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PV09_2012_italiano

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Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Quadrimestrale - Settembre <strong>2012</strong> - Anno 1 Numero 0<br />

Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - 70%


Port Village - Il magazine di chi ama vivere il mare - Settembre <strong>2012</strong> – Anno 1 Numero 0 - Quadrimestrale<br />

In attesa di registrazione al Tribunale di Salerno<br />

Direttore responsabile: Roberta Busatto – direttore@canaliaperti.it - Redazione: redazione@canaliaperti.it<br />

Impaginazione e progetto grafico: Bopstudio – info@bopstudio.it<br />

Proprietario: Marina d’Arechi Spa - Via Generale Salvador Allende - 84123 Salerno<br />

www.marinadarechi.com - info@marinadarechi.com - Tel: +39 089 2788801 - Fax: +39 089 2788809 - Canale VHF: 9<br />

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Canali Aperti Srl è iscritta nel Registro Operatori della Comunicazione con il numero 20883<br />

Stampa: Arti Grafiche Boccia Via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno<br />

Copyright: Tutti i nomi e le denominazioni di prodotto e i logo utilizzati sono marchi registrati di proprietà dei rispettivi titolari<br />

Foto in copertina di Francesco Rastrelli<br />

Sommario<br />

4 Un ritorno alle origini<br />

Intervista al Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca<br />

6 Ogni navigazione e’ indimenticabile<br />

Intervista al presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio<br />

7 Il mare merita rispetto<br />

Intervista al presidente di Assonat, Luciano Serra<br />

8 Il talento degli italiani<br />

A confronto con il campione del mondo di vela, Paolo Scutellaro<br />

10 La nave-scuola Amerigo Vespucci<br />

Il simbolo della marineria italiana<br />

12 Dal Cahier de Voyage di Francesco Rastrelli<br />

La Costiera Amalfitana<br />

16 Dal Cahier de Voyage di Francesco Rastrelli<br />

La Costiera Cilentana<br />

19 Autentici capolavori<br />

Le fragranze di “Bruno Acampora profumi”<br />

20 Un porto che emoziona<br />

Marina d’Arechi Salerno port village<br />

26 I gioielli di famiglia<br />

Le 100 perle del mare <strong>italiano</strong> di Donatella Bianchi


Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Editoriale<br />

Buona<br />

navigazione<br />

a chi ama<br />

vivere il mare<br />

Il mare si può vivere, scegliere o amare.<br />

Il mare vive, si fa scegliere e ricambia l’amore con relazioni intime ed intense.<br />

Ciascuno parla con lui come vuole. Nulla è dovuto. Nulla è forzato.<br />

Port Village è la rivista di chi ama vivere il mare. Di chi sceglie in libertà il miglior rapporto con lui, quello che più gli corrisponde.<br />

Che sia un imprenditore o uno scrittore, un rappresentante delle istituzioni o del mondo dello spettacolo, un giornalista o uno<br />

sportivo, un appassionato o un diportista, sarà nostro protagonista chi ha un’esperienza di mare da raccontare.<br />

Economia, cultura, ambiente, sport, spettacolo o moda, tutto può concorrere a fare del mare il centro della nostra dimensione,<br />

individuale e collettiva. In un Paese come il nostro, che rappresenta da solo il 16% delle coste del Mediterraneo.<br />

Port Village è un luogo di incontro e di scambio. Una porta di accesso. Un punto di partenza e di arrivo. Un viaggio da fare da<br />

soli o in compagnia.<br />

E’ una festa di suoni, profumi e colori.<br />

Un porto a cui approdare per ritrovarsi e trovare nuove emozioni da condividere.<br />

Roberta Busatto<br />

Direttore responsabile


Intervista al Ministro per la Coesione territoriale,<br />

Fabrizio Barca<br />

Un ritorno<br />

alle origini<br />

Village Port<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Come descriverebbe il suo rapporto con il mare? E quali esperienze, vissute direttamente o indirettamente, l'hanno<br />

particolarmente colpita nel corso della sua vita?<br />

“Il mio è un rapporto che definirei regressivo, a causa proprio delle caratteristiche dell’elemento in questione, della sua totale infinitezza.<br />

Il mare mi fa tornare alla mia primitività, alle mie origini. Ho vissuto infinite esperienze, ma su tutte mi preme citarne una che mi<br />

ha colpito. Anni fa ho rischiato di morire in mare ad Ischia per aver sopravvalutato le mie capacità di nuoto e sottovalutato la forza<br />

delle onde. Eravamo in sei e in tre abbiamo salvato gli altri tre. Oggi da quel giorno dedico molta più attenzione alla bandiera rossa<br />

quando sventola. Ma il mio rapporto con il mare non si è alterato”.<br />

Che ruolo pensa possa svolgere l'economia del mare in Italia?<br />

È d'accordo con quanti sostengono che sia una della filiere più importanti per lo sviluppo del nostro Paese, in particolare<br />

del Sud?<br />

“La storia della nostra Penisola, sia nelle sue vicende antiche che in quelle medievali e rinascimentali, ci dice che tutte le grandi innovazioni<br />

e gli stimoli per la cultura e l’economia sono venuti dal mare, attraverso il quale abbiamo nel corso dei secoli promosso lo sviluppo<br />

del Mediterraneo. C’è poi un aspetto produttivo che mi piace sottolineare, il Paese è un buon consumatore dei suoi prodotti<br />

L’economia del mare è prima di tutto economia della pesca. Abbiamo saputo legare la modernità con la natura del cibo lento e<br />

buono. A questo aspetto si è aggiunta la dimensione più recente del turismo, esplosa 100 anni fa. La carta che il Paese ha saputo giocare<br />

è quella di essere riuscito a non devastare le sue coste, anche a causa di una arretratezza industriale che ci ha salvaguardati. Il<br />

turismo sembra oggi aver ritrovato un suo equilibrio”.<br />

Cosa è mancato all'Italia per mettere a frutto il suo grande patrimonio naturale e culturale?<br />

