Scarica la rivista - mondosalute

DOSSIER
Alcol
lo sballo
dei giovani
Adolescenti
in discoteca
Un sabato
pomeriggio
PAG.15
L’INTERVISTA
Gabriele Albertini:
“La mia terna di
nomi per
Palazzo Marino”
PAG.4
SALUTE
SOS glaucoma
PAG.21
PAGINE AZZURRE
Il coma è come
un black-out
PAG.22
SPORT
Golf per tutte
le tasche PAG.11
MUSICA
I fantasisti
del metrò PAG.14
w w w . m o n d o s a l u t e . i t
PERIODICO DI ATTUALITÀ CULTURA COSTUME POLITICA ECONOMIA E SPORT
ANNO II - N°4/GIUGNO 2005- SUPPLEMENTO AL N°3/2005 DI MONDOSALUTE - 1,00
25.000 copie
Dall’Osservatorio di Brera
La signora
delle stelle
RAPPORTO IRER
LOMBARDIA, UNA GENERAZIONE ALLO SPECCHIO
PAG.8
PAG.9

E D I TO R I A L E D I TO R I A L E D I TO R I A L E D I TO R I A L E D I TO R I A LE D I TO R I A L E
Fotografia della
Associazione Italiana Ospedalità Privata lombard a
Un sano sistema
c o m p e t i t i v o
Siamo ormai al quarto numero di
MondoSalute Lombardia e, forse un po’ in ri -
tardo, mi preme far sapere ai nostri lettori chi
siamo, chi l’Aiop (Associazione Italiana
Ospedalità Privata) rappresenta nella nostra
Regione.
L’Associazione tutela i diritti e le legittime aspettati -
ve della Istituzioni Sanitarie Private di ricovero, cu -
ra e riabilitazione, sviluppa la loro qualificazione, ne
sostiene la colloca -
zione e l’attività
nell’ambito del -
l ’ o rg a n i z z a z i o n e
sanitaria regiona -
le; tratta tutte le
problematiche del -
la categoria, ne po -
tenzia e valorizza
la funzione sanita -
ria e sociale, elabo -
ra e attua pro -
grammi, studi e in -
dagini in materia
sanitaria, favoren -
do in particolare il
diritto dei pazienti
di fruire prestazio -
ni sanitarie efficienti e qualificate.
Non credo che sia il caso di elencare tutte le funzioni e
gli obbiettivi della nostra Associazione che si sviluppa
in una Sede Nazionale, Sedi Regionali e delle
Province Autonome. A livello nazionale l’Aiop rap -
presenta 535 strutture sanitarie, al 91 per cento ac -
creditate col Ssn, cioè nelle quali il cittadino viene ri -
coverato senza esborso alcuno per le cure cui viene sot -
toposto, complessivamente per 57.471 posti letto. In
Lombardia l’Aiop conta 51 strutture, di cui 6 asso -
ciate dal primo maggio di quest’anno, per complessi -
vi 6.626 posti letto, suddivise in Istituzioni Sanitarie
Private e Centri di riabilitazione per complessivi
~ 1 ~
6.413 posti letto, al 90 per cento accreditate col
Servizio Sanitario Nazionale e 3 Rsa (Residenze
Sanitarie Assistenziali) con posti letto specificata -
mente impegnati nel sanitario.
Nell’ambito della Sanità di diritto privato opera
un’altra organizzazione, l’Aris (Associazione
Religiosa Istituti Socio-sanitari), alla quale fanno
capo Case di Cura, Irccs, Ospedali Classificati,
Centri di Riabilitazione e Rsa.
Complessivamente le due Associazioni danno lavoro
a oltre 25.000 dipendenti fra personale sanitario e
non sanitario.
A livello nazionale, fra le due Associazioni, unita -
mente alla Federanisap (Associazione che rappresen -
ta le strutture specialistiche) è stata di recente firma -
ta una “Dichiarazione di Intenti” con l’intendi -
mento di svolgere unitamente azione a tutela delle ca -
tegorie rappresentate, per la difesa dei principi ispi -
ratori del Servizio Sanitario Nazionale e della legi -
slazione vigente in materia di tutela della salute.
L’iniziativa, che troverà certamente una conferma
sui principi ispiratori e i metodi di lavoro nella no -
stra realtà regionale, anche in vista del compito riser -
vato al Governo nazionale e locale, riguarda:
- Universalità dei destinatari
- Uguaglianza, qualità e sicurezza delle prestazioni
- Centralità e libertà di scelta dei cittadini
- Pluralismo degli erogatori pubblici e privati in re -
gime di competizione regolata.
Un sano sistema competitivo, in equilibrio nel comu -
ne sforzo di rispondere sempre meglio ai bisogni del cit -
tadino-paziente.
Antonio Frova
Presidente Aiop Lombardia

DOSSIER
Giovani e alcol
p a g. 1 5
GIUGNO 2005
Sommario
INTERVISTA
Gabriele A l b e r t i n i
Il nuovo sindaco?
Ecco i miei nomi
Gabriele Vi s c o n t i 4
IL COMMENTO
Benvenuto assessore Cè
Gabriele Pelissero 1
LA STORIA
M a r i a , nonnina arzilla
90 anni a tutto gas
Laura Ferr a r i o 6
EVENTI
L’ O l t repo Pa v e s e
c e l e b ra la sua storia
C e s a re Curatolo 7
Perchè accade
ciò che accade
A n d rea Fro v a 7
PERSONAGGIO
Laura Maraschi
La signora delle stelle
Cristina Bassi 8
SOCIETÀ
L o m b a rd i a
Una generazione allo specchio
Paola D’Amico 9
KERMESSE
Estate all’insegna
del divertimento
Mattia Bern a rdo Bagnoli 1 0
SPORT/GOLF
Porte aperte a tutti
6° Trofeo A i o p
11
UNIVERSITÀ
La “ L i u c ” di Castellanza
Maddalena Castiglione 1 2
FORMAZIONE
Fo n t e r, istruzioni per l’uso
Maurizio Nacamulli 1 3
STORIE METROPOLITANE
I fantasisti del metrò
A n d rea Albanese 1 4
~ 3 ~
DOSSIER
Giovani e alcol
Visconti, Iacomino, D’Amico
D e l l ’ O rt o 1 5
CONSUMI E SALUTE
F r u t t a & v e rd u ra
Giusi Ganelli
La vetrina del risparmio
Dora Marr a ff a 1 8
SALUTE
Un bimbo per tutti
SOS glaucoma
Carlotta Cavaliere 2 0
PAGINE AZZURRE
Intervista a Paola Chiambre t t o
2 2
INFO SALUTE
P. E . T. / TAC
2 3
A TAVOLA
La mostard a
Rita Spagaro 2 4
RUBRICA VERDE
Il pomodoro
Michele Nichelatti 2 5
PAGINA TECH
2 7
VIAGGI
Tour in Sard e g n a
Tiziana Balzani 2 8
LIBRI
Intervista a Belfiore
Silvia Boccard i 2 9
ARTE E CULTURA
Gli anni ‘ 5 0
Pamela Dell’Ort o 3 0
GOSSIP
Le seduzioni di Valeria Marini
Gabriele Vi s c o n t i 3 1
BREVI
Appuntamenti e altro
3 2
PERIODICO DI AT T UALITÀ CULTURA COSTU-
M E POLITICA ECONOMIA E SPORT
Anno II - n. 4 - Giugno 2005
supplemento al n.3/2005
di Mondosalute
Editore SEOP s . r. l .
D i r e t t o r e
Emmanuel Miraglia
Direttore Responsabile
Alfio Spadaro
Comitato di Direzione
Antonio Frova, Gabriele Pelissero,
Dario Beretta, Ermanno Ripamonti
C o o r d i n a t o r e
Paola D’Amico
Segreteria di redazione
Elisabetta Resnati, Antonella Tu c c i a
hanno collaborato:
Andrea Albanese, Tiziana Balzani,
Cristina Bassi,
Mattia Bernardo Bagnoli,
Monica Bertoni, Silvia Boccardi,
Carlotta Cavaliere, Luciana Cavaliere
Maddalena Castiglione, Cesare
Curatolo, Pamela Dell’Orto,
Laura Ferrario, Andrea Frova,
Antonio Frova, Giusi Ganelli,
Giacomo Iacomino, Dora Marraff a ,
Maurizio Nacamulli, Michele Nichelat
Gabriele Pelissero, Rita Spangaro,
Gabriele Visconti
S t a m p a
Grafiche Moretti
Stefano Celli
Grafica e impaginazione
Andrea A l b a n e s e
F o t o
Archivio A I O P, Newpress,
i s t o c k p h o t o . c o m
Vi g n e t t e
Guido Rognoni
P u b b l i c i t à
S E O P
25.000 Tiratura
20.000 Case di Cura A I O P
1.000 edicole
4.000 abbonamento postale
Autorizzazione Tribunale di Roma
n. 533 23/12/2003
Direzione e amministrazione
20124 Milano - Viale Restelli 7
tel 02-6682000 - fax 02-668611 8
e-mail:
s e g r e t e r i a . m i @ a i o p l o m b a r d i a . i t

L’ I N T E RV I S TA
A TU PER TU CON GABRIELE A L B E R T I N I
Il nuovo sindaco?
Ecco i miei nomi
Il primo cittadino di Milano racconta la sua avventura e suggerisce
una terna di nomi per la poltrona di Palazzo Marino:
Fedele Confalonieri, Letizia Moratti e Carlo Sangalli
D I GABRIELE VISCONTI
Lei è il sindaco più votato dai milanesi.
Dopo due legislature dovrà cedere
la poltrona, e già circolano indiscrezioni
su ipotetici candidati: cosa deve
avere il futuro sindaco di Milano per ottenere
gli stessi consensi che ha avuto lei?
“Non so quali requisiti debba avere il futuro
sindaco e neppure se ciò che ha determinato
la mia vittoria possa, un domani, condurre
anche alla sua. Comunque più che tratteggiare
il profilo del candidato mi sembra utile
dare indicazioni precise ai milanesi. Per questo
suggerisco una terna di nomi: Fedele
Confalonieri, Letizia Moratti e Carlo
Sangalli”.
In questi anni ha fatto molto per la città,
ma se oggi avesse a disposizione una bacchetta
magica cosa cambierebbe? E il progetto
che la inorgoglisce di più?
“Vorrei che all’atto di essere eletto per la prima
volta sindaco mi fosse stato concesso di
trovare una città senza delle vistose lacune.
Abbiamo dovuto fare enormi sforzi per rientrare
nella normalità di quella che potremmo
definire una buona amministrazione…bilanci
in attivo delle municipalizzate, concludere
dopo decenni di attesa il cantiere del
passante ferroviario, realizzare i tre depuratori
delle acque ecc. Sono tutte opere di ampio
respiro, capaci di inorgoglire chiunque,
ma per lusingare il mio amor proprio forse bisogna
arrivare alla ristrutturazione della
Scala. Stava per essere dichiarato inagibile ed
ora è diventato di nuovo il teatro più importante
del mondo. Anche Milano sembrava
una metropoli in declino, senza sogni, priva
di un valido progetto urbanistico. Le aree abbandonate
dall’industria si estendevano per
otto milioni di metri quadrati. Li abbiamo re-
cuperati tutti creando una città policentrica
con nuovi quartieri residenziali come a
Montecity-Rogoredo, con nuovi poli universitari
come alla Bicocca dove è stato costruito
anche il teatro degli Arcimboldi, con
la futura città della moda come a Garibaldi-
Repubblica, con nuovi grattacieli e parchi
come alla vecchia Fiera. E non ci si è limitati
al perimetro urbano perché anche a Rho-
Pero abbiamo già inaugurato un nuovo polo
espositivo che è il più grande d’Europa”.
Milano con la sua area metropolitana
rappresenta la più grossa espressione del
modello lombardo della sanità, con una
grandissima presenza di aziende
sanitarie private di assoluto
prestigio. Cosa pensa di questo
esempio di imprenditoria e di
Usando un’espressione
oggi in gran voga,
possiamo dire che la collaborazionepubblico-privato
è un’altra eccellenza
di Milano. Senza questo
binomio probabilmente
la città non sarebbe riuscita
a varare i molti progetti
che ora le hanno fatto guadagnare
il primo posto in
vari campi.
“
”
~ 4 ~
capitali privati al servizio del pubblico
nella sua città?
“Usando un’espressione oggi in gran voga,
possiamo dire che la collaborazione pubblico-privato
è un’altra eccellenza di Milano.
Senza questo binomio probabilmente la
città non sarebbe riuscita a varare i molti
progetti che ora le hanno fatto guadagnare
il primo posto in vari campi. Non avremmo
attratto capitali stranieri e i grandi architetti
di fama internazionale avrebbero con
ogni probabilità disertato i bandi di concorso
lanciati dall’Amministrazione per
creare la nuova identità di Milano. Il
project-financing insomma è il marchio

d’autore che distingue le nostre strategie”.
Pensa che il Comune, che oggi è fuori dai
giochi, debba invece avere un ruolo crescente
anche nelle dinamiche sanitarie?
“Da un punto di vista strettamente egoistico
posso solo dirle che per il Comune sarebbe
stato molto impegnativo dover affrontare
anche queste dinamiche. Mi domando poi se
sarebbe stato utile visto che la Regione ha
svolto il proprio compito con estrema capacità”.
Milano è una metropoli fra le più importanti
del mondo, ma la gente si lamenta
perché troppo cara, cosa ha fatto la sua
giunta per calmierare i prezzi?
“Molti lamentano, non a torto, che Milano
sia cara. Purtroppo il lievitare dei prezzi viene
determinato dalle leggi di mercato. Non
ci sono flussi migratori verso il Polesine o
l’Aspromonte che pure hanno prezzi molto
abbordabili. E Tokio che è una delle metropoli
più popolose del globo salassa le tasche
dei suoi cittadini. Milano cerca di farsi perdonare
offrendo maggiori opportunità di la-
voro, maggiori servizi, maggiore afflato europeo
e, non ultima, una migliore qualità
della vita”.
Smog e traffico sono i problemi che attanagliano
la città, qual è la sua ricetta?
“Sono senz’altro i problemi di qualunque
metropoli in forte espansione e per i quali,
bisogna pur dirlo ogni tanto, Milano ha già
t rovato soluzioni abbastanza eff i c a c i .
Tant’è vero che tutti i principali inquinanti
dell’aria hanno registrato un calo eccezion
fatta per l’ozono. La flotta Atm è ormai del
tutto costituita da veicoli in sintonia con le
norme europee. Il 71 per cento degli stabili
comunali è riscaldato a metano mentre per
il resto vengono usati combustibili “puliti”.
Per scoraggiare il traffico privato sono state
create le zone pedonali, le isole ambientali,
la sosta regolamentata e le corsie preferenziali.
Soprattutto abbiamo costruito parcheggi
residenziali, a rotazione e d’interscambio
che, in totale, offrono una disponibilità
di 62.000 posti auto. Il nuovo quart
i e re residenziale “Santa Giulia” di
Montecity-Rogoredo avrà parcheggi sotterranei
per altre 22.000 macchine.
All’interno della terza cerchia (circonvallazione
esterna) il flusso di veicoli è stato ridotto
del 13 per cento”.
L'affaire Scala tiene banco da settimane,
al di là delle polemiche, trionferà la musica
o saranno i sindacati ad avere la meglio?
“Non penso che la gente vada al teatro per
assistere a vertenze sindacali né per udire il
clamore delle proteste. Alla fine il trionfo
viene tributato alla musica, alla
lirica, al balletto e anche ai testi.
Vale sempre la pena riascoltare
quelli, bellissimi, scritti da
Shakespeare nella commedia
“Tanto rumore per nulla”.
Lei è un imprenditore che si
è convertito alla politica con
successo, è sindaco ed europarlamentare,
ha ancora un
sogno nel cassetto?
“Ora come ora l’ambizione
che ho non riguarda tanto il chi
ma il come. Mi spiego meglio.
Vorrei che riprendesse vigore un certo
pragmatismo, un certo modo di fare politica
basato non tanto sulla demagogia quanto
sulla concretezza. Vorrei insomma che il
“modello Milano” riuscisse a espandersi anche
al di fuori della Lombardia. Se, con un
alto numero di voti, sono stato eletto prima
sindaco e poi europarlamentare significa
che non sono l’unico a pensarla in questa
maniera. Non mi sembra giusto allora che
clientelismo, burocrazia e rassegnazione
tornino ad essere la base sulla quale costruire
il nostro paese”.
~ 5 ~
IL COMMENTO
B e n v e n u t o
A s s e s s o re Cè
D I GABRIELE PELISSERO
La sanità rappresenta
sicuramente la più importante
funzione assegnata
alle Regioni, e
inevitabilmente le elezioni
regionali rappresentano
un grande sondaggio
di opinioni sul
suo funzionamento e
sul gradimento dei citt
a d i n i .
In questo senso il sistema sanitario lombardo,
e la politica di riforma sviluppata dalla maggioranza
che guida la Regione da dieci anni,
superano il test con un ottimo risultato.I lombardi
approvano i loro Ospedali e le loro A S L ,
e la qualità del sistema rilevata dagli addetti
ai lavori trova conferma nel giudizio degli
u t e n t i .
Complimenti al Presidente Fo r m i g o n i , a l l a
sua maggioranza e al nuovo A s s e s s o r e
Alessandro Cè, e l’onore delle armi allo sfidante
Sarfatti e alla sua coalizione per una
campagna elettorale civile e composta.
La nostra impressione da semplici cittadini è
di una classe politica lombarda degna di una
grande Regione moderna ed europea.
Mentre si prepara la nuova legislatura,ci permettiamo
un piccolo contributo di riflessione
ai nuovi organismi regionali.
Primo punto: i pilastri del modello di Sanità
Lombarda hanno retto molto bene in questi
a n n i . Autonomia e responsabilità degli osped
a l i , il mix pubblico-priva t o, libertà di scelta
del cittadino,modernizzazione e ricerca della
più alta qualità delle cure, sono altrettanti
aspetti vincenti.
Possono essere migliorati, o v v i a m e n t e, m a
nel senso di un potenziamento e una convinta
riaffermazione.
Proseguiamo su questa strada!
Secondo punto: la rete Ospedaliera della
Lombardia è ormai un grande “distretto sanit
a r i o ” di eccellenza che cura malati di tutte le
regioni italiane e sempre più malati provenienti
da altri paesi.Questo è un grande va l ore
di solidarietà, ma anche un grande va l o r e
e c o n o m i c o.
È lavoro e ricerca per una Regione che vincerà
la sfida del futuro producendo e vendendo
sempre più i servizi alla persona,dalle telecomunicazioni
alla sanità e offrendoli ai cittadini
di tutta l’Unione Europea con credibilità e
capacità competitive.
Detto questo,buon lavoro!

