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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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militare tendeva a sprovincializzarli dagli influssi austriaci di cui l’ancien régime era imbevuto. Nonostante<br />

questi segnali, il soldato napoletano era ignorante, non educato, per cui né temeva né amava il suo Re 59 ,<br />

religiosamente bigotto: «Uomini senza fede politica, servitori dei Borboni, che disprezzavano in segreto, ma<br />

temevano per necessità d’impiego» 60 . Negli ultimi anni del suo Regno, Ferdinando II potenziò maggiormente<br />

l’esercito (che assorbiva più della metà delle entrate nazionali). La disciplina veniva mantenuta attraverso<br />

l’elargizione di pene a volte molto crudeli (come la flagellazione).<br />

Il reclutamento dei corpi militari di terra e di mare dopo vari regolamenti, fu riordinato ancora una<br />

volta nel 1834. Per ogni capoluogo di provincia vi era un deposito di leva. La ferma per la fanteria era di<br />

cinque anni più altri cinque nella riserva; mentre per i corpi di cavalleria, artiglieria e gendarmeria e dei<br />

volontari era di otto anni, senza obbligo di riserva. Il numero dei soldati era stabilito annualmente in<br />

riferimento alle “basse” (cioè ai vuoti) determinati dalle diserzioni, morti, ed il carico era ripartito fra le<br />

province. A sua volta l’intendente faceva la ripartizione del contingente da reclutare tra i comuni al di sopra<br />

dei 1000 abitanti. I Comuni con meno di 500 abitanti erano esenti di fornire reclute; mentre quelli compresi<br />

fra 500 e 1000 davano una sola recluta.<br />

A far parte dell’esercito potevano essere i giovani compresi fra i 18 ed i 25 anni compiuti, iscritti<br />

nelle liste di leva del comune di nascita o di residenza. I nomi, ricavati attraverso il sorteggio tra i giovani<br />

della lista a cura del Decurionato, venivano fatti estrarre da un bambino di sette anni. Una volta fatto questo,<br />

si procedeva all’accertamento dei vizi che potevano impedire l’arruolamento (storpi, ciechi, gobbi,<br />

claudicanti, etc.). La statura minima doveva essere 1,70 per i granatieri e la cavalle ria, e di 1,65 circa per gli<br />

altri corpi. «Il servizio militare era considerato più una contribuzione che un dovere civico d’addestrarsi<br />

all’uso delle armi per la difesa del re e della patria (...). Dal carattere contributivo derivava, secondo ben noti<br />

principi d’<strong>economia</strong> politica, il contenimento dell’obbligo militare all’indispensabile. E perciò, se le ferme<br />

paiono oggi spropositatamente lunghe, erano molto numerose le esenzioni» 61 .<br />

Dal marciare erano anche esenti i figli unici e quelli “relativi” 62 ; i vedovi con figli a carico; i laureati<br />

in fisica o matematica, medicina, giurisprudenza che esercitavano la professione; gli alunni degli Istituti<br />

superiori di Belle Arti e del Real Collegio di Musica; i chierici che godevano di una cappellania, di un<br />

beneficio, i seminaristi e alunni di ordini monastici, il fratello unico di un sacerdote o di un minorista; chi<br />

aveva un solo fratello che era condannato all’ergastolo, gli impiegati della Real Casa; gli operai nelle<br />

miniere, nelle fabbriche di polveri da sparo e di armi; i figli degli stranieri non naturalizzati; i giovani che<br />

erano giudicati indispensabili per il sostentamento della famiglia; gli arrestati per cause correzionali<br />

(condannati per furto, falso, misfatti congeneri,); quelli che avevano fatto tre campagne su una nave da<br />

guerra. Nelle famiglie molto numerose se già vi era un figlio in servizio non venivano reclutati più di due.<br />

Ma come sempre chi deteneva potere (e quindi capitale) e fosse stato ritenuto abile a tale contributo,<br />

poteva trovare l’escamotage per eludere il servizio di leva, attraverso la pratica del “cambio”. Si trattava di<br />

pagare un soggetto (ritenuto altrettanto abile che magari aveva già espletato il servizio di leva o figlio unico,<br />

etc.) che rimpiazzava il primo. «Il compenso dovuto al sostituente pare fosse, intorno al 1843, di 80 ducati<br />

circa» 63 . Il rimpiazzo così concepito «funzionava, praticamente, solo a vantaggio dei possidenti, malgrado si<br />

dicesse che permetteva ai volontari che vi si prestavano di divenire “da nullatenenti proprietari e possessori<br />

di rendita... che far possono ritorno alle loro famiglie in istato di darsi ad utili traffichi, ed a vantaggiose<br />

industrie, e di fare acquisti”» 64 . È chiaro che la truppa era essenzialmente costituita da contadini e proletari<br />

con vantaggio, reso possibile dallo scambio, dei proprietari che si sottraevano in modo legale alla disciplina<br />

militare rendendosi anche «indifferenti ai problemi della difesa» 65 .<br />

Ferdinando II faceva molto affidamento su quattro reggimenti svizzeri 66 per i quali venivano spesi<br />

più di 600 mila ducati all’anno 67 . Al prezzo corrispondeva la qualità. Gli svizzeri erano sempre in prima<br />

linea: il 15 maggio, come nella repressione dei Moti in Calabria e in Sicilia, e quando non ci furono più<br />

cadde la dinastia Borbone. Armi e munizioni venivano fabbricate tutte all’interno del Regno.<br />

Il sistema poliziesco borbonico era abbastanza efficiente. Alla polizia era permesso tutto. I metodi di<br />

persuasione erano spesso poco ortodossi, facendo ricorso alla tortura 68 . «Quando poi non ci sono prove da<br />

fare una causa, basta una denunzia anonima, o un sospetto per far chiamare le persone fin dalle lontane<br />

province, e gettarle in una prigione, dove stanno finché piace al Ministro, o vengon mandate sopra un’isola a<br />

morir di fame e di stento» 69 . La situazione descritta non era soltanto presente a Napoli, ma anche in tutte le<br />

province e questi tipi di abusi venivano fatti da qualsiasi ufficiale di governo. La denuncia del Settembrini è<br />

grave anche nei confronti della polizia adusa anche a “spartire” il bottino con i delinquenti 70 .<br />

In ogni comune le forze di polizia (composte da guardie e funzionari) erano piuttosto esigue.<br />

L’intendente aveva la possibilità di richiedere l’intervento dell’esercito per particolari avvenimenti, come

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