16/02/2012 Anno 2 - N° 11 - Cesena

Per sempre nei nostri cuori
Sugli spalti, c’è da scommetterci,
avrebbe avuto il cuore diviso. Da
una parte la fede milanista, dall’altra
il richiamo della sua terra, quella Romagna
con cui ha sempre vissuto in perfetta
simbiosi.
Ma una cosa è certa: Marco Pantani questa
partita non se la sarebbe persa.
E, forse, almeno per una domenica, la sua
PERIODICO SPORTIVO BIANCONERO
Iscritto al registro stampa al N° 36/010 dal 15 Settembre 2010
EDITORE
Associazione Calcio Cesena
DIRETTORE RESPONSABILE
Andrea Agostini
TIRATURA
10.000 copie
IN COPERTINA:
Duello a San Siro: Mutu-Van Bommel
fede rossonera, avrebbe vacillato.
D’accordo, non è semplice smarcarsi
dall’immaginario infantile, soprattutto se
è popolato dalla classe di Van Basten e
dai riccioli di Gullit, ma col passare degli
anni il Pirata non è mai rimasto indifferente
ai colori di una maglia che incarna
e custodisce i valori più autentici e veraci
della sua terra.
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Non lo era quando militava in serie B, figuriamoci
ora che avrebbe potuto ammirare
i bianconeri sui massimi palcoscenici
calcistici.
Ci piace pensare che oggi Marco sarebbe
stato in tribuna a godersi il suo derby del
cuore con la sciarpa Bianconera al collo,
anche se sulla sua spalla destra sarebbe
rimasto indelebile il diavoletto rossonero.
FOTO
Vittorio Calbucci
PROGETTO GRAFICO
Lisa Camporesi
lisacamporesi@gmail.com
STAMPA
Kando, Bagnarola di Cesenatico (FC)
Certe etichette restano appiccicate tutta
la vita e, allora - anche se nella stagione
in corso, ha fatto la spola tra panchina
e tribuna - Vincenzo Iaquinta è, e resterà
per sempre, uno degli “eroi di Berlino”. Per
ritrovare a Cesena uno con le sue credenziali
sontuose, bisogna riavvolgere il nastro fino
ai tempi di Pierluigi Cera, un altro che - tra
Pelé e Beckenbauer - aveva parecchie cose da
raccontare. Ma Iaquinta, campione del mondo
con Marcello Lippi (strani intrecci, a volte,
s’inventa il destino), quella Coppa la alzò da
protagonista, dopo aver segnato una rete nel
match d’apertura contro il Ghana, diventando
- cammin facendo - una delle pedine tattiche
più duttili e preziose di quell’Italia mondiale.
Da quel 2006, tanto tempo è passato e Iaquinta,
causa qualche problemino fisico di troppo,
non sempre è riuscito a mantenere fede alle
tante aspettative. Oggi quanto vale l’iridato
può dirlo solo il campo, ma nel frattempo
però qualche valutazione è d’obbligo. Ogni
qual volta la condizione atletica l’ha sorretto,
il 32enne attaccante crotonese si è sempre ritagliato
un posto da titolare. Nelle formazioni
estive, il suo nome, nell’undici di partenza,
non compariva mai, scalzato dalle più reclamizzate
stelle esotiche. Ma, sfruttando al meglio
ogni scampolo di partita, domenica dopo
domenica, nessun tecnico, alla fine, ha fatto
a meno di lui. Giocatore versatile, con buone
proprietà tecniche ed una naturale vocazione
al gregariato, ha sempre avuto nell’atletismo
poderoso la sua peculiarità più preziosa.
Inesauribile podista, devastante negli spazi
larghi, ma preziosissimo anche nel lavoro
d’interdizione, l’ex juventino è il prototipo del
giocatore completo. Sembra perfetto per questo
Cesena e il suo ingaggio, tra le altre cose
conferma - qualora ce ne fosse bisogno - la
voglia spasmodica della società di risalire la
china. La classifica non dispensa ottimismo,
ma può una squadra con un attacco Mutu-Iaquinta
abdicare con largo anticipo dalla lotta
salvezza?
Andrea Agostini
Editoriale
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