ARiminUm - Emilia Romagna Turismo
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In alto, a sinistra<br />
antefissa etrusca<br />
in terracotta, da San<br />
Lorenzo in Monte (?).<br />
Rimini, Museo<br />
della Città.<br />
In alto, a destra<br />
testa in marmo<br />
di divinità femminile,<br />
da Covignano. Rimini,<br />
Museo della Città.<br />
Proprio Covignano, l’acropoli di Ariminum, è il filo conduttore della<br />
visita al Museo della Città, fra le numerose testimonianze della<br />
religiosità antica. Sul colle, fin dal V secolo a.C., si è raccolto un nucleo<br />
di materiali votivi noto come stipe di Villa Ruffi. Rinvenuta nel 1890,<br />
quindi dispersa attraverso il mercato antiquario e oggi documentata al<br />
Museo attraverso copie, la stipe attesta il culto di divinità guerriere e<br />
di una dea (Cupra, Bona Dea o Fortuna?), nonché la consuetudine di<br />
rituali purificatori legati all’acqua. L’eterogeneità dei materiali tratteggia<br />
un territorio di incontro fra una preponderante presenza umbra e<br />
un’eloquente influenza etrusca aperte ai contatti con la Magna Grecia e<br />
la Grecia stessa.<br />
Se il deposito votivo delinea la cornice naturale tipica dei luoghi di<br />
culto extra-urbani in <strong>Romagna</strong> fra VI e IV secolo, l’antefissa in<br />
terracotta con busto femminile, decorazione della grondaia di un<br />
tetto, documenterebbe (qualora si accetti la provenienza da San<br />
Lorenzo in Monte) strutture architettoniche sorte nel V sec. sulla scia<br />
dell’esperienza etrusca.<br />
La vocazione cultuale di Covignano, favorita da boschi e sorgenti,<br />
troverebbe conferma fin dai primi decenni di vita della colonia di<br />
Ariminum nelle statue marmoree di Atena-Minerva e di Fortuna (?) da<br />
Villa Ruffi, che alcuni studiosi datano al III secolo. Ma è agli inizi del I<br />
sec. a.C. che la religiosità del colle assume forme monumentali: evocano<br />
un tempio gli otto capitelli che la tradizione assegna a San Lorenzo in<br />
Monte, così come la testa in marmo greco di divinità femminile<br />
(forse Giunone o Demetra, o Feronia o l’egizia Iside), parte di un acrolito<br />
(grande statua in materiali diversi).<br />
Con l’impero il colle diviene custode dei culti di Ercole e Silvano. Al<br />
primo, interprete della fatica dell’uomo, il devoto si rivolge anche per le<br />
qualità terapeutiche legate alle acque. Il mitico eroe accompagna la città<br />
nella sua storia dal V sec. a.C., epoca cui risale un bronzetto oggi perduto,<br />
all’età imperiale che lo vede protagonista della dedica votiva di Quintus<br />
Pullienus Marcus, testimone dell’elezione del colle a luogo a lui sacro.<br />
Ben quattro le iscrizioni dedicate a Silvano, dio dei boschi e della natura<br />
incontaminata; due, esposte nel Lapidario romano, si riconducono al<br />
Covignano, forse sede privilegiata del culto.<br />
65<br />
In basso<br />
capitelli in pietra,<br />
da San Lorenzo<br />
in Monte (?). Rimini,<br />
Museo della Città.