31.03.2025 Views

Geomedia_2_2006

Transform your PDFs into Flipbooks and boost your revenue!

Leverage SEO-optimized Flipbooks, powerful backlinks, and multimedia content to professionally showcase your products and significantly increase your reach.

✔ Un test di confronto fra carte

catastali e cartografia tecnica

✔ Il nuovo ortofotopiano di Venzia

✔ Un report dalla 9 a Conferenza

Italiana Utenti ESRI

✔ Intervista a Marcello Gaeta

✔ Tutorial sulla post

elaborazione GPS -6 a parte

✔ Navigare con precisione

nello spazio


Copyright © 2005 ESRI Italia S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Tutti i nomi e marchi di ESRI, sono nomi e marchi registrati da ESRI Inc.


FOCUS

6

18

Un test di confronto fra carte catastali e cartografia tecnica

DI GIORGIO BEZOARI, ATTILIO SELVINI

Catasto, GPS, Archivio misure e sistemi di riferimento

DI DOMENICO SANTARSIERO

MERCATO

Direttore

RENZO CARLUCCI

direttore@rivistageomedia.it

Comitato editoriale

FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,

LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,

MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,

LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO

Direttore Responsabile

DOMENICO SANTARSIERO

sandom@geo4all.it

Hanno collaborato a questo numero:

PAOLO BARBIERI

FABRIZIO BERNARDINI

FULVIO BERNARDINI

VALENTINA BINI

GIORGIO BEZOARI

MARIO FONDELLI

ISABEL GRAMESÒN

VITTORIO GRASSI

LUIGI PROIETTI

MASSIMO RUMOR

DOMENICO SANTARSIERO

ATTILIO SELVINI

LAURA SEBASTIANELLI

Marketing e distribuzione

A&C2000 S.r.l.

Div. Geo4All

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362

Fax 06.44244965/06.97252602

E-mail: info@geo4all.it

Redazione e amministrazione

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362

Fax 06.44244965/06.97252602

Web: www.geo4all.it/geomedia

E-mail: geomedia@geo4all.it

Progetto grafico e impaginazione

DANIELE CARLUCCI

Condizioni di abbonamento

La quota annuale di abbonamento alla rivista per il 2006

è di € 45,00.

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell'abbonamento

è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato

è di € 12,00 . I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.

L’abbonamento decorre dal 1° gennaio per n° 5 fascioli con

diritto di ricevimento dei fascicoli arretrati ed avrà validità per

il solo anno di sottoscrizione. L’editore comunque, al fine di

garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita

revoca, da comunicarsi in forma scritta entro

il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si

riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.

La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in

regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli

della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a

nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere

richiesti dall'abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione

del numero successivo.

Editore

Domenico Santarsiero

Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003

del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97

del 31.10.97)

12 Istituito l’Elenco Nazionale dei Restauratori - E’ on line la carta geografica unica della

Provincia di Ferrara - Villa Celimontana tra storia e geografia - Galileo GPS News -

La certificazione professionale del GIS - A Roma il Forum PA 2006 - Intergraph scelta

dall’ARGS cinese

22

28

32

34

37

36

45

REPORTS

Il nuovo ortofotopiano del Comune di Venezia nell’Infrastruttura dei dati

Territoriali di Base (ITB) DI P. BARBIERI, M. FONDELLI, L. PROIETTI, M. RUMOR

Il SIT del Comune di Rogliano DI V. GAGLIARDI, G. MARTIRANO, L. CITINO, P. MASTROIANNI

9 a Conferenza Italiani Utenti ESRI A CURA DELLA REDAZIONE

Un modello di catasto esportabile a 360° DI INSIEL SPA

GNSS, lo stato dell’arte in Italia A CURA DELLA REDAZIONE

INTERVISTA

42 Intervista a Marcello Gaeta topografo e tecnico di topografia

A CURA DELLA REDAZIONE

TUTORIAL

Tutorial GPS 6 a Parte - I programmi Pinnacle e Tools Office Software di

Topcon DI VITTORIO GRASSI

AZIENDE E PRODOTTI

Autodesk rivoluziona il mondo del GIS e della progettazione - Il portafoglio completo per

la gestione delle informazioni geospaziali e delle infrastrutture - Venus Express raggiunge

Venere - Precisione alla velocità della luce - Terza versione di Windows Live Local -

Gestire le reti tecnologiche con Net Mapper di Globo - Metacarta rilascia GTS Analyst -

Mappe degli incendi on line

TERRA E SPAZIO

50 Navigare con precisione nell’infinito (o quasi) DI FABRIZIO BERNARDINI

RUBRICHE

4 EDITORIALE

60 RECENSIONE

61 AGENDA

61 INDICE DEGLI INSERZIONISTI

ISSN 1386-2502

Stampa

IGER • Istituto Grafico Editoriale Romano - V.C.T.

Odescalchi, 67/a - 00147 Roma

Tel. 06/510774/1 - Fax 06/5107744

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto

di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e

con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico,

ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,

senza il consenso scritto dell’editore.

Il Comune di Venezia, nell’ambito delle attività per lo sviluppo

del proprio Sistema Informativo Territoriale, ha messo a

punto e avviato la realizzazione di uno specifico progetto

per la costruzione di un’infrastruttura di dati territoriali di

base (ITB).


E

DITORIALE

Il buco nero dei GIS

non protegge l’ambiente

Il buco nero del GIS è la sua base cartografica.

E’ ormai diffuso un uso indiscriminato dei GIS che richiama la nostra attenzione per

lanciare un appello a tutti gli operatori del settore volto ad evitare l’affidamento tout

court ad un software del delicato problema delle proiezioni cartografiche e dei loro

riferimenti.

Siamo di fronte sempre di più ad un uso indiscriminato dei “projection tools” e della

“coordinate transformation” che portano a gravi errori di sovrapposizione nella

stratigrafia cartografica all’interno dei GIS.

La sola tentazione che resti è affermare come ufficiale unicamente la Cartografia

stampata, per di più considerata tale solo se provvidenzialmente dotata del timbro

dell’Amministrazione di provenienza o dell’Ente proprietario.

E’ opinione comune e riposta speranza che gli Uffici Tecnici dei Comuni procedano

sempre a stampare le certificazioni di destinazione urbanistica su carta, perché il

giorno in cui dovessero rilasciarli all’interno dei sistemi Gis verrebbe a mancare forse

del tutto la garanzia protocollare del tracciato informatizzato, favorendovi l’introduzione di quegli

errori che procedono prevalentemente a danno della salvaguardia del territorio nell’utilizzazione e

nel riassetto indiscriminato della sua configurazione. Sarebbe a dire l’evidenza delle delimitazioni

di aree archeologiche e d’interesse storico e paesistico, come le bellezze panoramiche, i parchi

naturali protetti, le zone di rara stratificazione geologica e vulcaniche, etc. etc.

Potranno compiersi o meglio perpetuarsi con sempre maggiore facilità gli scempi ambientali in

barba alla legge Galasso e al suo delicato sistema di protezione morfogenetica territoriale, meno

rigida ma anche meno praticabile con le modificazioni introdotte dal codice Urbani, la cui

attuazione proroga e stempera l’efficacia dello strumento di delega in materia di concessioni edilizie soggette a

parere del MIBAC, fittiziamente assimilate alle formule del condono e del silenzio-assenso nelle aree protette e

nelle zone limitrofe e di rispetto dove i vigenti vincoli archeologici e ambientali o territoriali sono più

insormontabili, piuttosto che arginare finendo invece per favorire gli abusi come la costruzione del Centro

Leonardo a Roma. La distanza di 300 metri da un corso d’acqua è inopinabile, eppure chissà se architetture

massificate come quella del Centro sul Tevere, sorto nella zona protetta dello splendido porto di Traiano, del

Tevere con il suo ecosistema e con il sistema aeroportuale dell’aeroporto di Fiumicino, siano state autorizzate

sulla base di certificazioni ‘adottate’ da ottimi sistemi GIS.

Sistemi in cui spesso si sovrappongono cartografie realizzate con criteri incerti nella disinformazione generale

degli operatori in merito alla loro proiezione e al loro ‘datum’.

Basti pensare alle migliaia di cause avviate in seguito agli adeguamenti per l’ampliamento delle nostre

Autostrade, che sulla base di errate certificazioni portano ad espropri di porzioni di terreno “ritenute” confinanti

all’area autostradale con elenchi particellari spesso completamente sbagliati.

Il problema è evidente e nel nostro paese spesso ignorato, poichè si continua a pensare al GIS come ad un

sistema informatico, realizzato da informatici, cioé a dire con assoluta non curanza degli aspetti geodetici,

cartografici e topografici.

Il tema di questo numero affronta il problema catastale visto da autori con una chiara competenza nel settore

geodetico, che analizzano un confronto tra carte catastali e cartografia tecnica. Trova particolare rilievo inoltre

l’ultima realizzazione cartografica del Comune di Venezia con il nuovo Ortofotopiano all’interno della

“infrastruttura dei dati di base territoriali”. Una realizzazione che si ricollega alla prima realizzata nel 1910

una cui immagine è visibile all’interno dell’intervista ad un operatore dell’Ex Istituto di Topografia e Geodesia di

Roma.

Buona lettura

Renzo Carlucci

Lettere alla Redazione di Geomedia possono essere spedite a: Redazione GEOmedia, via mail all’indirizzo

redazione@geo4all.it, oppure via web all’indirizzo www.geo4all.it/geoportal

4

GEOmedia 2 2006


Trasporti

Telecomunicazioni

Acqua

Energia

Territorio

Ambiente

Tante soluzioni, un’unica visione

Http://www.Intergraph.it


F

OCUS

Uno dei problemi più gravi che

affligge l’Italia (peraltro madre di

cartografi, topografi e geodeti) è

la dubbia qualità delle mappe

catastali che purtoppo ad oggi

versano in uno stato ancora

lontano dal poter essere

classificata come cartografia di

base, sconfinando invece in una

sorta di cartografia tematica che

affronta appunto il tema della

proprietà e dei tributi connessi.

Il problema è sentito da

decenni e già nel 1945 il CNR

aveva proposto l’intera

riorganizzazione del servizio

geografico dello stato

proponendo che gli sforzi dei

vari enti cartografici (IGM,

Catasto, Aeronautica, Marina e

Geologico) venissero uniti sotto

un’unica egida per la

realizzazione della Cartografia

dello Stato.

Purtroppo abbiamo visto che

questo non è successo e i

problemi sono oggi venuti tutti

al pettine così come vengono

evidenziati nel presente articolo.

Generalità

Col Decreto Legislativo 112/1998 (detto

Bassanini) vennero conferite ai Comuni

le funzioni di conservazione,

utilizzazione ed aggiornamento degli

atti catastali. Si fa partire da tale

provvedimento il processo di

decentramento del Catasto, processo

ulteriormente specificato dal D.M.

28/1998 e dal successivo Regolamento

dello stesso anno, emanato con D.P.R.

che regola la revisione generale delle

zone censuarie, delle tariffe d’estimo,

delle unità immobiliari e delle

commissioni censuarie. Il D.P.C.M. del

19/12/2000 fissava poi la data del 26

febbraio 2004 come termine massimo

per ultimare le operazioni di

decentramento, stabilendo con altro

decreto della presidenza del consiglio

dei ministri del 21/3/2001 le risorse

finanziarie ed il contingente necessari

per attuare il processo. Tale termine è

stato del tutto inosservato da gran

parte dei più di ottomila comuni

italiani, per cui si è resa necessaria

una proroga di due anni, che a

giudizio degli scriventi sarà parimenti

inosservata, per un cumulo di ragioni

fra le quali la resistenza del personale

degli ex-UTE a trasferirsi nelle nuove

sedi comunali, unita a pari resistenza

dei piccoli e medi comuni, del tutto

impreparati ad assumersi un siffatto

Un test di confronto

fra carte catastali e

cartografia tecnica

onere, nonché la difficoltà di realizzare

il collegamento informatico fra i

comuni ed il sistema catastale centrale.

Solo fra i pochi, il grande Comune di

Milano ha posto in atto il

decentramento, con la formazione del

polo catastale sito in Via Catone 24 e

costituito, così come prevedono i

decreti sopra citati, da un front office

con funzioni di interfaccia per l’utente

ed attività di sportello per la

consultazione, la certificazione e

l’acquisizione di documenti e pratiche,

da un back office con il compito della

gestione degli atti e l’aggiornamento

della banca sia informatica che

cartacea ed infine da un archivio

conservante il solo materiale cartaceo.

Inoltre la città ha nel frattempo

provveduto alla redazione di una carta

numerica in scala 1:1000 (della cui

commissione di collaudo hanno fatto

parte i due presenti autori)

utilizzandola anche come supporto per

l’aggiornamento degli allegati alla

mappa in pari scala, ed innanzi tutto

per la verifica dei molti Punti Fiduciali

(PF) in essa presenti: molti di questi

sono risultati affetti da vistosi errori

oppure sono posti in posizioni che li

rendono inutilizzabili. Ciò per

trascuratezza evidente di parecchi

redattori dei tipi di frazionamento da

un lato, per una scelta frettolosa e

letteralmente inopinata (ovvero non

pensata) di non meno funzionari

dell’Agenzia del Territorio locale

dall’altro lato.

Le ragioni del decentramento, a

tutt’oggi realizzato da ben pochi

Comuni oltre a Milano, sono da

ricercarsi all’interno di diversi fattori

quali le migliori informazioni catastali

qualitative e quantitative da fornire

all’utente, allineamento degli archivi

catastali con la realtà territoriale

(quindi con le carte tecniche

comunali), completamento della

revisione degli estimi, con il

conseguente recupero dell’evasione

di Giorgio Bezoari, Attilio Selvini

fiscale, l’incremento delle entrate

statali e comunali (ICI), il

miglioramento dei servizi erogati, la

maggior efficienza nelle scelte dello

sviluppo del territorio.

Le ambizioni sottese da questo cumulo

di provvedimenti, sono state sinora in

gran parte disattese e purtroppo lo

saranno con buona probabilità almeno

nel futuro prossimo.

L’ostacolo principale ai primi due

presupposti sopra indicati sono

soprattutto le condizioni del più

importante documento catastale, ovvero

il complesso degli oltre trecentomila

fogli di mappa. Nonostante gli sforzi

dell’Agenzia del Territorio (ed ancor

prima, del Dipartimento del Territorio,

successore di scarsa durata della

vecchia ed autorevole Direzione

Generale del Catasto e dei SS.TT.EE.) i

trecentomila fogli sono in condizioni

deplorevoli. La non ancora ultimata

digitalizzazione ed il loro

aggiornamento con le varie edizioni

del PREGEO (siamo all’ottava versione)

e per il catasto dei fabbricati col

DOCFA, uniti all’arretrato, al mancato

completamento della trasformazione da

proiezione di Cassini-Soldner a

gaussiana e ad altri non minori fattori,

hanno in realtà contribuito a fare della

cartografia catastale un qualcosa di

assai diverso dalla rappresentazione

Figura 1

6

GEOmedia 2 2006


F OCUS

Figura 2

attuale (sia pure solo bidimensionale)

del territorio. Di ciò dà conto anche il

sito ufficiale della nota “Intesa fra

stato, regioni ed enti locali”: se ne

vedano le note relative al catasto, dalle

quali dissentiamo solo allorché vi si

dice che la spesa per il rifacimento

dell’intera cartografia catastale non è

sopportabile; a questo proposito si

veda più oltre in questo stesso articolo.

Si deve poi aggiungere che la pretesa

di aggiornare la attuale cartografia del

catasto, partendo dal particolare per

arrivare al generale, ci sembra quanto

meno discutibile. Ciò significa

capovolgere una procedura in atto sin

dal Settecento, da quando cioè il

governo austriaco si accorse della

assurdità di ricavare una carta

generale della Lombardia nella scala di

un pollice per 1200 tese (1:86400)

assemblando i 23781 fogli dell’ottimo

catasto di Carlo VI, rilevati

isolatamente e quindi non inseriti in

una adatta rete (per usare il termine

oggi corrente, non georeferenziati).

Saggiamente il governo imperiale e

regio incaricò allora gli astronomi di

Brera Reggio, Oriani e De Cesaris, di

realizzare la triangolazione del

territorio interessato, dimensionandola

sulla Base di Somma appositamente

misurata. Milioni di tipi di

frazionamento approvati dal tempo

della nota circolare 2/88 sino ai nostri

giorni, attendono infatti ancora di

essere trasformati da coordinate più o

meno locali a coordinate gaussiane del

sistema italiano. Lo saranno mai? E

con riferimento a quale rete di

dettaglio, essendo disponibile oggi solo

la (ottima) rete primaria IGM95, coi

suoi 1236 punti distanti in media 20

km? Un interessante documento a tale

riguardo è quello di (Di Filippo et alii,

2005): vi si apprende che la Direzione

Centrale del Catasto sta sperimentando

qua e là, per trovare la via

giusta:“…per un nuovo futuro della

cartografia catastale”. Ci auguriamo

che tale futuro sia raggiungibile in

tempi accettabili, anche se siamo

piuttosto scettici al riguardo. La

proposta che indicheremo alla fine, ci

sembra la più ragionevole e sensata

che oggi si possa sottoporre al mondo

scientifico, in assenza di una

Commissione Geodetica (l’Italia ha il

triste primato di esserne priva dalla

metà degli anni Settanta, unica in

Europa!). Anche se ben sappiamo come

tale proposta travalichi la pur buona

volontà della predetta Direzione

Centrale, dipendendo totalmente la sua

eventuale realizzazione dalla volontà

del legislatore, oggi come non mai “in

tutt’altre faccende affaccendato”.

Cogliendo l’occasione di una tesi di

laurea in architettura (Albani & Fonte,

2004)) gli autori, che ne hanno curato

la relazione, dopo averne suggerito il

contenuto, hanno messo a confronto

un foglio della mappa catastale, così

come viene oggi fornito, su richiesta,

ad un qualunque professionista

abilitato, con un foglio in pari scala

della carta tecnica comunale,

recentemente realizzata e collaudata.

Naturalmente il foglio fornito

dall’Agenzia del Territorio, ufficio di

Varese, è in forma cartacea, per cui è

stato necessario trasformarlo in

formato digitale .TIFF, per il

tramite dello scanner HP Designjet

420 scegliendo la risoluzione di 400

dpi, corrispondente ad una griglia con

passo di 0,0635 mm. Allo scopo di

averne una edizione in forma

vettoriale, indispensabile per il

confronto con la carta tecnica digitale

del comune interessato, si è sottoposto

il foglio di mappa così ottenuto in

forma raster, a trattamento con

software RasterDesign di Autodesk, poi

salvato in formato .CAL e quindi

vettorializzato con AutoCAD 2004. Si

sorvola qui sulle non poche difficoltà

incontrate nelle varie parti

dell’operazione, a cominciare dai vari

difetti grafici del foglio, contenente

variazioni e correzioni riportate a

matita dai tecnici catastali, per finire

col fatto che AutoCAD converte

automaticamente le immagini in

elementi da soli 72 dpi: la fig. 1 ne

dà una dimostrazione.

Va ora specificato che il test

in oggetto riguarda il territorio di un

Comune ben noto, Somma Lombardo

(guarda il caso, quello stesso della

base settecentesca degli astronomi di

Brera), sul quale si trova per più

della metà l’aeroporto

intercontinentale di Malpensa:

un territorio quindi non

indifferente dal punto di

vista urbanistico anche per via

delle profonde trasformazioni

della viabilità aeroportuale che

lo hanno interessato nell’ultimo

decennio, così come per

effetto dell’antropizzazione

della brughiera (Selvini et alii, 1993).

La carta tecnica comunale di Somma,

realizzata alla fine del ventesimo

secolo e collaudata dai presenti autori,

è di tipo digitale e forma la base del

SIT locale; come vedremo più oltre, il

rapido mutamento del territorio ha

già, per il vero in minima parte, reso

necessario un primo aggiornamento.

Il foglio di questa carta è stato messo

a disposizione dall’amministrazione

comunale in formato DWG; di fatto

sono stati impiegati quattro fogli della

carta tecnica, allo scopo di avere la

porzione e le dimensioni confrontabili

con quelle del foglio di mappa,

essendo (comprensibilmente) il taglio di

questa carta diverso da quello della

carta catastale. L’operazione di

collegamento delle necessarie parti dei

quattro fogli non è stata difficile, dato

il formato digitale e non

semplicemente cartaceo del

documento: la fig. 2 è ripresa dal

quadro d’unione dalla carta tecnica del

Comune e la porzione in verde mostra

la posizione del foglio catastale usato

per il confronto quantitativo e

qualitativo.

Il confronto

La cartografia catastale della provincia

di Varese, cui appartiene il Comune di

Somma Lombardo, è già in proiezione

di Gauss-Boaga; ciononostante vi è una

non trascurabile differenza di posizione

ed orientamento (la georeferenziazione

cui si è più sopra accennato) rispetto

alla carta tecnica comunale. In altri

termini le molte manipolazioni subite

dalla carta catastale (che è in realtà

copia delle copie del vecchio e già

rammentato catasto austriaco della

Lombardia) non permettono

analiticamente la sovrapposizione con

una moderna carta tecnica alla stessa

scala, senza pesante adattamento. Ciò

corrisponde, come è noto, ad una

rototraslazione a vari parametri, con

variazione di scala anche sui due assi:

dell’argomento riferito specificamente

alle carte catastali si sono occupati

molti autori (S. Dequal et alii, 1999;

GEOmedia 2 2006 7


F OCUS

R. Radicioni, A. Stoppini, 1999). Tutto ciò

non è così immediato come sembrerebbe,

dovendosi utilizzare punti omologhi delle

due carte dei quali siano note le coordinate

(piane) nei relativi sistemi. Nel caso in

esame, si è impiegato il software GCARTO,

con trasformazione affine a sei parametri.

Ciò ha richiesto la formazione di due

sistemi identici sulle due carte, la scelta dei

punti omologhi (numerosi, così da assicurare

la dovuta ridondanza) e la misura delle

relative coordinate. Il riconoscimento dei

punti omologhi sulle due carte ha richiesto

molta cura; si è presa visione anche della

mappa catastale di impianto, verificando con

sopralluoghi l’odierna esistenza di manufatti

certamente presenti all’epoca del rilevamento

originario della carta, come per esempio la

chiesa di S. Rocco e la parte vecchia del

cimitero del capoluogo. In totale sono state

utilizzate 46 coppie di punti: la fig. 3

mostra con due esempi la cura con cui le

coppie sono state individuate. La fig. 4

infine è il diagramma a blocchi del processo

di trasformazione affine.

In definitiva si sono avuti i seguenti

prodotti:

• la carta catastale rototraslata e variata di

scala sui due assi,

• il file in formato .txt con gli scarti sui

punti omologhi.

Figura 3

Figura 5

Figura 4

8

GEOmedia 2 2006

Figura 6


F OCUS

Figura 7 Figura 8

Figura 9

Figura 10

Figura 11

Purtroppo gli scarti quadratici medi

della carta catastale, rispetto a quella

tecnica ritenuta priva di errore (le

tolleranze di quest’ultima come da

capitolato e collaudo sono assai basse!)

sono risultati di 2,31 m e di 1,65 m

rispettivamente lungo X e lungo Y. Il

grafico di fig.5

rappresenta in blu gli

scarti in X, in rosso

quelli in Y; si vedano i

forti valori di taluni

scarti, del tutto

incompatibili con un

possibile uso civile e

non puramente fiscale

della carta catastale.

La fig. 6 indica gli

scarti sovrapposti: in

un caso il vettore

supera i 10 metri! In

fase di trasformazione,

i punti con gli scarti

maggiori (punti 8, 9,

13, 15, 16, 25, 38)

non sono stati impiegati nel calcolo.

L’analisi qualitativa dei risultati del

confronto è decisamente sconfortante:

la verifica compiuta sul territorio ha

evidenziato che la geometria e la

topologia vere sono quelle della carta

comunale; le molte omissioni di edifici

e di strade nella mappa sono dovute

al mancato accatastamento ed alla

redazione a tavolino dei troppi tipi di

frazionamento che vanno

dall’immediato secondo dopoguerra

sino agli anni Novanta. Va purtroppo

sottolineato che il Comune di Somma

Lombardo (del resto così come altri

Comuni) non ha mai redatto i tipi di

frazionamento per le opere pubbliche,

dalle strade all’ampliamento del

cimitero maggiore del capoluogo, sino

alla costruzione del nuovo campo

sportivo e della piscina comunale, così

come si vedrà dalle prossime

immagini. In modo specifico, mancano

in mappa i seguenti elementi:

edifici importanti datati da almeno due

decenni o più, come la menzionata

piscina di via Palestro, i complessi

residenziali lungo via Goito e corso

della Repubblica, nuovi impianti

industriali in via del Rile e via Goito

ed in questa via addirittura la caserma

dei Carabinieri, il raddoppio del

GEOmedia 2 2006 9


F OCUS

Figura 12 Figura 13 Figura 14

cimitero del capoluogo, il campo

sportivo. Le figure 7, 8 ed 9 indicano

per l’appunto alcuni di questi edifici,

dalle dimensioni non certo trascurabili.

Circa le strade, mancano via Carlo

Alberto Dalla Chiesa, via San Fermo,

la rotonda della chiesa di San Rocco,

l’altra rotonda fra via del Rile e corso

della Repubblica.

Le figure 10 e 11 mostrano, col noto

grafico a torta, gli edifici mancanti

sulla mappa il primo, quelli non

presenti sulla carta tecnica che risale a

soli sei anni fa il secondo: il che

dimostra la necessità che una carta

fungente da database topografico per

un sistema informativo, venga

aggiornata in modo pressoché

continuo,

se non

si vuole che perda rapidamente la sua

efficacia.

Si veda adesso la fig. 12; si tratta

delle due immagini della stessa mappa,

prima e dopo la trasformazione affine

a sei parametri: non è difficile notare

sia la rotazione che la traslazione, che

intercorrono fra la posizione della

mappa originaria e quella della stessa

carta georeferenziata nel sistema GB-

Roma 40. La figura 13 riguarda invece

il best fitting fra carta catastale e

carta tecnica; non sono poche le

differenze di posizione fra strade ed

edifici esistenti su entrambi i

documenti.

Le figure 14 e 15 sono altamente

significative: sottolineano a due ed a

tre dimensioni la preoccupante

mancanza di aggiornamento della

mappa catastale; di quella mappa che

dovrebbe servire anche a scopi civili,

oltre a quelli fiscali, in altri termini a

dirimere contestazioni su confini

incerti, ad accertare le distanze dai

confini degli edifici, a valutare se vi

siano o meno abusi di tipo urbanistico

ed edilizio. Del resto il legislatore già

oltre mezzo secolo fa, in un periodo

temporale nel quale pur si praticavano

ancora le commendevoli lustrazioni,

aveva stabilito (art. 950 del Codice

Civile) che nell’accertamento dei

confini si dovesse, in ordine, tenere

conto degli atti notarili e dei loro

eventuali allegati, dei segni del

possesso, e solo in mancanza di questi,

di quanto riportato sulla mappa. Di

sicuro però non aveva tenuto conto del

drammatico stato di arretramento di

questo documento dello Stato, di uno

Stato che è rapido nell’imposizione di

sempre nuovi balzelli sulla proprietà

ma che poco si cura della geometria

del territorio. E pensare che già il

decreto reale di Carlo VI del 1718, sui

suggerimenti di Giacomo Marinoni,

matematico di Corte, aveva per la

prima volta nella storia fatto giustizia

delle inique imposte dettate sulla base

dei catasti descrittivi od onciari e non

invece rigorosamente geometrico –

particellari!

Conclusioni

In conclusione si potrebbe

correttamente affermare che trattandosi

di uno solo dei trecentomila fogli di

mappa, tale campione potrebbe

sembrare assai poco significativo; esso

in realtà trova sostegno in molte altre

indagini condotte dagli autori su

mappe del varesotto e del milanese

(Poggi & Tenconi, 2004), quindi di

territori altamente antropizzati ma non

solo: si tratta di territori nei quali il

catasto ha operato e sta operando

anche pesantemente per rabberciare la

sua cartografia. Il sostegno nei

confronti di questo campione è peraltro

rinforzato da molte altre considerazioni

dovute ad altri tecnici e reperibili in

molteplici pubblicazioni.

