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Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Quadrimestrale - Settembre <strong>2012</strong> - Anno 1 Numero 0<br />
Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - 70%
Port Village - Il magazine di chi ama vivere il mare - Settembre <strong>2012</strong> – Anno 1 Numero 0 - Quadrimestrale<br />
In attesa di registrazione al Tribunale di Salerno<br />
Direttore responsabile: Roberta Busatto – direttore@canaliaperti.it - Redazione: redazione@canaliaperti.it<br />
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Foto in copertina di Francesco Rastrelli<br />
Sommario<br />
4 Un ritorno alle origini<br />
Intervista al Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca<br />
6 Ogni navigazione e’ indimenticabile<br />
Intervista al presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio<br />
7 Il mare merita rispetto<br />
Intervista al presidente di Assonat, Luciano Serra<br />
8 Il talento degli italiani<br />
A confronto con il campione del mondo di vela, Paolo Scutellaro<br />
10 La nave-scuola Amerigo Vespucci<br />
Il simbolo della marineria italiana<br />
12 Dal Cahier de Voyage di Francesco Rastrelli<br />
La Costiera Amalfitana<br />
16 Dal Cahier de Voyage di Francesco Rastrelli<br />
La Costiera Cilentana<br />
19 Autentici capolavori<br />
Le fragranze di “Bruno Acampora profumi”<br />
20 Un porto che emoziona<br />
Marina d’Arechi Salerno port village<br />
26 I gioielli di famiglia<br />
Le 100 perle del mare <strong>italiano</strong> di Donatella Bianchi
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Editoriale<br />
Buona<br />
navigazione<br />
a chi ama<br />
vivere il mare<br />
Il mare si può vivere, scegliere o amare.<br />
Il mare vive, si fa scegliere e ricambia l’amore con relazioni intime ed intense.<br />
Ciascuno parla con lui come vuole. Nulla è dovuto. Nulla è forzato.<br />
Port Village è la rivista di chi ama vivere il mare. Di chi sceglie in libertà il miglior rapporto con lui, quello che più gli corrisponde.<br />
Che sia un imprenditore o uno scrittore, un rappresentante delle istituzioni o del mondo dello spettacolo, un giornalista o uno<br />
sportivo, un appassionato o un diportista, sarà nostro protagonista chi ha un’esperienza di mare da raccontare.<br />
Economia, cultura, ambiente, sport, spettacolo o moda, tutto può concorrere a fare del mare il centro della nostra dimensione,<br />
individuale e collettiva. In un Paese come il nostro, che rappresenta da solo il 16% delle coste del Mediterraneo.<br />
Port Village è un luogo di incontro e di scambio. Una porta di accesso. Un punto di partenza e di arrivo. Un viaggio da fare da<br />
soli o in compagnia.<br />
E’ una festa di suoni, profumi e colori.<br />
Un porto a cui approdare per ritrovarsi e trovare nuove emozioni da condividere.<br />
Roberta Busatto<br />
Direttore responsabile
Intervista al Ministro per la Coesione territoriale,<br />
Fabrizio Barca<br />
Un ritorno<br />
alle origini<br />
Village Port<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Come descriverebbe il suo rapporto con il mare? E quali esperienze, vissute direttamente o indirettamente, l'hanno<br />
particolarmente colpita nel corso della sua vita?<br />
“Il mio è un rapporto che definirei regressivo, a causa proprio delle caratteristiche dell’elemento in questione, della sua totale infinitezza.<br />
Il mare mi fa tornare alla mia primitività, alle mie origini. Ho vissuto infinite esperienze, ma su tutte mi preme citarne una che mi<br />
ha colpito. Anni fa ho rischiato di morire in mare ad Ischia per aver sopravvalutato le mie capacità di nuoto e sottovalutato la forza<br />
delle onde. Eravamo in sei e in tre abbiamo salvato gli altri tre. Oggi da quel giorno dedico molta più attenzione alla bandiera rossa<br />
quando sventola. Ma il mio rapporto con il mare non si è alterato”.<br />
Che ruolo pensa possa svolgere l'economia del mare in Italia?<br />
È d'accordo con quanti sostengono che sia una della filiere più importanti per lo sviluppo del nostro Paese, in particolare<br />
del Sud?<br />
“La storia della nostra Penisola, sia nelle sue vicende antiche che in quelle medievali e rinascimentali, ci dice che tutte le grandi innovazioni<br />
e gli stimoli per la cultura e l’economia sono venuti dal mare, attraverso il quale abbiamo nel corso dei secoli promosso lo sviluppo<br />
del Mediterraneo. C’è poi un aspetto produttivo che mi piace sottolineare, il Paese è un buon consumatore dei suoi prodotti<br />
L’economia del mare è prima di tutto economia della pesca. Abbiamo saputo legare la modernità con la natura del cibo lento e<br />
buono. A questo aspetto si è aggiunta la dimensione più recente del turismo, esplosa 100 anni fa. La carta che il Paese ha saputo giocare<br />
è quella di essere riuscito a non devastare le sue coste, anche a causa di una arretratezza industriale che ci ha salvaguardati. Il<br />
turismo sembra oggi aver ritrovato un suo equilibrio”.<br />
Cosa è mancato all'Italia per mettere a frutto il suo grande patrimonio naturale e culturale?<br />
“L’Italia ha potenzialità non espresse per un motivo chiaro: la carenza di concorrenza nell’utilizzo di accesso al mare e ai porti. Non<br />
è purtroppo detto che chi riesce ad avere accesso abbia realmente le migliori chance per utilizzarlo al meglio e non è dunque detto che<br />
vengano offerti i servizi di migliore qualità. Spesso prevalgono logiche di clientelismo, soprattutto al Sud. In Italia si portano avanti in<br />
