Il mio amico Nicola - Nicola Reina
Il mio amico Nicola - Nicola Reina
Il mio amico Nicola - Nicola Reina
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Colloqui di <strong>Nicola</strong> con la Madre ed i suoi messaggi<br />
30 Agosto 1985 ore 5.00<br />
Sprofondavo in un’angoscia senza fine; accanto a me Maria Pia (dormivamo nello stesso letto) stringendomi la mano, mi<br />
esortava a pregare, ma, dopo due requiem, sopraffatta dal dolore, mi girai dall’altra parte invocando la Madonna.<br />
Sentii distintamente <strong>Nicola</strong> chiamarmi: “Mamma, mamma, non pensarmi nel dolore, ma pensami nella gloria perché il dolere<br />
è già passato”.<br />
“<strong>Nicola</strong> fa che l’armonia ritorni fra di noi tutti”.<br />
“Sì, mamma, ma ora devi parlare tu, perché loro non sentono la mia voce”.<br />
“<strong>Nicola</strong>, va a confortare Antonella”.<br />
“Sì, mamma, ma Antonella non sente la mia voce, la trarrò a me con la potenza del <strong>mio</strong> amore”.<br />
Dopo il funerale, dietro il feretro che si avviava alla sua ultima dimora a Sabaudia, il colloquio con <strong>Nicola</strong> si snodava sereno<br />
e persuasivo anche se la mia carne urlava disperatamente.<br />
Per il <strong>mio</strong> tramite si rivolgeva ad Antonella:<br />
“Vedi, Antò, credi proprio che io sia in quel corpo senza vita, tutto ferite? Cosa potevo darti?<br />
Non avevo neppure l’ano ed avevo un sacchetto che avrei dovuto portare per tutta la vita.<br />
Ma io sono vivo, sono accanto a te, sono in te e il <strong>mio</strong> spirito è libero, non ha più ceppi, ha una capacità d’amore infinita,<br />
può amare tutti coloro che mi amano e stare accanto a tutti coloro che mi cercano.<br />
Basta un pensiero, un desiderio, un’invocazione ed io sono con voi tutti, ma tu sei il centro del <strong>mio</strong> amore e da te mi irradio<br />
sugli altri, perché sei la parte di me rimasta su questa terra”.<br />
Poi mi illumina su quella frase pronunciata due giorni prima che morisse: “Devo aiutare Giacomo perché si trova in un pasticcetto.<br />
Vedi, mamma, parecchio tempo fa, in una determinata circostanza, Giacomo prese impegno con se stesso che<br />
non avrebbe mai lasciato la mamma e che si sarebbe occupato lui di lei per sempre, ma sono sopraggiunti altri avvenimenti,<br />
altre circostanze, altri doveri che debbono essere assolti, altrimenti renderebbe responsabile anche la madre che<br />
non ne ha una colpa diretta.<br />
L’amore non ha limiti; egli può benissimo essere un figlio devoto, pensare alla madre, non farle mancare né amore, né<br />
protezione, né aiuto anche finanziario, ma deve risolvere tutta la sua posizione che non ammette più dilazione. Come?<br />
Basta con molta semplicità dire tutto alla madre e sarà lei stessa a toglierlo dall’imbarazzo”.<br />
Tu lo aiuterai, vero, <strong>Nicola</strong>? “Sì, lo aiuterò”.<br />
31 agosto 1985<br />
<strong>Il</strong> giorno in cui è morto <strong>Nicola</strong>, Antonella che tanto desiderava, come da promessa, una telefonata di don Eugenio che le<br />
fosse di conforto, ha atteso angosciata fino a tarda sera, anche l’indomani e così per alcuni giorni con un’ansia sempre<br />
crescente come il naufrago che aspetta un segno di vita. Poi delusa per il richiamo doloroso che non aveva risposta, in<br />
preda alla disperazione, lancia un grido di ribellione:<br />
“Quando vedrò don Eugenio, lo schiaffeggerò, lo schiaffeggerò come sacerdote e come <strong>amico</strong>, perché ha tradito sia me<br />
che <strong>Nicola</strong>; gli vorrò sempre bene, ma lo schiaffeggerò”.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong> mi fa sentire la sua voce: ”No, mamma, schiaffeggiare un sacerdote è come schiaffeggiare Cristo<br />
stesso, schiaffeggiare l’<strong>amico</strong>, anche se ha sbagliato, è come schiaffeggiare il <strong>mio</strong> <strong>amico</strong>”.<br />
Ho pensato: “Don Eugenio, ti sei fatto un protettore personale e forse con poca fatica”.<br />
1 settembre 1985<br />
