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Introduzione a Lisrel: richiami teorici [Pdf] - Marco Vicentini

Introduzione a Lisrel: richiami teorici [Pdf] - Marco Vicentini

Introduzione a Lisrel: richiami teorici [Pdf] - Marco Vicentini

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Facoltà
di
Psicologia
di
Padova
–
Corso
FSE
–
ottobre
2009
<br />

<strong>Marco</strong>
<strong>Vicentini</strong>
<br />

info@marcovicentini.it



� Relazioni
tra
variabili
e
nessi
causali
<br />

� Modelli
di
Equazioni
Strutturali
<br />

� Regressione
lineare
<br />

� Matrici
e
Variabili:
osservate
e
latenti,
endogene
ed
esogene
<br />

� Statistica
χ 2 
e
L 2 
<br />

� Formulazione
di
modelli
e
stima
dei
parametri
in
<strong>Lisrel</strong>
<br />

� Dai
dati
osservati
alla
matrice
di
covarianza
(Prelis)
<br />

� Modelli
correlazionali
<br />

� Analisi
fattoriale
confermativa
ed
esplorativa
<br />

� Path
Analysis
<br />

� Falsificazione
e
valutazione
del
modello
<br />

� Comprendere
gli
indici
di
fit
<br />

� Il
processo
di
miglioramento
del
modello
<br />

� Dati
categoriali
e
ordinali
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
2



� Il
primo
a
occuparsi
dei
SEM
fu
lo
statistico
psicometrico
<br />

svedese
Karl
Jöreskog
attorno
ai
primi
anni
’70.
<br />

� Inizialmente
si
era
posto
il
problema
di
stimare
i
coefficienti
<br />

strutturali
dell’analisi
fattoriale
col
metodo
della
massima
<br />

verosimiglianza
(ML).
<br />

� L’iniziale
approccio
è
andato
oltre
l’obiettivo
per
il
quale
era
<br />

stato
inizialmente
concepito:
la
sua
applicazione
ha
superato
<br />

i
confini
dell’analisi
fattoriale
diventando
una
procedura
<br />

generale
per
i
modelli
basati
su
sistemi
di
equazioni
<br />

strutturali.
<br />

� Per
implementare
i
risultati
<strong>teorici</strong>
raggiunti,
Jöreskog
<br />

sviluppò
un
software
denominato
LISREL.
<br />

� Oggi
i
SEM
trovano
una
vasta
applicazione
nell’ambito
della
<br />

ricerca
scientifica
in
diversi
campi
(sociologia,
psicologia,
<br />

economia,
biometria…)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
3



� I
SEM
sono
una
tecnica
statistica
per
<br />

verificare
e
testare
relazioni
causali
tra
<br />

variabili.
<br />

� Sono
utilizzati
per
congiungere
assieme

<br />

� una
analisi
fattoriale
confermativa
ed
esplorativa,
<br />

� modelli
di
path
analysis

<br />

� permettendo
sia
di
falsificare
che
di
sviluppare
un
<br />

modello
teorico
di
relazioni
tra
variabili
osservate
<br />

e
latenti.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
4



� Vengono
anche
chiamati:
<br />

� Analisi
della
struttura
di
covarianza,
modelli
causali,
<br />

modelli
<strong>Lisrel</strong>
<br />

� Combinano
la
logica
della
analisi
fattoriale
e
della
<br />

regressione
multipla
<br />

� Lo
scopo
è
sviluppare
un
modello
che
spieghi
come
<br />

sono
legate
delle
variabili
osservate
<br />

� Spiegare
la
matrice
di
varianza‐covarianza(Σ)
<br />

� Attraverso
la
soluzione
simultanea
di
equazioni
che
<br />

rappresentano
il
modello
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
5



� Vantaggi
<br />

� Riduzione
dell’errore
di
misura
tramite
multipli
<br />

indicatori
della
variabile
latente
<br />

� Capacità
di
valutare
un
modello
in
generale
e
i
singoli
<br />

parametri
<br />

� Capacità
di
verificare
modelli
con
moltepilici
variabili
<br />

dipendenti
<br />

� Capacità
di
modellare
variabili
mediatrici
<br />

� Capacità
di
confrontare
statisticamente
modelli
<br />

nested
e
non‐nested
<br />

� Capacità
di
modellare
relazioni
tra
gruppi
e
nel
tempo
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
6



� Approcci
principali,
bastati
sugli
obiettivi
<br />

sperimentali
<br />

� Analisi
fattoriale
confermativa
<br />

� Modelli
di
equazioni
strutturali
<br />

� Per
ciascun
approccio
principale,
sono
possibili
<br />

differenti
scelte
metodologiche
<br />

� Strettamente
confermativo
<br />

� Modelli
alternativi
<br />

� Sviluppo
di
modelli
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
7



� Variabili
<br />

� Osservate
=
misurate,
manifeste,
indicatori
<br />

▪ Possono
essere
item,
sottoscale
o
scale
<br />

� Latenti
=
costrutti
<strong>teorici</strong>
<br />

▪ Variabili
definite
tramite
variabili
osservate
<br />

� Lo
scopo
è:
<br />

▪ modellare
la
comunanza
tra
le
variabili
osservate
<br />

▪ Simile
ad
una
analisi
fattoriale?
<br />

▪ la
relazione
tra
molteplici
variabili
latenti
<br />

▪ Simile
ad
una
regressione
multipla?
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
8



