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268 DOSSIER L’isola di San Pietro C’è poco da fare: nonostante il fatto che l’isola di San Pietro si stia affermando come meta turistica, Carloforte non ha hotel decenti. Meglio così, perché rimane una vacanza esclusiva per i pochi habitué che possiedono già una casa, o si affezionano a qualche bilocale arrampicato in cima a scalinate strette, maledette da gradini altissimi, nascosto nel dedalo di carrugi che ritma il paese. Anche in questo caso, non c’è da aspettarsi lussi: arredi essenziali e spazi spesso disadorni. Il segreto è garantirsi una terrazza aperta su tetti e richiami di uccelli, un cielo ornato di baffi di nuvole bianchissime e, colmo della fortuna, la luce turchina del mare in lontananza. Del resto, a Carloforte non si sta in casa. Di giorno c’è il mare, per inseguire il sole di baia in spiaggia, fra rocce rotonde e rare strisce di sabbia. L’unica zona sabbiosa è la vasta mezzaluna dorata della Caletta, la più adatta a chi ha bambini. Tutte le altre, da Girin a Punta Nera alla Bobba, da Guidi a Luchese, fino alle Colonne, sono per lo più rocciose, con brevi tratti di arenile che cambiano forma e dimensione a ogni primavera, tanto che tornare da un anno all’altro sulla stessa spiaggia è una sorpresa. Amara o dolce. In barca a vela Per esplorare gli anfratti più segreti dell’isola, c’è una nuova opportunità: la barca a vela. Sono 9 (5 di proprietà e 4 in gestione) quelle di Carloforte Sail Charter (tel. 347-27.33.268, www.carlofortesailcharter.it), da noleggiare con o senza skipper per inoltrarsi in acque altrimenti inaccessibili, come cala Vinagra (nella foto). Gli itinerari nautici vanno ben oltre San Pietro e il golfo di Cagliari: a est ci si spinge fino alla Costa Smeralda, dove si può lasciare la barca nella base di Cannigione; a ovest, seguendo la costa, oltre Buggerru e Piscinas. Fino al 26 luglio, un Oceanis 393 per 8 persone costa 2800 € a settimana, 3500 fino al 23 agosto. Il porto turistico, rinnovato un paio d’anni fa, è comodo e attrezzato, di fronte al supermercato più fornito e a poche centinaia di metri dal minuscolo centro, dove fra tre piazzette e quattro strade in croce si consuma il rito dello shopping mattutino. Giornali, poi caffè e bombette (minuscoli krapfen ripieni di crema profumata di limone) ai tavoli del bar Cipollina, la spesa fra il negozio di pasta fresca Luxoro, la pescheria Feola e la fornitissima Enoteca del porto. Il mercoledì il mare aspetta, perché in piazza Pegli c’è il mercato con i prodotti sardi: pecorini, salumi, olive. Si torna in paese per lo struscio serale: soste d’obbligo a Rosso di mare (tel. 0781.85.65.81), dove Daniela Sansone crea gioielli in corallo, e fra le ceramiche di Maristella Ostuni nel negozio di via XX Settembre. A cena c’è solo l’imbarazzo della scelta. Negli ultimi anni, agli indirizzi magnificati dalle guide (e forse un po’ imbalsamati) se ne sono aggiunti di nuovi. Della vecchia guardia, Al tonno di corsa (tel. 0781.85.51.06) resta una garanzia per i piatti carlofortini, a metà fra la Liguria e la tunisina Tabarka (da dove giunsero i primi coloni di San Pietro): tonno, ma anche casca (cuscus locale) e bobba (passato di fave e verdure). Dau Bobba (tel. 0781.85.40.37) ha un’eccellente lista di vini e ingredienti locali rivisitati in chiave contemporanea dallo chef Giorgio Parenti: dalla mousse di ricotta con bottarga grattugiata al carpaccio di tonno. Velisti e sub si ritrovano al circolo La nave (tel. 0781.85.75.01) intorno alle grigliate di carne e pesce. Mentre sulle colline sopra il paese, Le terrazze di Poppona (tel. 333- 48.67.525), in un parco di 5 ettari, propone ottimo pesce e piatti della tradizione rivisitati. coli oscuri e cascate di minerali, una storia imparata a memoria ma inframmezzata di ricordi personali. La galleria, ampia, pulita e aerata, è un percorso accessibile a tutti. Bisogna farne