La Spada che canta

come un gladio. Sono troppo dannatamente lunghe. Se arrivi a
distanza di gladio da un nemico con una di queste in mano, sei un
uomo morto. Ti ritrovi tagliato in due prima di poter tirare indietro
il braccio tanto da difenderti, figuriamoci attaccare.»
Feci per parlare, ma lui proseguì, bloccandomi. «Oh, so cosa stai
per dire. È una spada da cavalleria, non è fatta per un uomo a piedi.
Questo è vero, finché sei a cavallo. Ma cosa succede se cadi? O se il
tuo cavallo viene ammazzato e ti ritrovi appiedato?»
Ammutolii.
«E non è ancora il peggio.» Alzò il braccio bendato. «Questo è il
peggio di tutto. Almeno il peggio che ho scoperto finora. Come
pensi che me lo sia procurato? Riesci a indovinarlo?» Scossi la testa.
«Bene, non te lo dico, te lo faccio vedere. Aspetta qui.» Tornò nella
forgia e ne uscì portando un grembiule di pelle. «Ecco, reggine un
lato. È un grembiule vecchio.» Lo ressi e lui lo tagliò a metà nel
senso della lunghezza.
«Adesso arrotolatelo intorno al braccio con cui combatti.» Lo
arrotolai quattro volte e lui lo legò con due lacci per tenerlo fermo.
Poi fece segno con la testa verso il fantoccio. «Adesso fammi vedere
le mosse base, parata e fendente. Dovrai stare lontano dal fantoccio.»
Indietreggiai ed eseguii la manovra base. Dovetti estendere il
braccio completamente per portarla a termine, e ne trassi una
sensazione di totale stranezza.
«Capisci quello che intendo? Tutto il tuo equilibrio deve essere
diverso. Non puoi menare un fendente con questa cosa, e non puoi
neanche tentare la stoccata del corpo a corpo. È impossibile. Devi
brandirla con il braccio teso, e l'arco della lama è quattro volte più
lungo di quello del gladio.»
Guardavo la spada meravigliato. «Equo,» gli dissi, «ma è
splendido! È proprio quello che stavamo cercando. La forza di
rotazione di quest'arma è incredibile!»