LA STO R I A
Luigia Buscone, classe 1916, racconta gioie e
dolori: dagli anni della scuola al matrimonio
e dà il suo elisir di lunga vita
M a r i a , nonnina arzilla
90 anni a tutto g a s
D I LAURA FERRARIO
Sono nella cucina
di Maria Luigia
Buscone a Ponti,
piccola frazione di Brallo
di Pregola, comune
dell’Appennino in provincia
di Pavia. La donna
è seduta accanto alla sua
stufa di ghisa che sprigiona un tepore accogliente
e, mentre parla, non perde tempo e
continua a sferruzzare i calzettoni per i figli.
Ci racconti la sua vita.
“Sono nata a Ponti il 5 marzo 1916; mia
mamma si chiamava Santina Rettani e lavorava
in casa e coltivava la terra, mio papà si
chiamava Antonio Buscone e durante l’estate
faceva l’agricoltore e in inverno preparava
le ghiacciaie in pianura. Io sono la maggiore
poi è nata Domenica e ultimo Giovanni.”
C’era la scuola a Ponti?
“La scuola elementare era a Corbesassi, altra
frazione di Brallo, e sono andata fino alla
quinta. Ci si alzava presto e si portavano le
mucche al pascolo sul monte Lesima e alle nove
si correva a scuola, suonava la campana,
p e rché iniziava la lezione
e si stava fino alle dodici.
Nel pomeriggio si torn ava
a lavorare nei campi e
poi si andava a ripre n d ere
le mucche. Andavamo
tutti insieme con i bambini
delle altre famiglie e
ci divertivamo. Quando
nevicava si faceva la strada,
uno per famiglia,
schiacciando la neve con
i piedi la calà giù fino al
paese di Lama e su fino al
paese di Corbesassi per
f a re il passaggio per il postino
che saliva a piedi dal
paese di Lama. Ci voleva
mezza giornata. Quelli
di Corbesassi aprivano il
passaggio fino al Brallo.”
A quanti anni è andata via dal paese
per lavorare?
“A undici anni e fino ai diciotto ho lavorato
a Binasco e Conigo a servizio
e aiuto in campagna. Mi ricordo che
lavavo i sacchi del concime nella roggia ru -
sa. In primavera andavo a mondare il riso
con i padroni. A piedi nudi nelle risaie a trapiantare
il riso dalle quattro di mattina fino
a mezzogiorno, poi ricominciavamo dalle
due fino alle otto di sera. Dormivamo tutte
in uno stanzone con dei lenzuoli sulla paglia.
La sera in compagnia si cantava e si giocava.”
Come ha conosciuto suo marito?
“Allora i matrimoni erano combinati dalle
famiglie. Giacomo Benedini Iacmon è venuto
a prendermi per sposarmi in maggio.
È stato un bel matrimonio! Mi sono sposata
lo stesso giorno di mia cognata nella
Chiesa di Corbesassi e mi ricordo che avevo
un vestito azzurro bellissimo. Si è fatto il
pranzo in casa e si ballava dappertutto.
C’erano i pifferi e l’armonica, è stata una
grande festa, tutto il paese era invitato.
Allora c’era il prete a Corbesassi e ogni fa-
Tiziano Guarato
Carbonaia
~ 6 ~
miglia, tutti gli
anni, gli portava
un viaggio
di legna e una
dose di grano.”
E i figli?
“ Q u a t t r o :
Pierino del ‘37,
Angelo del ‘39,
S e v e re del ‘40 e
Rosanna del
‘42. Ho cinque
nipoti e tre pronipoti.
Anche
da sposata sono
andata a fare
la mondina e i
figli i fantili teneva
mio marito
e la nonna.
Quando non c’era ancora l’acqua in casa si
andava tutte a lavare alla fontana in compagnia
e si stendevano le lenzuola ad asciugare
sui sassi. In maggio giugno si tagliava l’erba
sul monte Lesima e si portava giù sulle slitte
da fieno con le mucche. Si andava a dare acqua
alle viti nei terreni fin giù al fiume
Avagnone. La nostra famiglia faceva il vino in
un capanno vicino alle vigne e poi il Pippo del
mulino lo trasportava col mulo, lo metteva
nelle pelli di capra cucite col pelo all’intern o
e chiuse con un legaccio. Mio marito poi lo
metteva nelle botti. Un pò di vino era l’unica
cosa che si riusciva a vendere. Grano, orz o ,
ceci, patate e fagioli erano per la famiglia. Con
i rami di ontano verde p i s s a g a t si tingeva la lan
a . ”
Lei è rimasta sempre a Ponti?
“No, verso i 18 anni dei figli sono stata a
Milano per un pò di anni. Mio marito puliva
i camini e faceva funzionare le caldaie e le
riparava. Quando è morto, sono tornata qui
il 2 giugno di 27 anni fa.”
Adesso che è qui da sola, come passa la
giornata?
“Mi alzo presto e faccio i mestieri. Coltivo
il mio orto. In inverno faccio la calzetta. Mi
piace cucinare lasagne, ravioli e tiramisù.
Con mio figlio Angelo curo la cappella del
paese e la cappelletta lungo la strada per
Corbesassi, le tengo in ordine.”
Scatto una foto e lei si schermisce, dice che
non vuole perché poi cosa dicono gli altri!
Saluto la nonna Maria come la chiamano tutti
in paese e la lascio nella sua linda cucina al
suo lavoro, ai suoi ritmi, più umani e naturali,
che mal si adattere b b e ro alla frenesia della
città. Questa donna ancora autosuff i c i e nte,
grande lavoratrice, sempre disponibile e
s o rridente che vive da sola in questo paese,
dove in inverno ci sono meno di dieci abitanti,
è un pò la nostra sentinella.

DAL MUSEO DEI RICORDI ALLA MOSTRA DEI FUNGHI
D I CESARE CURATOLO (*)
Pe rc h éa c c a d ec i òc h ea c c a d e
CHE COS’È IL FUOCO ?
Il fuoco è una reazione chimica – detta
D I ANDREA FROVA combustione – che corrisponde all’ossidazione
di carbonio o di suoi composti allo
stato gassoso a opera dell’ossigeno contenuto nell’aria. La
fiamma è la manifestazione visiva della porzione di spazio
dove questo avviene. Tipici combustibili gassosi sono il
metano, il propano e il butano, le cui molecole sono costituite
da carbonio legato all’idrogeno, anch’esso infiammabile.
Essi sono contenuti allo stato liquefatto in bombole ad alta
pressione e gassificano immediatamente appena lasciati liberi
di espandersi e mescolarsi all’aria. In tali circostanze, l’accensione
può essere avviata da una semplice scintilla. Poiché la
reazione di ossidazione è fortemente esotermica, ossia comporta
lo sviluppo di calore, nella zona della fiamma viene raggiunta
una temperatura molto alta: parte dell’energia prodotta nella
reazione chimica viene restituita, oltre che sotto forma di fotoni
della gamma termica (infrarosso), anche sotto forma di fotoni
della gamma visibile (emissione di luce). Rimane ora da capire
come possano funzionare anche combustibili solidi, quali il carbone,
il legno, la carta, o anche liquidi, quali la benzina, il
cherosene e l’alcool. Il fatto è che essi non brucerebbero senza
prima essere vaporizzati, in modo da permettere all’ossigeno di
mescolarsi intimamente con le molecole volatili e reagire con esse.
~ 7 ~
E V E N T I
L’ O l t repò Pavese celebra la sua storia
Nell’alto Oltrepò pavese,
punta estrema della
L o m b a rdia, nel Comune
di Brallo di Pregola (PV)
si svolgono alcune manifestazioni
che hanno come
obbiettivo il re c up
e ro dei momenti
della vita rurale e la riscoperta delle attività
caratterizzanti l’economia agricola
montana. Ecco i più significativi:
Museo dei ricordi – Ponti rivive
le testimonianze del passato: sabato
23 e domenica 24 luglio,
nella piccola frazione di
Ponti, luogo di origine di
molti carbonai che vendevano
il carbone principalmente
a Milano e a
Pavia e venivano
chiamati nei paesi di
pianura per costruire
le ghiacciaie.
L’iniziativa si pone
come vero e proprio
progetto di valorizzazione
del territo-
rio e si articola in due giornate: seminario per
illustrare e commentare la vita quotidiana
della comunità di Ponti in quei tempi; visite
guidate ai siti “carbonaia”, “ghiacciaia”,
“mulino”, “u balo” (tipico spazio che un
tempo veniva allestito per ballare) dove musiche
folkloristiche accompagneranno la tavolata
serale del sabato. L’evento è organizzato
dalla Associazione Circolo Ponti Arte.
Sagra della patata. In collaborazione invece
fra Comune, Pro Loco di Brallo e il
C i rcolo Sassi Neri di Pregola, domenica
18 settembre si svolgerà la 32^ edizione
della Sagra della patata: festa in
piazza a Brallo di Pregola con espos
i z i one e assaggi per far con
o s c e re il tubero montano
che è part i c o l a rmente
pre g i a t o .
Mostra dei funghi.
Sabato 24 e domenica
25 settemb
re in via della
Pineta a Brallo,
in collaborazione
con il Gru p p o
Micologico di
Luigi Andreoni
Antica ghiacciaia
Voghera ci sarà la
Mostra dei fun-
ghi (orario 10/13 – 15/18). Nei mesi di
s e t t e m b re e ottobre è previsto un Corso
g a s t ronomico “Brallo riscopre le ricette
della nonna”: il corso è tenuto da un eccellente
cuoco ed è aperto a tutti, con premiazione
finale domenica 16 ottobre in
occasione della sagra della castagna e del
pane casereccio, che è ormai alla sua 5^
edizione e si svolgerà nella piazza del
Municipio con inizio alle 9 del mattino:
b a n c a relle con prodotti tipici, degustazione
dei vari tipi di pane, caldarroste e dolci
tipici di castagne.
Estate a Brallo. Nei mesi di luglio e agosto
nella piazza del Comune e nelle varie frazioni:
polentate, spaghettate, minestroni sul
prato, serate danzanti, mostre artigianali, serate
culturali, con concerti il 16 luglio nella
Chiesa del XII secolo di Someglio e il 31 luglio
nella frazione di Pregola e spettacoli teatrali
il 9 luglio, il 6 agosto e il 14 agosto, allieteranno
le giornate degli ospiti e dei villeggianti
della zona.
Gli eventi sono organizzati o coordinati dalla
Pro Loco Brallo tel. 0383500557
Web site: www.probrallo.net
(*) Presidente Pro Loco
Brallo di Pregola
Per questo è necessario passare attraverso la fase di accensione del fuoco;
essa consiste nello scaldare fortemente una piccola zona del combustibile
per farlo localmente vaporizzare. Una volta avviato il processo, la produzione
di calore favorisce l’ulteriore evaporazione, l’autosostentamento
della fiamma e il suo allargamento. Per quanto detto, è
evidente che nel caso dei solidi una semplice scintilla
non è in grado di far partire la combustione. Sui liquidi
invece, aleggia sempre una certa quantità del loro
vapore, per cui in certi casi è possibile l’accensione
tramite scintilla (ecco perché è opportuno non
fumare vicino a un distributore di benzina). Nel
caso di materiale sottile e leggero (carta, foglie secche),
soprattutto in presenza di vento, l’accensione
può avvenire per focalizzazione della luce
solare sul materiale, oppure per effetto di un
mozzicone di sigaretta gettato da un’auto. È
quest’ultimo certamente uno dei motivi dei
tanti incendi che si innescano ai bordi delle
strade. Nel caso di una candela, il combustibile è la
paraffina: questa, fusa dallo stoppino infiammato, lo
risale per capillarità e si vaporizza alla sua estremità
superiore, dove si mescola con l’aria e prende fuoco.
“Ragione per cui”
BUR Saggi Ottobre 2004

P E R S O N AG G I O
L AURA MARASCHI DIRETTRICE DELL’ O S S E RVATORIO DI BRERA
La signora
d e l l e s t e l l e
D I CRISTINA BASSI
La “Signora delle stelle” la trovate nella sua stanza al quarto piano
dell’Osservatorio astronomico di Brera, in via Brera, a
Milano. Dal 2002 Laura Maraschi, 62 anni, è direttore del
prestigioso istituto. È l’unica donna con questo incarico in Italia, oltre
a Margherita Hack a Trieste. Milanese di nascita, sposata con due
figlie, la professoressa Maraschi ha una passione per l’arte e una vita
dedicata agli astri. Quando ne parla, presa dall’entusiasmo, chi ascolta
rimane un po’ spiazzato: Qui all’Osservatorio ci occupiamo di ricerche
extragalattiche, dell’universo lontano, violento, attivo….
L’Osservatorio astronomico di Brera è un luogo d’eccellenza in
m a t e r i a .
Sì, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie che progettiamo
per rivelare le zone più remote dell’universo. In pratica ne facciamo
una sorta di radiografia attraverso raggi X che provengono da luoghi
da cui la luce non può provenire.
E poi c’è l’attività di divulgazione scientifica.
Negli ultimi anni l’interesse della gente per le stelle è aumentato molto.
L’astronomia è un tema che affascina anche chi non è esperto,
tutti sono attratti dalla componente di mistero che c’è nell’andare a
esplorare spazi ancora ignoti. Noi lo vediamo ogni giorno ed è un
piacere. Organizziamo visite guidate e conferenze per il pubblico a
cui partecipano centinaia di persone ogni settimana.
Da quante persone è composta la “squadra” dell’Osservatorio?
Quali sono le vostre principali attività?
Con me lavorano trenta ricercatori e trenta altre persone tra tecnici
e amministrativi. Partecipiamo a competizioni mondiali per ottenere
ore di osservazione con strumenti che si trovano ad esempio in
Cile, nelle Canarie o nello spazio. Poi elaboriamo i dati che riceviamo
da queste basi. Inoltre realizziamo gli strumenti di osservazione
del futuro, per aumentare le nostre conoscenze e per vedere sempre
più lontano.
Qual è il vostro progetto più importante?
Abbiamo partecipato alla realizzazione del satellite Swift, un pro-
getto a cui hanno collaborato Italia, Inghilterra e Stati Uniti, che è
stato mandato in orbita dalla Nasa lo scorso novembre. I telescopi X
a bordo dello Swift sono stati costruiti qui. Lo scopo della missione
è di studiare i raggi gamma prodotti da enormi stelle che esplodono
per ricostruire un modello di universo primordiale.
Lei è il dire t t o re dell’Osservatorio di Brera da quasi quattro anni.
Come ci è arrivata?
Mi sono laureata in Fisica all’Università Statale di Milano. Sono entrata
al Cnr come ricercatrice astrofisica e sono stata professore ordinario
all’Università di Genova, lì ho insegnato per cinque anni. Dal
’95 sono all’Osservatorio astronomico di Brera, dove sono entrata
come astronomo ordinario, prima di diventare direttore. Questo incarico
per me è molto oneroso. Mi mancano la ricerca e il contatto
con gli studenti, ma sono
orgogliosa di ricoprire
una carica tanto
prestigiosa.
Com’è nata la sua passione
per le stelle?
Ho sempre avuto una
grande curiosità per le
scienze, da piccola adoravo
le trasmissioni televisive
del professor
Medi (una specie di
Piero Angela ante litteram, ndr). Quello che davvero mi affascina
dell’astronomia è che si evolve molto velocemente, da quando mi
sono laureata sono state fatte scoperte incredibili.
Lei è l’unica donna a dirigere un Osservatorio astronomico in
Italia, a parte Margherita Hack. L’ a s t ronomia è una disciplina tipicamente
maschile?
La scienza è sempre stata maschile. Ancora oggi il preside di Harvard
si permette di dichiarare che le donne sono meno portate per la matematica
rispetto agli uomini. È una teoria assurda. In realtà la cultura
si diffonde sempre di più e le donne riescono sempre meglio nelle
scienze. Si tratta di un’evoluzione naturale della cultura. Nel mio
ambiente, come in tutti gli altri, ci saranno sempre più donne nei posti
di responsabilità. Ed era ora. Semmai il vero ostacolo per una donna
sulla strada della realizzazione professionale è la famiglia.
Appunto, la famiglia. Lei come ha superato le difficoltà nel conc
i l i a re scienza e doveri domestici?
Prima di tutto grazie all’apertura mentale di mio marito, che non mi
ha mai fatto pesare le ore trascorse fuori casa. E poi grazie all’aiuto
che i miei genitori mi hanno dato quando le bambine erano piccole.
Per una scienziata non è affatto facile conciliare la cura dei figli col
lavoro. La ricerca richiede moltissimo tempo e una dedizione quasi
totale.
~ 8 ~

Il quadro che ne esce è di una Regione che
sta rapidamente invecchiando, dove l’occupazione
tiene, che fa gola agli investitori
stranieri, che ha fame di laureati e personale
specializzato.
Oggi un quarto dei lombardi ha più di 59 anni;
nel 2030 il 30 per cento della popolazione
avrà più di 65 anni e il 10,2 per cento sarà
di ultraottantenni, con un rapporto numerico
giovani/anziani (ora in parità) di uno a
tre. Vi sono 139 mila famiglie povere e altre
147 mila, pur collocandosi al di sopra della
soglia ufficiale di povertà, non possono essere
considerate esenti dal rischio di entrarvi.
La Lombardia è una regione molto operosa:
con oltre 750 mila imprese, 35 mila istituzioni
pubbliche e 850
mila unità produttive,
presenta nel 2003 un
numero di addetti pari a
quasi 3.9 milioni, ovvero
un quinto della occupazione
complessiva del
Paese.
Ma come stanno i lombardi?
Otto famiglie su
dieci possiedono una casa
(più 10 per cento rispetto
a dieci anni fa), il
63 per cento degli anziani
vive in una casa di proprietà. Usano con intelligenza
i servizi sanitari, in otto anni, dal
1995 al 2003 i ricoveri ordinari sono diminuiti
del 15 per cento e la spesa pro-capite è
risultata inferiore alla media italiana (1400
euro a testa).
Nella nostra regione i consumi culturali sono
più alti della media nazionale: qui si concentra
il 23 per cento della spesa nazionale
~ 9 ~
S O C I E T À
Lombardia
una genera zi o n e
allo specchio
Studiano meno dei loro coetanei delle altre re g i o n i
e vivono molto più a lungo in famiglia. Sono i
giovani lombardi, come li ha fotografati il
Rapporto Ire r (l’Istituto regionale di ricerca della
L o m b a rdia) che ha redatto un articolato rapport o
sui cittadini della regione motore d’Italia
D I PAOLA D’AMICO
per assistere ad attività teatrali e musicali, il
19 per cento di quella per il cinema e anche
l’ingresso ai musei è in crescita, in controtendenza
con la flessione nazionale.
Ai giovani il rapporto dedica un ampio capitolo.
Sono la sfida di domani. Solo il 31
per cento della popolazione fra i 21 e i 24
anni non lavora né studia, contro il 38 per
cento del resto d’Italia. Ma, indagando valori
e comportamenti, emergono caratteristiche
molto particolari. Ciò che li caratterizza
di più è l’“evasione” o “rifugio” nel
privato: il lavoro ha ancora il suo peso ma
non è più uno dei punti centrali della costruzione
dell’identità. Si registra il fenomeno
della “famiglia lunga”, ossia della
prolungata perma-
“ Distacco dalla società,
scarsa progettualità,
senso di precarietà, costruzione
della propria vita
secondo la filosofia del
giorno per giorno.
”
nenza dei figli adulti
nella famiglia di origine,
anche come
appoggio ad una rete
di sostegno. La
nicchia familiare si
rivela però essere un
potente freno alla
formazione di nuove
famiglie. Si aggiunge
a ciò una domanda
di consumi
in crescita, spinta
dagli stili di vita elevati imposti dai media.
Da qui la ricerca di sempre nuove entrate.
Ne deriva, spiegano gli analisti, che gli studi
vengono precocemente abbandonati per
entrare nel mondo del lavoro. Perciò, mentre
i tassi di occupazione dei giovani lombardi
sono decisamente superiori a quelli
del resto d’Italia, i tassi di scolarità non sono
certo quelli di una regione che intende
misurarsi con l’Europa e
spesso sono inferiori a
quelli di altre aree del
Paese. Il 35 per cento dei
giovani lombardi non
vede chiaro nel proprio
futuro. Più di un quarto
ama vivere alla giornata:
il 28 per cento sostiene,
infatti, che “il
futuro lo lascia indifferente,
e il 63 per cento
è convinto che ciò che
conta sia solo il presente”.
In sostanza, le propensioni
dei giovani lombardi non sono
positive: distacco dalla società,
scarsa progettualità, immersione
nel presente, senso di precarietà,
costruzione della propria
vita secondo la filosofia del
giorno per giorno. Un insieme
di dati che fa riflettere: lo studio
sostiene la necessità di
una attenta programmazione
politica che, puntando
ai giovani come risorsa
(e non solo come problema)
favorisca percorsi
formativi individuali
e abbia come
obiettivo primario la
crescita dei livelli di
p a r t e c i p a z i o n e
sociale.

