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La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship

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un articolo non indebbolisce l’ intenzione di Giovanni che dice che la parola era pienamente Dio<br />

e l’ identifica con Lui. Altri hanno insistito che “Dio” senza l’ articolo e’ il modo di Giovanni di<br />

dirci che la parola aveva il carattere di Dio ed era pienamente espressione <strong>della</strong> Sua mente. L’<br />

opinione del Vescovo <strong>Trinita</strong>rio Westcott e’ molto rispettata ed ha l’ approvazione provvisoria<br />

del Professore Moule:<br />

L’ annotazione del vescovo Westcott [su Giovanni 1:1], benche’ richieda l’ aggiunta di qualche<br />

rimando all’ ideoma, nondimeno rappresenta l’ intenzione [di Giovanni]: “[Dio] e’<br />

necessariamente senza l’ articolo (theos, no ho theos) poiche’ descrive la natura <strong>della</strong> Parola e<br />

non identifica la Sua Persona. Sarebbe puro Sabellismo dire che ‘ la Parola era ho theos’”(27)<br />

Il punto di vista del vescovo era che la “parola” non puo’ essere distinta da Dio (con Dio) ed<br />

allo stesso tempo identificata con Lui. Questo addombrerebbe tutte le distinzioni nella Divinita’<br />

Trina. Piuttosto, Giovanni descrive la natura <strong>della</strong> “parola,” e l’ assenza dell’ articolo davanti a<br />

Dio “enfatizza l’ aspetto qualitativo del nome invece <strong>della</strong> sua identita’. Un’ oggetto del pensiero<br />

puo essere concepito da due punti di vista: identita’ o qualita’. Per comunicare o conferire il<br />

primo punto di vista il Greco usa l’ articolo; per il secondo usa la costruzione anartros.”28<br />

Dopo una attenta analisi, Filippo Harner suggerisce: “Forse la proposizione dovrebbe essere<br />

tradotta, ‘ la Parola ha la stessa natura di Dio.”29 Ed aggiunge “non c’ e’ base per considerare il<br />

predicato theos come definitivo. “Conseguentemente,” dice un’ altro scolaro, “la seconda parte<br />

del verso del Vangelo di Giovanni denota no l’ identita’, ma piuttosto il carattere del Logos.”31<br />

<strong>La</strong> difficolta’ che sta di fronte ai traduttori sta’ nel come comunicare queste impercettibili<br />

sottigliezze in Inglese (e’ piu’ facile in Italiano ed in Greco). James Denny insiste che il Nuovo<br />

Testamento non dice quello che la traduzione inglese (o Italiana) suggerisce: “<strong>La</strong> Parola era<br />

Dio.” Egli voleva dire che in Greco “Dio (theos) senza l’ articolo e’ un’ agettivo “che ha le<br />

qualita’ di Dio,” e no Dio in persona.32 Un tentativo di comunicare la giusta tonalita’ del<br />

significato e’ trovata nella traduzione: “<strong>La</strong> parola era dio.”33 Sfortunatamente la traduzione<br />

Inglese standard (ed anche quella Italiana) comunica il senso sbagliato. Come dice Harner, “il<br />

problema con tutte queste traduzioni e’ che rappresentano [l’ idea che la parola e Dio sono<br />

intercambiabili].”34<br />

Il prologo al Vangelo di Giovanni non richiede di credere in una Divinita’ formata da piu’ d’<br />

una persona. E’ molto probabile che Giovanni sta cercando di correggere una contemporanea<br />

tendenza Gnostica che distingueva Dio da minori figure divine. (Voleva enfatizzare che Gesu’<br />

era divino perche’ concepito per opera dello Spirito Santo). L’ intenzione di Giovanni e’ di<br />

vincolare il piu’ vicino possibile la “Sapienza” o la “parola” di Dio con Dio Stesso. <strong>La</strong> parola e’<br />

la Sua forza creativa. Cosi’ Giovanni dice che sin dall’ inizio la sapienza di Dio, che l’ Unico<br />

Dio ha sempre avuta con Se Stesso, come l’ architetto ha il suo piano, era pienamente espressiva<br />

di Dio. Era Dio Stesso nella Sua manifestazione. Tutto e’ stato creato attraverso questo piano. <strong>La</strong><br />

stessa “parola” si e’ incarnata in un essere umano, il Messia, quando Gesu’ e’ nato, quando “la<br />

parola divenne carne” (Giov. 1:14). Gesu’ e’ quindi quello che la parola divenne. Egli e’ la<br />

perfetta espressione <strong>della</strong> mente di Dio in forma umana. Gesu’ non dovrebbe essere identificato<br />

come unica persona con la parola di Giovanni 1:1, come se il Figlio fosse esistito sin dal<br />

principio. Gesu’ e’ il messaggero di Dio divinamente autorizzato e, come la parola, ha il carattere<br />

del Padre.<br />

Le conclusioni di Giacomo Dunn sull’ intenzione di Giovanni convalida una lettura non-<br />

<strong>Trinita</strong>ria di Giovanni 1:1-3, 14:<br />

<strong>La</strong> conclusione che emerge dalla nostra analisi [di Giov. 1:1-14] fin’ adesso e’ che soltanto con il<br />

verso 14 [“la parola divenne carne”] che noi possiamo cominciare a parlare del Logos ‘ persona ’.<br />

Il poema usa un linguaggio alquanto impersonale (divenne carne), ma nessun Cristiano avrebbe<br />

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