TuttoBallo20 Dicembre 2021-Stefano Francia EnjoyArt 1
Carissimi amici e lettori, eccoci giunti, finalmente, a vivere la magica atmosfera delle feste natalizie! E la nostra Rivista non poteva fare altrimenti: tutto parla del Natale, dalle succulente ricette ai paesaggi incantati, dagli spettacoli natalizi, alla magia dei luoghi e dei mercatini di Natale; ma non mancheranno articoli interessanti che parlano di eventi, di iniziative, di personaggi che con le loro testimonianze ci trasmettono emozioni e ci raccontano novità. Chi sono e di cosa si parla? Beh, questo numero è un regalo di Natale per voi che dovrete scartare…come? Sfoglia la nostra Rivista Tuttoballo20 e poi … godetevi la sorpresa! Anche alla fine dell’anno è sempre valido il nostro motto: Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e che ti tiene in forma. Auguri di cuore e buone feste a tutti.
Carissimi amici e lettori, eccoci giunti, finalmente, a vivere la magica atmosfera delle feste natalizie! E la nostra Rivista non poteva fare altrimenti: tutto parla del Natale, dalle succulente ricette ai paesaggi incantati, dagli spettacoli natalizi, alla magia dei luoghi e dei mercatini di Natale; ma non mancheranno articoli interessanti che parlano di eventi, di iniziative, di
personaggi che con le loro testimonianze ci trasmettono emozioni e ci raccontano novità.
Chi sono e di cosa si parla? Beh, questo numero è un regalo di Natale per voi che dovrete scartare…come? Sfoglia la nostra Rivista Tuttoballo20 e poi … godetevi la sorpresa!
Anche alla fine dell’anno è sempre valido il nostro motto: Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e che ti tiene in forma.
Auguri di cuore e buone feste a tutti.
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Dancer: Veronica Tundis e Luigi d'Aiello
Ph: Monica Irma Ricci
Makeup and Hair stylist: Mauri Menga
Studio: Linea B
TuttoBallo20 - OCTOBER 2021
Copertina: Dancer: Veronica Tundis e Luigi d'Aiello, fotografati da
Monica Irma Ricci. Makeup and Hair stylist: Mauri Menga. Studio: Linea B
TuttoBallo20 - DECEMBER 2021.
Editore "Stefano Francia" EnjoyArt
Direttore - Fabrizio Silvestri
Vice direttore - Eugenia Galimi
Segretaria di redazione - Pina delle Site
Redazione - Marina Fabriani Querzè
COLLABORATORI: Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio, Francesco
Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro Mallamaci,
Walter Garibaldi, David Iori, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Lara
Gatto, Lucia Martinelli, Patrizia Mior, Ivan Cribiú, Danilo Pentivolpe, Alessia
Pentivolpe, Carlo De Palma, Assia Karaguiozova, Federico Vassile, Elza De
Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci, Alberto Ventimiglia.
Fotografi: Luca Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca
Photographe Paris, Monica Irma Ricci, Luca Valletta, Raul Duran,
DsPhopto, Raul, Alessio Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro
Risuleo.
Le foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine social dei
protagonisti.
Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto
d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi
degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.
É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.
É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal
direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.
Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com
Contro Copertina
Tutto parla del Natale, dalle succulente ricette ai
paesaggi incantati, dagli spettacoli natalizi, alla
magia dei luoghi e dei mercatini di Natale.
In copertina, la coppia Veronica Tundis e Luigi
d'Aiello, fotografati da Monica Irma Ricci,
presentano il Natale nella rievocazione più
classica de Lo Schiaccianoci, il classico dei
balletti natalizi di nuovo in scena all'Opera di
Roma con la Fata Confetto interpretata
dall'amica Susanna Salvi, oggi étoile e già
premiata nel 2018 come miglior ballerina
classica con l'Award Stefano Francia, nonchè
controfigura di Alessandra Mastronardi nel film
"Carla" nelle sale cinematografiche a dicembre.
In contro copertina la rock star della danza:
Sergei Polunin, étoile internazionale che torna
ad esibirsi a Milano con uno spettacolo
eccezionale. Chi sono e di cosa si parla?
Sfogliando la nostra Rivista Tuttoballo20 sul
webkiosk di Yumpu, potete godetervi tante
sorprese! Vi auguriamo buone feste con
nostro motto: Tuttoballo20, la Rivista che ti
informa e che ti tiene in forma. AUGURI!!.
il
© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
Direzione Artistica
Massimo Polo
+39 347 3809340
Via S. Maria in Silice, 13
Viterbo
www.goldendanceschool.it
N A T A L E 2 0 2 1
Carissimi lettori ed amici di Tuttoballo20, eccoci giunti alla fine
dell’anno…
Questo numero di dicembre vuole essere, da parte nostra, un omaggio a
tutti voi che ci avete seguiti, supportati e, soprattutto seguendoci avete
fatto in modo che, pian piano, questo nostro progetto prendesse vita ed
una forma man mano sempre più definita; vuole essere un
ringraziamento verso tutti i nostri amici “artigiani dell’arte”, che stanno
diventando sempre più numerosi e grazie ad ognuno di loro, con la
propria esperienza, la propria sensibilità, il proprio modo di percepire
l’Arte, hanno contribuito ad aggiungere poco alla volta il proprio tassello
nel grande mosaico che il mondo dell’Arte rappresenta.
Ogni forma d’Arte, dal ballo alla pittura, dalla fotografia alla musica,
dalla scrittura all’artigianato, ha reso possibile la condivisione di
esperienze, di gioie o di dolori mai prima espressi e, grazie a questa
esperienza, ognuno si è “liberato”, trasmettendo il grande valore della
libertà, che attraverso l’Arte è possibile raggiungere, a tutti.
Già…il nostro intento era proprio questo: attraverso l’Arte tutto è
possibile … l’Arte ci rende liberi … l’Arte ci rende uguali pur nelle nostre
diversità … nessuno è inferiore/superiore all’altro, ma ogni anima ha
qualcosa di bello da dire; l’Arte è sempre nelle nostre vite, e la
dimostrazione più grande l’abbiamo avuta vivendo la fortissima
esperienza della pandemia: nonostante le restrizioni, le difficoltà del
momento, gli Artigiani dell’Arte si sono adoperati, anche con strumenti e
mezzi improbabili, ad esprimersi e a trasmettere ciò che di bello, di
sofferente, di speranzoso si poteva.
Non ci piace fare bilanci su quello che è stato l’impegno di tutti noi,
lettori compresi, perché forse non ha senso … l’unica cosa che ci è stata
dimostrata in questi due anni è che l’Arte non ci abbandona mai, non ci
tradisce e non si dimentica di noi nemmeno nei momenti più difficili …
l’importante è cercarla, amarla e condividerla.
E’ questo, dunque, l’augurio che la nostra Rivista vuole trasmettere a
tutti: la condivisione della bellezza, della speranza e del coraggio che
solo l’Arte può donarci!
Buone feste di Natale, buona fine e buon inizio di anno nuovo!
N A T A L E 2 0 2 1
Buon Natale a te
A te che sei in ufficio sommerso di carte,
e ti hanno detto di non aver né arte né parte,
A te stai cercando di far decollare un sogno,
e che intanto aspetti, di diventare un cigno
a te che porti una mascherina
e fino a ieri la tua vita era adrenalina
a te che non hai mai tolto la maschera
a te che pensi la tua vita sia “bischera”
a te che vuoi ricominciare,
e che volevi solo suonare e ballare
a te che non vedi l’ora di finire
a te che nonostante tutto continui a scivolare
a te che vuoi di più
e che non vuoi lasciarti andare giù
a te, che hai avuto la forza di riaprire a
a te che volevi ripartire
con la tua scuola di danza
il tuo progetto a distanza
a te che ti sei reinventato
e anche a te, che ami il sesso sfrenato.
a te che scatti una fotografia
e ci disegni dentro una poesia
a e che aspetti il tuo intervallo
a te, lettore di Tutto Ballo!
Patrizia Mior
A T T U A L I T Á
Con l’arrivo dell’Avvento, si rinnova la magia delle casette di legno con tetti spioventi, delle bancarelle illuminate
stracolme di dolciumi e prodotti tipici e delle musiche appartenenti al folklore austriaco e tedesco, ma anche italiano.
Passeggiando tra i mercatini è, infatti, possibile trovare prodotti artigianali di ogni tipo, specialità gastronomiche tipiche di
ogni luogo e preparate appositamente per l’occasione. Potrete perdervi a cercare ogni tipo di oggetto che riguardi il
Natale, palline per l’albero, statuette per il presepe, luci e decorazioni di ogni forma e colore, da quelle più tradizionali a
quelle più moderne, insomma tutto ciò che serve per creare un’atmosfera natalizia.
Una visita ai mercatini di Natale può essere l’occasione per trovare originali regali, per assaporare deliziosi prodotti del
luogo e sicuramente per uscire dalla quotidianità per immergersi in una suggestiva atmosfera natalizia.
La nascita dei mercatini di Natale pare abbia avuto origine attorno al 1400 nei territori compresi tra la Germania e
l’Alsazia; infatti, il primo mercatino della storia ha avuto luogo a Dresda, il lunedì precedente il Natale dell’anno 1434. Qui
la creme degli artigiani si dava appuntamento per esporre le loro “opere” che richiamavano la natività e l’avvento.
Inizialmente, dato il costo elevato degli oggetti esposti e venduti in questi mercatini, soltanto la borghesia ne era attratta.
Nel tempo però l’interesse verso queste mostre artigiane è cresciuto fino a espandersi in quasi tutto il paese. Abbiamo
dovuto attendere gli anni novanta del secolo scorso per assistere alla grande diffusione dei mercatini di Natale nelle
numerose città europee. In quegli anni è nato quello che oggi consideriamo il più importante mercatino di Natale italiano
ovvero quello di Bolzano. Ai giorni nostri, i mercatini di Natale sono diventati una straordinaria attrazione turistica per
milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo in cerca di prodotti rigorosamente fatti a mano come le statuette di
Photo Danilo Piccini
legno per il presepe, gli addobbi natalizi per la casa, i prodotti tipici locali e tanto altro.
A T T U A L I T Á
Se hai già visitato uno dei tanti mercatini di Natale che si svolgono in molte località d’Italia nel periodo natalizio, sai a
cosa si allude quando si parla di “atmosfera magica”.
Stradine e piazze del centro storico gremite, la neve e i guanti, i luccichii del Natale, i profumi sprigionati dai prodotti del
territorio, l’odore delle caldarroste e la musica che ricorda l’infanzia ma anche l’artigianato della tradizione locale, le
bevande che scaldano le mani e gli oggetti che diventano ricordi di un luogo meraviglioso.
Non è solo questo il significato dei mercatini di Natale: sono una vera favola che rendono ancora più magica l’atmosfera
del periodo più bello dell’anno, da vivere in coppia, con amici o con i bambini. I mercatini di Natale sono speciali perché
adatti a tutte le età: gli adulti tornano ad essere piccini e i bambini si sentono come i protagonisti (magari il loro
personaggio preferito) di un film sul Natale.
Con le nuove normative e gli accessi resi possibili dal Green Pass, quest’anno probabilmente i mercatini torneranno ad
animare le città.
A T T U A L I T Á
Profumo di cannella, di strudel e di vin brulè, luci scintillanti e colori avvolgenti, dal
rosso all’oro, dal verde all’argento, un appuntamento ormai tradizionale che riporta
ai ricordi belli dell’infanzia : è la magica atmosfera dei mercatini di Natale in Trentino
Alto Adige.
Molte delle nostre città, già a partire dalla fine di novembre e solitamente fino alla
vigilia di Natale, popolano vicoli e piazze con stand coloriti di prodotti ed oggetti
tipici natalizi ma, la regione che continua a vantare la vera tradizione nordica dei
mercatini di Natale, è il Trentino Alto Adige.
Dalle località più grandi come Bolzano, Trento, Vipiteno, Merano e Bressanone a
quelle più piccole come Ortisei, Canale Di Tenno e Renon per citarne solo alcune, si
aprono, per tutta la durata delle festività natalizie, le porte delle famose casette di
legno con tetti spioventi ricche di idee regalo, decorazioni natalizie e prelibatezze
per il palato. Pantofole tirolesi, guanti e cappelli in lana cotta, oggetti di legno,
prodotti per il benessere come cuscini con cirmolo e noccioli di ciliegie
deliziosamente profumati, canederli, speck, polenta, formaggi, tortel di patate,
brezel, strudel, zelten, birre trentine, tisane, cioccolate calde e il classico vin brulè,
invitano i visitatori ad apprezzarne la cura dei dettagli, l’originalità, profumi e sapori
in un’atmosfera davvero suggestiva.
Il tutto d’impronta assolutamente artigianale. La tradizione dei mercatini di Natale
vuole che siano esposti prodotti di artigianato rigorosamente "fatti a mano" ed è
proprio per questo motivo che, fin dalle origini di questa manifestazione, i manufatti
ne rappresentino una delle attrazioni principali.
La tradizione dei mercatini ha, infatti, antiche origini medievali ed affonda le sue
radici tra la Germania e l’Alsazia, nelle fiere di paese che venivano organizzate
durante il periodo dell’Avvento. I contadini di montagna, detti anche Bauer nelle
zone di lingua tedesca, erano costretti dalle rigide temperature di alta quota, a
rimanere molte più ore dentro casa rispetto ai cittadini del fondovalle passando il
tempo a modellare ed intagliare oggetti in legno, mentre le loro donne
confezionavano indumenti tipici o creavano tessuti particolari e ricamati. Questi
prodotti venivano poi portati a valle durante il periodo dell’Avvento e venduti in
piccoli stand. Nacquero così, nei mesi invernali, mercatini per la vendita
dell’artigianato che, avvicinandosi al periodo dell’avvento assunsero nel tempo
un’atmosfera magica arricchendosi di luci, cori e feste in piazza.
Il primo vero mercatino di Natale di cui abbiamo attestazione documentale risale al
1434, il lunedì prima di Natale in Germania, a Dresda, un mercatino di dolci tipici
tedeschi, gli Striezel e di opere esposte da artigiani locali ispirati alla natività e
all’avvento. Per il costo elevato degli oggetti esposti, pare che inizialmente fosse
attratta dai mercatini soltanto la borghesia ma, nel tempo, l’interesse verso queste
mostre artigiane si diffuse in tutto il paese coinvolgendo tutta la popolazione e
prendendo il nome, tutt’ora in uso, di Christkindlmarkt - mercatino del Bambino
Gesù.
In Italia la tradizione nasce a Bolzano, il primo mercatino è piuttosto recente, risale
al 1990 e conserva tutt’oggi, per molti aspetti, insieme a tutti i mercatini del Trentino
Alto Adige l’originalità della manifestazione all'insegna dell'artigianato, della
tradizione e della sostenibilità ambientale.
Tale tradizione si è, poi, diffusa in altre zone d’Italia, dando vita all’allestimento di
mercatini natalizi in diverse città italiane. Cari amici, se volete, quindi, vivere il
periodo natalizio, ritornando un po' bambini, tra elfetti, renne, decorazioni natalizie e
la simpatica compagnia di Babbo Natale in un mondo magico e fuori dall’ordinario…
non vi resta che visitarli! Buon Natale a tutti!
A T T U A L I T Á
di Sandro Mallamaci
Sensazioni contrastanti che proviamo ormai da un pezzo. Ci siamo quasi abituati a
questa condizione. In questo periodo, che precede le vacanze più sentite nella nostra
tradizione, ci tornano in mente i ricordi passati, più o meno recenti, legati alle festività
di fine anno.
C’era un tempo in cui lo si faceva per esempio sfogliando un album di fotografie e,
facendo uno sforzo di memoria, ricordando fatti e persone, che a volte non sono più
con noi. La nostra memoria, naturalmente selettiva, ci consentiva di ricordare quello
che aveva conservato, non tutto e spesso mettendo nel dimenticatoio,
metabolizzandole, le cose meno piacevoli.
Ci si ricordava volentieri quello che ci dava piacere, trasformando il resto, filtrandolo,
lasciando venire in mente ciò che più ci conveniva ricordare.
Ma adesso l'uomo, oltre alla sua memoria, ha anche una memoria esterna a cui
attingere, che non è una memoria di esperienze vissute personalmente, ma una
memoria collettiva, di esperienze vissute dagli altri, che viene condivisa in una sorta di
vita unificata come se tutti avessimo vissuto anche le vite degli altri.
È internet che conserva tutto, non filtra nulla, e ci ricorda ogni dettaglio che qualcuno
ha voluto condividere. E se proviamo a scrivere su un motore di ricerca la parola
"capodanno" ci ritroviamo a ripercorrere i periodi più o meno recenti, riscoprendo
quello che è stato vissuto, che in quel momento era il futuro e che oggi è diventato il
passato. Si rivive la spensieratezza e la voglia che si aveva di divertirsi e di trascorrere
le festività in serenità, nella certezza dell’immediato futuro. Si prenotavano le vacanze
in montagna o si pianificavano i rientri per ritrovarsi in famiglia. Si pubblicizzavano gli
eventi tradizionali, cenoni, capodanni in piazza o in discoteca. La voglia di stare tutti
insieme e di divertirsi lasciando da parte per qualche giorno i problemi quotidiani.
Quest’anno, dopo l’amara esperienza di quello passato, con l’avvicinarsi delle festività
natalizie, ad una irriducibile speranza che tutto possa tornare come prima, si affianca
un senso di ansia alimentato da quella che ormai sembra una tattica della paura che
molti, con la collaborazione di tanti mass media, fomentano. Ma basta guardarci in
giro, ascoltare la gente, e si percepisce chiaramente che la voglia di vivere, e non di
sopravvivere, è più diffusa di quanto qualcuno vorrebbe farci credere. La parola
d’ordine di questo fine anno è “tornare alla normalità”. E questa è una esigenza sentita
principalmente dai giovani che hanno il diritto di vivere la loro età in spensieratezza,
pur nella consapevolezza di dover mantenere comportamenti responsabili nel rispetto
di tutti. A questo scopo la quasi totalità della popolazione ha accettato di vaccinarsi e
di attenersi alle regole del green pass. Se qualcuno, per i più svariati motivi, ha deciso
di stare fuori da questo sistema non può essere usato come scusa per limitare a tutti la
tanto attesa “libertà” finalmente riconquistata dopo tanti mesi di buio e di paura.Quindi
via con i festeggiamenti, in famiglia o con gli amici, in casa o in vacanza, al mare o in
montagna. E che l’anno che sta arrivando cancelli definitivamente questo incubo nella
speranza che sia messo definitivamente nel dimenticatoio della nostra memoria, anche
se sappiamo già che basterà scrivere una parola su Google per fare spostare indietro
la time-line della nostra vita.
Buon anno a tutti.
