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Guida al PIANO CASA della Regione LIGURIA

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<strong>Guida</strong><br />

<strong>al</strong> <strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Regione</strong> <strong>LIGURIA</strong><br />

(aggiornata a marzo 2015)


SOMMARIO<br />

INTRODUZIONE………………………………………………………………………….……………….. pag. 3<br />

IL <strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong> IN <strong>LIGURIA</strong>……………………………………...…………………………….……. pag. 4<br />

EDIFICI RESIDENZIALI, Ampliamento volumetrico…………………………….…………...pag. 6<br />

EDIFICI RESIDENZIALI, Demolizione e ricostruzione…………………………….…........pag. 9<br />

EDIFICI NON RESIDENZIALI, Demolizione e ricostruzione…...………………….…...pag. 10<br />

ESCLUSIONI…………………………………………………………………………………………....... pag. 11<br />

COME APPLICARE IL <strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong>…………………………………………………….………… pag. 12<br />

NORMATIVA DI RIFERIMENTO…………………………………………………………..…... …pag. 14<br />

2


INTRODUZIONE<br />

Il Piano Casa consiste in un insieme di provvedimenti legislativi e di incentivi economici per<br />

consentire l’ampliamento di abitazioni e immobili a uso diverso da quello residenzi<strong>al</strong>e. Il termine è<br />

stato coniato per l’housing soci<strong>al</strong>e, ma la sua portata si è arricchita inglobando anche l’edilizia<br />

privata.<br />

In un primo momento, infatti, con la denominazione “Piano Casa” si definivano solo le soluzioni<br />

individuate d<strong>al</strong>le pubbliche amministrazioni per risolvere il disagio soci<strong>al</strong>e causato d<strong>al</strong>la carenza di<br />

<strong>al</strong>loggi.<br />

Più comunemente, però, il Piano Casa ha assunto una connotazione diversa, passando per la<br />

liber<strong>al</strong>izzazione dell’edilizia e lo snellimento delle procedure burocratiche attraverso il ricorso <strong>al</strong>la<br />

Dia, Denuncia di inizio attività. Le misure di semplificazione sono state ideate per rilanciare il<br />

settore delle costruzioni, gravato d<strong>al</strong>la crisi economica in atto.<br />

A marzo 2009 l’Esecutivo ha infatti lanciato una pacchetto di interventi per l’aumento delle<br />

cubature sugli edifici esistenti, contenenti anche la possibilità di effettuare ampliamenti in seguito<br />

<strong>al</strong>la tot<strong>al</strong>e demolizione di un edificio. Interventi da effettuare per un periodo non inferiore a 18<br />

mesi in deroga <strong>al</strong>la normativa in vigore, prevedendo anche un insieme di semplificazioni <strong>al</strong> Testo<br />

Unico dell’edilizia.<br />

I beneficiari di questa tipologia di misure sono i proprietari degli immobili, che avv<strong>al</strong>endosi di una<br />

norma temporanea possono migliorare la qu<strong>al</strong>ità <strong>della</strong> propria abitazione, immettendo nel sistema<br />

capit<strong>al</strong>i immobilizzati in grado di sostenere l’occupazione e le attività del comparto edile.<br />

È attribuita una notevole importanza anche <strong>al</strong>la tutela <strong>della</strong> sicurezza, possibile con l’applicazione<br />

delle NTC, Norme tecniche per le costruzioni, in vigore da luglio 2009. Previsto quindi il rispetto<br />

<strong>della</strong> legislazione in materia antisismica, così come il divieto di effettuare gli interventi nelle aree a<br />

rischio idrogeologico.<br />

D<strong>al</strong> momento che la Costituzione attribuisce <strong>al</strong>le Regioni la competenza legislativa in materia di<br />

edilizia e urbanistica, il percorso normativo per la definizione degli ampliamenti in funzione<br />

anticrisi è proseguita su base loc<strong>al</strong>e, creando una situazione differenziata sul territorio nazion<strong>al</strong>e.<br />

Sono gli enti loc<strong>al</strong>i a decidere a qu<strong>al</strong>e tipologia di edifici estendere gli interventi, stabilendo o<br />

meno il divieto di applicazione <strong>della</strong> legge per gli immobili anche solo parzi<strong>al</strong>mente abusivi o<br />

vincolati, i beni cultur<strong>al</strong>i, le aree di pregio paesaggistico e quelle sotto tutela.<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong>: 2 ANNI DOPO<br />

Le norme region<strong>al</strong>i in molti casi sono state via via modificate per ovviare agli scarsi risultati<br />

raggiunti in termini di interesse e domande presentate. Da ultimo, il Decreto Legge Sviluppo,<br />

approvato a maggio 2011, ha chiesto <strong>al</strong>le Regioni di approvare nuove norme per incentivare<br />

la razion<strong>al</strong>izzazione del patrimonio edilizio e la riqu<strong>al</strong>ificazione delle aree urbane degradate<br />

attraverso interventi di demolizione e ricostruzione con premio di cubatura, cambi di<br />

destinazione d’uso, deloc<strong>al</strong>izzazioni e modifiche <strong>al</strong>la sagoma necessarie <strong>al</strong>l’armonizzazione<br />

architettonica.<br />

3


IL <strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong> IN <strong>LIGURIA</strong><br />

La Legge region<strong>al</strong>e del 3 novembre 2009 n. 49 “Misure urgenti per il rilancio dell’attività edilizia<br />

e per la riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio urbanistico-edilizio” è stata pubblicata sul Bollettino<br />

Uffici<strong>al</strong>e n. 19 del 4 novembre 2009.<br />

La legge disciplina interventi per la riqu<strong>al</strong>ificazione funzion<strong>al</strong>e, architettonica e statica del<br />

patrimonio edilizio esistente, consentendo l’ampliamento dei volumi esistenti, attraverso<br />

l’applicazione di nuove tecnologie per la sicurezza antisismica, l’efficienza energetica e la<br />

sostenibilità ambient<strong>al</strong>e degli edifici.<br />

La norma prevede interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione su edifici residenzi<strong>al</strong>i o a<br />

destinazione diversa, da effettuare in deroga a strumenti urbanistici e regolamenti edilizi vigenti.<br />

Data la situazione di crisi che ha colpito il comparto dell’edilizia, la disposizione predisposta d<strong>al</strong>la<br />

<strong>Regione</strong> mira ad incentivare gli investimenti privati per l’ingrandimento o la riqu<strong>al</strong>ificazione di<br />

abitazioni, ma anche di immobili non residenzi<strong>al</strong>i.<br />

Ai cittadini è data la possibilità di riqu<strong>al</strong>ificare un edificio d<strong>al</strong> punto di vista energetico e<br />

architettonico, ma anche di ingrandirlo aumentandone la volumetria. Diventa infatti possibile<br />

ricavare una o più stanze aggiuntive per rispondere <strong>al</strong> fabbisogno abitativo o produttivo, con un<br />

investimento minore rispetto <strong>al</strong>l’acquisto di una nuova casa o di un <strong>al</strong>tro capannone.<br />

L’obiettivo è raggiungibile con la semplificazione delle procedure e il ricorso gener<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong>la Dia,<br />

Denuncia di inizio attività, o <strong>al</strong> permesso di costruire. Tutto per incentivare la domanda di<br />

interventi, in modo da sostenere l’occupazione e il giro di affari del settore costruzioni,<br />

caratterizzato prev<strong>al</strong>entemente da piccole e medie imprese, messe in difficoltà d<strong>al</strong>l’attu<strong>al</strong>e<br />

congiuntura economica, ma in grado di effettuare la tipologia di micro interventi previsti d<strong>al</strong>la<br />

legge sul patrimonio edilizio privato.<br />

Alla legge è riconosciuto carattere straordinario. Per questo motivo e per il suo ruolo anti-crisi<br />

prev<strong>al</strong>e sulle previsioni dei regolamenti comun<strong>al</strong>i, degli strumenti urbanistici e delle leggi region<strong>al</strong>i<br />

in contrasto con essa.<br />

La straordinarietà <strong>della</strong> disposizione implica anche un effetto a tempo determinato. Sarà quindi<br />

possibile presentare le istanze per gli interventi previsti entro il 31 dicembre 2015.<br />

Un primo tentativo di modifica è avvenuto con la circolare PG/2009/184296 del 28 dicembre, i cui<br />

contenuti sono stati successivamente ritirati con la circolare PG/2010/4421. Il documento mirava<br />

ad applicare il Piano Casa anche agli edifici parzi<strong>al</strong>mente abusivi, re<strong>al</strong>izzati in modo non conforme<br />

<strong>al</strong>le norme urbanistiche ed <strong>al</strong>le prescrizioni degli strumenti urbanistici. La disposizione rendeva<br />

possibili gli interventi sulle parti di edificio non interessate d<strong>al</strong>l’abuso, scorporando la volumetria<br />

sanata d<strong>al</strong> condono ai fini <strong>della</strong> quantificazione <strong>della</strong> percentu<strong>al</strong>e di incremento.<br />

