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La Danza: Suoni in Movimento La Danza: Suoni in Movimento

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8-LA LA FURLANA<br />

FURLANA<br />

NOTIZIE STORICHE ED ETNOGRAFICHE<br />

« <strong>La</strong> furlana (o un ballo praticato alla maniera degli abitanti del Friuli) è già citata da fonti scritte del XVI sec., figura <strong>in</strong>oltre come<br />

“ballo furlano” nel “Primo libro di balli” di G. Ma<strong>in</strong>erio (1578), J. B. Duval parla di “danses à la forlane” viste a Venezia nel 1609.<br />

E' proprio la Venezia il centro di irradiazione di questo ballo, che oltrepassò i conf<strong>in</strong>i della repubblica veneziana e dell'Italia, per<br />

affermarsi <strong>in</strong> Francia e nelle corti europee come ballo di moda soprattutto nel XVII e XVIII sec., per poi andare <strong>in</strong> decadenza con la<br />

f<strong>in</strong>e dell'ancien régime.<br />

Il nome di furlana, <strong>in</strong> uso già da alcuni secoli, farebbe derivare questa variata famiglia etnocoreutica dalla tradizione friulana; il<br />

panorama etnocoreutico attuale non permette una comparazione fra le varie forme documentate e un prototipo di una danza oggi<br />

esistente <strong>in</strong> area friulana, a causa dell’est<strong>in</strong>zione nella maggior parte del territorio friulano dei vecchi balli popolari (fanno eccezione<br />

alcune valli con popolazioni allogene). Va precisato per tutti quei balli che oggi recano ancora nella tradizione un nome toponimico,<br />

che, date le <strong>in</strong>numerevoli metamorfosi e la cont<strong>in</strong>ua circolazione di modelli coreutici, è pressoché impossibile riconoscere <strong>in</strong> qualche<br />

versione il modello orig<strong>in</strong>ario di un ballo; anche perché la ricerca etnocoreutica degli ultimi anni ha dimostrato che non esiste di una<br />

danza un’unica forma coreutica regionale, ma numerose varianti di un modello dom<strong>in</strong>ante. Inoltre non sempre i riferimenti<br />

toponimici, come si è già notato più volte, sono garanzia sulla provenienza reale di forme espressive popolari, soprattutto quando<br />

nella supposta terra madre di una danza non è presente un esempio di ballo riconducibile ai modelli circolanti che recano la<br />

toponimia <strong>in</strong> questione. Attualmente si riscontrano numerose varianti coreografiche che complicano la ricerca per <strong>in</strong>dividuare un<br />

eventuale archetipo, <strong>in</strong>fatti il proliferare di numerose e diversificate forme coreutiche fa pensare alla furlana come ad un ampio<br />

“contenitore” nel quale sono poi f<strong>in</strong>ite strutture c<strong>in</strong>etiche e melodie diverse che vanno sotto il nome di furlana, così come è successo<br />

per le altre grandi famiglie etnocoreutiche italiane come la tarantella, il saltarello, la manfr<strong>in</strong>a, ecc. [...] Esistono poi anche numerose<br />

varianti term<strong>in</strong>ologiche locali che trasformano per metafonia il nome <strong>in</strong> furlena, forlana, frullena, frullana. ecc.<br />

Dal punto di vista canoro, poche versioni della furlana hanno conservato la memoria di testi cantati, alcune <strong>in</strong> Romagna riprendono il<br />

canto della “ciociara”, di altre è stato possibile recuperare solo frammenti. I temi testuali, musicali e coreutici della furlana si<br />

<strong>in</strong>trecciano con quelli di altri modelli diffusi <strong>in</strong> aree multiregionali: veneziana, trescone, paronc<strong>in</strong>a, ecc.<br />

Il ballo.<br />

Sono stati documentati fra Istria, Romagna, Marche, Umbria e Toscana due prevalenti modelli tipologici del ballo: uno eseguito <strong>in</strong><br />

genere a quattro baller<strong>in</strong>i (o più raramente <strong>in</strong> coppia) strutturato <strong>in</strong> parti melo-coreutiche ben precise, ed uno molto più pantomimico<br />

e liberamente espressivo, eseguibile da uno o più baller<strong>in</strong>i, appartenente ad un genere diverso e più antico di danza. ...».<br />

Una suggestiva ipotesi sul ballo della furlana la avanza il compianto don Gilberto Pressacco, il quale lega il ballo a quel genere di<br />

danze antiche del bac<strong>in</strong>o mediterraneo legate ad un'antica funzione terapeutica ed estatica.<br />

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