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La Danza: Suoni in Movimento La Danza: Suoni in Movimento

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13<br />

13-SULLA ULLA TARANTELLA TARANTELLA CALA CALABRESE CALA BRESE CONFRO CONFRONTATA CONFRO NTATA CON<br />

LE LE ALTRE ALTRE FORME FORME DI DI TA TARANTELLA<br />

TA TARANTELLA<br />

RANTELLA<br />

"Diversificate risultano le stesse orig<strong>in</strong>i dei vari tipi di tarantella. <strong>La</strong> più giovane e' la "napoletana"; di chiare orig<strong>in</strong>i settecentesche e<br />

derivata da danze medievali italiane. E' una "danza lat<strong>in</strong>a" e risulta la più aderente a canoni artistici e spettacolari. <strong>La</strong> più antica e'<br />

quella che discende dal fenomeno del tarantismo. E' <strong>in</strong>controllata nell'espressione e le sue radici affondano senz'altro nel mondo<br />

mediterraneo ed africano. Una terza ancora--che a parere di chi scrive comprende anche la "viddhaneddha" o comunque tutte le<br />

forme di tarantella danzata a coppie s<strong>in</strong>gole -- ha un'attribuzione lontana nel tempo e forse parallela a quella determ<strong>in</strong>ata dal<br />

tarantismo, ma da questa si differenzia per la ricerca costante di rituali simbolici dall'alto contenuto culturale. Per riconoscerne<br />

l'appartenenza ad uno dei tre filoni bisogna fare qu<strong>in</strong>di delle dist<strong>in</strong>zioni di base. <strong>La</strong> tarantella "corale", quella dei gruppi folcloristici<br />

per <strong>in</strong>tenderci, si riallaccia presumibilmente ai canoni napoletani nel senso musicale e coreografico, con l'<strong>in</strong>serimento frequente di<br />

momenti <strong>in</strong>terpretativi affidati all'estro ed alle esigenze di spettacolo. Il più delle volte si può parlare di arte e non di folklore. <strong>La</strong><br />

tarantella a coppie s<strong>in</strong>gole <strong>in</strong>vece, o meglio, le differenti versioni di tarantella che si rifanno alla tradizione calabrese si ricollegano ad<br />

espressioni artistiche orig<strong>in</strong>ate dalla più pura scuola della "danza greca". Anche il momento del tarantismo-- tranne alcune<br />

manifestazioni ancora presenti nella media ed alta Calabria jonica--si ritiene venga superato. Questa presunzione di nobiltà si<br />

evidenzia maggiormente con l'analisi delle caratteristiche della "viddhaneddha", la versione regg<strong>in</strong>a quale classica esemplificazione<br />

della tradizionale tarantella calabrese. Giova <strong>in</strong>tanto dire che essa viene <strong>in</strong> genere, danzata s<strong>in</strong>golarmente a coppie e non <strong>in</strong> forma<br />

collettiva. Inoltre la coppia può essere "mista" (uomodonna) oppure "omogenea" (uomouomo). Sia nell'uno che nell'altro caso e una<br />

danza che, pur lasciando una certa libertà <strong>in</strong>terpretativa--priva di codificazioni cioè-- comporta tutta una serie di rituali e di<br />

simboliche raffigurazioni che le conferiscono aspetti culturali di tutto rilievo Un'attenta analisi dei passi e dei comportamenti mimici<br />

dei baller<strong>in</strong>i ipotizza chiaramente l'orig<strong>in</strong>e greca e non lat<strong>in</strong>a della "viddhaneddha". <strong>La</strong> "danza lat<strong>in</strong>a" (da cui discendono<br />

