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Brocchetta di Gurnià,
in ceramica dipinta,
risalente al
1450 a.C. circa.
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Le civiltà
della Grecia
1. La civiltà cretese
ALLE RADICI DELLA CIVILTÀ GRECA
Alle radici della civiltà greca stanno sia la civiltà minoica dell’isola
di Creta sia quella micenea sviluppatasi nel Peloponneso, la penisola
posta nel sud della Grecia.
A partire dal III millennio a.C., nel Mediterraneo orientale, nacque
e si consolidò la potenza marittima di Creta, la più grande delle isole
egee. Qui si sviluppò la civiltà minoica, dal nome del leggendario
re Minosse.
I Cretesi erano ottimi navigatori e
abili commercianti e con i loro
traffici esercitarono una vera
egemonia sul Mediterraneo
orientale. Esportavano i materiali
di cui era ricca la loro
terra (rame e legname) e vendevano
prodotti come olio,
vino, vasellame, argenteria,
stoffe. Allo stesso tempo, importavano
le materie prime necessarie
agli artigiani, come oro, argento,
avorio e marmo.
Per ricordare
• Quali furono le civiltà
da cui si sviluppò quella
greca?
• Perché la civiltà cretese è
detta anche “minoica”?
• Che importanza rivestiva il
commercio per i Cretesi?
Egemonia
Supremazia, spesso imposta
con la forza, di un popolo o
di uno Stato rispetto ad altri
più deboli.
Anche se solitamente con
questo termine si intende
un primato di carattere politico,
l’egemonia può essere
esercitata anche sul piano
economico o culturale.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
37
LA CIVILTÀ DEI PALAZZI
A partire dal 2000 a.C. sorsero nell’isola di Creta alcune città, ciascuna delle quali
era indipendente e governata da un re che esercitava anche le funzioni di sacerdote
e di giudice.
L’ aspetto più particolare delle città cretesi era dato dal fatto che esse erano organizzate
in grandissimi palazzi che, oltre alla residenza del sovrano, ospitavano al proprio
interno anche abitazioni, templi, magazzini, laboratori artigiani...
Si trattava, insomma, di città-palazzo intorno alle quali si stendevano i campi coltivati
dai contadini.
Tra le più importanti riportate alla luce dagli scavi archeologici, oggi possiamo ammirare
i resti di Cnosso, Festo e Haghia Triada. Tutte queste città erano prive di fortificazioni,
il che porta a pensare che la civiltà cretese fosse fondamentalmente pacifica.
UN ELEVATO TENORE DI VITA
La grande quantità di reperti archeologici ci permette di affermare che la civiltà
cretese, nel suo periodo di maggiore splendore, raggiunse livelli elevati di benessere,
di sviluppo tecnologico, di espressione artistica.
Per ricordare
• Quando iniziarono a
sorgere le prime città
cretesi? Quali erano le
funzioni del re?
• Perché le città cretesi
possono essere definite
“città-palazzo”?
• Quali importanti città
cretesi sono state riportate
alla luce? Perché si può
pensare che vivessero in
pace fra loro?
38 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
A Creta veniva usata una scrittura nella quale erano già presenti vocali e consonanti;
nei calcoli era utilizzato il sistema metrico decimale; le città-palazzo avevano
adottato soluzioni avanzate negli impianti idraulici per l’acqua corrente,
nei servizi igienici e nei sistemi di riscaldamento.
I sontuosi palazzi, gli affreschi, la ceramica a disegni naturalistici e colorati,
i raffinati oggetti manifestano un senso molto gioioso della vita.
SPLENDORE E DECLINO DELLA CIVILTÀ CRETESE
La civiltà cretese visse il momento di massimo splendore tra il 1700 e il 1450
a.C. circa. In seguito conobbe un’improvvisa decadenza e i meravigliosi palazzi
vennero distrutti.
Le cause dell’improvvisa distruzione delle città-palazzo non sono certe: alcuni
studiosi pensano a un maremoto che colpì Creta, provocato da un’eruzione del
vulcano dell’isola di Thera (oggi Santorini); altri ritegono che le distruzioni siano
state opera dei Micenei, provenienti dalla penisola greca, che sottomisero Creta
intorno al 1450 a.C. Forse la causa è da ricercarsi in entrambi i fenomeni: eccezionali
e drammatici eventi naturali indebolirono l’isola, creando le condizioni per
una sua conquista da parte dei Micenei.
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Sarcofago dipinto
di Haghia Triada,
1450-1400 a.C.
Per ricordare
• Che cosa è possibile dedurre
dai reperti archeologici
ritrovati?
• Quali erano le conoscenze
già in possesso dei
Cretesi?
• Perché possiamo dire che
i Cretesi avevano un senso
gioioso della vita?
Per ricordare
• In quale periodo Creta
conobbe il momento di
massimo splendore?
• Quali potrebbero essere
state le cause della fine
della civiltà dei palazzi?
Il palazzo di Cnosso
Tra i palazzi cretesi, il più vasto era quello di Cnosso. Intorno a esso sorse la leggenda del feroce
Minotauro – una mostruosa creatura con il corpo di uomo e la testa di toro – figlio del re
Minosse. Per lui il sovrano avrebbe fatto costruire un edificio, chiamato “labirinto”, nel quale
venivano mandati a morire, in pasto al Minotauro, i fanciulli che ogni anno la città di Atene era
tenuta a inviare in segno di sottomissione.
Il racconto, sebbene leggendario, si riferirebbe al fatto storicamente accertato che per un certo
tempo Atene fu veramente sottomessa a Creta, alla quale doveva tributi. Ma non vi furono mai
sacrifici umani. È vero che per i Cretesi il toro era un animale sacro e uno dei simboli della loro
civiltà, ma ovviamente il Minotauro non esistette mai! Inoltre, il termine “labirinto”, nella lingua
cretese, era generalmente usato proprio per indicare il palazzo: quello di Cnosso presentava
una struttura talmente complessa da fare pensare a un luogo nel quale era facile perdersi, proprio
come noi oggi intendiamo il significato della parola “labirnto”.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
39
Veduta aerea della rocca di Micene.
La Porta dei Leoni, a Micene.
2. La civiltà micenea
GLI ACHEI
Mentre fioriva la civiltà cretese, nella penisola greca giungevano
popolazioni provenienti dalle steppe dell’Asia. Tra queste,
la più importante era quella degli Achei, un popolo di guerrieri
che si stabilì a sud, nel Peloponneso, dove fondò molte importanti
città, come Argo, Tirinto, Pilo e soprattutto Micene, che
diede nome alla loro civiltà.
A partire dal XVI-XV secolo a.C., i Micenei invasero e sottomisero
Creta, che era ormai in declino, e si sostituirono ad essa
nella supremazia su tutto il Mar Egeo. In seguito, gli Achei crearono
nuovi insediamenti anche sulle coste dell’Asia Minore e
si spinsero verso il Mar Nero.
Nella loro espansione verso Oriente i Micenei incontrarono la
resistenza di una città ricca e potente: Troia, situata in una posizione
strategica sullo stretto dei
Dardanelli, che dava accesso al
Mar Nero. Secondo la leggenda, i
Micenei combatterono per dieci anni
contro Troia prima di distruggerla
nel XIII sec. a.C. Questi avvenimenti
sono narrati in due poemi,
tra i più belli e celebri di tutte le
letterature: l’Iliade e l’Odissea, attribuiti
al poeta greco Omero (VIII
secolo a.C.).
CITTÀ INDIPENDENTI GOVERNATE DA RE-SACERDOTI
Il territorio abitato dai Micenei era diviso in piccoli regni, autonomi
dal punto di vista politico ed economico, ma uniti dalla
comune origine, dalla cultura e dalla lingua. A capo di
ogni regno vi era un re, che esercitava l’autorità civile e religiosa.
Le città micenee erano città-fortezze circondate da possenti
mura, all’interno delle quali il palazzo del re era situato nella
parte più elevata, detta acropoli.
Tra i Micenei, grande importanza era attribuita ai nobili-guerrieri,
che affiancavano il re nel governo delle città. Molto considerati
erano anche i ricchi proprietari
terrieri e gli artigiani: tra que-
sti, di particolare stima erano circondati
i fabbri, che forgiavano il
bronzo e fabbricavano le armi. Vi
erano poi le persone appartenenti
agli strati più umili della popolazione,
obbligate a versare parte dei
prodotti agricoli o a prestare lavoro
e, infine, gli schiavi.
Per ricordare
• Da dove provenivano gli
Achei? Dove si stabilirono?
• Quali furono le tappe dell’espansione
degli Achei?
• Perché Troia era una città
importante?
Per ricordare
• Che cosa univa le città dei
Micenei?
• Come erano strutturate le
città dei Micenei?
• Come era organizzata la
società micenea?
40 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
UNA CIVILTÀ RICCA
E RAFFINATA
Le testimonianze archeologiche
della civiltà micenea sono
assai ricche e numerose: resti
di mura, tombe, oggetti di
bronzo e d’oro. Ci è quindi
possibile avere una conoscenza
piuttosto completa e approfondita
della cultura e dei costumi
degli Achei.
Dalle opere d’arte giunte fino
a noi emerge che i temi preferiti
dagli artisti erano la guerra
e la caccia. I dipinti su vasi rappresentano
spesso scene di combattimenti;
nelle tombe, accanto ai defunti
venivano depositati pugnali,
spade, elmi e
Per ricordare
• Qual è la nostra conoscenza
della civiltà micenea?
• Quali erano i temi preferiti
degli artisti micenei?
• Che cosa amavano fare le
persone più potenti?
IL DECLINO DELLA POTENZA MICENEA
corazze.
Le persone potenti
amavano circondarsi di una
grande quantità di materiali preziosi,
d’argento e d’oro. D’oro erano
anche le maschere funebri che ricoprivano
il volto dei re morti, come usavano fare anche i
faraoni d’Egitto.
A partire dal XII secolo a.C. la civiltà micenea subì un rapido declino, probabilmente
dovuto a migrazioni di popoli che interessarono anche la Grecia: i cosiddetti
“Popoli del Mare” e i Dori, provenienti dall’area del Danubio.
La cultura dei Micenei, però, non scomparve: i Greci li considerarono sempre
come loro antenati e ritennero la civiltà micenea fondamento di quella greca. I
Micenei, infatti, percorrendo con le loro navi il Mediterraneo orientale, avevano
unito culturalmente il Peloponneso, le isole greche e l’Italia meridionale.
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La Micenea. Parte di affresco
dalla Casa del Sommo Sacerdote
nel centro religioso dell’Acropoli
di Micene. XIII sec. a.C.
Lama di pugnale in bronzo decorato con lamine l’oro e d’argento,
rinvenuta in una tomba reale a Micene, 1600-1500 a.C.
Per ricordare
• Quando iniziò il declino della
civiltà micenea? Perché?
• Perché la cultura micenea
non scomparve?
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
41
IL POEMA DELLA GUERRA DI TROIA
Protagonisti
OMERO E L’ILIADE
Di Omero, autore dell’Iliade e dell’Odissea, non si sa nulla di preciso, e
qualcuno mette persino in dubbio la sua esistenza. Secondo le notizie di cui
disponiamo, Omero proveniva da una città greca dell’Asia Minore e scrisse i
suoi poemi nell’VIII sec. a.C. I fatti narrati risalgono al XIII sec. a.C. e furono
tramandati per secoli.
Nell’Iliade (da Ilio, nome greco di Troia), in particolare, viene raccontato l’ultimo
anno della guerra di Troia, che, secondo la tradizione, durò dieci anni e alla quale
parteciparono i prìncipi achei, guidati dal re Agamennone. Causa leggendaria
della guerra sarebbe stato il rapimento di Elena, moglie del re acheo Menelao, da
parte di Paride, figlio del re di Troia, Priamo.
Il poema descrive principalmente le gesta eroiche di tanti guerrieri, tra cui
eccellono Achille, acheo, ed Ettore, troiano.
I RACCONTI OMERICI SONO VERI?
Gli studiosi hanno cercato di distinguere le notizie di carattere storico
contenute nei poemi omerici da quelle fantastiche. Secondo le ultime
ricerche archeologiche e storiografiche, la guerra di Troia non fu
certo uno scontro causato dal rapimento di una donna; si trattò invece
di una sorta di “guerra mondiale”, che si estese dal Mediterraneo fino
alla Mesopotamia.
Da una parte combatterono i Greci (cioè gli Achei), alleati con gli Ittiti
e con gli Egizi; dall’altra i Troiani, alleati con gli Assiri. Ciò che era
in questione era il controllo dello Stretto dell’Ellesponto (oggi Dardanelli)
e quindi del commercio delle materie prime e dei prodotti agricoli
in transito dalle regioni del Mar Nero.