Ero nell’angoscia più grande per il vuoto lasciatomi da <strong>Nicola</strong> e dicevo:<br />
“Gesù, mi hai ingannata!”<br />
Gesù: ”No, figlia mia, non ti ho ingannata; se tu potessi vedere la felicità e la gloria che ho riservato a <strong>Nicola</strong> mi ringrazieresti<br />
in ginocchio piangendo.<br />
E poi il primo miracolo che <strong>Nicola</strong> ha impetrato è stato per te, perché si aprissero le tue viscere di madre, rinsecchite per i<br />
tanti rifiuti. <strong>Nicola</strong> sarà apostolo degli ospedali per consolare gli infermi e sostenere gli infermieri nel loro duro e faticoso<br />
lavoro”.<br />
Non sapevo cosa fare degli indumenti di <strong>Nicola</strong> che avevamo portato dall’ospedale, una voce: “Le reliquie dei santi si conservano<br />
gelosamente”.<br />
1 settembre 1985 ore 19.00 durante la Santa Messa<br />
Gesù fa che <strong>Nicola</strong> non provi il tormento delle pene del Purgatorio, ha tanto sofferto!<br />
Gesù: ”Mi sono donato totalmente a lui nella contemplazione beatifica della mia gloria, perché ha amato soffrendo”<br />
2
3 settembre 1985 ore 10,30<br />
Ho avuto una visione interiore: <strong>Nicola</strong> bello, sano, radioso, una maglietta celeste, pantaloni molto chiari.<br />
“Mamma, se fossi guarito voi non mi avreste diseredato, ora io vivo in Antonella, io e Antonella siamo una cosa sola”.<br />
3 settembre 1985 ore 11,00<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, mamma, ti dico queste cose perché ad esse tu credi, agli altri no, perché non credono”.<br />
4 settembre 1985 a Sabaudia<br />
Un conversare lungo e pacato.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Quando mi parlavi di religione tu eri nella verità, ma mi irritavi perché in te non c’erano la dolcezza e l’amore della<br />
persuasione. Eravamo un pò delusi per l’atteggiamento dei genitori di Antonella ed a <strong>Nicola</strong> chiedo come dovevamo<br />
comportarci.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, cosa vuoi che ti dica?<br />
Amateli per tutto quello che hanno fatto a me, vedi, io mi ero fatto una casetta al mare per stare nell’intimità con Antonella,<br />
ma mi ero ridotto al punto che non potevo appoggiare un oggetto sul tavolo, né potevo invitare un <strong>amico</strong> o Lalla,<br />
ecco perché ho reagito.<br />
<strong>Il</strong> dono più grande che ti ho fatto, mamma, è quello di averti ridato la sensibilità del cuore”.<br />
“Oh <strong>Nicola</strong> <strong>mio</strong>, sarebbe stato meglio che tu non me l’avessi data perché ora io soffro da morire”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma le pietre non entrano in Cielo”. “Dolce bambino <strong>mio</strong>, perdonami”.<br />
5 settembre 1985<br />
Davanti alla tomba di <strong>Nicola</strong> piangevo accoratamente…<br />
Una voce: ”<strong>Il</strong> corpo dei santi non va in corruzione”.<br />
7 settembre 1985 alla Comunione.<br />
Gesù: ”I cieli si sono aperti ed hanno fatto ala a <strong>Nicola</strong> che entrava nella gloria”.<br />
7 settembre 1985<br />
Lungo conversare: ”Nicò, tu sapevi tutto?”.<br />
“Mamma, all’inizio ho sperato di farcela, quando, poi, ho capito che non ce l’avrei fatta, ho pensato a cosa avrei potuto<br />
fare per ricompensarvi di tanto amore e così ho offerto per tutti voi la mia sofferenza. Ecco perché vi dicevo che vi stavo<br />
riscattando”.<br />
“Nicò, come mai non si è realizzata la promessa di Gesù?”.<br />
“Mamma, quando Dio ha visto che potevo darvi molto di più di quanto Lui mi chiedeva, allora insieme abbiamo iniziato la<br />
grande ascesa.<br />
Mamma, tu eri nata per amare, ma ti avevano mutilata di una parte di te, ed io ti ho ridato col <strong>mio</strong> sacrificio quella parte<br />
che ti mancava, ecco, ora ti dico, piangi mamma che ti fa bene, ma riversa il tuo amore sensibile su Teresa, Maria, Filippo,<br />
Lalla, papà, su tutti, affinché il <strong>mio</strong> sacrificio non sia vano”.<br />
