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Materiali organici per il Data Storage: metodi sviluppi, applicazioni.

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<strong>Materiali</strong> <strong>organici</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Data</strong> <strong>Storage</strong>:<br />

<strong>metodi</strong> sv<strong>il</strong>uppi, <strong>applicazioni</strong>.<br />

Enrico Tonelli<br />

Settembre 2003<br />

Tesina <strong>per</strong> <strong>il</strong> Corso di Chimica Supramolecolare II<br />

Scaricab<strong>il</strong>e in formato .pdf da http://members.xoom.it/sispo<br />

A.A.2002/2003 Docente: Prof. Giorgio Pagani<br />

1


Indice:<br />

1-Introduzione………………………………………………………….....pag.3<br />

2-Diar<strong>il</strong>eteni <strong>per</strong> memorie ottiche……………………………………....pag.4<br />

2.1-Sintesi ………………………………………………………………...pag.5<br />

2.2-Proprietà……..………………………..………………………………pag.6<br />

2.3-Stab<strong>il</strong>ità termica……………………………………………………….pag.6<br />

2.4-Resistenza alla fatica…………………………………………………..pag.7<br />

2.5-Spettro di assorbimento.……………………………………………….pag.9<br />

2.6-Tempi di risposta e comportamento parachimico…………………….pag.13<br />

2.7-Tecniche di lettura…………………………………………………….pag.14<br />

2.7.1-Lettura termica……………………………………………………………...pag.14<br />

2.7.2-Tecniche di lettura non distruttiva…………………...……………………..pag.15<br />

2.8-I vantaggi della fase cristallina………………………………………..pag.16<br />

3.-Fulgidi <strong>per</strong> data storage ………………….…………………………pag.17<br />

3.1-Effetti sterici sul fotocromismo fulgidico…………………………..pag.17<br />

3.2-Assorbimento……………………………………………………….pag.18<br />

3.3-Preparazione e test di un sistema a base fulgidica…………………..pag.19<br />

3.4-Sintesi………………………………………………………………..pag.23<br />

4.-Spiropirani e spiroxazine…………………………….………………pag.24<br />

4.1-Aggregati merocianinici degli spiropirani………………………... pag.25<br />

4.4.1-Impaccamento e trasformazione dei PLCP………………………………pag.25<br />

4.2-Proprietà NLO……………………………………….……………..pag.26<br />

4.3- Conclusioni e <strong>metodi</strong> olografici………………………………... ..pag.28<br />

5-Biomateriali <strong>per</strong> memorie ottiche: batteriodopsine……………….pag.29<br />

5.1-Batteriodopsina come materiale <strong>per</strong> storage ottico………………...pag.29<br />

5.2-Base delle memorie olografiche multiplexing………….........…….pag.31<br />

5.3-Conclusioni sulla batteriodopsina………………………….....……pag.31<br />

6- <strong>Data</strong> storage in 3D una nuova frontiera ………………………….pag.31<br />

6.1-Introduzione……………………………………….……………….pag.31<br />

6.2-Derivati benzospiropiranici……………………….………………..pag.32<br />

6.3-Derivati diar<strong>il</strong>etenici ad alta resistenza………………..……………pag.34<br />

…<br />

7-Conclusioni…………….…….………………………………………..pag.35<br />

8-Bibliografia e fonte immagini……………..…………………………..pag.36<br />

2


1- Introduzione: Optical <strong>Data</strong> <strong>Storage</strong><br />

Il <strong>Data</strong> storage “ottico” si riferisce a sistemi che ut<strong>il</strong>izzano la luce laser <strong>per</strong> registrare e riprodurre<br />

informazioni. I sistemi <strong>per</strong> data storage ottico attuali ut<strong>il</strong>izzano sistemi basati su effetti<br />

magnetoottici e a cambiamento di fase. Questi due effetti ut<strong>il</strong>izzano l’effetto di riscaldamento<br />

dovuto all’incidenza della luce laser. Infatti l’energia sotto forma luminosa è convertita in calore,<br />

dopo una accurata focalizzaione, direttamente sul sistema di stoccaggio <strong>il</strong> quale localmente aumenta<br />

la tem<strong>per</strong>atura al di sopra del punto di Curie o della tem<strong>per</strong>atura di fusione. Questi tipi di<br />

cambiamenti fisici locali vengono ut<strong>il</strong>izzati come memorie.<br />

In contrasto con <strong>il</strong> sistema di stoccaggio dati basato sul calore,c’è quello ottico –fotocromico basato<br />

non piu’ sul calore ma sui fotoni interagenti con <strong>il</strong> materiale. La memoria su materiale in questo<br />

caso avviene <strong>per</strong> locale cambiamento di proprietà fisiche quali trasmittanza, riflettanza o la<br />

fluorescenza indotte da reazioni fotochimiche. Il sistema fotochimico ha molti vantaggi rispetto a<br />

quello basato sul calore in termini di risoluzione, velocità di scrittura, capacità multipla di<br />

stoccaggio dati in termini di lunghezza d’onda, polarizzazione e fase.<br />

Il fotocromismo è un fenomeno fisico chimico, definito come una foto trasformazione tra due<br />

specie chimiche aventi spettro di assorbimento differente. Su questo processo si basa lo studio e la<br />

realizzazione di dispositivi <strong>per</strong> <strong>il</strong> data storage.<br />

Durante la isomerizzazione non varia solamente lo spettro di assorbimento ma anche caratteristiche<br />

fisico-chimiche come l’indice rifrattivo, la costante dielettrica, <strong>il</strong> potenziale di<br />

ossidazione/riduzione, la geometria della struttura della molecola.<br />

Fino agli anni ’50 <strong>il</strong> compito del data storage era essenzialmente relegato alle prorpietà magnetiche<br />

di materiali in<strong>organici</strong>, ad oggi con l’ut<strong>il</strong>izzo ormai universale e comunemente accettato dei CD-<br />

RW e DVD si apre la strada alle nuove tecnologie fotoniche si base organica sfruttando proprietà<br />

ottiche del materiale.<br />

In questa tesina tratterò peculiarità dei diar<strong>il</strong>eteni, fulgidi, spiropirani e spirooxazine che ho trovato<br />

molto interessanti e candidate <strong>per</strong> futuri sv<strong>il</strong>uppi <strong>per</strong> le loro peculiari caratteristiche fisico chimiche.<br />

In campo biologico meritano un capitolo a parte le batteriodopsine capaci di memorizzare<br />

informazioni al pari dei composti non biologici.<br />

Applicazioni molto interessanti di questi materiali sono i sistemi tridimensionali <strong>per</strong> lo stoccaggio<br />

di informazioni che sfruttano le caratteristiche delle molecole citate.<br />

Quest’ ultima <strong>applicazioni</strong> è stata ampiamente trattata al III Simposio internazionale del<br />

fotocromismo Organico tenuto a Fukuoka in Giappone nel 1999.<br />

3


2-Diar<strong>il</strong>eteni <strong>per</strong> memorie ottiche.<br />

I composti di questa classe sono molto ben conosciuti <strong>per</strong> la grande resistenza alla fatica,<br />

l’irreversib<strong>il</strong>ità termica, e la capacità di resistere a 10 4 10 5 cicli di isomerizzazione. Lo st<strong>il</strong>bene ,<br />

noto composto organico isomerizza a diidrofenantrene, lasciato al buio ed in assenza di ossigeno<br />

riprende la configurazione st<strong>il</strong>benica, ma in presenza di aria dà irreversib<strong>il</strong>mente fenantrene. Per<br />

evitare la trasformazione irreversi<strong>il</strong>e è possib<strong>il</strong>e sostituire gli idrogeni con dei met<strong>il</strong>i che non<br />

vengono eliminati mantenendo così la reversib<strong>il</strong>ità della molecola.<br />

Figura 1:Fotociclizzazione dello st<strong>il</strong>bene.<br />

Un sistema fotocromico di questo tipo ha una<br />

vita media di un minuto a 20°C praticamente<br />

non ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e. E’ stato quindi osservato che è possib<strong>il</strong>e prolungare la forma diidro sostituendo gli<br />

anelli fen<strong>il</strong>ici dello st<strong>il</strong>bene con anelli tiofenici. In fatti questo composto è stab<strong>il</strong>e a t.a. <strong>per</strong> 15 h.<br />

Un altro problema br<strong>il</strong>lantemente affrontato è dato dal fatto che l’isomerizzazione cis-trans dello<br />

st<strong>il</strong>bene è competitiva con la chiusura dell’anello, a questo proposito sono stati creati molecole che<br />

risolvono questo problema tramite l’introduzione di una anidride ftalica o un gruppo diciano che<br />

hanno la funzione di “bloccare” la molecola nello stato cis.<br />

Questa tipologia di composti mostra stab<strong>il</strong>ità<br />

nella forma chiusa <strong>per</strong> tre mesi al buio anche a<br />

80°C, prontamente si riapre se irradiato con<br />

l’appropriata lunghezza d’onda.<br />

S<strong>per</strong>imentalmente si è notato che la stab<strong>il</strong>ità<br />

nella forma chiusa è tanto maggiore quanto<br />

Figura 2:Impedimento dell'isomerizzazione cis-trans minore la differenza di energia tra <strong>il</strong> sistema<br />

tramite gruppi diciano e anidride ftalica<br />

a<strong>per</strong>to e l’aromatico, si è quindi pensato di<br />

ut<strong>il</strong>izzare eteroaromatici che hanno una energia di stab<strong>il</strong>izzazione aromatica inferiore. A queste<br />

considerazioni si è giunti basandosi sulla teoria di Woodward-Hoffmann basata sulla simmetria<br />

degli orbitali π a da calcoli semiempirici MNDO.<br />

4


2.1-Sintesi:<br />

Oltre alle anidridi diar<strong>il</strong>maleiche che abbiamo già incontrato vengono anche sintetizzati<br />

diar<strong>il</strong><strong>per</strong>fluorociclopenteni.Il 2,4 dimet<strong>il</strong>tiofene viene metallato in 5 e trattato con ZnCl2 in etere. La<br />

soluzione eterea è aggiunta ad una soluzione anidra di THF contenente iodobenzene e catalizzatore<br />

trifen<strong>il</strong>fosfin palladio ad ottenere fen<strong>il</strong>tiofene che viene alogenato e metallato <strong>per</strong> reagire<br />

successivamente con ottafluorociclopentene a dare i prodotto desiderato. (figura3)<br />

Figura 3<br />

E’ possib<strong>il</strong>e sintetizzare anche derivati tiofenici dell’anidride diar<strong>il</strong>maleica (i gruppi tiofenici come<br />

visto in precedenza conferiscono stab<strong>il</strong>ità alla forma chiusa) secondo la sintesi indicata in figura 4.<br />

Figura 4<br />

Il derivato dicianomet<strong>il</strong>enico (num24) è accoppiato in ambiente acquoso NaOH basico in presenza<br />

di CCl4,questo 1-2 diciano derivato idrolizzato in ambiente alcalino produce l’anidride(2a).<br />

5


2.2-Proprietà:<br />

Nonostante i grossi progressi che hanno fatto questi materiali ci sono ampi margini di<br />

miglioramento <strong>per</strong> renderli concorrenziali nel campo delle memorie ottiche ed in particolare deve<br />

essere presa in considerazione:<br />

La capacità di stoccare informazioni di entrambi gli isomeri e quindi la stab<strong>il</strong>ità termica.<br />

Resistenza alla fatica, cioè devono poter esser ciclati molte volte con una <strong>per</strong>dita non<br />

significativa di informazione.<br />

Alta sensib<strong>il</strong>ità alla frequenza di luce ut<strong>il</strong>izzata e risposta rapida.<br />