“L’Italia ha potenzialità non espresse per un motivo chiaro: la carenza di concorrenza nell’utilizzo di accesso al mare e ai porti. Non<br />

è purtroppo detto che chi riesce ad avere accesso abbia realmente le migliori chance per utilizzarlo al meglio e non è dunque detto che<br />

vengano offerti i servizi di migliore qualità. Spesso prevalgono logiche di clientelismo, soprattutto al Sud. In Italia si portano avanti in<br />

maniera poco lucida e lungimirante progetti di turismo legato alla piccola borghesia e al ceto medio, tipo villaggio, che non apportano<br />

quel valore aggiunto che potremmo ottenere. Il nostro è un Paese in cui l’industria è altamente concorrenziale, deve diventarlo anche<br />

nei servizi terziari e dunque anche in quelli legati alla balneazione. Lo stesso vale anche per i servizi all’interno e all’esterno dei centri<br />

archeologici che ancora oggi non sono abbastanza garantiti”.<br />

4


Per rovesciare la domanda, quali elementi pensa siano necessari per favorire lo sviluppo del settore?<br />

“Più concorrenza, attraverso un esercizio maggiore di tutela.Sprovincializzazione. Se da un lato le conoscenze di come utilizzare venti<br />

e maree e di come rispettare le qualità naturali, dunque quelle locali, sono spiccate e importanti, dall’altro e proprio per questo manca<br />

un’attenzione all’ingegnerizzazione del turismo. Ci si affida ad operatori locali piuttosto che ad intermediari capaci di intercettare i<br />

grandi flussi del turismo. Abbiamo poca conoscenza della domanda e produciamo un’offerta sfasatissima rispetto alla realtà. Quindi,<br />

più apertura ai grandi intermediari di turismo internazionale”.<br />

Come commenta la situazione attuale del settore nautico e della particolare attenzione legata a chi va per mare?<br />

“La penso come il mio amico Befera. Chi non ha problemi ovviamente non deve preoccuparsi, non esiste una punizione per chi ha<br />

lavorato e ha scelto di godere degli ozii della navigazione, che può continuare a navigare tranquillo. La crisi del settore nautico dipende<br />

certamente da altro. Ed è evidente come in generale le difficoltà economiche abbiano colpito in modo asimettrico secondo diverse<br />

fasce di reddito”.<br />

Nella realizzazione di grandi opere quanto e come il privato può prendere dal pubblico e viceversa?<br />

“Il pubblico ci mette, al di là delle risorse finanziarie, la certezza degli interessi generali e l’interpretazione dei fabbisogni. E’ il pubblico<br />

che garantisce, ad esempio che la costa sia valorizzata e non chiusa. Il privato ci mette il fatto che il tempo conta, cosa che il pubblico<br />

fatica ancora a comprendere. L’incrocio di queste due cose: il tempo e l’interesse generale, funziona se le due parti scrivono contratti<br />

fatti bene, che impegnino entrambi e che consentano il rispetto dei requisiti. Questi in particolare vanno ben specificati. Sta al privato<br />

individuare clausole di salvaguardia che garantiscano il rispetto dei tempi e quindi il rientro degli investimenti”.<br />

“Il mio rapporto con il mare è regressivo,<br />

a causa della sua totale infinitezza”.<br />

5


Ogni<br />

navigazione<br />

è indimenticabile<br />

Village Port<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Intervista al presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio<br />

Quando è iniziato il suo rapporto con il mare?<br />

“Con piccoli cabinati a vela che utilizzavo da ragazzo, come l’ALPA 550 o l’ALPA 19 e con romantiche uscite notturne,<br />

con la luna piena e il cielo stellato, in compagnia di amici indimenticabili che mi hanno persuaso che la vacanza in barca<br />

è la vacanza più totale, sportiva ed emozionante che si possa sperimentare.<br />

Impegni professionali in Italia e nel mondo mi hanno impedito lunghi periodi in barca, se non per rapide gite lagunari<br />

su barche open. Ma ogni giorno trascorso a bordo di una imbarcazione, come mi è capitato di sperimentare in occasionali<br />

navigazioni su grossi cabinati lungo le coste italiane, è indimenticabile.<br />

D’altro canto la passione non va confusa con la professione perché essere operatori di porti turistici significa rimanere per<br />

la maggior parte del tempo a terra per garantire un servizio ottimale alla clientela e un continuo trasferimento alle<br />

strutture per un adeguamento al mercato che cambia”.<br />

Da questa passione deriva la scelta di Assomarinas?<br />

“Il legame associativo, proprio per le soddisfazioni che la gestione di un porto turistico può dare nei rapporti con la<br />

clientela, è anche un legame di complicità con colleghi che conoscono a fondo la magia di questo ambiente e il piacere<br />

di essere registi di autentici villaggi galleggianti in cui nascono amicizie vere.<br />

L’associazione raggruppa oggi 88 porti turistici di tutta Italia, molti dei quali gestiti da più generazioni di famiglie imprenditoriali<br />

che hanno saputo farne dei veri circoli di cultori della nautica fidelizzati al proprio porto turistico”.<br />

Non pesa troppo la concorrenza tra porti turistici?<br />

“Più che di concorrenza si tratta di costruttivo spirito di emulazione, per cui le soluzioni più intelligenti adottate da alcuni<br />

vengono immediatamente imitate dagli altri a vantaggio della crescita del sistema dei servizi turistici e dell’acquisizione<br />

di una clientela internazionale”.<br />

Come risponde a questo momento in cui i diportisti sono decisamente sotto osservazione?<br />

