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RIPASSO SCUOLA DI MINISTERO TEOCRATICO - The World News ...

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<strong>RIPASSO</strong> <strong>SCUOLA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MINISTERO</strong> <strong>TEOCRATICO</strong> (Gennaio -Febbraio)<br />

2013<br />

1) Perché Gesù disse che “quelli che fanno cordoglio”sarebbero stati felici?(Matteo 5:4) [7 Gen.<br />

W09 15/2 p.6 par.6]<br />

(Matteo 5:4) “Felici quelli che fanno cordoglio, poiché saranno confortati.<br />

*** w09 15/2 p. 6 par. 6 Gli insegnamenti di Gesù ci aiutano a essere felici ***<br />

6 “Felici quelli che fanno cordoglio, poiché saranno confortati”. (Matt. 5:4) “Quelli che fanno cordoglio” e “quelli che si<br />

rendono conto del loro bisogno spirituale” sono lo stesso tipo di persone. Non fanno cordoglio nel senso che si lamentano<br />

delle loro circostanze. Il loro cordoglio è in realtà tristezza per la loro condizione peccaminosa e per la situazione<br />

esistente a causa dell’imperfezione umana. Allora perché sono “felici”? Perché esercitano fede in Dio e in Cristo e<br />

traggono conforto dall’avere una buona relazione con Geova. — Giov. 3:36.<br />

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2) Nella preghiera modello che insegno ai suoi discepoli, cosa intendeva dire Gesù con le<br />

parole:”non ci condurre in tentazione”? (Matteo 6:13) [7 Gen. W 04 1/2 p.16 par.13]<br />

(Matteo 6:13) E non ci condurre in tentazione, ma liberaci dal malvagio’.<br />

*** w04 1/2 p. 16 par. 13 Geova provvede alle nostre necessità quotidiane ***<br />

Chi cerca di farci inciampare, usando delle astuzie per farci cadere e addirittura per divorarci, è Satana il Diavolo.<br />

(Efesini 6:11, nota in calce) Egli è il grande Tentatore. (1 Tessalonicesi 3:5) Pregando di non essere condotti in<br />

tentazione, chiediamo a Geova di non permettere che cadiamo quando siamo tentati. Gli chiediamo di aiutarci a non<br />

essere “sopraffatti da Satana”, a non soccombere alle tentazioni. (2 Corinti 2:11) Preghiamo per rimanere “nel luogo<br />

segreto dell’Altissimo”, ricevendo la protezione spirituale concessa a coloro che riconoscono la sovranità di Geova in tutto<br />

ciò che fanno. — Salmo 91:1-3.<br />

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3) Perché Gesù disse che i discepoli non avrebbero completato il loro giro di predicazione finchè<br />

fosse arrivato il figlio dell’uomo ? ( Mat. 10:23) [14 Gen. w10 15/9 p.9 par.12;w87 1/8 p.8 par.6]<br />

(Matteo 10:23) Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; poiché veramente vi dico: Non completerete affatto il<br />

giro delle città d’Israele finché arrivi il Figlio dell’uomo.<br />

*** w10 15/9 pp. 9-10 par. 12 Cercate premurosamente la benedizione di Geova ***<br />

Riconosciamo che la fine potrebbe arrivare in qualsiasi momento poiché Geova non ha bisogno di aspettare che<br />

diamo testimonianza a ogni singola persona della terra. (Matt. 10:23) Riceviamo comunque buone istruzioni per compiere<br />

l’opera di predicazione in modo efficace. Mossi dalla fede, partecipiamo a quest’opera al meglio delle nostre capacità<br />

usando qualsiasi risorsa a nostra disposizione. Predicheremo sempre nel territorio più produttivo? Non possiamo certo<br />

saperlo a priori. (Leggi Ecclesiaste 11:5, 6). Il nostro compito è predicare, fiduciosi che Geova ci benedirà. (1 Cor. 3:6, 7)<br />

Possiamo essere sicuri che egli vede i nostri strenui sforzi, e per mezzo del suo spirito santo ci darà la guida specifica di<br />

cui abbiamo bisogno. — Sal. 32:8.<br />

*** w87 1/8 pp. 8-9 Preparàti per affrontare la persecuzione ***Così quando disse che i discepoli non avrebbero<br />

completato il loro giro di predicazione ‘finché fosse arrivato il Figlio dell’uomo’, Gesù ci stava profeticamente informando<br />

che i suoi discepoli non avrebbero completato il giro dell’intera terra abitata predicando l’istituito Regno di Dio prima<br />

dell’arrivo del Re glorificato Gesù Cristo in qualità di giustiziere nominato da Geova ad Armaghedon.<br />

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1


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4) Quali due aspetti sono messi in risalto dall’istruzione di Gesù del granello di senape ?<br />