“Oh, <strong>Nicola</strong> <strong>mio</strong>, non dovevi far questo, non a costo della tua vita, così mi fai impazzire”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ma io, donandomi all’amore, ho conquistato l’Amore, comprendi?”.<br />
9 settembre 1985 ore 6.00<br />
Stamattina, superata appena l’ondata di dolore cocente, io e <strong>mio</strong> marito abbiamo iniziato a recitare il S. Rosario.<br />
<strong>Nicola</strong> prima mi aveva detto: ”Mamma, tu mi piangi morto, ma io sono vivo!”.<br />
E poi mi esortava ad imitarlo, dicendo: ”Io in ogni momento mi distaccavo da ciascuno di voi e nascondevo il <strong>mio</strong> strazio<br />
sotto un sorriso e l’offrivo a Dio per voi; ora cercate di offrire la vostra sofferenza per il distacco da me, perché siano<br />
completati la mia offerta ed il <strong>mio</strong> sacrificio, che erano diretti a voi soprattutto”.<br />
14 settembre 1985 prime ore del mattino<br />
Dubbi, interrogativi, incertezze mi spingevano verso una sofferenza angosciante.<br />
Invocavo <strong>mio</strong> figlio: “Nicò, aiutami, aiutaci!”.<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, se voi non credete che io sono nella gloria e non vi lasciate aiutare, cosa posso fare io?”<br />
Gesù: ”Dio ha sempre bisogno degli uomini per attuare il Suo disegno d’amore.<br />
Per la titubanza dei medici la vittoria è stata del maligno, ma solo una vittoria apparente, perché Io ho tenuto conto della<br />
vostra fede, dell’implorazione della Comunione dei Santi, ma soprattutto dell’adesione totale ed eroica di <strong>Nicola</strong>, e di un<br />
uomo ne ho fatto un Santo”.<br />
3
17 settembre 1985 in chiesa davanti al Tabernacolo<br />
Gesù: ”Voi non avete eppure intuito la grandezza dell’offerta e la sofferenza di <strong>Nicola</strong>, perché tutti protesi nell’attesa della<br />
guarigione. <strong>Il</strong> suo sorriso era il Mio sorriso, la sua mansuetudine la Mia mansuetudine, i suoi silenzi i Miei silenzi; si era<br />
talmente immedesimato in Me da essere un altro Cristo, ecco perché lo ho elevato al di sopra degli Angeli”.<br />
Ed io: ”Gesù, mostramelo un attimo nella sua gloria, così sarò consolata”.<br />
Gesù: ”Ti farei un torto perché ti priverei dei meriti della fede; credi nella Mia Parola”.<br />
18 settembre 1985<br />
Maria mi aveva suggerito di vendere Montedimezzo e poiché Irene doveva partire per Palazzo ripensavo a quello che avrei<br />
dovuto dirle perché riferisse a Gaspare il <strong>mio</strong> desiderio.<br />
<strong>Nicola</strong> immediatamente: ”Mamma, tu credi che Irene abbia superato le chiusure nei tuoi riguardi?<br />
Ti sbagli, riferisci tu direttamente a Gaspare, del resto è cosa che riguarda solo voi due”.<br />
21 settembre 1985 ore 12,00 Rocca di Papa<br />
Guardavo dal balcone della nostra casetta di Rocca di Papa il panorama bellissimo ed al pensiero che me ne sarei dovuta<br />
privare (avevamo progettato di vendere la casa), provavo un forte struggimento al cuore.<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, a te riesce così difficile distaccarti da Rocca di Papa e non pensi a me, che mi sono dovuto distaccare<br />
da Antonella, da tutti voi, dalla mia casa di Sabaudia, dalla mia giovinezza e dalle altre cose a me tanto care, ed avevo<br />
solo trent’anni!”<br />
Scoppio in un pianto dirotto; abbraccio <strong>mio</strong> marito per avere conforto e mormoro:<br />
”Nicò, il tuo ammaestramento continua interrotto, aiutami affinché le tue parole penetrino in me e producano frutto e non<br />
restino soltanto parole”:<br />
22 settembre 1985 ore 3.00 mattino<br />
Don Eugenio mi aveva chiesto di pregare <strong>Nicola</strong> perché intercedesse per la sua vista, che pareva compromessa. E <strong>Nicola</strong>:<br />
”Dio, lo ama anche per quello che ha fatto per me”.<br />
28 settembre 1985 trigesimo di <strong>Nicola</strong> in chiesa durante la messa<br />
Ancora dubbi ed incertezze, sono ancora lontana dall’accettazione e dalla rassegnazione.<br />
E Gesù: ”Non sono stato Io che sono venuto meno alla Mia promessa, ma è stato <strong>Nicola</strong> che liberamente ha scelto<br />