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C I N E M A
C I N E M A
“Carla”, a dicembre al cinema
Dall’8 dicembre arriva al cinema il film “Carla”, storia della straordinaria vita della più grande ballerina italiana di tutti i
tempi, Carla Fracci. Carla è stata talento, determinazione e professionalità assoluti. Ma è stata, anche, capace di
chiedere alla vita le gioie più intime dell’amore, del matrimonio e della maternità. Realizzato con la consulenza diretta
della stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro collaboratrice storica Luisa Graziadei, il film – al
cinema 8, 9 e 10 novembre distribuito da QMI e a dicembre su Rai1 - è liberamente ispirato all’autobiografia Passo
dopo passo – La mia storia e ripercorre il percorso umano e professionale di un’icona della danza mondiale, definita dal
New York Times nel 1981 “prima ballerina assoluta”. La sfida di prestare volto e corpo ad una delle più grandi étoile del
XX secolo è stata accolta da Alessandra Mastronardi, insieme all’occasione unica di respirare le atmosfere del Teatro
alla Scala. È la prima volta, infatti, che gli spazi del prestigioso teatro vengono concessi ad una produzione fiction,
supportata anche dal patrocinio della Regione Lombardia e dal contributo del Comune di Orvieto. Il film, girato tra
Roma, Orvieto e Milano, parte da Carla bambina nell’immediato dopoguerra e la segue, poi adolescente e giovane
donna, nella Milano degli anni ‘50-’60, per raccontarne l’ascesa al successo e la difficile scelta di diventare mamma in
un momento cruciale della sua carriera. Istinto, passione e sfida, gli elementi che hanno portato Carla Fracci alla
consacrazione internazionale, calcando i palcoscenici più importanti del mondo e incantando gli amanti della danza di
tutto il pianeta. La bravura e la credibilità di Alessandra Mastronardi nel ruolo di Carla, è stato possibile anche grazie
alla sua controfigura, l’étoile dell’Opera di Roma, Susanna Salvi. Noi, questa ballerina elegante, intensa perfetta nel
repertorio classico, l’avevamo notata nel 2018, quando l’Academy dell’Associazione l’aveva premiata come Miglior
Ballerina Classica con l’Award Stefano Francia… Siamo felici che a settembre scorso Susanna Salvi abbia avuto anche
la nomina all’Opera di Roma come étoile dopo l’interpretazione di Esmeralda.
C I N E M A
Per gli appassionati della serie tv U High School Musical, questo Natale
riserva una bellissima sorpresa: Corbin Bleu e Monique Coleman che, nella
trilogia, hanno interpretato rispettivamente Chad Danforth e Taylor McKessie.
Dopo 15 anni le due star di High School Musical tornano a recitare insieme
nel film “A Christmas Dance Reunion”. Si tratta di una pellicola per la
televisione, inserita nella programmazione natalizia 2021 del canale
americano Lifetime, dove Corbin Bleu e Monique Coleman interpreteranno i
protagonisti.
Monique Coleman è Lucy, un giovane avvocato di successo che, insieme alla
mamma Virginia (interpretata da Kim Roberts) torna al Winterleigh Resort,
che sta per chiudere i battenti. Ma, prima che ciò avvenga, Lucy e sua
mamma vogliono festeggiare un ultimo Natale in quel magico hotel, dove
ritrovano il nipote del proprietario, Barrett Brewster, il personaggio
interpretato da Corbin Bleu. Barrett era partner di Lucy, quando da bambini si
univano ai balli natalizi. Per salvare il Natale e le sorti del resort, Lucy ha la
brillante idea di organizzare un altro ballo a tema, con l’aiuto di Barrett.
Sebbene il resort sia caduto in disgrazia e abbia interrotto la maggior parte
degli eventi festivi, Lucy vuole ricreare le amate tradizioni natalizie, per riunire
nuove famiglie e accendere nuove speranze. In più, la protagonista deve
decidere se è disposta a rischiare in amore e a riunirsi ancora una volta con
Barrett per quello che potrebbe essere l’ultimo ballo di Natale. Regia di Brian
Herzlinger con coreogorafie di Christian Vincent coach e coreografo molto
apprezzato ad Hollywood.
Non sappiamo se il film A Christmas Dance Reunion arriverà in Italia.
Qualora dovessimo avere informazioni sulla sua distribuzione provvederemo
ad aggiornarvi.
C I N E M A
«Te piace, 'o presepe?»
«no!»
Natale non è Natale se tutta la famiglia non guarda un classico delle feste natalizie. Tra le proposte Disney, i
cinepanettoni, e film americani natalizi, noi vi consigliamo un intramontabile classico italiano: Natale in Casa
Cupiello. Opera teatrale tragicomica scritta da Eduardo De Filippo nel 1931, rimane una delle commedie più
conosciute del drammaturgo napoletano, considerata uno dei suoi lavori più brillanti. Portata in scena per la
prima volta al Teatro Kursaal di Napoli (oggi Cinema Filangieri), il 25 dicembre 1931, Natale in casa Cupiello
segna, di fatto, l'avvio vero e proprio della felice esperienza della Compagnia del "Teatro Umoristico I De
Filippo", composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno (Agostino
Salvietti, Pietro Carloni, Tina Pica, Dolores Palumbo, Luigi De Martino, Alfredo Crispo, Gennaro Pisano). A
giugno Eduardo aveva firmato un contratto con l'impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di
recite per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un film. Il successo della commedia fu
tale che la durata del contratto fu prolungata sino al 21 maggio 1932. Originariamente si trattava di una
commedia ad atto unico (quello che, nella versione definitiva, costituisce oggi il secondo atto), ampliato
successivamente in due distinte fasi: la prima, nel 1932, vide aggiungersi l'attuale primo atto e la conclusiva, nel
1934 (secondo anche quanto dichiarato da Eduardo sul numero 240 della rivista Il Dramma uscito nel 1936) o
nel 1937 o addirittura nel 1943 (secondo un'ipotesi avallata più tardi dallo stesso autore), che configurò l'opera
nella sua versione attuale, composta da tre atti. La complessa genesi della commedia portò Eduardo stesso ad
affermare che essa era nata come un "parto trigemino con una gravidanza di quattro anni".
Come ogni Natale, Luca Cupiello prepara il suo presepe, nonostante il disinteresse della moglie Concetta e del
figlio Tommasino, un giovane apatico che passa gran parte della giornata a dormire e a litigare con lo zio
Pasqualino, che lo accusa di ripetuti furti ai suoi danni. L'atmosfera natalizia è resa ancor più pesante dalla crisi
matrimoniale di Ninuccia, altra figlia della coppia, che ha deciso di lasciare il marito Nicolino per stare con
Vittorio, il suo amante che, amico di Tommasino, rimedia un invito per il pranzo della Vigilia. E proprio durante il
pranzo i due rivali si incontrano e si scontrano, rovinando la festa al povero Luca.
C I N E M A
Natale in Casa Cupiello, il 15 gennaio 1962, arriva anche in tv, la Rai per la prima volta, in bianco e nero,
trasmette questa tragicomica rappresentazione teatrale per la durata di 109 minuti. Tra gli interpreti della
versione del 1962, oltre lo stesso Eduardo, anche Nina De Padova e Pietro De Vico. Questa trasposizione
presenta alcune differenze col copione originale: la principale è che il dottore rimane molto ambiguo circa il
destino di Luca, evitando di stabilire la prossimità della sua morte e, anzi, affermando che ci potrebbero essere
possibilità di salvezza.
Il 25 dicembre del 1977, la RAI ripropone Natale in Casa Cupiello, per la regia di Eduardo De Filippo, questa
versione è a colori, per la durata di 133 minuti. Tra gli interpreti della versione del 1977, oltre lo stesso
Eduardo, anche Luca De Filippo, Pupella Maggio, Gino Maringola, Lina Sastri. Ora visibile su Raiplay. Infine,
sempre la Rai, su Rai1 il 22 Dicembre del 2020 presenta il remake di Natale in casa Cupiello, per la regia di
Edoardo De Angelis e interpretato da Sergio Castellitto, Marina Confalone, Adriano Pantaleo, Tony Laudadio,
Pina Turco, Alessio Lapice e Antonio Milo. Un Omaggio alla ricorrenza del 120º anniversario dalla nascita del
drammaturgo.
La versione più moderna di Natale in Casa Cupiello, è ambientato nella Napoli del 1950 durante le festività del
Natale. La sceneggiatura è quella originale scritta de De Filippo. Anche questa versione è visibile su RaiPLay.
Per un Natale classico all’italiana vi consigliamo di guardare tutte e tre le versioni. .
A T
C
T
I
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A
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M
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A
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T E A T R O P O L I T E A M A
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L
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A
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Dopo una serie di slittamenti causati dal Covid-19, il 16 dicembre 2021 esce nei cinema italiani “West Side Story” di
Steven Spielberg, per la prima volta impegnato in un musical. A distanza di 60 anni, il cineasta più influente di
Hollywood riporta sul grande schermo la storia degli “Sharks” e dei “Jets”, portoricani e bianchi, band che fanno da
contorno alla storia moderna di Romeo e Giulietta, portata al successo nel 1957 da Leonard Bernstein, a Broadway.
'West Side Story' racconta una vicenda tragica ambientata a metà degli anni Cinquanta, per le strade dell'Upper West
Side di New York. Qui si danno battaglia due bande di adolescenti, una composta da immigrati portoricani (gli Sharks)
e l'altra da ragazzi bianchi (i Jets). Le cose precipitano quando un ragazzo bianco, migliore amico del capo dei Jets, si
innamora ricambiato della sorella del capo degli Sharks.
Il successo teatrale di “West Side Story” contribuì a traghettare il genere del musical verso tematiche complesse,
affrontando questioni sociali e razziali solitamente trascurate da altri titoli. Le musiche di Bernstein fecero epoca,
influenzate dal jazz e dalla classica. Alcune canzoni diventarono famosissime, come nel caso di “Somewhere”,
“Maria”, “Tonight”, “I Feel Pretty” e “America”. Tutto questo successo portò al primo adattamento cinematografico,
scritto da Ernest Lehman, diretto a quattro mani da Robert Wise e Jerome Robbins, e uscito al cinema nel 1961 con
un cast che comprendeva fra gli altri Natalie Wood, Richard Beymer, Russ Tamblyn, Rita Moreno e George Chakiris.
Anche al cinema il successo fu enorme, il film conquistò 10 Oscar su 11 nomination.
Ora a replicare questo successo ci prova Steven Spielberg, presentando un nuovo adattamento. A firmare la
sceneggiatura è stato Tony Kushner, premio Pulitzer per il drammatico 'Angels in America' e co-autore di due
precedenti film di Spielberg, 'Munich' e 'Lincoln'. Il cast è composto da Rachel Zegler, Ansel Elgort, Ariana DeBose,
David Alvarez, Mike Faist, Josh Andrés Rivera, Corey Stoll e Brian d'Arcy James. La storia, come già detto, è quella
immortale di Romeo e Giulietta di Shakespeare, ambientata però in una moderna metropoli divisa da razzismo e
pregiudizi.
Due gang, i giovani immigrati portoricani Sharks, capeggiati da Bernardo, e gli americani bianchi Jets, con a capo Riff
( Mike Faist), lottano per il controllo del territorio del West Side newyorkese e si scontrano ripetutamente per le strade.
Durante un ballo a cui partecipano entrambe le fazioni, Maria (Rachel Zegler), sorella di Bernardo, e Tony (Ansel
Elgort), un bravo ragazzo ex membro dei Jets, si innamorano a prima vista.
La loro storia, appena iniziata verrà infranta dal clima d'odio che divora le due comunità, fino ad un tragico finale di
sangue, morte e dolore, che darà ai superstiti la consapevolezza dell'assurdità delle loro divisioni. È la prima volta che
Spielberg dirige un musical, dopo il fallito progetto Reel to Reel, mai andato in porto. Lo sceneggiatore Tony Kushner
ha dichiarato che il film è basato più sul libretto originale di Arthur Laurents che sull'adattamento cinematografico del
1961.
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Il regista Jon M. Chu dirigerà l’adattamento
cinematografico del musical “Wicked”; le due protagoniste
sono la candidata all’Oscar Cynthia Erivo e la pop star e
attrice internazionale Ariana Grande, presto insieme sul
grande schermo per interpretare “La strega dell’ovest
Elphaba e Glinda”.
Cynthia Erivo ha debuttato a Broadway nel ruolo di Celie
nel revival di “The Colour Purple” per poi, nel 2013,
approdare alla Menier Chocolate Factory di Londra. Nel
corso della carriera ha ottenuto molti riconoscimenti e
premi, tra cui il Tony Award come migliore attrice in un
ruolo principale di un musical, un Grammy Award come
solista principale nel cast originale della registrazione di
“The Color Purple” (Best Musical Theatre Album), un
Daytime Emmy Award per la migliore performance
musicale in un programma diurno, il Drama Desk Award,
Theatre World e Outer Critics Circle Awards. Cynthia
Erivo è stata anche nominata due volte all’Oscar per la
sua interpretazione da protagonista e per la canzone
originale del film “Harriet”.
Ariana Grande ha iniziato la sua carriera a soli 8 anni, con il ruolo di Cat Valentine in “Victorius”, e diventa la beniamina di
milioni di fan che si innamorano di lei. Successivamente è apparsa nel cast originale di Broadway di “13: The Musical” di Jason
Robert Brown, ed ha interpretato Penny Pingleton in “Hairspray – Live!” sul canale NBC. Anche Ariana Grande si è aggiudicata
due Grammy Awards, un Brit Award, due Billboard Music Awards, tre American Music Awards, nove MTV Video Music Awards
e 26 Guinness World Records.
Il musical, che vedrà le due star protagoniste, racconta cosa è successo nel Mondo di Oz, da una prospettiva diversa. Molto
prima dell’arrivo di Dorothy, c’era un’altra giovane donna, Elphaba, (Cynthia Erivo) nata con la pelle verde smeraldo,
intelligente, infuocata, incompresa, che possiede un talento straordinario. Quando incontra una bionda frizzante, Glinda
(Ariana Grande) che è eccezionalmente popolare, la loro iniziale rivalità si trasformerà ben presto in un’improbabile amicizia…
fino a quando il mondo non decide di etichettarne una come “buona” (la Strega Buona del Nord) e l’altra come “cattiva” (la
futura Malvagia Strega dell’Ovest).
L’adattamento cinematografico di “Wicked” è prodotto da Marc Platt Productions ed avrà una sceneggiatura firmata dagli autori
del musical Winnie Holzman e Stephen Schwartz.
Jon M. Chu ha dichiarato: “Siamo nelle fasi iniziali di Wicked. Ora che ci sono passato, quello che mi ha veramente colpito è il
potere della musica e perché i musical esistono, in primo luogo, quando le parole non bastano. Oggigiorno le parole non sono
davvero sufficienti per quello che stiamo attraversando. Quindi, per me, è trovare la verità in ogni canzone e cercare di capire
perché esiste” E poi ha aggiunto “Porterò lo spettatore ad Oz, un mondo pazzo, dove il pubblico vedrà che non è così
innocente come lo era stato in passato; vedrà anche che il rapporto tra Elphaba e Glinda è più reale che mai, e tutti saremo
così vicini a loro”
"Wicked"
Sin dal suo debutto il 30 ottobre 2003, “Wicked” è andato in
scena in oltre 100 città in 15 paesi in tutto il mondo (Stati
Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Giappone, Germania,
Olanda, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud,
Filippine , Cina, Messico e Brasile) ed è stato finora tradotto
in sei lingue: giapponese, tedesco, olandese, spagnolo,
coreano e portoghese.
“Wicked” ha incassato oltre 5 miliardi di dollari di vendite
globali ed è stato visto da oltre 60 milioni di persone in tutto
il mondo. “Wicked” ha ottenuto risultati da record senza
precedenti a Chicago, dove è stato in scena per quasi quattro
anni, a Los Angeles per due anni e a San Francisco per quasi
due anni, oltre a due tour in Nord America.
Wicked - The Musical - Broadway
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Continuano ad arrivare riconoscimenti internazionali
per Antonio Desiderio. Dopo aver ricevuto la carica di
co-direttore artistico del Dance Open America da
oggi il manager internazionale di danza e balletto è
stato ufficialmente nominato Consulente Artistico per
il balletto di Stara Zagora in Bulgaria. Un ennesimo
attestato di stima che sottolinea la grande qualità e il
plauso internazionale per il lavoro svolto da
Desiderio negli ultimi anni.
La nomina arriva direttamente dal Sovrintendente del
Teatro visti i rapporti stretti che legano Antonio
Desiderio alla storica location e al suo Corpo di ballo
diretto da Sylvia Tomova. Già negli scorsi mesi
Antonio Desiderio era stato ospite a Stara Zagora
parlando di grandi progetti internazionali: “Sono
onorato e orgoglioso di essere stato scelto come
consulente artistico per un teatro tanto prestigioso.
Abbiamo avuto diversi momenti lavorativi in comune
con il teatro di Stara Zagora, questa nomina mi dà
ancora maggiore entusiasmo per i tanti progetti che
abbiamo iniziato a pianificare nei prossimi mesi”.
Sarà quindi da ora un'attività di fitta collaborazione
che permetterà al Teatro stesso un "ponte
internazionale" nei vari progetti capitanati da Antonio
Desiderio permettendo a stelle della danza mondiale
di esibirsi in Bulgaria. Al momento ci sono due
progetti totalmente made in italy per il 2022 e 2023 a
cui il manager e il Teatro stanno già lavorando
alacremente.
P E R S O N A G G I O
V A L E N T I N A S P A M P I N A T O
I M P R E N D I T R I C E
P E R F O M E R
Cara Valentina, grazie di questo incontro. Facciamo
conoscere la tua persona al meglio partendo dalla tua
infanzia e da come ti sei avvicinata al mondo dell'arte...
Nasco in una città che mi ha donato tanta arte... Catania, terra
piena di talento e bellezza... Sin da piccola, mi sono avvicinata a
tutte e 3 le principali discipline delle performing arts: canto,
danza e recitazione. Non sono mai riuscita a scindere le 3,
perché ho sempre ritenuto necessario che un artista dovesse
avere una completa conoscenza di tutti gli strumenti che poteva
avere a disposizione per raccontare e raccontarsi tramite il dono
più grande che Dio ci ha fatto: la propria arte. Purtroppo la mia
città non rientra esattamente nel baricentro del mercato italiano
di questo splendido mestiere e, di conseguenza, ho dovuto
affrontare tutte le difficoltà che ogni artista nella mia posizione si
ritrova a vivere...
I ricordi della tua infanzia e, visto il periodo del Natale, della
tua amata Sicilia....
Oggi abito a Roma e, come potete immaginare, il mio mestiere
riesce a trovare una collocazione più idonea visto le pluri offerte
di questa città ma, la domenica (sacra per noi siciliani), è
sempre motivo di malinconia: non potersi trovare davanti alla
tavola imbandita della Mamma! Vi lascio immaginare con
quanta attesa io e mia figlia aspettiamo il Natale per poter
recuperare tutte le domeniche perse!
Sei una imprenditrice di successo e da tempo hai lavorato e
sviluppato il Metodo Pass. Ce ne vuoi parlare?
Ho anni di esperienza alle spalle nella direzione di accademie
delle performing art. In tutti questi anni mi sono resa conto che
nel sistema didattico accademico mancava un legame fra le
discipline studiate. Nasce così metodo pass, un metodo di
studio integrativo per l'interdisciplinarietà delle arti sceniche.
Anni di approfondimento mi hanno portato ad individuare nell'
approccio atletico la soluzione più professionale per raggiungere
gli obiettivi di formazione tecnica per una performance
pluridisciplinare. Prende vita così (dopo un incontro con il
presidente dello CSAIn -eps Coni), il riconoscimento sportivo e
la costituzione della FIPASS (federazione internazionale
performer arti scenico sportive) con il quale abbiamo divulgato
in ben 36 paesi al mondo una nuova cultura, quella del
Performer/Atleta.
La vetrina dei campionati è ormai da 5 anni il momento di
selezione più atteso da parte di tutti gli atleti affiliati. In Italia il
campionato Performer Italian cup conta più di 150 tappe di
selezione fra provinciali, regionali e nazionale. Tutto questo lo si
può approfondire nel primo volume metodo pass del libro che ho
scritto: Il Mestiere del Performer.
Da questa tua idea strepitosa nasce un meraviglioso format
televisivo "Performer Italian Cup" andato in onda in
seconda serata su Raidue...
Si. Performer Italian Cup diventa un programma TV andato in
onda su RAI 2. Quest'anno per la prima volta, abbiamo
convocato 18 fra gli atleti medagliati durante la finale nazionale
italiana 2021 (che si è tenuta a luglio a CT), all'interno del PASS
VILLAGE,il centro di preparazione atletica della nazionale
italiana performer (allestito presso Cinecittà World - il parco
divertimenti del cinema e della tv).
Garrison Rochelle e Valentina Spampimnato ph Barbara Gallozzi .
