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<strong>L'Azione</strong> 20 MARZO 2010<br />

INCHIESTA<br />

Operatori sugli scudi<br />

Il caso della bay gang di Fabriano ha alzato il polverone. Brunella Biondi,<br />

insegnante della scuola media Gentile, presa di mira dal blitz vandalico<br />

di ragazzini dai 13 ai 16 anni, dimostra come sia crescente il disagio<br />

giovanile nella nostra città. Commenta Biondi: “Il fatto stesso che i giovani<br />

quando sono in branco si trasformano, è la cosa che mi impressiona<br />

di più. Solo alcuni di essi fanno parte della nostra scuola. Altri li conosco<br />

e so che quando si trovano in gruppo sotto la guida di un educatore, non<br />

assumono di certo questi atteggiamenti”. Viene chiesta una maggiore<br />

interazione da parte delle famiglie e delle istituzioni. Il Preside della<br />

scuola media Gentile, Emilio Procaccini parla di una correlazione tra<br />

questi fatti e la crisi locale: “Il disagio c’è e va fermato. Se serve anche<br />

con l’intervento diretto delle forze dell’ordine”. Il dirigente scolastico<br />

stigmatizza alcuni comportamenti: “Già l’anno scorso mi accorsi di atteggiamenti<br />

sopra le righe. Inviai una lettera i carabinieri, alla polizia<br />

municipale e al commissariato per chiedere una maggiore vigilanza.<br />

Quando arrivarono le prime pattuglie la situazione si normalizzò. Però<br />

questo episodio di vandalismo ci induce di nuovo a riflettere”. Intanto i<br />

genitori dei giovani identificati dagli agenti del commissariato, facenti<br />

parte della baby gang entrata in azione alla scuola media Gentile, sono<br />

pronti a risarcire i danni procurati dai propri figli. Diversi di essi si sono<br />

Dopo il recente blitz<br />

della baby gang<br />

presentati alle forze dell’ordine insieme agli studenti coinvolti<br />

e avrebbero manifestato la disponibilità ad ottemperare alla<br />

richiesta di una bidella che si è vista lesionare l’auto. Proprio ai<br />

genitori l’amministrazione comunale dedicherà una serie di<br />

incontri con gli esperti, che saranno avviati questa settimana.<br />

“Un ciclo di appuntamenti”, riferisce l’Assessore ai Servizi<br />

Sociali Renato Paoletti, “che servirà per confrontare le proprie<br />

esperienze ed acquisire informazioni importanti sul fronte educativo”.<br />

Una rassegna, peraltro, che potrebbe essere propedeutica<br />

per inaugurare da qui a breve veri e propri corsi di formazione<br />

per genitori.<br />

a.m.<br />

E' devianza minorile La scuola deve<br />

I fatti accaduti l’8 febbraio nel Piazzale Rosselli, spazio pubblico antistante<br />

gli ingressi delle Scuole Secondarie di I° grado “Gentile da Fabriano”<br />

e “Giovanni Paolo II”, dimostrano il consolidamento di fenomeni di<br />

devianza minorile sino a poco tempo fa sconosciuti, o comunque estremamente<br />

circoscritti, nella città di Fabriano. I precedenti episodi segnalati<br />

dalla stampa, inoltre, relativi a gesti di violenza e vandalismo perpetrati<br />

in varie zone della città dalla maggior parte dei ragazzi coinvolti<br />

poi nei danneggiamenti di Piazzale Rosselli e frequentanti per lo più le<br />

tre Scuole Secondarie di I° grado cittadine, indicano poi inequivocabilmente<br />

come il disagio socio-relazionale non insorga nelle aule scolastiche<br />

ma trovi piuttosto negli spazi, nei tempi e nei modi di aggregazione<br />

esterna il suo humus nutritivo. Questa osservazione non vuole certo<br />

suonare come una declinazione di responsabilità da parte della scuola<br />

che, al contrario, continua ad utilizzare nell’ambito delle proprie prerogative<br />

educative e didattiche (così come determinate delle risorse economiche<br />

che lo stato destina al sistema dell’istruzione pubblica) tutti gli<br />

strumenti a disposizione, compresi, naturalmente, quelli disciplinari e<br />

sanzionatori, applicandoli proporzionalmente alla gravità delle situazioni<br />

di mancato rispetto delle regole di convivenza all’interno della<br />

Comunità Scolastica. Risulta comunque evidente, anche analizzando<br />

gli interventi apparsi sulla stampa il giorno successivo al lancio giornalistico<br />