“Questo è il momento per il nostro comparto per rivendicare tutta la sua dignità di componente altamente qualificata<br />

dell’industria turistica nazionale, per cogliere tutte le opportunità dell’impresa economica che offre. I servizi nautici, che<br />

sono turistici ma anche tecnici e coinvolgono centinaia di aziende diverse in una grande filiera, possono garantire sviluppo<br />

anche attraverso la nascita, che in questi mesi è avvenuta, di modernissime strutture che sono attrattori turistici di<br />

livello mondiale”.<br />

ASSOMARINAS<br />

È l'Associazione Italiana Porti Turistici aderente al sistema Confindustria. Opera sin dal 1972 per fare rete tra le strutture<br />

ricettive per la nautica da diporto lungo le coste italiane. www.marinas.it<br />

6


Il mare<br />

merita<br />

rispetto<br />

Intervista al presidente di Assonat, Luciano Serra<br />

Come descriverebbe il suo rapporto con il mare?<br />

“Un rapporto costruito nel tempo basato su un profondo rispetto e la consapevolezza del valore enorme in termini generali<br />

che rappresenta per la nostra collettività”.<br />

Quanto ha influito la sua passione sulla scelta professionale?<br />

“La scelta professionale è stata determinata dalla conoscenza e il rapporto di profonda stima e amicizia con l’Ammiraglio<br />

Giuseppe Francese ai tempi in cui rivestiva il ruolo di Direttore Marittimo della Toscana. Un uomo speciale di cui voglio ricordare<br />

una frase del discorso di commiato da Comandante Generale del corpo delle capitanerie di porto: “non vi è efficienza<br />

senza responsabilità, non vi è capacità senza dedizione, non vi è certezza di risultato se non dal dovere compiuto fino in<br />

fondo””.<br />

Village Port<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Pensa che tra i porti turistici italiani prevalga oggi un rapporto di concorrenza o di collaborazione?<br />

“Per un lungo periodo è prevalso solo il concetto “io sono il più bravo e forse anche il più furbo”. Dopo un lungo processo di<br />

evoluzione nella qualità dei servizi, nella tutela ambientale e nell’efficienza generale possiamo affermare che ci deve essere<br />

sempre una sana e corretta concorrenza tipica dello spirito imprenditoriale ma unita in modo irreversibile ad una necessaria<br />

collaborazione, attraverso una messa in rete dei porti turistici italiani che vedano così lo sviluppo di questo settore strategico<br />

per il turismo nautico. Se non lo faremo saremo perdenti rispetto alla concorrenza straniera”.<br />

Cosa ritiene sia necessario fare per riportare l’opinione del Paese sulla nautica da diporto in una dimensione<br />

corretta?<br />

“In questo momento di crisi economica, finanziaria e politica, pensare di far passare il messaggio che nella nautica si annidano<br />

solo evasori è stato una sorta di consapevole distrazione per l’opinione pubblica portata avanti da operazioni eclatanti mentre<br />

si deve prevenire, combattere e punire come fanno in tutti i paesi civili con riservatezza, regole precise e senza mezzi termini.<br />

I grandi evasori nel momento in cui è stato annunciato che la barca poteva affondare erano già in mare sulle scialuppe, vedi<br />

scudo fiscale, noi al contrario siamo qui sottoposti a ogni tipo di controllo fiscale e con metodologie in alcuni casi discutibili. Il<br />

Governo dopo aver recepito le indispensabili modifiche alla tassa di stazionamento deve adesso riportare un clima di serenità<br />

attraverso la legge quadro sulle concessioni demaniali di cui si sta interessando il ministro del turismo. L’occasione potrebbe<br />

rappresentare il momento di rappacificazione tra l’utenza e lo Stato che deve sostenere politicamente questo settore facendo<br />

conoscere all’opinione pubblica il ruolo strategico che la nautica rappresenta nel nostro Paese, circa 100.000 addetti (più della<br />

Fiat), in termini occupazionali e in termini di sostegno all’ultima industria italiana, quella del turismo”.<br />

ASSONAT<br />

E’ l’Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici aderente al sistema Confcommercio. Nasce nel 1982, senza scopo di<br />

lucro, con l'obiettivo di tutelare gli interessi delle Aziende che si occupano della costruzione o della gestione degli Approdi<br />

Turistici Italiani. www.assonat.com<br />

7


A confronto<br />

con il campione del mondo di vela,<br />

Paolo Scutellaro<br />

Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Il talento<br />

degli italiani<br />

“Avevo 7 anni quando ho iniziato ad andar per mare” e ancora oggi Paolo Scutellaro non l’ha lasciato.<br />

“Il mare è quasi una malattia e infatti non riesco mai a staccarmene. Tante volte ho pensato a dire basta ma non ci sono mai riuscito”. Una passione<br />

che si è fatta professione, un rapporto intimo e quotidiano, nato grazie al papà che pur non avendo potuto praticare sport legati al mare o<br />

navigare lo ha messo su una barca fin da bambino. “L’Italia vive il grosso problema di vivere la nautica come elitaria con costi elevati e una difficoltà<br />

di accesso superiore a quanto avvenga in altri Paesi. La vela stessa è uno sport ancora troppo difficilmente accessibile e legato a circoli esclusivi.<br />

Questo vale soprattutto per il Sud, perché al Nord è più aperta al godimento popolare”. Ma l’amore ha vinto ogni difficoltà, con l’aiuto della fortuna<br />

e del proprio talento, “all’inizio della carriera ho avuto la fortuna di ottenere risultati importanti nelle competizioni. L’entusiasmo nelle cose è<br />

importante ma sono le soddisfazioni che lo mantengono vivo. Se arrivano i risultati è più facile prendere le decisioni. Le vittorie mi hanno aiutato<br />

ad essere ancora oggi insieme al mare”. Paolo Scutellaro è conosciuto per la sua duplice capacità, quella di vivere gare veliche e quella di progettazione<br />

e promozione di eventi importanti. Ultimo tra tutti le World Series dell’America’s Cup di Napoli. “Se vai per mare per una vita ti rendi<br />

conto che questo è fatto di tante cose, di portualità, servizi, indotto, cantieristica. Ti metti così a confronto con una realtà economica importante<br />

ma poco valorizzata. Il mio lungo percorso agonistico ha accompagnato anche tutta la mia carriera scolastica, fino alla laurea in Economia. Così<br />

la passione, i risultati e la mia formazione si sono naturalmente riversati nella mia vita professionale. Con il tempo ho capito che c’erano i margini<br />

per lavorare nel mio settore, nella vela e nello sport, e mi sono trovato a legarlo alle attività economiche e ad un indotto ancora poco utilizzato.<br />

