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Patologia del sistema nervoso centrale (e amiloidosi)

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<strong>Patologia</strong> <strong>del</strong> <strong>sistema</strong> <strong>nervoso</strong><br />

<strong>centrale</strong><br />

(e <strong>amiloidosi</strong>)<br />

Principali aspetti


Cellule <strong>del</strong> <strong>sistema</strong> <strong>nervoso</strong> <strong>centrale</strong><br />

Neuroni<br />

Variabili per struttura e dimensioni all’interno <strong>del</strong> SNC, e anche in<br />

singole aree, le caratteristiche ultrastrutturali comuni includono<br />

microtubuli, neurofilamenti, Golgi, e RER; gli assoni hanno lunghezza<br />

variabile, da alcune centinaia di micron fino a 1 m .<br />

Glia: le cellule <strong>del</strong>la glia hanno interazioni metaboliche e strutturali con<br />

i neuroni (processi dendritici e assonali), e svolgono un ruolo importante<br />

nella riparazione <strong>del</strong> danno, risposta infiammatoria, bilancio idrico, e nel<br />

metabolismo energetico. E’ distinta in:<br />

-Macroglia(astrociti, oligodendrociti, ependima)<br />

- Microglia<br />

In diverse aree <strong>del</strong> cervello sono state descritte popolazioni di cellule staminali.


Astrociti<br />

Macroglia<br />

Cellule a forma stellata, con processi<br />

indirizzati verso le sinapsi (funzioni<br />

metaboliche/elettriche), e i capillari<br />

(funzioni di barriera e di controllo <strong>del</strong><br />

passaggio di molecole). Sono le<br />

principali cellule responsabili dei<br />

processi riparativi e cicatriziali <strong>del</strong><br />

tessuto <strong>nervoso</strong>.<br />

Oligodendrociti<br />

I loro processi citoplasmatici avvolgono<br />

gli assoni e formano la mielina<br />

(analogamente alle cellule di Schwann<br />

<strong>del</strong> SNP). Sono le cellule danneggiate<br />

nelle malattie demielinizzanti acquisite<br />

(sclerosi multipla).<br />

Cellule ependimali<br />

Cellule di rivestimento <strong>del</strong> <strong>sistema</strong><br />

ventricolare.<br />

Microglia<br />

Macrofagi residenti <strong>del</strong> SNC.


<strong>Patologia</strong> cellulare <strong>del</strong> <strong>sistema</strong> <strong>nervoso</strong> <strong>centrale</strong><br />

Reazione dei neuroni al danno<br />

- Danno neuronale acuto: ipossia/ischemia, ed altri danni acuti<br />

determinano la morte dei neuroni coinvolti.<br />

- Danno neuronale subacuto e cronico (degenerazione): morte<br />

neuronale in corso di malattie croniche progressive, caratterizzate da<br />

gliosi reattiva.<br />

Reazione degli astrociti al danno<br />

- Gliosi: ipertrofia e iperplasia degli astrociti, è la manifestazione più<br />

comune di danno (di qualunque natura) al SNC.


Malattie demielinizzanti <strong>del</strong> SNC<br />

Patologie acquisite caratterizzate da danno <strong>del</strong>la mielina con relativo risparmio <strong>del</strong>l’assone,<br />

caratterizzate clinicamente per gli effetti sulla trasmissione <strong>del</strong>l’impulso elettrico lungo<br />

l’assone, e per il danno assonale secondario.<br />

SCLEROSI MULTIPLA<br />

Caratteri generali: Malattia demielinizzante autoimmunitaria, con<br />

deficit neurologici causati da alterazioni focali <strong>del</strong>la sostanza<br />

bianca. La malattia evolve in forma recidivante-remittente, con<br />

deficit neurologici che durano per vari periodi di tempo seguiti da<br />

recupero graduale e parziale. La frequenza <strong>del</strong>le recidive tende a<br />

diminuire col tempo, ma c’è un peggioramento neurologico<br />

costante nella maggior parte dei casi.<br />

Patogenesi: Le lesioni sono dovute a risposta immunitaria<br />

cellulare contro componenti <strong>del</strong>la guaina mielinica. Cellule TCD4+<br />

riconoscono autoAg <strong>del</strong>la mielina, e attivano macrofagi, che<br />

danneggiano la mielina. Sono presenti anche Ab con vari bersagli.<br />

Quadri clinici vari<br />

- Coinvolgimento <strong>del</strong> nervo ottico, e deficit visivo monolaterale<br />