Per i contemporanei di Omero, tuttavia, conservare il ricordo di quegli
eventi non significava semplicemente “fare storia” di fatti da trasmettere
ai posteri, affinché fossero conosciuti con esattezza e precisione.
Si trattava soprattutto
di salvare
e tramandare i
valori della tradizione
eroica
dei loro antenati,
i Micenei, con
tutto il suo patrimonio
di miti religiosi.
Sulla base di dati
archeologici certi,
il computer ricostruisce,
in modo virtuale,
le successive trasformazioni
della rocca
di Troia.
42 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Circa la provenienza dei
contingenti achei (carta nella
pagina accanto), dal racconto
omerico emerge che le regioni e le
città più importanti della Grecia
micenea non sono le stesse
dell’Età classica (VI sec. a.C.),
quando si trascrissero per
la prima volta i poemi omerici;
il ruolo della futura “grande”
Atene, ad esempio, nella guerra
di Troia fu del tutto trascurabile.
LE TANTE STORIE DI TROIA
Sono ancora molte le domande storiche aperte
riguardo alla realtà di Troia, la città dell’Iliade e di
Heinrich Schliemann (1822-1890), l’archeologo tedesco,
ex uomo d’affari, che tentò l’impresa “disperata” di
cercare il fondamento storico del poema omerico.
Scavando sulla collina di Hissarlik, in Turchia, riportò
alla luce i resti di quella che lui identificò con la Troia omerica.
Qui, 5000 anni fa, si era sviluppato un piccolo insediamento
dell’Età del bronzo, cinto di mura: Troia I.
Nel 2600 a.C. circa i suoi abitanti sembrano essersi divisi in
due classi sociali: mentre la classe più umile resta fedele all’antica
cultura di Troia I, i nobili costruiscono una fortezza sfarzosa,
Troia II.
Proprio tra i resti di quest’epoca Schliemann trovò il cosiddetto “tesoro di Priamo”, composto
da quasi 10000 pezzi. Eppure la città-rocca intorno a cui venne combattuta la guerra
descritta da Omero risale a circa mille anni dopo (Troia VI) e si trova addirittura 7,5 m sopra
i resti di Troia II.
Di nuovo rasa al suolo, la città venne ricostruita, ma senza raggiungere l’antico splendore
(Troia VII). Infine, i Romani vi costruirono un tempio e un teatro (Troia IX).
Poiché Troia è stata distrutta e sempre ricostruita, sulla collina di Hissarlik è cresciuto, nel tempo, uno
strato di macerie alto 22 m.
Qui si sta ancora giocando la sfida archeologica di capire la storia di una città e, in particolare, se sia questa
effettivamente la Troia di cui parla Omero.
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TROIA IX
(85 a.C. - 500 d.C. circa).
Dominio romano.
TROIA VIII
(800 - 85 a.C. circa).
Troia diventa la città greca chiamata Ilio.
Apogeo di Atene e della civiltà greca.
TROIA VII
(1250 - 1020 a.C. circa).
Età del ferro. Distruzione delle fortezze
micenee e migrazione dorica.
TROIA VI
(1700 - 1250 a.C. circa).
Epoca micenea. Guerra di Troia
e nuova distruzione della città.
TROIA V
(2000 - 1700 a.C. circa).
Apogeo della Civiltà cretese.
TROIA IV
(2200 - 2000 a.C. circa).
Prima distruzione di Troia.
TROIA III
(2390 - 2200 a.C. circa).
Si sviluppa la città bassa.
TROIA II
(2600 - 2450 a.C. circa).
Epoca del Tesoro di Priamo.
TROIA I
(2920-2600 a.C. ca).
Età del bronzo.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
43
3. Nascita e sviluppo della civiltà greca
DAL 1200 AL 750 A.C.:
QUATTRO SECOLI DI PROFONDE TRASFORMAZIONI
In seguito al declino della civiltà micenea, tra il 1200 e il 750 a.C., la Grecia conobbe
un periodo di decadenza. Per molto tempo gli storici si sono riferiti a questo
periodo parlando di “secoli bui”, perché di esso si hanno poche notizie: quasi inesistenti
sono le testimonianze scritte e, di fatto, pochissimo si conosce.
In realtà, in quei secoli avvennero profonde trasformazioni politiche e culturali
che i Greci delle epoche successive considereranno fondamentali per l’elaborazione
della civiltà greca.
LA PRIMA COLONIZZAZIONE
La calata dei Dori nella penisola greca provocò la fuga di molta parte della popolazione
verso le isole del Mar Egeo e poi alla volta delle coste dell’Asia Minore, dove
vennero fondate nuove colonie. Un fenomeno analogo si era già verificato nell’Età
micenea, ma verso i secoli XI e X a.C. esso assunse dimensioni maggiori. Questo
massiccio movimento migratorio è conosciuto come “prima colonizzazione”.
Accanto all’invasione dorica, che fu probabilmente la causa principale della crescita
di tale migrazione, altre ragioni, ugualmente importanti,
spinsero molti abitanti della penisola greca a spostarsi altrove:
• la necessità di terre fertili da sfruttare per una popolazione
sempre più numerosa;
• la ricerca delle materie prime indispensabili allo sviluppo
dell’artigianato e del commercio;
• l’interesse ad aprire nuovi mercati, in cui vendere i propri
prodotti.
Coppa attica raffigurante una nave mercantile greca
attaccata da nave pirata, VI sec. a.C.
Per ricordare
• Che cosa si intende con
l’espressione “secoli bui”
della storia greca?
• Che cosa accadde in realtà
durante quel periodo?
Per ricordare
• Che cosa accadde durante
la “prima colonizzazione”?
• Quali altre ragioni, oltre
all’invasione dorica, incoraggiarono
la fondazione
delle colonie?
44 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
LA NASCITA DELLA PÓLIS
L’ altro grande fenomeno che caratterizzò questa lunga epoca di cambiamenti fu il passaggio
dalla monarchia tipica dei regni micenei e dai governi aristocratici delle città
doriche alla formazione della pólis.
La pólis (al plurale póleis) fu una creazione politica tipica della civiltà greca, con alcune
caratteristiche comuni fondamentali:
1. ogni città era autonoma e si governava da sola: per questo le póleis greche si trovarono
sovente nella condizione di scontrarsi fra loro per far valere interessi particolari
e per assicurarsi il predominio su un territorio;
2. la pólis, come entità geografica, comprendeva sia il centro urbano che il territorio
di campagna circostante (Atene, per esempio, si estendeva su un territorio di 2500
km 2 , all’incirca pari all’attuale provincia di Venezia);
3. i Greci concepirono la pólis, più che come area territoriale, soprattutto come una comunità
di uomini liberi, capaci di governarsi con proprie leggi e propri magistrati.
L’AGORÁ: CUORE DELLA PÓLIS
Con la pólis apparve in Grecia un nuovo tipo di città: tramontarono definitivamente i
modelli della città-rocca, della città-fortezza, della città-palazzo e nacque la città della
piazza (in greco, agorá). Fu proprio l’agorá il centro politico ed economico intorno al
quale si costruì e si estese la pólis.
Simbolicamente l’agorá diventò il cuore della vita stessa della città, il luogo delle riunioni,
dei dibattiti, del confronto, delle decisioni. Essa era infatti la sede delle assemblee
dei cittadini.
Il termine “cittadino” inizialmente designò soltanto una piccola parte degli abitanti
della pólis: gli aristocratici, i nobili e i militari. Solo queste categorie di persone, infatti,
avevano il diritto di partecipare alle assemblee, di avere proprietà terriere e di rappresentare
la pólis nelle guerre. Erano esclusi da questi diritti una larga parte di abitanti:
artigiani, lavoratori agricoli, marinai, stranieri (detti meteci), oltre a tutti gli “uomini
non liberi”.
Solo più tardi, con l’estensione di questo “diritto di essere cittadini”, si svilupperà
una forma di partecipazione alla vita politica nota a noi con il nome di democrazia.
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Parola chiave
DEMOCRAZIA
• Democrazia è un termine di origine greca, formato dalle parole démos, “popolo”, e
krátos, “dominio”, e indica una forma di governo nella quale il potere è esercitato dal
popolo. La democrazia nacque in Grecia intorno al V secolo a.C. e nell’età contemporanea
fu perfezionata e si estese a molti Paesi, soprattutto in Occidente.
Anticamente la democrazia era molto imperfetta rispetto a come siamo abituati a considerarla
oggi, perché di fatto erano assai pochi i cittadini che avevano il diritto di partecipare
alla vita politica e che, proprio in ragione del numero esiguo, intervenivano direttamente
con il loro voto quando si trattava di decidere se promulgare una nuova legge
o adottare un altro provvedimento: per questo si parla di “democrazia diretta”.
Negli Stati moderni la democrazia diretta è impossibile da realizzare, perché quasi
ovunque tutti i cittadini hanno diritto a partecipare alla vita politica del Paese. Accade
così che la popolazione elegge propri rappresentanti, che insieme costituiscono il Parlamento,
nel quale vengono fatte le leggi. Si tratta della “democrazia rappresentativa”:
i cittadini agiscono attraverso il voto dei rappresentanti che hanno eletto. Ogni regime
democratico si basa su una Costituzione che fissa i criteri necessari per la realizzazione
e la conservazione della democrazia.
Per ricordare
• Quale fenomeno particolarmente
importante si
verificò durante i “secoli
bui” della storia greca?
• Quali erano le caratteristiche
fondamentali comuni
a tutte le póleis greche?
Monarchia
Parola derivante dal greco
mónos, “uno”, e arché, “potere”.
È una forma di governo
nella quale il potere è
esercitato da una sola persona;
può essere ereditaria,
quando il potere si trasmette
di padre in figlio, oppure
elettiva, se il monarca (cioè
il re) viene scelto o eletto.
Aristocrazia
Termine derivante dal greco
áristoi, “i migliori”, e krátos,
“dominio”. Indica una forma
di governo nella quale il potere
è esercitato da un
gruppo ristretto di persone
appartenenti a un ceto ritenuto
“nobile” (aristocratico)
per motivi derivanti dalla
ricchezza o dalla discendenza
da famiglie di antico prestigio.
Magistrato
Persona che ricopre una carica
pubblica, come i giudici,
i comandanti militari e
coloro che ricoprivano un
ruolo amministrativo nella
pólis.
Per ricordare
• Quale nuovo tipo di città
nacque con la pólis greca?
• Perché l’agorá rappresentò
il cuore della vita cittadina?
• Chi, inizialmente, era considerato
un “cittadino”
nelle póleis greche?
• Che cosa accadde in un
secondo momento?
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
45
LA SECONDA COLONIZZAZIONE GRECA
Lastra in terracotta
con figura
di Gorgone,
proveniente
dal recinto del
Tempio di Atena
di Siracusa,
570-550 a.C.
Il periodo di formazione della pólis fu accompagnato da un nuovo
vasto movimento di migrazione, che fu chiamato seconda
colonizzazione (VIII-VI sec. a.C.).
I motivi di questa nuova ondata migratoria furono diversi:
1. anzitutto, un forte incremento della popolazione, che rese
insufficienti le poche risorse presenti sul territorio della Grecia,
caratterizzato da vaste zone montuose difficilmente coltivabili;
2. i ceti sociali più intraprendenti, come quello degli artigiani,
vollero sottrarsi al controllo esercitato dagli aristocratici,
contrari a ogni cambiamento, e lasciarono le loro città per fondare nuove
colonie, dove diedero vita a forme di governo meno oppressive;
3. la ricerca di nuovi mercati su cui collocare i prodotti artigianali.
A partire dall’VIII e fino al VI secolo a.C. circa, migliaia di Greci si diressero
verso le coste dell’Italia meridionale (detta in seguito Magna Grecia),
della Sicilia, della Gallia (Francia), dell’Iberia (Spagna), del Mar Nero e degli
Stretti.
Il successo delle comunità greche in Sicilia e nella Magna Grecia fu incredibile.
Le colonie diedero un contributo straordinario alla civiltà greca e
mediterranea e in esse venne creata un’architettura monumentale che ancora
oggi sbalordisce per grandiosità e bellezza.
Per ricordare
• Quando avvenne la “seconda colonizzazione”?
• Quali furono i motivi che spinsero alla
seconda colonizzazione?
• Quali furono le regioni scelte per fondare
le nuove colonie?
• Quale fu il successo delle nuove colonie
fondate dai Greci?
46 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
LA CIVILTÀ GRECA SI FONDA SU UNA RELIGIONE E UNA CULTURA COMUNI
Nei secoli che videro la fioritura della sua grande civiltà, la Grecia non fu mai unita
politicamente: ogni pólis era del tutto autonoma e si governava da sola. Anche nel periodo
in cui alcune città più forti si imposero su altre più deboli, l’indipendenza delle
città sottomesse venne sempre, almeno formalmente, salvaguardata.