Sono convinto che siano proprio questi settori legati al mare che potrebbero dare<br />

un impulso di sviluppo al nostro Paese, soprattutto in un momento come questo.<br />

E’ questa economia l’investimento più adatto all’orografia dell’Italia, che è fatta<br />

per lo più di coste”. Ed è immersa nel mare la sua Napoli, “che non sono ancora riuscito a lasciare. E’ una città difficile soprattutto<br />

per chi ha pochi mezzi economici ma è unica e ti tiene legato a sé. Soprattutto grazie al mare”. “La prima candidatura di Napoli per l’America’s<br />

Cup” ha commentato Scutellaro “la presentai personalmente nel 2003 per la stagione 2004/2005. Napoli è una città unica al mondo orograficamente<br />

e per le potenzialità che esprime in termini di spettatori. Il fatto che finalmente, grazie ad una sinergia istituzionale, ci sia finalmente riuscita<br />

mi dà grande gioia e ottimismo per il futuro. Spero che questa convergenza si mantenga nel tempo e che si dia inizio all’organizzazione di tanti<br />

eventi che possano apportare nuova occupazione e benefici per tutti”. La ricetta è semplice: “il successo di Napoli è frutto di un lavoro di team, in<br />

cui io credo da sportivo e da regatante. E’ lo spirito di squadra che fa la differenza, molto più dei talenti individuali. Se si mettono insieme competenze<br />

e obiettivi comuni ogni ostacolo è superabile”. Eppure l’Italia destina ancora poche risorse all’Economia del mare. “Il nostro Paese ha<br />

investito nel tempo in altri settori come l’automotive, il petrolio e la chimica, trascurandone altri, come la nautica e il turismo. Questa scelta oggi<br />

si è rivelata fallimentare. E’ da tempo che si parla di mare in termini economici ma poco ancora si fa. Le idee sono tante ma vanno attivate con<br />

una reale politica di sviluppo e una strategia chiara”. Nel frattempo, anche grazie all’America’s Cup è tornata alta in Italia l’attenzione sul mondo<br />

della vela. Per citare solo uno degli esempi positivi, colpisce “la riscoperta passione degli italiani per la navigazione oceanica in solitario, prima<br />

prettamente francese. Abbiamo tolto la divisa del navigatore giornaliero per avventure più<br />

complesse, ottenendo grandi risultati. I talenti italiani ormai si sono fatti spazio<br />

e sono riconosciuti in tutto il mondo. Manca però un sistema vela, un’organizzazione che possa finanziare univocamente<br />

queste forze. Ci sono tante strutture piccole che non parlano tra loro. Prendiamo la Nuova Zelanda, il cui team è per loro una sorta di<br />

accademia della vela. Il Governo investe milioni di euro per continuare a farlo vivere. E’ vero che lì la vela è come per noi il calcio. Noi abbiamo<br />

il calcio e il mare ce lo siamo dimenticati”. E allora “togliamo qualche risorsa al calcio, che ultimamente ha dimostrato di avere delle falle anche<br />

etiche e investire in un settore forse più consono alla conformazione del nostro Paese. Siamo simili alla Nuova Zelanda,<br />

abbiamo grandi talenti, ma mancano gli investimenti per farli crescere”. Come a dire,<br />

la passione e il talento non sempre bastano.<br />

8


“Il mare è quasi una malattia<br />

e infatti non riesco mai a staccarmene.<br />

Tante volte ho pensato a dire basta<br />

ma non ci sono mai riuscito”.<br />

9


Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

10


La nave-scuola Amerigo Vespucci<br />

Il simbolo della marineria italiana<br />

Signori e signore, benvenuti a bordo.<br />

La storia e il fascino della nave-scuola Amerigo Vespucci sono pronti ad accoglierci.<br />

Insieme a noi un viaggiatore d’eccezione, l’appassionato e sapiente Ammiraglio Mario Billardello, che ne è stato Comandante.<br />

Innanzitutto è opportuno chiarire che stiamo salendo a bordo di una signora di 81 anni, portati molto bene. Una donna fiera e dal fascino impermeabile al passare<br />

del tempo.<br />

L'Amerigo Vespucci fu progettata nel 1925, impostata il 12 maggio 1930 nel Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, fu varata il 22 febbraio 1931 ed entrò<br />

in servizio a luglio dello stesso anno. Il 4 luglio 1931, al comando del Capitano di Vascello Augusto Radicati di Marmorito, nobile piemontese partì per la sua prima<br />

Campagna Addestrativa in Nord Europa.<br />

Oggi ancora solca i mari di tutto il mondo portando in alto il vessillo dell’italianità.<br />

E’ il veliero più antico di cui dispone la Marina Militare Italiana. Il suo gemello “Cristoforo Colombo”, progettato nello stesso anno ed entrato in funzione nel 1928,<br />

dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale fu ceduta all'Unione Sovietica come risarcimento ai danni della guerra.<br />

