La Spada che canta

Potrebbero essere contadini che hanno perso le loro fattorie, o
abitanti di villaggi le cui case sono state distrutte, chi può saperlo?»
«Per il Cristo vivente! Se sono dei disertori li crocifiggerò uno
per uno, vivi o morti!»
«Oppure potrebbero essere venuti giù da nord-ovest, attraverso
le colline, dall'estuario, ma è molto improbabile. Quello è il territorio
di Ullic, e i suoi uomini sorvegliano le coste come aquile. Non riesco
a immaginarli attraversare non visti il territorio di Ullic, anche se in
gran parte è sottobosco, e zone boscose.»
«Bene, lo sapremo entro poche ore.» Avevamo raggiunto il
pascolo in cima alle colline e vedevamo le rovine bruciare nella valle
sotto di noi. In cupo silenzio guardammo la scena avvolta in spire di
fumo.
«Sulla ha detto di tenere la destra e di seguire la linea degli
alberi.» Pico fece girare il cavallo e ci guidò lungo la collina finché la
linea degli alberi sbucò dal buio davanti a noi, coprendo alla vista la
fattoria in fiamme.
Il fumo era pesante adesso, oleoso e acido. Mentre cavalcavamo
lungo la linea degli alberi ogni uomo nelle nostre file cominciò a
prepararsi per quello che ci attendeva. Stavamo avvicinandoci alla
battaglia. Meno di un'ora dopo avevamo doppiato la fila degli alberi
e ci trovavamo in campo aperto. Ci eravamo liberati del fumo, e gli
edifici bruciavano ora alla nostra destra. Pico ci condusse all'aperto,
proprio a fianco della villa che bruciava, ordinò di fermarci e chiamò
di nuovo il suo uomo.
«Di' agli uomini di smontare e di sgranchirsi le gambe. Che
abbeverino i cavalli. Tra meno di un'ora albeggerà. Allora
attaccheremo. Non voglio sentire nessun rumore. Che nessuno parli.
Quella gente potrebbe avere delle sentinelle, perciò non dobbiamo
correre rischi. Chiaro? Spargi la voce e poi torna da me.»
Nel saluto l'armilla d'argento dell'uomo picchiò contro la