La conclusione non può che essere

quella già contenuta in altri lavori dei

presenti autori (Selvini, 2003): con un

atto di coraggio, si rifaccia tutta la

cartografia catastale, così come altri

stati europei hanno fatto e stanno

facendo; le moderne tecniche di

rilevamento, in unione all’utilizzo delle

molte carte comunali di recente

realizzazione, permetterebbero di

completare questa opera gigantesca in

meno di un decennio, a costi

sicuramente sopportabili da parte del

bilancio dello Stato. Si avrebbe così

finalmente una cartografia catastale

aggiornamento in grado di assicurare

allo Stato delle entrate perequate e

certe (così come voleva la Legge

Messedaglia del 1886). La Carta che,

ancora una volta finalmente, servirebbe

da base per dare al catasto italiano

quella valenza probatoria che in quasi

un secolo e mezzo è stata molte volte

annunciata ma non mai realizzata. Si

darebbe poi la giusta quantità di

ossigeno alle non poche aziende

italiane del rilevamento e della

10

GEOmedia 2 2006


F OCUS

Figura 15

geomatica, oggi costrette per un

cumulo di ragioni a ribassi

improbabili su altrettanti improbabili

bandi e capitolati ripartiti fra una

miriade di eEnti Locali. La loro

capacità produttiva è già da oggi

sicuramente in grado di realizzare

l’opera. Vogliamo fornire qualche dato

quantitativo? Le aziende italiane di

fotogrammetria e cartografia sono

pressappoco una sessantina; di queste

due terzi sono aderenti ad ANIAF e

UNIGEO, associazioni di categoria di

tipo anche sindacale, ed hanno sui

relativi siti Internet dati di

strumentazione e di produzione

probanti. Una delle aziende libere è da

sola un colosso e dalla fine del secolo

ventesimo riprende periodicamente

l’intero territorio italiano a scala

adatta per ricavarne ortofoto al

diecimila ed a colori (per esempio,

l’ortofotocarta della Lombardia è su

Internet). Ipotizzando il rilevamento

fotogrammetrico al 2000 di 25 milioni

di ettari della penisola (la parte

restante è costituita da creste montane

e comunque da zone non antropizzate)

il costo globale dell’operazione

cartografica, reti comprese, può oggi

essere quantificata in un miliardo di

Euro, ovvero in 40 Euro all’ettaro:

valore che ci sembra sicuramente

remunerativo soprattutto se

confrontato con certi appalti registrati

nell’ultimo quinquennio. Senza contare

che potrebbero essere utilizzate molte

delle cartografie comunali di recente

formazione, naturalmente dopo attento

esame e dopo la loro traduzione in

carta catastale. Le operazioni di tipo

fiscale, quali la definizione delle

particelle, la classificazione, il

classamento e l’attribuzione dei redditi

sarebbero semplificate dall’esame sia

delle molte ortofotocarte in atto, sia

dalla stessa fotointerpretazione dei

fotogrammi a colori (Bezoari et alii,

1988). Ciò rappresenta indubbiamente

un forte onere aggiuntivo al costo

sopra indicato del puro rilevamento

cartografico con restituzione numerica;

ma sicuramente ne varrebbe la pena.

Una parte di queste operazioni che

costituiscono la formazione di un vero

e proprio DB sia a fini fiscali che a

fini giuridici, attestanti la proprietà e

non il semplice possesso dei fondi sia

rustici che urbani, potrebbe essere

messa a carico dei Comuni che ne

trarrebbero vantaggio ai fini delle

imposte locali. Altra parte potrebbe

essere addossata ai proprietari, che

sarebbero così assicurati, una volta per

tutte, sulla entità geometrica e fiscale

dei propri beni; qualcosa del genere

venne proposto, nella seconda metà

dell’Ottocento, da Ignazio Porro che

suggerì infatti di rilevare a fini sia

giuridici che fiscali tutta l’Italia di

allora. Egli propose di ripartire la

spesa fra lo Stato ed i proprietari:

anzi lo Stato avrebbe dovuto

concorrere col solo 10% del totale,

mentre il 90% sarebbe dovuto restare

a carico dei proprietari ai quali

sarebbero state consegnate le

coordinate cartografiche dei punti di

confine dei loro fondi! (Monti, Selvini,

2003).

Rifacendo oggi geometria e aspetto

giuridico del sistema informativo

catastale, anche il continuo

contenzioso sul ripristino delle linee di

confine, purtroppo specifico dell’Italia,

verrebbe così ridotto a dimensioni

minime, come del resto è negli altri

paesi dell’UE. La realizzazione di una

tale opera farebbe inoltre giustizia

delle molte variazioni reali intervenute

negli ultimi trent’anni, a causa delle

quali si vedono vigneti tramutati in

incolti, seminativi divenuti aree

fabbricabili e via di questo passo; il

tutto, come già visto, non censito per

decenni. Crediamo che con le adatte

cautele l’intero lavoro potrebbe essere

completato in meno di dieci anni: con

facilmente immaginabile beneficio sia

della perequazione delle imposte, sia

del respiro dato alle aziende di

rilevamento nonché al loro indotto e

quindi all’economia generale dello

Stato.

Bibliografia

Albani, A., Fonte, M. “Esperimento di

confronto tra cartografia

fotogrammetrica e cartografia

catastale...”

Tesi di laurea in architettura, Milano

2005.

Bezoari, G., et alii “Un esperimento di

aggiornamento delle qualità di coltura

del catasto Terreni a mezzo della

fotogrammetria aerea”.

Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE., n.1,

1988.

Dequal, S. et alii “Comparison of

National Guideline for Technical and

Cadastral Mapping in Europe”.

OEEPE, Off. Pubbl. n.36, 1999.

Di Filippo, S., et alii “Le attività di

frontiera per un nuovo futuro della

cartografia catastale”.

Rivista dell’agenzia del Territorio, n. 2/

2005.

Di Filippo, S., et alii “L’evoluzione del

nuovo sistema cartografico del Catasto”.

Atti ASITA, Verona, 2003.

Poggi, M., Tenconi, D. “La cartografia

numerica: il caso di Milano con

riferimento alla conservazione del

Catasto affidata ai comuni”.

Tesi di laurea in architettura, Milano

2004.

Radicioni, R., Stoppini, A. “Utilizzo di

metodologie geodetiche per il

coordinamento della Cartografia

catastale con le carte tecniche

regionali”.

Boll. SIFET, n.4,1999.

Selvini, A. “La conservazione del

catasto ed i comuni”.

Boll. SIFET, n.3/2003.

Selvini,A. et alii “L’antropizzazione della

brughiera della Malpensa dal secondo

dopoguerra ad oggi”.

Rivista del Dipartimento del Territorio,

n.3/1993.

Monti, C., Selvini, A. “Ignazio Porro, il

precursore dei modelli digitali del

terreno”.

Rivista dell’agenzia del Territorio,

n.1/2003).

Autori

GIORGIO BEZOARI*

ATTILIO SELVINI**

*Politecnico di Milano,

tel.02/23996515, Fax 02/23996550,

E-mail giorgio.bezoari@polimi.it

**Politecnico di Milano,

tel.02/23996532, Fax 02/23996550,

E-mail attilio.selvini@polimi.it

GEOmedia 2 2006 11


M

ERCATO

Istituito l’Elenco Nazionale dei Restauratori

Si prospettano grandi cambiamenti nel mondo dei restauratori italiani

che, a partire dalla fine di quest’anno, vedranno riconosciuta la loro

professione attraverso la formazione di un loro elenco gestito e controllato

direttamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Fino ad oggi,

l’accesso alla professione di restauratore in Italia era aperta a chiunque,

sia che ci si fosse formati in centri specializzati o che si provenisse invece

da corsi regionali o che si fosse stati iniziati a tale attività in qualità di

apprendisti. Coloro che quindi intenderanno esercitare questa professione

in futuro si troveranno dinnanzi un ostacolo che permetterà l’iscrizione all’elenco solo a quelli che avranno una formazione

specifica, ben definita da appositi decreti predisposti dal Ministero della Pubblica Amministrazione in concerto con il

Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Anche l’insegnamento della materia subirà dei radicali cambiamenti dal momento

che potrà essere impartito solo nelle scuole di alta formazione e studio, in centri anche interregionali e in strutture pubbliche

o private esclusivamente accreditate dallo Stato. “I restauratori italiani - ha ricordato l’ On. Buttiglione - hanno finalmente

visto riconosciuti i loro diritti con l’equiparazione del diploma conseguito in scuole statali al diploma di laurea. Con la nascita

dell’elenco dei restauratori si aprono nuove opportunità strategiche per il mercato di questo settore che ci vede all’avanguardia

nel mondo”.

www.beniculturali.it

(Fonte: Redazionale)

E’ on line la carta geografica unica della Provincia di Ferrara

La realizzazione della carta geografica unica della Provincia di Ferrara

costituisce un esperimento unico nel suo genere nato con l’intento di

coordinare maggiormente i diversi enti che hanno il compito della gestione

del territorio in cui sono insediati, attraverso l’uso della cartografia su supporto

elettronico.

Lo strumento, nasce per mettere in condivisione tutte le informazioni relative

alle cartografie di base del territorio; la sua attivazione permetterà inoltre

una maggiore efficacia nella lotta all’evasione fiscale. Tra le tante informazioni

che sarà possibile reperire sulla carta geografica unica vi saranno

mappe, fogli catastali, immagini satellitari, reti idriche e del gas, reti fognarie,

stradali e ferroviarie. Inoltre saranno presenti le numerazioni civiche dei

fabbricati, banche dati ambientali, carte territoriali regionali, la rete geodetica

nazionale e ortoimmagini a colori. Il progetto per la CGU della

Provincia di Ferrara (disponibile nella sezione Ambiente e Territorio del portale

della Provincia di Ferrara). Avviato 7 anni fa, il progetto per la realizzazione

della carta ha visto coinvolti 26 Comuni della Provincia e 17 tra enti,

consorzi, e aziende di servizi pubblici e private. Enti e amministrazioni utilizzeranno

lo strumento per condividere più e meglio, nonché con maggiore

velocità e semplicità, i dati generati, al fine di gestire le proprie pratiche e

procedure, ma anche per effettuare scelte ed interventi di politica territoriale.

Configurata come un vero e proprio Sistema Informativo Territoriale, la

soluzione permetterà un ragionamento sul governo del territorio, sia a livello

di servizi che di fiscalità locale, anche per quanto concerne gli aspetti di

recupero dell’evasione.

La collaborazione tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara e Consorzi di Bonifica nella provincia di Ferrara, ha

permesso l’accordo tra diversi Enti, locali e nazionali, operanti nel territorio della Provincia di Ferrara, trovando una identica

linea di intervento nel contesto della condivisione dei dati.

Con la realizzazione di questa iniziativa, la Provincia di Ferrara si pone come il primo Ente che realizza l’aggiornamento

della banca dati catastale (alfanumerica e cartografica) a livello provinciale, coinvolgendo tutti i Comuni del proprio territorio,

esprimendo appieno la volontà di essere il promotore dell’iniziativa e convinto assertore della necessità della condivisione/gestione,

fra gli Enti territoriali, di queste archivi.

www.provincia.fe.it

(Fonte: Redazionale)

12

GEOmedia 2 2006


Villa Celimontana tra storia e geografia

M ERCATO

IIl 2 ed il 3 giugno si è svolta a Villa Celimontana, a Roma, una mostra dedicata

a “Libri Geografici Rari, Diari di Viaggio, e Atlanti Pubblicati a

Roma”, organizzata dalla Biblioteca della Società Geografica Italiana nell’ambito

delle manifestazioni del World Book Capital promosse

dall’UNESCO. L’incantevole sede di Palazzetto Mattei e della sua biblioteca

hanno ospitato alcune teche contenenti volumi dati alle stampe tra il XVI ed

il XX secolo; nella prima sala si sono potuti così ammirare volumi quali quello

di Leandro di Santa Cecilia (1757) dedicato ai viaggi che, secoli fa, hanno

spinto i padri pellegrini nelle lontane terre d’oriente riportando in Europa

incredibili testimonianze sia a livello di costume e cultura che a livello zoologico

o come quello di Pietro della Valle che, nel XVI secolo, intraprese un pellegrinaggio

in Terra Santa che ben presto si trasformò in un viaggio sentimentale-scientifico

portandolo fino ad arrivare in India. Interessanti l’

“Itinerario Italiano, o sia Descrizione dei Viaggi per le Strade più Frequentate

alle Principali città d’Italia”, (1818) una sorta di navigatore dotato di cartine

aggiornate nato per aiutare i primi turisti borghesi con informazioni sui

mezzi di trasporto, i luoghi di sosta e gli alberghi presenti in varie città italiane.

Più specificatamente tecnico, invece, il volume di Francesco Carrara

“La caduta del velino nella Nera” del 1779, esemplificativo del crescente interesse

per la dinamica dei corsi d’acqua che diede luogo ad una vera e propria

letteratura tecnica, già a partire dagli ultimi secoli del Medioevo. Presente

“La Cosmographia Universale” di Sebastian Münster (1575) forse la più celebre

enciclopedia geografica del Rinascimento grazie all’abbondanza di illustrazioni

di ogni tipo sulle città ed i paesaggi, i tipi umani, le particolarità

botaniche e zoologiche delle varie parti del mondo allora conosciuto. La

seconda sala, invece, era dedicata ai migliori editori di carte geografiche ed

erano esposte interessantissime carte dell’Andalusia (1696), della Penisola

Indiana, del Lazio (1696 anch’essa) ed un affascinante “Atlante dell’Antichità

Classica” di Cristophe Keller datato 1774. Una iniziativa interessante che

meriterebbe di essere riproposta per avvicinare gli appassionati alle origini

avventurose della scienza cartografica ma non solo. Ha chiuso la mostra, il 3

giugno, un concerto della Banda Musicale dell’Esercito Italiano, piacevolmente

seguito da una folta platea.

www.societageografica.it

(Fonte: Redazionale)

GEOmedia 2 2006 13


M ERCATO

Galileo G

Galileo GPS News

2004 2006 2008

2011

VALIDAZIONE LANCIO SATELLITI OPERATIVITA’

Mesi all’operatività

di Galileo

Una costellazione di 30 satelliti

Una volta che il sistema Galileo sarà pienamente operativo, sopra le

nostre teste orbiteranno, a 23.222 km di altezza e quindi ad una

Medium Earth Orbit (MRO), la bellezza di 30 nuovi satelliti. Dieci di essi

occuperanno rispettivamente i tre piani orbitali inclinati ad un angolo di

56° rispetto all’equatore. I satelliti saranno dispiegati lungo ciascun

piano e ci vorranno 14 ore affinché compiano una intera orbita terrestre.

Il decimo satellite fungerà da riserva nel caso qualcuno dei satelliti per

le operazioni dovesse fallire.

Con 30 satelliti in orbita la probabilità che tutti (più del 90%) siano

coperti in qualsiasi punto del pianeta da almeno 4 di essi è praticamente

assicurata e l’inclinazione delle orbite è stata scelta appunto per

garantire una efficace copertura a latitudini polari, cosa a cui non

sopperisce il sistema americano GPS. Nella maggior parte dei punti, poi,

la copertura sarà assicurata dall’appoggio di 6-8 satelliti, garantendo

così una localizzazione veramente accurata; cosicché anche nelle città

che si sono sviluppate maggiormente in altezza, la probabilità di

ottenere un buon segnale di localizzazione saranno alte, specialmente poi

se Galileo riuscirà ad appoggiarsi in maniera interoperativa al sistema

GPS.

Ma come è possibile creare una tale costellazione di satelliti ed essere

sicuri che ognuno di essi sia nel punto giusto al momento giusto?

Questa delicata operazione avverrà durante diverse fasi.

La prima fase, quella che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi e sulla

quale abbiamo tenuto aggiornati i lettori di GEOmedia, ha visto il lancio

di un satellite sperimentale a bordo di un vettore Soyuz: quel Giove A

di cui tanto abbiamo parlato. I satelliti Galileo sono equipaggiati con

magneto-torquers (barre elettromagnetiche di torsione) e ruote d’inerzia,

proprio per aiutarli a mantenere un corretto assetto lungo l’orbita ma

non possiedono motori che permettano loro di assestarsi all’interno di

essa autonomamente. Ecco perché risulta fondamentale al momento del

lancio, posizionare il satellite nella corretta posizione. Giove A è stato

posizionato nel primo piano orbitale e sta fungendo da tester per gli

equipaggiamento di bordo ed il funzionamento delle stazioni di terra; la

trasmissione dei segnali, avvenuta con successo, permette anche di

bloccare le frequenze Galileo all’interno della International

Telecommunications Union. Questa prima fase durerà circa due anni e

mezzo in cui gli orologi atomici verranno caratterizzati ed in cui il

generatore di segnali sarà acceso allo scopo di fornire segnali

sperimentali con diverse caratteristiche di modulazione. Durante questo

periodo di testing, gli strumenti scientifici a bordo misureranno diversi

aspetti dell’ambiente spaziale attorno al piano orbitale ed in particolare

il livello di radizioni, che è più alto rispetto a quello delle orbite

geostazionarie o Low Earth.

Nella seconda fase, l’ESA lancerà i primi 4 satelliti operativi tramite due

vettori diversi. Questa avanguardia verrà utilizzata allo scopo di validare

l’intero sistema Galileo, grazie anche all’utilizzo di simulatori appositi.

Saranno poi lanciati altri due satelliti.

Una volta che il sistema Galileo sarà validato, la fase successiva e finale

sarà quella di completare l’intera costellazione di satelliti, in modo da

fornire un servizio completo agli utenti.

Immagine cortesia di ESA

La prima conferenza Cina-Galileo

Si è appena

conclusa, il 2

giugno, la

prima China-

Europe Galileo

Cooperation

Conference;

svoltasi a Pechino, la conferenza si è

focalizzata principalmente sulla fase di

validazione orbitale del sistema Galileo e

sull’opportunità di condividere tecnologie

ed informazioni tra i differenti partners

nel campo della navigazione satellitare.

Erano presenti all’evento rappresentanze

della Commissione Europea, dell’ESA e

della Galileo Joint Undertaking e delegati

dal Ministero Cinese per la Scienza e la

Tecnologia e dal Centro Nazionale di

Telerilevamento cinese (NRSCC),

l’organizzazione responsabile per

l’implementazione del programma

Galileo in Cina.

La cooperazione con la Cina punta alla

condivisione dei risultati scientifici e di

ricerca ed incoraggia l’informazione, la

progettualità comune ed i contatti

industriali. Mette in mostra, allo stesso

tempo, la vera natura di Galileo, una

iniziativa civile della Commissione

Europea e dell’ESA per un sistema che

offrirà un servizio di posizionamento

sicuro e preciso.

14

GEOmedia 2 2006


PS News

Galileo GPS News

M ERCATO

Il ricevitore Novatel ha tracciato il primo satellite Galileo

NovAtel Inc. ha annunciato che con successo ha rintracciato e acquisito il primo segnale

L1 BOC (trasmesso dal satellite di prova Galileo GIOVE-A) risultando

con ciò la prima azienda fuori Europa ad acquisire il segnale usando il primo

ricevitore commerciale. Il ricevitore usato è il EuroPak-L1L5E5a configurabile,

con 16 canali, in grado di ricevere sia i segnali GPS che Galileo, sviluppato

in Canada da NovAtel nel quadro di un programma canadese di sviluppo

di tecnologia spaziale. Il ricevitore EuroPak-L1L5E5a può essere configurato

per rintracciare non solo il segnale di base di GPS L1, ma segnali anche di

GPS L5 e di L5 SBAS (Space Based Augmentation System - quale il WAAS degli

Stati Uniti). Può anche essere configurato per rintracciare sia i segnali di GPS che del

Galileo L1 e di E5a. NovAtel inoltre recentemente ha reso disponibile il GPS-704X

antenna passiva a larga banda, che permette la ricezione dei segnali non solo dal GPS e da

Galileo, ma anche dai satelliti russi di GLONASS. L’Agenzia Spaziale Europea ha chiesto a NovAtel di limitare la

vendita dei ricevitori Galileo sviluppati in canada ai solo clienti autorizzati ESA per un breve termine, fino a che sia

conclusa la campagna di test di GIOVE-A.

Il ricevitore EuroPak-L1L5E5a ora è disponibile, configurato per ricezione del segnale L1 e L5 soltanto di

GPS. Non appena l’autorizzazione ESA sarà ricevuta, NovAtel fornirà gli aggiornamenti liberi per permettere

che questi ricevitori siano aggiornate nel campo con possibilità del Galileo.


M ERCATO

La certificazione professionale del GIS

Presentata dall’AICA (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) durante

la scorsa edizione della Conferenza Italiana degli Utenti ESRI, la European Computer Driving

Licence-GIS, la Patente Europea per il GIS, è un sistema di certificazioni nate allo scopo di garantire

la verifica sulle conoscenze professionali relative ai fondamenti dell’informatica utilizzata nel

GIS e dei suoi componenti. La necessità di una patente ECDL-GIS nasce dalla crescente richiesta di personale con specifiche

competenze in GIS e dalla possibilità di integrare in percorsi formativi di vario tipo le conoscenze di base di tali sistemi. Tale

patente avrà un riconoscimento a livello nazionale ed europeo all’interno della ECDL Foundation e sarà composta da tre livelli

di apprendimento: base, avanzato e professionale. L’ECDL-GIS si rivolge in particolare a coloro i quali desiderano dimostrare

di possedere le conoscenze base sui GIS e sulla loro utilizzazione tramite un software specifico ed a coloro i quali desiderano

avere evidenza che chi usa il GIS possiede competenze certificate. In Italia, ECDL ha ormai un’ampia diffusione ed è

riconosciuto dalle Istituzioni, a livello sia centrale che regionale, e nella Pubblica Amministrazione. Attualmente esistono circa

3.000 sedi d’esame accreditate da AICA (Test Center ECDL), distribuite su tutto il territorio nazionale, presso le quali vengono

effettuati ogni mese oltre 100.000 esami, mediante un sistema di test automatizzato.

www.aicanet.it

(Fonte: Redazionale)

A Roma il Forum PA 2006

Si è svolta alla Fiera di Roma, dall’8 al 12 maggio, l’edizione 2006 del

Forum della Pubblica Amministrazione con tema “‘La rete delle pubbliche

amministrazioni per la competitivita’ e la garanzia dei diritti”. La manifestazione

rappresenta il punto d’incontro tra Pubbliche Amministrazioni, imprese

e cittadini, in cui si cerca di favorire un miglior rapporto tra i tre attori,

promuovendo una PA effettivamente orientata ai risultati. Il Forum è stato

diviso in nove aree tematiche, ciascuna dedicata ad uno degli aspetti che formano

la rete di cooperazione della Pubblica Amministrazione. Le condizioni

di equità ed efficienza necessarie per lo svolgimento dei lavori di una vitale

PA sono strettamente legate ad una effettiva cooperazione interistituzionale

che permette alle pubbliche amministrazioni di creare una rete di servizi, aperta ed efficiente, promuovendo la presenza delle

amministrazioni in rete e favorendo la competitività del Sistema Paese; L’importanza di avere una rete condivisa di comunicazione,

di investire sulle risorse umane, nonché l’attenzione nei confronti di un’assistenza sanitaria equa e di un ecosistema

migliore, sono tutte problematiche che, all’interno del Forum PA 2006 hanno trovato ampio risalto.

L’edizione 2006 ha visto la presenza di 52.000 visitatori, 80.000 visitatori virtuali, 178 convegni e seminari, e più di 400 espositori.

www.forumpa.it

(Fonte: Redazionale)

Intergraph scelta dall’ARGS cinese

Intergraph è stata selezionata dall’ARGS (Aero Geophysical Survey

and Remote Sensing Center for Land and Resources), una delle principali

organizzazioni cinesi che si occupa di immagini aeree, come fornitrice

nell’acquisto di 4 fotocamere RMK TOP allo scopo di venire

incontro alla grande richiesta di immagini di un paese, come la Cina,

le cui infrastrutture stanno crescendo in maniera spaventosa. Con questa

decisione, l’ARGS porta il numero delle RMK TOP a sei. L’Aero Geophysical Survey and Remote Sensing Center utilizzerà

le quattro nuove fotocamere per acquisire immagini catastali da utilizzare all’interno di applicazioni dedicate alla gestione delle

informazioni legate al territorio, una funzione essenziale quando si ha a che fare con una crisi di sovrappopolazione come quella

che sta affrontando il gigante orientale.

www.intergraph.com

(Fonte: Redazionale)

16

GEOmedia 2 2006


w w w . a b a c o g r o u p . c o m

G I S

Made in Italy

distribuito in tutto il mondo

tecnologie e servizi superiori per enti ed aziende

DbCAD 2D/3D, DbMAP 2D/3D

base tecnologica semplice ed economica per sofisticate applicazioni CAD/GIS

e per avanzati Sistemi Informativi Territoriali su web 2D e 3D integrati.

Progetto SITI, Progetto ASSIOMA

soluzioni per la gestione centralizzata su web di tutti gli aspetti applicativi

legati al territorio e al patrimonio immobiliare: catasto terreni, catasto urbano,

strade, acque, patrimonio, ecc.

Mantova - c.so Umberto I, 43 - tel. 0376 222181

Roma - via Nepi, 15 - tel. 06 3338501

Padova - via G. B. Ricci, 6 - tel 049 8764722

info@abacogroup.com

© Copyright 1990-2006 ABACO srl. Abaco, Abacogroup, DbCAD, DbGIS, DbMAP, Progetto SITI e Progetto ASSIOMA sono marchi

registrati Abaco srl Mantova, Italia. Oracle è un marchio registrato di Oracle Corporation Redwood City, California, Stati Uniti.

Tutti gli altri nomi presenti su questo depliant sono marchi registrati o protetti e appartengono ai rispettivi proprietari.


F

OCUS

Catasto, GPS,

Archivio misure e

sistemi di riferimento

L’evoluzione delle tecnologie al di

fuori della Pubblica

Amministrazione corre ad un

ritmo inverosimile, se ad esempio si

considera che c’è chi ha già

pensato e realizzato una guida

georeferenziata dei prodotti DOP

(Denominazione d’Origine Protetta)

pronta all’uso su uno qualsiasi tra la

pletora di navigatori nati come

funghi negli ultimi due anni. Non è

invece disponibile alla stessa

maniera la mappa catastale

dell’intero territorio. Questo per

motivi diversi e comprensibili, che gli

addetti ai lavori ben conoscono.

Il tema del Focus di questo numero

di GEOmedia è specificamente

legato al mondo delle informazioni

catastali. Questo breve articolo

vuole prendere in esame le ultime

novità nell’ambito delle attività

tecniche legate alla ricomposizione

del sistema catastale, ed in

particolare all’unificazione dei sistemi

di riferimento.

Nel Convegno sulla situazione

italiana del GPS, tenutosi a Roma il

20 marzo 2006 nell’Aula Magna

dell’Università La Sapienza, Carlo

Cannafoglia (Catasto) e Antonio Bottaro

(SOGEI) hanno annunciato la

costituzione di una rete nazionale GPS

basata su tecnologia VRS, il cui scopo

è quello di servire gli uffici territoriali

del Catasto nell’ambito di attività di

verifiche sul campo degli atti di

aggiornamento cartografico e di

eventuali misure necessarie alla

ricomposizione cartografica.

Le metodologie da adottare sono

state già in parte messe a punto, ed

anticipate in una relazione presentata

all’ ASITA di Catania a firma Ferrante,

Di Filippo, Gnesivo (Agenzia del

Territorio) e Tufillaro (SOGEI). Un

esteso articolo, unitamente ad ulteriori

aggiornamenti, sarà pubblicato sul

prossimo numero della rivista

dell’Agenzia del Territorio.

Il GPS

L’uso del GPS in ambito catastale

inizia con una sperimentazione

presentata sul Bollettino SIFET nel

lontano ’92, dove si anticipava

l’immensa utilità di progettare e poi

realizzare misure GPS lungo le

diagonali o lungo i lati di una singola

mappa catastale, al fine di rendere

consistente la rete di misure

geotopografiche che si forma in maniera

spontanea dalla raccolta, disponibile

negli archivi degli uffici, delle migliaia

di misure tra punti fiduciali fornite dai

professionisti, attraverso la procedura

Pregeo nell’ambito della predisposizione

degli atti di aggiornamento.

L’esperienza, condotta dal gruppo di

specialisti della SOGEI che si occupava

del Catasto Geometrico, portò già allora

a concludere che la migliore soluzione

per il consolidamento della rete

spontanea (propedeutica alla

ricomposizione della mappa catastale), si

poteva realizzare con investimenti molto

ridotti, a condizione di utilizzare le

cosiddette misurate oggi disponibili sul

sito web dell’Agenzia del Territorio, e la

misura di una serie ridotta di baseline

GPS che potevano fungere da reference

frame di ordine zero. Tutto ciò, insieme

alle competenze specifiche del gruppo di

lavoro, ovvero alla già consolidata

capacità di trattamento e compensazione

delle centinaia di migliaia di dati

geometrici e geotopografici presenti

nell’archivio del Catasto, poteva

permettere il calcolo della posizione e

della precisione delle coordinate dei

Punti Fiduciali, anticipando di oltre un

decennio ciò che a breve verrà realizzato

direttamente negli uffici periferici

dell’Agenzia del Territorio con il

supporto di procedure informatico con

elevati livelli di automazione, resi

possibili, tra l’altro, dalla disponibilità

ormai effettiva delle mappe catastali in

forma digitale ed in forma numerica.

di Domenico Santarsiero

L’archivio delle misure e

l’evoluzione del sistema

Se quanto descritto nel precedente

paragrafo era virtualmente possibile già

circa 14 anni fa, è anche vero che

all’epoca le potenze di calcolo, le

competenze, e le dotazioni strumentali

degli uffici periferici non erano

sufficienti a gestire l’intera operazione.

