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Periodico d’informazione e Cultura Ottobre 2012 - n.15 Io Io porgea porgea gli gli orecchi orecchi alla alla tua tua voce voce ed ed alla alla man man veloce veloce che che percorrea percorrea la la faticosa faticosa tela tela (G. (G. Leopardi) Leopardi)

Periodico d’informazione e Cultura <strong>Ottobre</strong> 2012 - n.15<br />

Io Io porgea porgea<br />

gli gli orecchi orecchi alla alla tua tua voce voce<br />

ed ed alla alla man man veloce veloce<br />

che che percorrea percorrea<br />

la la faticosa faticosa tela tela<br />

(G. (G. Leopardi) Leopardi)


Divagazioni semiserie<br />

sull’agosto apirano<br />

Se Leopardi che si recava a Roma col postale papale<br />

<strong>del</strong>la Valdichienti avesse invece attraversato la<br />

Vallesina, molto pericolosa allora, per i predoni annidiati<br />

nella gola <strong>del</strong>la Rossa, sarebbe stato meglio<br />

informato su Apiro ed avrebbe potuto inserirlo<br />

nelle sue liriche.<br />

Le sue sudate ed ultime carte di Napoli, dove morì e fu seppellito,<br />

annotano visite a quartieri popolari dove si rimpinzava<br />

di cioccolato e rideva <strong>del</strong>le carezze dei popolani che<br />

strusciavano le sue pronunziate spalle: il gobbo porta fortuna.<br />

“Passata la tempesta” avrebbe cantato il poeta come “La donzelletta<br />

vien dalla campagna” con quel che segue, cioè Festival<br />

infi occati e rumorosi, atti di questo e di quello e quieta rassegnazione<br />

di apirani di ieri di oggi che si sopportano ancora.<br />

Nulla di nuovo sotto il sole.<br />

<strong>San</strong> Salvatore, lassù, “Passero solitario” tenta l’interesse su<br />

nuova mercanzia, nientedimenochè da vita ad una settimana<br />

tematica su canto, ascolti, gregoriano e storia, recital religiosi,<br />

tavole rotonde sul biologico e chi ne ha, più ne metta.<br />

E poi scarpinate per quattro sabati, nel territorio fatto storia,<br />

ieri col girovagare di S.Francesco, oggi col lavoro <strong>del</strong>la<br />

terra nel biologico e tanto altro ancora; la curiosità <strong>del</strong> mini<br />

gruppo partecipante è stata appagata; s’è iniziato dalla visita<br />

al colle di S. Leopardo, all’ antica fontana, si è attraversato<br />

il castello diruto di Favete per concludere al Grottone di<br />

S.Francesco, dove il santo più notti riposò.L’ultimo sabato s’è<br />

visitato anche il tempietto a Maria, sull’Esinante, ex voto per<br />

scampata disgrazia.<br />

“Che bello svegliarsi ed alzarsi presto e contattare il territorio<br />

dei santi e dei disgraziati, <strong>del</strong>la polenta e <strong>del</strong> verdicchio, <strong>del</strong>la<br />

porchetta ed ancora tanto altro e scoprire “che ora è!” mormorava<br />

qualcuno.<br />

Infatti nell’avviso invito a partecipare, non v’era l’ora di partenza<br />

od altro; si diceva, al sorgere <strong>del</strong> sole o al tramonto.<br />

Libri sapienziali notano che l’animale si curva e beve, l’uomo<br />

capisce che può far cavo <strong>del</strong>la mano e porta l’acqua alle lab-<br />

<strong>Voci</strong> dal <strong>San</strong> <strong>Vicino</strong><br />

Periodico trimestrale di informazione e cultura -<strong>Ottobre</strong>- n°15<br />

Direttore Responsabile - Luigi TALIANI<br />

Autorizzazione Tribunale di Ancona n° 19-08.<br />

Sede: Ctr. S. Francesco, 28 - 62021 Apiro (MC)<br />

Email: castri.piri@yahoo.it<br />

redazione.cpv@email.it<br />

web: www.castripirivalles.it<br />

Tel. 0733 611126<br />

Stampa: TIPOLITO ILARI snc<br />

Zona Ind.le Cerrete Collicelli (Cingoli)<br />

t. 0733 602361<br />

2<br />

bra; il cantar “Fratello sole e sorella luna” ci hanno aiutati a far<br />

gruppo, ad informarci alla grande.<br />

Le serate tematiche a S.Salvatore, dicevamo, con l’ambiente<br />

arricchito dal telaio di Modesta ed il percorso <strong>del</strong>la tessitura<br />

cogli attrezzi portati da Avacelli e suoni, canti e commoventi<br />

testimonianze, recital, fi lms pur frequentate da pochi, sono<br />

state defi nite di mottimo livello.<br />

Se l’ode di G. Leopardi “La quiete dopo la tempesta” può connotare<br />

il poco Apiro agostino, ormai sempre quello e meno di<br />

quello, i versi <strong>del</strong>l’ode a Silvia, impegnata al telaio, possono<br />

suggerirci analogie e diff erenze per noi che abbiamo goduto<br />

l’uno e l’altro; direbbe G. Pascoli: “c’è qualcosa di nuovo sotto<br />

il sole, anzi d’antico”; il tutto provocato dai “passeri solitari<br />

di lassù” che propongono l’antipacchiano e vogliono salvare<br />

il monumento.<br />

“Io porgea gli orecchi alla tua voce ed alla man veloce che<br />

percorrea la faticosa tela”, cantava Leopardi; io, mormorava<br />

un vecchio docente seduto al mio fi anco, che non si è perduta<br />

una serata “sono in crisi e di umore nero” perchè fi gli, nipoti<br />

e pronipoti non sanno un...<br />

Vero è che si medita dinanzi a crocifi ssi, si sbraita in sempre<br />

più sgamgherate sagre di mediocre gusto, si urla contornati<br />

da diff usori rompitimpani, ma sempre più esiguo è il gruppo<br />

di chi ode la voce dei morti, il suono e sapore <strong>del</strong>la terra, la<br />

man veloce <strong>del</strong>la pianista, <strong>del</strong>la tessitrice, <strong>del</strong>la memoria viva,<br />

<strong>del</strong>la fatica dura.<br />

Intanto il museo <strong>del</strong>la memoria futura, programmato in<br />

S.Salvatore fa bella mostra di sè; e Modesta, l’ultima decantata<br />

tessitrice di Apiro è appagata perchè ENZO, MARIA E<br />

GIULIANA, i fi gli suoi, hanno fatto tanto.<br />

Sognando insieme, i sogni diventano realtà.<br />

Quelli <strong>del</strong>la SSS,<br />

gruppo spontaneo<br />

“Salviamo <strong>San</strong> Salvatore”<br />

Una copia: € 3.00;<br />

Abbonamenti annuali Ordinario: € 15,00<br />

Sostenitore: € 20,00<br />

Benemerito: € 30,00<br />

È possibile abbonarsi presso:<br />

Uffi ci Postali:<br />

C.C.P. 1005754849<br />

intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE <strong>CASTRI</strong> <strong>PIRI</strong> <strong>VALLES</strong><br />

Ctr. S. Francesco, 28 - 62021 Apiro (Mc)<br />

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Presso la Vs. Banca - Bonifi co sul CC intestato a Casti Piri Valles<br />

IBAN: IT83 Y08549 68800 000090100662


L’Istituto Comprensivo “Coldigioco”<br />

Apiro<br />

Sarà presente in <strong>San</strong> Salvatore con cori dialoghi e canzoni plurilingue per<br />

le tradizionali manifestazioni di Natale, improntate alla multiculturalità e<br />

alla solidarietà, tenuto conto <strong>del</strong>la corposa presenza di estracomunitari non<br />

cattolici nelle scuole, sulla scia <strong>del</strong>l’esperienza <strong>del</strong>lo scorso anno.<br />