Gli elementi di unità che ci permettono di parlare di un’unica civiltà greca furono
quelli religioso e culturale. La cultura greca, di fatto, costituì un patrimonio di ideali e
di princìpi che si consolidò nei secoli e si conservò intatto fino alla fine della storia greca.
GLI DÈI DELL’OLIMPO
I Greci erano politeisti: veneravano numerosissime divinità, ognuna delle quali presiedeva
un particolare aspetto della natura e della vita. Ogni città, poi, aveva un proprio
dio protettore e non c’erano luoghi dove non si vedessero templi e altari, o sorgenti
e boschi ritenuti sacri.
Gli dèi erano immaginati in modo antropomorfo, cioè con aspetto e sentimenti simili
a quelli degli uomini. Naturalmente differivano dagli uomini perché più potenti
e, soprattutto, immortali.
I Greci pensavano che gli dèi più importanti abitassero sul monte Olimpo, dove si
svolgevano le loro riunioni e i loro banchetti, e sul quale regnava Zeus, sovrano delle
divinità. Numerose altre divinità minori si pensava che abitassero sulla terra, nei boschi,
nei fiumi, nelle grotte.
ZEUS
dio del cielo,
dei fenomeni
naturali
e del fulmine
ARTEMIDE
dea della Luna,
ma soprattutto
della caccia
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ERA
moglie di Zeus,
protettrice
dell’amore
coniugale
e dei figli
EFESTO
dio del fuoco
e della tecnica
di forgiatura
dei metalli
AFRODITE
dea
della bellezza
e dell’amore,
nata dalla
schiuma
del mare
ERMES
messaggero
degli dèi,
protettore
dei viaggiatori,
dei mercanti
e dei ladri
ARES
dio della guerra,
impersona
la forza e
la crudeltà degli
scontri bellici
ASCLEPIO
dio della
medicina,
cui erano sacri
il gallo
e il serpente
APOLLO
dio del Sole
e dell’armonia,
protettore
delle arti
e della musica
PLUTONE
dio del regno
dei morti o Ade
Per ricordare
• Perché la Grecia antica
non fu mai politicamente
unita?
• Che cosa ci permette di
parlare di una cultura greca
unitaria?
Per ricordare
• Di che tipo era la religione
dei Greci?
• In che modo i Greci immaginavano
i loro dèi?
• In quali luoghi dimoravano
le divinità greche?
ATENA
nata dalla testa
di Zeus,
dea dell’intelligenza
pratica,
che ispira le arti
e le tecniche
DIONISO
dio del vino e
dell’estasi
POSIDONE
dio degli oceani,
dei terremoti e
dei maremoti
DEMETRA
dea della Terra,
del grano
e del mondo
agricolo
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
47
L’IMPORTANZA DEI SANTUARI E DELLE FESTE RELIGIOSE
Dall’VIII secolo a.C. cominciarono a diventare importanti alcuni santuari, luoghi particolari
nei quali sorgevano edifici monumentali consacrati a una divinità e considerati
centri di riferimento religioso, culturale e politico per la Grecia intera. Particolarmente
importanti erano i santuari di Delfi e Delo, dedicati al dio Apollo, e quello di
Olimpia, dedicato a Zeus.
Presso il santuario di Zeus a Olimpia si affermò, da parte di tutte le città, la consuetudine
di riunirsi periodicamente per i giochi delle Olimpiadi, segno di unità culturale
e religiosa. Si trattava di gare di atletica che si ripetevano ogni quattro anni e che costituivano
l’evento centrale di una grandiosa festa religiosa, per la quale veniva proclamata
una tregua tra tutte le città greche, che in quell’occasione sospendevano qualsiasi
guerra.
Le Olimpiadi furono così importanti da diventare per i Greci il criterio di datazione
della loro storia: essi misuravano il tempo in base alla scadenza quadriennale della varie
Olimpiadi, a partire dalla prima, che, secondo la tradizione, avvenne nel 776 a.C.
IL TEATRO E LA FILOSOFIA
Il teatro, come lo conosciamo anche oggi, fu inventato dai Greci e costituì un altro
importante elemento che favorì la loro unità culturale. Durante le grandi feste religiose,
infatti, venivano rappresentate opere teatrali, come tragedie e commedie, cui assisteva
tutto il popolo.
Gli argomenti delle tragedie erano le forti passioni dell’animo umano vissute da
eroi e personaggi leggendari; i temi delle commedie erano tratti dalla vita quotidiana,
raccontata, nella sua varietà e imprevedibilità, in modo giocoso. I più grandi scrittori
di teatro (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane) vissero nel V e nel IV secolo a.C.
La filosofia – cioè la riflessione condotta da alcuni pensatori sugli aspetti più diversi
della realtà, sul senso della vita umana e sulla politica – nacque nel vivace mondo
delle colonie. Secondo la tradizione, i primi pensatori erano originari di Mileto, la più
importante delle città dell’Asia Minore. I successivi sviluppi della filosofia avvennero
anche nelle città dell’Italia meridionale e della Sicilia. A Elea visse Parmenide, Empedocle
ad Agrigento, Pitagora di Samo dimorò e insegnò a Crotone. Anche la filosofia
costituì un importante elemento unificatore della cultura greca e rappresentò il fondamento
della storia del pensiero occidentale fino a oggi.
Per ricordare
• Che cosa erano i santuari?
Quali erano i santuari più
importanti?
• Che cosa accadeva nella
città di Olimpia ogni
quattro anni?
• Quale fu il criterio di datazione
usato dai Greci?
Resti del santuario di Zeus ad Olimpia. Corsa di fondo (dolico) di 4440 metri.
48 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
Per ricordare
• In quale contesto nacque
il teatro?
• Quali erano i temi trattati
nelle tragedie e nelle
commedie?
• Dove nacque la filosofia?
Perché fu importante?
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4. Sparta e Atene:
due diversi modelli di pólis
Copia romana di un’opera del grande scultore greco
Policleto (V sec. a.C.), raffigurante un giovane atleta
nell’atto di cingersi la fronte con la benda della vittoria.
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Tra tutte le póleis greche, Sparta e Atene furono le più importanti dal
punto di vista della potenza militare ed economica, tanto che si contesero
a lungo il ruolo di città-guida della Grecia. Soprattutto, però, esse
rappresentarono due diversi modelli di sviluppo della struttura politica
della pólis.
Da una parte, Sparta costituisce il modello della
pólis costruita sulla forza militare e su un governo
oligarchico, rimasto pressoché immutato
per secoli. Atene, invece, rappresenta il
modello della pólis più aperta all’espansione
e al commercio sul mare, all’elaborazione
di forme di governo democratiche e alla
fioritura culturale.
La storia di Sparta e Atene si intreccerà nei secoli, fino alla fine
della civiltà greca; ma sarà Atene a diventare la città-guida della
cultura classica e della democrazia.
Per ricordare
• Perché Sparta e Atene furono
particolarmente importanti?
• In che cosa si differenziavano
le due póleis?
• Perché fu Atene a lasciare
un’impronta decisiva nella
storia greca?
Oligarchia
Parola di origine greca
composta da olígoi, “pochi”,
e arché, “potere”. Indica una
forma di governo nella quale
il potere è esercitato da una
minoranza più o meno ristretta
di cittadini, perlopiù ricchi,
che agiscono soprattutto per
salvaguardare e promuovere i
propri interessi.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
49
IL MODELLO OLIGARCHICO DI SPARTA
Una rigida organizzazione sociale
La città di Sparta (detta anche Lacedemone) sorse probabilmente intorno
al X secolo a.C. dall’unione di villaggi abitati da genti doriche.
Nel VII secolo a.C. essa esercitava il predominio su buona parte del
Peloponneso, ottenuto grazie all’efficiente organizzazione militare.
Il modello oligarchico spartano era basato sull’esistenza di tre ceti
sociali ben distinti. Il gruppo dominante era costituito dagli Spartiati,
discendenti dai Dori. Essi erano gli unici detentori del potere, in
quanto erano proprietari della maggior parte delle terre ed erano gli
unici a godere dei diritti politici. Si dedicavano esclusivamente al
mestiere delle armi e tutta la loro educazione (dall’età di sette anni)
si basava sull’addestramento fisico e militare, con una disciplina
molto rigida.
Nei centri minori, nei dintorni di Sparta, abitavano i Perieci: popolazioni
sottomesse, alle quali però era stata lasciata la proprietà delle
terre. Essi si dedicavano all’agricoltura, al commercio e all’artigianato,
ma non avevano diritti politici.
Ridotti a una condizione di semischiavitù erano gli Iloti, che costituivano
quasi l’80% della popolazione; anch’essi si dedicavano all’agricoltura,
ma non possedevano terre.
PERIECI (circa 50 000)
svolgono le attività artigianali
e commerciali;
non hanno diritti politici
Per ricordare
LA SOCIETÀ SPARTANA
SPARTIATI (circa 10 000)
governano la pólis e costituiscono
l’esercito; godono di tutti i diritti
Classe dominante
Classi subalterne
• Quando nacque Sparta? Come conquistò il predominio su gran parte
del Peloponneso?
• Chi erano gli Spartiati?
• Quali attività svolgevano i Perieci? Quali diritti politici possedevano?
• Qual era la condizione degli Iloti?
50 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
ILOTI (circa 200 000)
coltivano le terre degli Spartiati
in condizioni di semischiavitù;
non hanno alcun diritto
Licurgo.
Oplita spartano,
VI sec. a.C.
Da sotto l’elmo ricadono
i riccioli
di capelli. Secondo
Erodoto, gli
Spartani si pettinavano
prima della battaglia
“per morire con i
capelli a posto”. Dal
punto di vista storico
occorre sottolineare
che Sparta è la pólis
per eccellenza, nella
quale si può osservare la
trasformazione dell’esercito
avvenuta in tutta la Grecia
a partire dall’VIII sec.
a.C., con la presenza degli
opliti, cioè fanti ben armati e
protetti, che formavano la
cosiddetta falange.
Solo a Sparta anche
alle donne veniva fornita
un’educazione ginnica.
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L’organizzazione politica
Come altre póleis greche, anche Sparta attribuì le sue leggi e il suo ordinamento
politico a un personaggio leggendario, Licurgo, che sarebbe vissuto tra
il IX e l’VIII secolo a.C. Secondo la leggenda, Licurgo fece giurare ai cittadini
che mai avrebbero modificato la sua Costituzione. E così fu, per sempre.
In realtà, l’organizzazione politica e civile di Sparta fu il frutto di una lunga
evoluzione, ma in effetti è vero che essa mantenne invariata nei secoli una società
aristocratica, la cui vita politica era riservata agli Spartiati. Essi, riuniti in
assemblea, eleggevano i due re – cui spettava il supremo comando militare – e
gli altri magistrati che governavano la città, promulgavano le leggi e amministravano
la giustizia.
Nel VI secolo a.C. le póleis sottoposte all’influenza di Sparta furono riunite
nella Lega del Peloponneso: un’alleanza militare in base alla quale, in caso di
guerra, le città sarebbero intervenute in aiuto di Sparta.
L’ORGANIZZAZIONE POLITICA DI SPARTA (dalla fine del VI sec. a.C.)
GHERUSÌA
(2 re più 28 geronti
o anziani di almeno 60 anni)
i re hanno
il supremo
comando militare
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i geronti propongono le leggi,
decidono la pace e la guerra,
giudicano i delitti più gravi
ATENE, CULLA DELLA DEMOCRAZIA
APELLA (assemblea degli Spartiati maschi, precisamente
dei combattenti che avessero compiuto trent’anni)
elegge
approva o
respinge le
proposte
di
Il regime aristocratico e le leggi di Dracone
A differenza di Sparta, Atene più volte mutò la propria organizzazione e le
istituzioni politiche. Anch’essa, all’inizio, fu governata da una monarchia; poi,
nell’VIII secolo a.C. circa, come avvenne nel resto del mondo greco, si instaurò
un regime aristocratico, guidato cioè dai nobili.
Il governo aristocratico si consolidò nel VII secolo a.C., quando, secondo la
tradizione, Dracone diede alla città le prime leggi scritte. Si trattò di una svolta
importante nella vita della pólis, perché da quel momento le leggi non furono
più affidate all’arbitrio dei governanti; tuttavia, esse non modificavano
l’organizzazione politica della città e lasciavano il potere agli aristocratici.
Nel frattempo, però, la società ateniese si andava trasformando profondamente,
grazie alla fioritura delle attività economiche, artigianali e commerciali. Si
formò così una nuova categoria di cittadini – soprattutto artigiani e mercanti
– che si vantava di portare ricchezza alla città e quindi reclamava il diritto di
partecipare al governo.
