Voci del San Vicino Ottobre.indd - CASTRI PIRI VALLES
Voci del San Vicino Ottobre.indd - CASTRI PIRI VALLES
Voci del San Vicino Ottobre.indd - CASTRI PIRI VALLES
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Apiro - prima fi la nel discorso<br />
<strong>del</strong> biomasse<br />
Dopo il voto in Regione: «Centrali a biogas,<br />
perché il nostro no»<br />
A rischio sarebbero la salute dei cittadini e<br />
la trasformazione dei campi in “paludi” con<br />
i materiali di risulta, con un’agricoltura sempre<br />
meno di qualità<br />
Nonostante il via libera dato dalla Regione agli impianti già<br />
iniziati prima di maggio di quest’anno sul biogas continua<br />
una forte guerra tra opinione pubblica e Regione. Lo stesso<br />
coordinatore dei trenta comitati contro il biogas Adriano<br />
Mei si è scagliato contro le centrali ed il voto <strong>del</strong> Consiglio<br />
regionale, che solo su un 22 a 17 ha permesso di ottenere<br />
l’assenso. Nel frattempo si infi ammano le piazze dove si radunano<br />
i sostenitori dei comitati ed Adriano Mei continua a<br />
spiegare le ragioni di chi dice no, come ha fatto nelle ultime<br />
settimane a Matelica, Jesi, Fano, Senigallia. Un intervento<br />
sempre chiaro, ben <strong>del</strong>ineato e senza usare parole eccessive<br />
o uscire dalle righe, Adriano Mei, spiega da subito che la<br />
«nostra non è una battaglia ideologica, ma sui fatti». «Stiamo<br />
parlando di un business su 30 centrali nelle Marche da 600<br />
milioni di euro nel complesso – ha spiegato Mei – e , quindi,<br />
dobbiamo aspettarci ancora molte sorprese e retromarce, ma<br />
vi assicuro che dopo questa lunga ed aspra guerra, a spuntarla<br />
saremo noi». L’intervento di Mei parte sempre da tre<br />
22<br />
domande: «Serve la centrale? Verranno rispettate le migliori<br />
tecnologie esistenti nella costruzione? E se sì per le prime<br />
due, vengono rispettati i diritti dei cittadini?».<br />
Alla prima domanda Mei ha risposto dicendo che «nelle<br />
Marche le centrali a biogas sono state recepite non come<br />
integrative, ma come sostitutive per il materiale di risulta (in<br />
Trentino ad esempio è l’esatto contrario, con tutte piccole<br />
centrali molto utili). L’unica centrale che risolve un problema<br />
nelle Marche è quella di S. Angelo in Vado, di proprietà<br />
di Luzi, Presidente di Coldiretti. Altrove invece si coltiva o<br />
si coltiverà la terra per produrre rifi uti e li si pagherà pure:<br />
è schizofrenia! Senza incentivi infatti, in futuro, pensate che<br />
l’imprenditore pagherà o si farà pagare poi per bruciare i rifi<br />
uti? Attenzione, poi ci possono essere trasformazioni come<br />
accaduto anche a Jesi, dove la Multiservizi ha fatto richiesta<br />
per bruciare anche altro materiale».<br />
Mei ha poi sottolineato che «per fare 600 milioni di euro<br />
queste centrali si rivolgeranno al GSE che darà loro 28 centesimi<br />
al watt per 15 anni, ma siccome gli incentivi energetici<br />
sono soldi pubblici, è lì che li colpiremo e faremo più male,<br />
in quanto le norme costituzionali e le direttive comunitarie<br />
prevedono determinati punti da rispettare che in questo<br />
caso non sono stati rispettati. Parlo degli articoli 9 <strong>del</strong>la Costituzione<br />
(diritto alla tutela <strong>del</strong> paesaggio con la legge 387