La scuola di musica, recentemente costituita, scaturita dagli incontri di<br />

maggio, è lieta di collaborare.<br />

<br />

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Scuole, Industriali, Artigiani, Aziende Agrarie, Ristoranti ed amici<br />

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Via G. Cerquetelli, 5<br />

62011 - Cingoli (MC)<br />

tel.: 0733 603546<br />

Punto Vendita di Apiro:<br />

Via Trento<br />

62021 - Apiro (MC)<br />

tel.: 0733 611549<br />

Un’ azienda che nasce dall’amore di costruire case di Floriano Zannini e soprattutto<br />

dalla caparbietà di una donna di grande tenacia, Delsere Rosalba che dal 1990,<br />

ha dato la linfa vitale all’attività sita in Cingoli (via G.Cerquetelli, 5)<br />

in un crescendo di esperienza e competenza.<br />

Dal 1990 al 2009, anno di apertura <strong>del</strong> secondo punto vendita in Apiro (Viale Trieste1),<br />

con l’inserimento di volta in volta <strong>del</strong>le tre fi glie: Morena, Manuela e Loretta,<br />

l’attività migliora di anno in anno il suo servizio al cliente.<br />

Nei due punti vendita infatti, si trovano un’immensa gamma<br />

di articoli a soddisfazione di ogni esigenza: dalla ferramenta, all’idraulica,<br />

dall’edilizia al materiale elettrico, ai casalinghi e... da qualche tempo ormai anche ricambi<br />

per l’attrezzatura agricola. E... riprendendo da E.Rogers, con uno slogan tipico <strong>del</strong>l’architettura...<br />

dal cucchiaio alla città...in R.D. Zannini<br />

si può dire...dal cemento ad ogni novità...il mondo <strong>del</strong>la casa e <strong>del</strong> lavoro.<br />

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12<br />

info@rdzannini.com


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13


Emilio, <strong>San</strong>dra e<br />

famiglia t a<br />

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vi dicono che pane,<br />

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14


Democrazia<br />

partecipata<br />

Di fronte ad uno scenario politico che investe il nostro Paese ci si<br />

pone la domanda:che fare? Spesso siamo spettatori disincantati<br />

che si rifi utano di accettare una simile situazione rifugiandosi<br />

in lamentele sterili e in una disaff ezione verso la politica. Ciò<br />

che piè preoccupa è che sono i giovani per lo più ad allontanarsi<br />

sempre di più da un interesse per una gestione <strong>del</strong>la cosa pubblica. Quando<br />

alla fi ne <strong>del</strong> primo anno <strong>del</strong>la guerra <strong>del</strong> Peloponneso Pericle dovette dedicare<br />

un omaggio funebre ai caduti,egli iniziò un superbo epitaffi o in cui ricordava<br />

agli Ateniesi la loro identità e il motivo <strong>del</strong>la supremazia incontrastata su<br />

tutte le altre popolazioni greche. Ad un certo punto cosi defi nisce lo statuto<br />

dei cittadini:”Ci facciamo carico degli aff ari privati come <strong>del</strong>le pubbliche incombenze(....)<br />

siamo infatti i soli a considerare chi non se ne interessa persona<br />

non innocua ma inutile”. Per un antico greco essere uomo voleva dire essere<br />

cittadino e la partecipazione alla vita democratica era considerata di primaria<br />

importanza. Ponendo una ragionevole distanza tra noi e il mondo classico,è<br />

interessante notare come i principi di fondo che animarono il nostro Stato non<br />

siano cambiati e nel nostro caso la realizzazione <strong>del</strong>la Re pubblica o meglio<br />

letteralmente “cosa pubblica” nasce dalle ceneri di un’Italia schiavizzata in cui<br />

la libertà era prostrata. A maggior ragione ognuno dovrebbe essere orgoglioso<br />

di dare il proprio contributo alla direzione <strong>del</strong> Paese,attraverso il voto,ed invece<br />

assistiamo ad un fenomeno <strong>del</strong>la portata quasi irreversibile, l’astensione e il disinteressamento<br />

<strong>del</strong> cittadino nei confronti <strong>del</strong>la politica. Allora ecco la sfi da di<br />

chi è spinto a dedicare il proprio impegno oggi sta nel riconquistare il singolo,<br />

infondendogli nuovamente fi ducia nelle istituzioni diroccate e scrostate. Occorre<br />

allora una ristrutturazione radicale che le investa di responsabilità rischiarate<br />

dai fulgidi valori <strong>del</strong>la più autentica testimonianza cristiana.<br />

Luigi Taliani - direttore<br />

15<br />

INDICE<br />

Divagazioni semiserie p. 2<br />

Sponsors: GRAZIE! p. 3 - 14<br />

Democrazia partecipata p. 15<br />

Comunicati <strong>del</strong>la CPV p. 16<br />

Cronache propositi e tanto altro<br />

p. 17<br />

Educatori a convegno p. 18<br />

Emigrati a convegno p. 19<br />

Tre anni di lavori lassù p. 20<br />

Modesta e il suo talento p. 21<br />

Apiro e le biomasse p. 22<br />

Il lievito di Birra p. 23<br />

Caritas Apiro p. 24<br />

Dagli archivi p. 24 - 25<br />

Quando i tagli colpivano la Rocca di<br />

Serra S. Quirico p. 25<br />

Zobicco pensa p. 26<br />

Sponsors: GRAZIE! p. 27<br />

Foto eventi! p. 28<br />

Quelli di S. Isidoro a convegno<br />

Oasi - Coste di Staffolo<br />

14 <strong>Ottobre</strong> 2012


Comunicati <strong>del</strong>la CPV<br />

lunedì 10 settembre 2012<br />

Riunione straordinaria <strong>del</strong>la CPV, necessaria per <strong>del</strong>iberare<br />

con urgenza quanto segue:<br />

1. Nomina a Vice Presidente <strong>del</strong>la CPV nella persona<br />

Loccioni Giovanni<br />

2. Affi do di pratiche a legale competente per trasformare<br />

la CPV da Associazione a Fondazione e redigire le<br />

carte uffi ciali per Equitalia e SIAE<br />

3. Sollecito al Parroco di Apiro; chiarimenti sul comodato<br />

di S.Savatore<br />

4. Approvazione <strong>del</strong> bilancio consuntivo e preventivo<br />

<strong>del</strong>la CPV, ad interim affi dato allo Studio Meri Pastori<br />

5. Approvazione a tutt’oggi di comunicazioni ed atti<br />

uffi ciali a fi rma <strong>del</strong> Presidente e/o <strong>del</strong> Direttivo <strong>del</strong>la<br />

CPV<br />

6. Facoltà ai Soci fondatori di visura degli atti depositati<br />

presso lo studio menzionato o/e presso il ns. archivio<br />

7. Facoltà <strong>del</strong> Direttivo di accettare donazioni a favore<br />

<strong>del</strong>la CPV<br />

8. Approvazione <strong>del</strong>l’operato precedente a fi rma <strong>del</strong><br />

Presidente<br />

9. Nomina di un legale rappresentante che difenda<br />

l’operato <strong>del</strong> Direttivo per l’avvenire, secondo nuove<br />

norme vigenti<br />

10. Nomina di Gianfranco Mariotti ad aiutante di<br />

segreteria.<br />

Nota<br />

Il regolamento statuto <strong>del</strong>la CPV associazione culturale,<br />

non risulta idoneo, a detta dei giuristi, per operare in S.<br />

Salvatore; urge pertanto trasformare la CPV da associazione<br />

in Fondazione, cosa che si può realizzare solo con l’apporto<br />

<strong>del</strong>la parrocchia, proprietaria <strong>del</strong>l’immobile;<br />

