione con 237<br />

si e nessun no. Per la prima<br />

volta in Italia è introdotto il<br />

principio del sovraindebitamento.<br />

Altro punto è l’erogazione<br />

di mutui a imprenditori<br />

vittime di usura.<br />

Election day<br />

il 6 e 7 giugno<br />

Il Consiglio dei ministri ha<br />

confermato che le prossime<br />

elezioni per il rinnovo<br />

del parlamento europeo si<br />

svolgeranno il 6 e 7 giugno<br />

2009. Il ministro dell’Interno<br />

Maroni indirà, tramite<br />

decreto, per gli stessi<br />

giorni lo svolgimento delle<br />

elezioni amministrative.<br />

Primo maggio<br />

con Vasco Rossi<br />

Dopo dieci anni di assenza,<br />

Vasco Rossi ritorna al concerto<br />

del primo maggio a<br />

Roma. In tempi di crisi globale<br />

il festival assume un<br />

significato particolare per<br />

migliaia di giovani che potranno<br />

assistere gratis all’unica<br />

esibizione live del rocker<br />

emiliano. A condurre<br />

l’evento sarà l’attore Sergio<br />

Castellitto.<br />

Ennesimo appello<br />

per gli ostaggi<br />

Dopo la scadenza dell’ultimatum<br />

la Croce Rossa<br />

Internazionale, per bocca<br />

del suo vicepresidente<br />

Massimo Barra, ha lanciato<br />

un appello per liberare i tre<br />

volontari rapiti nell’isola<br />

filippina di Jolo: «I tre operatori<br />

stavano recandosi in<br />

una prigione per il rifornimento<br />

di acqua a tutti i<br />

detenuti – smentisce poi<br />

che uno dei rapiti sarebbe<br />

stato sparato – I tre sono<br />

vivi ». Anche il ministro<br />

Frattini ha confermato che<br />

gli infermieri stanno bene e<br />

le trattative procedono.<br />

Nuovi membri<br />

nella Nato<br />

Gli Stati aderenti al Patto<br />

Atlantico da 26 passano a<br />

28, con l’inclusione di Albania<br />

e Croazia. Lo ha annunciato<br />

la Nato al congresso<br />

di Bruxelles. Così<br />

Barack Obama: «Occorre<br />

una discussione su cosa la<br />

Nato dovrebbe fare e dovrebbe<br />

essere ».<br />

La Nord Corea<br />

minaccia gli Usa<br />

La Corea del Nord annuncia<br />

ritorsioni contro Usa,<br />

Giappone e Corea del Sud<br />

se dovesse essere intercettato<br />

il proprio satellite, il<br />

cui lancio è stato programmato<br />

tra il 4 e l’8 aprile. Il<br />

presidente Obama ha detto<br />

al collega sudcoreano Lee<br />

Myung-Bak che il lancio<br />

costituirebbe una violazione<br />

delle risoluzioni Onu.<br />

a cura di<br />

FRANCESCO PADULANO<br />

Affari d’oro<br />

per il poker online<br />

Il poker online, nonostante<br />

la crisi in tutti i settori, sta<br />

facendo affari a gonfie vele.<br />

Nel solo mese di marzo in<br />

Italia è stato registrato un<br />

mercato complessivo di<br />

178,6 milioni di euro.<br />

Rispetto a febbraio l’aumento<br />

è stato del 19,8% e<br />

ormai il poker online è<br />

diventato il gioco più<br />

importante in rete, davanti<br />

alle scomesse sportive.<br />

Fumo molesto<br />

in casa: risarciti<br />

La Cassazione ha stabilito<br />

il risarcimento di diecimila<br />

euro a una famiglia fiorentina<br />

che abitava sopra un<br />

bar. La famiglia lamentava<br />

di non poter aprire le finestre<br />

di casa perchè assediata<br />

dal fumo dei clienti del<br />

locale. La Suprema Corte<br />

ha riconosciuto i danni esistenziali<br />

causati da “immissioni<br />

moleste di fumo”.<br />

Legge afghana<br />

contro le mogli<br />

Secondo fonti Onu alle elezioni<br />

di agosto il presidente<br />

dell’Afghanistan Hamid<br />

Karzai imporrà una legge<br />

che ai più appare liberticida<br />

verso le mogli, che<br />

dovrebbero concedersi ai<br />

mariti senza protestare,<br />

non potrebbero uscire di<br />

casa da sole, né cercare<br />

lavoro e nemmeno andare<br />

dal medico senza il permesso<br />

dei mariti. Per gli<br />

oppositori, fra gli intendimenti<br />

di Karzai ci sarebbe<br />

quello di ingraziarsi i fondamentalisti<br />

islamici. «È la<br />

peggiore legge del secolo –<br />

ha contestato la deputata<br />

Shinkai Karokhail – è totalmente<br />

sfavorevole alle<br />

donne e le renderà ancora<br />

più vulnerabili ».<br />

La prima donna<br />

sindaco di Zurigo<br />

Evento storico in una delle<br />

maggior città svizzere: l’ingegnere<br />

agronoma Corine<br />

Mauch, 48 anni, è stata<br />

eletta sindaco di Zurigo<br />

dopo il ballottaggio con la<br />

candidata radicale Kathrin<br />

Martelli, riuscendo così a<br />

fare in modo che la città<br />

elvetica resti in mano al<br />

Partito Socialista. Corine si<br />

insedierà ufficialmente il 1°<br />

maggio, subentrando alla<br />

collega di partito Elmar<br />

Edelberger. Curiosità desta<br />

il fatto che la Mauch,<br />

oltre ad essere la prima<br />

donna a governare Zurigo,<br />

è dichiaratamente saffica,<br />

ed è stata eletta proprio<br />

nell’anno in cui Zurigo<br />

ospiterà l’Europride.<br />

Un film<br />

per Don Diana<br />

Il regista Carlo Lizzani ha<br />

intenzione di girare un film<br />

su Don Peppino Diana, il<br />

parroco di Casal di Principe<br />

ammazzato nel 1994<br />

da due sicari del clan dei<br />

casalesi. La sceneggiatura<br />

avrà la supervisione di<br />

Roberto Saviano e dell’associazione<br />

Libera, nata in<br />

nome del prete per lottare<br />

contro le mafie. Inizio delle<br />

risprese dopo l’estate.<br />

Direttore<br />

Biagio Agnes<br />

Direttore Responsabile<br />

Giuseppe Blasi<br />

Coordinamento<br />

Mimmo Liguoro<br />

Marco Pellegrini<br />

Redazione<br />

Sonia Acerra, Valerio Arrichiello,<br />

Josè Astarita, Luciana<br />

Bartolini Francesco Maria<br />

Borrelli, Maria Emila Cobucci,<br />

Stella Colucci, Daniele De<br />

Somma, Chiara Del Gaudio,<br />

Claudia Esposito, Pierluigi<br />

Giordano Cardone, Francesco<br />

Antonio Grana, Germana<br />

Grasso, Giovanni Iannaccone,<br />

Santo Iannò, Francesco Padulano,<br />

Raffaele Pellegrino, Sabino<br />

Russo, Roberta Salzano,<br />

Orlando Savarese, Giovanni<br />

Sperandeo, Barbara Trotta,<br />

Veronica Valli, Cristiano Vella,<br />

Loredana Zarrella<br />

Le Firme<br />

Giulio Anselmi, Antonio Caprarica,<br />

Ferruccio De Bortoli,<br />

Tullio De Mauro, Aldo Falivena,<br />

Antonio Ghirelli,<br />

Gianni Letta, Arrigo Levi,<br />

Pierluigi Magnaschi, Renato<br />

Mannheimer, Ezio Mauro,<br />

Raffaele Nigro, Mario Pendinelli,<br />

Arrigo Petacco Vanni<br />

Ronsisvalle, Mario Trufelli,<br />

Walter Veltroni, Sergio Zavoli<br />

UNIVERSITA<br />

DEGLI STUDI<br />

DI SALERNO<br />

Prof. Raimondo Pasquino<br />

Rettore dell'Università<br />

Prof. Annibale Elia<br />

Direttore del Dipartimento<br />

di Scienze <strong>della</strong> Comunicazione<br />

Prof. Emilio D'Agostino<br />

Presidente del Comitato Direttivo<br />

<strong>della</strong> Scuola di Giornalismo<br />

Prof.ssa Maria Galante<br />

Preside <strong>della</strong> Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia<br />

Autorizzazione del Tribunale di Salerno<br />

e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007<br />

Arti Grafiche Boccia di Salerno<br />

telefono: 089 30 3311<br />

Distribuzione alle edicole<br />

Agenzia Pasquale Pollio e C. SNC<br />

Via Terre delle Risaie, Salerno<br />

fax: 089 3061877<br />


TERZA PAGINA Domenica 12 aprile 2009<br />

Giustizia e solidarietà per uscire dalla crisi<br />

L’impegno <strong>della</strong> Chiesa e di forze politiche e sindacali<br />

3<br />

L’etica di Croce<br />

‘‘<br />

Lanciare<br />

una sfida<br />

all’egoismo<br />

in nome<br />

dell’altruismo<br />

‘‘<br />

Nella Filosofia <strong>della</strong> pratica,<br />

Benedetto Croce<br />

sostiene che una soltanto<br />

può essere la scienza dell’economia<br />

e non è quella<br />

degli economisti. Sembra<br />

una boutade, una battuta<br />

di spirito. A pensarci<br />

bene l’affermazione di<br />

Croce vuole rivendicare<br />

l’origine dell’economia<br />

all’interno <strong>della</strong> filosofia<br />

morale. Non è un caso<br />

che la prima cattedra di<br />

economia in una università<br />

pubblica europea è<br />

ricoperta dal 1754 da<br />

Antonio Genovesi, un<br />

filosofo metafisico diventato<br />

“mercadante”.<br />

Trasformatasi poi in<br />

scienza rigorosa, l’economia<br />

conserva, deve conservare,<br />

tra i suoi fini l’originaria<br />

componente<br />

“umanistica”. Deve mantenere<br />

come ultimo orizzonte,<br />

come telos, l’etica,<br />

che è parte essenziale<br />

<strong>della</strong> filosofia.<br />

L’economia <strong>della</strong> speranza<br />

di ANIELLO MONTANO<br />

Nel febbraio del 1989 le<br />

Chiese del Sud organizzarono<br />

a Napoli<br />

un Convegno che si concluse<br />

con un importante documento:<br />

“Chiesa Italiana e<br />

Mezzogiorno: Sviluppo nella<br />

Solidarietà”. In quel documento<br />

si denunciava con decisione e<br />

lucidità l’affrancamento <strong>della</strong><br />

logica del mercato da ogni<br />

dovere solidaristico e, quindi, la<br />

tendenza del “mercato” a<br />

imporsi come “realtà vincente”<br />

nei confronti dell’uomo e anche<br />

dello Stato, inteso come organismo<br />

collettivo deputato alla<br />

salvaguardia del bene comune.<br />

Vi si esprimeva una “valutazione<br />

critica” sulle teorie e le<br />

pratiche di un mercato scisso<br />

dai valori e dai vincoli etici e si<br />

segnalava la necessità di privilegiare<br />

la solidarietà sull’individualismo<br />

e il lavoro sulla<br />

proprietà. Si arrivava ad auspicare<br />

la possibilità di perseguire<br />

il fine ultimo <strong>della</strong> eliminaziome<br />

delle disuguaglianze economico-sociali.<br />

In continuità<br />

con quel convegno, il 20 giugno<br />

2008 il cardinale Sepe ha tenuto<br />

una relazione all’Istituto<br />

Italiano per gli Studi Filosofici<br />

in cui ha richiamato la Chiesa<br />

del Mezzogiorno all’impegno<br />

ad esprimersi come “segno di<br />

contraddizione” rispetto alla<br />

cultura utilitaristica, talvolta<br />

distratta rispetto ai temi <strong>della</strong><br />

legalità e dell’“invasività <strong>della</strong><br />

criminalità” e <strong>della</strong> sua “capacità<br />

politica” di insinuarsi nel<br />

sistema economico-civile per<br />

perpretare “larghi abusi sociali”.<br />

Secondo<br />

Edgar<br />

Morin<br />

l’etica<br />

può essere<br />

definita<br />

“resistenza<br />

alla nostra<br />

barbarie<br />

interiore”<br />

Guardando alla realtà<br />

<strong>della</strong> Chiesa di base,<br />

così come la si avverte<br />

giorno per giorno nell’opera dei<br />

parroci, dei sacerdoti semplici,<br />

di quanti hanno il contatto<br />

diretto con la gente comune, di<br />

questi principi si coglie poco o<br />

niente. Si ha l’impressione che,<br />

mentre ad un certo livello <strong>della</strong><br />

gerarchia si registra una forte<br />

sensibilità per la responsabilità<br />

che la Chiesa ha anche nelle<br />

vicende economiche, a livello di<br />

base questa sensibilità sembra<br />

affievolita o assente . È molto<br />

difficile ascoltare dall’altare<br />

un’omelia impegnata sull’etica<br />

dell’economia e <strong>della</strong> giustizia<br />

sociale, laddove “impegnata”<br />

significhi sentita profondamente,<br />

perché maturata e sofferta<br />

con lo studio e l’impegno<br />

<strong>della</strong> riflessione personale.<br />

Aventi anni dal convegno<br />

del 1989, nei giorni 12 e<br />

13 febbraio del 2009, le<br />

Chiese del Sud hanno organizzato<br />

un altro convegno<br />

sullo stesso tema, chiamando a<br />

tenere le relazioni di base tra<br />

importanti studiosi: Piero<br />

Barucci, economista e ministro<br />

in un governo di Centro-<br />

Sinistra, Alessandro Pajno,<br />

Presidente di sezione del<br />

Consiglio di Stato e Giuseppe<br />

Savagnone, Direttore<br />

dell’Ufficio <strong>della</strong> Cultura<br />

dell’Arcidiocesi di Palermo.<br />

Non possiamo dar conto in<br />

questa sede <strong>della</strong> ricchezza e<br />

dell’importanza delle analisi<br />

contenute nelle relazioni.<br />

Basterà ricordare che Barucci si<br />

è soffermato su temi economici<br />

concreti, denunciando con<br />

grande efficacia la presenza<br />

<strong>della</strong> criminalità organizzata<br />

all’interno dell’economia meridionale,<br />

ma anche nazionale e<br />

internazionale, come di un<br />

cancro che guasta e corrompe<br />

il corpo vivo <strong>della</strong> società; Pajno<br />

ha brillantemente riflettuto sui<br />

motivi <strong>della</strong> crisi del meridionalismo,<br />

dal mutamento delle<br />

politiche economiche al federalismo<br />

fiscale alla privatizzazione<br />

e alla debolezza del ceto<br />

politico meridionale, per<br />

auspicare l’impegno da parte<br />

<strong>della</strong> Chiesa a rendere questi<br />

temi oggetto di “una vera e<br />

propria pastorale”; Savagnone<br />

ha posto l’accento sul Sud assistito<br />

nei decenni passati, con la<br />

conseguente mortificazione<br />

dell’azione autopropulsiva<br />

delle forze meridionali, e ha<br />

formulato l’auspicio che il<br />

Sud possa diventare un possibile<br />

laboratorio di innovazione.<br />

Acommento di queste<br />

iniziative, ritengo si<br />

debba aver chiaro che<br />

non esiste un’“economia” come<br />

scienza neutra. L’importanza<br />

dell’approccio etico all’economia<br />

si è venuto indebolendo<br />

mano a mano che l’economia si<br />

veniva evolvendo come scienza<br />

e rivendicava un assetto epistemologico<br />

esclusivamente<br />

tecnico. Ci si è quasi dimenticati<br />

che l’uomo è “animale”<br />

egoista e che le leggi e le scienze<br />

sono nate per correggere questo<br />

suo egoismo. Nel rapporto<br />

tra l’uomo e l’economia si è<br />

confuso il fine con il mezzo.<br />

L’uomo, che è il fine per il quale<br />

è nata l’economia, è stato<br />

mutato in mezzo e l’economia<br />

ha assunto il ruolo di fine: non<br />

l’economia al servizio dell’uomo,<br />

del suo benessere e <strong>della</strong><br />

sua “felicità”, ma l’uomo al servizio<br />

dell’economia.<br />

Questo rovesciamento<br />

dei ruoli - ci ha spiegato<br />

Amartya Sen - è<br />

stato reso possibile dal fatto che<br />

l’economia moderna si è venuta<br />

organizzando seguendo il<br />

paradigma <strong>della</strong> scienza galileiana,<br />

come scienza avente in<br />

se stessa le proprie regole e le<br />

proprie leggi di funzionamento,<br />

indipendentemente dai bisogni<br />

e dai voleri dell’uomo.<br />

Questo ha comportato l’affermarsi<br />

di un tipo di economia<br />

facente uso soltanto<br />

dei modelli matematici,<br />

senza preoccuparsi <strong>della</strong><br />

ricaduta sociale dei suoi<br />

risultati.<br />

Un filosofo <strong>della</strong> complessità<br />

del mondo<br />

moderno, Edgar<br />

Morin, ha osservato che l’etica<br />

può essere definita “come resistenza<br />

alla nostra barbarie<br />

interiore”. E la vera barbarie<br />

dell’uomo è l’egoismo. Bisogna<br />

perciò lavorare molto e molto<br />

assiduamente perché entri nella<br />

tessitura <strong>della</strong> nostra psiche la<br />

consapevolezza del senso di<br />

responsabilità che deve contraddistinguere<br />

il nostro<br />

comportamento, per lanciare<br />

Le leggi<br />

e la scienza<br />

devono<br />

porre<br />

l’economia<br />

al servizio<br />

dell’uomo<br />

e del suo<br />

necessario<br />

benessere<br />

una sfida etica all’egoismo<br />

in nome dell’altruismo.<br />

Poiché il nostro tempo è<br />

segnato profondamente dai<br />

fatti economici, bisogna<br />

necessariamente riadattare<br />

l’economia all’etica. Per dirla<br />

con Morin, “Si tratta di<br />

rigenerare l’etica non per<br />

adattarla al nostro tempo,<br />

ma, vista la carenza di etica<br />

del nostro tempo, per adattare<br />

il nostro tempo all’etica”.<br />

Ad essere incoraggiati a<br />

credere che questo auspicio<br />

possa essere tradotto in<br />

realtà c’è il fatto reale che<br />

nel 2006 il premio Nobel<br />

per la pace è stato assegnato<br />

a Muhammad Yunus, il fondatore<br />

<strong>della</strong> “Grameen<br />

Bank”, l’istituto bancario per<br />

il prestito ai poveri. Questo<br />

evento è la certificazione<br />

che il binomio economiaetica<br />

può uscire dai testi dei<br />

filosofi e dalla testa di alcuni<br />

uomini di chiesa per diventare<br />

pratica vera di vita<br />

reale, sotto il controllo trasparente<br />

e fattivo degli Stati.<br />

L<br />

’iniziativa<br />

dell’arcivescovo<br />

di Milano, Cardinale<br />

Tettamanzi, seguita da<br />

tanti altri vescovi, di costituire<br />

un fondo inteso a garantire un<br />

prestito a chi ne ha maggiormente<br />

bisogno e il recente<br />

richiamo del Papa a politici ed<br />

imprenditori a dare priorità ai<br />

lavoratori e alle loro famiglie,<br />

pur essendo semplici atti simbolici,<br />

sembrano muovere<br />

nella giusta direzione.


4 Domenica<br />

12 aprile 2009


EDITORIALE Domenica 12 aprile 2009<br />

5<br />

LA BESTIA TORNA IN GABBIA Stampa, finanza, economia, internet: il pubblico è stanco.<br />

Questo il primo problema che dovranno presto risolvere le imprese editoriali<br />

MARIO PENDINELLI<br />

(dalla prima pagina)<br />

Sulla soglia di Wall Street<br />

Non sembra che il progetto<br />

di abbandonare le edizioni<br />

di carta per affidare la<br />

distribuzione del giornale soltanto<br />

al web possa rappresentare, a<br />

breve, una sicura via d’uscita. Lo<br />

stesso Sulzberger ha più volte insistito<br />

sulla necessità di migliorare i<br />

contenuti dei prodotti editoriali,<br />

come unica strada per evitare che i<br />

lettori si diradino e le platee si<br />

svuotino. Del resto la crisi non<br />

risparmia neppure i giganti di intenet:<br />

le azioni di Yahoo, valutate a<br />

gennaio del 2008 trentuno dollari<br />

l’una, erano già scese alla fine dell’anno<br />

sotto gli undici dollari;<br />

Amazon è precipitata da quota<br />

novanta dollari a quaranta; Google<br />

da 657 dollari per azione a meno di<br />

300. E la scivolata continua.<br />

Nessun settore <strong>della</strong> comunicazione<br />

è al riparo dalla caduta degli<br />

investimenti pubblicitari. Gli analisti<br />

più accorti escludono che, al<br />

termine <strong>della</strong> recessione, tutto<br />

possa tornare come prima. Molti<br />

editori sono d’accordo: nel corso<br />

del ‘900 un eccezionale progresso<br />

tecnologico ha cambiato radicalmente<br />

il mercato <strong>della</strong> distribuzione<br />

dell’informazione, ma non si è<br />

ancora tradotto in un mutamento<br />

diffuso nella qualità dei prodotti.<br />

L’informazione si è dilatata, i confini<br />

tra il gossip e le notizie sono<br />

diventati esili, ma la funzione di<br />

controllo dei media sull’operato del<br />

potere si è fermata sulla soglia di<br />

Wall Street. E ora il pubblico sembra<br />

stanco.<br />

Questo è il primo problema che la<br />

gestione delle imprese editoriali<br />

dovrà risolvere nel prossimo futuro.<br />

Una domanda sgradevole è diventata<br />

inevitabile: come è potuto<br />

accadere che la “grande mela” si<br />

riempisse di carpocapse, e venisse<br />

corrosa da questi vermi voraci e<br />

distruttivi (sotto forma dei cosiddetti<br />

titoli atipici covati dalle<br />

società finanziarie) senza che i<br />

più prestigiosi media americani<br />

se ne accorgessero? Alcuni economisti,<br />

dal vecchio e saggio<br />

Samuelson a Paul Krugman, avevano<br />

ammonito sui rischi legati<br />

alle audaci scorribande del capitalismo<br />

finanziario: ma i loro<br />

allarmi non avevano scosso dal<br />

torpore il celebre giornalismo<br />

investigativo americano, in grado<br />

in passato di smontare le menzogne<br />

di un presidente (Nixon) e di<br />

farlo cadere, ma incapace di scrutare<br />

la catastrofe che stavano preparando<br />

i manager di Aig, di<br />

Fannie Mae, e delle altre grandi<br />

compagnie, con l’emissione di<br />

montagne di titoli tossici che<br />

viaggiavano come bare da una<br />

banca all’altra del pianeta.<br />

E’ un fatto che la più grande crisi<br />

dell’economia mondiale, più grave<br />

ancora di quella che fece vacillare<br />

l’America negli anni ’30, è<br />

esplosa senza che il giornalismo<br />

anglosassone, con poche eccezioni,<br />

fosse in grado di coglierne per<br />

tempo almeno i sintomi più aspri.<br />

E i sintomi c’erano. In primo<br />

luogo, la dittatura visibile e ostentata<br />

<strong>della</strong> finanza, sempre più<br />

oscura nelle sue ingegnerie, su<br />

ogni altra forma di attività<br />

umana; la diffusione di una sorta<br />

di pensiero unico secondo il quale<br />

il profitto da conseguire ad ogni<br />

costo dovrebbe essere l’unico<br />

scopo <strong>della</strong> vita. La grande crisi<br />

non è, ormai tutti lo capiscono,<br />

solo il prodotto delle menti perverse<br />

di un manipolo di grandi<br />

manager megalomani e dissennati.<br />

I guasti arrecati all’economia<br />

mondiale sono il risultato di una<br />

sub cultura pervasiva e aggressiva<br />

volta a separare il mercato dal<br />

liberalismo, perciò dalla democrazia<br />

e dalle sue leggi, per restaurare<br />

il capitalismo selvaggio e<br />

senza regole dell’800, rappresen-<br />

Dopo i guasti<br />

di questi<br />

ultimi anni<br />

si invoca<br />

il primato<br />

delle persone<br />

e delle società<br />

tandolo come la via obbligata alla<br />

modernità.<br />

Proprio il New York Times, in un<br />

celebre articolo del 1980, definì<br />

“la Bestia” questo capitalismo primordiale,<br />

opaco e insocievole,<br />

riottoso alla competizione corretta,<br />

alla concorrenza leale, alla<br />

redistribuzione equilibrata del<br />

reddito. Quell’anno il Congresso<br />

degli Stati Uniti approvò la<br />

mere dimensioni mondiali.<br />

Sembrava schiudere, insieme<br />

all’apertura delle frontiere e dei<br />

mercati, un nuovo Rinascimento.<br />

Più sviluppo e meno poveri; più<br />

istruzione diffusa e minori pregiudizi<br />

etnici; meno disuguaglianze<br />

tra i popoli e i continenti.<br />

Invece, spiega Tremonti (“La<br />

paura e la speranza”, Mondadori,<br />

Milano) il capitalismo finanziario<br />

Sherman Act, la prima normativa<br />

volta a tutelare i consumatori e i<br />

risparmiatori e, in definitiva, a<br />

proteggere il liberismo dai suoi<br />

possibili eccessi suicidi. Nel corso<br />

degli anni, in America e in<br />

Europa occidentale, prevalse una<br />

visione pragmatica del mercato,<br />

inteso generalmente come l’unico<br />

strumento in grado di organizzare<br />

in modo efficiente la produzione:<br />

non una ideologia, tanto<br />

meno un altare, ma un mezzo per<br />

suscitare lo sviluppo economico e<br />

un diffuso benessere sociale. Poi<br />

il meccanismo si è rotto, frantumato<br />

dall’ascesa del capitalismo<br />

finanziario, l’ideologia egemone<br />

negli ultimi quindici anni. Due<br />

intellettuali di formazione culturale<br />

diversa e forse opposta,<br />

Giulio Tremonti e Guido Rossi,<br />

possono aiutarci a capire ciò che<br />

è accaduto. Cominciando dalla<br />

parola (globalitation), adottata<br />

dai giornali francesi dopo il crollo<br />

del muro di Berlino e la caduta<br />

del comunismo, per indicare la<br />

tendenza dell’economia e dei<br />

comportamenti sociali ad assuha<br />

approfittato <strong>della</strong> globalizzazione<br />

e <strong>della</strong> debolezza <strong>della</strong> politica<br />

per imporre il mercatismo,<br />

che non è il libero mercato ma<br />

una visione pagana del mondo e<br />

<strong>della</strong> storia, nella quale trionfa la<br />

forza dell’individualismo estremo,<br />

e si annullano, come in un<br />

immenso bazar, le differenze tra<br />

le merci e le persone. Tutto<br />

diventa profitto. Perciò la crisi<br />

attuale è in primo luogo etica, e<br />

non è risolvibile senza che<br />

l’Occidente riacquisti i suoi valori<br />

A destra la sede<br />

di una banca<br />

americana<br />

e in basso<br />

una veduta<br />

di New York<br />

morali. Non è, nella sostanza,<br />

molto diverso il parere di Guido<br />

Rossi (“Il mercato d’azzardo”,<br />

Adelphi, Milano). Secondo Rossi,<br />

negli ultimi anni, gli speculatori<br />

hanno dominato il mercato<br />

finanziario internazionale e tenuto<br />

in scacco anche le imprese<br />

industriali più robuste, esponendole<br />

a pesanti condizionamenti di<br />

ogni genere. Adesso molti invocano<br />

il ritorno all’economia reale;<br />

il primato delle imprese e delle<br />

persone; la fine <strong>della</strong> corsa furiosa<br />

del capitalismo finanziario. Intanto,<br />

secondo i calcoli di Bir, la<br />

banca dei regolamenti internazionali,<br />

in tutto l’Occidente i salari<br />

e gli stipendi hanno perso negli<br />

ultimi quindici anni una parte<br />

consistente del loro potere di<br />

acquisto, tornando in alcuni paesi<br />

ai livelli registrati negli anni successivi<br />

alla seconda guerra mondiale.<br />

L’Europa dell’Euro ha retto<br />

all’urto devastante del mercatismo<br />

grazie alla sua moneta unica,<br />

e alla rete delle sue banche regionali,<br />

nelle quali (si è detto) si parla<br />

poco l’inglese. Il capitalismo (è<br />

stato detto ancora) saprà rigenerarsi<br />

e supererà la crisi, ma il<br />

prezzo da pagare sarà alto e<br />

nuove regole saranno imposte dai<br />

fatti. Pensando a certi banchieri<br />

di Wall Street, e alle loro logiche<br />

ottuse, ci vengono in mente le<br />

parole di Charles-Louis de<br />

Secondat, barone di Montesquieu:<br />

“Quando i selvaggi <strong>della</strong><br />

Luoisiana volevano dei frutti,<br />

tagliavano gli alberi alle radici e li<br />

coglievano”.