“L’Amerigo Vespucci è una imbarcazione di 5.000 tonnellate messa a punto in un solo anno. E’ un dato questo che colpisce profondamente, soprattutto se confrontato<br />

con i tempi di operatività delle imbarcazioni di oggi, che sono ultra meccanizzate. Il Vespucci è stato costruito con tecniche di giunzione diverse da quelle attuali,<br />

che avvengono attraverso una saldatura robotizzata. Lì sono chiodate, sovrapposte, ribaltate e messe insieme. Ancora adesso si cercano artigiani capaci di eseguire<br />

queste tecniche per la manutenzione”.<br />

Dal punto di vista tecnico-costruttivo si tratta di nave molto speciale, bella per tutti e interessante per gli esperti: vela con motore, "armata a Nave", con tre alberi<br />

verticali, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. E ancora vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso<br />

e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana.<br />

Un vero paradiso per gli appassionati di vela!<br />

“Quasi tutti i comandanti del Vespucci hanno una pregressa esperienza velica. Cito su tutti Straulino, che ha ottenuto grandi riconoscimenti nelle competizioni.<br />

Siamo così appassionati che quando si può il Vespucci apre le vele per affrontare lunghe navigazioni”.<br />

E poi c’è quello scafo che fa innamorare le genti di tutte le età e di tutte le provenienze. Un colore inconfondibile, quel bianco e nero a strisce orizzontali, che sottolinea<br />

il richiamo al passato: le fasce bianche ricordano infatti le due linee di cannoni del vascello ottocentesco alla cui tipologia il progettista si era ispirato.<br />

Lo scafo, a favore degli esperti, è a tre ponti principali, continui da prora a poppa, più vari ponti parziali; possiede due sovrastrutture principali, il castello a prora e il<br />

cassero a poppa, che si elevano sul ponte di coperta ma che idealmente ne sono la continuazione.<br />

A prora della nave si trova la polena, che rappresenta Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato. Caratteristica della nave sono i fregi di prora e l'arabesco di<br />

poppa, in legno ricoperti di foglia d'oro zecchino. Il fasciame è composto da lamiere di acciaio di vario spessore collegate mediante chiodatura alle costole, che costituiscono<br />

assieme alla chiglia e ai bagli l'ossatura della nave. Molte parti della nave sono in legno, diversificato a seconda delle caratteristiche richieste.<br />

Chi vi sale a bordo, che sia ospite, curioso, allievo e comandante ne resta affascinato.<br />

“I primi giorni dopo la mia nomina, ero angosciato dal pensiero che fossimo già più vicini alla conclusione dell’anno di comando. Poi mi sono piano piano abituato,<br />

ma il legame con il Vespucci è in me molto forte, avendo avuto un’esperienza importante sia da allievo che da comandante”.<br />

Come una dolce calamita che supera anche la fatica del lavoro manuale…<br />

“E’ certamente un simbolo della marineria italiana, per la sua storia, perché è una nave-scuola, perché trasforma lo studio della navigazione in pratica.<br />

Pur utilizzando apparati satellitari e apparecchi moderni, l’allievo naviga come ai vecchi tempi, attraverso l’osservazione delle stelle, la forza delle braccia per muovere<br />

le vele senza gli argani e l’applicazione delle vecchie conoscenze. Ci si approccia al moderno ma senza toccare le fondamenta di come andare per mare che ti danno<br />

solo i vecchi metodi.<br />

I nuovi sistemi qui gli allievi li utilizzano solamente in senso consapevole e limitato”.<br />

Il Vespucci ospita tutto l’anno a bordo 270 uomini e d’estate anche gli allievi dell'Accademia Navale, del Collegio Navale, ora Scuola Navale, "Morosini", degli allievi<br />

nocchieri, nonché di giovani facenti parte di associazioni veliche, quali la Lega Navale Italiana e la Sail Training Association Italia, arrivando a circa 500 persone di<br />

equipaggio. Il reparto continua a lavorare in autonomia, ma gli allievi vengono divisi in squadre e integrati alle attività della nave, stabilite dal comandante.<br />

“Nasce come nave scuola secondo le vecchie tradizioni. E’ un simbolo per questo, è un simbolo per come è stata costruita ed è un simbolo di italianità”.<br />

La nave-scuola nel corso dei suoi 81 anni di vita ha toccato nelle sue campagne estive tutti i bacini del mondo, accoglie appassionati di ogni nazionalità, ha ospitato e<br />

ospita a bordo importanti incontri di ambasciatori e istituzioni.<br />

E chi c’è stato può testimoniare che il fascino della sala consiglio o del suo giardinetto, non solo incantano ma magicamente intervengono nella chiusura di buoni<br />

accordi…<br />

Tutto appare chiaro fin dalla sua missione ufficiale che recita "non chi comincia ma quel che persevera".<br />

Che significa preferire chi il mare lo vive da protagonista, fino alla fine e senza scorciatoie. Chi sceglie un’esperienza profonda, fisica e determinata.<br />

Un motto che è una linea educativa, capace di resistere al tempo e alle intemperie, come solo i grandi classici possono fare.<br />

La nave dal fascino inconfondibile<br />

pronta a conquistare tutte le genti<br />

La nave simbolo dell’italianità nel mondo<br />

impegnata in viaggi e incontri internazionali<br />

La nave che fa scuola e resiste al tempo<br />

come solo i grandi classici possono fare


12<br />

La Costiera<br />

Amalfitana<br />

Dal Cahier de Voyage<br />

di Francesco Rastrelli<br />

Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Un viaggio da sogno lungo la costiera che prende il<br />

nome dalla città di Amalfi e che da Salerno arriva<br />

fino a sfiorare Capri. Antichi borghi marinari, scogliere<br />

sinuose, città dai colori inconfondibili, ne<br />

fanno patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.<br />

Una meta imperdibile per gli amanti del mare e<br />

delle sue tradizioni. Che si scelga il silenzio di<br />

Cetara o il movimento di Positano, un tuffo nel<br />

fiordo di Furore o una passeggiata nelle ville di Ravello,<br />

che ci si fermi ad Atrani o Vietri sul Mare, la<br />

Costiera amalfitana riesce sempre ad emozionare.