Qui, in diverse settimane i nostri coach: Fioretta Mari, Antony
Patellis, Andrea Rizzoli,Grazia di Michele, Ivan Lazzara, Fabio
Lazzara, Maura Paparo, Klaudia Pepa, Janine Molinari e
Susanna Radice li hanno allenati e hanno scelto tra di loro
solo dieci titolari che hanno formato la NAZIONALE ITALIANA
PERFORMER. Durante le puntate del live show Francesco
Faggi ha vinto il titolo di campione assoluto indossando la fascia
di capitano e vincendo una borsa di studio del valore di
20.000,00 euro per i suoi studi. È lui che accompagnerà tutto
l'anno la Nazionale che si sta già preparando per rappresentare
l'Italia agli europei.
Non sei stata sola in questa avventura...vicino a te il tuo
amico, amato da noi tutti, Garrison Rochelle. Che legame
hai con lui?
Fra me e Garrison è stato amore a prima vista. Lavoriamo
insieme da più di 10 anni e la sintonia che ci lega riesce a
portare in scena delle gag improvvisate e mai provate. Lo
considero amico, fratello e collega insostituibile. Il suo amore
per l'arte ci fa tenere uniti mano nella mano. Insieme abbiamo
fatto e faremo grandi cose. La sua esperienza è per me motivo
di crescita. Fra di noi è un continuo confronto fatto di reciproca
stima e passione per lo stesso mestiere.
Quali obiettivi si prefigge il tuo progetto?
Divulgare la pace e l'amore fra i popoli attraverso lo strumento
dell'arte e dello sport. Può sembrare utopia...lo so! Ma vi posso
garantire che ogni persona che fa parte della grande famiglia
metodo pass ha una caratteristica in comune che la
contraddistingue: la luce negli occhi! È questa luce che ci tiene
uniti in amore e che ci porterà ad avvolgere in un grande
abbraccio tante lingue, tanti colori, tante anime! Colgo
l'occasione per ringraziare il mio team di produzione televisiva
tutto al femminile: Ketty Capra , Michela Olivieri, Lucia Coco,
Viviana Tupputi e Ketty Bellon. Senza i loro cuori il "battito" di
questo programma non avrebbe mai questo grande RITMO!
Progetti Futuri?
STRAPIENA!!! Campionati europei, Mondiali e nuove produzioni
in corso sia teatrali che televisive che cinematografiche e che mi
vedono impegnata in vesti diverse: a volte regista o autrice a
volte conduttrice o attrice.
Un augurio natalizio ai nostri lettori?
BUON PERFORMER NATALE CUP a tutti!
P E R S O N A G G I O
P E R S O N A G G I O
Appuntamento d’eccezione venerdì 10 dicembre 2021 al TAM Teatro Arcimboldi Milano con la rock star del
balletto di fama mondiale Sergei Polunin. Un'imperdibile serata fatta di conversazioni intime e di anteprime live dei
nuovi assoli dell’iconico artista in occasione della pubblicazione della sua autobiografia “Free: A Life in Images and
Words”.
Sergei Polunin è universalmente riconosciuto come uno dei talenti più prodigiosi, affascinanti e carismatici della sua
generazione.
“An evening of dance and conversation with SERGEI POLUNIN” sarà l’occasione per raccontare per la prima
volta di persona la sua straordinaria storia di vita: dall’infanzia in Ucraina, all’inizio della sua formazione di danza a
Kiev; dal viaggio nel Regno Unito per studiare alla Royal Ballet School in adolescenza alla sbalorditiva ascesa fino a
diventare uno dei ballerini più chiacchierati e talentuosi della danza mondiale e il più giovane primo ballerino del
Royal Ballet di Londra.
Sergei accompagnerà il pubblico dietro le quinte attraverso una carriera che ha sconfinato anche nella moda
e nel cinema per condividere anche gli aspetti emotivi del suo personale viaggio verso la maturità artistica
fino a rivelare notizie esclusive sui progetti futuri sia sul palco che sullo schermo.
Una notte speciale e un’occasione unica per assistere dal vivo sul palco alle anteprime di alcuni nuovissimi assoli:
“Bolero” nuova abbagliante interpretazione del capolavoro di Ravel e “Paradiso”, dal “Dante Metanoia” in tre parti
dedicato al 700° anniversario di Dante e presentato in anteprima al Ravenna Festival a settembre. A queste due
performance si aggiunge un ulteriore brano che sarà sicuramente una gradita sorpresa per tutti gli appassionati fans
dell’artista.
Sergei Polunin, ucraino, classe 1989, sulla scia di Nureyev e
Baryshnikov, è considerato l’enfant terrible del balletto: a soli 19
anni già all’apice della carriera, è nominato Primo Ballerino del Royal
Ballet di Londra, ma decide di abbandonare tutto e scomparire dalle
scene per qualche tempo, durante il quale cerca di espandere il suo
orizzonte artistico nell’ambito della moda, recitazione, cinema e altri
contesti creativi. Star talentuosa per magnetismo e naturalezza
tecnica, dotato di una memoria interpretativa eccezionale, Polunin
affida al film documentario Dancer la narrazione della sua personale
vicenda umana e di artista, con tutti gli eccessi e le debolezze che lo
hanno reso più autentico e amato da un pubblico di seguaci in
costante aumento in tutto il mondo. Consacrato come vera ballet star
del web, grazie a «Take me to Church» diretto da David LaChapelle
che supera 25 milioni di visualizzazioni, Polunin rientra nel mondo
ufficiale del balletto e torna a danzare con le più importanti
compagnie del mondo, tra cui Royal Ballet, Bolshoi, Teatro di San
Carlo, Teatro Stanislavsky e Bayerische Staatsballet.
Contemporaneamente, l’artista sviluppa una sua personale visione
del balletto classico, collaborando con artisti di varie discipline ai
quali affida una missione ambiziosa: portare il balletto al pubblico del
21mo secolo che sia il più vasto possibile, nel rispetto della
tradizione ma con un approccio più avanguardistico. Nel 2022 sarà
nuovamente in scena al TAM di Milano con la prima nazionale di
“Rasputin”, coreografia di Yuka Oishi su musiche originali del
giovanissimo Kirill Richter e scenografie di Otto Bubenicek.
Hollywood si accorge di lui nel 2017 per farlo entrare nel cast di
“Assassinio sull'Orient Express” di Kenneth Branagh, nel ruolo del
diplomatico e conte ungherese Rudolph Andrenyi. L'anno
successivo, recita n “The White Crow”, ed ha un ruolo minore ne
“Lo schiaccianoci e i quattro regni”.
P E R S O N A G G I O
“Grande successo per Daniel Ezralow, al TAM di Milano, dove ha
presentato il suo nuovo spettacolo “Open”, un favoloso patchwork di
piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a
effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro
entertainment. “Un antidoto alla complicazione della vita”, come
dichiara lo stesso Ezralow. Un insieme di brevi quadri dove
ingegnose coreografie, magistralmente eseguite dai ballerini, fondono
danza contemporanea e musica classica lasciando il pubblico a
bocca aperta. Open, spettacolare inno alla libertà creativa e a tutti i
successi creati da Ezralow, catapulta il pubblico in una nuova
dimensione in cui umorismo e intensità danno vita a una miscela
esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica.
L’eccezionale performer e coreografo, Daniel Ezralow si distingue per
il suo linguaggio fatto d’invenzioni sempre nuove e sorprendenti. Dal
2000, con la sua compagnia Ezralow Dance, il coreografo lavora con
due gruppi fissi di ballerini composti da otto italiani e americani, che
interscambia a seconda delle esigenze produttive dello spettacolo,
che sia a teatro o in televisione. Come con il tour italiano di Why del
2008 costituito principalmente da ballerini provenienti da tutta Italia.
Ogni ballerino selezionato nel corso degli anni si è sempre distinto
per la capacità di fondere una varietà̀ di stili - danza classica,
contemporanea, acrobatica e anche street dance -, per la musicalità̀ e
per un’ineccepibile preparazione tecnica in grado di soddisfare le
aspettative artistiche di Daniel Ezralow. La compagnia Ezralow
Dance è stata in tour in tutto il mondo e alcuni dei suoi componenti
hanno anche partecipato a grandi eventi tra cui l’apertura dei Giochi
Olimpici invernali a Sochi nel 2014 e il recente Expo 2020 a Dubai.
Daniel Ezralow
Daniel Ezralow, nato a Los Angeles, ha cominciato lo studio della danza
all’Università̀ di Berkeley in California, e fra il 1976 e il 1986 ha collaborato
con 5x2 Plus, Lar Lubovitch, Paul Taylor e i Pilobolus. Eccezionale performer
e ballerino solista, come coreografo si distingue per il suo linguaggio fatto
d’invenzioni sempre nuove e sorprendenti. È tra i fondatori dei celebri
MOMIX e ISO (I’m So Optimistic), un gruppo di danza che unisce al notevole
talento artistico uno straordinario virtuosismo tecnico e acrobatico. Con la
compagnia ISO è stato in tournée in tutto il mondo in qualità̀ di co-direttore,
coreografo e ballerino solista, firmando numerose coreografie per molti
Festival internazionali e grandi compagnie stabili. Nel teatro lirico ha
realizzato le coreografie per L’Olandese Volante di Wagner all’Opera di Los
Angeles, alla Houston Opera e alla English National Opera. Nell’edizione del
1996 del Maggio Musicale Fiorentino ha coreografato e ballato in Aida. Tra le
sue molteplici partecipazioni teatrali, ha coreografato lo spettacolo a
Broadway di Julie Taymor, The Green Bird, e creato la coreografia per un
adattamento del Moby Dick di Melville al Théâtre des Champs-Élysées
affiancando Vittorio Gassman sul palcoscenico. Nel mondo della musica pop,
Ezralow, ha creato coreografie per video musicali e tournée, collaborando
con Sting, U2, David Bowie, Pat Metheny, Andrea Bocelli, Ricky Martin, Josh
Groban, Faith Hill e Katy Perry. Ezralow ha offerto la sua collaborazione
anche al mondo della moda lavorando con stilisti quali Issey Miyake e Koji
Tatsuno, Roberto Cavalli e Hugo Boss. Inoltre la sua immagine è stata
utilizzata per diverse campagne pubblicitarie internazionali.
P E R S O N A G G I
Yuliia
Zhukova
Cristian
Priori
promesse
della Danza
Sportiva
Ph. Monica Irma Ricci
Make up and Hair Stylist: Mauri Menga
Studio: Linea B
P E R S O N A G G I
Cristian Priori (29 anni) e Yuliia Zhukova (22 anni), sono una
coppia di recente formazione, ma già con ottimi risultati sugli scenari
mondiali della danza sportiva. Lui italiano, lei ucraina, provengono
dallo scorso Settembre dalla partecipazione mondiale “International
Championship” che si è svolta a Londra nel prestigioso teatro Royal
Albert Hall a pochi metri da Buckingham Palace piazzandosi 26esimi
nella classifica mondiale dopo appena 4 mesi di partnership.
Raccontateci qualcosa di voi e di come avete iniziato a ballare
insieme.
Cristian: sono un ragazzo nato e cresciuto a Roma. Sin da piccolo,
grazie alla mia passione per il ballo, ho avuto il piacere di poter
viaggiare molto, partecipando a numerose competizioni internazionali
in giro per il mondo e mi ritengo fortunato per aver potuto vedere e
conoscere le diverse culture dei vari paesi visitati. Ho iniziato a
ballare all’età di 6 anni ed ero inizialmente molto combattuto tra il
ballo ed il calcio, ho tentato di mantenere entrambi gli sport ma, ben
presto, il bivio si è avvicinato ed ho dovuto lasciare uno dei due.
È stata una scelta diversa rispetto a tutti i ragazzi della mia età ma la
passione nella mia famiglia per il ballo era troppo forte, avevo
l’esempio di mio fratello come ballerino e speravo sempre, quando lo
vedevo durante gli allenamenti, di poter diventare un giorno come lui;
anche i miei genitori erano ballerini e partecipavano alle competizioni.
La decisione, dunque, è stata abbastanza facile per me. Così è
iniziato il mio cammino nel mondo del ballo di coppia e della danza
sportiva.
Yuliia: ho iniziato quando avevo 6 anni. È stata una decisione di mia
madre perché avevo una postura sbagliata e le gambe un po’ storte e
lei voleva migliorare la mia situazione con l'aiuto del ballo ma mai
nessuno si sarebbe immaginato che la danza diventasse la mia
ragione di vita. Con Cristian ci siamo incontrati alle gare, io ballavo in
Russia con un compagno di Mosca, Cristian ballava per l'Italia, anche
lui con una ragazza russa. Abbiamo sempre gareggiato l'uno contro
l'altro e ottenuto risultati abbastanza simili, ma la nostra
comunicazione è sempre stata limitata da semplici frasi: 'Ciao? Come
stai?' Poi a gennaio 2019, dopo una delle maggiori gare inglesi, mi
sono lasciata con il mio compagno russo e ho iniziato a fare provini in
diversi paesi e, nell'estate 2019, ho fatto un provino a Roma con un
ragazzo italiano. Una sera siamo andati ad una festa di salsa insieme
ad altri ballerini e c'era anche Cristian. Lì abbiamo avuto una
conversazione e abbiamo iniziato a conoscerci un po' meglio ma lui
stava ancora ballando con la sua ex ballerina. Subito dopo questo
viaggio ho deciso di ballare con un partner georgiano in Ucraina. E
un giorno (forse era novembre 2019) ho visto la storia di Cristian su
Instagram «Sto cercando una nuova compagna di ballo». Gli ho
risposto qualcosa del tipo: «cosa è successo?» E gli ho augurato
buona fortuna. A causa dell’inizio della pandemia è stato difficile
allenarsi e ballare in Ucraina e, solo dopo poche settimane, mi sono
lasciata con il mio compagno.
Quali sono gli ostacoli affrontati e le soddisfazioni?
Yuliia: Ho scritto subito a Cristian e abbiamo deciso di fare una
prova insieme, ma era praticamente impossibile ballare insieme. Non
mi era permesso lasciare il mio paese per andare in Italia e lui poteva
venire in Ucraina solo per 5 giorni per le regole imposte dallo Stato.
P E R S O N A G G I
Siamo stati molto pazienti e abbiamo capito che poteva essere una
buona partnership. Nel corso del 2021 Cristian è riuscito a venire in
Ucraina 3 volte per 5 giorni e anche io sono riuscita a venire in Italia una
volta. Solo a giugno 2021 mi sono finalmente trasferita a Roma e
abbiamo iniziato definitivamente a ballare insieme!!!
Cristian: Ricordo con molto piacere e un po’ di nostalgia la mia
adolescenza passata nelle palestre dove mi allenavo, i numerosi
pomeriggi tra passi di danza e libri di scuola portati nella borsa da ballo,
e le gare nei weekend nei palazzetti dello sport in giro per l’Italia. Le
uscite con gli amici non esistevano molto spesso e, se volevi diventare
bravo, ed io ci tenevo molto, dovevi allenarti sempre e i sacrifici
andavano fatti ogni giorno. A scuola al mattino, un pranzo veloce, un po’
di studio e via ad allenarsi fino alla sera, si tornava a casa per cena ,
stanco ma soddisfatto e poi di nuovo a studiare e se non bastava anche
la mattina presto prima di entrare a scuola. Ero attentissimo in classe
così poi a casa avrei dovuto studiare meno, e metà del lavoro era già
fatto. Come molti altri sport le rinunce sono inevitabili per arrivare ad alti
livelli e se non hai abbastanza passione non ce la fai e molli, e da
quando ho iniziato ne ho viste moltissime di coppie smettere. Devi
essere pronto a vincere ma devi anche essere capace ad accettare le
numerose sconfitte che faranno parte del tuo cammino, ad allenarti
anche quando sei stanco o non ne hai voglia, ad avere la curiosità dei
bambini per poter imparare e migliorare ogni giorno. La soddisfazione e
la crescita personale che può darti uno sport è qualcosa di impagabile e
ti forma fisicamente e mentalmente ad affrontare ogni situazione della
vita. Tornassi indietro non cambierei nulla. Esprimere quello che la
musica ci trasmette attraverso l’uso del corpo, questo è il magico
mondo della danza. Brividi sensazioni ed emozioni.
Quali sono i risultati ottenuti?
Cristian: Sono stato 5 volte Campione Italiano Danze Latino
Americane, Campione italiano 10 Balli. Sono entrato nella Top 24 al
mondo al Royal Albert Hall e sono riuscito ad arrivare come finalista a
tutte le competizioni internazionali più importanti: Blackpool, UK, Dutch
Open.
Yuliia: ho raggiunto i seguenti risultati:
-Top 26 International Championships 2021
-2nd posto Blackpool Amatori Rising Stars Championship 2018
-Top 24 Blackpool Amatori Rising Star 2018
-Campionessa del Mondo U21 WDO 2019
-Semifinalista alla Kremlin Cup, Imperial, Universal, RDU Amatori
-7th Amatori Rinsing Star UK Open Championship
-8th Posto Amatori Rising Star Dutch Open
Quali sono gli obiettivi della vostra partnership?
Yuliia: il nostro modo di iniziare a ballare insieme è stato molto lungo,
quindi vogliamo sfruttare questa opportunità al 100%. Siamo entrambi
molto laboriosi e determinati. Fin dalla prima gara abbiamo fatto un
buon risultato (quarti di finale degli Internazionali 2021) proprio come
avevamo programmato. Non ci fermeremo a questo. Continuiamo ad
allenarci duramente ed a migliorarci come coppia. Non vediamo l'ora
che arrivino gare future e faremo del nostro meglio per raggiungere il
più alto livello possibile.
Cristian e Yuliia sono una coppia giovane e promettente nello scenario
mondiale delle danze latino americane e li vedremo presto protagonisti
di una nuova competizione a gennaio 2022. Gli facciamo il nostro più
grande in bocca al lupo per il loro futuro insieme.
T A N G O
IL GALATEO DELLA MILONGA
11 dicembre:
Giornata Nazionale del
Tango Argentino
Dal 1977, in Argentina, l’11 dicembre si celebra
la Giornata Nazionale del Tango. Questa
ricorrenza fu instituita con un decreto della
Città autonoma di Buenos Aires ed un
successivo decreto nazionale. L’idea venne al
compositore Ben Molar, il quale, recandosi alla
festa di compleanno del maestro Julio De Caro,
l’11 dicembre 1965, rifletté sulla coincidenza di
questa data con un altro anniversario, il
compleanno del compianto Carlos Gardel. Due
figure monumentali per il Tango argentino
che meritavano di essere esaltate nel modo
più opportuno. Infatti, Julio De Caro con il suo
innovativo Sexteto pose le basi per la nascita
del Tango moderno. Carlos Gardel, morto in un
tragico incidente aereo a soli 45 anni, fu il
massimo esponente del tango canción,
esportando il genere musicale financo nel
mondo del cinema americano. Per
commemorare questi due pilastri, uno della
musica ed uno del canto, ancora oggi si
festeggia il Tango l’11 dicembre, non solo in
Argentina, ma anche nel resto del mondo.
Federico Vessella, il nostro esperto, per
festeggiare ci spiega il galateo della milonga.
milongandoblog.wordpress.com
facebook.com/lamilongadialvin
T A N G O
Il Tango argentino, si sa, è un ballo elegante, raffinato nelle sue figure,
tecnico oltre le apparenze ma, soprattutto, richiede un rispetto per i
costumi di sala, ossia per quelle regole di educazione da conoscere
ed osservare per non sembrare uno screanzato. L’attenzione per
questo aspetto nasce nel momento in cui il Tango entra nelle grazie
delle classi sociali medio alte e nei salotti europei, per poi diffondersi
ovunque fino a persistere ancora oggi attraverso un vero e proprio
codice di comportamento nelle milonghe di tutto il mondo.