A tutt’oggi in S. Salvatore la CPV ha investito l’ammontare<br />

di 50.000 Euro c.a.<br />

I consensi sul lavoro svolto sono stati plurimi e qualifi cati<br />

ne citiamo uno per tanti, quello <strong>del</strong> Comprensorio<br />

16<br />

Scolastico Coldigioco che ormai da un anno scolastico usa<br />

S. Salvatore come ambiente tecnicamente adatto per le<br />

iniziative teatrali e musicali.<br />

La Rivista trimestrale, l’acquisizione di Sponsors (sui<br />

generis) e cioè entusiasti ammiratori per quanto si fa,<br />

sull’ormai perduta tradizione <strong>del</strong>l’associazionismo di Apiro,<br />

che una volta era vanto <strong>del</strong>le parrocchie, è una realtà di<br />

chi prende coscienza che il territorio dove viviamo non è<br />

patrimonio dei politici “civili o religiosi”, tutti transeunti,<br />

ma nostro, vera eredità dei nostri padri.<br />

Il “Fondo sponsoriale” per gestire S.Salvatore, almeno per<br />

dieci anni, già pronto ed in attesa di uffi cialità, ci consiglia<br />

di raggiungere quanto prima gli l’obiettivi sopra elencati,<br />

in primis, quello di trasformare, ripetiamo, l’Associazione<br />

in Fondazione con facoltà di agire nella legalità in“utroque<br />

Jure” e cioè nell’osservanza <strong>del</strong> diritto civile ed ecclesiastico.<br />

Su quanto trattato il direttivo <strong>del</strong>la CPV esprime parere<br />

favorevole e sottoscrive.<br />

Si pubblica perchè lettori, estimatori e tutti siano informati.<br />

Il presidente<br />

I catechisti di Lucrezia discutono<br />

servizio a pag. 18


Cronache, propositi e tanto altro<br />

Gli amici <strong>del</strong>la “Botte” di Apiro e la CPV<br />

promuovono la valorizzazione <strong>del</strong> territorio<br />

Salve a tutti, sono A<strong>del</strong>e Bini presidente <strong>del</strong>l’associazione<br />

“Gli amici” <strong>del</strong>la Botte che in collaborazione<br />

con l’associazione culturale “Castri<br />

Piri Valles” ha partecipato nel mese di agosto<br />

alle diverse scarpinate organizzate non solo per<br />

il fi ne religioso ma anche per riscoprire il nostro territorio.<br />

La nostra associazione ha anche come scopo quello di<br />

promuovere i prodotti tipici locali, ma soprattutto di valorizzare<br />

il territorio.<br />

I nostri associati si sono dimostrati sempre pronti a rimboccarsi<br />

le maniche, tutto questo senza scopi di lucro, ad<br />

esempio abbiamo continuato ad organizzare con discreto<br />

successo l’ormai trentennale Sagra <strong>del</strong>la Porchetta che per<br />

mancanza di collaboratori era stata sospesa.<br />

Partecipando alle scarpinate mi sono accorta <strong>del</strong>lo stato<br />

di degrado che caratterizza il nostro territorio, parliamo<br />

<strong>del</strong> “rione Botte” in Apiro. Se da un lato ci sono fortunatamente<br />

<strong>del</strong>le realtà aziendali che tutti i giorni fanno dei<br />

sacrifi ci per portare avanti la tradizione agricola familiare,<br />

da un altro si assiste alla decadenza di strutture storiche<br />

che veramente sono stati elementi fondamentali per chi ci<br />

ha preceduto.<br />

Il primo sabato siamo partiti all’alba dalla chiesa di <strong>San</strong><br />

Leopardo ritrovandoci grandi e piccini, residenti nella<br />

zona e non. Questa chiesa era il vanto <strong>del</strong>la nostra zona<br />

rurale, ma vedendola adesso ci sono venuti in mente molti<br />

interrogativi, è un vero peccato lasciare che le strutture<br />

storiche di questa entità vengano dimenticate così. Continuando<br />

con la nostra passeggiata abbiamo visitato l’azienda<br />

<strong>del</strong>la mia famiglia che si trova in località Favete “Soc.<br />

Agricola Bini” che oltre ad occuparsi <strong>del</strong>la coltivazione<br />

di cereali e foraggi, viticultura, allevamento ha anche un<br />

punto vendita dal produttore al consumatore di carni bovine<br />

suine insaccati e porchetta. Dopo una pausa ricreativa<br />

siamo andati a visitare la “Fonte di Bracò”, la famiglia<br />

Bini storicamente era soprannominata Bracò. Sono stati<br />

raccontate parecchie storie e fatti avvenuti nei pressi di<br />

questa struttura, che ha subito l’ultimo restauro nel 1888,<br />

ma ad oggi avrebbe bisogno di un bel ritocco. Davanti a<br />

questa fontana abbiamo pensato di porre una targa per<br />

informare i viandanti <strong>del</strong>l’importanza che ha avuto nel<br />

passato.<br />

Abbiamo proseguito il nostro cammino facendo una sosta<br />

davanti alla fi guretta “Caporasanti”, al mulino per poi<br />

terminare il percorso presso il “Grottone di S. Francesco”.<br />

Quest’ultimo altro luogo interessante da valorizzare.<br />

Nei sabati successivi sono state visitate la chiesa <strong>del</strong>l’Acquarelle<br />

e quella di S. Biagio, che per fortuna grazie alle<br />

17<br />

cure dei credenti residenti nelle zone limitrofe non sono<br />

in uno stato di abbandono e degrado.<br />

Concludendo vi invito tutti a recarvi in questi luoghi ricchi<br />

di tradizione religiosa e gastronomica, ma soprattutto<br />

mi auguro che certi beni storici sopra citati non vengano<br />

abbattuti o lasciati in mano a sprovveduti che solo per<br />

motivi strettamente economici ne farebbero perdere la<br />

loro imponenza.<br />

Purtroppo oggi il progresso e lo sviluppo ci spingono a<br />

guardare solo avanti, ma nel rispetto <strong>del</strong>le nostre origini<br />

e dei nostri antenati sarebbe bene ripensare anche al passato.<br />

A<strong>del</strong>e Bini


I gruppo educatori <strong>del</strong>la parrocchia<br />

di Lucrezia a convegno anche in Apiro<br />

Si è svolto dal 1° al 5 agosto, presso “Casa Cruciani”<br />

di Serra <strong>San</strong> Quirico, una quattrogiorni di formazione<br />

<strong>del</strong> Gruppo degli Educatori <strong>del</strong>la Parrocchia<br />

