Migrazioni al Río de la Plata e critica letteraria in Italia - Dialnet
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Saggi /Ensayos/Essais/Essays N. 2 – 10/2009 Migrazioni al Río de la Plata e critica letteraria in Italia di Camilla Cattarulla In un saggio pubblicato nel 1989 sul primo numero della rivista Altreitalie, Emilio Franzina lamentava l’assenza di studi sull’emigrazione transoceanica di buona fattura fra il 1948 e il 1973, con alcune eccezioni. Fino a quel momento, e soprattutto nel periodo fra le due grandi guerre, la tendenza a relegare il fenomeno migratorio sotto l’etichetta di ‘italiani fuori d’Italia’, lo aveva caricato di una forte connotazione ideologica di stampo nazionalista, prima, e fascista, poi. Franzina considerava evento ‘spartiacque’ l’indizione della Conferenza Nazionale sull’Emigrazione di Roma (1975), a partire dalla quale qualcosa si era cominciato a muovere in ambito storiografico, se non altro in termini di recupero del patrimonio scientifico e documentario. Da lì in avanti, grazie anche alla spinta della nascente storia sociale e di studi provenienti dagli Stati Uniti, la storia italiana ha cominciato a ‘riscoprire’ il fenomeno delle migrazioni di massa nelle Americhe (e non solo) tanto che oggi, anche fra coloro che pure continuano a occuparsi del tema, lo si ritiene ormai troppo studiato, ‘standardizzato’, dotato di una produzione scientifica oltremodo particolareggiata e poco innovativa (Corti 2005). Senza voler entrare nel dibattito degli storici, che esula dagli obiettivi di questo contributo, pure va detto che negli ultimi trent’anni il percorso critico della Storia, arricchito di approcci interdisciplinari, di apporti di altre discipline e di eventi materiali che hanno influenzato l’opinione pubblica oltre che gli studiosi – e i riferimenti d’obbligo sono al flusso di stranieri in Italia e al voto degli italiani all’estero – ha determinato anche un cambio terminologico per cui si è passati da ‘emigrazione’ ed ‘immigrazione’, a ‘mobilità’ e ‘migrazioni’ fino a giungere, non senza riserve, ai più recenti ‘diaspora’ e ‘transnazionalismo’ (Fasce 2006). 1 Nel frattempo, il nostro oggetto di 1 Senza voler nulla togliere al valore delle vecchie e delle nuove terminologie messe in gioco, in questa sede verranno accolte tutte in quanto è il punto di vista del critico che le definisce. 100
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Saggi /Ensayos/Essais/Essays<br />
N. 2 – 10/2009<br />
<strong>Migrazioni</strong> <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta e <strong>critica</strong><br />
<strong>letteraria</strong> <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia<br />
di Camil<strong>la</strong> Cattarul<strong>la</strong><br />
In un saggio pubblicato nel 1989 sul primo numero <strong>de</strong>l<strong>la</strong> rivista Altreit<strong>al</strong>ie, Emilio<br />
Franz<strong>in</strong>a <strong>la</strong>mentava l’assenza di studi sull’emigrazione transoceanica di buona fattura fra<br />
il 1948 e il 1973, con <strong>al</strong>cune eccezioni. F<strong>in</strong>o a quel momento, e soprattutto nel periodo<br />
fra le due grandi guerre, <strong>la</strong> ten<strong>de</strong>nza a relegare il fenomeno migratorio sotto l’etichetta<br />
di ‘it<strong>al</strong>iani fuori d’It<strong>al</strong>ia’, lo aveva caricato di una forte connotazione i<strong>de</strong>ologica di stampo<br />
nazion<strong>al</strong>ista, prima, e fascista, poi. Franz<strong>in</strong>a consi<strong>de</strong>rava evento ‘spartiacque’ l’<strong>in</strong>dizione<br />
<strong>de</strong>l<strong>la</strong> Conferenza Nazion<strong>al</strong>e sull’Emigrazione di Roma (1975), a partire d<strong>al</strong><strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e<br />
qu<strong>al</strong>cosa si era com<strong>in</strong>ciato a muovere <strong>in</strong> ambito storiografico, se non <strong>al</strong>tro <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />
recupero <strong>de</strong>l patrimonio scientifico e documentario.<br />
Da lì <strong>in</strong> avanti, grazie anche <strong>al</strong><strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nascente storia soci<strong>al</strong>e e di studi<br />
provenienti dagli Stati Uniti, <strong>la</strong> storia it<strong>al</strong>iana ha com<strong>in</strong>ciato a ‘riscoprire’ il fenomeno<br />
<strong>de</strong>lle migrazioni di massa nelle Americhe (e non solo) tanto che oggi, anche fra coloro<br />
che pure cont<strong>in</strong>uano a occuparsi <strong>de</strong>l tema, lo si ritiene ormai troppo studiato,<br />
‘standardizzato’, dotato di una produzione scientifica oltremodo partico<strong>la</strong>reggiata e<br />
poco <strong>in</strong>novativa (Corti 2005). Senza voler entrare nel dibattito <strong>de</strong>gli storici, che esu<strong>la</strong><br />
dagli obiettivi di questo contributo, pure va <strong>de</strong>tto che negli ultimi trent’anni il percorso<br />
critico <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Storia, arricchito di approcci <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>ari, di apporti di <strong>al</strong>tre discipl<strong>in</strong>e e di<br />
eventi materi<strong>al</strong>i che hanno <strong>in</strong>fluenzato l’op<strong>in</strong>ione pubblica oltre che gli studiosi – e i<br />
riferimenti d’obbligo sono <strong>al</strong> flusso di stranieri <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia e <strong>al</strong> voto <strong>de</strong>gli it<strong>al</strong>iani <strong>al</strong>l’estero –<br />
ha <strong>de</strong>term<strong>in</strong>ato anche un cambio term<strong>in</strong>ologico per cui si è passati da ‘emigrazione’ ed<br />
‘immigrazione’, a ‘mobilità’ e ‘migrazioni’ f<strong>in</strong>o a giungere, non senza riserve, ai più<br />
recenti ‘diaspora’ e ‘transnazion<strong>al</strong>ismo’ (Fasce 2006). 1 Nel frattempo, il nostro oggetto di<br />
1 Senza voler nul<strong>la</strong> togliere <strong>al</strong> v<strong>al</strong>ore <strong>de</strong>lle vecchie e <strong>de</strong>lle nuove term<strong>in</strong>ologie messe <strong>in</strong> gioco, <strong>in</strong><br />
questa se<strong>de</strong> verranno accolte tutte <strong>in</strong> quanto è il punto di vista <strong>de</strong>l critico che le <strong>de</strong>f<strong>in</strong>isce.<br />
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icerca è diventato materia di studio di un complesso multidiscipl<strong>in</strong>are e <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are<br />
(racchiuso sotto il term<strong>in</strong>e migrant studies) che co<strong>in</strong>volge sociologi, antropologi,<br />
psicologi, filosofi, <strong>de</strong>mografi, economisti, politologi e, cosa che più qui <strong>in</strong>teressa, studiosi<br />
di letteratura. In effetti, f<strong>in</strong> dai suoi <strong>in</strong>izi, il processo migratorio ha dato orig<strong>in</strong>e, di qua e<br />
di là <strong>de</strong>ll’Oceano, a un corpus letterario sul tema att<strong>in</strong>ente a tutti i generi e forme <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />
scrittura creativa e non. T<strong>al</strong>e corpus ha meritato anche l’attenzione <strong>critica</strong> di speci<strong>al</strong>isti di<br />
letteratura it<strong>al</strong>iana e di quelle letterature ispanoamericane i cui paesi sono stati<br />
<strong>in</strong>teressati d<strong>al</strong> fenomeno <strong>de</strong>lle migrazioni, come Argent<strong>in</strong>a e Uruguay. Ed è di questo<br />
apparato di letture <strong>in</strong>terpretative pubblicate <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia che il presente saggio <strong>in</strong>ten<strong>de</strong><br />
<strong>de</strong>l<strong>in</strong>eare sviluppi e prospettive.<br />
MIGRAZIONI E LETTERATURA: UN INTERESSE CRITICO RECENTE<br />
Al contributo storiografico di Emilio Franz<strong>in</strong>a sopra segn<strong>al</strong>ato (e preceduto nel<br />
1981 da uno di Aldo Albónico <strong>de</strong>dicato ai dieci anni prece<strong>de</strong>nti), hanno fatto seguito<br />
molti <strong>al</strong>tri. Si può dire che periodicamente gli storici <strong>de</strong>ll’emigrazione sono impegnati a<br />
fare il punto sullo stato <strong>de</strong>ll’arte creando una rete di scambi bibliografici e metodologici<br />
che <strong>al</strong>imentano il dibattito sul tema. 2 Lo stesso non è mai accaduto per quanto riguarda<br />
<strong>la</strong> <strong>critica</strong> pubblicata <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia sul<strong>la</strong> letteratura d’emigrazione. 3 Le ragioni di una t<strong>al</strong>e <strong>la</strong>cuna<br />
sono riconducibili <strong>al</strong> ritardo con cui gli studiosi hanno scoperto i legami tra immag<strong>in</strong>ario<br />
e fenomeno migratorio e le fonti ad esso corre<strong>la</strong>te. Sul fronte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> letteratura it<strong>al</strong>iana<br />
hanno senz’<strong>al</strong>tro pesato (pre)giudizi critici <strong>in</strong> base ai qu<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’It<strong>al</strong>ia sarebbe mancato il<br />
‘gran<strong>de</strong> romanzo <strong>de</strong>ll’emigrazione’, e, più <strong>in</strong> gener<strong>al</strong>e, una produzione artistica di rilievo,<br />
assenza <strong>la</strong>mentata nel 1933 anche da Gramsci il qu<strong>al</strong>e, ripren<strong>de</strong>ndo le osservazioni di<br />
Ugo Ojetti <strong>in</strong> un articolo pubblicato tre anni prima sul<strong>la</strong> rivista Pegaso, 4 nei Qua<strong>de</strong>rni <strong>de</strong>l<br />
carcere scrive:<br />
In It<strong>al</strong>ia è sempre esistita una notevole massa di pubblicazioni sull’emigrazione come<br />
fenomeno economico-soci<strong>al</strong>e. Non vi corrispon<strong>de</strong> una letteratura artistica, ma ogni<br />
emigrante racchiu<strong>de</strong> <strong>in</strong> sé un dramma, già prima di partire d<strong>al</strong>l’It<strong>al</strong>ia. Che i letterati non<br />
si occup<strong>in</strong>o <strong>de</strong>ll’emigrato <strong>al</strong>l’estero dovrebbe far meno meraviglia <strong>de</strong>l fatto che non si<br />
occup<strong>in</strong>o di lui prima che emigri, <strong>de</strong>lle condizioni che lo costr<strong>in</strong>gono ad emigrare, ecc.;<br />
che non si occup<strong>in</strong>o cioè <strong>de</strong>lle <strong>la</strong>crime e <strong>de</strong>l sangue che <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia, prima che <strong>al</strong>l’estero, ha<br />
voluto dire l’emigrazione <strong>in</strong> massa. (Gramsci 1977: 110).<br />
2 Fra i tanti contributi, si segn<strong>al</strong>ano: Besia 1994; Romeo 2001; Martell<strong>in</strong>i 2003; Corti 2005; Sanfilippo<br />
2005. Specificamente rivolto <strong>al</strong><strong>la</strong> storiografia uruguayana è Bresciano 2008.<br />
3 Per quanto riguarda l’emigrazione negli Stati Uniti, <strong>in</strong>vece, l<strong>in</strong>ee sul<strong>la</strong> recente storiografia <strong>letteraria</strong><br />
it<strong>al</strong>iana si trovano <strong>in</strong> Martelli 2009a.<br />
4 Nell’articolo Ojetti <strong>in</strong>colpava gli scrittori it<strong>al</strong>iani di “se<strong>de</strong>ntarietà” rispetto a fenomeni soci<strong>al</strong>i e<br />
storici come l’emigrazione.<br />
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Se non il ‘gran<strong>de</strong> romanzo’, forse un gran<strong>de</strong> affresco perlomeno sul viaggio<br />
<strong>de</strong>ll’emigrante c’era stato ed era Sull’Oceano di Edmondo De Amicis, pubblicato nel 1889<br />
d<strong>al</strong><strong>la</strong> casa editrice Treves di Mi<strong>la</strong>no e ristampato dieci volte nelle prime due settimane.<br />
Un successo immediato, dovuto <strong>al</strong><strong>la</strong> macch<strong>in</strong>a pubblicitaria messa <strong>in</strong> moto da Treves f<strong>in</strong><br />
