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ad affrontare danni di dimensioni inaudite causati da calamità naturali, dal momento che i<br />
trend nella sinistralità sono destinati a peggiorare ulteriormente. Malgrado tutto ciò<br />
continueranno ad essere disponibili capacità, servizio e coperture riassicurative di<br />
prim’ordine, nell’ipotesi che le condizioni tengano conto di tutti i fattori di rischio.<br />
Tempeste e piene sono gli eventi che gravano maggiormente sul bilancio complessivo dei<br />
danni: quasi il 70% di tutti gli eventi dannosi verificatisi nel 2002 sono riconducibili ad<br />
esse. Esse sono state inoltre responsabili dell’85% dei danni assicurati provocati da<br />
calamità naturali ed hanno assunto anche in questo caso, come negli anni precedenti, un<br />
ruolo assolutamente predominante.<br />
b. L’uragano Isidore<br />
Un esempio emblematico è l’uragano ISIDORE, che ha colpito in modo particolare la<br />
penisola messicana dello Yucatan, causando danni ingenti in alcune zone. L’uragano colpì<br />
inaspettatamente la penisola dello Yucatan. Quando attraversò la Giamaica sfiorando la<br />
punta occidentale di Cuba, le previsioni indicavano che si sarebbe spostato verso nord in<br />
direzione della costa statunitense. Ma d’improvviso si originò un fronte freddo inatteso a<br />
nord dello Yucatan, obbligando l’uragano a spostarsi a sud: si abbatté due volte sullo<br />
Yucatan e lasciò il Messico in corrispondenza della costa di Campeche: solo<br />
successivamente si spostò in direzione nord verso la Louisiana (USA).<br />
c. Danno da tempesta in una fabbrica tessile<br />
• L’assicurato ha denunciato una perdita totale di 8 milioni di dollari.<br />
• Si è potuto liquidare il sinistro con 4,5 milioni di dollari.<br />
Nella penisola dello Yucatan i danni maggiori hanno interessato fabbricati industriali.<br />
L’esempio riguarda i danni causati ad una fabbrica tessile pressoché nuova. Inizialmente<br />
era stato denunciato un danno totale per 8 milioni di dollari, che in seguito ad intensi<br />
interventi in fase liquidativa si è potuto liquidare versando all’assicurato 4,5 milioni di<br />
dollari. L’edificio a forma di «L» era stato completato solo sei mesi prima. Era formato<br />
sostanzialmente da un’ossatura in acciaio con un tetto in lamiera ondulata e pareti laterali<br />
in lamiera sottile nervata.<br />
Dal punto di vista costruttivo il fabbricato avrebbe dovuto resistere a venti con velocità<br />
fino a 160 km orari. Sfortunatamente l’uragano si è abbattuto sulla costa dello Yucatan<br />
con venti che superavano i 200 km/h. Probabilmente l’intensità dell’uragano si era un po’<br />
attenuata quando colpì la fabbrica, ma in seguito non fu più possibile determinare la<br />
precisa velocità del vento in quel punto. Il risultato fu però devastante. L’uragano<br />
proveniente da nord colpì direttamente la facciata anteriore dell’edificio. La struttura in<br />
acciaio che sorreggeva la parete frontale del fabbricato non potè resistere alla spinta del<br />
vento e venne totalmente sfondata. La costruzione della struttura di sostegno si potrebbe<br />
definire «unica». Unica perché i singoli telai in acciaio erano rinforzati in senso orizzontale<br />
solo da sottili controventature in lamiera che non potevano assolutamente resistere alla<br />
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