La gnosi: una lingua celeste tra Egitto e Iran - Nonterapia
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dilemma gnostico risiede infatti nella spiegazione del Dio unico, ineffabile e sconosciuto,<br />
rin<strong>tra</strong>cciato a partire da <strong>una</strong> creazione negativa e malvagia.<br />
I seguaci di Valentino danno a questo dilemma <strong>una</strong> risposta orientata secondo i canoni<br />
della mitologia più sfrenata. Esiste all'inizio un mondo perfetto, un pleroma, in cui<br />
dimorano in perfetta quiete <strong>una</strong> serie di entità luminose dette Eoni, in greco Aion. Questi<br />
eoni sono appaiati in coppie maschili-femminili; l'ultimo di essi, il cui nome è Sophia,<br />
"Sapienza", è colta da <strong>una</strong> passione irrefrenabile: conoscere il Padre del Tutto, il Primo<br />
Eone, il Dio sconosciuto. Ciò turba in modo sostanziale l'equilibrio del pleroma e provoca<br />
l'estromissione di Sophia. Scagliata nel "vuoto", il kenoma gnostico, Sophia si dibatte in<br />
<strong>una</strong> angoscia senza fine; dalla sua paura e dalle sue lacrime nasce la hyle, la "materia", il<br />
nostro mondo. I Valentiniani spiegano così l'origine del cosmo e del Demiurgo omicida: la<br />
Madre <strong>celeste</strong> Sophia è così la inconsapevole generatrice di un universo in cui gli uomini<br />
"spirituali" sono incarcerati. Sì, perché il mito gnostico spiegherebbe anche la diversa<br />
gerarchia esistente fra gli uomini, <strong>una</strong> gerarchia esoterica s'intende. Tre infatti sarebbero<br />
le specie di uomini, come tre sono le modalità di esistenza in cui si è depotenziata la<br />
creazione partendo dalla Luce del pleroma, passando at<strong>tra</strong>verso l'angoscia psichica di<br />
Sophia, sino a giungere alla manifestazione del mondo materiale. Si parla quindi di<br />
pneumatikoi, cioè di uomini "spirituali" in cui alberga lo pneuma (= spirito) divino, di<br />
psychikoi, uomini indecisi ed intermedi in cui l'anima, la psyche è doppiamente inclinata<br />
verso il Bene e verso il Male, ed infine di hylikoi o sarkikoi, uomini "corporei" o "carnali"<br />
dediti unicamente a seguire il mondo nei suoi molteplici inganni.<br />
Da un punto di vista rituale questa triplice ripartizione dava luogo nelle conventicole<br />
gnostiche ad <strong>una</strong> duplice ed opposta risposta: vi erano infatti gnostici che per risvegliare<br />
l'elemento divino presente nell'uomo sopprimevano totalmente l'involucro carnale,<br />
dandosi ad <strong>una</strong> ascesi assoluta; altri invece esaltavano l'elemento corporeo e sessuale,<br />
predicando l'assoluta incontinenza. È quest'ultimo l'aspetto più sconcertante ed oscuro<br />
dell'esoterismo gnostico. Consacrandosi al Demiurgo "Padre del Desiderio", gli Gnostici<br />
contribuivano a distruggerne la creazione: "<strong>tra</strong>mite il piacere si combatte il piacere"<br />
sostengono i Carpocraziani, mentre <strong>una</strong> frase <strong>tra</strong>scritta da un testo eresiologico fa dire ad<br />
<strong>una</strong> iniziata: "abbi rapporto sessuale con me e ti condurrò dall'Archonte". È probabile che<br />
dietro a tutta questa rituaria si nascondesse <strong>una</strong> tecnica di magia sexualis implicante <strong>una</strong><br />
ascesa ed un at<strong>tra</strong>versamento delle sfere archontiche, così come adombrato ad esempio<br />
nel "Diagramma degli Ofiti", un testo riportato dal pagano Celso nella polemica contro<br />
Origene. Il "Diagramma degli Ofiti" è un cosmogramma in cui sono effigiati i cieli<br />
archontici che l'iniziato gnostico deve at<strong>tra</strong>versare per giungere alla dimora paradisiaca.<br />
L'interpretazione del Diagramma è resa difficile dalla presenza di ulteriori "barriere<br />
cosmiche", quali un gigantesco serpente, l'Uroboros, che delimita la sfera del nostro<br />
mondo e dall'idea, al culmine dell'ascesa <strong>celeste</strong>, di un doppio paradiso, <strong>una</strong> duplice<br />
dimora paradisiaca, <strong>celeste</strong> e terrestre. L'Uroboros e la presenza dei colori planetari<br />
implicano inoltre la conoscenza e la pratica presso questi Gnostici di specifici rituali<br />
sincronizzati con il ciclo zodiacale. <strong>La</strong> pratica rituale gnostica è infatti <strong>una</strong> pratica di<br />
perfezionamento esistenziale che utilizza ogni risorsa materiale al fine di <strong>tra</strong>scendere la<br />
materialità stessa. In India per esempio troviamo qualcosa di simile nelle dottrine e nelle<br />
pratiche dello yoga tantrico: l'energia che mantiene in vita l'universo viene utilizzata dallo<br />
yogin per liberarsi dal cosmo stesso. È il paradosso della Sophia, la Madre <strong>celeste</strong><br />
gnostica: come la Kali hindu anch'essa è latrice di vita e di morte.<br />
Come s'è detto, grazie alla scoperta negli anni '50 dei testi copti della biblioteca di Nag-<br />
Hammadi, gli studi sulle origini dello gnosticismo hanno avuto <strong>una</strong> svolta decisiva. <strong>La</strong><br />
cospicua presenza nei manoscritti di Nag-Hammadi di documenti gnostici di evidente<br />
matrice giudaica e pre-cristiana, ha reso sempre più plausibile e concreta l'idea di uno<br />
"gnosticismo giudaico" o meglio "giudeo-iranico", per certi versi indipendente dal<br />
cristianesimo ed anteriore ad esso.<br />
In alcuni di questi testi la figura di Cristo è spesso identificata con quella del biblico Seth:<br />
questa <strong>gnosi</strong> di evidente origine giudaica considera difatti Seth come un soter, un<br />
Redentore <strong>celeste</strong>, strumento della rivelazione divina. Tale gnosticismo racchiude inoltre<br />
in sé elementi tipicamente iranici, quali il dualismo radicale che si manifesta nella