l’immolazione totale imitandomi perfettamente, ecco perché lo ho elevato al di sopra degli Angeli”.<br />
Una voce: ”I Santi non crescono come funghi, essi sono perle rare e preziosissime che Dio ogni tanto dona alla Sua Chiesa<br />
perché siano di guida e di luce agli altri”.<br />
2 ottobre 1985 prime ore del mattino<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, vi amavo tanto che qualsiasi sacrificio mi sembrava ben povera cosa; sono stato io che, nel vivo desiderio<br />
di riversare su tutti voi, tutto il bene possibile, ho voluto imitare il Cristo fino in fondo. I meriti della mia sofferenza, voluta<br />
ed offerta, ricadranno su di voi e su tutti coloro per i quali mi sono offerto ed anche su di una infinità di anime, perché<br />
essendo essa unita alla sofferenza del Cristo, diventa anch’essa infinita”.<br />
Ed io: ”Nicò, grazie, amore <strong>mio</strong>, grazie in eterno, gioia della mia vita.<br />
E poi: “ Cosa debbo dire ad Antonella?”<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Dille di aver fede e di appoggiarsi a Gesù e a Maria, che, come hanno aiutato me, aiuteranno anche lei; io le starò<br />
sempre vicino e non la lascerò mai”.<br />
Ore 10.00<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, la sofferenza quando non è imposta, ma voluta ed offerta, si può trasformare anche in gioia”.<br />
Ed io: “Nicò, cosa hai visto poco prima di lasciarci, quando hai alzato le braccia ed hai sorriso tutto illuminato?”<br />
<strong>Nicola</strong>: “La gloria del Cristo e la gloria che mi era stata riservata”.<br />
Mio Dio mi sento venire il capogiro!<br />
4
Pomeriggio<br />
Ci chiedevamo, io e <strong>mio</strong> marito, fino a qual punto potevamo essere generosi con Antonella, senza mancare ai nostri doveri<br />
verso gli altri figli.<br />
<strong>Nicola</strong> interviene immediatamente, come se fosse stato presente ai nostri ragionamenti.<br />
“Tutto quanto farete per Antonella, vi sarà ricompensato ad usura”.<br />
10 ottobre 1985<br />
<strong>Il</strong> giorno prima Maria, mia figlia, ed Antonella erano andate a vedere il cucciolo che volevano portare a casa; durante la<br />
notte mi sveglio e pensando al cucciolo, improvvisamente dico: “Nicò tu lo vuoi il cane?”<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, cosa vuoi che ci faccia ora col cane?<br />
Era allora che avresti dovuto tenermelo, perché era allora che lo desideravo!”<br />
E poi: “<strong>Nicola</strong> <strong>mio</strong>, vedi siamo stati da Teresa a Cagliari come tu desideravi, tutto era andato bene, ma poi sono riaffiorate<br />
le solite incomprensioni”.<br />
<strong>Nicola</strong> mi dice: “Mamma, ti sono stato particolarmente vicino in quella circostanza, ho permesso ciò perché e tu potessi<br />
comprendere come sia necessario pregare ed offrirsi per Teresa”. “Nicò, ci sono davvero interferenze diaboliche?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, dovunque c’è male, c’è sempre l’interferenza del nemico.<br />
L’ho guarita dalla storta, (aveva preso, una storta alla caviglia che si era gonfiata, impedendole di camminare), perché<br />
capisse che le sono vicino, la proteggo e può sempre ricorrere a me”.<br />
Gli dico “Nicò hai bisogno di S. Messe?”. Silenzio.<br />
“Nicò, mi hai sentito? Perché non mi rispondi?”.<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Non rispondo perché la tua domanda non merita risposta. Ti ho detto che sono nella gloria e la gloria non è suscettibile<br />
di aumento; è quella che mi sono guadagnato su questa terra; molto hanno contribuito le vostre preghiere, specialmente<br />
le tue, mamma, ma soprattutto le tue lacrime; del resto anche Gesù te lo ha detto che sono nella gloria”.<br />
Chiedo: ”Nicò, tu la vedi Margherita?” Risponde: ”Io sì ma lei non mi vede”.<br />
Ed ancora: ”Nicò, cosa possiamo fare per Antonella che è ancora così angosciata?”<br />
“Mamma, Antonella è come un riccio; non sai come prenderla perché è sempre sulla difensiva, se non si lascia prendere,<br />
come posso aiutarla?”<br />