Capacità di lettura non distruttiva.<br />

Fra le varie caratteristiche richieste le piu’ importanti sono la stab<strong>il</strong>ità termica di entrambi gli<br />

isomeri e la resistenza alla fatica. In generale gli isomeri fotogenerati colorati ritornano all’isomero<br />

iniziale se lasciati al buio <strong>per</strong> un tempo sufficientemente lungo. Questi composti termicamente<br />

reversib<strong>il</strong>i sono classificati come composti T. Molti tentativi sono stati fatti <strong>per</strong> stab<strong>il</strong>izzare la<br />

specie fotogenerata <strong>per</strong> dis<strong>per</strong>sione in polimeri ad alta Tg o <strong>per</strong> formazione di aggregati. Comunque<br />

in entrambi i casi o la stab<strong>il</strong>izzazione o la resistenza alla fatica risulta molto scarsa.<br />

I diar<strong>il</strong>eteni,di cui abbiamo già parlato, e le fur<strong>il</strong>fulgidi con gruppi differenti dagli ar<strong>il</strong>i<br />

rappresentano una classe di composti termicamente irreversib<strong>il</strong>i (di tipo P). Le fur<strong>il</strong>fulgidi <strong>per</strong>o’<br />

hanno una capacità di lettura/scrittura di sole 100 volte prima di una forte attenuazione del segnale.<br />

2.3-Stab<strong>il</strong>ità Termica<br />

Gli anelli a<strong>per</strong>ti sono termicamente stab<strong>il</strong>i. La stab<strong>il</strong>ità termica degli isomeri colorati ad anello<br />

chiuso è dipendente dal tipo di gruppi ar<strong>il</strong>ici.Quando i gruppi ar<strong>il</strong>ici sono furano,tiofene o<br />

tiazolo,che hanno basse energie di stab<strong>il</strong>izzazione aromatica la forma ad anello chiuso dell’isomero<br />

è stab<strong>il</strong>e anche ad 80°dall’altro lato anelli chiusi fotogenerati di diar<strong>il</strong>eteni con pirrolo,indolo, o<br />

anelli tiofenici che hanno energie aromatiche piuttosto alte sono termicamente instab<strong>il</strong>i.Per esempio<br />

l’isomero blu ad anello chiuso fotogenerato 1,2-bis (2-ciano-1,5 dimet<strong>il</strong>-4-pirrol<strong>il</strong>)<br />

<strong>per</strong>fluorociclopentene (fig 5).<br />

NC<br />

F<br />

F<br />

N<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

N<br />

Figura 5<br />

CN<br />

6


itorna alla forma a<strong>per</strong>ta a tem<strong>per</strong>atura ambiente.<br />

F<br />

F<br />

F<br />

500 h a 70°C<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

A 15 min a 25°C B<br />

Figura 6<br />

Notiamo la differenza di stab<strong>il</strong>ità delle strutture indicate in figura 6 . Il colore rosso del composto B<br />

scompare in 15 minuti a tem<strong>per</strong>atura ambiente, l’assorbimento a 471nm del composta A <strong>per</strong>mane<br />

<strong>per</strong> piu’ di 500 h a 70°C. Se infatti calcoliamo le differenze di energie tra <strong>il</strong> sistema in forma a<strong>per</strong>ta<br />

e quello in forma chiusa otteniamo un valore di 30.27 kcal/mole <strong>per</strong> la forma A e 43.87 Kcal/mole<br />

<strong>per</strong> la forma B. Quindi la differenza di energia del naft<strong>il</strong> derivato è molto inferiore rispetto a quella<br />

del fen<strong>il</strong> derivato. I calcoli semi empirici sono stati fatti con <strong>il</strong> modello MOPAC AM1.<br />

E’ da notare che da questo modello deviano composti diar<strong>il</strong>etenici che hanno forti gruppi elettron<br />

attrattori.(Fig7).<br />

CN<br />

CN<br />

F<br />

F<br />

S<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S<br />

CN<br />

CN<br />

F<br />

F<br />

3 min a 60°C 3 h a 60°C<br />

Figura 7<br />

S<br />

S<br />

S<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

L’instab<strong>il</strong>ità termica di questi composti è da spiegare dal fatto che <strong>il</strong> legame carbonio-carbonio<br />

fotogenerato è reso debole dai sostituenti elettron attrattori.<br />

2.4-Resistenza alla fatica<br />

Le reazioni fotocromiche sono spesso accompagnate da un riarrangiamento dei legami chimici e<br />

durante <strong>il</strong> riarrangiamento reazioni secondarie ed indesiderate possono prendere piede. Queste<br />

reazioni secondarie limitano <strong>il</strong> numero di cicli a cui i materiali fotocromici possono essere<br />

sottoposti. Anche se la reazione secondaria è presente con un rapporto di solo 0.001 questo implica<br />

che si avrà una degradazione del materiale dopo solo 1000 ciclaggi. Perchè <strong>il</strong> materiale cominci ad<br />

S<br />

CN<br />

CN<br />

7


essere interessante da un punto di vista applicativo <strong>il</strong> numero di c<strong>il</strong>i deve essere almeno di un ordine<br />

di grandezza su<strong>per</strong>iore, <strong>il</strong> che significa che la reazione secondaria deve avvenire con un rapporto<br />

minore dello 0.0001 rispetto a quella principale.<br />

Per misurare s<strong>per</strong>imentalmente la resistenza alla fatica si puo’ prendere un diar<strong>il</strong>etene in benzene<br />

(10 -4 moli/L) ed irradiarlo con una lunghezza λ1 fino a stimolare la chiusura dell’anello, cioè fino a<br />

quando l’assorbanza raggiunge <strong>il</strong> 90% dello stato fotostazinario e successivamente con una<br />

lunghezza λ2 fino alla ria<strong>per</strong>tura del’anello. Ogni 100 cicli di questo tipo viene misurata<br />

l’assorbanza di una delle due forme (a<strong>per</strong>ta o chiusa). La misura del numero di c<strong>il</strong>i possib<strong>il</strong>i è dato<br />

dal numero di cicli al quale l’assorbanza di una delle due forme è decresciuta al 80%<br />

dell’assorbanza rispetto al primo ciclaggio.<br />

Analizziamo dei composti. Lo 1,2-Di(2,3,5 trimet<strong>il</strong>tiofene) anidride maleica e 1,2-Di (2-dimet<strong>il</strong>-5fen<strong>il</strong>tiofen)<strong>per</strong>fluorociclopentene<br />

decompongono in meno di 80 ciclaggi in presenza di aria (fig8).<br />

O<br />

O<br />

O<br />

S S<br />

ciclaggi<br />

70 in aria 480 in vuoto<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S S<br />

80 in aria 200 in vuoto<br />

10000 forma cristallina<br />

Figura 8<br />

La scarsa durata è dovuta alla formazione di un endo<strong>per</strong>ossido .Ed alla formazione di una forma<br />

condensata degli anelli tiofenici,(sottoprodotto).Quando gli anelli tiofenici vengono sostituiti da<br />

anelli benzotiofenici,si ha un incremento della ciclab<strong>il</strong>ità dovuto al fatto che <strong>il</strong> benzotiofene ha una<br />

minore reattività con <strong>il</strong> singoletto dell’ossigeno e dal fatto che la forma condensata del tiofene<br />

(anello a sei) fig 9 non puo’ essere creata dai benzotiofeni.<br />

F<br />

F<br />

S<br />

F<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

F<br />

S<br />

Forma condensata a sei<br />

sottoprodotto della ciclizzazione<br />

F<br />

F<br />

Figura 9<br />

La figura del composto della figura 9 è stata ricavata da analisi<br />

cristallografiche.<br />

Il composto benzotiofenico isomerizza anche in fase cristallina dove<br />

non si è verificata la presenza del sottoprodotto ed <strong>il</strong> ciclaggio ha<br />

8


aggiunto le 10 4 volte,infatti nella forma cristallina <strong>il</strong> riarrangiamento è proibito e la diffusione<br />

dell’ossigeno è soppressa.<br />

2.5-Spettro di assorbimento<br />

La forma a<strong>per</strong>ta dei diar<strong>il</strong>eteni ha bande di assorbimento a lunghezze d’onda inferiori della forma<br />

chiusa. La maggior parte dei diar<strong>il</strong>eteni mostra ampi shift (6500cm -1 ) tra la forma a<strong>per</strong>ta e quella<br />

chiusa. Nella forma chiusa gli elettroni π si delocalizzano su tutti e due gli anelli tiofenici e la<br />

delocalizzazione si estende fino ai sostituenti. Lo spettro di assorbimento specie della forma chiusa<br />

dipende dai sostituenti sugli anelli tiofenici.<br />

Lo spettro di assorbimento della forma a<strong>per</strong>ta dipende anche dalla struttura cicloalchenica<br />

rappresentata nella parte su<strong>per</strong>iore del doppio legame. Per esempio i derivati diar<strong>il</strong>et<strong>il</strong>enici<br />

dell’anidride maleica mostrano shift a lunghezza su<strong>per</strong>iori dei derivati <strong>per</strong>fluorociclopentenici. I<br />

derivati dell’anidride maleica ciclizzano con luce visib<strong>il</strong>e a 450-500nm.<br />

Da un punto di vista tecnoloico <strong>per</strong> <strong>applicazioni</strong> di memorie ottiche è opportuno avere composti<br />

fotocromici sensib<strong>il</strong>i in una regione che va dai 650 agli 830 nm. Per questo è molto interessante<br />

analizzare l’effetto dei sostituenti al variare dello spettro di assorbimento.<br />

Entrambi 1,2-bis(2,4-dimet<strong>il</strong>-3-tien<strong>il</strong>)<strong>per</strong>fluorociclopentene e <strong>il</strong> 2,3-bis(2,4,5 trimet<strong>il</strong>-3-tien<strong>il</strong>)anidride<br />

maleica diventano rossi se irradiato con radiazione UV (figura 10). Il massimo<br />

assorbimento viene riportato a 534 e 550 nm. Quando in posizione 5 e 5’ sull’anello tiofenico si<br />

immette un fen<strong>il</strong>e l’assorbimento si sposta a 562 nm ed <strong>il</strong> composto diventa blu.<br />

F<br />

F<br />

S<br />

534nm<br />

F<br />

F<br />

O<br />

N<br />

F<br />

F<br />

S<br />

rosso<br />

O<br />

620nm<br />

<br />

<br />

O<br />

N<br />

O<br />

S<br />

O<br />

550nm<br />

O<br />

S<br />

rosso<br />

<br />

<br />

O<br />

O<br />

S<br />

O<br />

O<br />

O<br />

S<br />

562 nm blu<br />

S<br />

S<br />

(C2H5)N N(C2H5) 597 nm<br />

Figura 10 Analisi dello spettro di assorbimento in funzione dei sostituenti ut<strong>il</strong>izzati<br />

<br />

O<br />

<br />

<br />

9


Lo spettro di assorbimento puo’ essere ulteriormente spostato inserendo in posizione 4 e 4’ sui<br />

fen<strong>il</strong>i gruppi diet<strong>il</strong>ammino. Si osserva ulteriore spostamento tramite la completa sostituzione dei<br />

gruppi tiofenici con gruppi indolo.<br />

Quando un forte gruppo elettron donatore come <strong>il</strong> benzoditiolo ed un forte gruppo elettron accettore<br />

come <strong>il</strong> dicianoet<strong>il</strong>ene vengono introdotti in posizione 5 e 5’ dell’anello tiofenico si ottiene<br />

un’assorbimento a ben 828 nm <strong>il</strong> piu’ alto riportato,benche <strong>il</strong> composto sia termicamente instab<strong>il</strong>e<br />

ritornando alla forma paerta in 186 min a 60°.(figura 7).<br />

La posizione dei sostituenti controlla <strong>il</strong> massimo di assorbimento su entrambi gli isomeri.<br />