Dato che la proposta aveva suscitato numerose polemiche, con la Legge Region<strong>al</strong>e 4/2011 per la<br />

proroga e la modifica del Piano Casa è stato infine raggiunto un compromesso. Diventa possibile<br />

4


ampliare gli edifici condonati solo in presenza di abusi minori, scorporando la parte sanata d<strong>al</strong>la<br />

percentu<strong>al</strong>e di incremento.<br />

L’applicazione <strong>della</strong> legge si articola in tre livelli:<br />

- Ampliamento degli edifici residenzi<strong>al</strong>i, che in base <strong>al</strong>le dimensioni possono beneficiare di<br />

premi volumetrici del 10% e del 20%, con possibilità di incrementi aggiuntivi relazionati<br />

<strong>al</strong>l’utilizzo di materi<strong>al</strong>i loc<strong>al</strong>i e <strong>al</strong>l’adeguamento <strong>al</strong>le norme antisismiche;<br />

- Demolizione e ricostruzione degli edifici residenzi<strong>al</strong>i, attuabile con un premio volumetrico<br />

fino <strong>al</strong> 35%;<br />

- Demolizione e ricostruzione degli edifici non residenzi<strong>al</strong>i, che possono essere ingranditi<br />

fino <strong>al</strong> 35%.<br />

Il Piano Casa <strong>della</strong> Liguria in sintesi<br />

Edifici Ampliamento Demolizione<br />

e<br />

ricostruzione<br />

Residenzi<strong>al</strong>i 60 mc su<br />

edifici fino a<br />

200 mc<br />

20% su edifici<br />

tra 200 mc e<br />

500 mc<br />

35% Dia<br />

Titolo abilitativo Esclusioni Termine per<br />

le istanze<br />

Permesso di<br />

costruire<br />

-edifici abusivi<br />

-edifici<br />

integr<strong>al</strong>mente<br />

condonati con<br />

tipologia di<br />

abuso 1<br />

Non<br />

residenzi<strong>al</strong>i<br />

10% su edifici<br />

tra 500 mc e<br />

1000 mc<br />

170mc su<br />

edifici tra<br />

1000 e<br />

1500mc<br />

--------------- 35% Dia<br />

Permesso di<br />

costruire<br />

-aree<br />

inedificabili<br />

-aree<br />

demani<strong>al</strong>i<br />

-beni cultur<strong>al</strong>i<br />

-parchi<br />

31<br />

dicembre<br />

2015<br />

5


EDIFICI RESIDENZIALI<br />

Ampliamento volumetrico<br />

Aumenti di cubatura previsti d<strong>al</strong>la legge<br />

La legge region<strong>al</strong>e consente l’ampliamento degli edifici esistenti, a tot<strong>al</strong>e o prev<strong>al</strong>ente<br />

destinazione residenzi<strong>al</strong>e, mono o plurifamiliari, di volume non superiore a 1.500 metri cubi, nei<br />

seguenti limiti:<br />

- Gli edifici di volumetria esistente non superiore a 200 mc possono essere incrementati fino<br />

a 60 mc;<br />

- Gli edifici di volumetria esistente compresa fra 200 e 500 mc possono essere ampliati fino<br />

<strong>al</strong> 20% per la parte eccedente la soglia di 200 mc;<br />

- Gli edifici di volumetria esistente compresa fra 500 e 1.000 mc beneficiano di un bonus fino<br />

<strong>al</strong> 10% per la parte eccedente la soglia di 500 mc;<br />

- Gli edifici di volumetria esistente compresa fra i 1.000 e i 1.500 mc possono usufruire di un<br />

incremento fino ad un massimo di 170 metri cubi.<br />

Gli interventi di ampliamento possono essere re<strong>al</strong>izzati anche mediante mutamento d’uso di loc<strong>al</strong>i<br />

accessori ubicati <strong>al</strong>l’interno dell’ingombro geometrico <strong>della</strong> costruzione esistente.<br />

L’ampliamento è ammesso anche per edifici destinati ad<br />

uso socioassistenzi<strong>al</strong>e e socio-educativo.<br />

Se gli interventi di ampliamento comportano il<br />

frazionamento dell’unità immobiliare, le unità immobiliari<br />

non possono comunque avere una superficie inferiore a 60<br />

metri quadrati.<br />

Gli edifici destinati ad uso<br />

socioassistenzi<strong>al</strong>e e socio-educativo sono<br />

gli edifici, o loro porzioni, in cui operano le<br />

strutture a destinazione soci<strong>al</strong>e e sociosanitaria<br />

individuate nell’articolo 44 <strong>della</strong><br />

legge region<strong>al</strong>e 12/2006 “Promozione del<br />

sistema integrato di servizi soci<strong>al</strong>i e sociosanitari”<br />

e ss.mm.ii., nonché le strutture<br />

ricettive di cui <strong>al</strong>l’articolo 49, comma 4,<br />

<strong>della</strong> legge region<strong>al</strong>e 6/2009 “Promozione<br />

delle politiche per i minori e i giovani” e<br />

ss.mm.ii..<br />

Sono possibili ulteriori incrementi:<br />

- Del 10% qu<strong>al</strong>ora l’intero organismo edilizio<br />

esistente, comprensivo <strong>della</strong> porzione oggetto di<br />

ampliamento, venga adeguato <strong>al</strong>le norme<br />

antisismiche e rispetti i requisiti di rendimento<br />

energetico degli edifici;<br />

- Del 5% se gli ampliamenti sono re<strong>al</strong>izzati su<br />

edifici rur<strong>al</strong>i di v<strong>al</strong>ore testimoni<strong>al</strong>e a<br />

destinazione residenzi<strong>al</strong>e, compresi quelli<br />

parzi<strong>al</strong>mente diruti. La premi<strong>al</strong>ità è subordinata<br />

<strong>al</strong>l’obbligo per il proprietario di re<strong>al</strong>izzare gli<br />

interventi nel rispetto <strong>della</strong> tipologia, dei<br />

materi<strong>al</strong>i loc<strong>al</strong>i tradizion<strong>al</strong>i (qu<strong>al</strong>i le lastre di<br />

ardesia, aventi composizione chimica con<br />

È edificio rur<strong>al</strong>e di v<strong>al</strong>ore testimoni<strong>al</strong>e un<br />

immobile re<strong>al</strong>izzato entro il XIX secolo, con<br />

rapporto diretto e funzion<strong>al</strong>e con i fondi<br />

agricoli circostanti, caratterizzato da<br />

riconoscibilità del suo stato originario in<br />

quanto non irreversibilmente <strong>al</strong>terato nel suo<br />

stato tipologico e nei materi<strong>al</strong>i tradizion<strong>al</strong>i<br />

impiegati.<br />

È edificio diruto un immobile di cui parti,<br />

anche significative e struttur<strong>al</strong>i, siano andate<br />

distrutte nel tempo senza che ciò inibisca la<br />

possibilità di documentare l’originario<br />

inviluppo volumetrico e la configurazione<br />

tipologica ai fini <strong>della</strong> sua ricostruzione<br />

6


presenza di carbonato di c<strong>al</strong>cio maggiore del 20%, tegole in laterizio tipo “coppo” e lastre<br />

in pietra tipo lose) e delle tecniche costruttive che caratterizzano l’edificio esistente, come<br />

da attestazione del progettista da <strong>al</strong>legare <strong>al</strong> permesso di costruire;<br />

- Del 5% qu<strong>al</strong>ora per la copertura di interi edifici residenzi<strong>al</strong>i, diversi da quelli rur<strong>al</strong>i di v<strong>al</strong>ore<br />

testimoni<strong>al</strong>e, si utilizzino lastre di ardesia, tegole in laterizio tipo “coppo” e lastre in pietra<br />

se non in contrasto con le caratteristiche dei tetti circostanti;<br />

- Del 3% per gli edifici residenzi<strong>al</strong>i posti ad <strong>al</strong>titudine superiore ai 500 metri sul livello del<br />

mare e ricadenti in comuni non costieri<br />

- Del 5% se vengono effettuati <strong>al</strong>meno due dei seguenti interventi:<br />

- tetto fotovoltaico con potenza di picco non inferiore a 1 Kw,<br />

- serbatoio interrato per il recupero delle acque pluvi<strong>al</strong>i di capacità non inferiore a 10 mc,<br />

- ripristino di suolo agricolo, classato agrario <strong>al</strong> catasto rur<strong>al</strong>e <strong>al</strong> 30 giugno 2009, a condizione che<br />

l’intervento comprenda il restauro <strong>della</strong> muratura di sostegno in pietra, ove esistente, delle tipiche<br />

fasce liguri e che l’area di terreno recuperato sia pari <strong>al</strong>meno a dieci volte la superficie lorda<br />

dell’immobile ampliato e si trovi nell’interno del lotto di pertinenza dell’immobile o comunque<br />

entro un raggio non superiore a 200 metri,<br />

- in zone boscate e pascoli re<strong>al</strong>izzazione di un progetto di ricostruzione del soprassuolo veget<strong>al</strong>e,<br />

relativamente <strong>al</strong>la parte di proprietà circostante l’immobile, pari <strong>al</strong>meno a 20 volte la superficie<br />

dell’immobile ampliato,<br />

- ripristino, previa convenzione con l’amministrazione comun<strong>al</strong>e, di antichi sentieri, mulattiere,<br />

stradine vicin<strong>al</strong>i d’uso pubblico, anche in eventu<strong>al</strong>e funzione anti incendio boschivo;<br />

