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ICONA
E SIMU
LACRO
Tito Lucrezio Caro
Bruno Moroncini
Matteo G. Brega
David Le Breton
Federico Tiezzi
GRENELLE ·
INDICE
nota editoriale
ICONA E SIMULACRO
2 De rerum natura / La natura delle cose
Tito Lucrezio Caro
31 Ospitalità e simulacro
Bruno Moroncini
75 Simulacri ed esito politico
Matteo G. Brega
106 Socievolezza digitale e isolamento
David Le Breton
150 Il giardiniere tenace:
il regista di fronte a se stesso
Federico Tiezzi
BRUNO MORONCINI È FILOSOFO, AUTORE DI NUMEROSI LIBRI E
SAGGI SULLA FILOSOFIA DEL XX SECOLO. DA ANNI S’INTERESSA
AL PENSIERO DI WALTER BENJAMIN, AL MOVIMENTO “DECOSTRU-
ZIONISTA” E AI RAPPORTI TRA LE TEORIE PSICOANALITICHE E LA
FILOSOFIA. HA INSEGNATO FILOSOFIA MORALE NELLE UNIVERSI-
TÀ DI MESSINA E SALERNO.
MATTEO G. BREGA È DOCENTE DI INTRODUZIONE AL PENSIERO
CRITICO PRESSO L'UNIVERSITÀ IULM DI MILANO. COLLABORA
CON L'ASPEN INSTITUTE ITALIA. TRA LE SUE PUBBLICAZIONI, HA
CURATO EDIZIONI ITALIANE DI JEAN BAUDRILLARD PER LA CASA
EDITRICE PIGRECO E DI OSCAR WILDE PER MIMESIS.
DAVID LE BRETON È PROFESSORE DI SOCIOLOGIA ALL’UNIVER-
SITÀ DI STRASBURGO. TRA I SUOI NUMEROSI VOLUMI PUBBLICA-
TI IN ITALIANO RICORDIAMO: “FUGGIRE DA SÉ. UNA TENTAZIONE
CONTEMPORANEA” (RAFFAELLO CORTINA); “CAMMINARE. ELO-
GIO DEI SENTIERI E DELLA LENTEZZA” (EDIZIONI DEI CAMMINI);
“ANTROPOLOGIA DEL DOLORE” (MELTEMI); “ANTROPOLOGIA DEL
CORPO E MODERNITÀ” (GIUFFRÉ).
FEDERICO TIEZZI È UNO STORICO DELL’ARTE, DRAMMATURGO E
REGISTA TEATRALE ITALIANO. LAVORA NEL TEATRO DI PROSA E IN
LIRICA. CO-DIRIGE LA COMPAGNIA LOMBARDI-TIEZZI. SI CONSIDE-
RA ALLIEVO DI EDWARD GORDON CRAIG.
NOTA
EDITORIALE
Sproni è un nuovo lessico contemporaneo,
una piccola archeologia dei saperi che coltiva la disseminazione
del pensiero. Un dialogo a più voci fra
filosofi, antropologi, psicoanalisti e artisti guidato da
uno spirito non enciclopedico, dalla consapevolezza
di non poter definire mai completamente il campo
del concetto.
Le voci di Sproni sono forze di prossimità,
vettori che proiettano verso lontananze profonde, per
ricomprenderle nel presente. Panorami che si costituiscono
per intersezione di piani diversi del discorso,
palinsesti di un sapere antico e sempre attuale.
Pur nell’urgenza di riagganciare il contemporaneo,
Sproni non introduce al senso ultimo delle
cose, non determina un’ortodossia, né terminologica
né disciplinare, ma lascia aperte le strade della conoscenza,
indicando percorsi possibili al pensiero,
ampliando le prospettive di ricerca a partire dalle
diverse forme del sapere.
II
ICONA E SIMULACRO
Tutto inizia da un ritrovamento testuale
dimenticato, da uno sguardo che riporta alla luce
questioni sopite, pronte a essere riviste da diverse
angolature. Scritture inedite permettono a questioni
epocali, irrisolvibili e mai inattuali, di ripresentarsi
con l’aspetto di un autore trascurato o di un testo
sconosciuto. Il testo “suscitante” la discussione costituisce
solo l’abbrivo – lo sprone, appunto – per
iniziare a discorrere. Non genera gerarchie né ordini
preliminari negli interventi. Non esiste voce più autorevole
né disciplina più importante delle altre.