Alte sensib<strong>il</strong>ità richiedono inoltre un alto coefficiente di estinzione molare ed alte rese quantiche.<br />

La ε puo’ essere aumentata ut<strong>il</strong>izzando dei gruppi elettron donatori ed elettron accetori come fatto<br />

con i gruppi dimet<strong>il</strong>ammino sugli anelli fen<strong>il</strong>ici.Ulteriore incremento nel coefficinete di<br />

assorbimento è riscontrato in diar<strong>il</strong>et<strong>il</strong>eni che hanno gruppi oligotiofenici o polienici.<br />

quindi <strong>per</strong> aumentare <strong>il</strong> valore di ε è necessario introdurre gruppi elettronricchi ed avere ampie<br />

conugazioni π.(fig 11).<br />

F<br />

F F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S<br />

S<br />

S<br />

S<br />

S S S<br />

R<br />

N<br />

Figura 11 Composto ad alto ε4.3*10 4 M -1 cm -1 in acetonitr<strong>il</strong>e ;λmax=704 nm<br />

S N<br />

I diar<strong>il</strong>eteni con anelli a 5 atomi eterociclici hanno due conformazioni: con i due anelli in simmetria<br />

speculare o in conformazione parallela ed in<br />

simmetria C2 o conformazione antiparallela. La<br />

fotociclizzazione puo’ avvenire solamente nella<br />

forma antiparallela.<br />

Figura 12 reazioni di ciclizzazione<br />

Quasi tutte le molecole sottoposte a radizione<br />

dell’opportuna luhezza d’onda ciclizzano <strong>il</strong> che<br />

significa che si ha una resa prossima a 1. Il<br />

R<br />

10


problema sta nell’aumentare la concentrazione di composto antiparallelo nella miscela e <strong>per</strong><br />

aumentare questa concentrazione esistono vari approcci.<br />

Il primo approccio consiste nell’ut<strong>il</strong>izzare sostituenti ingombranti sull’anello tiofenico.Questo<br />

sistema ha portato <strong>il</strong> rapporto antiparallelo da 0,64 a 0,94 ut<strong>il</strong>izzando gruppi isoprop<strong>il</strong>e.<br />

Un’altra tecnica è quella di incorporare i diar<strong>il</strong>et<strong>il</strong>eni in uno scheletro polimerico.(fig 14).<br />

Figura 14 struttura polimerica che costringe la molecola<br />

in configurazine antiparallela<br />

Un’altro metodo è quello di includere un diar<strong>il</strong>etene in uno spazio confinato (fig13). Quando la<br />

struttura ha una configurazione planare questa “calza” bene e viene costretta a mantenere questa<br />

conformazione antiparallela.<br />

A questo scopo si ut<strong>il</strong>izzano ciclodestrine che hanno cavità <strong>il</strong> cui diametro dipende dal numero di<br />

unità glupiranose presenti. Così addizionando 10 equivalenti di β-ciclodestrine <strong>il</strong> rapporto di<br />

configurazione antiparallela passa da 0,63 a 0,94. Queste misurazioni si possono fare con tecniche<br />

di tipo NMR.<br />

2.6-Tempi di risposta e comportamento parachimico<br />

Figura 13 Confinamento di un diar<strong>il</strong>etene<br />

La dinamica delle reazioni di ciclizzazione e cicloreversione di diar<strong>il</strong>et<strong>il</strong>eni sono state studiate con<br />

laser da pico e femtosecondi. Studi di questo tipo sono stati fatti sul composto ftalico di figura 2 .<br />

11


L’isomero a<strong>per</strong>to è stato eccitato con luce laser a 355 nm in esano e si è seguita la formazione<br />

dell’isomero ad anello chiuso a 560 nm, l’evoluzione dello spettro ha impiegato alcune decine di<br />

picosecondi,questo cambiamento è attribuib<strong>il</strong>e alla reazione di fotociclizzazione.<br />

La cicloreversione invece è stato stimato avvenire in 2-3 picosecondi.<br />

Una delle principali caratteristiche dei composti fotocromici che ne impediscono l’ut<strong>il</strong>izzo pratico<br />

come mezzo di memorizzazione di dati è che non mantengono l’informazione memorizzata <strong>per</strong> un<br />

numero sufficientemente elevato di letture. Le reazioni fotocromiche procedono in maniera<br />

proporzionale al numero di elettroni assorbiti dal composto. Così i sistemi visti finora non possono<br />

essere ut<strong>il</strong>izzati come memorie <strong>per</strong>chè sarebbero distrutti dopo alcuni processi di lettura.<br />

Un sistema <strong>per</strong> evitare questo inconveniente è quello di “bloccare” <strong>il</strong> sistema fotocromico in modo<br />

da <strong>per</strong>mettere numerose letture senza distruggere la matrice memorizzata.<br />

Un diar<strong>il</strong>etene con gruppi ar<strong>il</strong>eterociclici ha due conformazioni e la ciclizzazione può avvenire solo<br />

da una delle due ciclizzazioni ,quella antiparallela.<br />

Figura 15 :Comformazione<br />

bloccata da legami ad H.<br />

La reazione fotocromica di<br />

fugura 15 è completamente<br />

proibita in cicloesano,<br />

<strong>per</strong>chè <strong>il</strong> composto è legato<br />

in simmetria parallela da<br />

legami intramolecolari ad<br />

idrogeno. La reazione puo’<br />

essere attivata aggiungendo<br />

etanolo, infatti si puo’<br />

raggiungere un plateau di<br />

conversione parallelaantiparallela<br />

di 0.51. Quindi in questo caso l’etanolo agisce da interruttore <strong>per</strong> sboccare <strong>il</strong> sistema!<br />

L’interruttore puo’ anche essere la tem<strong>per</strong>atura. Infatti nella decalina si osserva fotociclizzazione a<br />

100°C, e non viene osservata alcuna reattività fino a 60°C. In questi sistemi <strong>il</strong> mezzo di<br />

memorizzazione puo’ essere letto con laser a bassa intensità e cancellato con laser che possano<br />

produrre un tem<strong>per</strong>atura di 100-150°C.<br />

Un’altro sistema <strong>per</strong> bloccare <strong>il</strong> sistema è quello elettrochimico.<br />

12


2.6.1-Bloccaggio elettrochimico<br />

Attivato da una luce di 312nm in acetonitr<strong>il</strong>e <strong>il</strong> composto 81° della fig.16 si trasforma nell’81b<br />

colorandosi di un blu intenso. La conversione è al di sopra del 98%. Il colore blu scompare<br />

irradiando <strong>il</strong> composto con una luce di lunghezza d’onda > di 600nm. E’ stata esaminata l’attività<br />

elettrochimica dei due isomeri in acetonitr<strong>il</strong>e e si è visto che l’isomero ad anelli a<strong>per</strong>to è<br />

elettricamente inerte nel range di ± 1V,mentre l’isomero ad anello chiuso ha un’ossidazione<br />

reversib<strong>il</strong>e ad idrochinone a +0.72 mV. La forma chinoidica (82 nella figura) è fotochimicamente<br />

stab<strong>il</strong>e.Infatti irradiandola con una frequenza > 600 nm <strong>per</strong> otto ore si ha un decremento del solo<br />

2% del massimo di assorbanza! A pari condizioni l’isomero ad anello chiuso <strong>per</strong>de completamente<br />

la colorazione in meno di 10 min.<br />

Questa tipologia di locking puo’ essere usata <strong>per</strong> la lettura del sistema chinoidico che mantiene <strong>il</strong><br />

colore blu del sistema chiuso ed è stab<strong>il</strong>e fotochimicamente.<br />

Figura 16 Sistema di “bloccaggio” chimico-elettrochimico della molecola.<br />

13


2.7-Tecniche di lettura<br />

2.7.1-Lettura termica<br />

Diar<strong>il</strong>eteri possono essere<br />

letti non piu’ di 10 6 Figura 17 Spettro in<br />

volte trasmittanza di aree<br />

non registrate (sopra) e<br />

ut<strong>il</strong>izzando laser a registrate (sotto).<br />

bassissima potenza (20nW),<br />

prima di <strong>per</strong>dere la definizione del segnale in<br />

lettura. Oppure è possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare un sistema<br />

combinato due laser. Il laser di lunghezza λ1<br />

converte le molecole nell’area di registrazione da A a B e la trasmittanza al valore di λ2 decresce<br />

come mostrato in figura 17. Le aree non registrate hanno solo isometri di tipo A. Quindi l’area non<br />

mostra assorbimento a λ2. La differenza di trasmittanza a λ2 è fra le aree registrate o meno è<br />

ut<strong>il</strong>izzato come segnale di lettura. Durante la lettura la λ2 causa la fotoreazione da B a A. Dopo<br />

molte o<strong>per</strong>azioni di lettura ,la trasmittanza dell’area registrata aumenta e la memoria è distrutta.<br />

Quando <strong>il</strong> sistema fotocromico ha una tem<strong>per</strong>atura limite di scrittura Tc piu’ alta della tem<strong>per</strong>atura<br />

ambiente nel processo da A a B , è possib<strong>il</strong>e mantenere l’intensità del segnale costante anche dopo<br />

molte letture. Un laser di potenza è usato <strong>per</strong> scrivere. Il laser scalda <strong>il</strong> mezzo sopra la Tc e <strong>per</strong>mette<br />

la conversione da A a B. Il contrasto tra le aree registrate e non registrate viene letto con due laser<br />

λ1 e λ2 , con <strong>il</strong> primo dotato di una potenza ridotta. Come risultato della forma B in accoppiamento<br />

con <strong>il</strong> laser di lettura λ2 , l’area registrata è tenuta ad una tem<strong>per</strong>atura maggiore della<br />

Tc,relativamente all’area non registrata poichè non assorbe λ2. Il simultaneo irraggiamento con <strong>il</strong><br />

laser λ1 assicura che la reversione dalla forma B ad A è cancellata nelle aree in cui effettivamente<br />

c’è informazione dalla riscrittura di λ1. In questa maniera la trasmittanza delle aree registrate rimane<br />

costante. Isomerizzazione da A a B nelle aree non registrate on accade poichè manca <strong>il</strong> fattore<br />

termico dato dal laser λ2. Usando qusto metodo <strong>il</strong> contrasto fra le aree ut<strong>il</strong>izzate e quelle vuote<br />

rimane costante anche dopo molte o<strong>per</strong>azioni di lettura.<br />

14


2.7.2-Tecniche di lettura non distruttive<br />

Sono state proposte vaie tecniche di lettura sfruttando <strong>il</strong> fatto che alcuni composti sono fluorescenti<br />

in un range di lunghezza d’onda non distruttivi o assorbono nell’infrarosso. Per esempio <strong>il</strong><br />

diar<strong>il</strong>etene di figura 11 mostra fluorescenza<br />

nella forma a<strong>per</strong>ta La fig 18 mostra lo spettro<br />

di assorbimento della struttura a<strong>per</strong>ta (linea<br />

tratteggiata) e chiusa (linea continua) in<br />

metanolo. Irraggiando la forma a<strong>per</strong>ta con<br />

400-500 nm non da’ reazione, la ciclizzazione<br />

avviene a lunghezze inferiori di 400 nm.<br />

L’isomero chiuso ha un’ampia banda a 704nm<br />

e la cicloreversione puo’ essere effettuata<br />

irradiando con luce>600 nm. L’isomero ad<br />

anello a<strong>per</strong>to ha una forte emissione a 589 nm quando eccitato con luce a 400-500nm.L’isomero ad<br />

anello chiuso a queste frequenze ha solo una bassa fluorescenza (<strong>il</strong> 3% dell’coisomero a<strong>per</strong>to). La<br />

grande differenza di fluorescenza puo’ essere usata come segnale di lettura non distruttivo quando<br />

questa puo’ essere r<strong>il</strong>evata senza influenzare <strong>il</strong> rapporto tra le due specie. La banda a 459 nm della<br />

forma a<strong>per</strong>ta è chimicamente inattiva e la banda analoga della forma chiusa ha bassa attività,con<br />

una conversione < 10% <strong>per</strong> un ora di esposizione.<br />

La differenza fra l’isomero a forma a<strong>per</strong>ta e quello a forma chiuso puo’ essere anche verificato da<br />

luce la cui intensità non causi alcun cambiamento molecolare in modo che possa essere possib<strong>il</strong>e la<br />

lettura molte volte senza sensib<strong>il</strong>i <strong>per</strong>dite di segnale.<br />

