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CINQUE MOSCHE D’ORO BIANCO

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andarsene con impressa negli occhi e nel cuore la cosa più<br />

preziosa che ha.<br />

Un sorriso gli increspa le labbra. Mancini tira il fiato ed<br />

entra.<br />

Due settimane prima, al tramonto, Marisa lo aveva accompagnato<br />

alla stazione di Roma Termini. Nel silenzio della canicola romana,<br />

l’arida palla di fuoco si specchiava nei suoi occhi grandi e nel lilla<br />

sbiadito del «vestitino dell’addio». Era il completo che indossava alle<br />

fermate dei taxi, nelle stazioni ferroviarie o in aeroporto. Una delle loro<br />

consuetudini per celebrare col sorriso sulle labbra le frequenti<br />

separazioni. Ci era abituata e non si lamentava delle assenze di Enrico,<br />

anche quando, ogni sei mesi, lui attraversava l’Atlantico per seguire i<br />

corsi d’aggiornamento a Quantico, in Virginia. «Criminal profiling»:<br />

Marisa ne aveva sentito parlare ma non aveva mai voluto approfondire.<br />

Gli unici «criminali» che studiava lei erano i suoi scrittori. Erano così<br />

diversi loro due: lo sbirro e la ricercatrice, gli assassini seriali e gli autori<br />

della letteratura italiana. Quella sera anche lei avrebbe fatto le valigie.<br />

Avrebbe preso il pullman per rintanarsi a Polino, il piccolo borgo<br />

umbro dove prendevano in affitto una casetta di legno e di pietra. Lo<br />

avrebbe atteso lì, immersa tra le carte, in compagnia dei suoi libri<br />

illeggibili. Era nelle loro regole: durante i soggiorni in trasferta per casi<br />

efferati, l’unico contatto che avevano erano gli sms. Uno al giorno. Per<br />

la buonanotte. Non voleva metterla in pericolo, non voleva che si<br />

preoccupasse per lui. Era una specie di patto implicito. Lei non si<br />

interessava dei suoi casi e lui ignorava, ben felice, gli autori di Marisa.<br />

Adesso Enrico Mancini si guarda intorno, gli occhi<br />

inseguono le lame e i coni di luce che penetrano dalle tavole<br />

di legno e dai foratini bucati. Ha letto i rapporti sull’omicida<br />

seriale, ha studiato le scene dei ritrovamenti, conosce il<br />

modus operandi del mostro, la sua firma, ne ha steso un<br />

profilo dettagliato: le caratteristiche fisiche e psicologiche, le<br />

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