Solo con l’avvento del sistema WEGIS

gli uffici periferici dispongono

realmente di un sistema di gestione

cartografico di tipo numerico, e con

esso dell’intero patrimonio delle mappe

catastali in formato digitale (raster) e

numerico (vettoriale).

Leggiamo dalla relazione presentata

ad ASITA 2005 che “gli atti di

aggiornamento catastale realizzati dai

professionisti dal 1989 ad oggi

ammontano a circa 6.600.000,

coinvolgendo circa 1.700.000 Punti

Fiduciali con un totale di misure dirette

di 17.400.000 circa”. Una tale mole di

dati non è certo semplice da impiegare,

anche se suddivisa per aree omogenee

e attraverso procedure informatiche

organizzate in fasi diverse e contenenti

funzioni di data snooping capaci di

eliminare le misure grossolanamente

errate ed anche quelle non poche

dissimulate, prodotte da alcuni

professionisti esperti nel realizzare le

misure sulla carta piuttosto che sul

campo.

In ogni caso dal punto di vista

geometrico la possibilità di impiegare

una parte di tali misure all’interno di

un processo di determinazione della

posizione dei Punti Fiduciali non è

irrealistica, soprattutto se si guarda alle

cosiddette mutue distanze, ossia le

distanze misurate indirettamente dai

professionisti nell‘ambito di ciascun

rilievo di aggiornamento. Tali elementi

rappresentano quindi un valido

patrimonio informativo da impiegare

efficacemente nel processo di

18

GEOmedia 2 2006


F OCUS

Figura 1 - Il sito internet dell'Area di Geodesia e

Geomatica dell'Università La Sapienza di Roma.

Un ottimo sito per farsi un'idea delle reti permanenti

GPS e del nuovo sistema di coordinate IGb00

(http://w3.uniroma1.it/geodgeom/).

consolidamento delle coordinate dei

Punti Fiduciali. Com‘è noto l’ archivio

delle Mutue Distanze (recentemente

arricchito con le informazioni relative

ai Mutui Dislivelli) ha caratteristiche

dinamiche, poichè viene aggiornato

quotidianamente da nuove misure tra

Punti Fiduciali eseguite dai

professionisti nell‘ambito delle loro

attività di rilievo connesse alla

produzione degli atti di

aggiornamento, e dai tecnici

dell‘Agenzia del Territorio, in occasione

dei controlli sul terreno e delle

procedure di collaudo.

Figura 2 - Il sito internazionale di riferimento del serviziuo

IGS, considerato il grande network di stazioni

permanenti GPS mondiale. Dall'esperienza dell'IGS

nasce l'idea delle coordinate IGb00

(http://igscb.jpl.nasa.gov/network/netindex.html).

Sulla scorta di tali considerazioni è

nata l’idea di una sperimentazione

finalizzata alla derivazione delle

coordinate stabili dei vertici di una

maglia di Punti Fiduciali eseguita su

una porzione limitata del territorio,

esperienza il cui resoconto è la

relazione presentata ad ASITA dai

referenti dell’Agenzia del Territorio e

di SOGEI.

Esaurita la fase sperimentale, la

metodologia e le procedure di calcolo,

saranno rese disponibili presso i

sistemi informatici degli Uffici

provinciali dell‘Agenzia del Territorio,

cosicché il personale tecnico degli

Uffici, in piena autonomia, potrà

procedere, con le accortezze di seguito

illustrate, al consolidamento delle

coordinate dei Punti Fiduciali.

Le metodologie operative e la

procedura di calcolo

Si descrivono di seguito, il percorso

metodologico e la procedura di calcolo

presentati a Catania nel novembre

2005.

✓ Sulla base di un elenco di comuni

viene estratto dalla TAF un grafico

contenente tutti i Punti Fiduciali e

tutti i collegamenti realizzati con le

relative occorrenze.

✓ Su tale grafico vengono perimetrate

interattivamente le aree caratterizzate

da collegamenti continui e consistenti.

✓ Per ciascuna area, sulla base della

perimetrazione precedente, vengono

selezionate automaticamente le

informazioni relative ai Punti Fiduciali

(nome, coordinate, attendibilità) e le

informazioni relative ai collegamenti

tra i Punti Fiduciali (distanza, sqm,

occorrenze) appartenenti all’area stessa

ed al poligono che la identifica.

✓Per ciascuna area viene eseguito un

calcolo di compensazione intrinseco, a

minimi vincoli; la procedura di calcolo

individua e conseguentemente elimina

automaticamente le misure che non

superano alcuni test statistici e,

quando si verifica, i punti della rete

che in seguito alla eliminazione delle

misure risultino non più determinabili

(ad esempio quelli con un solo

collegamento). Il calcolo si conclude

quando il semiasse maggiore delle

ellissi di errore non supera per nessun

punto della rete un prefissato valore.

✓ Individuazione dei Punti Fiduciali, tra

quelli compensati intrinsecamente,

appartenenti alla rete geodetica

dell‘IGM e del Catasto e di quelli

caratterizzati dal codice di attendibilità

inferiore a 10.

✓Analisi strategica di tali punti rispetto

alla rete dei collegamenti realizzati e

selezione delle aree dove risulta

opportuna l‘istituzione di un vincolo.

✓ Sulla base delle coordinate compensate

intrinsecamente e delle corrispondenti

coordinate estratte dalle schede

monografiche per i punti della rete

geodetica o prelevate scrupolosamente

sul supporto originale di impianto con

metodi grafici per quelli con codice di

attendibilità 10, si esegue il calcolo di

rototraslazione conforme per la ricerca

dei punti congruenti in relazione alle

precisioni attese.

✓Si ripete il calcolo di compensazione

delle misure vincolando la rete ai soli

punti della rete geodetica; qualora

nell‘area ricadano pochi punti di

coordinate analitiche note o gli stessi

risultino strategicamente non

omogeneamente distribuiti, si prendono

in considerazione anche i Punti

Fiduciali caratterizzati da codice di

attendibilità pari a 10; è appena il

caso di evidenziare che i calcoli di

compensazione vincolati sono sempre

preceduti da calcoli di rototraslazione

conforme al fine di selezionare i punti

che danno più garanzia di coerenza ed

affidabilità, cioè che realizzano una


F OCUS

buona sovrapponibilità tra le posizioni

cartografiche e quelle calcolate.

✓ Le coordinate ottenute attraverso

l‘ultimo calcolo di compensazione

vincolato, contraddistinte da un

opportuno codice di attendibilità, che

ne caratterizza la metodologia di

calcolo, andranno a sostituire quelle

presenti nell‘archivio TAF. Con le

stesse modalità attualmente in uso, tali

dati compensati saranno quindi resi

disponibili sul sito dell‘Agenzia del

Territorio.

I sistemi di riferimento

Una delle problematiche importanti

che investono oggi tutto il mondo

delle informazioni geografiche,

geotopografiche e cartografiche, e

quindi anche le problematiche legate

alle informazioni catastali, è

rappresentata dai sistemi di riferimento.

Su questo fronte le posizioni

ideologiche sono diverse tra gli attori

del settore. Un confronto sul tema è

avvenuto proprio nell’ultimo convegno

sullo stato dell’arte delle reti GPS in

Italia già citato

(http://w3.uniroma1.it/geodgeom). E’

noto tra gli operatori che il cambio

del sistema di riferimento è un evento

eccezionale e di grande impatto un po’

in tutte le direzioni, che deve essere

giustificato da motivazioni di ordine

pratico ed operativo non più rinviabili.

In ambito catastale si hanno due

situazioni ben distinte tra la

cartografia e gli atti di aggiornamento;

la cartografia del territorio nazionale

come è noto è rappresentata per la

gran parte nella proiezione Cassini-

Soldner. Le mappe catastali sono

riferite a circa 800 sistemi di

riferimento (nel gergo Origini Cassini-

Soldner) e di questi sistemi circa

trenta sono di grande estenzione. Solo

alcune zone del territorio sono

rappresentate nel sistema cartografico

nazionale Gauss-Boaga, mentre per

alcune porzioni di territorio è

impiegata la rappresentazione di

Flamsteed. Una piccola porzione del

territorio nazionale non ha una

rappresentazione cartografica

propriamente detta e ciascuna mappa

relativa a tale porzione è dotata di un

sistema di assi cartesiani.

Per il futuro si intravede la

possibilità di unificare il sistema di

rappresentazione della mappa catastale

e trasformarlo nella proiezione

nazionale Gauss-Boaga, anche se

dovranno essere superate alcune

difficoltà legate al fatto che nella

trasformazione tra un sistema e l’altro

cambia notevolmente la forma,

l’orientamento e la superficie

cartografica delle particelle. Non a

caso all’epoca dell’istituzione del

catasto particellare fu scelta la

proiezione Cassini-Soldner applicata ad

una serie di sistemi di assi (Origini):

infatti la rappresentazione è

equivalente (conserva le superfici) e la

limitazione della lunghezza dell’asse

Est consente di contenere la

deformazione lineare ed angolare entro

limiti inferiori alla precisione

conseguibile con gli ordinari strumenti

di misura (dell’epoca). Pertanto le

grandezze angolari e lineari misurate

sul campo e ridotte alla quota della

superficie di riferimento possono essere

introdotte direttamente nella mappa

catastale Cassini-Soldner, senza operare

calcoli di riduzione ed a condizione di

trasportare gli azimut sommando

angoli ad azimut dedotti dalle

coordinate cartografiche.

Semplificando, oggi la convergenza

delle tecnologie 3G (GPS, Glonass,

Galileo), con quelle geospatial

sembrerebbe permette di svincolare il

concetto di rappresentazione dal

classico concetto di cartografia. Un

modello geospaziale è di per sè una

cartografia navigabile, così come lo

sono un file CAD o un file GIS, a

parte le risoluzioni, il livello di

dettaglio ed il livello metrico delle

informazioni. Il problema cartografico

dal punto di vista della

rappresentazione nasce quando si

decide di effettuare una stampa di tali

dati. Il tipo di proiezione è in linea di

massima legato alla scala di stampa

delle informazioni, al suo scopo e ad

altri fattori collaterali. Pertanto un

dato sistema di riferimento e

rappresentazione non può essere

considerato migliore o peggiore di un

altro, ma semplicemente più o meno

adeguato alla finalità per la quale è

stato scelto.

Ma a monte delle rappresentazioni

cartografiche la discussione coinvolge

lo stesso Datum Geodetico.

Negli ultimi tempi si sta assistendo

alla proposta di impiego delle

coordinate cosiddette IGb00 per le reti

di Reference Station GPS presenti in

diverse regioni italiane. Su tale sistema

si è sviluppata una grande polemica

tra il mondo accademico e quello degli

operatori del settore. Per questi ultimi

tale approccio non è giustificato dal

punto di vista operativo e sostanziale.

Infatti le variazioni delle coordinate

assolute di una reference station per

effetto della compensazione globale

basata sull’IGS

(http://igscb.jpl.nasa.gov/network/netin

dex.html), possono essere stimate in

alcuni centimetri l’anno. Tali variazioni

non hanno effetti pratici rilevanti per

la maggior parte dei rilievi topografici,

ma, al contrario impongono un

processo di gestione dei parametri di

trasformazione molto oneroso,

soprattutto per gli operatori e per i

lavori più comuni.

Conclusioni

Il mondo delle informazioni

geospaziali è molto complesso,

soprattutto se collegato alle

transazioni sui beni immobili e ai

catasti in generale. Alle semplificazioni

tecniche non sempre corrispondono

semplificazioni procedurali, normative

e pratiche. Cercando di fare un

paragone potremmo citare un poco

conosciuto, ma bellissimo film inglese,

dove un pastore protestante in un

sermone dichiara ai fedeli che:“la

cartografia è la biancheria intima di

una nazione”.

Se questo è vero cerchiamo di usare

slip, tanga o boxer secondo le

caratteristiche e le… occasioni più

opportune….

Autori

Figura 3 - Nelle due immagini sono sintetizzate la rete delle stazioni GPS permanenti

dellíAgenzia del Territorio nel Lazio, sia un grafico della rete dei collegamenti tra Punti

Fiduciali adottate per la sperimentazione citata.

DOMENICO SANTARSIERO

sandom@geo4all.it

20

GEOmedia 2 2006



R EPORTS

Il nuovo ortofotopiano del

Comune di Venezia

nell’Infrastruttura

dei dati Territoriali

di Base (ITB)

di Paolo Barbieri,

Mario Fondelli,

Luigi Proietti

e Massimo Rumor

22

GEOmedia 2 2006


R EPORTS

E’ noto come

l’informazione

territoriale

(geografica o

georiferita), in quanto

componente specifica del

sistema informativo degli Enti

Locali, in primis il Comune,

abbia valenza strategica sia perché

indispensabile per tutte le attività

che direttamente afferiscono alla

pianificazione e gestione del territorio, sia

perché in grado di conferire valore aggiunto

a tutte le attività amministrative gestionali e

di comunicazione al cittadino. In questo

contesto si pone l’esigenza di condividere tra

i diversi utenti interni ed esterni all’Ente un

set di dati a supporto della rappresentazione

e consultazione di tutte le informazioni

riferibili al territorio. Se fino a qualche

tempo fa questa funzione veniva svolta dalla

cosiddetta cartografia di base, oggi essa

viene affidata ad una più articolata

infrastruttura di dati spaziali.

Il Comune di Venezia, nell’ambito

delle attività per lo sviluppo del proprio

Sistema Informativo Territoriale, ha messo a

punto e avviato a realizzazione uno specifico

progetto per la costruzione di un’Infrastruttura di dati

Territoriali di Base (ITB). Il progetto, che ha visto il

coinvolgimento dei vari Uffici

comunali interessati, della

Regione del Veneto e

dell’Agenzia del Territorio, si è

sviluppato a partire dal 2002 con gli

studi di fattibilità, cui è seguita nel

2003 la fase della progettazione esecutiva

e quindi, a partire dal 2004, dell’attuazione.

Attualmente le componenti dell’infrastruttura

sono state realizzate e si sta procedendo alla

definizione di una piattaforma tecnologica per la

gestione e l’utilizzo della ITB, basata su di un Geo-

DBMS e meccanismi di interoperabilità, con l’obiettivo

di interfacciare le diverse applicazioni gestionali presenti

in Comune. Nel presente articolo si intende presentare il modello

concettuale di riferimento ed evidenziare, in particolare, il ruolo

in esso svolto dalle immagini ortofotografiche.

GEOmedia 2 2006 23


R EPORTS

Il modello concettuale di

riferimento e le componenti dell’ITB

Il primo problema che si è inteso

affrontare è dunque quello di definire

i contenuti dell’informazione geografica

di base (nella terminologia

internazionale corrente denominata

anche Reference Data) e derivarne il

modello concettuale di riferimento per

il progetto. Questo approccio muove

pertanto dalla distinzione tra

informazione denominata di base, in

quanto necessaria per tutti i tipi di

applicazione, e informazione tematica,

utilizzata in specifici ambiti

applicativi. Una delle motivazioni forti

di questa scelta è che, concentrandosi

sull’informazione di base, le istituzioni

deputate alla sua formazione e

gestione possono migliorarne la

qualità, in particolare il livello di

aggiornamento. Inoltre la disponibilità

di un tale insieme di dati di base,

standardizzato, creato e mantenuto

senza duplicazioni, favorirebbe in

generale l’impiego di informazione

geografica e permetterebbe economie

sicuramente significative. Premesso che

comunque una definizione

dell’informazione di base non può

essere data una volta per tutte, ma va

tenuta aperta a modifiche ed

integrazioni successive in una visione

dinamica ed evolutiva, si ritenuto di

adottare il Reference Data elaborato

nel 2001 all’interno del progetto

europeo ETeMII - European Territorial

Management Information Infrastructure

(http://www.ec-gis.org/etemii ), che

comprende:

✓ elementi geodetici (vertice di rete,

caposaldi, ecc.)

L’Infrastruttura di dati Territoriali di base (ITB)

del Comune di Venezia

✓ unità amministrative (confini)

✓ unità di proprietà (particelle ed

edifici)

✓ indirizzi (via-numeri civici)

✓ alcuni elementi selezionati della

topografia (quali elevazione, reti di

trasporto, idrografia)

✓ immagini ortofotografiche del

territorio.

Questo approccio ha implicazioni

significative sui contenuti informativi.

In primo luogo vi è il tendenziale

superamento (denso di implicazioni)

della distinzione tra cartografia tecnica

e catastale; inoltre molti elementi che

nelle cartografie tradizionali hanno lo

scopo di rendere leggibile la carta non

sono più necessari in presenza

dell’ortofotopiano; infine l’indirizzo

(via-numero civico) svolge un ruolo

fondamentale per garantire la

localizzazione di un varietà di

informazioni tematiche anche non

dotate di componente spaziale.

La contestualizzazione del Reference

Data EtemII al caso veneziano ha portato

alla seguente configurazione

dell’infrastruttura di dati territoriale di

base (ITB) del Comune di Venezia (vedi

schema a in basso):

Le componenti dell’ITB sono

pertanto:

✓ il geodatabase cartografico

(cartografia di base strutturata per

oggetti territoriali),

✓ le chiavi territoriali normalizzate per

l’aggancio a database esterni

(indirizzo via-numero-civico e

riferimenti catastali sezione-fogliomappale-subalterno);

✓ l’ortofotopiano digitale;

✓ la mappa vettoriale

delle particelle

catastali.

La realizzazione di

ciascuna delle

componenti ha dato

luogo a specifici

sottoprogetti condotti in

parallelo ai fini di:

riorganizzare la

cartografia tecnica

numerica di base

esistente in database

cartografico comunale

(GeoDBC), secondo le

specifiche Intesa GIS

opportunamente

adattate al modello

concettuale prescelto (partner

tecnologico: Politecnica srl di

Padova), derivandone anche una

versione idonea alla rappresentazione

a livello regionale (GeoDBR) in

collaborazione con la Regione

Veneto;

✓ acquisire un ortofotopiano digitale a

scala nominale 1:2000 dell’intero

territorio comunale (partner

tecnologico: R.T.I. Geodetical snc di

Viterbo + Rossi srl di Brescia)

definire i flussi di dati e

delleprocedure organizzative per

l’aggiornamento sistematico del

GeoDBC, con il concorso dei diversi

uffici comunali interessati;

✓ informatizzare lo strato informativo

relativo alle particelle dei terreni, da

integrare successivamente nel

GeoDBC, in collaborazione con

l’Agenzia del Territorio (partner

tecnologico: AGS srl di Pesaro);

riallineare in modo mirato e

selettivo il GeoDBC / GeoDBR

sull’ortofotopiano (partner

tecnologico: Impresa Rossi Luigi srl,

attività in corso);

✓ normalizzare gli indirizzi contenuti

nei diversi archivi gestionali

comunali e in quello catastale

(partner tecnologico: Venis spa);

implementare le componenti dell’ITB

su Geo-DBMS, attivandone

l’aggiornamento e la connessione

con le diverse applicazioni gestionali

presenti in Comune (partner

tecnologico: Venis spa e altri da

definire).

Ruolo e caratteristiche

dell’ortofotopiano

Come si è visto sopra,

l’infrastruttura dei dati territoriali di

base costituisce le fondamenta su cui

si costruiscono gli altri insiemi di dati

geografici, il telaio per il collegamento

e l’integrazione di altra informazione

georiferita e fornisce anche

l’informazione di contesto per aiutare

la visualizzazione e quindi la lettura e

la comprensione del territorio. Questa

funzione di rappresentazione del

contesto è svolta precipuamente

dall’ortofotopiano e, nel nostro caso,

tale funzione è enfatizzata dal fatto

che il database cartografico è stato

limitato ad un set di entità territoriali

selezionate in quanto di base: si pensi,

a titolo esemplificativo, che, rispetto

alle 121 classi previste dalle specifiche

per i DB topografici dell’Intesa GIS, il

GeoDBC del Comune di Venezia ne

24

GEOmedia 2 2006


R EPORTS

Figura 1 - Geodatabase cartografico (Mestre)

Figura 2 - Ortofoto (Mestre)

Figura 3 - Geodatabase + ortofoto (Mestre)

Figura 4 - Catasto + ortofoto (Mestre)

Figura 5 - Geodatabase cartografico (Venezia)

Figura 6 - Ortofoto (Venezia)

Figura 7 - Geodatabase + ortofoto (Venezia)

Figura 8 - Catasto + ortofoto (Venezia)

GEOmedia 2 2006 25


R EPORTS

utilizza 59 e il GeoDBR della Regione

Veneto 68. Un’altra essenziale funzione

assegnata all’ortofotopiano, e alla

relativa ripresa aerea, è quella di

aggiornamento periodico del database

cartografico, in aggiunta

all’aggiornamento continuo (event

driven) previsto per l’edificato e la

viabilità. Questo spiega il motivo per

cui, essendo necessaria una scala

nominale 1:2000 (tenuto conto che tale

è l’accuratezza della cartografia

vettoriale comunale del territorio

urbanizzato, ad eccezione dei centri

storici di Venezia, Mestre e isole in

scala 1:500), si è fatto ricorso alla

ripresa aerea, anzichè a quella da

satellite, che allo stato attuale ancora

non consente le necessarie accuratezze.

I lavori per la realizzazione di un

ortofotopiano digitale alla scala

nominale 1:2000 dell’intero territorio

del Comune di Venezia sono stati

affidati, a seguito di gara, allo R.T.I.

costituito dalle ditte Geodetical snc di

Viterbo (capogruppo) e Rossi srl di

Brescia. Allo scopo di meglio

inquadrare il caso veneziano, è

opportuno richiamare da un lato la

specificità e varietà dei luoghi (la città

storica, l’ambiente lagunare, il polo

industriale di Marghera, la

conurbazione mestrina), dell’altro la

loro dimensione complessiva. La

superficie interessata era infatti di

ettari 41.316 così composti: Venezia

Centro Storico 800 ettari; Mestre e

Terraferma 13.028 ettari; Isole

dell’Estuario 2.186 ettari; Laguna

(acque) 25.302 ettari.

La copertura aerofotogrammetria per

la formazione dell’ortofotopiano è stata

realizzata nel Luglio 2004 ed il suo

inquadramento geometrico è stato

assicurato da un raffittimento della

rete GPS locale con errore di

situazione dell’ordine di ± 0,28 m ed

approssimazione altimetrica pari a ±

0,31 m. La dimensione del pixel al

suolo nell’elaborato digitale a colori

prodotto alla scala 1:2.000 risulta di

10 cm. Attraverso nuove opportune

campionature dell’immagine digitale a

colori sono state poi realizzate anche

delle sue versioni a scala più piccola

aventi dimensione del pixel al suolo

rispettivamente dell’ordine di 50 cm

ed 1 m.

Le figure dalla numero 1 alla 8

mostrano per Venezia e per Mestre

delle viste dell’ortofoto e del database

cartografico a scala 1:2.000, presi

singolarmente e in sovrapposizione.

Meritevole di segnalazione appare

l’accurato trattamento radiometrico

delle immagini digitali originali che

ha consentito di realizzare, nel

mosaico delle varie specchiature

d’acqua lagunare, aventi ciascuna una

propria risposta spettrale, il miglior

equilibrio cromatico dell’elaborato

ortofotografico a colori finale,

suscettibile di fornire peraltro anche

una più agevole lettura dei relativi

fondali.

Le ortofotomappe sono realizzate

secondo il taglio della cartografia

regionale in scala 1:2000 e rese

disponibili nei formati TIFF ed ECW

e, in questo formato, sono state

mosaicate nel continuo . E’ stato

Figura 9 - Laser Scanning con rappresentazione di colore dei punti ricavata da ortofoto

Figura 10 - Vista prospettica di Laser Scanning colorato con ortofoto

Figura 11 - Laser Scanning: vista di profilo sulla laguna

26

GEOmedia 2 2006


quindi sviluppato, in collaborazione

con Planetek Italia srl, un apposito

sito web per la consultazione

dell’ortofoto contestualmente al

database cartografico e ad altri

tematismi. Il sito (consultabile

all’indirizzo

www.comune.venezia.it/territorio/ortofoto.asp),

sfruttando la piattaforma Cart@net ,

consente di integrare le funzionalità

del prodotto Image Web Server per la

gestione di immagini di grandi

dimensioni e di connettersi a diversi

web services (come ArcIMS di ESRI,

GeoMedia di Intergraph, Mapserver

open source) per la consultazioni di

mappe vettoriali.

Semina di punti quotati e

ripresa laser scanner

Dalla ripresa aerea è stata

contestualmente restituita una semina

di punti quotati (al colmo, alla gronda

e alla base di ciascun corpo di

fabbrica) con un’approssimazione

dell’ordine di ± 31 cm circa, da

utilizzare in fase di

aggiornamento dell’edificato al

fine di attribuire l’altezza a

ciascuna unità volumetrica .

L’individuazione delle altezze

delle singole unità volumetriche

è stata realizzata utilizzando i

modelli stereoscopici orientati e

acquisendo un elemento lineare

costituito da tre punti (due nel

caso di coperture piane) rilevati

al colmo alla gronda e sul

terreno. Una successiva

elaborazione ha prodotto un

file testo dove sono riportate le

informazioni numeriche di ognuna

delle circa 150.000 entità

volumetriche.

Inoltre è stata realizzata per circa

800 ettari di territorio una ripresa

laser scanner, comprendente i centri

storici di Mestre e Venezia e le isole

di Murano e Burano. Il rilievo è stato

realizzato utilizzando il sistema

Topeye, apparecchiatura progettata e

realizzata dalla Saab Survey System, è

basato su scanner laser, GPS,

piattaforma inerziale e fotocamera

digitale a colori ad alta risoluzione.

Lo scanner laser, che può inviare a

terra fino a 7.000 impulsi al secondo,

ha rilevato con una risoluzione di

circa 4 punti per mq. la quota del

terreno e degli oggetti presenti sullo

stesso.

Il sistema GPS ha permesso di

associare le coordinate

planoaltimetriche a ciascun punto

rilevato dallo scanner laser. La

piattaforma inerziale ha consentito di

correggere tutti gli errori di assetto

dell’elicottero sia in fase di

rilevamento che in fase di

postprocessing dei dati. Si presentano

alcune immagini relative a tale ripresa

nelle figure 9, 10, 11 e 12.

La disponibilità di questi dati

consentirà di sperimentare l’utilizzo di

sistemi informativi geografici

tridimensionali, al fine di consentire

una migliore valutazione e

comunicazione da parte della Pubblica

Amministrazione locale delle

trasformazioni in atto sul territorio e

dell’impatto urbano dei piani e

progetti in programma.

R EPORTS

Autori

DOTT. PAOLO BARBIERI

Comune di Venezia

mail: paolo.barbieri@comune.venezia.it

PROF. MARIO FONDELLI

Università IUAV di Venezia

mail: m.fondelli@3fconsulting.it

LUIGI PROIETTI

Geodetical snc

mail: luigi.proietti@fastwebnet.it

PROF. MASSIMO RUMOR

Università IUAV di Venezia

mail: rumor@dei.unipd.it

Originale Laser Scanning con rapprentazione in classi di quota colore

GEOmedia 2 2006 27


R EPORTS

Il SIT del comune

di Rogliano

di V. Gagliardi, G. Martirano, L. Citino, P. Mastroianni

In una regione afflitta da molte

problematiche legate alla

gestione del territorio, il

Comune di Rogliano in

provincia di Cosenza (Calabria)

ha intrapreso una strada di

innovazione e di efficienza,

dotandosi di un S.I.T.

attualmente dedicato alla

gestione urbanistica ma

destinato in futuro ad

interessare molti altri aspetti

legati al territorio.

L’esperienza realizzata ha

dimostrato ancora una volta la

semplicità di utilizzazione di tale

tipo di strumenti anche da

parte di utilizzatori poco esperti,

evidenziando inoltre la

facilitazione di processi di

programmazione e pianificazione

territoriale, resa possibile

dall’aver fatto dialogare livelli

informativi diversi (cartografia

numerica catastale,

aerofotogrammetria, Piano di

Fabbricazione) in un unico

ambiente.