maniera poco lucida e lungimirante progetti di turismo legato alla piccola borghesia e al ceto medio, tipo villaggio, che non apportano<br />
quel valore aggiunto che potremmo ottenere. Il nostro è un Paese in cui l’industria è altamente concorrenziale, deve diventarlo anche<br />
nei servizi terziari e dunque anche in quelli legati alla balneazione. Lo stesso vale anche per i servizi all’interno e all’esterno dei centri<br />
archeologici che ancora oggi non sono abbastanza garantiti”.<br />
4
Per rovesciare la domanda, quali elementi pensa siano necessari per favorire lo sviluppo del settore?<br />
“Più concorrenza, attraverso un esercizio maggiore di tutela.Sprovincializzazione. Se da un lato le conoscenze di come utilizzare venti<br />
e maree e di come rispettare le qualità naturali, dunque quelle locali, sono spiccate e importanti, dall’altro e proprio per questo manca<br />
un’attenzione all’ingegnerizzazione del turismo. Ci si affida ad operatori locali piuttosto che ad intermediari capaci di intercettare i<br />
grandi flussi del turismo. Abbiamo poca conoscenza della domanda e produciamo un’offerta sfasatissima rispetto alla realtà. Quindi,<br />
più apertura ai grandi intermediari di turismo internazionale”.<br />
Come commenta la situazione attuale del settore nautico e della particolare attenzione legata a chi va per mare?<br />
“La penso come il mio amico Befera. Chi non ha problemi ovviamente non deve preoccuparsi, non esiste una punizione per chi ha<br />
lavorato e ha scelto di godere degli ozii della navigazione, che può continuare a navigare tranquillo. La crisi del settore nautico dipende<br />
certamente da altro. Ed è evidente come in generale le difficoltà economiche abbiano colpito in modo asimettrico secondo diverse<br />
fasce di reddito”.<br />
Nella realizzazione di grandi opere quanto e come il privato può prendere dal pubblico e viceversa?<br />
“Il pubblico ci mette, al di là delle risorse finanziarie, la certezza degli interessi generali e l’interpretazione dei fabbisogni. E’ il pubblico<br />
che garantisce, ad esempio che la costa sia valorizzata e non chiusa. Il privato ci mette il fatto che il tempo conta, cosa che il pubblico<br />
fatica ancora a comprendere. L’incrocio di queste due cose: il tempo e l’interesse generale, funziona se le due parti scrivono contratti<br />
fatti bene, che impegnino entrambi e che consentano il rispetto dei requisiti. Questi in particolare vanno ben specificati. Sta al privato<br />
individuare clausole di salvaguardia che garantiscano il rispetto dei tempi e quindi il rientro degli investimenti”.<br />
“Il mio rapporto con il mare è regressivo,<br />
a causa della sua totale infinitezza”.<br />
5
Ogni<br />
navigazione<br />
è indimenticabile<br />
Village Port<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Intervista al presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio<br />
Quando è iniziato il suo rapporto con il mare?<br />
“Con piccoli cabinati a vela che utilizzavo da ragazzo, come l’ALPA 550 o l’ALPA 19 e con romantiche uscite notturne,<br />
con la luna piena e il cielo stellato, in compagnia di amici indimenticabili che mi hanno persuaso che la vacanza in barca<br />
è la vacanza più totale, sportiva ed emozionante che si possa sperimentare.<br />
Impegni professionali in Italia e nel mondo mi hanno impedito lunghi periodi in barca, se non per rapide gite lagunari<br />
su barche open. Ma ogni giorno trascorso a bordo di una imbarcazione, come mi è capitato di sperimentare in occasionali<br />
navigazioni su grossi cabinati lungo le coste italiane, è indimenticabile.<br />
D’altro canto la passione non va confusa con la professione perché essere operatori di porti turistici significa rimanere per<br />
la maggior parte del tempo a terra per garantire un servizio ottimale alla clientela e un continuo trasferimento alle<br />
strutture per un adeguamento al mercato che cambia”.<br />
Da questa passione deriva la scelta di Assomarinas?<br />
“Il legame associativo, proprio per le soddisfazioni che la gestione di un porto turistico può dare nei rapporti con la<br />
clientela, è anche un legame di complicità con colleghi che conoscono a fondo la magia di questo ambiente e il piacere<br />
di essere registi di autentici villaggi galleggianti in cui nascono amicizie vere.<br />
L’associazione raggruppa oggi 88 porti turistici di tutta Italia, molti dei quali gestiti da più generazioni di famiglie imprenditoriali<br />
che hanno saputo farne dei veri circoli di cultori della nautica fidelizzati al proprio porto turistico”.<br />
Non pesa troppo la concorrenza tra porti turistici?<br />
“Più che di concorrenza si tratta di costruttivo spirito di emulazione, per cui le soluzioni più intelligenti adottate da alcuni<br />
vengono immediatamente imitate dagli altri a vantaggio della crescita del sistema dei servizi turistici e dell’acquisizione<br />
di una clientela internazionale”.<br />
Come risponde a questo momento in cui i diportisti sono decisamente sotto osservazione?<br />
“Questo è il momento per il nostro comparto per rivendicare tutta la sua dignità di componente altamente qualificata<br />
dell’industria turistica nazionale, per cogliere tutte le opportunità dell’impresa economica che offre. I servizi nautici, che<br />
sono turistici ma anche tecnici e coinvolgono centinaia di aziende diverse in una grande filiera, possono garantire sviluppo<br />
anche attraverso la nascita, che in questi mesi è avvenuta, di modernissime strutture che sono attrattori turistici di<br />
livello mondiale”.<br />
ASSOMARINAS<br />