<strong>San</strong> Apollinare di Lucrezia (PU).<br />

In questo decennio (2010-2020) che la Chiesa Italiana<br />

dedica all’educazione, così come stanno facendo tante<br />

altre parrocchie, anche la nostra di Lucrezia ha voluto dare<br />

uno spazio rilevante alle esperienze estive, rivolte soprattutto<br />

a chi, giorno dopo giorno, si mette a servizio dei più piccoli,<br />

per poter approfondire, attraverso il Campo Educatori parrocchiale,<br />

quella che è la loro chiamata.<br />

Il tema sul quale abbiamo deciso di viaggiare in quei giorni<br />

è stato “… e <strong>del</strong> cuore chi si prende cura ? Apprendere l’arte<br />

di emozionare.” È stato un viaggio formativo che ci ha<br />

condotto a scoprire il profondo signifi cato dei nostri gesti, i<br />

colori <strong>del</strong>la voce e la signifi cativa capacità di espressione <strong>del</strong><br />

nostro corpo.<br />

Il campo scuola è certamente un’esperienza all’interno <strong>del</strong>la<br />

quale vengono approfondite le relazioni tra le persone, dove<br />

vengono analizzati temi importanti e dove vengono dedicate<br />

anche alcune ore allo svago e al divertimento.<br />

Dallo questo ultimo punto di vista, divertente e formativa<br />

è stata l’esperienza vissuta presso il Parco Acquatico “Eldorado”<br />

ad Apiro: divertente, perché abbiamo potuto usare<br />

Eccoli... a festeggiare all’Eldorado<br />

18<br />

il tempo trascorso nelle piscine come momento di svago e<br />

amicizia; formativo, perché osservando l’animazione ivi proposta<br />

abbiamo potuto confrontarci con nuove metodologie e<br />

così formarci. Alla Direzione <strong>del</strong> Parco Acquatico va ancora<br />

il nostro simpatico ringraziamento per la generosa opportunità<br />

che ci è stata off erta.<br />

Interessante è stata poi la visita alla struttura di <strong>San</strong> Salvatore<br />

di Apiro, dove ad accoglierci è stata la Castri Piri Valles<br />

e alcuni simpatici amici dove Don Elvio con grande energia<br />

e creatività ha messo alla prova il nostro essere educatori,<br />

facendoci simulare situazioni nelle quali siamo chiamati a<br />

svolgere il nostro compito (NDP è stato capace?).<br />

Un grazie, infi ne, va a tutte quelle belle persone di Serra <strong>San</strong><br />

Quirico e di Apiro che abbiamo incontrato durante questa<br />

esperienza formativa; grazie per la loro disponibilità e per il<br />

prezioso aiuto che ci hanno permesso di vivere momenti di<br />

formazione indimenticabili.<br />

Giovanni Nicotra<br />

Ancora un<br />

“grazie carico<br />

di simpatia” !!!


Emigrati residenti amici e parenti, originari<br />

<strong>del</strong>le frazioni tra i due fossi, Cotone ed Esinante,<br />

si raccontano duecento anni<br />

Qualcuno li chiama “I <strong>San</strong>t’Isidorà”, dal nome<br />

<strong>del</strong>la chiesa di S.Isidoro, altri si dicono quelli<br />

dall’Arsicci o i Faetà o de “I Canà” e di altre<br />

frazioni. Quest’anno il ristorante Oasi di<br />

Coste di Staff olo li ha ospitati in cento il 14<br />

ottobre.<br />

Sono giovani e forti nello spirito, senza etichette, ma tutti , di<br />

rigore, ricchi di memoria e di devozione per i luoghi lasciati<br />

come emigrati<br />

Al primo raduno, cinque anni fa, erano in pochi, il gruppo<br />

crebbe e di sicuro crescerà ancora perchè la memoria viva,<br />

quella <strong>del</strong>le tradizioni <strong>del</strong>la madre terra non morirà come<br />

non sarà mai soff ocata la cultura di provenienza; chi predica<br />

e dice di credere nell’integrazione sa di non essere nel vero;<br />

l’integrazione dei popoli, dice un teologo di chiara fama, è<br />

una eresia purtroppo non denunciata ed un falso storico.<br />

Peraltro le contrade tra i due fossi, Esinante e Cotone, per<br />

il territorio di Apiro Maccarone-S.Isidoro-Arsicci-Favete-<br />

Morizozzi (per citarne alcune) erano le colonne portanti<br />

<strong>del</strong>l’economia apirana al tempo.<br />

“Avevamo dieci chiese, quattro o cinque scuole, tante feste, questue,<br />

scartocciate, circoletti, botteghe, allegria”...<br />

Poi saltarono , in molti, fossi , comuni, provincie; l’esodo <strong>del</strong><br />

dopoguerra fu enorme; si era allora in 1500; oggi in queste<br />

contrade risiedono 200 persone e qualche extracomunitario.<br />

La memoria va anche alle suddivisioni in contadini(mezzadri),<br />

padroni e padroncini e casannaulanti(nullatenenti).<br />

La memoria rimbalza nei proverbi di allora e fa da padrona<br />

in serrati dialoghi: “Tu staciji a contadì?”; “sì, quanno non rigao<br />

a paja nova, dicio a u frustu-ajudeme fi no a paja noa...”, cioè si<br />

trebbiava alla buona, col frustu per qualche infornata di pane,<br />

senza rubare... la semola serviva per ingrassare il maiale, che<br />

super partes era a metà.<br />

E tu?<br />

Piccolo coltivatore diretto:” Mejo a scarpì che a spartì”!<br />

Tutti oggi si parla al presente, ivi compreso quelli classe<br />

1931 che si vanta di aver frequentato la prima elementare a<br />

S.Isidoro nel 1937 e parla di 150 fa.<br />

La terra di provenienza, per l’emigrato, è paradiso perduto.<br />

“Oggi ho questo e quello; ...ma chi sono dove sto?”.<br />

Tutti giurano di starci anche per il prossimo anno; sembra<br />

accordato anche il benestare di Domineddio, con un anno<br />

di vita in più, semmai; dove? C’è tempo per pensarci; tutti<br />

vogliono una Messa a S.Isidoro<br />

Un anzianotto tra loro si impegnata a vivere ed organizzare<br />

la cosa, magari in territorio neutro o in zona di confi ne.<br />

Arrivederci a tutti!<br />

Giovane cronista classe 1931<br />

19<br />

I suonatori <strong>del</strong>le scartocciate<br />

Foto di Gruppo a pagina 15


Tre anni di lavoro lassù<br />

Quanto abbiamo raccolto dalla viva voce di “cristiani <strong>del</strong><br />

dissenso” e noi ve lo proponiamo a forma di lettera<br />

Cari lettori<br />

Sapete molto bene , cioè... abbastanza<br />

disinformati, che siamo a cinquant’anni<br />

dal Concilio, quello voluto da Papa<br />

Giovanni Roncalli, che venne più volte<br />

a Loreto, che non scomunicò nessuno, che chiese<br />

ai preti di lasciare la tonaca in sagrestia e vestirsi<br />

decentemente etc...ed a poco meno di cinquant’anni<br />

dalla revisione <strong>del</strong> Concordato con la chiesa (quello<br />

<strong>del</strong> governo Craxi,1984; il primo fu quello di Mussolini<br />

<strong>del</strong> 1929) che concordò col Papa la redistribuzione<br />

di prebende e parrocchie in Italia. Il sapere<br />

molto bene oggi signifi ca seguire l’andazzo di quanto<br />

ci propinano i media , i dibattiti, quasi sempre di<br />

dubbia qualità, approssimativi nell’informazione.<br />

Quanto si scrive su concilio e concordato è men che<br />

perfetto, ma non fuorviante; nell’intenzione nostra è<br />

contributo stimolante al popolo credente cristiano a<br />

vedere dentro le nostre cose, di comunità abbarbicate<br />

a territori ricchi di storia, di monumenti, di tradizioni e gestirli<br />

“in comunione dialogante coi preposti alle parrocchie”,<br />

sul territorio italiano.<br />

Nel presentarvi questo numero <strong>del</strong> trimestrale - ci scusiamo<br />