6 Domenica 12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />

Nell’agro nocerino-sarnese<br />

ventuno scuole coinvolte<br />

nella tutela del fiume.<br />

Il Rotary International<br />

promotore dell’iniziativa<br />

ZONE A RISCHIO<br />

Dalle analisi effettuate è emerso che<br />

in tre dei ventuno punti esaminati i<br />

valori di inquinamento dell’acqua<br />

superano il livello di sicurezza: a<br />

Nocera, all’innesto <strong>della</strong> Cavaiola<br />

con il Sarno; a Torre Annunziata,<br />

nel Canale Conte Sarno; nel comune<br />

di Sarno, in pieno centro, al Ponte di<br />

Via Roma.<br />

A destra la mappa dei punti di prelievo del<br />

fiume Sarno. Al centro un momento del<br />

seminario tenuto dagli esperti del Rotary<br />

Angeli custodi sulle rive del Sarno<br />

Oltre settecento studenti partecipano al progetto di disinquinamento<br />

La speranza per il fiume<br />

Sarno viene dai ragazzi.<br />

L’obiettivo dei cinque club<br />

Rotary International dell’agro<br />

nocerino-sarnese è<br />

quello di continuare l’opera<br />

di bonifica del territorio sarnese,<br />

coinvolgendo gli studenti<br />

delle scuole superiori.<br />

L’iniziativa nasce dalla volontà<br />

di proseguire l’operato<br />

del Commissario, il generale<br />

Roberto Jucci, nell’attività di<br />

recupero e di disinquinamento<br />

<strong>della</strong> zona, partendo<br />

proprio dal Sarno.<br />

Per questo negli istituti scolastici<br />

di Salerno è stato programmato<br />

un ciclo di seminari<br />

sull’importanza <strong>della</strong><br />

vivibilità ambientale e del<br />

disinquinamento del fiume.<br />

Sono infatti tuttora vive le<br />

desolanti immagini del degrado<br />

territoriale in Campania,<br />

che hanno purtroppo<br />

fatto il giro del mondo.<br />

Ed è proprio da quelle foto<br />

che bisogna partire per preservare<br />

il nostro ecosistema,<br />

la nostra terra, per trasformare<br />

in ricordo quei fotogrammi.<br />

Nel corso delle lezioni, gli<br />

esperti, nominati dal generale<br />

Jucci, e i docenti rotariani<br />

hanno spiegato ai ragazzi<br />

come essere protagonisti in<br />

questa battaglia. Gli studenti<br />

diventano così responsabili<br />

e controllori di alcuni<br />

tratti del Sarno: angeli custodi<br />

in difesa del fiume.<br />

GRIMALDI<br />

Coinvolgere<br />

altri Club<br />

«Questa iniziativa,<br />

di cui<br />

sono promotore<br />

e coordinatore,<br />

mi ha<br />

visto impegnato<br />

nel duplice<br />

ruolo di<br />

presidente del<br />

Club di Scafati e sindaco di San<br />

Marzano sul Sarno, uno dei comuni<br />

che più ha vissuto il dramma<br />

ambientale di questi anni. Il<br />

lavoro svolto dal commissario<br />

Jucci per questi territori è stato<br />

straordinario, ma perché i risultati<br />

ottenuti siano durevoli è necessario<br />

sensibilizzare i giovani,<br />

insegnare loro a prendersi cura<br />

<strong>della</strong> propria terra. Il nostro è un<br />

progetto ambizioso, che ha dovuto<br />

scontrarsi con lo scetticismo di<br />

molti tra gli stessi rotariani, ma i<br />

risultati ottenuti ci spingono ad<br />

andare avanti. Nei prossimi anni<br />

puntiamo ad estendere l’iniziativa,<br />

coinvolgendo anche gli altri<br />

Club dell’agro nocerino-sarnese».<br />

I giovani allievi hanno poi<br />

effettuato alcuni rilievi sulle<br />

acque dell’emissario.<br />

Dai campioni prelevati, a-<br />

nalizzati al Liceo Severi di<br />

Castellammare di Stabia, è<br />

emerso che la zona è ancora<br />

ARAMO<br />

Risvegliare<br />

le coscienze<br />

Carla Aramo,<br />

segretaria del<br />

Rotary Club<br />

di Scafati, ha<br />

avuto un ruolo<br />

da protagonista<br />

nel coinvolgimento<br />

delle scuole in<br />

questo progetto: «L’idea è nata<br />

nel maggio scorso. Il generale<br />

Jucci, in visita al Club di Scafati,<br />

aveva espresso il desiderio che la<br />

collettività, in particolare le giovani<br />

generazioni, venissero a conoscenza<br />

del suo operato, poco<br />

noto ai “non addetti ai lavori”.<br />

Noi del Rotary, tradizionalmente<br />

radicati nelle comunità locali,<br />

abbiamo ideato un progetto che<br />

puntasse a coinvolgere attivamente<br />

le scuole nella salvaguardia<br />

dell’ambiente e del territorio.<br />

Riteniamo che formare la coscienza<br />

civile dei giovani sia il<br />

punto di partenza per il rilancio<br />

ambientale, e quindi economico e<br />

civile di queste terre».<br />

ALFANO<br />

I giovani<br />

protagonisti<br />

Succeduto a<br />

Grimaldi alla<br />

carica di presidente<br />

del Rotary<br />

Club di<br />

Scafati, Salvatore<br />

Alfano<br />

ha coordinato<br />

l’attività dei<br />

cinque Club durante tutte le tappe<br />

di questo percorso: «Il primo<br />

passo dell’iniziativa è stato il convegno<br />

di Scafati del maggio 2008,<br />

in cui il generale Jucci e la sua e-<br />

quipe hanno illustrato a oltre 250<br />

studenti la situazione del fiume<br />

Sarno. Il successo di quell’incontro,<br />

testimoniato dal grande interesse<br />

degli studenti, ci ha spinti<br />

ad attivare a settembre scorso il<br />

progetto nelle scuole dell’agro. La<br />

mostra del prossimo 21-23 aprile,<br />

che chiuderà l’iniziativa, sarà un<br />

evento straordinario, che vedrà<br />

ancora una volta protagonisti i<br />

ragazzi: saranno loro a presentare<br />

nuove proposte per la riqualificazione<br />

del territorio».<br />

troppo contaminata. Nelle<br />

stazioni di analisi, allestite<br />

nella scuola, i giovani ambientalisti<br />

hanno potuto<br />

effettuare dei controlli sul<br />

pH dell’acqua. È stato esaminato<br />

anche il C.o.d. (chemical<br />

oxigen demand) che<br />

indica la richiesta di ossigeno<br />

necessaria per la completa<br />

ossidazione dei composti<br />

organici ed inorganici presenti<br />

in un campione d’acqua.<br />

Il suo valore rappresenta<br />

quindi un indice per<br />

misurare il grado d’inquinamento<br />

dei fiumi.<br />

I dati non sono rassicuranti,<br />

nonostante il recupero delle<br />

rive e la costruzione di depuratori,<br />

qualcuno preferisce<br />

ancora utilizzare il Sarno<br />

come una discarica e non<br />

come una risorsa. I ragazzi<br />

hanno seguito con grande<br />

attenzione le lezioni, ma anche<br />

studiato con interesse i<br />

metodi utilizzati per effettuare<br />

le analisi: studenti che<br />

vogliono essere protagonisti,<br />

soggetti attivi per la bonifica<br />

del territorio. Durante i seminari<br />

sono state anche e-<br />

sposte le attività dell’AERA<br />

(Associazione europea Rotary<br />

per l’ambiente) per illustrare<br />

le problematiche ambientali<br />

e le aspettative future.<br />

L’obiettivo è quello di riuscire<br />

a creare una mappa<br />

dettagliata sull’inquinamento<br />

del fiume. I progetti, elaborati<br />

dagli studenti, saranno<br />

presentati in un convegno<br />

che si terrà a Castellammare<br />

di Stabia dal 21 al 23<br />

aprile. Il messaggio del Rotary<br />

Club è chiaro: solo i giovani<br />

con le loro coscienze<br />

non inquinate, possono essere<br />

garanti e custodi del<br />

proprio territorio.<br />

Pagina a cura di<br />

SANTO IANNÒ<br />

RAFFAELE PELLEGRINO<br />

DI LORENZO<br />

Un segnale<br />

alle autorità<br />

«Il Club Rotary<br />

di Castellammare,<br />

di<br />

cui ho l’onore<br />

di essere presidente,<br />

da oltre<br />

vent’anni è<br />

impegnato a<br />

promuovere<br />

iniziative culturali e sociali in collaborazione<br />

con le scuole. Il progetto<br />

di sensibilizzazione sul<br />

fiume Sarno testimonia nel modo<br />

migliore questa vocazione. Il<br />

nostro comune, dall’immenso<br />

potenziale turistico, è stato enormemente<br />

penalizzato da questo<br />

disastro ambientale. Ci auguriamo<br />

che l’iniziativa serva a far<br />

uscire allo scoperto le autorità, a<br />

mostrare loro che esiste un’opinione<br />

pubblica sensibile a questi<br />

problemi. Il nostro obiettivo principale<br />

è il recupero <strong>della</strong> balneabilità<br />

<strong>della</strong> spiaggia; la riqualificazione<br />

<strong>della</strong> Marina di Stabia può<br />

essere il vero volano per lo sviluppo<br />

economico di Castellammare».<br />

Ambrosio<br />

Sotto<br />

i riflettori<br />

dell’Europa<br />

Michelangelo Ambrosio,<br />

presidente <strong>della</strong> Rotary<br />

Foundation e prossimo<br />

Governatore del Distretto<br />

2100, è uno dei principali<br />

artefici dell’iniziativa. A<br />

lui si deve il coordinamento<br />

delle attività tecniche<br />

e scientifiche del<br />

progetto, e il coinvolgimento<br />

di istituti come<br />

l’Università Parthenope<br />

di Napoli e l’Istituto Superiore<br />

di Sanità. «I risultati<br />

ottenuti dall’iniziativa<br />

non possono che essere<br />

uno stimolo a proseguire<br />

su questa strada, e a puntare<br />

ancora più in alto.<br />

Quest’anno il progetto ha<br />

ottenuto l’adesione di 21<br />

scuole, ma l’anno prossimo<br />

saranno molte di più.<br />

Contiamo inoltre di e-<br />

stendere l’analisi delle acque<br />

non solo al fiume<br />

Sarno, ma anche ai suoi<br />

torrenti Cavaiola e Solofrana».<br />

Un grande successo,<br />

dunque, confermato<br />

non solo dall’entusiasmo<br />

degli studenti, ma<br />

anche dalla risonanza internazionale<br />

ottenuta dal<br />

progetto. «Su questa iniziativa<br />

sono puntati i riflettori<br />

del Rotary europeo:<br />

possiamo già vantare<br />

la sponsorizzazione<br />

dell’AERA, e dall’anno<br />

prossimo avremo anche<br />

sovvenzioni da parte del<br />

Rotary International. Finanziamenti<br />

arriveranno<br />

anche dagli enti che si<br />

occupano <strong>della</strong> tutela del<br />

Golfo, come la Biennale<br />

del Mare».


PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />

7<br />

Siglato l’accordo<br />

tra Ateneo ed Enti locali.<br />

Inizio dei lavori previsto<br />

per il prossimo anno.<br />

Nel 2013 l’inaugurazione<br />

Le cifre dell’opera<br />

70 milioni di euro stanziati dalla<br />

Regione Campania per la tratta che<br />

collegherà i due poli universitari di<br />

Baronissi e Fisciano con la stazione di<br />

Mercato San Severino: 4 le fermate.<br />

Tre chilometri la lunghezza <strong>della</strong><br />

funicolare che vedrà la realizzazione di<br />

viadotti e gallerie oltre all’uso di una<br />

linea già esistente delle ferrovie.<br />

A destra Piazza del Sapere,<br />

Università degli Studi di Salerno.<br />

Al centro la mappa <strong>della</strong> funicolare<br />

All’Università con la funicolare<br />

Il progetto prevede quattro fermate: Baronissi-Fisciano in pochi minuti<br />

«Un altro importante passo<br />

è stato fatto. E pensare che<br />

qualcuno disse che con il<br />

trasferimento da Salerno<br />

alla valle dell’Irno, l’Università<br />

avrebbe avuto vita<br />

breve».<br />

E fiero oltre che contento il<br />

Rettore Raimondo Pasquino<br />

nell’annunciare ufficialmente<br />

l’ultima novità:<br />

l’Ateneo avrà una funicolare,<br />

di tipo moderno,<br />

che collegherà<br />

tre punti<br />

interni con la stazione<br />

ferroviaria<br />

di Mercato San<br />

Severino. Una<br />

strada ferrata che<br />

apre scenari nuovi<br />

per la crescita<br />

dell’Ateneo.<br />

Il Rettore illustra<br />

il progetto ad una folta platea<br />

e ai rappresentanti delle<br />

istituzioni tra i quali l’assessore<br />

regionale ai trasporti,<br />

Ennio Cascetta, il<br />

presidente <strong>della</strong> Provincia<br />

di Salerno, Angelo Villani,<br />

e gli amministratori dei<br />

comuni di Fisciano e Baronissi;<br />

le autorità che alla<br />

fine <strong>della</strong> presentazione firmeranno<br />

il protocollo d’intesa.<br />

La parte tecnica del progetto,<br />

che rientra in un ampio<br />

programma di riqualificazione<br />

delle strutture e riorganizzazione<br />

dei servizi<br />

ferroviari, viene illustrata<br />

Assessore Cascetta, il finanziamento<br />

per questa<br />

opera è ingente. La Regione<br />

punta anche sulla<br />

tecnologia e sulla <strong>ricerca</strong>?<br />

La Campania non è solo<br />

turismo. E’ un dato di fatto.<br />

L’economia campana non<br />

può essere monotematica.<br />

Non può basarsi su un<br />

unico comparto. La tradizione<br />

industriale regionale<br />

va salvaguardata. Abbiamo<br />

punti eccellenza come la<br />

cantieristica navale, l’aeronautica,<br />

la tecnologia dei<br />

materiali, l’automotive.<br />

Oltre all’Università avete<br />

anche finanziato la metropolitana<br />

di Salerno?<br />

Si, con 9 milioni di euro per<br />

riqualificare la stazione al<br />

nuovo servizio di trasporto.<br />

La stessa logistica che<br />

permetterà al Campus di<br />

entrare in pieno nel circuito<br />

del trasporto regionale.<br />

Arriva<br />

il people<br />

mover:<br />

trasporto<br />

interno<br />

L’ASSESSORE<br />

dall’ingegner Borrello, per<br />

conto dell’Ente autonomo<br />

Volturno, la società che<br />

gestirà l’impianto. Si tratta<br />

di un sistema su rotaie di<br />

tipo innovativo, a basso<br />

impatto ambientale, denominato<br />

“people mover” con<br />

la possibilità di trasporto di<br />

2400 passeggeri per ora in<br />

entrambe le direzioni.<br />

La tratta è complessivamente<br />

di tre chilometri<br />

che parte<br />

dal polo universitario<br />

di Baronissi<br />

per arrivare<br />

a quello di Fisciano.<br />

In mezzo la<br />

stazione ferroviaria<br />

di Mercato<br />

San Severino, il<br />

punto di collegamento<br />

con la<br />

metropolitana di Salerno,<br />

prossima alla realizzazione,<br />

e quindi i grandi scali regionali.<br />

Quattro le fermate:<br />

partenza dalla facoltà di<br />

medicina di Baronissi,<br />

Mercato San Severino, Rettorato<br />

e Terminal Campus<br />

di Fisciano. Tra tavoli tecnici<br />

e programmazione, la<br />

partenza dei lavori è stimata<br />

tra un anno; la realizzazione<br />

finale tra quattro.<br />

Entro trenta giorni dalla<br />

sottoscrizione del protocollo<br />

d’intesa, sarà indetta<br />

la conferenza di servizi;<br />

due mesi dopo partirà la<br />

progettazione.<br />

Cascetta: siamo<br />

uomini del fare<br />

Ci vedremo tra un anno<br />

quindi, all’inzio dei lavori?<br />

Si, perché l’importanza dei<br />

progetti è farli e non solo<br />

finanziarli. Con i discorsi<br />

non si cambia la realtà. La<br />

giornata di oggi è importante<br />

perché l’idea si concretizza,<br />

modificando la realtà<br />

e facendola vivere nel<br />

tempo.<br />

Rettore Pasquino l’Ateneo<br />

cresce?<br />

Il Campus cresce e si attrezza<br />

con quelle infrastrutture<br />

indispensabili co-me il collegamento<br />

su ferro, una<br />

nostra aspirazione da tempo<br />

perseguita che oggi diventa<br />

realtà.<br />

Un collegamento non solo<br />

limitato all’interno?<br />

No. Questo serve a facilitare<br />

e velocizzare i tempi di<br />

accesso per gli studenti ma<br />

anche ad avvicinare ancora<br />

di più l’Università all’intera<br />

regione.<br />

Gli altri progetti?<br />

Per l’accessibilità, c’è la bretella<br />

autostradale in uscita<br />

dall’Università in costruzione.<br />

Con questa opera finiremo<br />

la parte che riguarda<br />

l’accesso all’Ateneo. Poi<br />

abbiamo la realizzazione di<br />

laboratori e aule per gli studenti<br />

che comunque so-no<br />

in fase avanzata.<br />

IL RETTORE<br />

Pasquino: sogno<br />

che diventa realtà<br />

Qual è invece nel futuro?<br />

Lasciando da parte i progetti<br />

materiali, adesso c’è<br />

tutta quella parte immateriale.<br />

L’avanzare in quelle<br />

che sono le competenze e<br />

le conoscenze che noi<br />

come Università dobbiamo<br />

trasferire agli studenti formandoli<br />

per il mercato del<br />

lavoro.<br />

Presidente Villani le istituzioni<br />

guardano con interesse<br />

al Campus?<br />

Certamente. Pur non avendo<br />

dirette competenze per<br />

l’Università, abbiamo già da<br />

tempo avviato un programma<br />

di <strong>ricerca</strong> internazionale,<br />

dando così la possibilità<br />

di formare nostri <strong>ricerca</strong>tori<br />

all’estero e accogliere gli studiosi<br />

stranieri. Un programma<br />

unico in Italia che ci fa<br />

fare un ulteriore passo avanti<br />

come istituzioni.<br />

Se cresce l’Università, cresce<br />

anche la provincia.<br />

L’Università è parte integrante<br />

del tessuto economico<br />

e sociale del nostro territorio.<br />

Di questo ne siamo<br />

convinti. Lo dimostra poi il<br />

rapporto di stretta collaborazione<br />

già avviato da tempo<br />

con questo Ateneo e che<br />

sta dando dei proficui risultati<br />

di <strong>ricerca</strong> e occupazionali.<br />

Per il presidente <strong>della</strong> Provincia<br />

Villani questa intesa<br />

rappresenta un punto di<br />

partenza, uno stimolo per<br />

una progettazione più<br />

ampia che porti alla realizzazione<br />

di quel sistema che<br />

può denominarsi “Circum-<br />

Agro”. Una rete di trasporti<br />

più ramificata in ambito<br />

provinciale già approvata<br />

nella programmazione territoriale<br />

realizzata dalla<br />

Provincia.<br />

E coglie l’attimo l’assessore<br />

Cascetta che prospetta così<br />

gli orizzonti nuovi del sistema<br />

di trasporti <strong>della</strong> Regione<br />

Campania. Con la<br />

prossima realizzazione <strong>della</strong><br />

stazione d’interscambio<br />

“Vesuvio est”, nodo ferroviario<br />

principale, il minimetrò<br />

universitario collegherà<br />

non solo il Campus<br />

internamente ma tutto il<br />

territorio, e non solo quello<br />

regionale. Le distanze saranno<br />

più brevi; si arriverà<br />

a Roma in meno tempo,<br />

nemmeno due ore. Un disegno<br />

di rete regionale quindi<br />

che rende l’impianto del<br />

Campus non fine a se stesso<br />

ma uno dei tasselli principali<br />

<strong>della</strong> più grande<br />

infrastruttura dei trasporti<br />

mai realizzata da Palazzo<br />

Santa Lucia.<br />

Pagina a cura di<br />

LA PROVINCIA<br />

GIOVANNI SPERANDEO<br />

Villani: in sinergia<br />

con il Campus<br />

Ateneo quindi volano per<br />

lo sviluppo?<br />

La vera perla <strong>della</strong> provincia<br />

dalla cui collaborazione con<br />

le imprese non può che<br />

nascere sviluppo per il territorio.<br />

E poi questa infrastruttura<br />

da una visione non<br />

solo provinciale per l’Ateneo,<br />

ma ribalta nazionale<br />

e nuove occasioni.