(Mat.13:31,32) [21 Gen. w08 16/7 pp.17-18 parr. 3-8]<br />

(Matteo 13:31, 32) Propose loro un’altra illustrazione, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo<br />

prese e seminò nel suo campo; 32 il quale è infatti il più piccolo di tutti i semi, ma, quando è cresciuto, è il più grande degli ortaggi e<br />

diviene un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e trovano dimora fra i suoi rami”.<br />

*** w08 15/7 pp. 17-19 parr. 3-8 Non sapete dove avrà successo ***<br />

3 L’illustrazione del granello di senape, anch’essa riportata nel capitolo 4 di Marco, mette in risalto due aspetti: primo,<br />

la straordinaria crescita del messaggio del Regno; secondo, la protezione data a quelli che accettano il messaggio. Gesù<br />

disse: “A che cosa assomiglieremo il regno di Dio, o con quale illustrazione lo rappresenteremo? È simile a un granello di<br />

senape, che al tempo in cui è seminato in terra è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra, ma quando è stato<br />

seminato, germoglia e diviene più grande di tutti gli altri ortaggi e produce grandi rami, tanto che gli uccelli del cielo<br />

possono trovare dimora sotto la sua ombra”. — Mar. 4:30-32.<br />

4 Questa è una descrizione della crescita del “regno di Dio”, come dimostra la diffusione del messaggio del Regno e la<br />

crescita della congregazione cristiana dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi. Il granello di senape è un seme minuscolo che<br />

può rappresentare qualcosa di molto piccolo. (Confronta Luca 17:6). A suo tempo, però, la pianta di senape può<br />

raggiungere dai 3 ai 5 metri di altezza e avere rami robusti, diventando simile a un albero. — Matt. 13:31, 32.<br />

5 La crescita della congregazione cristiana cominciò su piccola scala nel 33 E.V. quando circa 120 discepoli furono unti<br />

con lo spirito santo. In un periodo relativamente breve quella piccola congregazione crebbe fino a includere migliaia di<br />

credenti. (Leggi Atti 2:41; 4:4; 5:28; 6:7; 12:24; 19:20). Nel giro di tre decenni il numero dei mietitori era aumentato così<br />

tanto che l’apostolo Paolo poté dire alla congregazione di Colosse che la buona notizia era già stata “predicata in tutta la<br />

creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:23) Che crescita spettacolare!<br />

6 Dall’istituzione del Regno di Dio in cielo nel 1914, i rami dell’“albero” di senape sono cresciuti oltre le aspettative. I<br />

servitori di Dio hanno visto l’adempimento letterale di questa profezia riportata nel libro di Isaia: “Il piccolo stesso diverrà<br />

mille, e l’esiguo una nazione potente”. (Isa. 60:22) Il piccolo gruppo di unti impegnati nell’opera del Regno agli albori del<br />

XX secolo non poteva immaginare che nel 2008 circa sette milioni di Testimoni avrebbero partecipato a quest’opera in più<br />

di 230 paesi. Davvero una crescita sorprendente, paragonabile a quella del granello di senape dell’illustrazione di Gesù!<br />

7 Ma la crescita finisce qui? No. A suo tempo tutta la terra sarà abitata dai sudditi del Regno di Dio. Tutti gli oppositori<br />

saranno stati eliminati. Questo non avverrà grazie agli sforzi dell’uomo ma grazie all’intervento del Sovrano Signore<br />

Geova negli affari umani. (Leggi Daniele 2:34, 35). Allora vedremo l’adempimento finale di un’altra profezia che fu messa<br />

per iscritto da Isaia: “La terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo<br />

mare”. — Isa. 11:9.<br />

8 Gesù dice che gli uccelli del cielo trovano riparo all’ombra di questo Regno. Questi uccelli non rappresentano nemici<br />

del Regno che cercano di mangiare i semi buoni, come nel caso degli uccelli dell’illustrazione dell’uomo che sparse del<br />

seme su diversi tipi di terreno. (Mar. 4:4) In questa illustrazione, invece, gli uccelli rappresentano persone sincere che<br />

cercano protezione nella congregazione cristiana. Queste persone sono protette fin d’ora dalle abitudini che contaminano<br />

dal punto di vista spirituale e dalle pratiche impure di questo mondo malvagio. (Confronta Isaia 32:1, 2). In maniera<br />

analoga, Geova paragonò il Regno messianico a un albero e dichiarò profeticamente: “Sul monte dell’altura d’Israele lo<br />

trapianterò, e certamente porterà rami e produrrà frutto e diverrà un cedro maestoso. E sotto di esso in effetti risiederanno<br />

tutti gli uccelli di ogni ala; risiederanno all’ombra del suo fogliame”. — Ezec. 17:23.<br />