Per agevolare l'attuazione delle norme sul risparmio energetico e migliorare la qu<strong>al</strong>ità degli edifici,<br />

non sono considerati nel computo dell’indice edificatorio:<br />

- le strutture perimetr<strong>al</strong>i portanti e non, che comportino spessori complessivi, sia per gli<br />

elementi struttur<strong>al</strong>i che sovrastruttur<strong>al</strong>i, superiori a 30 centimetri, per la sola parte<br />

eccedente i 30 cm e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm per gli elementi vertic<strong>al</strong>i;<br />

- i solai con struttura superiore a 30 centimetri per la sola parte eccedente i 30 centimetri<br />

fino ad un massimo di 25 centimetri per gli elementi di copertura e di 15 centimetri per<br />

quelli orizzont<strong>al</strong>i intermedi, in quanto il maggiore spessore contribuisce <strong>al</strong> miglioramento<br />

dei livelli di coibentazione termica, acustica e di inerzia termica;<br />

- l’incremento di spessore fino a 15 centimetri dei muri divisori fra unità immobiliari<br />

fin<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong>l’isolamento acustico.<br />

Vincoli di applicabilità per gli interventi edilizi<br />

Gli ampliamenti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia e sono re<strong>al</strong>izzabili in deroga ai<br />

piani urbanistici vigenti e/o operanti in s<strong>al</strong>vaguardia.<br />

Gli interventi di ampliamento devono sempre<br />

rispettare:<br />

Le norme sul rendimento energetico degli edifici<br />

sono dettate d<strong>al</strong>la legge region<strong>al</strong>e n. 22 del 29<br />

maggio 2007 “Norme in materia di energia” e d<strong>al</strong><br />

Dpr n. 59 del 2 aprile 2009 “Regolamento di<br />

attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b),<br />

del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192,<br />

concernente attuazione <strong>della</strong> direttiva 2002/91/CE<br />

sul rendimento energetico in edilizia”.<br />

- le distanze da pareti finestrate degli edifici, in caso di<br />

ampliamenti in senso orizzont<strong>al</strong>e e laddove gli<br />

ampliamenti in senso vertic<strong>al</strong>e comportino la<br />

re<strong>al</strong>izzazione di un nuovo piano;<br />

- le indicazioni tipologiche, form<strong>al</strong>i e costruttive degli strumenti urbanistici o degli atti di<br />

pianificazione territori<strong>al</strong>e vigenti;<br />

7


- la normativa antisismica e i requisiti minimi di rendimento energetico degli edifici.<br />

Gli interventi non sono cumulabili con <strong>al</strong>tri ampliamenti previsti dagli strumenti urbanistici.<br />

Titoli abilitativi<br />

Gli interventi possono essere effettuati con la<br />

presentazione <strong>della</strong> Dia, denuncia di inizio attività, entro<br />

il 31 dicembre 2015. Per l’ampliamento degli edifici<br />

rur<strong>al</strong>i è invece necessario il permesso di costruire,<br />

subordinato a una convenzione col Comune con cui il<br />

soggetto proponente si impegna <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione delle<br />

opere di urbanizzazione necessarie.<br />

La Dia è un’autocertificazione, presentata da<br />

un professionista iscritto agli <strong>al</strong>bi degli<br />

architetti, ingegneri, geometri, periti agrari,<br />

periti edili, che si assume la responsabilità<br />

del rispetto delle norme urbanistiche. Ha il<br />

carattere di atto privato che viene<br />

protocollato d<strong>al</strong> Comune<br />

8


EDIFICI RESIDENZIALI<br />

Demolizione e ricostruzione<br />

Aumenti di cubatura previsti d<strong>al</strong>la legge<br />

I singoli edifici prev<strong>al</strong>entemente residenzi<strong>al</strong>i, o ad essi<br />

assimilabili qu<strong>al</strong>i residenze collettive,<br />

esistenti <strong>al</strong>la data del 30 giugno 2009 aventi una volumetria<br />

non superiore a 2.500 metri cubi e<br />

che necessitano di interventi di riqu<strong>al</strong>ificazione urbanistica,<br />

architettonica e/o ambient<strong>al</strong>e possono essere demoliti e<br />

ricostruiti con un incremento fino <strong>al</strong> 35% del volume<br />

esistente.<br />

È considerato incongruo un edificio<br />

suscettibile di riqu<strong>al</strong>ificazione<br />

urbanistica, architettonica e<br />

ambient<strong>al</strong>e perché esposto a rischio<br />

idrogeologico o avente criticità<br />

statico struttur<strong>al</strong>i e incompatibilità<br />

con la zona in cui è insediato.<br />

Per gli edifici aventi volumetria superiore a 2000 metri cubi, l’incremento massimo ammissibile<br />

non può superare i 700 metri cubi.<br />

Più edifici, appartenenti ad un unico proprietario e situati nello stesso lotto, possono essere<br />

demoliti e accorpati in un unico edificio. La volumetria complessiva, compreso il premio<br />

volumetrico del 35%, deve rispettare i limiti previsti.<br />

Mod<strong>al</strong>ità di applicazione degli interventi edilizi<br />

Gli interventi di ricostruzione possono avvenire nel sito o in <strong>al</strong>tra area idonea a soddisfare le<br />

fin<strong>al</strong>ità di riqu<strong>al</strong>ificazione urbanistica, architettonica e/o ambient<strong>al</strong>e. In questo caso, i progetti<br />

devono comprendere la sistemazione o l’approvazione <strong>della</strong> disciplina urbanistica delle aree<br />

liberate d<strong>al</strong>la demolizione.<br />

Le sostituzioni edilizie sono assentibili in deroga <strong>al</strong>la disciplina dei piani urbanistici vigenti e/o<br />

operanti in s<strong>al</strong>vaguardia, fatto s<strong>al</strong>vo il rispetto delle distanze dai fabbricati, la dotazione di<br />

parcheggi pertinenzi<strong>al</strong>i in misura pari ad 1 mq per ogni 10 mc di incremento.<br />

Gli interventi devono essere effettuati in conformità <strong>al</strong>le previsioni del piano territori<strong>al</strong>e di<br />

coordinamento paesistico e dei piani di bacino nonché <strong>al</strong>le norme antisismiche ed <strong>al</strong>la normativa<br />

in materia di rendimento energetico degli edifici contenuta nella LR 22/2007.<br />

Gli interventi di ricostruzione che prevedano la deloc<strong>al</strong>izzazione dell’edificio <strong>al</strong> di fuori del sito e si<br />

pongano in variante <strong>al</strong>la vigente strumentazione urbanistica comun<strong>al</strong>e, sono assentibili mediante<br />

procedura di Conferenza di servizi. Le varianti sono qu<strong>al</strong>ificate di esclusivo interesse loc<strong>al</strong>e e la loro<br />

approvazione o controllo di legittimità è riservata <strong>al</strong>l’esclusiva competenza dell’amministrazione<br />

provinci<strong>al</strong>e.<br />

Titoli abilitativi<br />

Per l’avvio degli interventi è necessario richiedere entro il 31<br />

dicembre 2015 il permesso di costruire, subordinato a una<br />

convenzione col Comune con cui il soggetto proponente si<br />

impegna <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione delle opere di urbanizzazione<br />

necessarie.<br />

Il Permesso per costruire è un<br />

provvedimento amministrativo<br />

form<strong>al</strong>e cartaceo con numero e data<br />

che autorizza l’attività di<br />

trasformazione del territorio, in<br />

conformità <strong>al</strong>la pianificazione<br />

9


EDIFICI NON RESIDENZIALI<br />

Demolizione e ricostruzione<br />

Per conseguire effetti di riqu<strong>al</strong>ificazione urbanistica, paesistica e ambient<strong>al</strong>e, i Comuni possono<br />

approvare interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino <strong>al</strong> 35% <strong>della</strong> volumetria<br />

esistente di edifici a destinazione diversa da quella residenzi<strong>al</strong>e, aventi una consistenza non<br />

eccedente 10 mila metri cubi.<br />

Gli interventi devono essere effettuati nel rispetto delle destinazioni d’uso previste nel vigente<br />

strumento urbanistico comun<strong>al</strong>e.<br />

Le demolizioni e ricostruzioni con deloc<strong>al</strong>izzazione in un <strong>al</strong>tro sito sono ammesse solo in aree<br />

edificabili a condizione che il soggetto attuatore, prima del rilascio del titolo edilizio, si impegni<br />

con il Comune <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione di opere di sistemazione, anche di interesse pubblico, necessarie a<br />

superare le condizioni di incongruità che giustificano la deloc<strong>al</strong>izzazione.<br />