di essere un pò in ritardo sulla tabella di marcia - vorremmo<br />

Musica classica di grande qualità<br />

20<br />

Talent Show: diventeranno famose<br />

invitarvi a considerare benevolmente ed anche criticamente<br />

quanto fa la nostra e vostra Associazione, da qualche tempo<br />

quassù, in S.Salvatore.<br />

In breve, ve lo ripetiamo, che la struttura ridotta a rudere<br />

dall’incuria, fu rinsaldata con pubblico danaro (ecco perchè<br />

si è accennato a Concili e Concordati),<br />

ricevuta “nuda”, dopo essere stata proposta<br />

a ben più potenti realtà aggreganti<br />

di Apiro e rifi utata, oggi risulta un buon<br />

“contenitore culturale”, aula mediatica,<br />

sala da concerto, museo. Lo è divenuta<br />

in appena tre anni; gli investimenti ammontano<br />

a 50 mila euro, tutti ripianati.<br />

Non più dunque “chiesa de a morte”, anche<br />

se i morti sono stati privati di qualche<br />

servizio di suff ragio.<br />

Le cose van bene, ma non troppo.<br />

Si hanno diffi coltà di dialogo, sovrapposizioni,<br />

inviti a tacere e non fare quando<br />

altri fanno perchè si disturba.<br />

Quale avvenire per S.Salvatore?<br />

E’ logico che quanti propongono tematiche<br />

non stuzzicanti diano fastididio<br />

“Povera e nuda t’en vai fi losofi a!!! Dicevano<br />

gli antichi, ma il sommo poeta ci<br />

ammonisce col dirci “Messo t’ho innanzi,<br />

omai per te ti ciba” (Par. Canto X v. 10)<br />

Bravi quelli che non ci lascian soli.<br />

Opinioni ascoltate<br />

e redatte a forma di lettera


Modesta e il suo telaio nella memoria<br />

<strong>del</strong>la famiglia<br />

Questo telaio è appartenuto a Modesta<br />

Binanti in Ciampichetti ed è<br />

stato realizzato con legno di quercia<br />

dalla ditta Tarabello, bravi costruttori<br />

di carri agricoli (birocci), nel<br />

1955.<br />

Il legno proveniva da una quercia <strong>del</strong> podere<br />

in via Spescia n. 5 appartenente a Don Filippo<br />

Andreani, conosciutissimo sacerdote di Apiro,dove<br />

Ciampichetti Agostino con i suoi fi gli ne sono stati<br />

i mezzadri per quasi quarant’anni.<br />

Questo telaio è stato molto importante per la<br />

famiglia di Attilio e Modesta, in quanto a quei<br />

tempi, per mancanza di denaro, bisognava cercare<br />

di farsi in casa tutto il possibile per il fabbisogno<br />

familiare. Le donne sono state le protagoniste assolute per<br />

quanto riguarda il genere stoff e e manifattura di esse. Anche<br />

Modesta si è prodigata nella tessitura e con molta passione<br />

ha realizzato con questo telaio : stoff e di canapa per sacchi,<br />

di cotone per lenzuola e coperte per fare la dote per le sue<br />

fi glie. Ha realizzato anche stoff e per pantaloni da lavoro e<br />

anche un paio di vestiti blu di misto lana per la festa, tanti<br />

canovacci, asciugamani e grembiuli; sono stati tessuti anche<br />

alcuni teli per la realizzazione di gonne per il nostro gruppo<br />

folkloristico,commissionate dall’allora Presidente Remo<br />

Piersigilli.<br />

In ogni modo a giudizio di noi fi gli i veri capolavori sono le<br />

coperte in cotone e misto lana come si può notare da questo<br />

campione ancora montato. Ad un certo momento, a causa<br />

degli spostamenti <strong>del</strong>la famiglia, il telaio, per mancanza di<br />

21<br />

spazio, venne smontato e accantonato per alcuni anni. Fu<br />

merito di Giovannino Vici che lo volle per allestire il carro<br />

<strong>del</strong>la sua contrada in occasione <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong>la polenta.<br />

Allora , Modesta, con il fattivo aiuto di suo marito Attilio,<br />

pensò di montarci l’ordito per la tessitura di coperte.<br />

Nel frattempo Attilio e Modesta avevano realizzato il sogno<br />

<strong>del</strong>la loro vita: la costruzione <strong>del</strong>la loro casa e così fu trovato<br />

lo spazio per il telaio e hanno continuato la loro opera fi nché<br />

hanno avuto lo spazio per fare l’orditura, tessendo coperte<br />

oltre che per i tre fi gli anche per i sette amatissimi nipoti.<br />

Modesta ha imparato ha tessere prima <strong>del</strong>la seconda guerra<br />

mondiale su un telaio simile a questo, fatto costruire dal<br />

padre Ernesto Binanti dagli stessi Tarabello quando era<br />

ancora ragazzina, ma si presentava la necessità di farsi la dote<br />

come era usanza di quei tempi fi no agli anni ’70.<br />

Si ricorda che Ernesto fece andare in casa sua a<br />

Castel S. Pietro di S. Severino M. il sig. Tarabello<br />

che realizzo il telaio sul posto. Quel telaio è visibile<br />

presso il museo <strong>del</strong>i attrezzi di Serra Petrona.<br />

Una volta sposata ed entrata a far parte <strong>del</strong>la<br />

famiglia Ciampichetti in Apiro ha continuato<br />

a tessere per tutta la numerosa famiglia con il<br />

telaio trovato in casa fi no a quando, nel 1954,<br />

con il marito Attilio e i due primi fi gli Enzo e<br />

Maria, intrapresero l’avventura <strong>del</strong>la vita per<br />

conto proprio, aggiungendo poco dopo questo<br />

telaio come pezzo importantissimo per la crescita<br />

<strong>del</strong>la loro famiglia divenuta poi di tre fi gli, con la<br />

nascita di Giuliana, poi sette nipoti e continua.<br />

Era molto contenta quando le insegnanti <strong>del</strong>la<br />

scuola elementare, media di Apiro le chiedevano<br />

di poter mostrare agli alunni come si usava il<br />

telaio; persino una classe <strong>del</strong>l’Istituto “P. Cuppari”<br />

di Jesi è venuta a vedere il telaio.<br />

Famiglia Ciampichetti


Apiro - prima fi la nel discorso<br />

<strong>del</strong> biomasse<br />

Dopo il voto in Regione: «Centrali a biogas,<br />

perché il nostro no»<br />

A rischio sarebbero la salute dei cittadini e<br />

la trasformazione dei campi in “paludi” con<br />

i materiali di risulta, con un’agricoltura sempre<br />

meno di qualità<br />

Nonostante il via libera dato dalla Regione agli impianti già<br />

iniziati prima di maggio di quest’anno sul biogas continua<br />

una forte guerra tra opinione pubblica e Regione. Lo stesso<br />

coordinatore dei trenta comitati contro il biogas Adriano<br />

Mei si è scagliato contro le centrali ed il voto <strong>del</strong> Consiglio<br />

regionale, che solo su un 22 a 17 ha permesso di ottenere<br />

l’assenso. Nel frattempo si infi ammano le piazze dove si radunano<br />

i sostenitori dei comitati ed Adriano Mei continua a<br />

spiegare le ragioni di chi dice no, come ha fatto nelle ultime<br />

settimane a Matelica, Jesi, Fano, Senigallia. Un intervento<br />

sempre chiaro, ben <strong>del</strong>ineato e senza usare parole eccessive<br />