K E R M E S S E
del divertimento
Giugno Luglio Agosto: le città si riscaldano, si spopolano, sonnecchiano: è l’estate cittadina che
p o rta con sé malinconia e arsura, quiete e silenzi. Ma per chi resta in città nonostante il rito collettivo
delle vacanze di massa, vuoi per stacanovismo masochista, vuoi per crisi della quarta settimana,
vuoi perché le città a luglio e agosto non sono poi così male, c’è una scappatoia fenomenale per
s f u g g i re alla routine agostana: sagre e feste di paese. Ce ne sono a bizzeff e .
D I M ATTIA BERNARDO BAGNOLI
Ecco qui un vademecum pronto uso
con le migliori off e rte del calendario
2005. Non possono cert a m e n t e
m a n c a re all’appello gli appuntamenti enog
a s t ron omici, come la Sagra del To rt e l l o
A m a ro di Castel Goff redo (MN) presso il
p a rco la Fontanella, il 21 giugno: la pro t agonista
indiscussa di questa sagra e la
Crisantemum Balsamita, un'erba dal sapore
l e g g e rmente amarognolo, usata per condire
i piatti.
Molto suggestiva anche la Festa del Lago di
Varenna (LC), che si svolge il primo sabato
di luglio: si tratta di una festa tradizionale che
rievoca lo sbarco a Varenna degli scampati alla
distribuzione dell'isola Comacina nel
1167 ad opera dei comaschi, capeggiati da
Federico Barbarossa. Per tutta la giornata il
paese si anima d’iniziative varie, tra cui la rievocazione
dei fuggiaschi, vestiti con abiti del
tempo, fino a culminare in un grandioso
spettacolo pirotecnico sul lago, fra una miriade
d’imbarcazioni d’ogni tipo, che conferisce
all'evento un autentico sapore di fiaba.
Sempre a luglio, ma data ancora da destinarsi,
si svolge la Festa del Lago di Cadrezzate
(VA), che propone un weekend insolito sulla
bella spiaggia comunale. Il paese, che è una
piccola perla sul lago di Monate, si riempie di
stand gastronomici con pesciolini fritti, salamelle
e vino bianco che fanno da sfondo alle
note di un'orchestrina che muove le gambe
di un foltissimo pubblico di giovani e meno
giovani sino a notte fonda.
E poi, ancora per re s t a re sui laghi, dove il
clima estivo è più dolce: Truvemas in Piaza,
a Cernobbio (CO), il 3° fine settimana di
luglio, giochi e alborelle fritte nella piazza
del paese e la Sagra del Pesce p resso l’antico
porto di Desenzano sul Gard a, il 1° sabato
di luglio.
Per cambiare genere si può optare per l’appuntamento
annuale con la s a g r a detta d e l
P o l a s t re l: vengono servite grigliate a base
di carne di pollo nella fresca brezza serale
delle colline moreniche, il tutto nella località
di Olfino Pille, presso Monzambano in
p rovincia di Mantova.
Tutta da godere è anche la S a g r a
d e l l ’ A n a t r a, che si svolge nella frazione di
G u z z a f a m e (Senna Lodigiana), sotto l’argine
maestro del Po: significativa degustazione
di anatra al forno e serata danzante.
Te rza decade di luglio. Siccome però non
si vive di solo cibo, il calendario è ricco di
eventi alternativi e curiosi come il We e k -
end degli Umoristi, a Laveno Mombello
( VA), in data da definirsi – per inform a z i oni
0332 668220 – in cui si radunano sul lago
Maggiore 60 tra i più famosi vignettisti
d’Italia per il festival dell’umorismo. Per
chi invece desiderasse svolgere un po’ di attività
fisica, magari per buttare giù il lascito
calorico dell’ultima sagra, può sempre
~ 10 ~
iscriversi all’Assalto del Resegone di
L e c c o, il 1 e il 2 luglio: si tratta di perc o rre
re un itinerario segnalato per raggiungere
la vetta, partendo da diversi punti alla
base o dalle pendici del monte. Questa iniziativa
porta in cima circa mille persone ed
è un atteso momento di ritrovo per chi ama
l'escursione in montagna. Per chi ha temperamenti
più intellettuali invece è consigliata
“Scripta: Mostra e Mercato dei
Libri Antichi”. Fra curiosità a pezzi rari,
Scripta, mostra-mercato dei libri antichi e
di pregio, è ormai un appuntamento fisso
per gli amanti e cultori del libro come oggetto
d'arte e da collezionismo. Si svolge il
t e rzo fine settimana di giugno a C re m a,
p resso il chiostro del centro culturale S.
Agostino. Chi invece è a corto di denaro
per le vacanze può sempre recarsi al
Camp i on a t o Ital i a no e Gara
I n t e rnazionale di Pesca all’oro, che si
svolge sul Ti c i n o, in località C o n c a
A z z u rra , Vi g e v a n o (PV). La gara rimanda
ad un’attività plurisecolare, legata, in
epoca medievale, al diritto di pesca dell'oro.
In seguito, con l'impoverimento del
fiume, il mestiere decadde. Fitta la part e c ipazione
di molti cavatori d'oro che con il
l o ro badile, a forma di cazzuola, si sfidano
in una competizione di alto livello agonistico.
Chissà che non ci scappi un biglietto
a e reo per il Messico.

Golf
porte aperte a tutti
Vanno sfatati questi preconcetti, legati
ad una situazione oggettiva di
anni fa, in quanto oggi il golf sta divenendo
sempre più uno sport che cerca di
aprire le porte ad un pubblico sempre più ampio
e a giocatori nuovi, interessati a saperne
di più e a verificare di persona se piace ed è
possibile praticarlo senza una grossa spesa.
Il gioco del golf ha origini lontane, un bel
po’ anteriori al 1457, anno in cui Giacomo
II di Scozia, vietò il gioco con un bando che
reputava che si dedicasse troppo tempo a
questo gioco anziché alla scherma e al tiro
con l’arco. Oggi il golf è praticato in 322 impianti
(192 percorsi e 130 campi pratica) da
oltre 76.500 giocatori, con una concentrazione
di insediamenti prevalente nel nord
(massima in Lombardia).
Giocare a golf è ben più facile di una volta,
per tutta una serie di iniziative proposte dalla
Federazione Italiana Golf, viale
Tiziano, 74 Roma (tel. 06 3231825)
www.federgolf.it, per forme promozionali
che non superano i 250 – 300 euro.
Per iniziare un paio di scarpe da ginnastica,
abbigliamento senza problemi, un eventuale
guanto (inizialmente non indispensabile)
da 10 a 25 euro, la sacca se il gioco piace e si
vuole continuare viene dopo, l’iscrizione al
circolo anche.
“Il gioco mi piace e voglio andare avanti”: a
questo punto scatta l’eventuale iscrizione ad
un circolo con percorso di 9 o 18 buche che
può variare da 1.200 a 2400 euro/anno o ad
un Circolo di Campo Pratica (dai 400 ai 600
euro/anno), con possibilità di accesso, una
volta preso l’handicap, ai percorsi di gioco col
pagamento di una quota giornaliera.
L’attrezzatura può non superare un importo
complessivo di 450 – 500 euro; un paio di
scarpe può costare 50 euro, ma può costarne
anche 500: anche senza andare su attrezzature
stratosferiche e su cose alla moda e costose,
ci si può divertire moltissimo.
Intorno a Milano possibilità ce ne sono moltissime,
golf come il Brianza(Usmate), Villa
Paradiso (Cornate), per fare solo degli
esempi, danno la possibilità di diventare soci
senza nessuna quota a fondo perso o dover
diventare azionisti; campi pratica come
il Golf Monza (Muggiò), il CTL3
(Bernareggio), Orsini (Idroscalo), Idea
Verde (uscita per Malpensa) consentono
tutte le verifiche per soddisfare curiosità, interesse
e perché no passione.
Altri indirizzi internet per informazioni, olt
re alla Federgolf, possono essere :
w w w.pga.it, www. g o l f a c a d e m y. i t ,
www.lezionidigolf.it.
Nel numero di dicembre 2004 de “Il giornale
del golf”, periodico della Federazione,
alla pag. 52, a firma Carolina Durante, tutto
quello che vi abbiamo detto è descritto
nei particolari, nell’interessante articolo “Il
golf per tutte le tasche”.
Concludendo, il golf non è più lo sport riservato
a privilegiati, ma è aperto a tutti e
tutti possono trovare in questa disciplina un
momento bello, di svago e di agonismo e di
rapporti sociali.
A dire la verità un privilegio ce l’ha e l’avrà
sempre: è l’unico sport in cui puoi darti una
penalità da solo.
~ 11 ~
DE FAVERI
CAMPIONE 2005
Alla Toscana la vittoria
del 6° Trofeo Aiop
S P O R T
A Poggio dei Medici nella cornice verde e
rigogliosa del Mugello, in un prestigioso percorso
golfistico, sede per vari anni dell’Open femminile
di golf, si è disputato il 1° Trofeo MondoSalute
e il 6° Trofeo Aiop di golf. Le due gare disputate
in abbinata prevedevano la partecipazione al
Trofeo MondoSalute di amici, giornalisti e lettori
della nostra rivista, mentre proprietari, medici,
dipendenti, collaboratori e familiari nella gara riservata
Aiop. Da tutte le Regioni ogni anno l’appuntamento,
in occasione della nostra Assemblea,
ha visto sabato 7 maggio, agguerriti una sessantina
di contendenti pronti a vendere cara la pelle in
difesa dei colori della propria Regione e, perché
n o, della propria Casa di Cura. Nel Tro f e o
MondoSalute i migliori risultati nelle tre categorie
sono arrivati dalla Toscana che ha fatto da
padrona e i golfisti locali hanno occupato le
migliori posizioni, con la sola interferenza di
Guglielmo Barbacci di Tarquinia,
che è riuscito ad inserirsi al 2° netto
della 2 a c a t e g o r i a , vinta da D e
Faveri. Nel 6° Trofeo Aiop il vincitore
in assoluto, 1° netto della 1 a categoria
è stato Micel De Fa v e r i
Tron, Vice Presidente Aiop Toscana,
davanti a Marco D’Alessandro di
Tarquinia, che giocava per la Casa di
Cura Salus di Viterbo, mentre 1° lordo
il ritornato Gustavo Bussinello, di
Verona, che giocava per i colori di
Villa Esperia di Salice Terme; in 2 a categoria
vince Annamaria Battaglia,
Le Querce di Sutri, davanti a Giacomo Maggi,
Ambrosiano, per la Clinica Zucchi di Monza; a
Rossella Vincenti, S. Teresa B. Gesù di Viterbo e
ad Antonio Frova, Presidente Aiop Lombardia, il
1° lady e il 1° senior. Campo difficile e faticoso, ma
molto bello, spettacolare e tenuto in modo impeccabile;
organizzazione brillante e ottimale sotto
ogni punto di vista; premiazione e bicchierata
finale allegra e amichevole, in cui il nostro
Direttore della Sede Nazionale Franco Bonanno,
instancabile e generoso, non è mancato e ha port
a t o, con Fr o va e De Fa v e r i , un messaggio
Aiop/MondoSalute che è stato da tutti apprezzato.
All’Assemblea ad Ischia il 20 maggio la premiazione
ufficiale del Trofeo, in una cornice non
golfistica, ma certamente di favola, ostriche e
spumante, col Presidente Emmanuel Miraglia, il
Presidente Aiop Campania Vi n c e n z o
Schiavone, autorità e personaggi politici che
hanno partecipato al convegno “Sanità uguale per
tutti nell’Italia della devolution”. I vincitori sono
stati accolti da applausi, parole di apprezzamento
dei meriti sportivi, nella valorizzazione di uno
sport ancora troppo poco riconosciuto.

U N I V E R S I T À
CARLO CAT TANEO-LIUC DI CASTELLANZA
“Così formiamo
i manager della sanità”
I n t e rvista a Davide Croce, dire t t o re del Centro di ricerca in
Economia e management (Cre m s )
D I MADDALENA CASTIGLIONE
Carlo Cattaneo – Liuc è
stata realizzata nel 1991 a
L’Università
Castellanza con il contributo degli
imprenditori della Provincia di Varese sulla
base di un complesso progetto alla cui definizione
hanno concorso personalità di primissimo
piano del mondo accademico, industriale
e finanziario.
Abbiamo oggi l’opportunità di
intervistare il dottor Davide
Croce, direttore del Centro di
R i c e r ca in Economia e
Management in Sanità (Crems)
del Liuc.
Cos’è il Crems?
“Il Crems è un Centro di
Ricerca che riconosce come scopo
fondamentale la produzione
e la diffusione di ricerca e formazione
di alta qualità al fine di
poter operare in un settore di
importanza cruciale sia sotto il
profilo economico sia sotto
quello sociale come la Sanità”.
Perché questa attenzione al
Davide Croce
contesto sanitario? Cosa vi ha spinto a sviluppare
il Centro di Ricerca?
“È evidente come la recente crescita di complessità
organizzativa del nostro Sistema
Sanitario renda necessario affiancare all’educazione
tradizionale degli operatori del set-
tore una formazione manageriale continua
che possa fornire competenze economicoorganizzative
di base. Data poi la novità dell’argomento,
la ricerca è sicuramente un
elemento chiave per perfezionare lo sviluppo
del settore”.
Cosa propone in particolare il vostro
Centro per lo sviluppo di nuove profes-
sioni nell’ambito della Sanità?
“Il Crems è attivo nell’ambito del programma
nazionale di Educazione Continua
in Medicina (Ecm), ovvero nell’erogazione
di corsi su argomenti manageriali ed organizzativo
– clinici. Fino ad oggi i corsi economico
– clinici tenuti dal nostro Centro sono
stati 120 per un totale di circa 2000 partecipanti.
Una risposta positiva è stata ottenuta
anche dai 60 Corsi manageriali proposti
con cui abbiamo addirittura superato i
2000 partecipanti”.
Sono iniziative pensate per figure già
professionalmente affermate. Avete delle
proposte che riguardano anche giovani
Neolaureati?
~ 12 ~
“Anzitutto i corsi
Ecm sono rivolti a
tutti coloro che operano
nel settore. Per
i Neolaureati abbiamo
in ogni modo attivo
un Master in
Economia e
Gestione delle
Aziende Sanitarie”.
Il Crems dunque è
un centro di vera
formazione.
“Senza dubbio. Ma
il Centro non è solo
questo. La nostra attività
prevede anche
r i c e rca, pubblicazione
e convegnistica. Tra i nostri lavori, cito
la collaborazione alla pubblicazione della
ricerca “Educazione Continua in
Medicina”, edito nel 2004 e realizzato con
I.Re.F (capofila), Università Vita-Salute
S . R a ffaele e Università degli Studi
dell’Insubria. A partire dal 2005 stiamo
inoltre redigendo la rivista “Sanità Pubblica
e Privata” in condirezione con il prof. Fabio
Roversi Monaco”.
Dove è possibile reperire informazioni
s ul Cr ems ed event ua l mente
contattarLa?
“Potete consultare il sito dell’Università all’indirizzo
www.liuc.it/ricerca/crems o
spedire una mail a crems@liuc.it”.

La Legge finanziaria 2001 (n.388 del
23/12/2000) ha previsto la possibilità
di istituire, per ciascun settore
economico, dei Fondi Paritetici
Interprofessionali per la formazione continua,
promossi dalle maggiori organizzazioni
sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori,
nell’ottica di aumentare la competitività
delle imprese attraverso lo
sviluppo della formazione
professionale dei propri dipendenti.
Ai Fondi, che nel frattempo
si sono costituiti possono
aderire tutte le imprese che
hanno in forza dei dipendenti,
destinando al Fondo prescelto
il contributo obbligatorio
per la “formazione”,
pari allo 0,30 per cento del monte salari.
Il vantaggio per le aziende è quello di recuperare,
senza alcun onere aggiuntivo, questa
parte dei contributi obbligatori, che annualmente
versano all’Inps, per finanziare
progetti di formazione rivolti ai propri dipendenti.
Quest’anno, il termine per esprimere le adesioni
o le disdette ai Fondi, i cui effetti finanziari
e contributivi si produrranno a partire
dal primo gennaio del prossimo anno, è fissato
al 31 ottobre 2005.
Il meccanismo di accesso è abbastanza semplice:
per aderire è sufficiente indicare nel
proprio modello DM/10 il codice del Fondo
prescelto e presentare dall’esercizio successivo,
direttamente o tramite enti di formazione
accreditati, progetti formativi di vario genere
purché rivolti alla crescita professionale
dei propri dipendenti.
L’Aiop con una circolare inviata a giugno del
2003 informava le proprie strutture sulle opportunità
derivanti dall’adesione ai Fondi interprofessionali,
soprattutto in seguito all’obbligo
di acquisizione dei crediti Ecm da
parte del proprio personale sanitario, segna-
lando Fonter (il Fondo costituito dalla
Confesercenti e dalle tre principali associazioni
sindacali) che, in base ad una attenta
valutazione dei Fondi esistenti, offriva maggiori
garanzie per il recupero dei suddetti
contributi.
L’adesione da parte di molte aziende sanitarie
presenti su tutto il territorio nazionale
ha permesso di costituire,
all’interno di Fonter, una
importante sezione socio–sanitaria
che verrà gestita
autonomamente, con
un proprio budget finanziario
calibrato a livello regionale
in funzione della
distribuzione territoriale
delle aziende aderenti.
Il primo avviso, uscito a
novembre dello scorso anno, ha stanziato
per il settore socio-sanitario un primo importo
di 250.000 euro, utilizzabile direttamente
dalle aziende o da Enti di formazione
accreditati (per conto delle aziende), per
la presentazione di progetti di formazione
concordati e sottoscritti
con le parti sociali in accordo
con i piani formativi
del settore.
I progetti possono
e s s e re pre s e n t a t i ,
utilizzando il formulario
ed il
manuale scaricabile
dal sito
w w w. f o n t e r. i t ,
per corsi di formazione,seminari
e formazione
a catalogo a
favore dei propri
dipendenti, facendoattenzione
a non superare
i parametri
~ 13
~
FORMAZIONE
IL FONDO COSTITUITO PER L’ AG G I O R N A M E N TO PROFESSIONALE
Fo n t e r, istruzioni per l’uso
Le prime adesioni all’iniziativa della Confeserc e n t i
e delle tre principali associazioni sindacali hanno già coinvolto
q u a rantamila aziende e 275mila dipendenti
D I MAURIZIO NACAMULLI
massimi di finanziamento ed il numero dei
partecipanti per ciascun evento formativo
previsti dalle procedure operative.
Le prime adesioni a Fonter hanno coinvolto
complessivamente quasi 40 mila aziende,
per un totale di 275 mila dipendenti, con un
incremento nel 2004 di oltre il 40 per cento
rispetto al 2003. Si stima, però, che le
aziende che hanno finora aderito rappresentino
solo il 30 per cento di quelle potenzialmente
interessate. Esiste, quindi, un vasto
numero di aziende che per scarsa informazione
o poca attenzione non ha ancora
usufruito di questa opportunità che, come
già rilevato, non comporta alcun onere aggiuntivo.
Il vantaggio è quello di promuovere la formazione
professionale dei propri dipendenti
che sta assumendo sempre più un’importanza
strategica nel mondo produttivo,
che nel settore sanitario ha anche il carattere
dell’obbligatorietà dell’Ecm. In questo
modo, il datore di lavoro, oltre a soddisfare
un proprio fabbisogno e favorire gli obblighi
formativi del personale, ha la possibilità
di andare incontro alle esigenze dei giovani
e consentire anche ai più esperti il necessario
aggiornamento rispetto ai continui cambiamenti
del mercato e delle innovazioni
tecnologiche.