È l'Associazione Italiana Porti Turistici aderente al sistema Confindustria. Opera sin dal 1972 per fare rete tra le strutture<br />
ricettive per la nautica da diporto lungo le coste italiane. www.marinas.it<br />
6
Il mare<br />
merita<br />
rispetto<br />
Intervista al presidente di Assonat, Luciano Serra<br />
Come descriverebbe il suo rapporto con il mare?<br />
“Un rapporto costruito nel tempo basato su un profondo rispetto e la consapevolezza del valore enorme in termini generali<br />
che rappresenta per la nostra collettività”.<br />
Quanto ha influito la sua passione sulla scelta professionale?<br />
“La scelta professionale è stata determinata dalla conoscenza e il rapporto di profonda stima e amicizia con l’Ammiraglio<br />
Giuseppe Francese ai tempi in cui rivestiva il ruolo di Direttore Marittimo della Toscana. Un uomo speciale di cui voglio ricordare<br />
una frase del discorso di commiato da Comandante Generale del corpo delle capitanerie di porto: “non vi è efficienza<br />
senza responsabilità, non vi è capacità senza dedizione, non vi è certezza di risultato se non dal dovere compiuto fino in<br />
fondo””.<br />
Village Port<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Pensa che tra i porti turistici italiani prevalga oggi un rapporto di concorrenza o di collaborazione?<br />
“Per un lungo periodo è prevalso solo il concetto “io sono il più bravo e forse anche il più furbo”. Dopo un lungo processo di<br />
evoluzione nella qualità dei servizi, nella tutela ambientale e nell’efficienza generale possiamo affermare che ci deve essere<br />
sempre una sana e corretta concorrenza tipica dello spirito imprenditoriale ma unita in modo irreversibile ad una necessaria<br />
collaborazione, attraverso una messa in rete dei porti turistici italiani che vedano così lo sviluppo di questo settore strategico<br />
per il turismo nautico. Se non lo faremo saremo perdenti rispetto alla concorrenza straniera”.<br />
Cosa ritiene sia necessario fare per riportare l’opinione del Paese sulla nautica da diporto in una dimensione<br />
corretta?<br />
“In questo momento di crisi economica, finanziaria e politica, pensare di far passare il messaggio che nella nautica si annidano<br />
solo evasori è stato una sorta di consapevole distrazione per l’opinione pubblica portata avanti da operazioni eclatanti mentre<br />
si deve prevenire, combattere e punire come fanno in tutti i paesi civili con riservatezza, regole precise e senza mezzi termini.<br />
I grandi evasori nel momento in cui è stato annunciato che la barca poteva affondare erano già in mare sulle scialuppe, vedi<br />
scudo fiscale, noi al contrario siamo qui sottoposti a ogni tipo di controllo fiscale e con metodologie in alcuni casi discutibili. Il<br />
Governo dopo aver recepito le indispensabili modifiche alla tassa di stazionamento deve adesso riportare un clima di serenità<br />
attraverso la legge quadro sulle concessioni demaniali di cui si sta interessando il ministro del turismo. L’occasione potrebbe<br />
rappresentare il momento di rappacificazione tra l’utenza e lo Stato che deve sostenere politicamente questo settore facendo<br />
conoscere all’opinione pubblica il ruolo strategico che la nautica rappresenta nel nostro Paese, circa 100.000 addetti (più della<br />
Fiat), in termini occupazionali e in termini di sostegno all’ultima industria italiana, quella del turismo”.<br />
ASSONAT<br />
E’ l’Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici aderente al sistema Confcommercio. Nasce nel 1982, senza scopo di<br />
lucro, con l'obiettivo di tutelare gli interessi delle Aziende che si occupano della costruzione o della gestione degli Approdi<br />
Turistici Italiani. www.assonat.com<br />
7
A confronto<br />
con il campione del mondo di vela,<br />
Paolo Scutellaro<br />
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Il talento<br />
degli italiani<br />
“Avevo 7 anni quando ho iniziato ad andar per mare” e ancora oggi Paolo Scutellaro non l’ha lasciato.<br />
“Il mare è quasi una malattia e infatti non riesco mai a staccarmene. Tante volte ho pensato a dire basta ma non ci sono mai riuscito”. Una passione<br />
che si è fatta professione, un rapporto intimo e quotidiano, nato grazie al papà che pur non avendo potuto praticare sport legati al mare o<br />
navigare lo ha messo su una barca fin da bambino. “L’Italia vive il grosso problema di vivere la nautica come elitaria con costi elevati e una difficoltà<br />
di accesso superiore a quanto avvenga in altri Paesi. La vela stessa è uno sport ancora troppo difficilmente accessibile e legato a circoli esclusivi.<br />
Questo vale soprattutto per il Sud, perché al Nord è più aperta al godimento popolare”. Ma l’amore ha vinto ogni difficoltà, con l’aiuto della fortuna<br />
e del proprio talento, “all’inizio della carriera ho avuto la fortuna di ottenere risultati importanti nelle competizioni. L’entusiasmo nelle cose è<br />
importante ma sono le soddisfazioni che lo mantengono vivo. Se arrivano i risultati è più facile prendere le decisioni. Le vittorie mi hanno aiutato<br />
ad essere ancora oggi insieme al mare”. Paolo Scutellaro è conosciuto per la sua duplice capacità, quella di vivere gare veliche e quella di progettazione<br />
e promozione di eventi importanti. Ultimo tra tutti le World Series dell’America’s Cup di Napoli. “Se vai per mare per una vita ti rendi<br />
conto che questo è fatto di tante cose, di portualità, servizi, indotto, cantieristica. Ti metti così a confronto con una realtà economica importante<br />