Il primo a parlare di come ci si dovesse comportare in una sala da
ballo fu l’italiano Enrico Pichetti nel 1899, il quale dettò una serie di
regole di buon costume per gli invitati ad una serata danzante.
Qualche anno più tardi, i maestri Marcelo Vignali (1901) e Nicanor
Lima (1916) introdussero nei propri manuali di ballo una dissertazione
sullo stesso tema, ponendo le basi storiche per i codici del Tango
tutt’ora osservati, seppur con una certa evoluzione dettata dal mutare
del tempo e della società. In tal senso, il famoso maestro e ballerino
Carlos Gavito diede un contributo importante nell’attualizzare i
precedenti contributi.
Chi interviene ad una milonga dovrebbe, pertanto, conoscere questi
“codigos” per non risultare inappropriato ed irrispettoso nei confronti
degli altri partecipanti. Ma quali e quante sono queste regole?
Scopriamole insieme!
1. Non si deve andare a un ballo prima dell'ora indicata nell'invito, ma
neppure, come spesso accade, molto dopo.
2. L'invitato deve cominciare col presentare i suoi omaggi agli
organizzatori ed entrando in sala saluterà con un lieve inchino gli altri
partecipanti.
3. L’invito a ballare avviene con “mirada” e “cabeceo”. Il cavaliere, da
seduto, cerca la dama con la quale desidera ballare con uno sguardo
(mirada). Se la dama accetta l’invito, risponde con un lieve cenno della
testa (cabeceo); qualora lo sguardo del cavaliere venisse eluso, è
opportuno non insistere per non risultare ossessivo. Nessuno è
obbligato a ballare con chi non ha voglia, né sentirsi a disagio od
offeso per una richiesta pressante.
4. Se una dama rifiuta l’invito, non si fa la mirada alla dama accanto;
questo potrebbe sembrare un ripiego, meglio aspettare la serie di
brani successiva (tanda) .
5. Non è cortese invitare una dama per l’ultimo brano della tanda.
L’invito dovrebbe avvenire durante la cortina, oppure tra il primo e il
secondo brano della tanda.
6. Se una dama è palesemente in coppia è bene presentarsi al suo
compagno e chiedere il permesso di invitarla. Naturalmente, in caso
lui accetti, lei poi potrà comunque decidere di accettare o rifiutare
l’invito.
7. Quando si invita una dama si deve essere “puliti e profumati”. È
poco gradevole abbracciarsi quando si è sudati.
8. Chi non sa ballare Tango deve evitare di entrare in pista, perché
non ci si può improvvisare ballerino in Milonga se prima non si ha un
minimo di esperienza acquisita attraverso lo studio.
T A N G O
9. Quando si entra in pista non si disturbano le altre coppie. Per questo
motivo è opportuno iniziare a ballare all’inizio della tanda, o tra un brano
e l’altro. Il cavaliere si posiziona in pista dove c’è spazio e facendo
attenzione ad inserirsi nel corretto senso di marcia del ballo (ronda).
10. In Milonga, il ballo avviene secondo cerchi concentrici (corsie) che
ruotano in senso antiorario. Nel cerchio più esterno ballano le coppie con
maggiore esperienza, il cerchio più interno è riservato ai principianti.
11. Una volta inseriti nella ronda non si dovrebbe mai cambiare corsia, né
superare la coppia che si ha di fronte; se questa si ferma, si rispetta una
distanza adeguata a permettere alla coppia di ballare sul posto e poi di
proseguire.
12. La ronda deve scorrere con fluidità, quindi è sconsigliato per una
coppia indugiare troppo su una posizione, perché rischia di bloccare lo
scorrere della ronda.
13. Non si cammina mai contro il senso di marcia, per evitare di urtare la
coppia che segue.
14. Non si interrompe una tanda, salvo casi gravi. Per questo è
importante, prima di invitare o accettare l’invito, essere certi di voler
ballare con quella persona. Al termine del ballo, il cavaliere dovrebbe
riaccompagnare la dama al suo posto.
15. Durante il ballo ci si dovrebbe concentrare ad ascoltare la musica e
ad ascoltarsi reciprocamente tramite l’abbraccio per godersi al massimo il
tango. Non si dovrebbe quindi parlare né canticchiare mentre si balla.
16. Se un cavaliere esperto invita una dama poco esperta, egli non dovrà
mai metterla in difficoltà. È suo compito fare in modo che lei si senta a
proprio agio, evitando di eseguire movimenti e figure complesse. È
assolutamente vietato “insegnare”, criticare o dare consigli sul ballo al
proprio partner durante il ballo. Questo è un buon motivo per
interrompere la tanda.
17. Se la pista è affollata si evitano figure con movimenti pericolosi, in
quanto le gambe ed i piedi possono andare ad urtare le altre coppie. In
caso di urto è doveroso chiedere scusa.
18. Quando non si balla si evita di attraversare la pista, se non durante
una cortina, non si fa confusione né si chiacchiera durante un’esibizione
o una comunicazione dell’organizzatore, non si occupano gli spazi di
accesso alla pista e non si disturba chi seleziona i brani durante la
Milonga (Musicalizador).
Oltre a queste regole vi sono altri comportamenti che ricadono nel buon
senso e che, unitamente alle prime, hanno il solo scopo di consentire a
tutti di divertirsi durante una serata di Tango, senza cadere in
atteggiamenti poco educati e sconvenevoli.
L’elenco che segue è tratto dai “codigos” di Carlos Gavito e da http://vidatanguera.it/los-codigos-de-la-milonga-ilgalateo-della-milonga/
di Manuela D’Orazio.
La musica in Milonga viene proposta in selezioni organizzate a gruppi di 3 o 4 brani (tandas) separati da
frammenti di altri brani (cortinas) di generi differenti dal Tango, per favorire il cambio di coppia. La successione
più adottata è la seguente: Tanda di 4 Tango salon, cortina, Tanda di 4 Tango salon, cortina, Tanda di 3 Tango
vals, cortina, Tanda di 4 Tango salon, cortina, Tanda di 4 Tango salon, cortina, Tanda di 3 milonghe, cortina. Lo
schema si ripete fino a fine serata.
T A N G O
"UNA LINGUA PER IL TANGO"
di David Iori
T A N G O
Possiamo iniziare col dire che il tango è l’epopea rioplatense (e si badi bene, rioplatense, ossia del Rio de la Plata, così
da unire Argentina e Uruguay nella pertinenza nei confronti della musica, del ballo e della poesia che caratterizzano
entrambi i paesi).
Come sanno bene i ballerini di tango, o anche i semplici “ascoltatori”, il tango «è un pensiero triste che si balla» (la frase
dovrebbe appartenere allo scrittore di tanghi Enrique Santos Discépolo). Ma il tango è anche poesia, appunto, e non
soltanto musicale. Storicamente ha un testo, delle letras, delle parole, che sempre afferiscono a un’ambientazione
specifica: popolana, povera, delinquenziale, romantica, disperata, violenta. C’è del sangue, nel tango, sempre; che sia
quello che pulsa nelle vene dei ballerini, che dà vita ai testi del bandoneón o che scorre sulle lame dei coltelli.
L’anima popolare e popolana del vecchio tango e delle sue parole è ben visibile nella particolare ‘lingua’ o ‘argot’ o
‘dialetto’ o come altro si voglia chiamare il lunfardo, questo, chiamiamolo così, anche se è molto di più, linguaggio che
caratterizza ancora una volta non soltanto la città di Buenos Aires ma anche Montevideo, in Uruguay e semplicemente
sulla sponda orientale dello stesso fiume, così da poter/dover parlare ancora una volta di area rioplatense, come se
fosse un’unica megalopoli, almeno culturalmente.
Il lunfardo nasce nel tardo Ottocento, come fondamentalmente tutta l’odierna cultura riolplatense, poiché le popolazioni
indigene della zona furono non emarginate o ghettizzate ma, molto più banalmente e brutalmente, eliminate (fa
eccezione la popolazione Charrúa, in Uruguay, seppur prettamente legata all’interno del paese e soltanto marginalmente
a Montevideo), e nasce come base della cultura che ancora oggi caratterizza l’area: un crogiolo e una sintesi delle tante
popolazioni e, di conseguenza culture, principalmente europee, che arrivarono con le migrazioni di tardo Ottocento e di
inizio Novecento. La stessa musica del tango nasce in questo modo.
Troviamo così un linguaggio popolare che utilizza in contemporanea, riadattandoli spesso alla propria comodità, termini
francesi, spagnoli e soprattutto italiani; la stessa parola lunfardo potrebbe derivare dalla corruzione di ‘lombardo’, in
questo caso sineddoche per ‘italiano’, essendo tra tutte le componenti migratorie numericamente preponderante quella
italiana e all’interno della stessa quella del nord Italia. Un linguaggio spuntato dal nulla, in un certo senso, nato dalla vita
reale e concreta dei sobborghi della regione rioplatense ad alta densità migratoria. Lo stesso Borges, uno dei principali
padri della cultura letteraria argentina, sostiene che il lunfardo non è né una lingua né un dialetto ma piuttosto «uno
scherzo letterario inventato da autori di farse e compositori di tango che la gente dei sobborghi ignora, a meno che non si
sia istruita attraverso i dischi del fonografo» (Borges, J.L. Il manoscritto di Brodie, Prologo, Ed. Adelphi, 2016). Un
perfetto esempio di come il linguaggio del tango sia lo stesso del popolo più umile, una sorta di neorealismo linguistico
del Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana o del Pasolini di Ragazzi di vita; un linguaggio reale e concreto al
quale venne poi dato un nome, lunfardo, sconosciuto ai diretti interessati.
Al lunfardo possiamo accompagnare anche il vesre, questo sì costruito a tavolino e non nato spontaneamente dal
calderone migratorio; un argot che ritroviamo simile in altre culture —si pensi al verlan francese— e in entrambi i casi
traducibile con ‘inverso’, ‘contrario’ (vesre sta per ‘revés’ —“contrario”—, verlan sta per ‘l’envers’ —“il contrario”,
“l’inverso”); si tratta, riducendo la questione, di un’inversione di sillabe che trasforma la parola (ad esempio, ‘marido’
diventa ‘dorima’, ‘amigo’ diventa ‘gomia’) rendendola accessibile soltanto a un gruppo di adepti.
T A N G O
Ed è proprio qui che il discorso torna alla parte iniziale, al tango come epopea popolana, popolare, violenta e
fondamentalmente base della cultura odierna rioplatense. Come ogni mito che si rispetti, anche il vesre, pur nella sua
nascita più artefatta rispetto al lunfardo, ha come quest’ultimo origini oscure; una delle teorie, comunque verosimile e
quindi degna di essere presa in considerazione, è quella di un’origine nelle carceri, così da permettere ai carcerati di
comunicare tra di loro, se adepti alla religione, senza farsi capire dai secondini.
Entrambe le origini, così umili e particolari, non possono che rendere un’ambientazione di un certo tipo. E seppure è
vero che poi il tango diventò di moda anche negli ambienti più borghesi —dopo il passaggio nel centro della cultura
mondiale rappresentato dalla Parigi degli anni ’20 del Novecento—, rimane il fatto che fu la componente a muoversi
verso il basso, per così dire; il tango e il suo mondo, nelle parole, cambiarono di poco: meno violenza, meno coltello,
meno delinquenza ma stessa disperazione, stesso senso di perdita e di mancanza. Più romanticismo, se vogliamo, ma
non in senso sdolcinato. C’è sempre del sangue, in una qualche forma, nei testi tangueri!
Quello che poi davvero suggella e, in un certo senso, certifica l’anima costantemente rioplatense, popolana e popolare
del tango e la sua pervasività sulla vita quotidiana è il fatto non soltanto che autori strettamente letterari e colti come
Borges abbiano dedicato a questo fenomeno intere opere, ma anche che stralci, titoli e frasi di tanghi siano passati a far
parte di espressioni idiomatiche, diventando ad esempio titoli di libri (No habrá mas pena ni olvido, di Osvaldo Soriano,
dal tango Mi Buenos Aires querido) o esprimendo uno stato d’animo provato al bar tra gli amici (“será mí alcohól”,
confessando al bar di sentire ancora la voce della donna che ci ha lasciato, sapendo che non può essere e che quindi
“sarà colpa dell’alcol”).
segue
P I T T U R A
“La bufera infernal che mai non resta
mena gli spirti con la sua rapina”
Inferno Canto V vv 31-32
P I T T U R A
Il cantastorie dei colori: colori che si accavallano e si alternano uno
sull’altro per raccontarci la topografia di un’anima. Quella dell’artista.
Più volte, con lo scorrere del tempo, vi ho raccontato le sensazioni che
provavo davanti ai suoi dipinti e che oggi vale la pena di ripetere, sia pure
parzialmente e integrandole, a fronte di una mostra che, è sì un excursus
fra la produzione degli ultimi cinque anni, ma che segnala anche la nuova
strada di Carmignani simile a “bufera che mai non resta”. Perchè Fabio è al
contempo un artista in continuo movimento, sempre alla ricerca di qualcosa
di diverso, e un “fan” di Paolo e Francesca per come utilizza a piene mani i
colori e per la sua predilezione nel raffigurare figure muliebri.
Scrivevo>: “Quello di Fabio è un mondo dove al concetto trasformato in
simbolo si uniscono colori che giocano in uno spazio senza tempo e in cui il
trascorrere delle ore è rarefatto, quasi congelato. Nascono così visioni e
dolci sogni, ma anche realtà e incubi in cui hanno gioco l’inventiva, la
distribuzione del colore e le tonalità espressive. O, meglio, nascono le
immersioni in un mondo real-fantastico dove gli oggetti, in un brillante
rimescolio fra quelli onirici e quelli di tutti i giorni, sono sospesi fra vero e
sogno, dove la città, che compare su una veste muliebre, ti regala la
sensazione di essere governata dallo “Spirito del fiume” che la attraversa.
Un mare il suo, fra l’incantato e il silenzioso, fra il brillante e il minaccioso in
un continuo alternarsi di situazioni dove all’azzurro dell’acqua fanno da
contraltare ai mille oggetti della “Spiaggia inquinata”.
Il sogno e la realtà in un alternarsi continuo di sensazioni: topografia
dell’anima insomma.
Prosegui ed ecco altre tele che, invece, sembrano proiettarti verso un futuro
equiparabile ad un sogno che vedrà splendide fanciulle, vestite con grandi
conchiglie, nastri coloratissimi e frammenti di astri, attendere il ritorno dalle
stelle dei loro cybernauti. Grazie a questo continuo dualismo Carmignani
riesce spesso a dipingere con irrealtà leggera.
Siamo di fronte all’immersione in un mondo real-fantastico dove gli
oggetti sono sospesi fra vero e falso.
Forse per accentuare in modo sempre più marcato questo sottile gioco
delle parti, si è poi divertito a fare a pezzi anche quello che restava di
questa umanità esteriore, quasi ad indicare che vive solo ciò che è dentro
di noi e ad estrarre dalla sua tavolozza soltanto quegli elementi che
facevano da sfondo, ma che, al contempo, erano anche protagonisti di
quanto andava raccontando.
Il suo viaggio poetico verso l’altrove è poi proseguito facendo
scomparire i simboli legati al mondo degli umani ed ha iniziato a
raccontare nuove storie attraverso gli accostamenti dei colori creando
cieli pieni di stelle, di pianeti che ruotano attorno a città sempre più
rarefatte. Così i suoi dipinti, cromaticamente ricchi e vivaci, sono
diventati il frutto di una sintesi fra il rigore dell’astrattismo geometrico ed un
flusso più libero delle linee.
A dimostrazione che può essere sufficiente anche il colore per
organizzare una personale analisi della realtà. Dopo averlo identificato
come mezzo per raccontare e raccontarsi ne ha indagato gradualmente i
possibili usi lasciandolo interagire di volta in volta con i concetti da
esprimere e utilizzando elementi cromatici a volte allo stato puro ed altre
frammisti quasi a sostenersi l’un l’altro quasi fossero in preda ad un anelito
disperato di libertà.
L’ultima produzione ci porta invece ai collages, in cui inserisce del
metallo lucido quasi volesse che i colori vi si specchiassero per decidere se
dichiararli elementi amici o meno, e ai grumi matrici che, pur appesantendo
la visione d’insieme danno corpo a nuove profondità, ad una terza
dimensione quasi che le idee e i pensieri di Fabio avessero deciso di uscire
dalle tele sotto forma di segni e cromatismi. Se li incontrate lungo il vostro
cammino teneteli cari: rappresentano l’anima di un artista.
P I T T U R A
M O S T R E
di Assia Karaguiozova
@assiakaraguiozova
Arte digitale e tradizione, che si incontrano in
un progetto affatto scontato.
Francesca Franco, curatrice, storica dell’arte e
produttrice, applica la sua idea creativa di
realizzare in vetro di Murano un’opera di Vera
Molnar, classe 1924, pioniera nella Computer
Art.
Con perseveranza e bravura il concetto è stato
materializzato in vetro colato trasparente e
foglia d’oro. Grazie all’incontro con Andrea
Perotta e Alessandro Trambaioli, il progetto
ha preso forma, dopo quasi un anno di studi e
di prove.
Quattro le opere scultoree, protagoniste di
una mostra di forte impatto contemporaneo
presso la New Murano Gallery, dove sono state
prodotte.
Questa performance illustra in modo esplicito
l’impronta fondamentale che il Curatore può
avere nell’interpretazione creativa.
Dettaglio che ho apprezzato particolarmente:
gli scarti di una delle opere erano esposte
come parte integrante dell’installazione,
contribuendo all’effetto scenografico. Questo
particolare ha attribuito un valore in più
all’opera di partenza.
Sogno che attraversa un’epoca d’arte sulla scia
di una luce inedita: la tecnologia e tradizione,
unite in un sorprendente percorso all’inverso.
M O S T R E
di Assia Karaguiozova
@assiakaraguiozova
La storia del profumo italiano raccontata
attraverso l’impegno e la ricerca della Famiglia
Vidal, che unisce una passione personale alla
tradizione di un luogo: Venezia. Dal Museo
Mocenigo al linguaggio dei giovani, Mavive
porta avanti il messaggio dell’acquisto
ecosostenibile consapevole.
To Be Green! …
L I B R I
di Assia Karaguiozova
@assiakaraguiozova
Eliana Liotta: giovane battagliera per un mondo ecosostenibile migliore, usa i
vari mezzi di comunicazione per diffondere l’appello che dobbiamo lavorare
tutti insieme, partendo individualmente da noi stessi, per impostare una vita
più ragionevole dal punto di vista salutare. Molto interessante ed intelligente il
messaggio racchiuso nel suo libro … Il cibo che ci salverà.
F O OL DI BA R IT
UN TULIPANO È PER SEMPRE!
di Assia Karaguiozova
@assiakaraguiozova
Viaggio nel tempo di amori
adolescenziali, che lasciano un segno.
Dai Giardini dei Finzi-Contini
all’Isola di Arturo, oggi: Tulipani a
colazione.