La regione dello stretching del doppio legame carbonio-carbonio (1400-1650 cm -1 Figura 18 spettro di assorbimento del composto in<br />

fig.11(- - -) forma a<strong>per</strong>ta, la linea continua<br />

rappresenta la forma chiusa.<br />

) sono molto<br />

sensib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> discernere la forma a<strong>per</strong>ta da quella chiusa del composto di fig19.<br />

Figura 19<br />

F<br />

F<br />

S<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S<br />

UV<br />

<br />

<br />

Vis<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S S<br />

Infatti la forma a<strong>per</strong>ta mostra tre bande a 1637,1592,1544 cm -1 ,la prima è dovuta al doppio legame<br />

del <strong>per</strong>fluorociclopentene e le altre si possono associare ai doppi legami degli anelli tiofenici. Nella<br />

15


forma chiusa compaiono tre nuove bande 1612,1574 e 1503 cm -1 che rappresenta no i nuovi doppi<br />

legami del sistema così riarrangiato. Anche se è possib<strong>il</strong>e notare la differenza dello spettro IR in<br />

questi composti lo spettro è piuttosto debole così <strong>per</strong> aumentarne l’intensità sono stati introdotti vari<br />

sostituenti in posizione 5 e 5’.Uno spettro piu’ intenso è stato riscontrato nel composto di figura 20.<br />

H 3CO<br />

F<br />

F<br />

S<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S<br />

<br />

<br />

UV<br />

<br />

Vis<br />

H3CO OCH 3<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

S S<br />

Figura 20 aumnto dell'intensità spettro IR tramite introduzione di gruppi IR attivi<br />

OCH 3<br />

L’isomero chiuso di fig 20 ha una forte banda di assorbimento IR a 1495cm -1 e questa banda non è<br />

osservata nell’isomero ad anello a<strong>per</strong>to. E’ possib<strong>il</strong>e quindi costruire un dispositivo che scriva e<br />

cancelli in UV-Vis e legga nell’infrarosso mentenendo l’integrità dell’informazioni anche dopo<br />

numerose letture dei dati memorizzati.<br />

2.8-I vantaggi della fase cristallina<br />

I composti che sv<strong>il</strong>uppano capacità fotocromiche in fase cristallina sono rari,tuttavia quando cio’ si<br />

verifica si hanno un’insieme di proprietà che li rendono particolarmente interessanti <strong>per</strong><br />

<strong>applicazioni</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> data storage. Infatti in fase cristallina entrambi gli isomeri sono termicamente<br />

stab<strong>il</strong>i, non ossidab<strong>il</strong>i in quanto l’ossigeno diffonde con difficoltà in fase cristallina. La fase di<br />

colorazione decolorazione del cristallo puo’ essere fatta <strong>per</strong> piu’ di 10000 volte, la resistenza alla<br />

fatica è notevolmete incrementata in fase cristallina. La resa quantica è molto alta poichè le<br />

molecole sono già impaccate in conformazine antiparallela e sono costrette a mantenerla dalla<br />

struttura cristallina. In fase cristallina sono minimizzate le reazioni competitive con solventi o<br />

matrici. Il tempo di c<strong>il</strong>izzazione in fase cristallina è molto rapido


3-Fulgidi <strong>per</strong> data storage<br />

Cosa sono le fulgidi?<br />

R1 O R1<br />

Il loro nome lo prendono dal verbo latino “fulgere”<br />

dovuto alla loro peculiarità di formare cristalli br<strong>il</strong>lanti<br />

R2 R2 COOH di un’ampia varietà di colori. Per essere fotocromiche, e<br />

R3<br />

O<br />

R3<br />

COOH<br />

quindi essere interessanti <strong>per</strong> <strong>il</strong> data storage, devono<br />

avere almeno un anello aromatico sull’atomo di carbonio<br />

R4<br />

O<br />

R4<br />

esterno al doppio legame.<br />

fulgide A.fulgenico<br />

in modo tale che si formi una struttura 1,3,5 esatriene e<br />

ci sia un’elettrociclizzazione che coinvolga 6 elettroni π.<br />

Figura 21 Esempio di fulgide<br />

Il fotocromismo di una fulgide si sv<strong>il</strong>uppa attraverso una<br />

forma chiamata E (senza colore), dalla geometria del doppio legame tra l’anidride succinica e<br />

l’anello aromatico e la forma colorata fotociclizzata chiamata C. Esiste anche un’altra rezione<br />

fotochimica delle fulgidi che è quella E-Z che è una reazione concorrente alla fotociclizzazione,<br />

infatti <strong>il</strong> composto C si crea solamente dal composto E, una trasformazione E-Z impedisce la<br />

fotociclizzazione del composto.<br />

Ar<br />

R1<br />

R3 R 4<br />

O<br />

O<br />

O<br />

<br />

UV<br />

UV<br />

<br />

Ar<br />

R 1<br />

R 3<br />

R 4<br />

forma Z forma E<br />

Figura 22 Trasformazioni delle fulgidi<br />

O<br />

O<br />

O<br />

UV<br />

<br />

Vis<br />

UV<br />

3.1-Effetti sterici sul fotocromismo fulgidico:<br />

Il fotocromismo di una fulgide è dato da una reazione<br />

reversib<strong>il</strong>e di elettrociclizzazione che richiede che ci<br />

siano tre legami doppi coniugati in una conformazione<br />

cis-cis-cis in modo tale che gli atomi di carbonio che<br />

<br />

Ar<br />

forma C<br />

Figura 23<br />

O<br />

O<br />

O<br />

17


formano <strong>il</strong> singolo legame possano chiudersi se fotostimolati. Quindi la conformazione delle fulgidi<br />

allo stato fondamentale influenza la resa di forociclizzazione.Uno dei fattori che influenza e<br />

governa la formazione del composto è l’ingombro sterico attorno al gruppo esatrienico.<br />

E stato studiata dal Prof. Yokoyama l’influenza sterica di gruppi alch<strong>il</strong>ici sul carbonio met<strong>il</strong>enico<br />

prossimi al gruppo furanico, (fig23). In particolare è stato dimostrato che la resa<br />

dell’isomerizzazione EC fotostimolato con UV<br />

(ФEC(UV)) aumenta con l’aumentare delle dimensioni del gruppo alch<strong>il</strong>ico e viceversa<br />

l’isomerizzazione EZ (ФEz(UV)) tende a diminuire o a scomparire.tab1.<br />

Tabella 1<br />

E’ stato inoltre sco<strong>per</strong>to che <strong>il</strong> gruppo adamant<strong>il</strong>idene (9-10 fig 23) incrementa la resa di a<strong>per</strong>tura<br />

dell’anello in luce visib<strong>il</strong>e(ФCE(Vis)) fino a 5 volte rispetto ai composti numereta da 4 a 8 fig<br />

23.Comportamenti sim<strong>il</strong>i si sono verificati anche in tien<strong>il</strong>fulgidi e indol<strong>il</strong>fulgidi.<br />

3.2-Assorbimento<br />

E’ possib<strong>il</strong>e, lavorando sulla struttura della molecola spostare <strong>il</strong> massimo di assorbimento delle<br />

fulgidi <strong>per</strong> adattarle al dispositivo di lettura laser impiegato, che ha una determinata lunghezza<br />

d’onda. Per esempio, ut<strong>il</strong>izzando un laser AlGaAs che emette luce a 800<br />

nm, si dovrebbe avere una fulgide nella forma C, che assorbe in quella<br />

regione di spettro. Invece la fulgide di fig.24 assorbe a 500nm.<br />

Dato che l’assorbimento nella forma C nella regione del visib<strong>il</strong>e<br />

corrisponde ad una transizione ππ * Figura 24 furan<br />

un aumennto dell’effetto elettron<br />

fulgide in forma C<br />

donatore dell’anello furanico puo’ indurre uno spostamento a lughezze<br />

d’onda maggiori.<br />

I prof. Tomoda studio’ le intensivamente oxazol<strong>il</strong>fulgidi,motaletteratura a nome del Prof. Fan è<br />

disponib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> gli studi effettuati sulle pirr<strong>il</strong> fulgidi e Yokoama studio’ le indol<strong>il</strong>fulgidi che<br />

rappresentano una classe delle fulgidi capaci con particolari sostituenti di assorbire anche ad 800<br />

nm!<br />

18


Si riporta come esempio in figura<br />

25 <strong>il</strong> composto 19C una<br />

dimet<strong>il</strong>ammino indol<strong>il</strong>fulgide che<br />

oltre ad avere bande di<br />

assorbimento al lughezze d’onda<br />

molto su<strong>per</strong>iori alle comuni<br />

fulgidi mostra una peculiare<br />

carattesristica collegata con<br />

Figura 25<br />

l’effetto elettron donatore cioè <strong>il</strong><br />

fatto che la (ФEC(UV)) e la (ФCE(Vis)) diventano inferiori all’aumentare delle capacità elettron<br />

donatori del gruppo. Corrispondente ad un aumneto della lunghezza d’onda di assorbimento si<br />

osserva anche un aumento del coefficiente di assorbimento molare.<br />

I composti dal 14 al 21 sono posti in ordine crescente <strong>per</strong> quanto riguarda sia le lughezze d’onda di<br />

assorbimento che i coefficienti di assorimento molare.<br />

Dall’altra parte si osserva <strong>il</strong> comportamento inverso di gruppi elettron accettori, in fatti questi sono<br />

in grado di spostare i massimi di assorbimento a lughezze d’onda inferiori sia della forma E che<br />

della forma C edaumentare <strong>il</strong> (ФCE(Vis)) .E’ quindi possib<strong>il</strong>e un’alta modulab<strong>il</strong>ità delle proprietà<br />

ottiche delle fulgidi.<br />

3.3-Preparazione e test di un sistema di memorizzazione a base fulgidica<br />

Molte proprietà di un materiale sono necessarie <strong>per</strong> poterlo trasformare in un mezzo di registrazione<br />

dati tra cui:<br />

Stab<strong>il</strong>ità termica<br />

Resistenza alla fatica<br />

Possib<strong>il</strong>ità di lettura non distruttiva<br />

Alta efficienza delle fotoreazioni (<strong>il</strong> che implica alte rese quantiche ed alti coefficienti di<br />

assorbimento molare)<br />

Alta velocità delle fotoreazioni<br />

Sensib<strong>il</strong>ità alla luce lase ut<strong>il</strong>izzata<br />

Solub<strong>il</strong>ità in una matrice polimerica<br />

La parte piu’ complicata da realizzare resta la possib<strong>il</strong>ità di lettura senza distruggere le informazioni<br />

<strong>per</strong> un numero molto alto di volte,la soluzione generalmente adottata è quella di ut<strong>il</strong>izzare in lettura<br />

19


una regione spettrale in cui <strong>il</strong> composto dà un segnale ma non cambia la struttura chimica.(esempi<br />

visti <strong>per</strong> la fluorescenza del composto e la lettura sfruttando l’IR).<br />

Dal Prof Tomoda furono preparati dischi ottici a base<br />

Strato di resina acr<strong>il</strong>ica 10 µm di oxazol<strong>il</strong> fulgidi e fur<strong>il</strong>fulgidi (fig 23), con una<br />