5 EFORI
(magistrati eletti
annualmente)
Per ricordare
• Chi fu il leggendario legislatore di
Sparta?
• Quali furono le caratteristiche dell’organizzazione
politica di Sparta?
• Che cos’era la Lega del Peloponneso?
Quali città ne facevano parte?
Costituzione
È la legge fondamentale di uno
Stato, che stabilisce le regole per
la sua organizzazione e per la formazione
di tutte le leggi particolari
necessarie per governarlo.
esercitano le principali funzioni politiche,
amministrano la giustizia, controllano
l’operato della Gherusìa
Per ricordare
• Quali tipi di organizzazione politica
vennero instaurati inizialmente
ad Atene?
• Chi stabilì per Atene le prime leggi
scritte? Perché si trattò di una
svolta importante?
• Quali importanti trasformazioni si
verificarono ad Atene?
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
51
La riforma oligarchica di Solone
Una prima importante svolta nell’organizzazione politica ateniese si ebbe con Solone,
il quale, nel 594 a.C., divise la popolazione in quattro gruppi, basati su diversi
livelli di ricchezza, a ciascuno dei quali corrispondevano diritti politici diversi.
Con la riforma di Solone, la società ateniese acquistava una maggiore mobilità
sociale, in quanto ai cittadini era permesso di passare da un gruppo a un altro
modificando l’entità del proprio patrimonio. I cittadini più poveri, però, ancora
non avevano accesso alle cariche politiche più alte; potevano invece partecipare
all’assemblea che riuniva tutti i cittadini liberi, l’Ecclesìa, con diritto di voto, e far
parte del tribunale popolare, l’Elièa.
La riforma di Solone era una riforma di tipo oligarchico, perché ancora pochi
erano coloro che, di fatto, esercitavano veramente il potere. Tuttavia, essa fu
molto importante, perché pose le basi della democrazia, allargando a un maggior
numero di cittadini la possibilità di partecipare alla vita politica.
Per ricordare
• Quale importante riforma venne introdotta da Solone?
• Quali furono le novità introdotte dalla riforma di Solone?
• Perché la riforma di Solone era ancora legata a un ordinamento di tipo oligarchico?
BULÉ
(Consiglio dei 400)
• tratta gli affari
correnti
LA RIFORMA DI SOLONE (inizio VI sec. a.C.)
9 ARCONTI
• governano la città
elegge elegge
ECCLESÌA (assemblea popolare)
• decide sulla pace e sulla guerra
• approva le leggi
gli ex arconti
costituiscono
partecipano
CITTADINI LIBERI* divisi in quattro classi
(Pentacosiomedimni - Hippeis - Zeugiti - Teti)
* Non sono compresi i meteci, le donne e gli schiavi
AREÒPAGO
• funzioni giudiziarie
e di controllo
ELIÈA (tribunale popolare)
• giudica i vari reati
• esamina i ricorsi contro
i magistrati
La tirannide di Pisistrato
La riforma di Solone non riuscì ad appianare i conflitti sociali. Anzi, gli aristocratici,
che volevano riappropriarsi del potere, fomentavano continue rivolte. Di
questa situazione di instabilità politica approfittò Pisistrato, un capo militare che
nel 561 a.C. si impadronì del potere e si proclamò signore della città, diventandone
il tiranno.
Pisistrato era un nobile, ma come i tiranni di altre città greche, rafforzò il proprio
potere cercando il consenso popolare e governò con moderazione; favorì i
ceti mercantili e fece allestire la prima grande flotta ateniese. Sotto il suo governo
Atene godette di un periodo di pace e di prosperità.
Mobilità sociale
Possibilità per i membri di una società
di passare da un ceto sociale a un
altro. In positivo, si tratta di una
“scalata” verso una migliore condizione,
guadagnata grazie al successo
nel lavoro o alla carriera politica. La
mobilità può essere però anche
verso il basso, per diverse cause,
soprattutto di natura economica.
Statuetta in bronzo
di Atena, la dea
protettrice della
città di Atene.
Per ricordare
• Chi era Pisistrato? Che cosa fece?
• Che cosa accadde ad Atene durante
il periodo in cui Pisistrato
mantenne il potere?
52 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
La riforma democratica di Clistene
Fu Clistene, nel 508 a.C., a stroncare definitivamente la potenza degli aristocratici,
attuando una riforma in senso democratico che allargava la partecipazione
politica a tutti i ceti sociali.
Clistene divise l’Attica in distretti e la popolazione in dieci tribù, ciascuna con
gli stessi diritti e poteri. Sia questa divisione, non più fondata sulla nobiltà o sulla
ricchezza, sia il sorteggio delle cariche politiche garantivano l’uguaglianza dei
cittadini.
Per ricordare
• Quale riforma venne avviata da Clistene?
• Che cosa intendeva garantire la riforma di Clistene?
TRIBÙ
BULÉ
(Consiglio dei 500)
• propone le leggi
• funzioni di controllo
➡
➡
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LA RIFORMA DI CLISTENE (fine VI sec. a.C.)
ECCLESÌA (assemblea popolare) • approva le leggi
partecipano
CITTADINI LIBERI* divisi in tribù territoriali
➡
ELIÈA
(10 tribunali popolari)
• amministrazione
della giustizia
➡
➡
➡
10 STRATEGHI
(comandanti militari)
• comandano a turno
l’esercito
sorteggia sorteggia elegge
➡
➡
➡
➡
Tiranno
Oggi questa parola è sinonimo
di dèspota, cioè di persona che
governa in modo prepotente,
commettendo dei soprusi nei
confronti della popolazione. In
Grecia, il tiranno era colui che assumeva
il potere in caso di necessità
e in momenti particolarmente difficili,
nei quali era necessario che
una sola persona prendesse decisioni
per il bene della comunità.
elegge
➡
DISTRETTI DELLA COSTA DISTRETTI URBANI DISTRETTI INTERNI
* Non sono compresi i meteci, le donne e gli schiavi
La democrazia si allarga
Nella sua forma più completa, la democrazia si realizzò in Atene solo nel corso
del V secolo a.C. Si trattò di una democrazia diretta, fondata sulla centralità
dell’Ecclesìa.
L’ assemblea decideva direttamente la pace e la guerra, le alleanze, i trattati, discuteva
le leggi. Si riuniva nell’agorá e tutti i partecipanti avevano il diritto di parola.
L’assemblea eleggeva gli strateghi (i capi militari) e gli arconti (i governanti);
le altre cariche erano sorteggiate.
Se un cittadino sembrava attentare alla democrazia e faceva temere un ritorno
alla tirannide, l’assemblea poteva inviarlo in esilio. Questa procedura si chiamava
ostracismo, perché il nome del sospettato veniva scritto su un coccio
(l’óstrakon) dai membri dell’assemblea e, se sui 6000 partecipanti, più della metà
si pronunciava contro quella persona scrivendone il nome sul coccio, essa veniva
bandita e allontanata dalla città anche per dieci anni.
Con la sua organizzazione politica, Atene rappresentò un esempio di democrazia,
non solo per i contemporanei, ma anche per i posteri, pur con le limitazioni
tipiche di tutto il mondo greco, cioè l’esclusione degli stranieri, delle donne
e degli schiavi.
10 ARCONTI
(magistratura annuale)
• realizzano le direttive
della Bulé
➡
Per ricordare
• Quale fu la caratteristica principale
della democrazia ateniese?
• Qual era il compito dell’Ecclesìa?
• Che cos’era l’ostracismo?
• Quali erano le limitazioni che ancora
caratterizzavano la democrazia
ateniese?
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
53
5. Le guerre contro l’Impero persiano
LA PRIMA GUERRA GRECO-PERSIANA
Nel V secolo a.C. la Grecia dominava su tutto il Mediterraneo, sfruttando soprattutto
la rete dei rapporti con le sue colonie. Diversa, invece, era la situazione delle póleis dell’Asia
Minore (Mileto, Samo, Chio), che erano state conquistate dai Persiani (545 a.C.).
Nel 499 a.C. le città greche dell’Asia Minore si ribellarono al potere persiano, ma la
loro rivolta fu repressa con violenza e Mileto fu rasa al suolo. La guerra contro le colonie
greche rappresentava solo una parte del più ampio progetto espansionistico del re
persiano Dario, il quale, dopo aver annesso l’Egitto e sottomesso la Macedonia, mirava
alla conquista della Grecia.
Di fronte al pericolo persiano, nel 491 a.C. le città greche si unirono in un’alleanza
per garantire la difesa comune. Un anno dopo, nel 490 a.C., l’esercito persiano sbarcò
sul suolo greco, presso Maratona, circa quaranta chilometri a nord di Atene. Novemila
soldati ateniesi, guidati dall’abile comandante Milziade, e un migliaio di soldati venuti
dalla città di Platea, dopo una dura battaglia sconfissero il potente esercito di Dario.
La vittoria contro il potente Impero persiano salvò la libertà di tutte le póleis, ma
soprattutto mise in evidenza la superiorità militare di Atene, che assunse il ruolo di
città-guida di tutta la Grecia.
SERSE EL’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA GRECO-PERSIANA
Nel 480 a.C. il successore di Dario, l’imperatore Serse, decise di muovere nuovamente
guerra contro la Grecia. L’imponente esercito persiano scese nella penisola greca da
nord, scortato dalla flotta che navigava lungo le coste della Tracia e della Tessaglia.
Di fronte a questa nuova minaccia, alcune città si arresero, ma Atene decise di opporsi,
ottenendo l’appoggio da parte di tutte le póleis che non volevano perdere la libertà.
A questa nuova alleanza antipersiana aderì anche Sparta, che assunse la guida dell’esercito,
affidato a Leonida.
Proprio Leonida fu protagonista di uno degli episodi più eroici della storia greca. Il
comandante, dopo avere fatto ritirare il grosso dell’esercito, si attestò con soli 300 soldati
al passo delle Termopili, tra le montagne, dove tese un’imboscata ai nemici. I
Greci erano enormemente inferiori di numero, ma resistettero da eroi fino alla morte,
rallentando il passaggio dei nemici e consentendo al resto dell’esercito di organizzare
la difesa.
Per ricordare
• Qual era la condizione delle
colonie dell’Asia Minore?
• Che cosa accadde
nel 499 a.C.?
Quali erano i progetti
espansionistici del re
persiano Dario?
• Che cosa fecero le città
greche per resistere all’offensiva
dei Persiani? Che
cosa accadde a Maratona?
• Quali furono gli esiti della
vittoria ottenuta dai Greci?
Guerrieri
greci (a sinistra)
e persiani
(a destra).
Per ricordare
• Da dove entrò in Grecia
Serse?
• Quale fu la reazione delle
póleis greche?
• Che cosa accadde al
passo delle Termopili?
54 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
LA VITTORIA FINALE DEI GRECI
Dopo avere massacrato Leonida e i suoi soldati, l’esercito
persiano proseguì la sua avanzata fino ad Atene,
che fu invasa e saccheggiata. Gli Ateniesi avevano
trovato rifugio sull’isola di Salamina, posta di fronte
alla città.
Fu proprio nello stretto braccio di mare che separava
Salamina dalla terraferma che avvenne lo scontro
decisivo. Le grosse navi persiane, che manovravano
faticosamente a causa del poco spazio disponibile,
furono accerchiate e colpite dalle agili navi greche:
la vittoria dei Greci fu strepitosa.
L’ anno seguente, nel 479 a.C., l’Impero persiano veniva
definitivamente sconfitto dai Greci: l’esercito di terra fu
vinto a Platea dalle truppe spartane, mentre la flotta venne
sopraffatta dagli Ateniesi a Capo Micale, lungo le coste dell’Asia
Minore.
Per ricordare
• Che cosa fecero i Persiani dopo avere superato
le Termopili?
• Perché i Greci riuscirono a vincere nella
battaglia di Salamina?
• Dove i Persiani furono definitivamente sconfitti?
Le carte illustrano
le fasi fondamentali
della battaglia
di Salamina.
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Moneta con nave
fenicia. I Fenici
costituivano la
componente
principale della
flotta persiana.
Lo scontro tra
le due flotte
fu, quindi,
anche quello
tra i rivali più
accaniti nel
commercio
mediterraneo.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
55
Attivazioni didattiche
Anche noi storici
Conoscere eventi e fenomeni storici
1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F
a. Creta è la più grande delle isole egee.
b. I Cretesi subivano l’egemonia commerciale degli altri popoli mediterranei.
c. Le città-palazzo ospitavano esclusivamente la residenza del sovrano.
d. Il momento di massimo splendore della civiltà cretese fu tra il 1700 e il 1450 a.C.
e. Il palazzo di Cnosso era la residenza del Re Minotauro.
