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Ottobre 2011 - n. 52 - Mir i Dobro

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6<br />

Medjugorje - Pellegrinaggi<br />

della grazia e dell’ a mo -<br />

re, sono guidati da Dio<br />

ed allora ogni situazione<br />

negativa viene superata.<br />

Tutti noi dobbiamo guardare verso Cristo,<br />

verso i suoi atti. Nei Vangeli leggiamo ciò<br />

che lui ha fatto: non giudicava, non rimproverava,<br />

non attaccava, non portava buio tra<br />

la gente, disperazione, negatività, anzi,<br />

bastava solo un suo sguardo, una stretta di<br />

mano “una parola sola ed io sarò guarito”,<br />

come recitiamo nella Santa Messa. E’ proprio<br />

questo che ci serve oggi, la forza di<br />

superare la negatività che ci circonda sempre<br />

di più ed a cui la gente non riesce ad<br />

opporsi.<br />

Cari amici, giovani, oggi si parla molto<br />

spesso anche di Chiesa e di nuova evange-<br />

Vi siete radunati, da tutte<br />

le parti del mondo<br />

lizzazione, dei metodi di evangelizzazione e della loro attuazione: in questi giorni ne avete sentito parlare anche a<br />

Medjugorje. Adesso vorrei dirvi che siete voi la nuova evangelizzazione della Chiesa, siete venuti qui a saziarvi<br />

spiritualmente per poter tornare alle vostre case, portando Cristo ai vostri cari, nelle vostre famiglie, scuole,<br />

uffici ed ai vostri amici. In tal modo tutti voi evangelizzate, portate Cristo, lo predicate, portate il Vangelo, la<br />

buona novella appena annunciata. Adesso mi viene in mente un esempio della vita di S. Francesco D’Assisi, il quale<br />

una volta chiamò un suo frate per andare insieme a predicare ad Assisi. Tornati a casa, quel frate disse a<br />

S. Francesco: “Tu mi hai detto che andavamo a predicare, ma noi abbiamo solo fatto una passeggiata per Assisi.”<br />

San Francesco lo guardò, gli sorrise, e gli disse: “Abbiamo fatto tutto”. Nella vita di S. Francesco questo si chiama<br />

predicazione senza parole. E’ la stessa cosa che io dico oggi a voi, il solo vostro arrivo a Medjugorje, in questa<br />

scuola di evangelizzazione della Chiesa, è la predica più grande mai pronunciata. Non è una predica che si<br />

ascolta, ma che si incide nel cuore e nell’anima di ogni uomo. Chi può contare tutti i frutti divini qui presenti?<br />

Quando tornate a casa, e quando parlerete di questo incontro con il cuore ripieno di gioia e d’amore, sarà la predica<br />

migliore mai detta. Quanti giovani, che prima di voi sono stati qui, hanno detto che c’era qualche cosa che li faceva<br />

ritornare sempre in questo posto! Chi è, cos’è questa forza? E’ una forza grande, la forza dello Spirito Santo.<br />

Venendo qui, quei giovani indicano subito, nella loro agenda, questa data perché, nonostante il caldo, vogliono ritornare<br />

per guarire le loro ferite, liberarsi dei loro problemi e difficoltà. Per questo vorrei dire, insieme a voi, quello<br />

che ha detto Giovanni Paolo II, che: “Maria è nostra Madre, l’alba della nuova evangelizzazione”. Cari amici, giovani,<br />

parlando di tutto questo e parlando di questo tema, mi viene in mente S. Giovanni Maria Vianney, un sacerdote<br />

dalle capacità intellettuali umili. Quando il Vescovo lo mandò in un piccolo paese, Ars, gli disse: “Vada ad Ars,<br />

non troverà tanto amore per Dio. Lo porti lei!”. Lui partì consapevole dei propri limiti e mise tutta la sua confidenza<br />

nella provvidenza divina. Passava ore ed ore nella preghiera solitaria davanti al Santissimo, digiunava, faceva<br />

sacrifici e presentava se stesso a Dio per la conversione e crescita spirituale della propria parrocchia. Ed il miracolo<br />

finalmente accadde: Ars si sollevò dal languore spirituale e iniziò a vivere la fedeltà a Dio. Radunati qui questa<br />

sera, insieme a voi, mi domando: “Quante persone qui, hanno sentito quella chiamata come S. Giovanni Maria<br />

Vianney?”. Sono tanti che, a Medjugorje, hanno sentito la chiamata di Dio ed hanno incominciato a seguire il<br />

Signore. Come non ringraziare tanti sacerdoti, che vi hanno accompagnato in questo luogo, li vediamo adesso<br />

qui, davanti all’altare. Forse, vi hanno anche portato a forza, per farvi convertire, hanno fatto tanti sacrifici d’amore,<br />

tante prediche, tanti sacramenti, tante lezioni di religione. Hai mai ringraziato il tuo sacerdote o parroco per tutto<br />

quello che fa per te, per la tua famiglia o la tua comunità? Ti sei mai mostrato disponibile verso il tuo sacerdote per<br />

dargli una mano? Adesso, in questo momento, ti invito: sii tu l’aiuto, sii un uomo di gratitudine, sii una persona positiva,<br />

così che anche tu diventi un costruttore della Chiesa di Dio e non un distruttore perché fai parte di essa. Perciò<br />

non distruggere quello che senti adesso, quello che vivi, quello che ricevi per grazia di Dio, non buttarlo, ma<br />

custodiscilo come una perla preziosa. E non solo. Non sarebbe bene trattenerlo solo per sé, sarebbe un atto egoistico,<br />

condividilo con gli altri, condividilo come il pane che si spezza sull’altare e si divide con gli altri, come il pane<br />

che Gesù ha moltiplicato, tutti si sono saziati e ne è anche rimasto. Quante volte abbiamo sentito persone che, tornate<br />

da Medjugorje, hanno detto di sentirsi rinnovate, piene di gioia, saziate, rinforzate: è la forza della grazia

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