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Titanic, cent'anni dopo - Edit

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10 mare<br />

La storia di un ingegnere ungherese e del suo modello in ottone del transatlantico<br />

Senza lavoro e senza pensione<br />

ma poi arrivò il <strong>Titanic</strong>...<br />

di Leo Vidal<br />

Le eliche del <strong>Titanic</strong><br />

Quando parliamo di <strong>Titanic</strong>,<br />

specie alla vigilia dell’anniversariodell’affondamento<br />

dell’“inaffondabile”, emergono<br />

tante piccole storie legate in un<br />

modo o nell’altro a quello che viene<br />

considerato il naufragio per antonomasia.<br />

Nell’anno del centenario,<br />

poi, si cerca di dar fondo a tutti<br />

i ricordi, a tutti gli oggetti, a tutti<br />

i documenti che possono collegarci<br />

alla tragedia del transatlantico inabissatosi<br />

nelle gelide acque dell’Atlantico<br />

la notte del 14 aprile di un<br />

secolo fa.<br />

Il <strong>Titanic</strong> è stato per molti fonte<br />

d’ispirazione, oltre che di studio. E<br />

così, tra un discorso e l’altro, ab-<br />

biamo scoperto la storia di un ingegnere<br />

ungherese, Janos Bicskei,<br />

al quale il <strong>Titanic</strong> ha cambiato inaspettatamente<br />

la vita. A raccontarcela<br />

è stato il titolare del Museo<br />

“Gallerion” di Cittanova, Sergio<br />

Gobbo, il quale ha avuto modo di<br />

conoscerlo, assieme ai suoi amici e<br />

collaboratori, in quanto impegnati<br />

come lui nel recupero di importanti<br />

pagine di storia.<br />

“Janos è un ingegnere navalmeccanico<br />

che ha lavorato per tanti<br />

anni ai cantieri di Budapest ma<br />

che è rimasto senza lavoro – inizia<br />

la storia Sergio Gobbo –. A quel<br />

punto ha deciso di andare a lavorare<br />

come saldatore a Fiume, dove<br />

Nel cimitero della città canadese 330 vittime del naufragio<br />

Halifax, la porta sull’Atlantico maledetto<br />

Halifax, capoluogo della provincia canadese della<br />

Nuova Scozia, è conosciuta come la porta<br />

sull’Atlantico del Canada ed è nota per il Museo Marittimo<br />

dell’Atlantico (Maritime Museum of the Atlantic).<br />

Nei tre cimiteri della città, che ha poco meno<br />

di 400mila abitanti, trovarono sepoltura oltre 330 vittime<br />

del <strong>Titanic</strong> (nel cimitero di New York ne sono<br />

sepolte altre 121), la maggior parte delle quali riposano<br />

nel cimitero di Fairview, identifi cate da piccole<br />

lapidi di granito.<br />

Per celebrare l’anniversario, il museo ha allestito<br />

un’esposizione permanente, ma ci saranno anche<br />

Una schermata del sito del Museo di Halifax<br />

cerimonie, visite guidate e concerti per ricordare il<br />

tragico eventi avvenuto cent’anni fa proprio al largo<br />

della Nuova Scozia. Fondato nel 1948 e ubicato<br />

sul lungomare, il museo comprende oggi una moderna<br />

costruzione nota come Devonian Wing dove<br />

sono esposti, tra l’altro, numerosi relitti del <strong>Titanic</strong>,<br />

recuperati dalle barche che perlustravano la zona<br />

in cerca di eventuali superstiti. Nella darsena dietro<br />

il museo sono all’ancora alcuni navigli d’epoca.<br />

Tra questi la “CSS Acadia”, una nave da guerra del<br />

1913 che fu poi impiegata fi no al 1970 per ricerche<br />

oceanografi che.<br />

La parte del cimitero di Halifax dove sono sepolte le vittime del <strong>Titanic</strong><br />

