La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship
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Nei Filippesi 2, Paolo descrive l’ esatata posizione dell’ uomo Gesu’. Come il riflesso di Dio,<br />
Suo Padre, egli era nella “forma di Dio” (Il testo qui’ non dice che egli era Dio), ma non ha<br />
considerato tale “uguaglianza con Dio” un privileggio che egli avrebbe utilizzato per propia<br />
gloria. Gesu’, che come Messia e’ stato investito d’ una uguaglianza funzionale con Dio ed era<br />
destinato a sedersi alla destra del Padre, si e’ umliato diventando il servo dell’ umanita’, anche al<br />
punto di sottomettersi alla morte criminosa sulla croce. Gesu’ non ha approfittato <strong>della</strong> sua<br />
posizione reale, come rappresentante legale di Dio, invece ha adottato il carattere di uno schiavo.<br />
<strong>La</strong> transizione e’ dal grado di Dio, come commissario di Dio, alla posizione di servo. Il contrasto<br />
non e’, come spesso si pensa, fra l’essere Dio e diventare uomo. Rinunziando al suo diritto di<br />
regnare, e rifiutando l’ offerta di Satana di ‘potere su tutti i regni del mondo’ (Matt. 4:8, 9),<br />
Gesu’, ubbidietemente ha sostenuto il ruolo di un servo disposto a soffrire per mano di un mondo<br />
ostile. Quello che Paolo ha in mente e’ la carriera dell’ uomo Gesu’ Cristo, no l’ incarnazione di<br />
un preesistente membro <strong>della</strong> Divinita’. L’ umilta’ di Gesu’ e’ completamente l’ opposto dell’<br />
arroganza di Adamo. Il primo non ha abusato la sua posizione, un dono di Dio, che e’ quella di<br />
riflettere la gloria di Dio Suo Padre. L’ ultimo, sotto l’ influenza del Diavolo, ha cercato<br />
d’afferrare uguaglianza con Dio alla quale egli non aveva diritto.<br />
Nel descrivere la vita esemplare del Messia sulla terra, Paolo non intendeva riferirsi ad un<br />
essere preesistente. Egli faceva appello ai Filippesi di essere umili come Gesu’. Gesu’ era stato<br />
un modello d’ umilta’ e servizio. Benche fosse nato nella famiglia reale <strong>della</strong> Casa di Davide, e<br />
si fosse qualificato, attraverso abnegazione, alla posizione esaltata di regnante del mondo, cosi’<br />
come era stato predetto nel Salmo 2 secoli prima che nascesse. Quando Pilato gli<br />
domando’:“Quindi tu sei un re?” <strong>La</strong> sua risposta e’ stata, “Tu parli correttamente. Questo e’ il<br />
motivo per cui io sono nato, e per questo sono venuto al mondo” (Giov. 18:37). Gesu’ ha<br />
superato un’ ambizione naturale, quella di conquistare il mondo. Il suo esempio di pasiente<br />
sottomissione alla volonta’ di Dio l’ ha portato alla sua esaltazione alla destra del Padre. Il punto<br />
[di questi versi] non stava nel fatto che un preesistente membro <strong>della</strong> <strong>Trinita</strong>’ avesse riacquistato<br />
una posizione che aveva momentaneamente abbandonata, ma che una vera persona umana, il<br />
Messia, che rifletteva perfettamente il carattere del Padre, (Col. 1:15) avesse dimostrato umilta’<br />
ed ubbidienza ed era stato supremamente vendicato ed esaltato da Dio. In un’altro posto Paolo<br />
descrive la carriera di Gesu’ come una dimostrazione d’ umilta’ quando egli ha osservato che<br />
“benche’ (il Messia) fosse ricco, tuttavia per il vostro bene divenne povero, cosi’ che voi<br />
attraverso la sua poverta’ possiate diventar ricchi” (2 Cor. 8:9). Il punto sta nel fatto che Gesu’,<br />
benche’ destinato a diventare re d’ Israele e del mondo, si fosse sacrificato per gli altri.<br />
Certamente senza paragonare la sua carriera con quella del Cristo, Paolo usa lo stesso linguaggio<br />
quando parla <strong>della</strong> propia. Egli (Paolo) era “povero, eppure arricchendo molti,… avendo niente<br />
eppure possedendo tutto” (2 Cor. 6:10) e “non abbiamo cercato gloria…. Quando avremmo<br />
potuto far valere la nostra autorita’ come Apostoli di Cristo” (1 Tess. 2:6). Paolo ha anche visto<br />
se stesso ed i suoi fratelli Apostoli come servi sofferenti quando ha applicato le “profezie del<br />
servo” d’ Isaia, alla sua missione (Atti 13:47; ed Isaia 42:6; 49:6)<br />
Il modo tradizionalmente <strong>Trinita</strong>rio di leggere Filippesi 2 dipende quasi completamente da<br />
come s’ interpreta la condizione di Gesu’ nella frase “nella forma di Dio”. Come referenza ad<br />
un’ essere preesistente come Dio nei Cieli, invece <strong>della</strong> legale identita’ con Dio come persona<br />
umana sulla terra. Sfortunatamente, traduttori hanno fatto tanto per rinforzare questa veduta. Il<br />
verbo “era” nella frase “era nella forma di Dio” si trova spesso nel Nuovo Testamento e<br />
certamente mai nel senso di “esistente in eternita’” benche certe traduzioni cercano di forzarvi<br />
quel significato. Nella prima lettera ai Corinti 1 Cor. 11:7, Paolo dice che un uomo non deve<br />
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