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La Danza: Suoni in Movimento La Danza: Suoni in Movimento

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Pizzica pizzica e pizzica scherma<br />

Dal Salento a tutto il Barese, dal Materano all'area ionica della Basilicata era diffuso s<strong>in</strong>o all'ultima guerra il nome della pizzica<br />

pizzica per <strong>in</strong>dicare un ballo vivace di coppia che affiancava o talvolta si confondeva con la tarantella stessa. Legata al rituale<br />

terapeutico del tarantismo, la pizzica pizzica compare come term<strong>in</strong>e coreutico nelle fonti solo dai primi anni del XIX sec. Oggi la<br />

pratica viva nelle forme orig<strong>in</strong>ali del ballo è quasi del tutto est<strong>in</strong>ta; dal punto di vista morfologico i diversi documenti video raccolti<br />

grazie alla riesecuzione degli anziani, legano la pizzica pizzica al un più ampio sottogruppo apulo-lucano della tarantella<br />

meridionale. Un tempo il ballo prevedeva anche l'<strong>in</strong>vito con la consegna del fazzoletto. Dalla seconda metà degli anni '90 nel Salento<br />

leccese alcuni operatori hanno diffuso una neo-pizzica totalmente difforme dalle strutture e dallo stile esecutivo della tradizione,<br />

vendendola come ballo DOC. Un mercato di nicchia prevalentemente giovanile lo ha recepito come una sorta di nuovo mito<br />

"alternativo" <strong>in</strong>sieme ad un senso di fasc<strong>in</strong>azione collettiva prodotta dalla riscoperta del fenomeno del tarantismo. Nel Leccese, nel<br />

Br<strong>in</strong>dis<strong>in</strong>o e nel Tarant<strong>in</strong>o si pratica da parte di soli uom<strong>in</strong>i la forma duellata della pizzica, detta appunto pizzica scherma o<br />

schermata. Vi sono modi diversi di schermare e gli schermitori sono spesso legati al mondo carcerario e rom stanziale.<br />

Quadriglia<br />

Complesso e ibrido ballo circolare e a contraddanza di org<strong>in</strong>e tardo-settecentesca diffusosi prima nelle corti centrosettentrionali<br />

europee e poi att<strong>in</strong>to dalle classi popolari di vari Paesi europei. Le figure vengono comandate talvolta <strong>in</strong> francese dialettizzato e oltre<br />

a quelle più tradizionali (promenade, circolo, cerchio <strong>in</strong>trecciato, spirale, serpent<strong>in</strong>a, catena, pirulé, galleria, marcia, ecc.), possono<br />

essere <strong>in</strong>ventate estemporaneamente delle altre purché si <strong>in</strong>nest<strong>in</strong>o bene dell'evoluzione coreografica delle diverse figurazioni.<br />

Scotis<br />

<strong>Danza</strong> <strong>in</strong> coppia legata facente parte dell'ampia famiglia di polke figurate. Comparsa verso il 1830 nelle regioni tedesche col nome di<br />

schottische, era formata - secondo il Sachs - dal passo della écossaise e dal giro di polka; si diffonde rapidamente nelle sale<br />

aristocratiche <strong>in</strong> Francia e <strong>in</strong> altri Stati europei (compresi i vari Stati <strong>in</strong> cui era divisa l'Italia) come danza a coppie miste plurime.<br />

Passando attraverso gli ambienti della piccola borghesia di paese, entra poi <strong>in</strong>sieme al valzer, alla polka e alla mazurka, anche nel<br />

mondo contad<strong>in</strong>o. In Italia sono state documentate alcune dec<strong>in</strong>e di scotis (il ballo è detto anche con molte varianti lessicali locali)<br />

tutte a struttura rigidamente chiusa su un fraseggio musicale prestabilito.<br />

Sor Cesare<br />

Mazurka figurata della seconda metà del secolo scorso, nata probabilmente <strong>in</strong> Toscana da una canzone narrativa, che riprendeva un<br />

fatto di cronaca rosa fra Cesare Bon-Bon e una certa N<strong>in</strong>a. <strong>La</strong> canzone fu diffusa dai cantastorie sulle piazze durante le fiere,<br />

mediante la vendita di foglietti volanti.<br />

Spallata<br />

Famiglia etnocoreutica diffusa tra Abruzzo e Basilicata, con forme <strong>in</strong> coppia ed a più coppie su assetto circolare o <strong>in</strong> fila. Il basso si<br />

basa nel darsi colpi di spalla o di anca su corrispondente ritmo musicale. Documentata s<strong>in</strong> dai primi anni del XVI sec.<br />

Trescone<br />

I nomi di tresca e trescone sembrano derivare dal tedesco arcaico medievale thriskan che significava "battere, pestare, trebbiare". Ma<br />

le forme di trescone che sono giunte s<strong>in</strong>o a noi sembrano appartenere più ad un genere di balli pantomimici a carattere fortemente<br />

erotico e allusivo. Il trescone era diffuso soprattutto <strong>in</strong> Toscana e nelle aree di contorno (Umbria, Emilia, Romagna e Liguria) e<br />

veniva eseguito nei momenti di maggior vivacità e tensione della festa da persone <strong>in</strong> genere allegre e buffe, disposte a mimare e<br />

rappresentare con mosse e gesti un corteggiamento brioso e osceno.<br />

Veneziana<br />

<strong>Danza</strong> cantata di orig<strong>in</strong>e r<strong>in</strong>ascimentale, che prende nome dalla figura femm<strong>in</strong>ile veneziana che ne è la protagonista ; oggi l’epicentro<br />

di diffusione sembra essere stata la Toscana. I testi hanno spesso carattere allusivo e scherzoso. Si ballava <strong>in</strong> quattro, con due coppie<br />

miste.<br />

V<strong>in</strong>chia<br />

<strong>Danza</strong> <strong>in</strong> cerchio documentata sulla riviera romagnola, ma già nota nei primi decenni del XX sec. <strong>in</strong> Friuli. Di probabile orig<strong>in</strong>i<br />

austro-ungarica, si presenta come danza <strong>in</strong> cerchio con <strong>in</strong>termezzo di gesti o battiti ritmati.<br />

Zomparello/a<br />

Zumpariddë o zumparieddu: famiglia coreutica che convive e spesso si fonde e confonde con la tarantella o il saltarello. Ballo <strong>in</strong><br />

coppia mista e non, diffuso <strong>in</strong> tutto l'ex Regno di Napoli dall'Abruzzo alla Sicilia. Sul piano lessicale è la corrispondente dialettale del<br />

saltarello o della saltarella (zompare = saltare).<br />

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