Variabili
 Osservate
 Latenti
<br />

Indipendenti
 X
 Ksi
(ξ)
<br />

Dipendenti
 Y
 Eta
(ή)
<br />

Errore
 di
misurazione

<br />

(
δ,
ε
)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
9
<br />

di
specificazione
<br />

(
ζ
)



� Verifica
di
un
modello
di
misurazione
<br />

specificato
a
priori
<br />

� Viene
modellata
e
misurata
la
relazione
diretta
tra
<br />

variabili
osservate
e
variabile(i)
latente
<br />

Scala 1 (X 1) Scala 2 Scala 3 Scala 4<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
10
<br />

peso fattoriale<br />

λ11 costrutto<br />

(ξ 1)<br />

errore (δ1) errore errore errore


� Si
verifica
un
modello
strutturale
posto
a‐<br />

priori
congiuntamente
alla
CFA
<br />

� Processo
in
tre
fasi
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
11
<br />

▪ Definizione
del
modello
di
misurazione
<br />

▪ Stima
dei
parametri
del
modello
<br />

▪ Secondo
differenti
procedure
matematiche
<br />

▪ Valutazione
del
modello
strutturale
<br />

▪ Si
modella
la
relazione
diretta
tra
variabili
latenti
tramite
<br />

regressione
lineare
multipla



λ x<br />

S1 S2 S3 S4<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
12
<br />

Coping (ξ 1)<br />

λ<br />

λ λ<br />

γ11 Coefficiente strutturale<br />

depressione<br />

(η 1 )<br />

S1 S2 S3 S4<br />

errore errore<br />

errore errore errore errore errore errore<br />

λ y<br />

λ<br />

errore (ζ 1 )<br />

λ<br />

λ


� Tipologia
di
variabili
latenti
(LV)
<br />

� esogene:
LV
che
solamente
causano
altre
LV
<br />

� endogene:
LV
che
sono
causate
da
altre
LV
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
13
<br />

▪ mediatori:
sono
“causa”
e
“causate”
<br />

Illness<br />

perceptions<br />

Coping<br />

Depression


� Specifica
del
modello
<br />

� Scrivere
le
equazioni
per
specificare
<br />

▪ Ciascun
peso
fattoriale
<br />

▪ MV1
=
λ(LV)
+
e1
<br />

▪ E.s.:
BDI
=
λ11(Depression)
+
e1
<br />

▪ Ciascuna
relazione
tra
variabile
latente
<br />

▪ LV
endogena
=
γ(LV
esogena)
+
d2
<br />

▪ Depression
LV
=
γ21(Coping
LV)
+
d2
<br />

▪ Indicare
quali
parametri
stimare
<br />

▪ Liberi
(FR,
1),
fissati
(FI,
0),
vincolati
(VA,
ST,
EQ,
…)
<br />

� Queste
equazioni
implicano
un
modello
<br />

� Questo
modello
cerca
di
spiegare
la
matrice
di
varianza‐<br />

covarianza
(Σ
vs.
S)
<br />

▪ La
relazione
tra
le
variabili
osservate
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
14



� Stima
dei
parametri
del
modello
<br />

� Viene
effettuata
matematicamente
con
pesanti
<br />

calcoli
di
algebra
matriciale
e
regole
di
tracking
<br />

� Le
procedure
di
stima
includono
<br />

▪ Maximum
Likelihood
<br />

▪ Minimi
quadrati
generalizzati
<br />

▪ Metodi
asintotici
liberi
dagli
assunti
di
distribuzioni
note

<br />

� La
stima
produce
una
funzione
di
adattamento
<br />

del
modello
ai
dati
<br />

▪ Ci
dice
quanto
bene
abbiamo
riprodotto
la
matrice
Σ
con
il
<br />

nostro
modello
e
la
stima
dei
parametri
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
15



� Determinazione
dell’adattamento
del
modello
<br />

compiuta
a
due
livelli
<br />

� Il
modello
in
generale
<br />

▪ Ci
si
riferisce
alla
bontà
di
adattamento
del
modello
ai
dati
<br />

(goodeness
of
fit
indexes)
<br />

▪ Ci
dicono
se
il
modello
deve
essere
rigettato
<br />

� I
singoli
parametri
del
modello
<br />

▪ Parametri:
peso
fattoriale,
correlazione
tra
fattori,
coefficienti
<br />

strutturali
<br />

� Processo
decisionale
<br />

� Se
il
modello
è
accettato,
interpreta
i
parametri
del
<br />

modello
<br />

� Se
il
modello
è
rifiutato,
non
interpretare
i
parametri
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
16



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
18



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
19
<br />

X
<br />

Y
<br />

Due
variabili
sono
legate
da
una
relazione
causale
<br />

diretta
quando
un
mutamento
nella
variabile
causa
<br />

produce
un
mutamento
nella
variabile
effetto
<br />

Ad
esempio:




