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ARiminUm - Emilia Romagna Turismo

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In alto<br />

mosaico in tessere<br />

di taglio irregolare e<br />

frammento di intonaco<br />

con piede. Cattolica,<br />

Museo della Regina.<br />

In centro, a sinistra<br />

terracotta con Satiro<br />

e Menade, da San<br />

Lorenzo in Strada.<br />

Rimini, Museo<br />

della Città.<br />

Il cammino riprende scandito dai toponimi delle località (al Terzo,<br />

Colonnella) e dalla persistenza delle colonne miliarie al terzo e al<br />

primo miglio da Rimini: prive di testo, sono visibili l’una a Miramare,<br />

l’altra nei pressi della chiesa della Colonnella.<br />

Nessuna evidenza segnala le necropoli, le più antiche e monumentali<br />

di Ariminum, che fiancheggiavano la strada consolare per oltre un miglio<br />

dalle mura cittadine.<br />

A scenografica conclusione della Flaminia si innalza l’Arco eretto da<br />

Augusto più di duemila anni fa (v. Itinerario n. 3). Accolto l’invito ad<br />

entrare nella città che l’ampio fornice continua a rivolgere, si raggiunge,<br />

all’estremità del cardo maximus (via Garibaldi), Porta Montanara.<br />

I resti, collocati qualche decina di metri a monte della sede originaria<br />

evidenziata nella pavimentazione della strada, appartengono alla porta in<br />

pietra arenaria eretta alla fine del I sec. a.C. all’ingresso dalla via Arretina.<br />

Dotata di doppio fornice e di corte di guardia interna con controporta, la<br />

costruzione venne ridotta a un solo arco già nel II sec. d.C.<br />

L’itinerario riprende dal giardino del Lapidario romano all’interno<br />

del Museo della Città, davanti ai più antichi monumenti funerari<br />

dalle necropoli della via Flaminia, nella tipica forma “a dado”: i sepolcri<br />

degli Ovii e dei Maecii offrono una miniera di informazioni sull’Ariminum<br />

degli inizi del I sec. a.C., una città fiorente e multietnica. Con l’impero si<br />

affermarono tipologie sepolcrali meno imponenti quali stele, cippi, are,<br />

urne e sarcofagi, segno dell’evolversi in senso intimistico e privato del<br />

rito funerario anche in relazione alla diffusione delle religioni orientali.<br />

Nel Lapidario sono esposte inoltre la già menzionata tabella in marmo<br />

da Fontanelle di Riccione, in cui il nome dell’imperatore Domiziano è<br />

stato cancellato a seguito della damnatio memoriae (condanna postuma),<br />

e una raccolta di miliari iscritti, manifesti della propaganda imperiale.<br />

Entrati nella Sezione archeologica ci si sofferma dapprima sulle<br />

terrecotte architettoniche, gli elementi dell’apparato decorativo a<br />

copertura delle strutture lignee dei tetti, prevalentemente negli edifici<br />

di culto. Fra i numerosi esempi dell’industria attiva nel riminese si<br />

può ammirare il contesto scoperto nel 1866 a San Lorenzo in Strada,<br />

pregevole prodotto di officine locali attive fra II e I secolo a.C. Se nel<br />

Lapidario i segnacoli e le iscrizioni funerarie parlano della vita del<br />

49<br />

In centro, a destra<br />

tomba a pozzetto,<br />

dalla necropoli della<br />

via Flaminia. Riccione,<br />

Museo del territorio.<br />

In basso<br />

il ponte romano<br />

sul rio Melo.<br />

Riccione.

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