d<strong>al</strong> 1886, <strong>al</strong><strong>la</strong> fama <strong>de</strong>ll’autore, ma anche, perché no, <strong>al</strong><strong>la</strong> tematica <strong>de</strong>l libro. Ed è anche<br />
esistita tutta una produzione <strong>letteraria</strong>, fatta spesso di scritture ibri<strong>de</strong>, frammentata e<br />
frammentaria, <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e, oltre a presentare nel suo <strong>in</strong>sieme un quadro <strong>de</strong>ll’esodo<br />
migratorio, risulta utile per studiarne l’impatto e le conseguenze sul<strong>la</strong> società di partenza<br />
e su quelle d’arrivo.<br />
Precursore <strong>de</strong>l riscatto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> partecipazione <strong>de</strong>gli scrittori it<strong>al</strong>iani <strong>al</strong> tema<br />
<strong>de</strong>ll’emigrazione è stato senz’<strong>al</strong>tro Pasqu<strong>in</strong>o Crupi, autore nel 1979 <strong>de</strong>l volume<br />
Letteratura ed emigrazione, <strong>in</strong> cui, an<strong>al</strong>izzando le opere di <strong>al</strong>cuni scrittori d<strong>al</strong>l’Unità <strong>al</strong><strong>la</strong><br />
seconda metà <strong>de</strong>l Novecento (fra essi De Amicis, Verga, Pascoli, Alvaro, Levi) com<strong>in</strong>ciava<br />
a stabilire i primi collegamenti fra il fenomeno <strong>de</strong>ll’emigrazione e <strong>la</strong> funzione<br />
<strong>de</strong>ll’<strong>in</strong>tellettu<strong>al</strong>e, il qu<strong>al</strong>e, attraverso i suoi testi, si <strong>in</strong>seriva nel dibattito sulle questioni<br />
soci<strong>al</strong>i e politiche <strong>de</strong>l paese, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re riguardo il Meridione. Successivamente,<br />
Sebastiano Martelli, it<strong>al</strong>ianista, ha colmato molte <strong>de</strong>lle <strong>la</strong>cune già <strong>in</strong>dicate da Antonio<br />
Pirom<strong>al</strong>li nell’Introduzione <strong>al</strong> volume di Crupi e re<strong>la</strong>tive <strong>al</strong>le “posizioni <strong>de</strong>gli scrittori<br />
settentrion<strong>al</strong>i, <strong>de</strong>i m<strong>in</strong>ori e m<strong>in</strong>imi sepolti nelle effemeridi loc<strong>al</strong>i, nei giorn<strong>al</strong>i<br />
conservatori, nei fogli <strong>de</strong>l movimento operaio e contad<strong>in</strong>o, nel<strong>la</strong> letteratura popo<strong>la</strong>re e<br />
di<strong>al</strong>ett<strong>al</strong>e di tutte le regioni” (1979:10). Martelli – sui cui <strong>la</strong>vori si tornerà più avanti – è<br />
andato via via costruendo una mappa <strong>de</strong>lle rappresentazioni letterarie <strong>de</strong>ll’emigrazione<br />
a partire dagli ultimi <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>ll’Ottocento e f<strong>in</strong>o ad oggi, confrontandosi, come lui<br />
stesso dichiara, “con pochi it<strong>al</strong>ianisti, qu<strong>al</strong>che comparatista e <strong>al</strong>cuni storici, antropologi,<br />
sociologi, <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia e fuori” (2005: 140). E prosegue:<br />
La domanda a questo punto da porsi è ovviamente: qu<strong>al</strong>e ruolo <strong>la</strong> letteratura<br />
it<strong>al</strong>iana ha avuto rispetto a questo gran<strong>de</strong> fenomeno storico che tra Ottocento e<br />
Novecento ha visto milioni di it<strong>al</strong>iani abbandonare il nostro paese; qu<strong>al</strong>e percezione,<br />
qu<strong>al</strong>e rappresentazione, qu<strong>al</strong>e immag<strong>in</strong>ario <strong>la</strong> letteratura ha e<strong>la</strong>borato <strong>in</strong>torno a<br />
questo fenomeno a partire d<strong>al</strong>l’ultimo ventennio <strong>de</strong>ll’Ottocento e f<strong>in</strong>o ai giorni<br />
nostri. Interrogativi cui ovviamente <strong>de</strong>ve rispon<strong>de</strong>re <strong>la</strong> <strong>critica</strong> <strong>letteraria</strong>, che f<strong>in</strong>o ad<br />
<strong>al</strong>cuni anni fa ha tot<strong>al</strong>mente rimosso queste tematiche consi<strong>de</strong>randole marg<strong>in</strong><strong>al</strong>i,<br />
arcaiche, non <strong>de</strong>gne di attenzione: <strong>in</strong> pochi ci siamo ritrovati nell’ultimo <strong>de</strong>cennio o<br />
poco più a cercare di dare una risposta a questi <strong>in</strong>terrogativi mentre storici,<br />
antropologi e sociologi si stavano sostituendo ai critici letterari – non solo<br />
<strong>in</strong>crociando i percorsi storiografici <strong>de</strong>i macrosistemi […] ma <strong>al</strong><strong>la</strong>rgando l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
anche <strong>al</strong>l’immag<strong>in</strong>ario <strong>de</strong>gli e sugli emigranti e <strong>al</strong><strong>la</strong> percezione e rappresentazione<br />
<strong>de</strong>l<strong>la</strong> letteratura, come ha fatto Emilio Franz<strong>in</strong>a con L’immag<strong>in</strong>ario <strong>de</strong>gli emigranti e<br />
D<strong>al</strong>l’Arcadia <strong>in</strong> America (2005: 147-148). 5<br />
5 Emilio Franz<strong>in</strong>a ha <strong>de</strong>dicato diversi <strong>la</strong>vori <strong>al</strong><strong>la</strong> letteratura popo<strong>la</strong>re prodotta da esponenti <strong>de</strong>lle<br />
c<strong>la</strong>ssi soci<strong>al</strong>i <strong>de</strong>l proletariato e sottoproletariato co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> prima persona nel fenomeno migratorio,<br />
letteratura che ben illustra, ad esempio, l’immag<strong>in</strong>ario it<strong>al</strong>iano sulle Americhe e il ruolo da questo avuto<br />
per <strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta <strong>al</strong>l’immigrazione, nonché il topos <strong>de</strong>l viaggio. Cfr. <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re Franz<strong>in</strong>a 1992 e 1996.<br />
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Le affermazioni di Martelli, oltre a ribadire l’assenza di un rapporto proficuo e di<br />
lunga durata fra storiografia <strong>letteraria</strong> ed emigrazione, <strong>in</strong>troducono ad un’ulteriore<br />
problematica re<strong>la</strong>tiva agli scarsi collegamenti fra studiosi it<strong>al</strong>iani di ambiti discipl<strong>in</strong>ari<br />
diversi, tutti però impegnati a studiare i fenomeni migratori da differenti ango<strong>la</strong>zioni,<br />
anche se, va <strong>de</strong>tto, <strong>in</strong> questi ultimi anni molti passi <strong>in</strong> avanti si sono fatti e si cont<strong>in</strong>uano<br />
a fare, come dimostrano <strong>al</strong>cune pubblicazioni <strong>in</strong> cui su un’unica tematica convogliano<br />
contributi di varie discipl<strong>in</strong>e. 6<br />
Fra coloro che dovrebbero entrare <strong>in</strong> un’ipotetica rete di studiosi sul<strong>la</strong> presenza<br />
it<strong>al</strong>iana <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a non possono mancare quegli speci<strong>al</strong>isti di letteratura<br />
ispanoamericana che da poco più di vent’anni, da diversi punti di vista, an<strong>al</strong>izzano il<br />
fenomeno. Anche <strong>in</strong> questo caso ci si trova di fronte a un ritardo scientifico dovuto a<br />
ragioni legate specificamente <strong>al</strong><strong>la</strong> nascita <strong>de</strong>l<strong>la</strong> letteratura ispanoamericana <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia<br />
come discipl<strong>in</strong>a autonoma (<strong>la</strong> prima cattedra, istituita presso l’Università di Firenze, ris<strong>al</strong>e<br />
<strong>al</strong> 1967), ma anche, v<strong>al</strong>e <strong>la</strong> pena ribadirlo, <strong>al</strong>lo scarso <strong>in</strong>teresse che il tema ha suscitato<br />
nel nostro paese f<strong>in</strong>o agli anni ’70 <strong>de</strong>l secolo scorso. Vediamo, <strong>in</strong> proposito, come Vanni<br />
Bleng<strong>in</strong>o ricorda i suoi esordi di studioso <strong>de</strong>ll’immigrazione it<strong>al</strong>iana nel<strong>la</strong> letteratura<br />
argent<strong>in</strong>a – <strong>al</strong><strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e si era <strong>de</strong>dicato come parte di un progetto di studi storici e<br />
sociologici diretto presso l’Università di Buenos Aires da José Luis Romero, Tulio H<strong>al</strong>perín<br />
Donghi e G<strong>in</strong>o Germani – una volta rientrato <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia <strong>al</strong><strong>la</strong> metà <strong>de</strong>gli anni ‘60:<br />
Quando tornai a Tor<strong>in</strong>o, fra i miei <strong>in</strong>teressi cultur<strong>al</strong>i […] vi era anche l’immigrazione<br />
it<strong>al</strong>iana. Quando, più tardi, grazie <strong>al</strong>l’<strong>in</strong>teressamento di Benvenuto Terrac<strong>in</strong>i, mi fu<br />
offerta una borsa di studio per una ricerca da <strong>de</strong>f<strong>in</strong>ire <strong>in</strong> base ai miei <strong>in</strong>teressi,<br />
proposi di cont<strong>in</strong>uare a <strong>la</strong>vorare sul<strong>la</strong> letteratura it<strong>al</strong>iana di migrazione. Mi resi conto<br />
ben presto che il tema non riscuoteva, <strong>al</strong>lora, nessun <strong>in</strong>teresse. Mi fu proposto di<br />
col<strong>la</strong>borare marg<strong>in</strong><strong>al</strong>mente a una ricerca di Gian Luigi Beccaria sul<strong>la</strong> penetrazione<br />
<strong>de</strong>l<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua spagno<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua it<strong>al</strong>iana <strong>de</strong>l C<strong>in</strong>que-Seicento. […] L’episodio mi<br />
pare un s<strong>in</strong>tomo <strong>de</strong>l distacco, con rare eccezioni, <strong>de</strong>l<strong>la</strong> cultura it<strong>al</strong>iana di quegli anni<br />
nei confronti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> storia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra migrazione. Successivamente vi è stato un vero<br />
s<strong>al</strong>to qu<strong>al</strong>itativo di <strong>in</strong>teresse sul tema, e attu<strong>al</strong>mente gli studi sono sempre più<br />
numerosi (Bleng<strong>in</strong>o 2005a: 11-12).<br />
Quando nel 1982 Giuseppe Bell<strong>in</strong>i pubblica <strong>la</strong> Bibliografia <strong>de</strong>ll’ispanoamericanismo<br />
it<strong>al</strong>iano i titoli che riguardano <strong>la</strong> letteratura argent<strong>in</strong>a <strong>in</strong> rapporto <strong>al</strong><strong>la</strong> presenza<br />
<strong>de</strong>ll’immigrante sono appena tre, di cui uno di Erm<strong>in</strong>io Neglia (1973) – che poi ha<br />
cont<strong>in</strong>uato a occuparsi di teatro <strong>la</strong>t<strong>in</strong>oamericano – e due di Vanni Bleng<strong>in</strong>o (1972 e<br />
1978), che si può consi<strong>de</strong>rare l’<strong>in</strong>iziatore di t<strong>al</strong>e filone di studi <strong>in</strong> ambito storico-<br />
6 Cfr., ad esempio, il volume curato da Vanni Bleng<strong>in</strong>o, Emilio Franz<strong>in</strong>a e Adolfo Pepe La riscoperta<br />
<strong>de</strong>lle Americhe. Lavoratori e s<strong>in</strong>dacato nell’emigrazione it<strong>al</strong>iana <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a 1870-1970 (1994), <strong>la</strong> cui<br />
tematica viene sviscerata con l’ausilio di molteplici apporti discipl<strong>in</strong>ari, o anche il più recente Fascisti <strong>in</strong> Sud<br />
America (2005), curato da Eugenia Scarzanel<strong>la</strong>, <strong>in</strong> cui storici e letterati <strong>la</strong>t<strong>in</strong>oamericanisti dibattono<br />
