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1 Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali - Artecultura

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<strong>Mensile</strong> <strong>Manifestazioni</strong> <strong>Artistiche</strong> e <strong>Culturali</strong><br />

www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />

Anno XLVI - N. 5 Maggio 2013 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano<br />

In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa<br />

ARTECULTURA<br />

1


Michele Roccotelli<br />

LA SCOMPOSIZIONE DEL SACRO<br />

A RISPECCHIO DI BELLEZZA<br />

2 ARTECULTURA


La Copertima: Duomo di Milano, cm. 80x120<br />

Seguono, da sinistra in senso orario: San Nicola, Bari,<br />

cm. 100x100 - Bitonto, cm.90x90- Sant’Ambrogio, cm.<br />

120x80 - Minervino, cm. 90x90 - Bitonto cm. 90x90-<br />

Sant’Ambrogio, 120x80<br />

Milano, Sala Olimpia <strong>Artecultura</strong><br />

dal 1 al 15 maggio 2013<br />

Inaugurazione 4 maggio ore 18<br />

Sotto l’apparente, illusoria realtà di<br />

una implosiva frammentazione cromatica,<br />

luminosa e plastica, in realtà<br />

la figurazione di Michele Roccotelli<br />

rinasce a nuova vita. Diventa l’ubi<br />

consistam percettivo e plastico di<br />

questa sua esposizione di opere recenti<br />

nelle quali rivisita tra realtà e sogno<br />

bellissime cattedrali della sua amatissima<br />

Puglia, nonché edifici storici<br />

dell’architettura religiosa di Milano,<br />

come la Basilica di Sant’Ambrogio o il<br />

Duomo. Un tema scelto non a caso per<br />

questo implicito confronto tra architettura<br />

e pittura, nella loro magica,<br />

ancor prima che strutturale, coesistenza.<br />

Pur con nuovi accenti Roccotelli<br />

persegue in quella sua originale<br />

ricerca mirata ad una diversa realtà fi-<br />

gurata, stimolata da nuove suggestioni<br />

compositive, ricche di vibrazioni<br />

tonali, di cadenze atmosferiche, all’interno<br />

di una pittura slegata da ogni<br />

riferimento verista o post/impressionista.<br />

Questo lo si comprende benissimo<br />

se solo si osserva il fondo<br />

cromatico, intuito da Roccotelli, così<br />

energicamente informale, (ma sarebbe<br />

più opportuno definire come a-formale)<br />

che tuttavia consente alla figura<br />

di emergere nel suo distinto profilo,<br />

come apparizione solida e visionaria<br />

ARTECULTURA 3


al tempo stesso. Ecco come una realtà<br />

pittorica quale appunto l’informale<br />

consenta poi alla figurazione di presentarsi<br />

con profili inediti, con una dimensione<br />

espressiva toccata dall’energia<br />

del fantastico e dell’immaginario.<br />

Una pittura, quella di Roccotelli,<br />

che si apre a diversi confronti,<br />

in primo luogo con la realtà cubista<br />

per l’insistere sulla intersecazione dei<br />

piani, la scomposizione plastica del<br />

modellato, l’azione incidente e radente<br />

della luce, ma oltre questa apparente<br />

disintegrazione s’intuisce anche<br />

l’unità di luce e spazio che così efficacemente<br />

il pittore afferra e delinea.<br />

Pittura quindi di movimento, di im-<br />

4 ARTECULTURA<br />

pressioni che si materializzano al loro<br />

subitaneo apparire, per poi sfrangersi<br />

in ritmi luminosi sempre più intensi e<br />

vibranti. Spazio e prospettiva, intesi nei<br />

termini convenzionali, sono trasfigurati<br />

dall’estro poetico, e per certi versi<br />

musicale, di Roccotelli che conferisce<br />

alla sua composizione una leggerezza<br />

vigorosa ed inafferrabile. Tra spazio<br />

e luce c’è una totale integrazione,<br />

un fluttuare cangiante di toni cromatici,<br />

di piani, di linee. Roccotelli<br />

agisce all’opposto della solidificazione<br />

plastica, tutto si trasforma costantemente<br />

nelle sue composizioni, convergendo<br />

il dissonante verso una<br />

polifonica armonia. Le sue qualità di<br />

colorista sono accentuatamente sottolineate<br />

da questi dipinti così liberi e<br />

sciolti nella loro organica espressione.<br />

Un linguaggio visivo, quello di Roccotelli,<br />

che nella sua lucida configurazione<br />

si libera dai condizionamenti<br />

astratti di un progetto o di un percorso<br />

prestabilito. Nella pittura di Roccotelli<br />

si ha modo di comprendere la realtà<br />

primaria del colore che nella sua<br />

inesausta vitalità conferisce dinamismo<br />

alla composizione. L’artista si predispone<br />

ad una sorta di pittura pura<br />

che non deve scontare pedaggi polemici,<br />

evasivi, di aneddotica narrativa,<br />

ma solo rispecchiarsi nell’integrità<br />

della personale memoria. Il pittore si


allontana anche da quelle che possono<br />

essere le mode, le tendenze prefabbricate<br />

di un mercato che non sempre<br />

è obiettivo registratore di effettivi<br />

meriti e valori. Ma all’uomo Roccotelli<br />

preme anzitutto esprimere la sua<br />

potenzialità evocativa, sconfinare con<br />

la mente e con il cuore nel suo gioioso<br />

immaginario, laddove la pittura si<br />

plasma e si definisce nella sua concreta<br />

realtà di stile e di espressione.<br />

Da queste considerazioni emerge il<br />

profilo di un’arte autentica, priva di<br />

sottintesi o di inutili decorativismi.<br />

Nell’esaminare il suo linguaggio pittorico<br />

si può agevolmente intuire la<br />

raffinata poesia che si sprigiona dalle<br />

A sinistra: Ruvo, cm. 90x90 -Sopra: Duomo, cm.80x120<br />

- a destra:Ostuni, cm. 90x90<br />

sue suggestive creazioni. Nell’esposizione<br />

programmata alla Sala Olimpia<br />

di <strong>Artecultura</strong> le opere di Roccotelli si<br />

distinguono per la rara efficacia del<br />

colore, unitamente ad una sorta di<br />

struttura visiva che nella flessibilità dei<br />

suoi schemi trasfigura ogni irrigidimento,<br />

stimola l’occhio ad una continua<br />

percezione. L’arte, in questo caso,<br />

diventa sintesi espressiva e di comunicazione<br />

che allarga gli orizzonti dello<br />

sguardo, anzitutto di quello interiore<br />

così significativamente approfondito da<br />

parte della coerente e fascinosa vena<br />

ispirativa dell’artista.<br />

Teodosio Martucci<br />

ARTECULTURA<br />

5


- RISORGIMENTO POETICO -<br />

Con il patrocinio culturale<br />

della Libera Coscienza<br />

La finalità della nuova edizione di<br />

Poesia e Saggistica per il Disarmo,<br />

sia nella spinta culturale che la caratterizza<br />

che nella partecipazione, può<br />

ancora crescere come impegno di<br />

sensibilizzazione, affinché il grido<br />

umano della iniziativa possa indurre<br />

ed interessare i grandi mezzi di comunicazione<br />

ad un’efficace divulgazione<br />

propositiva. E da questo punto di vista<br />

il motivo di segnalarla come spontaneo<br />

atto della Libera Coscienza. Tutto<br />

ed affinché l’iniziativa possa riguardare<br />

l’Uomo e solamente l’Uomo in tutta<br />

la sua naturale nitidezza di pensiero<br />

lontano da ogni ombra di parte e di<br />

quanti il Disarmo dopo averlo sostenuto<br />

se ne sono poi dimenticati...<br />

L’iniziativa vuol domandarsi con<br />

obiettività mentale come mai dopo il<br />

secondo conflitto mondiale con la strage<br />

di 50 milioni di morti, i campi di<br />

sterminio e il terrificante lancio delle<br />

bombe atomiche su Hiroshima e<br />

Nagasaki, si debbano ancora produrre<br />

armi per guerre che hanno inquinato<br />

il paesaggio, le acque ed i cieli della<br />

Terra (e forse non solo) inducendo il<br />

pericolo di morire di catastrofe atomica.<br />

L’interrogativo che ci poniamo ci<br />

spaventa e nel contempo ci incoraggia<br />

a perseverare quel cammino che <strong>Artecultura</strong><br />

nelle proprie possibilità conduce<br />

dalla sua comparsa editoriale.<br />

Eppure l’O.N.U. sorta nel 1945,<br />

appunto con l’intento di evolvere l’uomo<br />

verso quella pace che consiste in<br />

un nuovo modo di vivere, non ha realizzato<br />

il Disarmo, perché le stesse<br />

grandi potenze, che pur avevano promosso<br />

l’O.N.U., poi di fatto hanno<br />

mollato l’impegno e perseverato nel<br />

tradizionale sistema della guerra, oggi<br />

soprattutto di pericolo atomico.<br />

6 ARTECULTURA<br />

Ma forse l’uomo è un animale solo<br />

distruttivo? Diverse volte ci siamo<br />

posti la domanda, concludendo però<br />

che una vita più equilibrata di sicurezza<br />

senza delle armi, sia davvero<br />

possibile. E l’utopia, la stiamo vivendo<br />

attualmente, quando constatiamo<br />

che le armi e gli eserciti che più se ne<br />

dotano di armi siano apparentemente<br />

la nostra sicurezza, mentre non esiste<br />

luogo della Terra nel quale l’uomo non<br />

la bagni di sangue, vittima delle sue<br />

stesse armi.<br />

Un problema certamente difficile<br />

da portare ad equilibrio di soluzione,<br />

specie quando si pensa che diversi uomini<br />

politici che pur sentivano il problema,<br />

poi hanno dovuto desistere o<br />

pagare di persona. Come del resto le<br />

stesse religioni che, pur annunciando<br />

il non uccidere, poi mancano di coerenza<br />

anche avendo le televisioni a<br />

loro completa disposizione. Ma del<br />

Disarmo nemmeno una parola. Solo<br />

Papa Giovanni XXIII in “Pacem in<br />

Terris” aveva accennato al grande problema<br />

umano del disarmo. Mentre<br />

Papa Francesco fino al momento<br />

nemmeno una parola. E se gli stessi<br />

Stati fossero la radice della guerra, si<br />

trovi allora il modo come garantire all’uomo<br />

quella serenità di sicurezza<br />

che desidera facendo a meno delle<br />

armi.<br />

Ma senza una modifica radicale<br />

di mentalità e dove necessario di costume,<br />

di etica, il Disarmo è un fallimento.<br />

L’Uomo deve esplorare molto<br />

più attentamente la sua profonda spiritualità<br />

per rendersi conto che la sicurezza<br />

che domanda non può venire<br />

da altri, ma solo da se stesso. Dallo<br />

stimolo spontaneo della sua potenziale<br />

energia poetica che alimenta tutta<br />

la sua struttura psichica e funzionalità<br />

organica e gli stessi Socrate ed<br />

Aristotele (e non solo loro), con la<br />

propria energia intuitiva erano andati<br />

molto vicino al problema. Ed oggi,<br />

se davvero lo si volesse, le neuroscienze<br />

a riguardo, impegnandosi<br />

in una diversa formazione dell’uomo,<br />

potrebbero fare moltissimo, affinché<br />

l’uomo scopra la sua sicurezza, anzitutto<br />

in se stesso, come dovremmo fare<br />

tutti affinché il Disarmo sia una vittoria<br />

dell’uomo e non la sua scomparsa.<br />

Per cui solo la Poesia, quella della<br />

spontanea facoltà liberamente consenziente,<br />

può dare alla persona umana<br />

una formazione davvero non-violenta<br />

ed attivare culturalmente il costume.<br />

Il quale, una volta evoluto alla pacifica<br />

convivenza, non necessita di gerarchie<br />

per essere costume e neppure<br />

di andare a scuola per impararlo in<br />

quanto è una regola uscita dalle<br />

morfopoietiche radici della natura.<br />

L’invito pertanto a tutti quegli Autori<br />

di poesie che davvero sentono la necessità<br />

di dare all’uomo l’equilibrio<br />

di convivenza che domanda, di spronarsi<br />

a fare la divulgazione possibile<br />

tra le proprie conoscenze, organizzando<br />

incontri ove più indicato,<br />

anche in casa propria, affinché il problema<br />

del Disarmo possa essere sentito<br />

e condiviso come riscatto della<br />

Libera Coscienza.<br />

Il problema come lasciato intendere<br />

è il fondamentale vivere umano<br />

e non l’aderire solo perché non costa<br />

nulla. Pertanto chi il problema non lo<br />

sente come dovrebbe, non partecipi.<br />

Per noi il Disarmo è la rinascita dell’uomo,<br />

un moto generazionale che<br />

sente di evolvere la propria persona<br />

fuori dai vecchi steccati della diffidenza<br />

permanente e riguarda la spinta innata<br />

della fiducia orientata a vivere<br />

come si è nati, spontanei e socievoli<br />

di Libera Coscienza.<br />

<strong>Artecultura</strong>


1) L'adesione alla XLI: Edizione Poesia e Saggistica per il<br />

Disarmo 2013 è gratuita. L'iniziativa si autogestisce nello<br />

spirito di <strong>Artecultura</strong> orientata a stimolare una serena convivenza<br />

sociale tra le persone.<br />

2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica<br />

ricerca saggistica della Pace, ideale di ogni libera persona<br />

umana. L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori<br />

delle liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento<br />

nel volume antologico "Cultura per la pace"- Poesia e<br />

Saggistica 2013, riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una<br />

riproduzione artistica della copertina del volume.<br />

3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo<br />

di verifica formale, una Commissione composta da membri di<br />

varie attività sociali.<br />

4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre<br />

in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come<br />

per le passate edizioni.<br />

5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente<br />

s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che<br />

intende acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume.<br />

Alla presentazione di Poesia e Saggistica - "Cultura per la<br />

pace" 2013 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere<br />

presenti, o in caso di forzata impossibilità, ad essere rappresentati<br />

da persone di fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il<br />

dovuto per regolamento.<br />

L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza<br />

annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo.<br />

Poesia e Saggistica<br />

per il Disarmo<br />

Con il patrocinio culturale della Libera Coscienza<br />

XLI Edizione Poesia Pace 2013. Scadenza 30 luglio 2013<br />

A confronto dell’avanzato traguardo culturale, a cui l’iniziativa è pervenuta nello spirito di un<br />

Costume poetico sempre più sentito e partecipato, non è possibile fermarsi, ma solo perseverare per<br />

l’ulteriore traguardo dell’attuazione consapevole. La capacità, cioè, di alternare nella persona la<br />

sicurezza della fiducia e della serena convivenza all’odio delle armi e della guerra.<br />

Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa per il disarmo può essere effettuata tramite 1 (uno)<br />

componimento poetico che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga<br />

di commento da riprodurre a fondo pagina del componimento.<br />

Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere<br />

accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo<br />

per successivi incontri promossi dall’Autore per confronti sempre più diretti ed allargati. <strong>Artecultura</strong>,<br />

informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato.<br />

Della nuova antologia di Poesia e Saggistica in rapporto alle adesioni pervenute sarà definita la<br />

tiratura ed il ricavato destinato a totale beneficio di Borse di studio per le Scuole aderenti.<br />

6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia<br />

firmate di autografa, alla Segreteria c/o <strong>Artecultura</strong> - Via<br />

Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo -<br />

info@artecultura.org<br />

Saggisica, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente<br />

per via e-mail all’indirizzo: info@artecultura.org<br />

Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma<br />

collettiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica<br />

nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio<br />

7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale<br />

ispirazione e composizione ed attinenti al tema Pace-Disarmo<br />

nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono accettati<br />

solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela.<br />

Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.<br />

8) <strong>Artecultura</strong> si riserva di favorire letture e altri stimoli culturali.<br />

9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire<br />

modifiche che migliorino l'attività di Poesia e Saggistica per il<br />

Disarmo - "Cultura per la pace" 2013.<br />

L’adesione è limitata ad una sola sezione per Autore.<br />

10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua<br />

parte. Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà<br />

all'iniziativa non vengono restituiti ed entrano a far parte dell'Archivio<br />

"Cultura per la pace" di ARTECULTURA.<br />

Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono<br />

prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli<br />

elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.<br />

INIZIATIVA CORALE PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!<br />

Informazioni ulteriori e invio componimenti:<br />

Poesia e Saggistica per il Disarmo -“Cultura per la pace” 2013<br />

c/o <strong>Artecultura</strong> Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093<br />

http://www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />

ARTECULTURA<br />

7


Fotolito e stampa Press Point<br />

Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso<br />

8 ARTECULTURA<br />

In questo numero Maggio 2013<br />

6 - RISORGIMENTO POETICO<br />

7 POESIA SAGGISTICA DISARMO<br />

8 SOMMARIO - MEMORIE URBANE<br />

9 ARTE OLANDESE<br />

10 INTERLUDI<br />

14 INTERLUDI CONTINUANO<br />

20 ROBERT CAPA - FLUXUS<br />

21 LA SERVA PADRONA<br />

22 LETTERA DA PRATO<br />

23 NORMA E CAPRICCIO - LEONE X<br />

28 GALLERIA CORTINA 1962-2013<br />

30 ROSANTICO - MeMus<br />

32 IMMAGINI E LUOGHI<br />

33 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />

34 GLI STATI HANNO FATTO...<br />

36 UMANITA’ POETICA<br />

37 RACCONTO<br />

38 LIBRI<br />

39 LA STANZA DELLE LACRIME<br />

40 CONCORSI<br />

42 CORRISPONDENZA CULTURALE<br />

44 PROMOZIONE ARTESTIVA<br />

Inserto redazionale:<br />

-MOSTRE A MILANO<br />

-POSTACATALOGO<br />

- ARTECULTURA è inviata: abbonati di tutta Italia,<br />

gallerie d'arte, critici, musei, scuole, alberghi, di<br />

Milano e categorie specializzate di professionisti.<br />

- Composizione e impaginazione: redazionali. Scritti e<br />

foto inviati e non richiesti non vengono restituiti.<br />

ARTECULTURA<br />

Le idee che la impegnano<br />

- CORRISPONDENZA<br />

CULTURALE<br />

- COSTUME POETICO<br />

- 24 OTTOBRE GIORNATA<br />

MONDIALE DISARMO<br />

- INFORMAZIONE<br />

ARTISTICO CULTURALE<br />

- POESIA DELLA NATURA<br />

- POESIA PACE<br />

- PSICOPOESIA<br />

MICHELE ROCCOTELLI - MARIO MORETTO- MAX<br />

HAMLET SAUVAGE - GUSMAROLI VANNGIO’di<br />

Teodosio Martucci - EMILIO FORMENTI -<br />

GIANPIETRO MAGGI - ALVARO- CARLA MONTI -<br />

LUISA VISCONTI - GIANCARLO AMURRI -<br />

MICHELE GIANNATTASIO - GREGORIO<br />

MANCINO - ANTONIETTA DI SECLI’ - di<br />

Marpanoza; INSERZIONI DI: GIANFRANCO<br />

RONTANI - GALLERIA D’ARTE CORTINA -<br />

GALLERIA D’ARTE PONTE ROSSO -<br />

ARTECULTURA<br />

<strong>Mensile</strong> <strong>Manifestazioni</strong> <strong>Artistiche</strong> e <strong>Culturali</strong><br />

Registrazione Tribunale di Milano<br />

n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della<br />

Stampa n. 5359 - Direttore responsabile:<br />

Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni<br />

- Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U<br />

-Partita IVA: 03093710154<br />

- Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano<br />

- Tel. 02/864.64.093 -<br />

Fax 02/860.833 - 02/896.573.02<br />

www.artecultura.org<br />

e-mail:info@artecultura.org<br />

Distribuzione gratuita senza impegno fisso di<br />

recapito. Chi lo desidera è pregato di abbonarsi.<br />

- Anno XLVI N. 5 Maggio 2013 - Spedizione in<br />

Abbonamento. Postale -D.L. 353/2003 (cov. in<br />

L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano<br />

- caso di mancato recapito restituire al<br />

mittente impegnato a pagare la tassa.<br />

L'abbonamento (10 numeri annui) per i lettori<br />

che desiderano ricevere al proprio domicilio<br />

ARTECULTURA in modo continuativo.<br />

Non si risponde in caso di mancato recapito non<br />

dovuto ad adempimento della Rivista.<br />

Non si restituisce la quota di abbonamento se<br />

esigenze di forza maggiore costringessero la<br />

sospensione o la cessazione della pubblicazione.<br />

Finito di stampare il 22- 04 - 2013<br />

Abbonamento annuo<br />

Euro 30,00<br />

Non disdetto tramite raccomandata un mese<br />

prima della scadenza si ritiene tacitamente rinnovato<br />

con invio della nuova quota. Non valide<br />

le disdette effettuate per telefono.<br />

Intestare:<br />

ARTECULTURA di Giuseppe Martucci<br />

C.C.Postale N. 84356302<br />

Via Ciovasso 19 -20121 Milano<br />

un libero accesso<br />

www.artecultura.org<br />

info@artecultura.org<br />

da BRERA...<br />

ARTECULTURA<br />

PER IL MONDO!<br />

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MEMORIE URBANE<br />

STREET ART FESTIVAL<br />

II Edizione<br />

Gaeta e Terracina (Latina)<br />

20 Aprile - 30 Maggio 2013<br />

12 Artisti internazionali. 2 Città italiane.<br />

È una bottiglia piena di vernice il simbolo<br />

della nuova edizione di Memorie Urbane,<br />

il festival di street art alla sua II edizione,<br />

che dal 20 aprile al 30 maggio porterà Gaeta<br />

e Terracina sulla scena internazionale dell’arte<br />

urbana. 12 artisti si alterneranno per<br />

le strade delle due città colorando e trasformando<br />

luoghi e diverse superfici non<br />

convenzionalmente legati alla ricezione di<br />

interventi artistici e vivacizzando culturalmente<br />

il litorale pontino.<br />

Memorie Urbane è un festival nato a Gaeta<br />

nel 2012 da una originale idea di Davide<br />

Rossillo, presidente di Turismo Creativo,<br />

sostenitore dell’Arte contemporanea come<br />

elemento di dinamismo culturale e strategia<br />

di crescita socio-economica e turistica.<br />

Innestandosi in un panorama storico artistico<br />

notevole come quello della Riviera<br />

d’Ulisse, il festival vuole creare una continuità<br />

tra testimonianze artistiche del passato<br />

e arte contemporanea.<br />

Memorie Urbane si apre a una nuova città,<br />

Terracina, volendo avviare così un progetto<br />

che annualmente possa davvero coinvolgere<br />

un sempre maggior numero di nuclei<br />

urbani del litorale laziale.<br />

Memorie Urbane è dialogo fra presente e<br />

passato, fra arte e spazi pubblici, fra realtà<br />

variegate unitesi per la sua realizzazione.<br />

Fra gli artisti presenti da segnalare:<br />

Domenico Romeo, Hyuro, Moneyless,<br />

Alice Pasquini, DALeast, Faith47, SAM3,<br />

Borondo, Lucamaleonte, Malabrocca,<br />

Sbagliato, Martina Merlini.<br />

Info www.memorieurbane.it


Per festeggiare il suo centenario che ricorre<br />

proprio quest’anno, il Museo Frans Hals<br />

di Haarlem dedica una mostra all’artista<br />

da cui prende il nome: il grande pittore<br />

olandese del Secolo d’Oro Frans Hals.<br />

Per la prima volta, le opere più importanti<br />

di Frans Hals saranno esposte accanto a<br />

quelle di famosi suoi contemporanei quali<br />

Tiziano, Rembrandt, Van Dyck, Jordaens e<br />

Rubens, con diversi lavori provenienti da<br />

alcuni dei più grandi musei al mondo. La<br />

mostra vuole porre i capolavori di Hals e la<br />

NELL’EPOCA<br />

D’ORO DEL<br />

RITRATTO<br />

Hals, Rembrandt, Tiziano,<br />

Rubens a confronto<br />

schiettezza del suo approccio artistico in<br />

un contesto più ampio, gettando nuova<br />

luce sulle sue ambizioni e la sua posizione<br />

nel XVII secolo, un periodo in cui<br />

l’affermazione dello stile individuale e il<br />

superamento degli altri artisti costituivano<br />

importanti aspirazioni per i maestri della<br />

pittura. La maggior parte dei dipinti<br />

proviene dalla National Gallery di Londra,<br />

dal museo El Prado di Madrid, dal Louvre<br />

di Parigi, e da diverse collezioni private.<br />

L’occasione, pertanto, è quella di riflettere<br />

ulteriormente sulla pittura di Hals, sulla<br />

sua straordinaria ritrattistica nella quale<br />

l’approfondimento concreto, psicologico<br />

del ritratto raggiunge forse il suo acme. La<br />

nuova borghesia olandese, arricchitasi<br />

con i commerci ed una organizzata attività<br />

economica, riceve in questi ritratti una sua<br />

originaria ed espressiva consacrazione.<br />

Per informazioni: Museo Franz Hals, Groot<br />

Heiligland 62, 2011 ES Haarlem, /NL<br />

www.franshalsmuseum.nl<br />

Franz Hals, Giullare con liuto, 1620–1625<br />

Parigi, Museo del Louvre.<br />

“Van Gogh all’Opera”<br />

Il Museo Van Gogh di Amsterdam riapre<br />

al pubblico dopo i recenti lavori di<br />

ristrutturazione con la mostra “Van Gogh<br />

all’Opera” Van Gogh Museum, dal 1 maggio<br />

al 12 gennaio 2014. Le sue opere,<br />

momentaneamente in esposizione presso<br />

l’Hermitage di Amsterdam, rientrano nella<br />

loro sede, accanto alla mostra Van Gogh<br />

all’Opera, che permette di osservare da<br />

vicino lo sviluppo artistico del grande pittore<br />

e di ammirare le sue importanti opere. La<br />

mostra poggia su un ampio e ambizioso<br />

programma di ricerca svolto per otto anni<br />

dal Museo Van Gogh. Circa 200 opere<br />

mettono in luce lo sviluppo della pittura di<br />

Van Gogh e dei suoi contemporanei,<br />

provenienti dalla collezione del museo e da<br />

collezioni private. Inoltre, saranno esposti<br />

anche disegni su carta, lettere e oggetti<br />

personali dell’artista come i suoi taccuini.<br />

I visitatori potranno così vedere da vicino<br />

quali materiali venivano utilizzati dall’artista,<br />

in quali condizioni lavorasse, da<br />

chi venne ispirato, con quali altri artisti<br />

condivideva le proprie idee e dove si<br />

riforniva del materiale di lavoro necessario.<br />

Le sorprese che il Museo Van Gogh ha in<br />

serbo non sono finite: verrà infatti realizzata<br />

una nuova entrata prevista per il 2014.<br />

Questo progetto ha lo scopo di collegare lo<br />

spazio espositivo, realizzato dall’architetto<br />

giapponese Kisho Kurokawa nel 1999,<br />

all’edificio principale del museo progettato<br />

da Rietveld. Il flusso dei visitatori sarà in<br />

questo modo meno caotico, e consentirà<br />

l’accesso diretto all’ala espositiva di<br />

Kurokawa nella quale solitamente si<br />

allestiscono mostre temporanee. La nuova<br />

entrata sarà inoltre ben integrata con le<br />

entrate degli altri musei che si affacciano<br />

sulla Museumplein come il nuovo Stedelijk<br />

e il Rijksmuseum, la cui riapertura è stata<br />

festeggiata il 13 aprile.<br />

Per la grande occasione, non vuole essere<br />

da meno il Museo Kröller-Müller di Otterlo,<br />

che possiede la seconda collezione di Van<br />

Gogh più grande al mondo. Il museo di<br />

Otterlo programma infatti dal 6 aprile al 22<br />

settembre 2013 la mostra “Vincent is back<br />

parte II: La terra della luce” . Si tratta della<br />

seconda parte di una mostra che racconta in<br />

due riprese la parabola artistica di Van<br />

Gogh: la prima parte, La terra nativa (in<br />

esposizione fino al primo aprile 2013),<br />

pone l’accento sul periodo olandese di Van<br />

Gogh (1881-1886), e questa seconda parte,<br />

La terra della luce appunto, che sposta<br />

l’attenzione sulle opere del periodo francese<br />

(1886-1990), corrispondente alla piena<br />

maturità dell’artista. La mostra Vincent is<br />

back illustra anche la straordinaria storia<br />

della collezione del Museo Kröller-Müller,<br />

il risultato della passione di Anton e Helene<br />

Kröller-Müller, che tra il 1908 e il 1929,<br />

assistiti dal critico d’arte H.P. Bremmer,<br />

acquistarono senza badare a spese 91 dipinti<br />

e 180 opere su carta di Van Gogh.<br />

Il Museo Kröller-Müller si trova nel Parco<br />

Nazionale “De Hoge Veluwe” ed è famoso<br />

in tutto il mondo per la ricca collezione di<br />

opere del XIX e XX secolo.<br />

Per info www.vangoghmuseum.nl<br />

ARTECULTURA<br />

9


INTERLUDI D'ARTE INTERLUDI D'ARTE<br />

COPIA DI JW_Young man wet with rain, 2011<br />

“JEFF WALL / ACTUALITY”<br />

Al PAC di Milano<br />

19 marzo - 9 giugno 2013<br />

Quarantadue le opere in mostra, alcune<br />

presentate per la prima volta in Italia, che<br />

tracciano il percorso creativo di uno fra gli<br />

artisti contemporanei più innovativi degli<br />

ultimi trent’anni, presente a Documenta<br />

Kassel e alla Biennale di Venezia e protagonista<br />

di mostre personali nei principali<br />

musei del mondo, come il MoMA di New<br />

York (2007), il Deutsche Guggenheim di<br />

Berlino (2007), il San Francisco Museum<br />

of Modern Art (2008) e la Tate Modern di<br />

Londra (2005).<br />

Entrato ormai a far parte di importanti<br />

collezioni internazionali, Jeff Wall “ha trascinato<br />

la fotografia fuori dai confini del<br />

proprio mondo, facendola approdare all’arte<br />

contemporanea”, afferma il curatore<br />

della mostra Francesco Bonami “ed è<br />

stato forse il primo artista ad usare la<br />

fotografia avvalendosi delle nuove tecnologie<br />

digitali, pur non mostrandole mai<br />

nel proprio lavoro”.<br />

I suoi famosi “lightbox”, mutuati dal linguaggio<br />

pubblicitario tipicamente americano,<br />

sono solo una parte della vastissima<br />

produzione del fotografo che inizia nel 1978.<br />

Pioniere della fotografia concettuale o postconcettuale<br />

della cosiddetta “Scuola di<br />

Vancouver”, con le sue riflessioni Wall ha<br />

aperto la strada ad innumerevoli altri artisti<br />

influenzandoli con il suo lavoro. Le opere<br />

di Wall esplorano campi diversi, che<br />

spaziano dai temi sociali a quelli politici.<br />

La violenza urbana, il razzismo, la povertà,<br />

le tensioni sociali, la storia: sono tutti soggetti<br />

che l’artista osserva e rappresenta con<br />

precisione e profondità, “mantenendo però<br />

un approccio molto simile a quello dei<br />

pittori dell’Ottocento”, sottolinea Bonami,<br />

perché “le foto di Wall hanno sempre una<br />

dimensione pittorica e fisica che spesso<br />

riporta ai quadri di Monet, Courbet e di<br />

altri protagonisti dell’arte Moderna”. Alcuni<br />

infatti lo hanno definito “pittore della<br />

vita moderna”, citando la definizione che<br />

Charles Baudelaire aveva dato agli artisti<br />

del suo tempo. Info: tel. 02-88446359<br />

10 ARTECULTURA<br />

DEVATA, Gandhara, Pakistan, V secolo,<br />

stucco con pigmenti<br />

MILANO ASIAN ART<br />

14-24 maggio 2013<br />

Per il quarto anno consecutivo la collaborazione<br />

di sei Gallerie milanesi consente la<br />

realizzazione di Milan Asian Art, l’unico<br />

evento italiano volto a promuovere l’arte<br />

orientale. Dal 14 al 24 maggio 2013 le<br />

gallerie Dalton Sonarè, Giuseppe Piva, La<br />

Galliavola, Loumi-David Sorgato, Illulian<br />

e Renzo Freschi presentano sei mostre strutturate<br />

con competenza e attenzione critica,<br />

che si rivolgono ai molti volti del collezionismo<br />

d’arte asiatica perché spaziano dalle<br />

sculture agli oggetti, alle armi, dai tessuti<br />

ai tappeti antichi e contemporanei, dai paraventi<br />

alla pittura, con una finestra su<br />

quella contemporanea tibetana. Milan<br />

Asian Art offre una visione articolata in un<br />

ampio arco temporale e composita per matrici<br />

culturali muovendo dal Giappone alla<br />

Cina, dall’India al Tibet al Nepal..., ma<br />

anche per tecniche e materiali passando dai<br />

bronzi ai marmi e alle pietre, dalle giade<br />

alle lacche, dalla porcellana all’avorio, dalla<br />

lana alle sete...<br />

Un percorso d’arte che s’intreccia con quello<br />

dello stile, della moda e del gusto. Non<br />

a caso le ultime tendenze estetiche e una<br />

matura evoluzione dello spirito minimalista<br />

hanno valorizzato la bellezza di queste<br />

opere, talvolta opulente talaltra essenziali,<br />

capendo che oltre al loro valore intrinseco<br />

esse sono un ricco e importante contrappunto<br />

nell’estetica troppo spesso freddamente<br />

semplificata. Anche quest’anno<br />

Milan Asian Art si arricchisce dell’importante<br />

e preziosa collaborazione del<br />

Museo Poldi Pezzoli che per l’occasione<br />

esporrà i 100 più importanti Netsuke della<br />

collezione Giacinto Ubaldo Lanfranchi, donata<br />

al Museo nel 2005. www.asianart.milano.it<br />

ALPINISTI K2 A MILANO<br />

“LA LOMBARDIA E LE ALPI”<br />

Allo Spazio Oberdan una grande<br />

mostra per i 150 anni del<br />

CLUB ALPINO ITALIANO<br />

17 maggio - 7 luglio 2013<br />

Si tratta di una rassegna senza precedenti<br />

dedicata alle montagne della Lombardia,<br />

alle sue genti e al loro rapporto con le realtà<br />

metropolitane. Il legame del CAI con il<br />

territorio della Lombardia è strettissimo.<br />

Sette sono le sezioni storiche fondate nell’Ottocento:<br />

Bergamo (1873), Como (1875),<br />

Cremona (1888), Lecco (1874), Monza<br />

(1899) e Sondrio (1872). E’ inoltre frutto<br />

della collaborazione tra il CAI e il Touring<br />

Club Italiano la completa descrizione<br />

alpinistica, ma anche geografica, storica e<br />

naturalistica del territorio lombardo, con i<br />

16 volumi della “Guida dei monti d’Italia”,<br />

oltre 8000 pagine, migliaia di schizzi, cartine<br />

e fotografie, pubblicati dal 1934 ai<br />

giorni nostri. La mostra è frutto di un’iniziativa<br />

della Sezione di Milano del CAI e si<br />

avvale di importanti contributi delle “banche<br />

della memoria” distribuite sul territorio:<br />

dalla Biblioteca della montagna del<br />

Palamonti di Bergamo alla Biblioteca della<br />

Società Escursionisti Milanesi, dalla Sezione<br />

Valtellinese a quella di Lecco dedicata<br />

all’indimenticabile Riccardo Cassin.<br />

E’ comunque dall’archivio della Sezione<br />

di Milano e dalla prestigiosa annessa biblioteca<br />

“Luigi Gabba” che proviene la<br />

parte più consistente del materiale esposto.<br />

Grazie quindi alla collaborazione delle<br />

numerose Sezioni lombarde del CAI e<br />

della Provincia di Milano/Assessorato alla<br />

Cultura, che ospita la mostra allo Spazio<br />

Oberdan, verranno esposti dipinti e panorami<br />

d’epoca, modellini di rifugi lombardi,<br />

fotografie storiche e moderne, attrezzi<br />

alpinistici d’ogni tipo e moltissimi materiali,<br />

provenienti anche da collezioni private,<br />

per raccontare e far rivivere il lungo<br />

sviluppo dell’alpinismo in Lombardia dall’Ottocento<br />

ai giorni nostri. Alte considerazioni<br />

sulla mostra espresse dall’On. Guido<br />

Podestà, Presidente della Provincia di Milano<br />

e Novo Umberto Maerna, Vice Presidente<br />

e Assessore alla Cultura.<br />

Info: tel. 02-77406302


INTERLUDI D'ARTE<br />

INTERLUDI D'ARTE<br />

Caspar Friedrich, LE TRE ETA’ DELL’UOMO, 1835 UN’OPERA DI WHITNEY McVEIGH Siena, CRIPTA SOTTO IL DUOMO<br />