<strong>in</strong>direttamente il trescone, il saltarello, la tarantella napoletana, come si e già detto) e <strong>in</strong>nanzi tutto una "danza aerea", nel senso che<br />

nella sua manifestazione si presuppone un'esuberanza pantomimica di sicura derivazione popolare con frequenti concessioni a passi<br />

acrobatici (il salto quale espressione di gioia e di elevazione, la piroetta ad asse verticale come momento di abilita esibizionistica). In<br />

questo caso la danza denota la decisa tendenza a d<strong>in</strong>amicizzare la composizione coreografica su una dialettica di forze risultante dalla<br />

messa <strong>in</strong> valore delle energie naturali del corpo umano. Non a caso si nota nel danzatore l'assenza di una posizione baricentrica: le<br />

braccia e la testa del baller<strong>in</strong>o sono univocamente co<strong>in</strong>volte con le gambe nel movimento d<strong>in</strong>amico. <strong>La</strong> ("danza greca" è <strong>in</strong>vece una<br />

"danza di terra", più vic<strong>in</strong>a ai canoni primari della "danza accademica" che non a quelli della "danza libera". I movimenti del<br />

baller<strong>in</strong>o sono perlopiù ispirati da esigenze mimiche e maggiormente <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>i alla libertà gestuale. Il danzatore ha un ideale baricentro<br />

alla c<strong>in</strong>tura che sembra separare il corpo <strong>in</strong> due sezioni tra loro <strong>in</strong>dipendenti nella d<strong>in</strong>amica. <strong>La</strong> posizione delle gambe sono<br />

comb<strong>in</strong>abili a piacere con quella delle braccia, con costante presupposizione pero della stazione eretta del corpo. Cioè, la testa deve<br />

stare sullo stesso asse verticale delle gambe. Il ventre deve, nell'azione della danza, essere rientrato con conseguente sollevamento del<br />

diaframma. L'espressione del movimento obbedisce quasi al gioco sistolediastole, tensionedistensione, contrazioneespansione, caduta<br />

ripresa dell'equilibrio. Non sono accettati movimenti ed atteggiamenti predeterm<strong>in</strong>ati, codificati, tramandabili come vocaboli. Non vi<br />

e qualificabilità al di fuori della sua forza espressiva nella quale nasce e muore. Dalla def<strong>in</strong>izione di questi pr<strong>in</strong>cipi scaturisce la<br />

radice greca, e qu<strong>in</strong>di arcaica, della tarantella calabrese classica. <strong>La</strong> brevità dei passi, anche quando <strong>in</strong>dulgono alla velocità, e la quasi<br />

immobilità del tronco superiore sono anche caratteristiche del "ballu sarda" e del greco "sirtaki", anche essi di orig<strong>in</strong>e mediterranea<br />

orientale. [...]<br />

Anche gli strumenti si rifanno alla tradizione greca: il filo melodico e affidato all'organetto, che sostituisce ormai quasi sempre la<br />

"ciarameddha" (zampogna), a sua volta derivata dall'antico aulos (flauto) o diaulos (flauto a due canne) degli italioti. <strong>La</strong> scansione<br />

ritmica e assicurata dal tamburello, orig<strong>in</strong>ato dal tympanon dalla chitarra (non frequente), dallo "'zzar<strong>in</strong>u" (acciar<strong>in</strong>o = triangolo di<br />

ferro percorso da una bacchetta metallica) dalla "scartagnetta" o "castagnetta" (vale a dire dallo scrocchio delle dita), ad imitazione<br />

degli ellenici crotali, oppure dal battito delle mani del baller<strong>in</strong>o. Nella tarantella calabrese, <strong>in</strong> genere, vi e l'assenza del canto, al<br />

contrario delle altre (sicula e campana). Talvolta la musica viene accompagnata da brevi strofe allusive agli astanti o di<br />

<strong>in</strong>coraggiamento (specie nelle tarantelle a coppie miste), ma quasi normalmente l'unico suono emesso dai baller<strong>in</strong>i o dai suonatori e<br />

uno spagnolesco "ayay" più o meno prolungato o ripetuto che sottol<strong>in</strong>ea la difficoltà o la sottigliezza di alcune figurazioni attirando<br />

l'attenzione degli astanti e stimolando la bravura dei baller<strong>in</strong>i. [...]"<br />

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