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5) Quale lezione stava insegnando Gesù quando disse. “ a meno che non vi convertiate e non<br />

diveniate come bambini, non entrerete affatto nel regno dei cieli”? (Mat. 18:3) [28 Gen. w07 ½<br />

p.9 parr.3-4]<br />

(Matteo 18:3) e disse: “Veramente vi dico: A meno che non vi convertiate e non diveniate come bambini, non entrerete affatto nel<br />

regno dei cieli.<br />

*** w07 1/2 pp. 8-9 Cosa possiamo imparare dai bambini? ***<br />

2


Può sembrare strano che dopo avere accompagnato Gesù per quasi tre anni, i discepoli discutessero riguardo alla<br />

posizione o al rango. Tuttavia la religione degli ebrei, in cui erano stati allevati, dava molta importanza a questioni del<br />

genere. Evidentemente il loro modo di pensare risentiva dell’educazione religiosa ricevuta e dell’imperfezione umana.<br />

Gesù si mise a sedere, chiamò i discepoli e disse: “Se qualcuno vuol essere il primo, dev’essere l’ultimo di tutti e<br />

ministro di tutti”. (Marco 9:35) Queste parole probabilmente stupirono i discepoli. Il ragionamento di Gesù contraddiceva il<br />

concetto ebraico di grandezza! Quindi Gesù chiamò a sé un bambino, lo abbracciò e ribadì il punto: “Veramente vi dico: A<br />

meno che non vi convertiate e non diveniate come bambini, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Perciò, chi si umilia<br />

come questo bambino è il più grande nel regno dei cieli”. — Matteo 18:3, 4.<br />

Che grande dimostrazione pratica di umiltà! Immaginiamo la scena. Un gruppo di uomini dall’aria seria circonda un<br />

bimbo tenendo lo sguardo fisso su di lui. Il piccolo è timido e non sospettoso. In lui non c’è traccia di rivalità e malizia. È<br />

ubbidiente e modesto. Il bambino personifica mirabilmente l’umiltà, una qualità santa!<br />

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6) Quale è il significato delle parole di Gesù: “ tu stesso lo hai detto” ?(Mat.26:63,64) [11 Feb.<br />

W11 1/6 p.18]<br />

(Matteo 26:63, 64) Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: “Per l’Iddio vivente ti pongo sotto giuramento di dirci se sei il<br />

Cristo, il Figlio di Dio!” 64 Gesù gli disse: “Tu stesso [lo] hai detto. E vi dico: Da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra<br />

della potenza e venire sulle nubi del cielo”.<br />

*** w11 1/6 p. 18 Lo sapevate? ***<br />

Qual è il significato delle parole di Gesù: “Tu stesso lo hai detto”?<br />

▪ Quando il sommo sacerdote ebreo Caiafa gli ingiunse di dichiarare apertamente se era il Cristo, il Figlio di Dio, Gesù<br />

rispose: “Tu stesso lo hai detto”. (Matteo 26:63, 64) Cosa voleva dire?<br />

Gesù non stava cercando di eludere la domanda di Caiafa. Sembra che l’espressione “tu stesso lo hai detto” fosse<br />

una comune forma idiomatica ebraica per sostenere la veridicità di un’affermazione. Ad esempio il Talmud<br />

gerosolimitano, un’opera religiosa giudaica redatta nel IV secolo E.V., riporta il caso di un ebreo che, interrogato per<br />

sapere se un rabbi era morto, rispose: “Lo hai detto”. Queste parole vennero intese come una conferma che il rabbi era<br />

effettivamente morto.<br />

Rispondendo, Gesù riconobbe l’autorità del sommo sacerdote di porlo sotto giuramento affinché dichiarasse i fatti.<br />

D’altra parte, se fosse rimasto in silenzio, gli astanti avrebbero potuto pensare che stesse negando di essere il Cristo.<br />

Quindi l’espressione “tu stesso lo hai detto” era una risposta affermativa. Nel racconto parallelo di Marco, all’esplicito<br />

comando di Caiafa di rivelare se era il Messia, Gesù rispose coraggiosamente: “Lo sono”. — Marco 14:62; vedi anche<br />

Matteo 26:25 e Marco 15:2.<br />

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7) Perché Gesù viene chiamato anche signore del sabato? (Mar. 2:28) [18 Feb. W08 15/2 p.28<br />

par.7]<br />

(Marco 2:28) quindi il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato”.<br />

*** w08 15/2 p. 28 par. 7 Punti notevoli del libro di Marco ***<br />

2:28: Perché Gesù viene chiamato “Signore anche del sabato”? “La Legge ha un’ombra delle buone cose<br />

avvenire”, scrisse l’apostolo Paolo. (Ebr. 10:1) Come diceva la Legge, il sabato veniva dopo sei giorni di lavoro, e Gesù<br />

compì molte guarigioni di sabato. Questo prefigurava il riposo, la pace e altre benedizioni che il genere umano riceverà<br />

sotto il Regno millenario di Cristo dopo la fine del dominio oppressivo di Satana. Perciò il Re di tale Regno è “Signore<br />

anche del sabato”. — Matt. 12:8; Luca 6:5.<br />

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8) A cosa si deve la risposta di Gesù su una madre e sui suoi fratelli, e cosa ci insegna? (Mar.<br />