17 ottobre 1985 – ore serali<br />
Mi trovavo oppressa dal dolore e in preda a contraddizioni … e <strong>Nicola</strong>:<br />
”Mamma, non era questo che tu volevi, il <strong>mio</strong> ritorno totale a Dio?<br />
Non era per questo che tu hai sempre pregato? Non devi piangere, sii almeno coerente!”.<br />
18 ottobre 1985 – ore 5.00<br />
Trovavo difficoltà a riprendere e coordinare gli scritti relativi alla malattia ed al decesso di <strong>Nicola</strong>, perché avevo bisogno di<br />
una accettazione totale in una visione di verità, quale poco alla volta mi si rivelava. Poiché erano sorte difficoltà, preoccupazioni<br />
e turbamenti specie in <strong>mio</strong> marito e di riflesso anche in me, pregavo <strong>Nicola</strong> di suggerirci il da farsi.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, inizia il tuo lavoro di riordinamento degli scritti, e vedrai che anche ogni altra cosa si svolgerà senza intoppi”.<br />
22 ottobre 1985<br />
In seguito anche ad interferenze di estranei, ero un pò turbata, e dubbi si facevano strada in me…. e se fosse il nemico?<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, tu non puoi mettere in dubbio né la mia sofferenza né la mia offerta, che sono state grandi, come grande<br />
è, di conseguenza, la mia gloria, perché così dubiteresti della bontà di Dio”. E poi…“Le considerazioni e i giudizi umani<br />
non sono gli stessi di quelli di Dio”.<br />
30 ottobre 1985<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, non fare leggere ad altri gli scritti relativi ai nostri colloqui, perché alla gente non importano niente, e<br />
poi non ti crederebbero; il riferirli ad altri a me non può causare danno, perché la mia battaglia l’ho vinta, mentre tu devi<br />
ancora vincerla”.<br />
Si riferiva al pericolo per la mia anima di presunzione e di orgoglio.<br />
31 ottobre 1985<br />
Piangevo e soffrivo tanto!<br />
Gesù: ”Solo ora attraverso il tuo dolore, sofferto ed offerto, ti posso unire più intimamente a Me, sei più mia!”<br />
5
6 novembre 1985<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Se chiedete 150 milioni, non essendo uno solo il proprietario ma quattro, la perdita si riduce a soli L. 5 milioni per<br />
ciascuno”.<br />
Si riferiva alla vendita della casa di Rocca per la quale avevamo chiesto 170 milioni.<br />
7 novembre 1985<br />
Erano venuti a trovarci dei parenti i quali raccontavano del figlio, coetaneo di <strong>Nicola</strong>, che stava spendendo un sacco di<br />
soldi per ampliare e restaurare una casa di sua proprietà che gli inquilini gli avevano lasciata libera.<br />
Subito è affiorato nel <strong>mio</strong> intimo questo pensiero: ”<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> non è riuscito ad abitare la nostra casetta in Viale Tirreno<br />
che è di sole due stanze”, e <strong>Nicola</strong>, con una tempestività impressionante dice: “Mamma, non affliggerti e non farti prendere<br />
da pensieri di invidia, perché non conosci lo splendore e la magnificenza della casa che io abito”.<br />
8 novembre 1985 – Alla Comunione<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, vedi, Gesù si è donato totalmente a me, come a te in questo momento”.<br />
E per la prima volta, intravedevo il significato profondo di quel totalmente.<br />
Soffrivo tanto… <strong>Nicola</strong> mi consola: “Mamma, ricordi quando tu a ventuno anni, ammalata di tifo, per avere assaporato, sia<br />
pure per un attimo solo, cosa sia la beatitudine eterna, non volevi più guarire e supplicavi chi pregava per la tua guarigione<br />
di non farti quel torto?<br />
Ti rendi conto adesso di cosa sia la mia felicità, dato che vivo immerso totalmente in essa?<br />
Mamma non devi piangere, devi solo amare”.<br />
9 novembre 1985<br />
Mi chiedevo a cosa fosse servita tutta la mia fede se non era approdata all’esaudimento delle mie preghiere, ed ai miei<br />
interrogativi rimasti finora senza risposta, interviene Gesù:<br />
“Io non ho trattenuto niente per me; ho riversato la vostra fede su <strong>Nicola</strong>, e così la vostra speranza, ecco perché egli è<br />
