Scuola secondaria di primo grado - Narrativa
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Era il 19 luglio 1849.<br />
«È una cosa, Siro, cui devi rime<strong>di</strong>are. Non puoi andare<br />
avanti così. Ci devi mettere una pezza, insomma.<br />
Non s’è mai visto, qui, un ragazzo che...» Lo zio sollevò<br />
la lepre tenendola per le zampe e fischiò tra i denti:<br />
«Perbacco, che bestione!», ridacchiò. «Quando la vedranno,<br />
giù al paese, ci resteranno <strong>di</strong> stucco!» Appese<br />
la preda alla cintura, e riprendendo il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> prima<br />
seguitò: «...un ragazzo che non gli importa niente della<br />
caccia. Mai visto. Conta<strong>di</strong>no e cacciatore, è la stessa cosa.<br />
Specialmente in montagna. Mettici una pezza, prima<br />
che comincino a prenderti in giro».<br />
Siro si strinse nelle spalle. «Non mi va, zio», rispose.<br />
«Non ti va? È un <strong>di</strong>scorso, questo? Se non ti va,<br />
devi fartela andare, caro mio. È la regola.»<br />
S’erano avviati verso la casa lontana. Era un giorno<br />
tiepido, bigio e senza vento; c’era stata una gran stellata,<br />
a notte; ma ora una nebbia fitta, dopo aver riempito le<br />
valli, saliva lenta a cancellare montagna dopo montagna.<br />
Il silenzio era assoluto. Era una strana estate, quella; o<br />
forse, l’autunno era arrivato prima del tempo.<br />
«...Però, mica tutti vanno a caccia», mormorò dopo<br />
un po’ Siro.<br />
«Ah, se è per questo, le donne non vanno a caccia,<br />
e certi preti nemmeno. Quello che abbiamo adesso,<br />
don Nicola, per esempio, no. Ma don Antonio – quello<br />
<strong>di</strong> prima, eh! – era un cacciatore nato! La caccia,<br />
Siro, ce l’abbiamo nel sangue.»<br />
«Io...», cominciò il ragazzo; e non proseguì. Non<br />
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