3:31-35) [18 Feb. W08 15/2 p.29 par.5]<br />

(Marco 3:31-35) E vennero sua madre e i suoi fratelli, e, mentre stavano di fuori, mandarono dentro a chiamarlo. 32 E una folla era<br />

seduta intorno a lui, e gli dissero: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli, di fuori, ti cercano”. 33 Ma rispondendo egli disse loro: “Chi sono<br />

mia madre e i miei fratelli?” 34 E avendo guardato in giro verso quelli che gli sedevano attorno in cerchio, disse: “Ecco, mia madre e i<br />

miei fratelli! 35 Chiunque fa la volontà di Dio mi è fratello e sorella e madre”.<br />

*** w08 15/2 p. 29 par. 5 Punti notevoli del libro di Marco ***<br />

3:31-35. Al battesimo Gesù divenne Figlio spirituale di Dio, con la “Gerusalemme di sopra” come madre. (Gal. 4:26)<br />

Da allora in poi i suoi discepoli gli furono più vicini e più cari dei parenti carnali. Questo ci insegna a mettere gli interessi<br />

spirituali al primo posto nella vita. — Matt. 12:46-50; Luca 8:19-21.<br />

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9) Secondo quanto scritto in Marco 8:22-25, perché Gesù potrebbe aver restituito la vista al cieco<br />

in due fasi, e cosa impariamo da questo? [25 Feb. W00 15/2 p.17 par.7]<br />

(Marco 8:22-25) Ora giunsero a Betsaida. Là gli portarono un cieco, supplicandolo di toccarlo. 23 E preso il cieco per la mano, lo<br />

condusse fuori del villaggio, e, avendo sputato sui suoi occhi, pose le proprie mani su di lui e gli chiedeva: “Vedi qualcosa?” 24 E<br />

avendo alzato gli occhi, l’uomo diceva: “Vedo gli uomini, perché osservo come degli alberi, ma camminano”. 25 Quindi pose di nuovo<br />

le sue mani sugli occhi dell’uomo, e l’uomo vide chiaramente e fu ristabilito, vedendo ogni cosa distintamente.<br />

*** w00 15/2 p. 17 par. 7 Avete “la mente di Cristo”? ***<br />

7 Gesù era riguardoso e sensibile ai sentimenti degli altri. La semplice vista degli afflitti lo toccava a tal punto da<br />

spingerlo a recare loro sollievo. (Matteo 14:14) Teneva anche conto dei limiti e dei bisogni altrui. (Giovanni 16:12) Una<br />

volta gli portarono un cieco supplicandolo di sanarlo. Gesù gli restituì la vista, ma lo fece in modo graduale. Dapprima<br />

l’uomo vedeva solo figure indistinte: “Osservo come degli alberi, ma camminano”, disse. Poi Gesù gli restituì la vista<br />

completamente. Perché lo sanò in modo graduale? Potrebbe averlo fatto per permettergli di abituarsi gradualmente alla<br />

luce, risparmiandogli lo shock del passaggio improvviso dalle tenebre a un mondo complesso e inondato di luce. —<br />

Marco 8:22-26.<br />

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10) Cosa impariamo dalla reazione di Gesù al rimprovero di Pietro in Marco 8:32-34? [25 Feb.<br />

W08 15/2 p.29 par.6]<br />

(Marco 8:32-34) In realtà, faceva tale dichiarazione con franchezza. Ma Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo.<br />

33 Egli si voltò e, guardati i suoi discepoli, rimproverò Pietro, dicendo: “Va dietro a me, Satana, perché non pensi i pensieri di Dio, ma<br />

quelli degli uomini”. 34 Ora chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se<br />

stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.<br />

*** w08 15/2 p. 29 par. 6 Punti notevoli del libro di Marco ***<br />

8:32-34. Dovremmo riconoscere e rifiutare subito qualsiasi forma errata di benignità. Chi segue Cristo dev’essere<br />

preparato a ‘rinnegare se stesso’, cioè a dire di no alle ambizioni e ai desideri egoistici. Dev’essere disposto a ‘prendere il<br />

4


suo palo di tortura’, cioè a soffrire, se occorre, a essere umiliato, perseguitato o anche messo a morte perché è cristiano.<br />

E deve ‘seguire di continuo’ Gesù, imitando il suo modo di vivere. Per essere discepoli dobbiamo coltivare e conservare<br />

uno spirito di sacrificio simile a quello di Cristo Gesù. — Matt. 16:21-25; Luca 9:22, 23.<br />

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