(avvenuto, è opportuno ricordarlo, circa un mese dopo l’effettivo<br />

accadimento dei fatti nel frattempo opportunamente contestualizzati ed<br />

affrontati), come esista la comune consapevolezza che è necessario, da<br />

parte di tutte le istituzioni che operano per il bene del territorio, avviare<br />

un percorso di analisi dei problemi dei giovanissimi e delle loro famiglie<br />

nonché dei possibili interventi perequativi delle condizioni del disagio<br />

nelle sue varie forme, afferenti non solo la devianza aperta ma anche<br />

quella nascosta da comportamenti apparentemente ortodossi. Proprio<br />

muovendo da questa constatazione, l’Istituto Comprensivo “Fernanda<br />

Imondi Romagnoli” vuole farsi promotore, con iniziative istituzionali<br />

che saranno a breve rese note, di una riflessione collettiva tesa unicamente<br />

a individuare strumenti operativi che, muovendo dall’azione scolastica,<br />

siano a disposizione di quanti (i Servizi Sociali del Comune, l’Umee<br />

dell’Asur, l’associazionismo socio-educativo nelle sue varie articolazioni)<br />

hanno nei loro statuti il perseguimento del miglioramento della condizione<br />

giovanile.<br />

Emilio Procaccini, dirigente scolastico<br />

Leggevo un articolo interessante di Giorgio Bocca, in cui si<br />

dice che noi italiani abbiamo una predisposizione particolare<br />

verso il fenomeno del capro espiatorio. Sembra ricordare<br />

il Seneca delle Lettere a Lucilio, dove il macabro gusto<br />

dei Romani di guardare i combattimenti fra uomini viene<br />

aborrito. Aldilà della dubbia “italianità” di questo fenomeno<br />

– ché è invece caratterizzante della specie umana in toto,<br />

che lo utilizza come meccanismo di difesa - è importante<br />

notare un fatto: che gli anni possono passare, la tecnologia<br />

migliorare, ma restiamo sempre invischiati nel paradosso<br />

del “forte - debole”. Una comunità individua un debole, lo<br />

esclude considerandolo pericoloso o elemento di contaminazione:<br />

ma escludendolo ne riconosce la forza, e valga la<br />

paura come testimonianza di ciò. La forza – fisica, intellettuale<br />

- è sempre temuta.<br />

Altro punto è quello della caratteristica dell’agire umano di<br />

configurarsi come distruttivo o costruttivo, spesso senza che<br />

una fase sia prodroma all’altra – come invece succede negli<br />

uomini grandi e nei grandi eventi storici.<br />

Alla luce di queste considerazioni iniziali, proviamo a pensare<br />

agli eventi recenti di bullismo e vandalismo che hanno<br />

interessato la nostra zona – una baby gang di 17 ragazzi e<br />

ragazze che danneggiano attrezzature scolastiche, macchi-<br />

COLLABORARE<br />

Aumenta la preoccupazione per il fenomeno del “bullismo”<br />

tra i giovani studenti. L’ultimo episodio, accaduto<br />

l’8 febbraio scorso, ha risollevato di nuovo<br />

l’attenzione su un problema che inizia a farsi sentire,<br />

purtroppo, anche nel nostro territorio. Una baby gang<br />

composta da 17 ragazzini, per lo più minorenni e composto<br />

da maschi e femmine (provenienti dai diversi<br />

istituti fabrianesi) ha provocato una serie di considerevoli<br />

danni in Piazzale Rosselli, è entrata nel cortile<br />

della Scuola Secondaria di I° grado “Gentile da Fabriano”,<br />

scardinando il supporto di una vetrata della<br />

palestra, per poi lanciare sassi contro un’insegnate<br />

ed una collaboratrice scolastica. Per coloro che hanno<br />

più di 14 anni è scattata la denuncia, mentre gli<br />

altri sono stati segnalati al Tribunale dei Minori. La<br />

reazione violenta si sarebbe scatenata a causa di un<br />

provvedimento disciplinare preso dalla scuola nei<br />

confronti di un componente del gruppo. “Quella del<br />

bullismo è una realtà difficile, preoccupante e sopratutto<br />

nuova sia per noi genitori che per gli insegnan-<br />

Il fenomeno del bullismo<br />

sta assumendo contorni<br />

preoccupanti anche da noi<br />

Serve creare più<br />

che distruggere<br />

All'origine di questi atti di vandalismo<br />

ne di bidelle e insultano professoresse. Viene spontaneo chiedersi<br />

quali siano i fattori scatenanti di siffatti comportamenti,<br />

se possano essere prevenuti o come debbano essere puniti.<br />

Evidentemente ognuna di queste domande è di competenza<br />

di un professionista specifico, ma ciò che ognuno non<br />

può esimersi dal chiedersi è cosa si può fare, come cittadini,<br />