8 Domenica<br />

12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />

APRIAMO<br />

GLI OCCHI<br />

AL CIELO<br />

PADRE CLAUDIO LUCIANO*<br />

Chiudiamo gli occhi e contempliamo<br />

la Pasqua di<br />

Cristo Risorto. Da una<br />

parte il messaggio<br />

di speranza e di vittoria<br />

sulla morte e sul peccato, e<br />

dall’altra l’uomo, disorientato<br />

tra le mille sirene di un<br />

mondo sempre più confuso<br />

e smarrito. Un uomo, capace<br />

di aggiungere qualche<br />

anno di vita al suo viaggio<br />

terreno, si riscontra, poi,<br />

povero di eternità, perché<br />

immerso nei valori del<br />

tempo finito e senza speranze.<br />

Non è tanto<br />

facile vivere la Pasqua per<br />

l’uomo di oggi, immerso in<br />

una cultura di crisi che<br />

mantiene sulle spine le<br />

grandi potenze del pianeta<br />

Terra, oscillante in un equilibrio<br />

economico sempre<br />

più instabile e vulnerabile.<br />

Vivere la Pasqua è ancora<br />

più difficile per<br />

chi, da tempo, si è incamminato<br />

verso una concezione<br />

“laica” <strong>della</strong> vita, dalla<br />

quale va scomparendo ogni<br />

desiderio di cielo e di eternità.<br />

E ricade nella solitudine.<br />

Vivere la Pasqua è<br />

diventato difficile, forse<br />

anche per il mondo cattolico,<br />

dove un certo secolarismo<br />

pare voglia impadronirsi<br />

del sacro, rendendo<br />

tutto relativo e terribilmente<br />

umano. In un contesto<br />

ricco di liturgie appariscenti<br />

e solenni, ma fredde, che<br />

non riescono più ad arrivare<br />

all’animo e commuoverlo.<br />

È difficile farsi contagiare<br />

dalla gioia e dalla speranza<br />

di Pasqua per chi cerca<br />

la mediocrità, e non vuole<br />

essere disturbato nelle consolidate<br />

abitudini di un<br />

vivere “senza infamia e<br />

senza lode”. Per chi<br />

pretende che anche il Papa,<br />

punto di riferimento del<br />

sacro sulla terra, moderi il<br />

suo linguaggio, impari ad<br />

usare parole semplici ed<br />

accomodanti, per predicare<br />

un Vangelo adeguato alle<br />

esigenze e agli egoismi dell’uomo<br />

contemporaneo. Un<br />

Papa, che si accontenti di<br />

una mediocrità che non<br />

disturba, anziché continuare<br />

a proporre il cammino di<br />

perfezione annunciato da<br />

Cristo: “Siate perfetti come<br />

il Padre vostro celeste”.<br />

Vivere la Pasqua è difficile,<br />

ma ancora possibile. È possibile<br />

se chiudiamo gli occhi<br />

al mondo e li apriamo al<br />

cielo, all’eternità, al desiderio<br />

di infinito e di eterno<br />

che riempie tante<br />

volte il nostro animo,<br />

donandoci momenti di<br />

profonda pace e serenità. È<br />

possibile se scopriamo,<br />

ancora una volta, la nostra<br />

capacità di sognare e sperare,<br />

e, come l’alpinista, intuire,<br />

con sorprendente stupore,<br />

che oltre i nostri vasti<br />

orizzonti, raggiunti con<br />

fatica negli anni, ne possiamo<br />

scorgere altri, ancora<br />

più vasti, in lontananza, che<br />

ci parlano di cielo e di eternità.<br />

Viviamo la Pasqua che<br />

ci fa volare oltre le nuvole!<br />

*Direttore<br />

del settimanale<br />

cattolico “Agire”<br />

Una lunga storia di passione popolare, tradizione e folklore<br />

Tra fede e credenze popolari<br />

CLAUDIA ESPOSITO<br />

Un silenzio surreale avvolge<br />

la penisola sorrentina<br />

durante la Settimana Santa.<br />

La Costiera non è più la<br />

solita, chiassosa meta del<br />

turismo internazionale ma<br />

è soprattutto luogo di raccoglimento<br />

e preghiera.<br />

Riti austeri sono rigidamente<br />

scanditi da un calendario<br />

che si tramanda<br />

immutato nei secoli. A<br />

squarciare la calma <strong>della</strong><br />

notte tra Giovedì e Venerdì<br />

Santo solo il ritmo<br />

cupo di tamburi, troccole<br />

e bombardini che avanzano<br />

lentamente tra la folla<br />

di residenti e turisti assiepati<br />

a migliaia lungo i bordi<br />

delle strade in un buio<br />

quasi totale. A rischiarare<br />

l’oscurità solo le tremule<br />

fiaccole degli incappucciati<br />

e i ceri sui balconi che illuminano<br />

la strada al mesto<br />

corteo. Più indietro,<br />

sopraggiungono le struggenti<br />

note del Miserere,<br />

che echeggiano in un malinconico<br />

botta e risposta<br />

da Vico Equense a Massa<br />

Lubrense.<br />

Sono circa una ventina i<br />

riti che costellano la penisola<br />

sorrentina, ciascuno<br />

con le sue peculiarità.<br />

Rappresentazioni storiche<br />

dal Lunedì al Mercoledì<br />

Santo si susseguono tra<br />

Meta, Piano e Sorrento,<br />

solo un preludio agli eventi<br />

clou del giovedì e il venerdì<br />

santo rappresentati<br />

dalle processioni degli incappucciati.<br />

Migliaia i partecipanti<br />

che celano il volto<br />

in segno di penitenza,<br />

mettendo al bando la vanità<br />

del protagonismo.<br />

Ogni corteo ha le sue u-<br />

SABINO RUSSO<br />

La processione <strong>della</strong> Madonna<br />

delle galline a Pagani<br />

rientra nel mito e nel culto<br />

delle “Sette Madonne” che<br />

si manifesta nell’arco annuale<br />

delle feste campane<br />

ed è caratterizzato dai temi<br />

<strong>della</strong> madre, del sesso e<br />

<strong>della</strong> morte. La domenica,<br />

quella <strong>della</strong> festa, la statua<br />

compie una lunga processione<br />

di una decina di ore<br />

lungo tutto l’abitato.<br />

Lo scorso anno, però, c’è<br />

stato un intoppo che per il<br />

suo carattere inatteso non<br />

ha potuto che apparire come<br />

un annuncio divino agli<br />

uomini. In una via del centro,<br />

a causa dell’impatto con<br />

un cavo elettrico sospeso<br />

tra i palazzi, il busto <strong>della</strong><br />

sacra statua si è inclinato<br />

dando l’impressione di essere<br />

stato «decapitato».<br />

Tutti hanno pensato che<br />

l’ordine naturale si fosse<br />

interrotto. La festa procedeva<br />

carica di passione come<br />

sempre, la statua faceva<br />

il giro <strong>della</strong> città e tutt’intorno<br />

la folla di fedeli si accalcava<br />

tra botti, tammorre e<br />

La Passione,<br />

suoni e valori<br />

senza tempo<br />

sanze, i suoi personaggi<br />

chiave, i suoi colori simbolici<br />

che lo rendono unico. La<br />

sera del Giovedì Santo è la<br />

volta degli incappucciati<br />

bianchi che, secondo la tradizione,<br />

accompagnano la<br />

Madonna Addolorata tra i<br />

Sepolcri nella straziante <strong>ricerca</strong><br />

del Figlio arrestato dai<br />

suoi carnefici. Tante le arci-<br />

PENISOLA SORRENTINA<br />

Sono oltre venti i riti religiosi<br />

che si celebrano in Costiera<br />

Due momenti delle processioni sorrentine (foto Luigi Coppola)<br />

Da cinque secoli a Pagani si ripete<br />

la festa <strong>della</strong> Madonna delle Galline<br />

confraternite e i laici coinvolti:<br />

l’Annunziata di Piano,<br />

quella <strong>della</strong> Purificazione di<br />

Maria Santissima di Mortora,<br />

l’Arciconfraternita<br />

<strong>della</strong> SS. Immacolata di<br />

Meta, quelle del SS. Sacramento<br />

e dei padri “giuseppini”<br />

di Sant’Agnello oltre<br />

all’arciconfraternita sorrentina<br />

di Santa Monica. Unica<br />

volatili. Poi l’imprevisto. E<br />

nei giorni dedicati alla<br />

Vergine, un’altro tragico<br />

evento che nella credenza<br />

popolare subito scatenatasi,<br />

qualcuno ha attribuito all’incidente<br />

avvenuto: è morto<br />

Franco Tiano, simbolo<br />

<strong>della</strong> città che aveva ridato<br />

voce alla tradizione. Proprio<br />

dai suoi insegnamenti<br />

e dall’incidente alla statua,<br />

deve partire nella coscienza<br />

di tutti un monito affinché<br />

alla festa possa essere restituita<br />

la spiritualitá di una<br />

eccezione al candore delle<br />

vesti, la processione dell’Arciconfraternita<br />

<strong>della</strong> SS.<br />

Trinità dei Pellegrini e dei<br />

Convalescenti, in sai rossi,<br />

colore simbolo <strong>della</strong> Passione.<br />

Giunge così l’alba del Venerdì<br />

Santo, giornata in cui<br />

le vesti diventano nere, in<br />

segno di lutto per la Madonna<br />

che ritrova suo Figlio<br />

senza vita. Anche in questo<br />

caso le manifestazioni sono<br />

numerose: due a Meta, tre a<br />

Piano, una a Sant’Agnello,<br />

due a Massa Lubrense e una<br />

a Sorrento, sempre nera, tra<br />

le processioni più antiche<br />

d’Italia. A Vico Equense<br />

ritorna invece la processione<br />

dell’Arciconfraternita<br />

Morte e Orazione di Seiano<br />

che ogni tre anni si alterna<br />

con quella viola <strong>della</strong> congrega<br />

dell’Assunta. Le pro-<br />

volta, che negli ultimi anni<br />

è stata per certi versi smarrita,<br />

come ricordato dal<br />

vescovo Iliano. La tradizionale<br />

festa è un modo con<br />

cui la comunità paganese<br />

mantiene il proprio sé collettivo,<br />

nella sua dimensione<br />

storica e nella sua proiezione<br />

verso il futuro. Una<br />

radice profonda, una religiosità<br />

arcaica che si manifesta<br />

nell’ottava di Pasqua<br />

in un tripudio festoso di<br />

danze mosse dal suono<br />

caratteristico delle tammorre,<br />

che sono un inno alla<br />

vita e alla fertilità.<br />

Il corpo, sede di sacralità e<br />

di religiosità, dopo il periodo<br />

pasquale dell’angustia,<br />

avendo maturato il suo<br />

senso in funzione delle felicità<br />

temporali e perenni,<br />

esplode così in espressioni<br />

artistiche ritmiche e musicali<br />

che legano i temi <strong>della</strong><br />

vita, <strong>della</strong> morte, <strong>della</strong> fertilità<br />

e <strong>della</strong> fecondità. La<br />

manifestazione è ricca di<br />

segni di vita e densi di<br />

gioiosa sacralità, che prende<br />

il nome di “Tammurriata”<br />

.<br />

cessioni in penisola sorrentina<br />

sono un rito che<br />

unisce presente e passato<br />

in un attimo senza tempo,<br />

in cui si manifesta l’attaccamento<br />

del popolo alla<br />

fede e alle tradizioni locali.<br />

Ma la religiosità del popolo<br />

costiero ha radici antiche:<br />

fin dal 1100 gruppi di<br />

laici giravano in tela di sacco<br />

seguendo il crocifisso o<br />

la statua del Cristo Morto.<br />

Dal XVII secolo, durante<br />

la Controriforma, l’organizzazione<br />

passò in mano<br />

ai religiosi che iniziarono<br />

ad aggregarsi in confraternite.<br />

Le processioni allora<br />

si arricchirono dei cosiddetti<br />

“misteri”, gli oggetti<br />

connessi al martirio di<br />

Gesù, che sono ancora oggi<br />

la chiave di tutte le manifestazioni<br />

<strong>della</strong> Settimana<br />

Santa.


IL PERSONAGGIO<br />

PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />

La storia di Augusto de Luca, da fotografo affermato a cacciatore di murales<br />

L’Arsenio Lupin dei graffiti<br />

«Il mio obiettivo è quello di sensibilizzare le persone alla Street Art»<br />

9<br />

VERONICA VALLI<br />

A chi non è capitato, camminando<br />

per strada, di fermarsi ad<br />

osservare quegli strani disegni sui<br />

muri? Per qualcuno è soltanto<br />

roba che imbratta i muri, stupide<br />

scritte, per altri sono vere e proprie<br />

opere d’arte. Pochi sanno che<br />

questi disegni si chiamano graffiti<br />

e afferiscono al movimento<br />

artistico chiamato Street Art.<br />

Ancora meno sanno che c’è qualcuno<br />

che addirittura li “ruba” alle<br />

pareti dove sono posti, una specie<br />

di furto d’arte postmoderno,<br />

potremmo dire. Questo qualcuno<br />

risponde al nome di Augusto de<br />

Luca, già noto fotografo che, dal<br />

2005 si è reinventato “Graffiti<br />

Hunter”, ossia cacciatore di graffiti.<br />

La passione di de Luca per il<br />

genere nasce dalla sua ammirazione<br />

per artisti come Mapplethorpe<br />

ed Hering, di cui apprezzava<br />

il segno semplice ed allo<br />

stesso tempo geniale. Del tutto<br />

casualmente, passeggiando per le<br />

vie di Napoli, si accorse di questi<br />

disegni fatti sui muri, gli «piacquero<br />

subito, perché mi ricordavano<br />

i disegni di Cutrone, Sharf e<br />

dello stesso Haring. All’epoca<br />

non sapevo nulla <strong>della</strong> Street Art,<br />

immaginando soltanto che fossero<br />

opere fatte da ragazzi. Così iniziai<br />

a prenderli». In realtà, questo<br />

tipo di arte, lo dice stesso il nome,<br />

nasce per strada, perciò ai graffitari<br />

potrebbe dare fastidio che<br />

qualcuno si appropri delle loro o-<br />

pere. Ma de Luca chiarisce fin da<br />

subito che «Prendere i graffiti per<br />

me era anche preservarli dal tempo<br />

e dagli agenti esterni che li<br />

avrebbero rovinati, infatti ne ho<br />

anche restaurati alcuni. Spesso i<br />

graffitari sono giovani e non si<br />

rendono conto di quanto è importante<br />

conservare i propri lavori.<br />

Effettivamente non mi considero<br />

un cacciatore ma un collezionista<br />

d’arte». Raccogliendo i<br />

graffiti è riuscito a costruire la<br />

testimonianza di un preciso periodo<br />

storico <strong>della</strong> Street Art napoletana,<br />

un unicum nel suo genere,<br />

di cui il “cacciatore” è molto<br />

fiero, tanto da essere apprezzato<br />

anche dai graffitari, uno su tutti<br />

Iabo, col quale è nato un sodalizio<br />

artistico. «Ho conosciuto Iabo-<br />

La scheda<br />

Augusto de Luca nasce a Napoli<br />

nel 1955, laureato in giurisprudenza<br />

all’Università Federico II.<br />

Diventa fotografo professionista<br />

nella metà degli anni Settanta<br />

ed opera al confine tra<br />

fotografia tradizionale e sperimentazione.<br />

Con un suo stile<br />

particolare, realizza immagini<br />

che ricordano la lezione <strong>della</strong><br />

metafisica.<br />

Augusto de Luca nella sua abitazione napoletana<br />

dice de Luca- tramite Luca<br />

Borriello dell’Osservatorio Nazionale<br />

sulla Street Art. Borriello<br />

parlò <strong>della</strong> mia attività ad una<br />

giornalista de “Il Mattino”, che fece<br />

un servizio su di me, ribattezzandomi<br />

“Il Cacciatore di graffiti”.<br />

L’articolo aveva un richiamo in<br />

prima pagina, con una fotografia<br />

che mi ritraeva mentre staccavo<br />

un poster di Iabo che, venuto a<br />

sapere <strong>della</strong> cosa, chiese di incontrarmi».<br />

Fu proprio Iabo a suggerire<br />

a de Luca di pubblicare tutto<br />

il suo materiale su internet, cre-<br />

ando uno spazio su uno dei social<br />

network più noti, ossia Myspace.<br />

«L’idea principale- aggiunge de<br />

Luca- era valorizzare la Street<br />

Art, rendendola fruibile a tutti<br />

tramite internet. Volevo catalizzare<br />

l’interesse sul mondo del<br />

writing, stimolando la curiosità<br />

delle persone, svelando per fasi<br />

chi ero e qual’era la mia attività,<br />

creando una sorta di performance<br />

artistica piuttosto provocatoria».<br />

Una provocazione in tempi<br />

non facili per il writing, che è<br />

considerato al limite <strong>della</strong> legalità,<br />

di cui de Luca è conscio.<br />

«C’è molta ignoranza in materia<br />

ed il mio intento- dice- è anche<br />

quello di sensibilizzare, per far<br />

capire alla gente quello che è<br />

Street Art e quello che non lo è, il<br />

fatto stesso che fosse una persona<br />

come me, che s’occupa d’arte da<br />

anni, a far partire l’operazione, è<br />

un escamotage per evidenziare il<br />

valore artistico dei graffiti. Per<br />

questo motivo, ho iniziato a parlare<br />

di me e <strong>della</strong> mia carriera<br />

anche su Myspace». Le opere che<br />

de Luca ha collezionato sono<br />

moltissime, tanto che sarebbe<br />

interessante passare dal web al<br />

reale, facendone una mostra, ma<br />

lui è di un altro avviso: «Non mi<br />

interessa- conclude- fare una<br />

mostra, più che altro perché potrebbe<br />

dare fastidio ai graffitari,<br />

che si sentirebbero totalmente<br />

espropriati <strong>della</strong> loro opera.<br />

Quando sarà, donerò tutta la mia<br />

collezione ad un museo. D’altra<br />

parte, non sono un artista perché<br />

prendo i graffiti dal muro, ma li<br />

prendo perché sono un artista». Il<br />

myspace di de Luca è myspace.com/augustodeluca.<br />

GERMANA GRASSO<br />

Muri come fogli bianchi su<br />

cui raccontare storie, incidere<br />

sentimenti, urlare un<br />

disagio o affermare la propria<br />

esistenza. Sono i muri di<br />

periferia, dove il grigiore<br />

<strong>della</strong> solitudine e <strong>della</strong> mancanza<br />

di un luogo di aggregazione<br />

si combatte con i colori<br />

delle bombolette spray.<br />

Quei colori piacciono anche<br />

all’amministrazione del Comune<br />

di San Giorgio a<br />

Cremano che ha aderito all’iniziativa<br />

di Inward, l’osservatorio<br />

sulla cultura del writing<br />

dell’associazione culturale<br />

Artéteca, che ha ideato un<br />

progetto di riqualificazione<br />

urbana attraverso il writing.<br />

Il Comune ha messo a disposizione<br />

i muri del sottopassaggio<br />

<strong>della</strong> Circumvesuviana<br />

fra via Mazzini e via<br />

Recanati: “fogli” su cui i writers<br />

– tra cui Rota, Zeus 40,<br />

Opium, Pencil, tutti originari dell’area<br />

vesuviana – hanno lasciato traccia <strong>della</strong><br />

loro idea del diritto al gioco e del diritto di<br />

espressione.<br />

Nel progetto quel sottopassaggio è un<br />

simbolico portale d’accesso al Centro polifunzionale<br />

giovanile, di prossima apertura,<br />

costruito all’interno dell’ex macello<br />

comunale. «La riqualificazione del sottopassaggio<br />

è solo un primo passo – afferma<br />

l’assessore comunale alla Comunicazione<br />

Giorgio Zinno, che ha incentivato la realizzazione<br />

dell’iniziativa – poiché continueremo<br />

su questa linea, creando una<br />

pagina web per monitorare i prodotti dei<br />

writers. Se si comprende che il graffitismo<br />

San Giorgio a Cremano per la riqualificazione attraverso il writing<br />

Diritti umani a colori<br />

Ecco come cambia una forma di espressione nata nell’illegalità<br />

A sinistra<br />

un writer.<br />

A destra<br />

il murales<br />

sul diritto<br />

al gioco<br />

è una forma d’arte, concedergli spazi<br />

significa rendere legale una forma di<br />

espressione nata nell’illegalità».<br />

La città di San Giorgio a Cremano da anni<br />

è attenta alle evoluzioni del fenomeno giovanile,<br />

ha ospitato Circumwriting nell’estate<br />

2004, il primo progetto di riqualificazione<br />

delle stazioni <strong>della</strong> rete ferroviaria<br />

<strong>della</strong> Circumvesuviana (promosso da<br />

Inward e appoggiato dalla Regione<br />

Campania e dal critico d’arte Achille<br />

Bonito Oliva) ed è stato l’unico Comune<br />

del Sud a partecipare al convegno internazionale<br />

sul writing nei vari contesti urbani,<br />

svoltosi a Roma il 31 gennaio 2008. «Il<br />

writing è un fatto culturale – dice Luca<br />

Borriello, presidente dell’osservatorio<br />

Inward – che interessa vari ambiti, non<br />

solo l’arte, ma anche il decoro e l’arredo<br />

urbano, l’antropologia, le politiche sociali<br />

e le politiche giovanili. Un piano di riqualificazione<br />

urbano ben congegnato<br />

potrebbe far confluire chi fa writing o tags<br />

(firme realizzate con bombolette spray,<br />

pennarelli, marcatori, frese, acidi, ndr) in<br />

spazi che, altrimenti, verserebbero in stato<br />

di abbandono».<br />

L’osservatorio sta raccogliendo dati sull’evoluzione<br />

del fenomeno, spesso ancora<br />

confuso con il vandalismo.<br />

«Ora i writers si stanno<br />

aggregando in associazioni<br />

culturali, un’evoluzione<br />

naturale delle crews – fa<br />

notare Borriello – e così si<br />

stanno relazionando con le<br />

istituzioni».<br />

E le istituzioni sembrano<br />

avere un rapporto ambiguo<br />

con il writing, se propongono<br />

una legge che<br />

punisce chi lo pratica e se<br />

poi il ministro alle Politiche<br />

Giovanili Giorgia Meloni<br />

decide di trasferire a<br />

palazzo Chigi la tela-cubo<br />

sulla caduta del muro di<br />

Berlino, realizzata dalla<br />

crew Wild Boys (Rota e<br />

Zeus 40), autrice anche<br />

<strong>della</strong> parete sul diritto al<br />

gioco. «Per sfatare l’equivoco<br />

del vandalismo e per<br />

esaltare gli aspetti positivi<br />

del graffitismo – spiega<br />

Borriello - abbiamo intenzione<br />

di creare un centro<br />

studi universitario sulla cultura<br />

del writing. Le facoltà<br />

di scienze <strong>della</strong> comunicazione<br />

sarebbero le più adatte a mostrare<br />

che è una forma di espressione in trasformazione».<br />

Un’evoluzione che si registra anche in<br />

forme di comunicazione più convenzionali.<br />

«Ormai anche le agenzie pubblicitarie,<br />

soprattutto quelle che si occupano di<br />

street marketing, non possono ignorare la<br />

cultura del writing e lo urban design –<br />

conclude Borriello – per alcuni writers diventa<br />

uno sbocco professionale. Ad esempio,<br />

ad Ancona, c’è un’associazione in cui<br />

sette writers su dieci sono designers».


10 Domenica<br />

12 aprile 2009PRIMO PIANO<br />

DEGRADO E ABBANDONO NELLA STRUTTURA<br />

CICERALE: CHIUSO IL LAGER<br />

Brutta storia quella del canile di<br />

Cicerale, protagonista <strong>della</strong> cronaca<br />

già dal 1980. Negli anni l’Oasi<br />

San Leo, così si chiama impropriamente<br />

la struttura<br />

scandalo, ha scatenato<br />

l’ira degli ambientalisti<br />

e l’attenzione<br />

dei giornali. La stampa<br />

lo ha definito con i<br />

nomi più coloriti, da<br />

lager a prigione, fino<br />

a girone dell’inferno.<br />

Finalmente, dal 16 dicembre<br />

2008 il nucleo<br />

operativo ecologico<br />

dei carabinieri lo<br />

ha posto sotto sequestro.<br />

Durante l’operazione ospitava<br />

1100 cani. La struttura si trova sulle<br />

montagne di Cicerale, vicino ad<br />

Agropoli e accoglieva cani <strong>della</strong><br />

provincia di Avellino e di Benevento.<br />

Il forte isolamento ha fatto sì<br />

che per anni il canile scandalo<br />

abbia continuato ad esercitare la<br />

sua attività eludendo i controlli di<br />

legge. Il Corriere del<br />

Mezzogiorno aveva<br />

dedicato nel 2006 alla<br />

descrizione <strong>della</strong><br />

struttura ampio spazio.<br />

Gli ultimi a visitarla<br />

sono stati gli o-<br />

peratori di Striscia la<br />

Notizia, che hanno<br />

documentato condizioni<br />

di degrado e<br />

abbandono allucinanti,<br />

complici anche<br />

le abbondanti piogge<br />

di quel periodo che avevano<br />

reso il terreno particolarmente<br />

fangoso e difficile. Il proprietario<br />

Giovanni Cafasso nega tuttora i<br />

maltrattamenti.<br />

Domenica 15 Marzo a Sampieri, in<br />

Sicilia, un bambino viene sbranato<br />

dal branco. Stavolta non è un episodio<br />

di bullismo: sono cani trasformati<br />

in lupi quelli che hanno<br />

tolto la vita a Giuseppe Brafa di 10<br />

anni. Ritorna con violenza il problema<br />

del randagismo che con<br />

drammatica ciclicità periodicamente<br />

riempie le cronache.<br />

Un fenomeno ampio su scala<br />

nazionale, che diventa drammatico<br />

soprattutto al Sud: secondo il ministero<br />

<strong>della</strong> Salute sono 600 mila i<br />

cani randagi in Italia e solo un<br />

quarto è nei canili, la maggior<br />

parte gestiti da privati. In Campania<br />

il ministero stima che i cani<br />

senza padrone sono 70 mila e le<br />

strutture per accoglierli insufficienti,<br />

sia per posti disponibili sia<br />

per i bilanci comunali. Perché la<br />

legge, sia nazionale che regionale,<br />

su questo punto è molto chiara: responsabile<br />

dei randagi presenti sul<br />

suolo comunale è ogni singolo sindaco,<br />

che deve preoccuparsi di<br />

tenerli in numero basso sulle strade<br />

e alloggiare nei canili quelli pericolosi<br />

o malati (legge 281 del 91 e<br />

legge 16 <strong>della</strong> Regione Campania).<br />

Soluzione lontana, è sempre emergenza in Campania<br />

Esercito di randagi<br />

Uomo poco amico<br />

Mani tese dai volontari per sollecitare le adozioni<br />

Solo che delle lobby private controllano<br />

i prezzi che risultano molto<br />

alti: ogni comune, che non ha la<br />

fortuna di potersi servire di una<br />

struttura d’accoglienza pubblica,<br />

spende dai 2 ai 5 euro al giorno,<br />

per ciascuno dei 50-100 cani.<br />

È facile capire perchè i proprietari<br />

dei canili non sono interessati a<br />

incentivare le adozioni. Anzi sono<br />

frequenti i casi in cui vengono immessi<br />

cuccioli nei canili per garantire<br />

una rendita. In più la legge colloca<br />

le aeree per ospitare queste<br />

strutture lontano dai centri urbani,<br />

quindi distanti da un eventuale<br />

pubblico di visitatori. Alcuni Comuni<br />

contato sui rifugi per gli animali<br />

abbandonati gestiti da volontari,<br />

che non pesano sulle loro casse.<br />

Inoltre in Campania è ancora<br />

lontana la mentalità di adottare<br />

cani adulti, presente nelle regioni<br />

del nord.<br />

Tentano di porre rimedio le associazioni<br />

di volontari, tantissime nel<br />

territorio campano e in tutta Italia.<br />

Quelle che abbiamo interpellato ci<br />

confidano i loro sacrifici, anche<br />

economici, per trovare casa ai loro<br />

amici animali. Una passione che li<br />

porta a trasportare a loro spese, i<br />

cani fortunati dalla nostra regione<br />

che hanno trovato casa al Nord.<br />

Giovani e dinamici i volontari hanno<br />

da tempo capito l’importanza di<br />

internet per scambiare idee, richieste<br />

di supporto e soprattutto<br />

annunci: il gruppo su facebook “la<br />

città dei cani” conta oggi poco<br />

meno di 5 mila membri.<br />

Altro punto cruciale è la sterilizzazione:<br />

fondamentale per limitare il<br />

numero di randagi e limitarne la<br />

pericolosità è ancora poco diffusa<br />

sul nostro territorio. Merita di<br />

essere trattato anche il problema<br />

dell’abbandono: secondo l’Associazione<br />

per la difesa degli animali<br />

nell’estate del 2008 in Italia sono<br />

stati lasciati in strada 14 mila cani<br />

il 19% in più rispetto al 2007. Nella<br />

sola Campania sono cresciuti del<br />

5%. Parallelamente crescono gli<br />

incidenti causati da animali che si<br />

aggirano soli sulle strade, secondo<br />

l’Instat sono circa 6 mila l’anno.<br />

«Manca una cultura cinofila in<br />

Campania» ci confidano i volontari<br />

interpellati. Al Sud sono ancora<br />

molti quelli che tengono i loro cani<br />

prevalentemente all’aperto senza<br />

sterilizzarli, favorendo la crescita<br />

dei randagi. Che in questi giorni<br />

subiscono anche gli attacchi <strong>della</strong><br />

gente spaventata dai branchi.<br />

Una cultura, quella <strong>della</strong> tutela<br />

degli animali che sta crescendo,<br />

ma è ancora troppo sporadica per<br />

consentire una corretta convivenza<br />

tra animali e persone.<br />

Pagina a cura di<br />

DANIELE DE SOMMA<br />

È il web il principale veicolo<br />

con cui Silvia Esposito,<br />

veterinaria del centro ricerche<br />

del Policlinico di Napoli,<br />

ha trovato casa a tanti<br />

cani vagabondi di Somma<br />

Vesuviana.<br />

Ma anche di tanti Comuni<br />

vicini come Volla e Sant’Anastasia.<br />

Questo grazie al<br />

sito internet che ha aperto<br />

lo scorso anno: www.canidisomma.com<br />

.<br />

Il suo obiettivo è «rendere<br />

visionabili i cani che sono<br />

all’interno del canile».<br />

Questo perché, vista anche<br />

la legge che impone di<br />

tenere le strutture di accoglienza<br />

lontane dalle abitazioni,<br />

«spesso nessuno li<br />

visita».<br />

Oltre ad essere un veicolo<br />

per trovare una casa ai cani<br />

randagi il sito è anche un<br />

tramite per ritrovare quelli<br />

smarriti. «Molti non sanno<br />

- dice Esposito - che spes<br />

SOMMA VESUVIANA<br />

Il web in aiuto<br />

ai senza padrone<br />

so un cane che si perde va a<br />

finire in un canile». Un<br />

lavoro intenso, supportato<br />

dai volontari di tutta Italia:<br />

«Il web - continua - è mondiale,<br />

quindi rispondono<br />

agli appelli anche da posti<br />

lontani: Roma, Firenze. E<br />

anche da molto più lontano:<br />

stasera mi ha chiamato<br />

una ragazza di Bolzano».<br />

È una rarità nel territorio<br />

campano l’attenzione che<br />

l’avvocato Carmine Pone,<br />

sindaco di Sant’Anastasia<br />

dà al problema del randagismo.<br />

«Appena arrivato in<br />

comune ho constatato che<br />

per la tutela dei cani randagi<br />

spendevamo una media<br />

di 100 mila euro all’anno».<br />

Una cifra che pesa per un<br />

comune di circa 30 mila<br />

abitanti, che derivava da<br />

un’attenzione approssimativa<br />

al problema: «Nell’albergo<br />

- il sindaco definisce<br />

così il canile - dovrebbero<br />

stare solo cani pericolosi,<br />

morsicatori e malati, mentre<br />

ho constatato che il<br />

nostro comune dava alloggio<br />

anche a cani dolcissimi<br />

e innocui». Per questo<br />

l’amministrazione si è fatta<br />

promotrice di un progetto<br />

di immissione sul territorio,<br />

dopo la sterilizzazione,<br />

di “cani di quartiere” cioè<br />

SANT’ANASTASIA<br />

Il sindaco si affida<br />

ai “cani di quartiere”<br />

animali affidati alle comunità<br />

locali che badano al<br />

loro sostentamento. Inoltre<br />

il comune utilizza molti<br />

canali per favorire le adozioni.<br />

«Le leggi - continua<br />

il sindaco - sono moderne.<br />

Il problema che, nate per la<br />

tutela dei cani vengono utilizzate<br />

impropriamente dagli<br />

uomini per lucrare ».<br />

Saranno sfattati tra pochi<br />

giorni i 160 cani senza padrone<br />

ospiti del rifugio La<br />

Fenice, gestito e autofinanziato<br />

dall’Associazione Difesa<br />

e Libertà degli Animali<br />

(ADLA). Il piano regolatore<br />

del 2003 non ha<br />

previsto nel progetto di riqualificazione<br />

urbana dell’area<br />

di Ponticelli il rifugio<br />

per i cani abbandonati fondato<br />

10 anni fa da Carmela<br />

Vitale, che negli anni è<br />

diventato «un vero punto<br />

di riferimento per la divulgazione<br />

<strong>della</strong> cultura cinofila<br />

a Napoli. Prima in quest’area<br />

(di circa 3000 mq in<br />

comodato d’uso ndr.) c’erano<br />

solo droga e prostituzione».<br />

A parlare è Paola<br />

Maida, una dei tanti volontari<br />

del centro, che si occupa<br />

<strong>della</strong> cura degli animali<br />

ospiti. «Il nostro rifugio è<br />

occupato in media da 160<br />

cani, perché facciamo di<br />

PONTICELLI<br />

La Fenice ancora<br />

non ha una casa<br />

tutto per trovare loro una<br />

casa e mantenerli ad un numero<br />

stabile».<br />

Il rifugio è l’unica struttura<br />

di accoglienza per randagi<br />

presente nel Comune di<br />

Napoli, senza di lui i suoi o-<br />

spiti rischiano di tornare in<br />

strada. «L’associazione lotterà<br />

per i suoi cani» hanno<br />

dichiarato i volontari.