Se le demolizioni e ricostruzioni con deloc<strong>al</strong>izzazione prevedono l’insediamento <strong>della</strong> destinazione<br />

d’uso residenzi<strong>al</strong>e, possono essere assentiti senza incremento volumetrico e solo nelle aree<br />

edificabili diverse da quelle agricole e di presidio ambient<strong>al</strong>e, nel rispetto delle destinazioni d’uso e<br />

delle <strong>al</strong>tezze previste d<strong>al</strong> vigente strumento urbanistico comun<strong>al</strong>e. Il soggetto attuatore deve però<br />

impegnarsi <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione di <strong>al</strong>loggi di edilizia abitativa convenzionata per una quota pari <strong>al</strong> 20%<br />

<strong>della</strong> volumetria assentibile e <strong>al</strong>la monetizzazione <strong>della</strong> quota a favore dei Comuni per programmi<br />

di edilizia residenzi<strong>al</strong>e pubblica.<br />

Questo tipo di interventi si classifica come sostituzione edilizia e sono assentiti mediante<br />

procedura di Conferenza di servizi nel cui contesto sono rilasciati i titoli abilitativi necessari ed<br />

approvate le varianti <strong>al</strong>la strumentazione urbanistica comun<strong>al</strong>e. L’approvazione delle varianti è<br />

riservata <strong>al</strong>la <strong>Regione</strong>, che è competente <strong>al</strong> rilascio dell’autorizzazione paesistico-ambient<strong>al</strong>e.<br />

Dopo la re<strong>al</strong>izzazione dei lavori, la destinazione d’uso degli immobili non può essere modificata<br />

per 20 anni.<br />

Più edifici, appartenenti ad un unico proprietario e situati nello stesso lotto, possono essere<br />

demoliti e accorpati in un unico edificio. La volumetria complessiva, compreso il premio<br />

volumetrico del 35%, deve rispettare i limiti previsti.<br />

10


ESCLUSIONI<br />

Il Piano Casa prevede ambiti di non applicabilità per gli interventi di ampliamento, demolizione e<br />

ricostruzione.<br />

Sono infatti esclusi:<br />

- Gli edifici abusivi, cioè re<strong>al</strong>izzati in assenza di titolo edilizio o in difformità da esso, tranne i<br />

casi in cui la difformità non ha per oggetto i volumi e le superfici;<br />

- Gli immobili integr<strong>al</strong>mente condonati con tipologia di abuso 1 “Opere re<strong>al</strong>izzate in assenza<br />

o difformità <strong>della</strong> licenza edilizia o concessione e non conformi <strong>al</strong>le norme urbanistiche ed<br />

<strong>al</strong>le prescrizioni degli strumenti urbanistici”. Se il condono ha per oggetto solo <strong>al</strong>cune parti<br />

dell’edificio, le volumetrie sono computate nella volumetria esistente, ma devono essere<br />

sottratte d<strong>al</strong> c<strong>al</strong>colo dell’ampliamento;<br />

- I fabbricati ricadenti in aree di inedificabilità assoluta in base a normative o atti di<br />

pianificazione territori<strong>al</strong>e o in aree a pericolosità idraulica o idrogeologica in cui i piani di<br />

bacino non ammettono interventi di ampliamento;<br />

- Gli edifici ricadenti in aree demani<strong>al</strong>i marittime concesse per fin<strong>al</strong>ità turistico-ricreative;<br />

- Gli immobili situati nei centri storici, anche se i Comuni possono aver individuato aree o<br />

specifici casi in cui gli ampliamenti sono consentiti;<br />

- Gli edifici vincolati come beni cultur<strong>al</strong>i ai sensi del Codice dei beni Cultur<strong>al</strong>i e del<br />

paesaggio, d.lgs n. 42/2004, o individuati come edifici di pregio dagli strumenti urbanistici<br />

gener<strong>al</strong>i vigenti;<br />

- I fabbricati ricadenti nel territorio del Parco nazion<strong>al</strong>e delle Cinque Terre, del Parco<br />

region<strong>al</strong>e di Portofino, del Parco natur<strong>al</strong>e region<strong>al</strong>e di Portovenere e del Parco natur<strong>al</strong>e<br />

region<strong>al</strong>e di Montemarcello Magra. A questi edifici si applica la disciplina di ampliamento<br />

stabilita nei relativi Piani. Ogni ente parco può, tuttavia, consentire gli ampliamenti, ferme<br />

restando le esclusioni stabilite d<strong>al</strong> Piano Casa.<br />

Nei Comuni costieri non è consentito ampliare gli edifici ricadenti, in base <strong>al</strong> vigente PTCP, assetto<br />

insediativo, nelle strutture urbane qu<strong>al</strong>ificate (SU); negli ambiti di conservazione (CE); nelle aree<br />

non insediate (ANI) assoggettate <strong>al</strong> regime di mantenimento (MA), limitatamente <strong>al</strong>la fascia di<br />

profondità di 300 metri, c<strong>al</strong>colati in linea d’aria d<strong>al</strong>la battigia anche per i terreni elevati sul mare.<br />

Ulteriori limiti possono essere stati posti dai Comuni. Prima di progettare un intervento di<br />

ampliamento è quindi necessario una verifica presso l’ufficio tecnico del Comune in cui ricade<br />

l’immobile da sottoporre ai lavori (vedi cap. “Come applicare il Piano Casa”).<br />

11


COME APPLICARE IL <strong>PIANO</strong> <strong>CASA</strong><br />

Per l’avvio e la re<strong>al</strong>izzazione degli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione i privati<br />

interessati devono far fronte a vari adempimenti rispondenti <strong>al</strong>la logica dello snellimento<br />

burocratico promosso d<strong>al</strong>la normativa.<br />

È necessario innanzitutto prendere visione delle misure contenute nel Piano Casa region<strong>al</strong>e, LR<br />

49/2009, pubblicata sul Bollettino Uffici<strong>al</strong>e n. 19 del 4 novembre 2009.<br />

D<strong>al</strong> momento che è stata riconosciuta agli Enti Loc<strong>al</strong>i la possibilità di limitare la portata degli<br />

interventi a determinate aree o tipologie di edifici, il cittadino o il progettista interessato, prima di<br />

presentare l’istanza <strong>al</strong>l’Ufficio Tecnico, deve controllare i contenuti <strong>della</strong> delibera eventu<strong>al</strong>mente<br />

emanata d<strong>al</strong> Comune nel qu<strong>al</strong>e è situato l’edificio da ampliare o sostituire.<br />

Per passare <strong>al</strong>l’applicazione pratica e ottenere una v<strong>al</strong>utazione sulla fattibilità degli interventi è<br />

necessario contattare un progettista abilitato.<br />

I passaggi successivi consistono nel dotarsi di una attestazione del titolo di legittimazione e<br />

dell’asseverazione del professionista abilitato, che dovrà in seguito redigere gli elaborati<br />

progettu<strong>al</strong>i richiesti d<strong>al</strong> regolamento edilizio e d<strong>al</strong>lo strumento urbanistico vigente.<br />

Ai sensi del DPR 380/2001, Testo Unico dell’Edilizia, nel caso di intervento su un immobile<br />

vincolato è obbligatorio richiedere il parere dell’autorità competente.<br />

Il progettista abilitato, incaricato dei lavori, deve redigere una autocertificazione sulla conformità<br />

del progetto <strong>al</strong>le norme di sicurezza e a quelle igienico-sanitarie.<br />

Una volta raccolta tutta la documentazione necessaria, fino <strong>al</strong> 31 dicembre 2015 si può presentare<br />

la Dia <strong>al</strong>l’Ufficio Tecnico del Comune o <strong>della</strong> Circoscrizione di competenza.<br />

In base <strong>al</strong> Testo Unico dell’Edilizia, Dpr 380/2001, la Dia deve essere presentata <strong>al</strong>meno 30 giorni<br />

prima dell'effettivo inizio dei lavori.<br />

Il privato deve in seguito richiedere <strong>al</strong> progettista abilitato un certificato di collaudo fin<strong>al</strong>e che<br />

attesti la conformità dell'opera <strong>al</strong> progetto presentato.<br />

In caso di ampliamento di edifici rur<strong>al</strong>i o di interventi di demolizione e ricostruzione deve invece<br />

essere richiesto il permesso di costruire. Il proprietario del’immobile o il progettista abilitato deve<br />

presentare domanda <strong>al</strong> Comune o <strong>al</strong>lo Sportello Unico per l’edilizia.<br />

