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Arrivano i Partigiani - ANPI - Savona

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NICOLA GIOVANNI PANEVINO “SILVA”<br />

Nato a Carbone (PZ)<br />

il 13 luglio 1910;<br />

sposato e padre di<br />

una figlia. Di professionemagistrato,<br />

verso la fine del<br />

luglio 1942 viene<br />

nominato giudice<br />

presso il tribunale<br />

di <strong>Savona</strong>. Dopo l’8<br />

settembre si collega<br />

al movimento<br />

di Giustizia e Libertà<br />

(GL) ed entra nelle fila del Partito d’Azione.<br />

Nell’inverno 1943-1944 viene scelto quale<br />

rappresentante del partito in seno al Comitato<br />

di Liberazione Nazionale savonese (fino<br />

al 14 dicembre 1944 le riunioni del Comitato<br />

ebbero luogo nell’ufficio di Panevino in tribunale)<br />

in sostituzione di Cristoforo Astengo,<br />

fucilato dai nazifascisti. Divenuto successivamente<br />

presidente dello stesso comitato, in<br />

virtù della sua posizione al tribunale, riesce a<br />

venire a conoscenza di informazioni riservate<br />

riguardanti i piani e l’organizzazione politica<br />

e militare della R.S.I. Messosi in contatto con<br />

i membri del CLN di Genova ed Alessandria,<br />

si adopera assieme a loro per fornire aiuto<br />

e rifornimenti alle formazioni piemontesi,<br />

trasportando personalmente esplosivo per<br />

i sabotaggi. Tradito da una delazione, il 14<br />

dicembre 1944 Panevino è sorpreso da alcuni<br />

elementi della GNR mentre si trova nella<br />

propria abitazione. Imprigionato nelle carceri<br />

di Sant’ Agostino a <strong>Savona</strong>; il 10 gennaio<br />

1945 è trasferito a Genova, nella 3^ sezione<br />

del carcere di Marassi, quindi è tradotto<br />

alla Casa dello Studente. Viene riconosciuto<br />

come uno dei capi del movimento partigiano;<br />

interrogato e torturato ripetutamente, confessa<br />

il proprio ruolo, ma non tradisce i compagni.<br />

Ricondotto a Marassi , alle prime ore<br />

del 23 marzo 1945 è trasportato a Cravasco<br />

con altri 19 detenuti, per essere fucilato in<br />

rappresaglia ad un’imboscata partigiana costata<br />

la vita a nove militi tedeschi .Decorato<br />

alla memoria con medaglia d’argento al valor<br />

militare.<br />

“Figlio di un magistrato e magistrato egli<br />

pure, sensibilissimo agli ideali di libertà e di<br />

prestigio, subito dopo l’armistizio si dedicava<br />

alla costituzione e alla organizzazione delle<br />

prime formazioni partigiane della zona<br />

di <strong>Savona</strong>, al fine di opporre sistematica<br />

salda resistenza alle agguerrite forze<br />

dell’oppressione. Noncurante dei gravi<br />

rischi a cui esponeva palesemente la sua<br />

persona, in qualità di presidente del C.L.N.<br />

diveniva il centro propulsore e animatore<br />

di tutte le iniziative politico – militari del<br />

movimento partigiano savonese e delle<br />

Langhe. Braccato, arrestato e torturato<br />

disumanamente, manteneva fermo<br />

esemplare comportamento esasperando<br />

così i suoi feroci aguzzini che procedevano<br />

alla sua già decretata fucilazione.<br />

Cravasco (Campomorone – Genova), 23<br />

marzo 1945”<br />

A Nicola Panevino è stata intitolata la Brigata<br />

di Giustizia e Libertà.<br />

LIVIO FERRARO “Lupo”<br />

Nato a Cairo Montenotte<br />

(SV) l’ 8 giugno<br />

1924, caduto<br />

il 10 marzo 1945<br />

a Vesime di Cairo<br />

Montenotte (SV).<br />

Saldatore tubista,<br />

residente a Cairo<br />

Montenotte, partigiano<br />

nei primi nuclei<br />

nella Brigata di<br />

Giustizia e Libertà<br />

“Nicola Panevino”, caduto vittima di un’imboscata<br />

a Vesime di Cairo Montenotte il 10<br />

marzo 1945.<br />

Decorato alla memoria di medaglia d’argento<br />

al valor militare, con la seguente motivazione:<br />

“Spirito ardente e pieno di coraggio<br />

partecipava a numerose azioni di guerra,<br />

sempre primo là dove maggiore era<br />

il pericolo. Caduto in una imboscata,<br />

circondato e ferito, ordinava ai suoi compagni<br />

di porsi in salvo e continuava a combattere<br />

finché cadeva eroicamente sul campo sotto<br />

ripetute raffiche di fuoco. Bellissima figura di<br />

patriota e di combattente per la libertà.<br />

Alta Valle Tanaro – Langhe – Cairo<br />

Montenotte, settembre 1943 – marzo 1945”.

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