sull’<strong>in</strong>fluenza <strong>de</strong>l fascismo <strong>in</strong> <strong>al</strong>cuni contesti nazion<strong>al</strong>i sudamericani (Brasile, Perù e Argent<strong>in</strong>a). Per<br />
l’emigrazione <strong>in</strong> Uruguay cfr., <strong>in</strong>vece, Grillo 1999b.<br />
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letterario, così come Giovanni Meo-Zilio lo è per quanto riguarda gli aspetti l<strong>in</strong>guistici<br />
nel contatto it<strong>al</strong>iano-spagnolo riop<strong>la</strong>tense, e non a caso si tratta di uno studioso che,<br />
come Bleng<strong>in</strong>o, risie<strong>de</strong>tte a lungo <strong>in</strong> quelle zone. Uno sguardo <strong>in</strong> cui fuori e <strong>de</strong>ntro si<br />
<strong>in</strong>contrano, come lo è quello di Bleng<strong>in</strong>o, che sul<strong>la</strong> propria pelle ha vissuto l’esperienza<br />
<strong>de</strong>ll’emigrazione <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a, o di Meo-Zilio, che a Montevi<strong>de</strong>o ha vissuto d<strong>al</strong> 1950 <strong>al</strong><br />
1961 7 <strong>in</strong>segnando di<strong>al</strong>ettologia it<strong>al</strong>iana presso l’Instituto <strong>de</strong> Profesores Artigas, o, ancora,<br />
di Rosa Maria Grillo, discen<strong>de</strong>nte di emigranti it<strong>al</strong>iani <strong>in</strong> Uruguay, parrebbe favorire<br />
l’<strong>in</strong>teresse per lo studio <strong>de</strong>i processi storici, cultur<strong>al</strong>i e soci<strong>al</strong>i legati <strong>al</strong><strong>la</strong> presenza di<br />
collettività immigranti. Ma, come ricorda Bleng<strong>in</strong>o nel<strong>la</strong> citazione autobiografica, oggi<br />
gli studi sull’emigrazione <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta “sono sempre più numerosi” e, si può<br />
aggiungere, co<strong>in</strong>volgono anche collettività non it<strong>al</strong>iane. Ancora fattori esterni hanno<br />
forse contribuito <strong>al</strong> loro sviluppo <strong>in</strong> ambito ispanoamericanistico: i tanti esiliati, molti di<br />
orig<strong>in</strong>e it<strong>al</strong>iana, rifugiatisi nel nostro paese a causa <strong>de</strong>lle dittature militari <strong>de</strong>gli anni ’70,<br />
prima, e poi i cosid<strong>de</strong>tti ‘emigranti di ritorno’, rientrati <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia a seguito <strong>de</strong>l<strong>la</strong> crisi<br />
economica sofferta d<strong>al</strong>l’Argent<strong>in</strong>a sotto il governo Alfonsín e, più recentemente, dopo il<br />
<strong>de</strong>fault <strong>de</strong>l 2001, hanno portato <strong>in</strong> primo piano, anche fra gli studiosi, il tema <strong>de</strong>lle radici<br />
comuni facendo loro scoprire una letteratura contemporanea a tema migratorio, <strong>in</strong> cui <strong>la</strong><br />
memoria diventa l’elemento pr<strong>in</strong>cipe <strong>in</strong> grado di mantenere il legame con il passato per<br />
poter meglio <strong>in</strong>terpretare il presente; ma anche riscoprire l’immag<strong>in</strong>ario argent<strong>in</strong>o e<br />
uruguayano corrispon<strong>de</strong>nte <strong>al</strong>le diverse ondate <strong>de</strong>ll’emigrazione europea ed<br />
extraeuropea <strong>in</strong> quei territori, d<strong>al</strong><strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>ll’Ottocento agli anni ’60 <strong>de</strong>l<br />
Novecento; e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il ruolo svolto da t<strong>al</strong>e emigrazione nel<strong>la</strong> formazione di i<strong>de</strong>ntità<br />
nazion<strong>al</strong>i <strong>la</strong>t<strong>in</strong>oamericane multietniche e multicultur<strong>al</strong>i.<br />
SCRITTURE LETTERARIE: TEMA DELLA MIGRAZIONE E POETICA DELLA MIGRANZA<br />
Oggi le migrazioni sono un tema di <strong>in</strong>teresse p<strong>la</strong>netario, divenuto fondament<strong>al</strong>e<br />
<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno <strong>de</strong>l dibattito sulle i<strong>de</strong>ntità e, da questo punto di vista, come ricorda ancora<br />
Bleng<strong>in</strong>o, “le vicen<strong>de</strong> <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra emigrazione sono esemp<strong>la</strong>ri” (2005a: 12). L’It<strong>al</strong>ia, dopo<br />
essere stato un paese di emigranti, è, ormai da <strong>al</strong>cuni <strong>de</strong>cenni, un paese di immigranti,<br />
con ripercussioni anche sul piano letterario dato d<strong>al</strong><strong>la</strong> pubblicazione di testi di autori<br />
provenienti da <strong>al</strong>tri paesi (chiamati oggi migrant writers), che vivono stabilmente nel<br />
nostro. Ad essi diversi studiosi di letteratura comparata, <strong>in</strong> primis Armando Gnisci, stanno<br />
<strong>de</strong>dicando <strong>la</strong> loro attenzione <strong>critica</strong> con approcci teorici e metodologici che possono<br />
essere di ausilio <strong>al</strong> dibattito it<strong>al</strong>iano sull’emigrazione <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta sorto dai tanti<br />
studi fioriti a partire dagli ultimi <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l secolo scorso e prodotti da it<strong>al</strong>ianisti e<br />
ispanoamericanisti.<br />
7 A quegli anni ris<strong>al</strong>gono i suoi primi <strong>la</strong>vori, molti <strong>de</strong>i qu<strong>al</strong>i sono poi confluiti <strong>in</strong> Estudios<br />
Hispanoamericanos. Temas l<strong>in</strong>güísticos (1989).<br />
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Fra gli studiosi di letteratura comparata, Franca S<strong>in</strong>opoli propone due forme di<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>critica</strong> riferite <strong>al</strong><strong>la</strong> migrazione, term<strong>in</strong>e da lei preferito a emigrazione o<br />
immigrazione, perché comprensivo <strong>de</strong>i due vissuti <strong>de</strong>ll’<strong>in</strong>dividuo. La prima ha appunto<br />
come oggetto pr<strong>in</strong>cip<strong>al</strong>e il tema letterario <strong>de</strong>l<strong>la</strong> migrazione, che presenta una quasi<br />
tot<strong>al</strong>e corrispon<strong>de</strong>nza con quello <strong>de</strong>l viaggio. L’<strong>al</strong>tra si <strong>in</strong>centra sul<strong>la</strong> poetica <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />
migranza, ovvero <strong>de</strong>l<strong>la</strong> traduzione <strong>in</strong>tercultur<strong>al</strong>e e <strong>in</strong>terl<strong>in</strong>guistica, riconducibile <strong>al</strong> tema<br />
<strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità <strong>in</strong>teso nel senso più ampio possibile (di genere, nazion<strong>al</strong>e, generazion<strong>al</strong>e,<br />
ecc.), <strong>in</strong> cui <strong>la</strong> migrazione come tematica è solo apparentemente centr<strong>al</strong>e nel testo, o<br />
addirittura rimane sullo sfondo <strong>de</strong>l plot. In s<strong>in</strong>tesi, <strong>in</strong> questo secondo caso l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
mira a <strong>in</strong>dividuare <strong>la</strong> crisi <strong>de</strong>l senso d’appartenenza i<strong>de</strong>ntitaria come presupposto per <strong>la</strong><br />
re<strong>al</strong>izzazione <strong>de</strong>l testo, ma anche come “il suo prodotto, qu<strong>al</strong>ora proviamo a leggere il<br />
testo come un <strong>la</strong>boratorio di trasformazione <strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità monocultur<strong>al</strong>e” <strong>in</strong> un’i<strong>de</strong>ntità<br />
<strong>in</strong>tercultur<strong>al</strong>e, “<strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e traduce e mette <strong>in</strong> gioco due o più culture diverse tra loro”<br />
(2004: 24). Le due forme vengono da lei applicate <strong>al</strong>l’ambito <strong>de</strong>lle ‘scritture letterarie’,<br />
espressione che le permette di rivolgersi a materi<strong>al</strong>i testu<strong>al</strong>i di genere diverso e<br />
rispon<strong>de</strong>nti a obiettivi e <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ri diversi senza <strong>in</strong>catenarli <strong>al</strong>l’annosa discussione <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia<br />
su cosa è e cosa non è letteratura.<br />
Le consi<strong>de</strong>razioni di Franca S<strong>in</strong>opoli sono riferite a testi prodotti da chi ha vissuto <strong>in</strong><br />
prima persona l’esperienza <strong>de</strong>l<strong>la</strong> migrazione e riguardano un arco cronologico che va<br />
d<strong>al</strong>l’Antichità ai giorni nostri e uno spazio geografico riferito a tutti cont<strong>in</strong>enti. E pure è<br />
possibile <strong>in</strong>dividuare l<strong>in</strong>ee metodologiche comuni agli studi di it<strong>al</strong>ianisti e<br />
ispanoamericanisti sull’emigrazione <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta pubblicati <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia. Innanzitutto <strong>la</strong><br />
proposta di scritture letterarie, che <strong>in</strong> qu<strong>al</strong>che modo sgombra il campo d<strong>al</strong><strong>la</strong> tradizion<strong>al</strong>e<br />
<strong>de</strong>f<strong>in</strong>izione di scrittura ‘<strong>al</strong>ta’ e scrittura ‘bassa’, permette di <strong>de</strong>dicare l’attenzione a testi<br />
non <strong>in</strong>seriti nei canoni <strong>de</strong>l<strong>la</strong> letterarietà e per questo “sommersi” da un atteggiamento<br />
critico che li ha aprioristicamente sv<strong>al</strong>utati vuoi per l’orig<strong>in</strong>e <strong>in</strong>colta o semicolta<br />
<strong>de</strong>ll’autore vuoi per essere quest’ultimo un <strong>in</strong>tellettu<strong>al</strong>e non squisitamente letterato<br />
(giorn<strong>al</strong>ista, politico, religioso, ecc.).<br />
Compito <strong>de</strong>llo studioso <strong>de</strong>ve essere <strong>al</strong>lora anche quello di recuperare questa<br />
letteratura ‘sommersa’ per ren<strong>de</strong>r<strong>la</strong> visibile <strong>al</strong><strong>la</strong> comunità scientifica e perché si tratta di<br />
un materi<strong>al</strong>e che, <strong>in</strong>crociato o meno con <strong>al</strong>tre fonti, può aprire nuove stra<strong>de</strong> di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
o rib<strong>al</strong>tare schemi d’an<strong>al</strong>isi già fissati. Voglio qui ricordare il volume Di proprio pugno.<br />
Autobiografie di emigranti it<strong>al</strong>iani <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a e <strong>in</strong> Brasile (Cattarul<strong>la</strong>, 2003a), che an<strong>al</strong>izza<br />
autobiografie di emigranti it<strong>al</strong>iani pubblicate <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia o nei due paesi <strong>la</strong>t<strong>in</strong>oamericani (<strong>in</strong><br />
it<strong>al</strong>iano, spagnolo o portoghese) fra il secondo e l’ultimo <strong>de</strong>cennio <strong>de</strong>l Novecento e<br />
riferite a un periodo compreso fra <strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>l XIX secolo e i recenti anni ’80 <strong>de</strong>l<br />
XX. Il quadro teorico su cui si <strong>in</strong>serisce l’an<strong>al</strong>isi è quello <strong>de</strong>ll’ampliamento di prospettiva<br />
che, negli ultimi <strong>de</strong>cenni, sta caratterizzando <strong>la</strong> riflessione sull’autobiografia mo<strong>de</strong>rna<br />
con <strong>la</strong> messa <strong>in</strong> discussione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> consuetud<strong>in</strong>e a fissare le norme sul genere basandosi<br />
soltanto sull’an<strong>al</strong>isi di un numero limitato di opere prese <strong>in</strong> esame per il loro v<strong>al</strong>ore<br />