o uscire dalle righe, Adriano Mei, spiega da subito che la<br />

«nostra non è una battaglia ideologica, ma sui fatti». «Stiamo<br />

parlando di un business su 30 centrali nelle Marche da 600<br />

milioni di euro nel complesso – ha spiegato Mei – e , quindi,<br />

dobbiamo aspettarci ancora molte sorprese e retromarce, ma<br />

vi assicuro che dopo questa lunga ed aspra guerra, a spuntarla<br />

saremo noi». L’intervento di Mei parte sempre da tre<br />

22<br />

domande: «Serve la centrale? Verranno rispettate le migliori<br />

tecnologie esistenti nella costruzione? E se sì per le prime<br />

due, vengono rispettati i diritti dei cittadini?».<br />

Alla prima domanda Mei ha risposto dicendo che «nelle<br />

Marche le centrali a biogas sono state recepite non come<br />

integrative, ma come sostitutive per il materiale di risulta (in<br />

Trentino ad esempio è l’esatto contrario, con tutte piccole<br />

centrali molto utili). L’unica centrale che risolve un problema<br />

nelle Marche è quella di S. Angelo in Vado, di proprietà<br />

di Luzi, Presidente di Coldiretti. Altrove invece si coltiva o<br />

si coltiverà la terra per produrre rifi uti e li si pagherà pure:<br />

è schizofrenia! Senza incentivi infatti, in futuro, pensate che<br />

l’imprenditore pagherà o si farà pagare poi per bruciare i rifi<br />

uti? Attenzione, poi ci possono essere trasformazioni come<br />

accaduto anche a Jesi, dove la Multiservizi ha fatto richiesta<br />

per bruciare anche altro materiale».<br />

Mei ha poi sottolineato che «per fare 600 milioni di euro<br />

queste centrali si rivolgeranno al GSE che darà loro 28 centesimi<br />

al watt per 15 anni, ma siccome gli incentivi energetici<br />

sono soldi pubblici, è lì che li colpiremo e faremo più male,<br />

in quanto le norme costituzionali e le direttive comunitarie<br />

prevedono determinati punti da rispettare che in questo<br />

caso non sono stati rispettati. Parlo degli articoli 9 <strong>del</strong>la Costituzione<br />

(diritto alla tutela <strong>del</strong> paesaggio con la legge 387


sull’impatto ambientale), quindi <strong>del</strong>l’art. 32 (diritto alla salute<br />

dei cittadini e Matelica in luglio è stata inserita nella fasci<br />

di protezione A per le sue peculiarità agricole ed ambientali<br />

ed il Sindaco quale autorità sanitaria locale deve concedere o<br />

meno l’autorizzazione alla centrale: l’ha concessa o no? Questo<br />

è molto importante, perché a Fano il Comune in base a<br />

ciò ha fatto ricorso), l’art. 41 (libertà d’impresa purché non<br />

procuri danni a terzi: non esiste una legge che consenta di<br />

arricchirsi ad uno ai danni degli altri) in base al quale e ad<br />

altre direttive europee, si possono bloccare i fondi pubblici da<br />

erogare, come già fatto da noi a Villa Lussani a Montegranaro.<br />

Le azioni stragiudiziali ci permettono di agire in Regione<br />

direttamente sui funzionari che non hanno applicato le<br />

norme di legge e tenuto conto dei diritti di chi ne subisce le<br />

conseguenze; qualora non dipenda da loro, ci rivolgeremo ai<br />

responsabili superiori, fi no al Consiglio regionale ed al Presidente<br />

Spacca. Tutto ciò perché l’art. 28 <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong>la<br />

nostra Regione recita che “il funzionario deve agire con il<br />

buon senso <strong>del</strong> padre di famiglia”. E dove l’ha fatto in questo<br />

caso? I danni li chiederemo al responsabile e qualora non<br />

dipendano da lui a chi sta sopra: la dirigente generale oppure<br />

al Consiglio o a Spacca infi ne. Sospendano gli impianti in<br />

autotutela noi chiediamo, se non altro perché la legge 3 <strong>del</strong>la<br />

Regione (che comunque all’art. 1 valuta i rischi di impatto<br />

ambientale diretti ed indiretti, ma qui non pare sia stato preso<br />

in considerazione tale articolo) è stata impugnata presso<br />

la Corte Costituzionale dal Consiglio dei Ministri lo scorso<br />

25 maggio e siamo in attesa <strong>del</strong>la sentenza. E il nostro corpo<br />

legislativo regionale che fa, nicchia? Noi presenteremo in<br />

questi giorni (martedì 18 settembre) le opportune modifi che<br />

da apportare per fare una legge valida e chiederemo i danni.<br />

Noi chiediamo il rispetto <strong>del</strong>la legalità nel rispetto <strong>del</strong> vivere<br />

comune».<br />

Mei ha quindi concluso sostenendo che «la battaglia sarà<br />

dura e secca, ma con grandi risultati. In base al numero di<br />

lettere di diffi da che sottoscriverete e che invieremo alla<br />

Regione renderemo sempre più diffi cile la prosecuzione dei<br />

lavori. Proseguiremo poi con una convention per coordinarci<br />

a livello regionale con gli altri comitati e chiederemo al<br />

Consiglio regionale di recepire le nostre obiezioni oppure<br />

IL LIEVITO DI BIRRA<br />

23<br />

inizieremo le pratiche per danni ed altre azioni sul territorio<br />

da stabilire nei dettagli, bloccando anche i fondi <strong>del</strong> GSE<br />

che sono contributi pubblici erogabili su precise disposizioni<br />

europee a cui assolvere pienamente, o come accaduto per il<br />

megametanodotto che doveva attraversare l’Italia, realizzato<br />

da BP ed ENI con fondi <strong>del</strong>la BEI, la Banca Europea per<br />

gli Investimenti, non essendo stati considerati i danni a terzi,<br />

li abbiamo bloccati ad Apecchio (PU). Stessa situazione<br />

per un’industria di alluminio a Poli di Acqualagna, in cui si<br />

sarebbe dovuto usare il cromo esavalente e non rispettando<br />

i danni a terzi, lo stabilimento è rimasto per sempre fermo.<br />

Dobbiamo agire per far valere i propri diritti entro 5 anni.<br />

Non è vero che se ci si scontra con i “più grandi” o i “più forti”<br />

non si riesca a far valere i propri diritti. Siamo cittadini, non<br />

sudditi».<br />

Intanto sui rischi nell’alta valle <strong>del</strong>l’Esino dove sta sorgendo<br />

una centrale a Matelica, in molti gridano l’allarme. Tra questi,<br />

oltre a numerosi agricoltori e viticoltori, il celebre ed esperto<br />

enologo <strong>del</strong>la Cantina sociale Belisario, Roberto Potentini.<br />

«Questa centrale è <strong>del</strong> tutto decontestualizzata – ha aff ermato<br />

lo stimato esperto matelicese – e si rischia di produrre<br />

tanto di quel materiale di risulta (140-150.000 tonnellate<br />

l’anno), da generare un fenomeno come quello avvenuto a<br />

Cremona, dove la terra non è più in grado di accogliere quello<br />

che inizialmente era un concime e che ora sta trasformando<br />

l’ambiente in una palude: quanti terreni agricoli, vigneti<br />

e posti di lavoro perderemo nella città <strong>del</strong> Verdicchio? Non<br />

mi risulta che il Comune abbia fatto una relazione tecnica<br />

agronomica su questi rischi di forte concimazione quindi di<br />

sterilità dei terreni. E non è certo ipotizzabile che i materiali<br />

di scarto verranno trasportati lontano, con i costi che ha il<br />

carburante: costerebbe più la nafta che l’energia prodotta».<br />

Intanto in massa i presenti hanno iniziato a sottoscrivere<br />

lettere di diffi da contro i funzionari regionali o i loro dirigenti<br />

che non avrebbero rispettato la costituzione e le leggi<br />

europee e regionali, chiedendo la sospensione <strong>del</strong>l’opera in<br />

autotutela ed i danni generati ai terzi.<br />

Matteo Parrini<br />

Quando ci sentiamo stanchi, o usciamo da uno stato di convalescenza potrebbe essere utile il LIE-<br />