Gioielli capaci di resistere al tempo sono le tradizioni<br />

che gli artigiani, i pescatori e gli agricoltori<br />

dei comuni della Costiera mantengono costantemente<br />

vive. La carta di Amalfi o le ceramiche<br />

di Vietri sono capaci di conquistare visitatori<br />

provenienti da ogni parte del mondo. Le<br />

tecniche e i prodotti sono intrisi di quel mare<br />

che bagna la costa e conquista abitanti e visitatori.<br />

Un’esperienza da vivere intensamente.<br />

13


Arte, moda e creatività regalano<br />

alla Costiera amalfitana quel<br />

tocco di stile inconfondibile. Ispirati<br />

al mare e ai suoi tesori, artisti,<br />

artigiani e stilisti colorano le vie<br />

delle città di boutique e gallerie di<br />

grande eleganza.<br />

Regina incontrastata, Positano,<br />

dove il glamour si incontra con la<br />

qualità, forse ispirata da quelle<br />

sirene che si dice abitassero il<br />

vicino golfo e siano rappresentate<br />

dal piccolo arcipelago de Li Galli.<br />

Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

A Ravello, “Città della musica”, da oltre mezzo secolo va in scena uno dei festival italiani più antichi. Sui palchi protesi verso il mare<br />

di Villa Rufolo, Villa Cimbrone e dello straordinario Auditorium Oscar Niemeyer, continuano ad alternarsi eccellenti orchestre, noti<br />

complessi da camera, illustri direttori, importanti solisti, famosi jazzisti, prestigiosi cantanti lirici e pop, celebri compositori, danzatori<br />

e coreografi di successo e attori e registi di fama mondiale (www.ravellofestival.com).


I prodotti del mare e della terra sono i protagonisti di una cucina amata in tutto il mondo. il giallo profumato dei limoni e<br />

del limoncello, il rosso intenso dei gamberi, l’oro limpido dei vini e l’arcobaleno dei dolci colorano le tavole e i piatti<br />

prelibati da gustare scrutando l’orizzonte.<br />

“I nostri occhi di pellegrini non si stancano di guardare cadute e salite a vortice verso la superficie<br />

dell’acqua di cupole di meduse e pagode di molluschi, minareti di ricci e capelli di anemoni”.<br />

Salvatore Quasimodo


La Costiera<br />

Cilentana<br />

La Costiera Cilentana è certamente una delle più belle<br />

e pulite coste d’Italia. Ogni anno la qualità delle sue<br />

acque viene insignita delle più importanti certificazioni<br />

ambientali. Da Paestum fino a Sapri si trovano località,<br />

grotte, insenature e spiagge talmente affascinanti da<br />

essere divenute luogo di racconti mitologici fin dai<br />

tempi di Omero.<br />

Dal Cahier de Voyage<br />

di Francesco Rastrelli<br />

16


Si narra che le sirene che cercavano di sedurre Ulisse si trovassero nell’isolotto<br />

antistante Punta Licosa. O che il nocchiero di Enea si chiamasse Palinuro.<br />

A ridosso del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, patrimonio<br />

UNESCO dal 1998, questa costa unisce le antiche tradizioni contadine e naturali<br />

con la cultura del mare. Località come Palinuro, Acciaroli, Agnone, Camerota<br />

e Ascea marina sono note in tutto il mondo.<br />

Territorio dall’antica storia, la Costiera Cilentana possiede due gioielli di indiscusso<br />

valore: le colonie greche di Paestum ed Elea-Velia.<br />

17


La grande tradizione marinara della Costiera Cilentana<br />

si assapora anche nelle sue produzioni tipiche.<br />

Tra queste ce n’è una davvero speciale: le Alici di Menaica.<br />

Questa antichissima tecnica di pesca, un<br />

tempo diffusa in tutto il Mediterraneo, oggi sopravvive<br />

soltanto a Marina di Pisciotta. Nelle giornate di<br />

mare calmo, all’imbrunire, i pescatori stendono le reti<br />

che selezionano i pesci in base alla dimensione, catturando<br />

solo quelli più grandi. Una volta tirata la rete in<br />

barca le alici vengono selezionate e pulite una ad una.<br />

Tornati in porto i pescatori le lavorano immediatamente,<br />

lavandole in salamoia e disponendole nei<br />

terzigni, tipici vasetti di terracotta, alternandole con<br />

strati di sale. Pronte da gustare.<br />

18


Autentici<br />

capolavori<br />

Le fragranze di “Bruno Acampora Profumi”<br />

Ispirato dal mare, immerso nella vita.<br />

Bruno Acampora, fondatore dell’omonima casa di profumi, creava le<br />

sue essenze lasciando che le sue esperienze sensoriale e personali lo<br />

guidassero.<br />

Sette essenze conosciute in tutto il mondo ne fanno da quarant’anni<br />

punto di riferimento del vero Made in Italy, quello dell’alta artigianalità e<br />

della grandissima qualità.<br />

Una tradizione apprezzata da cultori delle fragranze preziose, nella loro<br />

unione e nel loro confezionamento.<br />

Oggi a portare avanti l’azienda nata guardando il mare dell’amata<br />

Capri, c’è Brunello Acampora, insieme a sua moglie Sonia. Yacht<br />

designer molto apprezzato, Brunello ha mantenuto viva la creazione del<br />

padre mettendoci dentro tutta la sua passione per la natura e per il mare.<br />

Blu, Musc, Iranzol, Jasmin, Prima T, Sballo e Seplasia sono le sette regine<br />

dei profumi che hanno saputo conquistare personaggi come Robert De<br />

Niro o Simon Le Bon. Che compongano i pregiati olii che hanno reso<br />

grande l’azienda o i più moderni eau de parfum, che siano body wash e<br />

body noushiring cream o candele profumate, le essenze mantengono<br />

sempre il loro fascino e la loro naturale ricercatezza.<br />

Blu è una immersione nelle acque di Capri. Un ritorno a casa, per<br />

Bruno, Brunello e quanti abbiano fatto del mare la propria dimensione<br />

esistenziale.<br />

19


Un porto<br />

che<br />

emoziona<br />

20<br />

C'è chi il mare lo eredita<br />

e chi lo sceglie.<br />

Entrambe le strade fanno parte del destino della<br />

Famiglia Gallozzi. Una tradizione e una passione<br />

che vanno indietro nel tempo e che oggi<br />

hanno reso possibile la nascita del più innovativo<br />

e affascinante porto turistico del Mediterraneo.<br />

Marina d’Arechi è un’esperienza capace di<br />

coinvolgere, entusiasmare e coccolare i diportisti<br />

in ogni momento dell’anno.