Determinante l’apporto<br />

<strong>della</strong> grotta del Caliendo,<br />

una sorgente sotterranea,<br />

presto visitabile per ammirare<br />

stalattiti e stalagmiti<br />

di straordinaria bellezza<br />

A lato il lago Laceno<br />

e in basso un pescatore<br />

PRIMO PIANO Domenica 12 aprile 2009<br />

I monti Picentini<br />

Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino,<br />

in provincia di Avellino. L’altopiano è a<br />

1000 metri dal livello del mare e fa parte<br />

del Parco regionale dei Monti Picentini,<br />

in cui svetta il Monte Cervialto con i<br />

suoi 1809 metri. La località attira i turisti<br />

con il motto “ammirare il mare sciando”.<br />

Dalla cima più alta, nei giorni senza<br />

foschia, si può in effetti ammirare il<br />

golfo di Salerno.<br />

11<br />

Lago Laceno: la natura batte l’uomo<br />

Risanamento insufficiente : le piogge hanno innalzato il livello dopo decenni<br />

E’ lo stupore la sensazione<br />

che ti investe quando a circa<br />

1100 metri di altezza, nei<br />

pressi di Bagnoli Irpino,<br />

scorgi, mentre stai raggiungendo<br />

in auto il Parco dei<br />

Monti Picentini, una distesa<br />

d’acqua su cui si specchiano<br />

i monti innevati, gli alberi e<br />

alcune casette in legno.<br />

E’ il lago Laceno, oggi ai<br />

livelli massimi dopo decenni.<br />

La natura ha fatto il suo<br />

piccolo, splendido miracolo.<br />

Proprio in un posto dove<br />

non si sperava più di rivedere<br />

le montagne abbracciare<br />

l’acqua. Lì dove il terremoto<br />

dell’80 aveva causato il prosciugamento<br />

<strong>della</strong> sorgente<br />

Tronola, principale affluente<br />

del lago.<br />

Irrimediabile era stata allora<br />

la rapida regressione delle<br />

acque e il conseguente svuotamento<br />

<strong>della</strong> grotta del<br />

Caliendo, un’ampia conca di<br />

3800 metri di sviluppo che<br />

si trova sull’altopiano.<br />

Ebbene sì, esiste una grotta<br />

in fondo al lago che fa da<br />

emissario sotterraneo e<br />

idrogeologico alla cosiddetta<br />

Bocca del Caliendo, un<br />

vasto antro che si apre ad<br />

una quota di 866 metri su<br />

una parete rocciosa da cui<br />

risorge l’acqua. Le cascate<br />

sono il conseguente e spettacolare<br />

risultato di questo<br />

meccanismo naturale. Il<br />

lago e la grotta vivono in<br />

simbiosi. Il fiume sotterraneo<br />

scava meandri e varie<br />

forme idromorfe prima di<br />

riempire il bacino che ha<br />

adesso raggiunto i livelli<br />

degli anni ’80 grazie alle<br />

abbondanti piogge di questo<br />

inverno. Gli stessi pesca-<br />

tori, in questi giorni a caccia<br />

di trote, non lo ricordavano<br />

così da tempo. La seggiovia<br />

funziona, i turisti approfittano<br />

dell’ultima neve. Adesso,<br />

nel suggestivo pa-norama<br />

dei monti è tornato a<br />

vivere anche il lago, quasi<br />

permanentemente in secca,<br />

soprattutto d’estate. Nella<br />

stagione fredda le piogge e<br />

lo scioglimento delle nevi lo<br />

allargano un po’, ma mai<br />

come adesso. Forse ritorneranno<br />

le leggende di una<br />

volta, simili a quelle che<br />

facevano presupporre l’esistenza<br />

di spiriti maligni<br />

quando una mucca veniva<br />

risucchiata dalle acque. I<br />

mulinelli ne erano la vera<br />

causa.<br />

Mistero e lago hanno sempre<br />

avuto un forte connubio.<br />

Ma sono diversi i tempi e<br />

alle false credenze si sostituisce<br />

il piacere <strong>della</strong> scoperta<br />

delle bellezze e dei<br />

processi <strong>della</strong> natura. Dal<br />

1930, l’anno in cui fu raggiunta<br />

per la prima volta la<br />

cavità sotterranea, numerosi<br />

sono stati gli speleologi<br />

che hanno esplorato e studiato<br />

il posto. Non tutti i<br />

rami <strong>della</strong> grotta sono ancora<br />

conosciuti ma sono in<br />

corso i lavori di apertura al<br />

pubblico. Con la guida di<br />

esperti sarà possibile ammirare<br />

stravaganti formazioni<br />

glaciali – stalattiti e stalagmiti<br />

si intende - e capire in<br />

che modo la natura fa i suoi<br />

miracoli.<br />

Pagina a cura di<br />

LOREDANA ZARRELLA<br />

Il geologo Rocco Dell’Osso<br />

Interventi mirati<br />

Il lago ha raggiunto i livelli<br />

massimi. Perchè?<br />

Il lago ha raggiunto il livello<br />

attuale, principalmente per<br />

gli apporti meteorici (pioggia<br />

e neve) degli ultimi mesi,<br />

davvero notevoli. In parte,<br />

hanno contribuito anche gli<br />

interventi di risanameto del<br />

lago e del canale Tronola.<br />

L'opera di risanamento del<br />

lago: quando è stata fatta?<br />

E’ stata fatta negli anni 2005<br />

- 2006; per il lago l'intervento<br />

è stato principalmente<br />

quello di ridurre l'impatto<br />

ambientale del muro in calcestruzzo<br />

e di tamponare le<br />

perdite idrauliche alla base<br />

del muro stesso.<br />

E per il canale Tronola?<br />

Gli interventi sono stati<br />

mirati al consolidamento e<br />

all'impermeabilizzazione.<br />

Ulteriori iniziative sono<br />

state già previste dall'amministrazione<br />

comunale.<br />

Quale è lo stato di salute<br />

attuale del lago?<br />

E’ purtroppo ancora altalenante.<br />

Bellissimo d'inverno<br />

e in stato eutrofico nella<br />

tarda estate-autunno.<br />

Il terremoto dell'80 aveva<br />

provocato danni?<br />

Ha influito in maniera forte;<br />

primo perchè ha compromesso<br />

la tenuta idraulica di<br />

alimentazione <strong>della</strong> sorgente<br />

Tronola, suo immissario,<br />

riducendo di fatto la portata<br />

fino a zero per buona parte<br />

dell'anno e quindi l'apporto<br />

di acqua. In più sono<br />

aumentate le aree di infiltrazione<br />

e le perdite dal fondo<br />

del lago.<br />

Cosa è successo negli ultimi<br />

anni?<br />

La sorgente Tronola ha<br />

avuto un certo recupero,<br />

che ha contribuito a migliorare<br />

lo stato di salute del<br />

lago. Gli interventi per il<br />

risanamento quindi mirano<br />

da una parte a portare più<br />

acqua e dall'altra a ridurre le<br />

perdite dal lago stesso.


12 Domenica<br />

12 aprile 2009<br />

SPECIALE<br />

LA SPESA IN DIECI PAESI<br />

La nostra società<br />

non crede nella scienza<br />

come fattore di sviluppo.<br />

Siamo nel G8 economico<br />

ma non entriamo<br />

in quello <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong><br />

La situazione italiana<br />

Nel 2006 l’Italia ha investito nella<br />

<strong>ricerca</strong> 19,6 miliardi di dollari, l’1,1%<br />

del prodotto interno lordo.<br />

Il numero dei <strong>ricerca</strong>tori italiani è<br />

estremamente diminuito negli ultimi<br />

dieci anni. Erano 75.536 nel 1995, sono<br />

diventati 70.332 nel 2003. Una perdita<br />

di cervelli del 6,9%.<br />

Al centro un <strong>ricerca</strong>tore<br />

dell’Isitituto di cibernetica<br />

del <strong>Cnr</strong> a lavoro<br />

Miracolo scientifico targato Pozzuoli<br />

Ha 40 anni l’Istituto di cibernetica del <strong>Cnr</strong> motore del Mezzogiorno<br />

Quarant’anni fa nasceva<br />

l’Istituto di cibernetica del<br />

Consiglio Nazionale delle<br />

Ricerche, fondato dal fisico<br />

Eduardo Caianiello, a cui<br />

oggi è intitolato. Un centro<br />

d’eccellenza che assume<br />

giovani <strong>ricerca</strong>tori in questi<br />

tempi di crisi. È merito<br />

dello scienziato napoletano<br />

l’aver portato in Italia, e<br />

particolarmente nel Sud, la<br />

cibernetica, una<br />

disciplina, ma<br />

sarebbe meglio<br />

dire un approccio<br />

scientifico,<br />

che allora era al<br />

centro dell’attenzione<br />

negli Stati<br />

Uniti d’America e<br />

che costituiva la<br />

punta più avanzata<br />

di un nuovo<br />

pensiero interdisciplinare.<br />

Caianiello pensava alla<br />

scienza come leva principale<br />

per lo sviluppo del<br />

Mezzogiorno. Grazie al suo<br />

impulso Napoli è diventata<br />

la prima sezione meridionale<br />

dell’Istituto nazionale<br />

di fisica nucleare ed è stato<br />

lui a creare, sempre nel<br />

capoluogo campano, una<br />

scuola di fisica post-laurea<br />

che fu inaugurata, esattamente<br />

cinquant’anni fa da<br />

Werner Heisenberg.<br />

Pochi sanno che il termine<br />

cibernetica era stato già<br />

utilizzato, senza alcun successo,<br />

nel Settecento per<br />

La scienza<br />

volano<br />

per la<br />

crescita<br />

del Sud<br />

Professore Termini, l’Istituto di<br />

cibernetica del <strong>Cnr</strong> compie quarant’anni.<br />

I traguardi di questo<br />

centro?<br />

Siamo riusciti a mantenere un livello<br />

di eccellenza, nonostante nel<br />

settore <strong>della</strong> cibernetica ci siano<br />

stati dei grandi cambiamenti in<br />

questo periodo. Il più profondo di<br />

essi è quello del nome. Averlo<br />

mantenuto è un traguardo. Mentre<br />

negli anni Sessanta la cibernetica<br />

era una disciplina centrale<br />

negli studi universitari, progressivamente<br />

questo nome è scomparso.<br />

Il successo dei figli <strong>della</strong> cibernetica,<br />

quali ad esempio l’informatica<br />

e la biologia matematica, è<br />

stato talmente grande che essi si<br />

sono dimenticati del padre.<br />

Il grande successo dell’informatica<br />

può essere un pericolo mortale<br />

per la cibernetica, restringendo<br />

la sua <strong>ricerca</strong> a un solo<br />

campo di indagine?<br />

Non vedo nessun pericolo. È sempre<br />

una ricchezza quando le discipline<br />

si vanno differenziando perché<br />

si creano campi di indagine<br />

molto più vasti. Il pericolo, semmai,<br />

è che si dimentica il passato e<br />

si riaffrontano i problemi senza<br />

tener conto dell’esperienza acquisita.<br />

La cosa importane è riuscire a<br />

indicare sistemi complessi<br />

nel campo delle scienze<br />

sociali. Oggi è molto difficile,<br />

se non impossibile,<br />

dare una definizione univoca<br />

ed esaustiva di cosa si<br />

intenda per cibernetica.<br />

Ciò rispecchia la complessità<br />

di questa disciplina che<br />

attraversa molteplici campi<br />

di <strong>ricerca</strong>. Norbert Wiener,<br />

che per primo negli anni<br />

Quaranta del Novecento<br />

indicò<br />

con questo termine<br />

un ambito<br />

di studio indipendente,<br />

definisce<br />

la cibernetica<br />

come «la scienza<br />

del controllo e<br />

<strong>della</strong> comunicazione<br />

negli animali<br />

e nelle macchine».<br />

Parafrasando con un linguaggio<br />

contemporaneo la<br />

definizione di Wiener,<br />

potremmo dire che la<br />

cibernetica riguarda l’elaborazione<br />

e la trasmissione<br />

delle informazioni nei<br />

sistemi complessi, come il<br />

nostro cervello o un modernissimo<br />

cellulare. La<br />

storia <strong>della</strong> cibernetica è<br />

intrecciata con quella di<br />

molte altre discipline, che<br />

all’epoca <strong>della</strong> sua nascita<br />

ancora non esistevano,<br />

come l’informatica, l’intelligenza<br />

artificiale e le scienze<br />

cognitive.<br />

cercatori italiani vadano all’estero,<br />

che è sempre un grande vantaggio,<br />

ma che noi non riusciamo ad attirare<br />

studiosi stranieri. Ciò avviene a<br />

causa dei soliti problemi: lentezza<br />

<strong>della</strong> burocrazia, mancanza di fondi<br />

per la <strong>ricerca</strong>, poca conoscenza delmantenere<br />

memoria storica.<br />

Si discute spesso <strong>della</strong> mancanza<br />

di fondi per la <strong>ricerca</strong> e <strong>della</strong> conseguente<br />

emigrazione dei cervelli<br />

italiani. È un problema di cui<br />

soffre anche il <strong>Cnr</strong>?<br />

Certo. Ma il danno non è che i ri-<br />

Negli anni Sessanta sul<br />

primo numero <strong>della</strong> rivista<br />

Journal of mathematical<br />

biology apparve un articolo<br />

di Eduardo Caianiello, in<br />

cui lo studioso parlava delle<br />

reti neurali. L’Istituto di<br />

cibernetica nacque proprio<br />

L’INTERVISTA<br />

I <strong>ricerca</strong>tori stranieri<br />

dimenticano l’Italia<br />

Bisogna investire sui settori dell’alta tecnologia<br />

Il professore<br />

Settimo Termini<br />

direttore dell’Istituto<br />

di cibernetica<br />

“Eduardo Caianiello”<br />

del <strong>Cnr</strong><br />

per studiare quelle che vennero<br />

ribattezzate “le reti di<br />

Caianiello”. Accanto a un<br />

gruppo di teorici che le<br />

analizzavano da un punto<br />

di vista matematico, c’erano<br />

biologi e studiosi che<br />

oggi chiameremmo informatici.<br />

In questo centro furono<br />

costruite due macchine<br />

che si chiamavano Diana<br />

ed Educanda. La prima era<br />

un incrocio tra il digitale e<br />

l’analogico. La seconda era<br />

una rete che si poteva<br />

istruire.<br />

l’inglese. I nostri studiosi portano<br />

all’estero tutto il sapere che hanno<br />

acquisito in Italia, che è moltissimo,<br />

e non riescono a tornare per<br />

comunicare le conoscenze apprese<br />

fuori dai nostri confini. Il nostro<br />

Istituto rappresenta un’eccezione<br />

perché abbiamo avuto sempre un<br />

numero abbastanza alto di <strong>ricerca</strong>tori<br />

stranieri.<br />

Un giovane <strong>ricerca</strong>tore del <strong>Cnr</strong><br />

ha speranze per il suo futuro?<br />

Io penso di sì anche se le difficoltà<br />

esistono e nascono dal fatto che, in<br />

questa fase di grande restrizione di<br />

fondi, non è chiaro quali prospettive<br />

di inserimento stabile egli possa<br />

avere. In questa situazione complessiva<br />

di tagli, il <strong>Cnr</strong> ha messo a<br />

disposizione settecento posti di<br />

<strong>ricerca</strong>tore di primo livello.<br />

Cosa riconoscono gli stranieri ai<br />

nostri <strong>ricerca</strong>tori?<br />

Una grandissima flessibilità. I <strong>ricerca</strong>tori<br />

italiani hanno la capacità<br />

di capire rapidamente l’interazione<br />

fra settori differenti.<br />

Su quali settori investire?<br />

Sull’alta tecnologia. Usiamo molti<br />

telefonini ma non c’è un’azienda<br />

che li produce, a differenza <strong>della</strong><br />

Finlandia che ha la Nokia. Questo<br />

è un settore che ignora la crisi.<br />

Caianiello<br />

Scienziato<br />

precursore<br />

del futuro<br />

Eduardo Caianiello si laurea<br />

in Fisica a Napoli nel<br />

1944. Diviene professore<br />

ordinario di Fisica teorica<br />

nel 1956. Instancabile stu-<br />

dioso e innovatore, nella<br />

sua attività hanno avuto<br />

un ruolo preminente la<br />

capacità di cogliere, in<br />

anticipo sui tempi, aspetti<br />

interdisciplinari di importanza<br />

vitale in alcuni<br />

campi di <strong>ricerca</strong> innovativi,<br />

e l’intensa attività organizzativa<br />

testimoniata<br />

dalle varie istituzioni<br />

scientifiche da lui fondate<br />

e ancora oggi attive: nel<br />

1958 l’Istituto di fisica<br />

teorica e la scuola di perfezionamento<br />

omonima<br />

dell’Università di Napoli,<br />

nel 1968 il Laboratorio di<br />

cibernetica del <strong>Cnr</strong>, nel<br />

1972 la Facoltà di scienze<br />

matematiche, fisiche e<br />

naturali e la scuola di perfezionamento<br />

in scienze<br />

cibernetiche e fisiche dell’Università<br />

di Salerno;<br />

nel 1981 l’International<br />

Institute for Advanced<br />

Scientific Studies a Vietri<br />

sul Mare, in provincia di<br />

Salerno. Come scienziato,<br />

Caianiello ha offerto contributi<br />

fondamentali alla<br />

teoria quantistica dei<br />

campi e alla cibernetica,<br />

di cui può essere considerato<br />

uno dei padri italiani.<br />

I suoi studi pionieristici<br />

sulle reti neurali sono<br />

diventati dei classici <strong>della</strong><br />

disciplina. I suoi alti meriti<br />

di <strong>ricerca</strong> scientifica<br />

sono stati riconosciuti a<br />

livello internazionale.


Interessanti studi sull’epilessia e l’alzheimer<br />

Contro l’ictus<br />

c’è la biomedicina<br />

Nuove possibilità per prevenire le malattie<br />

Si chiama Squid, ma non si traduce<br />

“calamaro” come il suo<br />

gemello inglese. Si tratta di un<br />

dispositivo superconduttore a<br />

interferenza quantistica, un<br />

congegno capace di misurare<br />

un campo magnetico dieci<br />

miliardi di volte più piccolo di<br />

quello terrestre.<br />

Gran parte del successo lo deve<br />

alle sue applicazioni nel campo<br />

<strong>della</strong> biomedicina. Viene adoperato,<br />

infatti, per misurare i<br />

campi magnetici che vengono<br />

prodotti dal sistema neurologi-<br />

co del corpo umano, in particolare<br />

dal cervello e dal cuore.<br />

È utile per studiare malattie<br />

come l’epilessia e l’alzheimer,<br />

per comprendere l’evoluzione<br />

del cervello dopo un ictus, per<br />

verificare la predisposizione di<br />

un soggetto all’infarto, per rilevare<br />

la concentrazione di ferro<br />

nel fegato, evitando alle persone<br />

che soffrono di talassemia di<br />

sottoporsi a un esame bioptico<br />

molto invasivo.<br />

Esistono oltre cento sistemi in<br />

tutto il mondo per realizzare<br />

una magnetoencefalografia<br />

(MEG), costituti dai sensori<br />

Squid realizzati nei laboratori<br />

dell’Istituto di cibernetica del<br />

<strong>Cnr</strong> di Pozzuoli, che vengono<br />

utilizzati sia in centri di <strong>ricerca</strong>,<br />

sia per la diagnostica clinica. In<br />

Giappone, ad esempio, è prassi<br />

sottoporre un paziente affetto<br />

da epilessia a una MEG, poiché<br />

i risultati di questo esame, letti<br />

insieme a quelli <strong>della</strong> risonanza<br />

magnetica, possono identificare<br />

precisamente il focolaio epilettico,<br />

facilitando il lavoro del<br />

TRE REALTA’ IN TRE FOTO<br />

chirurgo.<br />

In Italia sono installate due<br />

macchine, una per il cervello e<br />

una per il cuore, all’Università<br />

di Chieti ma solo a scopo di<br />

<strong>ricerca</strong>. A Napoli sarà inaugurata<br />

un’apparecchiatura il mese<br />

prossimo, nella Clinica Villa<br />

Russo.<br />

I costi di queste macchine si<br />

aggirano intorno ai due milioni<br />

di euro. Il sistema più grande<br />

mai costruito è composto da<br />

cinquecento sensori Squid e si<br />

trova all’Università di Ulma, in<br />

Germania.<br />

Gli studi nell’ambito <strong>della</strong> biomedicina<br />

realizzati dai <strong>ricerca</strong>tori<br />

del <strong>Cnr</strong> stanno offrendo<br />

nuovi campi di approfondimento<br />

per l’analisi e la prevenzione<br />

di diverse malattie. È in<br />

questo settore la massima<br />

applicazione dei sistemi Squid,<br />

anche se essi possono essere<br />

adoperati anche in altri campi<br />

come, ad esempio, la geofisica<br />

e l’aeronautica.<br />

Pagine a cura di<br />

FRANCESCO ANTONIO GRANA<br />

SPECIALE Domenica 12 aprile 2009<br />

LA SCHEDA<br />

Generare lavoro<br />

in tempi di crisi<br />

L’ANALISI<br />

13<br />

Il Consiglio Nazionale<br />

delle Ricerche<br />

(<strong>Cnr</strong>) è<br />

un ente pubblico<br />

nazionale con il<br />

compito di svolgere,<br />

promuovere,<br />

diffondere,<br />

trasferire e valorizzare<br />

attività<br />

di <strong>ricerca</strong> nei<br />

principali settori<br />

di sviluppo delle<br />

conoscenze e delle loro applicazioni per<br />

il progresso scientifico, tecnologico, economico<br />

e sociale del Paese. Alla base, il<br />

convincimento che l’attività di <strong>ricerca</strong> e<br />

sviluppo possa generare nuova occupazione,<br />

maggiore benessere e coesione<br />

sociale. Il <strong>Cnr</strong> è presente in tutta Italia<br />

attraverso una rete di istituti, per favorire<br />

una diffusione delle proprie competenze<br />

e agevolare le collaborazioni con<br />

enti e industrie locali.<br />

Il declino<br />

si supererà<br />

C’è speranza per<br />

la <strong>ricerca</strong> in<br />

Italia? Secondo<br />

Settimo Termini,<br />

direttore dell’Istituto<br />

di cibernetica<br />

del<br />

<strong>Cnr</strong>, e Pietro<br />

Greco, giornalista<br />

scientifico, la<br />

risposta è positiva.<br />

Nel libro<br />

“Contro il declino”<br />

i due autori si dicono convinti che la<br />

fase di regressione che attraversa il<br />

nostro Paese sarà arrestata, che l’Italia<br />

riconoscerà e accetterà le nuove sfide,<br />

che risolverà il suo difficile rapporto con<br />

la scienza e l’innovazione ed entrerà nella<br />

società <strong>della</strong> conoscenza, con un nuovo<br />

ciclo di sviluppo sostenibile. Superare il<br />

declino vuol dire puntare sulla <strong>ricerca</strong><br />

come modello di sviluppo.<br />

Siamo nel G8 dell’economia, ma non<br />

in quello <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>. La scienza non<br />

è presente nella società italiana, non<br />

nel mondo <strong>della</strong> produzione almeno.<br />

La società del nostro Paese non crede<br />

nella scienza come fattore di sviluppo.<br />

La Corea del Sud, con un prodotto<br />

interno lordo che a parità di potere<br />

d’acquisto ammonta a 1.051<br />

miliardi di dollari, ha investito nel<br />

2006, l’equivalente di 28,4 miliardi di<br />

dollari in <strong>ricerca</strong> e sviluppo. Nel<br />

medesimo anno l’Italia, con un Pil di<br />

1.609 miliardi di dollari, ha investito<br />

nella <strong>ricerca</strong> non più di 19,6 miliardi<br />

di dollari. In pratica i coreani, pur<br />

producendo il 35% in meno <strong>della</strong> ricchezza<br />

creata in Italia, hanno speso<br />

in termini assoluti il 45% in più in<br />

<strong>ricerca</strong> e sviluppo. Il nostro Paese,<br />

investe nella <strong>ricerca</strong> l’1,1% del Pil,<br />

quasi la metà <strong>della</strong> media degli altri<br />

paesi dell’Unione Europea, poco più<br />

di un terzo degli Stati Uniti e <strong>della</strong><br />

Corea, un terzo rispetto al Giappone,<br />

un quarto rispetto a Svezia e Israele,<br />

il 50% in meno rispetto alla Cina.<br />

Dopo la seconda guerra mondiale,<br />

l’Italia ha scelto un modello di sviluppo<br />

senza <strong>ricerca</strong>. Dall’inizio degli<br />

anni Novanta l’asimmetria è rimasta<br />

sostanzialmente immutata. L’Italia<br />

non ha recuperato, ma anzi aumentato,<br />

il gap rispetto agli altri paesi europei,<br />

agli Stati Uniti d’America e al<br />

Il sette per cento dei cervelli è emigrato all’estero<br />

I nostri studiosi:<br />

pochi ma buoni<br />

Circuiti realizzati nei laboratori del <strong>Cnr</strong><br />

Giappone, mentre ha iniziato a perdere<br />

rapidamente terreno anche<br />

rispetto ai paesi a economia emergente.<br />

In Italia negli ultimi dieci anni<br />

il numero dei <strong>ricerca</strong>tori è diminuito.<br />

Erano 75.536 nel 1995, sono diventati<br />

70.332 nel 2003. Una perdita di cervelli<br />

del 6,9%.<br />

Sul fronte <strong>della</strong> qualità la situazione è<br />

tutt’altro che drammatica. I <strong>ricerca</strong>tori<br />

italiani, come sostiene il capo del<br />

team dei consiglieri scientifici del<br />

governo inglese, David A. King, sono<br />

tra i più bravi e produttivi del mondo.<br />

Nel 2003 i nostri <strong>ricerca</strong>tori<br />

hanno prodotto<br />

24.696 articoli pubblicati<br />

su riviste scientifiche<br />

internazionali riconosciute<br />

dall’ISI, l’istituto <strong>della</strong><br />

California che si occupa<br />

delle analisi statistiche nel<br />

campo delle pubblicazioni<br />

scientifiche. Grazie a<br />

questo risultato, l’Italia si<br />

colloca, insieme con<br />

l’Australia, al sesto posto nel mondo<br />

tra i massimi produttori di articoli<br />

scientifici.<br />

Possiamo consolarci: non entreremo<br />

nel G8 <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>, ma almeno siano<br />

nel G7 <strong>della</strong> produzione scientifica<br />

globale.<br />

Siamo sesti<br />

nel mondo<br />

per articoli<br />

su riviste<br />

specializzate<br />

IL PROGETTO<br />

Museo virtuale<br />

per beni reali<br />

Il progetto di <strong>ricerca</strong><br />

“ Museo<br />

virtuale di Napoli:<br />

Rete dei<br />

musei napoletani<br />

” (ReMuNa)<br />

dell’Istituto di cibernetica<br />

“Caianiello”<br />

del <strong>Cnr</strong><br />

ha apportato un<br />

contributo specifico<br />

e innovativo<br />

alla riscoperta<br />

e alla riappropriazione del patrimonio<br />

artistico-culturale partenopeo. I <strong>ricerca</strong>tori<br />

del <strong>Cnr</strong> e i responsabili del settore dei<br />

beni culturali hanno realizzato un circuito<br />

informatico-telematico per la fruizione<br />

virtuale delle opere d’arte conservate nei<br />

musei napoletani e per la pubblicizzazione<br />

degli eventi culturali organizzati sul<br />

territorio campano. Una felice integrazione<br />

tra tecnologie informatiche e cultura<br />

umanistica.