diventato un atleta; e poi cosa sarebbe stato della tua povera fede, se Io non ti avessi portata sulle mie braccia?”<br />
10 novembre 1985<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Anche se Antonella diventasse miliardaria, non sarebbe così ricca come lo è adesso, avvolta e protetta dal <strong>mio</strong><br />
amore”.<br />
E rivolgendosi alla moglie: “Non disperderlo, Antonella; è la fiamma di cui ti parlavo, è il dono simbolico che ti avrei dato<br />
in cambio della mia stessa vita, ed è una fiamma che arderà sempre”.<br />
14 novembre 1985<br />
Al momento della Comunione.<br />
Gesù: ”Ho avuto fiducia nella vostra fede e così ho potuto dare a <strong>Nicola</strong>, subito, quella felicità e quella gloria, che, altrimenti,<br />
gli avrei dovuto dare dopo altre lotte, altre attese, altri dolori”.<br />
17 novembre 1985<br />
Eravamo andati a Sabaudia. Sia io che <strong>mio</strong> marito avevamo tanto sofferto al ricordo di <strong>Nicola</strong>, ed io, durante la notte, lo<br />
invocavo perché venisse in aiuto del padre.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi, mamma, la vostra sofferenza è dolore umano ed è quella che purifica e riscatta se offerta, ma il vostro spirito<br />
dovrebbe trasalire di gioia al pensiero della mia felicità e della mia gloria”.<br />
18 novembre 1985<br />
La mattina di domenica, nella chiesetta di Sabaudia, supplicavo Gesù, per il tramite di <strong>Nicola</strong>, di donarmi un pò di pace;<br />
dopo la santa Messa dovevamo andare a trovare <strong>Nicola</strong> al cimitero.<br />
Una voce: ”<strong>Il</strong> corpo dei santi deve essere venerato, perché è attraverso le sofferenze del corpo che hanno raggiunto la<br />
gloria”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Vedi mamma, Satana si è avvinghiato al <strong>mio</strong> povero corpo e si è accanito contro di esso come un cane rognoso,<br />
e non mi ha lasciato facendomi soffrire fino all’ultimo istante, ecco perché anche il <strong>mio</strong> corpo è santo”.<br />
Pomeriggio<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Satana ti aveva coperto la realtà sotto un velo di falsa pietà per cui tu vedevi solo lei, Margherita e non il male<br />
che veniva a noi; è la stessa tattica che usa oggi per Teresa”.<br />
6
26 novembre 1985<br />
Ero turbata e depressa, sola col <strong>mio</strong> dolore, imploravo Gesù di starmi vicino e imploravo <strong>Nicola</strong> ed egli: “Mamma, amalo<br />
questo Gesù, perché senza la Sua sofferenza e la Sua offerta al Padre non sarei arrivato alla gloria. Io vi sono sempre vicino;<br />
è solo un velo che ci divide”.<br />
“Strappalo quel velo, <strong>Nicola</strong> <strong>mio</strong>, così soffrirò di meno”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, che importanza ha? Tu lo sai che ti sono vicino, l’importante è crederlo”.<br />
Poi mi illumina sulla frase che aveva pronunciato durante la malattia.<br />
”Una grande sciagura si è abbattuta sulla nostra famiglia ed è capitato a me portarne il peso, perché io ero il solo che poteva<br />
sopportarlo”.<br />
Si trattava del giardino devastato di cui aveva parlato Gesù.<br />
28 novembre 1985<br />
In seguito alla richiesta di Gesù di offrirmi vittima per la salvezza di Dario F., un’anima tormentata, tutta presa dal maligno,<br />
mi ponevo interrogativi con un senso di smarrimento e di paura.<br />
E Gesù: ”Ho sempre vinto Io sul maligno; gli ho strappato Margherita negli ultimi istanti della sua vita e per <strong>Nicola</strong> ho avuto<br />
su di lui la vittoria più grande”.<br />
29 novembre 1985<br />
Mi chiedevo se nei riguardi di Antonella non ci fossimo sbagliati in qualche cosa e <strong>Nicola</strong>: ”Per quello che avete fatto a lei<br />
sarete ripagati ad usura”. Ed al momento della Comunione, sempre <strong>Nicola</strong>: “Mamma, la cosa più importante è l’amore, è<br />
per donarvi l’amore che ho taciuto quando avrei voluto urlare, ho scelto di morire quando tutto il <strong>mio</strong> essere, tutta la mia<br />