ma poco valorizzata. Il mio lungo percorso agonistico ha accompagnato anche tutta la mia carriera scolastica, fino alla laurea in Economia. Così<br />
la passione, i risultati e la mia formazione si sono naturalmente riversati nella mia vita professionale. Con il tempo ho capito che c’erano i margini<br />
per lavorare nel mio settore, nella vela e nello sport, e mi sono trovato a legarlo alle attività economiche e ad un indotto ancora poco utilizzato.<br />
Sono convinto che siano proprio questi settori legati al mare che potrebbero dare<br />
un impulso di sviluppo al nostro Paese, soprattutto in un momento come questo.<br />
E’ questa economia l’investimento più adatto all’orografia dell’Italia, che è fatta<br />
per lo più di coste”. Ed è immersa nel mare la sua Napoli, “che non sono ancora riuscito a lasciare. E’ una città difficile soprattutto<br />
per chi ha pochi mezzi economici ma è unica e ti tiene legato a sé. Soprattutto grazie al mare”. “La prima candidatura di Napoli per l’America’s<br />
Cup” ha commentato Scutellaro “la presentai personalmente nel 2003 per la stagione 2004/2005. Napoli è una città unica al mondo orograficamente<br />
e per le potenzialità che esprime in termini di spettatori. Il fatto che finalmente, grazie ad una sinergia istituzionale, ci sia finalmente riuscita<br />
mi dà grande gioia e ottimismo per il futuro. Spero che questa convergenza si mantenga nel tempo e che si dia inizio all’organizzazione di tanti<br />
eventi che possano apportare nuova occupazione e benefici per tutti”. La ricetta è semplice: “il successo di Napoli è frutto di un lavoro di team, in<br />
cui io credo da sportivo e da regatante. E’ lo spirito di squadra che fa la differenza, molto più dei talenti individuali. Se si mettono insieme competenze<br />
e obiettivi comuni ogni ostacolo è superabile”. Eppure l’Italia destina ancora poche risorse all’Economia del mare. “Il nostro Paese ha<br />
investito nel tempo in altri settori come l’automotive, il petrolio e la chimica, trascurandone altri, come la nautica e il turismo. Questa scelta oggi<br />
si è rivelata fallimentare. E’ da tempo che si parla di mare in termini economici ma poco ancora si fa. Le idee sono tante ma vanno attivate con<br />
una reale politica di sviluppo e una strategia chiara”. Nel frattempo, anche grazie all’America’s Cup è tornata alta in Italia l’attenzione sul mondo<br />
della vela. Per citare solo uno degli esempi positivi, colpisce “la riscoperta passione degli italiani per la navigazione oceanica in solitario, prima<br />
prettamente francese. Abbiamo tolto la divisa del navigatore giornaliero per avventure più<br />
complesse, ottenendo grandi risultati. I talenti italiani ormai si sono fatti spazio<br />
e sono riconosciuti in tutto il mondo. Manca però un sistema vela, un’organizzazione che possa finanziare univocamente<br />
queste forze. Ci sono tante strutture piccole che non parlano tra loro. Prendiamo la Nuova Zelanda, il cui team è per loro una sorta di<br />
accademia della vela. Il Governo investe milioni di euro per continuare a farlo vivere. E’ vero che lì la vela è come per noi il calcio. Noi abbiamo<br />
il calcio e il mare ce lo siamo dimenticati”. E allora “togliamo qualche risorsa al calcio, che ultimamente ha dimostrato di avere delle falle anche<br />
etiche e investire in un settore forse più consono alla conformazione del nostro Paese. Siamo simili alla Nuova Zelanda,<br />
abbiamo grandi talenti, ma mancano gli investimenti per farli crescere”. Come a dire,<br />
la passione e il talento non sempre bastano.<br />
8
“Il mare è quasi una malattia<br />
e infatti non riesco mai a staccarmene.<br />
Tante volte ho pensato a dire basta<br />
ma non ci sono mai riuscito”.<br />
9
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
10
La nave-scuola Amerigo Vespucci<br />
Il simbolo della marineria italiana<br />
Signori e signore, benvenuti a bordo.<br />
La storia e il fascino della nave-scuola Amerigo Vespucci sono pronti ad accoglierci.<br />
Insieme a noi un viaggiatore d’eccezione, l’appassionato e sapiente Ammiraglio Mario Billardello, che ne è stato Comandante.<br />
Innanzitutto è opportuno chiarire che stiamo salendo a bordo di una signora di 81 anni, portati molto bene. Una donna fiera e dal fascino impermeabile al passare<br />
del tempo.<br />
L'Amerigo Vespucci fu progettata nel 1925, impostata il 12 maggio 1930 nel Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, fu varata il 22 febbraio 1931 ed entrò<br />
in servizio a luglio dello stesso anno. Il 4 luglio 1931, al comando del Capitano di Vascello Augusto Radicati di Marmorito, nobile piemontese partì per la sua prima<br />
Campagna Addestrativa in Nord Europa.<br />
Oggi ancora solca i mari di tutto il mondo portando in alto il vessillo dell’italianità.<br />
E’ il veliero più antico di cui dispone la Marina Militare Italiana. Il suo gemello “Cristoforo Colombo”, progettato nello stesso anno ed entrato in funzione nel 1928,<br />
dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale fu ceduta all'Unione Sovietica come risarcimento ai danni della guerra.<br />
“L’Amerigo Vespucci è una imbarcazione di 5.000 tonnellate messa a punto in un solo anno. E’ un dato questo che colpisce profondamente, soprattutto se confrontato<br />
con i tempi di operatività delle imbarcazioni di oggi, che sono ultra meccanizzate. Il Vespucci è stato costruito con tecniche di giunzione diverse da quelle attuali,<br />
che avvengono attraverso una saldatura robotizzata. Lì sono chiodate, sovrapposte, ribaltate e messe insieme. Ancora adesso si cercano artigiani capaci di eseguire<br />