S TORIE METROPOLITA N E
Roberto Durko v i c
e i fantasisti del metrò
Milano. Una mattina come tante in metro p o l i t a n a :
il via vai della gente, grigiore, quotidianità. Sono saliti
in quattro, armati di chitarra, violino, fisarm o n i c a ,
clarino. Ben presto con il loro talento e la loro allegria
hanno trasformato il metrò in una giostra del luna park.
Li ho seguiti vagone per vagone, fino ad arr i v a re alla
l o ro dimora, tra capanne di cartone nel cuore di Milano
e da lì, tra mille vicissitudini,
è partito un meraviglioso viaggio...
D I ANDREA ALBANESE ”
Il gruppo di Roberto Durkovic non è una
di quelle band che si formano con un annuncio
sul giornale. Lo si capisce già nelle
loro esibizioni dal vivo dove, a fianco di
una pienezza compositiva, si avverte la capacità
di ognuno di loro di suonare per incantare,
retaggio dovuto probabilmente al
loro passato di suonatori del metrò, quando
dovevano aprirsi un varco nella testa e nel
cuore di persone indaffarate nel viaggio
quotidiano per la città. Non semplice come
impresa. Del resto è una forzatura anche
confinarli in un genere musicale. Si oscilla tra
diverse influenze: mediterranee, balcaniche,
gitane, cantautorali italiane...
Roberto, in fondo per loro eri uno sconosciuto...
si sono fidati subito di te?
No, come noi abbiamo pregiudizi su di loro
anche loro sono diffidenti nei nostri confronti.
Per conquistare la loro fiducia ho vissuto
con sincerità e amicizia le loro problematiche
e vicissitudini.
Adesso il repertorio è molto pro g re d i t o .
Ma da dove avete incominciato?
Sono andato in metropolitana dove loro abitualmente
lavoravano e nei ritagli di tempo
facevamo le prove per le mie composizioni.
Una volta pronto il progetto abbiamo cominciato
con i concerti e di conseguenza sono
nati due dischi.
Ci sono stati dei nodi da sciog
l i e re, delle difficoltà? (intendo
anche a livello pratico, non solo
m u s i c a l e )
Molte problematiche a livello
pratico, ad esempio venivano sequestrati
gli strumenti quando
suonavano in metropolitana, e
poi grossi problemi con i permessi
di soggiorno...
Con molto interesse da parte mia, con l'aiuto
da parte delle tante persone che fanno parte
di questa nostra Italia, e tanta collaborazione
da parte loro siamo riusciti a risolvere
buona parte delle difficoltà incontrate.
Se potessi aggiungere un elemento alla
band, che strumento faresti entrare e di
quale paese potrebbe essere ?
Non è importante il paese, ma il talento. La
nostra band nasce da musicisti che suonavano
in metrò, ma anche da un
giovane violinista cileno,
che per pagare gli studi musicali
suonava in Piazza del
Duomo. L' ho ascoltato attentamente
e visto il talento
è entrato nel nostro gruppo.
Amando il tango argentino
aggiungerei alla mia band un
bandoneon (ndr : strumento
musicale con mantice e
~ 14 ~
D I S C O G R A F I A :
"Indaco e sabbia" (2003)
"Inciampo nel mare" (2001)
"Da Monet a Picasso"
"Come un treno locale" (1989)
ance libere simile alla fisarmonica).
Attualmente, in quale
d i rezione state lavor
a n d o ?
Da maggio sto lavorando
al nuovo disco con
vari colori etnici, balcanico,
flamenco, sud
americano e anche brani
tipicamente cantatourali
italiani.
Sei tra i primi ad aver
i n t r a p reso la strada
delle contaminazioni
musicali con culture arrivate in Italia con
l'immigrazione. Qual'è per te l'importanza
di queste interazioni? È possibile che
nasca un nuovo filone musicale o un vero
e proprio genere ?
Personalmente cerco di mettere in musica il
tempo che viviamo, vivendo sia l' aspetto artistico,
ma soprattutto sociale degli immigrati.
Mi auguro che diventi un nuovo filone
fatto di valori sinceri e che non venga strumentalizzato
commercialmente.
BA N D
Massimiliano A l o i s i o:c h i t a r r a
Bosnea Mitica: c l a r i n e t t o
Adrian Dumitru: chitarra e basso
D o ro: f i s a r m o n i c a
A n d rea Serra: b a t t e r i a
Roberto Durkovic: chitarra e voce
S U L W E B : w w w. ro b e r t o d u r k o v i c . c o m

Alcol
lo sballo dei giovani
Cresce in modo esponenziale il consumo
di alcol, ma ciò che impressiona
e preoccupa di più medici,
p s i c o l o g i , s o c i o l o g i , è il
fatto che il primo
bicchiere – primo
di un numero
che poi
potrebbe diventare
infinito –
arrivi molto prima
della maggiore età.
Ovviamente sono in aumento
il numero di coloro che si ammalano
di patologie a livello epatico, come le
s t e a t o s i , cirrosi epatiche. G i o va n e, a p p a rtenente
alla classe medio-alta e con un
buon livello culturale. Il lavoro e l'occupazione
spesso non c'entra: nella maggior
parte dei casi gli alcolisti sono regolarmente
occupati, spesso con buona occup
a z i o n e,s p o s a t o.Questo l'identikit dell'alcolista
lombardo tipico secondo una ricerca
della Caritas A m b r o s i a n a , che afferma
– basandosi anche su un'indagine
svolta dall'Eurisko per il Comune
di Milano – che sono circa
80mila i forti bevitori,m e ntre
meno di 800 sono in
cura presso le strutture
di assistenza.S u i
dati dell'indagi-
D O S S I E R
Ragazzi che cercano, o sperano, di farsi accettare
come adulti. Adulti che si rifugiano nel bicchiere
per dimenticare i colpi di sfortuna, i disagi, le
avversità: insomma tutto ciò che sembra
i m p rovvisamente grande, enorm e .
Impossibile da supera re, da vincere.
D I GABRIELE VISCONTI
~ 15 ~
ne Eurisko, effettuata su un campione
1.500 milanesi, la Caritas ha incrociato 31
interviste a persone o a familiari di soggetti
alcoldipendenti, oltre che a operatori di
servizi pubblici che si occupano di “ p r o b l emi
alcolcorrelati”.“Dai colloqui – afferma
la Caritas – emerge l'aumento di donne alcoliste
in trattamento e una sottova l u t azione
del fenomeno nell'area giova n i l e. È
necessaria anche una maggiore preparazione
dei medici di base”. Secondo la ric
e r c a , attualmente restano esclusi dall'aiuto
dei servizi pubblici alcuni gruppi di
persone che non riconoscono il loro bisogno
e sono difficilmente intercettabili anche
da osservatori attenti come quelli della
Caritas. Si tratta soprattutto dei giova n i
che non si riconoscono affatto nello standard
dell'alcolista tradizionale, anziano e
con diversi problemi correlati,e degli stran
i e r i , con cui la questione va affrontata in
modo particolarmente attento perché ogni
gruppo immigrato ha diverse abitudini di
consumo e diverse funzioni sociali attribuite
all'alcol. E di persone che già vivono
un grosso problema di emarginazione soc
i a l e : senza dimora,disagiati psichici ed ex
t o s s i c o d i p e n d e n t i , che spesso hanno solo
fatto un "cambio di sostanza", p a s s a n d o
dal consumo di stupefacenti a quello di alc
o l . Tutte situazioni difficilmente intercett
a b i l i , una vera sfida per il futuro.

D O S S I E R
Adolescenti in discoteca
un sabato pomeriggio
Superalcolici? In teoria sono vietati. Però se li
chiedi, ci sono buone possibilità che te li serv a n o .
E se non c’è il Negroni ci si arra n g i a. Con
l ’ e n e rgy drink soprattutto. E la birra. Fra uno
spinello e l’altro (parola che fa ribrezzo a
qualunque giovane: “Si dice canna”), fra un
ballo e l’altro .
D I GIACOMO IACOMINO
Adolescenti in discoteca un sabato pomeriggio.
Sì perché finché mamma e papà non concedono
la libera uscita anche alla sera, il divertimento
si organizza di pomeriggio.
Ragazzi tra i 13 e i 16 anni. Dove vanno, cosa
fanno, con chi? Room 69, Hollywood,
Loola Paloosa, Tocqueville. I locali più gettonati
di Milano sono questi. La musica è
prevalentemente quella commerciale, ma
non mancano anche gli altri generi: anni ’70,
house e revival, la preferita delle ragazzine.
Tutto il resto, non a tutti è dato saperlo.
L’appuntamento è davanti al locale, nel primo
pomeriggio. Maschi da una parte, femmine
dall’altra. Gli uni parcheggiano i loro
fiammanti motorini con catene e catenacci,
le altre si siedono sul muretto, alcune mostrando
gambe affusolate e apparentemente
perfette, aspettando che arrivi il resto della
compagnia. C’è chi si fa accompagnare dai
genitori: “Ti veniamo a prendere alle sei”.
Chi, invece, arriva in metrò. Il look. Capello
lungo e liscio, jeans attillatissimo con zampa
d’elefante oppure gonne cortissime e canottiera,
con un tocco di rosa shocking, le ragazze.
Zainetto sulla spalla (ma per portarci
cosa?), scarpa Nike o Adidas e gel per i capelli,
i ragazzi.
Selezione all’ingresso. Tu non puoi entrare.
Le ragazze di qua. Tu dove ce l’hai il timbro?
Porta di servizio socchiusa però. Così i più
furbi riescono a entrare anche senza pagare.
Dentro. C’è la musica “a palla”, come si dice
in gergo. In pista si balla e si canta. Altri
no. Sono troppo impegnati a rubarsi baci. A
vederli sembra che per pochi sia la prima volta.
Chi in pista, chi sui divanetti e chi in bagno.
Ma lì a volte si va anche oltre. Al bar. Una
consumazione, 7 euro. Bicchieri di qua e di
là pieni di bevande coloratissime.
“No, qui i
superalcolici sono
vietatissimi” dice una
ragazzina sui quindici
anni seduta su un divanetto.
Sicuro?
“Beh, sì, cioè non so.
Più o meno”. Messa
un po’ alle strette, cede.
“Noi tutti sappiamo
che non li vendono.
Però capita che
qualcuno li chieda lo
stesso. E capita che il barista faccia uno strappo
alla regola”. Le lattine che però si vedono
più girare nel locale sono quelle di Redbull.
L’energy drink che ti mette le ali, come recita
lo spot. Da solo. Con la vodka. E con la birra.
Ma mentre assieme al liquore russo diventa
un cocktail che piace a molti – il famoso
vodka-redbull – con la birra è un mix leta-
~ 16 ~
“ L’ e n e rgy drink mette le
ali, come recita lo spot: da
solo, con la vodka e con la
b i rra. Mentre assieme al liq
u o re russo diventa un
mix letale.
”
le, almeno nel gusto. “Sì lo so che non è buono.
Ma non ci servono i superalcolici – racconta
un ragazzino con fascetta in testa e
scarpe fluorescenti – e noi in qualche modo
dobbiamo pur sballarci”. Giusto, l’importante
è sballarsi. Che gusto c’è sennò?
Cambiamo locale. Corso Como. È questa la
zona più bazzicata dai ragazzi. Motorini.
Tanti motorini. Sigarette, e spinelli. Pardon,
canne. Si fuma fuori, per carità, questo sì. Ma
l’odore è inconfondibile. Molti entrano in
un locale, altri restano lì, fuori, una volta si
diceva “a lumare”. Si dice ancora? “Lumare?
Macché! Qua si rimorchia!”.
Non mancano i furbacchioni che vogliono
intrufolarsi dove non possono: “Ho
dimenticato la giacca dentro”. “C’è la
mia tipa, devo parlarle”. Niente, la security
non fa sconti a nessuno. Dentro è
s e m p re la stessa storia. Musica a palla,
abiti firmatissimi e fluorescenti, molte
ragazzine mezze nude. E poi gli
alcolici. Qui sì. Ci sono. Qui girano
eccome. Angeli Azzurri, Invisibili,
Long Island. “Vietati i superalcolici?
Veramente qui,
se c’è qualcosa
che manca, sono
p roprio gli analcoli
ci” . P arl a
G u n t h e r, 16 anni.
Le ragazze?
P r eferiscono i
B a c a rdi Bre e z e r,
b e v a n d e a l l a
f rutta e al rh u m
con la stessa gradazione
alcolica
d e l l a b i r r a .
“Sono la rovina di noi maschi.
Commenta Fabio. Ne bevono un sacco
ma non si ubriacano. Risultato?
Non si lasciano andare ” .
A fine giornata, verso le 20, tutti fuori.
Tutti sui motorini. Chi mi dà un passaggio?
Noi siamo già in due. Sì no dai va beh.
Si va in tre. Ci vediamo. Gas.

BERE È UN RITO
L'happy hour da qualche anno è diventato un
rito collettivo.Bere è un rito di passaggio verso
l'età adulta.Fra i giova n i , dal '98 al 2001,i l
consumo di aperitivi è cresciuto del 12,7 per
c e n t o.A fronte di una tendenza più generale
che negli ultimi 20 anni ha visto diminuire il
consumo di alcol del 36,7 per cento.
Gli adolescenti, come spiega Emanuele
S c a f a t o,direttore del Centro per la ricerca sull'alcol
dell'Organizzazione mondiale della
s a n i t à , sono più vulnerabili agli effetti tossici
d e l l ' a l c o l . È cresciuto del 13 per cento il numero
di chi beve alcol tra i 14-16 anni.Ma in
Italia il battesimo dell'alcol avviene anche a
11 anni.L'età più bassa registrata nell'Unione Europea.
Il consumo prima dei 16 anni dovrebbe essere pari a zero,d ice
Scafato,perché “a quell'età il sistema enzimatico che permette
di smaltire l'alcol è immaturo e anche piccole quantità
diventano tossiche per l'organismo”.
Gli italiani un tempo bevevano vino durante i pasti.
Oggi si beve fuori pasto.
In Italia ci sono 1 milione di alcolisti, il 10 per cento
dei ricoveri in ospedale è dovuto all'alcol,metà degli
8 mila morti sulle strade è dovuto all'alcol.
Educare? Uno studio pubblicato su The Lancet conferma
che le campagne informative non influenzano il
modo di bere dei giova n i .
C O N T R O I N D I C A Z I O N I
• l'alcol può inibire i nervi che controllano l'er
e z i o n e
altera il campo visivo e i riflessi
• 2 bicchieri di vino sono sufficienti a una donna,
3 a un uomo,per raggiungere il limite legale oltre il
quale la guida è proibita. In Italia il Codice della
strada dice che la concentrazione di alcol per chi
guida non deve superare 0,5 grammi per litro.
• Il fegato smaltisce in un'ora una quantità di alcol
pari a quella contenuta in un bicchiere di vin
o.
LE BIRRE MASCHERAT E
Fanno tendenza.Sono drink,veloci da bere,
mascherate da bibite analcoliche, v e n d u t e
in bottiglia o lattine coloratissime,il gusto di
frutta che copre quello dell'alcol. E p p u r e
contengono vodka rum o altri superalcolici.
E l'ultima moda è il binge drinking,l ' a b b u ffata
di alcol, bisogna bere più o meno 2-6
pinte di birra (una pinta corrisponde a una
media) o alcolpops o 4/5 di una bottiglia di
vino in meno di 2 ore.
R I M E D I
Se l'ubriacatura è potente, nausea e vomito
sono reazioni comuni.L'alcol è anche un diuretico
e chi è ubriaco si disidrata.Da qui il mal
di testa.
Cala il glucosio nel sangue, dunque stanc
h e z z a . Il fegato produce radicali liberi che
danneggiano i tessuti. Bisogna reidratarsi
con succhi di frutta e acqua o bevande energ
e t i c h e.Un falso rimedio la bevutina del giorno
dopo, un po' di alcol al mattino. Non può
che peggiorare lo stato generale.
UNA GIORNATA A GRAT I S
Milano è una delle città più care d’Europa? Ecco un piccolo vademecum per i giova n i s s imi
che vogliono vivere bene senza metter mano al portafoglio.Per far lezione di inglese,
francese e tedesco con insegnanti madrelingua basta andare alle Messaggerie Musicali
( 0 2 . 7 6 0 5 5 1 , ogni mercoledì alle 13.30 le conversazioni in inglese). Sempre alle
M e s s a g g e r i e,come in tutti i grossi negozi di musica si può ascoltare il proprio cd preferit
o. I film d’autore e non si trovano in biblioteche come la Sormani (02.88463436) e la
Mediateca di Santa Teresa (02.8739781).E se in libreria è facile trovare gente seduta comodamente
sulle poltrone di cuoio a sfogliare un romanzo, per navigare gratis in internet
basta andare nelle sale d’attesa della Stazione Centrale. Per registi in erba,il centro
sociale Barrio’s mette a disposizione macchinari per il montaggio audio-video
( 0 2 . 8 9 1 5 9 2 5 5 , su prenotazione).E per un buon taglio di capelli si possono contattare le
scuole per parrucchieri,come la Tony&Guy (02.43995631).
TRIBÙ METROPOLITA N E
LA MODA WINNIE THE POOH
W R E S T L I N G - M A N I A
D O S S I E R
Pianeta giovani
Gli adolescenti hanno da sempre il bisogno di sentirsi parte di un gruppo,di identificarsi
in uno stile di vita. Una volta le bande si affrontava n o, oggi si ignorano, ma il
concetto di “tribù metropolitana”r e s t a . A Milano i Sancarlini,nipoti dei paninari con
l’aria da bravi ragazzi un po’ furbetti,si trovano in centro e vestono con polo,jeans e
scarpe da tennis super ricercate. I gabber, teste mezze rapate con creste e piercing,
bazzicano per via Torino e la sera frequentano discoteche techno.Gli hip hop,figli del
rap americano,volano sugli skate,ballano la break dance con i loro jeans di tre taglie
in più,e a volte imbrattano i muri.E , accanto ai “ n o s t a l g i c i ” dark che il sabato si trovano
alle Colonne di S. Lorenzo ascoltando musica metal, ci sono gli alternativi e i
“ n o - l o g o ” , che spesso frequentano i centri sociali,i “ f i g h e t t i ” logo-maniaci che esibiscono
griffe in eccesso,gli “ z a r r i ” , che sono la loro versione pacchiana,e i radicalc
h i c , impegnati culturalmente,un po’ trasandati ma ricercatissimi e snob.
Due centimetri e poco più di plastica,e una miriade di significati.Ogni minuscolo
Winnie the Pooh – che bambini e ragazzini applicano a cellulari e zainetti – è utilizzato
dai giovanissimi per esprimere un sentimento, uno stato d’animo, a seconda
della foggia che assume.Se vostro figlio torna a casa con un delfino blu,
una coccinella e un pulcino,vuol dire che la sua fidanzatina gli ha fatto un regal
o,che è innamorata di lui ed è felice. Se regala a una ragazzina un gatto,s i g n ifica
che ha bisogno di coccole,e se le fa trovare una rana sul banco,è perché vuole
ricevere un bacio.E se si presenta con un maialino,niente panico:è solo perché
ha fame.I n s o m m a , grazie alle forme divertenti e ai significati reconditi,i piccoli
Pooh prodotti dalla casa giapponese To m y,hanno raggiunto l’apice del succ
e s s o,tanto che i mercati sono invasi dai falsi e nemmeno la Smile – società che
li distribuisce in Italia – riesce più a controllare il fenomeno. Perché di fenomeno
si tratta.
24 milioni di figurine vendute in 2 anni.Quattro spettacoli,2 a Milano,uno a Pesaro e
uno a Bologna,che hanno registrato il tutto esaurito in meno di 15 minuti:un record
che batte anche i concerti degli U2.E negli ultimi 2 mesi sono nate ben 3 riviste,t u t t e
sul W r e s t l i n g .
Dopo il successo di fine anni ’80 (quelli di Hulk Hogan e André the Giant) è tornato più
che mai di moda in Italia lo sport-spettacolo più famoso al mondo,in cui i lottatori si
affrontano in match pre-determinati (cioè il vincitore viene stabilito prima).
John Cena, Rey Misteryo, Eddie Guerrero. I ragazzini per loro impazziscono. Po s t e r s,
v i d e o g i o c h i , figurine e home video.Il primo Dvd dedicato al Wrestling pubblicato dalla
Gazzetta dello Sport ha venduto oltre 170mila copie.Il doppio di quello dedicato al
calciatore Shevchenko.
~ 17 ~