carne voleva vivere”.<br />
3 dicembre 1985 – la notte<br />
Pregavo: ”<strong>Nicola</strong>, intercedi per me presso Gesù, digli che Lo amo ancora anche se mi ha privato di te”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ma è il dono più grande che Gesù ha fatto a me ed a te”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ora il nemico vuol prendersi la rivincita su di me e su Gesù; le due vittime prescelte sono Antonella, perché<br />
colpendo lei mira a colpire anche me, e Don Eugenio perché colpendo lui come persona e come sacerdote, vuol colpire<br />
doppiamente Gesù.<br />
Anche voi tutti egli circuisce e vuole atterrare, servendosi del dolore in maniera diversa; per Maria ed Antonella, che cercano<br />
di allontanarlo, allontanando il ricordo di me, per Anna spingendola verso la tristezza e l’abbattimento e cercando di<br />
allontanarla da voi, per Filippo attraverso le umiliazioni che subisce nel suo lavoro.<br />
Vuole così distruggere lo scopo della mia immolazione, che era soprattutto quello di ristabilire l’amore nella nostra famiglia.<br />
Siete tutti scoperti, dovete molto pregare”.<br />
5 dicembre 1985<br />
Momento di turbamento di angoscia. Cosa viene da <strong>Nicola</strong> e cosa non da lui?<br />
6 dicembre 1985<br />
Questa notte il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> viene in <strong>mio</strong> aiuto con chiarezza impressionante.<br />
“Mamma, se avessi fatto testamento avrei lasciato tutto ad Antonella, ma quello che era <strong>mio</strong>, non certamente il vostro o<br />
quello dei miei fratelli”.<br />
Mi ha chiarito perfettamente i vari punti togliendomi dall’imbarazzo e dalle perplessità, ridandomi la pace di cui avevo bisogno.<br />
In Chiesa, al momento della Comunione, ho pregato e lodato Dio assieme al <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, in una comunione di spirito direi<br />
perfetta; è la festa di S. <strong>Nicola</strong> e quindi il suo primo onomastico in Cielo. Egli mi fa comprendere come le richieste da lui<br />
rivolte a Gesù sarebbero esaudite in ricordo delle sue sofferenze sopportate per amore.<br />
Mi unisco a lui chiedendo a Gesù pietà oltre che per la mia famiglia, anche per Anastasia, una mia cara amica che so in<br />
trepidazione ed angoscia nelle vicende nelle quali sono stati coinvolti i suoi figli.<br />
7 dicembre 1985<br />
A volte mi prende l’angoscia che mi impedisce, persino di pregare …Momenti bui che mi allontanano dalla pace che viene<br />
da Gesù.<br />
7
8 dicembre 1985 – Festa di Maria SS.ma Immacolata<br />
<strong>Nicola</strong>, fin dalla notte, mi si manifesta nella gioia e mi spinge ad invocare, assieme a lui, Maria SS.ma. Ai piedi di Maria<br />
SS.ma, alla grotta delle Tre Fontane, sento la presenza di <strong>Nicola</strong> che mi avvolge tutta e chiedo alla Madre di mostrarmi, o<br />
quanto meno farmi comprendere, il suo stato di gloria, affinché cessi quell’angoscia che tanto mi prostra.<br />
Non so tradurre in parole umane e chiarire l’illuminazione interiore che mi rivela il meraviglioso disegno d’amore voluto da<br />
Dio ed attuato da Maria SS.ma, la Madre; il <strong>mio</strong> dolore sensibile fa parte di questo disegno, dolore che mi è stato donato<br />
attraverso l’offerta del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, l’offerta di tutta la sua sofferenza.<br />
Sento nel <strong>mio</strong> intimo la Madre che mi dice: “I doni che ho dato a <strong>Nicola</strong> sono meravigliosi; è già un dono grande la salvezza<br />
dell’anima, un dono più grande l’essere egli entrato direttamente nella gloria, ed un altro ancora più grande l’essere<br />
investito della missione che, iniziata per suo desiderio in terra, continuerà ininterrotta dal cielo: apostolo ed <strong>amico</strong> dei sofferenti,<br />
sostegno di coloro che lavorano per alleviare la sofferenza degli altri”.<br />
11 dicembre 1985<br />