<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
20
<br />

X
<br />

Y
<br />

Due
variabili
sono
legate
da
una
relazione
causale
reciproca
(o
<br />

retroazione,
simultaneità,
mutua
relazione)
quando
un
<br />

mutamento
nella
variabile
causa
produce
un
mutamento
nella
<br />

variabile
effetto
e
viceversa,
anche
in
tempi
differenti.
<br />

Ad
esempio:
prezzo
–
domanda;
identificazione
e
partecipazione
nei
gruppi




<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
21
<br />

X
<br />

Z<br />

Y
<br />

Presenza
di
covariazione
in
assenza
di
causazione.
<br />

La
covaziazione
fra
due
variabili
è
provocata
da
una
terza
<br />

variabile
che
agisce
causalmente
sulle
prime.
<br />

Ad
esempio:
<br />

• 
Numero
di
pompieri
e
dimensione
dell’incendio
<br />

• 
Cicogne
sui
camini
e
numero
di
figli
per
famiglie

<br />

• 
Gelati
consumati
e
voti
al
partito
dei
pensionati



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
22
<br />

X
<br />

Z<br />

Y
<br />

Si
ha
relazione
causale
indiretta
tra
due
variabili
X
e
Y
quando
<br />

il
loro
legame
causale
è
mediato
da
una
terza
variabile
Z,
<br />

detta
interveniente.
<br />

Ad
esempio:
<br />

• 
Razza
e
quoziente
di
intelligenza,
mediato
da
istruzione
<br />

• 
…



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
23
<br />

X
<br />

Z<br />

Y
<br />

Si
ha
relazione
causale
condizionata,
o
interazione,
quando
la
<br />

relazione
tra
due
variabili
cambia
a
seconda
del
valore
assunto
<br />

da
una
terza.
<br />

Ad
esempio:
<br />

• 
Età
e
ascolto
di
musica
classica,
solo
in
interazione
con
livello
culturale.
<br />

• 
…



� “
Se
scegliamo
un
gruppo
di
fenomeni
sociali
<br />

senza
precedente
conoscenza
di
causazione
o
<br />

di
non‐causazione
fra
essi,
il
calcolo
dei
<br />

coefficienti
di
correlazione
non
ci
farà
<br />

avanzare
di
un
passo
nella
direzione
della
<br />

comprensione
delle
cause
in
opera
”
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
24
<br />

[
Fisher,
1925
]



� Per
correlazione
si
intende
una
relazione
tra
<br />

due
variabili
casuali
tale
che
a
ciascun
valore
<br />

della
prima
variabile
corrisponda
con
una
<br />

certa
regolarità
un
valore
della
seconda.
<br />

� Non
si
tratta
di
un
rapporto
di
causa
ed
<br />

effetto
ma
semplicemente
della
tendenza
di
<br />

una
variabile
a
variare
assieme
ad
un'altra.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
25



� La
covarianza
è
un
indice
che
misura
la
<br />

contemporaneità
della
variazione
(in
termini
<br />

lineari)
di
due
variabili
casuali:
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
26
<br />

Cov( x, y)<br />

= 1<br />

n −1<br />

n<br />

∑<br />

i=1<br />

( x − x ) ( y − y )<br />

i i


� La
correlazione
è
la
medesima
misura
<br />

standardizzata:
<br />

� tramite
le
deviazioni
standard
delle
variabili
<br />

stesse:

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
27
<br />

s x =<br />

1<br />

n −1<br />

n<br />

∑<br />

i=1<br />

( x − x ) i 2


<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
28



� Calcolare
la
relazione
lineare
tra
le
seguenti
variabili:
<br />

� Calcolare:
<br />

1. Media
<br />

2. Varianza
<br />

3. Covarianza
<br />

4. Correlazione
<br />

P.S.
si
può
usare
la
calcolatrice…
meglio
non
quella
del
cellulare…
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
29
<br />

A
 B
 C
<br />

15
 21
 43
<br />

26
 23
 37
<br />

27
 27
 31
<br />

39
 30
 25
<br />

43
 49
 14



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
30
<br />

A
 B
 C
 a i ‐A
 b i ‐B
 a 2
 b 2
 ab
<br />

15
 21
 43
 ‐15
 ‐9
 225
 81
 135
<br />

26
 23
 37
 ‐4
 ‐7
 16
 49
 28
<br />

27
 27
 31
 ‐3
 ‐3
 9
 9
 9
<br />

39
 30
 25
 +9
 0
 81
 0
 0
<br />

43
 49
 14
 +13
 +19
 169
 361
 247
<br />

Σ
 150
 150
 150
 500
 500
 419
<br />

Χ
 30
 30
 30
 125
 125
 104.75



Matrici
di
covarianza
(CM)
e
di
correlazione
(KM)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
31
<br />

A
 B
 C
<br />

A
 125.00
 104.75
 ‐119.75
<br />

B
 104.75
 125.00
 ‐118.25
<br />

C
 ‐119.75
 ‐118.25
 125.00
<br />

A
 B
 C
<br />

A
 1.000
 0.838
 ‐0.958
<br />

B
 0.838
 1.000
 ‐0.946
<br />

C
 ‐0.958
 ‐0.946
 1.000



Matrici
di
covarianza
(CM)
e
di
correlazione
(KM)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
32
<br />