Sproni mette in valore il ritrovamento di
frammenti, intravvede per essi delle possibilità ricompositive;
li considera occasioni ideali per rivisitare
scenari abbandonati ed erigere nuovi edifici
di senso. Citazioni molteplici che sanno dare scopo
anche alla più ricca e necessaria erudizione, l’ampliamento
del repertorio dottrinale e delle chiavi interpretative,
non portano all’oblio, ma sconvolgono
l’ordine del discorso, la linearità dei percorsi precostituiti;
essi conducono entro le pieghe del pensiero
e invitano a pause meditative, incentivando le domande,
più che le risposte, rivelando corrispondenze
impensate tra materie e spiriti lontani.
Come ogni dispositivo teoretico anche Sproni
presuppone articolazioni interne, rapporti plurivoci
e rilanci fra più elementi. Ogni termine, declinato da
III
Nota editoriale
diversi pensatori, assume così un respiro più denso;
nel circuito del discorso pluridisciplinare il concetto si
afferma nella sua inesauribile varietà; si differenzia nel
rispecchiamento con la galassia degli altri lemmi della
collana. Si provocano così sorprese, si generano esiti
inattesi, si ristabilisce ogni volta un senso più ampio.
Sproni promuove una cultura di apertura e di
dialogo e rifugge dagli specialismi; conduce diversi
orientamenti concettuali – discipline spinte al massimo
delle loro possibilità esplicative – fino all’individuazione,
su un terreno trasversale, di nuovi concetti.
Cultura come espressione e forza creatrice di
mondi, come mappa della loro ricchezza di idee e realizzazioni;
infedeltà ai consueti punti di vista, provocazione
e confronto, questi i caratteri che guidano
la collana nella scoperta di un nuovo vocabolario,
incompiuto eppure vasto e potente per la sua capacità
di dare spazio a pensieri e realtà diverse.
DE RERUM NATURA
LIBRO IV VV. 110-378
TITO LUCREZIO CARO
5
10
15
Nunc age, quam tenui natura constet imago
percipe. Et in primis, quoniam primordia tantum
sunt infra nostros sensus tantoque minora
quam quae primum oculi coeptant non posse tueri,
nunc tamen id quoque uti confirmem, exordia rerum
cunctarum quam sint subtilia percipe paucis.
Primum animalia sunt iam partim tantula, quorum
tertia pars nulla possit ratione videri.
Horum intestinum quodvis quale esse putandumst?
Quid cordis globus aut oculi? Quid membra? Quid
artus?
Quantula sunt? Quid praeterea primordia quaeque,
unde anima atque animi constet natura necessumst?
Nonne vides quam sint subtilia quamque minuta?
Praeterea quaecumque suo de corpore odorem
expirant acrem, panaces absinthia taetra
LA NATURA DELLE COSE
LIBRO IV VV. 110-378
TITO LUCREZIO CARO
Traduzione di Anna Cariello
5
10
15
Ora ascolta quale sia la sottile natura dell’immagine.
In primo luogo poiché gli elementi primordiali
sono al di sotto dei nostri sensi e tanto più piccoli di ciò
che già gli occhi cominciano a non percepire,
ora, tuttavia, per dimostrare anche questo, senti
in breve quanto siano sottili i principi di tutte le cose.
Per prima cosa, ci sono alcuni animali così piccoli
che la loro terza parte è invisibile.
Quanto piccolo bisogna ritenere un loro viscere?
Cosa dire del globo del cuore o dell’occhio? Che dire
delle membra? Degli arti?
Quanto sono piccoli? E che dire degli elementi primi
di cui deve essere fatta la loro anima e la natura
dell’animo?
Non vedi quanto siano piccoli e sottili?
Inoltre tutte le cose che dal proprio corpo emanano
un odore acre, la panacea, l’amaro assenzio,
Partendo da alcuni versi dal quarto libro del “De rerum natura”
di Lucrezio questo libro indaga i concetti di icona e di
simulacro, tentando di capire come il simulacro attualizza
un’irrappresentabile e l’icona spersonalizza ed eterna la vita.
Tali questioni sembrano una specie di precondizione ontologica
del lavoro intellettuale e artistico. Attingendo ad un approccio
pluridisciplinare, grazie ai contributi di filosofi, antropologi e
registi, viene approfondito il tema della crisi dell’idea di rappresentazione,
una funzione che per secoli ha consentito all’uomo
di entrare in un certo rapporto con il mondo, e si riflette sullo
sgretolamento del rapporto con il reale e sulla perdita di senso
della parola “virtuale” prefigurati da Baudrillard, Klossowski e
Deleuze ed oggi pienamente realizzati.
€ 16,00