letterario e/o per il prestigio <strong>de</strong>ll’autore. Per contro, si ribadisce <strong>la</strong> necessità di ampliare il<br />
corpus <strong>de</strong>i testi <strong>al</strong><strong>la</strong>rgandolo a quelle produzioni ‘meno’ letterarie e <strong>de</strong>l<strong>la</strong> ‘gente<br />
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comune’ 8 <strong>la</strong> cui an<strong>al</strong>isi può dar luogo a nuove <strong>in</strong>terpretazioni critiche che tengono conto<br />
anche <strong>de</strong>lle più recenti riformu<strong>la</strong>zioni teoriche sui conf<strong>in</strong>i discipl<strong>in</strong>ari fra letteratura,<br />
storia, sociologia, etnoantropologia e psicologia. Su questa l<strong>in</strong>ea, lo studio condotto ha<br />
puntato a verificare con qu<strong>al</strong>i mod<strong>al</strong>ità le autobiografie di emigranti si <strong>in</strong>seriscono nel<strong>la</strong><br />
tradizione <strong>letteraria</strong> che ha <strong>de</strong>f<strong>in</strong>ito il genere. Per t<strong>al</strong>e ragione i testi sono stati esam<strong>in</strong>ati<br />
<strong>al</strong><strong>la</strong> luce di quelle costanti che, per forma, contenuti, strategie testu<strong>al</strong>i, caratterizzano<br />
un’autobiografia, rilevando <strong>la</strong> presenza nel<strong>la</strong> loro struttura narrativa di un paradigma<br />
<strong>in</strong>iziatico che co<strong>in</strong>ci<strong>de</strong> con l’esperienza migratoria, vissuta come una serie di prove da<br />
superare <strong>in</strong> vista <strong>de</strong>ll’obiettivo f<strong>in</strong><strong>al</strong>e (l’<strong>in</strong>tegrazione nel<strong>la</strong> nuova società). Inoltre, proprio<br />
perché lo statuto di emigrato <strong>de</strong>ll’autore condiziona l’aspetto tematico e form<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />
sua autobiografia, i testi sono stati esam<strong>in</strong>ati anche <strong>in</strong> quanto documenti che<br />
permettono <strong>la</strong> ricostruzione ‘d<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno’ <strong>de</strong>i processi di formazione cultur<strong>al</strong>e, <strong>de</strong>i<br />
meccanismi concorrenti <strong>al</strong><strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta immigratoria, <strong>de</strong>ll’esperienza <strong>de</strong>l viaggio oceanico<br />
f<strong>in</strong>o <strong>al</strong> primo contatto con <strong>la</strong> terra americana, di <strong>al</strong>cune mod<strong>al</strong>ità <strong>de</strong>i meccanismi<br />
d’<strong>in</strong>serimento e <strong>de</strong>l<strong>la</strong> costruzione di un’i<strong>de</strong>ntità cultur<strong>al</strong>e <strong>in</strong>dividu<strong>al</strong>e e nazion<strong>al</strong>e<br />
composita. 9 Inf<strong>in</strong>e, l’an<strong>al</strong>isi ha rive<strong>la</strong>to come sia possibile spostare l’accento sul carattere<br />
<strong>in</strong>dividu<strong>al</strong>e <strong>de</strong>ll’emigrazione it<strong>al</strong>iana <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a, mettendo così <strong>in</strong> luce come <strong>la</strong><br />
scelta di emigrare fosse legata anche ad un’autonomia <strong>de</strong>cision<strong>al</strong>e che ne costituisce <strong>la</strong><br />
sua impronta più mo<strong>de</strong>rna.<br />
Ulteriori brevi autobiografie sono quelle che si possono ricostruire esam<strong>in</strong>ando le<br />
risposte ad un’<strong>in</strong>chiesta <strong>la</strong>nciata nel 1933 d<strong>al</strong> quotidiano fascista <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua it<strong>al</strong>iana Il<br />
Matt<strong>in</strong>o d’It<strong>al</strong>ia, pubblicato a Buenos Aires d<strong>al</strong> 1930 <strong>al</strong> 1940, studio di cui è oggetto il<br />
saggio “«Cosa direste a Mussol<strong>in</strong>i se aveste occasione di par<strong>la</strong>rgli?»: un’<strong>in</strong>chiesta <strong>de</strong> «Il<br />
Matt<strong>in</strong>o d’It<strong>al</strong>ia»” (Cattarul<strong>la</strong> 2005). Le risposte pervenute dai lettori (quasi 44 mi<strong>la</strong>),<br />
<strong>in</strong>fatti, da un <strong>la</strong>to permettono di <strong>de</strong>l<strong>in</strong>eare il rapporto <strong>de</strong>gli emigranti it<strong>al</strong>iani e <strong>de</strong>i loro<br />
discen<strong>de</strong>nti con il fascismo, 10 e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro offrono un quadro <strong>de</strong>l<strong>la</strong> composizione soci<strong>al</strong>e e<br />
cultur<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l<strong>la</strong> collettività it<strong>al</strong>iana <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a <strong>in</strong> quegli anni.<br />
Per l’<strong>al</strong>tra sponda <strong>de</strong>l P<strong>la</strong>ta, vanno ricordati i <strong>la</strong>vori di Rosa Maria Grillo, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re il<br />
saggio “El Ulises memorioso: emigración y exilio en <strong>la</strong>s autobiografías <strong>de</strong> it<strong>al</strong>ianos en<br />
Uruguay” (1999a), <strong>in</strong> cui an<strong>al</strong>izza le caratteristiche <strong>de</strong>l<strong>la</strong> scrittura autobiografica<br />
r<strong>in</strong>venendone due diverse tipologie: l’autobiografia diretta e l’(auto)biografia <strong>in</strong>diretta,<br />
ovvero di memoria or<strong>al</strong>e raccolta dai discen<strong>de</strong>nti di seconda o terza generazione. Al<br />
8 Indicativo <strong>de</strong>ll’<strong>in</strong>teresse verso forme di scrittura autobiografica ‘sommersa’ è il caso <strong>de</strong>ll’Archivio<br />
Diaristico di Pieve di Santo Stefano, costituitosi nel 1984 per <strong>in</strong>iziativa di Saverio Tut<strong>in</strong>o con lo scopo di<br />
raccogliere autobiografie prodotte da non letterati, stimo<strong>la</strong>ti <strong>al</strong><strong>la</strong> scrittura d<strong>al</strong> conferimento di un premio<br />
annu<strong>al</strong>e consistente nel<strong>la</strong> pubblicazione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> miglior opera pervenuta. Per le autobiografie di emigranti <strong>in</strong><br />
America Lat<strong>in</strong>a cfr. De Simonis 1994, che compren<strong>de</strong> anche un elenco <strong>de</strong>i testi presenti nel fondo a quel<strong>la</strong><br />
data. V.a. Grillo 2004b.<br />
9 Un apparato antologico f<strong>in</strong><strong>al</strong>e raccoglie brani tratti da diverse autobiografie, che ripropongono il<br />
percorso tematico <strong>de</strong>l volume negli aspetti legati <strong>al</strong>l’esperienza migratoria. Su autobiografie di emigranti<br />
v.a. Cattarul<strong>la</strong> 1999. Sulle autobiografie come fonti per <strong>la</strong> storia <strong>de</strong>ll’emigrazione it<strong>al</strong>iana di massa <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong><br />
<strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta v.a. Cattarul<strong>la</strong> 2009b.<br />
10 Sul<strong>la</strong> penetrazione <strong>de</strong>l fascismo presso le collettività it<strong>al</strong>iane <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a v. a. Bleng<strong>in</strong>o 2005c;<br />
Cattarul<strong>la</strong> 2007; Magnani 2006a. I tre saggi usano come fonte il già citato quotidiano Il Matt<strong>in</strong>o d’It<strong>al</strong>ia.<br />
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primo tipo appartengono Pablo Varzi, ¿Quién soy yo? (1993), ed Enrico Romiti, Conte<br />
Gran<strong>de</strong> III C<strong>la</strong>sse (1995); <strong>al</strong> secondo José Pedro Díaz, Los fuegos <strong>de</strong> San Telmo (1964) e<br />
Juan Ignacio Risso, El viaje cont<strong>in</strong>úa (1986). 11<br />
Sul fronte <strong>de</strong>i rapporti fra letteratura it<strong>al</strong>iana ed emigrazione, da anni, e con<br />
lo<strong>de</strong>voli risultati, Sebastiano Martelli si occupa <strong>de</strong>l riscatto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> letteratura it<strong>al</strong>iana a<br />
tema migratorio passata e presente, <strong>in</strong> cui si mesco<strong>la</strong>no generi e mo<strong>de</strong>lli di scrittura<br />
diversa (Martelli 1994b), con un approccio pluridiscipl<strong>in</strong>are a suo parere diventato<br />
impresc<strong>in</strong>dibile bagaglio cultur<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l critico letterario. Di lui si segn<strong>al</strong>a il volume<br />
Letteratura contam<strong>in</strong>ata. Storie parole immag<strong>in</strong>i tra Ottocento e Novecento (1994a), <strong>in</strong> cui,<br />
con l’ausilio di una rete di riferimenti storici, geografici, antropologici, soci<strong>al</strong>i e l<strong>in</strong>guistici,<br />
si an<strong>al</strong>izzano testi di autori it<strong>al</strong>iani (ma anche te<strong>de</strong>schi e <strong>in</strong>glesi) ‘maggiori’ e ‘m<strong>in</strong>ori’ e<br />
<strong>de</strong>l<strong>la</strong> cosid<strong>de</strong>tta ‘letteratura popo<strong>la</strong>re’, e con una parte <strong>de</strong>dicata <strong>al</strong><strong>la</strong> letteratura<br />
sull’emigrazione nel c<strong>in</strong>ema <strong>de</strong>gli anni <strong>de</strong>l fascismo. 12<br />
Proprio <strong>al</strong><strong>la</strong> luce <strong>de</strong>i <strong>la</strong>vori di Martelli, e anche di quelli di Franz<strong>in</strong>a – <strong>la</strong> cui<br />
“<strong>in</strong>vasione di campo” ha costituito uno stimolo per gli it<strong>al</strong>ianisti, come lo stesso Martelli<br />
ricorda (2009a: 290) – non è azzardato <strong>al</strong><strong>la</strong>rgare <strong>la</strong> proposta term<strong>in</strong>ologica ‘scritture<br />
letterarie’ di Franca S<strong>in</strong>opoli a quei testi letterari o par<strong>al</strong>etterari che tradizion<strong>al</strong>mente<br />
hanno ricevuto scarsa attenzione d<strong>al</strong><strong>la</strong> <strong>critica</strong> it<strong>al</strong>iana e che <strong>in</strong>vece risultano di gran<strong>de</strong><br />
<strong>in</strong>teresse per <strong>la</strong> storia <strong>de</strong>ll’emigrazione nelle Americhe (di qua e di là <strong>de</strong>ll’Oceano). Il<br />
riferimento, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re, è <strong>al</strong><strong>la</strong> letteratura di viaggio. Nel 1992 chi scrive aveva censito e<br />
commentato <strong>critica</strong>mente 105 libri pubblicati <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia tra il 1870 e il 1914 tutti re<strong>la</strong>tivi a<br />
viaggi <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a – e <strong>la</strong> maggioranza nel Cono Sud – <strong>in</strong>trapresi da <strong>in</strong>tellettu<strong>al</strong>i<br />
it<strong>al</strong>iani (politici, turisti, religiosi, medici, esploratori, uffici<strong>al</strong>i, giorn<strong>al</strong>isti, scrittori). Questo<br />
<strong>la</strong>voro è rimasto poco noto, forse perché conf<strong>in</strong>ato nei percorsi di una pubblicazione<br />
speci<strong>al</strong>istica rivolta a bibliotecari e document<strong>al</strong>isti (Cattarul<strong>la</strong> 1992). 13 In re<strong>al</strong>tà esso<br />
rive<strong>la</strong>, ancora oggi, le ampie possibilità che può offrire <strong>la</strong> letteratura di viaggio – un<br />
genere dai più consi<strong>de</strong>rato ‘m<strong>in</strong>ore’ e di cui l’It<strong>al</strong>ia non è stata mai <strong>de</strong>positaria di una<br />
gran<strong>de</strong> tradizione – <strong>in</strong> quanto fonte per lo studio <strong>de</strong>l clima politico, cultur<strong>al</strong>e e soci<strong>al</strong>e<br />
<strong>de</strong>ll’It<strong>al</strong>ia post-unitaria <strong>in</strong> rapporto <strong>al</strong>l’emigrazione di massa e <strong>al</strong> dibattito <strong>de</strong>term<strong>in</strong>ato<br />