La semplicità di un’intesa giovanile
travolgente, nelle vesti del sogno di
una vita. Favola contemporanea che ci
fa viaggiare tra emozione genuina,
promesse ed aspettative. Una giovane
che ritrova la speranza di felicità,
portata dal caso fortunato. Tulipani a
colazione ci insegna che nessuno può
toglierci il sogno.
di Alessandra Villasco Damiani,
Romanzo
L I B R I
QUANTO BEVONO GLI AVVOCATI
Recensione di Sonia Lippi
Rubrica a cura del blog
"Il COLORE DEI LIBRI"
http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/
QUANTO BEVONO GLI AVVOCATI
di MATTEO MONFORTE
PrEzzo: € 14,90 | Ebook: € 6,99 |
Pagine: 224 | Genere: Giallo investigativo |
Editore: Fratelli Frilli |
Mentre Genova è sotto shock per l’omicidio del
famoso avvocato marittimista Edmondo
Cassinis, Martino Rebowsky (grasso e pigro
trombettista jazz, beone incallito e filosofo della
city by night) temporaneamente a corto di grana
per lo scarseggiare dei concerti, convinto dalla
sua amica naïf Marilù, accetta di pedinare sotto
compenso il giovane Nicolò – ragazzino dei
quartieri bene con la passione per la musica rap
– la cui ricca madre è molto in pena perché
teme sia finito in un brutto giro. Rebowsky,
costretto a lasciare il suo divano e le sue serie tv
per improvvisarsi segugio, si troverà così
coinvolto in un goffo pedinamento, contornato
da liceali annoiate, rapper con l’aria da gangster,
prostitute d’alto bordo, avvocati beoni, pusher e
nottate lisergiche. Ma c’è in realtà un misterioso,
invisibile, fil rouge che lega il suo pedinamento
alla morte di Cassinis e alle indagini dello
svogliato luogotenente dei carabinieri Tito
Malverdi? "Quanto bevono gli avvocati" è il terzo
volume della saga di Martino Rebowsky, scritto
da Matteo Monforte, giudicato dalla critica uno
scrittore in grado di sconvolgere le regole del
noir.
Ma io boh, guarda...senza parole... no vabbè Monforte tu mi devi spiegare come fai,
mi devi dire come fai a farmi amare sempre di più quel ciccione, misogino, sfascione,
ubriacone, drogato del Rebowsky. Ho finito di leggere il libro e sono rimasta così,
scioccata, basita, impossessata dallo spirito di Marilù e profondamente divertita da
questa lettura che ancora una volta non posso che reputare GENIALE.
E’più di un anno che aspetto che la Fratelli Frilli editore pubblichi una nuova storia di
Martino Rebowsky e finalmente eccola qui, e l’ho letta in un giorno, incapace di
staccare gli occhi dal libro e ridendo come una pazza, soprattutto durante i battibecchi
tra Martino e Marilù.
La trama è classica, c’è un ricco e stimato avvocato che viene trovato morto in casa
sua, un assassino e un ispettore che indaga e poi c’è Martino Rebowsky che per
caso, destino o sfortuna si trova suo malgrado a pedinare un adolescente dei
quartieri “bene” di Genova per fare un piacere a un’amica di Marilù, la sua confidente
storica.
E durante la sua indagine personale sul ragazzo, sembra accorgersi che forse la
morte dell’avvocato e il suo pedinamento sono sottilmente legati, per poi mettere tutto
in discussione e convincersi che le sue sono solo paranoie.
Quale parte del pensiero di Rebowsky avrà ragione?
Martino Rebowsky è un trombettista jazz di 130 kg, che ingurgita cibo spazzatura,
beve litri di alcool fino a stonarsi di brutto, fuma la Maria Giovanna a profusione e non
disdegna assaggiare ogni tanto qualche altra droga, insomma è uno sfascione che
ama fare bagordi con le prostitute quasi sempre a scrocco e che non ama andare a
trovare sua madre.
Un antieroe per eccellenza con una carica di ironia, simpatia e carisma mai trovati in
altri personaggi simili.
Un protagonista ben descritto e caratterizzato ma non statico anzi, in continua
evoluzione: sono sicura che chi ha conosciuto Martino nel primo volume ( la vanità dei
pesci pulitori) non può non aver notato come in questo terzo volume Rebowsky faccia
capire chiaramente che il suo stile di vita deriva da una madre troppo soffocante, che
quella fame improvvisa e vorace va a compensare una mancanza e che, nonostante
tratti male la sua migliore amica Marilù in realtà si sente perso senza di lei e le sue
chiacchiere.
Marilù è un personaggio fantastico, stereotipo della donna “incensista” che ama
frequentare luoghi” in”, mostre d’arte pallosissime ma ritenute cult, ma che non vede
l’ora di passare qualche ora con il suo pazzo amico del cuore.
Ben descritta e caratterizzata risulta di una simpatia disarmante e non so perché, a
me fa pensare a Luciana Littizzetto.
La lettura è scorrevole e piacevole, lo stile ironico in alcuni punti sarcastico e in altri
dissacrante, ma sempre in perfetto accordo con la trama.
Dialoghi e descrizioni si alternano regalando profondità alla storia e soprattutto
tridimensionalità ad ogni personaggio presente.
I dialoghi fra Marilù e Martino sono pezzi di comicità pura, impossibile non ridere.
Come al solito Genova è descritta in maniera superba, viene voglia di andare a
mangiare qualcosa al Tiblis e a bere una birra al Redbricks Pub, ma soprattutto viene
voglia di andare a Genova nella speranza che Martino Rebowsky esista veramente.
Una lettura che mi ha entusiasmato, mi ha fatto ridere e mi ha sorpreso nel finale, e
soprattutto che pone l’accento, a modo suo, sulla piaga della prostituzione minorile.
Da non leggere la sera a letto se dormite con qualcuno, rischierete di svegliarlo con le
vostre risate, ma leggete assolutamente questo terzo capitolo della saga Rebowsky,
magari bevendo un martini con l’oliva e ingurgitando zozzerie varie, e se ancora non
lo avete fatto, comprate anche i primi due episodi, ve lo assicuro non ve ne pentirete.
Consigliato a tutti, soprattutto a chi ha bisogno di rompere con le regole.
Come al solito sono in difficoltà a dare un giudizio ai libri di Monforte, 5 stelle è
riduttivo, il bacio accademico e la lode gliel’ho conferita nella scorsa recensione,
quindi oggi questo sarà il mio giudizio: 5 Stelle, Standing ovation a scena aperta e
lancio di fiori in palcoscenico (anche se Martino preferirebbe le merendine)
L I B R I
consigliati dal blog
"Il COLORE DEI LIBRI"
http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/
Come ogni anno quando arriva il periodo natalizio molti di noi vanno in crisi perché non riescono a decidere cosa regalare
per Natale ai propri cari. Spesso ci riduciamo all’ultimo minuto, entrando in librerie stracolme cercando di capire quale libro
possa essere quello giusto per la persona a cui dobbiamo regalarlo. Quest’anno lo staff del blog Il Colore dei Libri ha
deciso di venirvi in aiuto e ha selezionato 5 libri di 5 generi diversi da poter regalare.
Valentina Sanzi consiglia:
Emma Wrong (Lorenzo Palloni, Laura Guglielmo - SaldaPress) Narrativa a fumetti.
Un amore inseguito per quindici lunghi anni, una spy story degna delle migliori citazioni letterarie e cinematografiche esistenti, un
contesto storico imponente e difficile da domare, ma incredibilmente convincente e suggestivo: uscito a fine Aprile per saldaPress
"Emma Wrong" rappresenta una nuova prova di forza di Lorenzo Palloni alla sceneggiatura. Ad accompagnarlo, Laura Guglielmi ai
disegni. America, 1951. A tre giorni dal primo test nucleare sul suolo americano. Sotto il sole cocente del deserto del Nevada, a
pochi chilometri dal sito in cui avverrà quell’esperimento, il corpo senza vita di una donna galleggia a faccia in giù nella piscina di un
motel. Un motel che pullula di spie mescolate alle persone radunatesi lì per assistere al test atomico. Tra di loro, Emma, una donna
forte e determinata, alla ricerca di Michael, il misterioso uomo di cui è innamorata. Inizia così "Emma Wrong", un thriller ambiguo e
sensuale, scandito dall’elegante essenzialità dei disegni di Laura Guglielmo. Una storia d’amore e finzioni, che ci fa riflettere su cosa
saremmo disposti a fare pur di raggiungere qualcuno che, nel profondo del nostro cuore, amiamo disperatamente.
Roberta Sgambati consiglia:
Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo. ( Benjamin Alire Saenz - Mondadori) Narrativa Contemporanea
Consiglio questo libro perché tratta temi attuali con grande sensibilità e cura, un romanzo che ritengo sia perfetto per i giovani e che
personalmente consiglierei come lettura scolastica. Aristotele Mendoza e Dante Quintana vivono a El Paso, sono entrambi figli di
famiglie emigrate dal Messico. A parte questo, non potrebbero essere più diversi: introverso e solitario il primo, espansivo e solare il
secondo. Quando il caso li fa incontrare, però, nonostante i caratteri opposti, capiscono subito di stare bene insieme e tra i due
nasce un’amicizia fortissima. Destinata a trasformarsi in un sentimento ancora più forte.
Sonia Lippi consiglia:
Principessa Saranghae (Diego Galdino - Bertoni Editore ) Narrativa Rosa.
Non amo i romanzi rosa ma i libri di Galdino mi trasportano in un'atmosfera poetica e romantica di altri tempi dove l’altruismo, la
comprensione, la voglia di essere persone migliori, mi rigenerano l’anima.
In questo libro ogni parola è poesia e ogni riga una carezzevole melodia che fa bene al cuore e allo spirito.
Yoo una Principessa Coreana del 1300. Giulio un ragazzo romano dei giorni nostri proprietario di uno straordinario negozio di palle
di neve. Due anime destinate ad incontrarsi grazie ad una magia. La palla di neve incantata capovolge il tempo ed il destino. Così
tra una carbonara preparata in un tempio buddista e una cerimonia del tè nel centro di Roma, una storia d'amore nasce a dispetto
della distanza tra epoche diverse che pagina dopo pagina, sembra assottigliarsi fino a sparire del tutto, perché l'amore alla fine non
cambia mai e resta sempre lo stesso dappertutto. Un drama coreano all'italiana, una via di mezzo tra Vacanze Romane, La casa sul
lago del tempo, Kate & Leopold e Amarsi un po'. Questo è Principessa Saranghae di Diego Galdino.
Eva Sprocatti consiglia:
Naturalmente Buono (Marta Ansaldo e Mimma Sangiorgio - Eifis Editore) Ricette di Cucina.
Consiglio questo libro di ricette gustose e semplici, adatte ai vegani e non che vogliono variare la propria alimentazione con gusto e
leggerezza.
100 ricette vegane e di stagione che non prevedono l’utilizzo della soia, sfatano il mito che chi ha scelto un'alimentazione del tutto
vegetale si nutra esclusivamente di questo legume così versatile. Dalle ricette tradizionali della calda Sicilia ai piatti di ispirazione
internazionali, dai lievitati per la colazione alle conserve da tenere in dispensa, dalle insalate più ricche da consumare nelle stagione
più calda al cibo di conforto per la stagione più fredda, attraverso focus gustosi su ingredienti come quinoa, avocado o farro, Marta e
Mimma ci guidano attraverso un viaggio nella loro cucina che ci presenta un menu per ogni occasione, naturalmente buono.
Paola Clerico consiglia:
Il Bambino che Disegnava le Ombre ( Oriana Ramunno - Rizzoli) Thriller Storico.
“Un romanzo che rievoca fantasmi e ombre ma che saprà arrivare dritto al cuore con prepotenza e ferocia. Quando l’ho finito, sentivo che
mi mancava, ne avevo nostalgia: mi mancava immergermi nelle pagine, nonostante il dolore, l’iniquità, l’orrore, mi ero affezionata ai
personaggi con le loro debolezze, o la loro forza, e separarmene è stato difficile, come chiudere gli occhi o volgere altrove lo sguardo:
invece tutto ciò che possiamo fare è non dimenticare.” Quando Hugo Fischer arriva ad Auschwitz è il 23 dicembre del 1943, nevica e il
Blocco 10 appare più spettrale del solito. Lui è l'investigatore di punta della Kriminalpolizei e nasconde un segreto che lo rende
dipendente dalla morfina. È stato chiamato nel campo per scoprire chi ha assassinato Sigismud Braun, un pediatra che lavorava a stretto
contatto con Josef Mengele durante i suoi esperimenti con i gemelli, ma non ha idea di quello che sta per affrontare. A Berlino infatti si sa
ben poco di quello che succede nei campi di concentramento e lui non è pronto a fare i conti con gli orrori che vengono perpetrati oltre il
filo spinato. Dalla soluzione del caso dipende la sua carriera, forse anche la sua vita, e Fischer si ritroverà a vedersela con militari e
medici nazisti, un'umanità crudele e deviata, ma anche con alcuni prigionieri che continuano a resistere. Tra loro c'è Gioele, un bambino
ebreo dagli occhi così particolari da avere attirato l'attenzione di Mengele. È stato lui a trovare il cadavere del dottor Braun e a
tratteggiare la scena del delitto grazie alle sue sorprendenti abilità nel disegno. Mentre tutto intorno diventa, ogni giorno di più, una
discesa finale agli inferi, tra Gioele e Hugo Fischer nascerà una strana amicizia, un affetto insolito in quel luogo dell'orrore, e proprio per
questo ancora più prezioso.
F O T O G R A F I A
Spazio
crescita
personale
collettiva.
Pensate ad una comunità di artisti, immaginate un grande muro con affisse storie,
parole e fotografie talvolta anche in movimento.
Ora immergetevi nella storia che più sentite vostra e sappiate che l'avete scritta voi a
quattro mani con la community ed è su quel muro.
TheList è questo, un luogo non luogo dove poter esprimere se stessi attraverso l'aiuto
degli altri, simili a te, a me, a noi.
Un insieme di storie intrecciate con il fine ultimo di raccontare e condividere, partendo
proprio dalla condivisione di spazi e idee nonché progetti e risate, accompagnate da
tanta passione per la vita, quella di tutti.
Sono stati a Roma, in Cile, Bolivia, Perù, Mozambico, Nepal e chissà dove ancora,
per raccontare e condividere attraverso l'autoproduzione sostenuta dai membri del
progetto.
La parte buona è che tutti possono farne parte, che si abbia qualcosa da dire o meno.
La parte cattiva? Non c'è!
Il team si occupa di realizzare progetti grafici ed audiovisivi con l'aiuto dei sostenitori
che possono diventare parte attiva del progetto oppure scegliere di rimanere
"semplici" passeggeri, già, perché il loro simbolo è una locomotiva, un treno che parte
ed arriva fermandosi in qualche stazione di tanto in tanto.
Il treno è stato costruito e messo su rotaie prima da Matteo Contessi, conosciuto
come TheList, ed in seguito Luca Manzali ha preso parte, collaborando con Matteo,
fino ad arrivare alla creazione del progetto.
Ho parlato di fotografia in apertura, essa è il fulcro sul quale si mantiene attraverso
varie iniziative, come il Mercoledì Fotografico, divenuto ora Monday Photo Zone,
oppure The Third Line e ancora Paint With Light che si propone di studiare
tecnicamente dei fotografi scelti dal team per entrare in confidenza con il loro modus
operandi, fino ad arrivare ai progetti che richiedono un lavoro maggiore come il
documentario autoprodotto "Monks" che ha visto il team impegnato in Nepal ed altri
progetti in lavorazione.
Per citare uno dei temi proposti dal team ai suoi utenti ci tengo a mostrare Ice White,
uno degli ultimi temi trattati nel Monday Photo Zone in vista dell'inverno e del Natale.
Queste alcune immagini proposte dagli utenti, ognuna con la propria personale
visione del tema proposto.
di Davide Bilancia
Fotografia di Chiara Canton per il tema Ice White
Fotografia di Maria Pontino per Monday photo zone
Fotografia di Noemi Ventura per The Third Line
Fotografia di Valeria Petruzzelli per The Third Line
V I A G G I
MATTEO CONTESSI
LUCA MANZALLI
Ad oggi il progetto conta più di 70 sostenitori tra Drivers e Passengers e per questa occasione ho intervistato i due fondatori
ponendo loro due domande. Matteo, come ti senti sapendo che stai dando spazio alla creatività?
Più che come mi sento io, la giusta domanda dovrebbe essere come non mi sarei voluto sentire tempo fa. Sento la presenza di
una grossa mancanza nella nostra società, dove il focus principale è perseguire uno stile di vita insostenibile e spesso
controproducente legato ad alcuni standard del passato che purtroppo (o per fortuna) hanno segnato in maniera indelebile il
futuro delle generazioni successive. Troppo spesso si dimentica quanto sia importante avere cura di quella parte del nostro
essere che ci permette di "sentire" al di là dei cinque sensi che ci sono stati forniti dalla natura; l'empatia è una dote
fondamentale che possediamo ma che viene sviluppata come secondaria se non terziaria durante la nostra crescita. L'empatia
non viene insegnata, non viene supportata, e resta riflesso di alcune attività che si basano su di essa in maniera inconscia,
come lo sviluppo artistico o creativo. Sono proprio queste attività che ricevono un trattamento di serie B, al giorno d'oggi, e mi
fa sentire orgoglioso aver avuto la possibilità di creare un modo per dargli il giusto spazio. Io non ho avuto questa possibilità, e
questo è il meglio che posso fare per incrementare la nostra consapevolezza.
E, seconda domanda, come ti senti sapendo che ne sei parte?
Sento una grossa responsabilità, devo dire. C'è stato un tempo dove questo modo di ragionare e pensare, questa tendenza,
era poco più di un gioco. Sono stato "quello strano" per lungo periodo finché qualcuno non ha capito che forse potevo essere
un buon modo per camminare evitando di cadere. Sento che questo progetto potrebbe sfaldarsi da un momento
all'altro...basta così poco perché tutto finisca ma alla fine non succede. A denti stretti andiamo avanti e cerchiamo di portare gli
altri con noi. E' un modo diverso di ragionare e pensare...l'unico che mette le Persone al centro, e non solo il loro istinto di
sopravvivenza
Per Luca altre due domande: Ti chiedo di descrivere la community con quattro parole.
Credo proprio che barerò ed userò cinque parole: Spazio di crescita personale collettiva.
Come ti senti a collaborare alla realizzazione di questo progetto?
Lavorare al progetto per me ha una doppia valenza, in primis significa continuare il mio percorso artistico lavorando ai miei
progetti in maniera completamente libera e indipendente, progetti che senza l'aiuto del team e della community non sarei mai
arrivato nemmeno ad ideare. Il secondo punto sul quale mi voglio soffermare, invece, va oltre noi singoli membri del team e
della community perché con il nostro lavoro e il fondamentale supporto della community stiamo creando un "terreno fertile"
sul quale i progetti artistici di chiunque decida di entrare a far parte del progetto possono crescere, essere realizzati e divulgati.
Il valore che ha creare questo spazio di crescita e condivisione è inestimabile ed è il nostro modo per fare qualcosa per la vera
fotografia e per il vero filmmaking che ci hanno definiti come persone e come artisti e che, purtroppo, in questo momento
storico vengono spesso dimenticati e bistrattati. Poi, per aggiungere la ciliegina sulla torta ho rivolto una domanda ad
entrambi: I vostri sogni personali coincidono?
Matteo
Sogno un giorno uno spazio il più pulito possibile dalle tendenze autodistruttive che ci circondano. Un luogo digitale o fisico
dove si raccontano storie di vita vissuta, semplice o complessa, per far capire a tutti che "non siamo soli". C'è così tanta bellezza
in quel poco che abbiamo intorno che a confronto anche i confini geopolitici dovrebbero rabbrividire. Oggi cerchiamo di
affrontare l'importanza dell'autoproduzione documentaristica e artistica, domani magari avremmo una redazione, in futuro
spero di avere molti più compagni al mio fianco, pronti a cacciare storie con questa idea in testa; l'idea che abbiamo un valore
al di là del contesto nel quale siamo nati o cresciuti. Quindi, coincidono?
Luca
Il grande sogno condiviso è quello della completa autoproduzione del progetto con la redazione di ARD che stampa "a
manetta" e tanti team di reporter e documentaristi in giro per il mondo a raccontare delle storie che nemmeno immaginavi
esistessero.