14 Domenica<br />

12 aprile 2009CAMPUS<br />

E’ un cammino ancora da portare avanti quello per evitare la discriminazione tra le persone<br />

In alto: la presidenza<br />

<strong>della</strong> lectio magistralis<br />

del giudice <strong>della</strong> Corte<br />

Costituzionale;<br />

a fianco: il pubblico<br />

intervenuto<br />

nell’aula Magna<br />

e più a destra:<br />

Maria Rita Saulle ospite<br />

dell’Università<br />

di Salerno<br />

In basso: i professori<br />

Guido Panico,<br />

Franco Monteleone,<br />

Anna Bisogno,<br />

autrice del libro<br />

“La storia in TV”<br />

ed Emilio D’Agostino.<br />

La lunga strada <strong>della</strong> parità<br />

Maria Rita Saulle invita le donne a fare sistema per sconfiggere i pregiudizi<br />

SONIA ACERRA<br />

Impegnarsi per raggiungere<br />

la parità: questo il<br />

monito di Maria Rita<br />

Saulle, giudice <strong>della</strong> Corte<br />

Costituzionale dal 2005<br />

per nomina del presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica, Carlo<br />

Azeglio Ciampi.<br />

Casertana di nascita, ha<br />

trascorso la sua infanzia<br />

tra Bolzano e Pozzuoli, è<br />

professore ordinario di<br />

Diritto internazionale<br />

all’Università La Sapienza<br />

di Roma ed ha avuto<br />

molti incarichi nazionali<br />

ed internazionali.<br />

E’ ancora molta la strada da<br />

fare per raggiungere la<br />

parità di opportunità e di<br />

trattamento tra le persone,<br />

anche se in campo europeo,<br />

eppure nazionale, si è già<br />

cominciato da tempo. A<br />

sottolinearlo Maria Rita<br />

Saulle, unico giudice donna<br />

<strong>della</strong> Corte Costituzionale,<br />

nella sua Lectio magistralis<br />

tenuta nell’Aula Magna<br />

dell’Università di Salerno<br />

che ha chiuso la II edizione<br />

del Corso di perfezionamento<br />

in Diritto<br />

dell’Unione europea <strong>della</strong><br />

facoltà di Giurisprudenza. Il<br />

tema affrontato è stato<br />

“Dalla non discriminazione<br />

alla vera parità” e pur avendo<br />

applicato i principi di<br />

uguaglianza nelle<br />

Costituzioni, prima italiana<br />

e poi europea, il percorso<br />

non si è ancora completato.<br />

«La teoria giuridica è stata<br />

veloce- spiega Saulle- ma la<br />

pratica molto più lenta,<br />

anche perché strada facendo<br />

ha incontrato delle difficoltà<br />

e si va scontrando con<br />

le forme di potere predominanti».<br />

L’idea alla non<br />

discriminazione, infatti, «è<br />

un principio universaleafferma<br />

- che implica l’esistenza<br />

di una norma nella<br />

quale nessuno è diverso per<br />

sesso, razza, lingua, religione<br />

e cultura. Ed è un principio<br />

che, prima ancora di<br />

essere europeo, è di tutti».<br />

Non è, però, così facile nella<br />

prassi realizzarlo, in quanto<br />

resistono norme particolari<br />

che di fatto, poi, discriminano<br />

o non rendono parità tra<br />

gli esseri umani. La<br />

Costituzione Italiana del<br />

1948, infatti, prevede nell’articolo<br />

2 e 3 proprio l’uguaglianza<br />

dei cittadini, con<br />

pari diritti, eppure precisa il<br />

giudice Costituzionale:<br />

«fino al 1968 le donne non<br />

potevano entrare in magistratura<br />

o negli uffici diplomatici<br />

e solo nel 1980 si è<br />

cominciato a parlare di servizio<br />

militare per le donne,<br />

che è poi stato reso possibile<br />

nel 1999. Per non parlare<br />

che per molti anni c’è stato<br />

il delitto d’onore e la disparità<br />

tra i due genitori».<br />

Discriminazioni e non<br />

parità tra donne e uomini,<br />

ma anche tra bambini ed<br />

adulti, diversamente abili e<br />

normodotati e tra diverse<br />

razze. «Non dimentichiamo<br />

che negli Stati Uniti è finita<br />

la segregazione negli anni<br />

60 - prosegue Saulle - e l’aparthaid<br />

in Sudafrica solo<br />

negli anni 90. La cultura<br />

giuridica ha nel corso <strong>della</strong><br />

storia accettato, riconosciuto<br />

e applicato queste leggi<br />

discriminatorie. Per molto<br />

tempo, pure per quanto<br />

riguarda l’infanzia, si è considerato<br />

il bambino appartenente<br />

alla famiglia e non<br />

soggetto di diritto».<br />

Il trattato di Roma del 1957,<br />

la prima bozza di<br />

Costituzione europea, ha<br />

previsto l’eguaglianza tra i<br />

cittadini, eppure sono<br />

sopravvissute leggi discriminatorie.<br />

«Non si è intervenuti<br />

su tutte le normeaggiunge<br />

Maria Rita Saullema<br />

si sta lavorando a modificare<br />

capitolo per capitolo,<br />

seppure si è continuato, fino<br />

ai trattati europei successivi<br />

a mantenere il principio di<br />

parità. Questo, tuttavia, non<br />

ha ancora concluso il<br />

discorso. L’intervento in tal<br />

senso deve essere continuo<br />

senza abbandonare le attività<br />

siano esse nazionali o<br />

internazionali. Ma pure ciascuno<br />

di noi può modificare<br />

nel suo piccolo comportamenti<br />

e pareri, perché è un<br />

fatto culturale che deve<br />

affermarsi tra le persone,<br />

oltre che nelle<br />

Costituzioni». E per le<br />

donne un appello particolare.<br />

«La strada è lunga e non<br />

facile - conclude - ma dobbiamo<br />

imparare a fare sistema<br />

per sconfiggere i pregiudizi.<br />

Cosa che è stata fatta<br />

nel nord Europa, in paesi<br />

come la Svezia e la<br />

Norvegia, dove mi hanno<br />

detto “noi non distinguiamo<br />

niente”».<br />

A precedere l’intervento di<br />

Saulle ci sono stati i saluti di<br />

Maria Paola Fimiani, prorettore,<br />

Claudio Meoli, prefetto<br />

di Salerno, Enzo Maria<br />

Marenghi, preside <strong>della</strong><br />

facoltà di Giurisprudenza,<br />

Luigi Kalb, direttore del<br />

Dipartimento e Massimo<br />

Panebianco, coordinatore<br />

del Corso di perfezionamento.<br />

A sottolineare la riuscita<br />

<strong>della</strong> Seconda edizione del<br />

Corso per gli ottanta frequentanti,<br />

con gli stage previsti<br />

per trenta corsisti <strong>della</strong><br />

Prima, è stata Angela Di<br />

Stasi, direttore del Corso. Il<br />

positivo riscontro dell’attività<br />

svolta farà partire per il<br />

prossimo anno anche la<br />

Terza edizione .<br />

Immagini e percorsi narrativi nel libro di Anna Bisogno<br />

Storia e tv, amore litigarello<br />

CHIARA DEL GAUDIO<br />

“La storia in tv immagine<br />

e memoria collettiva”<br />

è il titolo del libro di<br />

Anna Bisogno giornalista<br />

e <strong>ricerca</strong>trice di<br />

Storia e Sociologia dell’industria<br />

e dei media,<br />

presentato alla scuola<br />

di giornalismo dell’Università<br />

di Salerno.<br />

Occasione di confronto<br />

tra protagonisti del<br />

mondo radiotelevisivo,<br />

il professore Franco<br />

Mon teleone - per anni<br />

direttore dei centri di<br />

produzione Rai, oggi<br />

docente di Storia <strong>della</strong><br />

Televisione - e il giornalista<br />

Mimmo Liguoro.<br />

ed esponenti del<br />

mondo accademico salernitano,<br />

i professori<br />

D’Agostino, Panico,<br />

Iaccio, Frezza. La televisione<br />

come strumento<br />

di divulgazione storica<br />

ma che nel suo farsi è<br />

essa stessa storia: un<br />

percorso culturale interessante<br />

quello tracciato<br />

dall’autrice secondo<br />

il dott. Giuseppe Blasi,<br />

moderatore del dibattito,<br />

ricco di curiosi<br />

aneddoti che testimoniano<br />

i profondi cambiamenti<br />

<strong>della</strong> Rai, dagli<br />

anni cinquanta ai<br />

giorni nostri. «La curiosità<br />

di esplorare - ha<br />

spiegato la Bisogno - mi<br />

ha spinto a ripercorrere<br />

le modalità attraverso<br />

le quali la storia ha<br />

assunto i linguaggi, la<br />

grammatica e la narrazione<br />

,<strong>della</strong> televisione<br />

generalista italiana».<br />

Uno strumento di straordinario<br />

interesse interpretativo<br />

che aiuta a<br />

capire, ha commentato<br />

Monteleone, che tutta<br />

la televisione, non solo<br />

quella realizzata per<br />

narrare avvenimenti<br />

storici, fa storia. Ma<br />

nelle modalità di sviluppo<br />

<strong>della</strong> narrazione,<br />

ha rilevato l’autrice,<br />

complessa è l’analisi<br />

<strong>della</strong> immagine nella<br />

intenzionalità di chi la<br />

utilizza, per l’alta manipolazione<br />

a cui è sottoposta<br />

e la sua infinita<br />

riproducibilità. Di qui il<br />

dibattito molto acceso<br />

tra i broadcaster, fruitori<br />

di un certo prodotto,<br />

e gli storici, scettici<br />

rispetto alla attendibilità<br />

dello stesso.<br />

E’ indubbio, per il professore<br />

D’Agostino, che<br />

la storia nel suo dipanarsi<br />

attraverso l’uso<br />

anche delle metafore,<br />

trovi nella televisione<br />

un’alleata fondamentale<br />

per chi non voglia<br />

perdere la memoria, a<br />

patto s’intende, di una<br />

narrazione scevra da<br />

strumentalizzazione<br />

propagandistica. L’approccio<br />

al racconto storico,<br />

ha aggiunto Panico,<br />

non può che essere<br />

di tipo scientifico,<br />

perché se è vero che<br />

nel fluire delle immagini<br />

l’evento televisivo fa<br />

storia,in quanto fonte<br />

ideologica, necessita di<br />

accurata interpretazione.<br />

Per l’ex anchorman del<br />

tg2 e tg3, Mimmo Liguoro,<br />

le immagini televisive,<br />

invece, sono le<br />

uniche in grado di raccontare<br />

i fatti, è attraverso<br />

di loro che la storia<br />

vive, esiste, respira.«Mi<br />

sono chiesta -<br />

ha detto ancora l’autrice<br />

in conclusione - se è<br />

la storia che ha trascinato<br />

la televisione o la<br />

televisione che ha dato<br />

alla storia una nuova<br />

luce… io dico che nella<br />

complessità del rapporto<br />

è stato un felice<br />

incontro».


CAMPUS Domenica 12 aprile 2009<br />

15<br />

William Drozdiak, ex Washington Post, ospite <strong>della</strong> Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno<br />

