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La Spada che canta

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quel <strong>che</strong> riguarda il sonno, non sono in condizioni di sentire niente.<br />

Stavo andando a cercare un angolo tranquillo dove la fuliggine e il<br />

sudiciume non possano fare molto danno, e poi collasserò e<br />

scivolerò in uno stato comatoso.»<br />

Luceia premette il viso nell'incavo del mio collo e inspirò<br />

profondamente. «In effetti puzzi di fumo.» Mi allontanò e mi sorrise.<br />

«So <strong>che</strong> non vuoi sentirtelo dire, ma dormiresti molto meglio dopo<br />

un buon bagno e un massaggio. So <strong>che</strong> sembra troppo faticoso, ma<br />

la vita ti apparirà migliore con un po' di vapore e di olio profumato e<br />

un vigoroso massaggio. Non credi?»<br />

Annuii, strofinandomi gli occhi con il palmo delle mani. «Bene,<br />

cara» mormorai. «Hai ragione, come sempre. Vado, vado.»<br />

Non ricordo di essere entrato nel bagno, né di essermi svestito,<br />

ma ricordo di avere attraversato il tepidarium, di essermi versato<br />

addosso dell'acqua tiepida per togliere un po' della fuliggine <strong>che</strong> mi<br />

ricopriva, e poi di essere entrato nella stanza del vapore dove, per il<br />

quarto d'ora successivo, rimasi a godere del calore intenso, sentendo<br />

<strong>che</strong> lo sporco e il sudiciume venivano lavati via dai rivoli naturali<br />

del mio sudore. Terminai con una serie di tuffi nella piscina calda e<br />

in quella fredda prima di arrendermi e di sdraiarmi a faccia in giù<br />

sul plinto del massaggiatore, rimpiangendo la sua assenza e<br />

immaginando come si sarebbe messo all'opera senza pietà sul mio<br />

corpo bistrattato.<br />

Ma sapevo <strong>che</strong> era stato a spegnere l'incendio come tutti gli altri<br />

e <strong>che</strong> adesso dormiva.<br />

Avrei potuto farlo chiamare - per un momento ci pensai - ma<br />

alla fine non ebbi il coraggio di disturbare il suo riposo.<br />

Mi appisolai e mi risvegliai afflitto dalla scomodità del plinto.<br />

Mi sentivo più pulito e presentabile, ma ero stanco morto; andai in<br />

camera. Luceia non era ancora a letto, ma la piccola malata, Dora, la<br />

nostra bambina di quattro anni, era nel nostro letto, tranquillamente<br />

addormentata, con il pollice infilato nella boccuccia.

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