Strato riflettente Al 0.15 µm<br />

struttura del disco come indicata in fig.26. Il disco è<br />

stato prima irradiato con luce UV in modo da<br />

Strato fulgide-polimet<strong>il</strong>metacl<strong>il</strong>ato renderlo completamente colorato ( stato cancellazine<br />

0.5µm<br />

della matrice) e poi registrato <strong>per</strong> decolorazione <strong>per</strong><br />

Substrato vetroso<br />

punti con laser agli ioni di Ar (514,5nm). Il miglior<br />

rapporto segnale-rumore fu di 49 db con la struttura<br />

oxazolfulgidica di fig .27 .<br />

Figura 26 Struttura del disco impiegato <strong>per</strong> la<br />

memorizzazione<br />

Et 2N<br />

O<br />

N<br />

O<br />

O<br />

O<br />

Figura 27<br />

La lettura di questo mezzo avviene con lo stesso laser ado<strong>per</strong>ato <strong>per</strong> la scrittura sfruttando la<br />

differenza di reattività; risulta deleterio in molte tipologie di oxazofulgidi si riescono ad<br />

effettuare 50 o<strong>per</strong>azioni di lettura sul composto di fig 27 mantenendo quasi costante <strong>il</strong> livello si<br />

segnale/rumore. Con altre tipologie di oxazofulgidi <strong>il</strong> segnale si dimezza dopo solamente 20<br />

letture.<br />

Il prof Matzui sfrtuttando le peculiari caratteristiche del 5-dimet<strong>il</strong>amminoindol<strong>il</strong>fulgide (<strong>il</strong><br />

num19 fig 25)cioè <strong>per</strong> <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> ФCE(Vis) dipende dalla lunghezza d’onda e che diventa zero<br />

<strong>per</strong> al diminuire della frequenza <strong>il</strong> che significa che ad ampie lughezze d’onda non si ha<br />

fotoreazione anche se c’è assorbimento.Questa caratteristica puo’ essere applicata <strong>per</strong> una<br />

lettura non distruttiva. nfatti questo dispositivo viene scritto con un laser He-Cd a 325 Nm ,e<br />

viene letto sfruttando la differenza di intensità del fascio riflesso con un laser a 784 nm (non<br />

provoca fotoreazioni Vedi fig28) tipo AlGaAs e questo <strong>per</strong>mette di effettuare 100.000 letture<br />

avendo ancora 80% del segnale iniziale!<br />

20


Figura 28Punti resa di decolorazione a 550 nm. Linea<br />

Spetro di assorbimento<br />

Figura 29Struttura disco contenente composto 19 fig 25.<br />

E’ possib<strong>il</strong>e sfruttare la fluorescenza?<br />

In linea di principio con le fulgidi la fluorescenza non puo’ essere sfruttata <strong>per</strong>chè non si<br />

osservano fenomeni di fluorescenza in questi composti a meno di sintetizzare una fulgimmide<br />

con una parte in grado di ricevere i fotoni della luce (antenna) ,ed una parte fluorescente in<br />

grado di essere rivelata. Cio’ è stato fatto usando antracene come molecola antenna e un estere<br />

amminocumarinico come accettore /rivelatore fluorescente connesso all’azoto della fulgimmide.<br />

21


Figura 30<br />

Il trasferimento di energia dall’antracene alla parte cumarinica della molecola avviene attraverso<br />

la forma E della fulgimmide,quindi si ha fluorescenza tipica della molecola cumarinica.<br />

Dopo aver esposto <strong>il</strong> campio a luce di 320 nm si ha fotociclizzazione e si cade nello stato<br />

fotostazionario C che non <strong>per</strong>mette <strong>il</strong> trasferimento di carica piochè lo stato intermedio della<br />

fulgimmide in questo caso è piu’ basso di quello della molecola cumarinica e funziona da<br />

trappola,non si ha quindi emissione <strong>per</strong> fluorescenza ma si ha un emissione non radiativa.La<br />

variazione del segnale di fluorescenza della molecola nello stato E e C è usato come metodo di<br />

lettura non distruttivo poichè le lughezze d’onda impiegate <strong>per</strong> generare fluorescenza non<br />

inducono fotociclizzazione.<br />

22


3.4-Sintesi<br />

La reazione piu’ ut<strong>il</strong>izzata è quella di Stobbe,questa reazione di tipo aldolico produce un emi 2alch<strong>il</strong>iden<br />

succin estere da dialch<strong>il</strong> succinato e un aldeide o un chetone. Si forma <strong>il</strong> lattone A che<br />

in genere è formato da una miscela didiastereoisomeri, che possono anche essere isolati , seguita<br />

dall’a<strong>per</strong>tura dell’anello B. L’esterificazione seguita da una seconda condensazione di Stobbe<br />

porta al lattone C o al emi estere D che idrolizzato porta al diacido E.<br />

Le fulgidi con forti gruppi elettron attrattori tipo indolo, possono essere isolati dopo<br />

cromatografia su s<strong>il</strong>ice nella forma E, dovuta alla semplicità di isomerizzazione della forma da<br />

Z ad E.La scelta della base è molto importante in questo tipo di reazioni ,normalmente si ut<strong>il</strong>izza<br />

tBuOk in tBuOH oppure EtONa in toluene. Nel caso in cui l’ingombro sterico dei sostituenti<br />

sia molto alto tale da impedire <strong>il</strong> procedere della reazione si possono sostituire le basi con LDA<br />

in THF.<br />

Ra Rb<br />

CO2Rc<br />

<br />

O<br />

O<br />

<br />

Re<br />

Rd<br />

Rd<br />

Re<br />

Ra<br />

O<br />

Rb<br />

O<br />

CO2Rc<br />

CO2H<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Ra<br />

O<br />

Rb<br />

FULGIDE<br />

E<br />

<strong>per</strong>dita acqua<br />

CO2H<br />

Figura 31 Condensazione di Stobbe.<br />

KOH<br />

<br />

aq.EtOH<br />

O<br />

<br />

O<br />

<br />

O<br />

ORc<br />

Ra Rb<br />

<br />

<br />

<br />

COORc<br />

<br />

<br />

<br />

Ra H<br />

Rb CO2Rc<br />

B<br />

Re<br />

Rd<br />

R1<br />

R2<br />

CO2H<br />

CO2Rc<br />

H+<br />

Ra<br />

<br />

tBuOH<br />

<br />

tBuOK<br />

Rb<br />

A B<br />

D<br />

Rd<br />

CO2H<br />

CO2Rc<br />

O<br />

O<br />

Re<br />

Ra<br />

Ra<br />

<br />

<br />

<br />

Rb<br />

H<br />

CO2Rc<br />

C<br />

1. base<br />

O<br />

2.<br />

Rb<br />

CO2Rc<br />

CO2Rc<br />

Rd Re<br />

23


Un’altra via seguita è quella della carbon<strong>il</strong>azione catalizata da palladio del Prof Kiji che a<br />

partire dall’2,3 –butindiolo in presenza di ossido di carbonio e palladio diacetato come<br />

catalizzatore ad elevate tem<strong>per</strong>ature ed elevate pressioni produce la fulgide ed<strong>il</strong> corrispondente<br />

acido fulgenico. Questo metodo è molto ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> generare fulgidi molto impedite stericamente.<br />

Infatti la Stolbe anche con LDA non riesce a far reagire 2,5-dimet<strong>il</strong>3—pivalo<strong>il</strong>furano con<br />

diet<strong>il</strong>isoprop<strong>il</strong>idensuccinato, la reazione del prof Kiji invece dà la fulgide con una resa del 59%<br />

e 20% diacido.<br />

4-Spiropirani e spiroxazine:<br />

La sco<strong>per</strong>ta delle reazioni fotocromiche degli spiropirani fu di Fischer e Hirshberg nel 1952, e<br />

fu di quest’ultimo l’idea di ut<strong>il</strong>izzare questi composti come memorie riscrivib<strong>il</strong>i.<br />

Tipico esempio di reazioni fotocromiche è la rottura del legame C-O <strong>per</strong> via fotochimica<br />

nell’anello spiropiranico e spirooxazinico.<br />

N<br />

R<br />

spiropirano<br />

N<br />

R<br />

O<br />

O<br />

spiroxazina<br />

N<br />

NO2<br />

Figura 32 Esempi di tipici spiropirani e spiroxazine<br />

hv1<br />

<br />

<br />

<br />

hv1<br />

calore/hv2<br />

<br />

calore/hv2<br />

N<br />

R O<br />

merocianinna<br />

N<br />

N<br />

R O<br />

merocianina<br />

Recentemente si hanno notizie di interessanti studi su memorie ottiche in 3D basate sulla<br />

conversione spiropirano-merocianina creato dall’assorbimento di due fotoni.<br />

A riguardo di questa classe di composi sv<strong>il</strong>up<strong>per</strong>ò tre principali aspetti, quali la formazione di<br />

strutture organizzate con risposte ottiche modificab<strong>il</strong>i da un campo elettrico, risposte ottiche non<br />

lineari e l’olografia prodotta da questi sistemi.<br />

NO2<br />

24


4.1-Aggregati merocianinici degli spiropirani<br />

La forma merocianinica del cromoforo colorata ha forte tendenza all’impaccamento.Quando i dipoli<br />

sono impaccati testa- testa la struttura prende <strong>il</strong> nome di impaccamento tipo J. Il loro assorbimento<br />

così imp<strong>il</strong>ate vine spostato verso <strong>il</strong> rosso. Viceversa, nel caso di un impaccamento testa- -coda lo<br />

shift è verso <strong>il</strong> blu.<br />

Quando gli spiropirani sono irradiati in un solvente non polare tendono ad impaccarsi in sferette<br />

submicrometriche che si tendono a posizionare lungo le linee di forza del campo elettrico applicato.<br />

La tendenza all’impaccamento è così forte che gli aggregati si formano dall’evaporazione del<br />

solvente dovuta alla costituzione del f<strong>il</strong>m in PMMA. Particolarmente stab<strong>il</strong>i sono gli aggregati J<br />

scopri da Hashida di spiropirani con lunghe catene idrocarburiche covalentemente collegate ad<br />

entrambi le parti indolinica e benzopiranica dei fotocromofori. Questa tipologia di aggregati sono<br />

stati preparati <strong>per</strong> realizzare f<strong>il</strong>m sott<strong>il</strong>i multistrato su vetro. Peculiarità di questo dispositivo è<br />

dovuta al fatto che ogni strato risponde a lunghezze d’onda differenti (infatti <strong>il</strong> massimo<br />

d’assorbimento è ben definito e differente <strong>per</strong> ogni strato). Può essere quindi ut<strong>il</strong>izzato come<br />

memoria ottica a multifrequenza!<br />

4.1.1-Impaccamento trasformazioni dei PLCP (Cristalli liquidi polimerici e fotocromici)<br />