«I giornali sono<br />

alberi morti<br />

Futuro è già web»<br />

Internet è un’occasione di democrazia<br />

Quella di William Michael Drozdiak non è stata<br />

una lezione nel senso classico del termine. O<br />

almeno non solo. Si è trattato, piuttosto, di un<br />

confronto aperto sui temi <strong>della</strong> modernità, dell’etica<br />

professionale, delle nuove forme dei<br />

media e, soprattutto, del ruolo che attende chi<br />

decide di raccontare i fatti. Il tutto, però, attraverso<br />

una prospettiva diversa, inedita in Italia,<br />

dove il filtro di un retaggio culturale spesso piegato<br />

alle logiche di potere diventa zavorra del<br />

pensiero libero e per questo critico di chi fa<br />

comunicazione.<br />

“L’informazione ai tempi di Obama”, insomma,<br />

è stato una sorta di corso di “giornalismo del<br />

domani”, un giornalismo che negli States fa già<br />

scuola e che in Europa, invece, fatica a prender<br />

corpo anche a causa degli interessi affaristici<br />

insiti nell’industria <strong>della</strong> stampa. Per sottolineare<br />

la diversità tra i due mondi, basterebbe il curriculum<br />

vitae del personaggio in questione. L’ex<br />

firma del Washington Post, infatti, non ha frequentato<br />

nessuna scuola, non ha<br />

dovuto imprigionare la sua penna<br />

Incontro<br />

voluto<br />

in alcun ordine professionale. Era<br />

“solo” un giocatore di basket che<br />

ha giocato prima negli Usa poi in<br />

Europa (Belgio e Spagna). Contemporaneamente,<br />

però, Drozdiak<br />

si è laureato ed ha iniziato a<br />

scrivere per il Washington Post, il<br />

cui direttore, intuite le sue potenzialità,<br />

gli ha proposto una collaborazione<br />

al termine <strong>della</strong> carriera<br />

sportiva. Così è stato.<br />

Appese le scarpette al chiodo,<br />

Drozdiak è diventato corrispondente<br />

dal Medio Oriente: da allora,<br />

migliaia di articoli sugli avvenimenti<br />

più importanti <strong>della</strong> storia<br />

di quella regione. Ai primi<br />

anni del nuovo secolo, invece, la<br />

seconda svolta nella sua vita.<br />

Drozdiak, infatti, è entrato a far<br />

parte del team di consulenza per<br />

l’Europa all’interno dello staff che<br />

ha curato la campagna elettorale<br />

di Barak Obama. Un incontro<br />

illuminante. «Obama ha vinto<br />

perché ha compreso prima di<br />

tutti la forza delle nuove tecnologie<br />

dell’informazione - ha detto<br />

Drozdiak - ed ha creato uno staff<br />

giovanissimo capace di allestire in pochi mesi<br />

un database che, tramite internet e i telefonini,<br />

ha permesso al messaggio di Obama di raggiungere<br />

oltre 60 milioni di persone in un battibaleno.<br />

Un modo di fare politica che segnerà un’epoca».<br />

Internet appunto, croce e delizia del modo classico<br />

di fare informazione. «In rete ora è un caos<br />

di notizie più o meno attendibili - ha ammesso<br />

- ma questo dato di fato rappresenta la vera<br />

sfida che attende il nostro mestiere. È un’occasione<br />

straordinaria. I giornali sono alberi morti:<br />

sarà il giornalismo di qualità a educare il lettore<br />

alla scelta di ciò che leggere. Non solo. Se internet<br />

– ha continuato Drozdiak – rappresenta la<br />

democrazia <strong>della</strong> notizia, allora i governi nazionali<br />

si rivolgeranno direttamente alla gen-te.<br />

Bene, in questo caso saranno proprio i giornalisti<br />

con la g maiuscola a dover dire ai lettori se i<br />

politici dicono la verità o se fanno solo propaganda.<br />

Un ruolo, quindi, ben più importante di<br />

quello ricoperto oggi: qui, infatti, si gioca la<br />

democrazia» E allora: saremo di nuovo cani da<br />

guardia <strong>della</strong> verità nell’epoca dei giornali senza<br />

carta? Indosseremo il mai dimenticato vestito<br />

vecchio nel più vichiano dei corsi e ricorsi storici?<br />

Ritorno al futuro? Yes we can, of course.<br />

L’incontro con William<br />

Michael Drozdiak,<br />

ex firma di prestigio<br />

del Washington<br />

Post, è stato una delle<br />

tante iniziative organizzate<br />

dalla Scuola<br />

di Giornalismo dell’Università<br />

degli Studi<br />

di Salerno.<br />

Nel caso specifico, è<br />

stata fondamentale la<br />

collaborazione con il<br />

consolato statunitense<br />

di Napoli che, grazie<br />

al suo capoufficio<br />

stampa Anna La Palombara,<br />

ha permesso<br />

il concretizzarsi di<br />

un evento che è già<br />

entrato di diritto nella<br />

galleria di “pietre<br />

miliari” di cui può<br />

fregiarsi la Scuola diretta<br />

da Biagio Agnes.<br />

William Michael Drozdiak nella nostra redazione<br />

e in alto con i venticinque praticanti <strong>della</strong> Scuola<br />

Un tiro incrociato di domande<br />

e risposte sui temi<br />

più interessanti <strong>della</strong> contemporaneità.<br />

Non si è<br />

certo risparmiato W.M.<br />

Drozdiak nel dibattito con<br />

i 25 praticanti <strong>della</strong> scuola<br />

di Giornalismo di Salerno,<br />

ai quali l’ex corrispondente<br />

del Washington Post ha<br />

offerto chiavi di lettura,<br />

nozioni e insegnamenti<br />

assai preziosi per la carriera<br />

futura. Ad aprire le danze<br />

un quesito sulla libertà<br />

d’informazione, con il prestigioso<br />

ospite che, dopo<br />

aver evidenziato alcune situazioni<br />

paradossali nel<br />

campo del controllo dei<br />

media (Francia, Italia, Cina<br />

e Russia), ha sostenuto<br />

che proprio le nuove tecnologie<br />

di comunicazione<br />

«soffocheranno quei leader<br />

politici che, detenendo<br />

il potere, credono di far rimanere<br />

la verità nell’ombra».<br />

Il discorso, poi, si è spostato<br />

sul ruolo inedito che<br />

hanno i giovani nel messaggio<br />

di Barak Obama.<br />

«La vera forza dell’odierno<br />

sistema Usa - ha spiegato -<br />

è la speranza che il presidente<br />

ha dato alle nuove<br />

generazioni coinvolgendole<br />

nel governo del Paese.<br />

Basta con i politici attempati<br />

che nella vita non<br />

hanno fatto altro che sedere<br />

in Parlamento. Io - è l’esempio<br />

di Drozdiak - ho<br />

lasciato il giornale per dare<br />

spazio a chi aveva più<br />

voglia di me». A corredo<br />

<strong>della</strong> propria esperienza, il<br />

giornalista ha esposto una<br />

teoria che farebbe rabbrividire<br />

mezza Italia: «Ognuno<br />

di noi - ha sostenu-<br />

IL PERSONAGGIO<br />

DALLA STAMPA A OBAMA<br />

William Michael Drozdiak, firma<br />

di prestigio del giornalismo statunitense,<br />

inizia la sua carriera come<br />

corrispondente del settimanale<br />

Time prima da Washington,<br />

poi dal Cairo e da Beirut. Dal Medio<br />

Oriente segue tutti gli sviluppi<br />

politici <strong>della</strong> regione, tra cui il<br />

trattato di pace tra Israele ed<br />

Egitto, la caduta dello Scià di Persia,<br />

l’omicidio del presidente egiziano<br />

Sadat e la lunga guerra tra<br />

Iran e Iraq. I suoi articoli da una<br />

delle zone più calde del pianeta<br />

attirano l’attenzione del Washington<br />

Post, giornale per il quale lavora<br />

un ventennio ricoprendo vari<br />

ruoli.<br />

All’inizio è responsabile <strong>della</strong> redazione<br />

esteri, successivamente<br />

diventa corrispondente per l’Europa<br />

e infine assume il compito di<br />

caporedattore a Parigi e Berlino.<br />

Nell’ombra<br />

in nome<br />

<strong>della</strong> verità<br />

Dialogo aperto sui temi<br />

<strong>della</strong> modernità<br />

to - dovrebbe avere almeno<br />

tre carriere nella sua vita: in<br />

tal modo si garantirebbe un<br />

continuo ricambio generazionale<br />

di cui si gioverebbero<br />

tanto la società quanto la<br />

democrazia». A proposito<br />

<strong>della</strong> differenza dei rapporti<br />

tra Usa e Europa sotto le<br />

presidenze Bush e Obama,<br />

il suo pensiero è stato chiaro:<br />

«Obama è convinto che<br />

l’America deve dare un’immagine<br />

nuova di sé e per far<br />

questo ha bisogno di rivedere<br />

le relazioni con tutti gli<br />

Stati. In questo periodo di<br />

crisi, però, è necessario che<br />

l’Europa faccia di più». Secondo<br />

gli analisti, tuttavia,<br />

il vecchio continente sarebbe<br />

su posizioni diametralmente<br />

opposte rispetto a<br />

quanto richiesto dagli Usa:<br />

Sono anni complessi e Drozdiak<br />

dimostra tutto il suo valore descrivendo,<br />

tra gli altri avvenimenti,<br />

la caduta del muro, il processo di<br />

unificazione tedesco e la guerra<br />

nei Balcani. Per i servizi sulla missione<br />

Nato in Kosovo è finalista<br />

con i suoi colleghi del Post al<br />

Premio Pulitzer del 1999.<br />

Abbandonato il giornalismo, dal<br />

2005 Drozdiak è presidente dell’American<br />

Council Germany, organizzazione<br />

indipendente che<br />

promuove il dialogo tra Usa ed<br />

Europa sui temi più importanti<br />

<strong>della</strong> modernità.<br />

Ex giocatore professionista di<br />

basket, laurea in Economia e<br />

Scienze Politiche all’università<br />

dell’Oregon, specializzazioni a<br />

Bruges e Bruxelles, Drozdiak vive<br />

da tempo in Germania con la<br />

moglie e i tre figli.<br />

lo scontro, quindi, potrebbe<br />

essere dietro l’angolo.<br />

Drozdiak non la pensa<br />

così: «Sono convinto che<br />

alla fine un compromesso<br />

si troverà. La vera sfida,<br />

piuttosto, è riuscire a creare<br />

organismi in grado di<br />

controllare gli enormi flussi<br />

economici <strong>della</strong> globalizzazione.<br />

Ora, infatti, si<br />

sta combattendo una crisi<br />

senza precedenti con<br />

mezzi vetusti. Obama l’ha<br />

compreso; l’Europa invece<br />

mi sembra piuttosto indietro<br />

e penso che ciò dipenda<br />

dal fatto che la crisi vera<br />

qui da voi non è ancora<br />

arrivata».<br />

Il suo pessimismo, però,<br />

diventa ottimismo quando<br />

si parla dei nuovi nemici<br />

degli Usa. «Gli States non<br />

avranno nuovi nemici perché<br />

Obama non farà lo<br />

stesso errore di Bush, che<br />

indicò l’asse Corea del<br />

Nord-Siria-Iran come il<br />

male assoluto. Sarà la storia,<br />

tuttavia, a giudicare<br />

l’operato dell’ex presidente».<br />

Interessante, per finire,<br />

la domanda inerente le<br />

controindicazioni che può<br />

avere la notorietà per un<br />

giornalista. «Chi opera in<br />

questo campo - ha detto -<br />

non deve mai stare sul<br />

palco perchè il suo compito<br />

è raccontare ciò che<br />

fanno quelli che stanno sul<br />

palco». E questo insegnamento,<br />

ci sia consentito,<br />

vale più di ogni elucubrazione<br />

pseudo politica sul<br />

mondo del giornalismo ai<br />

tempi <strong>della</strong> crisi.<br />

Pagina a cura di<br />

PIERLUIGI G. CARDONE


16 Domenica 12 aprile 2009CAMPUS<br />

ASSOCIAZIONE AEGEE, 22 ANNI DI ATTIVITA’<br />

ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE<br />

Logo dell’associazione<br />

«Il nostro compito è fare da intermediari<br />

tra gli studenti Erasmus e<br />

l’Università che li ospita», queste le<br />

parole del presidente dell’associazione<br />

Aegee Vincenzo<br />

Sellitti. Si tratta<br />

di un’iniziativa a<br />

sfondo europeo presente<br />

in 273 Università,<br />

che attualmente<br />

conta più di diciassettemila<br />

soci. Non ha<br />

alcun tipo di rappresentanza<br />

studentesca<br />

ma si compone di un<br />

direttivo interno eletto<br />

direttamente dagli<br />

associati. Il 7 febbraio<br />

di quest’anno ha festeggiato il suo<br />

primo ventennale.<br />

L’attività iniziale consiste nel fornire<br />

una sistemazione agli studenti.<br />

All’arrivo alloggiano presso l’ostello<br />

convenzionato “Ave Gratia Plena”,<br />

per poi spostarsi definitivamente<br />

in vere e proprie abitazioni.<br />

L’Aegee si occupa inoltre dell’organizzazione<br />

di eventi internazionali,<br />

intercambi linguistici, feste, incontri,<br />

iniziative culturali<br />

con almeno tre<br />

escursioni l’anno e<br />

attività sportive. Il<br />

tutto è reso possibile<br />

grazie al supporto<br />

logistico ed economico<br />

dell’Università<br />

degli Studi di Salerno<br />

e degli enti provinciali<br />

e comunali.<br />

L’evento più importante<br />

in programma<br />

è il “Summer University”.<br />

Una manifestazione che si<br />

tiene in tutta Europa, nel periodo<br />

tra maggio e settembre che ospita<br />

cinquanta studenti per due settimane,<br />

garantendo loro vitto, alloggio,<br />

corsi di lingua e visite guidate a<br />

prezzi molto contenuti.<br />

In alto, all’interno<br />

dell’ufficio Erasmus,<br />

dell’Università di Salerno<br />

due studenti ultimano<br />

le procedure<br />

necessarie alla partenza.<br />

A destra l’entrata<br />

dell’ufficio Relazioni<br />

Internazionali Erasmus.<br />

Creare nelle future generazioni di<br />

cittadini il senso di appartenenza a<br />

quella che sarebbe stata poi chiamata<br />

Unione europea, è l’obiettivo<br />

del progetto Erasmus. Acronimo di<br />

“European Community Action<br />

Scheme for the Mobility of<br />

University Students”, il programma<br />

nasce nel 1987 ad opera <strong>della</strong><br />

Comunità europea e offre la possibilità<br />

agli studenti di effettuare in<br />

una Università straniera un periodo<br />

di studio legalmente riconosciuto<br />

o un tirocinio per una durata che<br />

va dai 3 ai 12 mesi.<br />

Il programma deve il suo nome<br />

all'umanista e teologo olandese<br />

Erasmo da Rotterdam, che viaggiò<br />

diversi anni in tutta Europa per<br />

comprenderne le differenti culture.<br />

E’ grazie all'allora associazione studentesca<br />

Egee, diventata attualmente<br />

Aegee, fondata da Frank<br />

Banchieri, (oggi presidente del<br />

movimento trans-europeo Neweuropean),<br />

che nel 1986-87 il presidente<br />

francese François Mitterand<br />

si convinse ad appoggiare Erasmus.<br />

E attualmente si è arrivati a mobilitare<br />

all'interno <strong>della</strong> comunità<br />

europea oltre un milione e mezzo<br />

Camminare, imparare e divertirsi, tutto ciò è possibile<br />

Da Erasmo a Erasmus<br />

il viaggio continua<br />

Un milione di studenti impegnati in 31 paesi<br />

di studenti. Nel 2007 si è festeggiato<br />

il ventennale del progetto<br />

Erasmus e in questa occasione la<br />

Commissione europea e gli stati<br />

membri, hanno organizzato una<br />

serie di iniziative per celebrare l’evento,<br />

coinciso con il cinquantesimo<br />

anniversario dei Trattati di<br />

Roma.<br />

Il progetto si compone di attività<br />

diverse. Oltre allo scambio studenti<br />

e docenti, è previsto anche lo sviluppo<br />

di programmi di studio o<br />

programmi intensivi internazionali<br />

e può assumere la forma di una rete<br />

tematica. Per molti esso rappresenta<br />

l'occasione per vivere all'estero in<br />

maniera indipendente per la prima<br />

volta, per questo è diventato una<br />

sorta di fenomeno culturale.<br />

Partire, vivere in una nuova città,<br />

migliorare il proprio inglese, francese<br />

o spagnolo tentennante, conoscere<br />

persone provenienti da tutto<br />

il mondo e divertirsi è un po’ il<br />

sogno di tutti i ragazzi nonostante<br />

siano tanti i dubbi, i timori e gli<br />

entusiasmi prima <strong>della</strong> partenza.<br />

Così come tante sono le scartoffie<br />

da compilare, i documenti da consegnare<br />

e le firme da conquistare.<br />

Anche se variano da Università a<br />

Università, le procedure da svolgere<br />

iniziano generalmente l’anno precedente<br />

alla partenza, quando lo studente<br />

deve consultare i bandi di<br />

selezione Erasmus che trova nella<br />

sua Università e presentare la propria<br />

candidatura. Tenendo presente<br />

che i parametri secondo i quali si<br />

viene o meno accettati sono: la<br />

media dei voti e degli esami sostenuti,<br />

la conoscenza <strong>della</strong> lingua<br />

del paese ospitante, o in alternativa<br />

la lingua in cui si terranno le<br />

lezioni ed infine il progetto presentato,<br />

ovvero il temuto “Learning<br />

agreement”. Quest’ultimo consiste<br />

nell’elenco, firmato dai propri<br />

docenti, degli esami che lo studente<br />

intende sostenere durante il periodo<br />

di soggiorno all’estero, difficile<br />

da cambiare una volta partiti e utile<br />

al riconoscimento degli esami al<br />

proprio ritorno.<br />

Questo è l’iter seguito anche da<br />

Valentina Pica, studentessa di<br />

Scienze <strong>della</strong> Comunicazione all’Università<br />

di Fisciano, che ha<br />

deciso di fare la sua esperienza<br />

Erasmus a Madrid e imparare subito<br />

la lingua convivendo con madrileni.<br />

«L’Università spagnola è focalizzata<br />

principalmente sulla pratica<br />

necessaria per affrontare il mondo<br />

del lavoro e i corsi sono modulati su<br />

lavori di gruppo o individuali» -<br />

afferma- Valentina, che si dice felice<br />

<strong>della</strong> scelta che ripeterebbe mille<br />

volte e spera di trovare un impiego<br />

nella capitale spagnola.<br />

Pagina a cura di<br />

MARIA EMILIA COBUCCI<br />

ROBERTA SALZANO<br />

LA FRANCESE<br />

«Più contatto<br />

con i docenti»<br />

LA TURCA<br />

«Imparo<br />

al market»<br />

L’INGLESE<br />

«Ho passione<br />

per l’Italia»<br />

IL TEDESCO<br />

«Un ritorno<br />

alle origini»<br />

LO SPAGNOLO<br />

«Il cinema<br />

per imparare»<br />

L’amore per il<br />

bel Paese ha<br />

spinto Clarisse<br />

Masini, 21<br />

anni, a raggiungere<br />

il<br />

Campus di Fisciano.<br />

Di origine<br />

italiana<br />

con un nonno di Udine frequenta<br />

il terzo anno <strong>della</strong> facoltà di Lettere<br />

e Filosofia. Non ha particolari<br />

difficoltà di integrazione, anzi,<br />

convive con una ragazza italiana<br />

e un ragazzo francese. Riguardo<br />

al nostro sistema universitario si<br />

è adattata bene al piano di studi<br />

anche se lamenta la mancanza di<br />

un diretto contatto con i docenti,<br />

che invece ha nell’Università<br />

madre “La Sorbona”.<br />

Parla correttamente l’italiano che<br />

ha imparato a 13 anni e spera di<br />

riuscire a trovare lavoro come<br />

interprete. Un’occupazione che le<br />

consentirà di andarsene in giro<br />

per il mondo e forse di ritornare<br />

in Italia, paese a lei molto caro.<br />

Hatice Temel<br />

è arrivata in<br />

Italia, direttamente<br />

da I-<br />

stanbul, con il<br />

progetto Erasmus.<br />

Ha 22<br />

anni, frequenta<br />

la facoltà di<br />

Lingue e Letterature Straniere e<br />

trascorrerà sei mesi nell’Università<br />

di Fisciano. «Devo ancora<br />

familiarizzare con la vostra lingua<br />

ma sono molto ottimista. Per<br />

ora le uniche parole che ho imparato<br />

sono pizza, farina e latte<br />

facendo quotidianamente la spesa<br />

al mini-market vicino casa, a<br />

Salerno, così mi aiuto guardando<br />

la televisione e conversando con<br />

le mie coinquiline italiane». Nonostante<br />

la “diversità” religiosa<br />

ha visitato molte chiese italiane<br />

per curiosità e perché rispettosa<br />

delle altre culture. «Sono contenta<br />

soprattutto perché gli altri non<br />

mi guardano con diffidenza a<br />

causa del velo», ha affermato.<br />

Dopo aver seguito<br />

il primo<br />

semestre a<br />

Cordoba, Svetlana<br />

Smithson,<br />

22 anni,<br />

da febbraio<br />

frequenta la<br />

facoltà di Lingue<br />

e Letterature Straniere a<br />

Fisciano. La passione per il Sud<br />

Italia l’ha vista lavorare in Sicilia,<br />

come insegnante di lingua nella<br />

base militare di Patti e nell’ambito<br />

di una rassegna teatrale a<br />

Tindari. Diversamente dal sistema<br />

britannico, organizzato su un<br />

minor numero di ore e una scelta<br />

personale dei corsi da seguire,<br />

con l’invio dei programmi su cui<br />

lavorare da parte dell’Università,<br />

qui ha trovato un’organizzazione<br />

efficiente e un diretto contatto<br />

con i docenti. Ha stretto amicizia<br />

con studenti Erasmus di diverse<br />

nazionalità e critica benevolmente<br />

gli italiani per il loro “modus<br />

essendi”, un po’ troppo frenetico.<br />

Il nonno austriaco<br />

e il padre<br />

italiano, o-<br />

riginario di<br />

Sant’Egidio del<br />

Monte Albino<br />

in provincia di<br />

Salerno, Ivo<br />

Weinöhrl, 21<br />

anni, è ritornato in Italia per ritrovare<br />

le sue origini. La sua ultima<br />

visita risale all’età di 5 anni. Dopo<br />

la morte del padre ha sentito il<br />

bisogno di imparare la lingua italiana<br />

e mantenere i contatti con la<br />

terra paterna. Ed è così che ha<br />

chiesto all’Università di Monaco di<br />

venire al Campus di Fisciano come<br />

“free mover” e partecipare al progetto<br />

Erasmus. Segue i corsi di<br />

Economia Aziendale e dopo una<br />

breve esperienza alla banca Unicredit<br />

in Germania, vorrebbe continuare<br />

in Italia il suo percorso<br />

lavorativo. Ottimo il rapporto con i<br />

docenti, lo è meno con l’organizzazione<br />

universitaria: «Il mio coordinatore<br />

è introvabile».<br />

I film “Bell’Italia”<br />

e “Il<br />

Padrino” hanno<br />

fatto da<br />

filo conduttore<br />

tra Francisco<br />

Ponce,<br />

23 anni, e il<br />

nostro Paese.<br />

Il giovane è iscritto alla facoltà di<br />

Ingegneria con indirizzo informatico<br />

e ama particolarmente<br />

l’Italia. E così, in inversione di<br />

tendenza rispetto ai suoi colleghi<br />

spagnoli, frequenta soprattutto<br />

studenti italiani ed è riuscito in<br />

un mese ad acquisire la padronanza<br />

<strong>della</strong> lingua. Il tutto è stato<br />

possibile anche grazie a uno studio<br />

mirato all’apprendimento<br />

dell’italiano, fatto nei primi mesi<br />

<strong>della</strong> sua esperienza Erasmus.<br />

Confrontando la sua Università<br />

di Huelva, vicino Siviglia, con il<br />

Campus di Fisciano ha notato la<br />

presenza di maggiori servizi a<br />

costi più contenuti: mensa, presidio<br />

medico e internet point.


Il fronte raccontato<br />

da Franco Di Mare<br />

Il giornalista Rai Franco Di Mare ha presentato,<br />

lo scorso 26 marzo, all’università<br />

di Salerno, nell’aula due di Scienze<br />

Politiche, il suo nuovo libro: “Il cecchino e<br />

la bambina” edito da Rizzoli. Organizzatore<br />

e promotore dell’evento è stata<br />

unis@und, la web radio d’Ateneo. L’autore<br />

ha pubblicato il testo per rendere partecipe<br />

l’opinione pubblica delle difficoltà di raccontare<br />

le storie dal fronte che un servizio<br />

di novanta secondi non ha mai potuto narrare.<br />

La presentazione è stata accompagnata<br />

dagli interventi del Rettore Raimondo<br />

Pasquino, dai professori Adalgiso Amendola<br />

e Massimo Panebianco, dall’ingegnere<br />

Cioffi di Emergency e dal dirigente Rai<br />

Antonio Bottiglieri. Andrea Carraro, attore<br />

e regista, ha letto alcune pagine del libro. Il<br />

giornalista ha concluso l’incontro spiegando<br />

come «per esperienze personali, dopo<br />

aver visto morire dei colleghi, un pezzo non<br />

valga il caro prezzo <strong>della</strong> vita».<br />

NEWS CAMPUS Domenica 12 aprile 2009<br />

17<br />

unisa news<br />

Pagina a cura di<br />

JOSÈ ASTARITA<br />

Lo spazio pubblico<br />

nella futura città<br />

Lo scorso venerdì 3 aprile si è tenuto presso<br />

la facoltà di ingegneria dell’Università di<br />

Salerno un seminario di studi su “Lo spazio<br />

pubblico nella costruzione e nella trasformazione<br />

<strong>della</strong> città contemporanea”. Il<br />

seminario è stato rivolto all’approfondimento<br />

delle trasformazioni urbane. L’incontro<br />

è stato una iniziativa culturale ad<br />

opera di Alessandra Cuomo, Simona Talenti<br />

e Roberto Vanacore, <strong>della</strong> facoltà di<br />

ingegneria, si colloca in un più ampio ciclo<br />

di conferenze a dell’ateneo.<br />

Il peso <strong>della</strong> laurea<br />

al giorno d’oggi<br />

In una serie di incontri promossi dalla<br />

facoltà di Ingegneria, dal titolo L’università<br />

in movimento, l’ateneo salernitano ha proposto<br />

il 25 marzo il dibattito sul tema “Il<br />

valore dei titoli universitari”. All’incontro<br />

ha preso parte anche il preside <strong>della</strong> facoltà<br />

di ingegneria Vito Cardone. L’iniziativa<br />

nasce per merito del coordinamento di<br />

Ateneo dell’Università di Salerno, il quale<br />

nei mesi scorsi si è battuto con forza contro<br />

i pesanti tagli alle facoltà sanciti dalla legge<br />

133/2008. L’incontro ha avuto l’obiettivo di<br />

fornire un contributo chiarificatore in<br />

merito alla proposta di abolizione del valore<br />

legale dei titoli di studio universitari. Ha<br />

aperto la discussione, presentando l’iniziativa,<br />

l’ingegnere Diego Barletta del<br />

Coordinamento di Ateneo. Hanno partecipato<br />

fra gli altri il professore Giovanni<br />

Condrini, e gli ingegneri Paolo Stefanelli e<br />

Sergio Polese.<br />

Donne fra politica<br />

e pari opportunità<br />

La donna al centro di un percorso formativo<br />

che valorizzi le pari opportunità, questo<br />

è il secondo ciclo del corso “Donne, politica<br />

e istituzioni – percorsi formativi per la<br />

promozione <strong>della</strong> cultura di genere e delle<br />

pari opportunità”, che si terrà alla facoltà di<br />

Scienze Politiche dell’università di Salerno.<br />

Il corso, finanziato in parte dall’ateneo<br />

salernitano ed in parte dal dipartimento<br />

per i diritti e le pari opportunità <strong>della</strong> presidenza<br />

del consiglio, vuole promuovere e<br />

far conoscere le culture, le forme di organizzazione<br />

politico-sociale che provocano<br />

discriminazione, nonché le politiche europee<br />

e italiane che promuovono l’inclusione<br />

<strong>della</strong> donna nei diversi mercati del<br />

lavoro. Il corso è aperto sia ad allievi in<br />

possesso di diploma di scuola superiore<br />

che semplici studenti di corsi dell’università.<br />

Il bando di selezione è sul sito<br />

www.scienzepolitiche.unisa.it.<br />

Nuove tecnologie<br />

per la giustizia<br />

La tecnologia come supporto dell’investigazione.<br />

La tematica di fondo dell’incontro<br />

tenutosi nell’aula magna “Vincenzo<br />

Buonocore” dell’Università di Salerno, il 30<br />

marzo. L’incontro ha voluto approfondire il<br />

contributo che le nuove tecnologie possono<br />

fornire alla giustizia. L’evento è stato<br />

concluso dall’onorevole Cirielli, presidente<br />

<strong>della</strong> Commissione <strong>della</strong> difesa <strong>della</strong><br />

Camera, che ha evidenziato l’impegno e le<br />

strategie dello Stato per rendere la giustizia<br />

più efficiente e vicina ai cittadini.<br />

Il Savro fra robot<br />

e realtà virtuale<br />

Donne e sindacati<br />

storia secolare<br />

“Mistica Impura”<br />

l’ultima di Trione<br />

È terminato il tre aprile con la presentazione<br />

dei progetti, da parte dei diversi<br />

gruppi di lavoro, su realtà virtuale e robotica,<br />

il Savro. Progetto di lavoro ospitato<br />

dall’Università di Salerno in collaborazione<br />

con gli atenei di Valencia e Kaiserslautern.<br />

Dieci gli studenti italiani che hanno partecipato<br />

scelti su base meritocratica, sui venticinque<br />

partecipanti. Tutor italiana la professoressa<br />

Filomena Ferrucci docente <strong>della</strong><br />

facoltà di Matematica, Fisica e Scienza<br />

Naturali.<br />

Il 30 marzo alla Facoltà di Lingue è stato<br />

presentato l’interessante volume “Mondi<br />

Femminili in cento anni di sindacato” a<br />

cura di Gloria Chianese. Durante la manifestazione<br />

sono intervenute le sindacaliste<br />

Clara Lodomini <strong>della</strong> segreteria provinciale<br />

Cgil di Salerno e Rita Casciello <strong>della</strong> segreteria<br />

aziendale CISL dell’università di<br />

Salerno. La presentazione è stata integrata<br />

dalla proiezioni video a cura di Ornella<br />

Trotta “Dagli ulivi alla risaia: l’esperienza<br />

delle mondine di Campagna”.<br />

Il primo aprile il professore Aldo Trione ha<br />

presentato nella Sala dei classici del dipartimento<br />

di Filosofia dell’università degli<br />

studi di Salerno la sua ultima opera<br />

“Mistica Impura”, edita da Il Melangolo.<br />

L’autore analizza le grandi figure <strong>della</strong><br />

mistica del ‘900 e l’interrogazione delle<br />

pratiche <strong>della</strong> poesia. Hanno discusso con<br />

l’autore i professori Pina De Luca, Filippo<br />

Fimiani e Francesco Vitale. L’incontro è<br />

stato presieduto dal professore Aniello<br />

Montano.<br />

Ernesto Mazzetti<br />

il Sud ieri e oggi<br />

È stato presentato il 30 marzo all’Università<br />

di Salerno il nuovo lavoro del professore<br />

Ernesto Mazzetti. L’illustre studioso di<br />

geografia nel suo “Scenari del sud: di ieri e<br />

di oggi”, traccia con brani che spaziano dal<br />

1962 al 2007, la questione meridionale. Il<br />

libro si sviluppa in tre parti. Una prima,<br />

rivolta alla annosa questione meridionale,<br />

una seconda che approfondisce i problemi<br />

di Napoli e <strong>della</strong> Campania, mentre quella<br />

finale sviluppa un saggio di geografia cul-<br />

turale fra turismo ed economia dei paesaggi<br />

del sud, basandosi principalmente su<br />

una profonda conoscenza dei luoghi.<br />

L’incontro è stato introdotto dalla professoressa<br />

Maria Giovanna Riitano. Sono<br />

intervenuti, nel dibattito la professoressa<br />

Maria Paola Pagnini, il professore Tullio<br />

d’Aponte, l’onorevole Alfonso Andria e il<br />

giornalista Giuseppe Blasi.<br />

Nuove energie,<br />

Salerno ti aspetta<br />

Romanzo europeo<br />

dal ’800 al ‘900<br />

È stato messo on-line lo scorso 28 marzo il<br />

nuovo sito del piano energetico del Comune<br />

di Salerno. Il progetto è stato coordinato<br />

dal professore Gianfranco Rizzo del<br />

dipartimento di Ingegneria Meccanica.<br />

Www.dimec.unisa.it/PEC_Salerno, è il sito<br />

da cui è accessibile un questionario per<br />

raccogliere osservazioni e disponibilità<br />

<strong>della</strong> popolazione. È possibile, sempre online,<br />

compilare il modulo di iscrizione alla<br />

newsletter per essere informato su tutte le<br />

novità.<br />

Il 23 aprile al Dipartimento di Letteratura,<br />

Arte e Spettacolo dell’Università di Salerno<br />

il professore Romano Luperini, docente<br />

presso l’ateneo di Siena, terrà un incontro<br />

con gli studenti dal titolo “Romanzo<br />

europeo tra ‘800 e ‘900”. L’iniziativa si<br />

inserisce nella serie di incontri filologici<br />

organizzati dal dipartimento diretto da<br />

Sebastiano Martelli. Sempre nel mese<br />

pasquale si terrà l’incontro con Pietro<br />

Gubellini dal tema: Come Lavorava<br />

D’Annunzio: “Alcyone”, da stabilire la data.


18 Domenica 12 aprile 2009TERRITORIO<br />

I percorsi nella struttura<br />

Altavilla Irpina: esclusiva esposizione di vestiti di contadini e artigiani<br />

Le vite dimenticate<br />

risorte in un museo<br />

Un laboratorio per restaurare gli abiti d’epoca<br />

Prima Sala<br />

A disposizione dei visitatori,<br />

ceramiche d’impasto<br />

bruno provenienti<br />

da tombe <strong>della</strong> tarda età<br />

Lo scheletro<br />

Nella prima sala c’è una<br />

tomba a cassa di tegole<br />

con copertura “alla cappuccina”,<br />

risalente al VI<br />

Seconda Sala<br />

Tra i vestiti d’epoca e-<br />

sposti, cattura l’attenzione<br />

un abito di lino<br />

bianco decorato con<br />

del Ferro (metà VII – VI<br />

secolo a.C.) scoperte in<br />

località Campo dei Santi<br />

ad Altavilla Irpina.<br />

secolo d.C. (età tardo<br />

romana). All’interno lo<br />

scheletro di una donna<br />

di 20 anni.<br />

rosette di cotone di una<br />

fanciulla nubile <strong>della</strong><br />

piccola borghesia vissuta<br />

tra il 1830 e il 1840.<br />

LUCIANA BARTOLINI<br />

Il Museo civico “<strong>della</strong> gente<br />

senza storia” di Altavilla Irpina<br />

ospita reperti datati tra<br />

la preistoria e l’età moderna.<br />

Si tratta, per quanto riguarda<br />

gli abiti d’epoca che<br />

custodisce, di un caso unico<br />

nel Sud Italia. Qualcosa di<br />

simile è presente solo in<br />

Sicilia, dove i costumi sono<br />

di persone delle classi nobili.<br />

La struttura si trova nella<br />

cripta <strong>della</strong> Chiesa dell’Assunta<br />

ed è costituito da quattro<br />

sale. La prima è dedicata<br />

ai reperti archeologici; la<br />

seconda ad abiti popolari<br />

dell’800; la terza ad oggetti<br />

medioevali e la quarta a paramenti<br />

liturgici del clero<br />

altavillese tra il XVII e il<br />

XVIII secolo.<br />

La sua particolarità è rappresentata,<br />

appunto, dagli<br />

abiti d’epoca rinvenuti dalle<br />

sepolture e dall’ossario <strong>della</strong><br />

Chiesa Madre di Altavilla.<br />

Nella cripta <strong>della</strong> chiesa, adibita<br />

a cimitero fino al 1840,<br />

erano sepolti i defunti. Gli<br />

abiti sono stati recuperati<br />

dai corpi mummificati e<br />

senza identità di gente comune,<br />

delle classi sociali più<br />

umili: contadini, artigiani,<br />

piccoli commercianti, da qui<br />

la denominazione di “museo<br />

<strong>della</strong> gente senza storia”.<br />

La professoressa Lucia Portoghesi<br />

responsabile del laboratorio<br />

(annesso al museo)<br />

che cura la conservazione<br />

ed il restauro dei tessuti,<br />

rinvenne 50 abiti di uomini,<br />

donne e bambini, datati tra il<br />

1790 e il 1840, conservati<br />

resistendo all’attacco degli<br />

acidi <strong>della</strong> decomposizione.<br />

Altri 20 da adulto e 20 da<br />

bambino non possono essere<br />

restaurati per mancanza<br />

di fondi: ci vogliono dai<br />

quattromila ai cinquemila<br />

euro per restituirli al loro<br />

antico splendore e da uno a<br />

quattro mesi di lavoro.<br />

In una sala si possono ammirare<br />

vestiti tra cui quello<br />

di un contadino, di un bambino,<br />

di una contadina, di un<br />

soldato. L’abito del contadino<br />

è costituito da calzoni,<br />

camicia, giacca corta o gilet.<br />

Una caratteristica tipica dell’abbigliamento<br />

altavillese<br />

del tempo, sia per gli uomini<br />

che per le donne, era una<br />

reticella rossa sul capo.<br />

L’abito del bambino è marrone<br />

e comprende pantaloni,<br />

camicia e giacca corta.<br />

L’abito <strong>della</strong> contadina è formato<br />

da gonna, scolla,<br />

grembiule, camicia, busto,<br />

corpetto e calze. La divisa da<br />

lavoro del soldato è, invece,<br />

in tela di cotone bianco e<br />

blu, composta da pantaloni e<br />

giacca. Era dell’altavillese<br />

Giovanni Crescitelli, morto<br />

nel 1815 nella battaglia di<br />

Tolentino. Il soldato è l’unico<br />

identificato grazie al<br />

numero di matricola riportato<br />

nei calzoni. Cattura l’attenzione<br />

anche un vestito di<br />

lino bianco decorato con<br />

rosette di cotone di una fanciulla<br />

nubile <strong>della</strong> piccola<br />

borghesia, vissuta tra il 1830<br />

e il 1840. Nella sala c’è un<br />

dipinto del 1595 raffigurante<br />

la Deposizione di Cristo del<br />

pittore altavillese Donato<br />

Bruno. E’ presente anche<br />

una statua di legno policroma<br />

anonima del Seicento di<br />

una Madonna con bambino,<br />

da restaurare. Nella terza<br />

sala si trovano mattonelle<br />

maiolicate policrome del<br />

1400 e orli di piatti di ceramica<br />

e maiolica e nella quarta<br />

sono custoditi i paramenti<br />

liturgici appartenuti al<br />

clero altavillese realizzati in<br />

splendidi colori: verde, viola,<br />

rosso, indaco e giallo oro.<br />

Altro elemento di forte attrazione<br />

per i visitatori è il<br />

reperto conservato nella<br />

prima sala, dedicata all’archeologia.<br />

Si tratta <strong>della</strong><br />

ricostruzione di una tomba<br />

scoperta nel 2004 e risalente<br />

al VI secolo d.C. in età tardo<br />

romana. Al suo interno è lo<br />

scheletro di una donna di 20<br />

anni ricomposto nel 2003<br />

dal direttore del museo,<br />

Giampiero Galasso e dal<br />

dottor Luca Calandini, e-<br />

sperto in restauro. Il museo<br />

(aperto dalle 9 alle 13 solo<br />

dal lunedì al venerdì) è visitato<br />

ogni anno da 1000-1500<br />

persone. Le visite sono gratis<br />

per i bambini fino a dodici<br />

anni, gli adulti pagano un<br />

euro (due con guida). E c’è<br />

anche un sito www.museo<strong>della</strong>gentesenzastoria.it.<br />

BARBARA TROTTA<br />

L’archivio di Stato di Salerno ospiterà<br />

fino al 2 maggio la mostra<br />

“Contesse e contadine - abiti,<br />

immagini, documenti”, con lo scopo<br />

di rappresentare la vita quotidiana<br />

delle donne campane, sia<br />

delle classi povere che di quelle a-<br />

giate, nei secoli Ottocento e Novecento.<br />

É organizzata con il contributo<br />

di diversi enti (come la<br />

mediateca comunale e il centro<br />

studi “S. Angeluzzi” di Eboli e il<br />

centro provinciale per il restauro e<br />

la conservazione <strong>della</strong> fotografia<br />

di Nocera Inferiore), associazioni<br />

(Agorà dei Liberi di Capaccio<br />

Paestum) e collezionisti privati.<br />

Nell’atrio dell’istituto sono presenti<br />

soprattutto documenti e<br />

fotografie.<br />

Nelle prime bacheche <strong>della</strong> sezione<br />

“donne al lavoro” protagoniste<br />

sono le contadine al lavoro nei<br />

campi. L’occhio del fotografo ebolitano<br />

Luigi Gallotta le coglie<br />

mentre sono impegnate nelle varie<br />

attività tra mele e pomodori, ma<br />

anche quando mostrano sorridenti<br />

i frutti <strong>della</strong> loro fatica. I vari<br />

documenti presenti testimoniano,<br />

intanto, le loro difficili condizioni,<br />

costrette a lavorare dall’alba al tramonto,<br />

per un salario dimezzato<br />

rispetto a quello degli uomini.<br />

SALERNO<br />

In mostra l’altra<br />

metà <strong>della</strong> storia<br />

All’archivio di Stato protagoniste le nostre antenate<br />

Seguono, poi, le immagini delle<br />

operaie dei tabacchifici, figure<br />

silenziose e chiuse in se stesse, così<br />

come erano costrette a stare mute<br />

durante l’orario di lavoro.<br />

Le lavoratrici delle fabbriche tessili<br />

tra la fine Ottocento e l’inizio del<br />

nuovo secolo chiudono la carrella-<br />

Tavolino da lavoro del 1870 circa<br />

ta. Le loro lotte,<br />

con gli scioperi e<br />

gli arresti, le loro<br />

pessime condizioni<br />

di salute per la fatica<br />

massacrante e<br />

l’alimentazione<br />

insufficiente, i terribili<br />

incidenti descritti<br />

nei rapporti<br />

dei carabinieri, sono<br />

sottratti all’oblio.<br />

Con essi esce<br />

dall’anonimato e<br />

rivive la figura di<br />

Domenica Russo,<br />

detta Menechella<br />

la Scapricciata, e del suo fazzoletto<br />

rosso usato per incitare le compagne<br />

allo sciopero, quando nel 1894<br />

allo stabilimento Wenner di Scafati,<br />

si ribellò ai “padroni”.<br />

Una bacheca in fondo alla sala ospita<br />

i disegni e le fotografie dei costumi<br />

<strong>della</strong> tradizione a partire dal<br />

Settecento, mentre sulla destra c’è<br />

la sezione dedicata alla famiglia.<br />

Sono presenti foto di nozze e di<br />

madri con bambini. I documenti ci<br />

rimandano, nel frattempo, alla<br />

realtà delle doti, al matrimonio<br />

come “contratto” spesso subito più<br />

che voluto.<br />

Le ultime teche sono dedicate<br />

all’arte del ricamo, alla moda con<br />

alcune riviste di inizio Novecento e<br />

a un’esposizione di cappelli e guanti<br />

di quel periodo. Posto di primo<br />

piano hanno, poi, i ritratti, con le<br />

lastre originali del fotografo di<br />

“posa” Vincenzo Palumbo, che<br />

cent’anni fa ritraeva il mondo contadino<br />

di Capaccio.<br />

Nel salone Bilotti, al secondo piano<br />

dell’istituto, sono esposti abiti e<br />

oggetti di uso quotidiano, la maggior<br />

parte provenienti dalla collezione<br />

privata dell’ ebolitana Anna<br />

Marra.<br />

È un viaggio suggestivo tra binocoli<br />

da teatro in madreperla, portamonete<br />

con intarsi in oro, vestiti<br />

da sposa e da sera, che ci mostrano<br />

lo splendore delle classi agiate.<br />

Sono presenti, però, anche utensili<br />

da lavoro come forbici, puntali e<br />

conocchie, un telaio ottocentesco,<br />

un filatoio.