d<strong>al</strong> fenomeno, ma anche come fonte per ricostruire l’immag<strong>in</strong>e <strong>de</strong>ll’America Lat<strong>in</strong>a <strong>in</strong><br />
It<strong>al</strong>ia, nonché quel<strong>la</strong> <strong>de</strong>ll’it<strong>al</strong>iano immigrato (e, di riflesso, <strong>de</strong>ll’It<strong>al</strong>ia) nei territori<br />
sudamericani. In senso opposto va segn<strong>al</strong>ata <strong>la</strong> bibliografia ragionata che Rosa Maria<br />
11 V. a. Grillo 2003 e 2004a.<br />
12 Cfr. anche Martelli 2001, 2002b, 2004b e 2009b. Altro studioso it<strong>al</strong>ianista <strong>de</strong>i rapporti tra<br />
letteratura ed emigrazione è Francesco De Nico<strong>la</strong> di cui si veda il recente Gli scrittori it<strong>al</strong>iani e l’emigrazione<br />
(2008). 13 Proprio <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione <strong>al</strong> fenomeno migratorio <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a, t<strong>al</strong>e bibliografia, <strong>in</strong>izi<strong>al</strong>mente confluita<br />
nel<strong>la</strong> mia tesi di <strong>la</strong>urea <strong>in</strong> L<strong>in</strong>gue e letterature straniere (Università Sapienza di Roma, 1984), era risultata<br />
molto utile anche a Vanni Bleng<strong>in</strong>o (ispiratore di questo <strong>la</strong>voro bibliografico), che poi ne aveva fatto<br />
ampio uso nel suo Oltre l’Oceano. Un progetto di i<strong>de</strong>ntità: gli immigranti it<strong>al</strong>iani <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a (1837-1930,<br />
(1987), di cui La Babele nel<strong>la</strong> “pampa”. L’immigrante it<strong>al</strong>iano nell’immag<strong>in</strong>ario argent<strong>in</strong>o costituisce una<br />
nuova edizione con aggiunti un capitolo sul figlio <strong>de</strong>ll’immigrante (v.a. Bleng<strong>in</strong>o 1999-2000), un <strong>al</strong>tro sul<strong>la</strong><br />
Boca (v.a. Bleng<strong>in</strong>o 2005b), una nota <strong>al</strong><strong>la</strong> s<strong>in</strong>tesi autobiografica (presente nell’ed. spagno<strong>la</strong> di Oltre<br />
l’Oceano) e una nuova <strong>in</strong>troduzione.<br />
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Grillo presenta <strong>in</strong> un saggio <strong>de</strong>dicato agli uruguayani <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia (Grillo 1999c), <strong>in</strong> cui una<br />
sezione è <strong>de</strong>dicata <strong>al</strong> “Ritorno <strong>al</strong>le orig<strong>in</strong>i”, ovvero <strong>al</strong> viaggio <strong>in</strong>trapreso da discen<strong>de</strong>nti di<br />
emigranti it<strong>al</strong>iani.<br />
Materi<strong>al</strong>i ibridi sono poi quelli che utilizza Fe<strong>de</strong>rica Rocco (2004) per esplorare il<br />
v<strong>in</strong>colo che i discen<strong>de</strong>nti di emigrati friu<strong>la</strong>ni hanno mantenuto con <strong>la</strong> terra d’orig<strong>in</strong>e e i<br />
modi attraverso i qu<strong>al</strong>i trasmettono t<strong>al</strong>e legame <strong>al</strong>le future generazioni. 14 Sono<br />
stranamente scarsi, <strong>in</strong>vece, i contributi pubblicati <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia che <strong>in</strong>dividuano l’apporto<br />
migratorio (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i l<strong>in</strong>guistici, tematici o di <strong>in</strong>fluenza cultur<strong>al</strong>e) nel<strong>la</strong> forma poetica <strong>de</strong>l<br />
tango (Bleng<strong>in</strong>o 2002; Cancellier 1996; Paravati 2006; Ravveduto 2009; Tizziani 2007).<br />
Seguendo <strong>la</strong> prima forma d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e proposta da Franca S<strong>in</strong>opoli (e senza limitar<strong>la</strong><br />
ai soli migrant writers), il tema <strong>de</strong>l viaggio, nelle sue diverse tappe – di andata, di ritorno,<br />
<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno <strong>de</strong>l paese d’accoglienza – occupa una parte sostanzi<strong>al</strong>e <strong>de</strong>i <strong>la</strong>vori critici<br />
prodotti <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia. Il distacco d<strong>al</strong> paese natio presso le comunità contad<strong>in</strong>e emigranti<br />
assume antropologicamente il v<strong>al</strong>ore di ‘morte’, sensazione amplificata d<strong>al</strong> successivo<br />
attraversamento <strong>de</strong>ll’Oceano (Martelli 2001, 2003 e 2004a), così come l’arrivo diventa il<br />
momento <strong>de</strong>l<strong>la</strong> ‘r<strong>in</strong>ascita’ (Cattarul<strong>la</strong> 2003a). Ma sul<strong>la</strong> nave, <strong>in</strong> prima c<strong>la</strong>sse, viaggiano<br />
anche <strong>in</strong>tellettu<strong>al</strong>i, i qu<strong>al</strong>i, volenti o nolenti, si <strong>in</strong>contrano/scontrano con <strong>la</strong> figura<br />
<strong>de</strong>ll’emigrante, si confrontano con essa e si <strong>in</strong>seriscono nel dibattito sull’emigrazione<br />
che via via <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia aveva preso corpo sul piano politico e storiografico a partire<br />
d<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terrogazione <strong>al</strong><strong>la</strong> Camera presentata il 30 gennaio 1868 d<strong>al</strong> <strong>de</strong>putato Ercole Lu<strong>al</strong>di<br />
<strong>in</strong> cui per <strong>la</strong> prima volta si era sollevata <strong>la</strong> questione <strong>de</strong>ll’emigrazione come fenomeno<br />
che stava assumendo proporzioni preoccupanti per l’immag<strong>in</strong>e <strong>de</strong>ll’It<strong>al</strong>ia (Bleng<strong>in</strong>o<br />
1987, 1999 e 2005a; Cattarul<strong>la</strong> 1992 e 1999-2000; Martelli 2008).<br />
Anche il viaggio di ritorno, di emigranti o <strong>de</strong>i loro discen<strong>de</strong>nti, assume un v<strong>al</strong>ore<br />
topico <strong>in</strong> quanto espressione di un re<strong>in</strong>contro non sempre possibile e completo con le<br />
proprie radici cultur<strong>al</strong>i. È il caso <strong>de</strong>lle an<strong>al</strong>isi che Rosa Maria Grillo <strong>de</strong>dica <strong>al</strong> romanzo <strong>de</strong>l<br />
1964 di José Pedro Díaz Los fuegos <strong>de</strong> San Telmo (Grillo 1992 e 1994); o di quelle di I<strong>la</strong>ria<br />
Magnani che, nell’esam<strong>in</strong>are due romanzi di Antonio D<strong>al</strong> Masetto, Oscuramente fuerte es<br />
<strong>la</strong> vida (1990) e La tierra <strong>in</strong>comparable (1994), e uno di Mart<strong>in</strong>a Gusberti, El <strong>la</strong>úd y <strong>la</strong><br />
guerra (1995), rileva come il legame esperienz<strong>al</strong>e e affettivo con l’It<strong>al</strong>ia si risolva <strong>in</strong> uno<br />
spazio <strong>de</strong>l<strong>la</strong> memoria distrutto d<strong>al</strong> tempo (Magnani 1999-2000 e 2004a); oppure come<br />
l’<strong>in</strong>contro con <strong>la</strong> Roma imperi<strong>al</strong>e possa dar luogo a forme di estraneità o anche costituire<br />
un’occasione per auto<strong>de</strong>f<strong>in</strong>irsi rispetto <strong>al</strong>l’It<strong>al</strong>ia e per meglio <strong>de</strong>f<strong>in</strong>ire <strong>la</strong> propria i<strong>de</strong>ntità<br />
<strong>la</strong>t<strong>in</strong>oamericana (Magnani 2000). E se tradizion<strong>al</strong>mente, per il ruolo assegnato <strong>al</strong>le donne<br />
d<strong>al</strong> fenomeno migratorio e anche dagli studi sulle migrazioni, <strong>la</strong> scrittura autobiografica<br />
sul tema è stata prev<strong>al</strong>entemente maschile, non è però impossibile recuperare <strong>al</strong>cune<br />
voci femm<strong>in</strong>ili <strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno <strong>de</strong>i topoi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mobilità migratoria. È quanto fa Rosa Maria<br />
Grillo che <strong>in</strong> “Storie di donne tra It<strong>al</strong>ia e Rio <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta” (2008) esam<strong>in</strong>a il viaggio di<br />
andata e ritorno nelle scrittrici Laura Pariani e Aurelia Iurilli; l’esilio <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia di Can<strong>de</strong><strong>la</strong>ria<br />
14 Fra questi il testo I benandants <strong>de</strong> griis (2002), nato da un progetto educativo-ricreativo, e il<br />
fumetto La fortuna (2002) di Guido Carrara, le cui didasc<strong>al</strong>ie sono <strong>in</strong> it<strong>al</strong>iano, friu<strong>la</strong>no e spagnolo.<br />
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Romero; l’emigrazione <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a di Giglio<strong>la</strong> Zecch<strong>in</strong> e il ritorno <strong>al</strong>le orig<strong>in</strong>i it<strong>al</strong>iane di<br />
Lidia Am<strong>al</strong>ia P<strong>al</strong>azzolo e Ana Laura Lissardy.<br />
La memoria <strong>de</strong>ll’emigrante o <strong>de</strong>i suoi discen<strong>de</strong>nti <strong>in</strong> rapporto ai luoghi d’orig<strong>in</strong>e<br />
r<strong>in</strong>via, nell’ambito <strong>de</strong>gli studi ispanoamericani, a consi<strong>de</strong>razioni re<strong>la</strong>tive <strong>al</strong><strong>la</strong> seconda<br />
forma d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e proposta da S<strong>in</strong>opoli: <strong>la</strong> poetica <strong>de</strong>l<strong>la</strong> migranza <strong>in</strong> cui, come segn<strong>al</strong>ato,<br />
sono <strong>in</strong> gioco le problematiche i<strong>de</strong>ntitarie. Se già nel viaggio di ritorno è possibile<br />
<strong>in</strong>dividuare spunti di riflessione sul<strong>la</strong> trasformazione di un’i<strong>de</strong>ntità monocultur<strong>al</strong>e <strong>in</strong><br />
un’<strong>al</strong>tra <strong>in</strong>tercultur<strong>al</strong>e, ancor più questo processo è riscontrabile nelle an<strong>al</strong>isi di quei testi<br />
i cui autori hanno costruito (consapevolmente o meno) un prodotto letterario con le<br />
caratteristiche form<strong>al</strong>i e stilistiche di un <strong>la</strong>boratorio – non esente da conflitti – di<br />
trasformazione i<strong>de</strong>ntitaria. È il caso <strong>de</strong>ll’argent<strong>in</strong>o Roberto Raschel<strong>la</strong>, a cui I<strong>la</strong>ria Magnani<br />
ha <strong>de</strong>dicato diversi <strong>la</strong>vori mettendo <strong>in</strong> rilievo, ad esempio, come l’ibridazione l<strong>in</strong>guistica<br />
(spagnolo, it<strong>al</strong>iano, di<strong>al</strong>etto c<strong>al</strong>abrese) presente nel<strong>la</strong> sua opera narrativa si manifesti<br />
non soltanto come procedimento stilistico, ma anche nel<strong>la</strong> costruzione <strong>de</strong>i personaggi,<br />
nell’<strong>in</strong>treccio <strong>de</strong>lle voci narranti (d<strong>al</strong><strong>la</strong> plur<strong>al</strong>ità <strong>al</strong>l’uso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> prima persona), nelle scelte<br />
grafiche, tese a una rappresentazione visiva <strong>de</strong>ll’or<strong>al</strong>ità, f<strong>in</strong>o – per affermazione <strong>de</strong>llo<br />
stesso autore – <strong>al</strong><strong>la</strong> presentazione <strong>de</strong>i paragrafi come “parti di una sceneggiatura, e<br />
questo non per una volontà precostituita, ma come <strong>in</strong>volontario esempio<br />
<strong>de</strong>ll’ibridazione <strong>de</strong>i due strumenti espressivi” (Magnani 2006b: 312), che sono anche<br />
segno di un’ibridazione cultur<strong>al</strong>e. O ancora come l’idioletto di Raschel<strong>la</strong> acquisisca una<br />