F O T O G R A F I A
Si chiama “On the Road” il nuovo Calendario Pirelli firmato da Bryan Adams, musicista e
autore di brani leggendari, proprio come il calendario che ha realizzato. Dopo oltre 365 giorni
di pausa, causa emergenza sanitaria, torna anche il famosissimo The Cal, nell’anno che
celebra i 150 anni della società italiana che opera nel settore automobilistico. Il Calendario è
dedicato ad una sorta di viaggio che ha unito artisti di nazionalità, generi musicali, età e
percorsi professionali molto diversi. La rock star canadese Bryan Adams ha immortalato tra le
strade cittadine di Los Angeles, il Palace Theatre e l’hotel Chateau Marmont: Cher, Grimes,
Jennifer Hudson, Normani, Rita Ora, Bohan Phoenix, Iggy Pop, St. Vincent e Kali Uchis,
l’unica ad essere fotografta a Capri – all’Hotel La Scalinatella –è la rapper americcana
Saweetie. Noi abbiamo scelto l’icona del rock Iggy Pop.
F O T O G R A F I A
In una unica serata il Théâtre du Capitole di Toulouse, ha ospitato per la
prima volta la rappresentazione de “La Gioconda” uno spettacolo realizzato
in coproduzione con il Teatro La Monnaie di Bruxelles del 2019, con la regia
di Olivier Py.
Ponchielli, degno erede di Verdi, consegna con La Gioconda una delle opere
italiane più sgargianti del repertorio. Ispirato da Victor Hugo, l'azione oscura
e violenta aumenta le passioni, servita da una musica opulenta (inclusa la
famosa "Danza delle ore"). Nella spettacolare produzione di Olivier Py,
Béatrice Uria-Monzon e Ramón Vargas raccolgono la sfida di questo
straordinario capolavoro. La Gioconda per la prima volta è stata in nostra a
Tolosa
ph@ Cosimo Mirco Magliocca Photographe
F O T O G R A F I A
ph@ Cosimo Mirco Magliocca Photographe
F O T O G R A F I A
ph@ Cosimo Mirco Magliocca Photographe
F O T O G R A F I A
La Schiaccianoci
Clara è lei stessa la
Schiaccianoci che
salva se stessa e gli
abitanti della Casa
Famiglia
LUCA DI BARTOLO
F O T O G R A F I A
Alcune settimane fa Luca Massidda, danzatore coreografo sardo e amico, mi ha
incaricato di seguire la messa in scena di un estratto della sua personalissima
versione di Schiaccianoci; una produzione di ASMED - Balletto di Sardegna, che
debutterà completa il 10 dicembre durante la rassegna “Natale Insieme”
organizzato sempre da ASMED.
Luca, sposta il focus dalla crescita psico-fisica della protagonista per affrontare
temi più contemporanei quali il femminismo, amicizia, inclusione sociale, nasce
così la sua versione intitolata “La Schiaccianoci”.
Clara è lei stessa la Schiaccianoci che salva se stessa e gli abitanti della Casa
Famiglia dove lavora insieme al fratello, dall’invasione dei “topi” e che salva
anche il Re dei Topi comprendendo il suo essere, in realtà, un soggetto in
condizione di difficoltà e bisognoso di aiuto, aiutata da suo fratello Federico.
Durante il divertissement si alterneranno le classiche danze di carattere con un
piccolo twist narrativo per raccontare la festa di “incoronazione” di Clara nel
fantastico “Regno del Sogno”.
Le fonti di ispirazione sono varie: dalla volontà di celebrare la forza delle donne
al racconto di una amicizia non convenzionale, tutto quanto realizzato cercando
di unire una visione Pop Art ad una narrazione da cartone animato che possa
piacere ai grandi e ai bambini per farli divertire e, perché no, riflettere.
Halloween.
"LA SCHIACCIANOCI"
Idea, regia, drammaturgia e coreografia: Luca Massidda
Scene e costumi: Marco Nateri e Roberta Serra
Personaggi ed interpreti:
Clara, la Schiaccianoci: Greta Puggioni
Federico, suo fratello: Luca Cappai
Re dei Topi: Luca Massidda
Libretto liberamente ispirato al racconto “ Lo Schiaccianoci e il re dei
topi” di E.T.A. Hoffmann (Nussknacker und Mausekönig, 1815);
Musica: P. I. Tchaikovsky; Incursioni musicali ed effetti sonori:
Marco Caredda;
C U C I N A
C U C I N A
Dicembre è il mese delle feste, un mese ricco di calore, colori e casa. Il Natale è la
festa che si aspetta per stare tutti insieme in famiglia e per riscoprire il calore del
focolare tra tradizioni e sacralità. I fastosi pranzi di questo periodo sono all’ordine del
giorno con piatti della tradizione popolare che si tramandano di generazione in
generazione.
La storia dell’uomo si è evoluta costruendo la propria vita intorno a un fuoco acceso. Il
focolare costituisce il fulcro della casa e della famiglia, punto di convergenza delle
memorie dei propri antenati, costituisce il cuore della casa, da sempre elemento
essenziale nella dimora dell’uomo sin dai tempi in cui viveva nelle caverne. Il fuoco
riscalda, illumina e cuoce.
La cottura arrosto è il metodo di preparazione alimentare più antico. In origine la sua
primordiale forma consisteva nel mettere gli ingredienti crudi direttamente sul fuoco.
In molti paesi del mondo questo metodo è ancora oggi in uso. Secondo l’antropologo
Wrangham, il primo esempio di cottura arrosto è databile ad un milione e
novecentomila anni fa e fu un momento decisivo della storia, cioè quello in cui
smettemmo di essere scimmie erette e diventammo umani. Su questa potente fonte di
calore e di luce, gli uomini costruirono le loro dimore. Il focolare, su cui si preparavano
i pasti, era sempre il punto centrale della casa. Fino a più di un secolo fa, l’esigenza
di badare al fuoco e di accenderlo fu la principale attività domestica, superato poi
dall’avvento dei forni a gas. Il termine “coprifuoco” in origine indicava l’avviso che in
alcune città si dava la sera con una campana, affinché si spegnessero i fuochi, mentre
gli abitanti della casa dormivano, per evitare gli incendi. In cucina il fuoco e la sua
gestione ne sono diventati, la sua arte.
Brillat -Savarin, il grande filosofo gastronomico francese, scrisse nel 1825, che “cuoco
si diventa, rosticciere si nasce”. Fino a metà del 1800 il metodo dell’arrosto originale
veniva effettuato, su un focolare aperto tramite la rotazione su uno spiedo. La cottura
arrosto primordiale, che consisteva nell’esporre gli alimenti direttamente al fuoco, era
una tecnica rapida e aggressiva da cui si ottiene una carne dura e grassa. La vera
cottura arrosto invece, è un processo delicato. Il cibo cuoce a notevole distanza dalla
brace, ruotando senza sosta e la rotazione impedisce al calore di accumularsi troppo
in un solo punto. Niente parti bruciate, dunque. Il ritmo lento e graduale assicura che
la carne sia tenera, ma il cuoco deve accertarsi che il fuoco rimanga abbastanza caldo
e che lo spiedo non debba essere avvicinato di più alla fiamma.
Anche nelle fiabe e nelle leggende, la cucina, dove è situato il focolare, diventa il
luogo chiuso, privato, protetto, detentore di racconti e segreti tramandati da
generazione in generazione. Il caldo emanato dal fuoco rammenta poi i sentimenti
d’amore e protezione caratteristici della famiglia riunita attorno ad esso, della tavola
apparecchiata e dei propri cari. Giustificato dagli stessi colori del fuoco: le tonalità
rosse, gialle e arancioni, ovvero i cosiddetti colori caldi.
L’ambiente della casa in cui è possibile sentire odori che solleticano l’appetito; un
luogo quasi magico dove odori, sapori e suoni ci ricordano l’infanzia, le pietanze
assaggiate e la soddisfazione di aver preparato un piatto unico e gustoso per tutta la
famiglia.
Nella fiaba “Il tavolino apparecchiato, l’asino d’oro e il randello castigamatti” raccolta
nel libro “LE FIABE DEL FOCOLARE” dai fratelli Grimm, , il protagonista, durante il
suo ritorno a casa, affronta un lungo viaggio e quando si sente stanco e affamato usa
il dono magico dell’orco presso il quale è stato in servizio: un tavolino magico.
Togliendoselo dalle spalle e mettendolo a terra, pronuncia una formula magica:
“Tavolino apparecchiati” e così, ecco pronto tutto quello che desiderava: vassoi di
lesso e d'arrosto quanti ce ne potevano stare, e un bicchierone di vin rosso che
scintillava a rallegrare il cuore. Il fatto poi che i cibi fossero caldi è il chiaro richiamo
alla casa, luogo lasciato precedentemente e verso il quale si desidera ritornare.
Anche se mangiare è un bisogno primario, tuttavia un buon pasto, soprattutto se
consumato in compagnia, va ben oltre la semplice alimentazione ed è piuttosto uno
dei grandi piaceri della vita.
Dicembre ci riporta tutti al focolare familiare, dove il periodo natalizio infarcisce le
nostre tavole di allegoriche delizie ricche di sapori e profumi, dove la convivialità e lo
stare assieme fanno da contorno alla tavola imbandita di “ogni ben di Dio”.
E allora buone feste a tutti…
C U C I N A
Ingredienti
500 gr di zucca
150 gr di zucchero
1 cucchiaio di miele millefiori
1 cucchiaino di zenzero fresco
(facoltativo)
senape essenza o semi schiacciati a
piacere
PROCEDIMENTO
Lavare, mondare e sbucciare la zucca, tagliare in pezzi non troppo piccoli e sistemare in una bacinella capiente con lo
zenzero fresco grattugiato (se lo usate).
Coprire con la pellicola e fare riposare in frigorifero per una notte.
Versate la zucca, con il liquido che avrà rilasciato, in una pentola antiaderente, ed aggiungete la senape. Ponete la pentola
sul fuoco e fate cuocere, a fuoco lento, per 15 minuti.
Lavate accuratamente due o tre vasetti e i loro tappi. Fateli asciugare prima di mettervi la mostarda. Versate la mostarda nei
vasetti di vetro. chiudete i vasetti con i loro coperchi e metteteli in una pentola in cui avrete messo un canovaccio.
Coprite completamente con acqua fredda ed avvolgete i vasetti con il canovaccio. (Serve ad evitare che i vasetti si urtino e si
rompano)
Chiudete la pentola con un coperchio e portate ad ebollizione.
Fate bollire per 30 minuti dall’inizio dell’ebollizione. Spegnete il fuoco e fate raffreddare i vasetti nella pentola affinché si
raffreddino nella stessa acqua. Una volta freddi conservateli nella dispensa in luogo fresco ed asciutto.
Potete accompagnare bolliti, formaggi stagionati.
INGREDIENTI X 1 PERSONA
150 gr di petto di pollo
100 gr di pancetta o bacon
olio evo q.b.
50 ml di vino bianco secco
maizena q.b.
burro 20 gr
salvia e rosmarino q.b.
per il ripieno
50gr di funghi freschi (porcini,
champignon, spugnole,ecc. a vostro
piacere)
sale, pepe q.b.
aglio (a piacere)
prezzemolo tritato q.b
PROCEDIMENTO
Pulire e scaloppare il petto di pollo. Pulire e tagliare a fette i funghi, saltare in padella con poco olio evo, l’aglio, il sale e il
pepe. Una volta cotti cospargere di prezzemolo e tritare grossolanamente.
Stendere i petti di pollo sopra le fette di pancetta per formare un rettangolo. Riempire con i funghi, arrotolare con l’ausilio
della pellicola e formare dei rollè. Fare riposare e rassodare in frigorifero per 30 minuti circa.
Una volta passato il tempo di riposo, eliminare la pellicola facendo attenzione a non aprire i rollè. Rosolare in padella con il
burro e gli aromi da tutti i lati. Una volta rosolati bene trasferirli in una teglia e completare la cottura in forno caldo a 160°
C per 5 minuti circa. Nel mentre sfumare il fondo di cottura della padella con il vino, aggiungere poca acqua o brodo e
lasciare deglassare (se necessario aggiungere un cucchiaino da caffè di maizena stemperato precedentemente in acqua
fredda per addensare la salsa).
Togliere i rollè dal forno e lasciare riposare per qualche minuto prima di tagliarlo a fette.
Servire ben caldo nappato con la sua salsa.
M U S I C A
Ero Romantica.
Il nuovo album
di un’ eroina
moderna!
M U S I C A
di Patrizia Mior
La rivincita di Arisa, per noi donne che ci siamo
sentite fuori posto, inadeguate e talvolta schiave
delle nostre stesse scelte, un album di fotografie
da ascoltare con ammirazione, per una artista
che, all’interno del suo settimo progetto ha voluto
ripercorrere le sue emozioni in maniera più
materna e consapevole, accettandole e, perché
no, anche giocandoci, cambiando il punto di vista
e prendendosi il lusso di cambiare idea.
L’uscita dell’album a fine novembre, prodotto da
Jason Rooney con la coproduzione di Giuseppe
Barbera, per il quale già ci aveva deliziato ad
ottobre, danzando un freestyle sulle note di
“psycho” e affermandosi come nuova icona pop!
Arisa vola alto, per lei questo è un periodo di
intenso lavoro ma di grandissime soddisfazioni!
Una donna che “non è per tutti”, come l’ha
definita il suo maestro e partner di ballo a
Ballando con le Stelle Vito Coppola, splendida
new entry di questo show ormai consolidato per
il quale noi donne ringraziamo commosse!
“È anche grazie a lui”, dice l’artista, “se mi sto
spingendo verso una nuova visione di me stessa,
più sicura di me, delle mie emozioni e del mio
modo di trasmetterle”; e noi spettatori, non
possiamo far altro che ammirare questa ascesa.
Brava Arisa! Rifiorita in questo 2021!
M U S I C A
festeggio 30 anni
di carriera
con un tour
M U S I C A
Dopo il grande successo dell’evento all’ARENA
DI VERONA per festeggiare i 30 anni di carriera,
MARCO MASINI, il 16 novembre per i suoi 30
anni di carriera ha iniziato i festeggiamenti con
un tour nei principali teatri, per portare in tutta
Italia i suoi più grandi successi.
Sul palco insieme a lui ci saranno Massimiliano
Agati (batteria, percussioni e chitarra acustica),
Alessandro Magnalasche (chitarra elettrica e
acustica), Cesare Chiodo (chitarra acustica,
basso, direzione musicale), Lapo Consortini
(chitarra acustica e ideazioni sonore), Stefano
Cerisoli (chitarra elettrica ed acustica) e Antonio
Iammarino (tastiere, pianoforte).
Per tutto il mese di dicembre l’artista toscano
toccherà teatri importanti non solo in Italia ma
anche oltralpe. PARMA, BRESCIA, ZURIGO,
MONS, LIEGI, LIEGI, MILANO, BOLOGNA,
ANCONA, ROMA , FIRENZE TORINO.
MARCO MASINI STORY
Nel 1990 usciva nei negozi “Marco Masini”,
l’omonimo primo album dell’artista toscano che
nel corso degli anni ha pubblicato undici album in
studio rimasti nel cuore degli italiani.
Indimenticabili anche singoli come
“T’innamorerai”, “Bella Stronza”, “Ci vorrebbe il
mare”, “L’uomo volante”, “Raccontami di te” o,
ancora, “Spostato di un secondo”, brano con cui
ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2017.
M U S I C A
da “Storia di un minuto” a “Ho sognato pecore elettriche”
abbracciando la poesia di Fabrizio De André
pfm da Gennaio torna in Tour
Franz Di Cioccio
Patrick Djivas
M U S I C A
Dopo l’uscita in tutto il mondo dell’album di inediti “Ho sognato pecore elettriche/I dreamed of electric sheep”,
PFM – Premiata Forneria Marconi da gennaio torna a suonare dal vivo con il tour “PFM 1972-2022”, da “Storia
di un minuto” a “Ho sognato pecore elettriche” abbracciando la poesia di Fabrizio De André”. Prima tappa il 15
gennaio al Teatro Nuovo di SALSOMAGGIORE TERME. Prevendite già aperte su Ticketone.
I concerti saranno un grande viaggio attraverso il tempo, con nuove sonorità che faranno sentire lo spettatore
nel presente ma, allo stesso tempo, proiettato verso il futuro. Video proiezioni e scenografie virtuali
arricchiranno questo viaggio cinquantennale, che abbraccerà anche la poesia di Fabrizio De André. Le serate
saranno aperte dai Barock Project, band scelta direttamente da PFM tra i gruppi del panorama del nuovo prog
internazionale.
Prima della partenza a gennaio del nuovo tour, a grande richiesta, il 31 dicembre PFM sarà in scena al PARCO
della MUSICA (Sala Santa Cecilia) di ROMA per l’ultima tappa del tour “PFM canta De André Anniversary”.
È in calendario anche 1 data di RECUPERO rimandata a causa dell’emergenza sanitaria (9 aprile a Varese).
PFM – Premiata Forneria Marconi è composta da: Franz Di Cioccio (voce e batteria), Patrick Djivas (basso),
con Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra,
cori), Alberto Bravin (tastiere, chitarra, seconda voce), Eugenio Mori (seconda batteria).
PFM – Premiata Forneria Marconi ha uno stile unico ed inconfondibile, che combina la potenza espressiva della
musica rock, progressive e classica in un'unica entità affascinante. Nata nel 1970 (discograficamente nel 1972),
la band ha guadagnato rapidamente un posto di rilievo sulla scena internazionale, che mantiene tutt’oggi.
Nel 2016 la prestigiosa rivista inglese “Classic Rock” UK ha posizionato PFM – Premiata Forneria Marconi al
50esimo posto tra i 100 migliori artisti più importanti del mondo, mentre “Rolling Stone” UK ha inserito l’album
“Photos of ghost” al 19esimo posto tra i dischi più importanti della musica progressive.
Nel 2018 ha ricevuto a Londra il prestigioso riconoscimento come “International Band of the year” ai Prog Music
Awards UK, mentre, nel 2019, la rivista inglese “PROG UK” nomina Franz Di Cioccio tra le 100 icone della
“musica che hanno cambiato il nostro mondo” (unico musicista del mondo latino).
“PFM 1972-2022” TOUR
31 dicembre ROMA
15 gennaio SALSOMAGGIORE
14 febbraio BOLOGNA
15 febbraio FIRENZE
18 marzo LEGNANO
22 marzo BERGAMO
26 marzo SCHIO
02 aprile CESENA
06 aprile TORINO
09 aprile VARESE
13 aprile ANCONA
21/22 aprile MILANO
M U S I C A
M U S I C A
Rocco Hunt ha iniziato la sua “Rivoluzione” con un
nuovo disco e, da marzo, un nuovo tour.
15 tracce e featuring con Fabri Fibra, Gué Pequeno,
Luchè, Carl Brave, Emis Killa, Yung Snapp, MV Killa,
LeleBlade, Boomdabash, Geolier, Ana Mena. É il
quinto disco in studio del rapper napoletano che, in
meno di 10 anni di carriera, ha superato 1,9 miliardi di
stream totali e si è aggiudicato il titolo di autore delle
più grandi hit estive degli ultimi anni in Italia.
Un album, prodotto da Valerio Nazo, che racchiude la
duplice anima di Rocco Hunt: dalla capacità di
cavalcare l’onda della melodia a quella di mettere tutto
se stesso nei testi; da ritornelli che restano in testa a
brani che sono portavoce delle ingiustizie;
dall’attenzione alle proprie origini campane ad una
costante ricerca stilistica ed innovazione nella scrittura
dei pezzi.
In “Rivoluzione”, infatti, convive il rap più duro che
affronta temi sociali e l’animo pop con cui Rocco Hunt
si diverte a sperimentare.
La cover dell’album è stata realizzata eccezionalmente
da Jorit, street artist rivoluzionario che opera
principalmente a Napoli e che con la sua Human Tribe
si è fatto conoscere in tutto il mondo.
«Quest’opera per me rappresenta il riscatto degli
ultimi, il riscatto delle periferie, il riscatto dei ragazzi di
strada che trovano un loro percorso e raggiungono ciò
che gli è sempre stato negato – afferma Jorit – questa
è un po’ la storia di Rocco e anche la mia».