Ambiente GIS

Il S.I.T. è stato realizzato utilizzando

la tecnologia Intergraph ed in

particolare la versione 5.1 del software

GIS GeoMedia della cui licenza il

Comune di Rogliano era dotato. La

potenzialità dell’ambiente Intergraph

ha inoltre offerto la possibilità di

un’ampia personalizzazione mediante

lo sviluppo di diversi Custom

Commands generati per agevolare la

fruizione e l’elaborazione dei dati e

delle informazioni (rilascio del

Certificato di Destinazione Urbanistica,

Gestione Cantieri, e così via).

La cartografia

La realizzazione del Sistema

Informativo Territoriale e

l’automazione di alcune procedure,

quali ad esempio il rilascio del

Certificato di Destinazione Urbanistica,

si sono basati sui numerosi dati messi

a disposizione dell’Amministrazione

Comunale.

In particolare, la cartografia messa

a disposizione è consistita in:

38 fogli catastali (Terreni e

Fabbricati, per un totale di circa

8.000 particelle e 2.000 fabbricati) in

formato vettoriale (dxf / dwg). I fogli

di mappa, acquisiti presso l’Agenzia

del Territorio, risultano inquadrati

nel sistema di riferimento Cassini-

Soldner storicamente adottato dal

catasto italiano;

Rilievi aerofotogrammetrici in formato

raster (8 tavole alla scala

1:2000 e 10 tavole alla scala 1:5000)

risalenti al 1988, inquadrati nel

sistema di riferimento Gauss-

Boaga/Roma40;

3 ortofoto risalenti ad un volo del

2000/2001 fornite dalla Regione

Calabria ed inquadrate nel sistema di

riferimento Gauss-Boaga/Roma 40.

Alla cartografia sopra elencata si

devono aggiungere le tavole relative

allo strumento urbanistico vigente (il

Piano Di Fabbricazione) a suo tempo

redatto utilizzando il rilievo

aerofotogrammetrico in scala 1:2000

del 1988. Partendo da una situazione

quasi ideale per quanto riguarda

l’omogeneità delle scale di

rappresentazione della cartografia sia

di base che tematica, in quanto

cartografia catastale, rilievo

aerofotogrammetrico e tavole del P.D.F.

erano disponibili alla stessa scala, è

stata affrontata la problematica

relativa alla conversione dei dati

catastali nel sistema di riferimento

individuato per la realizzazione del

S.I.T.. Infatti, in accordo con l’Ufficio

Tecnico del Comune, si è deciso di

utilizzare i rilievi aerofotogrammetrici

e le ortofoto quale base per la

realizzazione del S.I.T.. Se, da un lato,

la base catastale permette di

identificare con validità legale ogni

lotto di terreno ed ogni fabbricato,

dall’altro lato i fogli catastali si sono

dimostrati non aggiornati. Il rilievo

aerofotogrammetrico (integrato con le

ortofoto) fornisce invece una visione

relativamente aggiornata del territorio

pur non riuscendo ad identificare

rigorosamente le aree non edificate. Di

conseguenza, si è preferito assumere il

rilievo aerofotogrammetrico come

cartografia di riferimento ed adattare

su di essa la cartografia catastale.

Naturalmente, poiché le differenze tra

cartografia catastale e rilievi

aerofotogrammetrici è dovuta alla

diversità delle proiezioni utilizzate per

rappresentare il territorio, si è

provveduto alla georeferenziazione dei

fogli catastali nel sistema di

riferimento Gauss-Boaga/Roma40. Tale

conversione è stata realizzata

sfruttando gli strumenti di conversione

tra sistemi di riferimento offerti

dall’ambiente Geomedia. Infatti, pur

non supportando il sistema di origini

(circa 800) adottate dal catasto

italiano al fine di limitare le

deformazioni di ogni singolo foglio a

valori accettabili, Geomedia prevede in

ogni caso la possibilità di utilizzare la

proiezione di Cassini-Soldner e di

definire sistemi di riferimento

personalizzati. A tal fine, note le

coordinate dell’origine di grande

estensione (Monte Brutto) per il

sistema catastale di interesse per la

maggior parte dei Comuni della

Regione Calabria, è risultato possibile

importare ognuno dei 38 fogli catastali

affidando agli strumenti di conversione

suddetti i processi di trasformazione

necessari. Il risultato della

sovrapposizione dei fogli catastali sul

rilievo aerofotogrammetrico e sulle

ortofoto è risultata, nei limiti delle

differenze tra i due sistemi di

riferimento, del tutto accettabile.

28

GEOmedia 2 2006


In fase di ultimazione dei lavori la

cartografia del S.I.T. è stata inoltre

arricchita dal rilievo

aerofotogrammetrico in formato

vettoriale (8 tavole alla scala 1:2000, 8

tavole alla scala 1:5000, 2 tavole alla

scala 1:10000) basato su un volo

2000/2001 e contenente aggiornamenti

alla data di Dicembre 2005.

R EPORTS

La Banca Dati

Completata la fase di

geoereferenziazione dei fogli catastali

in Gauss-Boaga/Roma 40 si è

provveduto all’importazione degli strati

informativi utili a fornire al Comune

di Rogliano tutti gli strumenti per una

completa gestione e pianificazione del

territorio e cioè:

Figura 1 - Catastale / OrtoFoto

Figura 2 - Catastale / Rilievo Aerofotogrammeterico (Scala 1:2000)

Piano di Fabbricazione (4 tavole in

formato raster)

Le finalità del S.I.T. hanno reso

necessaria la successiva

vettorializzazione di ognuna delle

tavole del Piano Di Fabbricazione, del

Piano di Recupero del Centro Storico

e della Carta della Stabilità, al fine di

consentire sia la generazione di

tematismi in base a diversi criteri che

l’intersezione spaziale con il vettoriale

catastale.

E’ stata realizzata utilizzando un

Data Base Access 2000. Nel corso

della fase iniziale della realizzazione

del S.I.T. sono stati convertiti anche i

dati degli archivi (catasto terreni e

fabbricati) gestiti dall’applicazione

CAT_2000, acquistata dall’Agenzia del

Territorio e quotidianamente utilizzata

dall’Ufficio Tecnico per la gestione di

pratiche che implicano la consultazione

dei dati catastali di tipo alfanumerico.

Gli elementi alfanumerici ottenuti

dalla conversione sono stati poi

importati e quindi resi disponibili,

all’interno del S.I.T., consentendo

l’accesso immediato a tutte le

informazioni alfanumeriche associate

all’elemento geografico

(particella/fabbricato). Un Data Base

Access 2000 è stato utilizzato anche

per la gestione automatizzata delle

Pratiche Edilizie (Certificati di

Destinazione Urbanistica, Lavori

Pubblici) ed anche in questo caso il

popolamento dei relativi archivi è

realizzato in ambiente S.I.T. attraverso

l’utilizzo di maschere appositamente

create e gestite da opportuni Custom

Commands.

Sviluppo dell’ambiente

Geomedia

L’ambiente di lavoro offerto dalla

famiglia di prodotti Intergraph

propone una interfaccia general

purpose sufficiente a soddisfare le

Piano di Recupero del Centro Storico

(1 tavola in formato raster)

Piano di Assetto Idrogeologico (in

formato vettoriale)

Contratto di Quartiere (1 tavola in

formato raster)

Piani Particolareggiati (3 tavole in

formato raster)

Carta della Stabilità (1 tavola in formato

raster)

Figura 3 -

Catastale /

Piano di

Fabbricazione

GEOmedia 2 2006 29


R EPORTS

esigenze di molti utenti. Nel caso in

cui si presenti la necessità di costruire

flussi di lavoro automatizzati o di

mettere in evidenza funzionalità non

rese interamente disponibili

dall’interfaccia originale, è possibile

realizzare delle personalizzazioni e

rendere disponibile all’utente delle

interfacce più user friendly. Il software

Geomedia, come d’altronde tutti i

prodotti della famiglia Geomedia,

permette lo sviluppo di applicazioni

attraverso l’utilizzo dell’ambiente OLE

Automation in ambiente Custom

Command e cioè modificando

l’interfaccia dell’ambiente GeoMedia

aggiungendo ad esempio menu per la

creazione di flussi di lavoro specifici.

Nella realizzazione del S.I.T. per il

Comune di Rogliano, al fine di

rendere disponibili una serie di custom

commands che hanno reso possibile

l’automatizzazione di procedure per la

consultazione/gestione dei dati, è stato

utilizzato l’ambiente di sviluppo

Microsoft Visual Studio 6.0,

importando le relative DLL attraverso

il tool GMC (Geomedia Command

Installer).

In particolare, sono state

implementate le seguenti funzionalità:

l’intersezione spaziale (calcolando in

automatico l’area di ogni intersezione)

della banca dati vettoriale catastale

con le diverse feature classes create

per rappresentare i diversi tipi di

vincoli (piano di fabbricazione, piano

di recupero del centro storico, ecc.). Il

risultato ottenuto, visualizzabile in

ambiente Geomedia attraverso una

MapWindow ed una DataWindow (Fig.

6), è contestualmente riportato nel

modello di Certificato di Destinazione

Urbanistico (in formato Word)

abitualmente utilizzato dall’Ufficio

Tecnico (Fig. 7). Il documento

rilasciato, individuato da una serie di

attributi (Num. Protocollo, Data di

Rilascio, e così via) risulta anche

inserito nel DataBase utilizzato per

l’archivio, consultabile sia per chiavi

di ricerca che per mezzo di testo

libero inserito dall’operatore. E’ inoltre

garantita la completa ed agevole

verifica dei risultati prodotti

dall’automazione realizzata.

Conclusioni e sviluppi futuri

Dalla volontà da parte

dell’Amministrazione Comunale di

Rogliano di soddisfare la richiesta da

parte dei cittadini di un miglioramento

delle procedure amministrative in

termini di efficienza e qualità, è

maturata l’esigenza di realizzare

un’applicazione GIS. E’ da sottolineare

come il risultato sia stato raggiunto

solo grazie al mix di tecnologie

avanzate per la gestione del territorio

e di lungimiranza politica da parte

degli Amministratori del ramo,

condizione indispensabile per uno

Interrogazione Banca Dati per

Particella/Fabbricato/Foglio

Gestione / Consultazione di tutti gli

attributi alfanumerici, forniti

dall’Agenzia del Territorio, per

Particella/Fabbricato (Fig. 4)

Gestione Cantieri

Consultazione archivio Cantieri

Consultazione Normativa Tecnica

Consultazione archivio Certificati di

Destinazione Urbanistica

Rilascio Certificato di Destinazione

Urbanistica (Fig. 5)

Figura 4 - Attributi Particella

In particolare, l’implementazione di

un custom command per il rilascio del

Certificato di Destinazione Urbanistica

ha consentito di ridurre notevolmente

i tempi necessari per la sua

compilazione, con conseguente

snellimento del carico di lavoro del

personale dell’Ufficio Tecnico, al quale

è infatti richiesta la compilazione di

una form, i cui parametri di input

sono stati definiti in base alle usuali

prassi di lavoro (Fig. 5). L’applicazione

realizzata provvede ad effettuare

Figura 5 - Form per il rilascio del Certificato di Destinazione Urbanistica

30

GEOmedia 2 2006


Figura 6 - Intersezioni calcolate per il rilascio del Certificato di Destinazione Urbanistica

sviluppo reale dei territori.

La soluzione adottata ha

soddisfatto pienamente le esigenze

dell’Ente che ha adesso a disposizione

un sistema informativo territoriale

capace di integrare tutti gli strumenti

necessari per svolgere le funzioni di

gestione, controllo e pianificazione del

territorio di propria competenza. In

quest’ottica diverse sono le possibili

estensioni che l’Ente sta

programmando: collegamento con

l’anagrafe e gestione tributi (ICI, ecc.),

realizzazione di un’applicazione

WebGIS grazie alla quale rendere

fruibili a tecnici e/o a semplici

cittadini i dati e le informazioni

contenute nel S.I.T., gestione reti

tecnologiche, manutenzione

infrastrutture e servizi di pubblica

utilità ed altro ancora.

R EPORTS

Autori

VITTORIO GAGLIARDI,

GIACOMO MARTIRANO (MiCE)

Via Pasquali 79 – 87040 Mendicino (CS)

Tel.: 0984.631949, Fax: 0984.631767

E-mail: v.gagliardi@mice.it,

g.martirano@mice.it

Figura 7 - Generazione del Certificato di Destinazione Urbanistica

LEONARDO CITINO (Comune di Rogliano –

Assessore all’Urbanistica)

PINO MASTROIANNI (Comune di Rogliano –

Ufficio Tecnico)

Via Municipio, 1 – 87054 Rogliano (CS)

Tel.: 0984-961001, Fax: 0984.961178

E-mail: utc.rogliano@libero.it

GEOmedia 2 2006 31


R EPORTS

9 a Conferenza

Italiana Utenti ESRI

La Conferenza Italiana

degli Utenti ESRI svoltasi

a Roma il 5-6 aprile si è rivelata

ancora un volta l’appuntamento più

interessante per chi come noi si occupa di

geomatica e dei suoi infiniti scenari di

applicazione. La varietà e la qualità degli interventi

ha permesso di sancire ancora una volta il successo

dell’iniziativa che è ormai giunta alla nona edizione

e lo sperimentato scenario in cui la Conferenza si è

svolta, l’Auditorium del Massimo, ha permesso poi

agli organizzatori di presentare un evento ben

studiato sia sul piano organizzativo e della gestione

degli interventi che su quello logistico e di

supporto ai presenti.

Il tema della nona Conferenza ESRI,

Geospatial Knowledge, ha inteso riaffermare

ed enfatizzare le esperienze della ESRI

Community nel processo evolutivo di

conoscenza del territorio grazie al GIS che,

come afferma Bruno Ratti presidente di

ESRI Italia:”…è strumento di intelligenza

capace di creare integrazione cognitiva tra

tutti i saperi necessari a misurare,

rappresentare, modellizzare i processi attivi

nel nostro spazio…”. La tecnologia GIS ha

ancora una volta riaffermato la sua

centralità nei processi decisionali, gestionali

ed organizzativi, inserendosi in dinamiche

via via sempre più specifiche, ampliando e

favorendo la diffusione di una più

consapevole e responsabile conoscenza

territoriale; allo stesso tempo, però:”La

pluralità di competenze necessarie per

affrontare le problematiche di intelligenza

territoriale determina la necessità di disporre

di strumenti di conoscenza diversificati”,

come afferma proprio Ratti.

Le sessioni tematiche, che hanno avuto

ovviamente come filo conduttore il GIS,

hanno spaziato attorno a vari argomenti che

comprendevano: Servizi al Cittadino e

Portali; Rischi Naturali, GIS e GPS; Ricerca

e Modelli per l’Urbanistica; Gestione

Emergenza e Protezione Civile; Geostatistica

e Marketing Territoriale; Ambiente e

Territorio; SIT e Governo Locale; Trasporti,

Mobilità e Infrastrutture; GIS e Turismo;

Valutazione, Impatto e Sostenibilità

Ambientale; Utilities: GIS e Asset

Management; Beni Culturali: Tutela e

Valorizzazione. E’ stato proposto durante la

Conferenza uno spazio dedicato ai Progetti

Internazionali: Sostenibilità, Sviluppo ed

Emergenza. Hanno affiancato le sessioni

workshops tematici dedicati a: Utilities: il

SIT nel Rapporto tra Autorità e Gestori; La

Patente Europea per il GIS: il Progetto

ECDL-GIS; Tecnologie Satellitari per il

Posizionamento di Precisione; Facility e

Property Management. Presente alla

Conferenza anche uno spazio dedicato alla

tecnologia affrontata sotto l’aspetto della

novità e della formazione con workshops

tecnologici e di approfondimento

esemplificati grazie a dei videocorsi.

La sessione plenaria, che ha piacevolmente

32

GEOmedia 2 2006

ospitato una gremitissima platea, ha

introdotto i partecipanti alle tematiche della

Conferenza tramite le parole di Bruno Ratti

ed ha gettato uno sguardo sugli scenari

della tecnologia ESRI ArcGIS, lasciando poi

spazio all’esperienza dell’Istituto Geografico

Militare ed all’impegno profuso per la buona

riuscita dei XX Giochi Olimpici Invernali di

Torino. I due anni di lavoro speso dall’IGM

per Torino 2006 hanno fornito un prodotto

finale specifico per la sicurezza del tutto

omogeneizzato, sia a livello dei sistemi

informativi dei vari produttori GIS che a

livello dei dati in possesso dei vari Enti

Territoriali.

Tra i workshops tematici da segnalare quello

dedicato alla patente europea per il GIS

(ECDL-GIS) presentato dall’AICA

(Associazione italiana per l’Informatica ed il

Calcolo Automatico) che ha illustrato la

presenza di una certificazione a livello

europeo in grado di rispondere alla sempre

maggior richiesta da parte del mercato del

lavoro di professionalità sempre più

specifiche.

Notevoli anche i risultati, nell’ambito delle

sessioni dedicate alla tutela dei beni

culturali, del progetto Archeomar. Il progetto

ha costituito uno strumento di conoscenza,

tutela e prevenzione del patrimonio culturale

sommerso nei fondali marini meridionali. Il

complesso lavoro è passato attraverso diverse

fasi comprendenti il censimento degli

archivi, la costituzione del GIS, la

rilevazione ed investigazione dei siti, l’analisi

e l’aggiornamento della base dati e la

divulgazione dei dati stessi. Sul prossimo

numero di GEOmedia un interessante

approfondimento sul progetto in questione.

Nell’area espositori, erano presenti alcune

delle più importanti e rappresentative

aziende legate al mondo del GIS e dell’ICT

e tutti i principali partners ESRI.

La due giorni dedicata al GIS è stata

inframmezzata dal tradizionale

appuntamento per socializzare: quest’anno

protagonista sul palco del Massimo è stata

Francesca Reggiani.

Nel box a fianco i premi assegnati alla 9°

Conferenza Italiana degli Utenti ESRI.

A cura della Redazione

Premi Sessioni 2006

• Comune di Roma

Il Nuovo Portale Cartografico online del Comune di Roma

• Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della

Protezione Civile

L’Area Rischio Sismico - Centro Funzionale del

Dipartimento della Protezione Civile

• Sviluppo Italia

ALADINO. Simply a Genius

• Corpo Forestale dello Stato

Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali

di Carbonio

• Poste Italiane

Il Sistema Informativo Territoriale per il Network degli

Uffici Postali

• Acquedotto Pugliese

Il SIT a Supporto della Supervisione e il Monitoraggio

dell’Acquedotto Pugliese

• NORDCOM S.p.A.

Localizzazione Flotta Ferrovie Nord Milano per il

Trasporto Pubblico Locale

• ANAS S.p.A.

Il Sistema Informatico del Catasto delle Strade di Anas

S.p.A.

• Comando Truppe Alpine

Il Sistema Informativo Meteonivologico e Territoriale del

Servizio Meteomont

• ARPA Lombardia

Indici per il Monitoraggio Paesistico di una Nuova

Infrastruttura Autostradale

• PROVINCIA DI MASSA CARRARA

Progetto GIS-Turismo Massa-Carrara

• United Nations – World Food Programme

GIS e Crisi Umanitarie

• FAO – Food and Agricoltural Organization of the United

Nations

Povertá e Denutrizione in Relazione alla Densitá di

Popolazione e alla Produzione Agricola: un Approccio

Geografico

• Joint Research Centre - European Commission

Il Sistema della CE MARS per la Previsione dei Raccolti e

le Esigenze GIS

• Università di Roma Tre

Posizionamento di Alta Precisione Finalizzato all’

Estrazione di DEM

• Università Mediterranea di Reggio Calabria

Stima dei Costi di Conservazione, Estimo Operativo,

Recenti Sperimentazioni

• Università “La Sapienza” di Roma

Microtopografia e Contestualizzazione di Manufatti Litici

Preistorici in ArcGIS

Premi Poster Session

• CNR IRSA

Procedura per l’Integrazione di Reti di Monitoraggio con

la Vulnerabilità.

• Politecnico di Bari

Sistema Informativo per i Beni Archeologici del Territorio

Comunale di Andria

• Università di Milano Bicocca

I GIS Come Strumenti di Valutazione, Valorizzazione e

Protezione dei Ghiacciai


Un piccolo “bozzo” per la tecnologia,

un balzo gigantesco per i topografi.

Sistema Trimble ® R8 GNSS

Aggiornato. Avanzato. Perfezionato.

E ancora in grado di entrare in

quella piccola cupola bianca e

lucida. Progettato per massimizzare

la flessibilità e minimizzare i tempi

di inizializzazione, il sistema

Trimble R8 GNSS vi consente di

essere sempre all‘avanguardia per

quanto riguarda le innovazioni dei

segnali, per un‘accuratezza e una

produttività sul campo superiori.

Combinando un design di sistema

testato e collaudato con una

tecnologia avanzata del ricevitore,

il Trimble R8 GNSS è un passo

avanti significativo per il settore

dei rilievi. In altre parole, siamo

riusciti a migliorare ciò che era già

il massimo.

Supporto GNSS

La tecnologia Trimble R-Track vi

permette di utilizzare sia i segnali

dell’evoluzione della tecnologia

GPS L2C e L5, che i segnali

GLONASS L1/L2. Più tracciamento

satellitare significa una maggiore

produttività sia oggi che in futuro.

Struttura collaudata

del sistema

È un prodotto Trimble, quindi avrete

sempre una tecnologia collaudata,

leggerezza, comunicazioni flessibili

e una struttura robusta. Fornisce un

funzionamento facile e senza cavi,

sia come base che come rover.

Collegatevi

Create una soluzione Trimble I.S.

rover completa aggiungendo un

prisma alla palina del vostro rover.

E, come tutti gli altri prodotti

Trimble, il sistema R8 GNSS si

inserisce immediatamente nel

Connected Survey Site Trimble.

Per scoprire quanto siamo arrivati

lontano e quanto lontano potete

andare anche voi, visitate il sito

www.trimble.com/gnss

©2006, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati.

SUR-085-D


R

EPORTS

Un sistema GIS o un sistema

catastale si compone di

molteplici fattori come tecnologie,

dati, progetti, sistemi e risorse

umane. Nello stesso modo i

sistemi complessi funzionano se

tutto l’insieme funziona, ma le

tecnologie e il fattore umano

sono alla base della riuscita di

ogni progetto. In questo articolo

viene presentato il sistema

sviluppato da Insiel Spa.

Il nuovo sistema sviluppato da

Insiel su piattaforma Intergraph

Geomedia Web Map per la

gestione integrata dei dati

amministrativi, cartografici e

catastali negli Enti Locali è

basato sui concetti di

interoperabilità web e di

cooperazione applicativa.

Un modello di

catasto

esportabile

a 360°

Insiel Spa

Automatizzare le funzioni di

consultazione dei dati catastali

per rendere più agevole la

loro esecuzione, collegarle a quelle del

Libro Fondiario nelle zone della

Regione Friuli Venezia Giulia soggette

al sistema tavolare e integrare le

informazioni catastali nei sistemi

informativi comunali per la gestione

del territorio e il controllo della

fiscalità. Sono queste alcune delle

caratteristiche del progetto di

completamento del CIM (Catasto

Immobiliare Montano) che Insiel spa

(INformatica per il Sistema degli Enti

Locali) con sede principale a Trieste,

su incarico della Regione Friuli

Venezia Giulia, ha realizzato e sta

sperimentando e che vedrà coinvolti

34 direzioni regionali, 219 Comuni, 4

Camere di Commercio industria e

artigianato, 5 Ater e 3 aziende di

promozione turistica oltre alle

amministrazioni provinciali e agli enti

funzionali regionali.

“L’esperienza del CIM – indica

Stefano De Capitani amministratore

delegato di Insiel Spa – punta ad

essere completata con nuovi strumenti

di aggiornamento e sarà estesa a tutto

il territorio regionale per dare vita ad

un sistema catastale regionale integrato

che consenta ai Comuni di utilizzare i

dati censuari e catastali

contestualmente ai propri dati:

anagrafe, tributi, piano regolatore”.

Il sistema per ora viene, infatti,

offerto solo alle Comunità montane e

viene alimentato da un flusso costante

di dati forniti dall’Agenzia del

Territorio ed è concepito in modo tale

da recepire a sua volta informazioni e

segnalazioni da parte dei Comuni per

arrivare ad ottenere una base di dati

corretta, aggiornata e coerente. L’iter

progettuale si articola a partire dal

2004 quando la Regione Friuli Venezia

Giulia stipula, con Insiel, una

convenzione che prevede la

realizzazione di alcune applicazioni

web per la visualizzazione e

l’integrazione dei dati catastali,

regionali e comunali, e l’avvio di

un’attività di sperimentazione presso

alcuni comuni della montagna.

Alle Comunità Montane viene

riservato un ruolo importante di

aggregazione, erogazione di servizi,

consulenza e informazioni, che si

concretizza con l’istituzione, presso

ciascuna, di un polo, concepito come

centro di competenza.

E per dare sostanza al progetto, nel

maggio 2005 viene firmato, invece, un

protocollo d’intesa tra l’Agenzia del

Territorio e la Regione Friuli Venezia

Giulia, più precisamente con la

direzione centrale pianificazione

territoriale, energia, mobilità e

Localizzazione di una posizione censuaria catastale sulla cartografia

infrastrutture di trasporto, servizio

sistema informativo territoriale e

cartografia. Questo prevede che, per

tutta la durata del protocollo,

l’Agenzia del Territorio fornisca i dati

catastali e censuari relativi a tutto il

territorio regionale, ogni tre mesi.

“La soluzione predisposta da Insiel –

prosegue De Capitani – prevede,

quindi, la realizzazione di un insieme

di applicazioni web intranet rivolte ai

funzionari degli enti locali e presenta

notevoli vantaggi: dall’aggiornamento

puntuale dei dati all’integrazione del

sistema catastale con tutte le altre

informazioni comunali, tributarie,

anagrafiche e simili” .

Il sistema è inoltre in grado di

visualizzare e integrare le informazioni

delle carte catastali, della carta tecnica

regionale numerica, dell’ortofotocarta e

di altri strati informativi territoriali,

quali ad esempio i piani regolatori

generali comunali. Per dare massima

34

GEOmedia 2 2006


Sovrapposizione della cartografia catastale sulla CTRN (Carta Tecnica Regionale Numerica)

Evidenza di una particella catastale

Localizzazione di una posizione ICI sulla cartografia

Integrazione di anagrafe e ICI con localizzazione sulla cartografia

garanzia di qualità dei lavori sui dati

cartografici catastali, Insiel ha

stipulato una convenzione con

Cartesio, centro di eccellenza in

materia, dell’università degli studi di

Udine e nel futuro prevede di

stipulare ulteriori convenzioni con altri

atenei regionali.

“Va aggiunto, poi, che per affrontare

al meglio il particolare contesto

regionale del Friuli Venezia Giulia –

chiarisce De Capitani - in cui sono

presenti, in diverse aree del territorio,

il catasto italiano e il catasto austriaco

o Tavolare, affiancato dal servizio del

Libro Fondiario, ( questione ereditata

dalla situazione storica degli ultimi

due secoli) il Protocollo d’Intesa

prevede l’istituzione di commissioni di

coordinamento e gruppi di lavoro, sotto

la regia della Regione e dell’Agenzia

del Territorio”.

Ad un lavoro articolato, complesso e

consistente sui dati, corrisponde,

sempre da parte di Insiel, lo studio, la

progettazione e la realizzazione di

applicazioni software per la gestione

dei flussi dei dati, il caricamento nei

database, la visualizzazione descrittiva

e geometrica, l’integrazione con i

database e le applicazioni tipicamente

comunali; il tutto in ambiente web,

secondo protocolli standard e in

un’ottica, la più moderna ed attuale,

di interoperabilità.

Le prime installazioni avverranno

tra pochi giorni presso il primo polo

di sperimentazione, ed a seguire sugli

altri poli presso le comunità montane.

Per comprendere nel concreto che cosa

offre il sistema, basti sapere che un

funzionario comunale potrà cercare

l’anagrafica di un cittadino, tracciarne

la situazione catastale e ICI, e

visualizzare sulla cartografia la

residenza e le proprietà. Viceversa,

partendo dalla cartografia, sarà

possibile selezionare un numero civico

ed ottenerne l’elenco dei residenti,

quindi proseguire con la ricerca delle

informazioni a questi associate presso

i vari database.

Naturalmente sarà possibile

realizzare interrogazioni, statistiche e

tematismi sui dati, rappresentandoli

anche sulla cartografia. Visualizzare ed

interrogare il piano regolatore generale

anche in Internet, realizzare un

certificato di destinazione urbanistica

ed altro ancora.

Un sistema made in Friuli Venezia

Giulia, grazie all’esperienza maturata

da Insiel in trent’anni di attività e al

personale altamente qualificato di cui

R EPORTS

GEOmedia 2 2006 35


R EPORTS

dispone. “Un modello Friuli – conclude

De Capitani – che può essere esportato

in altre regioni e che Insiel è in grado

di realizzazione in modo innovativo e

concreto, a vantaggio del territorio”.