centr<strong>al</strong>ità <strong>in</strong>novatrice rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> tradizione <strong>letteraria</strong> <strong>de</strong>l sa<strong>in</strong>ete/grotesco <strong>in</strong> quanto<br />
<strong>de</strong>f<strong>in</strong>isce <strong>la</strong> costruzione di una ‘l<strong>in</strong>gua <strong>de</strong>l<strong>la</strong> memoria’ dotata di ‘coscienza comunicativa’,<br />
aspetto che lo differenzia d<strong>al</strong> cocoliche (Magnani 2004b).<br />
Ma, come ricorda Bleng<strong>in</strong>o, <strong>la</strong> presenza migratoria condiziona anche il futuro <strong>de</strong>l<br />
paese d’accoglienza, soprattutto per quanto riguarda <strong>la</strong> ri<strong>de</strong>f<strong>in</strong>izione <strong>de</strong>llo spazio<br />
cultur<strong>al</strong>e. E <strong>al</strong>lora, nelle Americhe, che <strong>in</strong> <strong>al</strong>tra se<strong>de</strong> il critico ha <strong>de</strong>f<strong>in</strong>ito un “<strong>la</strong>boratorio<br />
multietnico e multicultur<strong>al</strong>e” (1995), è possibile stabilire comparazioni tra tre contesti<br />
solo apparentemente dist<strong>in</strong>ti riconducibili <strong>al</strong><strong>la</strong> poetica <strong>de</strong>l<strong>la</strong> migranza. Nel primo, riferito<br />
<strong>al</strong>l’emigrazione <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a, si è verificato un conflitto generazion<strong>al</strong>e – tra vecchi e<br />
nuovi migranti – esam<strong>in</strong>ato attraverso le pag<strong>in</strong>e <strong>de</strong>l romanzo di Ernesto Sábato Sobre<br />
héroes y tumbas (1961), con lo scontro tra padri immigranti e figli argent<strong>in</strong>i, specchio di<br />
una società caratterizzata d<strong>al</strong><strong>la</strong> perdità <strong>de</strong>ll’autorità paterna a favore <strong>de</strong>ll’autorità ‘leg<strong>al</strong>e’<br />
imposta d<strong>al</strong> nuovo paese, <strong>in</strong> cui il figlio cerca un proprio spazio i<strong>de</strong>ntitario. Nel secondo,<br />
riferito <strong>al</strong><strong>la</strong> presenza africana, il paradigma letterario utilizzato è il romanzo di Alejo<br />
Carpentier El re<strong>in</strong>o <strong>de</strong> este mundo (1949), con lo spazio americano i<strong>de</strong>ntificato nel corpo<br />
<strong>de</strong>l mu<strong>la</strong>tto dove confluiscono due etnie diverse. Il terzo è riferito <strong>al</strong><strong>la</strong> componente<br />
<strong>in</strong>digena e suo paradigma letterario è Los ríos profundos (1958) <strong>de</strong>l peruviano José María<br />
Arguedas, il cui personaggio pr<strong>in</strong>cip<strong>al</strong>e, <strong>al</strong><strong>la</strong> ricerca <strong>de</strong>l<strong>la</strong> propria i<strong>de</strong>ntità, opera una<br />
scelta complessa <strong>in</strong>serendosi nello spazio tra il quechua e lo spagnolo, e così, come il<br />
figlio <strong>de</strong>ll’immigrante e il mu<strong>la</strong>tto, opera sullo “spazio americano una s<strong>in</strong>tesi tra due<br />
spazi” (Bleng<strong>in</strong>o 2003a: 395)<br />
La presenza di un’i<strong>de</strong>ntità <strong>in</strong>tercultur<strong>al</strong>e riguarda anche <strong>la</strong> figura <strong>de</strong>l<strong>la</strong> donna nel<strong>la</strong><br />
narrativa riop<strong>la</strong>tense. A lungo le donne sono state trascurate dagli studi nonostante esse<br />
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abbiano svolto un ruolo preciso nel processo migratorio, sia che part<strong>in</strong>o sia che rest<strong>in</strong>o,<br />
perché <strong>la</strong> <strong>de</strong>cisione di emigrare va consi<strong>de</strong>rata anche come il frutto di una complessa<br />
strategia familiare <strong>in</strong> cui cont<strong>in</strong>uamente si ri<strong>de</strong>f<strong>in</strong>iscono i ruoli di genere, <strong>la</strong><br />
partecipazione <strong>al</strong>l’attività economica <strong>de</strong>i vari membri <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia, i rapporti di coppia<br />
e parent<strong>al</strong>i, i cambiamenti cultur<strong>al</strong>i <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia o nei paesi d’accoglienza. Alcuni di questi<br />
aspetti emergono d<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> presenza <strong>de</strong>l<strong>la</strong> donna emigrante nel<strong>la</strong> narrativa<br />
argent<strong>in</strong>a contemporanea e d<strong>al</strong><strong>la</strong> successiva antologia che compongono il volume<br />
L’azzardo e <strong>la</strong> pazienza (Cattarul<strong>la</strong> – Magnani 2004). Accanto a una donna mitica dai tratti<br />
astorici che <strong>la</strong> situano <strong>in</strong> una prospettiva parzi<strong>al</strong>mente irre<strong>al</strong>e, a contatto con un<br />
universo sempiterno, primordi<strong>al</strong>e e tellurico, compaiono figure femm<strong>in</strong>ili riconducibili<br />
ad un universo più quotidiano, aspetto che r<strong>in</strong>via a una dimensione domestica senza<br />
comunque che il personaggio perda <strong>la</strong> sua complessità, soprattutto per quanto riguarda<br />
gli <strong>in</strong>terrogativi sulle proprie molteplici i<strong>de</strong>ntità <strong>in</strong>terl<strong>in</strong>guistiche e <strong>in</strong>tercultur<strong>al</strong>i. E che<br />
attraverso l’an<strong>al</strong>isi di testi letterari sia possibile <strong>de</strong>l<strong>in</strong>eare un’immag<strong>in</strong>e femm<strong>in</strong>ile non<br />
esclusivamente conf<strong>in</strong>ata nello spazio <strong>de</strong>ll’abbandono e <strong>de</strong>ll’attesa, ma piuttosto<br />
disegnare figurazioni <strong>al</strong>ternative che “anticipano o emblematicamente rappresentano le<br />
mutazioni cultur<strong>al</strong>i e soci<strong>al</strong>i <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mo<strong>de</strong>rnità”, è op<strong>in</strong>ione anche di Martelli, il qu<strong>al</strong>e<br />
presenta t<strong>al</strong>i osservazioni nel saggio “Oltre il silenzio oltre l’attesa: figure femm<strong>in</strong>ili nel<strong>la</strong><br />
letteratura it<strong>al</strong>iana <strong>de</strong>ll’emigrazione” (2002a: 415), <strong>in</strong> cui, per l’area riop<strong>la</strong>tense, esam<strong>in</strong>a<br />
opere di Luigi Piran<strong>de</strong>llo e Laura Pariani. Così come l’emigrazione come affermazione<br />
femm<strong>in</strong>ile è oggetto di diversi studi <strong>de</strong>dicati <strong>al</strong><strong>la</strong> scrittrice it<strong>al</strong>o (friu<strong>la</strong>na)-argent<strong>in</strong>a Syria<br />
Poletti, <strong>la</strong> cui produzione narrativa è stata riscattata negli ultimi anni da Silvana Seraf<strong>in</strong> e<br />
da <strong>al</strong>tri studiosi <strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno di un progetto più ampio re<strong>la</strong>tivo <strong>al</strong> recupero <strong>de</strong>lle <strong>in</strong>fluenze<br />
friu<strong>la</strong>ne nel<strong>la</strong> cultura e nel<strong>la</strong> letteratura riop<strong>la</strong>tense (Seraf<strong>in</strong> 2004a, 2004b, 2005, 2006a,<br />
2006b, 2007b, 2008), che co<strong>in</strong>volge artisti come Daniel De Monte (Seraf<strong>in</strong> 2007a), Sonnia<br />
De Monte (Rocco 2007a e 2007b), l<strong>in</strong>guisti come Guido Zannier (Luque 2008) e forme<br />
diverse, d<strong>al</strong> teatro contemporaneo, <strong>al</strong><strong>la</strong> poesia, <strong>al</strong> tango (per quest’ultimo si veda<br />
Paravati 2006).<br />
D<strong>al</strong><strong>la</strong> poetica <strong>de</strong>l<strong>la</strong> migranza, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, non è escluso uno <strong>de</strong>i topos pr<strong>in</strong>cipi<br />
<strong>de</strong>ll’esperienza migratoria: il mito di ‘Fare <strong>la</strong> Merica’ perché “<strong>la</strong> scelta di abbandonare il<br />
paese d’orig<strong>in</strong>e per elevare il proprio status economico, soci<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e o, <strong>de</strong>tto <strong>in</strong><br />
<strong>al</strong>tro modo, per colmare il più possibile il divario fra re<strong>al</strong>tà vissuta <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia e aspirazioni<br />
person<strong>al</strong>i, è frutto anche <strong>de</strong>ll’assunzione, sul piano <strong>de</strong>ll’immag<strong>in</strong>ario, di una serie di<br />
stereotipi che attribuiscono <strong>al</strong>l’America il v<strong>al</strong>ore utopico di ‘terra <strong>de</strong>lle opportunità’”<br />
(Cattarul<strong>la</strong> 2003a: 53). Ma il sogno <strong>de</strong>l benessere americano, che accompagna<br />
l’emigrante nel corso <strong>de</strong>l viaggio sull’oceano e perlomeno f<strong>in</strong>o <strong>al</strong> suo primo contatto con<br />
<strong>la</strong> nuova re<strong>al</strong>tà, non sempre si re<strong>al</strong>izza. La letteratura argent<strong>in</strong>a, d<strong>al</strong> teatro di f<strong>in</strong>e<br />
Ottocento f<strong>in</strong>o <strong>al</strong><strong>la</strong> narrativa più recente, dà conto di questi successi e f<strong>al</strong>limenti che<br />
portano a i<strong>de</strong><strong>al</strong>izzare il passato e lo spazio pre-immigratorio, suggerendo un nuovo<br />
‘mito di s<strong>al</strong>vezza’: non più <strong>la</strong> ‘Merica’ bensì l’Europa. Così, “d<strong>al</strong>l’America paradiso terrestre<br />
si passa <strong>al</strong>l’Europa paradiso perduto” (Magnani 2005: 67), segno non soltanto di difficoltà<br />
economiche, ma anche <strong>de</strong>l<strong>la</strong> cont<strong>in</strong>ua (e <strong>in</strong>conclusa) ricerca d’i<strong>de</strong>ntità.<br />
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RAPPRESENTAZIONI, STEREOTIPI, LINGUA E REGIONI<br />
Una buona parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>critica</strong> <strong>letteraria</strong> di ambito ispanoamericano è <strong>de</strong>dicata <strong>al</strong><strong>la</strong><br />
rappresentazione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> figura <strong>de</strong>ll’emigrante d<strong>al</strong> punto di vista <strong>de</strong>lle società<br />
d’accoglienza. Dagli ultimi <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>ll’Ottocento f<strong>in</strong>o a oggi <strong>la</strong> letteratura riop<strong>la</strong>tense,<br />
avv<strong>al</strong>endosi di tutti i generi e forme <strong>de</strong>l<strong>la</strong> scrittura (d<strong>al</strong><strong>la</strong> narrativa, <strong>al</strong><strong>la</strong> poesia, <strong>al</strong> teatro,<br />
<strong>al</strong><strong>la</strong> saggistica), ha riflettuto sul ruolo, perlopiù conflittu<strong>al</strong>e, <strong>de</strong>lle comunità immigranti<br />
nel<strong>la</strong> formazione <strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità nazion<strong>al</strong>e. Il rapporto letteratura riop<strong>la</strong>tense immigrazione<br />
passa così per diverse tappe contrassegnate da raffigurazioni letterarie e teorizzazioni<br />
corrispon<strong>de</strong>nti ai diversi momenti <strong>de</strong>ll’impatto <strong>de</strong>l processo migratorio sul<strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà<br />
sudamericana, <strong>in</strong> an<strong>al</strong>isi che tengono conto <strong>de</strong>lle differenze diacroniche e s<strong>in</strong>croniche.<br />
Appartengono a questa l<strong>in</strong>ea di studi i <strong>la</strong>vori di Bleng<strong>in</strong>o (1987, 1990, 1994, 2002 e<br />
2005a), Cattarul<strong>la</strong> (2003b), Cattarul<strong>la</strong> – Magnani (2004), Dionisi (1999), Fiorani (1990 e<br />
2003), Grillo (2000a, 2002 e 2003), Lafforgue (1994), Magnani (2004a), Regazzoni (2003,<br />