almeno uno, fra i tanti possibili nelle viscere di questa terra bucata come un gruviera, e almeno questo, che vale la pena per il premio finale. Alla fine della galleria, la vastità del mare appena increspato blocca il respiro, dà quasi un senso di vertigine. C’è solo la presenza dello scoglio di fronte, il Pan di Zucchero, a chiudere l’orizzonte. Il dolce golfo di Gonnesa interrompe la costa rocciosa, anche se lungo il monte si ripetono insistenti le testimonianze dell’intensa attività estrattiva. Ma ormai non si riconosce più il borgo minerario, come nel grandioso impianto di Monteponi, dove gli edifici d’inizio Novecento ospitano l’università del Sulcis Iglesiente. Nel vicino complesso di Campo Pisano, invece, si trovano gli uffici della Igea, la società che detiene le concessioni degli impianti in disuso del Sulcis, dove ci si può rivolgere per informazioni e visite. Giunti fin qua, sarebbe un crimine non continuare fino al mare seguendo, lungo la linea di terra, il percorso dei minerali. Subito di fronte, oltre lo stretto, si profila l’isola di San Pietro (vedere riquadro accanto), miraggio verde di terrazze coltivate e pinete, la sagoma rosso ocra degli impianti della tonnara a dominare la punta; la scacchiera multicolore del delizioso villaggio di Carloforte, labirinto di case strettissime, strade infinitesimali, scalinate e carrugi dal sapore di Liguria. Che sulla terraferma si riflette nel borgo di Portoscuso. All’arrivo qui, non bisogna guardare a sinistra, dove le alte ciminiere degli impianti industriali disegnano scenari apocalittici. Si prende a destra verso il paese e si continua fino all’insediamento antico a bocca di mare. Stretta fra la torre d’avvistamento e la tonnara, l’unica attiva in Sardegna insieme a quella di Carloforte, c’è La Ghinghetta, ottima alternativa per trascorrere una notte, ma soprattutto premio per i palati più esigenti. A maggio e giugno la vicina tonnara suggerisce allo chef moltissime proposte a base di tonno. Il pesce va quasi tutto al mercato giapponese, ma le tavole del territorio si imbandiscono di bottarga, musciame e interiora, perché, come ripetono tutti, “il tonno è come il maiale: non si butta via niente”. Tonno a parte, il ristorante è un paradiso di ricette sopraffine legate ai prodotti del territorio: zuppa di mare con scampi, cozze, arselle, astice e zafferano; fregula mantecata con carciofi e porcini; millefoglie con gamberi e funghi porcini e aceto caramellato; scamponi al vapore con insalatina di bottarga di tonno e melone; per finire con lo squisito semifreddo allo zafferano e una ricchissima selezione di vini principeschi. A. Quattrocchi / Arch. DOVE DOSSIER 269
COME ARRIVARCI In aereo: Air One (n. verde 800- 90.09.66 da tutta Italia, 06.48.88.00.66 dai cellulari, www.flyairone.it) collega tutto l’anno Milano (Linate e Malpensa) a Cagliari con due tipologie di tariffe: 86 € a-r per residenti, nati in Sardegna e altre tipologie di passeggeri; 222 € per tutti gli altri (tasse escluse). Da Roma, con Alitalia (n. verde 848-86.56.41) le tariffe a-r sono rispettivamente di 68 e 170 €; per i non residenti che acquistano il biglietto 14 giorni prima, la tariffa è di 103 €. In traghetto: Tirrenia (tel. 199- 12.31.99) propone un pacchetto a-r per 2 persone con passaggio in cabina doppia e auto al seguito (tipo Fiat Punto) a 536 € da Genova, 434 da Civitavecchia; senza auto, costa 377 e 258 €. In auto: dall’aeroporto di Cagliari con la superstrada per Iglesias; passati Assemini e Decimomannu, si devia a destra per Villasor e si continua verso Guspini, Villasidro, Arbus, Ingurtosu. Con Maggiore (n. verde 848-86.70.67, www.maggiore.it), un’auto di gruppo B per il weekend (minimo 3 giorni, dal venerdì mattina al lunedì mattina) costa 20 € al giorno con 100 km; la tariffa Vacanze (minimo 7 giorni) è di 31 € al giorno con chilometraggio illimitato, riduzione franchigie danni e furto, oneri