Cesare Pavese (13) - Biagio Carrubba
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<strong>Cesare</strong> <strong>Pavese</strong> (<strong>13</strong>)<br />
Biografia, essenziale, di <strong>Cesare</strong> <strong>Pavese</strong><br />
I<br />
<strong>Cesare</strong> <strong>Pavese</strong> nacque il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo da Eugenio<br />
<strong>Pavese</strong>, cancelliere del Tribunale di Torino e da Consolina Mesturini.<br />
Nel 1914 frequentò la prima elementare a Santo Stefano Belbo.<br />
Nel 1915 si trasferì a Torino dove continuò le scuole elementari. Continuò i suoi studi con il<br />
ginnasio e nel 1924 frequentò il liceo Massimo d'Azeglio di Torino. Qui incontrò il famoso<br />
professore di italiano e di latino Augusto Monti, un professore che fece da guida morale a lui e ad<br />
altri compagni di classe che saranno sempre in corrispondenza epistolare con <strong>Pavese</strong>.<br />
Nel 1926 si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia dove studiò con passione la letteratura classica e<br />
quella inglese. In quegli anni frequentò la confraternita guidata da Monti dove incontrò altri studenti<br />
che diventeranno famosi come Norberto Bobbio, Leone Ginzburg e Massimo Mila. Cominciò a<br />
studiare anche la letteratura americana.<br />
Nel 1927 subì una infatuazione per la soubrette Carla Mignone, in arte Milly. Ma nello stesso anno<br />
in una lettera a Tullio Pinelli parla già del suicidio come pensiero costante:<br />
<br />
Il 20 giugno del 1930 si laureò con un tesi su Walt Whitman con relatore il professore Francesco<br />
Neri e ottenne il punteggio di 108/110.<br />
Nel novembre del 1930 morì la madre Consolina.<br />
Nel 1931 cominciò ad ottenere alcune supplenze nelle scuole medie di Torino. Cominciò a<br />
raccogliere tutte le poesie e i racconti scritti in precedenza e pensò di fare una nuova raccolta.<br />
Nel 1932 tradusse alcune romanzi americani come Moby Dick.<br />
Nel 1933 si iscrisse al partito nazionale fascista per ottenere alcune supplenze nelle scuole tra le<br />
quali il liceo d'Azeglio di Torino.<br />
Nel 1934 pubblicò la sua traduzione di Dedalus di Joyce e scrisse altre poesie raccolte sotto il titolo<br />
“Lavorare Stanca”. Il manoscritto verrà inviato tramite Leone Ginzburg ad Alberto Carocci che lo<br />
pubblicherà a Firenze nell'edizione Solaria nel 1936.<br />
1
Nel maggio dello stesso anno <strong>Pavese</strong> sostituì Leone Ginzburg, arrestato per attività sovversiva,<br />
nella direzione della rivista “La Cultura”.<br />
2
II<br />
Nel 1935 pubblicò la traduzione di altri romanzi americani. Conobbe la giovane insegnante<br />
comunista Battistina Pizzardo.<br />
Nel maggio dello stesso anno la direzione della rivista “La Cultura” venne perquisita dalle forze<br />
fasciste e <strong>Pavese</strong> fu portato in carcere a Regina Coeli. Nel luglio del 1935 gli fu comminato il<br />
confino per tre anni da scontare a Brancaleone Calabro dove giunse il 3 agosto.<br />
Nel 1936 gli venne concesso il condono del confino e ritornò a Torino dove apprese che Tina stava<br />
per sposarsi con un altro uomo.<br />
Nel 1937 <strong>Pavese</strong> riprese la collaborazione con la casa editrice Einaudi e pubblicò altre traduzioni di<br />
altri autori americani e scrisse molti racconti e molte liriche.<br />
Nel 1938 lavorò solamente per la casa editrice Einaudi e scrisse diversi racconti.<br />
Nel 1939 scrisse il suo primo breve romanzo, non pubblicato, che si intitolerà “Il Carcere”. Nello<br />
stesso anno, tra giugno e agosto, scrisse un altro romanzo, anch'esso non pubblicato, “Paesi tuoi”.<br />
Nel 1940 tradusse altri romanzi americani e scrisse il romanzo “La Tenda”. In quell'anno incontrò<br />
di nuovo la sua ex allieva Fernanda Pivano, con la quale iniziò ad incontrarsi e ad intrattenere una<br />
corrispondenza epistolare che durò fino al 1945. In questi cinque anni <strong>Cesare</strong> non chiese mai un<br />
bacio a Fernanda dopo che lei aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio del 1940.<br />
Nel 1941 fu pubblicato, a puntate, il suo breve romanzo “La Spiaggia”.<br />
Nel maggio del 1941 fu pubblicato “Paesi tuoi” che lo rivelò alla critica letteraria ed ebbe un<br />
notevole successo editoriale e di critica.<br />