CONSUMI & SALUTE
D I GIUSI GANELLI
Molti, sbagliando, non li ritengono
fondamentali per il buono stato di
salute. E invece, niente meglio di
loro, può esprimere a pieno il concetto di cibo
come apportatore di sostanze vive e vitali.
Sono presenti nella frutta e nella verdura
vitamine, sali minerali, sostanze protettive,
fibra e acqua, sostanze che pur non apportando
energia sono indispensabili per il buon
funzionamento di tutti i processi fisiologici.
Tra le vitamine più importanti ricordiamo la
vitamina C, presente in agrumi, pomodori,
fragole e kiwi (azione antiossidante, antiemorragica
e antinfettiva), e la vitamina A
presente nei prodotti ortofrutticoli gialloarancioni
(importante per la salute di pelle,
polmoni e vista).
Magica fibra
È un componente di molti alimenti privo di
calorie e di potere nutritivo che influenza
diversi aspetti della fisiologia digestiva. È
contenuta nei cereali integrali (quelli che
non vengono raffinati), nella frutta e nella
verdura, nei legumi. Non deve mancare nella
dieta di tutti i giorni perché migliora la funzionalità
intestinale, sembra in grado di
ridurre l’insorgenza di alcune patologie dell’intestino
(tumori colon-retto), riesce a rallentare
l’assorbimento di alcuni nutrienti
come il glucosio, il colesterolo e gli acidi
Frutta & verd u ra
s e m p re a tavola
Troppo spesso sono relegati al
semplice ruolo di contorno o di
sostituti del pasto quando si è
reduci da un eccesso alimentare, ma
f rutta e verdura d o v re b b e ro essere
s e m p re presenti nella giornata alimentare di
tutti, giovani e non.
I sali minerali sono coinvolti nella trasmissione
dell’impulso nervoso, per il mantenimento
del bilancio idrico, nella contrazione
muscolare e in altre funzioni. Ricchi di sali
minerali sono gli ortaggi a foglia verde e la
frutta secca.
Contenute nella frutta e nella verdura ci sono
anche delle sostanze ad azione protettiva
che sono in grado di contrastare la crescita
delle cellule tumorali e fibra.
Non è proprio il caso di non portarli sulla nostra
tavola.
Ma quante volte bisogna mangiare frutta e
verdura in un giorno? Almeno 5 porzioni di
frutta e verdura (ogni porzione è pari ad almeno
150 grammi). Non è certamente facile,
ma nemmeno impossibile. La frutta può
grassi, facilita il raggiungimento
del senso di sazietà e ritarda lo
svuotamento gastrico (utile in
caso di soprappeso).
Per svolgere a pieno le proprie
funzioni la fibra deve
essere sempre accompagnata
da un apporto adeguato di
acqua e provenire solo da alimenti
che ne sono ricchi naturalmente
(evitare gli integratori di
fibra alimentare).
~ 18 ~
diventare una deliziosa merenda (albicocche,
ciliegie, pesche…) ma può anche essere
mangiata alla fine del pasto. Senza problemi
si riesce a mangiare almeno due volte al giorno.
Con la verdura si possono preparare paste,
asciutte e in brodo (risotto con le zucchine,
pasta con i pomodori e peperoni, crema
di carote, il sugo di pomodori preparato
con pomodori freschi) ma anche dissetanti
insalate e sfiziosi pinzimoni.
Consumiamo, inoltre, frutta e verdura italiana,
di stagione e alle varietà locali. Solo in
questo modo siamo sicuri di mangiare alimenti
ricchi di sostanze nutritive preziose
per il nostro organismo (la frutta e la verdura
che matura nella stiva di una nave invece
che al sole di che cosa sarà ricca?).

FIERA DI A LT R O C O N S U M O
“ Fa’ la cosa giusta”
La vetrina del r i s p a r m i o
D I DORA MARRAFFA
Continuano i tempi di magra, ma avanza
l’era del “buon consumo”. Se a
Milano sale il tasso d’inflazione, e torna
di moda la schiscetta tra gli impiegati alle
p rese con i rincari di bar e ristoranti, in tutta
la Lombardia - stando alle rilevazioni
Ismea-AcNielsen - è in
calo addirittura la vendita di
p rodotti alimentari come carn e ,
pasta, riso e frutta. Eppure c’è
un settore che non sembra dare
segnali di crisi, anzi incassa il tutto
esaurito in soli 3 giorni. Sono
stati quasi 17mila i visitatori che
dal 18 al 20 marzo si sono tuff ati
nell’universo del consumo critico
e degli stili di vita sostenibili
in mostra alla fiera-merc a t o
“Fa’ la cosa giusta!”, pro m o s s a
per il secondo anno, negli spazi del
Superstudiopiù a Milano, dal giornale di strada
“Te rre di mezzo” con l’associazione di volontariato
“Insieme nelle Te rre di mezzo
Onlus”.
Dopo il successo della prima edizione, la
k e rmesse dedicata all’altroconsumo è tornata
all’insegna del raddoppio: 6mila metri
quadri d’esposizione e 180 standisti, cont
ro rispettivamente i 2.800 e i 100 dell’edizione
2004, nell’intento di aprire una
grande vetrina su tutte quelle realtà che
p e rmettono di “consumare senza lasciarsi
c o n s u m a re” . Dal comm
e rcio equo solidale
alla finanza etica, dai
p rodotti biologici alla
mobilità sostenibile fino
al turismo re s p o n s a b i l e
e consapevole, i visitatori
sono stati 2mila in
più rispetto al 2004.
D ’ a l t ronde, che il consumo
etico piaccia e raccolga
sempre più adepti
è quanto emerge anche
da una ricerca della
Camera di Commercio di Milano: l’85 per
cento dei consumatori italiani sarebbe disposto
a pagare il 10 per cento in più per un
p rodotto fatto rispettando la società e l’ambiente;
e nell’ultimo anno un italiano su
due ha acquistato articoli solo dopo aver
verificato che non inquinino. Insomma, il
f u t u ro del consumo è…critico.
Quando il riciclo fa tendenza
Mangiare, muoversi e vivere nel rispetto
dell’ambiente e degli altri. Ma anche
a r r e d a r e, perché no. C o m p l e m e n t i
d ’ a r r e d o, m o b i l i ,
accessori da cucina,
10 oggetti di design
tutti rigorosamente
realizzati con carta,
alluminio e plastica
r i c i c l a t i , sono stati
esposti al Museo
Bagatti Valsecchi a
M i l a n o, in occasione
del Salone del
Mobile.
Una prima vetrina per il progetto
“Remade in Italy”, firmato dalla Regione
Lombardia nell’intento di supportare
tutte le aziende disposte
a investire risorse
per attuare una politica
di prevenzione sulla
produzione dei rifiuti e
sul riutilizzo dei materiali
recuperati. Pe r
andare oltre al “Made
in Italy”, e pensare al
“Remade in Italy”.
~ 19 ~
D.M.
Spesa in comune
un vero affare
Non tanto una risposta al carovita, quanto piuttosto
una scelta politica e di stile vita,anche a costo
di spendere un pochino di più. È questa la filosofia
che ha portato al successo il fenomeno dei
Gas, vale a dire i Gruppi di acquisto solidali, alias
gruppi di persone che scelgono di comprare insieme
i prodotti d’uso quotidiano (frutta, pane,
formaggio, carne, persino detersivi) selezionando
i fornitori in base a criteri di giustizia, solidarietà
e rispetto per l’ambiente.“Oggi,dopo 11 anni
dalla nascita della prima associazione – assicurano
gli organizzatori del quinto Convegno nazionale
dei Gas, tenutosi nell’ambito della fiera
del consumo critico e sostenibile “Fa’ la cosa giusta!”–
i Gas restano uno dei più imponenti fenomeni
spontanei della società civile italiana”.
E continuano a crescere. Ecco alcuni dati: n e l l ’ u ltimo
anno,nella sola Lombardia,sono aumentati
di quasi due terzi:un anno fa,erano 39 i Gas censiti
dalla guida “ Fa la cosa giusta! 2004”, ora se
ne contano 53. E non si va a tutto “ G a s ” s o l t a n t o
in città,ma anche nei piccoli centri.Passando dalla
Lombardia all’intero Bel Pa e s e, si arriva a conteggiare
nella rete nazionale Gas 170 gruppi.“ I n
realtà sono di più:molti – spiegano i promotori del
convegno – sfuggono alle statistiche.La segnalazione
avviene su scelta spontanea del gruppo”.
D’altronde,non una comunità omogenea e facilmente
collocabile, ma un mosaico di esperienze
e realtà diverse costituisce il popolo dei Gruppi di
acquisto solidali. Una fotografia delle sue mille
sfaccettature emerge dal volume del giornalista
Lorenzo Valera, “Gas, Gruppi di acquisto solidali”(edito
da “Terre di mezzo”).
Tanti, diversi, ma uniti nella convinzione che
“aderire a un Gas significa dare rilievo alle scelte
di consumo, creare un rapporto diretto tra produttore
e consumatore che permetta una maggiore
trasparenza da parte del primo e una scelta
responsabile da parte del secondo”. E – sia ben
chiaro – il dilagare del fenomeno Gas non è effetto
della crisi economica. Pur di sostenere direttamente
un modello economico solidale e responsabile,
sono disposti a pagare di più, loro.
D.M.

S A L U T E
A CURA DI C A R L O T TA CAVA L I E R E
INCONTRO CON CARLO GASTALDI RESPONSABILE DEL CENTRO DELLA
INFERTILITÀ DELL’ISTITUTO CLINICO CITTÀ DI BRESCIA
Un b i m b o per tutti
Il ginecologo, 48 anni, spiega: infertile il 15% delle
coppie nei paesi sviluppati. Solo metà delle donne
supera il problema con cure mirate, le altre sono
potenziali candidate alla fecondazione in pro v e t t a
Quando il ricercatore americano
Patrick Steptoe, nel '78, annunciò
che era nato la prima bimba in provetta,
Louise Brown, la comunità scientifica
era convinta che sarebbe rimasto un caso unico,
perché il successo era arrivato dopo dieci
anni di lavoro e il bis sembrava impossibile.
Non fu così. Le tecniche di fecondazione assistita,
negli anni successivi, sono evolute in
modo così rapido ed efficace da divenire una
opzione terapeutica di routine. Carlo
Gastaldi, 48 anni, la gavetta tra la clinica
Mangiagalli di Milano e l'Irvine University
in California, responsabile del centro dell'infertilità
dell'Istituto Clinico Città di
Brescia, spiega che “l'infertilità interessa il 15
per cento delle coppie nei paesi sviluppati”.
La fotografia del nostro Paese calcola che su
307.810 matrimoni (il dato dell'ultimo censimento)
siano 46.171 le coppie infertili.
Perché si registra questo incremento della
infertilità?
“La donna è fertile fino a 25-26 anni. Da
quell'età inizia il declino, lento fino ai 35 anni,
più veloce dopo i 35. Noi siamo una società
in cui le donne lavorano, si sposano tardi,
e dove si selezionano anche i problemi
spesso legati all'età. A 38 anni una coppia di
per sé è già infertile, proprio per l'età della
donna.
Qualche numero.
“A vent'anni la percentuale di infertilità è del
15 per cento, dopo i 35 è del 27 per cento.
Questa domanda ha dato una spinta allo sviluppo
della ricerca nel campo della fecondazione
assistita”.
Come si è modificata negli anni la
percentuale di successo delle
tecniche di fecondazione assistita?
“Quindici anni fa la
possibilità di gra-
vidanza con la tecnica Fivet, la prima introdotta
che prevede il prelievo della cellula uovo
e la fecondazione in laboratorio con il successivo
trasferimento dell'embrione nella
cavità dell'utero, era inferiore al 10 per cento.
Oggi è del 27 per cento. Triplicata. Dieci
anni fa un paziente maschio con pochi spermatozoi
e deboli non aveva possibilità terapeutica.
Si doveva ricorrere alla banca del seme
o all'adozione. Adesso, con la tecnica
Icsi, il prelievo e la micromanipolazione degli
spermatozoi poi iniettati direttamente
nel citoplasma della cellula, abbiamo il 28
per cento dei successi”.
Com'è la situazione in Europa?
“In questo momento si fanno in media 3,2
cicli di fecondazione in provetta ogni 1000
donne”.
Ciclo, cioè?
“Per ciclo si intende un tentativo, dalla fase
in cui la paziente è sottoposta a stimolazione
ormonale per far crescere, maturare, la
cellula uovo, al monitoraggio, al prelievo
dell'uovo e quindi alla fertilizzazione
in laboratorio con la coltura
cellulare da 48 ore a 5
giorni”.
Non ci sono limiti al
numero di cicli ai
quali sottoporsi?
~ 20 ~
“In teoria no, in pratica l'età della donna è
una autolimitazione. L'uovo invecchia con
lei”.
Quanti bimbi in provetta nascono?
“In Europa il 2,5 per cento dei nuovi nati sono
concepiti in laboratorio. In Italia la media
è del 2-3 per cento”.
A cosa è legato il successo di un programma
di fecondazione assistita?
“Ad una organizzazione meticolosa, direi
certosina, del percorso: medico ginecologo,
andrologo, biologi specializzati, il successo
è legato alla squadra. Ma, certamente, anche
all'età della donna. A 43 una donna che ricorre
a fecondazione in provetta con proprie
cellule uovo ha una probabilità di successo
per ciclo dello 0,1/0,2 per cento. Mentre il
maschio produce sempre nuovi spermatozoi
per tutta la vita, la donna ha un numero di
cellule uovo prefissate dalla nascita, custodite
in stato di quiescenza nell'ovaio che invecchiano
con lei”.
Non ricorrono a queste tecniche solo le
over 40enni?
“No e ci sono dati interessanti per fare capire
l'importanza sociale del problema infertilità.
L'1 per cento delle donne sotto i 24 anni
sono in menopausa precoce per ereditarietà,
cause spontanee. Il 2 per cento per problemi
oncologici, o endometriosi. Queste
donne, se vogliono un figlio, hanno solo la
possibilità di una ovodonazione, che nel nostro
Paese la tanto discussa legge 40 ha vietato”.