(dolore oculare e offuscamento <strong>del</strong>la vista)<br />

- Coinvolgimento <strong>del</strong> tronco, deficit dei nervi cranici, atassia<br />

(disturbo <strong>del</strong>la deambulazione, con andatura oscillante), nistagmo;<br />

- Coinvolgimento <strong>del</strong> midollo: sindromi motorie e sensitive <strong>del</strong><br />

tronco e degli arti, spasticità, deficit <strong>del</strong> controllo volontario <strong>del</strong>la<br />

minzione.


Malattie degenerative<br />

Caratteri generali: Malattie <strong>del</strong>la sostanza grigia, caratterizzate da<br />

perdita di neuroni e modificazioni secondarie <strong>del</strong>la sostanza bianca. La<br />

perdita neuronale riguarda uno o più gruppi di neuroni, e le malattie<br />

insorgono in assenza di chiari eventi scatenanti.<br />

In alcuni casi, le malattie interessano prevalentemente la corteccia<br />

(Alzheimer); in altri sono interessate aree sottocorticali (tremore e<br />

discinesie).<br />

Patogenesi: formazione di aggregati proteici resistenti alla<br />

degradazione da parte <strong>del</strong> <strong>sistema</strong> ubiquitino-proteasomico.<br />

La causa <strong>del</strong>l’aggregazione proteica è diversa, a seconda <strong>del</strong>la malattia:<br />

- m. di Huntington (proteina mutata)<br />

- m. di Alzheimer (alterazione di un peptide che deriva da un precursore<br />

più grande)<br />

- m. di Parkinson sporadico (alterazione di una normale proteina)


Malattia di Alzheimer<br />

Più comune causa di demenza (perdita <strong>del</strong>le<br />

funzioni cognitive indipendente dallo stato<br />

di coscienza) <strong>del</strong>l’anziano.<br />

Inizia con lievi alterazioni, e con disturbi<br />

<strong>del</strong>l’umore e <strong>del</strong> comportamento, seguiti da<br />

disorientamento progressivo, perdita <strong>del</strong>la<br />

memoria e afasia. In capo a 5-10 anni, grave<br />

disabilità con mutismo e immobilità.<br />

Patogenesi<br />

Legata alle proprietà <strong>del</strong> peptide Aβ, che si<br />

aggrega, resiste alla degradazione, attiva la<br />

risposta di astrociti e microglia, e può<br />

essere direttamente neurotossico. I peptidi<br />

Aβ derivano dalla processazione di PPA<br />

(proteina precursore <strong>del</strong>l’amiloide), una<br />

proteina <strong>del</strong>la superficie cellulare con<br />

funzione incerta.<br />

Dalla PPA internalizzata possono generarsi<br />

peptidi Aβ che si organizzano in fibrille di<br />

amiloide (così chiamata per le affinità<br />

tintoriali).<br />

Raggrinzimento <strong>del</strong>la corteccia, particolarmente<br />

<strong>del</strong>l’ippocampo, e dilatazione dei ventricoli.


Produzione <strong>del</strong>l’amiloide nel morbo di Alzheimer. La proteina transmembrana<br />

precursore <strong>del</strong>l’amiloide (APP) ha siti di taglio per tre diversi enzimi (α-, β- e γsecretasi).<br />

Il dominio Aβ include una parte extracellulare e una parte<br />

transmembrana. Quando APP è tagliata da α-secretasi (B), il taglio successivo da<br />

parte di γ-secretasi non produce Aβ. Al contrario, il taglio di β-secretasi seguito da<br />

quello di γ-secretasi (C) produce Aβ, che aggrega in forma fibrillare.


Amiloidosi<br />

Grave condizione morbosa caratterizzata dalla presenza di una<br />

sostanza proteica anomala (amiloide) depositata fra le cellule<br />

in vari organi e tessuti, responsabile di diversi quadri clinici.<br />

L’ amiloide è una sostanza extracellulare eosinofila che<br />

accumulandosi progressivamente invade le cellule vicine e ne<br />

provoca l’atrofia.<br />

Ci sono diverse varietà di amiloide (tre forme maggiori, e<br />

molte minori) che si formano con meccanismi patogenetici<br />

diversi, per cui l’<strong>amiloidosi</strong> non è una singola malattia con<br />

localizzazioni diverse, ma diverse malattie che hanno in comune<br />

il deposito di proteine di aspetto simile (ma di natura chimica<br />

diversa).