GERMANIA 1800-1939<br />

Da Friedrich a Beckmann<br />

Parigi Louvre 28 marzo- 24 giugno 2013<br />

Con oltre 200 opere, la mostra propone una<br />

riflessione sui temi che hanno strutturato il<br />

pensiero tedesco negli anni 1800-1939. La<br />

rassegna pone artisti quali Caspar David<br />

Friedrich Paul Klee, Philipp Otto Runge<br />

Otto Dix, nel contesto intellettuale della<br />

loro creazione e affronta gli scritti dei grandi<br />

pensatori, tra i più importanti dei quali è<br />

da annoverare Goethe.<br />

Dalla fine del XVIII secolo alla vigilia della<br />

seconda guerra mondiale, la storia tedesca<br />

è caratterizzata dalla formazione di una<br />

difficile unità politica. Multireligiosa, segnata<br />

da una discontinuità geografica, da<br />

un molteplice mosaico politico entro i suoi<br />

confini, da contesti sociali e culturali molto<br />

diversi, anche antagonisti, la Germania<br />

deve tuttavia fare emergere l’unità di<br />

fondo di tutti i tedeschi dalla Baviera al<br />

Baltico, dalla Renania alla Prussia.<br />

Il concetto di Kultur, concetto ereditato<br />

dall’Illuminismo, è emerso come il più<br />

probabile terreno fertile su cui configurare<br />

una moderna tradizione culturale tedesca.<br />

Se l’occupazione napoleonica potrebbe promuovere<br />

la conoscenza di questa unità, che<br />

fornisce in primo luogo lo sfondo per esperimenti<br />

politico/romantici, l’ascesa del<br />

nazismo, all’altra estremità del lasso cronologico<br />

indagato, evidenzia la dimensione<br />

tragica di questo concetto senza tuttavia<br />

aver successo nel distruggerla. La mostra<br />

esamina come le belle arti, la Nuova Oggettività,<br />

abbiano preso parte a questo movimento<br />

con una libertà di composizione e di<br />

invenzione, costantemente desiderosa di<br />

reinventare una tradizione tedesca.<br />

Comitato scientifico della mostra: Sébastien<br />

Allard, Chief Curator del Dipartimento di<br />

Pittura, Musée di Louvre, Danièle Cohn,<br />

professore, direttore del Centro di Estetica<br />

e di filosofia dell’arte, Université Paris 1<br />

Panthéon-Sorbonne, e Johannes Grave, professore<br />

presso l’Università di Bielefeld.<br />

Commissari generali:<br />

Henri Loyrette, direttore del Louvre, e<br />

Andreas Beyer, direttore della storia dell’arte<br />

tedesca a Parigi. Info: +33 140205050<br />

GLASSTRESS<br />

WHITE LIGHT /<br />

WHITE HEAT<br />

a cura di Adriano Berengo, James<br />

Putnam: 31 maggio -24 novembre 2013<br />

Artisti contemporanei + vetro=GLASSTRESS<br />

Glasstress irrompe alla 55^ Biennale di<br />

Venezia. L’evento collaterale dell’Esposizione<br />

Internazionale d’Arte, giunto alla sua<br />

terza presenza in laguna, apre al pubblico<br />

dal 31 maggio al 24 novembre 2013.<br />

Glasstress. White Light / White Heat, a<br />

cura di Adriano Berengo e James Putnam,<br />

propone agli artisti di confrontarsi con luce<br />

e calore, aspetti intrinseci del vetro e della<br />

sua lavorazione. Il vetro nasce dalla forza<br />

distruttrice e creativa del fuoco, che trasforma<br />

gli elementi chimici di base in un<br />

fluido modellabile. Il risultato è una materia<br />

solida, ma dotata di struttura molecolare<br />

caotica, che offre alla luce una varietà<br />

illimitata di superfici, colori, trasparenze<br />

riflessi.<br />

Glasstress nasce da un’idea di Adriano<br />

Berengo. Ha preso avvio con l’edizione<br />

2009 della Biennale di Venezia per far<br />

evadere il vetro dal suo carcere ornamentale,<br />

restituendolo al processo espressivo degli<br />

artisti. Tra gli artisti invitati a partecipare<br />

a Glasstress, provenienti da tutto il mondo,<br />

molti si sono confrontati per la prima<br />

volta con questo materiale.<br />

L’esposizione è ambientata in tre sedi:<br />

oltre a quelle ormai consuete del Palazzo<br />

Cavalli-Franchetti / Istituto Veneto di Scienze<br />

Lettere ed Arti (Campo S. Stefano) e del<br />

Berengo Centro for Contemporary Art and<br />

Glass (Murano), quest’anno si affianca la<br />

Scuola Grande Confraternita di San Teodoro<br />

(San Marco). Info:<br />

tel. 041739453 - luca@veniceprojets.com<br />

DIVINA BELLEZZA<br />

Complesso dell’OPA di Siena<br />

RESURREXI Dalla Passione alla<br />

Resurrezione. Itinerario tra i<br />

capolavori del Complesso<br />

monumentale del Duomo di Siena<br />

Cripta-Museo dell’Opera<br />

1 marzo - 11 agosto 2013<br />

L’esposizione racconta, attraverso le preziose<br />

miniature che compongono i manoscritti<br />

su pergamena, le pitture a fresco e i<br />

dipinti su tavola, gli ultimi momenti della<br />

vita di Cristo articolati in un suggestivo<br />

percorso all’interno del complesso<br />

monumentale del Duomo di Siena.<br />

L’itinerario si sviluppa principalmente in<br />

due sedi: nella Cripta, un ambiente interamente<br />

affrescato, e nel Museo dell’Opera<br />

istituito nel 1860 per conservare i capolavori<br />

provenienti dalla cattedrale. Il ciclo<br />

figurativo che si dispiega lungo le pareti<br />

della Cripta annovera episodi del Vecchio<br />

e del Nuovo Testamento. Di particolare<br />

rilievo le quattro grandi scene dipinte sulla<br />

parete di fondo con la Crocifissione, la<br />

Deposizione dalla croce, la Deposizione<br />

nel sepolcro e la Resurrezione dei morti,<br />

realizzate da un gruppo di artisti senesi<br />

della seconda metà del Duecento. Nelle<br />

suggestive sale attigue all’ambiente<br />

affrescato, dove si ammirano parte delle<br />

antiche strutture della basilica, riconducibili<br />

al periodo che va dal XII al XIV secolo,<br />

sono esposti alcuni codici miniati provenienti<br />

dalla cattedrale e appartenenti alla<br />

liturgia pasquale dove nell’incipit latino<br />

dell’antifona d’ingresso della messa di Pasqua,<br />

Resurrexi, et adhuc tecum sum<br />

Alleluia (Sono risorto, sono sempre con te,<br />

alleluia), il Cristo si identifica e si fa<br />

riconoscere, appunto, nella sua nuova condizione<br />

di Risorto. Uscendo dalla Cripta, e<br />

attraversando l’antico portale gotico del<br />

Duomo Nuovo, si giunge al Museo dell’Opera,<br />

dove, al primo piano di una sala<br />

climatizzata, è possibile ammirare le<br />

Storie della Passione dipinte da Duccio di<br />

Buoninsegna sul retro della grande pala<br />

d’altare con la Maestà realizzata per il<br />

Duomo di Siena tra il 1308 e il 1311. Etc.<br />

Info prenotazioni: +39 577286300<br />

ARTECULTURA11


INTERLUDI D'ARTE INTERLUDI D'ARTE<br />

MARINA DI SCARLINO,<br />

sede della Rassegna Spazio Transiti<br />

Spazio Transiti<br />

Arte contemporanea<br />

a Marina di Scarlino (Gr)<br />

25 maggio - 30 ottobre 2013<br />

Con la stagione primavera-estate 2013<br />

s’inaugura a Marina di Scarlino (Gr) uno<br />

spazio dedicato all’arte contemporanea. Il<br />

progetto, ideato e sostenuto da Leonardo<br />

Ferragamo, con il coordinamento di Nicolò<br />

Sabellico, rappresenta un’iniziativa importante<br />

nel panorama dei porti turistici<br />

italiani. “Coniugare l’arte e il mare, fiori<br />

all’occhiello della cultura e dell’identità<br />

del nostro Paese, e innovare il comparto<br />

nautico attraverso la promozione di eventi<br />

culturali che coinvolgono nuovi ambienti e<br />

nuovi mondi,” (Nicolò Sabellico ), sono i<br />

presupposti da cui prende vita questo<br />

nuovo centro espositivo, fucina e punto di<br />

incontro di artisti affermati e giovani emergenti.<br />

Per cinque mesi uno dei punti di approdo<br />

più rinomati della Maremma Toscana,<br />

location strategica che ha sedotto, e ancora<br />

oggi seduce, sportivi e turisti provenienti<br />

da tutto il mondo, si trasformerà in una vera<br />

“isola culturale” con una fitta rassegna di<br />

mostre ed eventi d’arte che coinvolgeranno<br />

alcuni protagonisti della scena artistica<br />

italiana e internazionale. Le loro opere -<br />

dipinti, sculture, fotografie e installazioni<br />

monumentali site-specific - occuperanno<br />

gli spazi aperti della struttura, le zone verdi<br />

e lo Spazio Transiti, un ambiente di circa<br />

100 metri quadrati, dove verranno allestite,<br />

di volta in volta, cinque esposizioni legate<br />

ad altrettanti percorsi tematici. Temi trainanti<br />

di questo inedito progetto, l’energia,<br />

risorsa legata al genius loci e ingrediente<br />

propulsore del fare arte, il tempo, variabile<br />

e fuggevole e patrimonio antropologico, il<br />

viaggio, spostamento fisico e condizione<br />

randagia dell’esistenza, l’ombelico del mondo,<br />

metafora di un punto di contatto fra<br />

cielo e terra e passaggio verso un’altra<br />

dimensione, e l’acqua, archetipo junghiano<br />

che genera, uccide e preserva lasciando<br />

affiorare resti e segreti. La selezione degli<br />

artisti offre un quadro composito dell’arte<br />

contemporanea. Info: 3356899931<br />

12 ARTECULTURA<br />

Paolo Radi, VUOTO IN SOSPENSIONE<br />

cm. 100x150<br />

White&White nel dialogo<br />

tra Corea e Italia<br />

Roma, Museo Carlo Bilotti<br />

28 marzo - 2 giugno 2013<br />

La mostra White&White nel dialogo tra<br />

Corea e Italia propone una riflessione su<br />

due distanti culture che s’incontrano sul<br />

pensiero e sui linguaggi del bianco. Come<br />

le molte mostre sulla monocromia bianca,<br />

verso la fine degli anni ’50, hanno quasi<br />

tracciato uno spartiacque nel panorama<br />

dell’arte, così la mostra White&White nel<br />

dialogo tra Corea e Italia segna uno spazio<br />

di ricognizione per due culture alle soglie<br />

di profondi cambiamenti sociali. L’esposizione<br />

binazionale permette una riflessione<br />

sul differente valore storico-artistico di<br />

avanguardia occidentale e consente di accostarsi<br />

alla cultura coreana, ai principi<br />

orientali verso cui è rivolta l’attenzione del<br />

pensiero contemporaneo. In mostra sono<br />

presenti opere della creatività emergente<br />

italiana attorno al concetto del monocromo<br />

bianco e di un pensiero che ha determinato<br />

la trasformazione dei linguaggi artistici del<br />

Novecento, accanto ad opere coreane provenienti<br />

dalle maggiori collezioni museali.<br />

La ricognizione bianca dei linguaggi italiani<br />

oscilla tra il desiderio di contatto con la<br />

realtà e l’intuizione o la percezione della<br />

stessa. La ricerca dell’anima celata nell’opera<br />

di Dongwan Kook, la collocazione<br />

di oggetti, come feticci di un culto, sono<br />

vicini alla poetica di Bohnchang Ko, di<br />

Cristiana Palandri, di Man-Lin Choi e si<br />

pongono in dialogo con il mondo delle<br />

stelle decapitate, con l’aspetto reale, trafitto<br />

della condizione umana, come nell’opera<br />

di Franco Ionda. La sacralità della<br />

materia di Ionda è vicina alla sacralità<br />

dello spazio di Insu Choi. La scultura di In-<br />

Kyum Kim con la rappresentazione lunare<br />

delle forme possibili dello spazio, l’ingresso<br />

silenzioso, a piccoli passi nella materialità<br />

dell’anima come nelle sculture di Kwang-<br />

Ho Jeong declinano il rapporto con la creatività<br />

o con l’esserci e con l’agire nello<br />

spazio espresso dalle opere di Insu Choi o<br />

dal filo di fibra di Carlo Bernardini che<br />

traccia una possibilità d’individuazione<br />

dello spazio o di disegno nel vuoto. Paolo<br />

Di Capua incide segni nella materia, rivelazioni<br />

di trame etc. Info: 06-8535 7746<br />

Elliott Erwitt, CALIFORNIA USA, 1955<br />

©Elliott Erwitt - Magnum Photos<br />

ELLIOTT ERWITT<br />

Retrospettiva<br />

Torino, Palazzo Madama<br />

17 aprile - 1 settembre 2013<br />

La mostra nasce in collaborazione con il<br />

Comune di Torino e la Fondazione Torino<br />

Musei. L’esposizione è l’occasione per<br />

far conoscere al pubblico una selezione di<br />

136 fotografie in bianco e nero, scelte fra<br />

quelle che hanno consacrato Elliott Erwitt<br />

come uno dei più grandi fotografi di<br />

fama mondiale, il repertorio iconografico<br />

del fotografo, nel quale si rincorrono immagini<br />

di bambini, animali domestici, personaggi<br />

famosi, scatti pubblicitari, scorci di<br />

città, visitatori di musei, ecc.<br />

Elio Romano Erwitt nasce nel 1928 a Parigi<br />

da genitori russi di origine ebraica, trascorre<br />

l’infanzia a Milano fino al 1939, quando<br />

la famiglia emigra negli Stati Uniti a causa<br />

del fascismo. In America decide il suo<br />

nome in Elliott (“Hello Elio” suonava come<br />

uno scioglilingua) e inizia a interessarsi<br />

alla fotografia frequentando la Hollywood<br />

High School di Los Angeles, mentre contemporaneamente<br />

lavora in un laboratorio<br />

che realizza stampe autografate per i fan<br />

delle stelle del cinema. Membro di Magnum<br />

Photos dal 1953 - fu proprio Robert Capa,<br />

socio fondatore dell’agenzia, a invitarlo a<br />

farne parte -, da oltre sessant’anni racconta<br />

la vita quotidiana e quella mondana con<br />

lucidità e arguzia.<br />

“Si tratta di reagire a ciò che si vede, senza<br />

preconcetti - afferma - si possono trovare<br />

immagini da fotografare ovunque, basta<br />

semplicemente notare le cose e la loro<br />

disposizione, interessarsi a ciò che ci circonda<br />

e occuparsi dell’umanità e della<br />

commedia umana”. Erede della tradizione<br />

fotografica che rese celebre Henri Cartier-<br />

Bresson, basata sull’abilità compositiva e<br />

sull’istintiva sensibilità nel “cogliere l’attimo”,<br />

Elliott Erwitt è riuscito a emergere<br />

con originalità nel panorama della fotografia<br />

del Novecento grazie a un piglio molto<br />

personale con cui è riuscito a raccontare il<br />

genere umano in tutte le sue manifestazioni,<br />

con distacco e realismo. Il suo sguardo<br />

sottolinea con delicatezza il carattere comico<br />

(...) Info: www.palazzomadamatorino.it


INTERLUDI D'ARTE<br />

INTERLUDI D'ARTE<br />

Maxim Kantor, RITRATTO DI LENIN Aldo Mondino, IZNIK (9 Pezzi), 2000, olio su vetro Annie Liebovitz, JOHN LENNON e YOKO ONO<br />