G l a u c o m a ,
la malattia si cura a vista
Che cos’è il glaucoma?
“È una patologia caratterizzata da tre sintomi
principali: un aumento della pressione intraoculare,
un danno della papilla ottica e un
danno del campo visivo.”
Ci sono più forme di glaucoma?
“Ce ne sono molte, acuta, secondaria, congenita.
Ma sicuramente quando parliamo di
glaucoma da un punto di vista epidemiologico
quello che ci interessa più da vicino è il
glaucoma cronico semplice che rappresenta,
da solo, la stragrande maggioranza dei casi.
Si tratta di una forma caratterizzata da un andamento
silente nel tempo cioè privo di sintomi
soggettivi.”
Una malattia subdola dunque?
“Molto subdola. Se aspettiamo, per fare la
diagnosi, che la persona che ne è affetta si renda
conto di avere un problema visivo, purtroppo
facciamo sicuramente una diagnosi
tardiva.”
Perché?
“Perché il danno che soggettivamente si avverte
è semplicemente lo stato più evoluto o
preterminale della malattia.”
Cosa causa il glaucoma?
“Danneggia la nostra funzione visiva a partire
dalla periferia della visione, non dal centro.
Nel glaucoma non ci sono danni alla nostra
acuità visiva. Ma la visione periferica dello
spazio e se la progressione del danno è lenta,
come si verifica nel glaucoma, la percezione
soggettiva manca completamente.
Non ci si accorge che si sta diventando ciechi.”
È una malattia grave?
“Sì, perché è una malattia che in genere è bilaterale,
colpisce più spesso prima un occhio
ma poi arriva a colpirli tutti e due. Ed è in grado
di portare a cecità irreversibile se non diagnosticata
e trattata tempestivamente.”
Come si può prevenire?
“La prevenzione primaria, ovvero la rimozione
delle cause, non è possibile. Perché la
causa non è nota. Il glaucoma è una malattia
degenerativa. Non c’è una causa esterna rimovibile.
Non c’è un agente eziologico come
nella polmonite.”
Che importanza ha fare la diagnosi precoce?
“Possiamo trattare l’evoluzione della malat-
I N T E RV I S TA A L L’ O C U L I S TA FEDERICO MARCOLI
D E L L’ I S T I T U TO CLINICO MATER DOMINI DI CASTELLANZA
tia impedendone la progressione. La terapia
riduce la pressione intraoculare, previene la
progressione della malattia in più della metà
dei casi e la cecità bilaterale nel 90 per cento
dei casi.”
Quante persone interessa il glaucoma?
“Per avere la dimensione sociale del problema
dobbiamo considerare la prevalenza. La
malattia riguarda lo 0,6 per cento della popolazione
totale, circa 300 mila persone in
Italia, e, invece, nella sua forma di predisposizione
che si chiama ipertensione
endobulbare
semplice il 3 per cento della
popolazione, quindi 1
milione di cittadini.”
Il rischio è legato all’età?
“Sì, in una popolazione sopra
i 50 anni il rischio diventa
del 2 per cento e sopra
i 60 superiore al 2 per
cento.”
“ La malattia ri-
guarda lo 0,6 per cen-
to della popolazione
totale, circa 300 mila
persone in Italia
”
Un messaggio importante da dare?
“In Italia solo una quota minima di persone
ritiene di doversi sottoporre a visita specialistica
oculistica. Chi è nella fascia a rischio deve
essere visitato da un oculista, misurare la
pressione dell’occhio.
I danni come si manifestano?
“La pressione nell’occhio aumenta perché
c’è uno squilibrio tra la quantità di liquido
che abbandona l'occhio attraverso le vie di
deflusso e la quantità che viene prodotta dal
corpo cigliare. L’occhio, paragonabile a una
piccola sfera, ha una sua pressione interna
positiva superiore a quella ambientale perché
altrimenti si affloscerebbe su sé stessa.
~ 21 ~
Ma se la pressione supera 21 millimetri di
mercurio, si verifica un danno, a carico del
nervo ottico dove entra nel bulbo, in una
porzione che si chiama testa del nervo ottico.
Tutte le fibre nervose si convogliano in
una strettoia che ha dei bordi rigidi.
Cosa accade?
“Che muoiono. Noi abbiamo una quantità
di fibre, quando il 30% è perso si manifesta
un danno funzionale che il soggetto può non
avvertire e che si deve indagare con l’esame
del campo visivo che è l’espressione
della funzione di
tutte le fibre. È un test psicosensoriale
come un video game,
dura 10-14 minuti, si
preme un bottone quando si
ha percezione che esista nello
spazio davanti a noi uno
stimolo luminoso. Si ricrea
una mappa che ricostruisce
l’area del campo visivo. È il
secondo esame cardine dopo
la misura della pressione.”
Prima che le fibre siano così
danneggiate che il campo
visivo risulti danneggiato
cosa si può fare?
“Oggi abbiamo un altro esame
per verificare l’alterazione
della papilla ottica. L’assottigliamento
delle fibre si può vedere con un esame della
papilla ottica, si può fare un esame del glaucoma
più precoce, prima cioè che quel 30 per
cento delle fibre siano morte. Si chiama
morfometria papillare e delle fibre papillari.
L’Oct (Optical coherence tomography),
strumento molto moderno.”
Una sorta di tac della papilla.
“Esattamente. Utilizza un raggio laser, non
è un esame invasivo, non servono mezzi di
contrasto, né contatto con il bulbo oculare,
è rapido, non necessita di una elevata collaborazione
del paziente, bastano uno o due
minuti.”
SCRIVETE a: IL MEDICO RISPONDE
AIOP Lombardia - Viale Restelli, 7 - 20124 .
Tel. 02 6682000 - Fax 02 6686118
E-mail: segreteria.mi@aioplombardia.it

PAGINE A Z Z U R R E A CURA DI ANTONIO FROVA
La posta
Sono il padre di un paziente ricoverato
presso una Residenza Sanitaria
Assistenziale (Rsa) della provincia di
Como. Mio figlio, a seguito di un grave
incidente stradale, è andato in coma, dal
quale è uscito dopo oltre un mese: è stato
un lungo peregrinare in varie strutture
ospedaliere per interventi e riabilitazione,
fino ad una definitiva diagnosi di
stato vegetativo permanente. Da oltre
cinque anni la Rsa che lo accoglie, mi richiede
il pagamento di una quota parte
della retta giornaliera di degenza (70 euro).
Posso sapere il motivo per il quale un
paziente che necessita di mirati interventi
sanitari, che deve essere seguito da
medici e infermieri quotidianamente oltre
che da personale di assistenza, che
deve fare tutti i giorni adeguata riabilitazione
fisica, alimentato con sondino
gastrico, fino a quando si trova in una
struttura sanitaria accreditata (Ospedali
o Case di Cura) riceve tutto gratuitamente,
mentre se il suo stato patologico
cronicizza e viene dimesso dalle strutture
sanitarie al di là di limitati periodi di
tempo, deve pagare una parte della degenza?
Perché questa discriminazione
fra sanitario e sanitario esclusivamente
legata alla cronicità o meno? Ritengo
che sia una discriminazione grave che finisce
per mettere sul lastrico un numero
enorme di famiglie. La cosa infatti non riguarda
solo mio figlio, ma tutti i ricoverati
in questa struttura e penso anche
nelle altre, che si trovano nelle stesse
condizioni, o condizioni similari. Sono
tanti ve lo assicuro!
Lettera firmata
La sua sentita lettera suona disperata,
anche perché moltiplicando la cifra da
lei pagata di 70 euro al giorno per 365
giorni ne scaturisce l’importante
esborso di 25.550 euro all’anno, 50 milioni
di una volta, importo che non è assolutamente
sostenibile da un reddito
medio di una famiglia. La nuova normativa
della Regione Lombardia sulla
riabilitazione, già citata nel nostro
precedente numero, pare faccia chiarezza,
ma non affronta in modo complessivo
e risolutivo il problema che
Lei pone che ci sembra abbia risvolti
drammatici. È nostro impegno fare
avere la sua lettera ai nuovi Assessori
regionali e, vista la situazione che lei ci
denuncia, anche al Governatore della
Regione e al Ministro della Salute.
“Il coma è come
un black-out”
N e u ropsicologa e psicoterapeuta, Paola Chiambretto, 32 anni, è
responsabile del servizio di psicologia della Cooperativa Sociale
Vi t a residence che gestisce due re p a rti per pazienti in stato vegetativo
e post comatosi a Guanzate e a Legnano, in stru t t u re
e x t r a o s p e d a l i e re Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa).
D I PAOLA D’AMICO
Quando si entra in coma?
Dopo un evento acuto, un trauma, un incidente
s t r a d a l e, un ictus o un arresto cardiocircolatorio
c h e,per qualche minuto,causano l’arresto del flusso
sanguigno al cervello.Senza ossigeno,le cellule
cerebrali muoiono.
Dopo quanti minuti muoiono?
Tre-cinque minuti bastano per creare lesioni imp
o r t a n t i . Il cervello dopo un evento acuto presenta
una grave sofferenza che causa il coma.
Il coma è come un black out?
S ì , un black out generale,una le-
Paola Chiambretto
sione del sistema nervoso centrale
(Snc) per cui tutte le funzioni
vitali sono in grossa difficoltà,
devono essere supportate per
f u n z i o n a r e. Il cervello non invia
più stimoli corretti per far funzionare
la “macchina corpo”. I l
paziente viene assistito in terapia
intensiva , la sua vita è legata
al supporto delle macchine.
Questo stato di coma non
dura per sempre ?
N o, a un certo punto una parte
del cervello ricomincia a funzion
a r e : è la “centralina dello stand by”, il sistema
neurovegetativo del nostro cervello situato a livello
del troncoencefalo (pensate alla lucetta della
Tv quando è spenta) che sovrintende al respiro
a u t o n o m o, all’alternanza sonno-veglia.Il paziente
dorme,r u s s a , riapre gli occhi quando si sveglia,
fa movimenti anche minimi,a volte emette suoni,
piange ma non riconosce l’ambiente, vive senza
l’ausilio delle macchine ma senza contatti con
l ’ a m b i e n t e.È come sospeso.
Questo è lo stato vegetativo?
E s a t t a m e n t e,c’è ma è come se non ci fosse,si è ris
v e g l i a t o, ha fatto un passo ava n t i , è vivo ma è in
una condizione vegetativa .
Un termine che sembra assimilare alla
condizione dei vegetali.
Infatti è un termine aborrito dai familiari. Per assonanza
ricorda le piante,invece è da riportare ad
una dimensione medica, c l i n i c a , s c i e n t i f i c a .
Significa che quello che funziona nel paziente è il
sistema vegetativo.
Che assistenza è necessaria in questo sta-
~ 22 ~
dio, lo stadio di Terry Schiavo?
Il paziente va accudito, dalla A alla Zeta, deve essere
alimentato con un sondino che entra nello
s t o m a c o.È uno stadio,come uno scalino che ogni
paziente in coma deve fare. Per alcuni è solo uno
s c a l i n o,per altri può essere un momento di arrivo.
Cosa accade al secondo scalino?
Ci sono i pazienti minimal responder, che hanno
una risposta minima agli stimoli dell’ambiente,
chiudono gli occhi per dire sì,una condizione di responsività
che può anche variare nella giornata.
Una ripresa di coscienza magari
intermittente.
P ro s e g u i a m o .
Al terzo stadio aumentano tutte
le capacità di contatto con
l ’ a m b i e n t e,v i g i l a n z a , il paziente
esprime qualche parola,
muove qualche passo.A volte,
i n v e c e, controlla solo le palpebre
ma è assolutamente lucido,
c o s c i e n t e,ha integrato la capacità
di comprendere.
To rnando allo stadio vegetativo,
si sente il dolore
?
Non si sa,ma l’impressione è che lo sentano.Pe r ò
il dolore, seppur avvertito, non è percepito nella
sua componente discriminatoria.È come se dessimo
un pizzicotto leggero a una persona che dorme
tale da non farlo svegliare.La persona avverte
il pizzicotto (sposta il braccio), m a , non ne è cons
a p e v o l e. Il dolore,il fastidio si esprime con increspature
della bocca, piccoli grugniti. Nello stato
vegetativo è sempre a livello non cosciente perché
la parte corticale del cervello, quella più esterna,
più evoluta,non è più coinvolta,non è in contatto
con la parte vegetativa , le informazioni non arriva
n o. Come se un ascensore si fermasse a metà
s t r a d a , non arrivasse all’attico.
Questi pazienti sono il risultato dei prog
ressi della medicina che li strappa a morte
certa. Siamo pre p a r a t i ?
Non ancora abbastanza. C’è una nebbia. S p e s s o
vengono ricoverati qua o là, è una realtà nuova .
Saranno sempre di più.La medicina è ava n t i ,ma la
cultura dell’assistenza non ha tenuto il passo.
Dobbiamo fare molta strada.

P.E.T./ t o m o g rafia computerizzata
il grande fra t e l l o
Abbiamo pubblicato in “Ultima ora”
dello scorso numero dell’inaugurazione
della PET (Tomografia ad emissione
di positroni)/Tac presso la Casa di Cura Igea
di Milano, ma ci sembra opportuno dare alcune
informazioni in più sull’apparecchiatura tecnologicamente
molto avanzata.
Negli ultimi anni l’industria ha costruito e commercializzato
tomografi ibridi PET/Tac composti
da due strumentazioni separate PET e Tac
che, lavorando insieme sullo stesso paziente, permettono
di eseguire
in rapida sequenza
una indagine
Tac e un esame
PET Grazie a
questa opportuna
associazione di
metodiche l’accumulo
patologico di
Fdg (fluorodesossiglucosio)rilevabile
con la PET si
sovrappone esattamente
alle strutture
anatomiche
identificate alla
Tac. Il tomografo PET/Tac recentemente installato
e accreditato presso la Casa di Cura Igea
rappresenta, allo stato attuale, una delle risorse
per l’imaging delle neoplasie con la migliore accuratezza
diagnostica.La metodica PET/Tac sta
già cambiando, a livello mondiale, i protocolli di
stadiazione dei pazienti neoplastici, consentendo
significativi risparmi economici nella gestione
delle varie patologie tumorali, evitando o riducendo
il numero di procedure diagnostiche invasive
di secondo livello, di terapie chirurgiche o
mediche non necessarie, ottimizzando l’impostazione
dei percorsi terapeutici ed in sintesi
portando una migliore qualità di vita ai pazienti
studiati. Attualmente l’85-90% dell’attività
clinica nei centri PET nel mondo si basa su quesiti
oncologici. La restante quota è suddivisa tra
studi cardiologici (valutazione della vitalità
miocardica) e neuro-psichiatrici. Nelle sue principali
applicazioni oncologiche la PET possiede
una sensibilità, una specificità e una accuratezza
diagnostica vicine al 90% e nella stadiazione
e ristadiazione
di pazienti
o n c o l o g i c i
può cambiare
le scelte terapeutiche
in
circa il 30% dei
casi. Il punto
di forza di tale
metodica, come
di tutte le
m e t o d i c h e
medico nucleari,
è data
dalla capacità
di rilevare le
alterazioni funzionali dei processi neoplastici,
che, come è noto, anticipano le successive alterazioni
morfologico-volumetriche rilevate dalla
radiologia tradizionale. In particolare si è osservato
come in molte neoplasie le cellule tumorali
siano caratterizzate da un aumentato
metabolismo glucidico rispetto alle cellule sane.
Sfruttando questo principio è stato messo a
punto un radiofarmaco analogo del glucosio, il
18F-fluorodesossiglucosio (Fdg). Iniettato endovena,
il Fdg entra nella cellula per trasporto
INFO SALUTE
del nostro corpo
facilitato del glucosio e viene trasformato da un
enzima specifico in Fdg-6-fosfato, comportandosi
come il glucosio. Dopo questa trasformazione,
il risultante Fdg-6-fosfato non procede
ulteriormente lungo la via metabolica del glucosio,
ma rimane intrappolato all’interno della
cellula tumorale e quando gli atomi del tracciante
radioattivo iniettato emettono fotoni,
questi vengono misurati e localizzati precisamente
dal tomografo PET all’interno del corpo
del paziente che viene rappresentato in sezioni
sottili. Appare evidente che la possibilità di disporre
di una metodica come la PET/Tac, che
individua la parte di malattia biologicamente attiva
e la colloca correttamente nello spazio corporeo,
consente da un lato di individuare con
maggior precisione il volume bersaglio da sottoporre
a trattamenti mirati come la radioterapia,
dall’altro di cogliere in fase precoce le variazioni
di attività della malattia stessa e di evitare
di proseguire con trattamenti a cui la malattia
è resistente. Attualmente, in ambito oncologico,
i principali quesiti diagnostici per i quali
viene solitamente indicata l’esecuzione di una
PET riguardano la stadiazione, la valutazione
post terapia, la valutazione in corso di terapia ed
il controllo/follow-up di diverse neoplasie a carico
di molti organi ed apparati tra cui le neoplasie
polmonari, linfomi e neoplasie cerebrali.
Dallo scorso aprile 2005 le prestazioni di
PET/Tac sono accreditate e quindi eseguibili
con impegnativa mutualistica da parte di tutti i
cittadini italiani.Alla cerimonia di inaugurazione
anche del nuovo reparto di Day Surgery sono
intervenute numerose personalità tra cui il
Presidente della Regione Lombardia Roberto
Formigoni e la Sottosegretaria alla Presidenza
Antonella Maiolo.
TAGLIO DEL NASTRO PER VILLA ESPERIA
È stata inaugurata in marzo a Salice Terme la nuova sede della casa di cura ‘ Villa Esperia’, struttura sanitaria
specializzata nella riabilitazione intensiva e accreditata con il SSN, appartenente ad un gruppo di
imprenditori che opera da oltre 50 anni in campo sanitario.
Fra le autorità è intervenuto l’Assessore alla famiglia e alla solidarietà sociale della Regione Lombardia
Giancarlo A b e l l i , che ha evidenziato l’eccellenza ed il prestigioso esempio di capacità di saper coniugare
q u a l i t à , e f f i c i e n z a , modernità e professionalità unitamente ad una spiccata capacità imprenditoriale. Il cent
r o, a l l ’ a vanguardia nel campo delle patologie neuromotorie, è diventato riferimento consolidato per l’intero
territorio regionale, un polo di prestigio, dice l’Assessore, che si appresta ad offrire un servizio ancor
più qualificato e differenziato e che ben si inserisce all’interno del processo di riforma della sanità lomb
a r d a , teso a valorizzare le eccellenze e le aree di specializzazione che forniscono sicurezza ai cittadini.
~ 23 ~

A TAVO L A
Una delicatezza
che "pizzica"
Dolce, d i s s e t a n t e e ricco di vitamina A, il melone di Viadana è
l ' i n g rediente principe anche di una nota specialità mantovana: la mostard a
D I R I TA SPA N G A R O
Ècoltivato su una superficie di oltre
un migliaio di ettari, per una produzione
di circa 300.000 quintali
l'anno. E considerando
che in tutta la
Lombardia se ne raccolgono
circa 400.000
quintali, il dato è senz
’ a l t ro significativo. Il
melone mantovano,
coltivato soprattutto tra
Viadana e Sermide, ha tradizioni antiche e
ha dato origine alla coltura del melone in
tutta Italia. Per le sue poche calorie e l'abbondanza
di acqua e vitamina A, è parti-
IL RISTORANTE
IL PROV E R B I O
Al cör di fomne l’è fac’a melù: a chi na
feta, a chi ‘n bucù
Il cuore delle donne è fatto a melone:
a chi uno spicchio, a chi un boccone
colarmente apprezzato nel periodo estivo,
momento in cui il sapore morbido e zuccherino
del frutto raggiunge la piena mat-
urazione e dà il via alla raccolta.
Per preparare la tipica
m o s t a rda mantovana, utilizzata
anche per il ripieno
dei tortelli di zucca o come
contorno per il bollito, il
melone va sbucciato, lavato,
affettato e messo a macerare
con zucchero e limone. Il liquido che si
f o rma va quindi raccolto, fatto bollire
finché non assume la consistenza di uno
s c i roppo e versato sul fru t t o .
Un’operazione, questa, che si
ripete per due o tre giorni consecutivi.
Frutta e succo devono
poi essere bolliti per dieci minuti,
fatti raffreddare e insaporiti
con la senape. È quindi il
momento di invasare il composto,
chiudendo bene il recipiente
di vetro per fare
“riposare” la mostarda e per
consentire all’intensità aromatica
della senape di smorzarsi. Il
modo migliore per conservarla
è quello di collocarla in un
locale asciutto e con pochissima
luce. Meno nota della mostarda
di mele cotogne, la mostarda di
Trattoria Saltini, piazza XXIII Aprile 10, Pomponesco (MN). Tel. 0375 86017. Chiuso lunedì.
Conto: 25 euro vini esclusi. Chiuso per ferie dal 20 luglio al 15 agosto.
Poco distante da Viadana, una trattoria che propone piatti tradizionali con contaminazioni della
vicina Emilia. Insieme ad assaggi di culatello, salame e luadel, tipiche frittelline in pasta di pane,
si può assaporare il melone di Viadana nella profumata varietà “tamaris”. Tra i primi, ottime le
paste ripiene. La carne dei secondi è accompagnata dalla mostarda alle mele cotogne
viadanese. Il vino è il Lambrusco locale, da bere rigorosamente nella scodella.
~ 24 ~
melone è comunque molto apprezzata,
soprattutto nell’abbinamento con formaggi
caprini freschi, oppure come piatto
dolce nell’abbinamento con mascarpone o
gelati alla crema.
IL LIBRO
Non sole mostarde, ma anche confetture,
marmellate, gelatine, sottoli e sottaceti.
Sono 580 i prodotti tipici della tradizione
conserviera italiana presentati dalla scorrevole
guida scritta e curata da Luisa
Cabrini e Fabrizia Malerba, che spazia
dalla storia ai metodi di conservazione,
dagli abbinamenti ai prodotti regionali.
Ampia e interessante la sezione dedicata
alla Lombardia, che include specialità
storiche, come il “pes in aion”, i “germogli
di luppolo”, la “persicata” e il
“sugolo”.
L’Italia delle conserve, Luisa Cabrini e
Fabrizia Malerba, Touring Club Editore,
Milano 2004, pag. 256
LA SAG R A
Immancabile anche quest'anno, la 39°
edizione della sagra del melone di
Viadana si terrà dal 17 al 19 giugno. La
festa si aprirà la sera del venerdì con
una cena in motonave, naturalmente a
base di melone. Oltre alla degustazione
e alla vendita del prelibato frutto, gli
stand proporranno ai visitatori delizie
casearie e vini. In programma anche
mostre di moto e auto d'epoca e serate
di ballo liscio e latino americano.
Pro Loco Viadana, tel. 0375 780090