Insiel, che ha visto l’acquisizione da

parte della Regione Friuli Venezia

Giulia del 52% della proprietà di

Insiel da Telecom Italia lo scorso

maggio, ha rinnovato anche la prima

linea aziendale e intende migliorare la

propria offerta verso la pubblica

amministrazione elevando il livello

qualitativo dei servizi in essere, oltre a

proporne altri innovativi. L’esperienza

del catasto immobiliare rientra fra

questi ultimi.

36

Consultazione del PRG (Piano Regolatore Generale) e redazione del CDU (Certificato di

Destinazione Urbanistica)

Localizzazione di un rifugio sulla cartografia e accesso al relativo sito web

La pagina iniziale del Visualizzatore Regionale

GEOmedia 2 2006

Scheda Aziendale

INSIEL - Informatica per il Sistema degli Enti locali

S.p.A. - nata nel 1974 con l’obiettivo di realizzare il

sistema informativo elettronico della Regione Friuli

Venezia Giulia, da oltre 30 anni studia, progetta e

realizza soluzioni informatiche per le Amministrazioni

Locali e la Sanità, collocandosi oggi come una delle

più importanti aziende del settore.

Tutte le attività di Insiel – siano esse specificamente

orientate all’informatizzazione delle funzioni tecnicogestionali

delle Pubbliche Amministrazioni Locali e

della Sanità pubblica oppure riguardino la fornitura di

servizi professionali, l’elaborazione dati, l’integrazione

sistemi o l’outsourcing - sono realizzate con l’obiettivo

strategico di ottenere l’efficienza nella gestione dei

processi ed il miglioramento della qualità dei servizi

resi al cittadino.

La produzione di software in tutte le sue accezioni e

la forte scalabilità – da singole installazioni on site

all’outsourcing completo - rendono l’offerta di Insiel

molto completa, innovativa e tecnologicamente

avanzata. Il patrimonio di competenze sviluppate in

oltre 30 anni di attività ha inoltre permesso

all’azienda di continuare ad operare per il

rafforzamento della posizione di leadership acquisita,

offrendo allo stesso tempo un’importante garanzia di

continuità.

La struttura societaria di Insiel vede oggi la Regione

Autonoma Friuli Venezia Giulia come azionista di

maggioranza con una quota pari al 98,5% (il

rimanente 1,5% resta nelle mani dell’Azienda per i

Servizi Sanitari n°4 “Medio Friuli”).

Il cambio di proprietà - avvenuto il 3 maggio 2005 in

seguito all’acquisizione da parte della Regione Friuli

Venezia Giulia del 52% della proprietà di Insiel da

Telecom Italia – ha portato con sé anche un

rinnovamento della prima linea aziendale che vede

Dino Cozzi in qualità di Presidente e Stefano De

Capitani come Amministratore Delegato.

Insiel ha sede principale a Trieste e uffici dislocati

sull’intero territorio nazionale – a Milano, Venezia,

Firenze, Roma, Napoli, Udine, Gorizia e Pordenone.-;

vanta oggi più di 1.500 Utenti – tra Regioni, Comuni,

Province, Consorzi, Aziende Sanitarie ed Ospedaliere,

etc. - che si avvalgono delle sue prestazioni

professionali e dei suoi prodotti.

Ma Insiel non è solo questo: il costante sforzo

innovativo dei processi e dei prodotti e l’elaborazione

di soluzioni che rispondano agli specifici bisogni dei

clienti sono punti fermi della sua politica. A questo

fine, Insiel investe una quota rilevante del proprio

valore aggiunto in attività di ricerca e sviluppo

attraverso i Laboratori nella sede centrale di Trieste,

nell’Area di Ricerca di Padriciano, nel Laboratorio di

Grafica e Settore Sanità di Udine e nel Laboratorio

Progetti Speciali di Gorizia.

Insiel, infine, è un’azienda con numerose partnership

industriali e commerciali attive con i principali

operatori dell’ICT a livello nazionale e internazionale,

con Università e Centri di Ricerca, oltre che con le

altre strutture di informatica pubblica.


GNSS, lo stato dell’arte in Italia

R EPORTS

EPORTS

Lo scorso 20 marzo si è tenuta presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi

di Roma “La Sapienza”, una giornata di incontro dal titolo “Reti di stazioni

permanenti GNSS e servizi di posizionamento per l’ e-government” organizzata

dall’Area di Geodesia e Geomatica diretta dal prof. M.Crespi.

L’apertura dei lavori è stata curata dal Prof. Enrico Rolle (Direttore del DITS)

che ha poi lasciato la parola, in qualità di chairman, al prof. Mattia Crespi che

ha presentato gli interventi della prima parte del convegno.

Tra i diversi chairmen che si sono alternati citiamo il prof. Ambrogio Manzino

del Politecnico di Torino, il prof. Fernando Sansò del Politecnico di Milano

nonché Past President della International Association of Geodesy ed il Dott.

Ludovico Biagi del Politecnico di Milano.

Gli interventi, di estremo rilievo sia per i contenuti che per il ruolo dei relatori

e delle istituzioni rappresentate, in ordine cronologico sono stati i seguenti:

• Le strategie dell’istituto Geografico Militare nel settore Geodetico -

Maggiore Generale Renato De Filippis (Comandante dell’Istituto

Geografico Militare)

• Agenzia del Territorio: iniziative, attività e sviluppi nelle reti permanenti

per l’e-gov - Ing. Carlo Cannafoglia (Direttore della Direzione Centrale

Cartografia, Catasto e Pubblicità Immobiliare)

• Rete di stazioni permanenti per la sperimentazione di servizi di e-government

- Ing. Antonio Bottaio (So.Ge.I. SpA)

• I servizi di posizionamento basati su reti di stazioni permanenti GNSS -

Fernando Sansò.

• Le reti permanenti GNSS ed il nuovo sistema di riferimento nazionale - Ing.

Renzo Maseroli (Istituto Geografico Militare)

• Il servizio di posizionamento della regione Lombardia - Dott. Roberto Laffi

(Regione Lombardia)

• Linee guida per la realizzazione di reti di stazioni permanenti di servizio -

Dott. Ludovico Biagi

• GPSLOMBARDIA: la prima rete di posizionamento a livello regionale - Ing.

Marco Scuratti (IREALP)

• Stato e prospettive della Rete Permanente per il tempo reale in Piemonte -

Prof. Ambrogio Manzino

• RESNAP-GPS: la rete GNSS sperimentale dell’Università degli Studi di

Roma “La Sapienza” - Prof. Mattia Crespi

• Le reti GNSS Leica nel Mondo - Ing. Sergio Padovani (Leica Geosystems)

A conclusione della giornata si è dato inizio alla tavola rotonda sullo stato dei

servizi di posizionamento GNSS in Italia che vedeva coinvolti nell’ordine del

Prof. Luciano Surace (Istituto Idrografico della Marina), il Gen. Renato De

Filippis, il Prof. Mattia Crespi, l’Ing. Carlo Cannafoglia e il Dott. Ludovico

Biagi.

La discussione è risultata abbastanza animata a testimonianza che gli intervenuti,

sia relatori che uditori, non avevano esaurito le energie e soprattutto

erano profondamente coinvolti nell’argomento trattato. Grande assente il

Geom. Piero Panunzi, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri, che

purtroppo per cause non precisate non ha onorato la platea della sua prevista

presenza, privandola così di un punto di vista autorevole sulla categoria che, a

ragione, si può definire l’utilizzatore primo di servizi di posizionamento satellitare.

Durante la tavola rotonda e durante il convegno in generale due le questioni

su cui sono nati scambi di opinione significativi. Uno riguarda l’adozione o

meno delle coordinate cosi dette IGb00 adottate nella maggior parte delle reti

sperimentali in ambito universitario, anche se forti sono i dubbi sull’adozione

o meno delle medesime in ambito civile e professionale, l’altro aspetto emerso

riguarda un appello che per inciso è partito dal prof. Surace e condiviso da

Sansò e dalla platea tutta, sulla necessità di istituire una authority indipendente

sui sistemi di riferimento geodetici e geo-cartografici, tema ripreso dal collega

Carlucci nell’editoriale dello scorso numero della nostra rivista.

Per chi volesse entrare nei dettagli degli interventi, basta scaricare i file pdf

dei medesimi all’indirizzo: http://w3.uniroma1.it/geodgeom/corsi-convegnieducazione/2006-03-20_RetiGNSS/2006-03-20_RetiGNSS.htm

A Cura della Redazione

GEOmedia 2 2006 37


I NTERVISTA

Da Istituto di Topografia e

Geodesia ad Area di Geodesia

e Geomatica all’Università

“La Sapienza” di Roma

Intervista a Marcello Gaeta topografo e tecnico di topografia

L’Istituto di Topografia e Geodesia

dell’Università la Sapienza di Roma

ha visto passare un’epoca in cui

numerosi innovazioni tecnologiche si

sono succedute. Ma l’effetto più

importante per le sue variazioni si è

avuto dalle varie Riforme

Universitarie che purtroppo nell’arco

di più di un secolo hanno portato

alla chiusura di un Istituto di tale

valore relegandolo oggi ad un Area

del Dipartimento di Idraulica,

Trasporti e Strade.

Da punto di riferimento dell’intera

topografia italiana all’epoca di

Boaga, si è passati attraverso la

perdita dell’istituzione e di una

scuola di tale valore in un periodo

che potremmo definire di cieco

oscurantismo. Oggi, gli sforzi in atto

da parte del nuovo corpo docente

stanno finalmente dando i risultati

attesi riportando la nuova “Area di

Geodesia e Geomatica” ad essere

di nuovo un punto di riferimento

per la misura della Terra ed oltre.

GEOmedia ha voluto intervistare

Marcello Gaeta, un tecnico di tale

Istituto, per comprendere come in

tale arco di tempo sia passata tale

evoluzione.

GEOmedia - L’ ex Istituto di

Topografia e Geodesia di Roma ha

rappresentato un punto di

riferimento italiano per la

topografia, la geodesia e, negli

ultimi tempi, per l’intero mondo

geomatico. Quali sono state le

cause e le modalità di questo

passaggio?

Marcello Gaeta - L’Istituto è stato

per molti anni sede o luogo di

riunione di importanti organizzazioni e

comitati scientifici nazionali ed

internazionali i cui membri

rappresentavano la massima

espressione della ricerca nel campo

della Topografia e della Geodesia,

quali ad esempio in Italia i Proff.

Cassinis, Boaga, Ballarin, Bartorelli,

Solaini, Morelli ecc.

Quando nel 1874 l’Istituto prese vita

si chiamava Gabinetto di Geometria

Pratica. Dopo pochi anni assunse,

modernizzandolo, il nome di Gabinetto

di Geodesia. Pur mantenendo nel

tempo la stessa sede, la denominazione

di quest’area scientifica è stata prima

sostituita con quella di Istituto di

Topografia e Geodesia ed è poi passata

nel 2005, a seguito delle profonde

mutazioni apportate dalle nuove

tecnologie, alla denominazione di Area

di Geodesia e Geomatica.

Il cambiamento di denominazione è

anche conseguenza del passaggio

evolutivo avvenuto tra quanti si sono

dedicati allo studio della misura del

grado e quanti, in virtù del graduale e

naturale avvento delle nuove tecnologie

(TPS/GPS, GIS e immagini satellitari),

hanno modificato e arricchito il

tradizionale approccio al rilievo,

mutando la vecchia scuola topografica

nella nuova scuola geomatica.

GEOmedia - Lei è entrato in

servizio negli anni ‘60. Ci saprebbe

dire quali erano le persone di

riferimento all’epoca prima del suo

ingresso? Sappiamo, ad esempio,

che suo padre era qui prima di lei.

Può raccontarci brevemente quale è

stato il loro ruolo e cosa hanno

rappresentato per l’Istituto?

M. G. - Credo che il primo Direttore

dell’Istituto sia stato il prof. Giovanni

Reina, ma io ho più notizie del prof.

Boaga e del suo predecessore il prof.

Cicconetti.

Di sicuro Boaga, grande matematico,

è stata una delle personalità più

importanti che ha diretto l’Istituto e

che, oltre all’aspetto legato alle

esperienze cartografiche nelle quali ha

portato avanti gli studi relativi al

perfezionamento dei riferimenti delle

coordinate nazionali, è riuscito ad

imporsi come un vero e proprio

accentratore di varie competenze

durante tutto il periodo della sua

direzione. A partire dagli anni ’50

Pallone aerostatico utilizzato per la prima ripresa aerea

di Venezia dall'IGM nel 1912

infatti, sono stati diversi gli enti, le

istituzioni o i personaggi del settore

che si sono riferite a lui per consulenze

sulle più svariante tematiche trovandolo

sempre interessato alle argomentazioni

che gli venivano sottoposte.

Si, mio padre, che mi piace ricordare

anche come un collega, era qui prima

di me ed è grazie a lui ed ai suoi

insegnamenti (che mi venivano

impartiti già da qualche anno prima)

che sono stato introdotto ufficialmente

in questo mondo nel 1964.

Già prima di questa data, comunque,

saltuariamente mi veniva assegnata una

squadra di studenti da istruire nella

pratica dell’uso degli opportuni

strumenti per l’esecuzione di rilievi

topografici. La mia opera veniva

richiesta quando il numero degli

istruttori era inadeguato al numero

degli studenti.

Il ruolo di istruttore veniva ricoperto,

oltre che dagli assistenti collaboratori

ufficiali del titolare della cattedra,

anche da assistenti volontari, molti dei

quali insegnavano negli istituti tecnici o

addirittura qualcuno ne era Preside. ll

prof. Enrico Vitelli, filosofo, uomo di

grande cultura e preparazione tecnica,

in particolare, era un funzionario del

Catasto.

Il clima prima di allora risentiva

parecchio dell’influenza del potere che i

docenti esercitavano nella conduzione

sia accademica che economica degli

Istituti.

38

GEOmedia 2 2006


Tacheometro 6 pollici acquisito il 18/10/1879

L’applicazione rigorosa dei

regolamenti ha di sicuro penalizzato il

riconoscimento del lavoro di mio padre

che, al di sopra delle sue competenze,

istruiva gli studenti all’uso degli

strumenti; una mansione che mio

padre svolgeva molto spesso e con

conoscenza, coscienza e passione senza

per questo nulla pretendere.

Fondamentale per la mia formazione

al di là del mero uso degli strumenti,

è stata la fortunata opportunità di

avere collaborato con i professori

Ubaldo Giannoni ed Errico Ferrara i

quali mettevano a disposizione mia e

di chi fosse interessato il loro sapere.

Essi infatti quasi sempre durante la

progettazione di ogni lavoro mi

rendevano partecipe, prendevano in

considerazione le mie osservazioni e

accettavano un’eventuale anche se raro

mio suggerimento…

Dopo il ’61, anno della la morte

del prof. Boaga, per molto tempo la

conduzione è stata affidata a docenti

che dirigevano già altri Istituti per cui

non c’è stata una sostituzione vera e

propria con un docente addetto ai

lavori. Tutto ciò ha portato ad un

indebolimento dell’Istituto e ad una

decadenza.

L’avvento del Prof. Valentino

Tomelleri (anche lui grande

matematico), a causa della brevità

della sua permanenza, non è bastato a

colmare le lacune che gli anni avevano

creato, per cui dopo il suo

trasferimento all’Università di Padova,

il nostro Istituto restava di nuovo

orfano e costringeva la Facoltà a

nominare docenti di altre discipline

che, purtroppo, non potevano

assicurare la stabilità di cui l’Istituto

aveva bisogno.

Dopo questo lungo periodo di

incertezze all’inizio degli anni ’80 il

ruolo di Direttore dell’Istituto (per

poco tempo a causa dell’avvento dei

Dipartimenti) è stato ricoperto dal

prof. Giuseppe Birardi, alto ufficiale

dell’IGM prima e docente all’Università

di Ancona poi, il quale ha avuto il

difficile compito di recuperare i resti e

riconsegnare alla nostra materia il

ruolo che gli spettava nell’ambito

dell’Università. Questo è stato possibile

grazie alla sua partecipazione

costruttiva ai vari Organi Accademici

che gli consentivano di riallacciare

contatti costruttivi con i suoi colleghi.

La Topografia finalmente ricominciava

a vedere riconosciuta la sua

importanza.

Dopo il pensionamento del prof.

Giuseppe Birardi alla guida dell’ormai

Area di Topografia e Geodesia è

succeduto il prof. Maurizio Barbarella,

anch’egli proveniente dall’Università di

Ancona, il quale con la sua attività

continuava a mantenere viva la figura

della Topografia nell’ambito

dell’Ateneo. Anche il prof. Barbarella

non ha avuto una lunga permanenza

all’Università di Roma; infatti dopo

pochi anni si è trasferito all’Università

di Bologna.

GEOmedia - L’Istituto ha

realizzato, durante questi anni,

numerose opere importanti

all’interno del campo della

topografia di precisione. Ci risulta

anche che siano state fatte delle

campagne di rilevamento a livello

nazionale. Cosa può dirc?

M. G. - Purtroppo la nostra materia

spesso viene applicata per monitorare

tutti quei fenomeni di carattere

particolare (smottamenti, frane, effetti

post-terremoto ecc.) che con il loro

progredire potrebbero scatenare

situazioni di grande pericolo. L’utilità

di tali monitoraggi consiste nel

permettere agli addetti ai lavori di

valutare, prevenire e gestire le

calamità che potrebbero generarsi.

Per questo motivo ad intervenire siamo

sempre pronti, come lo fummo

all’inizio degli anni ’70 nell’eseguire,

dopo il terremoto che coinvolse

pesantemente la città di Tuscania, i

rilevamenti in superficie e quelli delle

cavità sotterranee, utili a consentire al

Genio Civile di procedere per il

recupero della stessa città.

Ancora siamo stati pronti nel

monitorare, quando il movimento

tellurico era ancora in atto, gli effetti

del terremoto sulla frana di Caposele.

Ma vi sono anche applicazioni che non

implicano per forza questo tipo di

urgenza. Ricordo che mio padre mi

raccontava del suo contributo per la

realizzazione del rilievo dai sotterranei

della Basilica di San Pietro progettato

ed eseguito dal prof. Cicconetti.

Ricordo la livellazione per

l’acquedotto del Peschiera, ad esempio,

che il Prof. Aquilina ha effettuato con

la collaborazione di mio padre. Ancora

ricordo la livellazione sulla sommità

dei muraglioni del Tevere da me

effettuata negli anni ’60 unitamente a

mio padre ed il mio compianto amico

e collega Mario Evandri, che, ripetuta

nel tempo, doveva verificarne la

stabilità.

Questa livellazione, credo l’ultima,

non ha riguardato tutto il percorso ma

buona parte di essi.

Il progetto per il rilievo del

Colosseo promosso dal prof. Giuseppe

Birardi fu importante sotto molti punti

di vista. Ad esso hanno infatti

partecipato tecnici provenienti da

molte discipline scientifiche, compresa

la botanica.

I NTERVISTA

Stereocomparatore Zeiss acquisito il 29/12/1923

GEOmedia 2 2006 39


I NTERVISTA

Il prof. Birardi è stato il promotore,

insieme a istituzioni svizzere ed

austriache, di una campagna

fotoastronomica attorno al lago

Maggiore per la determinazione

dell’azimut astronomico per lo studio

della massa di Ivrea. Lo stesso Birardi

ha successivamente promosso una

campagna fotoastronomica anche su

tutta la parte a sud della Sicilia da

Mazara del Vallo a Siracusa. Ancora

Birardi ha partecipato alla

realizzazione della Geotraversa.

Molto importante fu il monitoraggio

del territorio che comprende le

sorgenti del fiume Sele, dove nasce il

ramo forse principale dell’Acquedotto

Pugliese. Il lavoro, il cui scopo era

quello di tenerne sotto controllo il

movimento franoso che lo interessa,

cominciò intorno agli anni ‘40 ed è

ancora oggetto di attenzione.

Personalmente ho avuto il privilegio di

vivere il graduale cambiamento

nell’esecuzione del lavoro stesso,

cambiamento dovuto all’utilizzo di

nuove tecnologie sempre più

sofisticate. Basti pensare a come,

inizialmente, il solo problema della

comunicazione coi collaboratori fosse

di fondamentale importanza per la

veloce e buona riuscita di un lavoro.

Per il monitoraggio si erano

realizzati, nella zona in frana, dei

pozzi profondi anche una decina di

metri e larghi un paio. Sulla sommità

era stata realizzata una corona di

cemento levigato e nella parte centrale

del fondo si era materializzato un

pilastrino che serviva per vedere il

comportamento della frana in

profondità rispetto alla superficie.

Una rete di pilastrini veniva istituita

Strumento a passaggio Salmoiraghi acquisito il

12/07/1914

su postazioni esterne alla frana, che i

geologi ritenevano stabili. Dei segnali

da traguardare, se non già esistenti,

venivano realizzati sul versante della

valle opposto ad ogni singolo

pilastrino. La posizione dei segnali era

studiata in modo che la linea

congiungente con il pilastrino passasse

per la corona del pozzo.

Su questo impianto si effettuavano

le operazioni di monitoraggio che

consistevano nel riportare sulle corone

dei pozzi le linee rappresentate dalla

congiungente pilastrino-segnale

(entrambi fissi).

Per questo il teodolite veniva

posizionato, con centramento forzato,

su un pilastrino e venivano collimati i

segnali fissi posti dall’altra parte della

valle, quindi si abbassava la visuale

del cannocchiale e si riportava,

datandola, la traccia sulla corona del

pozzo. Ovviamente questo lavoro

veniva effettuato da più direzioni in

modo da poter poi ottenere la

risultante del movimento franoso.

La ripetizione delle operazioni

effettuate in tempi successivi

determinava, in caso di movimento, la

nuova posizione delle tracce sulla

corona dei pozzi. Il confronto con le

tracce precedenti forniva l’informazione

sul movimento in superficie mentre

con l’ausilio di un filo a piombo si

arrivava alla determinazione del

movimento in profondità. All’inizio i

movimenti in certe zone del paese

erano talmente consistenti da

cancellare alcuni pozzi. Gli ultimi

rilevamenti come già accennato, sono

stati invece effettuati con l’impiego

del GPS.

Inutile dire come l’intera procedura

si sia svolta in maniera più veloce,

semplice ed assolutamente meno

vincolante. Insomma, è evidente il mio

compiacimento per avere vissuto e

fruito di questi cambi di tecnologie.

La radio trasmittente portatile, il

distanziometro, il GPS sono tutti

elementi che appartengono senza

dubbio all’evoluzione tecnologica

necessaria a questo mestiere. Si è

forse perso qualcosa a livello di

inventiva, è vero, ma d’altra parte gli

avanzamenti di cui si è goduto sono

stati veramente utili e necessari.

GEOmedia - Nello stesso Istituto

sono state realizzate opere famose

anche prima della sua venuta,

parlo dei primi del ‘900. Ad

esempio il lavoro per l’ortofotopiano

di Venezia, ad esempio. Cos’altro fu

fatto? Ha delle testimonianze

dell’epoca?

M. G. - Le foto scattate dalla

mongolfiera a Venezia intorno al 1910

probabilmente non sono state

realizzate dall’Istituto di Topografia

ma forse dall’IGM. Mi rallegro,

comunque che la nostra Area possieda

un così importante documento. Oggi

grazie all’ausilio delle foto aeree e

satellitari l’ortofotopiano è assai più

dettagliato ma rimane ancora

interessante, per un occhio esperto,

confrontare la qualità delle immagini

di quasi un secolo fa con quelle

attuali, per notarne le differenze.

GEOmedia - Abbiamo stimato che

in questo Istituto siano passati tra

gli anni ‘60 ed il 2000, contandone

100 all’anno, circa 5000 studenti:

quanti di loro sono poi

effettivamente finiti a fare il

mestiere del topografo?

M. G. - Più o meno direi che tra

gli studenti che avevano la topografia

nel piano di studi e quelli che hanno

invece discusso una tesi inerente a

questa materia, soltanto di recente,

alcuni di loro hanno poi trovato

un’occupazione legata in qualche modo

alla topografia.

Attualmente, poi, anche se non con

ricercatori veri e propri ma con

Orologio a pendolo con secondo

siderale acquisito 31/10/1881

40

GEOmedia 2 2006


Non Evoluzione. Rivoluzione

Presentazione di Trimble S6.

Il tempo di un topografo è subissato da

più richieste ed esigenze che mai. Così

quando ci avete chiesto migliori prestazioni,

maggiore precisione ed estrema

versatilità, vi abbiamo ascoltato. Trimble

S6 rappresenta una rivoluzione nella tecnologia

del rilievo topografico.

Trimble S6 include gli ultimi progressi

tecnologici, portandovi funzionalità

potenziate e ancora più dinamiche.

SENZA CAVI

La batteria interna e la radio integrata

rendono completamente privi di cavi

sia lo strumento sia il rover robotico. La

batteria intelligente consente sei ore di

autonomia nel modo Robotico.

MAGDRIVE

Silenziosi servomotori elettromagnetici

ad azionamento diretto offrono velocità

e precisione ineguagliate.

MULTITRACK

Coniuga l‘inseguimento dei prismi passivi

con l‘identificazione delle mire attive,

per flessibilità e prestazioni eccezionali.

SUREPOINT

La correzione automatica del puntamento

consente di avere le misurazioni più

precise, anche in condizioni difficili.

Provate adesso il nuovo Trimble S6.

www.trimble.com/revolution

ASSOGEO S.r.l.

Via Brodolini, 10/F

20049 Concorezzo (MI)

Tel. 039-628011

www.assogeo.com

©2004, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati.

Trimble è un marchio di Trimble Navigation Limited, registrato nell’Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti. SUR-076

www.trimble.it


I NTERVISTA

borsisti e collaboratori esterni, si porta

avanti la ricerca all’interno dell’Area,

cosicché le esperienze di lavoro anche

fatte sul campo possano far parte del

bagaglio di conoscenze di chi ha

frequentato questo luogo. Le attività

quindi sono sempre in fermento ed

anche in questo momento, nel quale

siamo impegnati nel monitoraggio di

alcuni vulcani, il lavoro non manca.

E il lavoro non mancherà di certo,

fintanto che di fronte ad un nuovo

strumento o un nuovo mezzo si

cercherà di ottimizzarlo; bisogna

cercare di chiedersi sempre cosa si

può riuscire a fare con esso. Io

guardo gli effetti: in base ad essi

cerco sempre di spingere lo strumento

fino alla resa ottimale. Solo avendo

continuamente curiosità questa materia

potrà evolversi ancora.

GEOmedia - Come venivano

svolte le esercitazioni prima della

riforma universitaria degli anni

‘80?

M. G. - La riforma degli anni ‘80

prevedeva la costituzione di

dipartimenti formati dal

raggruppamento di più Istituti,

pertanto l’organizzazione delle

esercitazioni non aveva comportato

variazioni. Infatti, didatticamente ciò

che si faceva come Istituto si è

continuato a fare come Area di

Topografia. Le variazioni significative,

invece, si sono avute diversi anni

prima, cioè quando non è stata più

riconosciuta la figura dell’assistente

volontario. Ciò ha comportato una

drastica riduzione degli istruttori

sottraendo così molto tempo utile che

sarebbe stato necessario per un più

completo svolgimento delle

esercitazioni.

Infatti gli studenti in origine, cioè

quando vi erano ancora gli assistenti

volontari, venivano istruiti all’uso

corretto ed appropriato degli strumenti

con i quali eseguivano poligonali e

rilievi completi di piccole aree, per lo

più vicine alla Facoltà, partendo anche

dalla georeferenzazione del punto di

partenza della poligonale con il

metodo della intersezione multipla

inversa. I dati venivano poi da loro

processati e cartografati. In pratica

venivano condotti alla costruzione

della carta topografica.

Dalle esercitazioni che gli studenti

agli inizi del ‘900, avevano effettuato

ne è scaturito un lavoro, a mio avviso

molto pregiato, rilevando in modo

Fotomosaico di Venezia eseguito dall'IGM nel 1912

molto dettagliato l’area dei Fori

Imperiali compresi tutti i reperti

archeologici visibili. Questo lavoro è

stato pubblicato dall’IGM nel 1911

con il nome di MEDIA PARS URBIS.

Oggi le esercitazioni, naturalmente,

tendono a far conoscere e praticare gli

strumenti e le apparecchiature di

nuova generazione come ad esempio le

total stations, i GPS, i livelli digitali

elettronici (i quali interpretano un

codice a barre impresso sull’acciaio

invar delle stadie). In laboratorio gli

studenti vengono istruiti al

processamento dei dati o

all’interpretazione e il trattamento di

immagini satellitari o riprese aeree per

la costruzione di carte topografiche.