aeroportuali e automobilistici, Iva. COLTELLI E ZAFFERANO Intorno alla vita delle miniere si è sviluppato un artigianato semplice che ha la sua massima espressione nei coltelli. Ad Arbus Paolo Pusceddu ha fondato addirittura un museo che racconta la storia del territorio attraverso il coltello. Quello “del minatore” ha lama larga, per portare il cibo alla bocca, e niente punta, per non ferirsi mangiando nel buio della miniera. Quello “d’amore”, minuscolo e affilato, fino al primo Novecento era regalato per sancire l’impegno di matrimonio. Nel cortile troneggia un coltello da Guinness dei Primati: il più pesante del mondo, 295 chili per 4,85 metri di lunghezza. Nel vicino laboratorio L’arburesa, Pusceddu forgia eleganti manici in corno e le lame bombate caratteristiche della zona. A Fluminimaggiore, Luciano Arrius, ex minatore, è ora un apprezzato artigiano: “Il coltello delle donne, che lavano tutto, deve avere il manico in legno di olivastro”, spiega: “il corno si lava solo con acqua fredda, e si asciuga subito”. Dalle sue mani escono splendide teste d’aquile, cinghiali e cervi, a inguainare raffinate lame damasca- 270 DOSSIER Camere sul mare e cucina casalinga DOVE DORMIRE Hotel Le dune Sulla spiaggia di Piscinas. Indirizzo: via Bau 1, loc. Piscinas di Ingurtosu, Arbus, tel. 070.97.71.30, fax 070.97.72.30. Prezzi: 1/2 pensione in doppia da 80 € a persona (pensione completa, supplemento 10 € a persona). C/credito: tutte. DOVE MANGIARE L’oasi del cervo Gastronomia casalinga. Indirizzo: loc. Is Gennas, tel. 347-30.11.318. Orari: su prenotazione. Prezzi: da 23 €. C/credito: no. Agriturismo Marcarius Cucina del territorio. Indirizzo: loc. Marcarius, te. Nel suo spazio Knives Art si acquistano anche selle, gambali e finimenti in cuoio del sellaio Roberto Orinis. Da non perdere, di ritorno a Cagliari, San Gavino Monreale, dove sin dai tempi dei Romani si coltiva lo zafferano. Il momento di vero splendore è l’autunno avanzato, quando le vaste distese intorno al paese (circa 20 acri), gli orti e i giardini si coprono di fiori violacei, fragilissimi, da raccogliere nello spazio di un giorno. L’Associazione produttori del Presidio Slow Food (tel. 070.93.37.520, 070.93.38.162) segue regole severe: concimi naturali e niente disinfestanti. Nel periodo della raccolta il paese ospita mostre, convegni e degustazioni. Altro indirizzo per acquisti golosi in zona è la Cooperativa Coo.Nag (presso Guspini, tel. 070.97. 41.88, 070.97.01.61), dove fare scorta di miele, amaro di corbezzolo, profumato di eucalipto o cardo selvatico. Da scoprire, infine, gli ottimi vini del caldo basso Sulcis, patria del vitigno del Carignano: grande scelta a prezzi più che onesti nella Cantina sociale Santadi (tel. 0781.95.00.12). Inviati da Dove, Marina Poggi e il fotografo Andrea Battaglini Fluminimaggiore, tel. 328- 37.59.350. Orari: su prenotazione. Prezzi: da 21 €. C/credito: no. La Ghinghetta Ottimo ristorante. Anche albergo (doppia b&b 127 €). Indirizzo: Sa Caletta, via Cavour 26, Portoscuso, tel. 0781.50.81.43. Orari: 13-14.30; 20.30-23 (chiuso dom., e da novembre a marzo). Prezzi: da 45 €. C/credito: tutte. . DOVE COMPRARE L’arburesa Coltelli con museo. Indirizzo: via Roma 15, Arbus, tel. 349-05.37.765. Orari: 9-12, 16-20; sab. 9-12; dom. su appuntamento (mai chiuso). C/credito: le principali. Knives Art Lame e selle. Indirizzo: corso Amendola 13, Fluminimaggiore, tel. 0781.58. 08.53. Orari: 8-13, 15-20 (chiuso dom.). C/credito: le principali. INDIRIZZI UTILI Igea Informazioni sulle miniere. Indirizzo: loc. Campo Pisano, Iglesias, tel. 0781.49.13.00, Internet www.igeaminiere.it. Orari: lun.-ven. 8.30-17 (sab.dom., cell. 348-15.49.55.67). Nella cartina qui sopra, la costa sudoccidentale della Sardegna, con l’indicazione di alberghi, ristoranti, artigiani e siti minerari lungo l’itinerario del reportage. DOSSIER 271
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