Conoscere eventi e fenomeni storici
2. Completa il testo con le informazioni mancanti.
La popolazione degli …………….....……. si stabilì nel Peloponneso, fondando numerose città, tra cui la più importante fu
…………….....……. . Dopo aver subito fino al XV sec. a.C. la potenza economica di …………….....……., i Micenei cominciarono
a espandersi sulle coste …………….....……. e fino al Mar Nero, incontrando la resistenza della città di
…………….....……., poi sconfitta nel XIII sec. a.C.
Le città micenee erano città-………….....……., protette da imponenti mura; il palazzo del re era posto nella
…………….....……., la parte più elevata della città. La civiltà micenea conobbe un rapido declino a partire dal
…………….....……. .
[a. XII secolo. a.C - b. acropoli - c. Micene - d. Creta - e. dell’Asia Minore - f. fortezze - g. Achei - h. Troia]
Comprendere e utilizzare il linguaggio della storia
3. Scrivi le corrette definizioni per i seguenti termini ed espressioni.
a. “Secoli bui”: .........................................................................
b. Pólis: ......................................................................................
c. Agorá: ....................................................................................
Conoscere eventi e fenomeni storici
4. Completa il testo con le informazioni mancanti.
a. Prima colonizzazione
- Periodo: ..................................................................................................................................................................................................
- Cause: .....................................................................................................................................................................................................
- Aree geografiche interessate: ..............................................................................................................................................................
b. Seconda colonizzazione
- Periodo: ..................................................................................................................................................................................................
- Cause: .....................................................................................................................................................................................................
- Aree geografiche interessate: ..............................................................................................................................................................
Stabilire relazioni
5. Indica a quale città (Sparta o Atene) si riferiscono le seguenti caratteristiche.
d. Dèi antropomorfi: ...............................................................
e. Politeismo: ............................................................................
f. Santuario: ..............................................................................
a. È basata sulla forza militare e sul governo oligarchico. ....................................................................................................
b. È basata sul commercio ed è aperta a forme di governo democratiche. .........................................................................
c. Diventerà la città guida della cultura classica. ................................................................................................................
d. Deve il suo ordinamento politico al legislatore Licurgo. .................................................................................................
e. Mutò più volte la propria organizzazione e le istituzioni politiche. ..................................................................................
56 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Organizzare le conoscenze in forma schematica
6. Completa lo schema seguente, utilizzando le espressioni fornite.
Stabilire relazioni
7. Opera i collegamenti corretti.
a. Dracone
b. Solone
c. Pisistrato
d. Clistene
5. ................................................
6. ................................................
.....................................................
7. ................................................
Comprendere e utilizzare il linguaggio della storia
8. Scrivi le definizioni corrette dei seguenti termini o espressioni.
a. Oligarchia: ............................................................................
b. Costituzione: ........................................................................
c. Apella: ...................................................................................
d. Ecclesìa: .................................................................................
Conoscere eventi e fenomeni storici
9. Ricostruisci le fasi dello scontro tra l’Impero persiano e le città greche, completando le seguenti affermazioni.
a. Il conflitto tra l’Impero persiano e la Grecia scoppiò perché le colonie greche dell’Asia Minore ...........................................
......................................................................................................................................................................................................................
b. 491 a.C.: alleanza tra Sparta, Atene e altre città greche con lo scopo ..........................................................................................
c. 490 a.C.: l’esercito persiano si scontrò con i Greci, guidati da Milziade, a ..................................... Vittoria:.............................
d. 480 a.C.: i Persiani attaccarono di nuovo la Grecia. Atene si preparò con una potente flotta guidata da: .................................
e. Sparta affrontò l’esercito persiano tra i monti: alle ..................................................... Vittoria:.......................................................
f. L’esercito persiano invase ............................................... e la distrusse.
g. Gli Ateniesi attaccarono con la loro flotta presso ..................................................... Vittoria:..........................................................
h. 479 a.C.: definitivo scontro tra Greci e Persiani a .............................................................................................................................
i. Vittoria definitiva:......................................................................................................................................................................................
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LA SOCIETÀ SPARTANA
1. ...........................................................
2. .......................... 3. .........................
4. ...........................................................
Classe dominante
Classi subalterne
1. riforma democratica
2. tirannide
3. riforma oligarchica
4. regime aristocratico
8. ................................................
9. ................................................
.....................................................
10. ...............................................
[a. costituiscono l’esercito -
b. Perieci - c. non hanno diritti politici -
d. coltivano le terre in condizioni di
semischiavitù - e. Iloti -
f. non hanno diritti -
g. godono di tutti i diritti - h. Spartiati -
i. svolgono le attività artigianali e commerciali
- l. governano la pólis]
e. Efori: ......................................................................................
f. Elièa: ......................................................................................
g. Strateghi: ...............................................................................
h. Ostracismo: ..........................................................................
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
A ttivazioni didattiche
57
6. L’Età di Pericle: l’espansionismo e la democrazia
SPARTA E ATENE PRENDONO STRADE DIVERSE
Sparta e Atene, unite vittoriosamente nella lotta contro i Persiani, dopo che il pericolo
fu cessato tornarono a essere antagoniste e le loro storie procedettero per lungo tempo
in direzioni diverse.
Sparta non volle mutare la sua politica tradizionale per inseguire progetti di espansione.
Impegnata a controllare la popolazione degli Iloti, sempre sul punto di ribellarsi,
si accontentò di confermare e difendere la propria egemonia sul Peloponneso.
A differenza di Sparta, Atene cercò di trarre il massimo vantaggio dal prestigio guadagnato
con la vittoria sui Persiani. La potenza della sua flotta, infatti, non solo rappresentava
una garanzia per la difesa della Grecia, ma era anche un prezioso strumento
per espandere i traffici commerciali e aumentare le ricchezze che ne derivavano.
LA LEGA DI DELO E LA POLITICA ESPANSIONISTICA ATENIESE
Le póleis più interessate a una politica di espansionismo mercantile (quelle dell’Egeo
e della costa asiatica principalmente), nel 477 a.C. costituirono un’alleanza militare,
la Lega di Delo (o delio-attica), a capo della quale si pose Atene.
Ufficialmente, il fine dell’alleanza era quello di predisporre una difesa permanente
contro la Persia; a questo scopo, le città che aderivano al patto erano tenute a contribuire
all’allestimento di una flotta e al versamento di denaro, che veniva depositato al
santuario di Delo, pronto per essere impiegato in caso di guerra.
Inizialmente la Lega perseguì il fine per cui era nata: ci furono parecchi scontri nell’Egeo,
in seguito ai quali il pericolo persiano venne di fatto eliminato (la pace di Callia
del 449 a.C. sancì la fine del conflitto). A quel punto la Lega non avrebbe più avuto
ragione di esistere, ma Atene volle ugualmente conservarla, facendone uno strumento
per esercitare la propria egemonia politica ed economica su tutto il Mar Egeo.
PERICLE EL’EGEMONIA ATENIESE
Ispiratore principale della politica espansionistia ateniese fu un abile uomo politico:
Pericle (495-429 a.C.). Eletto stratega nel 461 a.C., Pericle venne riconfermato nella carica
per trent’anni consecutivi, diventando di fatto l’unico, indiscusso signore di Atene.
L’ obiettivo primario dell’azione politica di Pericle era quello di trasformare Atene in
una grande potenza militare ed economica, in grado di imporsi come centro vitale
di tutto l’Egeo e del Mediterraneo orientale.
Per realizzare tale progetto, Pericle aveva bisogno, naturalmente, dell’appoggio del
popolo, che avrebbe dovuto sostenere gli sforzi e i sacrifici richiesti da un programma
politico così ambizioso. Pericle, pertanto, favorì i ceti sociali
protagonisti della vittoria contro i Persiani: artigiani,
marinai e commercianti.
Per ricordare
• Che cosa accadde a Sparta
e Atene dopo la fine delle
guerre contro la Persia?
• Quale linea politica
adottò Sparta?
• Quali vantaggi seppe
trarre Atene dalla vittoria
contro i Persiani?
Per ricordare
• Quali póleis si unirono
nella Lega di Delo?
• Qual era lo scopo
dichiarato della Lega?
• Che cosa accadde alla
Lega di Delo dopo la
sconfitta dei Persani?
Per ricordare
• Chi fu il principale ispiratore
della politica espansionistica
ateniese?
• Qual era l’obiettivo
primario da realizzare?
• Quali furono i ceti sociali
fondamentali per la realizzazione
del nuovo programma
politico?
Nave a remi greca, particolare
di un vaso attico (metà del VI
sec. a.C.).
58 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
VERSO LA DEMOCRAZIA PIENA
Per ottenere un consenso ancora più largo da parte della popolazione, Pericle riformò
la Costituzione di Clistene, allargando la partecipazione a settori più ampi della
popolazione:
• aumentò i poteri dell’Ecclesìa, l’assemblea dei cittadini;
• concesse anche alle classi sociali inferiori l’accesso alla carica di arconte;
• ridusse il potere dell’Areópago, e, quindi, degli aristocratici;
• stabilì un compenso per coloro che si dedicavano alla vita politica, rendendola
accessibile anche ai più poveri.
Grazie a questi
provvedimenti,
Pericle portò la
democrazia ateniese
alla sua forma più
allargata, come non
era mai avvenuto in
nessun’altra parte
del mondo antico.
Occorre comunque
ricordare che pure
nell’Atene di Pericle,
dove vivevano circa
150 mila abitanti,
le persone che
potevano godere dei
diritti politici erano
circa 20 mila; le altre
130 mila – donne,
schiavi e stranieri –
ne erano ancora
escluse.
© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Gli schiavi erano adibiti ai lavori
agricoli e utilizzati nei grandi
cantieri navali del Pireo.
Per ricordare
• Quali riforme apportò
Pericle alla Costituzione
di Clistene? Perché?
• Come può essere
considerata la democrazia
ateniese dei tempi di
Pericle? Quali limiti essa
ancora dimostrava?
Raffigurazione simbolica della
“Democrazia” che incorona
il Demos (popolo).
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
59
Busto di Pericle.
Protagonisti
PERICLE, SIGNORE DI ATENE
L’UOMO PIÙ IMPORTANTE DEL SUO TEMPO
Nato nel 495 a.C., Pericle fu il vero protagonista politico del suo tempo. Di origini
aristocratiche, guidò il governo di Atene per oltre trent’anni, dal 461 al 429 a.C.
Egli trasformò la sua città, ricostruendo l’Acropoli con una serie di maestose opere
pubbliche e grandiosi monumenti, e la rese una fortezza inespugnabile. Legò ai suoi
progetti i nomi di alcuni dei maggiori artisti del tempo, l’architetto Fidia (490-430
a.C.) e gli scultori Mirone e Policleto; promosse lo sviluppo del teatro favorendo le
opere dei più grandi tragediografi greci: Eschilo, Sofocle e poi Euripide.
Proprio nel segno di questo straordinario splendore, un intero periodo della storia
prese il nome di Età di Pericle.
UN ARISTOCRATICO A SERVIZIO DELLA DEMOCRAZIA
Ricco di ingegno e oratore affascinante, Pericle non governò con la forza, ma conquistando
il consenso popolare e perfezionando i meccanismi della partecipazione
democratica ateniese. Nell’Età di Pericle, infatti, la democrazia si rafforzò e si estese
alle classi più povere, che poterono partecipare direttamente alla vita politica, dovere
fondamentale di un buon cittadino. Così ne parla lo stesso Pericle:
Per dimenticare le fatiche, abbiamo procurato al nostro spirito moltissimi svaghi, celebrando
secondo il costume tradizionale giochi e feste che si susseguono per tutto l’anno e abitando in
case fornite di ogni agio […]. Presso di noi le stesse persone si curano dei loro interessi privati
e delle questioni pubbliche; coloro che si dedicano ad attività particolari conoscono perfettamente
i problemi politici; poiché, soli tra tutti, consideriamo il cittadino che non se ne cura non
una persona tranquilla e per bene ma un uomo addirittura inutile.
da Plutarco, Vita di Pericle
VINCITORE DI BATTAGLIE, UCCISO DALLA PESTE
Fu ammirato e amato da molti, ma anche odiato dai suoi rivali che lo accusavano
di demagogia, cioè di lusingare il popolo per ottenere il consenso.
Sotto il suo governo prese avvio uno dei conflitti più lunghi e disastrosi della
storia di Atene, la Guerra del Peloponneso, in cui la città combatté contro la
sua avversaria di sempre: Sparta.