VITO DI BIRRA che e’ un fungo microscopico che si trova allo stato naturale sulla buccia di alcuni<br />

frutti o nel mosto <strong>del</strong>la birra. Nell’industria alimentare viene utilizzato per fare lievitare il pane o come<br />

frumento alcolico. E’ molto utilizzato nella medicina per la sua straordinaria ricchezza in vitamina B ,<br />

di soli minerali e di aminoacidi elementi che lo rendono particolarmente utile in problemi <strong>del</strong>la pelle,<br />

capelli fragili, unghie deboli e contro tutte le forme di stanchezza. E’ inoltre un eccellente mezzo di difesa<br />

contro le infezioni invernali continue in quanto stimola le difese proprie <strong>del</strong>l’organismo e contiene<br />

sostanze naturalmente batteriche.<br />

dr. Borgoforte Andrea<br />

I consigli <strong>del</strong> dottore


Centro d’ascolto Caritas Apiro<br />

Il Centro d’Ascolto Caritas di Apiro ricavato nel complesso di S. Urbano compie un anno di attività. Era stato<br />

infatti aperto il 17 settembre <strong>del</strong> 2011, iniziando poi la distribuzione dei primi “pacchi” di generi alimentari nel<br />

successivo mese di novembre, a favore <strong>del</strong>le prime famiglie residenti nel territorio <strong>del</strong> comune di Apiro che si<br />

sono rivolte alla nostra struttura. Nel mese di dicembre, prima <strong>del</strong> <strong>San</strong>to Natale, è stata organizzata con buon<br />

successo una “colletta alimentare” presso gli esercizi commerciali locali, mentre la distribuzione <strong>del</strong> vestiario<br />

raccolto volta per volta grazie alla collaborazione<br />

di molte famiglie, inizialmente rinviata<br />

per esigenze organizzative (logistiche e<br />

di personale), è stata ugualmente avviata nel<br />

gennaio di quest’anno, viste anche le necessità<br />

manifestate da gran parte <strong>del</strong>le persone<br />

assistite. Nel corso di questi 12 mesi sono<br />

state seguiti 15 nuclei famigliari, per un totale<br />

di 330 persone assistite.<br />

Materiale distribuito: pasta, farina, riso, biscotti,<br />

olio e formaggio. Gli acquisti hanno<br />

riguardato scatolame vario con la spesa di<br />

635 Euro. Abbiamo ricevuto off erte per 415<br />

Euro; eff ettuate prestazioni per 269 Euro;<br />

distribuiti anche vestiti e biancheria e mobili,<br />

materassi e stoviglie.<br />

Grazie ai collaboratori.<br />

APIRO<br />

La storia <strong>del</strong> campanone,<br />

la foto storica<br />

e articolo <strong>del</strong> tempo<br />

(seguono ricerche nel prossimo numero)<br />

Diamoci<br />

una mano<br />

e<br />

collaboriamo<br />

Dagli archivi di Apiro<br />

e Serra <strong>San</strong> Quirico<br />

24


Nel giornale <strong>del</strong> tempo<br />

Quando i tagli<br />

colpivano la Rocca<br />

di Serra <strong>San</strong> Quirico<br />

Alle studiose Maria Sparvoli Gaspari e Barbara Zenobi va<br />

il merito di aver dato vita nel 2005 alla pubblicazione “Inventari<br />

<strong>del</strong> XV secolo <strong>del</strong>le Rocche e <strong>del</strong>le Fortezze di<br />

Pergola, assisi, Corinaldo, Fabriano, Gualdo, Jesi, Narni,<br />

Serra <strong>San</strong> Quirico, Spoleto, Roccacontrada” (oggi Arcevia).<br />

Manca la nostra “Roccaccia”, sopra Poggeto o Rocca degli Ottoni.<br />

Il testo base, che fa seguito alla loro introduzione, riprodotto in copia<br />

anastatica, è <strong>del</strong>lo studioso Domenico Gaspari (1845-1931), autore <strong>del</strong><br />

più vasto studio “Fortezze Marchigiane ed Umbre <strong>del</strong> sec. XV” e di molti<br />

altri pregevoli testi. È interessante che, accanto ad ogni rocca, ci sia<br />

l’inventario di quanto in essa era contenuto (frecce, balestre, botto con<br />

salnitro, zolfo e carbone per la polvere da sparo). L’inventario di ogni<br />

rocca veniva stilato ogni qual volta vi si insediava il «nuovo Castellano,<br />

con i suoi famigli e soldati». L’autore (1886) mette in particolare risalto<br />

già nelle prime righe quanto il padre Alberto Guglielmotti, nella “Storia<br />

<strong>del</strong>le fortifi cazioni <strong>del</strong>la Spagna romana” (1880) abbia fornito, iniziando<br />

dalla seconda metà <strong>del</strong> 1400, la storia <strong>del</strong>le fortezze, <strong>del</strong>le munizioni,<br />

<strong>del</strong>l’architettura e <strong>del</strong>le guarnigioni di rocche, fortezze e castelli, indicandone<br />

caratteristiche e progettisti, oltre che gli autori referenti.<br />

Per quanto riguarda Serra <strong>San</strong> Quirico, viene riportato l’inventario di<br />

quanto la Rocca contiene nel 1445 (“Inventarium Arcis Serre <strong>San</strong>cti<br />

Chirici”). È venerdì 20 giugno. È pontefi ce Callisto III. Si procede<br />

con atto notarile per ottemperare a tutto quanto è stato già detto per<br />

l’insediamento <strong>del</strong> nuovo “nobile” castellano. «In primis d(omi)nus<br />

Matheus de Amelia Castellanus». Seguono i nomi dei «familiares»,<br />

tre dei quali sono di Amelia, uno «de Castelecta», tre «de Almania»<br />

(Alemagna? Cioè in Germania?); altre sono le provenienze dei quindici<br />

collaboratori; tra essi «Antonius de Matelica», che ha trenta anni; gli<br />

altri vanno dai venti ai trentacinque. Ne ha cinquanta solo «Mariotus<br />

de Cortonio». Essendo la rocca a corto di munizioni, il tesoriere fu<br />

costretto a provvedere nuovi arnesi e munizioni, con «una buona spesa<br />

nel restauro», fattore che consentì di far fronte poi all’assedio postovi<br />

da Francesco Sforza che «imperversò nella Marca». È annotato l’elenco<br />

di quanto essa contiene (scale, cassoni, «cippi de prisoni», ceppi per i<br />

prigionieri, una «campana piccola acta da sonare», varie pentole per<br />

mangiare, botti di varia grandezza per tenere vino, sale, aceto, una «rota<br />

da arrotare»), mentre molto ampio è l’inventario per la futura dotazione:<br />

«scoppetti», «solfo», «salnitro», «piombo», «coraze», «chiodi», «ascie»,<br />

«martelli», «celate», ben trecento tavole per i lavori da fare per una spesa<br />

di «quaranta ducati de moneta», scalpelli «da legno, da ferro, da piche».<br />

E poi grano, aceto, olio e molto altro. La storia dei nostri territori non<br />

fi nisce mai di stuipire e deve coinvolgere le giovani generazioni perché se<br />

ne assicuri il rispetto, oltre che la memoria..<br />

25<br />

Fiorella Conti


Zobicco: pensa contempla agisce<br />

I salvatori<br />

dove stanno?<br />

Qualche anno fa sui muri <strong>del</strong>le strade si leggeva -<br />

Bossi, salvaci tu!!! Era l’ironica frase degli italiani, fu<br />

la speranza <strong>del</strong>usa. Venne Silvio a salvarci, salvò se<br />

stesso.Venne Monti e salvò banche e fi nanzieri e privilegi<br />

dei... privilegiati.<br />

Ora tocca alla sinistra a salvarci; ma chi sarà tra questi l’uomo<br />

<strong>del</strong> destino? Vendola, Di Pietro, Bersani? Lettore, li hai<br />

visti che facce hanno; secondo te questi o uno di questi potrà<br />

essere uomo <strong>del</strong>la provvidenza? La speranza degli italiani<br />

non può essere che Renzi; Grillo dara’ <strong>del</strong> fi lo da torcere, ma<br />