2006 e 2007). Gli studi mettono <strong>in</strong> evi<strong>de</strong>nza come l’immigrante sia condizionato nel<strong>la</strong><br />
sua i<strong>de</strong>ntità d<strong>al</strong> paese d’accoglienza, ma a sua volta lo condizioni orig<strong>in</strong>ando mutazioni e<br />
conflitti nel processo i<strong>de</strong>ntitario <strong>de</strong>ll’Altro, aspetto messo <strong>in</strong> rilievo, per l’it<strong>al</strong>ianistica, da<br />
Martelli nel capitolo conclusivo <strong>de</strong>l volume Letteratura contam<strong>in</strong>ata (1994a) <strong>de</strong>dicato<br />
<strong>al</strong>l’opera di Massimo Bontempelli, Noi, gli Aria. Interpretazioni sudamericane (1934). Il<br />
condizionamento reciproco risulta molto più evi<strong>de</strong>nte <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a rispetto <strong>al</strong>l’Uruguay<br />
dove – e il riferimento è soprattutto <strong>al</strong><strong>la</strong> letteratura <strong>de</strong>gli ultimi <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l XIX secolo –<br />
l’assenza di una borghesia solida come quel<strong>la</strong> argent<strong>in</strong>a e di una tradizione <strong>letteraria</strong><br />
urbana forte, avrebbe permesso un’<strong>in</strong>tegrazione soci<strong>al</strong>e <strong>de</strong>gli immigranti priva di<br />
conflitti e t<strong>al</strong>e da <strong>in</strong>ci<strong>de</strong>re nel<strong>la</strong> formazione <strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>ntità nazion<strong>al</strong>e uruguayana (Grillo<br />
2000a e 2003). In Argent<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>vece, <strong>la</strong> creazione di archetipi letterari (negativi più che<br />
positivi) f<strong>in</strong> d<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>izio <strong>de</strong>l fenomeno migratorio ha dato luogo a immag<strong>in</strong>i e stereotipi<br />
<strong>de</strong>ll’immigrante che hanno <strong>al</strong>imentato pregiudizi e strument<strong>al</strong>izzazioni. Secondo<br />
Bleng<strong>in</strong>o, lo stereotipo è un “efficace strumento per capire come <strong>in</strong> una società si<br />
rappresenta l’<strong>al</strong>terità” (2003b: 76), così come l’an<strong>al</strong>ogia è utile <strong>al</strong><strong>la</strong> comprensione di ciò<br />
che non si conosce attraverso ciò che si conosce. Non per questo, però, bisogna av<strong>al</strong><strong>la</strong>re<br />
operazioni editori<strong>al</strong>i di carattere giorn<strong>al</strong>istico-documentaristico a noi contemporanee<br />
che stabiliscono un collegamento fra l’odierna immigrazione extracomunitaria <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia e<br />
l’emigrazione it<strong>al</strong>iana storica utilizzando quegli stereotipi negativi prev<strong>al</strong>si nel<strong>la</strong> società<br />
e nell’immag<strong>in</strong>ario argent<strong>in</strong>i. “Strument<strong>al</strong>izzare <strong>la</strong> storia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra emigrazione –<br />
scrive Bleng<strong>in</strong>o – ignorandone <strong>la</strong> complessità e ricchezza <strong>de</strong>l suo processo di<br />
<strong>in</strong>serimento per usarlo a f<strong>in</strong>i politici non aiuta – se questo è l’obiettivo – a compren<strong>de</strong>re<br />
l’attu<strong>al</strong>e processo di immigrazione extracomunitaria e caricaturizza <strong>la</strong> nostra storia<br />
migratoria” (2003b: 77). 15<br />
15 Il riferimento esplicito è <strong>al</strong>l’opera di Gian Antonio Stel<strong>la</strong>, L’orda. Quando gli <strong>al</strong>banesi eravamo noi<br />
(2002). Su nuovi e vecchi stereotipi si veda anche Bleng<strong>in</strong>o 2006.<br />
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Alcuni spazi, più di <strong>al</strong>tri, sono stati nel<strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà storica e nell’immag<strong>in</strong>ario letterario<br />
simboli <strong>de</strong>i conflitti i<strong>de</strong>ntitari e <strong>de</strong>l processo d’<strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a. Fra questi il<br />
conventillo (Cattarul<strong>la</strong> 2003b) e il quartiere bonaerense <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Boca (Bleng<strong>in</strong>o 2005a e<br />
2005b). Il conventillo, recuperato d<strong>al</strong><strong>la</strong> letteratura più recente come spazio pr<strong>in</strong>cipe <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />
multietnicità e <strong>de</strong>l multicultur<strong>al</strong>ismo, per l’<strong>in</strong>tellettu<strong>al</strong>ità argent<strong>in</strong>a <strong>de</strong>gli ultimi due<br />
<strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l XIX secolo è stato soprattutto lo spazio <strong>de</strong>l <strong>de</strong>grado, e così lo <strong>de</strong>scrive <strong>la</strong><br />
narrativa natur<strong>al</strong>ista urbana, <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e fa proprio il <strong>de</strong>term<strong>in</strong>ismo biologico zoliano – a cui<br />
poi va aggiunta l’<strong>in</strong>fluenza <strong>de</strong>lle teorie positiviste lombrosiane penetrate <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a –<br />
per trovarvi una giustificazione <strong>in</strong>sieme scientifica ed estetica a posizioni che sono<br />
prettamente i<strong>de</strong>ologiche e che <strong>in</strong>vestono sia <strong>la</strong> situazione soci<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l paese di<br />
quegli anni, sia il suo futuro sviluppo. Nel conventillo è ambientato anche il romanzo di<br />
Laura Pariani Dio non ama i bamb<strong>in</strong>i, di cui si occupa Emilia Perassi segn<strong>al</strong>ando come,<br />
ancora nei primi due <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l XX secolo, il nazion<strong>al</strong>ismo <strong>in</strong>dividuasse nel conventillo il<br />
“terreno di coltura di quelle ‘<strong>in</strong>fezioni fisiche e mor<strong>al</strong>i’ che si riteneva stessero<br />
compromettendo il progetto mo<strong>de</strong>rnizzatore <strong>de</strong>ll’Argent<strong>in</strong>a” (Perassi 2007: 102). 16<br />
Nel<strong>la</strong> Boca, nato come <strong>in</strong>sediamento genovese, <strong>la</strong> zeneizità ha co<strong>in</strong>volto –<br />
attraverso <strong>in</strong>iziative soci<strong>al</strong>i, cultur<strong>al</strong>i e politiche – anche le <strong>al</strong>tre collettività migranti e,<br />
contemporaneamente, ha vissuto i conflitti con le istituzioni uffici<strong>al</strong>i subendone i<br />
meccanismi di <strong>in</strong>clusione e di esclusione e oggi è pervaso d<strong>al</strong> pregiudizio razzi<strong>al</strong>e nei<br />
confronti <strong>de</strong>i nuovi arrivati più recenti (paraguayani, boliviani, peruviani). Nonostante<br />
ciò, secondo Bleng<strong>in</strong>o <strong>la</strong> Boca è “un sorpren<strong>de</strong>nte monumento <strong>al</strong><strong>la</strong> mo<strong>de</strong>rnità, a una<br />
utopia concreta motivata d<strong>al</strong><strong>la</strong> volontà di progredire <strong>in</strong>sieme, il ricordo non tanto di ciò<br />
che è stato ma di ciò che voleva e poteva essere nel progetto migratorio <strong>in</strong> terra<br />
americana” (2005b: 279).<br />
Altro spazio di conflitti i<strong>de</strong>ntitari è quello <strong>de</strong>l<strong>la</strong> pampa <strong>in</strong> cui si<br />
<strong>in</strong>contrano/scontrano l’immigrante e il gaucho, ovvero il nuovo e <strong>la</strong> tradizione. La<br />
letteratura riop<strong>la</strong>tense dà conto di questo contatto (Dionisi 1999; Grillo 2003; Regazzoni<br />
2003) che, come ricorda Bleng<strong>in</strong>o, sarà sempre “caratterizzato da mutua<br />
<strong>in</strong>comprensione” (2005a: 43-44) e d<strong>al</strong><strong>la</strong> nascita <strong>de</strong>llo stereotipo negativo <strong>de</strong>l gr<strong>in</strong>go,<br />
term<strong>in</strong>e che è perlopiù riferito <strong>al</strong>l’it<strong>al</strong>iano migrante.<br />
Laboratorio letterario pr<strong>in</strong>cipe <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nascita e <strong>de</strong>l consolidamento <strong>de</strong>llo stereotipo<br />
<strong>de</strong>ll’immigrante <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta è stato, dagli anni ’80 <strong>de</strong>l XIX secolo e f<strong>in</strong>o ai primi<br />
<strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l XX, il teatro nelle forme popo<strong>la</strong>ri e nazion<strong>al</strong>i <strong>de</strong>l sa<strong>in</strong>ete e <strong>de</strong>l grotesco <strong>in</strong> cui<br />
spicca il personaggio <strong>de</strong>ll’immigrante spagnolo (g<strong>al</strong>lego), ebreo (ruso), medio-orient<strong>al</strong>e<br />
(turco), ma soprattutto it<strong>al</strong>iano (tano). Quest’ultimo, con il suo cocoliche (un misto di<br />
16 I crim<strong>in</strong>i efferati <strong>de</strong>l Petiso Orejudo, ovvero Cayetano Santos God<strong>in</strong>o, personaggio re<strong>al</strong>e e<br />
protagonista <strong>de</strong>l romanzo di Pariani, r<strong>in</strong>viano ad un’<strong>al</strong>tra immag<strong>in</strong>e negativa di cui erano tacciate <strong>al</strong>cune<br />
collettività immigranti <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a (<strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re it<strong>al</strong>iana e spagno<strong>la</strong>) accusate di essere covi di soci<strong>al</strong>isti e<br />
anarchici. Fra questi spicca <strong>la</strong> figura di Sever<strong>in</strong>o Di Giovanni, anarchico espropriatore, di cui un saggio<br />
recente an<strong>al</strong>izza l’immag<strong>in</strong>ario creato dai media e dagli organi di polizia – e riflesso nel<strong>la</strong> letteratura –<br />
dopo <strong>la</strong> sua morte (cfr. Cattarul<strong>la</strong> 2009a). Per contro, rappresenta un’immag<strong>in</strong>e positiva quel<strong>la</strong><br />
<strong>de</strong>ll’emigrato politico e soci<strong>al</strong>ista libertario Luigi Fabbri. Cfr. <strong>la</strong> biografia Luigi Fabbri. Storia di un uomo<br />
libero (1996) di cui è autrice <strong>la</strong> figlia Luce.<br />
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spagnolo e di<strong>al</strong>etto di provenienza), dà vita a un castigliano storpiato che suscita i<strong>la</strong>rità<br />
anche nelle situazioni più serie. Ed è proprio attraverso un t<strong>al</strong>e impasto l<strong>in</strong>guistico – <strong>in</strong><br />
cui si <strong>in</strong>seriscono anche espressioni <strong>de</strong>l lunfardo, il gergo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> m<strong>al</strong>a – che l’immigrante<br />
<strong>in</strong>dossa <strong>la</strong> duplice veste <strong>de</strong>ll’assimi<strong>la</strong>tore e <strong>de</strong>ll’assimi<strong>la</strong>to visto che “nell’operazione<br />
reiterata di ridicolizzare l<strong>in</strong>guisticamente l’immigrante è l’argent<strong>in</strong>o stesso che poco a<br />
poco assorbe l’<strong>al</strong>tro nel suo proprio l<strong>in</strong>guaggio: l’imitatore diventa vittima di ciò che<br />
imita” (Bleng<strong>in</strong>o 2005a: 122). Così, si diffon<strong>de</strong> un codice l<strong>in</strong>guistico che va ad <strong>al</strong>imentare<br />
<strong>la</strong> polemica sul<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua che f<strong>in</strong> d<strong>al</strong><strong>la</strong> prima <strong>al</strong>luvione immigratoria accompagnava <strong>la</strong><br />
discussione sull’i<strong>de</strong>ntità nazion<strong>al</strong>e argent<strong>in</strong>a (Manzioli 1994, Cancellier 1996 e Bleng<strong>in</strong>o<br />