Natura fisica e chimica <strong>del</strong>l’amiloide<br />

Natura fisica: fibrille non ramificate di lunghezza variabile e diametro ~ 10 nm e<br />

conformazione a β foglietti incrociati.<br />

Natura chimica: fibrille proteiche, 95%; Componente sierica P e altre<br />

glicoproteine, 5% .<br />

Le tre più frequenti forme di amiloide sono:<br />

(1) Amiloide AL (catena leggera di amiloide), contiene catene leggere di Ig o loro<br />

frammenti, prodotta da PC in associazione a proliferazione monoclonale.<br />

(2) Amiloide AA (amiloide-associata), singola proteina non Ig di 76 aa, deriva da un<br />

precursore sierico sintetizzato dal fegato (SAA, serum-associated amyloid) che<br />

circola in associazione a lipoproteine.<br />

(3) Amiloide Aβ, riscontrata nelle lesioni cerebrali <strong>del</strong>l’Alzheimer (deriva da una<br />

glicoproteina transmembrana)<br />

Altre proteine che è possibile trovare nei depositi di amiloide<br />

* Transtiretina (TRR), proteina plasmatica che lega e trasporta tiroxina e retinolo;<br />

la forma riscontrata nell’amiloide ha mutazioni.<br />

* β-microglobulina, normale proteina plasmatica, e componente MHC classe I;<br />

riscontrata nell’<strong>amiloidosi</strong> di Px in dialisi a lungo termine.


1. Amiloidosi sistemica (coinvolge diversi organi e apparati)<br />

1.1. Amiloidosi primaria (associata a specifiche malattie di cellule immunitarie)<br />

Amiloidosi AL, appare nel 10% di Px con mieloma multiplo; nei casi restanti si<br />

riscontra un lieve aumento <strong>del</strong>le PC midollari.<br />

1.2. Amiloidosi secondaria (complicazione di una patologia cronica,<br />

infiammatoria o degenerativa)<br />

Amiloidosi AA, secondaria a patologie infiammatorie (artrite reumatoide, m. di<br />

Crohn, tubercolosi).<br />

2. Amiloidosi localizzata<br />

Classificazione <strong>del</strong>l’<strong>amiloidosi</strong><br />

(combinata biochimico-clinica)<br />

2.1. <strong>amiloidosi</strong> endocrina (tumori <strong>del</strong>la tiroide, pancreas, surrene)<br />

2.2. <strong>amiloidosi</strong> senile (principalmente a localizzazione cardiaca)


Meccanismi patogenetici <strong>del</strong>l’<strong>amiloidosi</strong><br />

L’<strong>amiloidosi</strong> consiste in un anomalo assemblaggio di proteine,<br />

depositate in forma fibrillare negli spazi extracellulari.<br />

Ci sono due principali categorie di proteine che si assemblano in<br />

sostanza amiloide:<br />

1) Proteine normali, capaci intrinsecamente di assemblarsi in<br />

fibrille, prodotte in eccesso.<br />

2) Proteine mutate, strutturalmente inclini ad aggregarsi.<br />

Normalmente le proteine che presentano anomalie di<br />

assemblaggio sono degradate dal <strong>sistema</strong> proteasomico<br />

(all’interno <strong>del</strong>le cellule), e dai macrofagi (all’esterno <strong>del</strong>le<br />

cellule). Apparentemente, nell’<strong>amiloidosi</strong>, i meccanismi di<br />

controllo non funzionano in modo adeguato.


Possibile patogenesi <strong>del</strong>le principali forme di amiloide


Caratteristiche patologiche<br />

In generale, gli organi coinvolti si presentano aumentati di volume e<br />

più consistenti.<br />

Rene: depositi glomerulari, interstiziali, e vascolari; col tempo, tutto<br />

il lume glomerulare è coinvolto (clinica: proteinuria e sindrome<br />

nefrosica).<br />

Milza: depositi follicolari, oppure sinusoidale.<br />

Fegato: spazio di Disse, poi sinusoidi e cellule di Kupffer.<br />

Cuore: focolai intramiocardici e subendocardici (clinica: disturbi <strong>del</strong>la<br />

conduzione).

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