(Courtesy Annie Liebovitz)<br />

Maxim Kantor, “Atlantis”<br />

Venezia, Collegio Armeno Moorat<br />

Raphael, Palazzo Zenobio<br />

1 giugno - 15 settembre 2013<br />

La mostra, in collaborazione con il Museo<br />

di Stato Russo di San Pietroburgo, pone<br />

l’opera di Maxim Kantor riconosciuta in<br />

Italia, dove l’artista ha esposto precedentemente<br />

nel 1988 presso Studio Marconi<br />

Milano, nel 1997 alla XLVII Biennale di<br />

Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”,<br />

a cui fu completamente dedicato il<br />

Padiglione Russo, nel 2005 alla Fondazione<br />

Querini Stampalia di Venezia e, da<br />

ultimo, l’anno scorso alla Fondazione<br />

Stelline di Milano. La mostra presenta, nel<br />

contesto della Biennale, l’opera di questo<br />

straordinario artista (nato a Mosca nel 1957;<br />

vive tra l’Île de Ré in Francia, Oxford,<br />

Berlino e Mosca) il quale, nel suo intenso<br />

lavoro ripropone la storia del XX secolo<br />

fino ai nostri giorni, con particolare attenzione<br />

agli eventi legati alla Rivoluzione<br />

Russa e alla Prima Guerra Mondiale. I<br />

soggetti delle sue incisioni sono i grandi<br />

protagonisti della storia, di cui ne fa un’implacabile<br />

e severa critica, oltre che oggetto<br />

di una sottile quanto sferzante ironia,<br />

mostrando invece compassione e forte partecipazione<br />

per le vittime e per i “vinti”.<br />

L’immagine centrale delle sue opere è<br />

Atlantide che si inabissa nell’oceano, come<br />

racconta Platone. Il cuore, infatti, di questa<br />

esposizione, a cui fa da cornice un nucleo<br />

di dipinti rappresentativi dell’intera attività<br />

pittorica di Kantor (1980-2012), è il<br />

portfolio “Vulcanus Atlas”, realizzato nel<br />

2010, che offre - come ha scritto Vittorio<br />

Hösle - “addirittura una filosofia della<br />

storia del XX secolo”. In questo ciclo,<br />

motivi dell’antica iconografia russa sono<br />

combinati con elementi di cartellonistica di<br />

propaganda, registrando la morte di Lenin<br />

e di Stalin, l’assassinio di Trotzky, la nascita<br />

di nuovi assetti mondiali nel 1945 e nel<br />

1991 con le conseguenti trasformazioni sociali.<br />

Info: tel. 0415228770<br />

ALDO MONDINO<br />

Tappeti stesi e appesi<br />

a cura di Marco Meneguzzo<br />

Firenze, Galleria Santo Ficara<br />

13 aprile - 20 giugno 2013<br />

In collaborazione con l’Archivio Aldo Mondino<br />

e con la cura di Marco Meneguzzo<br />

s’inaugura la mostra di Aldo Mondino<br />

Tappeti stesi e appesi alla Galleria Santo<br />

Ficara di Firenze.<br />

Fino al 20 giugno sono esposti lavori<br />

concentrati sul concetto di “nuovo esotismo”<br />

uno dei temi più frequenti nella lunga e<br />

multiforme attività dell’artista torinese<br />

scomparso nel 2005. In mostra, oltre ad<br />

alcuni gioielli dai soggetti orientaleggianti,<br />

il ciclo di opere dei cosiddetti “tappeti<br />

stesi” - simulacri di tappeti, di fatto dipinti<br />

su telai e superfici sagomate -, delle<br />

“Turcate” - chiaro riferimento al folklore<br />

turco, con particolare riguardo alle forme<br />

culturali e visive della setta dei Dervisci,<br />

ma anche all’artista Giulio Turcato -, dei<br />

“ritratti” di ambientazione araba, e culmina<br />

con il rifacimento di “Mekka Mokka”<br />

(1988), una sorta di tappeto-mandala realizzato<br />

con l’utilizzo di 50 chili di caffè in<br />

grani su carta da spolvero. Questa produzione<br />

di Mondino, che data all’incirca dal<br />

1980 - il primo “tappeto steso” è infatti di<br />

quell’anno -, affronta, in tempi non sospetti,<br />

il tema della globalizzazione partendo<br />

da un apparente ritorno all’”esotismo”,<br />

quella corrente pittorica ottocentesca di cui<br />

Mondino adotta parzialmente anche la<br />

veste pittorica. Di fatto, si tratta di un’operazione<br />

che riesce a coniugare il piacere<br />

della pittura con la percezione chiara di un<br />

mutamento culturale in atto, di uno spostamento<br />

evidente del centro d’interesse mondiale<br />

verso culture considerate, appunto,<br />

“esotiche”, nonché con una serie di citazioni<br />

artistiche colte, tipiche dell’artista, in primis<br />

quella della produzione orientalista di<br />

Delacroix. info@aldomondino.it<br />

“The Artist’s Eye”<br />

Glucksman Gallery University<br />

College di Cork in Irlanda.<br />

28 maggio - 7 luglio 2013<br />

La mostra presenta ottanta opere selezionate<br />

dalla Raccolta di Fotografia della Galleria<br />

civica di Modena ed è curata dai<br />

direttori delle due istituzioni museali: Fiona<br />

Kearney e Marco Pierini. Si tratta del<br />

primo step di un importante scambio culturale<br />

con il museo che ha sede presso l’università<br />

di Cork, una collaborazione internazionale<br />

che porterà da giugno a settembre<br />

alla Palazzina dei Giardini di Modena la<br />

mostra “Island. New Art from Ireland”.<br />

Max Ernst seduto nel suo studio di New<br />

York, con il viso avvolto dal fumo di sigaretta,<br />

o Pablo Picasso sdraiato in riva al<br />

mare, in posa declamatoria; ma anche Jannis<br />

Kounellis a cavallo all’interno della Galleria<br />

L’Attico di Roma, o Joseph Beuys,<br />

vestito e col cappello di feltro, che emerge<br />

dalle acque di una palude, fino a John<br />

Lennon immortalato nudo, abbracciato a<br />

Yoko Ono, poche ore prima della sua<br />

morte. Questi e molti altri personaggi dell’arte<br />

contemporanea saranno protagonisti<br />

di un allestimento che presenta scatti realizzati<br />

dai più grandi maestri della Fotografia<br />

italiani e stranieri, confluiti nella collezione<br />

permanente del museo modenese.<br />

Ritratto d’artista, autoritratto e performance.<br />

Queste le tre chiavi di lettura dell’evento<br />

che mette a fuoco, con una attenzione<br />

particolare, importanti eventi artistici di<br />

cui furono interpreti diversi autori italiani<br />

nel corso degli anni Sessanta e Settanta.<br />

Tra i protagonisti ritratti Laurie Anderson,<br />

Peter Blake, Alighiero Boetti, John Cage,<br />

Salvador Dalì, Max Ernst, Jannis Kounelis,<br />

Piero Manzoni, Mario Merz, Luigi Ontani,<br />

Pino Pascali, Pablo Picasso, Robert<br />

Rauschenberg, Anton Räderscheidt, Andy<br />

Warhol, Bob Wilson, fotografati da autori<br />

come Claudio Abate, etc.<br />

Info:0592032911<br />

ARTECULTURA13


14 ARTECULTURA<br />

INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />

KLEE - MELOTTI<br />

Lugano,Museo d’Arte<br />

La mostra dedicata a Klee e Melotti propone<br />

uno sguardo inedito sui due artisti, attraverso<br />

più di settanta dipinti, acquerelli e disegni<br />

di Klee (1879–1940) e circa ottanta sculture<br />

e disegni di Melotti (1901–1986).<br />

Le opere in mostra, provenienti da<br />

importanti istituzioni internazionali e<br />

prestigiose collezioni private, formulano<br />

un dialogo sorprendente che, proprio a<br />

Lugano, tradizionale crocevia fra Svizzera<br />

e Italia, assume un significato simbolico<br />

oltre che storico-artistico. Sino al 30 giugno<br />

Info 0588667214<br />

BEAT CONSONI<br />

Vico Morcote, i2a<br />

"Der Architekt und die Raumplanung. Eine<br />

Fallstudie schweizerischer Raumordnung"<br />

("L’architetto e l’assetto territoriale. Un<br />

case-study di pianificazione regionale in<br />

Svizzera"): questo il titolo dell’installazione<br />

che Consoni realizza per i2a mostrando<br />

come l’architettura crea il luogo - e questo<br />

è fondamentale in ogni contesto, ma in<br />

particolare nel Canton Turgovia (dove<br />

l’architetto vive e dove si trovano parecchi<br />

degli edifici da lui progettati), poiché<br />

caratterizzato da un’urbanizzazione<br />

continua tipica del Mittelland. Per mezzo<br />

di una serie di supporti - fra cui un filmato<br />

prodotto per l’occasione -, Consoni solleva<br />

così la questione della pianificazione<br />

territoriale e di come questa possa<br />

intrecciarsi più efficacemente con l’arte<br />

chitettonica. Sino al 15 maggio.<br />

Info+41 919961387<br />

BALLA Collages 1914-1925<br />

Bologna, Galleria d’arte Cinquantasei<br />

“Nel periodo della guerra, Balla sperimenta<br />

una nuova tecnica: il collage di carte<br />

colorate. La tecnica si presta a creare dipinti<br />

di tono assolutamente “astratto”. Così il<br />

critico Maurizio Fagiolo dell’Arco scrive<br />

di Balla nel suo catalogo “Pittura di carta”<br />

per spiegare cosa significasse questa tecnica<br />

innovativa per l’artista. La mostra “Balla<br />

coloratissimo e luminosissimo. I collage<br />

1914-1925” presenta una selezione con<br />

ben 35 collage di Giacomo Balla. Si tratta<br />

di una novità assoluta, in quanto i suoi<br />

collage ritrovati e classificati nel mondo<br />

sono solo una sessantina: non sono mai stati<br />

esposti, neppure a livello museale, più della<br />

metà dei collage dell’artista. Sino al 1<br />

giugno. Info 051250885<br />

GIRKE Percezioni<br />

Bologna, Galleria Studio G7<br />

“La pittura di Girke si costituisce<br />

immediatamente come avanguardistica<br />

nell'arte europea a partire quasi da un<br />

decennio dopo la fine del secondo conflitto.<br />

Attraverso la sua ricerca infatti l'astrattismo<br />

informale si raffredda per spogliarsi<br />

gradualmente del tratto soggettivo che lo<br />

caratterizza. L'arte di Girke si sposta quindi<br />

verso un'indagine più concreta, rivolta ad<br />

un versante analitico, incentrata sullo studio<br />

di fenomeni meramente fisici come la<br />

vibrazione luminosa, il ritmo e il movimento.<br />

Fin dal principio della sua attività<br />

si concentra sulla ricerca attorno al bianco,<br />

alle innumerevoli variazioni a cui può dare<br />

luogo. Dal 15 maggio al 30 giugno.<br />

Info 051 2960371<br />

LICATA e i Maestri del Mosaico<br />

Ravenna, Museo Nazionale<br />

La rassegna ricostruisce l’esperienza<br />

artistica di Licata e il suo desiderio di<br />

trovare, con l’entusiasmo del novizio, un<br />

nuovo linguaggio, in grado di oltrepassare<br />

gli inquietanti estremismi dell’Informale.<br />

Rinunciando alla materia pittorica, l’artista<br />

cerca un suo varco nell’indeterminazione e<br />

decide di costituirlo sulla superficie,<br />

rifuggendo quasi totalmente anche dalla<br />

dimensione prospettica. Fino al 26 maggio.<br />

Info 054434424.<br />

IODICE e le polpette di Facebook<br />

Trieste, Studio Tommaseo<br />

Nel vivissimo ambiente della Napoli degli<br />

anni Settanta, Annamaria Iodice realizzava,<br />

attraverso performances, murales e sculture,<br />

opere rivolte al sociale sviluppate nel<br />

territorio. Dopo aver approfondito dal 1984<br />

un linguaggio pittorico con tematiche<br />

geometriche, ed aver esposto a mostre<br />

internazionali come la Biennale di Venezia<br />

nel 1976 e nel 2011 e al museo Benaki di<br />

Atene nel 2012, l’artista concentra in<br />

quest’ultimo lavoro il suo costante e<br />

prevalente interesse per la relazione tra<br />

l’arte e l’ambiente. Nelle "polpettine di<br />

facebook" la sua ricerca infatti si sposta<br />

dall'arte nel sociale all'arte del social<br />

network. Sino al 18 maggio Info 040639187<br />

DONNE INQUIETE<br />

Trieste, vari luoghi della città<br />

Una ventina di artiste contemporanee<br />

provenienti da diverse regioni italiane<br />

raccontano la propria identità geografica<br />

attraverso le forme, le tecniche e i contenuti<br />

che caratterizzano la propria produzione<br />

artistica, dialogando con luoghi significativi<br />

della città (Stazione Ferroviaria, Cappella<br />

della Stazione, Camera di Commercio, Orto<br />

Botanico, Museo del Mare, Museo di Storia<br />

Naturale, Biblioteca Civica), tessendo<br />

inedite stratificazioni tra spazio e tempo.<br />

Artiste partecipanati alla rassegna: Fiorella<br />

Bologna, Lucia Della Valentina, Anna<br />

Maria Di Terlizzi, Marilena Faraci-<br />

Stangier, Rossana Gallo, Marcella Gallotta,<br />

Federica Gonnelli, Leda Martari, Mar-<br />

gherita Mauro, Linda Mongelli, Rossella<br />

Paolini, Gloria Pastore, Silvana Scarpa,<br />

Laura Stor, Adriana Torregrossa, Antonia<br />

Trevisan, Marisa Tumicelli.<br />

Sino al 24 maggio.<br />

Info www.design-of-the-universe.com<br />

VELONIS Grammar of Puppetry<br />

Roma, Palazzo Sforza Cesarini<br />

La ricerca di Velonis prende le mosse da un<br />

passato artistico illustre e complesso con<br />

riferimenti al costruttivismo russo e al<br />

Bauhaus, passando per i movimenti radicali<br />

del '68 e la ricchezza dei grandi filosofi<br />

ellenici. Con Grammary of Puppetry,<br />

Velonis mette a punto una vera e propria<br />

mappa per uno sguardo filosofico sul mondo<br />

del teatro. Influenze provenienti dall'antichità<br />

greco-romana - in cui il teatro<br />

costituiva una delle principali forme di<br />

espressione e comunicazione - unite ad una<br />

grammatica squisitamente moderna,<br />

confluiscono in una sorta di atlante<br />

psicologico che Velonis costruisce negli<br />

spazi della galleria per investigare la natura<br />

del “Teatro dell'oggetto”. Sino al 4 maggio<br />

Info 0639378024<br />

BRECH Roma Città Scattata<br />

Roma, Casa Goethe<br />

I lavori di Brech sono esposti nel museo<br />

goethiano romano fino al 8 settembre 2013.<br />

Questa mostra rappresenta una prima<br />

assoluta. Al centro dell’esposizione è infatti<br />

una selezione di fotografie di Roma in<br />

grande formato, che Christoph Brech ha<br />

realizzato nel 2012 appositamente per<br />

questo progetto espositivo. Si tratta di vedute<br />

inedite della Città eterna, che indirizzano<br />

lo sguardo su aspetti quotidiani. Immagini<br />

di chiarezza e quiete, piene di forza poetica,<br />

in cui ha luogo un miracolo: Roma diventa<br />

senza tempo. Ciò che è già avvenuto mille<br />

volte appare come una terra inesplorata.<br />

Brech schiude allo sguardo un mondo nuovo<br />

ricco di motivi antichi, in cui il caso è<br />

tutt’altro che casuale. Info 0632650412<br />

VESPASIANO e la scuola<br />

Roma, Museo Nazionale Romano<br />

E’ stata inaugurata lo scorso 28 febbraio<br />

presso il Museo Nazionale Romano delle<br />

Terme di Diocleziano la mostra didattica<br />

multimediale “VESPASIANO E LA<br />

SCUOLA”, che conclude il progetto pilota<br />

nazionale promosso dal Comitato Nazionale<br />

per le celebrazioni del bimillenario della<br />

nascita di Vespasiano, in collaborazione<br />

con il Ministero per i Beni e le Attività<br />

<strong>Culturali</strong> e il Ministero dell’Istruzione,<br />

dell’Università e della Ricerca. I materiali<br />

esposti nelle sale del museo sono il risultato<br />

di due anni di stretta collaborazione tra<br />

dieci scuole del Lazio e dell’Umbria che<br />

hanno aderito all’iniziativa, i docenti della


INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />

Sapienza Università di Roma, dell’Istituto<br />

di Storia Antica e gli archeologi della<br />

Soprintendenza Speciale per i Beni<br />

Archeologici di Roma, i pilastri sui quali si<br />

è costruita la realtà istituzionale e<br />

organizzativa del Comitato Nazionale per<br />

le celebrazioni del bimillenario della nascita<br />

di Vespasiano. Sino al 28 maggio.<br />

Per informazioni 064880530<br />

YOURCENAR Memorie di Adriano<br />

Roma, Museo Archeol. Villa Adriana<br />

La Soprintendenza per i Beni Archeologici<br />

del Lazio ha inaugurato a Villa Adriana una<br />

mostra interamente dedicata alla scrittrice<br />

franco-belga Marguerite Yourcenar (1903-<br />

1987), colei che più di tutti ha contribuito<br />

a rendere famosa nel mondo la residenza<br />

dell’imperatore Adriano a Tivoli con il suo<br />

capolavoro Memorie di Adriano. Dal 28<br />

marzo al 3 novembre, la mostra Marguerite<br />

Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata<br />

ripercorre l’iter creativo del romanzo e<br />

mette a fuoco il profondo lavoro di studio<br />

della scrittrice sull’antichità classica<br />

esponendo nelle sale dell’Antiquarium<br />

carteggi, fotografie d’epoca, sculture e<br />

incisioni. Sino al 3 novembre.<br />

Info 0774530203<br />

NICOLO’ PAOLI City Addict<br />

Genova, Artregallery<br />

Nicolò Paoli City Addict è il titolo di una<br />

mostra personale - sottolinea Viana - che ha<br />

come protagonista la città dove vive l’artista,<br />

una città che scorre nelle sue vene come una<br />

droga, una metropoli da amare e odiare,<br />

inspirare e dimenticare, da vivere, come<br />

autorizza il termine inglese Addict, come<br />

sperdimento, ebbrezza, trance, sogno, tutte<br />

percezioni da cui possono scaturire le visioni<br />

dell’artista, di un poeta, di un compositore.<br />

Sino al 18 maggio Info 010252585<br />

LA VITA E’ DONO<br />

Genova, Museo Beni Cappuccini<br />

Sino al 7 luglio 2013 con la mostra “ La vita<br />

è dono. Vadano per elemosina confidentemente”<br />

il Museo dei Beni <strong>Culturali</strong><br />

Cappuccini di Genova intende proporre al<br />

pubblico una riflessione sul tema della<br />

questua e dell’elemosina.Oggetti d’uso dei<br />

frati questuanti come antiche borracce,<br />

sporte in vimini, tabacchiere ed elemosiniere,<br />

provenienti da diversi Paesi e<br />

realizzati all’interno dei conventi, saranno<br />

esposti insieme con dipinti, sculture, stampe<br />

e incisioni raffiguranti Santi e Beati<br />

dell’Ordine Cappuccino. Info 0108592759<br />

MEI XIAN QIU fotografie<br />

Brescia, Paci Contemporary<br />

“L’aspetto cinematografico pone la<br />

fotografia di Mei Xian Qiu su molteplici<br />

livelli, accompagnando una visione<br />

romantica alla rappresentazione di una<br />

feroce realtà che mette in luce temi scottanti.<br />

La traduzione contraffatta della serie: Lascia<br />

che mille fiori sboccino ispirandosi ad una<br />

poesia di Mao e riferendosi a grandi società<br />

intende divulgare il concetto di lasciare la<br />

possibilità di far gareggiare centinaia di<br />

forme artistiche e di scuole di pensiero<br />

diverse tra loro. La Mei rappresenta questo<br />

romantico e malinconico desiderio culturale<br />

ipotizzando un’invasione pacifica e non<br />

aggressiva di un gruppo di asiatici vestiti in<br />

divisa militare ma armati solo di petali,<br />

lasciando spazio anche alla realtà della<br />

globalizzazione nella società multietnica<br />

contemporanea” (Vanessa Valerio)<br />

PICASSO BRAQUE LEGER<br />

Milano, Ex Richard Ginori<br />

I primi pittori propriamente cubisti sono<br />

considerati, per le opere che separatamente<br />

crearono nello stesso lasso di tempo (durante<br />

il 1907), Georges Braque e Pablo Picasso:<br />

in quell’anno Braque visitò la retrospettiva<br />

su Paul Cézanne presentata in occasione<br />

del Salon d’automne ed ebbe modo di<br />

conoscere Picasso, che stava lavorando al<br />

quadro “Les Demoiselles d’Avignon” . Nel<br />

1911, lavorando assieme, i due pittori<br />

realizzarono opere molto simili: “Ma Jolie”<br />

e “La portoghese”. Essendo frammentate e<br />

definite in forme geometriche le due figure<br />

non erano più praticamente riconoscibili.<br />

Gertrude Stein disse in proposito che<br />

nell’arte cubista “l’incorniciatura della vita,<br />

la necessità che un dipinto esista nella sua<br />

cornice e rimanga nella sua cornice erano<br />

superate”. Sino al 14 giugno.<br />

DEAD DROP ART<br />

Cuneo, P.H2O Art<br />

L’artista Domenico Olivero ha realizzato<br />

presso l’edificio del Qi, in Corso Carlo<br />

Emanuele 33 a Cuneo, un punto USB Dead<br />

Drop, per la diffusione di informazioni<br />

libere. Il progetto è stato presentato lo<br />

scorso 29 Marzo. L’artista per dare avvio a<br />

questo progetto ha inserito in una memoria<br />

flash usb, cementata nel muro, tutto il<br />

materiale del gruppo artistico PH2O Arte<br />

che in questi ultimi anni ha realizzato, sul<br />

territorio cuneese diverse azioni artistiche.<br />

Questo spazio virtuale è a disposizione per<br />

tutti gli artisti locali e in transito come<br />

"luogo" di scambio e di incontro. Sino al 31<br />

maggio info ph2oarte@libero.it<br />

CROMATOLOGIE<br />

Torino, Mirafiori Gallerie<br />

Il progetto nasce dallo studio degli<br />

accostamenti cromatici tra le varie “tinte”<br />

delle automobili Fiat, Alfa Romeo e Lancia,<br />

e da qui prendono spunto le opere realizzate<br />

da una decina di allievi di M.Cristiana<br />

Fioretti, in sintonia col Genius Loci di<br />

questo sfavillante show room di belle auto<br />

dai vividi colori metallizzati. Sino al 19<br />

maggio www.mirafiorimotorvillage.it<br />

LA SCULTURA ITALIANA<br />

Sassari, Galleria La Fenice<br />

La scultura Italiana è il titolo di questa<br />

mostra dedicata ad alcuni scultori Italiani.<br />

Sono esposte oltre alle sculture in bronzo<br />

delle opere in vetro di Carmi, delle<br />

ceramiche di Ernesto Treccani e alcuni<br />

cubi dell'Alphabet Art di Franco Sanna. In<br />

mostra sculture di Eugenio Carmi, Gineba,<br />

Grillos, Patrizia Maimouna Guerresi,<br />

Roberto Nanut, Piero Perin, Concetto<br />

Pozzati, Franco Sanna, Vittorio Tessaro,<br />

Lino Tinè, Ernesto Treccani. Sino al 29<br />

giugno. Info 079235226<br />

WIM DELVOYE<br />

Lucca, Chiesa di San Cristoforo<br />

Il 1 marzo 2013 è stata inaugurata nella<br />

chiesa di San Cristoforo di Lucca la mostra<br />

personale dell’artista belga di fama<br />

internazionale Wim Delvoye. Nel suggestivo<br />

ambiente sono presenti una torre<br />

monumentale alta 11 metri (Untitled), sette<br />

sculture in bronzo (Holy Family Series) e<br />

una scultura appositamente realizzata per<br />

la mostra di Lucca con il marmo delle Alpi<br />

Apuane (Double Coccyx). Concepita<br />

espressamente per i suggestivi spazi<br />

dell’edificio, riunisce una serie di opere<br />

che dialogano in maniera suggestiva non<br />

solo in maniera formale ma anche simbolica<br />

con le navate, l’altare e l’abside, per dare<br />

vita a corrispondenze sorprendenti tra arte<br />

antica e arte moderna. Sino al 1 settembre<br />

info@artscristoforolucca.com<br />

LA FIGURAZIONE inevitabile<br />

Prato, Museo Pecci<br />

La figurazione inevitabile vuole indagare,<br />

attraverso le opere di alcuni pittori<br />

internazionali appartenenti alla generazione<br />

nata dopo gli anni sessanta (e che, in molti<br />

casi, espongono per la prima volta nel<br />

nostro paese), alcuni aspetti della pittura in<br />

generale, e della figurazione intesa come<br />

approdo irrinunciabile e al contempo<br />

problematico, conseguenza dello iato<br />

prodottosi tra pittura e rappresentazione.<br />

Sino all’8 luglio. Info 05745317<br />

LACERBA 1913<br />

Prato, Museo Soffici<br />

Il Museo Soffici e del ‘900 italiano, riapre<br />

la collezione permanente con una esposizione<br />

dedicata alla rivista Lacerba,<br />

fondata cento anni fa a Firenze, il primo<br />

gennaio del 1913, da Giovanni Papini e<br />

Ardengo Soffici. Rivista simbolo di una<br />

memorabile stagione italiana della<br />

letteratura e dell’arte. Sino al 23 settembre<br />

Info: 055870128701<br />

ARTECULTURA15


Antonietta<br />

Di Seclì<br />

PERCORSI<br />

PARALLELI<br />

Il rapporto con il territorio è una costante<br />

dell’attività creativa e per una<br />

artista delle arti visive è un qualcosa<br />

ancora di più. Esso viene ad interessare<br />

un particolare invito a dipingere che<br />

la potenzialità psicologica sensibilizza<br />

nel soggetto operatore come necessità<br />

di espressione, il linguaggio con cui<br />

collegare l’interiore spiritualità d’una<br />

artista con l’esterno del mondo. Per cui<br />

diventa evidente come la pittrice<br />

Antonietta Di Seclì abbia vissuto l’immaginario<br />

culminante a dipingere<br />

“TEMPESTA SULLA CITTA”, olio su<br />

tela, cm. 100x70 (Opera della Serie<br />

Parallele). Infatti, come la stessa pittrice<br />

ricorda, il dipinto lo ha sentito<br />

proprio nel momento in cui sulla città<br />

di Milano incombeva una strana furia<br />

temporalesca. Così nell’alto del suo<br />

cielo, il dipinto, tonalmente nuvoloso<br />

e gréve tra il violaceo e l’azzurro percorsi<br />

da fulminei saette, si origina con<br />

un’impari gestualità tanto da far pensare<br />

ad una scena quasi teatrale creata<br />

da una strana energia d’inconscio.<br />

Mentre di primo piano il dipinto struttura<br />

un reticolato di percorso con sullo<br />

sfondo appena avvertibile in labile<br />

cenerino l’appariscenza del Duomo.<br />

Una tensione tonale ed atmosferica<br />

d’insieme che movimentano un’armoniosa<br />

unità formale. La pittura, pertanto,<br />

la dobbiamo considerare come<br />

l’interrogativo con cui la mente umana<br />

dipinge pensando di raggiungere<br />

l’ambita spiegazione del Bello.<br />

Marpanoza<br />

Antonietta Di Seclì<br />

“TEMPESTA SULLA CITTA’”1996<br />

Olio su tela, cm. 100x70 (Serie: Opere parallele)<br />

16 ARTECULTURA<br />

VANNGIO’<br />

Giovanna<br />

Gusmaroli<br />

“L’EMOZIONE PENSATA”<br />

In questa suggestiva ed equilibrata composizione<br />

la pittrice Gusmaroli procede<br />

nella sua lucida riflessione intorno<br />

alla realtà concettuale e stilistica del<br />

nudo. Un genere importante nella storia<br />

dell’arte, che però, all’apparire<br />

sulla scena internazionale delle avanguardie,<br />

all’inizio del XX secolo, era<br />

rimasto confinato ad una pratica più<br />

convenzionale. Da qui l’esigenza avvertita<br />

da molti artisti di innovare il<br />

linguaggio del nudo, la sua percezione,<br />

il senso ed il significato della figura<br />

umana. Tra questi artisti la Gusmaroli<br />

con la sua sensibilità, la solidità della<br />

tecnica posseduta, l’intuito per una<br />

sorta di scavamento interiore, si colloca<br />

in maniera significativa. Anche il<br />

tradizionale linguaggio fatto di volumi<br />

e chiaroscuro, di sfondo e primo<br />

piano, viene originalmente interpretato<br />

dalla pittrice. Sorge così una pittura<br />

dalle note inconfondibilmente<br />

meditative, in cui realtà del corpo e vita<br />

della mente si armonizzano, in un ritmo<br />

atmosferico silenzioso ed affascinante.<br />

Da questo punto di vista il nudo<br />

della Gusmaroli interpella l’anima, il<br />

suo misterioso rapporto con il tempo e<br />

la limpidezza dello sguardo.<br />

Aoristias<br />

Giovanna Gusmaroli “VANNGIO’”<br />

IN ARRIVO 2013<br />

Acrilico su carta, cm. 50x70<br />

Giancarlo<br />

Amurri<br />

L’INCANTEVOLE<br />

PAESISTICO<br />

Non è pensabile che ci possa essere<br />

primavera per un pittore ad orientamento<br />

di moderno figurativo che non<br />

dipinga fiori. Perché si equivarrebbe a<br />

tagliare la lingua ad una persona per<br />

non farla parlare. Così Giancarlo<br />

Amurri per naturale coerenza dipinge<br />

VASO CON BOUGAINVILLEA in armonia<br />

di testo. Uno scoppio tonale che<br />

sboccia la sua energia floreale rossoviolacea<br />

con sveltite intercalanze di foglie<br />

in verde rette da una brocca in<br />

bianco che poggia su un tavolo in ombra<br />

di un leggero soffuso giallo con al<br />

fondo del dipinto un’angolatura di marrone<br />

che addita ad una visione che per<br />

davvero si presenta come un elogio del<br />

pittore alla primavera. L’emozione che<br />

il pittore manifesta non solo per appagare<br />

un suo profondo desiderio, quanto<br />

per elogio alla stagione in allegria del<br />

suo attaccamento alla natura primaverile<br />

della vita che si armonizza con quella<br />

dell’ambiente. La tensione dell’opera,<br />

altera e dolce nel contempo, emanata<br />

dell’atmosfera dipinta in floreale, che<br />

quasi sensibilizza dal suo insieme psicologico<br />

un clima di fanciullesca allegria,<br />

denota non solo la lunga professionalità<br />

del pittore ma anche il raffinato<br />

gioviale umore del suo spontaneo spirituale<br />

di sentirsi sensibile dentro il cuore<br />

della natura. (Marpanoza)<br />

Giancarlo Amurri<br />

“VASO CON BOUGAINVILLEA”<br />

Olio su tela, cm. 50x60


Gianfranco<br />

Rontani<br />

Un Maestro tra i<br />

personaggi della pittura<br />

che hanno segnato l’arte<br />

del secolo XX<br />

Cavaliere della Repubblica per<br />

meriti artistici dipinge 34 tele di<br />

metri 2 x1 per le 60 rappresentanti<br />

l’Inferno a cui fanno eco d’arte altre<br />

22 tele sul Carnevale di Viareggio,<br />

dall’opera di 4 metri donata al Santo<br />

Padre ”Lasciate che i fanciulli<br />

vengano a me” in occasione della<br />

sua visita pastorale a Lucca, alla<br />

“Resurrezione di Cristo dinanzi a<br />

Sua Madre Maria” anch’essa<br />

donata al Papa durante la sua visita<br />

alla Diocesi di Lucca a Roma per il<br />

Giubileo. Una testimonianza di arte<br />

e di solidarietà che contraddistinguono<br />

l’operato.<br />

La donna nel lungo operato del Maestro<br />

Gianfranco Rontani ha sempre<br />

goduto di una sua larga presenza<br />

che, come in questo caso, ci fa<br />

conoscere ”PENSIERI DI SCHIE-<br />

NA”, un olio su tela cm. 30x40. Dipinto<br />

nel quale la sensibilità femminile<br />

esprime un suo particolare<br />

momento di pensosa figura d’angoscia<br />

e d’attesa. (Marpanoza)<br />

Segromigno di Piano (Lu)<br />

Cell. 3349020404<br />

<strong>Artecultura</strong> tel. 02-864.64.093<br />

Gianfranco Rontani<br />

”PENSIERI DI SCHIENA”<br />

Olio su tela, cm. 30x40<br />

Carla<br />

Monti<br />

VEDUTE<br />

DI CAMPAGNA<br />

In sintonia con l’avanzata primavera<br />

in questo numero la pittrice Carla<br />

Monti dipinge”CAMPAGNA CON<br />

VIGNE” un olio su tavola cm. 40x60<br />

nel quale rinasce il desiderio di esserci<br />

perlomeno per respirare un’atmosfera<br />

di natura priva dell’asfissia di strutture<br />

urbane. Infatti il dipinto si presenta<br />

molto aperto di panorama nel quale si<br />

strutturano larghe campiture di vigneti,<br />

piccole casette di poderi, percorsi di<br />

strade campestri in una vitale quanto<br />

composita pittura di cavalletto. Mentre<br />

sullo sfondo del dipinto s’innalzano<br />

silenziose montagne anch’esse ravvivate<br />

da un suadente verde boschivo<br />

vegliate dall’alto da un azzurro davvero<br />

primavera e navigato dalla leggerezza<br />

di nuvole bianche che nel dipinto<br />

animano l’atmosfera di una meraviglia<br />

contadina senza scadenza di tempo.<br />

Un dipinto, pertanto, lungamente<br />

sentito in cui il ritmo del cavalletto<br />

s’intona con quello dell’ambiente<br />

disteso ed in estrema speranza di sè<br />

stesso. La personalità della pittrice<br />

annovera così la sua peculiarità creativa<br />

in cui l’opera vive il suo equilibrio<br />

artistico come l’intuizione lo recepisce<br />

e la tavolozza lo realizza: una stesura<br />

senza particolari misteri ma serena e di<br />

lungo respiro visivo. Un dipinto nel<br />

quale il desiderio si apre al sentimento<br />

con efficace ideazione di reale.<br />

(Marpanoza)<br />

Info: www.carlamonti.it<br />

Carla Monti: CAMPAGNA CON VIGNE<br />

Olio su tavola, cm. 60x40<br />

Emilio<br />

Formenti<br />

VEDUTE<br />

DI MARINA<br />

Nella produzione artistica di un pittore<br />

le vele più che un simbolo possono<br />

essere considerate una scrittura, un<br />

linguaggio di polisignificati in quanto<br />

non riguardano solo lo specifico<br />

dell’oggetto in se stesso, ma l’ampia<br />

visione nella quale fanno principio più<br />

riferimenti che interessano l’emozione<br />

che un dipinto possa fermentare.<br />

L’angolazione di lettura che nel dipinto<br />

del maestro Emilio Formenti “VELE”<br />

in calce riprodotto, lascia immaginare<br />

più che un’idea e non solo il panorama<br />

paesistico di una bella marina. Tutto<br />

intuito a far convergere nel dipinto più<br />

che una visione: la spinta di una certa<br />

regata, la volontà di andare lontano<br />

stando insieme, i commenti sull’atmosfera<br />

estiva ed ancora il modo<br />

compiaciuto di ammirare dal parapetto<br />

di un fiorente giardino quell’infinito<br />

incanto dei misteri che non si vede ma<br />

esiste e si fa pensare anche se nel caso<br />

dai nostri sensi percettivo si presenta<br />

limitato alla sola struttura e tonalità del<br />

dipinto. Ma così, purtroppo, non ci<br />

sembra che sia quando dalla panoramica<br />

del dipinto non ci appaga<br />

solo la scena originale della natura, ma<br />

nel suo insieme anche di andare oltre la<br />

nostra stessa coscienza. E sentire dalla<br />

nostra facoltà pensante il sorgere di un<br />

desiderio che vorrebbe conoscere quello<br />

che l’arte non può dire di se stessa, ma<br />

solo di farcelo intuire nel tempo.<br />

Marpanoza<br />

e-mail:emilioformenti@yahoo.it<br />

Emilio Formenti<br />

“VELE”<br />

Tecnica mista, cm. 80x100<br />

ARTECULTURA17


Luisa<br />

Visconti<br />

L’ACQUERELLO<br />

A CANTO DI SOLE<br />

La pittura, come tutte le attività creative,<br />

chiama in causa il suo diretto contatto<br />

con la natura e con quanto sul piano<br />

tecnico-professionale questo comporta.<br />

E quindi specie per un pittore figurativo<br />

la sua relazione con l’ambiente si<br />

presenta la costante di un contatto che<br />

di volta in volta che un artista visivo<br />

dipinga comporta un approfondimento<br />

continuo nel suo saggio artistico con<br />

l’originalità rurale e atmosfera di<br />

stagione. Il pittore nel dipingere segue<br />

l’impulso che la spontaneità gli propone<br />

come com- penetrazione di se stesso<br />

con la varietà dell’ambiente.<br />

Così in queste mese di maggio 2013, la<br />

pittrice Luisa Visconti che <strong>Artecultura</strong><br />

segue da tempo, ci fa conoscere le sue<br />

“PETUNIE”, una varietà floreale<br />

multicolori o monocolore come il<br />

delicato rosa maggiolino che la pittrice<br />

dipinge con tanto garbo di raffinata<br />

spontaneità poetica.<br />

Uno sboccio di petali a corolla su un<br />

fondo grigio cenerino che mimetizza<br />

davvero un’atmosfera di primaveraestate<br />

nella quale dipingere una floreale<br />

sbocciatura allegra e rilassante per il<br />

tocco deciso e suadente di virtuosa<br />

creatività, diventa un qualcosa che<br />

davvero stimola non solo a dipingere<br />

per fermentare emozioni di natura, ma<br />

anche di gustarla per amarla oltre certe<br />

abitudini di superficiali considerazioni.<br />

Una prova di conoscenza<br />

evidente per comprendere perché una<br />

pittrice dipinga e come mai possa<br />

mostrare tanto attaccamento alla<br />

floricoltura. (Marpanoza)<br />

Luisa Visconti“SENZA TITOLO“<br />

Acquerello , cm. 36x51<br />

18 ARTECULTURA<br />

Michele<br />

Giannattasio<br />

IL PENSIERO<br />

RIFLESSIVO<br />

Il movimento si presenta una costante<br />

della personalità artistica che contraddistingue<br />

l’operato di Michele<br />

Giannattasio che in questo numero ci<br />

fa conoscere “RIFLESSIONI 1989”.<br />

Un dipinto dalla ironica apparenza che<br />

dal fondo marrone su cui posa la figura<br />

seduta che, in violacea camicia legge<br />

il giornale disteso tra il ventre e le<br />

gambe piegate, ritma un certo effetto<br />

di moto che si delinea anche dal<br />

sagomato della faccia dai profili intelligenti<br />

e riflessivi in rispecchio di quotidiana<br />

preoccupazione. Una condizione<br />

di vita che ha sempre interessato<br />

l’artista partenopeo ma milanese di<br />

adozione. Un tema pittorico mosso dallo<br />

stimolo della spinta innata che costringe<br />

il pittore al cavalletto anche<br />

quando non lo volesse. Il suo collegamento<br />

con la tavolozza è costante e indissolubilmente<br />

legato alla personalità<br />

creativa che unisce il pittore alla<br />

vita dell’uomo e dell’abitato urbano.<br />

L’ambiente nel quale Giannattasio respira<br />

e dipinge la visceralità del suo<br />

profondo sentimento che unisce il suo<br />

fare pittorico agli eventi più salienti che<br />

possano caratterizzare i momenti dell’immagine<br />

umana e urbana nella vita<br />

dei suoi giorni. L’attualità pittorica è<br />

pertanto da ritenere il traguardo di tavolozza<br />

a cui il pittore è da sempre<br />

orientato. (Marpanoza)<br />

Michele Giannattasio<br />

“RIFLESSIONI 1989”, Olio su tela<br />

Gregorio<br />

Mancino<br />

NELLA SFERA<br />

PLANETARIA<br />

La particolare considerazione che<br />

meglio e più può interessare la pittura<br />

sperimentale di Gregorio Mancino è<br />

per noi quella di rivoluzionare il luogo<br />

comune in dimensione di avanguardia,<br />

far diventare cioè la consuetudine<br />

un’avanzata finestra del divenire tanto<br />

artistico quanto umano. Una pittura,<br />

pertanto, aperta a diversi interrogativi<br />

tanto statici quando dinamici. E trattasi<br />

in Mancino di quel dinamismo che<br />

fermenta il cuore battente della sua<br />

psicologia artistica che fraziona il<br />

tempo-critico per unirlo ed elevarlo<br />

sempre più al dinamismo della dimensione<br />

avveniristica più avanzata.<br />

L’aspetto meraviglioso che ci rammarica<br />

e ci sorprende (come a pensare<br />

che lo sapevamo anche noi...), ma che<br />

l’intervento di Mancino, che considera<br />

il mondo una ruota in eterno movimento,<br />

stimola a ben riflettere sul<br />

caso per comprendere meglio noi e la<br />

sua opera pittorica. L’intervento, che<br />

partendo dal vissuto, scava la novità<br />

dell’attesa senza spigolature di facciate,<br />

ma rivoluzionando quella stessa realtà<br />

che noi prima ritenevamo superata.<br />

Invece la realtà non ha clessidre e non<br />

può non esistere, perché in tal caso<br />

equivale ad annullare il mondo che,<br />

invece, Mancino intende evolvere in<br />

tutta la sua ascendenza conoscitiva.<br />

Marpanoza<br />

Gregorio Mancino<br />

“LA RUOTA DEL MONDO” 2008<br />

Tecnica mista, cm. 100x100


ALVARO<br />

FUTURIBILE<br />

GEOMETRICO<br />

A VOCAZIONE PITTORICA<br />

Vasarely, Klee, Pollock e sotto certi<br />

aspetti di fantasia ideativa e coordinamento,<br />

anche Mirò, si può ritenere<br />

quella ramificazione di ricerca in cui<br />

Alvaro sviluppa la sua radice di carica<br />

futuribile, ossia una manifestazione visiva<br />

che si avvera e si alimenta su principi<br />

avveniristici. Il luogo e il tempo<br />

da dove trae avvio di originalità<br />

archetipa la ruota della bicicletta che<br />

per la pittura di Alvaro diventa poi una<br />

diretta conseguenza di tutta la sua produzione<br />

pittorica che interessa la specificità<br />

fenomenologica a rispecchio artistico.<br />

Di quella moderna pittura che<br />

fa del luogo comune delle prospettive<br />

di porte e finestre di case inghirlandate<br />

da fiori e verdi vari, una piacevole emozione<br />

pittorica la cui attrattiva va oltre<br />

il sensibile umano. E di qui la scalata<br />

della conseguenza artistica inconscia<br />

che poi nel tempo della ricerca trasferisce<br />

nel geometrico la realizzazione<br />

dell’immagine in luminose composizioni<br />

geometriche il cui il cerchio della<br />

ruota della bicicletta é in continuità<br />

il cuore catalizzatore dell’opera del<br />

maestro Alvaro. Uno spazio infinito<br />

che collega la spiritualità al reale, la<br />

natura alla civiltà, il sentimento alle<br />

emozioni. Quel complesso mondo nel<br />

quale Alvaro emoziona di colore l’immagine<br />

che irradia l’atmosfera d’una<br />

festosa magia tonale.<br />

Marpanoza<br />

Alvaro: ALLEGRIA<br />

Tecnica mista, cm. 100x100<br />

CORTINA<br />

A R T E<br />

Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7)<br />

20155 MILANO -ITALIA<br />

Tel 02/33607236<br />

www.cortinaarte.it<br />

E-mail: artecortina@artecortina.it<br />

PERMANENZE<br />

DINO BUZZATI - GIANCARLO<br />

CAZZANIGA - GIANCARLO<br />

CERRI - GIOVANNI CERRI -<br />

ROBERTO CRIPPA - DADAMAINO<br />

- FORTUNATO DEPERO -<br />

LUCIANO MINGUZZI<br />

Inaugurazione delle mostre ore 18,30<br />

dal 14 al 18 maggio 2013<br />

.<br />

CHIARA SMIRNE<br />

Apparizioni e assenze<br />

A cura di Veronica Riva<br />

Chiara Smirne, Dreaming an inland empire,<br />

oil and acrilyc on canvas, 120x100, 2012<br />

***<br />

dal 16 aprile all’ 11 maggio 2013<br />

ILER MELIOLI<br />

Giardini pensili<br />

A cura di Stefano Cortina<br />

Iler Melioli, Giardini pensili<br />

Acrilico su carta, cm. 56x76<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA<br />

Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)<br />

20155 MILANO - ITALIA<br />

Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156<br />

GALLERIA<br />

PONTE ROSSO<br />

20121 - Milano via Brera 2<br />

Tel/Fax 02/86461053<br />

Corrisp. via Monte di Pietà1/A<br />

WWW:http://www.ponterosso.com<br />

E-mail:ponterosso@ponterosso.com<br />

AGENDA Stagione 2012/2013<br />

Allo specchio, 1985<br />

Dall’8 maggio al 2 giugno 2013<br />

ATTILIO MELO<br />

Lo sguardo sulla pittura<br />

Inaugurazione<br />

Mercoledì 8 maggio ore 18<br />

Catalogo con presentazione<br />

di STEFANO CRESPI<br />

Londra, il Tamigi, 1977<br />

Galleria d'Arte<br />

Ponte Rosso<br />

Orario di apertura:<br />

10-12,30 / 15,30 -19<br />

Chiusura: domenica e lunedì<br />

E-mail:ponterosso@ponterosso.com<br />

Sito Internet: www.ponterosso.com<br />

ARTECULTURA19


ROBERT CAPA<br />

Documentata retrospettiva al Palazzo Reale di Torino<br />

Dal 15 marzo al 14 luglio 2013 Palazzo<br />

Reale di Torino celebra con una<br />

importante retrospettiva uno dei maestri<br />

della fotografia del XX secolo: Robert<br />

Capa, in occasione del centenario dalla<br />

nascita. La mostra, patrocinata dal<br />

Comune di Torino, è organizzata dalla<br />

casa editrice d’arte Silvana Editoriale<br />

in collaborazione con Magnum Photos,<br />

celebre agenzia fotografica di cui Robert<br />

Capa fu uno dei soci fondatori nel<br />

1947. Alla conferenza stampa era<br />

presente John Morris, primo direttore<br />

di Magnum Photos, che ha parlato<br />

della grande amicizia che lo ha legato<br />

a Robert Capa. Morris conobbe Capa<br />

durante la seconda guerra mondiale<br />

quando era responsabile della redazione<br />

londinese della rivista Life e assicurò la<br />

copertura dello sbarco in Normandia<br />

con la pubblicazione delle storiche foto<br />

di Capa, che documentarono i momenti<br />

cruciali dell'azione. Da allora i due<br />

instaurarono un sodalizio umano e<br />

lavorativo che si interruppe solo nel<br />

1954, quando John Morris ricevette il<br />

telegramma che annunciava la tragica<br />

morte del collega e amico. Nel 1938<br />

Robert Capa fu definito dalla prestigiosa<br />

rivista inglese Picture Post “Il migliore<br />

fotoreporter di guerra nel mondo”.<br />

Sebbene il suo lavoro sia in molti tratti<br />

lirico e talvolta anche spiritoso – tanto<br />

da essere paragonabile a quello di altri<br />

20ARTECULTURA<br />

Miliziano repubblicano ucciso in combattimento discussa e suggestiva foto di Capa<br />

fotografi come André Kertész o Henri<br />

Cartier-Bresson – tuttavia la forza visiva<br />

e l’incisività delle sue fotografie, oltre<br />

alla quantità dei reportages realizzati,<br />

giustificano ancora oggi questo<br />

lusinghiero giudizio.<br />

Senza dubbio l'esperienza bellica fu al<br />

centro della sua attività di fotografo:<br />

iniziò come fotoreporter durante la<br />

guerra civile spagnola (1936-39),<br />

proseguì attestando con i suoi scatti la<br />

resistenza cinese di fronte all'invasione<br />

del Giappone (1938), la seconda guerra<br />

mondiale (1941-45) – fra cui spicca la<br />

documentazione dello sbarco in<br />

Normandia – e ancora il primo conflitto<br />

Arabo-Israeliano (1948), e quello<br />

francese in Indocina (1954), durante il<br />

quale morì, ucciso da una mina<br />

antiuomo, a soli 40 anni.<br />

Robert Capa fu tra i primi a capire<br />

l'importanza del mezzo fotografico<br />

come arma di denuncia e di verace<br />

testimonianza, i suoi reportages<br />

comparirono sulle più importanti riviste<br />

internazionali, fra le quali Life e Picture<br />

Post. Durante la sua breve e folgorante<br />

carriera riuscì a documentare cinque<br />

guerre, con quel suo modo di fotografare<br />

potente e toccante allo stesso tempo,<br />

senza alcuna retorica e con un’urgenza<br />

tale da spingersi a scattare a pochi<br />

metri dai campi di battaglia.<br />

Aoristias<br />

Info T. 011 436 1455<br />

FLUXUS<br />

a TORINO<br />

26 Aprile 1967<br />

Torino, GAM<br />

Dal 28 marzo al 9 giugno 2013<br />

Il progetto espositivo Surprise concentra<br />

l’attenzione su aspetti specifici<br />

del contesto artistico torinese tra anni<br />

Sessanta e Settanta, in cui si intersecarono<br />

discipline diverse, dall’architettura<br />

al design, dalla moda<br />

alla grafica, dalla musica alle arti<br />

visive e performative gettando in questo<br />

modo le basi per il riconoscimento<br />

artistico di Torino a livello internazionale.<br />

In occasione del terzo<br />

appuntamento, viene presentato al<br />

pubblico il lungo rotolo di carta,<br />

interamente percorso da un unico segno<br />

pittorico, traccia di un’azione Fluxus<br />

che ebbe luogo alla GAM il 26 aprile<br />

1967. Si inaugurava quel giorno la<br />

mostra del Museo sperimentale di arte<br />

contemporanea, formato a partire dai<br />

primi anni Sessanta dallo storico<br />

dell’arte Eugenio Battisti e da lui<br />

affidato, per evitarne la dispersione,<br />

alla Galleria d’Arte Moderna di Torino.<br />

Il movimento nasce da un'idea del<br />

lituano-americano George Maciunas<br />

(1931-1978). I suoi componenti si<br />

identificavano sia con la musica e la<br />

poesia sperimentale sia con le arti<br />

visive. Maciunas insisteva sul fatto che<br />

fluxus non poteva limitarsi ad un solo<br />

ambito di attività o identificarsi con le<br />

idee tradizionali sullo stile artistico.<br />

La parola "Fluxus" comparve stampata<br />

per la prima volta sugli inviti delle tre<br />

conferenze musicali "Musica Antiqua<br />

et Nova" organizzate nel 1961 da<br />

Maciunas cui avrebbero aderito via<br />

via anche Ken Friedman, Ben Patterson,<br />

Nam June Paik, Wolf Vostell,<br />

Joseph Beuys, Charlotte Moorman,<br />

Benjamin Vautier, e in Italia tra gli<br />

altri, i fiorentini Giuseppe Chiari e<br />

Sylvano Bussotti oltre che a Gianni<br />

Emilio Simonetti<br />

Nel 1962 Maciunas promosse il Fluxus<br />

festival allo Stadtische museum di<br />

Wiesbaden (Germania); le tappe<br />

successive segnarono la rapida<br />

diffusione del movimento in Europa,<br />

in Asia e altrove.<br />

Info 0114429518


“LA SERVA PADRONA”,<br />

PICCOLA PERLA GENIALE DI UN<br />

AUTORE MORTO TROPPO PRESTO<br />

Ascoltando il suo “Stabat mater”, uno<br />

dei più pregevoli mai composti, viene<br />

da domandarsi che altro avrebbe potuto<br />

lasciarci Giovanni Battista Pergolesi<br />

(1710-1736) se non fosse morto all’età<br />

di ventisei anni. Di lui rimangono il<br />

piacevole “Lo frate ‘nammorato”, gli<br />

ormai sempre più trascurati “Il Flaminio”,<br />

“Adriano in Siria” e “L’Olimpiade”,<br />

ma, soprattutto, quel gioiello<br />

di grazia e intelligenza che è “La serva<br />

padrona”, nata (come pure il successivo<br />

“Livietta e Tracollo”) per essere<br />

un semplice intermezzo, in questo<br />

caso de “Il prigioniero superbo”, e diventata<br />

invece il punto di riferimento<br />

per tutto il repertorio dell’opera buffa<br />

che sarebbe seguito.<br />

In poco più di una quarantina di scorrevolissimi<br />

minuti la piccola opera ci<br />

fa partecipi dei triboli di un benestante<br />

e maturo Uberto alle prese con la serva<br />

di casa da lui allevata, Serpina,<br />

maliziosa e dispotica, che lo tiranneggia<br />

approfittando della buona indole<br />

dell’uomo, e che, per spingerlo a sposarla,<br />

arriva a inventarsi un pretendente<br />

violento e ottuso chiamato Capitan<br />

Tempesta, che la maltratta e certo saprà<br />

fare di peggio dopo le nozze. Così<br />

l’ingenuo Uberto, evidentemente già<br />

predisposto nei confronti della vulcanica<br />

ragazza, capitola.<br />

Operina deliziosa, ideale per piccoli<br />

teatri, ai due protagonisti viene affiancato<br />

un mimo, nel doppio ruolo di un<br />

servitore muto e garrulo e di un altrettanto<br />

muto, ma truce, Capitan Tempesta,<br />

maltrattatore manifesto di potenziali<br />

mogli. Con queste premesse va<br />

da sé che “La serva padrona” sarebbe<br />

facile da mettere in scena, visto anche<br />

che i due cantanti non sono tenuti a<br />

grandi acrobazie vocali, ma non bisogna<br />

farsi ingannare dal troppo semplice<br />

contesto, perché la breve partitura<br />

richiede che i protagonisti non solo<br />

cantino -è il loro lavoro- ma abbiano<br />

anche spiccate capacità attoriali.<br />

Troppo spesso si sono visti, dispersi<br />

sopra palcoscenici enormi,<br />

esecutori magari vocalmente<br />

dotatissimi, ma<br />

mobili come fermaporte<br />

in ghisa, e con una mimica<br />

facciale espressiva<br />

quanto quella dei giocatori<br />

di poker professionisti,<br />

sicché abbiamo provato<br />

un piacere da scopritori<br />

di continenti nell’imbatterci,<br />

durante la<br />

quotidiana navigazione<br />

lungo le aleatorie e spesso<br />

irrecuperabili onde<br />

della “rete”, in una versione<br />

che non fatichiamo<br />

a ritenere ideale, certo la<br />

migliore a cui ci sia capitato<br />

di assistere.<br />

Sopra un palcoscenicobomboniera<br />

illuminato<br />

da un calore di luci che<br />

mette conforto, sostenuti<br />

dalla valida e spiritosa<br />

ensemble “I barocchisti”<br />

diretti da Diego Fasolis,<br />

il simpatico e autoironico<br />

Uberto di Furio<br />

Zanasi deve vedersela con<br />

la travolgente Serpina di<br />

Sonya Joncheva, con il<br />

supporto di due mimi anziché<br />

l’unico in genere previsto. Ne<br />

esce uno spettacolo godibile, con gli<br />

orchestrali che a un certo punto partecipano<br />

alle lamentazioni del vessatissimo<br />

Uberto, e che non esitano a<br />

scattare in piedi indignati agitando all’unisono<br />

gli strumenti quando lui finge<br />

di stonare.<br />

E c’è il di più della Serpina di una<br />

Sonya Joncheva brava e gran bella da<br />

vedersi, formidabile nell’espressività,<br />

vera cantante-attrice come dimostra<br />

anche in una “Incoronazione di Poppea”<br />

nella quale, quanto a presenza<br />

scenica e carica sensuale, sbaraglia<br />

l’intera concorrenza. Insomma una<br />

piccola cosa che abbiamo aggiunto alle<br />

Catherina Nelidova nel ruolo di Serpina (da Dmitry Levitsky, 1773)<br />

composizioni che usiamo come antidoto<br />

ai cattivi umori nei quali i troppi<br />

Verdi e Wagner cui dobbiamo sottostare<br />

per motivi professionali non perdono<br />

occasione di precipitarci, per citarne<br />

alcune “Il trionfo del tempo e del disinganno”<br />

di Händel, la “Médée” di<br />

Charpentier e il “King Arthur” di<br />

Purcell. Perciò il caldo consiglio di<br />

tuffarsi fra le maglie della “rete”, dibattersi<br />

nel suo mai prevedibile disordine<br />

e andare a recuperare questa significativa<br />

versione de “La serva padrona”:<br />

ne vale ogni relativa pena.<br />

Giovanni Chiara<br />

ARTECULTURA21


Io ho delle antipatie molto pronunciate.<br />

A volte accantono il nome di un artista<br />

magari per futili motivi. Vorrei la<br />

perfezione assoluta anche se è davvero<br />

troppa. Devo ovviamente essere<br />

tranquilla anche così, perché l’universo<br />

artistico è complicato. Stavolta mi fermo<br />

sul gallerista Frediano Farsetti, mio<br />

vecchio amico di lunga durata, quando<br />

giunse a Cortina d’Ampezzo con molta<br />

voglia di lavorare, di porsi all’avanguardia<br />

in postazioni speciali, come<br />

fosse in guerra e stesse per iniziare una<br />

battaglia, in cui, senz’altro sarebbe<br />

andato al primo posto. Tutto ciò mi<br />

piacque e ancora oggi reputo Farsetti<br />

uno specialista dell’arte, con vivo<br />

desiderio di emergere, soprattutto nella<br />

22ARTECULTURA<br />

rivista con la copertina di Balsamo,<br />

inventata da Cesetti, da me e Pappacena.<br />

Quindi parlerò di lui come personaggio<br />

indimenticabile dagli anni di Cesetti<br />

che lo amava, gli credeva, suggeriva<br />

quali opere comperare e tenere ben<br />

strette, con fiducia, per far durare questo<br />

feeling tra di loro (parlo di Frediano ma<br />

sono due fratelli, uno ha nome Franco).<br />

Essi sono andati avanti in modo<br />

singolare con figli e nipoti. Ricevo<br />

spesso dei depliant come quello che mi<br />

hanno indirizzato oggi, che metto da<br />

parte in un segnalibro speciale, una<br />

sorta di elenco da consultare. Farsetti,<br />

in questo ultimo invio, mi segnala l’Asta<br />

che tiene a Prato, nella sua Galleria<br />

casa-madre nell’aprile 2013, in cui al<br />

posto d’onore (che è quello a Firenze,<br />

LETTERA<br />

DA PRATO<br />

di Milena Milani<br />

aperto da pochissimo tempo) si potrà<br />

ammirare una selezione di Dipinti<br />

Antichi, provenienti da committenze<br />

private e una raccolta di Arte Africana.<br />

È inutile dire che nella mia Fondazione<br />

di Savona c’è quest’arte (di cui anche<br />

Picasso era collezionista, come, del<br />

resto, lo erano gli altri artisti di allora).<br />

Farsetti è quindi in sintonia con il<br />

passato e con il futuro. È importante<br />

che le collezioni esposte si integrino<br />

con il presente che ha voci poetiche e<br />

surreali, da guardare con ardente amore<br />

e quasi inconsapevolmente. Il cuore<br />

accoglie l’arte negra, oggi che essa si<br />

presenta con i suoi temi ancora integri,<br />

dove la polvere non è scesa affatto ma<br />

anzi è valorizzata in ogni frammento<br />

vitale.<br />

Due sculture in legno di Arte Negra


NORMA e CAPRICCIO<br />

Spagnoli in Italia agli esordi della “Maniera moderna”<br />

Piero di Cosimo, Morte di Procri (1490 circa), Londra, National Gallery<br />

Firenze, Galleria degli Uffizi<br />

Sino al 26 maggio 2013<br />

“così pure dichiaro che nessuna nazione e<br />

nessun popolo (ad eccezione di uno o due<br />

spagnoli) può assimilare perfettamente né<br />

imitare la maniera di dipingere italiana<br />

(che è quella della Grecia antica), senza<br />

essere subito riconosciuto facilmente per<br />

straniero, per quanto si sforzi e lavori”.<br />

Queste le parole di Michelangelo Buonarroti<br />

raccolte nei Dialoghi romani di Francisco<br />

de Hollanda (Lisbona, 1548), che sono<br />

state d’ispirazione al primo evento<br />

espositivo dedicato all’attività degli artisti<br />

spagnoli approdati in Italia fra l’inizio del<br />

Cinquecento e gli anni venti del secolo,<br />

partecipi del fervido clima culturale animato<br />

a Firenze, a Roma e a Napoli.<br />

Nel numero di queste personalità, spinte al<br />

viaggio da un vorace desiderio di confronto<br />

con i testi fondamentali dell’arte moderna,<br />

si contano figure come quelle di Alonso<br />

Berruguete, di Pedro Machuca, di Pedro<br />

Fernández (meglio noto come lo “Pseudo-<br />

Bramantino”), di Bartolomé Ordóñez e<br />

Diego de Silóe, provenienti da diverse<br />

località della penisola iberica - Palencia,<br />

Toledo, Murcia e Burgos- e capaci di imporsi<br />

come protagonisti del ‘manierismo’<br />

europeo.Sono le fonti storico-artistiche<br />

italiane a riconoscer loro una posizione<br />

preminente sulla scena internazionale del<br />

Cinquecento. Giorgio Vasari, ad esempio,<br />

nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori<br />

ed architettori ricorda il Berruguete accanto<br />

a Rosso e Pontormo nello studio delle opere<br />

di Michelangelo e Leonardo; ma anche<br />

Pietro Summonte, celebre letterato<br />

campano, cita i lavori di Ordóñez e De<br />

Silóe in una lettera del 1524 sui più<br />

importanti monumenti di Napoli. La mostra<br />

si articola pertanto in quattro sezioni che,<br />

nel rispetto di una scansione geografica,<br />

intendono accostare prestigiosi capolavori<br />

creati da simili artisti a straordinarie<br />

testimonianze della produzione italiana fra<br />

Quattro e Cinquecento.<br />

In quella d’apertura, dedicata a Firenze, si<br />

ricostruirà l’attività italiana di Alonso<br />

Berruguete, studiata da Roberto Longhi e<br />

Federico Zeri: si avrà così l’inedita<br />

possibilità di confrontare direttamente le<br />

opere riferite all’artista - oggi per lo più<br />

conservate agli Uffizi e in altri importanti<br />

musei italiani e stranieri (la Collezione<br />

Loeser in Palazzo Vecchio e la Galleria<br />

Borghese a Roma) - valutandone allo stesso<br />

tempo la modernità nell’accostamento a<br />

risultati significativi di pittori e scultori a<br />

lui contemporanei, fra cui Andrea del Sarto,<br />

Rosso, Pontormo, Baccio Bandinelli e<br />

Jacopo Sansovino. Si potrà giudicare il<br />

peso che la tradizione cittadina ebbe<br />

sull’arte di Alonso anche grazie ad autografi<br />

di Donatello, Leonardo, Michelangelo,<br />

Filippino Lippi e Piero di Cosimo, tutti<br />

presenti in mostra.<br />

Nella seconda sezione, attorno alle tavole<br />

di Pedro Machuca, si rifletterà invece sul<br />

contributo di questo pittore alla bottega di<br />

Raffaello a Roma fra gli anni dieci e venti,<br />

verificando l’influenza che la lezione del<br />

Sanzio ebbe sull’Italia del Sud attraverso i<br />

dipinti di Pedro Fernández, attivo nella<br />

penisola fra Milano, il Lazio e la Campania.<br />

La terza sezione proporrà al pubblico alcune<br />

eccezionali sculture eseguite da Bartolomé<br />

Ordóñez e Diego de Silóe durante la loro<br />

residenza partenopea nel secondo decennio<br />

del secolo, vertici assoluti della statuaria<br />

‘manierista’: di esse si illustreranno i riflessi<br />

sulla cultura campana, grazie alle opere di<br />

Girolamo Santacroce e di Domenico<br />

Napolitano.<br />

Nell’ultima sezione della mostra si<br />

presenteranno invece creazioni realizzate<br />

da questi stessi artisti iberici al loro rientro<br />

in patria, fra Valladolid, Granada e Toledo,<br />

così da permettere ai visitatori di valutare<br />

l’eredità della lezione italiana sul loro stile<br />

e sul loro linguaggio figurativo.<br />

info: www.polomuseale.firenze.it/uffizi<br />

Raffaello, Ritratto di papa Leone X con i cardinali<br />

Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, 1518-1519,<br />

Firenze Cappelle Medicee<br />

Dal 25 marzo al 6 ottobre 2013<br />

Il Museo delle Cappelle Medicee celebrerà<br />

la figura di Leone X, primo papa di Casa<br />

Medici, a cinquecento anni dall’elezione al<br />

soglio pontificio. Dall’angolo visuale<br />

fiorentino, la mostra seguirà la vita di<br />

Giovanni, figlio secondogenito di Lorenzo<br />

il Magnifico, dalla nascita a Firenze nel<br />

1475 fino al 9 marzo 1513, quando venne<br />

eletto papa, e al suo breve ritorno in patria<br />

nel 1515. Le prime sezioni dell’esposizione<br />

sono dedicate all’educazione del futuro<br />

papa. Eletto cardinale in tenera età,<br />

LEONE X<br />

e FIRENZE<br />

Giovanni subì le drammatiche sorti della<br />

sua famiglia che nel 1494 fu cacciata da<br />

Firenze dove poté fare ritorno solo nel<br />

1512. Opere di Botticelli, Andrea Sansovino,<br />

Granacci, Ghirlandaio e Perugino<br />

illustreranno questa parte del percorso.<br />

Nella seconda sezione della mostra questi<br />

avvenimenti saranno ripercorsi anche per<br />

tramite della produzione artistica fiorentina,<br />

e s’ intersecheranno con le vicende<br />

del giovane cardinale di cui saranno<br />

evidenziati quegli interessi e passioni che<br />

sbocciarono al tempo della sua elezione al<br />

soglio pontificio col nome di Leone, nome<br />

da lui scelto non solo per celebrare alcuni<br />

suoi eminenti predecessori, ma anche per<br />

evocare il leone (marzocco),l’animale<br />

simbolo di Firenze. La terza sezione sarà<br />

dedicata al pontificato di Leone X e ai<br />

riflessi che ebbe nell’Urbe. Gli anni del<br />

papato leonino furono celebrati come una<br />

nuova “età dell’oro” in cui la capitale<br />

della cristianità poté rivivere per opera di<br />

artisti, poeti e umanisti, le istanze del<br />

mondo classico. Info: 0552388602<br />

ARTECULTURA<br />

23


Il punto Maestri contemporanei<br />

Mario Moretto<br />

POSTUMA DI SCULTURA VIVENTE<br />

IL NUDO - L’OGGETTO - L’IRONIA<br />

Sala Olimpia <strong>Artecultura</strong> 16-30 Maggio 2013<br />

1<br />

Milano - Sala Olimpia <strong>Artecultura</strong> quentemente testimoniato in negati-<br />

2<br />

la suggestiva linea della scultura ita-<br />

dal 16 al 30 maggio 2013.<br />

vo. Pertanto nel percorso creativo di liana nella quale Arturo Martini, Gia-<br />

C’è nell’organica vena espressiva di Moretto la sua forma scultorea, il suo como Manzù, Francesco Messina sep-<br />

Mario Moretto (1933-2011) in primo stile, leggono con occhi e sensibilità pero sia pure con accenti ed interpre-<br />

luogo un sensibile confronto della sua moderne nell’arte del passato, a comintazioni diverse perseguire quella di-<br />

scultura con la dimensione del temciare da quella etrusca, classica, sino mensione di ricerca che si dispiega a<br />

po. L’arte non può tranciare di colpo a certe particolari attenzioni per la partire dal Rinascimento per arrivare<br />

il rapporto con il suo passato, antico o scultura romanica. Ma occorre preci- sino ai nostri giorni, con la sua colta<br />

recente, non potrebbe, perché esso è sare, Moretto non è un passatista e predisposizione per la bellezza for-<br />

inestricabilmente legato alla sua esi- nemmeno un citazionista, per lui il pasmale, l’approfondimento plastico ed<br />

stenza ed identità, ed anche se lo fasato è uno stimolo, un punto interro- elegante al tempo stesso della figura<br />

cesse, il prezzo da pagare sarebbe pargativo, una sfida che penetra nella cul- umana, la sua indagine nell’ambito<br />

ticolarmente alto, come del resto antura e nella vita artistica del Novecen- della psicologia e della sfera dei sentiche<br />

certe contraddittorie e discutibili to e solo ingenuità o pregiudizio lo menti e delle emozioni. Del resto se ci<br />

posizioni “d’avanguardia” hanno elo-<br />

24 ARTECULTURA<br />

possono ignorare. Egli si pone in quel- si guarda intorno, nel panorama della<br />

!<br />

2


scultura contemporanea, anche ad<br />

un’osservazione superficiale, ci si accorge<br />

che è proprio la mancanza di<br />

questi elementi a rendere spesso oscuro<br />

e non appagante il rapporto del<br />

pubblico con le attuali tendenze<br />

sperimentatrici. Vi è poi da sottolineare<br />

come la scultura di Moretto si mantenga<br />

all’interno di un perimetro figurale<br />

in cui la rappresentazione della<br />

donna acquista una notevole e significativa<br />

importanza. Slanciata nei<br />

3<br />

4<br />

5<br />

suoi accenni di danza, accovacciata,<br />

oppure intravista in pose meditative,<br />

essa sprigiona una sensibile energia<br />

spirituale. E’ sufficiente osservare la<br />

grazia raffinata, il rapido guizzo della<br />

luce sui volumi, la plasticità ammorbidita<br />

pur nella durezza del bronzo,<br />

per rendersi conto dell’indole<br />

evocativa, della duttilità modellante e<br />

psicologica che caratterizza il modus<br />

operandi di Moretto. Anche nel movimento<br />

più ardito la figura non si scom-<br />

6<br />

7<br />

8<br />

pone, non perde nulla di una sua innata<br />

poesia danzante che l’artista deve<br />

solo “trovare” e comunicare. Sempre<br />

nei suoi lavori un ritmo intenso, ma<br />

non esasperato dissolve ogni idea di<br />

staticità, di volume chiuso e impenetrabile.<br />

Ma un altro ambito di ricerca nel quale<br />

Mario Moretto ha espresso una straordinaria<br />

vitalità creativa è il suo<br />

Bestiario. Gatti, Civette, rinoceronti,<br />

cavalli, tori, sono sviluppati nella re-<br />

ARTECULTURA25<br />

9


altà drammatica della vita, con il suo<br />

alternarsi di gioia e di dolore. Paura,<br />

coraggio, dinamismo, astuzia, qualità<br />

che presenti nell’uomo, da Moretto<br />

vengono intuiti nell’animale con maggior<br />

partecipazione emotiva, con tratti<br />

stilistici di articolazione quasi espressionista.<br />

Il suo Bestiario diventa<br />

nell’emblematicità metaforica il segno<br />

di una condizione che accomuna tutti,<br />

uomini ed animali, mossi dalla forza<br />

misteriosa e potente dell’istinto. Ma<br />

26 ARTECULTURA<br />

10<br />

11<br />

12<br />

nell’animale con un senso di maggior<br />

nobiltà, perché più puro, più sincero,<br />

lontano da ogni sofisticata strategia.<br />

E’ questa primitiva forza che la scultura<br />

di Moretto interpreta con eloquente<br />

coerenza, anche sul filo di una limpida<br />

ironia. Molteplici sono state le<br />

mostre ed i riconoscimenti di Mario<br />

Moretto nel corso della sua attività,<br />

nonché i critici che si sono occupati<br />

della sua opera, da Mario De Micheli,<br />

a Curzia Ferrari, Domenico Cara ed<br />

13 14<br />

16<br />

Le opere di repertorio<br />

1-Ragazza seduta<br />

2 -Commissione Tributaria<br />

3-Ritratto di Bruna<br />

4-Canguro<br />

5-Gallo<br />

6-Riccio<br />

7-Carogna<br />

8-Figura Grottesca<br />

9-Pensieri<br />

10-Desiderio di circo<br />

11-Rospo<br />

12-Capra<br />

13-Homo cellularis<br />

14-Manager<br />

15-Granchio<br />

16-Gufo<br />

altri. Autori che hanno, pur con sensibilità<br />

differenti, sottolineato la personale<br />

originalità di Moretto di intendere<br />

la scultura ed il suo rapporto con la<br />

vita. Un giorno l’artista aveva affermato:<br />

“..Sono come un gatto, non mi sottometto<br />

mai ”. Parole che le sue sculture,<br />

la sua esistenza hanno autenticamente<br />

e creativamente sottoscritto.<br />

Teodosio Martucci<br />

15


Gianpietro Maggi “MATTINO”, cm. 30x40<br />

ARTECULTURA 27


50 anni, anzi 51, sono molti per la storia di<br />

una galleria d’arte, una vicenda sempre in<br />

bilico tra imprenditoria e formazione<br />

culturale. La galleria nasce in una libreria,<br />

attività principale della famiglia Cortina dal<br />

1946, quando Renzo, il più giovane dei tre<br />

fratelli, vende il suo primo quadro, un<br />

Sironi nel 1961. L’anno dopo inizia<br />

l’attività espositiva affiancata per ben 25<br />

anni dalla libreria, situate entrambe negli<br />

storici locali di Piazza Cavour. Mercato,<br />

cultura ed editoria hanno percorso strade<br />

parallele, non possiamo infatti sottovalutare<br />

l’importanza del ruolo di proposizione<br />

culturale che la Galleria, come del resto le<br />

altre Gallerie storiche, ha svolto in tutti<br />

questi anni, sovrapponendosi,affiancandosi,<br />

e talvolta sostituendosi alla<br />

proposta culturale della città.<br />

Testimoniano i fatti l’amicizia e la<br />

collaborazione con i grandi Sindaci e<br />

assessori di Milano degli anni ’60 e ’70,<br />

Lino Montagna, Aldo Aniasi, Carlo Tognoli<br />

e Paolo Pillitteri e con istituzioni, musei e<br />

fondazioni in Italia e all’estero nel<br />

prosieguo degli anni.<br />

Una storia familiare, come da tradizione<br />

tra i grandi galleristi italiani, che lega il<br />

28 ARTECULTURA<br />

50 e oltre<br />

Storia di una galleria d’arte:<br />

la Galleria Cortina 1962-2013<br />

a cura di Susanne Capolongo - testi critici di Flaminio Gualdoni e Maria Teresa Ferrari<br />