A
 B
 C
<br />

A
 125.00
 104.75
 ‐119.75
<br />

B
 104.75
 125.00
 ‐118.25
<br />

C
 ‐119.75
 ‐118.25
 125.00
<br />

Varianza
<br />

Covarianza
<br />

A
 B
 C
<br />

A
 1.000
 0.838
 ‐0.958
<br />

B
 0.838
 1.000
 ‐0.946
<br />

C
 ‐0.958
 ‐0.946
 1.000



� es0.pr2
<br />

DA
NI=3
<br />

RA=es0.raw
<br />

LA

<br />

a
b
c
<br />

CO
ALL
<br />

OU
MA=CM
SM=es0.cov
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
33
<br />

� es0.raw
<br />

15
21
43
<br />

26
23
37
<br />

27
27
31

<br />

39
30
25
<br />

43
49
14



es0.out
<br />

Total Sample Size = 5<br />

Univariate Summary Statistics for Continuous Variables<br />

Variable Mean St. Dev. T-Value Skewness Kurtosis Minimum Freq. Maximum Freq.<br />

-------- ---- -------- ------- -------- -------- ------- ----- ------- -----<br />

a 30.000 11.180 6.000 -0.161 -1.113 15.000 1 43.000 1<br />

b 30.000 11.180 6.000 1.717 3.149 21.000 1 49.000 1<br />

c 30.000 11.180 6.000 -0.501 -0.230 14.000 1 43.000 1<br />

Covariance Matrix<br />

a b c<br />

-------- -------- -------a<br />

125.000<br />

b 104.750 125.000<br />

c -119.750 -118.250 125.000<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
34



� Nei
fenomeni
sociali,
le
relazioni
tra
variabili
sono
molto
<br />

complesse.

<br />

� Trarre
conclusioni
da
analisi
bivariate,
per
altro
utilissime
a
<br />

livello
esplorativo,
può
portare
a
errori
di
valutazione
<br />

considerevoli.

<br />

� Quando
è
possibile
è
certamente
preferibile
utilizzare
<br />

approcci
multivariati.
<br />

� Nel
provare
la
causalità
di
una
relazione
è
determinante
<br />

l’ipotesi
teorica
del
ricercatore.

<br />

� Un
modello
statistico
da
solo,
non
può
mai
provare
la
<br />

causalità
di
una
relazione
!
<br />

� Al
limite,
un
modello
statistico
può
suggerire
la
non
esistenza
<br />

di
una
relazione
causale
…
ma
mai
provarne
l’esistenza
!
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
35



Solamente
un
breve
accenno



� Consideriamo
le
seguenti
variabili
osservate:
<br />

� Y:
punteggio
alla
prova
di
ingresso
in
psicologia
<br />

� X1:
esito
all’Esame
di
Stato
<br />

� X2:
prova
comprensione
brani

<br />

� X3:
prova
matematica

<br />

� X4:
conoscenze
scienze
umane

<br />

� X5:
conoscenze
fisica

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
37



� Potremmo
formulare
un
modello
di
regressione
multipla
del
tipo:
<br />

� E
stimare
(ad
es.
in
R)
i
parametri
che
meglio
risolvono
l’equazione.
<br />

lm(formula = Y1 ~ X1 + X2 + X3 + X4 + X5, data = dati)<br />

Estimate Std. Error t value Pr(>|t|)<br />

X1 0.02152 0.01116 1.928 0.054 .<br />

X2 1.46008 0.05726 25.499


� Il
modello
di
regressione
presenta
una
interpretazione
assai
<br />

parziale
della
realtà.

<br />

� Ad
esempio
non
vengono
tenuti
in
considerazione
legami
causali
<br />

diretti
e/o
simmetrici
tra
le
indipendenti.
<br />

� Questi
legami
possono
essere
considerati
definendo
le
seguenti
<br />

equazioni:
<br />

� Questo
è
un
primo
esempio
di
sistema
di
equazioni
strutturali
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

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39



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
40



DA
NI=7
<br />

LA
<br />

punteggio
EdS
Brani
Matematica

<br />

Umane
Fisica
Logica
<br />

RA=test.dat
<br />

CO
ALL
<br />

OU
MA=CM
SM=es6.cov
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
41
<br />

Variabili
in
Input
<br />

Dati
grezzi
<br />

Tipologia
dei
dati
<br />

Parametri
di
Output



DA
MA=CM
NO=1616
NI=7
<br />

LA
<br />

punteggio
EdS
Brani
Matematica

<br />

Umane
Fisica
Logica
<br />

CM
FI=es6.cov
<br />

MO
NX=5
NY=1
<br />


PD
<br />


OU
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
42
<br />

Dati
in
Input
<br />

Matrice
di
Covarianza
<br />

Specifiche
del
Modello
<br />

Path
Diagram
<br />

Parametri
di
Output



Le
matrici
che
definiscono
un
modello



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
44
<br />

Esogene
 Endogene
<br />

Osservate
 Latenti
 Osservate



X
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
45
<br />

Ksi
 Eta
<br />

Y



λ x
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
46
<br />

ϒ 
<br />

β 
<br />

λ y



δ 
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
47
<br />

ζ (zeta) 
<br />

ε 



θ δ
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
48
<br />

ϕ (phi) 
<br />

Ψ (psi) 
<br />

θ ε



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
49



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
50



Variabili
 Osservate
 Latenti
<br />

Indipendenti
 X
 Ksi
(ξ)
<br />

Dipendenti
 Y
 Eta
(ή)
<br />

Errore
 Osservate
 Latenti
<br />

Indipendenti
 Delta
(δ)
<br />

Dipendenti
 Epsilon
(ε)
 Zeta
(ζ)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
51