queste tecniche per la manutenzione”.<br />
Dal punto di vista tecnico-costruttivo si tratta di nave molto speciale, bella per tutti e interessante per gli esperti: vela con motore, "armata a Nave", con tre alberi<br />
verticali, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. E ancora vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso<br />
e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana.<br />
Un vero paradiso per gli appassionati di vela!<br />
“Quasi tutti i comandanti del Vespucci hanno una pregressa esperienza velica. Cito su tutti Straulino, che ha ottenuto grandi riconoscimenti nelle competizioni.<br />
Siamo così appassionati che quando si può il Vespucci apre le vele per affrontare lunghe navigazioni”.<br />
E poi c’è quello scafo che fa innamorare le genti di tutte le età e di tutte le provenienze. Un colore inconfondibile, quel bianco e nero a strisce orizzontali, che sottolinea<br />
il richiamo al passato: le fasce bianche ricordano infatti le due linee di cannoni del vascello ottocentesco alla cui tipologia il progettista si era ispirato.<br />
Lo scafo, a favore degli esperti, è a tre ponti principali, continui da prora a poppa, più vari ponti parziali; possiede due sovrastrutture principali, il castello a prora e il<br />
cassero a poppa, che si elevano sul ponte di coperta ma che idealmente ne sono la continuazione.<br />
A prora della nave si trova la polena, che rappresenta Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato. Caratteristica della nave sono i fregi di prora e l'arabesco di<br />
poppa, in legno ricoperti di foglia d'oro zecchino. Il fasciame è composto da lamiere di acciaio di vario spessore collegate mediante chiodatura alle costole, che costituiscono<br />
assieme alla chiglia e ai bagli l'ossatura della nave. Molte parti della nave sono in legno, diversificato a seconda delle caratteristiche richieste.<br />
Chi vi sale a bordo, che sia ospite, curioso, allievo e comandante ne resta affascinato.<br />
“I primi giorni dopo la mia nomina, ero angosciato dal pensiero che fossimo già più vicini alla conclusione dell’anno di comando. Poi mi sono piano piano abituato,<br />
ma il legame con il Vespucci è in me molto forte, avendo avuto un’esperienza importante sia da allievo che da comandante”.<br />
Come una dolce calamita che supera anche la fatica del lavoro manuale…<br />
“E’ certamente un simbolo della marineria italiana, per la sua storia, perché è una nave-scuola, perché trasforma lo studio della navigazione in pratica.<br />
Pur utilizzando apparati satellitari e apparecchi moderni, l’allievo naviga come ai vecchi tempi, attraverso l’osservazione delle stelle, la forza delle braccia per muovere<br />
le vele senza gli argani e l’applicazione delle vecchie conoscenze. Ci si approccia al moderno ma senza toccare le fondamenta di come andare per mare che ti danno<br />
solo i vecchi metodi.<br />
I nuovi sistemi qui gli allievi li utilizzano solamente in senso consapevole e limitato”.<br />
Il Vespucci ospita tutto l’anno a bordo 270 uomini e d’estate anche gli allievi dell'Accademia Navale, del Collegio Navale, ora Scuola Navale, "Morosini", degli allievi<br />
nocchieri, nonché di giovani facenti parte di associazioni veliche, quali la Lega Navale Italiana e la Sail Training Association Italia, arrivando a circa 500 persone di<br />
equipaggio. Il reparto continua a lavorare in autonomia, ma gli allievi vengono divisi in squadre e integrati alle attività della nave, stabilite dal comandante.<br />
“Nasce come nave scuola secondo le vecchie tradizioni. E’ un simbolo per questo, è un simbolo per come è stata costruita ed è un simbolo di italianità”.<br />
La nave-scuola nel corso dei suoi 81 anni di vita ha toccato nelle sue campagne estive tutti i bacini del mondo, accoglie appassionati di ogni nazionalità, ha ospitato e<br />
ospita a bordo importanti incontri di ambasciatori e istituzioni.<br />
E chi c’è stato può testimoniare che il fascino della sala consiglio o del suo giardinetto, non solo incantano ma magicamente intervengono nella chiusura di buoni<br />
accordi…<br />
Tutto appare chiaro fin dalla sua missione ufficiale che recita "non chi comincia ma quel che persevera".<br />
Che significa preferire chi il mare lo vive da protagonista, fino alla fine e senza scorciatoie. Chi sceglie un’esperienza profonda, fisica e determinata.<br />
Un motto che è una linea educativa, capace di resistere al tempo e alle intemperie, come solo i grandi classici possono fare.<br />
La nave dal fascino inconfondibile<br />
pronta a conquistare tutte le genti<br />
La nave simbolo dell’italianità nel mondo<br />
impegnata in viaggi e incontri internazionali<br />
La nave che fa scuola e resiste al tempo<br />
come solo i grandi classici possono fare
12<br />
La Costiera<br />
Amalfitana<br />
Dal Cahier de Voyage<br />
di Francesco Rastrelli<br />
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Un viaggio da sogno lungo la costiera che prende il<br />
nome dalla città di Amalfi e che da Salerno arriva<br />
fino a sfiorare Capri. Antichi borghi marinari, scogliere<br />
sinuose, città dai colori inconfondibili, ne<br />
fanno patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.<br />
Una meta imperdibile per gli amanti del mare e<br />
delle sue tradizioni. Che si scelga il silenzio di<br />
Cetara o il movimento di Positano, un tuffo nel<br />
fiordo di Furore o una passeggiata nelle ville di Ravello,<br />
che ci si fermi ad Atrani o Vietri sul Mare, la<br />
Costiera amalfitana riesce sempre ad emozionare.