Ritengo che per poter avere una

conoscenza profonda nel campo di cui

ci occupiamo sia utile conoscere il

funzionamento dei vecchi strumenti e

le tecniche di rilievo di qualche tempo

fa. Conoscere il concetto di angolo,

per esempio, e di come esso si ricava,

al di là della tecnologia digitale che

facilita tutto il lavoro, è utilissimo.

Saper tracciare l’angolo col goniometro

potrà sembrare banale e obsoleto,

certo, ma è comunque una delle

conoscenze che sarebbe bene avere

acquisito.

Queste elementari conoscenze, a mio

avviso, aumentano la sensibilità di chi

opera e di chi progetta.

GEOmedia - Ha ricordo di un

aneddoto, di una situazione

particolare, della quale è stato

testimone in questi anni?

M. G. - Di aneddoti ce ne sono

stati tantissimi ma quelli che

preferisco ricordare sono quelli

accaduti a livello umano, quelli legati

alle persone con le quali ho diviso e

condiviso, nel bene e nel male, per

molti anni situazioni talvolta divertenti

e talvolta preoccupanti.

Poiché la Topografia si pratica

prevalentemente fuori sede ed in tutte

le stagioni, è facile intuire come per

questo si possano creare situazioni

particolari. Situazioni di diversa

natura erano legate al luogo scena

delle operazioni. Ad esempio si

passava dall’incanto di panorami

bellissimi (operazioni topografiche che

si svolgevano in montagna oppure al

mare) alla necessità di dover lavorare

in cavità sotterranee (gallerie, cunicoli,

fungaie, scantinati ecc.) ma in

entrambi i casi le possibilità che si

potessero creare situazioni di pericolo

erano sempre presenti.

Le situazioni legate alle stagioni,

invece spesso creavano stati di disagio,

come ad esempio, lavorare in inverno

quando fa molto freddo non è certo

piacevole, come non è piacevole

lavorare d'estate quando il sole non

da tregua. A proposito del freddo

ricordo di quella volta in cui mi

trovavo in un campo agricolo sulle

colline prospicienti il mare Adriatico

nei pressi di Porto San Giorgio (la

finalità del nostro lavoro era quella di

posizionare in mare mediante

l’intersezione di due azimut una

piattaforma sonda per la ricerca

petrolifera). Avevo messo in stazione il

mio teodolite, trovando difficoltà ad

infiggere nel suolo i puntali delle

gambe del treppiede a causa del gelo,

e mi ero messo in attesa dell’arrivo

della piattaforma. Durante il giorno

con l’aumentare della temperatura il

terreno man mano perdeva la sua

durezza costringendomi, per motivi di

stabilità, ad affondare sempre più il

treppiede nel suolo. Poiché tra l’attesa

e il posizionamento della piattaforma

42

GEOmedia 2 2006


era passato molto tempo, si era fatta

sera e la temperatura si era

notevolmente abbassata per cui il

terreno si era di nuovo gelato

imprigionando il treppiede. Tanto forte

era la stretta del gelo che nel

recuperare il treppiede uno dei puntali

si è strappato ed è rimasto sotterrato

nel campo. Si pensi alla sofferenza di

chi come noi doveva rimanere

comunque sul posto senza la

possibilità di andare a cercare rifugio

dal freddo. Per fortuna tutto ciò

accadeva nelle Marche dove ho avuto

modo di sperimentare la squisita

ospitalità dei marchigiani: quel giorno

alle 6:30 del mattino mentre ero in

attesa della piattaforma e che la

nebbia si diradasse, venni notato dal

contadino che aveva casa li vicino, il

quale impietosito dalla mia condizione

mi ha invitato in casa e gentilmente

mi ha offerto una ricca colazione a

base di pane, salame e vino. Posso

garantire che malgrado l’orario, il

tepore della casa e gli alimenti offerti

avevano un valore notevole. Ricordo il

grande caldo sentito durante un rilievo

a Brindisi dove il mio collega Mario

Evandri che aveva occupato una

stazione alla fine di un molo fu colto

da insolazione. Mi ricordo ancora di

quando dovevamo georeferenziare un

natante che munito di ecoscandaglio

rilevava delle linee batimetriche nella

zona dell’Adriatico compresa tra

Termoli e Chieti. Ebbene il mio

compito era quello di occupare

stazioni già definite lungo quel tratto

di costa per dirigere il natante

sull’allineamento che si creava a

seguito di impostazione azimutale. Il

tratto da percorrere era molto lungo,

le stazioni erano relativamente poco

distanti tra di loro. Dopo poche

stazioni lasciavo alle mie spalle gli

ultimi bagnanti e da solo, sull’arenile,

con una scarsa provvista di acqua,

carico della strumentazione procedevo

con fatica nell’esecuzione della mia

funzione. Il tempo passava, il sole

saliva picchiando e la temperatura

aumentava, la sete cresceva e io

soffrivo. Ancora non so, a distanza di

anni, definire la sensazione che ho

provato di fronte alla vista della

trasparenza, della pulizia, della

freschezza dell’acqua del mareperché

la sua vista sembrava una

provocazione, infatti nelle mie

condizioni non potevo berla e per

ragioni di tempo non potevo

rinfrescarmi. Però un avvenimento mi

ha senza dubbio colpito: mentre mi

dirigevo verso l’ennesima stazione ho

visto nel mare come una chiazza di

olio, ma il continuo e rapido cambio

di forma e direzione mi faceva

escludere che tale chiazza fosse olio. A

togliermi questo dubbio è stato lo

spuntare improvviso dall’acqua di

grossi pesci che saltando si andavano

ad immergere nel mezzo della chiazza.

Certamente si trattava di un branco di

sardine che sono servite anche come

pasto di probabili tonnetti. Ritengo di

avere assistito ad uno spettacolo della

natura che non è dato a vedere

facilmente.

GEOmedia - Il topografo oggi,

quali scenari intravede per la

professione e qual è, secondo lei, la

situazione attuale?

M. G. - Conosco pochi topografi.

Alcuni di essi sono molto attenti e

ben organizzati che vanno avanti

aggiornandosi e trovando di

conseguenza una propria collocazione,

altri sono forse meno attenti e pur

provandoci, non trovano davanti a loro

un futuro così brillante in questo

campo. La nostra è una materia che

purtroppo in passato è quasi sempre

stata presentata in maniera ostica, il

che ha portato a far ignorare la

potenzialità di informazioni utili per

tanti settori tecnici e scientifici.

Informazioni che spaziano dalla

costruzione delle carte al controllo del

territorio, non trascurando le

informazioni utili per la conservazione

dei monumenti (fotogrammetria) e

ancora i monitoraggi che si effettuano

su edifici con segni di dissesto

(livellazioni geometriche di alta

precisione), monitoraggi che

consentono di prevedere situazioni di

pericolo e quindi di provvedere in

anticipo alla soluzione adatta per la

sicurezza.

Il topografo, comunque, rimane una

figura indispensabile che difficilmente

sparirà. Sia che ci

si trovi in un

cantiere oppure

che si abbia a che

fare con fenomeni

naturali, come è

successo a noi per

il terremoto di

Tuscania dove ci

siamo ritrovati a

monitorare il

sottosuolo, noi

saremo sempre là

a continuare a

fare, magari

silenziosamente, il

nostro lavoro.

I NTERVISTA

A cura della

Redazione

Teodolite Gigas con camera per fotografare i cerchi

Tachigrafometro Fennel Cassel acquisito il 30/06/1888

GEOmedia 2 2006 43


T UTORIAL

5 a Parte

Sia questo articolo che

quelli che seguiranno, sui

più diffusi programmi di

elaborazione dei dati GPS

circolanti in Italia, non vogliono

essere né sono un manuale

d’uso. Lo scopo di questi articoli

è quello di mettere in risalto le

funzionalità del programma

recensito sulla base di quanto

esposto nell’articolo, dello steso

autore, dal titolo “L’elaborazione

dei dati GPS” pubblicato sul n°

2 2005 di Geomedia e quindi è

visto solo sotto l’aspetto della

elaborazione dei dati GPS e della

loro compensazione.

Tutorial GPS

I programmi Pinnacle e

Tools Office Software

di Topcon

di Vittorio Grassi

Caratteristiche generali

del programma PINNACLE TM

Caratteristiche generali del programma TOOLS TM

Il software Pinnacle TM della TOPCON è un programma

completo per il trattamento dei dati sia GPS che GLONASS e

gira su piattaforma Windows 95/98/2000/XP o NT. E’ stato

progettato per supportare tutte le fasi del rilievo GPS sia

ricevitori a singola che a doppia frequenza e permette di

pianificare, elaborare, analizzare e trattare tutti gli aspetti delle

misure effettuate con il GPS.

Il programma e l’help in linea sono in inglese ed i manuali

d’uso sono sia in inglese che in italiano. Il manuale in italiano

è abbastanza chiaro con termini sufficientemente corretti.

Pinnacle TM è un software di post-elaborazione basato sul

concetto “Pianifica ed Esegui”. E’ possibile progettare

graficamente la rete ed identificare i “canali” per ricevere i

dati. Poi, cliccando sul pulsante “Make”, il software eseguirà

quello che è stato pianificato.

I canali per importare i dati possono essere scelti fra tutti i

media accessibili dal computer, compreso Internet, linee

telefoniche, porte seriali e parallele, e file del computer (disco

rigido, floppy, CD ROM, ecc...).

Come già detto altre volte usare un programma in

automatico non è l’ideale per una buona elaborazione dei dati

per gli inconvenienti già segnalati in altre occasioni. Quindi è

bene non utilizzare il pulsante “Make” né la finestra “Wizard”.

Il modulo Pianificazione, attraverso una serie di utili

informazioni (visibilità dei satelliti, numero dei satelliti,

geometria satellitare, sky plot ecc.), indica in anticipo qual’è il

momento più adatto per effettuare un rilievo. In particolare è

possibile:

• vedere quali satelliti sono visibili nella zona scelta

• sapere quale è il numero totale di satelliti disponibili GPS +

GLONASS

• conoscere l’azimut e l’elevazione dei satelliti in quella zona

• vedere in quale ora la precisione nel rilievo potrebbe diminuire

• inserire graficamente degli ostacoli presenti nella zona e vedere

cosa cambierà nel rilievo

Pinnacle TM fornisce numerosi strumenti per visualizzare i

contenuti dei progetti.

Inoltre, tutte le funzioni e le interfacce utente sono basate su

semplici strumenti grafici e sul trascinamento o sul click del

mouse. Molte funzioni o visualizzazioni possono essere attivate

in finestre “secondarie” ed elaborate simultaneamente.

Pinnacle TM ha potenti generatori di elaborati, che possono

essere facilmente personalizzati. Gli elaborati possono essere nei

formati testo, binario e HTML.

Il motore di Elaborazione supporta oltre al classico rilievo

Statico, Stop and Go, Statico Rapido e Cinematico (con

risoluzione delle ambiguità On the fly).

Può elaborare qualsiasi combinazione di dati a singola e doppia

frequenza sia GPS che GLONASS separatamente o

congiuntamente.

L’elaborazione ai minimi quadrati sia dei dati statici che

cinematici consente tempi di occupazione brevi e rende

l’elaborazione poco sensibile ai salti di ciclo, giacché essi

vengono riparati con buona efficacia.

Il programma sceglie automaticamente i parametri di

elaborazione per ciascuna sessione. Ciò gli permette di gestire

in modo discrezionale occupazioni lunghe e linee di base molto

lunghe (>200 km). Questa opzione è molto discutibile per cui si

raccomanda di decidere volta per volta i parametri da utilizzare

e non lasciare mai la decisione al programma che, per quanto

possa essere “intelligente”, non può (né potrà mai) sostituire la

mente umana.

Funzionalità del programma e commenti

Lanciato il programma in maniera manuale, creata la

directory dove memorizzare il progetto, si crea una nuova rete

ed apparirà una finestra grafica divisa in tre colonne (fig. 1): la

colonna di destra “Raw Data Sessions” serve per contenere i

dati grezzi della sessione; la colonna “Solutions“ conterrà le

soluzioni delle linee di base, mentre la colonna “SubNets” è

dedicata alla rete.Il programma elabora solo i dati provenienti

da strumenti Topcon. Per poter calcolare dati RINEX provenienti

da atri strumenti occorre che ci

siano anche dati di strumenti

Topcon che coprano le stesse

sezioni di misura. Questa

protezione complica non poco la

vita di chi vuole elaborare dati

provenienti da ricevitori diversi

da quelli della casa specialmente

se sono state eseguite diverse

sessioni di misure.

Figura 1

44

GEOmedia 2 2006


Si prosegue quindi importando i dati (fig. 2): in A si nota la

finestra che serve per l’importazione dei dati ed una volta dato

il comando “Apri” appare una nuova finestra B che contiene i

dati da scaricare nella rete ma che ancora non sono stati

importati. Quindi, se necessario, si continua l’importazione ed

una volta terminata questa fase si dà il comando “Start” per lo

scarico dei dati nella rete.

In pochi secondi i dati vengono analizzati e trasferiti. Se

tutto è andato bene in porto apparrà la finestra (fig. 3), in

fondo alla quale, c’è un breve resoconto dell’operazione eseguita

ed, eventualmente, correggere gli errori.

T UTORIAL

Figura 5

Figura 2

Figura 3

Chiudendo la finestra di “Import” si vedrà che nella colonna

“Raw Data Sessions” è comparsa la scheda “Session” aprendo

la quale è possibile avere una serie di informazioni molto utili:

i satelliti osservati, l’analisi dei dati grezzi (fig. 4a), le epoche,

le proprietà del punto e quelle della sessione, l’esportazione dei

dati in formato RINEX ed un rapporto scritto (fig. 4).

Il programma mostra tutte le linee di base possibili e non

solo quelle indipendenti. Questo è un inconveniente, già

lamentato in altri programmi, che può ingannare un utente

poco esperto in quanto lo può portare ad elaborare tutte le

basi mentre il motore di calcolo di Pinnacle non è concepito

per eseguire un calcolo multibase e multisessione. Per cui

l’utente, prima di procedere nei calcoli deve procedere ad

eliminare tutte le basi correlate.

Prima di iniziare il calcolo delle linee di base bisogna

trasportare, con il mouse, i dati grezzi nella colonna “Solution”

ed apparirà la finestra (fig. 6) che permette di scegliere il

motore di calcolo tra Statico, Stop and Go e Cinematico.

Inoltre, selezionando la scheda “Engine“ (fig. 7) è possibile

scegliere i parametri di calcolo da assegnare a “Static Solution”

tramite il pulsante “Properties”.

Figura 4

Figura 4a

Figura 6 (a sinistra), Figura 7 (a destra)

Oltre allo strumento del grafico per i dati grezzi, Pinnacle

offre anche potenti mezzi per la presentazione grafica dei

parametri di navigazione, delle osservabili del ricevitore e le

informazioni connesse per un massimo di quattro particolari

occupazioni alla volta.

Questo strumento grafico, chiamato “Grafico dei dati grezzi”,

consente all’utente di visualizzare non solo ciascuna

osservabile “base” GPS e, o GLONASS, ma anche numerose

loro combinazioni algebriche. L’uso di questo strumento, che

all’inizio può sembrare un po’ complicato, è di una utilità

immensa e se ne raccomanda fortemente l’uso.

Tornando alla fig. 4 è possibile selezionare l’opzione

“Network View”, nella prima colonna di sinistra, per

graficizzare la rete (fig. 5).

Static Engine contiene 5 schede: “Mode”, GPS, GLONASS,

Advanced e Troposphere.

“Mode” ha 3 riquadri. In “Process Mode” è possibile scegliere

il modo di elaborazione che per default è Auto (si consiglia

lasciare così in quanto si dà la possibilità al programma di

scegliere automaticamente la soluzione migliore) oppure

elaborare le linee di base con L1 ed L2 , solo L1, solo L2, solo

codice, Wide Lane (L1-L2), Narrow lane (L1+L2), VLBI che

serve per il calcolo di lunghissime linee di base, L1c per

l’elaborazione “Iono Free” float, L1+L2c per l’elaborazione

“Iono Free” fixed ecc. ecc.; Nel riquadro “Nav. System” si può

decidere se usare solo i satelliti GPS, solo i GLONASS o

entrambi; in “Option” si può modificare l’angolo di elevazione,

il numero massimo delle iterazioni, la convergenza, il fattore

“Contrast” che il programma usa per la risoluzione delle

ambiguità, ecc. ecc.

GEOmedia 2 2006 45


T UTORIAL

Le schede “GPS” e ”GLONASS” permettono una selezione

molto ampia dei segnali provenienti dai rispettivi satelliti e da

utilizzare nei calcoli.

Le schede “Advanced” (fig. 8) e “Troposphere” (fig. 9)

rivestono una grande importanza in quanto consentono

moltissime scelte che un utente esperto può eseguire purchè

conosca l’esatta influenza di ciascun parametro nel calcolo delle

ambiguità.

Figura 8 (a sinistra), Figura 9 (a destra)

Oppure è possibile vedere i risultati vettore per vettore nella

finestra “Vector result” (fig. 12) attivabile dal menu “Vector”

della colonna “Solutions”.

Come si può notare la finestra

ha 6 schede con le quali è

possibile vedere varie

informazioni tra cui, forse la più

importante è quella mostrata in

figura dalla quale si desume, a

destra: il numero delle misure

disponibile e quelle utilizzate nel

calcolo, il numero complessivo

delle ambiguità da risolvere e

quelle risolte, lo s.q.m. dei

residui ed il valore “ratio”; a

sinistra il motore utilizzato

(static), le doppie differenze

fixed, e le combinazione delle

Figura 12

frequenze utilizzate dal

programma.

Inoltre si possono analizzare i residui sulla fase su tutti i

satelliti (fig. 13) o su un satellite per volta.

Eseguite le scelte si passa all’elaborazione delle linee di base

che può essere fatta complessivamente o una per volta che è la

soluzione che si raccomanda in quanto consente di adattare i

parametri di calcolo a ciascuna linea di base.

Terminato il calcolo il programma mostra, nella finestra

“Process” (fig. 10), un completo e dettagliatissimo elenco che

serve per verificare le scelte fatte dal programma, i vettori

calcolati, lo stato delle ambiguità, i satelliti utilizzati, ecc. ecc.

Figura 13

Figura 10

Circa la soluzione delle ambiguità la fig. 11 mostra tre casi

tipici che si possono verificare durante un calcolo:

Il rapporto di calcolo è dettagliatissimo e se ne porta uno

stralcio nella fig. 14 dove è possibile vedere, linea per linea,

l’orario di start, la durata delle osservazioni, il tipo di

soluzione, le osservazioni complessive, lo s.q.m. , lo stato delle

ambiguità, il valore “ratio” e la lunghezza della linea di base.

Figura 11

1) caso ideale: tutte delle ambiguità sono risolte e il valore

ratio arriva al suo massimo (100%);

2) caso generale: alcune delle ambiguità (223) sono risolte ma

il resto (134) è float il valore ratio per le ambiguità risolte

è di 95.09 mentre per quelle float è di 93.82;

3) caso peggiore: tutte le ambiguità sono float ed il valore

ratio è basso: 63.78.

Figura 14

Naturalmente si può anche graficizzare la rete calcolata (fig.

15) dalla colonna “Solutions” con il comando “Network View”.

L’ellissi d’errore mostrate sono quelle di calcolo e non ancora

quelle di compensazione, ma sono utili per individuare

problemi avuti nella elaborazione: ad esempio la linea di base

46

GEOmedia 2 2006


7 – 2 ha un’ellisse molto più grande delle altre e quindi

sicuramente ha avuto dei problemi per cui è il caso di rivedere

il calcolo di tale base.

A questo proposito è bene ricordare che il

“Capitolato per il raffittimento della rete IGM95”

proposto dal Comitato d’Intesa Stato Regioni, approvato

anche dal Comitato scientifico della SIFET, stabilisce che tale

valore non deve superare 10 cm.

Il motore di Compensazione funziona automaticamente con i

parametri assegnati di default, ma offre anche la possibilità di

cambiarli manualmente. Questo lo si fa dalle “Properties” di

“SubNets” (fig. 18)

T UTORIAL

Figura 15

Criteri per l’accettazione della linea di base elaborata

I criteri per l’accettazione sono del tipo classico. Sono previsti

i valori ”RATIO”, le soluzioni FIX e FLOAT e le frequenze

utilizzate per il calcolo per la cui interpretazione si rimanda

all’articolo dal titolo “L’elaborazione dei dati GPS” pubblicato sul

n° 2/2005 di questa stessa rivista. Inoltre è bene tener presente

quanto osservato nella figura 11.

Intervento sui dati

Pinnacle offre tutti i classici mezzi per intervenire sui dati.

E’ possibile variare l’angolo di “cut off”, eliminare totalmente o

parzialmente un satellite, eseguire una finestra sui dati che,

come sempre, può essere eseguita soltanto all’inizio o alla fine

delle osservazioni.

Il modulo di compensazione

Per accedere alla compensazione bisogna trascinare, con il

mouse, i calcoli eseguiti dalla colonna “Solutions” della fig. 4

alla colonna “SubNets”. Prima di eseguire la compensazione si

deve controllare la struttura della rete ed eventuali errori.

Questo è possibile farlo dalla finestra “Network View”

selezionando il comando “Show Analysis Windows” ed apparirà

un’apposita finestra (fig. 16) dove si può scegliere il tipo di test

da eseguire. La raccomandazione è di eseguirli tutti. Prima però

bisogna stabilire i criteri con i quali eseguire i vari test in

quanto quelli di default potrebbero non

soddisfare le esigenze dell’utente. Per

fare questo intervento il programma

mette a disposizione un’idonea finestra

(fig. 17) ben progettata ed articolata in

6 schede per l’uso delle quali si

rimanda al manuale d’uso.

Da notare in modo particolare sono i

valori “e” ed “a” orizzontali e verticali

che servono per la verifica della

mancata chiusura dei poligoni secondo

la formula:

T = SQRT (Nv)*e + a* Lp

Dove T è la tolleranza da testare, Nv

sono il numero dei vettori del

poligono, Lp è la lunghezza

complessiva del poligono.

Figura 18

La finestra ha 5 schede: General, Parameters, Advanced,

Make Dependencies e Data source. Forse la scheda più

importante è “Parameters” riportata nella figura 18, per le altre

si rimanda al manuale d’uso o all’help in linea.

Come si può vedere la scheda ha vari riquadri nei quali è

possibile eseguire numerose scelte. Nel riquadro “Adjustement

Mode” si consiglia vivamente di scegliere la modalità interattiva

che permette all’utente di controllare l’intero processo di

compensazione.

Inoltre è possibile selezionare il tipo di trasformazione, i

livelli di confidenza per il test “VPV”, in quale sistema di

coordinate il programma deve cercare gli errori grossolani

(blunders), se la compensazione deve essere a minimi vincoli

(Inner Constraints) che serve per valutare la precisione

intrinseca della rete fissando un solo punto della rete che può

essere interno o esterno oppure eseguire una compensazione

vincolata a più punti di cui bisogna fornire le coordinate nel

sistema di riferimento scelto precedentemente. E’ bene eseguire

sempre prima quella a minimi vincoli (l’ideale sarebbe senza

nessun vincolo) e poi quella vincolata.

Circa il test “VPV” sia i manuali che l’help in linea non

dicono nulla ma, eseguite opportune ricerche, c’è da dire che è

un test generico globale che verifica come i residui della

compensazione V calcolati secondo la formula V=A*X+L

corrispondano alla accuratezza delle misure stimate dal motore

di elaborazione e alla accuratezza delle coordinate dei punti di

controllo (se ce ne sono) che vengono descritti nella matrice di

peso P.

Se l’accuratezza dei vettori è sovrastimata il test fallisce

perché sarà più alto del valore massimo del test del “Chi

Quadro”.

Il procedimento di compensazione si svolge in due fasi. Nella

prima fase, la compensazione dei vettori rileva gli errori

grossolani e valuta la precisione interna della rete. I probabili

vettori errati possono quindi essere eliminati o è possibile

attribuire ad essi un peso diverso (fig. 19).

Figura 16 (sopra), figura 17 (sotto)

Figura 19

GEOmedia 2 2006 47


T UTORIAL

Questa finestra fornisce le seguenti informazioni:

• i risultati del test VPV

• l’elenco dei vettori non buoni. Il rapporto TAU /TAU crit

dove TAU indica il residuo normalizzato e TAU crit è un

valore che dipende soltanto dai gradi di libertà della rete. I

coefficienti di riduzione del peso consigliati dal programma,

esposti nella colonna Downweight, sono calcolati con la formula

e ABS(TAU)/TAU crit . Se l’utente desidera variare

tali valori è a disposizione il tasto “Downweight”, se invece

decidesse di accettarli comunque c’è il tasto “Accept All”

mentre per rigettarli “Reject”. L’eliminazione di un vettore è

una cosa molto delicata e va fatta con estrema cautela. Il

consiglio è quello di procedere con un vettore per volta iniziando

da quello che ha il rapporto TAU più alto (ma non è

detto che sia sempre così). Eseguita la scelta bisogna ripetere

la compensazione.

Nella seconda fase, la rete GPS deve essere vincolata ad

almeno un punto per la compensazione a minimi vincoli,

oppure a più punti per quella vincolata. I punti possono essere

fissi e/o pesati.

Lanciata la compensazione si apre una finestra (fig. 20) che

mostra nella parte sinistra la rete e nella parte destra

l’andamento della compensazione ricca di utilissime

informazioni.

Figura 24

Figura 22 - Un esempio di istogramma dei residui che non

rispetta la distribuzione gaussiana

Figura 23 - Accuratezza delle linee di base in delta N. Notare

come per alcune linee l’accuratezza è di circa 2 mm mentre

per altre è di circa 11 mm.

Inoltre il programma consente

di visualizzare le statistiche

relative alla rete compensata. Di

default è possibile avere solo un

sommario (fig. 24) ma è possibile

vedere anche la matrice di

varianza covarianza, le ellissi

d’errore sia al 95% che al 99%

ed altro ancora.

Figura 20

E’ anche possibile vedere gli istogrammi dei residui o

graficizzare altri risultati come, ad esempio, l’accuratezza delle

linee di base. Questi grafici sono utilissimi per scoprire, a

colpo d’occhio, eventuali anomalie nella compensazione. A titolo

di esempio si riportano nelle figure che seguono l’istogramma

dei residui e quello dell’accuratezza delle linee di base con i

relativi commenti.

Il rapporto della compensazione è molto completo e ben

organizzato e contiene: in testata un sommario della

compensazione con tutte le informazioni statistiche riguardanti i

gradi di ridondanza della rete, lo s.q.m. per l’unità di peso a

priori e a posteriori, i vettori totali e quelli rigettati, le

statistiche VPV; nel resto del documento seguono le coordinate

compensate e relativi s.q.m. in WGS84 sia in coordinate

geografiche che cartesiane, un grafico della rete con le ellissi

d’errore, le componenti dei vettori elaborati con i relativi s.q.m.

sia nel sistema WGS84 che cartografico locale selezionato al

momento della compensazione nonché distanza, azimut ed

elevazione, una tabella con tutti i punti della rete con un

riassunto di tutti i dati calcolati, informazioni sui residui nei

sistemi WGS84 e locale, istogrammi e grafici riportati nelle

figure precedenti.

Pinnacle TM ha un

Figura 21 - Istogramma dei

residui. Notare che il titolo

centrato in alto avverte se

la distribuzione dei residui

non è normale.

sistema completo per la

trasformazione di coordinate

e quota. Per convertire le

quote ellissoidiche rilevate

col GPS in quote

ortometriche, il software

usa 3 tipi di modelli del

geoide: globale (come

OSU91 ed EGM96),

regionale (ad es., Geoid96

per gli Stati Uniti) ed

anche modelli “definiti

dall’utente”.

48

GEOmedia 2 2006


Questi ultimi possono essere creati ed usati direttamente nel

software. Per questo, le quote geoidiche dei punti di controllo

vengono calcolate come differenze fra quote ellissoidiche ed

ortometriche e poi, dopo avere rifiutato i possibili dati

anomali, le ondulazioni ottenute vengono interpolate per

calcolare le quote ortometriche di tutti i punti rilevati. E’

possibile selezionare questo tipo di soluzione quando i modelli

globali o regionali non forniscono dati geoidici precisi per

l’area del rilievo.

Le trasformazioni di coordinate consentono di calcolare

coordinate per numerose superfici di riferimento locali e

sistemi di rete come UTM (Nord e Sud), Stereografica Polare

Universale (N e S) ed altri sistemi nazionali (Gauss Boaga).

E’ possibile anche creare un nuovo sistema di coordinate. A

tale scopo vengono fornite ampie liste di proiezioni, superfici

di riferimento ed ellissoidi.

Un’altra possibilità è quella di calcolare i parametri di

trasformazione tra due set di coordinate (cioè, WGS-84 e

locali) con i punti comuni, e poi usare questi parametri per

trovare le coordinate locali degli altri punti rilevati col GPS.