“Scegliere il nostro Port Village, significa<br />

poter vivere l’approdo come una vacanza.<br />

Gli spazi di Marina d’Arechi e i suoi servizi<br />

per il diporto, lo svago, il divertimento, il<br />

relax sono stati immaginati e progettati per<br />

soddisfare le esigenze dei suoi frequentatori,<br />

da mare e da terra, 365 giorni all’anno”.<br />

Anna Cannavacciuolo<br />

Marine Manager<br />

22


“La scelta di coinvolgere Santiago Calatrava per la<br />

progettazione delle opere a mare di Marina<br />

d’Arechi deriva dalla volontà di realizzare qualcosa<br />

di unico nel Mediterraneo. Il tocco<br />

dell’architetto catalano contribuisce a donare al<br />

nostro Port Village un fascino che siamo certi conquisterà<br />

genti provenienti da ogni parte del<br />

mondo”.<br />

Agostino Gallozzi<br />

Presidente<br />

23


40° 38' 24.73 N<br />

14° 49' 25.78 E<br />

Port Village<br />

il magazine di chi ama vivere il mare<br />

Investimento complessivo:<br />

Euro 120.000.000,00 coperto interamente da risorse private.<br />

Uno dei maggiori porti turistici del Mediterraneo per:<br />

Numero di posti barca e specchio acqueo di manovra e numero di posti barca per maxi-yachts fino a 100 mt.<br />

Unico porto del Mediterraneo progettato da una grande firma dell’architettura contemporanea.<br />

Progettista delle opere a mare: Ing. Guglielmo Migliorino.<br />

Progettista delle opere a terra, building, ponti e disegno architettonico: Arch. Ing. Santiago Calatrava.<br />

Dati salienti del progetto:<br />

Posti barca: 1.000 da 10 m. ad oltre 80 m. di lunghezza; Profondità fondali: 8 metri all’ingresso<br />

del porto, da 3,5 a 7 metri agli ormeggi; Specchio acqueo complessivo: mq. 340.000<br />

Aree a verde, giardini e passeggiate: mq. 27.000; Spazi commerciali e d’intrattenimento: mq 8.700;<br />

Posti auto: 1.000; Banchina di riva: 730 metri; Molo di sottoflutto: 231 metri; Banchina sud: 278 metri;<br />

Lunghezza molo di sopraflutto: 1.180 metri; Larghezza molo di sopraflutto: 60 metri al piede,<br />

25 metri al livello dell’acqua, 7 metri in sommità; Altezza molo sopraflutto: 7 metri;<br />

Dorsale Nord: 240 metri; Dorsale Sud: 210 metri.<br />

Inizio lavori: settembre del 2010; Completamento dighe portuali, bacino di levante e consegna<br />

in esercizio dei primi 400 posti barca: maggio <strong>2012</strong>; Completamento opere portuali, bacino di<br />

ponente e consegna in esercizio dei rimanenti 600 posti barca: estate 2013; Inizio lavori opere<br />

Calatrava, building e ponti: 2013; Completamento opere Calatrava e lavori complessivi: 2015.<br />

21 pontili e banchine per uno sviluppo complessivo degli ormeggi di circa 5.000 m. lineari;<br />

Pontili e dorsali in calcestruzzo, a galleggiamento continuo su pali; 7.000 mq di area tecnica;<br />

Scalo per alaggio e varo; Travel lift da 220 tonnellate; Energia in banchina con potenza complessiva<br />

6 Mw; Acqua potabile in banchina; Pump-out acque nere; Stazione di bunkeraggio con capacità<br />

di rifornimento fino a 400 litri al minuto; Erogazione di carburante tradizionale ed agevolato.


IL PRIMO CLIENTE<br />

VIVERE IL MARE<br />

"Il mare è una parte estremamente significativa della mia vita. Sono nato a Vietri,<br />

ho vissuto in tanti posti diversi nel mondo, come Zurigo, Londra e Tokio, ma sono<br />

sempre stato alla ricerca del mare. È un elemento che mi riconcilia con la vita, mi<br />

dà serenità, calma e conforto, oltre a rappresentare il mio principale elemento di<br />

svago. Ho infatti anche sempre scelto sport legati al mare. Posso dire che dopo la<br />

mia famiglia il mare è per me la cosa più importante".<br />

PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />

"Ho scelto Marina d'Arechi perché nel momento in cui ho visto il progetto, la struttura<br />

e i servizi che offriva sono stato immediatamente entusiasta della grande qualità. In<br />

più il fatto che nascesse nella zona in cui sono nato e cresciuto mi ha portato a volere<br />

fortemente essere parte del progetto.<br />

Avendo fatto soprattutto vela e avendo conosciuto altre marine in Francia e in Inghilterra,<br />

ho dovuto sempre fare i conti con le grandi differenze rispetto all'Italia in termini<br />

di qualità, ordine e servizi. Aver visto nascere, proprio nella mia terra natale e nel<br />

mio Paese, qualcosa di molto simile mi ha inorgoglito ed entusiasmato".<br />

Salvatore Di Stasi<br />

Senior Managing Director UBS<br />

L’IMPRENDITORE<br />

VIVERE IL MARE<br />

"È il rapporto di una vita. Sono oltre 40 anni che vado per mare.<br />

Ho cominciato con una barchetta di poco più di 3 metri comprata<br />

alla Rinascente. Poi ho avuto barche sempre più grandi.<br />

Andare per mare significa goderlo in tutti i suoi aspetti.<br />

La mia è una navigazione attenta e rispettosa. Per questo motivo ho fortemente<br />

