OFTALMOLOGIA DOMANI n. 1/2013 - Jaka Congressi Srl
OFTALMOLOGIA DOMANI n. 1/2013 - Jaka Congressi Srl
OFTALMOLOGIA DOMANI n. 1/2013 - Jaka Congressi Srl
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Sanità dimenticata<br />
Si sono appena svolte le elezioni nazionali per il rinnovo delle Camere e, in alcune<br />
importanti Regioni come Lombardia e Lazio, per la nomina del Governatore e del<br />
parlamentino regionale. Le elezioni sono state precedute da una delle più<br />
frenetiche e squinternate campagne elettorali da quando esiste la Repubblica Italiana<br />
(secondo il Corriere della Sera, la peggiore). Forse solo nel ’53, quando la Democrazia<br />
Cristiana cercò di far passare la famosa “Legge truffa” (una modifica maggioritaria della<br />
legge proporzionale prima vigente), furono messi in campo altrettanto livore,<br />
aggressività e accuse personali, bilanciati da altrettanta pochezza di contenuti, come<br />
quelli dei quali siamo stati spettatori.<br />
I risultati sono noti a tutti, e non è compito della nostra Rivista occuparsene, se non<br />
per la parte che riguarda precipuamente la salute. In realtà, ogni stormir di fronde in<br />
qualunque settore toccato della politica finisce per riverberarsi , prima o poi, tanto o<br />
poco, nella gestione della sanità italiana pubblica e privata; però, se volessimo<br />
correttamente analizzarle, le cose si farebbero troppo complicate e sicuramente ci<br />
vorrebbe qualcuno più qualificato di me per svolgere adeguatamente questo compito.<br />
Tuttavia, chiarito bene il mio ruolo e indossati doverosamente gli umili panni<br />
dell’operaio dell’informazione mediante carta stampata, una cosa va subito detta: non<br />
ricordo una campagna elettorale in cui si sia parlato così poco di sanità. La cosa è di per<br />
sé stupefacente, ma lo diventa ancor più quando si pone mente locale al fatto che ormai<br />
un’ampia fetta del bilancio nazionale, circa il 15%, è spesa per mandare avanti il<br />
carrozzone del SSN. Per avere un’idea dell’entità dell’impegno, basta ricordare che per la<br />
Difesa la spesa in percentuale arriva a malapena al 3% (ed è una voce totalmente a<br />
carico dello Stato, che non ha risentito del federalismo regionalista). Questa fetta<br />
diventa addirittura enorme a livello Regionale ove, a causa del trasferimento di gran<br />
parte delle competenze a suo tempo espletate dallo Stato, la fetta di risorse prelevate<br />
sotto forma di tasse dalle tasche dei cittadini è per il 70-75% utilizzata per garantire la<br />
salute della popolazione.<br />
Sarebbe stato quindi logico attendersi che la Sanità fosse usata come cavallo di<br />
battaglia, come arma “assoluta” da parte dei diversi schieramenti per mostrare la<br />
propria intelligenza politica e far valere la bontà delle rispettive proposte. Seppure con<br />
qualche difficoltà partigiana, va dato atto all’On. Bindi che, quando a suo tempo prima<br />
cominciò ad interessarsi di sanità, poi convinse l’allora Presidente del Consiglio ad<br />
affidargliela, il livello di attenzione, di studio, di elaborazione concettuale, di proposte<br />
per quello che riguarda la salute raggiunse il suo apice nella storia della Repubblica.<br />
Forse non molti lo ricordano, ma la Bindi stessa dichiarò apertamente che, essendo lei<br />
rappresentante di un piccolo partito, i Popolari, avrebbe utilizzato la “presa di potere”<br />
in ambito sanitario come il grimaldello per condizionare e indirizzare tutte le scelte<br />
politiche dei partiti maggiori. E così fece; se poi magari le ambizioni erano troppe<br />
rispetto a quanto fu ottenuto, sicuramente non si può dire che la Rosina non ce la mise<br />
tutta: intelligenza, dedizione, una fenomenale capacità lavorativa, furbizia politica.<br />
Riconosciuto il giusto merito al “nemico”, va poi altrettanto correttamente ricordato<br />
che l’astuta intuizione iniziale, quando fu tradotta in pratica, venne stravolta dal<br />
condizionamento ideologico catto-comunista e dalla protervia caratteriale della pulzella<br />
di Sinalunga. Se non si fosse svegliata tutte le mattine con in testa il chiodo fisso “Oggi a<br />
chi fotto io?”, la Bindi sarebbe certamente stata uno di maggiori statisti italiani.<br />
di Costantino<br />
Bianchi<br />
oftalmologiadomani - N. 1 - Anno <strong>2013</strong><br />
e d i t o r i a l e<br />
5