Pericle non vide mai la fine di questa guerra, perché perì vittima dell’epidemia
di peste che si abbatté sulla città nel 430 a.C. Ecco il racconto degli ultimi
giorni di vita del grande uomo politico:
Quando ormai la fine di Pericle era prossima, i cittadini migliori e gli amici ancora vivi, seduti
intorno al letto, si misero a discorrere della virtù e della grande potenza che il morente
aveva avuto, ad annoverarne le gesta e i numerosi trofei: nove battaglie aveva vinto come
generale, e aveva eretto altrettanti trofei in nome del suo paese. Ciò si dicevano l’un l’altro,
credendo che Pericle avesse ormai perso conoscenza e non potesse udire. Invece egli sentì
e capì tutto, e nel bel mezzo del discorso intervenne a dire di stupirsi che elogiassero e ricordassero
di sé alcuni eventi, in cui aveva avuto parte anche il caso e che a molti generali
era riuscito di compiere precedentemente, mentre non citavano la sua gloria più grande: “il
fatto”, disse testualmente, “che nessun Ateniese per colpa mia dovette vestirsi a lutto”.
da Plutarco, Vita di Pericle
60 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
ATENE, LA CITTÀ PIÙ BELLA DEL MONDO ANTICO
L’ occasione concreta che consentì a Pericle di realizzare i suoi progetti fu l’accendersi
di una lunga serie di conflitti che coinvolse numerose città greche.
Approfittando del momento di disorientamento e di disordine, Pericle nel 454
a.C. spostò ad Atene il tesoro della Lega di Delo, impiegandolo per lanciare un
vasto programma di opere pubbliche.
Per prima cosa, Pericle volle ricostruire sull’acropoli i templi che i Persiani avevano
distrutto. La nuova acropoli, tutta di marmo, non doveva rappresentare solo
il centro rinnovato di Atene, ma diventare il cuore di tutta la Grecia, il santuario
panellenico, cioè di tutti i Greci.
La ricostruzione dell’acropoli consentì a Pericle di raggiungere due obiettivi:
• egli creò vaste opportunità di lavoro per tutti gli abitanti di Atene, generando
ricchezza e aumentando il consenso da parte dei cittadini;
• soprattutto, però, egli poté permettersi di avere al proprio servizio i più grandi
artisti dell’epoca, che in breve tempo fecero di Atene la città più bella di
tutto il mondo antico.
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Per ricordare
• Quali eventi favorirono
Pericle nella realizzazione
del suo progetto politico?
• Che cosa doveva
rappresentare la nuova
acropoli di Atene?
• Quali obiettivi poté
raggiungere Pericle
attraverso la ricostruzione
dell’acropoli?
L’acropoli di Atene
10
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
61
APPROFONDIMENTI
62 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
Storia e vita quotidiana
COSÌ VIVEVANO I GRECI
I Greci trascorrevano gran parte della giornata fuori casa. Il clima caldo li spingeva
in piazza o nelle strade; per questo non mostravano di curare molto le abitazioni private.
Naturalmente, vi era differenza tra le case dei più ricchi e quelle del popolo.
I grandi proprietari terrieri, i generali, gli aristocratici avevano abitazioni confortevoli,
solitamente divise in due zone, quella degli uomini e quella riservata alle donne
(detta gineceo). Nelle campagne sorgevano ville discrete, senza lusso.
Le case abitate dal popolo erano modeste, costruite con esili muri di legno, di pietra
o di mattoni crudi, senza l’uso di calce né di cemento, tanto che i ladri riuscivano
facilmente ad aprire una breccia. Poche e piccolissime erano le finestre; le abitazioni
di medie dimensioni avevano un cortile interno con un porticato.
Panche, cassapanche e letti in legno o in bronzo erano i mobili presenti nelle stanze,
accompagnati dai vasi dipinti, dalle armi e, nel caso di famiglie particolarmente benestanti,
da pitture e mosaici artistici.
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L’ETÀ D’ORO DELL’ARTE E DELLA CULTURA
L’Età di Pericle è stata definita il primo “Rinascimento” dell’Occidente, per la
realizzazione di opere di eccezionale valore artistico e la presenza di straordinarie
personalità in tutti i campi del sapere umano.
Tra gli artisti possiamo citare gli architetti Ictino e Callicrate, ma soprattutto lo
scultore e architetto Fidia (490-430 a.C.), amico personale di Pericle. Essi furono
impegnati a ricostruire i monumenti dell’acropoli, in particolare il famoso tempio
dedicato alla dea Atena, il Partenone. A Fidia si deve il complesso di bassorilievi
che ornavano i frontoni e il fregio del tempio, un vero capolavoro della scultura
diventato modello per tutti gli artisti dei secoli successivi, fino a oggi.
L’ altro campo artistico in cui l’Atene di Pericle raggiunse il vertice fu quello del
teatro tragico. Appartengono a questo periodo i tre maggiori tragediografi
greci: Eschilo (che partecipò come soldato alla battaglia di Salamina), Sofocle
(anche lui grande amico di Pericle) ed Euripide.
Tutta l’arte e la letteratura di questo periodo obbedivano al progetto di documentare
il passato glorioso dei miti e degli eroi dell’antica Grecia, trasformando
Atene nella nuova culla della cultura e dell’arte.
LA GUERRA DEL PELOPONNESO
La crescente potenza di Atene, che cercava di imporre la propria egemonia su
tutte le città greche, provocò la reazione delle città della Lega del
Peloponneso, guidata da Sparta. La tensione crebbe a tal punto da sfociare in
una guerra che si prolungò per quasi 30 anni (431-404 a.C.).
Pericle si sentiva sicuro della superiorità della flotta di Atene e pensò che le
sue navi avrebbero potuto colpire le città ribelli nei loro commerci e nella loro
economia, spingendo le popolazioni suddite degli Spartani alla rivolta.
Quando scoppiò la guerra, però, l’esercito spartano prese subito il sopravvento,
invase l’Attica e saccheggiò le città più importanti. A quel punto, gli avversari
politici di Pericle tentarono di rovesciarlo, mettendo in dubbio le sue capacità di
stratega. Queste manovre, però, si rivelarono inutili, perché ad Atene scoppiò una
grave pestilenza, che ne decimò la popolazione e colpì anche Pericle, che morì
vittima del contagio (429 a.C.).
La guerra continuò, finché sia gli Spartani sia gli Ateniesi, esausti, si accordarono
per porre fine ai combattimenti con la pace di Nicia, nel 421 a.C.
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Per ricordare
• Come è stata definita
l’Età di Pericle? Perché?
• Quale fu l’opera artistica
più importante realizzata
durante l’Età d Pericle?
• Quale altra espressione
artistica raggiunse il
massimo splendore?
• A che cosa tendevano l’arte
e la letteratura ateniesi?
Per ricordare
• Quale reazione suscitò la
potenza raggiunta da
Atene?
• Come pensò di reagire
Pericle di fronte alla
minaccia spartana?
• Che cosa accadde allo
scoppio della guerra?
• Fino a quando si prolungò
la guerra?
Come si concluse?
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
63
LA FINE DELLA SUPREMAZIA ATENIESE
La pace tra Atene e Sparta durò pochissimo, perché il ceto dei commercianti e degli
armatori ateniesi voleva continuare il conflitto, nella convinzione che alla fine
Atene sarebbe uscita vittoriosa e avrebbe nuovamente dominato il Mediterraneo.
Fra i nuovi capi militari ateniesi vi era Alcibiade, nipote di Pericle, il quale convinse
i suoi concittadini a organizzare una spedizione in Sicilia (415-413 a.C.),
contro Siracusa, alleata di Sparta. L’esito dell’impresa, però, fu disastroso per
Atene.
A quel punto Sparta, decisa a stroncare la rivale, si accordò con i Persiani, dai
quali ottenne ingenti aiuti economici, grazie ai quali poté allestire una flotta poderosa,
in grado di competere con quella di Atene. Questa, abbandonata dalle città alleate,
dopo un lungo conflitto dovette accettare di concludere una pace durissima
(404 a.C.) che, di fatto, poneva fine a qualsiasi ambizione di egemonia.
Sparta impose ad Atene – la pólis democratica per eccellenza – un governo
oligarchico, detto “dei Trenta Tiranni”, contro il quale la popolazione immediatamente
si ribellò e che dopo un anno fu definitivamente rovesciato.
Tuttavia gli insuccessi militari, la violenza della guerra e la delusione
politica avevano fiaccato l’orgoglio e la forza degli Ateniesi, che non seppero
più risollevarsi dalla sconfitta.
L’EGEMONIA DI TEBE EL’AFFERMAZIONE DI UNA
NUOVA POTENZA: LA MACEDONIA
Sparta, vincitrice indiscussa della guerra del Peloponneso, non
poté approfittare fino in fondo della vittoria per imporre il
proprio dominio sulle città sconfitte, perché le continue rivolte
degli Iloti costringevano gli Spartiati a snervanti lotte interne,
al fine di mantenere il potere.
Nel giro di breve tempo, le città un tempo alleate di Atene,
alle quali erano stati imposti governi oligarchici, si ribellarono
contro Sparta, alla quale veniva rimproverato anche il torto di essersi
alleata con l’Impero persiano.
Nel 371 a.C. Sparta venne sconfitta a Leuttra da Tebe, che impose
la propria egemonia. Nove anni dopo, però, Tebe venne a sua
volta sconfitta da una coalizione che univa Atene e Sparta.
La sconfitta di Tebe segnò l’inizio di un periodo di forte crisi che
portò a compimento il processo di decadenza delle città greche. Ormai
indebolite da decenni di guerre, le póleis non seppero reagire di fronte
alla minaccia della nuova potenza emergente: il Regno di Macedonia.
Per ricordare
• Perché Sparta non poté approfittare fino
in fondo della vittoria ottenuta contro Atene?
• Quali città si ribellarono contro Sparta?
Perché?
• Perché l’egemonia di Tebe durò solo nove anni?
• Da che cosa furono provocati l’indebolimento e
la decadenza delle póleis greche?
Per ricordare
• Perché la pace tra Sparta
e Atene durò pochissimo?
• Chi era Alcibiade? Quale
impresa volle tentare?
Con quale esito?
• In che modo Sparta riuscì
a prevalere su Atene?
• Come fu trattata Atene
dopo la sconfitta? Perché
essa non riuscì più a riprendersi?
Giovane ateniese
ritratto nell’atto
di partire per la guerra.
64 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
APPROFONDIMENTI
LA STORIA SECONDO ERODOTO
Oggetto della storia
Storia come racconto di
fatti umani e non mitici;
i fatti umani considerati
nel loro complesso: non solo
militari e politici, ma anche
usi, abitudini di vita, ecc.
(“storia totale”).
LA STORIA SECONDO TUCIDIDE
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Scopo della storia
Comprendere i fatti
umani nel loro divenire, per
cogliere le forze che li
guidano, quindi fornire la
“chiave” per capire anche
i fatti futuri, che saranno
simili a quelli del passato,
visto il persistere della
natura umana.
Storia e storiografia
I PRIMI STORICI: MEMORIA DEI FATTI E RICERCA DELLA VERITÀ
Le guerre tra Greci e Persiani e la guerra del Peloponneso furono narrate dai due
più grandi storici del mondo greco: Erodoto e Tucidide.
Erodoto (484 a.C. – 425 a.C. circa), nativo di Alicarnasso (città greca dell’Asia Minore),
nella sua opera Storie narra lo scontro tra Greci e Persiani, dedicando ampio
spazio anche alla storia e alle usanze dei vari popoli che costituivano l’ Impero persiano.
Tucidide (460 a.C. – 404 a. C.), ateniese, nella sua opera La guerra del Peloponneso
(o Storie) narra la guerra tra Ateniesi, Spartani e loro alleati per il dominio della
Grecia.
In queste opere, considerate le capostipiti di tutte le opere di storia, essi si proposero
di narrare i fatti così come erano accaduti, secondo un metodo di indagine critica
del passato. Riportiamo di seguito le introduzioni di entrambe le opere, nelle quali
gli autori enunciano alcuni dei princìpi fondamentali della ricerca storica.
Questa è l’esposizione della ricerca di Erodoto di Alicarnasso,
perché non sia cancellato nel tempo il ricordo
delle azioni degli uomini e le gesta grandi e meravigliose
dei Greci e dei barbari* non restino senza gloria; inoltre
perché vengano stabilite le cause per cui vennero a
conflitto [...]
Relativamente ad ogni racconto è mio principio fondamentale
trascrivere ciò che da ciascuno viene raccontato
come l’ho sentito dire [...]
Io mi sento in dovere di riferire ciò che si dice, ma
non mi sento affatto impegnato a credere a tutto e
questa mia affermazione sia valida per tutte le cose
che riporto [...].
da Erodoto, Storie, I, 1; II, 123; VII, 152
* Così i Greci chiamavano tutti i popoli non greci.
Tucidide Ateniese scrisse la guerra tra Ateniesi e
Peloponnesiaci come combatterono tra di loro; cominciò
a scriverla appena essa scoppiò.
