Discussioni del Parlamento europeo - Europa
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IT<br />
<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />
La maggiore regolamentazione non è una garanzia contro i rischi <strong>del</strong>la crisi attuale. Dal<br />
momento che abbiamo scelto di adottare una maggiore regolamentazione, questa deve<br />
procedere di pari passo con una maggiore semplicità, riducendo la complessità dei mercati<br />
finanziari. E’ altrettanto evidente che le politiche fiscali e monetarie non sono semplici<br />
sostituti <strong>del</strong>le riforme strutturali, riforme che devono affrontare le debolezze tipiche<br />
<strong>del</strong>l’economia <strong>del</strong>l’Unione europea: debiti e deficit in rapida crescita, invecchiamento,<br />
probabile ripresa <strong>del</strong>l’inflazione, rischi generati dalle politiche tese ad affrontare il<br />
cambiamento climatico, bassa produttività e scarsa competitività.<br />
Sarà necessario fare di più con minori risorse a disposizione; di conseguenza il denaro<br />
pubblico, sia <strong>europeo</strong> che nazionale, dovrà essere utilizzato con maggiore efficienza. Un<br />
ambiente normativo compatibile con l’attività economica, un governo efficiente, imposte<br />
non distorsive, alti tassi di partecipazione al lavoro, soprattutto fra le donne, un buon<br />
sistema scolastico, ricerca e innovazione: sono tutti elementi che costituiscono un pacchetto<br />
minimo di misure essenziali per favorire la crescita, l’occupazione e la competitività.<br />
Indubbiamente la strategia vincente europea deve basarsi sull’inasprimento fiscale, ma<br />
senza mai trascurare l’innovazione, l’unico strumento per rilanciare la produttività e la<br />
crescita in modo sostenibile.<br />
La Commissione europea e il <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong> devono riacquistare il proprio ruolo<br />
strategico e ricercare audaci soluzioni europee. C’è bisogno di più <strong>Europa</strong>, per i cittadini e<br />
per i mercati.<br />
Gay Mitchell (PPE) . – (EN) Signor Presidente, parto dal presupposto che gli Stati sovrani<br />
devono essere chiamati a rispondere degli impegni assunti, e devono raggiungere gli obiettivi<br />
concordati. Ma è giunto il momento di guardarsi intorno, per capire quali altre azioni<br />
abbiano contribuito ai recenti sconvolgimenti. Negli anni trenta, il gold standard e il<br />
protezionismo concorsero ad aggravare la recessione. Nell’Unione europea invece, grazie<br />
all’azione <strong>del</strong>la Banca centrale europea e <strong>del</strong>la Commissione, abbiamo potuto fare<br />
affidamento su solidarietà e capacità istituzionale, che ci hanno permesso di imparare dagli<br />
errori <strong>del</strong> passato.<br />
Il lavoro <strong>del</strong>le istituzioni è stato considerevole, dal momento che l’Unione europea conta<br />
27 Stati membri, tra cui 16 membri <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>l’euro. Inoltre, le nostre istituzioni hanno<br />
cooperato con la Federal Reserve statunitense, la Banca d’Inghilterra, la Banca centrale<br />
giapponese e altri organismi. Nonostante ciò, i mercati – i cosiddetti mercati – hanno<br />
assunto un atteggiamento negativo nei confronti di ogni misura adottata, o quasi.<br />
Personalmente sono favorevole al mercato libero, perché il protezionismo non funziona.<br />
Ma i nostri mercati sono veramente liberi? In primo luogo, i mercati sono stati influenzati<br />
e indotti a spingerci verso la crisi. Mi sembra ragionevole sospettare, a questo punto, che<br />
potenti interessi abbiano la capacità di sopraffare e vincere gli Stati sovrani, e che alcuni –<br />
con gli obiettivi più diversi – sfruttino questo potere per realizzare i propri piani, piegando<br />
i mercati ai propri fini.<br />
Un programma politico potrebbe nascere dalla preoccupazione che l’euro, in futuro,<br />
sostituisca il dollaro come valuta utilizzata per determinare il prezzo <strong>del</strong> petrolio; un<br />
programma di interessi economici e imprenditoriali potrebbe prevedere la semplice<br />
acquisizione di potere e ricchezza distruggendo diritti sovrani, come i diritti sovrani<br />
condivisi, all’interno <strong>del</strong>l’Unione europea. E’ giunto il momento che i leader politici riflettano<br />
su ciò che sta avvenendo. Lo ripeto: tutti gli Stati membri, anche il mio, hanno bisogno di<br />
disciplina. Ovviamente dobbiamo fare in modo che ciò si realizzi. Ma i nostri sforzi si<br />
19-05-2010