Alla richiesta devono essere <strong>al</strong>legati una attestazione concernente il titolo di legittimazione, gli<br />

elaborati progettu<strong>al</strong>i richiesti d<strong>al</strong> regolamento edilizio e una autocertificazione circa la conformità<br />

del progetto <strong>al</strong>le norme igienico-sanitarie.<br />

Il Comune o lo sportello unico per l’edilizia comunica entro dieci giorni il nominativo del<br />

responsabile del procedimento, che entro 60 giorni cura l’istruttoria, acquisisce i pareri degli uffici<br />

comun<strong>al</strong>i e, ove previsto, <strong>della</strong> commissione edilizia, e, v<strong>al</strong>utata la conformità del progetto <strong>al</strong>la<br />

12


normativa vigente, formula una proposta di provvedimento, corredata da una dettagliata<br />

relazione, con la qu<strong>al</strong>ificazione tecnico-giuridica dell’intervento richiesto.<br />

Il responsabile del procedimento qu<strong>al</strong>ora ritenga necessario apportare modifiche di modesta<br />

entità rispetto <strong>al</strong> progetto originario, può richiederle nello stesso termine dei 60 giorni,<br />

illustrandone le ragioni. L’interessato si esprime sulla richiesta di modifica entro trenta giorni d<strong>al</strong><br />

ricevimento <strong>della</strong> richiesta e, in caso di adesione, è tenuto ad integrare la documentazione nei<br />

successivi quindici giorni. Qu<strong>al</strong>ora l’interessato non aderisca <strong>al</strong>la richiesta di modifica, ovvero non<br />

si esprima entro il termine fissato, il procedimento di rilascio del permesso di costruire si intende<br />

concluso in senso negativo.<br />

Se per la re<strong>al</strong>izzazione dell’intervento è necessario acquisire atti di assenso di <strong>al</strong>tre<br />

amministrazioni, il Comune o lo sportello unico per l’edilizia, convoca entro 60 giorni una<br />

conferenza di servizi.<br />

Il provvedimento fin<strong>al</strong>e è adottato d<strong>al</strong> dirigente o d<strong>al</strong> responsabile del competente ufficio<br />

comun<strong>al</strong>e o dello sportello unico per l’edilizia entro quindici giorni d<strong>al</strong>la proposta di<br />

provvedimento o d<strong>al</strong>l’esito <strong>della</strong> conferenza dei servizi. Dell’avvenuta emanazione del permesso di<br />

costruire è dato immediato avviso agli interessati e <strong>al</strong> pubblico mediante affissione <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>bo<br />

pretorio.<br />

Il termine dei 60 giorni può essere raddoppiato nei Comuni con più di 100 mila abitanti per<br />

progetti particolarmente complessi, definiti t<strong>al</strong>i secondo motivata determinazione del<br />

responsabile del procedimento, da assumersi entro quindici giorni d<strong>al</strong>la presentazione <strong>della</strong><br />

domanda.<br />

Il proprietario dell’immobile è tutelato d<strong>al</strong>l’inerzia delle Amministrazioni perché l’infruttuosa<br />

decorrenza dei termini per il rilascio del richiesto titolo abilitativo, costituisce il presupposto per la<br />

richiesta di intervento sostitutivo.<br />

13


NORMATIVA DI RIFERIMENTO<br />

Riportiamo di seguito il testo integr<strong>al</strong>e <strong>della</strong> Legge Region<strong>al</strong>e 14/2009 per il rilancio del settore<br />

edilizio, <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e hanno fatto seguito ulteriori disposizioni applicative, nonché le maggiori norme<br />

di settore.<br />

Legge region<strong>al</strong>e del 3 novembre 2009 n. 49 “Misure urgenti per il rilancio dell’attività edilizia e<br />

per la riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio urbanistico-edilizio”<br />

Aticolo 1<br />

(Fin<strong>al</strong>ità)<br />

1. In attuazione dell’Intesa tra Stato, Regioni ed Enti<br />

loc<strong>al</strong>i, conclusa in data 1 aprile 2009, per individuare<br />

misure di contrasto <strong>della</strong> crisi economica mediante il<br />

riavvio dell’attività edilizia, la presente legge disciplina<br />

interventi atti a promuovere la riqu<strong>al</strong>ificazione<br />

funzion<strong>al</strong>e, architettonica e statica degli edifici, anche<br />

attraverso l’ampliamento dei volumi esistenti, nel<br />

contesto di un più gener<strong>al</strong>e rinnovo del patrimonio<br />

edilizio esistente in condizioni di obsolescenza e<br />

degrado, attraverso l’applicazione di nuove tecnologie<br />

per la sicurezza antisismica, l’efficienza energetica e la<br />

sostenibilità ambient<strong>al</strong>e degli edifici.<br />

2. La presente legge ha carattere straordinario e le<br />

relative disposizioni hanno v<strong>al</strong>idità per ventiquattro<br />

mesi d<strong>al</strong>la data <strong>della</strong> sua entrata in vigore.<br />

Articolo 2<br />

(Definizioni)<br />

1. Ai fini dell’applicazione <strong>della</strong> presente legge v<strong>al</strong>gono<br />

le seguenti definizioni:<br />

a) Edificio rur<strong>al</strong>e di v<strong>al</strong>ore testimoni<strong>al</strong>e: un edificio<br />

rur<strong>al</strong>e re<strong>al</strong>izzato entro il XIX secolo, che abbia avuto o<br />

continui ad avere un rapporto diretto o comunque<br />

funzion<strong>al</strong>e con fondi agricoli circostanti e che presenti<br />

una riconoscibilità del suo stato originario in quanto<br />

non sia stato irreversibilmente <strong>al</strong>terato nell’impianto<br />

tipologico, nelle caratteristiche architettonicocostruttive<br />

e nei materi<strong>al</strong>i tradizion<strong>al</strong>i impiegati;<br />

b) Edificio diruto: un edificio di cui parti, anche<br />

significative e struttur<strong>al</strong>i, siano andate distrutte nel<br />

tempo senza che ciò inibisca la possibilità di<br />

documentare l’originario inviluppo volumetrico<br />

complessivo e la originaria configurazione tipologica, a<br />

fini <strong>della</strong> sua ricostruzione;<br />

c) Edificio incongruo: un edificio la cui presenza<br />

comporti rischi per la pubblica o privata incolumità o<br />

effetti di dequ<strong>al</strong>ificazione del contesto nel qu<strong>al</strong>e è<br />

inserito per uno o più dei seguenti elementi,<br />

riconosciuti d<strong>al</strong> Comune in sede di approvazione del<br />

relativo progetto di intervento ai sensi degli articoli 6 e<br />

7:<br />

1) esposizione <strong>al</strong> rischio idraulico o idrogeologico;<br />

2) loc<strong>al</strong>izzazione;<br />

3) funzione;<br />

4) tipologia;<br />

5) dimensione;<br />

6) stato di degrado;<br />

d) Edifici destinati ad uso socio-assistenzi<strong>al</strong>e e socioeducativo:<br />

gli edifici, o loro porzioni, in cui operano le<br />

strutture a destinazione soci<strong>al</strong>e e socio-sanitaria<br />

individuate nell’articolo 44 <strong>della</strong> legge region<strong>al</strong>e 24<br />

maggio 2006, n. 12 (Promozione del sistema integrato<br />

di servizi soci<strong>al</strong>i e socio-sanitari) e successive<br />

modifiche ed integrazioni nonché le strutture ricettive<br />

di cui <strong>al</strong>l’articolo 49, comma 4, <strong>della</strong> legge region<strong>al</strong>e 9<br />

aprile 2009, n. 6 (Promozione delle politiche per i<br />

minori e i giovani) e successive modifiche ed<br />

integrazioni;<br />

e) Centro storico: comprende i nuclei insediati<br />

ricompresi in zona classificata di tipo A in base <strong>al</strong><br />

decreto ministeri<strong>al</strong>e 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti<br />

inderogabili di densità edilizia, di <strong>al</strong>tezza, di distanza<br />

fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati<br />

agli insediamenti residenzi<strong>al</strong>i e produttivi e spazi<br />

pubblici o riservati <strong>al</strong>le attività collettive, <strong>al</strong> verde<br />

pubblico o a parcheggi da osservare ai fini <strong>della</strong><br />

formazione dei nuovi strumenti urbanistici o <strong>della</strong><br />

revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’articolo 17<br />

<strong>della</strong> legge 6 agosto 1967, n. 765), quelli comunque<br />

denominati come “centro storico” dai vigenti<br />

strumenti urbanistici comun<strong>al</strong>i nonché i nuclei<br />

classificati “Nuclei isolati in regime normativo di<br />

conservazione” (NI-CE) e “Nuclei isolati in regime<br />

normativo di mantenimento” (NI-MA) d<strong>al</strong> vigente<br />

Piano territori<strong>al</strong>e di coordinamento paesistico (PTCP);<br />

f) Volumetria esistente: l’ingombro geometrico <strong>della</strong><br />

costruzione in soprassuolo esistente <strong>al</strong>la data del 30<br />

giugno 2009, sulla base <strong>della</strong> dichiarazione di<br />

ultimazione dei lavori ai sensi <strong>della</strong> normativa vigente<br />

ovvero che risultino comunque ultimati ai sensi <strong>della</strong><br />

normativa previgente, misurato in metri cubi.<br />

Articolo 3<br />

(Ampliamento di edifici esistenti)<br />

1. Sulle volumetrie esistenti, come definite <strong>al</strong>l’articolo<br />

2, a tot<strong>al</strong>e o prev<strong>al</strong>ente destinazione residenzi<strong>al</strong>e,<br />