Quanto ai fatti accaduti in questa guerra li ritenni degni
di essere narrati non per averne avuto notizia dal
primo venuto, né come mi parve.
Narrai soltanto quelli cui io fui presente e quelli che ho
saputo da altri investigandoli con la maggior esattezza
possibile anche nei particolari [...]
Forse, per chi ascolta, la mancanza di elementi favolosi
renderà meno piacevole l’esposizione, ma chi vorrà
conoscere la verità e dei fatti passati e di quelli futuri,
che, secondo la natura umana, potranno ripetersi tali e
quali e simili, riterrà sufficientemente utile quest’opera
[...].
da Tucidide, La guerra del Peloponneso, I, 22
Scopo della storia
Conservare il ricordo
dei fatti e delle gesta
del passato, ma anche
indagarne le cause.
Metodo della storia
La storia deve basarsi
sulle testimonianze;
queste devono essere
riportate fedelmente,
cioè come sono state dette
(principio della fedeltà
ai documenti).
Oggetto della storia
Storia come racconto
di fatti politici e militari
contemporanei
(“storia politica”).
Metodo della storia
La storia deve basarsi
solo su testimonianze
accertate, quindi su ciò
che si è visto direttamente
o raccontato da altri:
in questo caso la
testimonianza va
esaminata, sviscerata a
fondo prima di essere
riportata (indagine critica
dei documenti).
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
65
7. Alessandro Magno e l’Ellenismo
FILIPPO II EL’ESPANSIONE DELLA MACEDONIA
La Macedonia era rimasta per lungo tempo ai margini del mondo greco: una
terra sfruttata, soprattutto da parte di Atene, per il legname dei suoi boschi e
l’oro delle sue miniere. Essa si era però conservata indipendente, organizzata in
un regno che si andò via via rafforzando, finché il re Filippo II (382-336 a.C. circa),
dopo aver conquistato le regioni confinanti a nord-est, diresse le sue mire
espansionistiche verso la Grecia.
Per essere sicuro di potere sconfiggere gli eserciti greci – che nonostante tutto
continuavano ad apparire temibili –, Filippo perfezionò il sistema della falange,
un’unità di combattimento che divenne famosa per la sua invincibilità.
I soldati della falange erano armati anche di
una spada corta, di un piccolo scudo rotondo
e di una corazza di cuoio.
Una variante di schieramento
della falange ridotta a 5 file.
Per ricordare
• Quale ruolo ebbe la Macedonia
nell’ambito del mondo greco?
Quando la situazione iniziò a
mutare?
• Che cosa fece Filippo per accrescere
le possibilità di vittoria
contro i Greci?
• Come si comportarono i Greci di
fronte alle iniziative di Filippo?
Quali furono le conseguenze?
• Come si presentò Filippo ai Greci?
Quali erano i suoi progetti?
Di fronte ai pericolosi progetti espansionistici
del sovrano macedone, i Greci erano discordi.
Alcuni pensavano che Filippo non rappresentasse
una minaccia e che il suo intervento fosse piuttosto
da considerare come un’occasione per riportare
la pace nel mondo greco. Atene e Tebe
decisero, invece, di allearsi contro Filippo, che
invase il territorio e sconfisse le forze greche a
Cheronea, nel 338 a.C., sancendo la fine della
libertà politica delle póleis.
Dopo la vittoria, Filippo non si presentò come
un invasore, ma come il capo dei Greci e propose
di guidarli contro l’Impero persiano. Mentre
preparava la spedizione, però, il re venne ucciso
da una congiura di corte, nel 336 a.C.
66 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
L’IMPERO “UNIVERSALE” DI ALESSANDRO
A Filippo successe il giovane figlio Alessandro. Nato nel 356 a.C., Alessandro fu educato
a Pella, capitale del Regno macedone, da uno dei maggiori filosofi dell’antichità,
Aristotele (384-322 a.C.). Divenuto re a soli vent’anni, dimostrò presto le sue doti di
comandante militare, distruggendo Tebe, che aveva osato ribellarsi alla sua autorità.
Nel 334 a.C. Alessandro riprese il progetto espansionistico del padre e decise di
muovere guerra contro l’Impero persiano. Alla guida di un esercito di Macedoni, Greci
e mercenari, egli iniziò una fortunata spedizione in Oriente. Dopo avere sconfitto ripetutamente
l’esercito persiano (a Granico, nel 334 a.C., e a Isso, nel 333 a.C.), il re
macedone colse la vittoria definitiva contro Dario III a Gaugamela, nel 331 a.C.
Nel 332 a.C. Alessandro aveva già conquistato anche la Fenicia, la Siria e l’Egitto. Negli
anni successivi, egli creò un nuovo, vastissimo impero, che si estendeva dalla Macedonia
sino al fiume Indo. Un impero che raccoglieva tutti i territori più importanti
del mondo allora conosciuto e che per questo fu detto “universale”. A motivo delle
sue straordinarie imprese militari, Alessandro fu chiamato Magno (“il Grande”).
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Rilievo con scena di battaglia
tra Alessandro e Dario.
Per ricordare
• In che modo Alessandro
dimostrò subito le sue doti
di comandante militare?
• Che cosa fece Alessandro
poco dopo essere salito
sul trono?
• Perché l’impero costruito
da Alessandro fu definito
“universale”?
Mercenario
Soldato che combatte
dietro pagamento di un
compenso, facendo del
mestiere delle armi la
propria professione e
ponendosi a servizio di chi è
disposto a offrirgli denaro
in cambio della sua abilità
militare, che è, appunto, la
“merce” che egli vende.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
67
Busto di
Alessandro Magno.
68 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
Protagonisti
ALESSANDRO MAGNO
UN UOMO INSAZIABILE DI FAMA E DI GLORIA
Così lo storico romano Quinto Curzo Rufo (I sec. d.C.) fa parlare Alessandro Magno,
nella sua opera Storie di Alessandro Magno:
Partito dalla Macedonia, sono ora signore della Grecia, ho sottomesso la Tracia e l’Illiria, comando
ai Triballi e ai Medi, posseggo l’Asia dalle rive dell’Ellesponto a quelle del Mar Rosso.
E non sono più lontano dagli estremi confini della terra; uscitone fuori, ho deciso di
aprirmi un’altra natura, un altro mondo... Darò gloria a luoghi sconosciuti, aprirò a tutte
le genti quelle terre che la natura aveva relegato lontano.
E così ne parla lo storico:
La sua avidità di gloria e l’insaziabile desiderio di fama non gli lasciavano vedere nulla
d’impossibile, nulla di troppo lontano… Misurava se stesso con la durata non della vita, ma
della gloria.
Questo è, in breve, il ritratto che la tradizione storica ha delineato di Alessandro Magno,
uno dei personaggi più amati ed esaltati della storia. In una vita breve, durata
solo 33 anni (nato nel 356 a.C. morì nel 323 a.C.), riuscì a creare un impero immenso
che dalla natìa Macedonia si estendeva fino all’India, ad est, e all’Egitto, a sud.
LA TESTIMONIANZA DI PLUTARCO
Le imprese di Alessandro ci sono note soprattutto attraverso il racconto che ne fece lo storico
greco Plutarco (46 d.C. ca.-125 d.C.), il quale, nella sua opera Le vite, in cui narra la storia di molti
uomini illustri, raccolse diverse tradizioni e testimonianze riguardo al governatore macedone.
Nei testi che seguono sono riportati brani nei quali Plutarco racconta alcuni tra gli eventi più importanti
della vita di Alessandro Magno.
Un grande filosofo come precettore
Per educare Alessandro, suo padre Filippo (382 a.C.-336 a.C.) mandò a chiamare il filosofo più dotto ed insigne
del suo tempo, Aristotele, e gli diede un compenso adeguato. Alessandro apprese così non solo le discipline
morali e politiche, ma anche quelle più segrete, che i filosofi non rivelano a molti. (Alessandro) era per
natura amico della cultura e della lettura.
L’Iliade, che egli stimava e chiamava “avviamento alla virtù guerresca”, tenne sempre con sé in una edizione
fornitagli da Aristotele, insieme col pugnale, sotto il cuscino. Quando era nel centro dell’Asia, non avendo
libri, ordinò di mandargliene.
La personalità di Alessandro
Alessandro ebbe, fin dalla giovinezza, un ardente desiderio di gloria. Un giorno i suoi amici gli chiesero se
intendeva presentarsi ai Giochi Olimpici e partecipare alla gara della corsa, in cui era molto abile. Alessandro
rispose: “Io mi presenterei solo se i miei avversari fossero re”.
Un altro tratto del suo carattere era la generosità. Dopo la battaglia di Isso, gli furono condotte, prigioniere, la
madre e la moglie di Dario, con le sue due figlie. Alessandro fu sensibile alla loro sventura e mandò uno dei suoi
compagni a dir loro che Dario non era morto, che non dovevano aver paura di Alessandro e che non sarebbe
mancato loro nessuno degli onori di cui godevano quando Dario era re.
La grande prova: la distruzione di Tebe
Poco tempo dopo il suo avvento al trono, Alessandro ebbe notizia che i Tebani si erano ribellati, e che gli Ateniesi
si erano alleati ad essi. Alessandro passò lo stretto delle Termopili e a quelli che lo accompagnavano
disse: “L’oratore Demostene mi chiamò fanciullo, mentre io guerreggiavo in Illiria e nei paesi dei Triballi. Mi
chiamò giovinetto, quando fui in Tessaglia: è ora che io gli dimostri dinanzi alle mura di Atene che io sono
un uomo fatto”.
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Questo famoso mosaico
rinvenuto a Pompei
(copia di epoca romana
di un dipinto risalente
al IV-III sec. a.C.)
raffigura la battaglia
di Isso del 333 a.C.,
durante la quale
Alessandro (in sella
al cavallo, a sinistra)
sconfisse il re persiano
Dario III (sul carro con
il volto atterrito, al
centro dell’immagine).
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Giunto a Tebe volle dare tempo ai Tebani di pentirsi, ma siccome questi non si pentivano, lasciò libera azione
ai Macedoni non pensando ormai che alla guerra. Avvenne una lotta terribile in cui i Tebani combatterono
con un ardore ed un coraggio superiori alle loro forze, poiché i nemici erano, in proporzione, molto più
numerosi di loro.
Ma dopo una lunga e vigorosa resistenza la guarnigione macedone, che stava in una cittadella vicina a Tebe,
chiamata Cadmea, caricò i Tebani alle spalle; questi, circondati dalle armi nemiche, ben presto furono
vinti ed annientati e la città venne saccheggiata e distrutta. Alessandro voleva con questa terribile condanna
della città di Tebe atterrire gli altri Greci. Non si può descrivere quale sia stato il martirio subìto da quella
povera città durante il saccheggio.
In Egitto, dall’oracolo di Giove Ammone
Durante questo viaggio un dio gli inviò numerosi segni e aiuti. Dapprima fece scendere sulla terra piogge così
abbondanti che allontanarono il timore della sete; queste piogge inumidendo le calde sabbie resero l’aria
più pura e più facile da respirare. Più tardi un nugolo di corvi si posò alla testa delle armate che non sapevano
esattamente quale via seguire, guidandole col loro gracchiare quando esse si sbandavano durante la
notte.
Passato il deserto, quando giunse alla città il profeta di Ammone gli andò incontro per portargli i saluti del
dio, come quelli di un padre.
Alessandro gli chiese dapprima se qualcuno degli uccisori di suo padre era sfuggito alla sua vendetta. “Non
bestemmiare”, esclamò allora il profeta, “tu non hai affatto un padre mortale”.
Alessandro interrogò poi l’oracolo sull’impero e gli chiese se il dio gli avrebbe concessa la grazia di divenire
il dominatore di tutti gli uomini. E il dio gli rispose di sì per bocca del suo profeta. Alessandro dopo questa
risposta, fece offerte magnifiche al dio, e colmò di doni i suoi sacerdoti. Ecco ciò che raccontano la maggior
parte degli storici.
L’incontro fra Alessandro e Tassile in India
Il re Tassile in India possedeva un dominio grande quanto l’Egitto e ricco di pascoli e di frutti come nessun altro
Paese del mondo. Quando incontrò Alessandro, Tassile, dopo averlo salutato, gli disse: “Alessandro, che
bisogno c’è mai di fare guerra e di venire alle mani se non sei venuto per togliere a noi l’acqua e le altre cose
necessarie alla nostra sopravvivenza? Se io sono più ricco di te in terreni e denaro sono pronto a dividerli con
te, se ne ho meno non rifiuto di accettare da te ciò che vorrai regalarmi”.