TERRITORIO Domenica 12 aprile 2009<br />

Torre del Greco capitale <strong>della</strong> più prestigiosa ed esclusiva collezione privata del mondo<br />

Corallo, il museo secondo Liverino<br />

Nelle sale meraviglie senza tempo fra arte orientale e gioielli italiani<br />

19<br />

FRANCESCO MARIA BORRELLI<br />

La visita al museo Liverino a Torre<br />

del Greco è un’occasione unica di<br />

connubio tra l’antica arte <strong>della</strong><br />

lavorazione del corallo e le più<br />

moderne dinamicità imprenditoriali.<br />

All’interno dei laboratori si<br />

respira l’atmosfera sapiente e<br />

magica dei mestieri artigianali. I<br />

proprietari Maria Carmela, Vincenzo<br />

ed Elvia Liverino attualizzano<br />

gli insegnamenti paterni e di<br />

una vita, in competenti e abilissime<br />

trame commerciali tecniche e<br />

di relazione con il pubblico; senza<br />

tralasciare la <strong>ricerca</strong> e l’insegnamento<br />

<strong>della</strong> lavorazione del corallo.<br />

Eccezionale è la collezione privata<br />

che vanta capolavori da tutto<br />

il mondo, ognuno caratterizzato<br />

dalla scuola nazionale d’appartenenza<br />

e dallo stile dei singoli artisti,<br />

legato al periodo storico di riferimento.<br />

All’interno del museo sono presenti<br />

i più prestigiosi manufatti<br />

<strong>della</strong> lavorazione giapponese (incantevoli<br />

la “Fanciulla danzante”<br />

di Maekawa, in arte Taizan, il “corteo<br />

di Samurai” di Banyu”), cinese<br />

(il “Mausoleo a Chang-Kai-Shek” o<br />

spada e spadino con castoni di<br />

giada XVIII secolo), tibetana (antichi<br />

ornamenti e armi belliche con<br />

castoni di corallo), mongola, pellerossa<br />

(collane di moderna fattura)<br />

trapanese (caratteristica per le rappresentazioni<br />

sacre) e torrese<br />

(“L’Achille di Omero” di Battiloro o<br />

i cammei di Parlati raffiguranti visi<br />

femminili). Peccato non poterle<br />

elencare tutte. Presenti anche dei<br />

gioielli realizzati in esclusiva da<br />

Bulgari, e dai Liverino anche in<br />

collaborazione con gli artigiani di<br />

Valenza; tutti composti da una<br />

base di corallo (Sardegna, Moro,<br />

Vecchia America il pezzo preferito dal Cavaliere Liverino<br />

Ce-rasuolo, Sciacca, Sciacca bello)<br />

accompagnato da platino, oro e<br />

brillanti secondo le necessità di<br />

lavorazione.<br />

La produzione del corallo ha subito<br />

dei limiti politici perchè gli Stati<br />

Uniti tramite la Convezione sul<br />

commercio internazionale di specie<br />

in pericolo, vogliono bloccare<br />

la pesca del corallo. Quindici anni<br />

fa Basilio Liverino andò a Bruxelles<br />

(sede del Parlamento europeo) per<br />

chiarire che il corallo non era in via<br />

di estinzione, spiegando anche la<br />

differenza tra il corallo da pesca e<br />

le madrepore (le barriere), quest’ultime<br />

sono in via di estinzione.<br />

La lavorazione del corallo può dare<br />

lavoro ai giovani e in questa direzione<br />

nel 1996 Torre del Greco si è<br />

riavvicinata ai ragazzi con la scuola<br />

artigianale torrese Emiddio<br />

Mele.<br />

L’iniziativa nacque nel 1990 quando<br />

su designazione <strong>della</strong> Camera<br />

di Commercio Napoli, il Cavalier<br />

Liverino fu nominato consigliere<br />

<strong>della</strong> Fondazione Mele. Recentemente<br />

i figli hanno istituito il<br />

premio Basilio Liverino, gratuito<br />

per gli studenti e che rilascia l’attestato<br />

di frequenza.<br />

L’avventura<br />

di Basilio<br />

cominciò<br />

a Firenze<br />

La famiglia Liverino è sinonimo<br />

di corallo dalla fine del<br />

1800. Il Cavaliere del Lavoro<br />

Basilio ha proseguito l’attività<br />

di famiglia aggiungendo alla<br />

lavorazione anche la collezione<br />

del corallo. La raccolta dei<br />

manufatti iniziò per caso<br />

quando a Firenze sul Ponte<br />

Vecchio acquistò il primo<br />

pezzo di quella che sarebbe<br />

diventata la più bella, pregiata<br />

e completa raccolta di lavorati<br />

a mano in corallo e di cammei<br />

dal e del mondo. La passione e<br />

la tenacia che hanno caratterizzato<br />

per tutta la vita il lavoro<br />

del Cavalier Liverino, spentosi<br />

il 27 maggio 2007, vive oggi nei<br />

figli Maria Carmela, Vincenzo<br />

ed Elvia.<br />

L’amico d’infanzia Vittorio<br />

Manzi lo ricorda: «Un amico<br />

sincero e fraterno; una mente<br />

eccelsa, imbattibile nel commercio<br />

e abilissimo nelle trattative».<br />

La riflessione che il<br />

Cavaliere ha voluto lasciarci è:<br />

«Io credo signore che alla fine<br />

<strong>della</strong> vita non c’è la notte, ma<br />

l’aurora; che alla fine dell’inverno<br />

non c’è l’inverno, ma la primavera;<br />

che al termine dell’attesa<br />

non c’è l’attesa, ma l’incontro;<br />

che al termine <strong>della</strong> morte<br />

non c’è la morte ma la vita».<br />

Ritorno dal futuro: a passeggio con Socrate al Mav<br />

I virtual scavi di Ercolano<br />

Il restyling high-tech dei reperti archeologici sfida la crisi<br />

CHIARA DEL GAUDIO<br />

Compirà nove mesi tra<br />

qualche giorno ed ha già<br />

ottenuto un’affluenza di<br />

50000 visitatori per un successo<br />

di incassi che supera i<br />

200 mila euro. Si prepara a<br />

ricevere ad aprile più di<br />

8000 turisti per lo più francesi:<br />

così il Mav - Museo<br />

archelogico virtuale - sorto<br />

in un ex edificio scolastico,<br />

a un passo dagli scavi di<br />

Ercolano, sfida la crisi. La<br />

nascita, nel luglio scorso,<br />

era stata festeggiata, su iniziativa<br />

del sindaco, Nino<br />

Daniele, con ingresso gratuito<br />

per tutto il mese,<br />

riservato ai cittadini. Ma il<br />

concepimento, come lui<br />

stesso spiega, risale al 2003<br />

quando, da un’idea di<br />

Gaetano Capasso, autore<br />

dei filmati di ricostruzione<br />

in digitale di “Quark”, la<br />

Provincia di Napoli in un<br />

protocollo d’intesa con il<br />

Comune di Ercolano,<br />

stanziava tre milioni e<br />

500mila euro per la realizzazione<br />

<strong>della</strong> “prima casa<br />

<strong>della</strong> cultura digitale italiana”<br />

destinata alla valoriz-<br />

zazione dei siti archeologici,<br />

in particolare quello<br />

ercolanese. Nell’era del virtual<br />

e dell’hi-tech piace ai<br />

visitatori l’idea, realizzata<br />

dalla fondazione Cives –<br />

Provincia, Comune e tra<br />

breve anche Regione –di<br />

essere protagonisti per un<br />

giorno <strong>della</strong> storia, rivivendo<br />

con l’ausilio delle moderne<br />

tecnologie digitali, la<br />

vita degli antichi romani.<br />

Un lungo itinerario, oltre<br />

settanta ricostruzioni scenografiche,<br />

luoghi, voci,<br />

suoni, profumi, ma anche<br />

ologrammi: “l’intelligenza<br />

connettiva” di Derrick de<br />

Kerchove, sociologo dell’arte<br />

digitale di fama internazionale,<br />

segna l’inizio dell’insolito<br />

percorso museale.<br />

La smaterializzazione dei<br />

corpi magicamente trasformati<br />

in pixel e avvolti dalla<br />

massima “la meraviglia è il<br />

principio <strong>della</strong> conoscenza”<br />

sembra condizione essenziale<br />

per riscoprire il passato.<br />

La multisensorialità fa da<br />

guida al visitatore nel buio<br />

dello scavo del ritrovamento<br />

del teatro di Ercolano, con<br />

allestimenti tanto reali, da<br />

indurre gli ospiti più distratti,<br />

finanche al lancio <strong>della</strong><br />

monetina nell’antico pozzo<br />

A sinistra<br />

la sezione del Mav dedicata<br />

alla ricostruzione<br />

in tridimensionale<br />

degli scavi<br />

e in alto<br />

folla al botteghino<br />

d’ingresso<br />

del Museo Archeologico<br />

Virtuale di Ercolano<br />

borbonico e mentre si rincorrono<br />

voci e suoni di strada,<br />

l’atmosfera è rotta dal<br />

boato del muro di lava che<br />

sommerge la Villa dei Papiri,<br />

antico luogo di ritrovo di<br />

filosofi illustri.<br />

Una nube ardente, come<br />

quella che carbonizzò migliaia<br />

di ercolanesi, segna il<br />

passaggio dalla distruzione<br />

alla ricostruzione: d’improvviso<br />

ci si ritrova “inzuppati”<br />

dal virtual temporale all’interno<br />

del Peristilium <strong>della</strong><br />

casa del Fauno e attraversando<br />

il Foro di Pompei, si<br />

giunge nella sala <strong>della</strong> Biblioteca<br />

dei Papiri, al tempo<br />

del suo massimo splendore.<br />

Dei 1800 reperti – ritrovati<br />

a seguito <strong>della</strong> ripresa degli<br />

scavi nel 1753 per volere di<br />

Carlo di Borbone e sotto la<br />

direzione dell’architetto svizero<br />

Karl Weber - oggi conservati<br />

nel Museo Archeologico<br />

di Napoli, qui c’è solo<br />

proiezione, ma l’emozione<br />

<strong>della</strong> scoperta è tanto efficace<br />

quanto surreale. «Il successo<br />

di visitatori - ha spiegato<br />

il sindaco Daniele - è<br />

senza dubbio dovuto alla<br />

novità <strong>della</strong> nostra proposta<br />

museale. Prossimi obiettivi:<br />

il completamento <strong>della</strong> riqualificazione<br />

dell'area urbana<br />

circostante e l’allestimento<br />

di nuovi spazi, perché<br />

tutto il sito archeologico<br />

ercolanese,così ricco di elementi<br />

identitari e vissuto a<br />

lungo all’ombra di Pompei,<br />

diventi centro turistico europeo<br />

di eccellenza».


20 Domenica 12 aprile 2009TERRITORIO<br />

ENOLOGIA<br />

Oltre cento varietà di vitigni fanno <strong>della</strong> Campania il cuore dell’Italia vitivinicola<br />

Terra nostra:<br />

da duemila anni<br />

profumo di vino<br />

Greci e Romani ne scoprirono la forza<br />

L’enologia in Campania ha origini antiche. La<br />

diffusione <strong>della</strong> vite risale all'epoca pre-romana.<br />

Furono i Greci, infatti, a portarla per primi in<br />

questi territori. La qualità dei vini campani, per<br />

le favorevoli condizioni climatiche e la particolare<br />

natura dei suoli, fu riconosciuta in tutto il<br />

mondo. Dagli antichi vitigni, che gli scrittori<br />

Plinio e Orazio descrissero come vitis hellenica,<br />

aminea gemina e lanata, vitis apiana, uve alopeci,<br />

discendono l'Aglianico, il Greco, il Fiano, la<br />

Coda di volpe, il Per'e palummo, l'Asprino, la<br />

Biancolella, la Forastera, e gli altri vitigni autoctoni<br />

coltivati nella regione. Un patrimonio che<br />

pochi possono vantare e che ha prodotto un’immensa<br />

varietà di bianchi e di rossi. Una risorsa<br />

scoperta in ritardo rispetto alla sua antica origine.<br />

I primi a concepire il vino come potenziale<br />

economico e non solo come alimento sono stati<br />

i francesi, che già dal Settecento hanno iniziato a<br />

commercializzarlo. I grandi produttori erano le<br />

famiglie nobiliari che avevano le potenzialità<br />

economiche per investire sul prodotto ed erano<br />

in contatto con le maggiori casate d’Europa, vedi<br />

i Rochild, che da banchieri divennero<br />

anche produttori di vino a<br />

Dal 2010<br />

solo Dop<br />

Bordeaux. Non a caso ancora oggi<br />

le maggiori maison sono tenute<br />

da grossi gruppi imprenditoriali,<br />

come Louis Vuitton. Un<br />

secolo dopo, verso la metà dell’Ottocento,<br />

questo spirito di<br />

commercializzazione del vino<br />

venne importato in Toscana e<br />

Piemonte, visti i rapporti commerciali<br />

che legavano questi territori<br />

alla Francia. Mentre le vere<br />

potenzialità <strong>della</strong> Campania come<br />

territorio vitivinicolo, emersero<br />

solo verso la fine del XIX<br />

secolo, con l’istituzione, ad Avellino,<br />

dell’Istituto agrario, per opera<br />

del ministro <strong>della</strong> Pubblica<br />

Istruzione Francesco De Sanctis.<br />

Fino alla metà del XX secolo,<br />

l’Istituto è stato l’unico polo di<br />

formazione enologica di tutto il<br />

Sud Italia. Italiani e francesi<br />

hanno dimostrato, in tempi diversi,<br />

che nella produzione del<br />

vino gli elementi fondamentali<br />

sono l’ambiente (clima e territorio)<br />

e le tecniche di coltivazione.<br />

Per cui una vite non darà lo stesso<br />

prodotto se piantata in territori<br />

diversi. Ed è questa la particolarità<br />

che fa dei vini italiani e francesi i migliori al<br />

mondo. Lo stesso non si può dire dei vini californiani<br />

e sudamericani, che nonostante l’enorme<br />

produzione degli ultimi anni, non hanno quella<br />

specificità che li differenzia, anche a causa di<br />

procedure enologiche standardizzate che non<br />

permettono l’emergere delle caratteristiche ambientali<br />

e territoriali. In Campania, da oltre un<br />

decennio, l’assessorato all’Agricoltura <strong>della</strong><br />

Regione ha favorito la realizzazione di studi finalizzati<br />

alla valorizzazione e al riordino <strong>della</strong><br />

base varietale. I risultati sono stati di grande rilevanza.<br />

Si è evidenziata, infatti, la presenza sul<br />

teritorio regionale di oltre 100 varietà di viti. Tra<br />

le più rinomate troviamo: le tre Docg irpine:<br />

Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo;<br />

l’Aglianico del Taburno e la Falanghina del<br />

Beneventano; la Lacryma Christi del Vesuvio e il<br />

Piedirosso dei Campi Flegrei; il Frassitelli a<br />

Ischia; il Falerno del Massico, il Pallagrello e<br />

l’Asprino d’Aversa nel Casertano, vino bianco di<br />

base Falangina in Costa d’Amalfi e una tipologiadi<br />

Fiano in Cilento. La varietà c’è e anche la qualità...a<br />

voi la scelta.<br />

Via i Doc e i Docg,<br />

tra un anno arriva il<br />

Dop.<br />

La semplificazione<br />

in un’unica etichetta<br />

rispetta i parametri<br />

imposti dalla<br />

Comunità Europea<br />

in merito alla classificazione<br />

dei vini.<br />

Gli esperti del settore<br />

vinicolo sono<br />

preoccupati del<br />

disorientamento<br />

che la generalizzazione<br />

potrebbe<br />

creare nel consumatore.<br />

Il trend migliore di<br />

crescita <strong>della</strong><br />

Campania rispetto<br />

alle altre regioni<br />

promette bene per<br />

l’edizione 2009 di<br />

Vinitaly.<br />

Pagina a cura di<br />

STELLA COLUCCI<br />

GIOVANNI IANNACCONE<br />

Bottaia di una delle aziende campane<br />

La fama<br />

dei bianchi<br />

autoctoni<br />

In molti brindano con lo<br />

champagne, in tanti con i<br />

bianchi campani. A contendersi<br />

la palma dei migliori<br />

sono gli irpini Greco<br />

di Tufo e Fiano di Avellino,<br />

Docg dal 2003.<br />

Il Greco viene prodotto<br />

sulle colline a nord di<br />

Avellino, tra i quattrocento<br />

e i settecento metri d’altitudine,<br />

il clima fresco e il<br />

terreno di origine vulcanica<br />

ricco di zolfo danno a<br />

questo vino una struttura<br />

piena con profumi complessi.<br />

Buono per i piatti a<br />

base di pesce, ma anche<br />

per accompagnare verdure<br />

e carni bianche. Esiste<br />

anche una varietà spumante<br />

di questo vino indicato<br />

come aperitivo e servito<br />

con antipasti freddi. Il<br />

Greco di Tufo, dal colore<br />

giallo paglierino, con una<br />

gradazione di circa 12 vol.<br />

e un rapporto qualità<br />

prezzo molto buono, è il<br />

bianco autoctono più<br />

conosciuto in Italia. Dalla<br />

Vitis Apiana, invece, deriva<br />

il Fiano di Avellino. Le<br />

sue uve, molto dolci, producono<br />

un vino dall’odore<br />

intenso, fine e caratteristico<br />

dal sapore fresco e<br />

armonico. Si degusta a<br />

una temperatura di 8°-10°<br />

gradi, perfetto per accompagnare<br />

i piatti più raffinati.<br />

La sua uva è coltivata<br />

nella città di Avellino, da<br />

cui prende il nome, e nei<br />

territori limitrofi.<br />

L’attuale crisi economica<br />

ha scalfito il consumo<br />

dei vini italiani?<br />

«Purtroppo si, perché è<br />

inevitabile il contatto con<br />

il mercato internazionale,<br />

soprattutto per quanto riguarda<br />

i vini di media e<br />

alta qualità. La crisi ha<br />

portato a un ridimensionamento<br />

dell’esportazione<br />

del vino all’estero, soprattutto<br />

negli Stati Uniti,<br />

mentre, paradossalmente<br />

è in crescita il mercato<br />

interno».<br />

Presentata la nuova annata del Taurasi<br />

INCORONATO IL RE DEL SUD<br />

Quattro stelle e annata ottima, la<br />

2005, per il re dei vini rossi campani.<br />

Questo il giudizio espresso<br />

dalla commissione valutativa,<br />

presieduta dal professor Luigi<br />

Moio, ad “Anteprima Taurasi”.<br />

Una manifestazione che va avanti<br />

da sette anni e che, per decantare<br />

le qualità organolettiche di un<br />

così nobile vino, non poteva che<br />

svolgersi nella prestigiosa location<br />

del Castello Marchionale<br />

dello stesso paese dal quale prende<br />

il nome. Il Taurasi, che dopo<br />

tre anni d’invecchiamento, di cui<br />

almeno uno in botte, rappresenta<br />

la massima espressione dell’Aglianico,<br />

è stato il primo, e per dieci<br />

anni l’unico, vino del Sud a ricevere,<br />

nel 1993 (annata a cinque<br />

stelle), la denominazione d’origine<br />

controllata e garantita. “Anteprima<br />

Taurasi” si è svolta il 7 e 8<br />

Parla il presidente<br />

dei sommelier campani<br />

«La qualità<br />

è il nostro<br />

successo»<br />

Antonio Del Franco, presidente AIS Campania<br />

Perché in Italia non ci<br />

sono aziende vitivinicole<br />

quotate in borsa?<br />

«Le aziende estere quotate<br />

in borsa appartengono a<br />

dei grossi gruppi finanziari,<br />

sono più grandi e producono<br />

un numero maggiore<br />

di bottiglie rispetto<br />

alla media italiana. In<br />

Italia le grandi aziende si<br />

contano sulle dita di una<br />

mano e non hanno la disponibilità<br />

per affrontare<br />

le insidie del mercato<br />

azionario. Poi il vino,<br />

marzo, a chiusura di una tre giorni<br />

interamente dedicata al vino<br />

campano e alle sua eccellenze,<br />

inaugurata con gli Stati Generali<br />

del Vino Campano ad Avellino.<br />

Trentanove le aziende partecipanti,<br />

quarantadue giornalisti accreditati<br />

dall’Italia e dall’estero,<br />

presenti anche due americani e<br />

un giapponese, oltre tremila persone<br />

accorse da tutto il Centro-<br />

Sud. Positivo anche l’atteso parere<br />

<strong>della</strong> critica enologica internazionale<br />

(tra il buono e l’ottimo). Tutti<br />

gli esperti, comunque, concordano<br />

nel sostenere che il Taurasi<br />

2005 darà il meglio di sé con il<br />

passare del tempo. Non resta allora<br />

che attendere qualche anno per<br />

degustare una delle annate più<br />

interessanti <strong>della</strong> Docg più prestigiosa<br />

e famosa del meridione.<br />

essendo un prodotto<br />

molto variabile, non permette<br />

di valutarne la qualità<br />

a priori, ma soltanto<br />

attraverso l’assaggio organolettico».<br />

La Campania annovera<br />

Docg in Irpinia e tanti<br />

altri Doc nell’intera Regione,<br />

possiamo definirla<br />

il Piemonte del Sud?<br />

«Non amo fare paragoni.<br />

Diciamo che, dal punto di<br />

vista quantitativo, non<br />

siamo molto forti, e non<br />

solo rispetto al Piemonte,<br />

ma anche nei confronti di<br />

Sicilia e Puglia, che da<br />

sempre sono state serbatoio<br />

dell’Italia vinicola. Per<br />

quanto riguarda, invece, la<br />

qualità abbiamo fatto dei<br />

notevoli passi in avanti<br />

negli ultimi quindici anni,<br />

sia grazie all’investimento<br />

degli imprenditori, che<br />

<strong>della</strong> Regione che ha creduto<br />

molto nel progetto<br />

vino».<br />

Si può parlare di originalità<br />

dei vini campani?<br />

«Il vino campano sta<br />

prendendo sempre più<br />

una sua identità, nessun<br />

altro posto del mondo ha i<br />

nostri vitigni. Il vino è fortemente<br />

influenzato dalle<br />

caratteristiche del terreno<br />

e del clima, per cui non si<br />

può dire che un vino dà gli<br />

stessi risultati dappertutto.<br />

La qualità dell’uva, e<br />

quindi del vino, dipende<br />

soprattutto dal territorio».<br />

Soddisfatti dell’annata?<br />

«E’ stato un ottimo 2008<br />

per i bianchi, mentre i<br />

rossi, fatta eccezione per<br />

l’Aglianico base per il<br />

Taurasi, non hanno dato i<br />

frutti sperati».