Gioielli capaci di resistere al tempo sono le tradizioni<br />
che gli artigiani, i pescatori e gli agricoltori<br />
dei comuni della Costiera mantengono costantemente<br />
vive. La carta di Amalfi o le ceramiche<br />
di Vietri sono capaci di conquistare visitatori<br />
provenienti da ogni parte del mondo. Le<br />
tecniche e i prodotti sono intrisi di quel mare<br />
che bagna la costa e conquista abitanti e visitatori.<br />
Un’esperienza da vivere intensamente.<br />
13
Arte, moda e creatività regalano<br />
alla Costiera amalfitana quel<br />
tocco di stile inconfondibile. Ispirati<br />
al mare e ai suoi tesori, artisti,<br />
artigiani e stilisti colorano le vie<br />
delle città di boutique e gallerie di<br />
grande eleganza.<br />
Regina incontrastata, Positano,<br />
dove il glamour si incontra con la<br />
qualità, forse ispirata da quelle<br />
sirene che si dice abitassero il<br />
vicino golfo e siano rappresentate<br />
dal piccolo arcipelago de Li Galli.<br />
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
A Ravello, “Città della musica”, da oltre mezzo secolo va in scena uno dei festival italiani più antichi. Sui palchi protesi verso il mare<br />
di Villa Rufolo, Villa Cimbrone e dello straordinario Auditorium Oscar Niemeyer, continuano ad alternarsi eccellenti orchestre, noti<br />
complessi da camera, illustri direttori, importanti solisti, famosi jazzisti, prestigiosi cantanti lirici e pop, celebri compositori, danzatori<br />
e coreografi di successo e attori e registi di fama mondiale (www.ravellofestival.com).
I prodotti del mare e della terra sono i protagonisti di una cucina amata in tutto il mondo. il giallo profumato dei limoni e<br />
del limoncello, il rosso intenso dei gamberi, l’oro limpido dei vini e l’arcobaleno dei dolci colorano le tavole e i piatti<br />
prelibati da gustare scrutando l’orizzonte.<br />
“I nostri occhi di pellegrini non si stancano di guardare cadute e salite a vortice verso la superficie<br />
dell’acqua di cupole di meduse e pagode di molluschi, minareti di ricci e capelli di anemoni”.<br />
Salvatore Quasimodo
La Costiera<br />
Cilentana<br />
La Costiera Cilentana è certamente una delle più belle<br />
e pulite coste d’Italia. Ogni anno la qualità delle sue<br />
acque viene insignita delle più importanti certificazioni<br />
ambientali. Da Paestum fino a Sapri si trovano località,<br />
grotte, insenature e spiagge talmente affascinanti da<br />
essere divenute luogo di racconti mitologici fin dai<br />
tempi di Omero.<br />
Dal Cahier de Voyage<br />
di Francesco Rastrelli<br />
16
Si narra che le sirene che cercavano di sedurre Ulisse si trovassero nell’isolotto<br />
antistante Punta Licosa. O che il nocchiero di Enea si chiamasse Palinuro.<br />
A ridosso del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, patrimonio<br />
UNESCO dal 1998, questa costa unisce le antiche tradizioni contadine e naturali<br />
con la cultura del mare. Località come Palinuro, Acciaroli, Agnone, Camerota<br />
e Ascea marina sono note in tutto il mondo.<br />
Territorio dall’antica storia, la Costiera Cilentana possiede due gioielli di indiscusso<br />
valore: le colonie greche di Paestum ed Elea-Velia.<br />
17
La grande tradizione marinara della Costiera Cilentana<br />
si assapora anche nelle sue produzioni tipiche.<br />
Tra queste ce n’è una davvero speciale: le Alici di Menaica.<br />
Questa antichissima tecnica di pesca, un<br />
tempo diffusa in tutto il Mediterraneo, oggi sopravvive<br />
soltanto a Marina di Pisciotta. Nelle giornate di<br />
mare calmo, all’imbrunire, i pescatori stendono le reti<br />
che selezionano i pesci in base alla dimensione, catturando<br />
solo quelli più grandi. Una volta tirata la rete in<br />
barca le alici vengono selezionate e pulite una ad una.<br />
Tornati in porto i pescatori le lavorano immediatamente,<br />
lavandole in salamoia e disponendole nei<br />
terzigni, tipici vasetti di terracotta, alternandole con<br />
strati di sale. Pronte da gustare.<br />
18
Autentici<br />
capolavori<br />
Le fragranze di “Bruno Acampora Profumi”<br />
Ispirato dal mare, immerso nella vita.<br />
Bruno Acampora, fondatore dell’omonima casa di profumi, creava le<br />
sue essenze lasciando che le sue esperienze sensoriale e personali lo<br />
guidassero.<br />
Sette essenze conosciute in tutto il mondo ne fanno da quarant’anni<br />
punto di riferimento del vero Made in Italy, quello dell’alta artigianalità e<br />
della grandissima qualità.<br />
Una tradizione apprezzata da cultori delle fragranze preziose, nella loro<br />
unione e nel loro confezionamento.<br />
Oggi a portare avanti l’azienda nata guardando il mare dell’amata<br />
Capri, c’è Brunello Acampora, insieme a sua moglie Sonia. Yacht<br />
designer molto apprezzato, Brunello ha mantenuto viva la creazione del<br />
padre mettendoci dentro tutta la sua passione per la natura e per il mare.<br />
Blu, Musc, Iranzol, Jasmin, Prima T, Sballo e Seplasia sono le sette regine<br />
dei profumi che hanno saputo conquistare personaggi come Robert De<br />
Niro o Simon Le Bon. Che compongano i pregiati olii che hanno reso<br />
grande l’azienda o i più moderni eau de parfum, che siano body wash e<br />
body noushiring cream o candele profumate, le essenze mantengono<br />
sempre il loro fascino e la loro naturale ricercatezza.<br />
Blu è una immersione nelle acque di Capri. Un ritorno a casa, per<br />
Bruno, Brunello e quanti abbiano fatto del mare la propria dimensione<br />
esistenziale.<br />
19
Un porto<br />
che<br />
emoziona<br />
20<br />
C'è chi il mare lo eredita<br />
e chi lo sceglie.<br />
Entrambe le strade fanno parte del destino della<br />
Famiglia Gallozzi. Una tradizione e una passione<br />
che vanno indietro nel tempo e che oggi<br />
hanno reso possibile la nascita del più innovativo<br />
e affascinante porto turistico del Mediterraneo.<br />
Marina d’Arechi è un’esperienza capace di<br />
coinvolgere, entusiasmare e coccolare i diportisti<br />
in ogni momento dell’anno.