Alessandro, commosso da quella sincerità, gli fece grandi doni e invitandolo a un banchetto gli presentò una coppa
dicendogli: “Bevo alla tua salute e, con questo brindisi, ti regalo mille talenti”.
Questa generosità offese grandemente gli amici di Alessandro, ma produsse ottimo effetto sui barbari, dei
quali si guadagnò così l’affetto.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
69
L’ORGANIZZAZIONE DELL’IMPERO
Giunto alle foci del fiume Indo nel 325 a.C., Alessandro avrebbe voluto proseguire,
ma i soldati si ribellarono, rifiutandosi di continuare a combattere. Egli fu
quindi costretto a fare ritorno verso Occidente e si stabilì a Babilonia, che scelse
come capitale del suo impero e dalla quale si dedicò all’organizzazione dei
suoi domini: operazione nella quale egli si dimostrò assai capace.
Alessandro si proponeva due obiettivi:
• da un lato egli intendeva amministrare gli immensi territori che aveva conquistato,
in modo da mantenerne il controllo ed evitare ribellioni;
• dall’altro, pur dimostrandosi tollerante verso le tradizioni delle diverse genti, si
proponeva di unificare culturalmente tutti i popoli sottomessi, operando
una sintesi tra la cultura greca e quella orientale.
Per ottenere questi risultati, Alessandro Magno conservò ed estese a tutto l’impero
alcune strutture amministrative già adottate dai Persiani, istituì una moneta
unica per agevolare il commercio, introdusse come lingua ufficiale dell’impero
il greco, facilitò i matrimoni tra persone di etnie diverse e promosse la
fondazione di nuove città, destinate ad essere colonizzate dai Greci.
LA MORTE DI ALESSANDRO E LA DIVISIONE DELL’IMPERO
A Babilonia, mentre progettava altre spedizioni militari, Alessandro morì, probabilmente
di malaria, nel 323 a.C.: aveva solo 33 anni.
Poiché l’imperatore non aveva lasciato eredi, i suoi generali si occuparono del
governo delle varie regioni dell’Impero. Ben presto, però, scoppiarono violente
lotte, che nel giro di pochi decenni portarono alla spartizione dei territori conquistati
da Alessandro in vari regni indipendenti, guidati dai discendenti dei generali.
I principali Regni - detti “Regni ellenistici” - sorti nel III secolo a.C. furono:
• il Regno d’Egitto;
• il Regno di Siria;
• il Regno di Macedonia;
• il Regno di Pergamo.
LA CIVILTÀ ELLENISTICA
Con la morte di Alessandro Magno, ebbe fine il suo progetto di un grande impero
universale, ma gli sopravvisse l’altra grande impresa che egli si era sforzato
di compiere: quella dell’unità culturale alla quale aveva cercato di ricondurre
gran parte del mondo antico.
Il periodo che va dalla morte di Alessandro fino alla conquista romana dell’Egitto
(30 a.C.) è detto Età ellenistica o Ellenismo, perché in esso sopravvisse la
grande civiltà della Grecia, che i Greci chiamavano Ellade (da cui, appunto, “Ellenismo”).
Con l’espressione “civiltà ellenistica” vengono dunque indicate tutte le espressioni
culturali, artistiche, scientifiche del periodo compreso fra il 323 e il 30
a.C., che risentirono fortemente dell’influsso della civiltà greca. Greca, infatti, fu la
lingua del potere e della cultura; greco fu il modello urbanistico adottato nelle
tante città di nuova fondazione; greco fu lo stile della nuova arte e della letteratura,
e greca fu la matrice delle nuove scuole di filosofia (Epicureismo e Stoicismo).
Per ricordare
• Perché Alessandro non
poté proseguire le sue
conquiste? Che cosa fece
a Babilonia?
• Quali obiettivi si proponeva
di raggiungere Alessandro
Magno?
• Che cosa fece per realizzarli?
Per ricordare
• Quando morì Alessandro?
• Chi governò l’Impero dopo
la sua morte? Con
quali risultati?
• Quali regni nacquero dalla
spartizione dell’impero
di Alessandro?
Per ricordare
• Quale progetto proseguì
anche dopo la morte di
Alessandro Magno?
• Perché il periodo compreso
fra la morte di Alessandro
Magno e la conquista
romana dell’Egitto è chiamato
“Età ellenistica”?
• Che cosa si intende con
l’espressione “civiltà ellenistica”?
Perché?
70 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
UNA CULTURA “MONDIALE”
Nonostante l’importanza della cultura
greca, l’orizzonte nel quale si
sviluppò la nuova civiltà ellenistica
andava oltre i confini della Grecia
e dell’Occidente, godendo anche
dell’apporto, della genialità e dell’originalità
di tante culture
diverse. Questa fusione tra elementi
di origini differenti contribuì ad
accrescere la ricchezza della civiltà
ellenistica.
La lingua, l’arte, la scienza greca,
diffuse fin nel cuore dell’Asia, divennero
il patrimonio comune del
mondo allora conosciuto: una vera
cultura “mondiale”. Gli stessi Romani,
del resto, assorbirono la cultura
greca principalmente attraverso la
sua elaborazione ellenistica.
Alessandria d’Egitto, con il suo
Museo (luogo d’incontro degli studiosi
più famosi) e la sua biblioteca
(con 700 000 e forse più rotoli di
papiro), fu la capitale culturale dell’Ellenismo
e della conservazione
della cultura greca. Eccezionale fu
anche lo sviluppo delle scienze,
con scienziati come il matematico
Euclide (III sec. a.C.), il matematico
e fisico Archimede (III sec.
a.C.), i geografi e astronomi Aristarco
di Samo (III sec. a.C.) ed
Eratostene (III sec. a.C.).
Per ricordare
• Che cosa contribuì ad accrescere la
ricchezza della civiltà ellenistica?
• Perché si può parlare di una “cultura
mondiale” a proposito della cultura
ellenistica?
• Quali furono i luoghi e i protagonisti
più importanti della civiltà ellenistica?
© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Papiro alessandrino del II sec. a.C.: riporta un testo di astronomia relativo
a costellazioni e pianeti.
Una delle statue più famose
dell’arte ellenistica:
il Laocoonte
con i suoi figli.
Copia in marmo di
un originale
in bronzo.
CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA
71
Attivazioni didattiche
Anche noi storici
Conoscere eventi e fenomeni storici
1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F
a. Sparta e Atene, dopo la vittoria contro i Persiani, si alleano definitivamente.
b. La Lega di Delo era un’alleanza militare con a capo Atene.
c. Pericle fu l’indiscusso signore di Atene.
d. La riforma della Costituzione di Clistere ridusse la partecipazione del popolo alla politica.
e. Sotto Pericle, Atene conobbe un periodo di degrado urbano.
f. L’Età di Pericle è stata definita il primo “Rinascimento” dell’Occidente.
Conoscere eventi e fenomeni storici
2. Completa la seguente sintesi sulla guerra del Peloponneso, usando le espressioni sotto elencate.
a. Contro la supremazia ateniese ci fu la reazione delle città del Peloponneso guidate da ……..............……....................…,
nell’anno ………...................… .
b. Il fatto militare più grave per gli Ateniesi fu l’ ………………….........................……………… .
c. Del tutto imprevedibile fu la ………………........……….............................………, nella quale morì anche Pericle.
d. La prima fase della guerra si concluse nell’anno ………..........……… .
e. Dopo alcuni anni, nel 415 a.C., Alcibiade propose agli Ateniesi di indebolire Sparta, portando la guerra nelle colonie.
Fu organizzata una spedizione contro ………...............................……………, con esito ………………………...................….. per
Atene.
f. Sparta chiese aiuto ai …………………..........................………… .
g. Questa fase della lunga guerra per Atene si risolse con una ……………….................……………........................ .
h. I governi oligarchici imposti in molte città suscitarono il malcontento e l’opposizione militare.
i. A Leuttra …………………..........….. fu vinta da …………............………., che a sua volta, ma per pochi anni, esercitò la supremazia.
l. La guerra del Peloponneso si concluse nell’anno …….......……………., senza che nessuna delle tre città rivali,
……………….........................................………………………………., potesse ripristinare la sua egemonia.
[a. 431a.C. - b. pestilenza - c. Sparta - d. invasione dell’esercito spartano - e. Siracusa - f. Persiani - g. disastroso - h. Sparta -
i. pace durissima - l. 362 a.C. - m. Tebe - n. Sparta, Atene, Tebe - o. 421 a.C.]
Conoscere eventi e fenomeni storici
3. Indica con X la risposta corretta tra quelle proposte.
a. La pace tra Atene e Sparta
1. durò pochissimo.
2. segnò l’inizio di oltre un secolo di concordia.
b. Alcibiade era
1. il nipote di Pericle.
2. un celebre condottiero di Sparta.
c. Chi usufruì degli aiuti economici dei Persiani per allestire una poderosa flotta?
1. Atene. 2. Sparta.
d. La pace del 404 a.C. segna per Atene
1. la fine delle ambizioni di egemonia.
2. la definitiva supremazia su Sparta.
e. Il governo “dei Trenta Tiranni” era
1. un governo oligarchico. 2. una dittatura.
72 CAPITOLO 4 - LE CIVILTÀ DELLA GRECIA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Conoscere eventi e fenomeni storici
4. Completa il testo con le informazioni mancanti.
Le continue rivolte degli ………………...…. costrinsero gli ………………...…. a snervanti lotte interne. Nel giro di breve tempo,
le città un tempo alleate di ………………...…. si ribellarono contro Sparta, accusata di essesi alleata con ………………...…. . Nel
371 a.C. Sparta venne sconfitta a Leuttra da ………………...….; nove anni dopo, questa venne a sua volta sconfitta da una
………………...…. che univa Atene e Sparta. La sconfitta di Tebe segnò l’inizio di un periodo di crisi, che portò a compimento
il ……………..........…...…. delle città greche.
[ a. l’Impero persiano - b. coalizione - c. Spartiati - d. Atene - e. Tebe - f. processo di decadenza - g. Iloti ]
Conoscere eventi e fenomeni storici
5. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F
a. Filippo II di Macedonia sconfisse le forze greche a Cheronea.
b. Alessandro era il fratello minore di Filippo.
c. Alessandro riprese il progetto espansionistico contro l’Impero persiano.
d. I mercenari erano i fedelissimi dell’esercito macedone.
e. L’impero creato da Alessandro fu definito “universale”.
f. Alessandro si proponeva di unificare culturalmente tutti i popoli sottomessi.
g. La lingua ufficiale dell’impero era il greco.
Conoscere eventi e fenomeni storici
6. Completa correttamente inserendo le informazioni mancanti.
I “Regni ellenistici” furono:
a. il Regno ………………...…. b. il Regno ………………...…. c. il Regno ………………...…. d. il Regno ………………...….
Conoscere eventi e fenomeni storici
7. Completa il testo con le informazioni mancanti.
Il periodo che va dalla morte di Alessandro fino alla conquista romana dell’Egitto è detto ………………...…. o ……………...….
.............. . Con questa espressione vengono indicate tutte le espressioni ………………...…., ………………...…. e ………………...….
che risentirono fortemente dell’influsso della civiltà greca: la ……………….. del potere e della cultura, il ……….........………...….
......... adottato nelle città, lo stile dell’ ………..…. e della letteratura, la matrice delle nuove scuole di ………………...…. .
[a. modello urbanistico - b. artistiche - c. Ellenismo - d. culturali - e. lingua - f. filosofia - g. arte - h. Età ellenistica - i. scientifiche]
Ricavare informazioni da un documento storico
8. Leggi il seguente passo tratto dalla Vita di Pericle di Plurtaco, che riporta un discorso attribuito a Pericle, quindi
rispondi alle domande.
Per dimenticare le fatiche, abbiamo procurato al nostro spirito moltissimi svaghi, celebrando secondo il costume tradizionale
giochi e feste che si susseguono per tutto l’anno e abitando in case fornite di ogni agio, il cui godimento quotidiano
scaccia da noi la tristezza. [...] Mentre gli avversari vengono fin da giovani educati con faticoso esercizio al valore in guerra,
noi, pur vivendo con abbandono la vita, con pari forze affrontiamo pericoli uguali.
Presso di noi le stesse persone si curano dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche; coloro che si dedicano ad
attività particolari conoscono perfettamente i problemi politici; poiché, soli tra tutti, consideriamo il cittadino che non
se ne cura non una persona tranquilla e per bene ma un uomo addirittura inutile.
da Plutarco, Vita di Pericle
a. Qual è, secondo Pericle, lo stile di vita degli Ateniesi e a quali interessi mirano? ............................................................
......................................................................................................................................................................................................................
b. Da quali parole puoi desumere l’importanza che Pericle attribuisce alla vita politica? .............................................................
......................................................................................................................................................................................................................
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A ttivazioni didattiche
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