Galleria d’Arte Contemporanea “Virgilio Guidi” - Cascina Roma<br />

San Donato Milanese (MI), Piazza delle Arti 1<br />

Inaugurazione: sabato 11 maggio, ore 18.30 - dal 12 maggio al 23 giugno 2013<br />

padre Renzo, scomparso nel 1987, al figlio<br />

Stefano, fatta di amicizie e solidarietà, di<br />

progetti condivisi, di successi e di cadute,<br />

spesso mirando più alla gloria di una mostra<br />

di successo che al profitto di un affare fine<br />

a se stesso.<br />

Questo è il senso della mostra che ripercorre<br />

i 51 anni di storia attraverso i<br />

personaggi ed i movimenti artistici che ne<br />

sono stati protagonisti.<br />

Dal Futurismo con Depero, Balla e Sironi,<br />

allo Spazialismo con Fontana, Dova e<br />

Crippa, dalla Pop Art e dintorni di Warhol,<br />

Schifano e Tadini al Realismo Esistenziale<br />

di Romagnoni, Guerreschi e Cazzaniga,<br />

dall’Arte Cinetica di Dadamaino, Morandini,<br />

Tornquist e Apollonio alla Geometrica<br />

di Munari e Carmi, alla grande<br />

scultura italiana di Minguzzi e Agenore<br />

Fabbri alle esperienze informali di Mathieu<br />

e Turcato, alla poesia visiva e alla<br />

performance art di Chopin , alla MEC ART<br />

di Rotella, non tralasciando i giovani che<br />

la Galleria ha da sempre promosso e seguito<br />

come Giovanni Cerri e Oki Izumi. Una<br />

sezione speciale sarà dedicata a Dino<br />

Buzzati, conterraneo e grande amico di<br />

Renzo, passione poi trasmessa al figlio<br />

Stefano. Saranno esposti oli e disegni,<br />

alcuni inediti, che testimoniano il senso<br />

della profonda amicizia che legava i due<br />

bellunesi e che rese Renzo il gallerista in<br />

esclusiva di Dino Buzzati sino alla sua<br />

morte nel 1972.<br />

Il racconto di questi anni è reso possibile<br />

dalle testimonianze fotografiche che ne<br />

hanno accompagnato le mostre e gli eventi<br />

ed a rappresentare questo aspetto una sala<br />

sarà dedicata a Maria Mulas, partecipe del<br />

passaggio di tanti amici che hanno vivacizzato<br />

quello che tra i primi diventò<br />

dagli anni ’60 un autentico salotto letterario,<br />

crogiuolo di idee e fucina di<br />

iniziative grazie alla frequentazione di<br />

personaggi quali Indro Montanelli e Dino<br />

Buzzati, Alberto Moravia e Salvatore<br />

Quasimodo, Jack Kerouac e Andy Warhol.<br />

In oltre 670 mostre allestite nei vari spazi<br />

della galleria nelle sue varie sedi ed in oltre<br />

un centinaio di esposizioni organizzate<br />

presso Gallerie Pubbliche, Musei e<br />

Fondazioni sono stati quasi mille gli artisti,<br />

pittori, scultori, fotografi, performer,<br />

illustratori, designer presentati al pubblico<br />

dalla Galleria Cortina dal 1962 ad oggi.<br />

Dopo la mostra del 2002, dedicata ai 40


Da sinistra nelle riproduzioni<br />

Renzo Cortina e il figlio Stefano - Guido Ballo e<br />

Renzo Cortina - Emilio Tadini e Stefano Cortina alla<br />

mostra del 1996<br />

anni della Galleria Cortina, prosegue la<br />

consolidata collaborazione tra il Comune<br />

di San Donato Milanese e l’Associazione<br />

Culturale Renzo Cortina – intitolata al<br />

fondatore della Galleria – che hanno più<br />

volte colto occasione di cooperare, proponendo<br />

numerose rassegne dedicate sia ai<br />

grandi maestri che ai giovani artisti,<br />

filosofia che caratterizza da sempre la<br />

proposta culturale della Galleria d’Arte<br />

Contemporanea di Cascina Roma nel segno<br />

collaborativo e fattivo tra pubblico e<br />

privato.<br />

I Cortina<br />

Flaminio Gualdoni<br />

“È bello sapere che, pur nei travagli<br />

profondi del mercato artistico italiano,<br />

esistono ancora gallerie in grado di<br />

celebrare i propri cinquant’anni di vita.<br />

È bello, perché in una situazione come la<br />

nostra, che solo in decenni molto recenti<br />

ha potuto contare su un’iniziativa pubblica<br />

di qualche adeguatezza, il ruolo delle<br />

gallerie è stato ancor più decisivo che in<br />

altri ambiti. Se, per intenderci, altrove le<br />

gallerie hanno agito da stimolo critico nei<br />

confronti delle istituzioni oppure da vere e<br />

proprie complici di politica culturale, in<br />

Italia esse hanno rappresentato per decenni<br />

l’ambito unico di sperimentazione, proposta,<br />

documentazione.<br />

Dunque, cinquant’anni e una manciata di<br />

mesi. Mezzo secolo da quando nel 1962<br />

Renzo Cortina, libraio e editore di vaglia,<br />

decide di fare del proprio ampio spazio in<br />

piazza Cavour anche una galleria d’arte.<br />

Libreria e galleria insieme è una formula<br />

che funziona, e che a Milano ha dato gran<br />

EVENTI COLLATERALI<br />

MOSTRA 50 E OLTRE<br />

VENERDI 17 MAGGIO ORE 21<br />

OMAGGIO A DINO BUZZATI<br />

RACCONTO A DUE<br />

Parole Immagini Video<br />

Con Maria Teresa Ferrari e Lucia<br />

Bellaspiga<br />

VENERDI 24 MAGGIO ORE 21<br />

Il Teatro Stabile di Verona presenta<br />

“POEMA A FUMETTI”<br />

Testi e disegni di Dino Buzzati<br />

con Paolo Valerio<br />

Musiche originali di Antonio Di Pofi<br />

Eseguite dal vivo al pianoforte da<br />

Sabrina Reale<br />

Videoproiezione delle immagini originali<br />

VENERDI 7 GIUGNO ORE 21<br />

CONCERTO IN "ARTE"<br />

Concerto di Musica Classica<br />

Direzione Artistica YUKIE SUZUKI<br />

Esecutori SHIHO FUJITA (Soprano)<br />

YUKA MATAYOSHI (Soprano)<br />

HAYATO YAMAGIWA (Tenore)<br />

Al pianoforte YUKIE SUZUKI<br />

MERCOLEDI 12 GIUGNO ore 18.30<br />

TAVOLA ROTONDA SU ARTE E<br />

COLLEZIONISMO<br />

Intervengono:Flaminio Gualdoni,<br />

critico d’arte artista<br />

Giovanni Cerri, artista<br />

Stefano Cortina, gallerista<br />

Gli incontri si terranno presso<br />

Cascina Roma, piazza delle Arti<br />

San Donato Milanese ( MI )<br />

Per informazioni tel. : 0255603159<br />

frutti: giusto per far tre nomi, si pensi a<br />

Salto, ad Arturo Schwarz, all’Einaudi di<br />

Valdo Aldrovandi.<br />

Cortina, poi, l’istinto del far circolare<br />

cultura l’ha nel sangue. Bellunese d’origine,<br />

cresciuto nella Milano vivida e<br />

intraprendente degli anni ’30 e ’40, nel<br />

secondo dopoguerra egli comprende da<br />

subito l’importanza di una casa d’edizioni<br />

specializzata in testi universitari, medici<br />

soprattutto. Fattosi ardito, è tra i primi a<br />

intuire che la libreria è luogo d’incontro<br />

prima ancora che di vendita, la “casa” in<br />

cui lettori e autori – autori, dico, come Jack<br />

Kerouac o Erich Segal – possono ricostituire<br />

nella modernità le parvenze del<br />

cenacolo intellettuale.<br />

Perché non replicare il modello anche nel<br />

campo artistico? Cortina immagina una<br />

galleria che, pur senza assumere il piglio<br />

didascalico ed esoterico del luogo d’avanguardia,<br />

si faccia ambito propositivo<br />

delle esperienze nuove, consacrando autori<br />

in vista della maturità oppure proponendone<br />

di nuovi, a una cerchia che non<br />

sia quella ristretta degli iniziati.<br />

Passano in queste sale Bruno Cassinari e<br />

Salvatore Fiume, Roberto Crippa e Gianni<br />

Bertini, Miguel Berrocal e, per non<br />

smentire una passione che comunque dice<br />

di carta e inchiostro, la serie memorabile<br />

di tavole del Poema a fumetti di Dino<br />

Buzzati, altro grande bellunese.<br />

Le gallerie diventano ben presto due, visto<br />

che già nel 1968 allo spazio di piazza<br />

Cavour si affianca quello di via Fatebenefratelli<br />

all’angolo di via De Marchi.<br />

Renzo Cortina vive cultura come respira, è<br />

appassionato e curioso, e a tutto ciò<br />

aggiunge un piglio imprenditoriale autenticamente<br />

moderno. Quella Milano,<br />

entusiasta e dinamica, certo lo aiuta: è un<br />

clima fervido, frequentare e apprezzare<br />

l’arte è fatto di cultura condivisa, il boom<br />

economico fa la sua parte.<br />

I primi anni ’70 portano il fenomeno del<br />

multiplo d’arte, destinato a un successo non<br />

duraturo ma, nei ragionari di quel tempo –<br />

si pensi alle mode pop e cinetico- programmate,<br />

alle contaminazioni con il design,<br />

all’utopia d’un’arte a basso costo e diffusione<br />

ampia – perfettamente innovativo. Cortina<br />

decide da subito di essere della partita, non<br />

solo contribuendo in modo decisivo alla<br />

fama internazionale di un Berrocal, ma<br />

contaminando personalità di più radicata<br />

formazione disciplinare – da Gianni Dova<br />

a Mario Rossello, da Luciano Minguzzi a<br />

Novello Finotti – con figure eminenti<br />

dell’avanguardia, Man Ray e César su tutte.<br />

Si moltiplicano le librerie, e l’edizione dei<br />

multipli consente di abbozzare una rete<br />

distributiva ad ampio raggio che riguardi<br />

anche l’arte. Gli anni ’70 sono, a tutti gli<br />

effetti, il momento di maggior fulgore di<br />

Renzo Cortina.<br />

È in questo tempo, nel 1976 per l’esattezza,<br />

che egli si affianca come collaboratore<br />

primario il figlio Stefano, giovanissimo ma<br />

già anch’egli affetto dal morbo dell’arte e<br />

del libro.<br />

Il decennio nuovo porta, purtroppo, la<br />

malattia di Renzo e un progressivo<br />

ridimensionarsi dell’attività conseguente al<br />

diminuire delle energie.<br />

Alla fine del 1986 Renzo e Stefano lasciano<br />

la libreria leggendaria di piazza Cavour e<br />

decidono di dedicarsi solo all’attività<br />

artistica. Lo spazio nuovo è vicinissimo, in<br />

via Turati 3.<br />

Renzo non potrà vederne l’inaugurazione,<br />

in autunno, perché scompare il 20 marzo<br />

1987. A battezzare lo spazio nuovo è una<br />

personale di Aldo Cortina, fratello maggiore<br />

di Renzo, valente pittore oltre che, a<br />

sua volta, libraio e editore dalle imprese<br />

memorabili. Stefano continua a coltivare<br />

una passione formidabile per il libro (cosa<br />

che fa sì che ancor oggi, a ogni mostra, il<br />

catalogo sia per lui elemento fondante(...)”<br />

Info: tel. 0233607236<br />

ARTECULTURA29


MeMus<br />

Terrae Motus<br />

Mercoledì 27 marzo negli Appartamenti<br />

Storici della Reggia di Caserta, è stata<br />

inaugurata la mostra MeMus – Terrae<br />

Motus, organizzata dalla Soprintendenza<br />

in collaborazione con MeMus (Museo e<br />

Archivio Storico del Teatro di San Carlo) e<br />

con Civita.<br />

La mostra intende valorizzare la collezione<br />

Terrae Motus, legata alla Reggia fin dal<br />

1992 per volontà del collezionista Lucio<br />

Amelio, facendola dialogare per la prima<br />

volta con “Arte all'Opera, Opera ad Arte”,<br />

la mostra con cui il primo ottobre 2011 è<br />

stato inaugurato il MeMus, Museo e<br />

Archivio Storico del Teatro di San Carlo, a<br />

cura di Laura Valente, Giusi Giustino,<br />

Nicola Rubertelli e Giulia Minoli. Alle<br />

importanti opere di Kiefer, Ontani,<br />

Paladino, Paolini e Rauschenberg, si<br />

affiancano i preziosi manufatti realizzati<br />

dagli stessi artisti per la messa in scena di<br />

rappresentazioni al Teatro di San Carlo,<br />

poi successivamente esposte nell’ambito<br />

della mostra “Arte all’Opera” negli spazi<br />

del MeMus, lo spazio museale del Lirico di<br />

Napoli sito nel Palazzo Reale, all'interno<br />

del quale sono raccolte foto di scena,<br />

bozzetti, costumi e altri suggestivi elementi<br />

di scenografie.<br />

Così West Go Ho (1986) di Robert<br />

Rauschenberg dialoga “alla grande” con i<br />

“neapolitan gluts” realizzati dall’artista<br />

americano da poco scomparso, per Lateral<br />

Pass di Trisha Brown (San Carlo, stagione<br />

1986-1987); le invenzioni di Luigi Ontani<br />

per Garibaldi en Sicile di Marcello Panni<br />

(stagione 2004-2005) si misurano con<br />

l’opera casertana Fofo non ha fifa (1986);<br />

l’olio e terracotta su tela di Anselm Kiefer<br />

(Et la terre tremble ancore, 1982) si<br />

confronta con i costumi e le scene realizzati<br />

per Elektra di Strauss (stagione 2003-2004);<br />

Re Uccisi dal decadere della forza (1981)<br />

di Mimmo Paladino “parla” alle scenografie<br />

realizzate per il Tancredi di Gioacchino<br />

Rossini, rappresentato al Lirico di Napoli<br />

nel 2002 per la regia di Toni Servillo.<br />

Infine, quanto ideato da Giulio Paolini per<br />

i titoli wagneriani Die Walküre (stagione<br />

2004-2005) e Parsifal (stagione 2007-2008),<br />

si raffronta con due opere dello stesso artista<br />

presenti nella collezione casertana: un<br />

intellettualistico Senza titolo (1966) ed<br />

un’istallazione di gusto decisamente<br />

neoclassico, L’altra figura (1986).La mostra<br />

MeMus – Terrae Motus ospita inoltre le<br />

foto di scena di Luciano Romano, artista<br />

napoletano che dal 1985 è testimone<br />

prezioso delle produzioni del Teatro di San<br />

Carlo. Sino al 3 giugno. Info 0823 448084;<br />

30 ARTECULTURA<br />

Paestum, Tempio di Poseidone<br />

ROSANTICO<br />

Natura Bellezza Profumi nella Magna Grecia<br />

Al Museo Archeologico Nazionale di<br />

Paestum, dal 23 marzo, contestualmente<br />

al ripristino del roseto nell’area dei templi,<br />

in mostra i temi della Natura e della<br />

Bellezza: a partire dal mito di Venere<br />

(incardinato, nell’allestimento ‘plurisensoriale’,<br />

su opere cruciali del valore<br />

delle sculture di Afrodite da Sinuessa e da<br />

Teano e del vaso del Pittore di Afrodite), la<br />

trama fitta di relazioni, tra gli ambienti<br />

mediterranei magici che conquistarono i<br />

coloni della Magna Grecia, la cura del<br />

corpo, alla luce degli ideali classici che<br />

ancora improntano l’estetica d’Occidente,<br />

e i rituali della vita quotidiana, aromi e<br />

profumi, salute, alimentazione.<br />

Facendo leva, come filo conduttore e<br />

tracciati di orientamento, sulle declinazioni<br />

della rosa nei rispettivi ambiti di<br />

applicazione: cosmesi naturale, ciprie,<br />

profumi, con riferimento alle tecniche<br />

raffinate di preparazione di epoca romana,<br />

suppellettili e complementi di abbigliamento<br />

e d’arredo, vasi, specchi,<br />

‘cassette’ antesignane dei beautycase<br />

dell’era dei consumi superflui, gioielli; per<br />

evocare, infine, attraverso i laboratori di<br />

degustazione mirati che accompagneranno<br />

l’esposizione nel parco di Velia, gli ulivi<br />

millenari che costituivano la materia prima<br />

distillata delle preparazioni cosmetiche, e<br />

i sapori della tavola popolare e aristocratica,<br />

cibi, liquori, conserve, mieli<br />

che la rosa ha ‘condito’ per secoli.<br />

Non abbiamo notizie precise sulla<br />

fondazione della città, ma si potrebbe<br />

ipotizzare che essa sia stata fondata da una<br />

minoranza di Dori Sibariti, cacciati via<br />

dalla maggioranza Achea. Dai dati<br />

archeologici contestuali, si può tentare<br />

una ricostruzione verosimile del quadro<br />

che portò alla nascita della città: verso la<br />

metà del VII secolo a.C., la città di Sibari<br />

iniziò a creare una serie di "sub-colonie"<br />

lungo la costa tirrenica, con funzioni<br />

commerciali: tra esse si annoverano Laos<br />

ed uno scalo, il più settentrionale, presso la<br />

foce del Sele, dove venne fondato un<br />

santuario dedicato ad Hera, con valenza<br />

probabilmente emporica. I Sibariti giunsero<br />

nella piana del Sele tramite vie interne che<br />

la collegavano al Mare Jonio. Grazie ad un<br />

intenso traffico commerciale che avveniva<br />

sia per mare - entrando in contatto con il<br />

mondo greco, etrusco e latino - sia via<br />

terra - commerciando con le popolazioni<br />

locali della piana e con quelle italiche nelle<br />

vallate interne - nella seconda metà del VII<br />

secolo a.C. si sviluppò velocemente<br />

l'insediamento che poi dovette dar luogo a<br />

Poseidonia, sviluppo della città accelerato<br />

certamente anche da un preciso progetto di<br />

inurbamento. Una necropoli, scoperta nel<br />

1969 subito al di fuori delle mura della<br />

città, contenente esclusivamente vasi greci<br />

di fattura corinzia, attesta che la polis<br />

doveva essere in vita già intorno all’anno<br />

625 a.C. Dal 560 a.C. al 440 a.C. si assiste<br />

al periodo di massimo splendore e ricchezza<br />

di Poseidonia. Tale apice fu dovuto a diversi<br />

fattori, alcuni dei quali si possono<br />

ravvisare, ad esempio, alla recessione della<br />

presenza e dell’influenza etrusca sulla riva<br />

destra del Sele nella prima metà del VI<br />

secolo a.C. Con l'allentarsi della presenza<br />

etrusca, si dovette creare un vuoto di potere<br />

ed economico nella zona a nord del Sele,<br />

vuoto di cui non poté non avvantaggiarsi<br />

ed approfittare Poseidonia.<br />

La mostra è in programmazione sino al 31<br />

ottobre 2013. Info www.cilento-net.it<br />

Aoristias


MAX HAMLET SAUVAGE<br />

Eros e Thanatos in un icastico ed impegnato Surrealismo Pop<br />

Lecce, ex Convento dei Teatini<br />

Dall’ 11 maggio al 10 giugno 2013<br />

Si inaugura il prossimo 11 maggio (h.<br />

18,30) una importante Antologica<br />

dedicata all’artista MAX HAMLET<br />

SAUVAGE. In mostra centocinquanta<br />

opere tra sculture e dipinti realizzati<br />

tra il 1973 e il 2013 e che documentano<br />

il suo lungo iter creativo, ispirato ad un<br />

graffiante SURREALISMO POP, ricco<br />

però di suggestioni che spaziano dalla<br />

cultura mediterranea alla Metafisica,<br />

al confronto con importanti figure<br />

dell’arte contemporanea come De<br />

Chirico, Man Ray, Warhol.<br />

A Max Hamlet Sauvage spetta sicuramente<br />

il merito di essere stato uno<br />

dei primi artisti a porre direttamente in<br />

relazione il medium della pittura con<br />

l’altro medium emergente della<br />

comunicazione di massa: il fumetto.<br />

Infatti le sue immagini hanno l’allure<br />

tipica del fumetto, con i suoi personaggi<br />

misteriosi, gangsters, mafiosi, modelle,<br />

Una suggestiva composizione di Max Hamlet Sauvage<br />

miliardari, spesso collocati in ambienti<br />

da jet society come piscine, limousine,<br />

ville faraoniche, spiagge caraibiche,<br />

con teste di animali, quali civette, leoni,<br />

galli a suggellare il lato inquietante,<br />

torbido, di queste strisce di surrealismo<br />

che “senza se e senza ma” mettono a<br />

nudo la facciata, spesso triste, corrotta,<br />

ipocrita del potere nelle sue molteplici<br />

varianti. Già perché il surrealismo di<br />

Max Hamlet non è uno scontato<br />

onirismo, una comoda e smaliziata<br />

esplorazione evocativa del proprio<br />

inconscio, ma uno strumento visivo di<br />

aperta critica sociale, che in primo<br />

luogo interpella la coscienza civile di<br />

chi si pone a diretto contatto con le sue<br />

opere. Da qui appare subito evidente<br />

l’attualità del discorso creativo<br />

dell’artista, plastico nel rigore grafico<br />

ed espressivo delle sue composizioni.<br />

La sua pittura si alimenta di incubi,<br />

trasmette volutamente un’idea di<br />

bellezza stereotipata, luccicante e<br />

patinata, proprio perché oggi la società<br />

sostanzialmente si nutre di questo. Il<br />

Surrealismo Pop di Max Hamlet è stato<br />

interpretato con accenti diversi da<br />

importanti critici d’arte come Arturo<br />

Schwarz, Roberto Sanesi, Giorgio Di<br />

Genova, Pierre Restany, Vittorio Sgarbi<br />

ed altri che hanno sottolineato<br />

l’originalità ed il fondamento culturale<br />

ed espressivo del linguaggio di Max<br />

Hamlet. Dice l’artista: “ Se c’è qualcosa<br />

di eterno in noi, se c’è ancora qualcosa<br />

di noi, che resta quando non rimane più<br />

nulla, questa cosa è solo l’Amore”. Ed<br />

è questa probabilmente la chiave<br />

risolutiva per penetrare nel mistero di<br />

Max Hamlet nel quale inconsciamente<br />

o meno si può rispecchiare l’enigma di<br />

noi tutti, il continuo travaglio e sorpresa<br />

a cui incessantemente l’esistenza ci<br />

pone e sottopone. (Aoristias)<br />

Info 3338243842<br />

ARTECULTURA31


IMMAGINI E LUOGHI<br />

a cura di Aoristias<br />

ALL’”ACANTO” DI PACHINO<br />

LE GRANDI MOSTRE DI PITTURA<br />

“E’ tornato forse il “Gruppo 6”, Circolo<br />

d’Arte che alcuni decenni fa agitò le acque<br />

stagnanti della cultura di Pachino e dintorni,<br />

lasciando un segno nella produzione<br />

artistica e letteraria ?<br />

No, e non ci illudiamo che possa tornare<br />

(ogni cosa va configurata nel tempo che<br />

l’ha prodotta), ma qualcosa di quel glorioso<br />

sodalizio si scorge all’orizzonte del nostro<br />

avanzato giorno, perché alcuni di quel<br />

manipolo siamo ostinatamente sulla breccia<br />

con una carica pressoché intatta di voler<br />

fare, creare, proporre, per dare ancora un<br />

contributo alla cultura ch’è il fiore<br />

all’occhiello di un popolo, bene prezioso,<br />

fattore di progresso umano e spirituale. E’<br />

nata una galleria d’arte. Promotore ed<br />

organizzatore del nuovo sodalizio, che<br />

raccoglie i semi di quei rigogliosi frutti,<br />

Giovanni Jurato, pittore di gran pregio,<br />

tornato ai tepori e agli ardori di Sicilia dalle<br />

romantiche brume lombarde dove si è fatto<br />

apprezzare per le sue originali pitture che<br />

sanno emozionare e far vibrare le corde<br />

dell’anima.<br />

L’intitolazione della galleria d’arte -<br />

l’”Acanto” - è stata scelta perché l’acanto è<br />

una caratteristica pianta della macchia<br />

mediterranea che prospera rigogliosa là<br />

dove il sole non picchia implacabile, a<br />

ridosso delle prode e dei muri, dove l’ombra<br />

sonnecchia e la rugiada riflette la luna e<br />

l’ultima stella. L’acanto, pianta nobile<br />

presente da sempre nell’arte, è specialmente<br />

motivo di decorazione architettonica tipico<br />

del capitello corinzio che tanti templi<br />

dell’antichità classica adorna. Proprio Jurato<br />

ai primi di gennaio ha inaugurato la serie<br />

delle grandi mostre previste per il primo<br />

scorcio del 2013: ha presentato le sue<br />

ultime opere, “voce dell’ambiente nella<br />

luce mediterranea”, come la rivista<br />

“<strong>Artecultura</strong>” ha titolato un nostro cenno<br />

critico.<br />

L’artista vi racconta le sue ultime sensazioni<br />

che percorrono le vie del sole. E’ seguito<br />

Paolo Rabito, dal 2 al 28 febbraio, che del<br />

realismo ha fatto il suo modo di esprimersi,<br />

ottenendo lusinghieri successi. La sua è<br />

un’operazione importante anche per la<br />

32 ARTECULTURA<br />

conservazione della memoria: il vicino<br />

borgo marinaro di Marzamemi, le case<br />

rurali, le residenze baronali, tutta<br />

l’architettura contadina e popolare vengono<br />

artisticamente “fotografate”, con un<br />

recupero ideale di luoghi destinati a<br />

scivolare prima nell’oblio e poi nell’incuria<br />

che lentamente distrugge.<br />

Dopo Rabito, dal 2 marzo al 3 aprile, ha<br />

esposto Salvatore Dugo, il poeta della<br />

pittura: i profondi cieli azzurri, le sognanti<br />

marine, gli scorci boschivi, la primavera<br />

che corre ai margini degli antichi sentieri,<br />

l’estate che esplode sui campi di squillanti<br />

papaveri, le ottobrate che illudono di<br />

primavera, sono i suoi ricorrenti temi che<br />

svolge su una ricca tavolozza che riserva<br />

sempre la sorpresa di un nuovo colore. Ha<br />

chiuso questo primo lungo periodo di grandi<br />

mostre la collettiva di Bonnici, Calì,<br />

Cazzola, Di Nardo, Fossa, Monittola,<br />

Orlando, Poidomani, Sirugo, le cui opere di<br />

pittura e grafica, dal 4 al 30 aprile, onorando<br />

l’arte, sono state ammirate dagli amici<br />

dell’”Acanto” al numero 38 di via Cialdini<br />

a Pachino, terra di lavoro e di dolci promesse.<br />

(Salvatore Cagliola)<br />

Rassegna Artistica MARTESANA 2013<br />

Si è svolta con un ampio riscontro di critica<br />

e di pubblico a Villa Castelbarco di Vaprio<br />

d’Adda la suggestiva Rassegna Artistica<br />

Martesana 2013 promossa dal Lions Club<br />

Parco Adda Nord. L’iniziativa ideata nel<br />

2007 ha lo scopo di valorizzare pittori e<br />

scultori esistenti. Un luogo scelto non a<br />

caso, in quanto Leonardo da Vinci vi operò<br />

(nella villa Melzi d’Eril) dal 1506 al 1513.<br />

Tra i molti artisti partecipanti sono da<br />

annoverare importanti personalità come<br />

Ulisse Sartini, Ferruccio Gard, Giuseppe<br />

Fortunato, Battista Mombrini, Maria<br />

Lucia Soares. Da rilevare fra le iniziative<br />

collaterali anche una sfilata di moda con<br />

giovani stilisti e una solidale cena di gala,<br />

i cui proventi sono stati devoluti in<br />

beneficenza. Info: 342 1288891<br />

Paola Grott, TI HO VISTO DENTRO IL CARRO DI<br />

FUOCO, 2011, cm. 110 x 140, t.m. su tela<br />

FILIA libro d’arte di Paola GROTT<br />

Per ricordare Adriana CASTELLANI,<br />

partigiana e giornalista, Paola GROTT<br />

presenta alla Casa della Cultura di Milano,<br />

il 15 maggio (ore 18) Filìa, libro d’arte.<br />

Quattordici significativi testi di affermate<br />

personalità del mondo dell’arte e della<br />

cultura sono affiancati dalle raffinate ed<br />

intense composizioni dell’artista. Si dipana<br />

così un viaggio visivo-letterario nell’ambito<br />

dell’amicizia, colta nei suoi molteplici e,<br />

spesso, insondabili aspetti. A questo<br />

fascinoso insondabile fa lucido riferimento<br />

la limpida texure calligrafico-informale<br />

della Grott. Fra gli autori presenti nel<br />

volume, Angela Manganaro, Serena<br />

Giordani, Enrico Paglialunga, Grazia<br />

Aloi, Micaela Bertoldi, Giuseppe Calliari,<br />

Milena Di Camillo, Marcello Farina,<br />

Marco Mancini, Claudia Mandelli, Michele<br />

Nardelli, Alberto Noceti, Franco Rella,<br />

Emanuela Rossini, Nadia Scappini, Togo<br />

(Enzo Migneco). Info 02795567<br />

Marta POPESCU<br />

Nella foto in basso un’opera recente<br />

dell’artista Marta Popescu che indaga la<br />

potenzialità decorativa e simbolica di diversi<br />

materiali. Nella composizione raffigurata<br />

si ha modo di comprendere la raffinata<br />

eleganza che la caratterizza, l’equilibrio<br />