La costituzione di polimeri side-chain apre numerose opportunità di costruire una mesofase<br />

polimerica infatti è possib<strong>il</strong>e ingegnerizzare la lunghezza degli spaziatori flessib<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> peso<br />

molecolare, la struttura della catena principale. Si riportano nella figura 33 successiva esempi<br />

poliacr<strong>il</strong>ici,<br />

poliammidici e<br />

polis<strong>il</strong>ossanici.<br />

Le transizione<br />

di fase dei<br />

PLCP sono<br />

influenzate<br />

dalla<br />

termocromia dei<br />

gruppi<br />

spiropiranici-<br />

Fig.33<br />

25


merocianinici.<br />

Spettacolari cambiamenti di colori sono stati individuati nei copolimeri dei polis<strong>il</strong>ossano, infatti<br />

l’elevata flessib<strong>il</strong>ità dei tratti di questa catena porta la Tg al di sotto della tem<strong>per</strong>atura ambiente,<br />

dove sono presenti le trasformazioni fotocromiche di questi polimeri. Irradiare <strong>il</strong> polimero con luce<br />

visib<strong>il</strong>e lo colora di giallo, irradiando seguentemente <strong>il</strong> polimero giallo con luce UV si ottiene un<br />

colore rosso profondo. Il f<strong>il</strong>m giallo irradiato con UV a -20°C diventa blu intenso e può essere<br />

riconvertito in giallo irradiandolo con luce visib<strong>il</strong>e. Il f<strong>il</strong>m blu è stab<strong>il</strong>e sotto i 20° sotto lo zero e<br />

diventa rosso riscaldato a -10°C. Il f<strong>il</strong>m rosso è termicamente stab<strong>il</strong>e, tuttavia diventa giallo <strong>per</strong><br />

irradiamento con luce visib<strong>il</strong>e.<br />

Il colore rosso porpora corrisponde ad aggregati merocianininci che causa <strong>il</strong> cross linking delle<br />

macromolecole. Il colore blu è stato attribuito a gruppi merocianinici isolati. Il colore giallo<br />

corrisponde all’assorbimento dello spiropirano.<br />

Orientando in presenza di un forte campo elettrico i dipoli presenti nel materiale (1KV/mm), è<br />

possib<strong>il</strong>e con tecniche di assorbimento dicroico nel visib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong> parametro d’ordine di questo<br />

tipo di composti. Si ottiene un parametro d’ordine di 0,1-0,2 che è un valore molto basso<br />

considerando che <strong>il</strong> DANS nello stesso copolimero ha un valore di 0,5. Questo si spiegherebbe dal<br />

fatto che <strong>il</strong> DANS ha una maggiore compatib<strong>il</strong>ità con lo strato sottostante di ancoraggio. Quindi <strong>il</strong><br />

basso parametro d’ordine è correlato al fatto che i gruppi merocianinici formati dallo spiropirano si<br />

sistemano all’esterno dei domini mesogenici. Questo è anche confermato dalla bassa correlazione<br />

tra la cinetica di decolorazione e l’assenza di conversione fotocromica all’allineamento del f<strong>il</strong>m.<br />

4.2-Proprietà NLO:<br />

Dai microcristalli merocianinici si è riscontrata una forte generazione di terza armonica (THG), con<br />

l’indice di rifrazione del materiale dipendente dall’intensità. Per esempio gli autori della molecola<br />

indicata in figura 34 hanno sco<strong>per</strong>to che le lunghe catene alch<strong>il</strong>iche danno stab<strong>il</strong>ità alla formazione<br />

degli aggregati di tipo J . I f<strong>il</strong>m di spiropirano formano in una matrice di PMMA aggregati<br />

merocianinici se irradiati con luce UV. Il massimo di THG è stato riscontrato a 1,8 µm che<br />

corrispondono alla risonanza di assorbimento dei tre fotoni con l’assorbimento dell’aggregato J.<br />

E’ da notare che la THG di f<strong>il</strong>m irradiati è 50 volte su<strong>per</strong>iore di quella di f<strong>il</strong>m non irradiati. Gli<br />

aggregati J sono stab<strong>il</strong>i piu’ di un anno a tem<strong>per</strong>atura ambiente, e possono essere convertiti a<br />

spiropirano scaldando a 80°C.<br />

26


H 37C 18<br />

Figura 33<br />

N<br />

<br />

<br />

H45C22COCH2<br />

O NO 2<br />

<br />

hv1<br />

<br />

<br />

calore/hv2<br />

H 37C 18<br />

N<br />

H45C22COCH2<br />

O NO 2<br />

L’assorbimento a due fotoni (TPA) è stato usato come mezzo di registrazione di informazioni in tre<br />

dimensioni. Ut<strong>il</strong>izzando un laser molto focalizzato <strong>il</strong> TPA accadrà solo nella zona di focalizzazione<br />

del laser. Dato un pixel della matrice nel volume, la<br />

memorizzazione del dato potrà essere indirizzata<br />

Fig 35<br />

selettivamente agendo sulle coordinate! Infatti <strong>per</strong> gli<br />

assorbimenti lineari è possib<strong>il</strong>e solo una memorizzazione<br />

di informazioni in due dimensioni. Ut<strong>il</strong>izzando laser<br />

estremamente focalizzati, si avrà <strong>il</strong> fenomeno del TPA<br />

solo nelle aree di volume definite dal fascio focalizzato. Il<br />

processo può essere schematizzato come in figura 35<br />

ut<strong>il</strong>izzando spiropirano come molecola e la sua merocianina come molecola corrispondente<br />

fluorescente. La scrittura avviene con due laser uno a 1064 nm( forte )ed uno più debole a 532 nm<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> secondo fotone, questo trattamento crea la merocianina in quel pixel di volume identificato<br />

dal fuoco del laser. Questa informazione può essere letta monitorando la fluorescenza della<br />

merocianina con un laser a 1064 nm, infatti dopo in processo di scrittura solo questa forma puo’<br />

dare fluorescenza con un laser a tale lunghezza d’onda. Le informazioni registrate possono essere<br />

cancellate <strong>per</strong> irradiamento on laser di potenza su<strong>per</strong>iore o <strong>per</strong> riscaldamento.<br />

27


4.3-Conclusioni <strong>metodi</strong> olografici:<br />

In numerose pubblicazioni, riscontrab<strong>il</strong>i nella bibliografia in calce a questa tesina, ho riscontrato la<br />

possib<strong>il</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzare substrati polimerici di varia natura drogati con spiropirani o spioxazione <strong>per</strong><br />

<strong>applicazioni</strong> olografiche ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i con luce visib<strong>il</strong>e e tempi di reazioni brevissimi( real time<br />

recording). La modulazione ottica dei reticoli di registrazione olografica è stata raggiunta<br />

modulando <strong>il</strong> fascio di eccitazione UV. Per esempio la sensib<strong>il</strong>ità del composto e la frequenza di<br />

modulazione possono essere aumentate cambiando la procedure di memorizzazione ottica o<br />

aumentando la potenza dei raggi laser ut<strong>il</strong>izzati. Negli es<strong>per</strong>imenti esposti negli articoli, le potenze<br />

laser arano limitate così anche la frequenza di modulazione era limitata a soli 5 Hz. I risultati<br />

olografici vengono raggiunti tramite trasformazioni termiche e f nm e cancellati con nm e cancellati<br />

a fotochimiche tra spirooxazine ed almeno due forme colorate merocianiniche. In altre procedure di<br />

registrazione i polimeri dopati con lo spiropirano venivano scritti con luce UV e letti con laser Ar a<br />

633 nm.<br />

Queste procedure hanno alte rese di esposizione e efficienze di diffrazione, tuttavia dipendono<br />

pesantemente dalla potenza del laser e dallo spessore del rivestimento.<br />

Per poter sfruttare la scrittura con frequenza IR si ut<strong>il</strong>izza un polimero precolorato trattato con<br />

spiropirano. In questo caso la scrittura avviene <strong>per</strong> decolorazione termica, anche se una piccola<br />

parte del processo può essere attribuita ad un fattore ottico. In es<strong>per</strong>imenti di questo tipo, condotti<br />

cin laser ad anidride carbonica,si<br />

sono raggiunte soluzioni di 40<br />

linee/mm.<br />

Figura 36 Pattern di intereferenza<br />

registrati su uin f<strong>il</strong>m polimerico,<br />

prodotti da laser CO2<br />

28


5-Biomateriali <strong>per</strong> memorie ottiche con incredib<strong>il</strong>i proprietà:<br />

batteriodopsine.<br />

Proteine fotocromiche sono rare in natura tuttavia esistono proteine che hanno una funzione bas<strong>il</strong>are<br />

nella fotosintesi e nella <strong>per</strong>cezione visiva. Il meccanismo molecolare risulta molto complesso e<br />

molto efficacie tanto da spingere l’efficienza di questi dispositivi molto vicina ai limiti fisici. Una<br />

proteina molto semplice e rappresentativa della classe è la batteriodopsina (BD). BD è prodotta<br />

dall’ halobacteria ed è responsab<strong>il</strong>e delle capacità fotosintetiche.Cio’ che rende particolar,mente<br />

interessante la BD <strong>per</strong> <strong>applicazioni</strong> data storage è <strong>il</strong> fatto che è incredib<strong>il</strong>mente stab<strong>il</strong>e alla<br />

degradazione termica e chimica. Ma ancora maggiori sono la sensib<strong>il</strong>ità alla luce e la capacità di<br />

ciclaggio (<strong>il</strong> numero di volte che può essere riscritta), che è molto su<strong>per</strong>iore a qualsiasi molecola<br />

sintetica. Secondariamente la BD può essere ampiamente modificab<strong>il</strong>e ed essere quindi base <strong>per</strong><br />

numerose <strong>applicazioni</strong>.<br />

Questa proteina è prodotta da un batterio che vive nelle saline in condizioni estreme, soluzioni<br />

saline estremamente concentrate e calde, livelli di ossigeno molto bassi .L’efficienza della BD di<br />

conversione dell’energia solare in energia chimica è del 15%. La BD si trova in forma<br />

cristallina,integrata nella membrana cellulare del batterio. La BD è co<strong>per</strong>ta da una membrana<br />

esterna che fa da pompa <strong>per</strong> gli ioni H + in ci si viene a creare un gradiente di concentrazione di<br />

protoni che è alla base della creazione dell’energia chimica della cellula ( trasformazine ADP in<br />

ATP). Questo ciclo energetico reagisce principalmente alla luce con picco nel giallo-verde.<br />

La struttura cristallina della proteina è quella che dà incredib<strong>il</strong>i proprietà di stab<strong>il</strong>ità alla proteina.<br />

Infatti questa proteina è stab<strong>il</strong>e a secco fino a 140°C. La proteina è rico<strong>per</strong>ta da uno strato lipidico<br />

di alcune centinaia di nanometri, ed è stab<strong>il</strong>e in solventi apolari tipo esano. La protezione lipidica ha<br />

funzione di trasporto molto sim<strong>il</strong>i a quelle che ha <strong>il</strong> s<strong>il</strong>icio <strong>per</strong> gli elettroni nelle celle solari. Infatti<br />

la BD converte l’energia luminosa in energia chimica, trasportando i protoni attraverso <strong>il</strong><br />

rivestimento lipidico esterno che mantenendo un gradiente funziona da pompa.<br />

5.1Batteriodopsina come materiale <strong>per</strong> storage ottico:<br />

I limiti teorici di un sistema ottico basato su BD possono essere raggiunti in base alla qualità del<br />

media ottico ed in particolare delle caratteristiche di omogeneità, sensib<strong>il</strong>ità alle lunghezze d’onda<br />

impiegate, contrasto, a<strong>per</strong>tura, tempo di memorizzazione e stab<strong>il</strong>ità nel tempo. La parte impegnativa<br />

nel produrre un dispositivo con una batteriodopsina è quella di inglobarla in una matrice<br />

polimerica,con la difficoltà che tal proteina non regge i solventi più comuni da laboratorio. Anche <strong>il</strong><br />

processo di evaporazione del solvente risulta essere molto critico, poichè la BD si separa fac<strong>il</strong>emte<br />

dallo strato lipidico che la protegge e che mantiene <strong>il</strong> gradiente di concentrazione di H + necessario.<br />

29


Come substrato <strong>per</strong> la BD si può ut<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> vetro o PPMA o PS. Si sono realizzati vetri a base di<br />