di fronte a tali manifestazioni di violenza. La risposta che<br />

suggerirei è: creare il più possibile per prevenire la distruzione.<br />

E il modo migliore che abbiamo di creare qualcosa è<br />

l’arte, in tutte le sue forme.<br />

Se è vero che siamo naturalmente inclini al Bello, allora si<br />

tratta di dirigere la nostra forza nella maniera giusta. Creare<br />

è senz’altro più gratificante che distruggere. In secondo luo-<br />

3<br />

ti”, spiega Giovanna Bolzonetti, presidente del Consiglio<br />

di Istituto “Imondi Romagnoli” (che comprende<br />

l’Allegretto, la scuola media Gentile e la materna Malfaiera)<br />

“è normale che certi episodi provochino un certo<br />

spavento. La violenza dentro la scuola, soprattutto<br />

in giovanissima età, è un fenomeno grave, ma che va<br />

approfondito. Bisogna capire il vero motivo che scatena<br />

il vandalismo e l’aggressività, perché molto spesso<br />

sono sintomi di un disagio più grande. Dietro a tutto<br />

questo potrebbe celarsi una richiesta di aiuto e di attenzione<br />

particolare. Questi ragazzi vanno seguiti, non<br />

bisogna lasciarli soli”. A tal proposito è stato richiesto<br />

l’intervento di psicologi e psicoterapeuti, per attivare<br />

un piano concreto di aiuto e per poter intervenire direttamente<br />

sul problema. “La scuola, in queste situazione,<br />

oltre a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine<br />

e delle istituzioni, deve collaborare attivamente con<br />

gli esperti di queste problematiche adolescenziali”,<br />

osserva la Bolzonetti, “proprio per questo, l’associazione<br />

di cui faccio parte, la Fidapa, in collaborazione<br />

con l’assessore Sonia Ruggeri e la Dott.ssa Luciana<br />

Tomassini, responsabile del Consultorio fabrianese,<br />

insieme alle colleghe Rosati e Busini, hanno realizzato<br />

un progetto di ricerca sul bullismo nelle scuole, iniziato<br />

nel mese di ottobre.<br />

Ogni studente doveva raccontare la propria idea riguardo<br />

questo fenomeno, attraverso disegni e elaborati scritti.<br />

A breve le psicologhe dovranno comunicarci i risultati,<br />

importantissimi per poter poi agire in maniera efficiente<br />

e affrontare la questione nel miglior modo possibile”.<br />

La preoccupazione non riguarda solo i genitori<br />

e gli alunni delle scuole, ma anche gli stessi insegnanti,<br />

che si trovano di fronte a situazioni difficili e<br />

soprattutto poco conosciute.<br />

“Nell’ultimo consiglio d’istituto”, conclude la presidente,<br />

“si è parlato in maniera approfondita del problema<br />

ed è stato deciso di attivare, per il prossimo anno,<br />

dei corsi di formazione specifici per i professori. Il bullismo<br />

è un fenomeno che va gestito soprattutto in maniera<br />

psicologica, e la scuola deve cercare, nonostante<br />

le numerose difficoltà, di recuperare questi ragazzi senza<br />

emarginarli”.<br />

Elisabetta Monti<br />

go, apporta benefici agli altri, che assumono così una disposizione<br />

d’animo più favorevole nei nostri confronti.<br />

Voglio fare un esempio preso dal mondo della musica.<br />

In questa settimana mi è capitato di assistere a diversi concerti<br />

di musica jazz per cui ho una grande passione. Ogni<br />

volta è sempre la stessa magia: il musicista crea qualcosa e<br />

lo espone, gli altri lo prendono e lo usano per creare a loro<br />

volta qualcosa di originale. Lavoro individuale e di squadra<br />

allo stesso tempo. La garanzia di una tale sinergia è che non<br />

esistono “deboli” e “forti”, perché tutti in maniera diversa<br />

contribuiscono a far sì che la musica funzioni bene (certo,<br />

rivalità possono esistere, ma siamo umani e la competizione<br />

è forse un’ottima strada per migliorarsi, purché non sia fine a<br />

sé stessa).<br />

Konrad Lorenz, che fu tra i primi a studiare le dinamiche di<br />

pressione sociale sui più “deboli” – tanto che si deve a lui la<br />

creazione del termine mobbing, il bullismo del mondo del<br />

lavoro – non a caso era un etologo. Ciò vuol dire che comportamenti<br />

“naturali” vanno diretti affinché non siano nocivi<br />

a noi uomini sociali. Certo, le variabili sono tante, non si<br />

può chiudere la questione così con tanta facilità. Ma mai<br />

disperare del potere della poiesis.<br />

Francesca Iurlaro

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