“Scegliere il nostro Port Village, significa<br />
poter vivere l’approdo come una vacanza.<br />
Gli spazi di Marina d’Arechi e i suoi servizi<br />
per il diporto, lo svago, il divertimento, il<br />
relax sono stati immaginati e progettati per<br />
soddisfare le esigenze dei suoi frequentatori,<br />
da mare e da terra, 365 giorni all’anno”.<br />
Anna Cannavacciuolo<br />
Marine Manager<br />
22
“La scelta di coinvolgere Santiago Calatrava per la<br />
progettazione delle opere a mare di Marina<br />
d’Arechi deriva dalla volontà di realizzare qualcosa<br />
di unico nel Mediterraneo. Il tocco<br />
dell’architetto catalano contribuisce a donare al<br />
nostro Port Village un fascino che siamo certi conquisterà<br />
genti provenienti da ogni parte del<br />
mondo”.<br />
Agostino Gallozzi<br />
Presidente<br />
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40° 38' 24.73 N<br />
14° 49' 25.78 E<br />
Port Village<br />
il magazine di chi ama vivere il mare<br />
Investimento complessivo:<br />
Euro 120.000.000,00 coperto interamente da risorse private.<br />
Uno dei maggiori porti turistici del Mediterraneo per:<br />
Numero di posti barca e specchio acqueo di manovra e numero di posti barca per maxi-yachts fino a 100 mt.<br />
Unico porto del Mediterraneo progettato da una grande firma dell’architettura contemporanea.<br />
Progettista delle opere a mare: Ing. Guglielmo Migliorino.<br />
Progettista delle opere a terra, building, ponti e disegno architettonico: Arch. Ing. Santiago Calatrava.<br />
Dati salienti del progetto:<br />
Posti barca: 1.000 da 10 m. ad oltre 80 m. di lunghezza; Profondità fondali: 8 metri all’ingresso<br />
del porto, da 3,5 a 7 metri agli ormeggi; Specchio acqueo complessivo: mq. 340.000<br />
Aree a verde, giardini e passeggiate: mq. 27.000; Spazi commerciali e d’intrattenimento: mq 8.700;<br />
Posti auto: 1.000; Banchina di riva: 730 metri; Molo di sottoflutto: 231 metri; Banchina sud: 278 metri;<br />
Lunghezza molo di sopraflutto: 1.180 metri; Larghezza molo di sopraflutto: 60 metri al piede,<br />
25 metri al livello dell’acqua, 7 metri in sommità; Altezza molo sopraflutto: 7 metri;<br />
Dorsale Nord: 240 metri; Dorsale Sud: 210 metri.<br />
Inizio lavori: settembre del 2010; Completamento dighe portuali, bacino di levante e consegna<br />
in esercizio dei primi 400 posti barca: maggio <strong>2012</strong>; Completamento opere portuali, bacino di<br />
ponente e consegna in esercizio dei rimanenti 600 posti barca: estate 2013; Inizio lavori opere<br />
Calatrava, building e ponti: 2013; Completamento opere Calatrava e lavori complessivi: 2015.<br />
21 pontili e banchine per uno sviluppo complessivo degli ormeggi di circa 5.000 m. lineari;<br />
Pontili e dorsali in calcestruzzo, a galleggiamento continuo su pali; 7.000 mq di area tecnica;<br />
Scalo per alaggio e varo; Travel lift da 220 tonnellate; Energia in banchina con potenza complessiva<br />
6 Mw; Acqua potabile in banchina; Pump-out acque nere; Stazione di bunkeraggio con capacità<br />
di rifornimento fino a 400 litri al minuto; Erogazione di carburante tradizionale ed agevolato.
IL PRIMO CLIENTE<br />
VIVERE IL MARE<br />
"Il mare è una parte estremamente significativa della mia vita. Sono nato a Vietri,<br />
ho vissuto in tanti posti diversi nel mondo, come Zurigo, Londra e Tokio, ma sono<br />
sempre stato alla ricerca del mare. È un elemento che mi riconcilia con la vita, mi<br />
dà serenità, calma e conforto, oltre a rappresentare il mio principale elemento di<br />
svago. Ho infatti anche sempre scelto sport legati al mare. Posso dire che dopo la<br />
mia famiglia il mare è per me la cosa più importante".<br />
PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />
"Ho scelto Marina d'Arechi perché nel momento in cui ho visto il progetto, la struttura<br />
e i servizi che offriva sono stato immediatamente entusiasta della grande qualità. In<br />
più il fatto che nascesse nella zona in cui sono nato e cresciuto mi ha portato a volere<br />
fortemente essere parte del progetto.<br />
Avendo fatto soprattutto vela e avendo conosciuto altre marine in Francia e in Inghilterra,<br />
ho dovuto sempre fare i conti con le grandi differenze rispetto all'Italia in termini<br />
di qualità, ordine e servizi. Aver visto nascere, proprio nella mia terra natale e nel<br />
mio Paese, qualcosa di molto simile mi ha inorgoglito ed entusiasmato".<br />
Salvatore Di Stasi<br />
Senior Managing Director UBS<br />
L’IMPRENDITORE<br />
VIVERE IL MARE<br />
"È il rapporto di una vita. Sono oltre 40 anni che vado per mare.<br />
Ho cominciato con una barchetta di poco più di 3 metri comprata<br />
alla Rinascente. Poi ho avuto barche sempre più grandi.<br />
Andare per mare significa goderlo in tutti i suoi aspetti.<br />
La mia è una navigazione attenta e rispettosa. Per questo motivo ho fortemente<br />
voluto sulla mia ultima imbarcazione un impianto di depurazione<br />
che garantisce l'assoluta sicurezza che non vada in mare nemmeno una<br />
goccia di materiale estraneo e dannoso.<br />
Il mio è un amore assoluto"<br />
PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />
"Con Marina d'Arechi è stato un colpo di fulmine sia per mia moglie che<br />
per me. Dopo un solo giorno di permanenza ci siamo innamorati. Personalmente<br />
ho provato subito anche una ammirazione per il coraggio<br />
imprenditoriale della famiglia Gallozzi. Generalmente si fanno viaggi e si<br />
vedono fuori dall'Italia grandi opere, ma noi abbiamo in casa qualcuno<br />
che progetta cose uniche nel rispetto assoluto della natura, con linee architettoniche<br />
stupefacenti. In Marina d'Arechi c'è un connubio perfetto tra<br />
natura e innovazione".<br />
Luciano Cimmino<br />
Presidente Gruppo Carpisa-Yamamay<br />
Cesare d'Amico<br />
Amministratore Delegato d'Amico Società di Navigazione SpA<br />
L’ARMATORE<br />
VIVERE IL MARE<br />
"Un rapporto con il mare c'è sempre stato, per tradizione, cultura e anche per business. È una costante all'interno della mia<br />
famiglia e delle mie giornate, sia per l'attività imprenditoriale che per le vacanze in barca con mio padre e mia madre. Presto è<br />
stato il centro della mia vita professionale e del mio svago. Nel corso del tempo il mare mi ha sempre di più appassionato.<br />
In un particolare momento della mia vita, dopo averlo abbandonato in seguito alla morte di mio padre, mi sono riavvicinato<br />
tanto da decidere di ricomprare una barca e rivivere il mare in maniera totale".<br />
PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />
"Ho scelto Marina d'Arechi perché il progetto è molto accattivante e interessante ed è portato avanti da un imprenditore che<br />
mi piace perché ha saputo sempre dimostrare passione e coraggio, diventando un uomo di successo. È un progetto molto bello,<br />
unico nel suo genere e in più sorto in un'area dell'Italia che dimostra di poter essere all'avanguardia. Di questo va dato merito<br />
alla famiglia Gallozzi. Infine, ho scelto Marina d'Arechi, perché nasce a Salerno, città da cui proviene la mia famiglia: questo<br />
mi ha romanticamente conquistato" 25
Le 100 perle del mare <strong>italiano</strong> di Donatella Bianchi<br />
Con le "100 perle dei mari italiani" ho voluto portare all'attenzione dei lettori alcune eccellenze delle nostre coste. Luoghi che, se dimenticati<br />
, rischiano di essere fortemente compromessi. Li considero "i gioielli di famiglia", una piccola rappresentanza di un patrimonio che<br />
vorrei lasciare in eredità ai miei figli. Luoghi che spesso neppure i locali conoscono e possono apprezzare. Ma è solo una piccola parte<br />
delle migliaia di meraviglie che il nostro paese conserva e che ho avuto modo di scoprire in 19 anni di esplorazioni con Lineablu. E' un<br />
libro per gli amanti del mare, per questo ho inserito le coordinate gps oltre alle informazioni utili per raggiungere ogni singola località.<br />
Scriveva Jaques-Yves Cousteau: “Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti<br />
nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”.<br />
Avrei voluto scrivere io una frase così intensa nella quale mi ritrovo pienamente. Il mare è sempre stato presente nella mia vita, fin dalla<br />
prima infanzia. Provengo da una famiglia di velisti/marinai, mio nonno Riccardo era Maestro d'ascia, mio papà oltre alla vela mi ha<br />
trasmesso la grande passione per la pesca. Occuparmi del mare, della sua gente , della divulgazione del grandi valori che hanno saputo<br />
conservare, lo considero un grande privilegio, una missione che ha guidato la mia carriera per un lungo periodo regalandomi immense<br />
soddisfazioni e riconoscimenti. Misterioso e affascinante quanto lo spazio, ci riserverà ancora grandi sorprese, ma soprattutto offrirà<br />
grandi opportunità alle generazioni che verranno.<br />
I gioielli<br />
di famiglia<br />
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“Ho bisogno del mare perché m’insegna<br />
non so se imparo musica o coscienza:<br />
non so se è onda sola o essere profondo<br />
o solo roca voce o abbacinante<br />
supposizione di pesci e di navigli.<br />
Il fatto è che anche quando sono<br />
addormentato<br />
circolo in qualche modo magnetico<br />
nell’università delle acque.<br />
Non sono solo le conchiglie triturate<br />
come se qualche pianeta tremante<br />
partecipasse lenta morte,<br />
no, dal frammento ricostruisco il giorno,<br />
da una raffica di sale le stalattiti<br />
e da una cucchiaiata il dio immenso.<br />
Ciò che m’insegnò prima lo custodisco! È aria,<br />
vento incessante, acqua e arena.<br />
Sembra poca cosa per l’uomo giovane<br />
che giunse a vivere qui con i suoi incendi,<br />
e tuttavia il battito che saliva<br />
e scendeva al suo abisso,<br />
il freddo dell’azzurro che crepitava,<br />
lo sgretolamento della stella,<br />
il tenero dispiegarsi dell’onda<br />
sperperando neve con schiuma,<br />
il potere quieto, lì, determinato<br />
come un trono di pietra nel profondo,<br />
sostituì il recinto in cui crescevano<br />
ostinata tristezza, oblio accumulato,<br />
e bruscamente cambiò la mia esistenza:<br />
diedi la mia adesione al puro movimento”.<br />
Pablo Neruda