Infine vengono calcolate le coordinate compensate nel sistema

di coordinate locali per i nuovi punti. Test statistici

consentono all’utente di valutare la qualità dei dati

trasformati.

Però come già detto altre volte questi moduli, almeno in

Italia, hanno perso molto dell’importanza che avevano alcuni

anni fa. Oggi le trasformazioni si eseguono con Verto 2 ed il

grigliato dell’IGM, oppure, se la trasformazione è in coordinate

Catastali con CartLab2.

Ciò non toglie che un buon modulo di trasformazione non

possa essere utile all’estero.

Altre utilità del programma

Esiste comodi tasti che consentono di attivare: “Coordinate

Calculator” per la trasformazione di coordinate cartesiane in

geografiche e viceversa; “Occupation Planning” per la

programmazione della campagna; “Ephemeris view” per

visualizzare i dati delle effemeridi dei satelliti osservati, ecc.

ecc.

Figura 25

Ma la novità più importante ed

esclusiva di Pinnacle è che è

dotato di un modulo per

confrontare due differenti

elaborazioni compensate della

stessa rete. Si accede a questa

importante funzionalità dalla

colonna “SubNets” della

schermata principale. Esistono 3

tre criteri per confrontare le

coordinate dei punti: il criterio

dell’inversione, quello della

deviazione e quello della

dispersione tutti con un livello di

affidabilità scelto tra due

possibilità: 95% o 99% (fig. 25).

Dispersione. Quando si esegue questo test il programma usa

il test:

Inversione. Questo test analizza gli scalari dx i = X’ i – X” i

(i = 0, 1, 2) dove X’ e X” sono le posizioni stimate del punto

rispettivamente nella prima e nella seconda soluzione. Se il

test fallisce significa che [dx] non si comportano

gaussianamente e cioè non sono a media zero. Quindi significa

che le coordinate stimate potrebbero essere influenzate da

errori sistematici.

Deviazione. Il test si basa sulla seguente assunzione:

V = (dx max – X”) / (s”) 2

Dove dx max = max [dx] ed il max è preso su tutta la rete,

X” è il valore medio empirico, (s”) 2 è la dispersione.

Se il test passa, le differenze di coordinate compensate del

punto analizzato nelle due reti sono accettabili.

Si raccomanda di eseguire tutti e tre i test prima di

prendere la decisione circa la soluzione migliore anche se il

manuale d’uso consiglia diversamente.

Conclusioni

Il programma Pinnacle, anche se un po’ datato, è un

software completo ed abbastanza facile da usare. Funziona

bene nelle mani di un utente alle prime armi ma dà il meglio

di se stesso se guidato da mano esperta. Inoltre il programma

non consente di elaborare anche dati provenienti da

strumentazione tradizionale.

I test statistici sono completi e funzionali ed i rapporti di

calcolo sono molto esaurienti e bene impaginati.

Il programma non effettua la compensazione completamente

libera e non consente di mescolare misure GPS e quelle

provenienti dalla strumentazione tradizionale (stazioni totali e

livelli).

Il manuale in italiano è abbastanza completo ed è tradotto

in maniera comprensibile con termini quasi sempre

tecnicamente corretti. Sarebbe stato molto utile un esempio di

elaborazione con i vari passaggi per una corretta elaborazione

manuale dei dati mentre si dilunga molto su quella

completamente automatica.

Resta l’inconveniente dell’help in linea che è in inglese ed il

fatto che è molto succinto, almeno nella versione testata. Il

manuale in inglese, invece, è completo anche se non si

dilunga molto sul significato e gli effetti dei test statistici e

sul metodo usato per la risoluzione delle ambiguità.

Altro inconveniente è quello segnalato nel paragrafo

“Funzionalità del programma” e cioè che per elaborare dati

RINEX provenienti da strumenti non Topcon occorre inserire

nel project anche dati proprietari che coprano le stesse sessioni

delle misure da elaborare e poi gettare le basi che non

servono. Questo perché il programma non è protetto da una

chiave hardware ma da una software.

Se non si ha questa esigenza Pinnacle è uno dei pochi

programmi in commercio in grado di elaborare le osservazioni

GLONASS e GPS.

T UTORIAL

F = max [s’,s”] / min[s’,s”]

che segue la distribuzione di Fisher. Prima di lanciare il test bisogna

stabilire un appropriato livello di affidabilità. Se il test è superato le

due reti sono considerate consistenti e di uguale affidabilità.

Continua...

GEOmedia 2 2006 49


T UTORIAL

Il programma TOOLS TM Office Software

Caratteristiche generali del programma TOOLS TM

Il programma Topcon Tools accetta misure provenienti sia da

ricevitori con segnali GPS e GLONASS, a singola e a doppia

frequenza con files proprietari o RINEX, sia da strumentazione

tradizionale.

Il programma Topcon Tools e’ composto da tre moduli: postelaborazione

dei dati, RTK e Total Station che possono

coesistere nel senso che le misure ottenute nelle tre modalità

possono essere gestite insieme. Quello inviato dalla Geotop per

la stesura di questa recensione è relativo alla sola post

elaborazione dei dati sia in statico che in cinematico.

Il cofanetto che accompagna il programma (versione 5.11)

contiene un manuale d’uso “Reference Manual” in inglese ed un

piccolo manuale tascabile “Quick Reference Guide” (sempre in

inglese) come guida di riferimento, la chiave di protezione ed il

CD per l’installazione. La traduzione in italiano dei due

manuali è in corso.

L’help in linea, sempre in inglese, è stringato ma ben fatto.

Funzionalità del programma e commenti

Appena lanciato il programma presenta una finestra di

“Startup” (fig. 26) che invita ad aprire un lavoro (job) esistente

o a crearne uno nuovo

stabilendo la directory dove

salvare il nuovo job (fig. 27).

Figura 26

Figura 27

Se si sceglie di creare un nuovo lavoro bisogna configurarlo

con il tasto “Edit Configuration” per selezionare le opzioni

desiderate (fig. 28)

“Quality Control” consente di stabilire: le precisioni per le

osservazioni GPS e quelle sui punti sia in statico che in

cinematico; le tolleranze orizzontali e verticali sia in metri e in

ppm per la mancata chiusura dei poligoni; i test statistici da

eseguire automaticamente.

L’ultima scelta “Process” permette di selezionare, nella scheda

“Adjustment”, il livello di confidenza dell’ellissi d’errore (68%,

95% o 99%) ed i criteri di rigetto per il controllo della qualità

o per il Tau test, mentre in quella “GPS + PostProcess” si può

intervenire soltanto sull’angolo di elevazione, se elaborare solo i

dati GPS o anche quelli tradizionali, se la durata delle

osservazioni debbano rispettare un tempo minimo o no.

Una volta seguite le scelte possono essere memorizzate in

un’apposita lista in modo da poterle richiamare con facilità.

Fatto questo, si apre una bella, moderna e chiarissima

finestra a pieno schermo (fig. 29) divisa in due parti: quella

superiore è grafica mentre quella inferiore è numerica e serve

per mostrare ciò che il programma sta facendo.

Questa finestra dispone di 4 schede (configurabili dall’utente):

“Point”: consente di vedere i punti, le coordinate di

navigazione e tante altre cose che dipendono da come è stata

configurata la scheda;

“GPS Occupation”: mostra il tipo di antenna utilizzato, la

sua altezza, come è stata misurata (verticale o inclinata), il

giorno e l’ora dell’inizio e della fine delle osservazioni, la

durata, le epoche, ecc. ecc.;

“GPS Obs”: elenca le linee di base individuate dal

programma, la durata delle osservazioni, il metodo di rilievo, se

per il calcolo sono state utilizzate le effemeridi broadcast o

quelle precise, lo stato della linea cioè se è stata elaborata o

rifiutata, ecc. ecc.

Il caricamento dei dati,

come si può notare nella

tabella 1, può avvenire in

moltissimi formati tra cui

anche il RINEX.

Una volta inseriti i dati, la

finestra riportata nella fig.

29 illustra graficamente i

files importati (fig. 30)

mentre quella numerica, che

Figura 29

serve come dialogo per

l’utente, mostra le

informazioni appena descritte.

Tab. 1 Figura 30

Figura 28

In “Display” si possono stabilire le cifre decimali da vedere

per le distanze, le coordinate, le quote, gli angoli ecc. il time

zone, il formato degli angoli e delle stringhe di testo.

In “Coordinate System” è possibile selezionare la proiezione,

il datum, il geoide ed il tipo di coordinate.

Con “Units” si definiscono le unità di misura angolari e

lineari e con “Save” dove fare il backup, come farlo e quando

farlo.

Purtroppo anche questo programma fa vedere ed elabora (se

lanciato automaticamente) tutte le linee di base possibili ed

immaginabili senza tener conto di quelle effettivamente

indipendenti con un motore di calcolo che non è concepito per

una elaborazione “multibase”.

Anche il verso di calcolo delle linee di base è arbitrario (fig.

31) è può causare problemi ad un utente alle “prime armi”.

Per fortuna il programma

prevede la possibilità di

eliminare le linee non desiderate

e modificare il verso di calcolo.

50

GEOmedia 2 2006

Figura 31


Prima di passare alla elaborazione delle linee di base bisogna

scegliere i parametri di calcolo ed il punto di coordinate note.

Per la scelta dei parametri bisogna accedere alla scheda

“Process Properties” descritta in precedenza, mentre per fissare

un punto si usa la scheda “Coordinates”.

Quindi si seleziona la linea di base da calcolare facendo

attenzione al verso di calcolo e si lancia la post elaborazione.

Il motore di calcolo è velocissimo ed appena elaborato il

vettore è possibile verificare immediatamente, nella finestra di

dialogo con l’utente (fig. 32), tutte le informazioni più

importanti: la precisione orizzontale e verticale, le dimensioni

del vettore, lo stato delle ambiguità, ecc. ecc.

Se si desidera

un rapporto di

calcolo più

dettagliato lo si

ottiene

facilmente

selezionando

Figura 32

dalla barra dei

comandi della finestra grafica “Report” e quindi “GPS

Observation”. Il rapporto di calcolo è configurabile dall’utente

(fig. 33) selezionando “Report Configuration” dalla tendina che

si apre dopo aver selezionato il comando “Report”.

Figura 33

Come si vede nella fig. 33

il rapporto di calcolo può

essere configurato a

piacimento non solo per

l’elaborazione del vettore ma

anche per la compensazione,

per i punti e per il controllo

di qualità. Inoltre e possibile

scegliere il formato del

rapporto: HTML, Word o

Excel.

Criteri per l’accettazione della linea di base elaborata

Circa la soluzione delle ambiguità il manuale d’uso e l’Help

in linea non ne fanno cenno e la Geotop interpellata in

proposito ha assicurato che gli algoritmi di calcolo sono gli

stessi usati da Pinnacle.

Stessa cosa dicasi sui criteri per l’accettazione della linea di

base elaborata: manca qualsiasi mezzo di giudizio. C’è, però,

da dire che il giovane programma “TOOLS” sarà implementato

e quindi le funzionalità mancanti saranno senz’altro aggiunte.

E’ stata fatta una prova elaborando alcune basi di diversa

lunghezza e diverse difficoltà di calcolo con tutti e due i

programmi ed i risultati sono risultati praticamente identici.

Intervento sui dati

L’intervento sui dati consente di inserire punti, modificare il

nome e le proprietà del punto, i codici e gli attributi sia per

quelli GPS che tradizionali. Per quanto riguarda le osservazioni

è possibile eseguire le finestre, disabilitare satelliti, in altre

parole non manca nulla.

Il modulo di compensazione

Prima di lanciare la compensazione che può essere

completamente libera, a minimi vincoli e vincolata è bene

verificare la mancata chiusura dei poligoni onde evitare che un

errore grossolano possa entrare in compensazione.

Per fare questo bisogna selezionare a video l’anello da

controllare e lanciare il calcolo dalla barra dei comandi

selezionando “Process” e poi “Loop Clausure”: terminato il

calcolo apparirà a video una tabella che indica i vettori

compresi nell’anello, il suo sviluppo complessivo, le tolleranze e

gli errori di chiusura orizzontali e verticali nonché gli errori

relativi.

Il motore della compensazione è molto veloce ed al termine

del calcolo è possibile vedere i risultati sommari sulla finestra

di dialogo con l’utente con le coordinate compensate ed i

relativi scarti quadratici medi.

Se si desidera un rapporto più dettagliato è

possibile ottenerlo dalla barra dei comandi

selezionando “Report” e poi “Adjustment”.

Il rapporto, che è configurabile dall’utente, mostra

tutto ciò che serve per giudicare l’andamento

della compensazione.

Nella finestra grafica, invece, è possibile

osservare la rete compensata con le

ellissi d’errore assolute e relative ed i

Figura 34

vettori d’errore in quota (fig. 34).

Altre utilità del programma

Nel “pacchetto” in esame c’è anche un programma chiamato

“Topcon Link (e relativo manuale d’uso in inglese) che serve:

• per importare i dati provenienti dalle stazioni totali, da quelle

motorizzate, dai controller e dai palmari;

• per vedere ed editare i file grezzi;

• riorganizzare coordinate e file grezzi nei formati riportati nella

tabella 1 ed esportarli;

• calcolare le coordinate provenienti dai diversi file ed esportare i

risultati in vari formati.

Conclusioni

Il programma è semplicissimo da usare ed ha una grafica

moderna ed accattivante. Certamente troverà il suo mercato

specialmente tra coloro che sono al primo impatto con il GPS

o con misure miste GPS più quelle tradizionali.

Come già osservato TOOLS è, al momento carente, nella

scelta dei parametri di calcolo (ionosfera, troposfera, ecc.) della

linee di base, delle informazioni circa la risoluzione delle

ambiguità ed i criteri per l’accettazione delle linee di base

elaborate eseguendo interventi sui dati.

Volendo fare un rapido confronto sulle funzionalità dei due

programmi c’è da osservare che Pinnacle e’ stato il primo

programma di elaborazione dati Javad/Topcon (GPS e

GLONASS) ed e’ ancora attuale: ha un’attivazione software, è

completo con tutte le possibilità di importare i dati, di

analizzarli approfonditamente con grafici personalizzabili, di

elaborarli offrendo la massima flessibilità nel cambiare la

configurazione, di compensarli e infine consente anche una

completa trasformazione di coordinate e calcolo di un geoide

locale. Il programma è rivolto a chi oltre la semplice

elaborazione vuole analizzare compiutamente i dati acquisiti.

Topcon Tools è nato successivamente per soddisfare i

topografi grazie alla sua semplicità d’utilizzo ed alla

possibilità di mescolare le misure GPS e GLONASS con

quelle classiche. E’ dotato di una chiave hardware. Sicuramente

Pinnacle è più completo ma con i continui aggiornamenti la

Topcon sta portando le funzioni di Pinnacle in Topcon Tools,

sia per quanto riguarda i parametri di calcolo che per i report.

Autore

VITTORIO GRASSI

Email: vittorio_grassi@fastwebnet.it

T UTORIAL

GEOmedia 2 2006 51


A

ZIENDE e PRODOTTI

Autodesk rivoluziona il mondo del GIS e della progettazione

La linea dei prodotti targati Autodesk si pone all’avanguardia ormai dal 2004, data in cui ha cominciato a presentare l’uscita

della versione del motore un anno prima rispetto l’anno effettivo di release. Autodesk 2007 rappresenta quindi la novita’ ISD

e Geospatial che presenta le novita’ piu’ apparenti tra le soluzioni GIS e Civil; basato sul rinnovato motore comune alle due applicazioni

piu’ diffuse cioè Civil Design e Autocad Map, le novita’ dello Spatial Data File (SDF) e delle Feature Data Object (FDO),

il cuore di Autodesk 2007 puo’ essere meglio racchiuso in questo elenco di funzionalita’ e tecnologie:

• motore di gestione della grafica completamente rinnovato

• fortissima integrazione dei dati geospaziali che permette una ancor maggiore integrazione tra i dati CAD e GIS

• motore di rendering per i modelli 3D con prestazioni molto piu’ elevate

• possibilita’ di pubblicare verso diverse piattaforme web con la gestendo files xml che possono essere equiparati ai file CSS

per la gestione degli stili in ambito web.

Tra le novità anche la soluzione Map Guide su piattaforma Open Source e licenza GNU, quindi integrabile nell’ambito delle soluzioni

Apache, PHP e Mozilla, che andrà sicuramente oltre le normali aspettative di un utente CAD e GIS. Ma andiamo per ordine

e vediamo una piccola presentazione dei singoli pacchetti:

Autocad 2007 e Autocad LT: la nuova piattaforma AutoCAD 2007 consente la realizzazione di disegni complessi risultando nel

contempo accessibile anche agli utenti meno esperti ed è dotata di un’interfaccia potente e intuitiva per creare e modificare le

forme in modo semplice e veloce. Le caratteristiche di AutoCAD 2007 consentono agli utenti di diversi mercati di gestire in modo

completo il loro progetto durante le fasi progettuali iniziali, fornendo un feedback più veloce e maggiori opportunità di esplorazione

progettuale. Autocad LT rappresenta invece il software per il disegno tecnico 2D più venduto al mondo. Questa versione dà

risalto ai miglioramenti di produttività legati alle quotidiane esigenze di disegno e presenta blocchi dinamici e strumenti di gestione

dei layer integrati. Il prodotto include il formato di file DWF che consente di condividere in modo sicuro i dati e continua a

supportare la compatibilità con il formato di file DWG.

www.autodesk.it/autocad

www.autodesk.it/autocadlt

(Fonte: Autodesk)

Il portafoglio completo per la gestione

delle informazioni geospaziali e delle infrastrutture

Le soluzioni Autodesk per i Sistemi Informativi Territoriali e progettazione delle Infrastrutture, pensate per risolvere significativi

problemi aziendali, aiutano i clienti a ridurre i tempi di commercializzazione e ottenere la massima produttività ed

efficienza nei progetti. Diversamente dagli altri prodotti disponibili oggi sul mercato, queste soluzioni offrono un ambiente aperto

e flessibile che facilita l’utilizzo e la gestione di importanti dati spaziali. Tra le soluzioni per la gestione delle informazioni

spaziali di Autodesk figurano Autodesk Map 3D 2007, Autodesk Raster Design 2007, Autodesk MapGuide Enterprise; mentre per

la progettazione delle Infrastrutture Autodesk presenta Autodesk Civil 3D 2007.

Autodesk Civil 3D e Autodesk Map 3D si basano sulla piattaforma AutoCAD 2007, che consente di creare, gestire e condividere

i dati in modo più efficiente per una produttività migliore.

Autodesk Civil 3D 2007: utilizza un modello di progettazione dinamica comprovato che consente un’interazione dinamica ed

intelligente in tempo reale tra gli oggetti. Se si apporta una modifica ad un componente del progetto, viene immediatamente ed

automaticamente aggiornato l’intero progetto. Tutti i membri del team utilizzano lo stesso modello aggiornato e coerente così

da mantenere la sincronizzazione in tutte le fasi del progetto, compresi il rilevamento, la progettazione, il disegno, la generazione

di rapporti, l’analisi e la visualizzazione.

Autodesk Map 3D 2007: è la piattaforma leader per la creazione e la modifica dei dati spaziali e fornisce una pratica funzione

di cartografia agli ingegneri e ai professionisti geospaziali che hanno bisogno di integrare le informazioni CAD e GIS in modo

aperto e flessibile. Completa le implementazioni GIS esistenti, garantendo l’accesso di lettura e scrittura ad un’ampia varietà di

fonti di dati geospaziali. Autodesk Map 3D consente il caricamento rapido, la modifica e la gestione di grandi quantità di dati

geospaziali e automatizza interi flussi di lavoro, dalla creazione dei dati geospaziali alla pubblicazione sul Web e su Intranet.

Autodesk Raster Design 2007: consente di modificare o vettorizzare i disegni di cui è stata eseguita la scansione senza rieseguire

disegni costosi. La funzionalità

avanzata permette di integrare carte,

fotografie aeree, immagini satellitari e

modelli di elevazione digitali per migliorare

le presentazioni, la progettazione e

i dati progettuali finali.

(fonte: Autodesk)

52

GEOmedia 2 2006


Venus Express raggiunge Venere

Credits: ESA / STARSEM-S. CORVAJA

La sonda Venus-Express,

progettata da Astrium e

integrata dall’Alcatel Alenia Space di

Torino, è stata inserita con una

complessa e rischiosa manovra in

orbita intorno al secondo pianeta

dal Sole, diventando così il primo

veicolo Europeo a raggiungere

Venere. Lanciata il 9 Novembre del

2005, con un vettore Soyuz dal

cosmodromo di Baikonur, Venus-

Express (o VEX) ha compiuto la

traversata del sistema solare interno

senza particolari problemi e

superando tutte le tappe intermedie

di collaudo e di correzione di rotta.

Il momento della verità per la

missione è avvenuto l’11 Aprile,

quando per 50 minuti è stato acceso

il motore principale della sonda per

alterarne il moto affinché il veicolo fosse catturato dal pianeta. Come

spesso accade parte della manovra è avvenuta senza diretto contatto con il

centro di controllo della ESA, (ESOC a Darmstadt), perché la sonda è stata

occultata dal pianeta. La ri-acquisizione del contatto ha confermato ai

controllori del volo che tutto era andato per il meglio, in un deja-vu

dell’emozionante inserimento in orbita marziana della sonda Mars Express,

nel Natale del 2004. Dopo una nuova fase di verifica del veicolo l’orbita

nella quale VEX è stata inserita è stata accuratamente modificata fino a

raggiungere la configurazione finale il 7 Maggio scorso. L’orbita di Venus-

Express è di tipo fortemente ellittico, ed è dettata dalla particolare

configurazione del veicolo. Poiché l’antenna principale parabolica è fissa, è

necessario orientare l’intera sonda per poter comunicare con la Terra, e

questo a discapito degli strumenti scientifici che devono essere puntati

verso il pianeta. L’orbita fortemente ellittica di VEX offre un intervallo di

osservazione del pianeta quando la sonda si trova a passare vicino alla

superificie del pianeta ed una fase di comunicazione quando ci si orienta

verso la Terra per scaricare la memoria di massa dei dati raccolti nel

passaggio. Il ciclo si ripete ad ogni orbita per tutta la durata della

missione. L’orbita, con un’inclinazione quasi polare, è stata studiata per

massimizzare il ritorno scientifico della missione. Venus-Express reca a

bordo diversi strumenti per lo studio dell’atmosfera e dell’ambiente

venusiani (si ricorda che il suolo di Venere è perennemente nascosto dalla

coltre di nubi lo avvolge). Alcuni strumenti sono analoghi, o derivano, da

strumenti in volo su Mars Express ed anche in questa missione il

contributo italiano è stato notevole. Va anche ricordato che Venus Express è

praticamente una copia di Mars Express che a sua volta è una copia della

sonda Rosetta. La condivisione sia del progetto della sonda che

dell’infrastruttura di comando e controllo a Terra ha permesso all’ESA di

esplorare tre diverse realtà del sistema solare con un sostanziale risparmio

economico.

Riferimenti:

http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Express/index.html

(Fonte: Redazionale)

A

ZIENDE e PRODOTTI

GEOmedia 2 2006

53


A

ZIENDE e PRODOTTI

Precisione alla

velocità della luce

La serie R-300X di Pentax incorpora

due laser di precisione selezionabili

dall’utente creati per chi ha

necessità di misurazioni e rilevamenti

di alta precisione qualsiasi sia il lavoro

che si svolge. Ecco perché la stazione

totale Pentax R-300X è un sistema

di misurazione versatile ed efficiente

che porta all’utente anche un notevole

risparmio di denaro. Queste caratteristiche,

unite ad un tempo di misurazione

di 0.4 sec in modalità tracking e

di 1.2 sec in modalità quick contribuiscono

a definire l’eccellente produttività

delle stazioni totali Pentax R-

300X. Tutte le funzioni vengono selezionate

tramite soli 5 tasti, mantenendo

le operazioni intuitive e logiche. La

memoria capace di 20.000 punti di

misurazione (XYZ) permette all’utente

di gestire efficientemente qualsiasi

lavoro di misurazione o di ispezione.

Per ogni singolo file di lavoro potranno

essere registrati 2000 punti di

misurazione, mentre gli stessi files di

lavoro potranno essere 50.

Semplicemente selezionando la modalità

laser desiderata si potranno evitare

gli ostacoli presenti in un luogo:

misurare oggetti distanti oltre 200

metri senza prisma sarà cosa semplicissima.

Il software presente sulla stazione

totale Power TopoLite sarà di

aiuto nella gestione dei lavori di rilevamento

più difficili. L’interfaccia, di

semplice utilizzo, guiderà l’utente

attraverso tutti le fasi del lavoro.

(Fonte: Redazionale)

Terza versione di

Windows Live Local

Microsoft ha rilasciato la terza versione di Windows Live Local (WLL), il suo servizio

on line di ricerca e di mappatura che fornisce mappe, direzioni ed informazioni

su ricerche locali appoggiate su fotografie aeree. Microsoft aveva rilasciato la

prima versione lo scorso luglio e la seconda a dicembre all’interno della aveva introdotto

la possibilità di visualizzare immagini in modalità Bird’s Eye. Nella terza versione

Microsoft comincia ad espandere la copertura di territorio anche fuori dai confini

degli Stati Uniti: anche il Canada e la Gran Bretagna rientreranno d’ora in poi all’interno

di Windows Live Local; WLL fornirà anche le direzioni di collegamento tra città

e città per tutta l’Europa Occidentale. Tramite un accordo, poi, con i servizi di

traffic.com, Microsoft fornirà ai suoi utenti informazioni sul traffico legate a circa tre

dozzine di città sparse per tutti gli Stati Uniti, coprendo in questo modo gran parte

delle aree metropolitane. L’integrazione con i client di Office Outlook e di Live

Messenger (l’erede diretto di MSN Messenger) sarà possibile raccogliere e condividere

i risultati delle ricerche in maniera del tutto nuova ed integrata. Tramite Outlook, ad

esempio, scaricando il Windows Live Local Add-in for Microsoft Outlook, fornisce una

barra di localizzazione al calendario del client di posta permettendo agli utenti di

ricercare e stampare mappe o direzioni per eventuali appuntamenti o incontri, tutto

all’interno di Outlook.

Microsoft, per poter ottenere immagini aeree della Gran Bretagna, ha stipulato un

accordo con Getmapping plc., che ha fornito alla società americana le foto in modalità

Bird’s Eye che copriranno inizialmente più di 600 km quadrati della città di Londra

e che aumenteranno col passare del tempo. La vista a bordo della macchina, che avevamo

presentato sullo scorso numero di GEOmedia, è tuttora disponibile: era stata

rilasciata come una preview sulle potenzialità della tecnologia in modo da ottenere

feedback da parte degli utenti, ma sarà ancora disponibile, nonostante non sia stata

inserita attualmente nella nuova versione di Windows Live Local.

http://local.live.com

Gestire le reti tecnologiche

con Net Mapper di Globo

Uno sviluppo armonioso, un’accurata pianificazione ed una efficiente gestione delle

reti tecnologiche diventa ormai di importanza strategica per il corretto governo

del territorio. Il Sistema Informativo Territoriale Net Mapper, sviluppato da GLOBO

Srl, coerentemente con le normative nazionali e locali, si colloca nell’area delle applicazioni

verticali per il governo delle infrastrutture tecnologiche (gas, acqua, elettricità,

fogna, cablaggio, ecc.). Il modello dei dati di gestione della rete è basato su un grafo

interconnesso costituito da archi (linee costituite da un generico numero di vertici) e

nodi (vertici estremi degli archi). Agli archi possono essere associati sia gli attributi

specifici del supporto (materiale, diametro nominale, diametro esterno, pressione

nominale, lunghezza, rivestimento, ecc.), sia eventuali informazioni gestionali (perdite,

malfunzionamenti o altro). I nodi, che rappresentano i pezzi installati lungo l’infrastruttura,

sono classificati per tipologia (presa, idrante, limitatore dei portata, limitatore

di pressione, saracinesca, valvola di non ritorno, valvola di sicurezza, pezzo speciale,

ecc.) e ad essi possono essere associati una serie di attributi comuni (marca,

modello materiale, diametro nominale, pressione nominale, profondità di posa, ecc.).

Sulla base della tipologia è possibile attribuire ai nodi anche attributi specifici (per una

valvola, ad esempio, lo stato di apertura o chiusura, la motorizzazione, il verso di apertura

o chiusura). A tutti gli elementi della rete è inoltre possibile associare informazioni

quali una tabella di attributi personalizzati specifici del contesto aziendale, un

numero arbitrario di documenti digitali organizzati in cartelle che possono essere aperti

utilizzando l’applicazione software ad essi associata ed interventi manutentivi.