è poco più di un giullare. Renzi vuole le primarie, riuscirà<br />

a vincerle? E riuscirà a vincere le elezioni? Avrà l’appoggio<br />

<strong>del</strong>la sinistra ortodossa? Egli e l’ultima speranza degli Italiani,<br />

se dovesse superare tutti gli ostacoli: la sinistra non è<br />

meno marcia <strong>del</strong>la destra. Riuscirà ad apportare quelle riforme<br />

necessarie, Renzi, che ci porteranno fuori dal nostro<br />

perpetuo medioevo? La storia si ripete, seppur con piccoli<br />

varianti; 1860 Unità d’Italia,casse di risparmio piemontesi<br />

vuote ... piene quelle <strong>del</strong> regno <strong>del</strong>le due Sicilie; Garibaldi<br />

appena sul posto mise le mani sul Banco di Napoli; se le casse<br />

erano piene, nel regno si viveva ancora con metodi feudali,<br />

con classi intere alla fame, senza interessi . Garibaldi signifi<br />

co’ la speranza, presto divenuta speranza <strong>del</strong>usa e l’Unita’<br />

d’Italia non fu altro che invasione <strong>del</strong> Piemonte, per salvare<br />

un fallimento economico; negli anni a seguire, ancora una<br />

guerra con l’Austria, bisognava di nuovo salvare l’Italia dal<br />

fallimento, cosa fare? I soldi li aveva la chiesa , furono nazionalizzati<br />

i suoi beni, venduti a privati (qui attorno le terre di<br />

Valdicastro, S.Urbano all’Esinante, S.Elena). Il contrasto tra<br />

stato e chiesa fu sanato dal fascismo, quasi 70 anni dopo, coi<br />

pattti lateranensi.La vita magra proseguì per quaranta anni<br />

in cui più volte, per condizioni estreme si ebbero tumulti e<br />

colpi di cannone, con conclusione di regicidio, nel 1900, per<br />

mano <strong>del</strong>l’anarchico Bresci.Oggi lo stato adotta altri sistemi,<br />

vende società (fallimentari?), beni immobili, oro <strong>del</strong>le riserve,<br />

ma continua ad incrementare debiti; cosa dovrebbe dire<br />

il popolo ai politici? Parole appropriate le si trovano in una<br />

lettera che il duce Mussolini spedi’ a I.Balbo “che tu fossi un<br />

farabutto l’ho sempre saputo, ma che lo fossi sino a questo<br />

punto, non me lo aspettavo”.<br />

Renzi rimane l’uomo <strong>del</strong>la speranza, sara’ anche poi l’uomo<br />

<strong>del</strong>la speranza <strong>del</strong>usa?<br />

Speriamo di no, perchè altrimenti avremmo bisogno<br />

<strong>del</strong>l’uomo forte.Nella storia due sole volte(da Parigi e da<br />

S.Pietrourgo), con metodi drastici, si mise fi ne a privilegi;il<br />

14 luglio 1789; a Parigi, quando fu demolita la bastiglia.<br />

Ma la Francia in piena rivoluzione divoro’ anche i suoi fi -<br />

gli e per essere più veloce nell’applicare la giustizia, invento’<br />

la ghigliottina e partorì Napoleone. Il 7 novembre 1917<br />

a S.Pietroburgo l’incrociatore “Aurora” ancorato sul fi ume<br />

Neva sparò 3 bordate sul palazzo d’inverno <strong>del</strong>lo zar; i dieci<br />

giorni che seguirono, come scrisse un cronista americano,<br />

26<br />

Jhon Red furono i giorni che sconvolsero il mondo.<br />

“Qando ci allontaneremo dal passato?”<br />

Mi dispero a pensarci. Sono convinto che non ci allonteremo<br />

aff atto; il bilancio di uno stato non è diverso da quello di<br />

una famiglia; lettore, nella tua famiglia per la vita ordinaria<br />

se spendi di piu’ di quanto guadagni, dove andrai a fi nire?<br />

Qualcuno ci obbliga a spendere in proporzione a quanto<br />

guadagnamo e noi perdiamo la testa perche’ alcuni privilegi<br />

non si possono toccare, i diritti di altri nemmeno, il resto <strong>del</strong><br />

paese non ce la fa’, dove fi niremo, prova ad indovinare? È<br />

stato un grosso errore sbarazzarsi <strong>del</strong> fascismo, miei lettori,<br />

siamo un popolo immaturo per la democrazia; errore più<br />

grande fu far parte <strong>del</strong>la Comunita’ Europea, migliore sarebbe<br />

stata l’unione africana; lo disse un presidente <strong>del</strong>l’Alitalia<br />

“ siamo il paese piu’ evoluto <strong>del</strong> terzo mondo”. Spero in Renzi<br />

e lo ripeto sarà, ma sarà l’uomo <strong>del</strong>la provvidenza o don<br />

Chisciotte che combatte contro i mulini avento? Temo per<br />

lui, in caso di vittoria, farà la fi ne <strong>del</strong> marchigiamo Mattei.<br />

Non mi ha aff atto stupito che in una intervista televisiva si<br />

raccontava che ad una signora era stato chiesto che cosa ne<br />

pensava <strong>del</strong>la classe politica italiana attuale e che lei avesse<br />

risposto seccamente e determinata: “sogno una ghigliottina<br />

a piazza di Spagna; ogni testa, un bicchiere di champagne...”<br />

Se la soluzione dei nostri mali fosse cosi’ semplice, benvenga<br />

e benedetta sia quella ghigliottina; in realta’ penso che stiamo<br />

passando un altro periodo di basso impero romano, di<br />

decadenza morale e decadenza dei valori. Come e cosa fare?<br />

Un mio compianto e vecchio amico, comunista e antimonarchico,<br />

reduce di guerra non smetteva di dire che morti quei<br />

politici che avevano preso 4 calci dai fascisti, i nuovi poco o<br />

niente valevano, per mettere ordine in Italia non bastava il ritorno<br />

di Mussolini ma ci voleva o quello con i baff etti oppure<br />

baff o’ (Hitler oppure Stalin); raccontava anche di un soldato<br />

italiano <strong>del</strong>la sua compagnia, ribelle e furbetto, con cui non<br />

potevano trattare neanche gli uffi ciali italiani fatti prigionieri<br />

dalle SS e portati al campo di lavoro di Dachaw; quando gli<br />

dissero che c’era pronto qualche posticino in qualche forno e<br />

che con le SS non si “scastagnava”: nel giro di pochi minuti<br />

cambiò comportamento come il giorno e la notte; per le SS<br />

estrarre la pistola e sparare ad un uomo lo facevan con lo<br />

stesso imbarazzo di noi cacciatori nello sparare ad un passero.<br />

Perchè per mettere ordine nella nostra societa’ dobbiamo<br />

bramare il ritorno di certi movimenti così <strong>del</strong>eteri e fi niti<br />

tragicamente? “Ma un pizzico di orgoglio, di dignità, non lo<br />

abbiamo più?” Italiani! Forza e onore!<br />

ZOBICCO, AL SECOLO G.LOCCIONI<br />

V.PRESIDENTE DELLA CPV, NELL’ANNO DEL<br />

SIGNORE 2012, MESE DI OTTOBRE<br />

N.D.R. ZOBICCO SOGNA UNA ROTTAMAZIONE<br />

GENERALE, DEL RE E DI TUTTI, MA SENZA<br />

INCENTIVO<br />

Vostro Zobicco - Giovanni Loccioni<br />

(vice Presidente <strong>del</strong>la cpv)


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27


Famiglie patriarcali celebrano gli eventi<br />

Grazie a chi ha lavorato con scritti, ricerche, indirizzario etc per la realizzazione<br />

di questo numero di <strong>Voci</strong> <strong>del</strong> <strong>San</strong> <strong>Vicino</strong> e grazie a tutti i lettori!

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