2005a) e it<strong>al</strong>iana (Cattarul<strong>la</strong> 1999-2000 e Magnani 2006a).<br />
Queste consi<strong>de</strong>razioni sugli stereotipi e <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>troducono agli studi letterari<br />
ispanoamericanistici <strong>de</strong>dicati <strong>al</strong><strong>la</strong> region<strong>al</strong>ità <strong>de</strong>gli immigranti it<strong>al</strong>iani e <strong>al</strong>l’uso <strong>de</strong>llo<br />
spagnolo come pr<strong>in</strong>cip<strong>al</strong>e veicolo di comunicazione, sia pur <strong>in</strong>fluenzato d<strong>al</strong>l’orig<strong>in</strong>e<br />
it<strong>al</strong>iana e di<strong>al</strong>ett<strong>al</strong>e. In questo settore, i <strong>la</strong>vori sono sia di carattere prettamente<br />
l<strong>in</strong>guistico o socio-l<strong>in</strong>guistico sia di carattere storico-letterario (Barrios 1999; Bentivegna<br />
2007; Bleng<strong>in</strong>o 1988; Cancellier 1992 e 1996; Eliza<strong>in</strong>cín 1999; Hipperd<strong>in</strong>ger 2007; Luque<br />
2008; Meo-Zilio 1989; Rossiello 1999), e ruotano <strong>in</strong>torno <strong>al</strong> lunfardo e <strong>al</strong> cocoliche con<br />
una prima difficoltà che è <strong>in</strong>sieme term<strong>in</strong>ologica e concettu<strong>al</strong>e re<strong>la</strong>tiva a come <strong>de</strong>f<strong>in</strong>irli.<br />
Bleng<strong>in</strong>o preferisce separare il term<strong>in</strong>e lunfardo da quello di cocoliche consi<strong>de</strong>rando<br />
quest’ultimo imposto d<strong>al</strong>l’uso popo<strong>la</strong>re per <strong>in</strong>dicare <strong>la</strong> ‘l<strong>in</strong>gua <strong>de</strong>ll’immigrante’<br />
nonostante riconosca che il lunfardo e <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>de</strong>ll’immigrante si attraggono e si<br />
<strong>al</strong>imentano mutuamente (Bleng<strong>in</strong>o 2005a). Per Ange<strong>la</strong> Di Tullio il cocoliche rappresenta<br />
<strong>la</strong> zona <strong>in</strong> cui it<strong>al</strong>iano e spagnolo si differenziano per fonetica, lessico o grammatica;<br />
<strong>in</strong>oltre, non sarebbe una l<strong>in</strong>gua autonoma ma piuttosto <strong>la</strong> via d’accesso <strong>al</strong>l’it<strong>al</strong>ianismo,<br />
poi fissato d<strong>al</strong> lunfardo. A suo parere, proprio l’<strong>in</strong>stabilità <strong>de</strong>l cocoliche avrebbe fatto<br />
tradizion<strong>al</strong>mente privilegiare nelle an<strong>al</strong>isi le fonti letterarie (Di Tullio 2007).<br />
Che l’emigrante it<strong>al</strong>iano fosse portatore di una cultura region<strong>al</strong>e è una scoperta<br />
recente, eppure è stato questo il contributo offerto d<strong>al</strong>l’It<strong>al</strong>ia <strong>al</strong><strong>la</strong> multietnicità e<br />
multicultur<strong>al</strong>ità riop<strong>la</strong>tense, come <strong>in</strong>dica Bleng<strong>in</strong>o (1995). Se il segn<strong>al</strong>e più evi<strong>de</strong>nte di<br />
questa cultura è l’uso <strong>de</strong>l di<strong>al</strong>etto a fronte di una non conoscenza <strong>de</strong>l<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua it<strong>al</strong>iana,<br />
pure non è il solo elemento che contribuisce a <strong>de</strong>f<strong>in</strong>ire l’i<strong>de</strong>ntità immigrante come<br />
fortemente region<strong>al</strong>izzata, ‘loc<strong>al</strong>e’, prima che nazion<strong>al</strong>e, come dimostrano le an<strong>al</strong>isi di<br />
Bleng<strong>in</strong>o (1994 e 2007) sul<strong>la</strong> presenza region<strong>al</strong>e it<strong>al</strong>iana nell’immag<strong>in</strong>ario argent<strong>in</strong>o. La<br />
region<strong>al</strong>ità si riscontra anche <strong>in</strong> una serie di <strong>in</strong>dicatori cultur<strong>al</strong>i ‘m<strong>in</strong>ori’, aspetti<br />
evi<strong>de</strong>nziati nei <strong>la</strong>vori di Grillo (2000b) e Magnani (2007) sul cibo nel<strong>la</strong> letteratura<br />
riop<strong>la</strong>tense, e di Rocco (2004) sul<strong>la</strong> tradizione or<strong>al</strong>e friu<strong>la</strong>na legata <strong>al</strong>le superstizioni<br />
popo<strong>la</strong>ri.<br />
QUALI PROSPETTIVE<br />
Come si è potuto notare <strong>in</strong> questo breve excursus, d<strong>al</strong><strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>gli anni<br />
’80 <strong>de</strong>l XX secolo a oggi <strong>la</strong> <strong>critica</strong> <strong>letteraria</strong> ha <strong>in</strong>crociato <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia i percorsi <strong>de</strong>l fenomeno<br />
migratorio <strong>al</strong> <strong>Río</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> P<strong>la</strong>ta. E anche le letterature <strong>in</strong> gioco (it<strong>al</strong>iana, uruguayana e<br />
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argent<strong>in</strong>a) stanno <strong>in</strong>crociando i loro percorsi viaggiando da una parte <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra<br />
<strong>de</strong>ll’Oceano, come dimostrano gli studi già re<strong>al</strong>izzati e quelli <strong>in</strong> corso d’opera su<br />
specifiche o reciproche <strong>in</strong>fluenze (Cancellier 1999; Courtoisie 1999; G<strong>al</strong>li <strong>de</strong> Ortega 1998;<br />
Patat 2005; Perassi 2001, 2007 e 2008) andando oltre l’emigrazione, o meglio, traendo<br />
spunto da questa per ampliare il campo <strong>de</strong>i rapporti cultur<strong>al</strong>i fra l’It<strong>al</strong>ia e l’America<br />
Lat<strong>in</strong>a. E pure molto resta da fare sia nell’ambito <strong>de</strong>ll’esplorazione bibliografica, sia nel<br />
colmare <strong>la</strong>cune rispetto a forme letterarie ancora poco trattate nonostante l’importanza<br />
<strong>de</strong>l<strong>la</strong> presenza migratoria nei loro contenuti, come ad esempio il teatro nazion<strong>al</strong>e<br />
riop<strong>la</strong>tense, sul qu<strong>al</strong>e manca <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia uno studio sistematico e piuttosto esistono solo<br />
contributi su specifici autori od opere (Crisafio 2000; Regazzoni 2003 e 2006; Rocco<br />
2007a e 2007b), o <strong>in</strong>clusi <strong>in</strong> <strong>la</strong>vori di carattere più ampio o <strong>in</strong>centrati su <strong>al</strong>tre<br />
problematiche (Bleng<strong>in</strong>o 2002 e 2005a; Cattarul<strong>la</strong> 2003b; Dionisi 1999; Grillo 2003). 17<br />
Oppure sul<strong>la</strong> poesia, dove sarebbe utile <strong>in</strong>dagare, ad esempio, quei poeti immigranti che<br />
si esprimono <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua it<strong>al</strong>iana nei territori riop<strong>la</strong>tensi (Bad<strong>in</strong> 1991).<br />
L’excursus tracciato dimostra <strong>la</strong> presenza di temi comuni ai critici <strong>de</strong>l<strong>la</strong> letteratura<br />
it<strong>al</strong>iana e a quelli <strong>de</strong>lle letterature ispanoamericane. Ma dimostra anche che <strong>la</strong> <strong>critica</strong> ha<br />
saputo affrontare <strong>la</strong> rappresentazione <strong>letteraria</strong> di un fenomeno che si è sviluppato <strong>in</strong><br />
epoche e <strong>in</strong> contesti diversi e con caratteristiche differenti nelle società arrivo e di<br />
partenza attraverso un approccio <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are, multidiscipl<strong>in</strong>are e comparatistico.<br />
Alcuni anni fa, Fernando Devoto, <strong>in</strong> un saggio pubblicato su Altreit<strong>al</strong>ie (2003), <strong>in</strong>dicava<br />
nel<strong>la</strong> prospettiva comparatistica, a partire d<strong>al</strong>le differenze e non d<strong>al</strong>le somiglianze, e<br />
nell’an<strong>al</strong>isi <strong>de</strong>lle secon<strong>de</strong> generazioni il futuro <strong>de</strong>gli studi storici sull’emigrazione <strong>in</strong><br />
Argent<strong>in</strong>a. La <strong>critica</strong> <strong>letteraria</strong>, se pure partita <strong>in</strong> ritardo rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> storia, è riuscita ad<br />
accelerare il proprio percorso d’an<strong>al</strong>isi f<strong>in</strong>o a giungere, <strong>in</strong> molti casi, ad anticipare temi e<br />
metodologie poi discussi <strong>in</strong> <strong>al</strong>tri ambiti discipl<strong>in</strong>ari. La tipologia di critico che si è andata<br />
creando è esattamente quel<strong>la</strong> <strong>de</strong>l<strong>in</strong>eata da Martelli, ovvero uno studioso <strong>in</strong> grado di<br />
collegare i fatti letterari con quelli l<strong>in</strong>guistici, storici, politici, antropologici e soci<strong>al</strong>i,<br />
nonché di avv<strong>al</strong>ersi <strong>de</strong>lle metodologie provenienti da <strong>al</strong>tre discipl<strong>in</strong>e che pure studiano<br />
il fenomeno migratorio. Nonostante ciò una vera rete di collegamento fra i critici che si<br />
occupano di letteratura ed emigrazione ancora non esiste m<strong>al</strong>grado negli ultimi anni si<br />
siano creati spazi di dibattito cultur<strong>al</strong>e, come <strong>la</strong> rivista Oltreoceano e il Centro<br />
Internazion<strong>al</strong>e Letterature Migranti (CILM), entrambi diretti a Ud<strong>in</strong>e da Silvana Seraf<strong>in</strong>.<br />
Forse, proprio avv<strong>al</strong>endosi <strong>de</strong>llo spazio <strong>de</strong>l CILM, si potrebbe dar vita a una banca dati<br />
sugli studi it<strong>al</strong>iani e ispanoamericani a tema migratorio sul mo<strong>de</strong>llo di quel<strong>la</strong> creata nel<br />
2001 a Roma da Armando Gnisci presso il Dipartimento di It<strong>al</strong>ianistica e Spettacolo<br />
<strong>de</strong>ll’Università Sapienza, e <strong>de</strong>dicata agli scrittori immigrati <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia che si<br />
esprimono nel<strong>la</strong> nostra l<strong>in</strong>gua (Basili:<br />
), fra i qu<strong>al</strong>i, per <strong>la</strong> zona<br />
riop<strong>la</strong>tense, si contano a oggi diciassette autori provenienti d<strong>al</strong>l’Argent<strong>in</strong>a e due<br />
d<strong>al</strong>l’Uruguay, oltre a <strong>in</strong>formazioni bibliografiche re<strong>la</strong>tive a testi critici e a tesi di <strong>la</strong>urea<br />
17 Raúl Crisafio ha curato nel 2000 l’edizione bil<strong>in</strong>gue <strong>de</strong>l sa<strong>in</strong>ete di Alberto Vacarezza Tu cuna fue un<br />
conventillo e l’edizione it<strong>al</strong>iana di Stefano, grotesco di Armando Discepolo.<br />
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________________________________________________<br />
Camil<strong>la</strong> Cattarul<strong>la</strong> è professore associato di L<strong>in</strong>gua e letterature ispano-americane<br />
presso l’Università di Roma Tre. I suoi ambiti di <strong>in</strong>teresse sono, tra gli <strong>al</strong>tri, l’emigrazione<br />
<strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a, <strong>la</strong> letteratura di viaggio, i rapporti tra letteratura ed arti visive. Fra le<br />
sue pubblicazioni più recenti si segn<strong>al</strong>ano il volume Lo sguardo esiliato. Cultura europea e<br />
cultura americana tra <strong>de</strong>loc<strong>al</strong>izzazione e radicamento (a cura di C. Giorcelli e C. Cattarul<strong>la</strong>,<br />
2008) e <strong>la</strong> cura (con L. Pagliai) di una selezione <strong>de</strong>i viaggi <strong>in</strong> Europa e negli Stati Uniti di J.<br />
B. Alberdi (It<strong>in</strong>erario romantico, 2008).<br />
Saggi /Ensayos/Essais/Essays<br />
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cattarul@uniroma3.it<br />
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