RUBRICA V E R D E
Po m o d o ro come prezzemolo
D I MICHELE NICHELAT T I
Svariati composti ad attività antiossidante
presenti negli alimenti
(carotenoidi, polifenoli, ecc.) svolgono
un’azione anticancerogena dimostrata
oltre ogni ragionevole dubbio. Le miscele
di carotenoidi, in particolare, hanno
dimostrato grande efficacia in vitro contro
i tumori del fegato, del polmone e della
pelle, efficacia probabilmente associabile
alla soppressione dei meccanismi tumorali
legati all’ossido nitrico. I carotenoidi sono
sostanze presenti in tutti i vegetali che
hanno un colore variabile dal giallo
(zucca), all’arancione (carota), al ro s s o
(pomodoro).
Proprio nei pomodori è presente un carotenoide
particolare, chiamato licopene, che
pare esercitare la sua attività non solo a crudo,
ma anche dopo cottura. Ed il ruolo del licopene
è stato recentemente analizzato in
uno studio molto rigoroso condotto
dall’Unità di Ricerca Epidemiologica
dell’Università di Montreal (Canada) per valutarne
l’efficacia contro i tumori del pancreas.
Uno studio caso-controllo, condotto
tra il 1994 e il 1997 su oltre 4700 soggetti
abitanti in 8 differenti province del Canada,
ha dimostrato che l’assunzione regolare di licopene
(attraverso il consumo di pomodori
freschi, conservati o cotti) ha significativamente
ridotto (di più del 30%, tra i soggetti
più forti e quelli meno consumatori) il rischio
di insorgenza del tumore del pancreas. Per
inciso, lo studio ha anche dimostrato che sia
i lg i a rd i n od in o n n al u c i a n a
Una graziosa leggenda giapponese narra di una giovane donna che,s eduta
in un angolo del suo giardino,p i a n g e va per la partenza di suo marito
per la guerra.Essa ne temeva la morte.Uno spirito gentile le apparve
e le donò un grosso fiore dicendole che ogni petalo sarebbe servito
durante la guerra ad allontanare la morte di un giorno.La fanciulla,c h e
oltre che essere bella era anche furba,
r i n g r a z i ò , prese il fiore e rientrata in
casa con le forbici tagliò ogni petalo
in due parti.
La guerra terminò, suo marito fece in
tempo a ritornare a casa sano e salvo
e di petali ce n’erano ancora moltissim
i .
Possiamo quindi considerare il crisantemo
il fiore dell’amore; i n
il beta-carotene (altro carotenoide specifico
contenuto nei pomodori e nelle carote),
sia i carotenoidi totali, riducono in modo significativo
l’insorgenza dei tumori del pancreas,
ma la loro efficacia pare limitata ai
soggetti non fumatori.
Dei ricercatori della Pennsylvania State
University (USA) hanno invece analizzato
il ruolo dei pomodori nella prevenzione del
tumore della prostata, dimostrando che una
concentrazione adeguata di licopene nelle
cellule tumorali è in grado di indurre la loro
apoptosi (una specie di “suicidio cellulare”)
in vitro, a causa di un meccanismo chimico
che costringe i mitocondri a rilasciare
del citocromo C nella cellula, costringendola
– in pratica – a morire. A conclusioni
pressoché identiche è arrivato un gruppo di
r i c e rcatori dell’Università dell’Illinois
(USA), che attribuiscono l’attività anticancerogena
del licopene contenuto nei pomodori
non solo all’azione antiossidante,
ma anche ad altre possibili attività, tra cui il
miglioramento delle comunicazioni intercellulari
e l’accresciuto numero di “gap
junctions” che collegano le varie cellule nei
tessuti. In questo studio, però, i ricercatori
rivolgono la loro attenzione non solo al licopene,
ma anche ad altre sostanze contenute
nei pomodori, come, la vitamina C ed
i polifenoli, questi ultimi, in particolare, associabili
alla riduzione del rischio di tumore
quanto gli stessi licopeni.
In definitiva, se è vero che la dieta mediterr a-
~ 25 ~
nea in
g e n e r a l e
( c e r e a l i
i n t e g r a l i ,
v e rd u re crude
o cotte,
olio di oliva, vino
rosso, aglio, ecc.) è
in grado di ridurre il rischio
di insorgenza di
molti tipi di tumore, è altrettanto vero che
l’attività dei pomodori sembra part i c o l a rmente
mirata ed adatta per contrastare l’ins
o rgenza e lo sviluppo di questa malattia.
Quindi, l’impiego molto diffuso del pomod
o ro nella cucina napoletana (dal sugo con
pomodorini freschi per gli spaghetti, ai filetti
di San Marzano o alla “pummarola” sopra
la pizza) è un indice di antica saggezza e di conoscenze
mediche empiriche, se si vuole, ma
s t r a o rdinariamente attuali.
Giappone è molto amato,considerato fiore nazionale,riprodotto negli
stemmi imperiali e vi è pure un ordine cavalleresco ad esso intitolato.
Inoltre esso fiorisce in autunno e quindi può rallegrare i giardini nel momento
in cui non c’è nessun altro fiore.
Il 21 giugno (San Luigi) è il giorno adatto,dicono le nonne,per potare i
c r i s a n t e m i , cioè tagliare le pianticelle a 10 cm
da terra,così daranno una ricca fioritura in aut
u n n o.
Vi consiglio di non gettare i rametti tagliati;
p i a n t a t e l i , i n v e c e,“ c i m a n d o l i ” , in una cassetta
contenente sabbia, torba e buon terriccio,
ponete all’ombra e mantenete l’umidità. D a
queste talee si svilupperanno delle nuove piantine
che potranno addirittura fiorire nello stesso
anno.Buon lavoro e auguri

PAG I N AT E C H
s a l u t ei nre t e
BIODANZA
www.biodanza.it
L'uomo che vive nelle città è sommerso dagli obblighi e dai
doveri ed è sottoposto ad una dimensione del tempo alterata
dall'accelerazione: è sempre più indaffarato,in azione,
di "corsa". Lo stress, nemico invisibile, fa parte della nostra
vita e ha tanti nomi stanchezza, i r r i t a z i o n e, a n s i a , i n s o n n i a ,
depressione ecc.
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Questo apparecchio nasce con la concezione
Microsoft di estendere le funzioni del recente sistema
Media Center, e permette quindi portarsi dietro
contenuti multimediali acquisiti con il computer da
I n t e r n e t . In sostanza si tratta di un minicomputer
portatile dedicato alla riproduzione di audio,video e
f o t o,con un hard disk da 20GB.Sui lati del dispositivo
sono presenti la presa per cuffie, quella di alim
e n t a z i o n e,e cosa fondamentale, l'uscita audio/ video
per il televisore.Il fondo del PMC ospita la presa
proprietaria del cavo USB2.0, per la sincronizzazione
con il pc.L'interfaccia di navigazione è Microsoft
e ricalca quella dei Media Center desktop.
L'autonomia è di oltre 20 ore per audio e foto e fino
a sette ore per il video.
Creative PMC supporta in formato nativo file audio
in formato WMA e MP3, foto JPEG e video WMV .
L'utilizzo di Creative PMC, come di qualsiasi altro
Media Center portatile, è strettamente legato al
client software Windows Media Player 10.
E’ concepito quindi solo per chi si adatta in pieno alla
filosofia Microsoft.
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o t t i , b i o t e c n o l o g i e, c o n s u m i . E’ necessario
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La supervisione scientifica è a cura della
S. I . S. A . , la Società Italiana di Scienza dell
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Computer desktop integrato Apple iMAC G5
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Gigabit Ethernet,Airport e Bluetooth di serie.Di fatto,r a ppresentano
un aggiornamento di quelli lanciati a fine agosto
dello scorso anno,il cui hardware è stato adeguato alle
novità in fatto di processori e softwa r e.In particolare è
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1.8 GHz con schermo da 17 pollici, 2 Ghz sempre con
schermo da 17, ma dotato di masterizzatore DVD dual
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Tom Tom Go integra una antenna GPS,istruzioni vocali e un sistema di navigazione GPS con doppia
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installato troviamo anche la funzione di "Route
Recalculation" per modificare il percorso in caso di
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~ 27 ~
A CURA DI ANDREA ALBANESE
INSONNIA
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A volte bisogna imparare anche a dormire.
Si stima che 12 milioni di italiani soffrono di
i n s o n n i a . Il sonno, i n f a t t i , va educato laddove
le normali abitudini possono risultare
errate e produrre, q u i n d i , situazioni di malessere
Il lavoro, gli impegni personali ed il precario
equilibrio tra aspettative e frustrazioni,
hanno molti legami con il sonno e la sua qual
i t à . L'attività fisica porta sicuramente benefici
sotto molteplici aspetti.
E p p u r e, è bene non lasciare troppo spazio
all'improvvisazione e lasciarsi consigliare
dagli esperti del settore. Nel sito c’è anche la
possibilità di effettuare un semplice calcolo
per determinare i vostri cicli di sonno.
d i g i t a ll i f e

V I AG G I
TOUR SULLA STUPENDA ISOLA RICCA DI SFAC C E T TAT U R E
Vivere la Sardegna...
non solo visitarla
Per farlo il modo migliore è esplorarla attraverso un viaggio
itinerante, scivolando dalla frizzante allegria delle coste
al fascino atavico di un entro t e rra tutto da scoprire .
D I TIZIANA BALZANI
La Sardegna è un’isola stupenda ricca
di sfaccettature e contraddizioni,
che merita più di una semplice
“visita”. Dalla costa più vivace all’ent
ro t e rra più arcano ogni zona è un mondo
a sé, tanto part i c o l a re
quanto unico. Allora
p e rché accontentarsi
di visitare le mete più
battute e non cerc a re
invece il senso, l’anima
di questa terr a
così profonda e pre gna
di significati?
Innanzitutto non è
d’obbligo freq
u e n t a re i villaggi
turistici o tutto ciò
che di asettico viene
p roposto nei pacchetti.
La Sard e g n a
pullula di Bed and
B reakfast (pern o t t amento
e prima colazione ) e agriturismo a
p rezzi accessibilissimi. Partiamo da
A l g h e ro che col suo porto turistico, il più
grande del Mediterraneo, le sue bianche
spiagge, i suoi bastioni ricchi di storia e il
suo fascino spagnoleggiante, è sicuramente
una delle mete da non perd e re. Il
dialetto e le tradizioni catalane le conferiscono
una freschezza ed una vivacità
che possiamo re s p i r a re sia di notte sia di
g i o rno. Una cittadina interessante sia dal
punto di vista artistico sia del mero divertimento
estivo. A giugno poi dà il meglio
di sé. (Da non perd e re: spaghetti ai ricci
di mare, aragosta alla catalana, paella e
“ t o rta di mangia in branc”). Seguendo la
costa in direzione Capo Caccia o in
d i rezione Bosa si può accedere a delle
splendide calette isolate dalle quali godersi
in tutta tranquillità il piacere di una
g i o rnata al mare. Da qui, in dire z i o n e
n o rd, raggiungiamo la Gallura ma prima
di arr i v a re a S. Te resa una sosta a
C a s t e l s a rdo e Costa Paradiso è d’obbligo.
Quest’ultima non ha davvero niente
da invidiare ad un atollo tropicale. Da S.
Te resa all’entro t e rra gallurese, in
d i rezione Tempio Pausania, l’aspre z z a
della vegetazione frammentata qua e là
da grandi rocce che sembrano osserv a rc i ,
curiose ed imponenti, ci coinvolgerà in
IN VACANZA... COME A CASA
~ 28 ~
un susseguirsi di tornanti silenziosi e rassicuranti.
A pochi chilometri da Te m p i o ,
nell’antico borgo di Aggius una sosta al
“Muto di Gallura”, dove si può gustare il
cibo della più antica tradizione sard a ,
o l t re ai vini fatti in casa ed ai
p rodotti locali, fare passeggiate
a cavallo o in bici fino al mare
che dista solo venti minuti. Il
tutto immersi totalmente in
una natura fitta ed avvolgente
che sussurra storie d’altri
tempi. Oltre al cibo superlativo
ed ai panorami mozzafiato non
dimentichiamoci che in Gallura
l’ospitalità è sacra ancor più che
nel resto dell’isola. Da non
p e rd e re la “zuppa gallurese” e
“su porceddu”. Se siete fanatici
del mare e non volete farv i
m a n c a re uno sguardo alla patinatissima
Costa Smeralda avete
solo quaranta minuti di strada,
ma se fossi in voi punterei in dire z i o n e
N u o ro per visitare Orgosolo coi suoi
murales ricchi di storia che vi aiuteranno
a capire meglio la Sardegna e la sua profonda
anima.
E state certi che tornerete.
Viaggiare gratis in tutto il mondo? Un sogno realizzabile, grazie alle associazioni internazionali
che si occupano di scambio di case e ospitalità per le vacanze. La tendenza, che
sta prendendo sempre più piede in Italia, coinvolge ormai anche la Lombardia, nonostante
l'assenza di spiagge o famose città d'arte. Che si abiti a Cernusco sul Naviglio o a
Ciliverghe di Mazzano, in quaranta metri quadri o in centoventi, insomma, poco importa:
la località e l'ampiezza dell'abitazione devono solo andare bene al partner dello scambio.
Per scoprire dunque un modo diverso di girare il mondo, completamente immersi in un'altra
cultura e lontani dalle rotte tradizionali, basta visitare i siti internet specializzati e procedere
poi all'iscrizione. Tra gli indirizzi da digitare: www.homelink.it, www.intervaconline.com,
www.scambiocasa.org.

INCONTRO CON LO STUDENTE-SCRITTORE PIETRO BELFIORE
“Leggo gialli e Topolino
ma vorrei essere Vargas Llosa”
Ha già pubblicato due romanzi (“Il mio amore si chiama Cecilia” e
“ M i s t e ro a scuola”, Salani editore) ma ha soltanto 18 anni.
D I S I LVIA BOCCARDI
Pietro Belfiore, milanese, frequenta
l’ultimo anno al liceo Beccaria di
Milano. È un tipo divertente, di
quelli che amano scherzare e sorride spesso.
Un ragazzo come tanti che però ha una
passione precocissima, quella per la scrittura.
Abbiamo fatto due chiacchiere, come
spesso succede durante l’intervallo o quando
saltando la prima ora di lezione ci si
siede al bar Nievo: lui è lì, a bere caffè o a
mangiare brioches (almeno quattro per
volta). Non è certo una di quelle persone
che ti mette a disagio facendo cadere silenzi
imbarazzanti. Anzi.
Quando hai imparato a scrivere?
“Alle elementari: già allora avevo il senso degli
affari e ho iniziato scrivendo raccolte di
poesie, filastrocche e limerik
che poi a Natale vendevo e coi
soldini che guadagnavo dai parenti,
compravo le macchinine
e le magic card. Qualche anno
dopo, durante i compiti in
classe, ho cominciato a scrivere
temi che poi passavo ai miei
compagni di classe, sempre a
pagamento. Di solito prendevo
bei voti, ma ricordo che a
volte andavo un po’ peggio
perché andavo fuori tema e
usavo troppa fantasia”.
Com’è che sei riuscito a far
pubblicare i tuoi libri?
“Mia mamma è sempre stata molto orgogliosa
di me, mi metteva in mostra e mi faceva
partecipare ai concorsi. Un bel giorno mi
hanno detto che ero passato tra i primi dieci
di un concorso indetto tra Milano e provincia,
poi tra i primi tre, e infine sono arrivato
primo per la prosa e secondo per la poesia. La
stessa giuria conosceva la casa editrice
“Battello a Vapore” e così, nel 2001, l’anno
del cosiddetto baby-boom (una vera e propria
esplosione di piccoli scrittori), mi hanno
invitato a partecipare a un ulteriore
concorso: bisognava scrivere
una storia su una ragazza chiamata
Cecilia. Nel 2000 è uscito il mio
primo libro, “Il mio amore si chiama
Cecilia” che ha venduto 7500
copie, un piccolo record”.
Quindi questo racconto non si
basa su una storia vera?
“Beh, non proprio, in realtà il mio
amore c’era, ma non si chiamava
Cecilia. All’inizio della terza media
arrivò davvero una ragazzina bionda di cui
mi innamorai subito, ma non la contesi al
mio migliore amico, bensì a mio cugino.
Comunque ora sta per uscire il mio nuovo
libro, intitolato “Vacanze in campeggio” e
parla appunto dell’estate tra le
medie e il liceo, estate che io
ho passato in parte con la mia
amata. Io però non vedo l’ora
di pubblicare finalmente il
quarto, che è ambientato nel
mio liceo, il Beccaria, che, tra
l’altro, sto per abbandonare
(a giugno avrò il temutissimo
esame di maturità) per andare
all’università . Mi piacerebbe
iscrivermi a Lettere Moderne
alla Statale perché l’obbligo di
frequenza è scarso. Scherzi a
parte, da grande farò lo scrittore,
non so ancora se per il
teatro, il cinema, i giornali o per l’editoria”.
Quando decidi di scrivere, cosa fai?
“Diciamo che non vado a ispirazione.
Solitamente verso le sei-sette di sera mi
chiudo in camera e scrivo a computer, poi
subito stampo. La stesura de “Il mio amore
si chiama Cecilia” però è avvenuta in modo
diverso: io dettavo e mia mamma, che ha
sempre desiderato farmi da manager, scriveva.
Insomma, escludendo mio padre, che
~ 29 ~
L I B R I
lavora per una ONG, vengo da una famiglia
che ama scrivere, perché mia mamma è una
sceneggiatrice e già mio nonno scriveva
gialli ambientati in Sardegna”.
I tuoi amici sanno che hai scritto e tuttora
scrivi libri per bambini?
“E come faccio a tenerlo nascosto? Ogni
giorno folle di fans mi attaccano appena
esco da scuola, pregando per un mio autografo!
A parte gli scherzi, lo sanno e, lo ammetto,
mi prendono anche un po’ in giro:
hanno ribattezzato la mia casa editrice col
nome di Ciuf Ciuf, e ogni volta che parlo dei
miei libri incominciano a scherzare. Ma loro
non sono idoli di milioni di bambini, come
me!”
Che genere di libri leggi?
“Di tutto, dai gialli a Topolino. Adoro il thriller
all’americana, detesto i romanzetti rosa
tipo Harmony. Penso comunque che ci
sia un libro per ogni fase della vita. Da piccolo
il mio preferito era il “GGG” di Roald
Dahl, adesso i noir di Lansdale come
“Freddo a luglio”. Se vuoi sapere a chi mi
piacerebbe assomigliare, direi Mario Vargas
Llosa: amo moltissimo “La zia Giulia e lo
scribacchino”, è divertente e ha il profumo
del sudamerica che ho conosciuto. Ho vissuto
tre anni in Nicaragua, e anche se ero
molto piccolo mi è rimasto nel cuore”.