BD immerse con tecnica sol-gel . E BD immerse in gel di poliet<strong>il</strong>englicole. Gli autori non<br />

descrivono mai in dettaglio come si realizza <strong>il</strong> processo di compatib<strong>il</strong>izzazione della BD con <strong>il</strong><br />

polimero od <strong>il</strong> vetro poichè questo è <strong>il</strong> fattore decisivo <strong>per</strong> rendere <strong>il</strong> dispositivo commerciale e<br />

spesso è co<strong>per</strong>to da brevetto. Infatti le ottime qualità della BD devono in qualche modo essere rese<br />

compatib<strong>il</strong>i con un dispositivo commerciale ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e s larga scala. Per memorizzare dati a lungo<br />

termine e rendere inattiva la struttura alla luce è necessaria una procedure chiamata di “gating”, cioè<br />

fare in modo che la scrittura avvenga alla presenza di due stimoli uno luminoso ed un altro che puo’<br />

essere anch’ esso luminoso, oppure in presenza di un campo elettrico o magnetico. Nella BD è<br />

possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izare una tecnica di assorbimento a due fotoni, infatti l’assorbimento a due fotoni<br />

comporta variazioni chimiche differenti e porta <strong>il</strong> materiale in una fase stab<strong>il</strong>e. Questa tecnica evita<br />

che <strong>il</strong> materiale sensib<strong>il</strong>e alle frequenze nel visib<strong>il</strong>e possa essere cancellato se esposto<br />

accidentalmente alla luce.<br />

3D data storage: Questa tecnica viene attuata ut<strong>il</strong>izzando <strong>per</strong> la scrittura l’intersezione di due raggi<br />

laser. Ogni raggio porta la metà dell’energia necessaria <strong>per</strong> far transire la BD dallo stato B ad M o<br />

vice versa. ( Gli stati B ed M sono stati generati da conformazioni cis trans attorno al doppio legame<br />

tra <strong>il</strong> tredicesimo ed <strong>il</strong> quattordicesimo carbonio della BD, ognuno ha specifici assorbimenti e<br />

stab<strong>il</strong>ità). Le due lunghezze d’onda ut<strong>il</strong>izzate devono sottostare alla relazione:<br />

1/λ eccitazione= 1/λ1+1/λ2<br />

Per evitare fenomeni di assorbimento a doppio fotone si possono ut<strong>il</strong>izzare due lunghezze d’onda<br />

differenti che soddisfino l’equazione. Di grande vantaggio è la possib<strong>il</strong>ità di scegliere le due<br />

lunghezze d’onda in uno spettro entro <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> materiale risulta trasparente. E’ stato r<strong>il</strong>evato che la<br />

BD ha una sezione d’urto molto alta <strong>per</strong> l’assorbimento a due fotoni, questa caratteristica la rende<br />

estremamente adatta ad una memorizzazione in 3D. Attualmente la conservazione<br />

dell’informazione <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>iodi è possib<strong>il</strong>e se <strong>il</strong> media viene raffreddato. Se la scrittura è<br />

relativamente semplice, <strong>il</strong> problema nasce nella lettura del singolo punto all’interno della matrice<br />

che un suo volume. Questo problema all’interno della BD è stato risolto ut<strong>il</strong>izzando le sue proprietà<br />

fotoelettriche <strong>per</strong> individuare <strong>il</strong> segnale di “1” o “0” nella cella di materiale individuata<br />

meccanicamente da attuatori meccanici che<br />

Fig 37<br />

spostano <strong>il</strong> laser con precisione nella cella si<br />

volume con dimensioni lineari di 3-6 µm.<br />

Inizialmente i due laser si incontrano e “scrivono<br />

l’informazine facendo transire <strong>il</strong> sistema dallo stato<br />

B alo stato M (parte A fig 37). Successivamente in<br />

30


lettura i due laser si rincontrano fanno transire <strong>il</strong> sistema da M a B generando un segnale elettrico<br />

che può essere raccolto alla su<strong>per</strong>ficie del materiale da degli elettrodi. (parte B fig<br />

37).Successivamente alla lettura l’informazione dovrà essere ripristinata dalla coppia di laser<br />

riscrivendola e facendo transire <strong>il</strong> sitema di nuovo da B a M, questa transizione non genera segnale<br />

elettrico.<br />

5.2-Basi delle memorie olografiche multiplexing:<br />

Nel data storage olografico 10 6 punti binari di informazione possono essere registrati in parallelo,<br />

sulla stessa unità minima di volume registrab<strong>il</strong>e. Infatti una volta registrato <strong>il</strong> primo gruppo di dati,<br />

<strong>il</strong> materiale viene ruotato, spostato, oppure viene variato l’angolo con <strong>il</strong> raggio di riferimento.<br />

Questa procedura prende <strong>il</strong> nome di multplexing angolare. Successivamente un’ altro gruppo di dati<br />

puo’ essere scritto nello stessa locazione fisica. Più gruppi di dati vengono registrati nella stessa<br />

locazione fisica, minore sarà <strong>il</strong> rapporto segnale su rumore, <strong>per</strong>chè l’ultimo gruppo di dati<br />

diminuisce <strong>il</strong> contrasto di quelle scritte precedentemente. Per ricostruire l’informazione<br />

memorizzata con questa tecnica, è necessario posizionare i laser esattamente nella stessa posizione.<br />

5.3-Conclusioni sulla batteriodopsina:<br />

E’ un fantastico esempio di come le biotecnologie e la scienza dei materiali hanno trovato un punto<br />

di incontro. La Bd ha delle fantastiche peculiarità “tecniche” , stablità chimica e termica sufficienti<br />

<strong>per</strong> creare delle <strong>applicazioni</strong>, esistono le tecniche <strong>per</strong> modificarne le funzioni ed adattarle al<br />

dispositivo e creare un materiale innovativo su larga scala. Le potenzialità della BD sono state<br />

sco<strong>per</strong>te 20 anni fa e su questo aspetto sono stati scritti numerosi articoli ed anche un libro<br />

(Vsevolodov, N. Biomolecular Electronics:An Introduction via photosentitive<br />

proteins.Birkhauser:Boston,1988), gli sforzi attuali sono direzionati ad integrare questo fantastico<br />

biomateriale in sistemi tecnici, e fino ad ora non esiste un sistema tecnico dove sia possib<strong>il</strong>e<br />

semplicemente togliere un componente e sostituirlo con la BD, è necessario quindi ridisegnare i<br />

sistemi <strong>per</strong> ospitare questo nuovo ed innovativo elemento.<br />

6-<strong>Data</strong> storage in 3D: una nuova frontiera<br />

6.1-Introduzione<br />

Dispositivi <strong>per</strong> <strong>il</strong> data storage ottico sono ut<strong>il</strong>izzati quotidianamente come i CD ( Compact Disks) o<br />

MO (Dischi Magneto ottici). La capacità di memorizzare immagini puo’ essere enormemente<br />

31


su<strong>per</strong>iore nei dischi ottici in quanto <strong>il</strong> laser ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> scrivere e leggere l’informazione puo’<br />

essere focalizzato anche su un µm.<br />

La massima densità raggiungib<strong>il</strong>e è comunque limitata fisicamente dalla diffrazione delle onde<br />

elettromagnetiche. Infatti anche ut<strong>il</strong>izzando leni infinitamente grandi e con un alto numero di<br />

a<strong>per</strong>tura, <strong>il</strong> fascio non potrebbe essere focalizzato più della metà della lunghezza d’onda.<br />

A seguito di ciò sono stati fatti degli sforzi <strong>per</strong> aggirare questo ostacolo.<br />

Si sono sv<strong>il</strong>uppati laser e dispositivi in grado di lavorare a lunghezze d’onda più corte quindi nel<br />

verde-blu. Infatti dimezzando <strong>il</strong> raggio del laser scrivente la capacità di storage di informazioni<br />

quadruplica.<br />

Per ottenere 1000 volte la densità di storage di informazioni bisognerebbe ut<strong>il</strong>izzare lunghezze<br />

d’onda di 22-26 nm, questa richiesta è impossib<strong>il</strong>e <strong>per</strong>ché né apparecchi laser né tantomeno le lenti<br />

sono state progettate <strong>per</strong> lavorare a tali frequenze.<br />

Un terzo approccio che promette incredib<strong>il</strong>i incrementi nella densità di memorizzazione è tramite lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo di materiali fotocromici. Questi materiali reagiscono fotochimicamente con la luce, in<br />

maniera totalmente differente a quella dovuta al calore attualmente in uso. Infatti le caratteristiche<br />

della luce quali la lunghezza d’onda, polarizzazione o la fase possono essere ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong><br />

incrementare notevolmente la densità di memorizzazione.<br />

In particolare descriverò un processo in grado,ut<strong>il</strong>izzando materiali fotocromici, di sfruttare un terzo<br />

assere di scrittura. Infatti i normali media di memorizzazione scrivono su una su<strong>per</strong>ficie x-y, questo<br />

particolare tipo di memorizzazione sfrutta <strong>il</strong> materiale nel volume e non sulla su<strong>per</strong>ficie! Come<br />

visto in precedenza i material fotocromici sono quasi esclusivamente di tipo sintetico a parte alcuni<br />

rarissimi casi biologici tipo la batteriodopsina a cui ho dedicato una piccola parte della tesina.<br />

Come visto precedentemente nel dettaglio <strong>per</strong> ogni classe di composti fotocromici, le caratteristiche<br />

necessarie poiché <strong>il</strong> composto venga poi ut<strong>il</strong>izzato come media <strong>per</strong> data storage sono la stab<strong>il</strong>ità<br />

termica di entrambi li isomeri, la resistenza alla fatica nei cicli di scrittura e cancellazione,risposta<br />

rapida,alta sensib<strong>il</strong>ità, capacità di lettura non distruttiva. Nelle sezioni che seguiranno andro’ ad<br />

analizzare la tecnica del 3D recording su strutture chimiche già analizzate indettaglio come le<br />

strutture dei derivati benzospiropiranici.<br />

6.2-Derivati benzospiropiranici<br />

Rentzepis fu <strong>il</strong> primo a dimostrare che è possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare questi composti <strong>per</strong> <strong>il</strong> data storage in<br />

3D. Il sistema ut<strong>il</strong>izzato è quello di figura 38. L’isomero A ha una banda di assorbimento a meno di<br />

32


450 nm e sotto UV si converte nell’isomero B che ha una banda di assorbimento a circa 600 nm.<br />

Isomero B fluoresce a 700nm sottoposto a fotoecitazione con luce di 500-700 nm.(Fig. 39)<br />

In figura 40 è <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong> principio di funzionamento proposto da Rentzepis. Nel suo modello si<br />

ut<strong>il</strong>izzano due fasci laser <strong>per</strong> accedere al punto nel volume del materiale. Per poter scrivere dei dati<br />

è necessario ut<strong>il</strong>izzare due fasci a 1064nm e 532 nm ( che corrispondono ad un fascio a 355nm).<br />

All’intersezione dei due fasci l’isomero A fotoisomerizza nel B. E’ stata ut<strong>il</strong>izzata un sistema di<br />

lettura sim<strong>il</strong>e,ma non ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e in pratica poiché distruttivo. Precedentemente ho trattato sistemi<br />

di lettura non distruttivi, tra i piu’ promettenti si ricordi quello a variazione di indice di rifrazione,<br />

lettura in IR e fluorescenza.<br />

Cl<br />

Fig.39<br />

Fig.38<br />

N<br />

O NO 2<br />

UV<br />

<br />

Vis<br />

A B<br />

Fu fatto un es<strong>per</strong>imento molto interessante scrivendo la<br />

lettera “A” e “B” su un layer di 24x24 bit, e una lettera<br />

successiva su uno strato su<strong>per</strong>iore distante 70 µm e si<br />

ut<strong>il</strong>izzò un microscopio laser a scansione come quello<br />

di fig. 41. La lettura fu fatta sfruttando le differenze di<br />

diffrazione nel bulk del materiale, e si mostra in fig 42<br />

<br />

la lettura dei due layer. Questa tipologia di materiali ha<br />

Fig.41<br />

problemi di stab<strong>il</strong>ità termica come discusso nel capitolo specifico di questa tesina. Nonostante possa<br />