voluto sulla mia ultima imbarcazione un impianto di depurazione<br />

che garantisce l'assoluta sicurezza che non vada in mare nemmeno una<br />

goccia di materiale estraneo e dannoso.<br />

Il mio è un amore assoluto"<br />

PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />

"Con Marina d'Arechi è stato un colpo di fulmine sia per mia moglie che<br />

per me. Dopo un solo giorno di permanenza ci siamo innamorati. Personalmente<br />

ho provato subito anche una ammirazione per il coraggio<br />

imprenditoriale della famiglia Gallozzi. Generalmente si fanno viaggi e si<br />

vedono fuori dall'Italia grandi opere, ma noi abbiamo in casa qualcuno<br />

che progetta cose uniche nel rispetto assoluto della natura, con linee architettoniche<br />

stupefacenti. In Marina d'Arechi c'è un connubio perfetto tra<br />

natura e innovazione".<br />

Luciano Cimmino<br />

Presidente Gruppo Carpisa-Yamamay<br />

Cesare d'Amico<br />

Amministratore Delegato d'Amico Società di Navigazione SpA<br />

L’ARMATORE<br />

VIVERE IL MARE<br />

"Un rapporto con il mare c'è sempre stato, per tradizione, cultura e anche per business. È una costante all'interno della mia<br />

famiglia e delle mie giornate, sia per l'attività imprenditoriale che per le vacanze in barca con mio padre e mia madre. Presto è<br />

stato il centro della mia vita professionale e del mio svago. Nel corso del tempo il mare mi ha sempre di più appassionato.<br />

In un particolare momento della mia vita, dopo averlo abbandonato in seguito alla morte di mio padre, mi sono riavvicinato<br />

tanto da decidere di ricomprare una barca e rivivere il mare in maniera totale".<br />

PERCHÉ MARINA D'ARECHI<br />

"Ho scelto Marina d'Arechi perché il progetto è molto accattivante e interessante ed è portato avanti da un imprenditore che<br />

mi piace perché ha saputo sempre dimostrare passione e coraggio, diventando un uomo di successo. È un progetto molto bello,<br />

unico nel suo genere e in più sorto in un'area dell'Italia che dimostra di poter essere all'avanguardia. Di questo va dato merito<br />

alla famiglia Gallozzi. Infine, ho scelto Marina d'Arechi, perché nasce a Salerno, città da cui proviene la mia famiglia: questo<br />

mi ha romanticamente conquistato" 25


Le 100 perle del mare <strong>italiano</strong> di Donatella Bianchi<br />

Con le "100 perle dei mari italiani" ho voluto portare all'attenzione dei lettori alcune eccellenze delle nostre coste. Luoghi che, se dimenticati<br />

, rischiano di essere fortemente compromessi. Li considero "i gioielli di famiglia", una piccola rappresentanza di un patrimonio che<br />

vorrei lasciare in eredità ai miei figli. Luoghi che spesso neppure i locali conoscono e possono apprezzare. Ma è solo una piccola parte<br />

delle migliaia di meraviglie che il nostro paese conserva e che ho avuto modo di scoprire in 19 anni di esplorazioni con Lineablu. E' un<br />

libro per gli amanti del mare, per questo ho inserito le coordinate gps oltre alle informazioni utili per raggiungere ogni singola località.<br />

Scriveva Jaques-Yves Cousteau: “Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti<br />

nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”.<br />

Avrei voluto scrivere io una frase così intensa nella quale mi ritrovo pienamente. Il mare è sempre stato presente nella mia vita, fin dalla<br />

prima infanzia. Provengo da una famiglia di velisti/marinai, mio nonno Riccardo era Maestro d'ascia, mio papà oltre alla vela mi ha<br />

trasmesso la grande passione per la pesca. Occuparmi del mare, della sua gente , della divulgazione del grandi valori che hanno saputo<br />

conservare, lo considero un grande privilegio, una missione che ha guidato la mia carriera per un lungo periodo regalandomi immense<br />

soddisfazioni e riconoscimenti. Misterioso e affascinante quanto lo spazio, ci riserverà ancora grandi sorprese, ma soprattutto offrirà<br />

grandi opportunità alle generazioni che verranno.<br />

I gioielli<br />

di famiglia<br />

26


“Ho bisogno del mare perché m’insegna<br />

non so se imparo musica o coscienza:<br />

non so se è onda sola o essere profondo<br />

o solo roca voce o abbacinante<br />

supposizione di pesci e di navigli.<br />

Il fatto è che anche quando sono<br />

addormentato<br />

circolo in qualche modo magnetico<br />

nell’università delle acque.<br />

Non sono solo le conchiglie triturate<br />

come se qualche pianeta tremante<br />

partecipasse lenta morte,<br />

no, dal frammento ricostruisco il giorno,<br />

da una raffica di sale le stalattiti<br />

e da una cucchiaiata il dio immenso.<br />

Ciò che m’insegnò prima lo custodisco! È aria,<br />

vento incessante, acqua e arena.<br />

Sembra poca cosa per l’uomo giovane<br />

che giunse a vivere qui con i suoi incendi,<br />

e tuttavia il battito che saliva<br />

e scendeva al suo abisso,<br />

il freddo dell’azzurro che crepitava,<br />

lo sgretolamento della stella,<br />

il tenero dispiegarsi dell’onda<br />

sperperando neve con schiuma,<br />

il potere quieto, lì, determinato<br />

come un trono di pietra nel profondo,<br />

sostituì il recinto in cui crescevano<br />

ostinata tristezza, oblio accumulato,<br />

e bruscamente cambiò la mia esistenza:<br />

diedi la mia adesione al puro movimento”.<br />

Pablo Neruda

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