ARTE & CULT U R A
Anni ‘50
da Bongiorno alla Vespa
D I PAMELA DELL’ O RT O
Èuna domenica del 1954, il 3 gennaio,
e migliaia di italiani per la
prima volta nella storia accendono la
scatola “magica” e si siedono davanti a un
giovanissimo Mike Buongiorno. Un quarto
d’ora di intrattenimento puro con un
conduttore ancora sconosciuto che incontra
personaggi famosi di passaggio a Roma
prima che salgano sull’aereo. È il primo
programma della
neonata televisione
nazionale e
si intitola Arrivi
e partenze. Da
quel giorno la tv
diventa una
s o r ta di filo
rosso che unisce
gli italiani da
N o rd a Sud
senza distinzioni, un’istituzione che aiuta
le fasce più basse della popolazione a
crescere culturalmente, con Enzo Biagi e i
suoi reportages, Giorgio Albertazzi e il suo
“Appuntamento con la novella”, Mario
Soldati alla scoperta del Po, Tognazzi e
Vianello con le loro gag umoristiche, e con
la pubblicità intelligente del Carosello.
Sono gli stessi anni in cui gli italiani girano a
b o rdo delle Fiat 500. Gli anni in cui la Piaggio
mette in produzione la Vespa, primo scooter
nostrano nato nel ’47 dal progetto dell’ingeg
n e re aeronautico che ha inventato il primo
e l i c o t t e r o ,
C o r r a d i n o
D’Ascanio. Il
“ c i n q u a n t i n o ”
ha tanto successo
che l’anno
dopo Innocenti
lancia la
L a m b retta, anch’essa
dotata di
design moderno
e motore di
p recisione con i carburatori Dell’Orto. Poi
è la volta della Ducati, con il suo scooter su
p rogetto di Giacinto Ghia, e delle Fonderie
Rumi con il loro Formichino. E scoppia il
“fenomeno scooter”, che attraverserà tutto
il decennio.
Sono gli anni in cui nasce la tecnologia elettronica
made in Italy, grazie a Olivetti, che
nel ’59 lancia il primo calcolatore elettronico
transistorizzato d’Italia, Elea 9003, disegnato
da Ettore Sottsass jr. Sono gli anni
in cui il design esplode con forme innovative
– quelle che ancora oggi utilizziamo: dalla
moka Bialetti, ai cappelli Borsalino a tesa
larga, fino alle sedie Superleggere disegnate
da Gio Ponti per Cassina – insieme alla
nuova architettura di Vittoriano Viganò, Di
Ponti e dei fratelli Castiglioni. Sono gli anni
in cui la moda italiana si incontra con i
couturier francesi e viene esportata in tutto
il mondo. Sono gli anni in cui al cinema im-
C O M O M I L A N O
B R E S C I A
A Como,una grande mos
t r a , Como Generations
of Art - 10 anni alla FA R ,
celebra il primo decennale
del Corso Superiore di
Arte Vi s i va . Voluto dall’imprenditore
della seta
Antonio Ratti per aprire
all’arte contemporanea
l’attività dell’omonima Fondazione – il corso ha visto
succedersi alla sua guida alcuni fra i più importanti
esponenti dell’arte contemporanea internaz
i o n a l e, che di volta in volta hanno ideato progetti
espositivi inediti pensati ad hoc per la città di Como.
La mostra (fino al 10 luglio,t e l . 031.233111) sottolinea
l’importanza raggiunta dal corso nell’ambito
delle iniziative di scambio per promuoverne l’opera
dei giovani artisti a livello internazionale. Il percorso
dell’iniziativa si sviluppa in vari luoghi del centro
storico di Como e coinvolge vari sedi espositive.
Nelle sale cinematografiche
italiane impazza
l’ultimo episodio della
saga Star Wars - La
Vendetta dei Sith. Pe r
l’occasione attesissima
dai fan,Lucasfilm in collaborazione
con
ArteUtopia ha allestito alla Triennale di Milano la
mostra Star Wars The Show.Gli scenari tratti dai set,
i diversi costumi come quelli di Darth Vader e della
Principessa A m i d a l a , le navi spaziali originali, i robot
e i druidi come il mitico C-3Po,e gli oggetti di scena
come la leggendaria spada laser di Luke
S k y w o l ke r. Tutto l’universo degli eroi di Guerre
S t e l l a r i ,i n s o m m a , concentrato nelle ampie sale della
Triennale (fino al 28 agosto,viale Alemagna 6,t e l .
0 2 . 7 2 4 3 4 1 ) . Un viaggio hollywoodiano con effetti
speciali attraverso più di 200 fra oggetti e disegni
originali provenienti dagli studi della Lucasfilm.
~ 30 ~
pazza il neorealismo di De Sica e di
Rossellini, ma anche del nuovo stile di
Visconti, di Fellini e di Antonioni.
Una mostra al Palazzo Reale di Milano (fino
al 3 luglio) fa riperc o rre re il decennio d’oro
dell’economia e della creatività nostrana, e
della rinascita dalle ceneri della seconda
g u e rra mondiale. Una stagione feconda che
ha segnato l’inizio del Made in Italy.
Il visitatore può viaggiare attraverso il filo
dei ricordi oppure rivivere i racconti di chi
quegli anni li ha costruiti, attraverso tremila
metri quadri di esposizione, e oltre settecento
opere, fra dipinti, sculture, documenti,
fotografie, filmati, oggetti di design,
abiti e accessori. E gustarsi uno spaccato di
vita italiana che ha inizio con le elezioni del
18 aprile 1948, e si conclude con le
Olimpiadi di Roma del 1960, gettando le
basi di una nuova era di benessere sociale ed
economico.
Una nuova performance di
Vanessa Beecroft,r e a l i z z ata
nell’incantevole cornice
del Tepidarium di Fi r e n z e,
anima la mostra VB53 alla
Galleria Minini di Brescia
(fino al 30 settembre, v i a
Apollonio 68, t e l .
0 3 0 . 3 8 3 0 3 4 ) .Ventuno modelle nude si muovono sinuose
su un cumulo di terra:“La performance contrappone
la purezza dei corpi femminili, la loro nud
i t à ,con il colore sporco della terra e la sua materia.
Alcune modelle saranno simili a gigli, altre a patat
e.”Come in tutti i lavori dell’artista genovese il corpo
è protagonista, spesso nudo o con pochi access
o r i , scarpe dai tacchi vertiginosi,calze o parrucche.
E la bellezza femminile è indagata nelle sue molteplici
sfaccettature, f i s i c i t à , forza e fascino, nel rapporto
con l’arte del passato, il cinema e le grandi
donne della storia.

LA SHOW GIRL DIVENTA STILISTA
Le seduzioni di
D I GABRIELE VISCONTI
M o d a&M o d i
La indossi e dici ciò che vuoi al mondo che ti gira intorno. O g n i
g i o r n o, ogni momento, un messaggio diverso: “Sono arrabbiato, n o n
p a r l a r m i ” , “Baciami subito!”,“Non mi avrai mai come tu mi vuoi”…
A partire dal mese di giugno, per comunicare con i colleghi di ufficio,
i compagni di classe o di vita ci si potrà affidare a Scrivi-T, l’ultima dei
Tucani Urbani. Dopo aver fatto correre sui caschi di tanti scooteristi le
orecchiette da coniglio e porcellino, il team Tucano lancia una nuova
simpatica proposta agli amanti delle due ruote (e non solo): S c r i v i - T
è una t-shirt dove si può scrivere e riscrivere tutto ciò che ci frulla
nella testa o nel cuore. A disposizione dei novelli scrittori e poeti 168
lettere e simboli da accostare, su due fascette in velcro, nelle mille e
una combinazioni che detteranno
m e n t e, umore o stato d’animo. A
seconda della circostanza, sarà la
maglietta a parlare al posto tuo.
Una volta “ s p e d i t o ” il messaggio,
le lettere si possono riordinare su
un pratico supporto, pronte per la
prossima missiva .
Nove linee disegnate per Ladyberg dal
titolo "Seduzioni di Valeria Marini".
Il debutto è stato incoraggiante,
sotto gli occhi attenti di stilisti (in prima fila,
Lorenzo Riva e Alviero Martini che l'hanno
promossa a pieni voti), amici del mondo dello
spettacolo (Simona Ventura, in primis), e naturalmente
il compagno della show girl,
Vittorio Cecchi Gori visibilmente compiaciuto:
“Valeria è molto esuberante e riesce a fare
bene tutto, quando si mette in testa qualcosa
lo realizza. Ed eccone la prova”.
Signora Marini, come si è improvvisata stilista?
“È sempre stato il mio sogno nel cassetto. Ho
studiato all'Istituto Europeo del Design, e poi
mi hanno chiamata per una tournée, e sono
partita. Ho fatto teatro, cinema e televisione.
Ma questo desiderio mi era rimasto. E
quando sono stata contattata come testimonial,
ho subito proposto di entrare a far
parte della squadra dei creativi. Ed eccomi
qua”.
Che cosa ha ispirato la sua collezione?
“Sono sempre stata amica e complice delle don-
~ 31 ~
G O S S I P
Valeria Marini
La soubrette bionda che fa sognare gli italiani adesso è anche
stilista. Show-girl e attrice ha disegnato una linea di intimo,
la "lingerie gioiello", come la chiama lei.
ne e della loro bellezza. Ho sempre avuto la passione
per l'intimo che può essere usato come una
strumento di seduzione. La mia idea era di mettere
in questa collezione tutto quello che ho imparato
nei back stage, in teatro e al cinema per trasmetterlo
alle altre donne. Ma soprattutto, ho voluto
ispirarmi alle grandi icone del cinema, che
con il loro fascino sono entrate nel nostro immaginario
firmando la storia della seduzione. Il fulcro
della collezione è l'intimo-gioiello. Tutto ha
un accessorio in cristalli Swarovski. Il cuoricino,
il cornetto portafortuna, la stellina, il peperoncino:
particolari divertenti che sembrano catenine,
ad esempio il perizoma che si trasforma in braccialetto.
Insomma sono cose seducenti ma anche
ironiche”.
Il prossimo progetto?
“Sto pensando di disegnare una linea per le donne
che aspettano un bambino, al posto dei soliti
premaman. E per l'estate mi piacerebbe giocare
sull'idea della spiaggia con l'intimo: costumi da
bagno che sembrano lingerie. È una cosa a cui non
ha ancora pensato nessuno”.
E l'amore, pensa al matrimonio?
“Con Vittorio va tutto a gonfie vele, si vedrà...”
Le mode spesso durano una vita. A l t r e, i n v e c e,
tramontano nel giro di pochi anni. Quella degli
incappucciati sembra destinata a scomparire. G l i
h o o d s, cappucci sotto i quali i giovani si coprono la
testa e buona parte del volto, sono diventati il simbolo
della nuova generazione.Tuttavia sono diventati anche
il simbolo della delinquenza, coperti dal cappuccio i
malviventi possono evitare di essere riconosciuti così
Tony Blair, il primo ministro inglese, ha dichiarato
guerra agli incappucciati. E la polizia li ferma e li perquisisce ad ogni occasione.
Chissà come la pensa Eminem...
Scoppia la moda dei francobolli personalizzati. In un'era dove le
e-mail hanno sdoganato le classiche lettere, c'è chi preferisce
mettersi in mostra con un francobollo. Inaspettatamente proprio
internet dà una mano alla vecchia busta di carta. È infatti
possibile usare il web per creare francobolli personalizzati,
perfettamente va l i d i . Basta una foto digitale. Il costo? Il doppio
di quello ordinario. Ci si può rivolgere al sito americano
w w w. p h o t o s t a m p s.com o a quello tedesco www. p m s. d e.

v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib re v ib r
DOPPIA VITA DEL
T O X O P L A S M A
G O N D I I
Al binomio gatto-topo,r i s p e tt
i vamente predatore e preda,
può aggiungersi un terzo prot
a g o n i s t a , un parassita (il toxoplasma
gondii) che ha un ciclo
vitale complicato: p a r t e
della sua vita la spende nel
cervello del topo, mentre l’altra
parte, per riprodursi,
deve albergare
n e l l ’ i n t e s t i n o
del gatto
(l’ospite def
i n i t i v o ) . U n
bel problema
evolutivo perché
l’interesse della preda,i l
t o p o,contrasta con quello del
p a r a s s i t a . Il primo deve stare il
più lontano possibile dal gatt
o,per il secondo è importante
che il topo venga mangiato.
Ed è così che il parassita riesce,
dalla sua postazione nel
cervello del topo, a modificarne
il comportamento fino a
“ t e l e g u i d a r l o ” nella pancia
del gatto cancellandone la
v o l o n t à .
a p p u n t a m e n t i
P E S C E PA L L A
A N T I D O L O R I F I C O
DI GRIDO
Nel tentativo di trovare nuove
sostanze antidolore la scienza
si rivolge alla natura.Un laboratorio
di Vancouver sta sperimentando
la tossina del pesce
fugu o pesce palla, c o n s i d e r ato
una leccornia in Giappone.
La tossi-
na è in
grado di bloccare i canali del
s o d i o,necessari per condurre i
segnali elettrici ai nervi (il
principio su cui si basa
l’anestesia dei dentisti).
Potrebbe essere usata anche a
dosi più elevate direttamente
su un nervo oppure somministrata
oralmente per ridurre
l’ipereccitabilità delle fibre
n e r v o s e.
S. Pellegrino Terme (BG)
4 e 5 giugno 2005
2° trofeo Genesis – Manifestazione sportiva di corsa a piedi e ciclismo a partecipazione
n a z i o n a l e, abbinata al convegno “ L’attività sportiva nelle persone ipo e non vedenti”
Per iscrizioni: t e l . 0 2 . 7 6 0 1 1 8 9 3
Castellanza (VA )
Eventi formativi c/o Istituto Clinico Mater Domini – Via Gerenzano 2 – tel.0331.476343
11 giugno 2005 – 18 giugno 2005
“ L’interpretazione dell’ecg di base” – 1^ edizione – rivolto ai medici di medicina
g e n e r a l e
25 giugno 2005
“ Patologia del piede. Dall’indicazione chirurgica al recupero della performance” – 1^
edizione – rivolto a fisioterapisti ed infermieri professionali
12 luglio 2005
“Il trattamento chirurgico delle neoplasie cutanee del volto con ricostruzione
i m m e d i a t a ” rivolto a medici e infermieri
19 luglio 2005
“Chirurgia tradizionale versus videolaparascopia. Differenze e vantaggi nella gestione
dei pazienti” rivolto a medici e infermieri
P a d e rno Dugnano (MI)
8 luglio 2005 (1^ edizione) – 15 luglio 2005 (2^ edizione)
Corso ECM “Riconoscere e trattare la sofferenza psicologica del paziente ricoverato in
o s p e d a l e ” rivolto a tutte le professioni sanitarie c/o Servizio di Psicologia Medica della
Clinica S. Carlo – Via Ospedale 21
Per iscrizioni: t e l . 0 2 . 9 9 0 3 8 4 8 1
O B E S I TA’ COSTA
C A R I S S I M O
Obesità e sovrappeso, c o n
il loro corollario di patolog
i e, hanno un impatto
economico sul sistema
s a n i t a r i o. I conti li hanno
fatti gli americani, d o v e
l’obesità interessa una
persona su tre. Ma il
fenomeno tocca sempre
più da vicino anche il
nostro paese e, s op
r a t t u t t o, l ’ u n iverso
dei bambin
i . Da una recente
i n d a g i n e, che ha
messo a confronto per
un anno obesi e non obesi
raggruppati per età e sess
o,calcolando i costi sanitari
sostenuti da ciascun
gruppo per ricoveri, v i s i t e
m e d i c h e, medicinali pres
c r i t t i , è risultato che basta
un aumento di una sola
unità dell’indice di massa
corporea (Bmi) perché la
spesa sanitaria individuale
lieviti del 52,9 per
c e n t o.
~ 32 ~
VA C C I N O
PER LA
T U B E R C O L O S I
Un vaccino sperimentale contro
la tubercolosi, contenente
dna dei batteri che causano la
malattia, ha funzionato su
topo.Lo rivela lo studio di una
équipe della University of
Science and Technology, a
Pohang, nella Corea del Sud.
La tubercolosi è in continua
crescita e risulta responsabile
di più di 2 milioni di morti l’anno
nel mondo. La sua espansione
è dovuta sia alla presenza
di altre affezioni virali
che indeboliscono il sistema
immunitario, sia a una crescente
resistenza alle cure dei
batteri. I topi trattati con il
vaccino innovativo non solo
sono guariti in tempi ridotti,
ma hanno sviluppato sistemi
protettivi contro una nuova
infezione. L’uso terapeutico
per l’uomo potrebbe non essere
così lontano.Le resistenze
che i batteri sviluppano
verso farmaci già noti impongono
un rapido sviluppo di vie
alternative.
STOP AL
CANCRO DELLA
C E RV I C E
Un gruppo di ricercatori
brasiliani del Ludwig
Institute for Cancer
Research di San Paolo sulla
rivista The Lancet
O n c o l o g y, ha messo a punto
un vaccino contro il virus
che causa il cancro della
cervice e verruche genitali.
I risultati dello studio
mostrano una riduzione
dell’infezione del 90 per
c e n t o.Il virus papilloma,r esponsabile
di quasi mezzo
milione di casi all’anno di
cancro della cervice,
colpirebbe più di due terzi
delle donne sessualmente
attive nell’arco della loro
v i t a . Secondo i ricercatori,
se la vaccinazione fosse estesa
a tutte le giova n i
donne fin dall’età di 10 ann
i , l’efficacia aumenterebbe
portando a
una fortissima riduzione
dei costi dovuti alle cure,
soprattutto nei paesi meno
s v i l u p p a t i .
le lettere
Con vivo piacere segnalo che a seguito di quanto comunicato con mia lettera pubblicata
sul 2° numero, ha finalmente preso avvio il procedimento di trasferimento
della residenza di mia moglie.
La burocrazia, che molti ostacoli aveva frapposto alla regolarizzazione della residenza,
è divenuta collaborativa.
La ASL che aveva sollevato inizialmente il problema ha accettato la copia della
richiesta da me presentata al Municipio di Milano ed attende il compimento dell’iter
per ottenere l’atto definitivo.
Molte grazie per il vostro intervento ed auguri per la rivista.
Levi Duilio
Ho 23 anni, sono allergico fin da bambino, ho provato ad assumere antistaminici,
che mi causavano eccessiva sonnolenza compromettendo la mia lucidità sul lavoro
e, poi, prodotti omeopatici che non erano abbastanza efficaci. Ho sentito dire che
esiste la possibilità di vaccinarsi: ritiene che possa essere la strada giusta e, nel
caso, quando è opportuno iniziare la terapia?
Giustino