mono o plurifamiliari e non eccedenti i 1.000 metri<br />

cubi, sono ammessi interventi di ampliamento<br />

14


preordinati a migliorare la funzion<strong>al</strong>ità, la qu<strong>al</strong>ità<br />

architettonica, statica e/o energetica dell’edificio<br />

interessato, nei limiti di seguito indicati:<br />

a) per edifici di volumetria esistente non superiore a<br />

200 metri cubi, è consentito un incremento di 60 metri<br />

cubi;<br />

b) per edifici di volumetria esistente compresa fra 200<br />

metri cubi e 500 metri cubi per la parte eccedente la<br />

soglia di 200 metri cubi, entro il limite del 20 per<br />

cento;<br />

c) per edifici di volumetria esistente compresa fra 500<br />

metri cubi e 1.000 metri cubi per la parte eccedente la<br />

soglia di 500 metri cubi, entro il limite del 10 per<br />

cento.<br />

2. Gli ampliamenti di cui <strong>al</strong> comma 1 costituiscono<br />

interventi di ristrutturazione edilizia e sono re<strong>al</strong>izzabili<br />

anche in deroga <strong>al</strong>la disciplina dei piani urbanistici,<br />

fermo restando il rispetto delle distanze da pareti<br />

finestrate degli edifici ove si tratti di ampliamenti in<br />

senso orizzont<strong>al</strong>e, delle indicazioni tipologiche, form<strong>al</strong>i<br />

e costruttive di livello puntu<strong>al</strong>e degli strumenti<br />

urbanistici o degli atti di pianificazione territori<strong>al</strong>e<br />

vigenti e dei requisiti minimi di rendimento energetico<br />

degli edifici di cui <strong>al</strong>la legge region<strong>al</strong>e 29 maggio 2007,<br />

n. 22 (Norme in materia di energia) e successive<br />

modifiche ed integrazioni ed <strong>al</strong> decreto del Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 (Regolamento di<br />

attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del<br />

decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192,<br />

concernente attuazione <strong>della</strong> direttiva 2002/91/CE sul<br />

rendimento energetico in edilizia) e successive<br />

modifiche ed integrazioni.<br />

3. Gli ampliamenti di edifici rur<strong>al</strong>i di v<strong>al</strong>ore<br />

testimoni<strong>al</strong>e a destinazione residenzi<strong>al</strong>e sono<br />

disciplinati d<strong>al</strong>le disposizioni di cui <strong>al</strong>l’articolo 4.<br />

4. L’ampliamento, nei termini di cui <strong>al</strong> comma 1, è<br />

ammesso anche per edifici destinati ad uso<br />

socioassistenzi<strong>al</strong>e e socio-educativo.<br />

5. Ove gli interventi di ampliamento prevedano il<br />

frazionamento dell’unità immobiliare interessata, le<br />

unità immobiliari non possono comunque avere una<br />

superficie inferiore a 60 metri quadrati.<br />

Articolo 4<br />

(Incentivazioni e premi<strong>al</strong>ità per l’applicazione<br />

dell’articolo 3)<br />

1. Le percentu<strong>al</strong>i di ampliamento di cui <strong>al</strong>l’articolo 3<br />

possono essere incrementate:<br />

a) di un’ulteriore 10 per cento qu<strong>al</strong>ora l’intero<br />

organismo edilizio esistente, comprensivo <strong>della</strong><br />

porzione oggetto di ampliamento, venga, oltre gli<br />

obblighi di legge, struttur<strong>al</strong>mente adeguato <strong>al</strong>le norme<br />

antisismiche in vigore a decorrere d<strong>al</strong> 30 giugno 2009<br />

nonché dotato di impianti di produzione di energia da<br />

fonti rinnovabili ovvero rispetti i requisiti di<br />

rendimento energetico degli edifici indicati<br />

nell’articolo 3;<br />

b) di un ulteriore 5 per cento per gli ampliamenti degli<br />

edifici rur<strong>al</strong>i di v<strong>al</strong>ore testimoni<strong>al</strong>e a destinazione<br />

residenzi<strong>al</strong>e, ivi compresi quelli parzi<strong>al</strong>mente diruti,<br />

come premi<strong>al</strong>ità in relazione <strong>al</strong>l’obbligo, da assumersi<br />

da parte del proprietario o dell’avente titolo, di<br />

re<strong>al</strong>izzare i relativi interventi di ampliamento nel<br />

rispetto <strong>della</strong> tipologia, dei materi<strong>al</strong>i loc<strong>al</strong>i tradizion<strong>al</strong>i,<br />

qu<strong>al</strong>i le lastre di ardesia aventi composizione chimica<br />

con presenza di carbonato di c<strong>al</strong>cio maggiore del 20<br />

per cento e delle tecniche costruttive caratterizzanti<br />

l’edificio esistente, come da attestazione del<br />

progettista da prodursi a corredo <strong>della</strong> Denuncia inizio<br />

attività (DIA);<br />

c) di un ulteriore 5 per cento qu<strong>al</strong>ora per la copertura<br />

di interi edifici residenzi<strong>al</strong>i diversi da quelli rur<strong>al</strong>i di<br />

v<strong>al</strong>ore testimoni<strong>al</strong>e si utilizzino, ove non in contrasto<br />

con le caratteristiche dei tetti circostanti, lastre di<br />

ardesia aventi le caratteristiche di cui <strong>al</strong>la lettera b).<br />

Articolo 5<br />

(Esclusioni e specificazioni dell’applicazione degli<br />

articoli 3 e 4)<br />

1. Gli ampliamenti previsti dagli articoli 3 e 4 non si<br />

applicano nei confronti degli edifici od unità<br />

immobiliari:<br />

a) abusivi, in quanto re<strong>al</strong>izzati in assenza di titolo<br />

edilizio od in difformità da esso;<br />

b) condonati con tipologia di abuso 1 “Opere re<strong>al</strong>izzate<br />

in assenza o difformità <strong>della</strong> licenza edilizia o<br />

concessione e non conformi <strong>al</strong>le norme urbanistiche<br />

ed <strong>al</strong>le prescrizioni degli strumenti urbanistici” di cui<br />

<strong>al</strong>la tabella <strong>al</strong>legata <strong>al</strong>la legge 28 febbraio 1985, n. 47<br />

(Norme in materia di controllo dell’attività<br />

urbanistico–edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria<br />

delle opere edilizie) e successive modifiche ed<br />

integrazioni ed <strong>al</strong>la successiva legge 24 novembre<br />

2003, n. 326 (Conversione in legge, con modificazioni,<br />

del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, recante<br />

disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la<br />

correzione dell’andamento dei conti pubblici) e<br />

successive modifiche ed integrazioni;<br />

c) ricadenti in aree soggette a regime i inedificabilità<br />

assoluta in forza di normative o di atti di pianificazione<br />

territori<strong>al</strong>e ivi comprese le aree inondabili e a rischio<br />

di frana così individuate dai Piani di bacino;<br />

d) ricadenti in aree demani<strong>al</strong>i marittime concesse per<br />

fin<strong>al</strong>ità turistico-ricreative;<br />

e) ricadenti nei centri storici, s<strong>al</strong>va la facoltà dei<br />

Comuni di individuare porzioni dei medesimi o<br />

specifici casi di applicabilità <strong>della</strong> legge con<br />

deliberazione soggetta ad esclusiva approvazione del<br />

Consiglio comun<strong>al</strong>e;<br />

f) vincolati come beni cultur<strong>al</strong>i ai sensi <strong>della</strong> Parte<br />

Seconda del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42<br />

(Codice dei beni Cultur<strong>al</strong>i e del paesaggio, ai sensi<br />

dell’articolo 10 <strong>della</strong> legge 6 luglio 2002, n. 137) e<br />

successive modifiche ed integrazioni o comunque<br />

individuati come edifici di pregio dagli strumenti<br />

urbanistici gener<strong>al</strong>i vigenti;<br />

15


g) ricadenti nel territorio del Parco nazion<strong>al</strong>e delle<br />

Cinque Terre, del Parco region<strong>al</strong>e di Portofino, del<br />

Parco natur<strong>al</strong>e region<strong>al</strong>e di Portovenere e del Parco<br />

natur<strong>al</strong>e region<strong>al</strong>e di Montemarcello Magra.<br />