Variabile
<br />

dipendente
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
52
<br />

Variabile
<br />

indipendente
<br />

(causa)
<br />

Coefficiente
<br />

Eta
(ή)
 Eta
(ή)
 Beta
(β)
<br />

Eta
(ή)
 Ksi
(ξ)
 Gamma
(γ)
<br />

Y
 Eta
(ή)
 Lambda‐Y
(λ y )
<br />

X
 Ksi
(ξ)
 Lambda‐X
(λ x )



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
53
<br />

Indicatore
 Varianza
e
<br />

covarianza
<br />

Ksi
(ξ)
 Phi
(φ)
<br />

Zeta
(ζ)
 Psi
(ψ)
<br />

Epsilon
(ε)
 Theta‐Epsilon
(θ ε )
<br />

Delta
(δ)
 Theta‐Delta
(θ δ )



Relazione
 Variabili
 Matrice
<br />

Regressione
<br />

Covarianza
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
54
<br />

Eta
(ή)
←
Eta
(ή)
 Beta
(Β)
<br />

Eta
(ή)
←
Ksi
(ξ)
 Gamma
(Γ)
<br />

Y
←
Eta
(ή)
 Lambda‐Y
(Λ y )
<br />


X
←
Ksi
(ξ)
 Lambda‐X
(Λ x )
<br />

Ksi
(ξ)
 Phi
(Φ)
<br />

Zeta
(ζ)
 Psi
(Ψ)
<br />

Epsilon
(ε)
 Theta‐Epsilon
(Θ ε)
<br />

Delta
(δ)
 Theta‐Delta
(Θ δ) 



� Modello
strutturale
<br />

� Modello
misurazione
<br />

per
le
variabili
<br />

endogene
<br />

� Modello
misurazione
<br />

per
le
variabili
esogene
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
55



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
56



MO
LX=FU,FI


TD=DI,FR
LY=FU,FI

TE=DI,FR


GA=FU,FR


BE=FU,FI

PH=SY,FR
PS=SY,FR
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
57



La
verifica
di
ipotesi
e
gli
indici
di
fit



� Prerequisito
fondamentale
che
tutti
i
modelli
statistici
<br />

devono
soddisfare
è
quello
dell’identificazione.
<br />

� Un
modello
statistico
si
dice
identificato
quando
tutti
i
<br />

suoi
parametri
sono
univocamente
determinati.
<br />

� Condizione
necessaria
(anche
se
non
sufficiente)
<br />

affinché
un
modello
sia
identificabile
è
che
il
numero
<br />

di
equazioni
che
lo
definiscono
sia
maggiore
o
uguale
<br />

al
numero
di
incognite
(parametri
da
stimare).
<br />

� In
altre
parole
il
numero
di
valori
osservati
deve
essere
<br />

(molto)
maggiore
o
uguale
al
numero
di
parametri
<br />

incogniti
del
modello.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
59



� Affinché
un
SEM
sia
identificabile,
i
gradi
di
<br />

libertà
del
modello
teorico
(scarto
tra
il
<br />

numero
di
osservazioni
e
parametri
da
<br />

stimare)
devono
essere
maggiori
o
uguali
a
0:
<br />

� Dove
n
è
il
numero
delle
variabili
osservate
e
t
<br />

il
numero
dei
parametri
del
modello.
<br />

€<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
60
<br />

df = [ n( n +1)<br />

2]<br />

− t ≥ 0


� I
gradi
libertà
possono
anche
essere
visti
come
un
indice
<br />

che
misura
la
parsimonia
del
modello
di
equazioni
<br />

strutturali
ipotizzato.
<br />

� Maggiori
sono
i
gradi
di
libertà
del
modello
e
minore
è
il
numero
<br />

di
parametri
di
cui
il
modello
ha
bisogno
per
esprimere
la
<br />

struttura
delle
covarianze
osservate.
<br />

� Maggiori
sono
i
gradi
di
libertà
del
modello,
maggiore
è
la
<br />

capacità
del
modello
di
semplificare
la
realtà.
<br />

� Il
“bravo”
ricercatore,
nel
processo
di
miglioramento
di
un
<br />

modello
teorico,
deve
andare
nella
direzione
della
<br />

semplificazione
del
modello
e
quindi
deve
mirare
ad
<br />

aumentare
i
gradi
libertà
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
61