Il modello è curato in ogni minimo particolare<br />

nessuno sapeva che lui fosse in realtà<br />

un ingegnere navalmeccanico.<br />

Non so esattamente quanto tempo<br />

abbia lavorato a Fiume, ma alla fi ne<br />

ha fatto ritorno a casa, senza lavoro<br />

e senza pensione. Stiamo parlando<br />

di circa una decina di anni fa,<br />

anno più, anno meno. A quel punto,<br />

spinto da chissà quale stimolo o<br />

forza interiore, si è messo a fare un<br />

modello in ottone del <strong>Titanic</strong>, lungo<br />

poco più di due metri. È riuscito<br />

a costruire il mitico transatlantico<br />

in modo perfetto!”.<br />

“È diffi cile capire per quale recondito<br />

motivo abbia fatto proprio<br />

il modello del <strong>Titanic</strong> – ha proseguito<br />

Sergio Gobbo –. Veramente<br />

non saprei dirlo, ma fatto sta che<br />

<strong>dopo</strong> averlo costruito ha deciso di<br />

metterlo in vendita. Lo offriva un<br />

po’ dappertutto perché aveva bisogno<br />

di soldi. Anche al governo ungherese.<br />

Nessuno, però, sembrava<br />

interessato. Mi pare chiedesse<br />

qualcosa come 20mila euro. Sembrava<br />

che le sue buone intenzioni<br />

stessero per arenarsi defi nitivamente,<br />

ma poi è successo l’inimmaginabile.<br />

Il Museo Marittimo<br />

dell’Atlantico di Halifax (città nella<br />

provincia canadese della Nuova<br />

Scozia, n.d.a.), dove il transatlantico<br />

sarebbe dovuto arrivare, ha al-<br />

lestito una mostra itinerante sulla<br />

storia sul <strong>Titanic</strong>, fi nanziata dal governo,<br />

che circolava per tutta l’Europa.<br />

Quando ha fatto tappa a Budapest,<br />

l’ingegnere Janos Bicskei è<br />

andato all’apertura, ma non a mani<br />

vuote. Infatti, si è portato dietro, su<br />

un carrello, il modello che aveva<br />

fatto e che ha suscitato ben presto<br />

l’interesse degli organizzatori della<br />

mostra, tant’è che in breve tempo è<br />

riuscito a mettersi d’accordo con il<br />

Museo, che gliel’ha acquistata per<br />

un prezzo ben superiore a quello<br />

che avrebbe mai osato chiedere”.<br />

Sono episodi che ti cambiano<br />

la vita. Oltre a risolvere i problemi<br />

esistenziali di un ingegnere disoccupato,<br />

quel <strong>Titanic</strong> in ottone gli ha<br />

aperto nuove prospettive di lavoro.<br />

Visto il modo in cui è stato costruito<br />

il modello in ottone, gli sono stati<br />

offerti nuovi lavori e ordinati altri<br />

modelli di navi importanti. “L’accordo<br />

era che il modello venisse<br />

portato al museo di Halifax – rammenta<br />

Sergio Gobbo – per l’anniversario<br />

della tragedia del <strong>Titanic</strong>.<br />

Da quanto mi è dato a sapere, l’idea<br />

era che i cinesi, che stavano facendo<br />

una replica della nave in scala<br />

1:1, giungessero con essa davanti<br />

al museo di Halifax e da lì venisse<br />

calato in mare il modellino dell’in-<br />

Il museo di Storia e Marineria si associa al<br />

<strong>Titanic</strong>-Carpathia-Fiume, un leg<br />

di Monica Kajin Benussi<br />

immane tragedia del <strong>Titanic</strong><br />

L’ verrà ricordata a Fiume anche<br />

dal Museo di storia e marineria,<br />

dove venerdì 13 aprile, alle ore 19,<br />

verrà inaugurata la mostra intitolata<br />

“<strong>Titanic</strong>-Carpathia-Fiume”. L’esposizione<br />

si propone di ripercorrere la<br />

storia dei marittimi delle nostre terre<br />

e degli emigrati che erano a bordo<br />

del <strong>Titanic</strong> e del Carpathia il 15<br />

La mostra verrà allestita<br />

al Palazzo del Governo<br />

Mercoledì, 11 aprile 2012<br />

aprile 1912, dando una visione del<br />

tutto nuova dell’incontro fatidico tra<br />

l’equipaggio del Carpathia e i naufraghi<br />

del <strong>Titanic</strong>.<br />

Oltre a ripercorrere la tragica<br />

storia del <strong>Titanic</strong>, i visitatori<br />

avranno l’occasione di apprendere<br />

le esperienze avute dai passeggeri<br />

croati e dei membri dell’equipaggio<br />

di entrambi i transatlantici, con<br />

particolare accento sugli emigrati<br />

dell’Impero austro-ungarico.<br />

Infatti, il progresso tecnologico<br />

e la costruzione di navi sempre<br />

più grandi nel XVII e XVIII secolo,<br />

cambiò per sempre il rapporto<br />

dell’uomo nei confronti dei viaggi,<br />

specie quelli intercontinentali,<br />

fatto che in parte contribuì alla<br />

diffusione del fenomeno dell’emigrazione.<br />

In particolare, nella seconda<br />

metà del XVIII secolo, l’invenzione<br />

della macchina a vapore accelerò<br />

il progresso tecnologico nel traf-

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