L’opera realizzata da Jorit sul volto di Rocco Hunt è
stata immortalata da Fabrizio Cestari.
“Rivoluzione” contiene 15 tracce e featuring con Fabri
Fibra, Gué Pequeno, Luchè, Carl Brave, Emis Killa,
Yung Snapp, MV Killa, LeleBlade, Boomdabash,
Geolier, Ana Mena. L’album è stato anticipato da
“FANTASTICA”, il brano di Rocco ft. Boomdabash.
Nell’album presenti anche i brani “Un bacio
all’improvviso” ft. Ana Mena, un brano uscito anche
nella versione in spagnolo “UN BESO DE
IMPROVISO” di Ana Mena X Rocco Hunt. “A un passo
dalla Luna” ft. Ana Mena, il brano del 2020 esploso in
Spagna e in Francia quest’estate che ha già raggiunto
6 dischi di PLATINO in Italia, 6 in Spagna e un disco
di PLATINO in Francia per un totale di 13 dischi di
PLATINO. Nel 2022 Rocco Hunt tornerà live dal mese
di marzo con il “Libertà + Rivoluzione Tour”.
M A K E - U P
M A K E - U P
A Natale ed a Capodanno, occasioni in cui ci piace apparire, c’è solo una cosa da poter fare per ottenere un Make-up
perfetto …
Ebbene sì, perché limitarsi a suggerire di osare sarebbe estremamente riduttivo, se non totalmente fuorviante. Non
possiamo semplicemente riempirci di brillantini ovunque o di rossetto rosso come se non ci fosse un domani, ma
dobbiamo ricreare un look che sia sì appariscente, ma anche, e soprattutto, equilibrato!
Tra le varie alternative per i trucchi delle festività alcuni consigli:
il primo look è tra quelli più semplici da eseguire , un trucco adatto, in special modo, alla notte di Natale, durante la
quale siamo riuniti in casa con parenti ed amici; è un look sobrio e pulito e, al tempo stesso, d’effetto. Basta avere due
prodotti ed il gioco è fatto: eye-liner nero ed un intenso rossetto rosso (matt o lucido va bene comunque).
Questo è sicuramente uno dei look che preferisco, soprattutto per la praticità con cui può essere ricreato anche senza
particolare manualità o spiegazioni.E, nonostante si tratti di un semplice make-up, basterà utilizzare pochi accorgimenti
per renderlo ideale per le feste:applichiamo un ombretto chiaro sulla palpebra, poi con un eye liner creeremo un
triangolo che andrà ad allungare l’occhio, creando un effetto anni 50. Questo trucchetto permetterà di rendere l’intero
look più drammatico e da sera; e, senza esagerare, trasmetterà un’ intensità allo sguardo molto intenso e seducente;
una buona dose di mascara rifinirà il tutto
Anche questa volta ecco piccoli suggerimenti per non
sbagliare:
Sfumare bene i contorni di ogni colore con quello accanto:
importantissimo sfumare i colori che si toccano perché così
eviteremo l’effetto ‘mozzato’, a favore di un look più
armonioso e d’effetto;
Tanto mascara: Anche in questo look, il mascara sarà il
nostro migliore amico, ingrandendo lo sguardo e definendo
bene il nostro look finale;
Una via di mezzo per le labbra: Se prima, con lo smoky,
era preferibile lasciare le labbra neutre, ora si può osare un
po’ di più con rossetti più marcati, ma senza esagerare
troppo. Preferibile uno sheer piuttosto che extra matt;
Via di Glitter: Con questo look sarebbe perfetto applicare dei
glitter sopra l’ombretto più chiaro, al centro dell’occhio,
proprio per enfatizzarne l’effetto luminoso ed appariscente. I
glitter si trovano un po’ ovunque e, per garantire una durata
massima, basterà utilizzare anche una colla per ciglia finte e
tamponare sopra i brillantini che rimarranno sull’occhio
Non trascurare le sopracciglia, quindi, depilarle, definirne i contorni e riempirne gli spazi vuoti con prodotti idonei come
matita polveri etc… non dimentichiamo che, a prescindere dal trucco, le sopracciglia sono la cornice dei nostri occhi.
M A K E - U P
Il secondo look sarà perfetto per le feste e ricreabile su più o meno qualsiasi anatomia di occhio, seppure con i giusti
accorgimenti, in base alla propria forma.
Lo smokey-eyes è uno tra i look più facili per il quale non servono particolari doti da truccatore. Ma vediamo insieme come
ricrearlo e, soprattutto, come donare armonia al resto del viso : non si tratta di nient’altro che sfumare un solo colore su
tutta la palpebra mobile, partendo dall’attaccatura delle ciglia, sino alla piega dell’occhio, ovvero all’incavo della palpebra
mobile, sfumando sempre di più man mano che ci si allontana dalle ciglia.
I trucchi da seguire per ottenere un look sofisticato senza rovinare il risultato finale sono pochi ma importantissimi:
Sfumare bene è molto importante , come levare l’eccesso del ombretto dal pennello, soprattutto se abbiamo a che
fare con colori particolarmente scuri come nero , grigio , blue, verde bottiglia … bisogna sempre ricordarsi di
sfumare bene i contorni verso l’esterno e verso la piega, al fine di ottenere un risultato ottimale;
Illuminare l’angolo interno dell’occhio: passaggio fondamentale per questo look è illuminare l’angolo interno dell’occhio
proprio per evitare che quest’ultimo si incupisca troppo, creando un punto luce che faccia risaltare lo sguardo sotto tutto
quell’ombretto scuro applicato. Consiglio un po’ di color panna/bianco sotto l’arcata sopraccigliare per conferire maggior
spessore al trucco stesso;
Un kajal all’ interno dell’ occhio creerà una maggior intensità allo sguardo.
Un bel mascara extra-volume o, meglio ancora, un bel paio di ciglia finte per enfatizzare ancora di più lo sguardo e il trucco;
Non esagerare con le labbra: ebbene sì bellezze, se si mettono in evidenza gli occhi, non si devono caricare
eccessivamente le labbra. Quindi, se optate per un intenso smoky, ricordatevi di utilizzare un gloss colorato o, comunque,
un color nude sulle labbra.
M A K E - U P
Una terza proposta, l’halo-eyes, è una tecnica di trucco che permette di ricreare un vero e proprio ‘alone’ luminoso al
centro della palpebra mobile per rendere lo sguardo molto più grande e intrigante. Abbiamo bisogno di due colori: uno
chiaro ed uno scuro. Potremmo accostare nero e argento, per un effetto più drammatico, oppure marrone e oro, per un
effetto più glam e sofisticato. Prima di tutto si applica, con un pennello non troppo grande, il colore più scuro nell’angolo
interno e nell’angolo esterno dell’occhio, congiungendo entrambi nella piega, sfumando il tutto per bene. Ora basterà
prendere il colore più chiaro e luminoso, meglio ancora se metallizzato o glitterato, con un pennello bagnato per un
effetto ancora più strong, e tamponarlo al centro della palpebra mobile, salendo appena verso la piega. Il gioco è fatto
una volta ripetuto lo stesso e identico passaggio nella rima inferiore dell’occhio.
L'Halo Eyes è un trucco perfetto per le ragazze con
gli occhi piccoli, che desiderano aprire lo sguardo,
senza utilizzare un colore chiaro su tutta la
palpebra.
Con un pennello a setole piatte, applicate l’ombretto
sulla palpebra mobile superiore, fermandovi in
corrispondenza della piega dell’occhio. Per non
creare lo stacco tra palpebra mobile e fissa,
sfumate il prodotto nella piega con un pennello
pulito e morbido, oppure utilizzando un colore più
scuro per dare profondità.
Sfumate poi lo stesso ombretto anche sulla rima
inferiore; si può usare sempre lo stesso pennello
usato per la palpebra superiore, applicando la
polvere con la parte finale.
Un modo per realizzare il look halo eyes è sfumare
un ombretto chiaro e luminoso, che funga da
illuminante, al centro della palpebra.
L’angolo interno ed esterno saranno quindi più scuri
e si incontreranno con una nuance chiara e
luminosa al centro. La stessa cosa vale per la
palpebra inferiore, dove si illuminerà la parte
centrale della rima cigliare.
Il punto focale di questo look è la luce che si irradia
dal centro dell’occhio. Applicare un ombretto più
chiaro al centro è perfetto per ingrandire lo sguardo.
Labbra: Con lo smokey, era meglio lasciare le
labbra neutre, ora si può osare un po’ di più con
rossetti più marcati, ma senza esagerare troppo.
Preferibile uno sheer piuttosto che extra matt
C O C K T A I L
La pandemia dovuta al COVID-19, pur calando, non è ancora finita e
rappresenta ancora un pericolo per coloro che non sono vaccinati, ma la
combinazione di casi ridotti e aumento dei tassi di vaccinazione ha
permesso alla maggior parte degli stati di allentare le misure e le
restrizioni sull’uso delle mascherine e sulla capacità di bar e ristoranti.
Indubbiamente avremo un Natale incerto come quello passato, ma volendo essere positivi, sarà possibile uscire per
qualche piccolo cocktail.
Ma vi siete mai chiesti quali potrebbero essere le combinazioni migliori per passare le notti più magiche dell’anno,
senza dimenticare di pagare il conto, e tornare a casa sani e salvi?
Io, a mio avviso, ho visto il pubblico e gli ospiti sempre “variare” nelle stagioni, soprattutto per il periodo natalizio, in
quanto tutti si concedono di alzare un pochino il gomito. Tra champagne vistosi, ormai di reperibilità più difficile
rispetto a vini di ogni tipo, il cocktail ha preso un posto unico ed intramontabile nella società mondana.
Drink a base di whisky e rum come Punch, Manhattan, Boulevardier e Irish coffe sono cresciuti in maniera
esponenziale, quindi la cultura del bere bene si è diffusa per chi ha rivoluzionato e portato avanti il concetto di “uscire
a bere qualcosa” .
Dopodiché resta sempre l’alternativa di restare a casa e adottare il fai da te…. Il Gin Tonic è sempre ottimo, non
“scade” mai … poi se ci si vuole cimentare in qualcosa di diverso consiglierei basi alcoliche a scelta e top di
champagne o prosecco.
Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/
WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com
Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/
Danilo Pentivolpe
A T T U A L I T Á
WORKING FROM HOME - WFH –
OVVERO IL LAVORO AGILE …
SECONDO LUCIA MARTINELLI
L’anno vissuto ‘pericolosamente’ a casa non mi è dispiaciuto affatto. D’altronde, io rientro nella fortunata categoria di lavoratori che non
si sono dovuti inventare il modo per arrivare a fine mese senza chiedere soldi a strozzo, o mettersi in fila per la distribuzione alimentare
gratuita.
Oltre ad incentivare la mia personale versione, rivista e corretta, della sindrome della capanna (presente pre-avvento di Messer Virus,
perché l’animale che meno m’ispira è proprio l’essere umano), e da me rinominata ‘sindrome della caverna’ per conferirgli un
presuntuoso tocco filosofico (che, al pari del nero, sta bene su tutto), ho pure cominciato a guardarmi intorno, questione abbastanza
complessa se esci all’alba e rientri che l’oscurità t’ha ormai ovattato ogni cosa.
In breve – e per cause di forza maggiore – ho capito che i tanti appartamenti intorno al mio erano abitati. Stupore e meraviglia! Allora
non stavamo semplicemente parlando di quattro mura e un po' di intonaco?
No. All’interno, ci vivono:
- topini laboriosi contagiati da irrequietezza motoria così da dare addirittura un senso dinamico al loro smart working (chissà, peraltro, se
sarà il caso di avvisarli che lo pseudoanglicismo – diventato gergo comune – ci fa sembrare gli eredi disgraziati del nostro magnifico
Albertone in “Un americano a Roma”);
- soggetti colpiti da frequenti crisi isteriche (di norma esternate prima dei pasti… beh… li capisco, a panza piena si strilla male);
- depressi cronici, schivi, grigi e rinchiusi nella loro tana (stile Dracula in bara) a persiane rigorosamente rinserrate, ergo, dei veri
professionisti della sindrome della capanna (secondo le statistiche, i decessi di tali figure emergono solo in corrispondenza del tanfo di
cadavere);
- anziane diventate più acide dello yogurt andato a male (e comunque sempre pronte – secondo prassi di categoria – a farsi gli affari
tuoi. Sono onesta: da queste ho imparato/saputo moltissimo perché con il Covid hanno affinato le loro tecniche investigative);
- scopritori del workout domestico (apprezzabilissimo, senza dubbio, ma non alle 6 del mattino e non quando c’è chi ancora vorrebbe
dormire, perciò muori tu e il tuo step);
- figli più tossici della sottoscritta (e qui qualche applauso m’è partito, lo ammetto, però porterò il segreto con me nella tomba);
- megalomani dediti all’installazione di luminarie festifere (senza feste) lungo le ringhiere e sulle pareti dei balconi che il carnevale di Rio
è robetta a confronto (d’altra parte chi non vorrebbe vivere dentro l’ammiraglia della Royal Caribbean Cruises?);
- amanti dei bbq che, timorosi di bazzicare i loro ristoranti preferiti rischiando la terapia intensiva, hanno optato per il #faidate…
maledetti loro e chi glieli ha venduti! (per inciso, ne esistono su piazza con il coperchio, non c’è bisogno di rivivere ogni volta l’incendio
di Roma e – soprattutto – dopo l’uso le griglie vanno LAVATE, altrimenti alla riaccensione l’odore non sarà più una coccola che stimola
la salivazione come ai cani di Pavlov, piuttosto un’infame puzza acida de’ carogna, testine!);
- coppie alla fine scoppiate (in tutti i sensi) dalla convivenza stretta e continuativa (ovverosia da Cupido a Marte è un lampo), che hanno
condiviso quotidianamente con il circondario la degenerazione del loro idillio (e pallottole vaganti non ne avevamo, peccato…);
- i famigerati ‘nella solitudine stiamo benissimo’, ah sì certo, talmente bene che, appena riaperte le gabbie, casa loro è diventata un
remake della festa de’ noantri (tanto ‘siamo vaccinati’ e… complimenti per la coerenza);
- il potenziale ipocondriaco… un’ambulanza ogni (massimo) due giorni – senza ricovero – avrebbe fatto venire dei dubbi anche alla
persona più comprensiva e moderata sulla faccia del pianeta (figuriamoci a me);
- la truppa maniaca del pulito, cioè non più abitazioni, bensì templi dell’igiene pronti a dar battaglia a un qualunque battere, virus o
alieno che fosse! Peccato che non abbiano mai sconfinato dal loro perimetro (giuro che io l’avrei accolti cantando inni di gioia, del resto
appartengo alla masnada di impiastri che ridanno un senso all’ambiente vissuto quando pare una zona di guerra);
- i cialtroni (gruppo nel quale rientro appieno) che più cercano un ordine domestico e più i loro terrazzi sembrano delle discariche
abusive (sorelle, fratelli… tranquilli perché a breve il mondo sarà nostro!);
- gli affetti da sindrome di MacGyver (mi rifiuto di spiegare chi sia e cosa faccia) che, a differenza dell’originale, fumano come turchi
cercando una soluzione, bevono birra, bestemmiano contro la rea sorte e poi chiamano un professionista, sconfitti;
- la milizia anti-volatili che, per la raffinata crudeltà di alcune misure adottate, andrebbe citata insieme a Donatien Alphonse François de
Sade, noto alla massa come il Marchese De Sade;
- famiglie normodotate (ma si sa che la normalità non fa audience);
- varie ed eventuali.
In definitiva, sono stati mesi di addestramento per raggiungere e superare perfino la più agguerrita delle vecchiette, sono diventata la
versione inquietante dell’occhio di Ra (standing ovation, please), il drone (non volante) sui cavoli altrui, la celata spettatrice di vite
private (o almeno lo erano fino al mio avvento in lavoro agile) e potrei raccontare la giornata tipo di un sacco di gente (suggerirei alla
CIA una mia assunzione immediata perché ho un cv serio).
Altro che working from home… watching from home!!!
A T T U A L I T Á
DIARIO DI VIAGGIO
DI MARIANGELA RUGGIRELLO
Ormai volge al termine una delle esperienze più significative della mia vita, sia dal punto di vista professionale che da
quello umano. Difficile trovare le parole esatte per esprimere le emozioni e le sensazioni che mi hanno travolto in questo
stage, offerto dall’Associazione Amici di Riccardo Domenici e trascorso sul veliero Jean Gab 1930 di Oceanomare Delphis
Onlus. Difficile, perché certe cose non si possono spiegare, come la simbiosi che si crea con gli altri volontari per tutte le
operazioni di bordo, lo spirito di aggregazione durante gli avvistamenti, la voglia di condividere le nuove sensazioni
provate, l’emozione e la soddisfazione per l’avvistamento di mammiferi marini.
La mission di Oceanomare Delphis Onlus è quella di promuovere la conoscenza e le pratiche di conservazione dei cetacei
e della biodiversità attraverso programmi di educazione, conservazione e ricerca in campo, sensibilizzando l'opinione
pubblica sui cetacei e sull'ambiente marino. La Jean Gab ospita ogni settimana un gruppo diverso di volontari, turisti,
appassionati o anche semplici curiosi, tutti legati da un semplice fil rouge che passa dall’amore per il mare, al
coinvolgimento dell’ecologia e degli animali.
Sono le ore 7,00 ed è già ora della sveglia perché i compiti da svolgere a bordo prima di salpare sono molti, come rifornire
la cambusa, fare il pieno di acqua dolce, pulire la barca, fare il pieno di carburante, etc.; ma tutto questo dopo un buon
caffè caldo preparato con la ormai collaudata moka di bordo e, perché no, scambiando quattro chiacchere con i compagni
di bordo durante la colazione che facciamo al tavolo su, in coperta. La vista del porto, delle altre imbarcazioni, il sorgere
del sole che proietta la luce calda del mattino, la dolce brezza marina che trasporta il profumo del mare; un coinvolgimento
sensoriale totale che ti fa sentire in pace con te stessa e con il mondo.
Il tempo vola e ormai sono le 9,00 si salpa dal porto di Casamicciola Terme (Ischia) per iniziare la ricerca dei mammiferi di
questa area. Lo staff si prepara per le manovre di bordo, poi salpiamo l’ancora e viaaa… Dopo poche miglia verso Nord-
Ovest viene calato l’idrofono con una lunghezza totale di 120 metri; un enorme pitone per catturare i suoni del mare.
L’idrofono è collegato ad una serie di apparecchiature che terminano in un computer con apposito software per l’analisi
dello spettro acustico e l’uso di due microfoni consente, inoltre, di individuare la direzione del suono. Adesso solo il
trascorrere del tempo potrà svelarci quali meraviglie la natura ha in serbo per noi. Certo, perché non si può mai sapere a
priori quello che sarà avvistato.
Binocoli, sguardo fisso verso l’orizzonte in ogni direzione a scrutare movimenti “sospetti” tra le onde, per identificare le
specie marine. Questa è la prima delle regole di bordo. Agli avvistamenti partecipa anche Sterna, la cagnolina di bordo,
che con le sue orecchie drizzate ed il suo olfatto canino è sempre in stato di allerta. Non le sfugge nessun avvistamento a
cui partecipa attivamente, facendo notare costantemente la posizione degli animali.
Vengono effettuati dei turni di avvistamento, dove i volontari scrutano il mare a 360°.
Attraverso i microfoni vengono analizzati i fischi dei delfini ed i loro clicks, oltre a quelli emessi da altri cetacei come
capodogli, balenottere, grampi, etc. I clicks sono suoni di ecolocalizzazione e comunicazione che gli animali emettono per
esplorare l’ambiente e individuare altri animali.
Sono le 11,00 per ora ancora nessun avvistamento, ma un piacevole profumo distoglie la mia attenzione; sono arrivate le
bruschette del capitano Angelo. In barca la cambusa parla ischitano e quindi i pomodorini, aglio, olio e basilico a bordo
non mancano mai.