plastico, tonale e materiale dei vari elementi<br />

strutturali. La Popescu nel contempo è<br />

anche pittrice affermata di icone. Per<br />

informazioni: martapopescu@alice.it


L'AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />

Personaggi, avventure, intuizioni<br />

Figlio di Vincenzo, originario di<br />

Albano Laziale e Carlotta Poldi,<br />

bolognese. Dopo un'infanzia assai<br />

povera (a tre anni era rimasto orfano<br />

del padre), compì studi irregolari ed<br />

esordì giovanissimo (1887), con<br />

poesiole romanesche, sul Rugantino di<br />

Luigi Zanazzo; più tardi scrisse anche<br />

per il Don Chisciotte, il Capitan<br />

Fracassa, Il Messaggero, Il Travaso<br />

delle idee e Il Resto del Carlino.<br />

Di carattere manierato, provinciale<br />

e madrigalesco è il primo volume di<br />

versi, Le Stelle de Roma (1889) che si<br />

attirò gli strali di Filippo Chiappini,<br />

vecchio amico di famiglia e poeta<br />

romanesco di un certo valore; poi la sua<br />

vena, prevalentemente satirica, andò<br />

via via affinandosi, trovando la misura<br />

più congeniale nel bozzetto di costume<br />

e nella favola moraleggiante di<br />

ascendenza esopiana: Quaranta sonetti<br />

(1895), Favole romanesche (1900),<br />

Caffè concerto (1901), Er serrajo<br />

(1903), Ommini e bestie (1908), Le<br />

storie (1913), Lupi e agnelli (1919), Le<br />

cose (1922), La gente (1927) e molte<br />

altre, tra le quali la famosa La vispa<br />

Teresa del 1917 continuazione ironica<br />

della celeberrima La farfalletta del<br />

milanese Luigi Sailer.<br />

Ben presto le sue opere lo resero un<br />

personaggio popolarissimo, ma durante<br />

la sua vita fu sempre assillato da<br />

problemi economici, mantenendosi con<br />

i proventi editoriali e le collaborazioni<br />

giornalistiche; era anche un efficace<br />

dicitore dei suoi versi, e come lettore di<br />

poesia fece lunghe tournée in Italia e<br />

all'estero. Sulla scia del successo iniziò<br />

a frequentare i "salotti" nel ruolo di<br />

poeta-commentatore del fatto del<br />

giorno. Durante il Ventennio evitò di<br />

prendere la tessera del Partito fascista,<br />

ma preferì definirsi un non fascista<br />

piuttosto che un antifascista. Pur<br />

facendo satira politica, i suoi rapporti<br />

con il regime furono sempre sereni e<br />

improntati a reciproco rispetto. Nel<br />

1922 la Arnoldo Mondadori Editore<br />

iniziò la pubblicazione di tutte le<br />

TRILUSSA<br />

Il Poeta Trilussa<br />

raccolte. Sempre nel 1922 lo scrittore<br />

entra in Arcadia con lo pseudonimo di<br />

Tibrindo Plateo, che fu anche quello<br />

del Belli. Il Presidente della Repubblica<br />

Luigi Einaudi nominò Trilussa senatore<br />

a vita il 1º dicembre 1950, venti giorni<br />

prima che morisse (si legge in uno dei<br />

primi numeri di "Epoca" dedicato, nel<br />

1950, alla notizia del suo decesso, che<br />

il poeta, già da tempo malato, e presago<br />

della fine imminente, con immutata<br />

ironia, avesse commentato: "M'hanno<br />

nominato senatore a morte"; resta il<br />

fatto che Trilussa, benché 79enne al<br />

momento del trapasso, si ostinava con<br />

civetteria d'altri tempi a dichiarare di<br />

averne 73). Ecco un breve estratto dal<br />

sonetto: « Io che conosco bene l'idee<br />

tue /so' certo che quer pollo che te<br />

magni, / se vengo giù, sarà diviso in<br />

due: mezzo a te, mezzo a me...Semo<br />

compagni /No, no - rispose er Gatto<br />

senza core - io non divido gnente co'<br />

nessuno: / fo er socialista quanno sto a<br />

diggiuno, /ma quanno magno so'<br />

conservatore » Con un linguaggio<br />

arguto, appena increspato dal dialetto<br />

borghese, Trilussa ha commentato circa<br />

cinquant'anni di cronaca romana e<br />

italiana, dall'età giolittiana agli anni<br />

del fascismo e a quelli del dopoguerra.<br />

La corruzione dei politici, il fanatismo<br />

dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti<br />

sono alcuni dei suoi bersagli preferiti.<br />

Ma la satira politica e sociale, condotta<br />

d'altronde con un certo scetticismo<br />

qualunquistico, non è l'unico motivo<br />

ispiratore della poesia trilussiana:<br />

frequenti sono i momenti di crepuscolare<br />

malinconia, la riflessione<br />

sconsolata, qua e là corretta dai guizzi<br />

dell'ironia, sugli amori che appassiscono,<br />

sulla solitudine che rende<br />

amara e vuota la vecchiaia (i modelli<br />

sono, in questo caso, Lorenzo Stecchetti<br />

e Guido Gozzano). La chiave di accesso<br />

e di lettura della satira del Trilussa si<br />

trovò nelle favole. Come gli altri<br />

favolisti, anche lui insegnò o suggerì,<br />

ma la sua morale non fu mai generica<br />

e vaga, bensì legata ai commenti, quasi<br />

in tempo reale, dei fatti della vita. Non<br />

si accontentò della felice trovata finale,<br />

perseguì il gusto del divertimento per<br />

se stesso già durante la stesura del testo<br />

e, ovviamente, quello del lettore a cui il<br />

prodotto veniva indirizzato. Trilussa<br />

fu il terzo grande poeta dialettale<br />

romano comparso sulla scena dall'Ottocento<br />

in poi: se Belli con il suo<br />

realismo espressivo prese a piene mani<br />

la lingua degli strati più popolari per<br />

farla confluire in brevi icastici sonetti,<br />

invece Pascarella propose la lingua del<br />

popolano dell'Italia Unita che aspira<br />

alla cultura e al ceto borghese inserita<br />

in un respiro narrativo più ampio. Infine<br />

Trilussa ideò un linguaggio ancora più<br />

prossimo all'italiano nel tentativo di<br />

portare il vernacolo del Belli verso<br />

l'alto. Trilussa alla Roma popolana<br />

sostituì quella borghese, alla satira<br />

storica l'umorismo della cronaca<br />

quotidiana nel cui seno la sua poesia si<br />

innestò con particolare forza ed ironia.<br />

Continua<br />

ARTECULTURA33


ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’<br />

La considerazione migliore che ci ha<br />

fatto riflettere sul variegato linguaggio<br />

di Papa Francesco è stata quella di<br />

propendere ad essere in mezzo alla<br />

gente. Un’espressione non certo nuova,<br />

ma che detta da un Papa si lascia<br />

intendere al di là delle strategie ideologiche,<br />

politiche ed anche di un certo<br />

conformismo religioso. Mentre per<br />

quanto riguarda il suo ribaltamento linguistico<br />

sul “servire il potere” riscontriamo<br />

una certa illogicità. Da quanto<br />

si sa per esperienza di storia secolare<br />

che il potere in tutte le sue forme esprime<br />

comunque un arbitrio che l’universale<br />

spiritualità dell’uomo non accetta<br />

e ripudia. Per cui anziché giustificarlo<br />

con una certa ironica dialettica, per noi<br />

l’idea migliore sarebbe quella di abolire<br />

persino dal vocabolario a scanso<br />

di ogni equivoco sul potere, guerra<br />

compresa. Questo perché non è possibile<br />

che lo spirito umano serva la guerra<br />

che la stessa prudenza papale poi<br />

condanna. Come pure in parallelo di<br />

finalità sarebbe anche il caso di chiarire<br />

bene l’intento sulla povertà e di<br />

alternarla con la fattibile dignità dell’uomo,<br />

in modo che non si continui a<br />

punire il povero, oltre a fargli soffrire<br />

l’esistenza, anche con l’aggiunta di un<br />

sottile intento discriminatorio. Tutte<br />

piccole esteriorità di linguaggio, ma<br />

che nel profondo umano diffondono<br />

un’amarezza incalcolabile. Ed affinché<br />

l’uomo possa sentirsi rallegrato d’essere<br />

nato e vivere fuori di ogni pessimismo,<br />

ancor prima di saziarlo di pane,<br />

è indispensabile che si renda lieto il<br />

suo spirito, soprattutto tenendolo libero<br />

di respirare di natura la sua formazione.<br />

Questo affinché ognuno ragioni<br />

con la propria testa e guardi l’altro soprattutto<br />

in modo disinteressato e non<br />

come l’invito ad un probabile bottino.<br />

La dignità non vuole l’uomo né povero<br />

e né ricco, ma cosciente della sua<br />

fonte poetica, il cui stimolo lo rende<br />

intuitivo e generoso, consapevole di<br />

vivere i suoi giorni d’esistenza molto<br />

dignitosamente.<br />

34 ARTECULTURA<br />

Umanità Umanità poetica poetica - Umanità - Umanità poetica poetica<br />

“La “La poesia poesia comincia comincia dove dove finiscono finiscono le le discriminazioni”<br />

le le discriminazioni”<br />

Gli Stati hanno fatto il loro tempo.<br />

La Pace è riflettere sulla cultura<br />

delle Nazioni che faciliti il Disarmo<br />

Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al al dibattito sull'identificazione e il il ruolo odierno della<br />

poesia. Umanità<br />

poesia. La poetica<br />

La franchezza è uno<br />

franchezza e l'obiettività spazio aperto<br />

l'obiettività degli alla<br />

degli interventi, divulgazione<br />

interventi, costituiscono poetica interessata<br />

costituiscono per la la redazione al dibattito<br />

redazione della Rivista sull'identificazione<br />

Rivista la la premessa per e il<br />

per la ruolo<br />

la pubblicazione. odierno della<br />

pubblicazione. Per<br />

facilitare poesia. La<br />

facilitare la franchezza<br />

la partecipazione e l'obiettività<br />

partecipazione degli Autori degli<br />

Autori interessati interventi,<br />

interessati si costituiscono<br />

si suggerisce negli per<br />

negli elaborati la redazione<br />

elaborati brevità della<br />

brevità e Rivista<br />

e concisione. la premessa<br />

concisione. Per necessità per la<br />

necessità di pubblicazione. Per<br />

di spazio la la redazione<br />

si facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio la redazione<br />

si ritiene autorizzata a sintetizzare i i testi rispettando il il contenuto. La La pubblicazione dei testi poetici ha ha puro carattere divulgativo, di di stimolo<br />

culturale. si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo<br />

culturale. La La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli gli effetti di di legge dei singoli Autori.<br />

culturale. La proprietà letteraria<br />

Dei<br />

dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori.<br />

Dei componimenti pubblicati si si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.<br />

Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.<br />

Anche se facciamo finta di non vederla<br />

e quindi di non comprenderla, ma<br />

la realtà è sotto i nostri occhi. Gli Stati<br />

che si contendono la divisione del mondo<br />

sono il vero problema dei nostri<br />

giorni che ci costringono a vivere nella<br />

diffidenza di una delle più spietate<br />

contraddizioni in cui si dibatte l’uomo.<br />

Un permanente dilemma che si<br />

consuma tra una spinta volontà di pace<br />

delle popolazioni della Terra e guerre,<br />

stragi, bombardamenti di Stati rappresentati<br />

da governi che cercano di<br />

arroccarsi sui troni autoritari dei propri<br />

domini. E costoro con la mente<br />

annebbiata di arbitrario terrore, sono<br />

incapaci a rendersi conto che, malgrado<br />

tutto, la storia viaggia in direzione<br />

dell’unità umana e che il piramidale<br />

linguaggio di potenza ha stancato (anche<br />

se lo sottace), tanto l’uomo americano,<br />

quanto quello cinese, europeo o<br />

australiano. Tutti sentiamo la necessità<br />

di un nuovo equilibrio di vita e persino<br />

i piccoli stati come il Principato<br />

di Monaco, la Repubblica di San Marino<br />

e lo stesso Stato Vaticano, quest’ultimo,<br />

oggi tanto in ebollizione tra il<br />

passato ed il futuro, sensibilizzano la<br />

necessità di un nuovo Diritto Internazionale<br />

che avversi il disfacimento<br />

e giovi in modo nuovo all’equilibrio<br />

sociale della vita.<br />

Un Diritto Internazionale che possa<br />

rendere limitata ogni sovranità di<br />

Stato, questo perché non è possibile che<br />

chi è sprovvisto di potenziale atomico,<br />

debba sentirsi in eterna soggezione di<br />

coloro che lo posseggono. E che pertanto<br />

il problema del Disarmo atomico<br />

subito e convenzionale man mano<br />

che la necessaria sicurezza di tutti lo<br />

renda culturalmente possibile, è diventato<br />

un impellente problema che non<br />

può più attendere per il pericolo che<br />

gravita sull’uomo. Ma gli Stati e le organizzazioni<br />

politiche che li rappresentano<br />

sembrano agire con tutta indifferenza.<br />

A parte qualche singola, autorevole<br />

o meno, voce, che come noi lo<br />

sosteniamo di principio da sempre, per<br />

altri il problema non si pone. Ed è davvero<br />

un grande quanto preoccupante<br />

problema solo pensando che se una<br />

meteorite o più di esse, come è capitato<br />

in Siberia qualche mese addietro,<br />

precipitasse su un arsenale atomico, sarebbe<br />

la fine non solo del pianeta Terra<br />

ma dello stesso Sistema solare.<br />

L’immane della dirompenza, al momento<br />

nessuno la conosce a sufficienza.<br />

Ed in virtù della superba disuguaglianza<br />

che regna tra gli Stati, poi capita<br />

che sotto sotto chi è sprovvisto di<br />

bomba atomica, per non sentirsi vassallo<br />

di chi la possiede, cerchi di farsela.<br />

E non gli si può dare torto né sul<br />

piano della ragione e tantomeno su<br />

quello militare della difesa. Cosicché,<br />

cosa auspicabile per risolvere il problema<br />

dignitosamente, sarebbe che tutte<br />

quelle potenze atomiche che possiedono<br />

le bombe si mettessero d’accordo<br />

per raggiungere nel più breve tempo<br />

possibile il Disarmo a garanzia di sicurezza<br />

per tutti. Cesserebbe così anche<br />

l’amaro delle sovranità limitate per<br />

quegli Stati che le bombe atomiche non<br />

le possiedono. Ma il problema non è<br />

così semplice, ma complesso, quando<br />

l’iniziativa cozza contro la mentalità<br />

degli interessi, gli affari di potenza che<br />

ubriaca la mente dei poteri che non si<br />

possono servire per la pace, ma solo<br />

abbattere, con delle proposte culturali<br />

mediatrici capaci di sensibilizzare<br />

l’equilibrio che non scontenti nessuno.<br />

Necessario a riguardo sarebbe iniziare<br />

a proporre tutte quelle iniziative culturali<br />

che possano sensibilizzare il<br />

grande evento come ad esempio può<br />

essere la Giornata Mondiale del Disarmo<br />

che <strong>Artecultura</strong> sostiene il 24<br />

ottobre di ogni anno, anniversario della<br />

nascita dell’O.N.U. 1945. Un problema<br />

difficile, è risaputo, ma lo diventa<br />

ancora di più senza affrontarlo.<br />

Un altro modo efficace che agevolerebbe<br />

la soluzione, sarebbe di alimentare<br />

il significato di Nazione a cui fanno


iferimento i vari Stati, prendendo atto<br />

che la stessa globalizzazione degli interessi<br />

economici ha superato i fili<br />

spinati degli Stati. Una realtà che facilita<br />

di necessità geografica la crescita<br />

culturale delle Nazioni e la conseguente<br />

autosicurezza rimodulando sulle basi<br />

etiche dei propri costumi tutto quanto<br />

necessario per sostituire di sistematica<br />

non-violenza le barriere degli attuali<br />

Stati che ancora sopravvivono anche<br />

se non più con la sovranità di prima.<br />

La rivoluzione ancorpiù che economica<br />

interessa soprattutto la mentalità<br />

dei governi e la gran parte dei rispettivi<br />

popoli. Un problema essenzialmente<br />

culturale che dev’essere affrontato<br />

con lo stimolo innato della poesia che<br />

sprigiona l’uomo dalle preoccupazioni<br />

di tante vecchie paure. Per cui la Nazione,<br />

i suoi linguaggi, le sue abitudini,<br />

la sua stessa storia, devono essere<br />

riviste in modo nuovo, sentite come sicurezza<br />

condivisa per cui gli eserciti<br />

sono davvero inutili. Pertanto ai nostri<br />

giorni dell’era informatica, a volerlo<br />

affrontare, il problema non sarebbe così<br />

difficile come possa sembrare. Specie<br />

se si pensa, ad esempio, che l’America<br />

non può continuare a sentirsi la<br />

grande potenza che si ritiene, la sua<br />

posizione può essere benissimo isolata<br />

e costretta a condividere iniziative di<br />

proposte culturali innovative che attivino<br />

verso il nuovo l’umana convivenza.<br />

L’uomo a questo riguardo deve rivedere<br />

la sua posizione mentale se vuole<br />

continuare ad esistere e prendere atto<br />

che il fucile non spara se la mente non<br />

ordina all’indice di tirare il grilletto.<br />

Questo il punto fondamentale su cui il<br />

pensiero umano deve oggi domandarsi.<br />

In questo senso, da un punto di vista<br />

formativo e del vivere sociale nonviolento,<br />

diventa utilissimo il contributo<br />

di un Costume poetico di cui parla<br />

<strong>Artecultura</strong>. L’informazione non deve<br />

più essere utilizzata per far la guerra<br />

ma per scoprire e migliorare l’uomo<br />

del quotidiano. Le stesse religioni non<br />

debbono più finalizzare la propria opera<br />

divulgativa all’ecumenismo della<br />

conquista del mondo, ma liberare la<br />

mente dallo stagnante di ogni tendenziale<br />

dogmatismo che non significa<br />

negare Dio, ma, forse, più il suo<br />

contrario. Essere buddisti, cristiani,<br />

ebrei, ovvero mussulmani non deve significare<br />

dei privilegi intellettuali, ma<br />

dei riferimenti di valori che invitino<br />

l’uomo, la persona, a sentirsi fratello<br />

disinteressato verso l’altro. Nel caso<br />

contrario, aggettivando un cittadino di<br />

una qualsiasi religione di una certa differenziata<br />

moralità etica, equivale già<br />

ad una discriminazione che infrange<br />

la spiritualità universale dell’uomo.<br />

Sono considerazioni quelle espresse<br />

che ancora chiariscono per se stesse<br />

la differenza che può esistere tra lo Stato<br />

e la Nazione nelle quali le religioni<br />

hanno certamente non poca influenza.<br />

Ed il Disarmo non le distrugge come<br />

si possa pensare, al contrario le stimola<br />

ad essere ancora più un sovrano intelletto<br />

che codifica di pace culturale<br />

l’uomo che converte le fabbriche d’armi<br />

in altre produzioni senza creare né<br />

disoccupati, né danni economici d’impresa.<br />

L’ideale per l’auspicabile equilibrio<br />

di convivenza. L’avveniristica visione<br />

che ci stimola a ritenere la Nazione<br />

la nostra Patria. Quell’alto valore<br />

di pensiero sempre in evoluzione<br />

che non necessita di armi per essere<br />

difeso essendo sostenitore di libertà<br />

come indiscutibile principio e non assuefatto<br />

ai vari costumi delle vecchie<br />

gerarchie patriarcali ancora alla base<br />

della convivenza. Norme codificate<br />

dalle leggi e dai costumi autoritari<br />

degli Stati, in cui nemici ed odio si<br />

stringono da millenni la mano in permanente<br />

discordia. Un problema che<br />

non può più attendere, il Disarmo, e<br />

che nemmeno può essere ancora<br />

rimandabile.<br />

Le Nazioni Unite erano sorte proprio<br />

per questo dopo la tragedia del<br />

secondo conflitto mondiale che aveva<br />

visto lo strazio dei forni crematori ed<br />

il lancio delle bombe atomiche su<br />

Hiroshima e Nagasaki per l’annientamento<br />

totale dell’uomo. Fatti che fanno<br />

riflettere finché saremo vivi.<br />

Ma l’uomo è davvero solo un animale<br />

distruttivo, oppure nella sua composizione<br />

biologica contiene anche una<br />

forza spirituale, un’essenza fantastica<br />

di poesia che lo stimola all’equilibrio<br />

del bello? Qui si propende per questa<br />

seconda tesi, altrimenti per sentirci in<br />

coerenza del problema non avremmo<br />

consumata una vita a domandarci sopra<br />

ed a sopportare sacrifici che nessuno<br />

conosce. Ma lo facciamo di volontà,<br />

appunto, per esigenza mentale<br />

di conoscenza che ci fa sentire impegnati<br />

a sensibilizzare un esercizio di<br />

equilibrio, una cultura di convergenza<br />

responsabile che non si sente bloccata<br />

dagli allettamenti delle false eman-<br />

cipazioni, ma dalla coerenza della naturale<br />

spiritualità.<br />

Ma riprendendo il discorso sulla<br />

Nazione viene da considerare che in<br />

essa, se le idee che formulano i concetti<br />

di convivenza venissero approfondite<br />

ed espresse con rigoroso filo di<br />

equilibrio, sarebbe ancora un modo per<br />

superare anche quei banali risentimenti<br />

che i vari campanilismi territoriali<br />

comportano, sia pure nella forma<br />

scherzosa. Il linguaggio si presenta più<br />

sferico e non a senso unico, che discrimina<br />

il dissenso. Esso invece, dà al<br />

dissenso la possibilità della convergenza<br />

che non sia un forzato appiattimento<br />

di veduta, bensì la novità della concordanza<br />

armoniosa sempre possibile<br />

quando ci si presta con una intuizione<br />

di ricerca disinteressata. Insomma a<br />

bene spiegarsi, se di necessità ci troviamo<br />

ad attraversare un fiume, non ci<br />

arrendiamo al destino, ma pensiamo a<br />

come costruire un ponte o qualcosa di<br />

simile che ce lo permetta. Per cui la<br />

Nazione non la possiamo intendere<br />

come qualcosa di vago, ma la consistenza<br />

nella quale evolvere al meglio<br />

la nostra famiglia, le abitudini, il lavoro,<br />

il costume nel suo insieme che ci<br />

fa prevenire il disaccordo con gli altri.<br />

Un aspetto che non significa abolire<br />

la critica, ma di qualificarla sempre più<br />

costruttivamente in modo da favorire<br />

l’incontro e non lo scontro. Questo<br />

perché in una società come la nostra<br />

che struttura i rapporti sociali essenzialmente<br />

sull’aridità degli interessi lucrosi,<br />

la Nazione non può sensibilizzare<br />

quella atmosfera di fiducia<br />

che la qualifica di non-violenza, ma è<br />

presa, fin quando è Stato, dalla contesa<br />

degli affari nella quale i soldi sono<br />

il vero dio. Alla Nazione non servono<br />

i confini, che sarebbe la più grave assurdità<br />

che si possa pensare. In quanto<br />

le differenze della convergenza culturale<br />

dei territori interessati, sono sempre<br />

in costante evoluzione e non di<br />

spartizione. Il lavoro, ad esempio, non<br />

deve dividere ma unire nella continua<br />

ricerca della unità umana e non di<br />

frammentazioni che di principio la<br />

Nazione non incorpora in quando pone<br />

le sue fondamenta esistenziali sulla<br />

universale spiritualità della poesia che<br />

alimenta lo stimolo attivo non-violento<br />

della sicurezza disarmata. Gli Stati<br />

hanno fatto il loro tempo ed è più che<br />

umano rendersene subito consapevoli.<br />

Giuseppe Martucci<br />

ARTECULTURA35


ALTO TRADIMENTO<br />

Si disperdon nel vento le parole,<br />

le sofferenze, del marcato dolore.<br />

Chi ascolta il lamento,<br />

il pesante fardello, di chi<br />

è senza un lavoro ?<br />

di coloro che per disgrazia,<br />

o travolti dalla disperazione,<br />

perdon il futuro, per sempre ?<br />

Ferite piagate, inflitte<br />

al popolo, dal disonore,<br />

di una politica avventuriera,<br />

corrotta, invadente.<br />

Piantono chiodi nelle mani,<br />

nel cuore della gente.<br />

Sradicano radici<br />

dell’albero coi frutti.<br />

Segano rami del domani,<br />

per debiti, contratti inutilmente.<br />

I nostri valorosi antenati,<br />

han combattuto sino alla morte,<br />

per debellar: miserie, corruzione,<br />

migliorare la nostra sorte, darci<br />

pari opportunità, istruzione.<br />

Questi, non si curano<br />

di rispettare la Costituzione.<br />

Usano il potere, per legiferar<br />

leggi, emendamenti, favorir<br />

sé stessi, come sempre.<br />

Con avidità, menzogna,<br />

ci depredan fatiche di una vita<br />

ci conducono alla gogna.<br />

Anche Dio li ha maledetti<br />

i mercanti che stavano nel tempio.<br />

“Nessuno è padrone di qualcuno”<br />

Se avessero coscienza,<br />

del male che ci fanno,<br />

proverebbero una sana vergogna.<br />

36ARTECULTURA<br />

Umanità Umanità poetica poetica - Umanità - Umanità poetica<br />

poetica<br />

“La “La poesia poesia comincia comincia dove dove finiscono finiscono le le discriminazioni”<br />

le le discriminazioni”<br />

Umanità Umanità poetica poetica è uno è spazio uno spazio aperto aperto alla divulgazione alla divulgazione poetica poetica interessata interessata al dibattito al al dibattito sull'identificazione e il ruolo e il il ruolo odierno ruolo odierno della della<br />

poesia. poesia. Umanità<br />

poesia. La franchezza La poetica<br />

La franchezza e l'obiettività è uno e l'obiettività spazio<br />

l'obiettività degli aperto interventi, degli alla<br />

degli interventi, divulgazione<br />

interventi, costituiscono poetica<br />

costituiscono per la interessata per redazione per la la redazione della al dibattito Rivista della Rivista sull'identificazione<br />

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per la ruolo odierno della<br />

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facilitare facilitare poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per<br />

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si ritiene autorizzata autorizzata a sintetizzare a sintetizzare i testi i rispettando i testi rispettando il contenuto. il il contenuto. La pubblicazione La La pubblicazione dei testi dei dei poetici testi poetici ha puro ha ha carattere puro carattere divulgativo, divulgativo, di stimolo di di stimolo<br />

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culturale. La proprietà La La proprietà letteraria letteraria dei componimenti dei dei componimenti pubblicati pubblicati rimane rimane pertanto pertanto a tutti a gli tutti effetti gli gli effetti di legge di di dei legge singoli dei dei singoli Autori. Autori.<br />

culturale. La proprietà letteraria Dei componimenti Dei<br />

dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori.<br />

Dei componimenti pubblicati pubblicati si tiene si si conto tiene conto soprattutto conto soprattutto dei contenuti dei contenuti culturali. culturali.<br />

Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.<br />

Gigliola Mazzali<br />

LA NOSTRA VITA<br />

Il tempo fugge<br />

la vita come la pellicola di un film.<br />

Dio il regista e noi gli attori<br />

Luisella Ruzza<br />

PROFUGHI CUORI<br />

Senza ragione<br />

le ragioni della guerra -<br />

Profughe Genti,<br />

profughi cuori!<br />

L’altalenare continuo<br />

il riaccendersi dei focolai<br />

guerreggianti,<br />

senza tregua, senza speranza<br />

senza però, vigne ubriache<br />

con l’allegoria del Buon Pastore<br />

e il gregge sbandato e anarchico,<br />

delle sue pecorelle!<br />

Così, fuori dal coro<br />

accorato, bussa la primavera<br />

scomparsa -<br />

La filiera che ci “dona”<br />

carissime tumefazioni,<br />

fuori stagione...<br />

E sono ormai primizie<br />

marziane e malsane!<br />

Olga Matera<br />

ETERNA DIGNITA’<br />

Romeo Dionisi - Anna Maria<br />

Sopranzi - Giuseppe Sopranzi<br />

Capita così fuori della corruzione<br />

ma la Vostra Dignità<br />

sotterra ipocrisia e povertà<br />

che oltre a soffrire la carenza di mezzi<br />

discrimina l’universale spiritualità<br />

Il potere è sempre tiranno anche<br />

quando parla di giustizia e di povertà<br />

La dignità infastidisce lo Stato<br />

tutti gli Stati del mondo<br />

che alla dignità umana oppongono<br />

le armi di potere - le bombe atomiche<br />

che oscurano la luce della coscienza<br />

la poesia del lavoro<br />

Un triplice suicidio il Vostro<br />

che di principio vomita<br />

i funerali di Stato<br />

di falsa patria e vangeli di comodo<br />

che al pane umano del disarmo<br />

impongono forzate privazioni<br />

di velenose miserie di Stati<br />

il Vostro suicidio rimane<br />

una rivoluzione senza condottieri<br />

l’eterna voce della Dignità umana<br />

Giuseppe Martucci<br />

DAL CIEL ONA MAMA...<br />

On angiol s’è settaa arent la cuna<br />

de on pattanin viscor e legrios<br />

e cont el coeur s’cincaa de tanta pèna.<br />

le guarda con fà tèner e amoros<br />

Cont oeugg matèerna pien de tenerèzz<br />

la streng tra i brasc la soa creadura<br />

la nina e l’impieniss de sò carèzz.<br />

R tutt intorna fioriss l’ingermadura!<br />

Son la toa mama - ghe bisbilia pian -<br />

che l’è volada in ciel nel datt la vida<br />

ma che semper la te tegnarà per man<br />

la te sarà vesin per vèss toa guida<br />

E cantaroo per tì la ninanana<br />

faroo viv i tò sògn de fantasia<br />

ricamaroo i tò dì con filigrana<br />

de canzon, de sorris e de poesia<br />

I mè lagrim sarann pèrla d’argent<br />

che brillerann ‘mè stèll del firmament<br />

a inluminà la nòtt, scadatt el coeur,<br />

spianà i tò straa, cascià via ogni doeur<br />

Te parlaroo sòtt-vos, ti damm a trà,<br />

sont el tò Angiol che te protegiarà<br />

enrica<br />

AL MIO SALENTO<br />

Danzavano<br />

le farfalle in primavera<br />

sulle note profumate delle rose.<br />

La frescura dell’alba<br />

disseminava gemme di rugiada<br />

e un cuore fanciullo<br />

indagava ogni goccia<br />

per ritrovare il suo mondo.<br />

Correva sulle ali del vento<br />

lungo coste sinuose<br />

cullate<br />

dallo sciabordìo della risacca<br />

baciate da cristalli tintinnanti<br />

ricadenti nell’abisso<br />

colmo di mille diluvi<br />

e si inebriava<br />

del canto antico degli ulivi<br />

che si agitavano<br />

ai confini del sole.<br />

Antonietta Di Seclì


Siamo partiti da Milano diretti<br />

a Roma dove ci aspettava un<br />

grosso aereo diretto a Bangkok,<br />

in Thailandia. Qui abbiamo preso<br />

il volo per l’Australia del<br />

nord - est e, infine, un piccolo<br />

aereo per Port Moresby in Papua<br />

- Nuova Guinea. Qui vivono i<br />

popoli più primitivi della terra.<br />

Al porto si è proposto un uomo<br />

dicendo che poteva accompagnarci<br />

attraverso la foresta sino<br />

al popolo degli Amba, che lui era<br />

un Amba civilizzato e che, quindi,<br />

parlava la loro lingua e li<br />

conosceva bene.<br />

Accettiamo. Dovevamo camminare<br />

per due giorni nella foresta<br />

vergine e occorrevano acqua<br />

e viveri. Con i nostri zaini<br />

siamo partiti con Foby, la nostra<br />

guida. L’ambiente era meraviglioso.<br />

Alberi centenari altissimi<br />

con liane che scendevano<br />

fino a terra dove saltavano<br />

scimmie arboricole. Piccoli fiumi<br />

dove saltavano guizzanti pesci.<br />

Cascatelle su laghetti d’acqua<br />

pulita e fresca sotto cui abbiamo<br />

fatto il bagno. Grotte con<br />

bellissimi stalattiti e stalagmiti.<br />

E animali in quantità ed enormi<br />

fiori e farfalle blu, verdi e<br />

rosse, enormi. Correvano veloci<br />

maiali selvatici, cervi dalle lunghe<br />

corna, felini simili a tigri<br />

ma più piccoli, orsetti neri, altra<br />

selvaggina. Sulle coste, distese<br />

al sole, c’erano grosse iguane.<br />

E poi serpenti colorati e<br />

moltissimi uccelli, uccelli del<br />

paradiso, uccelli del gould e tanti<br />

altri coloratissimi che mangiavano<br />

i frutti spontanei.<br />

In un altro fiume, più grande,<br />

c’erano enormi coccodrilli e<br />

ninfe gigantesche.<br />

Foby cacciò un maiale selvatico<br />

che abbiamo arrostito accendendo<br />

il fuoco sfregando due<br />

legni come gli uomini primitivi.<br />

Io e Mari avevamo le gambe<br />

gonfie per la fatica mentre Foby<br />

era ancora fresco. Abbiamo dormito<br />

nei sacchi a pelo e tutti i<br />

rumori della foresta, di notte,<br />

facevano paura. Per fortuna ci<br />

siamo addormentati subito per la<br />

stanchezza e al mattino ci svegliarono<br />

gli uccelli col loro canto.<br />

Sui quarant’anni alto un metro<br />

e sessanta, nero, aveva un<br />

grosso naso e i capelli ricci. Robusto<br />

ma agile e con delle grandi<br />

mani.<br />

Procedeva in testa con fare sicuro.<br />

Ormai eravamo prossimi al<br />

villaggio degli Amba. Eravamo<br />

stanchissimi ma soddisfatti.<br />

Questo popolo aveva avuto qualche<br />

contatto con i bianchi e accettavano<br />

le visite di qualche<br />

viaggiatore accompagnato da<br />

Foby. Sino a qualche decennio<br />

fa non avevano mai visto un<br />

Viaggio in Papua<br />

-Nuova Guinea<br />

Racconto<br />

di Pino Canta<br />

bianco e li avevano scambiati<br />

per spiriti degli antenati quando<br />

ne videro alcuni.<br />

Arrivammo al villaggio, in<br />

una radura. Già le sentinelle ci<br />

avevano visti e ci avevano seguito.<br />

Ci vennero incontro gli anziani<br />

che erano quelli che contavano<br />

di più. E frotte di bambini<br />

incuriositi. Parlottarono con<br />

Foby e quindi ci salutarono e ci<br />

invitarono a seguirli. Abitavano<br />

in capanne sugli alberi, a venti<br />

metri di altezza, per proteggersi<br />

dagli attacchi di altre tribù limitrofe<br />

con cui erano in guerra.<br />

Salivano e scendevano dalle scale<br />

di corda. Fu difficilissimo per<br />

noi salire, ma siamo curiosi.<br />

Questo popolo viveva di caccia<br />

e di un pò di agricoltura: cacciavano<br />

con archi e frecce nella<br />

foresta e coltivavano piccoli<br />

campi ricavati disboscando la<br />

foresta. Vivevano in grandi ca-<br />

panne in più nuclei familiari,<br />

ognuno in un angolo della capanna.<br />

Le donne tastarono Mari da<br />

capo a piedi e così i bambini presero<br />

in mano gli oggetti che aveva<br />

e volevano barattarli con i<br />

loro. Soprattutto notammo la<br />

loro invidia per il fatto che Mari<br />

potesse viaggiare, essere libera,<br />

mentre loro non lo erano. Quel<br />

giorno uccisero due maiali selvatici<br />

e si banchettò e si fece festa<br />

in nostro onore. Siamo stati<br />

con loro una settimana con pochi<br />

dollari che gli servivano per<br />

prendere qualcosa a Port Moresby,<br />

tramite Foby.<br />

In quel periodo un anziano,<br />

che era scampato miracolosamente<br />

ad essere arrostito dagli<br />

Schori ci descrisse come viveva<br />

quell’altro popolo. Erano cacciatori<br />

ma non agricoltori. Avevano<br />

un capo, scelto tra i più<br />

forti e coraggiosi, usavano tatuarsi<br />

e festeggiavano truccandosi<br />

da uccelli multicolori con<br />

bellissime piume.<br />

Erano animisti come gli Amba,<br />

del resto erano feroci con i<br />

nemici e praticavano il cannibalismo<br />

cuocendo le vittime in<br />

una buca nel terreno piena di tizzoni<br />

ardenti. Per la guerra usavano<br />

arco e frecce, delle lance<br />

con punte in corno di cervo e<br />

dei pugnali di legno appuntito.<br />

Quando sopraggiungeva la pubertà<br />

i ragazzi, come prova di<br />

coraggio, dovevano rotolarsi sui<br />

tizzoni ardenti. Si sposavano a<br />

quattordici anni mentre le ragazze<br />

ne dovevano avere dodici ed avevano<br />

molti figli. Gli uomini erano<br />

i padroni assoluti e le donne erano<br />

loro subordinate.<br />

Non c’era il consiglio degli anziani.<br />

Trascorsa quella settimana tornammo<br />

sempre a piedi a Port<br />

Moresby dove abbiamo preso l’aereo<br />

per non so dove perché anche<br />

questa volta devo confessare che<br />

in Papua - Nuova Guinea non ci<br />

siamo mai stati.<br />

ARTECULTURA37


...LIBRI....LIBRI...LIBRI...<br />

a cura di Aoristias<br />

Il Diritto dell’Arte<br />

L’arte, il diritto e il mercato (vol. 1)<br />

a cura di Gianfranco Negri-Clementi<br />

Edizioni Skira<br />

Il “diritto dell’arte” è un neologismo che<br />

vuole indicare un sistema giuridico<br />

complesso: si interessa della disciplina di<br />

ogni rapporto che abbia a che fare con<br />

l’opera d’arte e la sua circolazione o con<br />

l’artista o con le varie vicende che possono<br />

riguardare tali oggetti o tali soggetti. È<br />

forse il settore del diritto che più abbraccia<br />

la totalità delle discipline giuridiche<br />

(civilistiche e commercialistiche, associativistiche,<br />

pubblicistiche e tributarie;<br />

aprendosi anche agli scenari del diritto<br />

penale e dei diritti di proprietà intellettuale<br />

e della personalità). Il “diritto dell’arte” si<br />

propone di regolare, proteggere e facilitare<br />

l’esistenza dell’opera creata, e la creazione<br />

in sé, come anche la circolazione e il<br />

godimento dell’oggetto artistico. Gli<br />

interessi giuridici coinvolti sono complessi<br />

e differenziati, spesso in conflitto tra loro:<br />

così una penetrante visione della funzione<br />

educativa e sociale del prodotto artistico<br />

può talora scontrarsi con gli istituti<br />

privatistici che tutelano la proprietà, come<br />

elemento di patrimonio individuale. E<br />

38 ARTECULTURA<br />

questo significa che le problematiche<br />

potranno trovare talora soluzioni<br />

differenziate, a seconda che prevalga nello<br />

studioso o nel legislatore l’atteggiamento<br />

pubblicistico o quello privatistico. Sebbene<br />

l’arte, nel senso più ampio del termine,<br />

includa ogni elevata creazione umana<br />

(cinema, teatro, musica, letteratura e così<br />

via), il “diritto dell’arte”, come usualmente<br />

inteso, riguarda prevalentemente le opere<br />

delle arti figurative, plastiche, tattili, visive<br />

(scultura, pittura, grafica, disegno,<br />

fotografia, computer art, video art eccetera).<br />

Inoltre, il “diritto dell’arte” è strettamente<br />

legato e, in alcuni casi, si sovrappone al<br />

“diritto d’autore” e al “diritto dei beni<br />

culturali”, che sono temi specifici cui<br />

dedicheremo una speciale trattazione.<br />

LA VIA ITALIANA ALL’INFORMALE<br />

Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze<br />

Editoriale Giorgio Mondadori<br />

Pubblicato, pubblicizzato e distribuito<br />

dall’Editoriale Giorgio Mondadori: un<br />

volume di 400 pagine sulla storia<br />

dell’Informale in Italia dalle origini ai giorni<br />

nostri. Quello che è stato presentato in<br />

anteprima a Ferrara, è nelle migliori librerie<br />

dal mese di febbraio 2013.<br />

Queste le caratteristiche del volume: 400<br />

pagine, formato cm 24x28, con oltre 200<br />

pagine a colori, più di 1000 immagini,<br />

schede biografiche, bibliografia e sitografia<br />

di oltre 40 artisti storici e altrettanti artisti<br />

delle ultime generazioni, ampia rassegna<br />

di documenti storici (manifesti, articoli,<br />

stralci di saggi). Prezzo di copertina euro<br />

60,00 (euro 50,00 in occasione della<br />

presentazione a Palazzo Racchetta)<br />

Il volume è strutturato in due parti. Una<br />

prima parte è dedicata alla ricostruzione di<br />

sessant’anni di Storia dell’Informale in<br />

Italia, dalle origini ai giorni nostri: da Afro,<br />

Vedova, Burri, Fontana, Santomaso,<br />

Morlotti, Birolli, Corpora,.ecc. fino alle<br />

ultime generazioni. Nella seconda parte<br />

ampio spazio viene dedicato ad una<br />

selezione di artisti delle ultime generazioni:<br />

con schede biografiche, approfondimenti<br />

critici e più foto a colori per ciascun artista<br />

selezionato. Scrive a riguardo Virgilio<br />

Patraini: “L’Informale è qualcosa di diverso:<br />

qualcosa di più e qualcosa di meno delle<br />

altre Avanguardie. Ma soprattutto è una<br />

vera e propria rivoluzione epocale: per la<br />

prima volta nella storia dell’Arte si<br />

concepisce un quadro senza figure, senza<br />

alcun riferimento alla realtà nè a forme<br />

geometriche nè a elementi simbolici.Si tratta<br />

di una rivoluzione analoga a quella<br />

provocata dall’invenzione della Prospettiva.<br />

Qualcuno si sognerebbe mai di dire che<br />

Caravaggio è un epigono rispetto a Leonardo<br />

o Michelangelo perchè come costoro usava<br />

la Prospettiva? O ancora peggio Leonardo e<br />

Michelangelo rispetto a Masaccio... “<br />

CATALOGO RAGIONATO DELLE<br />

OPERE DI ENRICO CASTELLANI<br />

Edizioni Skira<br />

Curato in ogni sua parte da Renata Wirz con<br />

Federico Sardella, il Catalogo Ragionato di<br />

Enrico Castellani rappresenta la maggiore<br />

pubblicazione dedicata al lavoro dell’artista<br />

sino a ora realizzata; articolato in due tomi,<br />

si propone di offrire un resoconto inedito<br />

sui primi cinquant’anni di lavoro di uno dei<br />

massimi protagonisti della vicenda artistica<br />

mondiale del dopoguerra.<br />

Il primo volume, che si configura come<br />

un’ampia e completa monografia, comprende<br />

oltre 200 immagini di opere<br />

realizzate a partire dal 1958 sino a oggi,<br />

molte delle quali inedite. Le pitture iniziali,<br />

la sua prima superficie a rilievo e alcune<br />

delle successive, i dittici, i trittici, i<br />

baldacchini e gli angolari, le opere atipiche,<br />

gli ambienti e le installazioni una selezione<br />

di immagini che permette di accedere<br />

all’universo creativo dell’artista, la cui<br />

coerenza libera da mode è, da sempre,<br />

animatrice di un lavoro tanto attuale quanto<br />

fuori dal tempo che, con i “tagli” di Lucio<br />

Fontana, i “sacchi” di Alberto Burri e gli<br />

“achrome” di Piero Manzoni, si offre come<br />

una tra le elaborazioni linguistiche più<br />

originali e dense di significato dell’epoca e<br />

di oggi. Introdotto da un saggio di Bruno<br />

Corà, che analizza la totalità del percorso<br />

creativo di Castellani e svela alcuni degli<br />

aspetti più intimi e seducenti che lo<br />

caratterizzano, e da uno scritto di Marco<br />

Meneguzzo che inquadra l’importanza e il<br />

carattere internazionale dell’opera, contiene<br />

anche i principali scritti redatti da Castellani<br />

e una selezione di scatti che costituiscono<br />

una sorta di insolito racconto per immagini.<br />

Il secondo volume, ordinato cronologicamente,<br />

costituisce il catalogo<br />

ragionato delle opere e ripercorre i primi<br />

cinque decenni di lavoro di Castellani che,<br />

coinvolto in prima persona in questa<br />

fondamentale ricognizione con Renata Wirz,<br />

ha preso in esame tutti i documenti e le<br />

immagini pubblicati.<br />

Complessivamente, il catalogo comprende<br />

oltre mille opere realizzate tra il 1955 e il<br />

2005, organizzate sulla base di un’accurata<br />

selezione e accompagnate da puntuali<br />

schede che offrono un’aggiornata analisi<br />

bibliografica ed espositiva di una delle<br />

maggiori personalità dell’arte contemporanea.<br />

Nota informativa: <strong>Artecultura</strong>, per favorire<br />

il suo impegno divulgativo, non ha un<br />

prezzo di copertina e le recensioni dei libri,<br />

a totale discrezione redazionale, vengono<br />

effettuate solo a coloro che sottoscrivono<br />

un abbonamento annuale di 50 euro<br />

facendo pervenire in redazione copia di ricevuta<br />

del versamento effettuato. E verrà<br />

subito l’invio mensile della Rivista più 2<br />

copie con la recensione interessata.


Sulla sinistra dell’altare della Cappella<br />

Sistina, si trova un ambiente chiamato:<br />

“Stanza delle lacrime”. Qui i pontefici<br />

appena eletti sfogano la grand’emozione<br />

con un pianto liberatorio. In questa piccola<br />

stanza dai muri bianchi, si trova un<br />

attaccapanni e una panca, come se fosse lo<br />

spogliatoio di un magazzino d’abbigliamento<br />

e dove il nuovo Papa lascia gli<br />

abiti da cardinale per vestire i paramenti<br />

bianchi e rossi. La visione di tale desolante<br />

ambiente dalle pareti bianche e spoglie ha<br />

scatenato la mia fantasia: mi piacerebbe<br />

migliorare l’aspetto di questa stanza e<br />

renderla meno triste. Ma, non anticipiamo.<br />

Dopo le dimissioni di Benedetto XVI, mentre<br />

navigavo in rete per cercare notizie<br />

sull’argomento per i miei studenti dell’Aga,<br />

La stanza<br />

delle lacrime<br />

scopro con gioia che un cardinale italiano,<br />

membro del Conclave, uno dei favoriti al<br />

soglio pontificio, è una persona a me nota.<br />

Questo porporato, prima di ricevere la<br />

nomina cardinalizia, non disdegnava i<br />

media, tant’è vero che aveva un programma<br />

culturale su un’emittente TV e scriveva su<br />

importanti testate giornalistiche, dove ha<br />

recensito alcune mie mostre.Tra queste<br />

recensioni ricordo con piacere quella<br />

riguardante l’esposizione alla Galleria<br />

Annunciata di Milano sul ciclo “I ciechi a<br />

Marechiaro”,apparsa sul Corriere d’Informazione<br />

del 21/5/1981 e quella della<br />

“Mostra antologica” alla galleria d’arte<br />

Moderna di Gallarate, pubblicata sul<br />

Corriere della Sera del 20/11/1985.Però,<br />

al di là del ricordo di questa gradita<br />

conoscenza, la mia riflessione si rivolge ad<br />

un altro elemento che mi è offerto<br />

dall’argomento “Elezione papale”: La<br />

stanza delle lacrime.<br />

Tra l’altro, non avendo ancora raggiunta<br />

un’età centenaria, posso aspettare un Papa<br />

moderno e coraggioso disposto ad affidarmi<br />

il compito di affrescare quei muri e la<br />

volta, che coprirei in parte con evocativi<br />

colori celesti, evitando la rappresentazione<br />

di personaggi tormentati, come appaiono<br />

nelle plastiche scene michelangiolesche,<br />

per attenuare l’ondata di lacrime, ai<br />

successivi Vescovi di Roma. Naturalmente<br />

non invaderei gli spazi dipinti dagli altri<br />

colleghi della Cappella Sistina, né chiederei<br />

di abbattere muri o quant’altro per<br />

megalomania, come si avvalse il soldato di<br />

ventura Bartolomeo Colleoni, che fece<br />

addirittura demolire la sacrestia della<br />

romanica chiesa di Santa Maria Maggiore<br />

a Bergamo, per far posto all’adiacente<br />

Cappella col suo nome. Mi auguro che il<br />

mio progetto, per il quale non pretenderei<br />

un euro, vada in porto, con la speranza di<br />

operare senza tormentose ingerenze esterne<br />

quali quelle che dovette subire Buonarroti<br />

per la costruzione della tomba di Giulio II<br />

in S.Pietro in Vincoli. Io vorrei solo che i<br />

futuri papi, circondati dai miei colori, e<br />

dagli ingabbiati animali della serie<br />

“Madagascar”, piangessero di meno e i<br />

turisti fossero invasi da un senso di<br />

giocosità.<br />

Antonio Fomez<br />

TURISMO & POESIA: IL LUOGO DEL MESE<br />

Le Langhe sono una regione storica del<br />

Piemonte situata a cavallo delle province di<br />

Cuneo e di Asti, confinante con altre regioni<br />

storiche del Piemonte, ossia il Monferrato<br />

e il Roero e costituita da un esteso sistema<br />

collinare definito dal corso dei fiumi Tanaro,<br />

Belbo, Bormida di Millesimo e Bormida di<br />

Spigno.Essa si può suddividere in: Bassa<br />

Langa: zona compresa fra il Tanaro a nord<br />

e il Belbo a sud, con quote genericamente<br />

inferiori ai 600 m; è la zona dell'Albese, dei<br />

vini e del tartufo (rinomato il bianco di<br />

Alba).Alta Langa: è la zona al confine con<br />

la Liguria, con quote massime sui 750 m e<br />

un picco di 896 m nel comune di<br />

Mombarcaro; qui dominano i boschi. Langa<br />

Astigiana: zona nel sud della provincia di<br />

Asti, con Canelli a nord e il fiume Bormida<br />

di Spigno ad est, con un picco di 851 m nel<br />

comune di Serole.<br />

L'etimo del nome langa (che in piemontese<br />

indica proprio la collina) è incerto. Dante<br />

Olivieri aveva proposto in un primo<br />

momento un accostamento alla voce<br />

lombarda lanca, ma poi ha aderito alla<br />

proposta di Giulia Petracco Sicardi che,<br />

partendo dall'etnico ligure *Langates, ha<br />

ricavato una base *langa riferito alla<br />

posizione del castello o al castello stesso<br />

dove vivevano queste popolazioni. Nino<br />

Lamboglia invece propende per un<br />

accostamento a una base non indoeuropea<br />

*lanka che si riscontra anche in Langobriga<br />

(città iberica) dal probabile significato di<br />

"conca, avvallamento" e da questo "zona<br />

collinare". Un documento del X secolo<br />

parla di Langarum. Nel XIV secolo nella<br />

Cronica Imaginis Mundi di Iacopo d'Acqui<br />

c'è scritto «in muntibus Albe, ubi dicitur<br />

Langhe».<br />

GEOLOGIA<br />

Oligocene: nell'epoca in cui compaiono le<br />

prime scimmie antropomorfe, il Piemonte,<br />

come tutta la Pianura padana, è coperto dal<br />

mare; questo "bacino terziario piemontese",<br />

confina a sud con i sistemi cristallini delle<br />

Alpi Marittime e con il basamento di quello<br />

che sarà l'Appennino. Miocene: il piano più<br />

antico del Miocene è l'Aquitaniano, a cui<br />

appartengono i paesi dell'Alta Langa. Alla<br />

fine del Miocene, il Mediterraneo è ormai<br />

un mare praticamente isolato dall'Atlantico;<br />

l'evaporazione, non compensata dai riflussi<br />

atlantici, porta alla formazione di notevoli<br />

banchi evaporitici (gessi) e all'emersione<br />

delle basse colline di Langhe e Monferrato.<br />

Pliocene (5 Ma): una nuova trasgressione<br />

marina, dovuta a movimenti separatori<br />

presso Gibilterra, risommerge il Piemonte<br />

LE LANGHE<br />

Distesa di vigne nelle Langhe<br />

ad esclusione proprio delle Langhe e del<br />

Monferrato, separati dal Bacino Pliocenico<br />

Astigiano, braccio di mare poco profondo<br />

che aveva come limite occidentale il golfo<br />

di Cuneo. Quaternario: le progressive spinte<br />

verso nord del continente africano provocano<br />

il lento sollevamento del territorio,<br />

disegnando gli attuali sistemi collinari; il<br />

raffreddamento del clima porta all'alternanza<br />

di periodi aridi e periodi umidi<br />

nel corso dell'anno. Ormai siamo nella nostra<br />

era; l'ultimo grande contributo geologico lo<br />

daranno le glaciazioni, rimodellando la<br />

struttura delle Alpi e delle Prealpi con le<br />

loro morene. La bassa altitudine delle<br />

Langhe non ha consentito l'avanzata dei<br />

ghiacciai, ma sono presenti accumuli di<br />

löss, limo argilloso prodotto da fenomeni di<br />

erosione, trasportato a grandi distanze dai<br />

venti impetuosi che spazzavano la pianura.<br />

PRODOTTI TIPICI<br />

Oltre che per la spiccata operosità nel<br />

terziario, la zona si distingue per la sua<br />

rinomata produzione vinicola: celebri in<br />

tutto il mondo sono i vini prodotti nelle<br />

Langhe, in particolare i rossi, tra cui<br />

spiccano: Barolo, Nebbiolo, Barbaresco,<br />

Dolcetto d'Alba, Dolcetto di Dogliani,<br />

Barbera d'Alba, Barbera d'Asti. Altrettanto<br />

celebre il Tartufo bianco di Alba, per il<br />

quale ogni anno si tiene nell'omonima città<br />

una fiera appositamente dedicata che<br />

richiama numerosissimi visitatori anche<br />

oltre i confini nazionali. Ovunque si coltiva<br />

la nocciola Tonda Gentile delle Langhe,<br />

resa famosa dai prodotti della Ferrero di<br />

Alba.Numerosi anche i formaggi DOP,<br />

primo fra tutti la Robiola di Roccaverano.<br />

Da alcuni anni la zona è celebre meta di<br />

turismo enogastronomico grazie ai suoi<br />

eccellenti prodotti e anche artistico-culturale<br />

grazie alla bellezza dei paesaggi e alla<br />

presenza di antichi castelli e monumenti in<br />

quasi tutto il territorio.<br />

Aoristias<br />

ARTECULTURA39


CONCORSI CONCORSI<br />

UN NUDO PER L’ESTATE 2013<br />

29 giugno - 20 luglio 2013: incontro inaugurale sabato 6 luglio h. 17,30<br />

Spazi espositivi <strong>Artecultura</strong> nel centro di Milano. Il Nudo promosso in Rassegna<br />

può essere realizzato nelle seguenti tecniche: pittura, scultura, grafica, fotografia<br />

Lo speciale evento viene realizzato in Rassegna a cura del<br />

critico dr. Teodosio Martucci ed indetto come ricerca del<br />

bello nella sua più ampia libertà ideativa e nello spirito<br />

evoluto della cultura artistica.<br />

La realizzazione dell’opera può essere affettuata nella tecnica<br />

ad olio, acrilico, pastello, tecnica mista ed altro nella<br />

misura minima di cm. 30x40 e massima di cm. 60x80,<br />

accettazione delle opere entro il 28 giugno 2013 e l’invio<br />

della foto o di altro materiale equivalente (CD, e-mail, etc.)<br />

riferita all’opera, per la riproduzione sulla base della<br />

colonna nel servizio che redigerà <strong>Artecultura</strong> sulla Rassegna,<br />

entro e non oltre il 20 giugno 2013.<br />

Esposizione da sabato 29 giugno al 20 luglio. Presentazione<br />

di UN NUDO PER L’ESTATE 6 luglio h. 17,30 sede di<br />

<strong>Artecultura</strong> via Ciovasso 19 Milano (angolo via del Carmine).<br />

Le opere aderenti verranno esposte in uno degli spazi<br />

espositivi della Rivista. Le opere riprodotte nel servizio che<br />

effettuerà <strong>Artecultura</strong> e singolarmente accompagnate di<br />

Nome e Cognome dell’artista, Titolo, Anno di realizzazione,<br />

Tecnica e misure. Dati da riportare dietro la foto e anche<br />

ripetuti su un talloncino nel retro dell’opera. Materiale che<br />

rimane a documentazione redazionale.<br />

PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA -MUSICA - VIDEO -<br />

PREMIO di PITTURA CESARE PAVESE -<br />

XXIV edizione - Il CEPAM (Centro Pavesiano<br />

Museo Casa Natale), in accordo con la Fondazione<br />

Cesare Pavese, la collaborazione della Banca Regionale<br />

Europea - Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Cuneo e comune di Santo Stefano Belbo, indice<br />

la XXIV edizione del Premio di Pittura Cesare<br />

Pavese con il seguente tema:”Luoghi, Personaggi<br />

e Miti Pavesiani”. Possono partecipare con una<br />

sola opera, tutti gli artisti italiani e stranieri d<br />

qualunque tendenza e tecnica pittorica. Le opere,<br />

incorniciate e senza vetro dovranno essere munite<br />

di attaccaglia. Ogni partecipante dovrà versare , a<br />

mezzo vaglia postale o c/c postale nr. 10614121, la<br />

somma di euro 30. Quale quota associativa 2013 al<br />

CEPAM, Via C. Pavese 20 -12058 Santo Stefano<br />

Belbo (CU), tel.0141844942 cell. 33393 79857.<br />

Dove richiedere ogni altra informazione. Invio<br />

delle opere in porto franco. Per il XVII Premio di<br />

SCULTURA valgono i medesimi riferimenti con<br />

invio delle opere con apposito piedistallo, firmate<br />

e munite di etichetta contenente il nome dell’Artista.<br />

Invio entro il 15 settembre 2013.<br />

XI CONCORSO NAZIONALE. DI PITTURA<br />

ESTEMPORANEA - BARBAIANA (MI)<br />

Sabato 22 e domenica 23 giugno 2013.<br />

Previsti numerosi Premi acquisti. Iscrizione e consegna<br />

gratuito di un buono pasto da consumarsi il<br />

23 giugno.Gli Artisti potranno timbrare le tele a<br />

Barbaiana al Parco di Via Roma d fronte al<br />

civico 45: il 22.06 (8-17) e il 23/6 (8,00 alle<br />

13,30) - Consegna dell’opera finita non inferiore a<br />

cm. 40x50 e non superiore a cm. 70x100 ed incorniciata<br />

entro le ore 17,30 di domenica stessa.<br />

Info: tel. 3391552958<br />

40 ARTECULTURA<br />

ASOLOARTFILMFESTIVAL<br />

Scadenza 30 maggio 2013<br />

Il Festival è ideato ed organizzato da A.I.A.F.<br />

(Asolo International Art Festival). Il Concorso si<br />

articola in due sezioni: FILM SULL'ARTE per<br />

opere dedicate all’arte in tutte le sue forme e a lavori<br />

di ricostruzione storica e interpretazione critica<br />

dedicati all'arte; BIOGRAFIE D'ARTISTA per<br />

lavori di ricostruzione storica e interpretazione critica<br />

dedicati a personaggi del mondo dell'arte; Al<br />

Concorso possono partecipare solo opere realizzate<br />

dopo il 1 gennaio 2011. Le opere dovranno rientrare<br />

in una delle 2 sezioni previste da contrassegnarsi<br />

nella scheda d’iscrizione. La Commissione<br />

di selezione si riserva tuttavia, qualora ne ravvisasse<br />

gli estremi, la possibilità d’inserire l’opera<br />

pervenuta in una sezione diversa da quella suggerita<br />

dall’artista. Le opere dovranno avere una durata<br />

non superiore ai 52 minuti per le opere con<br />

tecnica classica e non superiore ai 10 minuti per i<br />

film d'animazione. La partecipazione al Concorso<br />

è gratuita. Informazioni: T. 0423 199 5235<br />

info@asolofilmfestival.it<br />

A Montemaggiore al Metauro un premio per<br />

scenografie e costumi teatrali<br />

A Montemaggiore Metauro proseguono le attività<br />

culturali che preparano l’istituzione di un Centro<br />

Studi dedicato a Mario Luzi, una delle figure<br />

più importanti della poesia del ‘900, che qui aveva<br />

antichi legami familiari. In questa occasione il<br />

Comune, unitamente alla Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Fano, e con la collaborazione delle<br />

Università di Urbino e Lovanio (Belgio), bandisce<br />

un concorso per un progetto di scenografia e costumi<br />

per “Hystrio”, opera teatrale di Mario Luzi<br />

L’artista aderente alla Rassegna UN NUDO PER L’ESTA-<br />

TE 2013 riceverà 3 copie di <strong>Artecultura</strong> con il servizio<br />

interessato, 1 locandina degli aderenti e Diploma di Merito.<br />

Per gli artisti fuori Milano si domanda l’invio delle opere<br />

nella sede espositiva di Via Ciovasso 19 -20121 Milano in<br />

porto franco mediante imballo da riutilizzarsi per il ritorno<br />

in porto assegnato.<br />

Il contributo di adesione a parziale sostegno spese varie ed<br />

esposizione è di Euro 50,00 (cinquanta) da versare al momento<br />

della consegna a mano dell’opera , ovvero spediti a mezzo<br />

vaglia postale o tramite C.C. Postale n. 84356302 intestato<br />

ARTECULTURA Via Ciovasso 19- 20121 Milano.<br />

La Rassegna è di carattere artistico-culturale pertanto non<br />

soggetta a Bolla di accompagnamento ai sensi dell’Art.03/<br />

D.P.R. del 6/10/1979), da riportare sull’involucro.<br />

<strong>Artecultura</strong> come di sua consuetudine, pur assicurando la più<br />

scrupolosa cura delle opere, non risponde in caso di ogni<br />

deprecabile danno che possa verificarsi nell’andata e ritorno<br />

dell’opera, ovvero durante l’esposizione. Assicurazione contro<br />

l’incendio. Informazioni: ARTECULTURA Via Ciovasso<br />

19- 20121 Milano, tel. 02-864.64.093 -info@artecultura.org<br />

del 1987. Il concorso è riservato a studenti di Istituti<br />

d’Arte, Accademie di Belle Arti, Scuola di<br />

Moda, di Scenografia e di Design, oltre che agli<br />

studenti delle Facoltà di Architettura. Possono partecipare<br />

anche professionisti del settore scenografico<br />

e costumistico. I progetti dovranno prevedere<br />

anche tutte le indicazioni tecniche per la<br />

rea- lizzazionre pratica. Tutte le informazioni possono<br />

essere richieste al Comune di Montemaggiore<br />

Metauro, tel. 0721- 895312 il bando completo<br />

scaricabile da: www.comune. montemaggiore.pu.it<br />

“Il tempo delle DONNE”<br />

L’Associazione Culturale Culturaglobale di<br />

Cormòns organizza il 1° concorso fotografico internazionale<br />

con telefonino cellulare “Il tempo<br />

delle DONNE” patrocinato dal Comune di<br />

Cormòns e dai Club UNESCO di Gorizia e<br />

Udine. Al concorso possono partecipare tutti italiani<br />

e stranieri purché maggiorenni all’atto dell’invio,<br />

con fotografie realizzate con telefonino<br />

cellulare, saranno escluse immagini realizzate con<br />

altri mezzi oppure elaborate con software. Ogni<br />

aderente può realizzare massimo 3 immagini sul<br />

tema. Tel. 339.2650471 - info@culturaglobale.it<br />

ARCHIVIO ARTISTI ARTI VISIVE CON<br />

DISTINTIVO E CATALOGO GRATUITI.<br />

E’stato istituito ed è in corso di realizzazione<br />

l’Archivio Internazionale degli Artisti di Arte<br />

visiva volto a registrare e catalogare tutti gli<br />

operatori che lo richiederanno. Altra nuova iniziativa<br />

è l’istituzione del DISTINTIVO ONORIFI-<br />

CO che distinguerà l’Artista. La durata di tal archivio<br />

sarà perenne e non richiederà alcun rinnovo. La<br />

quota di partecipazione è “una tantum” limitata ad<br />

Euro 70,00, per agevolare l’adesione a tutti è


CONCORSI CONCORSI<br />

dovuta una sola volta all’iscrizione.Verrà pubblicato<br />

gratuitamente, un Catalogo con la biografia,<br />

la bibliografia e quotazioni di ognuno, con aggiornamenti<br />

annuali .L’Archivio eternizza e l’adesione<br />

di tutti gli interessati è doverosa nei riguardi dei<br />

familiari, conoscenti e possessori delle opere prodotte.<br />

Informazioni più dettagliate dr. Mario<br />

Giuffrida, Via Giuffrida 4 - 95128 CATANIA tel.<br />

095-444318<br />

POESIA - LETTERATURA<br />

Premio Letterario Giuseppe Dessì<br />

XXVII edizione 2013 per opere edite<br />

Il Premio Letterario Giuseppe Dessì viene assegnato<br />

a opere di narrativa e di poesia che si distinguono<br />

per qualità letteraria, anche fuori o al<br />

di là del successo commerciale e pubblicitario.<br />

Il premio è dotato Euro 5000,00 per la Narrativa;<br />

Euro 5.000,00 per la Poesia ; Euro 5.000,00<br />

per il Premio Speciale della Giuria. Premio di<br />

Euro 1.500,00 per i finalisti di ciascuna sezione.<br />

La partecipazione è aperta a tutti gli scrittori e i<br />

poeti in lingua italiana. I volumi di narrativa e<br />

di poesia devono essere spediti, in numero di<br />

11 copie, direttamente alla segreteria del premio<br />

entro e non oltre il 20 giugno 2013. I volumi<br />

devono essere pubblicati in data successiva<br />

al 31 gennaio 2012. Sono escluse le stampe e le<br />

edizioni successive a quella originale. Chiarimenti<br />

ed eventuali informazioni sul bando vanno richieste<br />

a: Segreteria organizzativa Fondazione Giuseppe<br />

Dessì, Via Roma n. 65 - 09039 Villacidro<br />

(VS) tel. 0709314387 - www.fondazionedessi.it<br />

Premio Internazionale d’Arte Letteraria e<br />

Figurativa Borgo degli Artisti - 33° anno<br />

www.borgodegliartisti.it - info@borgodegliartisti.it<br />

Nell’ambito delle manifestazioni per l’anno culturale<br />

2013 indice i seguenti concorsi a tema libero:<br />

Premio KALENDIMAGGIO scadenza 31 maggio<br />

2013- Premio GIOVANI “RAGAZZI DEL ‘96”<br />

scadenza 15 giugno 2013 - Premio SETTEMBRE<br />

A MILANO scadenza 15 giugno 2013. Ogni pre-<br />

Premio Letterario Cesare Pavese 2013<br />

E’ bandita la XXX edizione del Premio Letterario<br />

Cesare Pavese promosso e organizzato dal CEPAM<br />

(Centro Pavesiano Museo Casa Natale) con il<br />

coordinamento del Parco Culturale Piemonte<br />

Paesaggio Umano e la collaborazione di Regione<br />

Piemonte, Provincia di Cuneo di Santo Stefano<br />

Belbo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo,<br />

Fondazione per il libro, la musica e la cultura e<br />

Fondazione Cesare Pavese. Il Premio, presieduto<br />

da Luigi Gatti, presidente del CEPAM, ha<br />

frequenza annuale, comprende opere edite ed<br />

inedite ed ha sede nella casa natale dello scrittore.<br />

Per le OPERE INEDITE sono previsti: Un premio<br />

di narrativa; Un premio di poesia; Un premio di<br />

saggistica. Le opere INEDITE di narrativa e<br />

saggistica non dovranno superare le 8 cartelle,<br />

quelle di poesia i 70 versi complessivi. Scadenza<br />

20 giugno 2013. Ogni partecipante dovrà versare<br />

MASSA CITTA’ FIABESCA di mare e di marmo<br />

Scadenza 31 luglio 2013<br />

Il Premio è aperto a tutti e si articola in cinque Sezioni:<br />

Prima Sezione A) - Poesia a tema libero, edita<br />

o inedita, senza limite al numero dei versi (sono ammesse<br />

massimo DUE Poesie). Tra tutti i Concorrenti<br />

saranno proclamati cinque Vincitori Assoluti.<br />

1º classificato premio di € 600; 2º classificato premio<br />

di € 500; 3º classificato premio di € 400; Pergamena-ricordo<br />

a ognuno e pregiata bottiglia di vino di<br />

Candia. Cena d'Onore e Ospitalità in Hotel nel pernottamento<br />

di sabato 28 Settembre. Assieme alle<br />

cinque copie verrà inserita dentro al plico una busta<br />

chiusa contenente i dati dell'Autore (nome - cognome<br />

- indirizzo - telefono fisso - cellulare - email per<br />

chi ce l'ha - cenni autobiografici. Ripetere il titolo<br />

delle Poesie inviate, dichiarando che le opere sono<br />

di propria creatività). Una Giuria di alto profilo, il<br />

cui verdetto è inappellabile, aprirà le buste con i dati<br />

anagrafici soltanto a graduatoria di merito conclusa.<br />

Previste altre sezioni: B) LIBRO DI POESIE<br />

EDITO; C) UN RACCONTO (max.) cento parole;<br />

D) LIBRO DI NARRATIVA EDITO; E) POESIA<br />

IN DIALETTO. Info www.premiopoesiamassa.it<br />

COERENZA STILISTICA 2013<br />

Rassegna di Pittura, Scultura, Grafica, Ceramica, Fotografia<br />

Nota critica e riproduzione dell’opera selezionata nel servizio su <strong>Artecultura</strong><br />