2. Nei Comuni costieri le disposizioni di cui agli articoli<br />

3 e 4 non si applicano nei confronti degli edifici<br />

ricadenti, in base <strong>al</strong> vigente PTCP, assetto insediativo,<br />

nei seguenti ambiti e regimi normativi:<br />

a) strutture urbane qu<strong>al</strong>ificate (SU);<br />

b) conservazione (CE);<br />

c) aree non insediate (ANI) assoggettate <strong>al</strong> regime di<br />

mantenimento (MA), limitatamente <strong>al</strong>la fascia di<br />

profondità di 300 metri c<strong>al</strong>colati in linea d’aria d<strong>al</strong>la<br />

battigia anche per i terreni elevati sul mare.<br />

3. Per gli edifici ricadenti nei territori dei Parchi diversi<br />

da quelli di cui <strong>al</strong> comma 1, lettera g), si applica la<br />

disciplina di ampliamento stabilita nei relativi Piani,<br />

s<strong>al</strong>va la facoltà di ogni ente parco di assumere<br />

specifica deliberazione per rendere applicabili le<br />

disposizioni degli articoli 3 e 4, ferme restando le<br />

esclusioni di cui ai commi 1 e 2.<br />

4. I Comuni, entro il termine perentorio di<br />

quaranticinque giorni d<strong>al</strong>la data di entrata in vigore<br />

<strong>della</strong> presente legge, possono individuare parti del<br />

proprio territorio nelle qu<strong>al</strong>i le disposizioni di cui<br />

<strong>al</strong>l’articolo 3 non trovano applicazione per ragioni di<br />

ordine urbanistico, edilizio, paesaggistico ambient<strong>al</strong>e,<br />

cultur<strong>al</strong>e.<br />

Articolo 6<br />

(Demolizione e ricostruzione di edifici a destinazione<br />

residenzi<strong>al</strong>e)<br />

1. A fini di diminuzione dell’esposizione <strong>al</strong> rischio<br />

idraulico o idrogeologico, di miglioramento <strong>della</strong><br />

qu<strong>al</strong>ità architettonica e <strong>della</strong> efficienza energetica del<br />

patrimonio edilizio, gli edifici residenzi<strong>al</strong>i esistenti <strong>al</strong>la<br />

data del 30 giugno 2009, riconosciuti incongrui,<br />

possono essere demoliti e ricostruiti con incremento<br />

fino <strong>al</strong> 35 per cento del volume esistente per re<strong>al</strong>izzare<br />

edifici di migliore qu<strong>al</strong>ità architettonica e conformi <strong>al</strong>le<br />

norme antisismiche in vigore d<strong>al</strong> 30 giugno 2009<br />

nonché <strong>al</strong>la normativa in materia di rendimento<br />

energetico degli edifici di cui <strong>al</strong>la l.r. 22/2007 e<br />

successive modifiche ed integrazioni ed <strong>al</strong> d.p.r.<br />

59/2009.<br />

2. La ricostruzione deve avvenire in sito, anche su<br />

diverso sedime, e può essere assentita in deroga <strong>al</strong>le<br />

previsioni urbanistico-edilizie dello strumento<br />

urbanistico comun<strong>al</strong>e, fatto s<strong>al</strong>vo il rispetto delle<br />

distanze dai fabbricati ivi previste e <strong>della</strong> dotazione dei<br />

parcheggi pertinenzi<strong>al</strong>i in misura pari ad 1 metro<br />

quadrato ogni 10 metri cubi di incremento, da non<br />

computarsi nell’incremento volumetrico, di cui <strong>al</strong><br />

comma 1, se interrati.<br />

3. Qu<strong>al</strong>ora la ricostruzione in sito non sia possibile per<br />

cause oggettive o non sia ritenuta opportuna per<br />

migliorare la qu<strong>al</strong>ità paesistica ed urbanistica del sito,<br />

il Comune, su proposta dei soggetti che intendano<br />

re<strong>al</strong>izzare gli interventi previsti d<strong>al</strong>la presente<br />

disposizione, può approvare, mediante la procedura di<br />

Conferenza di servizi atta a comportare modifica <strong>al</strong>lo<br />

strumento urbanistico comun<strong>al</strong>e – da qu<strong>al</strong>ificarsi di<br />

esclusivo interesse loc<strong>al</strong>e ai sensi dell’articolo 2 <strong>della</strong><br />

legge region<strong>al</strong>e 24 marzo 1983, n. 9 (Composizione,<br />

competenze e funzionamento del Comitato tecnico<br />

urbanistico) e successive modifiche ed integrazioni – il<br />

progetto di ricostruzione su <strong>al</strong>tre aree idonee, purché<br />

compatibile con le indicazioni del vigente PTCP e dei<br />

Piani di bacino. Il progetto deve <strong>al</strong>tresì comprendere la<br />

sistemazione delle aree liberate d<strong>al</strong>la demolizione o,<br />

quanto meno, l’approvazione <strong>della</strong> disciplina<br />

urbanistica delle stesse.<br />

Articolo 7<br />

(Riqu<strong>al</strong>ificazione urbanistica ed ambient<strong>al</strong>e di edifici<br />

a destinazione diversa da quella residenzi<strong>al</strong>e)<br />

1. Al fine di conseguire la riqu<strong>al</strong>ificazione urbanistica<br />

ed ambient<strong>al</strong>e i Comuni possono approvare interventi<br />

di demolizione e di ricostruzione di cui <strong>al</strong>l’articolo 6<br />

aventi ad oggetto edifici incongrui a destinazione<br />

diversa da quella residenzi<strong>al</strong>e mediante la procedura<br />

di Conferenza di servizi atta a comportare modifica<br />

<strong>al</strong>lo strumento urbanistico comun<strong>al</strong>e – da qu<strong>al</strong>ificarsi<br />

di esclusivo interesse loc<strong>al</strong>e ai sensi dell’articolo 2<br />

<strong>della</strong> l.r. 9/1983 – nel contesto <strong>della</strong> qu<strong>al</strong>e sono<br />

determinate le funzioni insediabili e le condizioni per il<br />

rilascio dei relativi titoli abilitativi edilizi purché<br />

compatibili con le indicazioni del vigente PTCP e dei<br />

Piani di bacino.<br />

Articolo 8<br />

(Titoli edilizi)<br />

1. Gli ampliamenti di cui agli articoli 3 e 4 sono<br />

assoggettati a DIA obbligatoria di cui <strong>al</strong>la legge<br />

region<strong>al</strong>e 6 giugno 2008, n. 16 (Disciplina dell’attività<br />

edilizia) e successive modifiche ed integrazioni e non<br />

sono cumulabili con gli ampliamenti consentiti dagli<br />

strumenti urbanistici comun<strong>al</strong>i. La DIA per la<br />

re<strong>al</strong>izzazione degli interventi di ampliamento sopra<br />

indicati può essere presentata decorso il termine di cui<br />

<strong>al</strong>l’articolo 5, comma 4.<br />

2. Le demolizioni e ricostruzioni di cui agli articoli 6 e 7,<br />

nonché gli interventi di ampliamento di cui <strong>al</strong>l’articolo<br />

4, comma 1, lettera b), relativi a edifici rur<strong>al</strong>i di v<strong>al</strong>ore<br />

testimoni<strong>al</strong>e parzi<strong>al</strong>mente diruti, sono assentiti<br />

mediante rilascio di permesso di costruire.<br />

3. Resta ferma l’osservanza delle disposizioni stabilite<br />

nella vigente legislazione in materia paesisticoambient<strong>al</strong>e<br />

nonché nelle diverse normative di settore<br />

che prescrivano l’obbligo di munirsi di autorizzazioni,<br />

nulla osta e di <strong>al</strong>tri atti preventivi <strong>al</strong> rilascio di titoli<br />

abilitativi edilizi e in particolare delle disposizioni in<br />

materia igienico-sanitaria, di stabilità e di sicurezza<br />

degli edifici.<br />

4. La presentazione <strong>della</strong> DIA, o la richiesta di<br />

permesso di costruire, deve avvenire entro il termine<br />

16


perentorio di cui <strong>al</strong>l’articolo 1, comma 2.<br />

Articolo 9<br />

(Modifiche <strong>al</strong>la legge region<strong>al</strong>e 6 giugno 2008, n. 16<br />