Mentre ci deliziamo con le bruschette, non abbassiamo mai lo sguardo; tutto può accadere da un attimo all’altro,
soprattutto se gli idrofoni ci restituiscono fischi o clicks e, quindi, la presenza di mammiferi.
Via, qualche miglia più a ovest. Si vede il faro di punta Imperatore (uno dei più potenti d’Italia), ambasciatore della
biodiversità di questo spicchio di Tirreno popolato da otto specie di cetacei, quando d’un tratto Alessandra, il ricercatore di
bordo, grida “whistle” (fischio); vuol dire che hanno sentito la voce dei delfini.
Nel frattempo, il capitano ha anche lui intravisto in lontananza gli spruzzi, forse è il momento giusto; la Jean Gab viene
lanciata a tutta velocità.
Ci siamo! Li abbiamo trovati! Tutti esaltano di gioia. Fotografie a raffica con teleobiettivi potentissimi, registrazioni audio
dell’attività subacquea, riprese con videocamere ad alta definizione.
In un attimo l’ambiente si è trasformato da rilassato ad un apparente frenesia, ma dove in realtà ognuno sa cosa fare e
dove andare. L’importanza delle fotografie risiede nell’aiuto che danno una volta inserite nel software di fotoidentificazione.
In particolare, viene fotografata la pinna dorsale dei delfini e grampi mentre per i capodogli e balenottere la coda.
A T T U A L I T Á
Molti individui sono fotoi dentificati e schedati nell’ambito dell’Ischia Dolphin Project. Una volta schedati, gli viene attribuito un
nome ed un codice identificativo. Il capitano toglie motore (decelera) e asseconda i ritmi dei delfini. Sono sull’attenti, l’emozione è
talmente grande che non sono ben sicura se sto sognando o meno. Sono tantissimi, anche se non so dire quanti (una trentina
suggerisce il capitano) ci sono adulti, giovani e madri con i cuccioli che stanno attaccati a loro muovendosi all’unisono, su alcuni
si intravedono ancora i segni della scia lasciata dal cordone ombelicale. È la danza dei delfini, che salutano il veliero. Salti e
piroette, la natura dà spettacolo a poche miglia da Napoli. Cronometriamo, in media 2’ e 30’’ di apnea per poi ricomparire proprio
dove non stai guardando, ma siamo tutti attenti a comunicarlo non appena li rivediamo. Restiamo lì, incantati, ad osservarli per
un paio di ore, il tempo vola, poi decidiamo di lasciarli. Il Jean Gab veleggia ancora, si è fatta ora di pranzo, il capitano prepara
gli spaghetti alla norma; piatto corroborato da vino ischitano. A bordo il tempo vola: si sistemano i dati, si prendono appunti, si
dialoga. Il fiocco fa ombra, tonni e berte maggiori accompagnano la rotta del cutter che veleggia in questa perfetta giornata
settembrina.
“Una giornata fortunata”, dice sorridendo Alessandro (altro membro dello staff) al termine della giornata, simpaticamente
ironizzando per il mio spiccato accento siciliano. Ma non è ancora finita. Perché è proprio mentre ci avviamo per rientrare in
porto che si rivela a noi la magnificenza di un gruppo di capodogli. Se prima ero emozionatissima per l’avvistamento dei delfini,
ora sono in visibilio per l’incontro con questi giganteschi cetacei. Inspiegabile la sensazione interiore che trasmette incontrare
uno tra i più grandi animali del pianeta; in questi frangenti è facile condividere commenti di stupore e gioia. Dopo aver catturato le
immagini del capodoglio per la fotoidentificazione, si torna nel porto di Casamicciola mentre il sole affonda nel mare tingendo
l’atmosfera di caldi colori estivi, regalando tonalità pastello sul mare di Ischia; fa da cornice a questo impareggiabile momento la
brezza marina accompagnata dal suono rilassante della chiglia che frange il mare. I delfini e i capodogli devono essere lontani
miglia e miglia ormai. Ma ritorneranno, questo è certo. Ho visto il cielo stellato di notte, i tramonti mozzafiato sul mare, ho sentito
i profumi della natura e la voce del mare. Vivere in barca e navigare a vela sono state due esperienze che mi hanno segnato
positivamente, al punto da non poterne fare più a meno per il senso di pace e libertà, per il contributo nella salvaguardia
dell’ambiente. Il tempo sembra dilatarsi; sì, perché la giornata segue il ciclo del sole e termina quando lui va a riposare. Il limitato
uso dei telefonini, per via della mancanza di segnale, mi ha regalato qualcosa di sottovalutato, momenti di maggiore riflessione
introspettiva sul mio percorso personale e formativo in questi 22 anni; inoltre, mi ha aiutato a considerare quanto il consumismo
abbia creato attorno a noi una sorta di altra realtà, governata dalla frenesia. Salpare dal porto, alzare la vela e spegnere il
motore, ecco che improvvisamente la nostra casa galleggiante si trasforma in una macchina del tempo; riconducendomi ad
epoche passate quando nel 1930 la Jean Gab era una signorina. Interamente in legno e con fatture di altri tempi, realmente
questo cutter riesce a proiettarti nel passato. Ma questo non deve ingannare perché la Jean Gab è dotata di tutta la tecnologia
possibile per questo tipo di ricerca, sia subacquea che aerea. Compiamo così un viaggio all’indietro, tornando ai tempi in cui
l’uomo navigava sfruttando solo la forza del vento sulle vele, in assoluta quiete… libertà, dove il sole diventa la clessidra del
nostro tempo e ti fa comprendere che, spesso, la realtà a cui siamo abituati è solo una distorsione della realtà.
Vivere in una barca a vela significa anche gestire con efficacia il consumo dell’acqua e dell’elettricità che sono risorse utili e
limitate. Quando si è in navigazione, la risorsa d’acqua è limitata pertanto è buona norma farne un uso parsimonioso, evitando gli
sprechi. Ma questo è solo una parte, perché l’attenzione deve anche focalizzarsi sull’uso di materiali rispettosi dell’ambiente,
perché, ad esempio, le microplastiche sono un problema contingente nei nostri mari, ormai arrivati al collasso.
Questa opportunità mi ha permesso di essere una persona migliore e di apprezzare maggiormente i princìpi promossi da questa
associazione. Ricorderò questi momenti perché risultano fondamentali per il proprio equilibrio personale. Mi auguro di poter
vivere molteplici esperienze in cui sarò costretta ad allontanarmi dagli stereotipi della società e dal caos cittadino che, tra l’altro,
non mi sono mancati per niente. La semplicità e la bontà dei pasti consumati a bordo e l’indisponibilità dei confort a cui siamo
abituati quotidianamente mi ha fatto apprezzare maggiormente tutto ciò che fino a quel momento avevo sottovalutato e a cui non
facevo caso.
Tu mejor medicina, musica latina!!
la musica di chi fa musica
A T T U A L I T Á
Credo che la musica sia quel linguaggio universale che
permette a persone e popoli con nazionalità differenti di
comprendersi e di abbattere le barriere linguistiche.
La musica è un messaggio che arriva al cuore alla mente
e all'anima, può rendere allegri può renderci malinconici
ma in ogni caso ci dona del benessere.
Il potere della musica è quello di comunicare ciò che con
le parole sarebbe impossibile.
La musica è sinestesia, alcuni non vendenti riesco a
"vedere” “sentire" colori e forme geometriche grazie alla
musica, qualcosa di incredibile.
La mia passione per la musica nasce in me fin dai primi
anni di età, vivendo in luoghi "poveri" riuscivamo grazie
alle canzoni popolari a non perderci d'animo, farci forza
l'uno con l'altro e festeggiare con tanta gioia anche i
piccoli eventi.
Sono un musicista che ama le note musicali i battiti dei
tamburi e il colore dei suoni, con volontà e umiltà provo
ogni giorno a portare a chi è intorno a me le mie
esperienze musicali e di vita. (Edwind Della Torre)
Il mio primo incontro con la Musica è stato dalla nascita,
sono nato sordo e come terapia dovevo ascoltare Musica
a tutte le ore e suonare sulle pentole di mamma.
Con l’avanzare degli anni, ho appreso molte forme e
caratteri di questo meraviglioso mondo che, in diverse
occasioni, mi ha regalato momenti di amicizia e
fratellanza, ma soprattutto di libertà… libero di essere
giovane, di essere un ragazzo Italo-Salvadoregno lontano
dai pregiudizi di chi ti deride perché sei “diverso”, potermi
sentire apprezzato e rispettato da chi mi ascolta, ma
soprattutto sentendomi libero di essere ciò che sono.
Con l’orchestra in cui suono, Mala Maña, mi sento come a
casa perché non facciamo musica, noi siamo musica … a
volte bella, a volte brutta, a volte malinconica e a volte
energica… quella musica che è la nostra amica più
sincera… quella che non ci risparmia la verità ma ci
consola quando siamo tristi… non ci sono né ipocrisie né
falsità.
Questa è la mia passione. La mia medicina. (Jose Diaz)
A S T R O D A N C E R
AMORE
Si presenta una stagione d'amore, per molti di voi, marcata da un forte bisogno di sicurezza.
In questo momento, infatti, vi è molto chiaro che l'amore è un bene prezioso che non volete assolutamente
perdere; sarete, quindi, disposti a fare di tutto per conservarlo intatto.
LAVORO
Sentirete il desiderio di una maggiore libertà nel lavoro, specialmente se titolari di un'attività a conduzione
familiare. In ogni caso, sentite di essere pronti ad assumervi responsabilità maggiori o ad avere più voce in
capitolo sul piano decisionale. Siate precisi e organizzati; cercate di non stancarvi oltre il necessario e
trovate tempo per voi, recupererete il rapporto con un Ariete
AMORE
Grazie a Venere non potrete fare a meno di provare un gran bisogno di sentirvi amati e coccolati. Vi
lascerete prendere facilmente dalla tenerezza e vi impegnerete a fondo per trovare nuovi equilibri nel
rapporto di coppia. I single potranno esprimersi e divertirsi con qualche avventura estemporanea e non
prevista.
LAVORO
Periodo vivacissimo per quanto riguarda il lavoro, soprattutto se siete liberi nella professione. Farete fatica a
sostenere il ritmo del lavoro ed il susseguirsi degli impegni ma, in realtà, potrete fare molto di più, anche di
quanto sia nei limiti del possibile. Ottimo il volume degli affari. Trovate del tempo per rilassarvi ed evitate
situazioni stressanti. Fate un viaggio con un bello Scorpione
AMORE
Spesso riuscite ad essere sorprendenti. E questo sarà un bene per quanto riguarda la sfera affettiva: quello
che è scontato e prevedibile rischia di essere noioso! Le Stelle vi rendono stravaganti in questo periodo. Per
questo avrete fame e sete di novità e di situazioni diverse, caratteristiche vitali per voi.
LAVORO
Mercurio stimola le vostre idee e la vostra voglia di imparare. Sarete rapidi nell'avanzare proposte e brillanti
nel sostenere le vostre argomentazioni. Vi soccorrerà l'intuizione, che è pur sempre una delle vostre
caratteristiche. Fatto sta che riuscirete ad essere sempre un passo avanti a chiunque altro!
La vostra solarità sarà ancora più esplosiva del solito. Ottimo periodo per trattare e legarsi con un Leone.
AMORE
Mai come in questo momento sentirete il desiderio di prendere le redini della vostra relazione sentimentale
per condurla dove voi volete. E' un'operazione un po’ rischiosa, perciò tenete la mano leggera e siate
pronti a rallentare se vedete che le vostre iniziative non sono troppo gradite.
LAVORO
Marte vi aiuterà e vi appoggerà se avete un'attività in cui decisionalità e tempismo sono importanti; in caso
contrario potrà rendervi sbrigativi e approssimativi, perciò controllate bene le vostre reazioni.
Date ascolto all'intuito e al vostro sesto senso. La vostra sensibilità vi sarà di grande aiuto.
La Luna terrà alto il tono energetico e porterà un senso di benessere generale. Per farlo durare più a
lungo legatevi con un Gemelli.
A S T R O D A N C E R
TuttoBallo20
AMORE
Periodo dolcissimo, specialmente se lascerete libera la vena romantica . Sogni, illusioni non mancheranno,
abbandonatevi senza timori ai trasporti amorosi, sarà meraviglioso! Periodo intenso e coinvolgente,
soprattutto per quanti vivono un amore segreto o che non può essere mostrato a tutti.
LAVORO
Mai come in questo momento sarete motivati a fare e a spremervi pur di ottenere risultati concreti, importanti,
di prestigio. Il bel dinamismo e la determinazione, di cui godrete in questo mese, vi permetteranno di fare
molto, ma non senza fatica o senza qualche sacrificio. Vi sentirete rifiorire, pieni di vigore e voglia di fare. Le
stelle sono con Voi. Ma c’è un Ariete che vi osserva e forse vi ama.
AMORE
Le Stelle vi invitano a concentrarvi di più sulle esigenze del partner. Dedicatevi con maggiore attenzione alla
persona amata ed alle sue necessità. Dicembre risulta spinoso, se siete titolari di un rapporto agli sgoccioli,
ormai giunto alla fine.
LAVORO
decisi e volitivi, avrete davanti a voi un periodo di eccellenti opportunità. Agite sempre seguendo
esattamente le regole; la precisione non sarà un optional in questo periodo, ma una condizione necessaria,
perché tutto vada a buon fine. Vi sarà facile realizzare un progetto importante. Evitate impegni inutili e
limitatevi all'indispensabile. Il resto verrà da sé. Fatevi consigliare da un Capricorno.
AMORE
Avrete le idee molto chiare circa le vostre faccende sentimentali e saprete gestirle tutte con misura e,
soprattutto, con grande equilibrio. Se amate e siete ricambiati, il mondo degli affetti sarà la fonte primaria
della vostra tranquillità interiore! Incontri eccitanti per i più giovani e non solo.
LAVORO
Gli astri invitano alla prudenza. E' meglio non muoversi affatto o farlo il meno possibile, solo quando non
potete farne a meno. Particolarmente difficili saranno le attività in squadra con altri o a contatto con il
pubblico: incomprensioni e scontri saranno all'ordine del giorno. L’intensità energetica sarà abbastanza
buona, a parte la seconda metà del mese che vi vedrà un po’ agitati; appoggiatevi moralmente a un Leone.
AMORE
Sarà attraverso l'amore che molti di voi recupereranno un'immagine di sé positiva e gratificante, perché non
solo tutto andrà per il meglio per quanto riguarda la sfera sentimentale, ma sarete anche consapevoli di
quanto abbiate saputo costruire nel rapporto col partner.
LAVORO
Una bella situazione stellare, vi consentirà di realizzare ottime cose: mai come in questo momento, sarete
capaci di esprimere al meglio le vostre qualità più originali. Riuscirete sempre ad essere al posto giusto nel
momento giusto, rendendovi indispensabili a quanti gravitano intorno a voi. Il Sole vi trasmetterà ottimismo,
serenità interiore, e tante energie e pensieri positivi. Indubbiamente il Leone è il segno giusto per Voi.
A S T R O D A N C E R
TuttoBallo20
AMORE
All'interno della coppia si creeranno tensioni che potranno anche riflettersi sull'intesa sessuale. Le coppie in
ottima intesa, rallenteranno l'impeto erotico, per privilegiare l'aspetto più strettamente intellettuale del loro
rapporto, senza che ciò comporti alcuna incrinatura.
LAVORO
Gli ostacoli che incontrerete vi stimoleranno e la voglia di vincere, a dispetto di tutti, sarà così forte da
risultare un ottimo propellente! Per chi si occupa di commercio e di pubbliche relazioni, il periodo è
eccellente e garantisce molte soddisfazioni personali e professionali.
Marte accentuerà la vostra naturale vivacità psicofisica, tenendovi su di tono per tutto il tempo. Contattate
un Pesci, vi sentirete benissimo.
AMORE
Qualche scricchiolio potrà essere avvertito nelle unioni più solide, ma potrà essere salutare: quando si dà
tutto per scontato, si finisce con l'abbassare il livello di guardia e questo non fa affatto bene all'amore.
Incontri piacevolissimi per i single.
LAVORO
Cercate di procedere in ogni situazione professionale, con i proverbiali piedi di piombo. Evitate di prendere
iniziative troppo personali: cercate di non esporvi in prima persona e rimandate quello che obiettivamente
non potete fare. Novità e aiuti inattesi, per tutti i settori professionali. Parecchi di voi saranno stressati e
piuttosto stanchi, attirati più dal letto che dalla vita pratica. Per svegliarsi frequentate un Cancro, e vedrete
che forza vi arriverà.
AMORE
Se siete felicemente fidanzati, il periodo vi darà quello che desiderate e non deluderà le vostre
aspettative. In questo momento, ciò che vi interessa più di ogni altra cosa è la tranquillità e la solidità del
rapporto affettivo e questo è esattamente ciò che avrete. Evitate i malintesi.
LAVORO
Dicembre regala una bella dinamicità che, unita a uno straordinario spirito d'iniziativa, vi permetterà di
lavorare al meglio delle vostre capacità. Sarete attivi, dinamici e intuitivi: non avvertirete mai un'ombra di
stanchezza, né il bisogno di rallentare i ritmi. Concentrazione al massimo. Giove vi aiuterà a reagire e a
combattere le contrarietà e quel fastidioso senso di stanchezza. Il Sagittario è il miglior segno per Voi in
questo momento.
AMORE
Tenderete ad assumere atteggiamenti possessivi nei confronti del partner e diventerete persino diffidenti.
Se la vostra vita sentimentale è armoniosa e se non avete reali motivi di dubitare di chi vi è accanto, certi
aspetti astrali avranno solo la funzione di stuzzicare la vostra intesa affettiva.
LAVORO
Evitate le chiacchiere ed i pettegolezzi, soprattutto se avete un'attività impiegatizia. Fate dell'affidabilità e
della serietà la vostra bandiera; saranno proprio queste qualità che vi consentiranno di ottenere stima e
considerazione, tanto dai vostri datori di lavoro, quanto dai vostri colleghi. Siete persone che conoscono
l'importanza dello star bene e per questo cercate di fare molto movimento. Se vi unite ad una Vergine, tutto
vi sorriderà, o quasi.
Pensiero del mese
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
Dicembre è il mese con le giornate più corte dell'anno, fa
buio presto e le città si vestono di nuove luci. L'atmosfera
natalizia torna puntuale come ogni anno. C'è chi la ama e
chi la detesta. Ovviamente si rinnova per tutti la tradizione
dei regali. E anche gli acquisti possono essere un piacere
per qualcuno e una seccatura per qualcun altro. Da tempo io
rifuggo il consumismo, per necessità all'inizio, per scelta poi.
Mi basta quello che ho. Certo mi capita di dover fare dei
presenti, di solito sono doni creati appositamente per le
persona che li riceve. La gioia e le emozioni che ne derivano
sono quasi sempre maggiori rispetto al regalo dozzinale,
comprato così, senza pensare, senza voglia. In ogni caso è
meraviglioso ricevere o donare biglietti, lettere, disegni.
Soprattutto se inaspettati. L'altra sera ho trovato un biglietto
di mia figlia sul cuscino. Mi ha scaldato il cuore. E vale più di
mille regali costosi. È speciale proprio perché non ha
prezzo. Non si compra. Non lo trovi in giro. È per me. Un
piccolo foglietto con qualche parola e dei cuori. A dicembre
si dice che siamo tutti più buoni. Ora non bisogna compiere
chissà quali enormità, basta comunicare i nostri sentimenti
alle persone cui vogliamo bene. Con un pezzetto di carta e
una matita, con i colori, con una fotografia, con un dipinto,
con una canzone o una poesia, con tutto quello che ci viene
in mente, ma soprattutto con il cuore!
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