� Consideriamo
le
matrici
S,
matrice
di
<br />

covarianza
osservata
tra
X
e
Y
<br />

� E
Σ,
matrice
di
covarianza
attesa
attraverso
il
<br />

modello
teorico.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
62



€<br />

� È
possibile
dimostrare
 (Corbetta,
pp.
85‐89)
che:
<br />

� Questo
significa
che
ciascun
modello
teorico
<br />

implica
una
determinata
matrice
di
<br />

covarianza
attesa
tra
le
variabili
X
e
Y.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
63
<br />

Σ xx = Λ x Φ ′<br />

Λ x + Θ δ<br />

⎡<br />

Σyy = Λy⎢ I − B<br />

⎣<br />

( ) −1<br />

( ) −1′<br />

Σ xy = Λ x Φ ′<br />

Γ I − B<br />

( ΓΦ Γ ′ + Ψ)<br />

I − B<br />

Λ ′ y<br />

( ) −1′<br />

⎤<br />

⎥ ′<br />

⎦<br />

Λ y + Θ ε


� Sulla
base
di
quanto
dimostrato
è
ovvio
che:
<br />

� cambiando
i
parametri
del
modello
teorico
si
<br />

ottengono
diverse
matrici
di
covarianza
attesa.
<br />

� La
discrepanza
tra
matrice
di
covarianza
<br />

osservata
(S)
e
matrice
di
covarianza
<br />

stimata
dal
modello
(Σ)
ad
essere
assunta
<br />

come
criterio
fondamentale
per
valutare
la
<br />

consistenza
del
modello
teorico
con
i
dati
<br />

osservati.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
64



� I
valori
iniziali
(starting
values)
dei
parametri
liberi
vengono
stimati
<br />

attraverso
il
metodo
dei
minimi
quadrati
in
due
stadi
(Two
Stage
Least
<br />

Squares,
TSLS).
<br />

� Su
queste
“stime
iniziali”
si
innesta
il
metodo
della
massima
<br />

verosimiglianza
(Maximum
Likelihood,
ML)
<br />

� In
generale
il
metodo
ML
permette
di
stimare
in
parametri
incogniti
della
<br />

popolazione
individuando
quei
valori
dei
parametri
che
massimizzano
la
<br />

probabilità
per
i
dati
campionari
di
essere
osservati.
<br />

� Il
metodo
ML
è
quello
usato
dal
software
LISREL
per
default.

<br />

� Esistono
altri
metodi
di
stima.
<br />

� In
particolare,
il
metodo
ML
prevede
che
le
variabili
studiate
abbiano
una
<br />

distribuzione
normale
multivariata.
<br />

� Se
ciò
non
avviene
una
valida
alternativa
al
metodo
ML
è
il
metodo
dei
minimi
<br />

quadrati
pesati
(Weighted
Least
Squares).
Il
metodo
WLS
è
inoltre
adatto
<br />

alla
stima
di
modelli
di
equazioni
strutturali
per
variabili
ordinali.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
65



� Se
l’incongruenza
fra
i
dati
e
il
modello
è
tale
che
il
<br />

programma
non
è
in
grado
di
arrivare
a
una
soluzione
<br />

(stima
dei
parametri),
esso
lo
segnala
con
un
vari
tipi
di
<br />

messaggi
di
errore.
<br />

� In
questo
caso
è
necessario
controllare
che
i
dati
siano
stati
<br />

inseriti
correttamente
e
che
il
modello
sia
stato
correttamente
<br />

specificato
sia
dal
punto
di
vista
informatico
(corretta
sintassi)
<br />

che
teorico
(sensatezza
del
modello
e
delle
ipotesi).

<br />

� A
seconda
della
tipologia
del
messaggio
di
errore
é
inoltre
<br />

possibile
adottare
alcune
strategie
(leggi
anche
“trucchi”)
per
<br />

“guidare”
la
convergenza
dell’algoritmo
di
stima

<br />

� Se
la
situazione
di
non
convergenza
delle
stime
persiste
è
<br />

il
caso
di
ripensare
completamente
al
modello
teorico
di
<br />

partenza.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
66



� Può
accadere
che
l’algoritmo
di
stima
raggiunga
la
convergenza,
<br />

ma
che
i
parametri
ottenuti
siano
inammissibili
o
perlomeno
<br />

problematici
da
un
punto
di
vista
logico
e
statistico.
<br />

� Parametri
inammissibili
sono
comunemente:
varianze
negative,
<br />

correlazioni
maggiori
di
1,
matrici
di
covarianza
non
ammissibili
dal
<br />

punto
di
vista
statistico.
<br />

� Parametri
problematici
sono
in
genere
quelli
con
errori
standard
molto
<br />

elevati.
<br />

� La
presenza
di
parametri
non
ammissibili
rende
il
modello
non
<br />

valido
e
quindi
incompatibile
con
i
dati
osservati.