(Disciplina dell’attività edilizia) e successive<br />

modifiche ed integrazioni)<br />

1. L’articolo 67 <strong>della</strong> l.r. 16/2008 e successive<br />

modifiche ed integrazioni è sostituito d<strong>al</strong> seguente:<br />

“Articolo 67<br />

(Superficie agibile e superficie accessoria)<br />

1. Si definisce superficie agibile (SA) la superficie di<br />

solaio, misurata <strong>al</strong> filo interno dei muri perimetr<strong>al</strong>i,<br />

comprensiva dei muri divisori fra unità immobiliari o<br />

interni ad esse.<br />

2. Non sono da ricomprendere nella SA:<br />

a) le coperture piane, le sc<strong>al</strong>e, gli atri, i pianerottoli, le<br />

rampe, i sottorampa ed i passaggi di uso comune negli<br />

edifici a destinazione residenzi<strong>al</strong>e o ad essa<br />

assimilabile, ad uffici e ad attività turistico – ricettive;<br />

b) i loc<strong>al</strong>i tecnici per impianti tecnologici qu<strong>al</strong>i<br />

ascensori, montacarichi, impianti termici, di<br />

climatizzazione, elettrici, idrici, e simili, nonché le<br />

intercapedini non eccedenti le dimensioni prescritte<br />

d<strong>al</strong>le pertinenti normative;<br />

c) i loc<strong>al</strong>i privi dei requisiti richiesti per l’agibilità, qu<strong>al</strong>i<br />

cantine e ripostigli, purché ricompresi entro il sedime<br />

<strong>della</strong> costruzione e non comportanti la re<strong>al</strong>izzazione di<br />

più di un piano in sottosuolo o nel piano terra<br />

limitatamente agli edifici aventi destinazione<br />

residenzi<strong>al</strong>e e tipologia diversa da quella<br />

condomini<strong>al</strong>e;<br />

d) i sottotetti a f<strong>al</strong>da inclinata privi dei requisiti<br />

richiesti per l’agibilità aventi <strong>al</strong>tezza <strong>al</strong>l’intradosso del<br />

colmo non superiore a metri 2,10;<br />

e) le autorimesse private interrate e seminterrate con<br />

un solo lato fuori terra di cui <strong>al</strong>l’articolo 19, quelle<br />

interrate o <strong>al</strong> piano terreno, di cui <strong>al</strong>l’articolo 9,<br />

comma 1, <strong>della</strong> l. 122/1989 e successive modifiche ed<br />

integrazioni, nonché le autorimesse interrate, fuori<br />

terra o su coperture piane negli edifici a destinazione<br />

commerci<strong>al</strong>e nelle quantità prescritte d<strong>al</strong>la vigente<br />

normativa in materia;<br />

f) i porticati e gli spazi ad uso pubblico.<br />

3. Costituiscono superficie accessoria (S Acc.) da non<br />

ricomprendere nella SA sempreché contenuta entro il<br />

limite massimo del 30 per cento <strong>della</strong> SA per edifici<br />

aventi SA non superiore a 160 metri quadrati ed entro<br />

il limite massimo del 20 per cento per la parte di SA<br />

eccedente la soglia di 160 metri quadrati e da<br />

misurarsi con le stesse mod<strong>al</strong>ità di cui <strong>al</strong> comma 1:<br />

a) i porticati, le tettoie, i poggioli, i terrazzi e le logge,<br />

se ad uso privato;<br />

b) i sottotetti a f<strong>al</strong>da inclinata aventi <strong>al</strong>tezza<br />

<strong>al</strong>l’intradosso del colmo superiore a metri 2,10, ma<br />

privi dei requisiti richiesti per l’agibilità;<br />

c) i loc<strong>al</strong>i privi dei requisiti richiesti per l’agibilità non<br />

riconducibili nella fattispecie di cui <strong>al</strong> comma 2, lettera<br />

c);<br />

d) le autorimesse private fuori terra negli edifici a<br />

destinazione residenzi<strong>al</strong>e o ad essa assimilabile, ad<br />

uffici e ad attività turistico-ricettive re<strong>al</strong>izzate ai sensi<br />

dell’articolo 19.<br />

4. Con riferimento agli strumenti urbanistici comun<strong>al</strong>i<br />

vigenti, <strong>al</strong> fine di agevolare l'attuazione delle norme<br />

sul risparmio energetico e per migliorare la qu<strong>al</strong>ità<br />

degli edifici, non sono considerati nel computo per la<br />

determinazione dell’indice edificatorio:<br />

a) le strutture perimetr<strong>al</strong>i portanti e non, che<br />

comportino spessori complessivi, sia per gli elementi<br />

struttur<strong>al</strong>i che sovrastruttur<strong>al</strong>i, superiori a 30<br />

centimetri, per la sola parte eccedente i centimetri 30<br />

e fino ad un massimo di ulteriori centimetri 25 per gli<br />

elementi vertic<strong>al</strong>i nonché i solai con struttura<br />

superiore a 30 centimetri per la sola parte eccedente i<br />

30 centimetri fino ad un massimo di 25 centimetri per<br />

gli elementi di copertura e di 15 centimetri per quelli<br />

orizzont<strong>al</strong>i intermedi, in quanto il maggiore spessore<br />

contribuisce <strong>al</strong> miglioramento dei livelli di<br />

coibentazione termica, acustica e di inerzia termica;<br />

b) l’incremento di spessore fino a 15 centimetri dei<br />

muri divisori fra unità immobiliari fin<strong>al</strong>izzato<br />

<strong>al</strong>l’isolamento acustico.<br />

5. Negli interventi di ristrutturazione urbanistica aventi<br />

ad oggetto ambiti urbani da attuarsi mediante<br />

Progetto urbanistico operativo (PUO), Strumento<br />

urbanistico attuativo (SUA) o progetti ad essi<br />

equiv<strong>al</strong>enti, il limite di cui <strong>al</strong> comma 3 relativo <strong>al</strong>la<br />

superficie accessoria può essere elevato fino <strong>al</strong> 30 per<br />

cento per motivate esigenze di qu<strong>al</strong>ità architettonica e<br />

di efficienza energetica degli edifici.”.<br />

2. Al comma 1, dell’articolo 88, <strong>della</strong> l.r. 16/2008 e<br />

successive modifiche ed integrazioni le parole:<br />

“diciotto<br />

mesi” sono sostituite d<strong>al</strong>le seguenti: “ventiquattro<br />

mesi”.<br />

La presente legge region<strong>al</strong>e sarà pubblicata nel<br />

Bollettino Uffici<strong>al</strong>e <strong>della</strong> <strong>Regione</strong>. E’ fatto obbligo a<br />

chiunque spetti di osservarla e farla osservare come<br />

legge <strong>della</strong> <strong>Regione</strong> Liguria.<br />

Data a Genova, addì 3 novembre 2009<br />

IL PRESIDENTE<br />

Claudio Burlando<br />

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Ulteriore documentazione<br />

Legge region<strong>al</strong>e del 1 marzo 2011 n. 4 “Modifiche <strong>al</strong>la legge region<strong>al</strong>e 3 novembre 2009, n. 49<br />

(Misure urgenti per il rilancio dell'attività edilizia e per la riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio<br />

urbanistico – edilizio)”<br />

Decreto Legge del 13 maggio 2011 n. 70 “Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per<br />

l'economia (DL Sviluppo)”<br />

Circolare del 12 gennaio 2010 n. PG/2010/4421 “Rettifica <strong>della</strong> nota di chiarimenti per la<br />

applicazione <strong>della</strong> L.R. 49/009 (Piano casa) PG 2009/184296 del 28-12-2009”<br />

Circolare del 28 dicembre 2009 n. PG/2009/184296 “Chiarimento su art. 5, comma 1, lettera b)<br />

<strong>della</strong> l.r. n. 49/2009 (Piano Casa) relativamente <strong>al</strong>la applicabilità degli ampliamenti previsti negli<br />

articoli 3 e 4 <strong>della</strong> medesima legge agli edifici od unità immobiliari "condonati con tipologia di<br />

abuso 1"<br />

Decreto Pres. Repubblica del 2 aprile 2009 n. 59 “Regolamento di attuazione dell'articolo 4,<br />

comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione<br />

<strong>della</strong> direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia”<br />

Legge region<strong>al</strong>e del 06 giugno 2008 n. 16 “Disciplina dell’attività edilizia”<br />

Legge region<strong>al</strong>e del 29 maggio 2007 n. 22 “Norme in materia di energia”<br />

Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni cultur<strong>al</strong>i e del paesaggio, ai sensi<br />

dell'articolo 10 <strong>della</strong> legge 6 luglio 2002, n. 137”<br />

Legge dello Stato del 28 febbraio 1985 n. 47 “Norme in materia di controllo dell'attività<br />

urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie. (Legge Nicolazzi)”<br />

Legge region<strong>al</strong>e del 5 aprile 2012 n. 9 “Modifiche <strong>al</strong>la l.r. n.16/08 (Disciplina dell’attività edilizia),<br />

<strong>al</strong>la l.r. n.25/95 (Disposizioni in materia di determinazione del contributo di concessione edilizia),<br />

<strong>al</strong>la l.r. n.36/97 (Legge urbanistica region<strong>al</strong>e), <strong>al</strong>la l.r. n.49/09 (Misure urgenti per il rilancio<br />

dell’attività edilizia e per la riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio urbanistico-edilizio)”<br />

Per informazioni in tempo re<strong>al</strong>e consulta:<br />

Speci<strong>al</strong>e Piano Casa Liguria<br />

La presente guida è frutto di una elaborazione <strong>della</strong> legge region<strong>al</strong>e curata d<strong>al</strong>la redazione di Edilport<strong>al</strong>e.com<br />

Edilport<strong>al</strong>e declina ogni responsabilità per eventu<strong>al</strong>i errori o inesattezze in essa contenuti<br />

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