54

GEOmedia 2 2006

www.imteam.it/globo

(Fonte: Globo Srl)


MetaCarta rilascia GTS Analyst

MetaCarta, un provider di soluzioni geomatiche, ha annunciato l’uscita di GTS Analyst,

la sua ultima soluzione dedicata al settore pubblico e Geographic Text Search v3.5. Ma

già si annuncia l’uscita della versione 4.0 entro questa estate. GTS Analyst, come gli altri

prodotti MetaCarta, crea un ponte tra la ricerca testuale ed il GIS. Si tratta di una soluzione

analitica ed operativa basta su mappe che fornisce ricerche automatiche e funzioni di

notifica, ricerca a livello regionale basata su aree geopolitiche, analisi bidimensionali e

visualizzazione dei trends di analisi. Il prodotto identifica automaticamente i riferimenti geografici utilizzando un NLP (Natural

Language Processing) per ogni tipo di contenuto non strutturato all’interno degli archivi dell’utente, come email, pagine web o

flussi di news. GTS Analyst contiene dei Geographic Data Modules (GDM), una sorta di routine utilizzate per identificare e rendere

non-ambigui i riferimenti geografici, assegnando coordinate di latitudine e longitudine e generando ranks. I risultati di una

query sono visualizzati su una mappa con icone che rappresentano i luoghi trovati nel linguaggio testuale naturale dei documenti

ed una lista di risultati. Sia le icone che l’elenco dei testi sono linkati con i documenti da cui provengono.

A

ZIENDE e PRODOTTI

www.metacarta.com

(Fonte: GIS Monitor)

Mappe degli incendi on line

Grazie ai satelliti dell’ESA che negli ultimi dieci anni hanno sistematicamente

identificato gli incendi in corso sulla Terra, è possibile da oggi avere a disposizione

mappe planetarie dei fuochi, disponibili on line in tempo quasi reale

grazie all’ ATSR World Fire Atlas dell’ESA, il primo atlante degli incendi terrestri

basato su una serie pluriennale di osservazioni; fornisce dati dopo 6 ore dalla loro

acquisizione e dota la comunità scientifica di un importante strumento nella letture delle modifiche ambientali legate al divampare

degli incendi. Ogni anno bruciano più di 50 milioni di ettari di foreste e l’impatto sull’inquinamento atmosferico a livello planetario

è significativo, poiché la combustione delle biomasse contribuisce all’aumento globale dei gas responsabili dell’effetto serra, come

l’anidride carbonica. Saper leggere le misure quantitative legate ad un incendio sono importanti per lo studio dei cambiamenti climatici.

El Niño ad esempio, nel 1998, alimentando i fuochi nel Borneo portò all’emissione di ben 2,5 miliardi di tonnellate di carbonio

nell’atmosfera, equivalenti all’emissione totale di carbonio dell’Europa in quell’anno. Oltre alle mappe, vengono fornite anche

informazioni quali l’ora, la data, la longitudine e la latitudine degli incendi. La banca dati copre il periodo compreso tra il 1995 e

oggi, ma le analisi annuali complete iniziano a partire dal 1997. I dati del WFA si basano sui risultati dell’ATSR (Along Track

Scanning Radiometer - Radiometro per scansione lungo linee) a bordo del satellite ERS-2 dell’ESA, lanciato nel 1995, e dell’AATSR

(Advanced Along Track Scanning Radiometer - Radiometro avanzato per scansione lungo linee) a bordo del satellite Envisat dell’ESA,

lanciato nel 2002. Questi due sensori radiometrici sono come misurano le radiazioni termiche nell’infrarosso e rilevano la temperatura

delle terre emerse del pianeta. Gli incendi vengono rilevati meglio durante la notte, quando il suolo circostante è più fresco. Le

temperature che superano i 38,85 ºC vengono classificate come incendi attivi dai radiometri ATSR/AATSR, che sono in grado di rilevare

persino le emissioni di gas combusto di piccola entità ma estremamente calde dei siti industriali.

www.esa.int

(Fonte: ESA)


T

ERRA E SPAZIO

Anche in questo numero di

parla di una sonda

interplanetaria che inizia la

sua avventura scientifica

intorno ad un altro corpo

celeste. I successi conseguiti

dalla scienza astronautica in

questo campo sono continui,

basti ricordare, oltre appunto

a Venus-Express anche Mars

Express, Stardust, Mars

Reconnaissance Orbiter e le

continue meraviglie che ci

offre la missione Cassini (in

orbita intorno a Saturno).

Viene spesso naturale

chiedersi come sia possibile,

soprattutto da grande

distanza, navigare sonde

interplanetarie con le

incredibili precisioni richieste

dalle rispettive missioni. Non

si tratta ovviamente solo di

esperienza ma anche di

tecniche che, come spesso

accade in questo contesto,

sono applicazioni di diverse

soluzioni già note in campo

terrestre ed in particolare ai

lettori di GEOmedia.

Una premessa

Va subito ricordato che la

navigazione interplanetaria è soggetta

a leggi inesorabili ma allo stesso

tempo ben note. I lenti

(apparentemente) spostamenti tra i

pianeti sono governati dalla legge di

attrazione universale alla quale di

aggiungono fenomeni perturbativi che

per quanto di minima entità vengono

doverosamente tenuti in

considerazione. Uno di questi è, ad

esempio, la pressione solare che il

vento solare esercita sulle superfici

esposte di una sonda. Per quanto lieve

essa sia, è costante e a lungo andare

produce una variazione di traiettoria.

Le missioni interplanetarie, inoltre,

Credit: NASA/JPL-Caltech

Navigare con

precisione

nell’infinito

(o quasi)

sono praticamente avulse da manovre

ad alta dinamica: persino le rotazioni

di una sonda vengono gestite nell’arco

di molti minuti, se non per i critici

momenti di inserimento in orbita o di

correzione di una traiettoria; ma anche

in tal caso le manovre sono calcolate

e simulate con grande anticipo e tutte

le possibili evenienze sono

contabilizzate per evitare sorprese.

Le sonde interplanetarie non

possono navigare autonomamente

(almeno per ora) e la loro navigazione

deve essere gestita completamente da

Terra.

Un esempio

Diversamente dalle sonde Europee

Mars Express e Venus Express, la

sonda statunitense Mars

Reconnaissance Orbiter sta lentamente

raggiungendo l’orbita operativa (dopo

un inserimento iniziale intorno a

Marte effettuato con una prolungata

accensione dei motori principali)

mediante una procedura nota come

aerobraking nella

quale l’orbita ellittica

viene gradualmente

modificata con

qualcosa come circa

700 passaggi negli

strati superiori

dell’atmosfera del

pianeta. Questa

tecnica è necessaria

per ridurre in

maniera

considerevole la

di Fabrizio Bernardini

quantità di propellente recata a bordo,

dando così maggiori opportunità di

carico per le strumentazioni

scientifiche. Partendo da un’orbita

fortemente ellittica e nota con grande

precisione, i controllori a terra

programmano per il periastro

dell’orbita un breve passaggio

nell’atmosfera. Il passaggio rallenta

leggermente la sonda e abbassa la

quota del successivo periastro.

Per poter gestire questa manovra

occorre una grandissima precisione:

basta esagerare di poco durante il

passaggio al periastro che la sonda

rischierebbe di essere danneggiata dal

riscaldamento delle parti esposte

all’attrito atmosferico o, peggio, di

precipitare sul pianeta. Per questo

motivo sono essenziali, soprattutto al

termine di un passaggio nell’atmosfera,

accurate misure di posizione della

sonda per poter determinare come

gestire il passaggio successivo.

Le tecniche usuali

Il legame fisico tra la Terra e una

sonda in volo è costituito dalle onde

radio che vengono scambiate tra le

stazioni di terra preposte allo scopo e

gli apparati di comunicazione di

bordo. Tutti i metodi di misura della

posizione e della velocità del veicolo

spaziale sono perciò basati su tecniche

a radiofrequenza. Ricordiamo che tutte

le misure effettuate sono relative alla

Stazione di Terra che le effettua. Nota

la posizione di questa, ed essendo ben

noti il moto di rotazione della Terra

56

GEOmedia 2 2006


intorno al suo asse e quello di

rivoluzione della stessa intorno al

Sole, è possibile riportare la misura

effettuata nel riferimento del sistema

solare.

Innanzitutto è possibile determinare

con buona precisione la velocità

radiale del veicolo rispetto alla

Stazione di Terra per mezzo delle

variazioni di frequenza cui è soggetto

il segnale radio a causa del moto

relativo tra la sonda e la stazione (il

ben noto Effetto Doppler). Si parla di

velocità radiale perché con questo

sistema è possibile determinare la

componente di velocità che giace

lungo la linea congiungente la Ssnda

con la stazione. Non esiste un modo

diretto per determinare la velocità

laterale.

E’ anche possibile misurare la

distanza tra la sonda e la stazione di

terra misurando con quale ritardo

determinati impulsi codificati,

trasmessi da Terra, sono ricevuti di

nuovo a terra dopo che gli apparati di

navigazione di bordo li hanno

rimandati per così dire al mittente.

Poiché i ritardi del sistema sono noti

e calibrati le misure di distanza sono

tipicamente affidabili e limitate solo

dalla risoluzione dei codici impiegati.

Si noti che questa tecnica è alla base

anche della misura della distanza

satellite-ricevitore nei sistemi di

navigazione satellitare (GPS, Glonass,

Galileo).

Con diverse misure di distanza e

velocità radiale è possibile alimentare

un modello matematico che permetta

di risalire alla traiettoria che soddisfa

le diverse misure e, dunque,

determinare posizione e velocità

assolute della sonda. Grazie alle leggi

della gravitazione non sono molte le

soluzioni da analizzare per trovare

quella che soddisfa le misure

effettuate.

Per determinare la posizione della

sonda nel cielo in modo più diretto (e

più preciso) occorrono anche misure di

tipo angolare che, tuttavia, non sono

praticabili a grande distanza dalla

Terra. Le antenne paraboliche

tipicamente usate per le missioni

interplanetarie possono essere puntate

con una precisione del millesimo di

grado, ma questo non è ancora

sufficiente per una determinazione

della posizione. Se si utilizzano due

stazioni è però possibile effettuare due

tipi di misure angolari utilizzando le

tecniche prima descritte.

In un primo caso (detto Precision

Ranging) è possibile spingere al

massimo la misura di distanza (si

potrebbe arrivare anche al metro di

accuratezza) ed eseguire diverse misure

sincronizzate da due diverse stazioni.

In base alla geometria tra le due

stazioni e la sonda, è possibile con

molte misure determinare la posizione

di quest’ultima con tecniche di

trangolazione.

In un secondo caso è possibile

misurare la variazione nello spazio

(cioè in 3 dimensioni) della posizione

della sonda effettuando analoghe

misure sincronizzate dell’effetto

Doppler che apparirà di diversa entità

a due stazioni a grande distanza una

rispetto all’altra.

In entrambi i casi queste misure

richiedono di correggere un gran

numero di possibili sorgenti di errore,

che vanno dalle distorsioni

atmosferiche, alla sincronizzazione dei

tempi, alla stabilità dei generatori di

frequenze. In principio è però

possibile, con un adeguato numero di

misurazioni, ottenere informazioni di

velocità accurate al centesimo di

millimetro per secondo e di posizione

angolare alla decina di nano-radianti

(1 nano-radiante = 10 -9 radianti).

Una nuova tecnica

Le missioni cosiddette deep space

più recenti godono di una nuova

tecnica di misura della posizione

basata su VLBI (Very Long Baseline

Interferometry) o Interferometria su

Base Molto Ampia, già ben nota in

Geodesia ed Astronomia.

Questa tecnica si basa sull’impiego

di due stazioni di terra poste a grande

distanza tra loro (una condizione

facilmente conseguita sia nella rete

DSN della NASA che dalla rete

analoga dell’ESA) che osservano

alternativamente la sonda

oppure un Quasar. I Quasar

(Quasi-stellar Radio Source)

sono oggetti astronomici a

grandissima distanza dalla

Terra la cui emissione è

ricevibile solo con

radiotelescopi e la cui

posizione angolare è nota

con grande precisione.

L’utilizzo dei Quasars

permette di compensare

tutta una serie di errori di

sistema e soprattutto di

sincronizzare la ricezione

dei segnali della Sonda con

elevata precisione.

In pratica, una possibile procedure

d’impiego di questa tecnica, nota come

Delta-DOR (dove DOR sta per

Differential One-way Ranging) prevede

quanto segue. Le stazione osservano

per qualche minuto lo stesso Quasar

(scelto in modo che la sua posizione

angolare sia prossima a quella della

sonda). Poi contemporaneamente, e

senza smettere di registrare i dati, si

spostano per ricevere per qualche

minuto il segnale della sonda. Infine le

due stazioni tornano ad osservare il

Quasar. Dalle misure effettuate sul

Quasar è possibile sincronizzare gli

istanti di ricezione delle due stazioni.

Effettuata la sincronizzazione, e

compensati i moti della Terra, è

possibile allora ricavare dalle

registrazioni delle misure di distanza

dalla sonda che, negli stessi istanti,

risulteranno diverse per le due stazioni.

Si noti che il segnale proveniente dal

Quasar è estremamente debole al

punto tale da essere a malapena

discernibile dal rumore di fondo nei

ricevitori delle stazioni di terra.

Tuttavia la ricezione contemporanea da

due stazioni, e l’utilizzo di tecniche di

correlazione, permette di stabilire con

precisione la differenza temporale nella

ricezione del Quasar tra le due

stazioni.

Il termine delle procedura si ha

quando, ottenute le misure di distanza,

è possibile calcolare, di nuovo

mediante triangolazione, la posizione

angolare della sonda rispetto alle due

stazioni di terra. Uno dei vantaggi

della tecnica Delta-DOR sta nel fatto

che è possibile ottenere una

valutazione di posizione anche in tempi

relativamente brevi (l’intero processo

potrebbe durare anche solo una

ventina di minuti), condizione

indispensabile per la valutazione in

T

ERRA E SPAZIO

GEOmedia 2 2006 57


T

ERRA E SPAZIO

La nuova Stazione di Terra dell'ESA per missioni 'deep space',

situata a Cebreros, in Spagna. La parabola ha un diametro di

35 metri. Una stazione analoga è situata a Nuova Norcia, in

Australia.

Credits: European Space Agency/ESA

Una delle antenne da 70 metri di diametro della Deep Space

Network della NASA. I centri DSN sono situati a Goldstone,

California (in figura), Madrid, Spagna e Canberra, Australia.

La disposizione sul globo terrestre garantisce una copertura

costante delle missioni in atto, indipendentemente dalla

rotazione terrestre.

Credits: NASA/DSN

La chiave di volta per tutte le

missioni interplanetarie è l'infrastruttura

di comunicazioni

realizzata per mantenere il contatto

con Sonde che si trovano

ben oltre i confini del sistema

solare (come le Sonde Voyager e

Pioneer). Quando la potenza

ricevuta a Terra ha valori infinitesimali

occorrono antenne di

enormi dimensioni per raccogliere

una quantità di segnale

sufficiente a poter essere amplificata

da dispositivi avanzati raffreddati

vicino allo zero assoluto

con elio liquido (per ridurre il

rumore di fondo generato localmente).

Tecniche avanzate di

codifica del segnale trasmesso

dalle sonde sono state inoltre

sviluppate e vengono agggiornate

con il passare degli anni per

poter affrontare sfide sempre di

complesse.

La Deep Space Network della

NASA è un luogo di eccellenza

tecnologica al pari dei più grandi

centri di ricerca scientifica del

pianeta e la sua portata non si

limita solo agli apparati per

comunicazioni, ma si estende al

trattamento dei dati e partecipa

attivamente alla gestione delle

diverse missioni per poter coordinare

efficacemente l'utilizzo

degli impianti disponibili. Ad

esempio, se una Sonda si trova

ad affrontare una manovra

importante oppure ha un'unica

opportunità di osservazione di

un determinato oggetto, la DSN

viene utilizzata in maniera da

garantire in ogni istante della

fase critica la disponibilità di

sistemi di comunicazione primari

e ridondati.

Anche l'Agenzia Spaziale

Europea ha una rete per comunicazioni

'deep space' composta

per ora da due stazioni principali

ed una serie di stazioni, con

antenne di dimensioni minori,

utilizzate soprattutto per il "traffico"

più prossimo alla Terra

(come le varie missioni scientifiche

e di telerilevamento in orbita

intorno al nostro pianeta).

Accordi di collaborazione internazionale,

ed una forte standardizzazione

nei segnali e nelle

procedure, permettono all'ESA

di accedere alle risorse della

DSN in caso di necessità o per

garantire la copertura costante

in corrispondenza di eventi particolari.

tempo reale del risultato di una

manovra interplanetaria in prossimità

di un pianeta. Il sistema offre grande

precisione e richiede di conoscere con

altrettanto grande precisione la

posizione nel sistema di riferimento

terrestre delle due Stazioni di Terra

coinvolte nelle misure.

Questa posizione, che poi definisce le

caratteristiche della Linea di Base nella

tecnica VLBI, si ricava anch’essa

mediante una serie di misure

interferometriche effettuate su diversi

Quasar. Queste misure devono essere

ripetute per via delle variazioni nella

posizione dell’asse terrestre (diversi

metri nell’arco di un decennio) e per

via della deriva continentale. E’

riportato che la posizione delle antenne

della rete DSN della NASA è nota con

una precisione di 3 centimetri.

Nota finale

Esiste anche una tecnica di

raffinamento della nozione di posizione

di una sonda basata su misure

effettuate a bordo della stessa. In

particolare si usano spesso le camere

da ripresa (siano esse scientifiche o

dedicate a compiti di navigazione) per

riprendere il campo stellare intorno a

corpi planetari in prossimità della

sonda (per esempio nei giorni

precedenti l’inserimento in orbita).

Tramite diverse di queste immagini è

possibile, a terra, calcolare la

posizione e la velocità della sonda sia

per raffinare i risultati ottenuti con i

metodi sopra descritti, sia anche per

ottenere una verifica indipendente,

ottenuta con latri metodi, della stima

di posizione.

Sebbene questa tecnica si basi su

misure effettuate a bordo siamo

ancora lontani dalla realizzazione di

un sistema di navigazione autonomo

che soddisfi i sempre più stringenti

vincoli di localizzazione imposti dalle

moderne missioni scientifiche.

Riferimenti:

http://www.esrin.esa.it/SPECIALS/Mars_Express/S

EMS5N474OD_0.html

http://www2.jpl.nasa.gov/basics/bsf13-1.html

http://www.electronicstalk.com/news/bae/bae114.ht

ml

http://deepspace.jpl.nasa.gov/dsn/

http://www.esa.int/spacecraftops/

Autore

FABRIZIO BERNARDINI

fb@aec2000.it

58

GEOmedia 2 2006



R

ECENSIONE

Geniali

debolezze

di Isabel Gramesòn

Carl Friedrich Gauss ( 1777 -

1855) ed Alexander von

Humbolt (1769 - 1859),

ormai vegliardi, sono i protagonisti

dell’originale, ironico, a tratti

amaramente esilarante romanzo storico

di Kehlmann.

La narrazione descrive un incontro

tra i due, ormai famosi ma

irrimediabilmente provati dal

decadimento fisico, aprendo poi un

amplissimo flashback sul dipanarsi

delle loro vite e dei loro studi.

Numerose, e assai gustose, sono le

incursioni sulle loro vicende private, e

persino intime; sulle loro debolezze e

manìe. Non mancano, nel racconto,

illustri comparse quali Goethe, Kant,

Weber, Daguerre, nonché personaggi

storici dell’epoca, in un intreccio di

vicende vere e di aneddoti verosimili.

Gauss e Humbolt hanno un unico

tratto in comune: la volontà di

misurare il mondo e l’incapacità di

accettare il regredire delle loro facoltà

mentali, a causa della senescenza.

Gauss, di umilissime origini, è un

pessimista ,spiccatamente stanziale

misantropo. Ha tuttavia orrore della

solitudine, tanto da contrarre due

matrimoni. Si avvicina all’agrimensura

non certo per vocazione ma per cause

di forza maggiore. In età giovanile è

spinto unicamente da motivi economici

ma “quando un cane pastore spuntò

dalla selva, lo scaraventò a terra, gli

diede un morso quasi affettuoso nel

polpaccio e, come un fantasma,

scomparve di nuovo, decretò che era

ora di farla finita con quel lavoro. Non

era fatto per quei pericoli”. Alcuni

anni dopo, però, torna alla medesima

professione, per ragioni diverse, che

Kehlmann illustra con dovizia di

particolari. “Gauss pensava al suo

matrimonio, all’orrore che l’aveva

assalito quando l’aveva vista vestita di

bianco, un sorriso felice a mostrare

quei suoi denti enormi. [...] Il problema

di Gauss non era che non l’amava. Il

problema era che non la sopportava

proprio [...] e gli bastava pensare a lei

per desiderare che fosse morta. Perché

era diventato agrimensore? Per non

stare a casa”.

Humbolt, di nobile casato, è un

esploratore irrequieto, estroverso, per

nulla propenso a distrarsi con relazioni

sentimentali. E’ dell’avviso che “nella

vita si sposa solo chi non ha grandi

progetti”. Prima di partire alla volta

del Nuovo Mondo, dove intende fare

nuove scoperte scientifiche e

geografiche, si procura “...l’arsenale di

strumenti di misurazione più caro che

uomo abbia mai posseduto”. Già in

viaggio per la Spagna, dove si sarebbe

imbarcato, inizia a misurare

sistematicamente tutto ciò che trova

sul suo percorso, passando in più di

una occasione per pazzo agli occhi

delle popolazioni indigene. “Una

collina di cui non si conosce

l’altitudine è una offesa per la ragione

e mi inquieta,” afferma. “Senza

esaminare costantemente la propria

posizione, nessun uomo può progredire”.

Gauss percepisce quasi con

disappunto il succedersi delle varie

epoche storiche, che lo hanno relegato

a vivere “in un mondo di seconda

categoria”. “E’ bizzarro ed ingiusto”, a

parer suo, “il fatto che si nasce in una

determinata epoca e, volenti o nolenti,

vi si resta imprigionati: un esempio

calzante della penosa accidentalità

dell’esistenza. Così uno ha un

vantaggio spropositato rispetto al

passato e diventa lo zimbello del

futuro”. Humbolt ha invece una

interpretazione del progresso ben più

ottimista, tanto da asserire che “La

scienza avrebbe dato inizio ad un’era

di benessere, e chissà se un giorno non

sarebbe stata in grado perfino di

risolvere il problema della morte.”

Il piacevole romanzo scorre via

veloce e traccia, a volo d’uccello,

l’affresco di un periodo di grandi

mutamenti scientifici: Daguerre stava

lavorando ad un apparecchio in grado

di fissare l’attimo; iniziavano i primi

voli con i palloni aerostatici di

Mongolfier; erano stati appena messi a

punto orologi a molla. Senza mai

appesantire il racconto, Kehlmann non

si lascia sfuggire alcun riferimento,

contestualizzando le vicende

nell’ambito politico e sociale dell’epoca,

non limitandosi alla sola Germania,

ma chiamando in causa ben tre

continenti.

E’ un libro di avventure, di scienze

e di coscienze, che si legge tutto d’un

fiato.

Daniel Kehlmann

“La misura del mondo”

Feltrinelli – I Narratori

pp. 254, € 15,00

60

GEOmedia 2 2006


2006

A GENDA

26 Giugno

Trevano - CO

Seminario – 23 giungo termine

di scadenza delle iscrizioni

Nuove metodologie per il

monitoraggio geotecnico

Istituto Scienze della Terra

(IST) - Scuola Professione

della Svizzera Italiana

(SUPSI)

Web:www.ist.supsi.ch/index.php

26-30 Giugno

Terni

Corso sui software geografici

(GIS) liberi (open source)

Corso introduttivo a

GRASS GIS ed al software

GFOSS - Aspetti teorici e

metodologie pratiche

Chiaromondo Società

Cooperativa di Engineering a

r.l.

Web: www.geologi.it/convegni/chiaromondo.pdf

10-18 Luglio

Grosseto

XV International Summer

School in Archaeology –

Geophysics for landscapes

archaeology

Web:

www.lapetlab.it/pagine/XVsu

mmer.html

20-22 Luglio

Zagreb (Croatia)

EYGEC 2006 - 17th

European Young

Geotechnical Engineers’

Conference

ISSMGE - International

Society for Soil Mechanics

and Geotechnical

Engineering

Web: www.issmge.org/addon

7–11 Agosto

San Diego Convention

Center, San Diego, CA

2006 ESRI

International User

Conference

Web:

www.esri.com/events/uc/inde

x.html

12-16 Settembre

Chieti

83a Riunione Estiva della

Società Geologica Italiana

Società Geologica Italiana

Web: www.socgeol.it

8 - 13 ottobre

Monaco, Germania

FIG XXIII Congress and

XXIX General Assembly

Web:

congress.director@fig2006.de

Email: www.fig2006.de

27 giugno - 7 luglio

Fiesole (FI)

4th International

Vespucci Summer

Institute on Geographic

Information Science

Web: www.vespucci.org

Email:

2006summer@vespucci.org

3-6 luglio

Parigi, Francia

ISPRS Commission

Symposium “Paris 2006:

From Sensors to

Imagery”

Email:

isprs2006@colloquium.fr

Web:

www.colloquium.fr/sftp2006

3-4 luglio

Trento

Corso teoricopratico -

Università degli Studi di

Trento/Università degli

Studi di Roma “La

Sapienza”

“Ortofotocarte da

immagini satellitari ad

alta risoluzione:

metodologie, applicazioni

e problemi”

Web:w3.uniroma1.it/geodgeom/

ImmSat2006/immsat2006.html

5-7 luglio

Salisburgo, Austria

AGIT Symposium and

Exhibition

Email: office@agit.at

Web: www.agit.at

L’INFORMAZIONE

PUBBLICA

È UN BENE COMUNE?

Il 4 luglio, a Torino, un

convegno nazionale

analizzerà le possibilità di

valorizzazione e utilizzo

del patrimonio informativo

pubblico per lo sviluppo

della Società della

conoscenza.

A partire dal quadro

normativo di riferimento

(Direttiva europea

2003/98/CE e Decreto

legislativo 36/2006), al

centro del convegno sarà

l’analisi delle possibilità

di valorizzazione e

utilizzo del vasto

insieme di dati raccolto,

prodotto e gestito dal

settore pubblico

nell’esercizio delle proprie

funzioni istituzionali.

Info:

www.csipiemonte.it/datipubblici

Indice Inserzionisti

Abaco pag. 17

Assogeo pag. 41

Codevintec pag. 64

Esri pag. 2

Eurotec pag. 13

Geogrà pag. 55

Geotop pag. 53, 63

Intergraph pag. 5

Menci pag. 19

Mice pag. 31

Microgeo pag. 37

Sinergis pag. 21

Trimble pag. 33

L’Universo pag. 59

Vector pag. 15

GEOmedia 2 2006 61


Abbonamento

per l’edizione

2006 di GEOmedia

5 numeri + 3 speciali.........€ 45

Tipo di organizzazione

• Società di ingegneria

Attività primaria

• Cartografia

• Consulenza

• Rilievi GPS

• Formazione

• Topografia, Geodesia

• Università

• Catasto

• Produttore

• GIS/SIT

• Assoc. categoria

• Ingegneria del territorio

• PAC

• Protezione ambientale

• PAL

• Banche dati territoriali

• Ente parco

• Formazione

• Comunità montana

• Editoria

• Uff. Tecnico

• Consulenza

• Altro ____________________ • Altro___________________

I dati forniti saranno utilizzati in conformità con le vigenti norme sulla privacy (d.lgs 196/03)

CARTOLINA

DI ABBONAMENTO

Ragione Sociale

P.I./C.F.

Cognome

Nome

Indirizzo N°

Cap

Comune

Tel.

Fax

E-mail

Scelgo di pagare secondo quanto di seguito indicato:

• Bonifico bancario alle seguenti coordinate:

Abi: 03336 Cab: 03200 C/C: 000000002831

Credito Bergamasco S.p.a. - 89 Filiale di Roma

Intestato a: A&C 2000 s.r.l. Div. Geo4all

• Conto corrente postale n. 67876664 intestato a: A&C 2000 S.r.l.

• Bonifico bancario alle seguenti coordinate:

Abi: 7601 Cab: 3200 C/C: 67876664

Banco Posta S.p.a intestato a: A&C 2000 S.r.l.

Da inviare completo delle informazioni + allegata copia di pagamento

Spedire la cartolina in busta chiusa a: Geo4all - Via C.B. Piazza, 24 - 00161 Roma oppure inviarla via Fax ai numeri 06.97252602 - 06.44244965 o via E-mail all’indirizzo info@geo4all.it


GPS · GLONASS · GALILEO

TIME FOR CHANGE !


Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!