<br />

� In
questo
caso
è
bene
riformulare
il
modello
fino
ad
“arrivare”
<br />

all’ammissibilità
del
modello.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
67



� Una
volta
accertata
l’ammissibilità
dei
<br />

parametri
stimati
si
può
passare
ad
analizzare
<br />

la
bontà
di
adattamento
complessivo
del
<br />

modello
ai
dati.
<br />

� L’idea
fondamentale
è
quella
di
confrontare
la
<br />

matrice
di
varianza
e
covarianza
osservata
S
<br />

con
quella
stimata
dal
modello
Σ.
<br />

� Maggiore
sarà
lo
scarto
tra
le
due
matrici
e
minore
<br />

sarà
la
bontà
di
adattamento
del
modello
ai
dati.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
68



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
69



� Determinazione
dell’adattamento
del
<br />

modello
ai
dati
(Hu
&
Bentler,
1999)
<br />

� La
funzione
di
adattamento
è
convertita
in
un
test
<br />

statistico
e
numerosi
indici
descrittivi
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
70
<br />

▪ Il
test
χ 2 
offre
un
test
statistico
di
adattamento
<br />

▪ ci
aspettiamo
che
sia
non
significativo

<br />

▪ (ovvero
che
la
differenza
tra
la
matrice
osservata
e
quella
stimata
<br />

sia
non
significativa)
<br />

▪ Raramente
accade,
soprattutto
con
grande
N



� Indici
di
bontà
descrittivi
<br />

� Comparative
Fit
Index
(CFI;
Bentler,
1990)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
71
<br />

▪ Confronta
il
modello
con
un
modello
nullo
<br />

▪ baseline
model
=
modello
di
indipendenta,
senza
alcun
fattore
<br />

� Indici
di
parsimonia
<br />

▪ Il
fit
viene
corretto
considerando
il
numero
di
parametri
<br />

stimati
<br />

▪ Solitamente
si
utilizza
il
Root
Mean
Square
Error
of
<br />

Approximation
(RMSEA;
Steiger,
1990)



da
Schermelleh‐Engel
(2003)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
72



� Adattamento
dei
singoli
parametri
<br />

� Per
ciascun
parametro
viene
effettuato
un
test
<br />

statistico,
chiamato
anche
Critical
Ratios
(CR)
<br />

▪ CR
=
stima
del
parametro
/
errore
standard
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
73
<br />

▪ Sono
distribuiti
come
valori
t
<br />

� Spesso
si
considerano
i
valori
standardizzati
<br />

▪ Peso
fattoriale
(>
0.35)
<br />

▪ Correlazione
tra
fattori
e
coefficienti
strutturali
<br />

dipendono
dalla
ricerca
condotta
in
letteratura



� E
se
il
mio
modello
e/o
singoli
parametri
non
si
<br />

adattano
(“non
fittano”)
?
<br />

� Prendilo
in
considerazione
e
fermati
…
<br />

� Procedi
a
modificare
il
modello
<br />

▪ I
SEM
offrono
quelli
che
sono
chiamati
gli
indici
di
modifica
<br />

▪ Quali
sono
i
parametri
che
possono
essere
aggiunti
per
migliorare
<br />

l’adattamento
<br />

� Attraverso
il
LaGrange
Multiplier
test
<br />

▪ Quali
sono
i
parametri
che
possono
essere
cancellati
senza
danneggiare
<br />

l’adattamento
<br />

� Tramite
il
Wald
test
<br />

� In
ogni
casa,
un
SEM
è
sempre
guidato
da
una
teoria
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
74



� Se
il
modello
di
equazioni
strutturali
considerato
<br />

non
presenta
complessivamente
buoni
indici
<br />

di
adattamento
si
può
concludere
che
esso
non
è
<br />

compatibile
con
i
dati
osservati.
<br />

� Se
il
modello
di
equazioni
strutturali
considerato
<br />

presenta
buoni
indici
di
adattamento
si
può
dire
<br />

che
tale
modello
è
compatibile
con
i
dati
<br />

osservati,
ma
non
si
può
concludere
che
esso
<br />

sia
l’unico
o
il
migliore
tra
tutti
quelli
possibili.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
75



� [
ce
ne
è
di
strada
da
fare
…
]
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
77



� Proposta
di
modello(i)
a‐priori
<br />

� Valutazione
univariata
e
multivariata
della
<br />

distribuzione
dei
dati
osservati
<br />

� Determinazione
degli
indici
complessivi
di
<br />

adattamento
per
il
modello
<br />

� Attraverso
una
analasi
di
tipo
confermativa
<br />

� Determinazione
dei
singoli
parametri
del
<br />

modello
<br />

� Modifica
e
verifica
dell’adattamento
<br />

� Confronto
tra
tutti
i
modelli
a‐priori
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
79



� Assunzioni
per
una
CFA
<br />

� Un
grande
N:
almeno
200
ma
400
è
ottimale
<br />

� Numero
di
casi

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
81
<br />

▪ per
ciascuna
variabile
osservata
10:1
<br />

▪ per
ciascun
parametro
stimato
10:1
<br />

▪ se
i
dati
sono
non
normali
20:1



� Scala
di
misurazione
per
le
variabili
osservate
<br />

� Necessario
assumere
che
i
dati
su
scala
categoriale/<br />

ordinale/intervalli
abbiano
una
soggiacente
<br />

distribuzione
normale
<br />

� Oppure
utilizzo
di
speciali
correlazioni
<br />

▪ Tutte
variabili
categoriali
=
matrice
di
correlazione
tetracorica
<br />

▪ Variabili
categoriali
e
continue
=
matrice
di
correlazione
<br />

policorica
<br />

� Variabili
osservate
per
variabili
latenti
<br />

� Ci
si
aspetta
un
minimo
di
tre
(>3
ancora
meglio)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
82