Cl<br />

Fig.40<br />

N<br />

O<br />

NO 2<br />

33


essere etto 7000 volte senza aver significative <strong>per</strong>dite di segnale, è di vitale importanza ut<strong>il</strong>izzare<br />

fonti di luce a bassissima energia <strong>per</strong> la fase di lettura.<br />

6.3-Derivati diar<strong>il</strong>etenici ad alta resitenza:<br />

Fig.42. Lettura dei bit di due layer<br />

distranti 70 µm nel bulk di un<br />

spirobenzopirano fotocromico.<br />

In figura 43 ho rappresentato un diar<strong>il</strong>etene<br />

F2<br />

F2<br />

F2<br />

F2<br />

F2 F2<br />

<br />

F2<br />

UV<br />

F2 contenente anelli F2<br />

F2<br />

<br />

eterociclici in particolare un<br />

F2 F2<br />

<br />

1,2-bis(2-met<strong>il</strong>-1-benzotiofen-3-<strong>il</strong>)<br />

<strong>per</strong>pluorociclopentene.Questo composto è S<br />

S<br />

S<br />

Vis<br />

S<br />

stab<strong>il</strong>e sino a 200 °C, e la forma chiusa e<br />

Fig. 43<br />

colorata è stab<strong>il</strong>e a 80° <strong>per</strong> tre mesi. In più la reazione di ciclizzazione può essere fatta <strong>per</strong> 10000<br />

volte senza <strong>per</strong>dita di significativa di segnale. I diar<strong>il</strong>eteni sono i più promettenti materiali<br />

fotocromici <strong>per</strong> future <strong>applicazioni</strong> nello storage 3D.<br />

Con questo materiale <strong>per</strong> registrare l’informazione tramite <strong>il</strong> processo di assorbimento a due fotoni<br />

si è ut<strong>il</strong>izzato un solo laser con un sistema di lenti focalizzatrici. Infatti la probab<strong>il</strong>ità di<br />

assorbimento di due fotoni e proporzionale al quadrato dell’intensità del raggio, si avrà<br />

fotoisomerizzazione solo nel punto in cui si ha la focalizzazione, cioè solo nel punto in cui<br />

l’intensità è molto alta.La tecnica <strong>per</strong>mette di scrivere in un preciso punto del volume<br />

senzaintaccare la parte di materiale circostante. Con questa tecnica sono stati scritti ben 26 layer<br />

differenti.<br />

34


7-Conclusioni:<br />

Fig 44: Lettura dei 26 layer scritti su<br />

supporto fotocromico con tecnica 3D<br />

Da quanto <strong>il</strong>lustrato in questo lavoro, la ricerca ha mostrato che esiste la possib<strong>il</strong>ità di portare <strong>il</strong> data<br />

storage a livello nanometrico, senza tuttavia dover ut<strong>il</strong>izzare sorgenti di raggi X, ma sfruttando le<br />

potenzialità di particolari materiali <strong>organici</strong>.<br />

Dal 1983 quando la Ph<strong>il</strong>ips e la Sony presentarono <strong>il</strong> rpimo CD-ROM della capacità di 640 Mbyte<br />

ad oggi con i moderni DVD-ROM che hanno una capacità di 18 Gbyte, nonostante l’incredib<strong>il</strong>e<br />

aumento della densità di informazione <strong>per</strong> centimetro quadrato, comunque la tecnologia non è<br />

cambiata, in questi anni si è solamente migliorata una tecnologia esistente.<br />

Completamente differente è la possib<strong>il</strong>ità a<strong>per</strong>ta in questi ultimi anni e discussa in questo lavoro di<br />

archiviare dati a livello molecolare.<br />

E’ stato dimostrato che è possib<strong>il</strong>e seguire questo <strong>per</strong>corso, ora i sistemi <strong>per</strong> poter diventare di uso<br />

comune ed essere ut<strong>il</strong>izzati in maniera massiccia necessita di essere ingegnerizzati .<br />

Il Dott Peter Vettinger, impiegato alla IBM sostiene che con le attuali tecnologie sarà possib<strong>il</strong>e<br />

nell’arco di 5 anni avere la disponib<strong>il</strong>ità di 100Gbyte, nello spazio di un normale CD.<br />

Ricerche commerciali mostrano la continua richiesta da parte dei mercati di capacità di storage<br />

elevati e con tempi di accesso sempre inferiori, che si stanno sv<strong>il</strong>uppando sempre più in<br />

concomitanza con la disponib<strong>il</strong>ità di connessioni a banda larga su scala domestica. I materiali attuali<br />

stanno raggiungendo un limite fisico invalicab<strong>il</strong>e. Una risposta a questa incessante domanda<br />

arriverà dai materiali <strong>organici</strong> fotocromici analizzati in questo lavoro.<br />

35


8-Bibliografia<br />

1. Waldeck, D. H. Chem. Rev. 1991, 415 (Sulle reazioni dello st<strong>il</strong>bene)<br />

2. Miyaura, M.; Yanagi, T.; Suzuki, A. Synth. Commun. 1981, 11, 513 (particlorari<br />

sintesi con iodo e bromo benzene)<br />

3. Smets, G. Adv. Polym. Sci. 1983, 50, 17. (dis<strong>per</strong>sione in matrici polimeriche)<br />

4. Negami, N.; Abe. Y. J. Mater. Sci. 1995, 30, 5789.<br />

5. Uchida, K.; Kido, Y.; Yamaguchi, T.; Irie, M. Bull. Chem. Soc. Jpn. 1998, 71,<br />

1101.(stab<strong>il</strong>ità termica)<br />

6. Abe, S.; Uchida, K.; Yamazaki, I.; Irie, M. Langmuir 1997, 13, 5504. (resistenza alla<br />

fatica f<strong>il</strong>m blodgett)<br />

7. Takeshita, M.; Kato, N.; Kawauchi. S.; Imase, T.; Watanabe, J.; Irie, M. J. Org.<br />

Chem. 1998. 63. 9306.(misure NMR )<br />

8. Irie, M.; Miyatake. O.; Uchida. K. J. Am. Chem. Soc. 1992, 114, 8715<br />

(conformazioni bloccate)<br />

9. Stellacci, F.; Bertarelli, C.; Toscano, F.; Gallazzi, M. C.; Zerbi, G. Chem. Phys. Lett.<br />

1999, 302, 563.(lettura non distruttiva)<br />

10. Irie, M. Pure Appi Chem. 1996, 68. 1367 (sulla fase cristallina)<br />

11. Irie.Chem rev.2000,100,1685-1716 (sui diar<strong>il</strong>eteni)<br />

12. Stobbe, H. Liebigs Ami. Chem. 1911, 380, 1-129 (sulla storia e reattività delle<br />

fulgidi,molto ricco di reattività di questi composti)<br />

13. Yokoyama, Y.; Goto, T.; Inoue, T.; Yokoyama, M.; Kurita, Y. ^ Chem. Lett. 1988,<br />

1049-1052. (effetti sterici fulgidi)<br />

14. Suzuki, H.; Tomoda, A.; Ishizuka, M.; Kaneko, A.; Furui, M.; Matsushima, R. Bull.<br />

Chem. Soc. Jpn. 1989, 62, 3968-3971(studi sulle oxazolfulgidi)<br />

15. Yokoyama, Y.; Yamane, T.; Kurita, Y. J. Chem. Soc., Chem. Commun. 1991, 1722-<br />

1724 (scrittura sulle fulgidi)<br />

16. Seibold, M.; Port, H. Chem. Phys. Lett. 1996, 252, 135-140. (b) Seibold, M.; Port,<br />

H.; Gustav, K. Chem. Phys. Lett. 1999, 314, 65-72(lettura non distruttiva delle<br />

fulgidi)<br />

17. Elbe, H.-L.; Kòbrich, G. Chem. Ber. 1974, 707, 1654-1666.(sintesi fulgidi)<br />

18. Munday, B. P.; Ellerd, M. G. Narne Reactions and Reagenti in Organic Synthesis',<br />

John W<strong>il</strong>ey and Sons: New York, 1988; pp 204-205. (203) Johnson, W. S.; Daub,<br />

G. H. Org. React. 1951, 6, 1-73. (sintesi fulgidi)<br />

19. Yasushi Yokoyama Chem rev.2000 p1717-1739 (sulle fulgidi)<br />

20. Compounds, Plenum Publishing: New 1998; Voi. 1; 1999. Voi. 2. (10) Fischer, E.;<br />

Hirshberg, Y. J. Chem. Soc. 1952, 4522 (sco<strong>per</strong>ta spiropirani fotocromismo)<br />

21. Cabrerà, I.; Krongauz, V. Macromolecules 1987, 20 2713. Yitzchaik, S.; Cabrerà. L;<br />

(cristalli liquidi fotocromici,spiroxazine)<br />

22. Matsuda, H.; Van Keuren, E.; Masaki, A.; Yase, K.; Mito, A.; Takahashi, C.; Kasai,<br />

H.; Kamatani, H.; Okada, S.; Nakanishi, H. Nonlinear Opt. 1995, 10,<br />

123.(generazione III armonica spiropirani)<br />

23. Sasaki, K.; Nagamura, T. Appi. Phys. Lett. 1997. 71, 434; J. Appi. Phys. 1998, 83,<br />

2894.(lettura <strong>per</strong> variazione di indice di rifrazione)<br />

24. Garry Berkovic,Valeri Krongauz, Victor Weiss,Chem Rev.2000,p1741-1753 (su<br />

spiropirani e famiglia)<br />

25. Oesterhelt, D.; Stoeckenius, W. Nat. New Biol. 1971, 233, 149-152.(la<br />

batteriodopsina)<br />

26. Birge, R. R.; Cross, R. B.; Masthay, M. B.; Stuart, J. A.; Tallent, J. R.; Zhang, C. F.<br />

Mol. Cryst. Liq. Cryst. Sci. Technol. B 1992, 3, 133-148(batteriodopsina <strong>per</strong> 3D<br />

storage).<br />

36


27. Norbert Hampp,Chem Rev.2000,p1755-1776 ( su batteriodopsina)<br />

28. Nakarnura, S.; Mukai, T.; Serioh, M. Appi. Phys. Lett. 1994, 54, 1687.(laser nel blu<br />

e verde)<br />

29. D. A.; Rentzepis, P. M. Science 1989, 24, 843 (3D storage con spirobenzopirani)<br />

30. Toriumi, A.; Kawata, S.; Gu, M. Proc. Jpn. Soc. Laser Microsc.1998, 22,<br />

24.(memorie 3D)<br />

31. Marnano, M.; Irie, M. Jpn. J. Appi. Phys. 1996, 35. 1764 (derivati diar<strong>il</strong>etenici)<br />

32. Satoshi Kawata,Yoshimasa Kawata Chem Rev.2000 p1777-1788 (3D data storage)<br />

33. http://www.ex.ac.uk/dsn/backgrnd/sld001.htm (storia e sv<strong>il</strong>uppi optical storage)<br />

34. http://www.f<strong>il</strong>mandvideomagazine.com/2003/04_apr/features/blue_sky.htm (Multi<br />

dimentional data storage)<br />

35. http://colossalstorage.net/eloy_3c.ppt (slide convegno Bucarest su banda larga e<br />

<strong>metodi</strong> stoccaggio dati)<br />

36.<br />

8-Fonte immagini<br />

L’immagine in co<strong>per</strong>tina proviene dal riferimento bibliografico sopra indicato con <strong>il</strong> numero 33.<br />

Le immagini da 5 a 11,da 19 a 22,26,27,31,32,43 sono state realizzate in corso d’o<strong>per</strong>a con Chem<br />

Window.<br />

Le altre non citate provengono dai riferimenti bibliografici sopra indicati con i numeri<br />

11,19,24,27,32.<br />

37

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