Nel 1943, per motivi di lavoro, andò a Roma a lavorare in una filiale della Einaudi dove aveva<br />
come collega Mario Alicata, Antonio Giolitti e Carlo Muscetta.<br />
L'8 settembre del 1943, dopo la chiusura della Einaudi, <strong>Pavese</strong> si trasferì a Serralunga di Crea dove<br />
abitava la sorella.<br />
Nell'ottobre del 1943 fu stampata la versione definitiva di “Lavorare Stanca”.<br />
Nel dicembre dello stesso anno insegnò nel collegio “Trevisio” dei Padri Somaschi presso Casale<br />
Monferrato.<br />
Nel 1945, dopo il 25 aprile, <strong>Pavese</strong> ritornò a Torino, dopo l'anno trascorso al collegio “Trevisio”, e<br />
riprese il suo lavoro di intellettuale e dirigente nella casa editrice Einaudi.<br />
Nel luglio dello stesso anno si trasferì a Roma a coordinare un'altra filiale dell'Einaudi.<br />
Nel novembre del 1945 si iscrisse al Partito Comunista, nella sezione di Torino intitolata al suo<br />
allievo Gaspare Pajetta.<br />
Nell'agosto del 1946 rientrò a Torino e a novembre fu pubblicato presso l'Einaudi il suo nuovo libro<br />
di racconti “Feria d'agosto”.<br />
Nel 1947 furono pubblicati il libro “Dialoghi con Leucò”, scritto tra il 1945 e la primavera del<br />
1947, e il romanzo “Il compagno”.<br />
Nel 1948 pubblicò il romanzo “Il diavolo sulle colline”.<br />
Nello stesso anno pubblicò il romanzo “Prima che il gallo canti” che comprendeva “Il Carcere” e<br />
“La casa in collina”.<br />
Nel 1949 scrisse il breve romanzo “Tra donne sole”. A novembre dello stesso anno pubblicò “La<br />
bella estate” che comprende tre romanzi: “La bella estate”, “Il dialogo sulle colline” e “Tra donne<br />
sole”.<br />
Tra settembre e novembre del 1949 scrisse il romanzo “La luna e i falò”.<br />
3
III<br />
All'inizio del 1950 <strong>Pavese</strong> scrisse alcuni articoli sulla rivista “Cultura e Realtà” che gli procurarono<br />
alcune critiche feroci da parte del PCI.<br />
Nel marzo del 1950 conobbe l'attrice americana Constance Dowling (24 luglio 1920 – 28 ottobre<br />
1969) con la quale trascorse una settimana di relax a Cervinia. L'attrice alla notizie della morte dello<br />
scrittore, nel 1950, affermò “I did not know he was such a famous writer” cioè non sapevo che lui<br />
era un famoso scrittore.<br />
Nell'aprile del 1950 pubblicò “La luna e i falò”. Nello stesso periodo ebbe la triste notizia del<br />
suicidio del critico americano F.O. Mathiessen, che lo impressionò molto.<br />
<strong>Pavese</strong> nella recensione che fa al libro di Mathiessen del 1946, “La rinascenza americana” riporta la<br />
famosa epigrafe “...la maturità è tutto” di Shakespeare presa dallo stesso libro di Mathiessen.<br />
Nella lettera inviata ad Aldo Camerino del 30 maggio 1950, <strong>Pavese</strong> esprime tutta la sua<br />
soddisfazione per la stesura del romanzo “La luna e i falò” e la sua fierezza e il suo giudizio<br />
positivo sul romanzo. Ecco la breve lettera inviata da <strong>Pavese</strong> a Camerino:<br />
sono bruciato dietro le navi. Non so se troverò il tesoro di Montezuma, ma so che nell'altipiano di<br />
Tenochtitlàn si fanno sacrifici umani. Da molti anni non pensavo più a queste cose, scrivevo. Ora<br />
non scriverò più! Con la stessa testardaggine, con la stessa stoica volontà delle Langhe, farò il mio<br />
viaggio nel regno dei morti. Se vuoi sapere chi sono adesso, rileggiti La belva nei Dialoghi con<br />
Leucò: come sempre, avevo previsto tutto cinque anni fa. Meno parlerai di questa faccenda con<br />
“gente” più te ne sarò grato. Ma lo potrò ancora? Sai tu cosa dovrai fare. Ciao per sempre<br />
tuo <strong>Cesare</strong>. >><br />
(tratto da Il Vizio Assurdo – Storia di <strong>Cesare</strong> <strong>Pavese</strong> – Davide Lajolo – Daniela Piazza Editore –<br />
Pag. 267)<br />
5
Il 18 agosto scrisse l'ultima pagina del suo diario:<br />
.<br />
Nel 1951 uscirono due opere postume, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e “La letteratura<br />
americana”.<br />
Nel 1952 fu pubblicata postuma la prima edizione del famoso diario “Il Mestiere di vivere”.<br />
<strong>Biagio</strong> <strong>Carrubba</strong>.<br />
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Il Professore <strong>Biagio</strong> <strong>Carrubba</strong>.<br />
Modica, 07 agosto 2010.<br />
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