� Non
normalità
dei
dati
<br />

� Valutazione
multivariata
della
non‐normalità
(in
<br />

Prelis)
<br />

� Utilizzo
della
correzione

di
Satorra‐Bentler
scaled
<br />

χ 2 
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
83



Scriviamo
le
equazioni
di
un
modello



da
Chiesi,
Menzione,
&
Primi
(2005)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
85



da
Chiesi,
Menzione,
&
Primi
(2005)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
86



da
Chiesi,
Menzione,
&
Primi
(2005)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
87



da
Chiesi,
Menzione,
&
Primi
(2005)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
88



!
Da
Chiesi
et
al.
2005
<br />

DA
NI=8
NO=128
MA=CM
<br />

CM
<br />

1.274
<br />

0.313

0.606
<br />

0.654

0.162

0.916


<br />

0.151

0.081

0.171

0.400
<br />

0.761

0.223

0.635

0.179

1.199
<br />

0.210

0.056

0.183

0.069

0.219

0.733
<br />

0.275

0.129

0.282

0.086

0.191

0.421

0.775
<br />

0.598

0.225

0.629

0.205

0.660

0.238

0.181

0.856
<br />

LA
<br />

Y1
Y2
Y3
Y4
Y5
X1
X2
X3
<br />

…
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
89
<br />

Dati
in
Input
<br />

Matrice
di
Covarianza
<br />

Etichette
delle
Variabili
osservate



MO
NX=3
NK=2
NY=5
NE=1

<br />

PA
LX
<br />

2*(1
0)
<br />

1*(0
1)
<br />

PA
LY
<br />

5*(1)
<br />

FI
TD(3,3)
<br />

PD
<br />

OU
MI
ND=3
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
90
<br />

Specifiche
del
Modello
<br />

Specifiche
delle
Matrici
<br />

Path
Diagram
<br />

Parametri
di
Output



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
91



<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
92
<br />

Goodness of Fit Statistics<br />

Degrees
of
Freedom
=
18
<br />

Normal
Theory
Weighted
Least
Squares
Chi‐Square
=
25.19
(P
=
0.12)
<br />

Root
Mean
Square
Error
of
Approximation
(RMSEA)
=
0.056
<br />

P‐Value
for
Test
of
Close
Fit
(RMSEA



Analisi
della
struttura
fattoriale
di
un
questionario
per
la
misura
della
<br />

fiducia



� Il
dataset
e
gli
esempi
sono
contenuti
in:

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
94
<br />

Esercizio3.OTI



Da
Vidotto,
<strong>Vicentini</strong>,
Argentero
&
Bromiley
(2007)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
95



Un
modello
relativo
ai
fattori
di
rischio
per
le
abbuffate



� Il
dataset
e
gli
esempi
sono
contenuti
in:

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
97
<br />

Esercizio4.Croazia



da
Bastianelli,
<strong>Vicentini</strong>,
Spoto
&
Vidotto
(2006)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
98



Un
modello
relativo
all’apprendimento
scolastico



� Il
dataset
e
gli
esempi
sono
contenuti
in:

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
100
<br />

Esercizio5.DelFavero



da
Del
Favero,
Boscolo,
Vidotto,
&
<strong>Vicentini</strong>
(2007)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
101



Utilizzare
gli
indici
di
adattamento
per
definire
un
modello
ottimale



� Il
dataset
e
gli
esempi
sono
contenuti
in:

<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
103
<br />

Esercizio6.Scheller



da
Schermelleh‐Engel
(2003)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
104



da
Schermelleh‐Engel
(2003)
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
105



� Bollen,
K.A.
(1989).
Structural
Equations
with
Latent
Variables,
Wiley,
New
<br />

York.
<br />

� Chiesi
F.,
Menzione
M.,
&
Primi
C.
(2005).
I
modelli
di
equazioni
strutturali
<br />

nella
ricerca
in
psicologia:
istruzioni
per
l’uso
di
una
tecnica
di
analisi
<br />

multivariata.
Giornale
italiano
di
Psicologia
32(2),
385‐403.
<br />

� Corbetta
P.
(2003).
Metodi
di
analisi
multivariata
per
le
scienze
sociali.
I
<br />

modelli
di
equazioni
strutturali.
Il
Mulino,
Bologna.
<br />

� Jöreskog
K.,
&
Sörbom
D.
(2001).
<strong>Lisrel</strong>
8:
User’s
Reference
Guide,
SSI
<br />

Scientific
Software,
Lincolnwoord.
<br />

� Schermelleh‐Engel
K.,
&
Moosbrugger
H.
(2003).
Evaluating
the
Fit
of
<br />

Structural
Equation
Models:
Tests
of
Significance
and

Descriptive
<br />

Goodness‐of‐Fit
Measures.
Methods
of
Psychological
Research
Online
<br />

8(2),
23‐74.
<br />

<strong>Marco</strong>
Vicen+ni
–
<strong>Introduzione</strong>
a
<strong>Lisrel</strong>
‐

Slide
106


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