MONTESARCHIO<br />

SPORT Domenica 12 aprile 2009<br />

La società Arcieri Caudium e la Pro Loco per la promozione del tiro con l’arco<br />

Piccoli Robin Hood crescono<br />

Uno sport in forte espansione malgrado la mancanza di infrastrutture<br />

21<br />

CRISTIANO VELLA<br />

Una curiosa statistica popolare<br />

riferisce di una Campania in<br />

cui per ogni bambino esiste un<br />

pallone. Non stupirà affatto<br />

dunque, vedere ragazzini tra<br />

vicoli e parchi tentare di emulare<br />

Lavezzi e Hamisk. Diversamente,<br />

passeggiare tra le<br />

strade di un paesino <strong>della</strong> provincia<br />

di Benevento, e imbattersi<br />

in bimbi armati di piccoli<br />

archi, con la faretra piena di<br />

frecce in vita che mirano a un<br />

bersaglio in pieno stile Robin<br />

Hood, causerà un certo grado<br />

di sorpresa. Succede a Montesarchio,<br />

comune <strong>della</strong> Valle<br />

Caudina di tredicimila abitanti,<br />

dove da qualche mese, un po’<br />

in sordina a dire la verità, opera<br />

la A.s.d Arcieri Caudium. L’intuizione<br />

di portare il tiro con<br />

l’arco nel comune beneventano<br />

è stata <strong>della</strong> Pro Loco cittadina,<br />

che prima ha organizzato, nell’ambito<br />

<strong>della</strong> manifestazione<br />

Settembre al Borgo, il Palio del<br />

tiro con l’arco, e poi, su iniziativa<br />

di Tommaso De Mizio, si è<br />

attivata per permettere alla<br />

società Arcieri Caudium di<br />

svolgere gli allenamenti sia indoor<br />

che outdoor in paese.<br />

Molti ragazzi, da ottobre, si<br />

sono avvicinati alla disciplina, e<br />

colpisce soprattutto la percentuale<br />

di giovanissimi che popolano<br />

le palestre e i campi sportivi<br />

durante gli allenamenti.<br />

Non mancano i risultati di prestigio<br />

per l’Arcieri Caudium, sei<br />

atleti infatti presto si cimenteranno<br />

nelle gare regionali di tiro<br />

con l’arco. L’obiettivo del<br />

presidente Antonio Gallo, e dei<br />

suoi collaboratori, tra cui l’atle-<br />

Un giovane arciere a Montesarchio. A destra Vinacciain auto (foto da www.pasqualeaversa.com)<br />

ta nazionale e istruttore Dino<br />

De Lucia, è raggiungere la qualificazione<br />

ai campionati italiani<br />

indoor del 2009. Intanto l’intenzione<br />

<strong>della</strong> A.s.d. Arcieri<br />

Caudium è di creare un forte<br />

radicamento sul territorio, di<br />

far avvicinare i ragazzi e di portare<br />

gare di interesse regionale<br />

e nazionale a Montesarchio.<br />

Ovviamente è difficile portare<br />

avanti una disciplina diversa<br />

dal sacro pallone, come raconta<br />

Dino De Lucia : «Siamo una<br />

delle società d’elite <strong>della</strong> Campania<br />

e di tutto il sud Italia. Eppure<br />

rimaniamo semisconosciuti<br />

a chi non è appassionato<br />

di tiro con l’arco. Mancano<br />

completamente le strutture<br />

sportive, e per queste dobbiamo<br />

effettuare pellegrinaggi negli<br />

uffici comunali». E in tempo<br />

di crisi economica non sarebbe<br />

agevole per un genitore permettere<br />

al figlio di svolgere il<br />

tiro con l’arco : «Noi come società<br />

– aggiunge De Lucia -<br />

non riceviamo alcun tipo di<br />

aiuto, ci autosovvenzioniamo<br />

totalmente, e questo comporta<br />

dei sacrifici. Per un bambino<br />

che si avvicina a questo sport,<br />

si dovrebbe partire da una<br />

somma minima di 200 euro,<br />

che sale se si porta avanti la disciplina».<br />

Negli ultimi anni il tiro<br />

con l’arco non ha mancato di<br />

dare soddisfazioni: nel 2004<br />

Marco Galiazzo è stato il primo<br />

campione olimpico italiano<br />

nella storia <strong>della</strong> disciplina.<br />

“Sognando Galiazzo” non sarà<br />

un titolo affascinante come<br />

“Sognando Beeckham”, ma andate<br />

a spiegarlo ai piccoli arcieri<br />

sorridenti dopo aver colto il<br />

centro del bersaglio.<br />

Automobilismo campano<br />

Vinaccia<br />

re tra i birilli<br />

JOSÈ ASTARITA<br />

La sua abilità con l’auto fra i birilli è proverbiale<br />

e nello scorso ottobre Luigi Vinaccia,<br />

si è laureato per la terza volta nella carriera<br />

campione italiano slalom. Autentico<br />

perfezionista, si è nella sua carriera seduto<br />

in qualsiasi sediolo gli venisse messo a<br />

disposizione,<br />

partendo dalla<br />

A112, fino alla<br />

vettura prototipo<br />

Osella PA21-<br />

Honda. Dopo la<br />

vittoria del terzo<br />

titolo proprio all’ultima<br />

gara,<br />

contro l’amicorivale<br />

il molisano<br />

Emanuele, nella<br />

sua Campania,<br />

Luigi sta sfogliando la margherita per la<br />

prossima stagione. Impegni di lavoro non<br />

consentiranno al driver <strong>della</strong> penisola sorrentina<br />

di difendere il titolo conquistato la<br />

scorsa stagione. Certa la sua presenza alla<br />

prima gara <strong>della</strong> stagione in Sicilia,<br />

Vinaccia deciderà la propria partecipazione<br />

alle restanti gare strada facendo.Il pilota<br />

campano quest’anno proverà la sfida del<br />

campionato italiano velocità montagna,<br />

con la nuova Osella Pa21-Alfa. Saranno,<br />

comunque, sporadiche le sue apparizioni.<br />

Non avrà un programma certo, ma solo<br />

tanta voglia di divertirsi.<br />

La vettura sarà preparata dalla Catapano<br />

corse mentre il pilota peninsulare difenderà<br />

i colori biancorossi <strong>della</strong> scuderia<br />

l’Autosport Sorrento.<br />

GLI EMIGRANTI DELLO SPORT: EMANUELE D’ANNA (3<br />

A Pisa c’è un nuovo Gattuso<br />

«Al Milan ho lavorato con Tassotti e ho fatto amicizia anche con Ringhio»<br />

Da un ruolo<br />

all’altro<br />

è sempre lui<br />

Emanuele D’Anna nasce<br />

a Baiano (Avellino)<br />

il 23 maggio 1982. Dopo<br />

Ascoli e Milan gioca<br />

a Chieti, Piacenza, A-<br />

rezzo e Juve Stabia. Nel<br />

2007 passa al Pisa dove<br />

mister Ventura lo imposta<br />

da terzino ad ala<br />

destra e sinistra. Portato<br />

dal Chievo in A<br />

gioca 9 partite, ma tre<br />

mesi fa è tornato a Pisa<br />

e lo stesso Ventura lo<br />

ha riciclato in interno.<br />

Emanuele è figlio di<br />

Luigi e Gaetana, fratello<br />

di Felice e di Marianna,<br />

e ha un cane<br />

chiamato Elliott. È fidanzato<br />

con Carmelina,<br />

anche lei di Baiano.<br />

Se non avesse giocato,<br />

avrebbe tentato di affermarsi<br />

nel calcio come<br />

procuratore.<br />

ORLANDO SAVARESE<br />

A chi deve le sue fortune?<br />

Alla mia famiglia, perché nei momenti<br />

difficili mi è stata sempre<br />

molto vicino.<br />

In due anni 64 presenze e 5 reti<br />

con il Pisa. Nel nomadismo sportivo<br />

l’isola felice esiste.<br />

Devo dire di sì: a Pisa ci sono persone<br />

che mi vogliono bene, e quando<br />

ci sono piazze come quelle si è<br />

facilitati nelle scelte.<br />

Eppure in questo campionato<br />

aveva provato l’esperienza in A<br />

col Chievo. Cosa è successo?<br />

A Verona potevo restare, ma alla fine<br />

sono tornato a Pisa per giocare<br />

con continuità.<br />

Un percorso iniziato prestissimo<br />

lontano dalla propria terra.<br />

C’era la possibilità di trasferirsi in<br />

un buon vivaio e sono andato ad<br />

Ascoli. Poi c’è stata la Primavera del<br />

Milan e credo sia stata un’esperienza<br />

significativa. Quando sei giova-<br />

Emanuele<br />

D’Anna<br />

(a sinistra)<br />

in azione<br />

di gioco.<br />

Giampiero<br />

Ventura<br />

(a destra)<br />

lo ha impiegato<br />

in tre ruoli<br />

diversi<br />

ne non conosci la parola “sacrificio”:<br />

te ne accorgi dopo.<br />

Nel Milan chi ha conosciuto?<br />

A Milano conobbi un po’ tutti, in<br />

particolare quello che mi allenò<br />

nelle giovanili fu Tassotti. Per un<br />

po’ giocai terzino destro come lui,<br />

ma quello che ammiro di più è<br />

Rino Gattuso: eravamo amici.<br />

E dopo aver cambiato molto<br />

spesso posizione, ora sta giocando<br />

proprio nel ruolo di Gattuso.<br />

E’ vero, anche il mio presidente<br />

Luca Pomponi dice che per il Pisa<br />

sono come Gattuso, e sono stimato<br />

da questo giudizio.<br />

Un allenatore che ringrazia?<br />

Piero Braglia, ma anche Giuseppe<br />

Iachini, e Giampiero Ventura che<br />

mi ha valorizzato molto.<br />

L’esperienza che l’ha segnata?<br />

Sicuramente quella di Castellammare<br />

in C1 nel 2006 perché a livello<br />

umano mi ha fatto capire tante<br />

cose. Inizialmente ero scettico perché<br />

provenivo dalla B, ma a lungo<br />

andare quella Juve Stabia giocò un<br />

grande campionato.<br />

Quale gara ricorda con affetto?<br />

Ci sono tante gare che ricordo piacevolmente,<br />

forse la più importante<br />

è stata la vittoria 2-1 nel derby<br />

con il Livorno, in questo campionato.<br />

Un altro baianese, Francesco<br />

Dell’Anno, era rifinitore nell’Udinese,<br />

ed è stato anche in A.<br />

Sì. ma oltre a Dell’Anno ammiravo<br />

Ivo Vetrano del Varese, di Baiano<br />

anch’egli.<br />

Ha anche un sito ufficiale.<br />

Sì, lo cura mio fratello. I tifosi mi<br />

scrivono in continuazione ogni<br />

giorno, soprattutto i tifosi del Pisa<br />

che mi incoraggiano tanto quando<br />

le cose non vanno bene.<br />

Tornerebbe in Campania?<br />

Forse sì, per restare vicino alla<br />

famiglia. Sappiamo che in<br />

Campania ci sono poche possibilità<br />

di scelta, a parte una squadra<br />

come il Napoli. Ma non si sa mai.


22 Domenica 12 aprile 2009PUNTO it PUNTO com<br />

La web tv<br />

<strong>della</strong> comicità<br />

È iniziata da poco più di un mese l’avventura<br />

di Floptv, la web tv di Fox channels Italia<br />

(canale <strong>della</strong> piattaforma Sky) dedicata alla<br />

comicità. E a giudicare dai commenti entusiasti<br />

degli spettatori sembra sia partita col<br />

piede giusto. «Floptv cerca di sperimentare e<br />

proporre contenuti normalmente giudicati<br />

‘troppo avanti’ per la tv tradizionale,- ha<br />

detto il direttore creativo Michele Ferrarese -<br />

riteniamo che esista un sostanziale gap tra<br />

l’attuale proposta televisiva e il target più giovane.<br />

La sua lenta ed inesorabile fuga dalla tv<br />

generalista, troppo spesso ostaggio di un<br />

pubblico attempato, a vantaggio <strong>della</strong> televisione<br />

tematica e di Internet è un fenomeno<br />

crescente». Ferrarese però precisa che non si<br />

tratta di un’antitelevisione, semmai l’obiettivo<br />

è quello di anticipare i gusti <strong>della</strong> televisione<br />

di domani. Sul sito è possibile seguire<br />

alcune serie comiche a puntate denominate<br />

Flop Shows. “Drammi medicali” è quella di<br />

maggior successo incentrata sulle paradossali<br />

vicende che animano un ospedale piuttosto<br />

sui generis. Una sorta di parodia di E.R. che<br />

vede come protagonisti, il cantante Elio e<br />

Maccio Capatonda, il celebre Padre Maronno<br />

di Mai Dire Martedì. Floptv vuole<br />

porsi come un vero e proprio laboratorio per<br />

nuovi talenti: chiunque può proporre idee<br />

innovative e inviare video-provini con la possibilità<br />

di essere scelti come protagonisti di<br />

una sit-com. Al momento sono aperte le selezioni<br />

per “Sogni”, serie dedicata ai deliri onirici.<br />

Aspiranti comici, fatevi avanti dunque e<br />

buona fortuna.<br />

La Panini<br />

su Youtube<br />

I tempi cambiano e anche le figurine<br />

“Calciatori Panini”, mitico simbolo di un calcio<br />

che non c’è più, si adeguano. Con un’ intervista<br />

al senatore a vita Giulio Andreotti, la<br />

Panini ha lanciato un canale su YouTube<br />

dedicato agli appassionati.<br />

«Collezionare figurine e' utile anche ai bambini<br />

di oggi – ha detto Andreotti - aiuta a essere<br />

ordinati e ad avere un po' di metodo, che<br />

nella vita serve anche questo» Eppure, ha<br />

ricordato il senatore, in origine l’avvento delle<br />

figurine, agli inizi degli anni ’60, non fu esente<br />

da critiche perché “si dava ai calciatori una<br />

dignità pari a quella dei santini”.<br />

L’intervista ad Andreotti è la prima di una<br />

sezione dedicata ai collezionisti famosi.<br />

«Siamo molto grati al senatore Andreotti per<br />

aver voluto impreziosire il lancio del nostro<br />

nuovo canale», ha dichiarato Antonio Allegra,<br />

direttore commerciale <strong>della</strong> casa modenese.<br />

«Quella dei collezionisti di figurine dei<br />

calciatori e' diventata oramai una vera e propria<br />

web-community – ha proseguito Allegraora<br />

attendiamo numerosi i loro contributi<br />

video». La prima sfida per gli utenti è quella<br />

di riprodurre la rovesciata, emblema delle<br />

figurine panini, i migliori saranno premiati<br />

con la pubblicazione del video sul canale.<br />

Ma la Panini non si ferma qui: aperto anche<br />

uno spazio su Facebook, dove è possibile creare<br />

figurine personalizzate, abbinando il proprio<br />

volto alla maglia <strong>della</strong> squadra del cuore,<br />

per la gioia di grandi e bambini.<br />

“Rombo di tuono” per l’Isola ha tradito il suo Nord<br />

Gigi Rivail campione degli anni Settanta in una delle sue spettacolari rovesciate con la maglia del Cagliari.<br />

In Nazionale ha ottenuto brillanti successi tra cui il secondo posto nella Coppa Rimet in Messico nel 1970<br />

Riva torna in rete<br />

Il sito, un regalo del figlio per la festa del papà<br />

“19 ottobre 1970, Stadio San Siro<br />

di Milano. Il Cagliari ha subito<br />

infilato e umiliato l’Inter,<br />

oltre 70.000 spettatori: se li è<br />

meritati Riva che qui soprannomino<br />

Rombo di Tuono”, firmato<br />

Gianni Brera. Si apre così<br />

www.gigiriva.it, sito inaugurato<br />

da pochi giorni, dedicato allo<br />

straordinario bomber, detentore<br />

del record di reti segnate in<br />

nazionale: 35 in 42 partite.<br />

L’idea è stata del figlio Mauro:<br />

una gradita sorpresa per la festa<br />

del papà. «Non mi è mai piaciuto<br />

guardare il passato – ha detto<br />

Riva, attuale team manager <strong>della</strong><br />

nazionale - ma questo regalo lo<br />

accolgo con l'enorme piacere del<br />

gesto di amore di un figlio. Solo<br />

una cosa: di computer non capisco<br />

molto, ora dovrò mettermi a<br />

studiare questo Internet».<br />

Il sito, tutto in bianco e nero è<br />

davvero curato e completo. Attraverso<br />

i commenti dei più<br />

grandi giornalisti si ripercorre<br />

sibile vedere la storia<br />

di Riva attraverso<br />

filmati tratti da<br />

Youtube. La vera<br />

chicca è la biografia<br />

scritta nel 1973 da<br />

Lamberto Artioli,<br />

giornalista del Corriere<br />

<strong>della</strong> Sera, presentata<br />

come il racconto<br />

più “fedele,<br />

completo e toccante”<br />

<strong>della</strong> vita dell’attaccante<br />

di Leggiuno<br />

(Varese).<br />

Www.gigiriva.it è<br />

un sito diretto a<br />

tutti gli amanti del<br />

calcio senza distinzione<br />

d’età. Un’ occasione per<br />

rivedere le spettacolari sforbiciate<br />

e il sinistro al fulmicotone di<br />

Rombo di Tuono e l’opportunità<br />

di conoscere meglio un grande<br />

campione anche dal punto di<br />

vista umano.<br />

Viaggio tra oggetti volanti non identificati ed extraterrestri<br />

Ragazzi, attenti all’ufo<br />

Sei convinto di aver<br />

visto un ufo ma i tuoi<br />

amici non ti credono?<br />

Www.ufo.it è il sito<br />

che fa per te. Potrai<br />

segnalare i tuoi avvistamenti,<br />

compilando<br />

un apposito modulo e<br />

postare foto e video<br />

che dimostrino la veridicità<br />

dell’evento.<br />

Medesima possibilità<br />

anche in caso di incontri<br />

ravvicinati. Se<br />

dovessero emergere<br />

elementi interessanti,<br />

sarai contattato per<br />

eventuali approfondimenti.<br />

Ma www.ufo.it<br />

non è solo questo. È<br />

l’intera carriera di Rombo di<br />

Tuono dal Cagliari alla Nazionale:<br />

i suoi unici amori calcistici.<br />

C’è un’ area dedicata allo scudetto<br />

del 1970, l’unico nella storia<br />

dei sardi. Numerose le foto,<br />

molte inedite. Davvero bella la<br />

sezione multimedia dove è pos-<br />

una vera e propria<br />

guida per chi vuole<br />

avvicinarsi al mondo<br />

dell’ufologia. L’argomento<br />

è affrontato<br />

con la massima serietà<br />

perché “i milioni di<br />

testimoni – si legge sul<br />

sito – rappresentano<br />

di per sé un fenomeno<br />

meritevole di attenzione<br />

scientifica”. Vi è un<br />

database, in cui sono<br />

raccolti i dati relativi<br />

agli avvistamenti italiani<br />

dal 1900 al 2004:<br />

ben 13500. Si suggeriscono<br />

testi e riviste<br />

selezionate per un’informazione<br />

più completa.<br />

C’è la possibilità<br />

di rivolgersi agli esperti<br />

per organizzare conferenze<br />

sul tema. E per<br />

chi volesse saperne di<br />

più c’è Wikiufo, una<br />

vera e propria enciclopedia<br />

online sugli oggetti<br />

volanti non identificati,<br />

sul modello di<br />

Wikipedia.<br />

Pagina a cura di<br />

VALERIO ARRICHIELLO<br />

Make-up<br />

facce<br />

da Taaz<br />

Chissà come starei con i<br />

capelli più lunghi? Bionda<br />

sarei più bella? Che rossetto<br />

metto stasera?.<br />

Da oggi tutte queste domande<br />

trovano finalmente<br />

una risposta grazie a<br />

www.taaz.com, il sito dedicato<br />

agli amanti del<br />

trucco e <strong>della</strong> bellezza.<br />

Taaz sfrutta al meglio le<br />

moderne tecnologie, che<br />

permettono di cimentarsi<br />

nell’arte del make up attraverso<br />

il fotoritocco.<br />

Il sito mette a disposizione<br />

una serie di foto con cui<br />

allenarsi, ma è possibile<br />

caricare immagini personali.<br />

L’utente può sbizzarrirsi<br />

modificandole in tutti<br />

i particolari: dal taglio e<br />

colore di capelli alle mille<br />

combinazioni possibili per<br />

un maquillage perfetto, u-<br />

sando le tinte dei trucchi<br />

offerte dalle case cosmetiche<br />

più famose. Un solo sito<br />

per mille esigenze: aspiranti<br />

truccatori ansiosi di<br />

conoscere i segreti del make-up,<br />

donne vogliose di<br />

sperimentare un look diverso,<br />

per piacere al partner<br />

o per somigliare alla<br />

propria attrice preferita.<br />

Da non perdere la sezione<br />

celebrità, dove ci si può<br />

prendere la soddisfazione<br />

di imbruttire le star più<br />

invidiate.<br />

Giochi<br />

online<br />

La vita odierna ci impone<br />

spesso di trascorrere gran<br />

parte delle nostre giornate<br />

davanti al computer.<br />

Www.mygiochi.net ci<br />

permette di staccare un<br />

po’ la spina e rilassarci un<br />

po’ nelle pause lavorative.<br />

Www.mygiochi.net è un<br />

portale, completamente<br />

gratuito dove si trovano<br />

più di 1000 giochi online,<br />

divisi in categorie: sport,<br />

arca-de, avventura e ruolo.<br />

Da non perdere la sezione<br />

“giochi divertenti” dove ci<br />

si può imbattere nelle avventure<br />

più bizzarre come<br />

dover rubare banane a un<br />

gorilla o schiacciare brufoli<br />

a un giovane adolescente<br />

assillato dall’acne. Per i<br />

nostalgici c’è anche una<br />

pietra miliare del mondo<br />

dei videogames : pacman,<br />

il mitico fantasmino giallo<br />

. In ogni pagina c’è una<br />

chat che consente di fare<br />

amicizia con gli altri utenti<br />

impegnati contemporaneamente<br />

con lo stesso<br />

gioco.


Insieme a Vivara<br />

fa parte dal 2007<br />

dell’area naturale<br />

“Il Regno di Nettuno”<br />

con l’obiettivo<br />

di salvaguardare<br />

la bellezza del mare<br />

WEEK END<br />

Domenica 12 aprile 2009<br />

23<br />

Procida, l’isola di Massimo<br />

FRANCESCO PADULANO<br />

Delle isole del golfo di Napoli è<br />

la più piccola. Non è una meta<br />

prediletta dai vip come Capri<br />

e non è una “colonia” tedesca<br />

come Ischia, ma per chi volesse<br />

trascorrere un week end<br />

all’insegna del mare, Procida<br />

non ha proprio niente da invidiare<br />

alle sue più famose sorelle<br />

maggiori.<br />

Questo lo si capisce subito,<br />

appena si arriva con il traghetto<br />

al porto di Marina Grande:<br />

un tipico porticciolo mediterraneo<br />

circondato da vecchie<br />

case colorate (così i marinai<br />

potevano distinguerle<br />

pure<br />

da lontano, a<br />

bordo delle loro<br />

barche) e<br />

pieno di bar<br />

all’aperto. Da<br />

qui partono gli<br />

autobus che,<br />

compiendo diversi<br />

itinerari,<br />

riescono a far<br />

conoscere facilmente<br />

ai visitatori<br />

un’isola<br />

La cartolina<br />

L’isolotto di Vivara, collegato<br />

a Procida da un ponte, è<br />

da giugno 2002 una riserva<br />

naturale di Stato.<br />

La perla del Golfo di Napoli<br />

che stregò Troisi ed Elsa Morante<br />

che sembra giacere sul mare:<br />

infatti il nome Procida viene<br />

dal greco pròkéitai che significa<br />

“giace”. Tradizionalmente, i<br />

procidani dividono il centro<br />

abitato e i circa 16 km di costa<br />

in varie contrade, ma durante<br />

una gita non si possono non<br />

visitare: la marina <strong>della</strong> Chiaiolella,<br />

il borgo antico di Terra<br />

Murata e quello marinaro <strong>della</strong><br />

Corricella.<br />

Il film<br />

Nel 1994 l’isola fu set cinematografico<br />

<strong>della</strong> pellicola<br />

“Il postino”, con Massimo<br />

Troisi e Philippe Noiret.<br />

La Chiaiolella (ovvero spiaggiolella,<br />

piccola spiaggia) è la<br />

meta turistica dell’isola, dove<br />

si trovano alcuni dei ristoranti<br />

più frequentati (da segnalare<br />

lo storico locale “Il Galeone”).<br />

Motivo in più per raggiungerla<br />

è Vivara, l’isolotto a forma di<br />

mezzaluna che dal dicembre<br />

2007 è il nucleo dell’area marina<br />

protetta “Il Regno di Nettuno”.<br />

Il borgo di Terra Mura-<br />

ta, cosiddetto per le sue fortificazioni<br />

medioevali, è situato<br />

sul punto più alto dell’isola. A<br />

caratterizzarlo c’è il Palazzo<br />

Reale, detto anche il “Castello”,<br />

costruito nel XVI secolo e a<br />

cui fu aggiunto il carcere, poi<br />

chiuso nel 1988. La Corricella<br />

è la contrada più affascinante<br />

di Procida. Le case dei pescatori<br />

sono come aggrappate alla<br />

ripida costa, e infatti ci si può<br />

accedere solo grazie a delle<br />

scalinate (come quella del<br />

“Pennino”). Qui è stato girato<br />

l’ultimo film di Massimo Troisi<br />

“Il Postino”. E ancora oggi,<br />

tra i racconti<br />

di vita dei<br />

pescatori e<br />

un bicchiere<br />

di limoncello,<br />

si capisce<br />

perché l’immenso<br />

artista<br />

sia rimasto<br />

colpito<br />

dalla sempli-<br />

La specialità<br />

I limoni procidani sono<br />

famosi per la loro dolcezza.<br />

Una ricetta li vuole con<br />

olio, menta e peperoncino.<br />

ce bellezza<br />

di Procida,<br />

l’isola che<br />

“giace” sul<br />

mare.<br />

Sushi di ricciola al pesto di verdure<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

ricciola 2kg;<br />

rucola 3 mazzetti; finocchio 1;<br />

un cuore di sedano; insalata belga 1;<br />

pinoli 40gr; olio extravergine di oliva;<br />

sale e peperoncino.<br />

Preparazione:<br />

di Francesco Maria Borrelli<br />

Sfilettate la ricciola ben lavata, pulita all’interno,<br />

squamata e spellata, tagliatela in fettine<br />

sottili e disponetele in un piatto ampio.<br />

Mettete poche spruzzate di olio extravergine<br />

d’oliva e il peperoncino fresco tagliato a pezzi<br />

in un contenitore, amalgamateli, versateli sul<br />

pesce e lasciate riposare il tutto per mezz’ora.<br />

Mescolate di tanto in tanto.<br />

Tagliate grossolanamente le verdure ben pulite,<br />

tutta la rucola, il cuore del finocchio e una<br />

costa interna di sedano (foglie escluse).<br />

Frullate le verdure aggiungendo i pinoli, l’olio<br />

d’oliva e un pizzico di sale. Otterrete così il<br />

pesto che userete per accompagnare a piacimento<br />

il pesce. Dopo mezz’ora sgocciolate la<br />

ricciola stando attenti a togliere quasi tutto il<br />

peperoncino (se gradite il gusto molto piccante<br />

potete lasciarlo).<br />

Esfoliate l’insalata belga e disponetela in un<br />

ampio piatto da portata. Adagiatevi il pesce e<br />

servitelo con il pesto a lato. Gustate questo<br />

piatto intingendo a piacere la ricciola nella<br />

salsa di verdure dai tono amari che ben si sposano<br />

con il gusto intenso del crudo di mare.<br />

I vini: Fiano bianco, Pestum igt Vignolella<br />

(Cantine Barone) freddo o Aglianico rosso,<br />

Turasi docg (Villa Raiano) decantato ½ ora.

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