8-24 Settembre 2013 -Via Ciovasso 19 Milano-Centro, <strong>Artecultura</strong> Sala Azzurra<br />

La Rassegna a finalità divulgativa e di confronto artistico viene<br />

indetta a cura dello storico d’arte Dr. Teodosio Martucci. Si<br />

aderisce con una sola opera di misure minime cm. 30x40 e<br />

massime di cm.60x80 munita di attaccaglia e di fotografia o<br />

materiale equivalente a colore per la riproduzione dell’opera nel<br />

servizio speciale che effettuerà ARTECULTURA sul numero di<br />

ottobre 2013.<br />

L’opera presentata e selezionata verrà riprodotta con la nota<br />

critica nel servizio oltre che corredata di titolo, tecnica ed anno<br />

di realizzazione nome e cognome dell’artista.<br />

La presentazione ufficiale della Rassegna COERENZA<br />

STILISTICA 2013 avverrà in una sala espositiva di <strong>Artecultura</strong>,<br />

Via Ciovasso 19 Milano alle ore 17,00 del sabato 14 Settembre<br />

2013. Il contributo di adesione è di euro 100 e comprende anche<br />

l’abbonamento ad <strong>Artecultura</strong> per i non abbonati, di euro 70 per<br />

gli aderenti già abbonati. Il contributo comprende l’esposizione<br />

nel centro di Milano, nota critica, stampa e il ricevimento di 5<br />

copie della Rivista con il servizio interessato. Speciale: Locandina<br />

degli artisti in esposizione. Il contributo è da versare al<br />

mio prevede le seguenti sezioni: Poesia inedita,<br />

Poesia edita, Silloge inedita, Saggio Letterario, Saggio<br />

teatrale, Pittura, Scultura, Grafica e Saggio per<br />

bambini. L’artista può partecipare a più premi e sezioni.<br />

All’artista che risulterà migliore in assoluto<br />

verrà assegnato il Trofeo Internazionale “POESIA<br />

ED ARTE A MILANO” - XXVI edizione. La cerimonia<br />

di Premiazione ed il relativo rinfresco con il<br />

taglio della torta del Borgo degli Artisti si svolgeranno<br />

alle ore 15,00 di sabato 26 ottobre 2013 presso<br />

lo Spazio Hajech del Liceo Artistico di Brera a Milano.<br />

Info 33390 8505<br />

L’ Associazione “MACCLA SARACENA” in collaborazione<br />

con Comune di Macchia D’Isernia, Provincia<br />

di Isernia, Assessorato al Turismo Istituto<br />

Molisano di Studi e Ricerche, Ministero dell’istruzione,<br />

dell’Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico<br />

Regionale per il Molise indice il PREMIO<br />

LETTERARIO “MACCHIA D’ISERNIA” 2013<br />

di Narrativa, Poesia, Fiaba e Favola, Sezione D:<br />

Poesia e Narrativa autori in erba. Premiazione prevista<br />

per il 20 luglio 2013. Informazioni: Elena<br />

Grande , tel. n° 349 5936107- elenagra@hotmail.it.<br />

la somma di Euro 30,00 quale quota associativa<br />

2013 al CEPAM, a mezzo vaglia postale o<br />

c.c. postale n. 10614121. Info: Cell. 3339379857<br />

CAFFE’ LETTERARIO MOAK 2013<br />

Si concorre inviando un racconto inedito della<br />

lunghezza che va da un minimo di 5 ad un massimo<br />

di 20 cartelle. Il racconto partecipante deve essere<br />

inviato entro il 10 giugno 2013 via mail all’indirizzo<br />

letterario@caffemoak.com.<br />

POESIA E SAGGISTICA<br />

PER IL DISARMO 2013<br />

Bando completo a pagina 7 della<br />

Rivista. Importante iniziativa con<br />

adesione gratuita. Gli Autori interessati<br />

sono invitati ad aderire e far aderire<br />

a questa originale rassegna<br />

poetico-culturale<br />

momento della consegna dell’opera a mano o fatto pervenire<br />

tramite ricevuta di versamento sul c/c postale n. 84356302<br />

intestato ARTECULTURA di Giuseppe Martucci, Via Ciovasso<br />

19 Milano. I residenti fuori Milano sono invitati a spedire l’opera<br />

in porto franco e con imballo da riutilizzare nella rispedizione<br />

a domicilio in porto assegnato. La consegna dell’opera va fatta<br />

a partire dal 1 Giugno 2013 dal lunedì al sabato dalle ore 9,00 alle<br />

ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle 19,30. La Rassegna è di carattere<br />

artistico culturale pertanto non soggetta a Bolla di accompagnamento<br />

ai sensi dell’Art. 03/D.P.R. del 6/10/1979. Da<br />

riportare sull’involucro.<br />

ARTECULTURA pur assicurando la più scrupolosa cura delle<br />

opere durante l’esposizione, non risponde in caso di ogni<br />

deprecabile danno anche nel tragitto di andata e ritorno.<br />

Assicurazione contro l’incendio.<br />

Informazioni:<br />

ARTECULTURA Via Ciovasso 19 Milano 20121.<br />

tel. 02-864.64.093 - info@artecultura<br />

ARTECULTURA41


Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />

5x1000, una firma per la cultura<br />

Dall’anno finanziario 2012, una disposizione normativa,<br />

consente ai contribuenti di destinare una<br />

quota pari al 5x1000 dell’imposta sul reddito delle<br />

persone fisiche, al finanziamento delle attività di<br />

tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali<br />

e paesaggistici (art. 23, comma 46 del decreto<br />

legge n. 98 del 06/07/2011, convertito con<br />

modificazioni, dalla legge n. 111 del 15/07/2011).<br />

Il patrimonio culturale italiano rappresenta un capitale<br />

unico al mondo; la sua valorizzazione e<br />

promozione possono costituire un volano strategico<br />

per la ripresa economica del Paese e per creare<br />

nuove occasioni di sviluppo e lavoro.<br />

Nel modulo per la dichiarazione dei redditi 2013,<br />

relativo ai redditi 2012, è stato inserito un apposito<br />

riquadro che consente di destinare la quota 5x1000<br />

ai beni culturali, mediante una semplice firma,<br />

senza la necessità di ulteriori specificazioni e senza<br />

nessun aggravio economico.<br />

Aiuta l’arte, la cultura e il paesaggio, dona il<br />

5x1000: proteggi il passato e arricchisci il futuro.<br />

Info www.mibac.it<br />

Regione Lombardia: Inaugurazione<br />

tunnel di Monza. Presidente Raffaele<br />

Cattaneo: “Bene apertura al traffico<br />

della galleria, opera attesa da anni”<br />

Milano 3 aprile 2013 - “Con l’apertura di questo<br />

tunnel viene consegnata al territorio un’opera attesa<br />

da anni che permetterà il miglioramento della<br />

viabilità a nord di Milano”.(...) E far sì che il<br />

Consiglio Regionale possa esercitare al meglio<br />

la sua funzione statutaria d’impulso, indirizzo e<br />

controllo per opere così importanti per il futuro<br />

della Lombardia.<br />

IL SULTANATO DELL’OMAN FIR-<br />

MA IL CONTRATTO DI PARTECI-<br />

PAZIONE A EXPO MILANO 2015<br />

Uno spazio di 2.790 metri quadrati, davanti ad uno<br />

degli ingressi principali. E l’originale idea di raccontare<br />

come sole, sabbia e mare possono trasformarsi<br />

da limite in risorsa per l’agricoltura. Martedì<br />

26 marzo , in occasione della firma del contratto di<br />

partecipazione a Expo 2015, il Sultano dell’Oman<br />

ha presentato il concept del Padiglione con cui sarà<br />

presente all’Esposizione Universale di Milano. Il<br />

documento è stato sottoscritto dal Commissario<br />

Generale del Padiglione omanita Mohsin Al<br />

Balushi e da Giuseppe Sala, Amministratore Delegato<br />

di Expo 2015 S.p.A. alla presenza dell’Ambasciatore<br />

dell’Oman presso la Repubblica Italiana<br />

Said Nasser Mansoor AL - Sinawi AL-Harthy<br />

e del Commissario Generale dell’Expo Milano<br />

2015 Roberto Formigoni. Info: +39 335 6417881<br />

Studenti Istituto Tosi di Busto Arsizio<br />

“in visita al Consiglio regionale”. Ad<br />

accoglierli il Presidente Raffaele<br />

Cattaneo.<br />

La mattina del 9 aprile scorso il Consiglio regionale<br />

della Lombardia ha accolto la visita di una<br />

trentina di studenti dell’Istituto Tecnico Economico<br />

“E. Tosi” di Busto Arsizio (VA) accompagnati<br />

dai loro docenti. “I ragazzi sono stati ricevuti dal<br />

Presidente dell’Assemblea regionale Raffaele<br />

Cattaneo che ha loro fornito alcune indicazioni sui<br />

lavori all’ordine del giorno della seduta di Consiglio<br />

in corso: “La seduta di oggi - ha sottolineato<br />

il Presidente assume una particolare importanza<br />

42 ARTECULTURA<br />

Studenti Istituto Tosi di Busto Arsizio in visita al Consiglio<br />

regionale accolti dal Presidente Raffaele Cattaneo<br />

soprattutto per il fatto che questa mattina vengono<br />

eletti i tre Consiglieri lombardi che rappresenteranno<br />

la Lombardia nei prossimi giorni a Roma in<br />

occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica.<br />

Mi auguro - ha concluso Cattaneo che tra<br />

di voi ci possa essere qualcuno che abbia in futuro<br />

voglia e passione per impegnarsi come politico o<br />

amministratore al servizio del proprio territorio”.<br />

Gli studenti hanno partecipato ai lavori del Consiglio<br />

regionale seguendo l’elezione di Roberto<br />

Maroni, Raffaele Cattaneo e Umberto Ambrosoli<br />

quali delegati lombardi a Roma per eleggere il<br />

nuovo Presidente della Repubblica.<br />

ACCIAIO -Museo Nazionale della Scienza e<br />

della Tecnologia “Leonardo da Vinci”<br />

Sabato 16 e domenica 17 marzo scorso primo<br />

weekend di attività speciali nella nuova area<br />

espositiva, per scoprire come nasce, che cosa diventa<br />

e qual è il futuro di un materiale antico e<br />

innovativo che ha dato forma al nostro mondo. Il<br />

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia<br />

inaugura la nuova area Acciaio, realizzata in<br />

collaborazione con il Gruppo Arvedi: un’esposizione<br />

permanente dedicata a un materiale dalle<br />

mille vite, alla sua produzione e all’innovazione<br />

nella lavorazione, ai suoi molti usi a volte invisibili,<br />

al suo riciclo infinito.”Il ferro e tutte le leghe, ma<br />

soprattutto l’acciaio, occupano un ruolo di rilievo<br />

al Museo non solo per le importanti svolte tecnicoscientifiche<br />

e sociali che nella storia sono legate a<br />

questi materiali, ma anche perché la collezione<br />

Metalli accoglie alcuni degli oggetti più importanti<br />

del patrimonio del Museo sottolinea Fiorenzo<br />

Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale<br />

della Scienza e della Tecnologia. Oggi siamo lieti<br />

di inaugurare questa nuova area permanente per<br />

raccontare l’innovazione attraverso un caso di<br />

eccellenza tutta italiana. In quest’esposizione il<br />

Museo sperimenta anche un nuovo utilizzo della<br />

tecnologia, che diventa parte integrante dell’allestimento<br />

rendendo ancora più coinvolgente l’esperienza<br />

di visita. Su un tema complesso come quello<br />

del ciclo di vita dell’acciaio la nuova area permette<br />

al visitatore di avere uno sguardo unico ed emozionante,<br />

che a pochi altrimenti sarebbe concesso”.<br />

Info: tel. 02- 485551<br />

CHIOSTRO IN FIERA - MOSTRA<br />

MERCATO DI ALTO ARTIGIANATO<br />

Al Museo Diocesano di Milano, da venerdì 24<br />

maggio a domenica 26 maggio 2013, torna CHIO-<br />

STRO IN FIERA, la mostra mercato di alto artigianato,<br />

giunta alla sua ottava edizione, realizzata<br />

con lo scopo di raccogliere fondi destinati a finanziare<br />

e a sviluppare i progetti culturali e didattici<br />

del Museo. Particolare attenzione ai più piccoli,<br />

con giochi, atelier didattici, spettacoli e una caccia<br />

al tesoro. Anche quest’anno più di 70 artigiani di<br />

Bazar, Orticola Lombardia, ecc. Info 02-89420019<br />

DIVINA BELLEZZA - Complesso<br />

dell’OPA di Siena - LA PORTA DEL<br />

CIELO 6 aprile - 27 ottobre 2013<br />

Il Duomo di Siena non finisce di sorprendere.<br />

Dopo la scopertura del pavimento che ha fatto<br />

conoscere a un pubblico numeroso di visitatori<br />

italiani e stranieri le tarsie disegnate dagli antichi<br />

maestri raffiguranti un percorso di sapienza e di<br />

fede, la cattedrale apre ora la sua porta alle<br />

sommità della fabbrica. Dopo lunghi restauri, a<br />

partire dal 6 aprile, è possibile ammirare il<br />

‘cielo’ del Duomo, una serie di locali mai aperti<br />

al pubblico, in cui per secoli nessuno è potuto<br />

accedere, se si eccettuano le maestranze dirette dai<br />

grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli<br />

di cui recano testimonianza progetti e schizzi<br />

effigiati talvolta direttamente sui muri. La “porta<br />

del cielo” si apre dunque a visitatori come se<br />

salissero attraverso la scala apparsa in sogno a<br />

Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli<br />

angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-<br />

22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra<br />

sulla quale egli stava dormendo e un’immensa<br />

discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama<br />

“Questa proprio è la casa di Dio, questa è la porta<br />

del cielo”, verso utilizzato dalla liturgia nella messa<br />

della dedicazione delle cattedrali.<br />

Info: +39 577286300<br />

CROCE DEL PRATOMAGNO:<br />

FIRMATO IL PROTOCOLLO<br />

PER IL RESTAURO<br />

Arezzo, 21 marzo 2013. - E’ stato firmato presso<br />

il Palazzo della Provincia di Arezzo, il Protocollo<br />

d’Intesa che prelude all’avvio del progetto di restauro<br />

della Croce del Pratomagno. Al Protocollo<br />

hanno aderito la Provincia di Arezzo, Banca<br />

Etruria, la Soprintendenza Bap Sae di Arezzo,<br />

i Comuni di Loro Ciuffenna e Ortignano<br />

Raggiolo, le Unioni dei Comuni del Pratomagno<br />

e del Casentino. La Regione Toscana, ha garantito<br />

un contributo economico per la realizzazione<br />

dell’intervento, che sarà finanziato grazie all’intervento<br />

di Banca Etruria. Il Protocollo d’Intesa che<br />

sancisce l’impegno dei molti soggetti coinvolti<br />

nell’operazione è stato firmato dal Presidente della<br />

Provincia Roberto Vasai, dal Direttore Generale di<br />

Banca Etruria, Luca Bronchi, dal Soprintendente<br />

Agostino Bureca, dai sindaci di Loro Ciuffenna,<br />

Piero Lazzerini, e di Ortignano Raggiolo, Ivano<br />

Versari, e infine dai presidenti dell’Unione dei<br />

Comuni del Pratomagno Filippo Sottani e del<br />

Casentino, Luca Santini. L’obiettivo è quello di<br />

creare le condizioni per consentire di portare a<br />

compimento l’intervento di restauro e le azioni<br />

promozionali collegate entro la fine del mese di<br />

Luglio. L’intervento prevede la completa demolizione<br />

delle parti degradate delle fondazioni fino<br />

alla completa scopertura dei ferri di armatura, la<br />

pulizia di tutte le superfici, il trattamento con<br />

idonei materiali dei ferri e la ricostruzione dei<br />

volumi mancanti con malta fibrorinforzata a ritiro<br />

compensato, mentre gli elementi di metallo che<br />

risultano fatiscenti saranno sostituiti con dei nuovi<br />

di uguale misura e forma. Il progetto prevede<br />

anche la sostituzione di tutti i bulloni. L’importante<br />

intervento di restauro riguarderà anche la cappella<br />

e l’immagine in terracotta dipinta di San<br />

Francesco. Informazioni tel. 02-77 888 729


Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />

THE GARBAGE PATCH STATE<br />

L’arte scende in campo per sensibilizzare l’opinione<br />

pubblica a tutela dell’ambiente, patrimonio comune.<br />

Il cosiddetto “Garbage Patch” è uno dei più<br />

gravi fenomeni di inquinamento creato dalla plastica<br />

dispersa e trascinata in mare dalle correnti in un<br />

unico luogo. Un fenomeno che sta assumendo le<br />

dimensioni di un vero e proprio continente, in<br />

continua , spaventosa crescita. Con una “installazione-performance”,<br />

una nuova Nazione sarà simbolicamente<br />

riconosciuta dalla comunità internazionale<br />

. Si potrà trovare THE GARBAGE in rete<br />

il suo portale: www.garbagepatchstate.org<br />

Prende così il via un complesso progetto dell’artista<br />

italiana Maria Cristina Finucci, realizzato in<br />

collaborazione con l’Università veneziana Ca’<br />

Foscari e patrocinato dal Ministero italiano dell’Ambiente<br />

attraverso il quale l’arte, con la sua<br />

forza comunicativa, intende contribuire alla salvezza<br />

del pianeta. Info: www.studioesseci.net<br />

18-26 maggio 2013: Caravaggio, appassionata<br />

e innamorata del ciclismo,<br />

presenta una settimana di eventi tutta<br />

in rosa con “Caravaggio In Giro”<br />

Un contenitore ricco di iniziative eventi sportivi e<br />

culturali legati al mondo della bicicletta, avrà luogo<br />

dal 18 al 26 maggio 2013 presso la città di<br />

Caravaggio, in provincia di Bergamo. L’iniziativa<br />

sportiva e culturale, rivolta a tutti gli appassionati<br />

delle due ruote, ma non solo, sarà promossa dal<br />

gruppo Artistico “Caravaggio Contemporanea”,<br />

dall’associazione Caravaggio Offroad e dalla<br />

Bergamo Bike Polo, con il patrocinio del Comune<br />

di Caravaggio. L’iniziativa si svolgerà in<br />

concomitanza con un importante evento per la città<br />

di Caravaggio: la provincia bergamasca, infatti,<br />

ospiterà quest’anno una sfilata di presentazione<br />

della diciassettesima tappa del Giro d’Italia. La<br />

carovana rosa sfilerà il giorno 22 maggio a<br />

Caravaggio, per poi proseguire fino alla conclusione<br />

della tappa nella città di Vicenza.<br />

Info: tel.0363397432<br />

La Prima Volta, d’Estate in un Castello<br />

En plein air: nuovi eventi in rocche, borghi,<br />

fortezze, manieri del Ducato d Parma e Piacenza<br />

da fine maggio a fine luglio 2013.<br />

Tra le proposte: un’indagine paranormale al Castello<br />

di Montechiarugolo con apertura al pubblico,<br />

“Favole a Corte” all’Antica Corte Pallavicina,<br />

total living “Dna - Design-Natur-Arte” al Castello<br />

di San Pietro in Cerro, Una “Giornata tra Cultura,<br />

giochi e natura nel Castello Millenario” al Castello<br />

di Scipione dei Marchesi Pallavicino, animazione<br />

by night “L’opera segreta di Giuseppe Verdi” alla<br />

Fortezza di Bardi, “Cluedo in Castello” nel Castello<br />

di Rivalta, illusionismo a “FAntanellato, arte e<br />

musica” a Fontanellato, “La Traviata alla Reggia<br />

di Colorno”, “Vivaldi, le stagioni” al concerto di<br />

gala al Castello di Gropparello, “Mangiafuoco alla<br />

Rocca di Castell’Arquato”. Tel. 0521.823221www.castellidelducato.it<br />

Save the date - Eventi Collezione<br />

Maramotti maggio 2013<br />

La Collezione Maramotti è lieta di annunciare gli<br />

eventi speciali che avranno luogo durante il weekend<br />

del 4-5 maggio 2013, in occasione dell’apertura<br />

delle prossime mostre in programma, costituendone<br />

un interessante approfondimento e arricchimento.<br />

Per maggiori informazioni a riguardo:<br />

tel. +39 349 2529989<br />

Open ART market<br />

Torna a Roma un nuovo appuntamento Open<br />

ART market. Un modo diverso di promuovere<br />

l’arte contemporanea. L’esposizione-mercato<br />

alla Fonderia delle Arti - Via Assisi, 31 Roma<br />

dal 20 aprile al 20 maggio 2013, a cura di<br />

Antonietta Campilongo. Un’esposizione-mercato<br />

in cui l’opera e l’artista, rispettivamente prodotto<br />

e produttore d’arte, escono dalla logica dell’eccezionalità<br />

e del collezionismo d’élite, per diventare<br />

un mezzo di comunicazione sociale ed estetico a<br />

costi accessibile a tutti. Si programmano, infatti,<br />

opere d’arte (pittura, scultura, installazione, fotografia,<br />

arte digitale, design) in una fascia di prezzo<br />

che va da 49 a 999 euro. Dare all’arte la capacità<br />

di aprire nuovi spazi di dialogo e far sì che l’arte<br />

contemporanea sia sempre meno un discorso per<br />

pochi, con meno timore reverenziale e più voglia di<br />

partecipazione: questa è la missione di Open ART<br />

market. Info: www.nwart.it<br />

INTERPLAY/13 - Torino<br />

International Contemporary Dance Festival<br />

22-30 maggio - 8 giugno -18 giugno 2013<br />

Teatro Astra +Fonderie Teatrali Limone - BLITZ<br />

METROPOLITANI / Via Lagrande, Piazza Vittorio<br />

Veneto, Barriera di Milano. Direzione artistica<br />

a cura di Natalìa Casorati / a cura dell’Associazione<br />

Mosaico Danza. Info: tel. 011 3199871<br />

laschicas@adfarm.it - www.adfarm.it<br />

VEREGRA STREET FESTIVAL<br />

XV edizione - Festival Internazionale di Arte e<br />

Cibo di strada dal 23 al 29 giugno 2013 a MON-<br />

TEGRANARO (FM). Tutti gli eventi sono gratuiti.<br />

Informazioni: Ufficio Cultura: tel.<br />

0734.897932 - info@veregrastreet.it<br />

Sette giorni fitti di eventi con spettacoli che esplorano<br />

tutti i generi dell’arte urbana: dal teatro di<br />

strada alla musica, dalla danza al teatro di figura,<br />

dal clown al circo contemporaneo, dall’evento di<br />

piazza alla parata, etc.<br />

INTEATRO<br />

Distribuzione spettacoli teatrali e musicali, tel. 02-<br />

53030875 -email: inteatrospettacol@libero.it<br />

PROPOSTE STAG. TEATRALE 2013-2014<br />

Nuova Produzione. Il viaggio sensoriale dell’ultima<br />

produzione di Evolution Dance Theatre, si<br />

trasforma da un’atmosfera più rarefatta e d’immaginazione<br />

di “FireFly” , ad una realtà più concreta<br />

di una Città Elettrica, contenitrice.<br />

Le nuovissime e vibranti coreografie, accese nei<br />

colori e nei toni immaginifici, rappresentano un<br />

grande quadro elettrico in cui le diverse “energie”<br />

danno vita a stimoli e sensazioni sorprendenti e<br />

inaspettate . Saranno nuovamente scene singole a<br />

introdurci in questo scenario tecnologico, in pieno<br />

accordo con ciò che è l’armonia del corpo umano.<br />

Info: www.evolutiondancetheater.com<br />

CHIASSO /LETTERARIA<br />

L’Ottava edizione di Chiasso/Letteraria, festival<br />

internazionale di letteratura, con la presenza di<br />

scrittori di rilievo internazionale, avrà luogo a<br />

Chiasso , sul confine italo/svizzero , nei giorni 1-2-<br />

3-4-5 maggio 2013. Il tema dell’VIII edizione è<br />

l’esilio; il titolo “A/POLIS - Pensieri dell’esilio”.<br />

L’esilio è una condizione di sradicamento, privazione<br />

e non-appartenenza per molti popoli e esseri<br />

umani. L’esilio è la patria di scrittori, pensatori,<br />

artisti (da Ovidio, Dante, Nietzsche, Mann, Brecht,<br />

Nabokov, Cortazar a tanti scrittori contemporanei).<br />

Info. Tel.0041 (0)792846486<br />

ART NIGHT VENEZIA. L’arte libera<br />

la notte. Terza edizione. Venezia sedi<br />

varie, sabato 22 giugno 2013.<br />

L’Università Ca’ Foscari presenta la terza edizione<br />

di Art Night, la manifestazione ideata e coordinata<br />

dall’ateneo in collaborazione con il Comune<br />

di Venezia che mira a coinvolgere tutti i soggetti<br />

che si occupano di arte e di cultura in città.<br />

Info tel. 041-23466223<br />

FLUSSIDIVERSI 2013. 6° Festival di Poesia.<br />

Caorle (Ve). Dal 7 al 9 giugno 2013. “La Poesia<br />

non cerca seguaci...cerca amanti”. La celebre frase<br />

di Federico Garcia Lorca delinea perfettamente<br />

l’edizione 2013, la sesta di Flussidiversi, il non<br />

Festival di Poesia e Poeti che dal 7 al 9 giugno<br />

popolerà calli e piazzette dell’antico centro marinaro<br />

di Caorle, nella Laguna di Venezia. La<br />

spettacolare eppure minimalista ambientazione, la<br />

formula fatta di readings ufficiali e improvvisati,<br />

di lunghe pause di conversazione in riva al mare<br />

o davanti ad uno spritz nelle vecchie osterie, di<br />

passeggiate collettive lungo la scogliera modellata<br />

da decine di artisti, della crociera di poeti, di vini<br />

sorseggiati direttamente in cantina. Tre giorni di<br />

poesia con poeti dalle più varie parti del mondo.<br />

Info: 049.663499<br />

PROGRAMMA FONDAZIONE<br />

CORRENTE - Milano<br />

9 maggio, ore 17, seminario di Teoria e politica,<br />

Davide Tarizzo “Quando un popolo muore...”<br />

16 maggio ore 17 seminario Spinoza, Patrizia<br />

Pozzi “Spinoza e l’infinito”<br />

21 maggio ore 17, incontro “A partire da Kafka”<br />

con interventi d Fabio Minazzi (moderatore), Laura<br />

Boella, Eugenio Borgna, Sergio Fava, Rosalba<br />

Maletta, Chiara Pasetti, Gabriella Rovagnati, Gabriele<br />

Scaramuzza, Marco Vozza.<br />

28 maggio ore 18, incontro “Banfi e l’arte contemporanea”,<br />

interventi di Simona Chiodo, Enrico<br />

Crispolti, Antonello Negri, Andrea Pinotti, Paolo<br />

Rusconi, Sileno Salvagnini. Tutti incontri ad ingrasso<br />

libero, presso Fondazione Corrente via Carlo<br />

Porta 5 Milano. www.fondazionecorrente.org<br />

AMICI DI CHORUS - Visite guidate<br />

Chiese di Venezia<br />

20 maggio ore 10,00 chiesa di San Giobbe<br />

21 maggio ore 15,00 basilica di Santa Maria<br />

Gloriosa dei Frari - 24 maggio ore 15,00 chiesa<br />

di San Giovanni Elemosinario -28 maggio ore<br />

15,00 Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari<br />

31 maggio ore 10,00 chiesa di Santa Maria dei<br />

Miracoli. Per partecipare agli incontri è necessaria<br />

la prenotazione telefonando al n. 041 2750462<br />

CENACOLO S. EUSTORGIO<br />

Incontri letture di poesia e narrativa maggio-giugno<br />

2013-. Milano, Libreria Esoterica, Galleria<br />

Unione, 1 - ( giovedì dalle 17 alle 18.30)<br />

02.05.13 Filippo Carmeni, Elisabetta Bardone,<br />

Sara Zampol - 09.05.13 Danilo Reschigna, Vanna<br />

Botta, Pino Franzosi-16.05.13 Sonia Scarpante,<br />

Albert, Walter Gioia - 23.05.13 Mara Luca, Dario<br />

Pericolosi, Stefania Scarnati - 30.05.13 Michelangelo<br />

Coviello. Angelo Lumelli, Adelio<br />

Rigamonti - 06.06.13 Lucetta Frisa, Marco<br />

Ercolani, Fulvio Bella - 13.06.13 Giusi Busceti,<br />

Pierluciano Guardigli, Roberto Carusi - 20.06.13<br />

Enrico Pudilli, Renzia D’Incà, Ida Boni -27.06.13<br />

Laboratorio di Lettura e di Scrittura creativa di<br />

Bollate (MI). Info tel. 02878422<br />

ARTECULTURA43


ARTECULTURA<br />

Promozionale ARTE OMAGGIO estiva<br />

giugno-settembre 2013<br />

vera occasione per incontri-vacanze<br />

da mettere subito in valigia<br />

44ARTECULTURA<br />

Abbonamenti normali euro 50<br />

omaggio<br />

1 grafica cm.50x70<br />

di maestri contemporanei:<br />

Alfieri, Contenotte, Fomez, Kodra, ecc.<br />

***<br />

Abbonamenti sostenitori<br />

di varie combinazioni a partire da euro 100<br />

omaggio<br />

a scelta in diverse misure<br />

1 acquarello, dipinto, tempera, scultura<br />

di Maestri contemporanei ed Artisti emergenti<br />

Addamiano, Alfieri, Alvaro, Amurri, Battaglia, Bellaviti L.,<br />

Bertrand, Boncinelli, Bonetto, Bortolin, Bottari, Brindisi,<br />

Cannata, Cassani, Cavallo, Cerri, Conservo, Consilvio, De<br />

Gasperi, Di Seclì, Fael, Fichera, Fomez, Formenti,<br />

Fratantonio, Frugoni, Frunzo, Giannattasio, Giannini,<br />

Kodra, Maggi, Mazzotta, Melotto, Parmigiani, Pellicanò,<br />

Roccotelli, Rontani, Rotella, Scorrano, Senigalliesi, Sperati,<br />

Tavernari, Turroni, Venditti,Verre,Viola G., ecc.<br />

Apertura da lunedì al sabato dalle ore 9 alle 12,30 e dalla 15 all e 19,30<br />

Milano, Via Ciovasso 19 entrata angolo via del Carmine<br />

Informazioni tel. 02-864.64.093 -<br />

www.artecultura.org - info@artecultura.org

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