Ieri ero turbata ed addolorata perché, a seguito di qualche accenno di <strong>mio</strong> figlio Filippo, mi era sembrato di intravedere<br />
disappunto riguardo alla nostra condotta di genitori.<br />
Pensavo: è proprio possibile che sbagliamo sempre? L’interrogativo, che da tempo mi tormenta, e che ancora non ha avuto<br />
risposta, si riaffaccia alla mia mente, cosa è giusto e cosa non è giusto nei confronti dei nostri figli?<br />
<strong>Nicola</strong> mi viene in aiuto: “Mamma, devi solo amare; ogni atto ispirato dall’amore è giusto; non puoi attuare la giustizia<br />
come se fosse una cosa meccanica; se prescindi dall’amore quella stessa giustizia si trasforma, automaticamente, in ingiustizia.<br />
Ama tutti i tuoi figli in eguale misura, e quello che oggi dai ad uno, sii pronta a darlo domani all’altro, ma sempre, sempre<br />
per amore”.<br />
12 dicembre 1985<br />
Niccola mi guida verso l’attuazione del disegno di Dio che vuole aiutare Anastasia attraverso Maria Pia; mi chiarisce cosa<br />
chiedere al Ministro: un giudice santo che sia canale non contaminato dall’odio politico e quindi idoneo a recepire la verità.<br />
Mi spiega come l’opera che svolgono in nostro favore le anime che sono già nella luce di Dio, non essendo esposta alle<br />
insidie del nemico, alla limitatezza dell’umano, ma immersa come è nell’amore universale che tutto abbraccia, si svolge in<br />
una dimensione che noi non possiamo comprendere, ma trova ostacolo proprio in noi, che, soggetti alla nostra miseria,<br />
ed al tentatore, diventiamo inciampo al loro operato.<br />
Mi illumina sulla limitatezza del nostro apostolato in favore degli altri esposto com’è a tutte le insidie, a tutti i limiti, a tutte<br />
le nostre contraddizioni. Mi fa, pure, comprendere come per la riuscita dei disegni divini sia indispensabile il nostro aiuto<br />
umano, materiale, che arrivi là dove Dio vuole arrivare, con la parola che può essere udita, con l’azione concreta.<br />
Mi dice, poi, che la missione specifica in favore della mia amica è stata affidata a lui.<br />
Mi rimprovera infine, ancora una volta, per la mia smania di far leggere ad altri gli scritti che egli mi detta:<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, vuoi farti proprio la reclame? Più sei nascosta, più sei al sicuro”.<br />
Ed io: ”Nicò, allora perché mi fai scrivere tutto questo?”<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, tutto ciò serve a me, perché io continui la mia missione”.<br />
E mi fa capire che gli scritti devono essere conosciuti, a suo tempo, attraverso Don Eugenio.<br />
13 dicembre 1985<br />
Mio marito cercava, tra i libri universitari di <strong>Nicola</strong>, quelli che poteva dare ad un nostro nipote, studente di legge.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> pensiero corre agli anni di università di <strong>Nicola</strong>, e con dolore chiedo: “Nicò <strong>mio</strong>, a cosa ti sono valsi tutti i tuoi studi,<br />
tutti i tuoi sacrifici?”.<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, quella era scienza umana, ora invece, posseggo la scienza divina”.<br />
18 dicembre 1985<br />
Piccoli screzi avevano turbato i rapporti tra me ed Antonella. La notte <strong>Nicola</strong>:<br />
”Amala come figlia anche se non l’hai generata, perché, essendo mia moglie, è tale in realtà”. Mi illumina su verità profondissime<br />
a cui mai avevo pensato.<br />
Nel matrimonio, attraverso l’unione carnale, gli sposi diventano una cosa sola al punto tale da poter generare altre vite<br />
che hanno gli stessi caratteri non solo somatici e strutturali, ma anche psichici di entrambi; in conseguenza, poiché <strong>Nicola</strong>,<br />
<strong>mio</strong> figlio, aveva lo stesso <strong>mio</strong> sangue, la moglie è diventata, non solo spiritualmente ma anche realmente mia figlia, ecco<br />
perché Gesù ha elevato il matrimonio ad una dignità tale da farne un sacramento”.<br />
<strong>Nicola</strong> mi aveva spinto a pregare per le anime del Purgatorio; gli chiedo, improvvisamente, se mia madre, nonna Maria e<br />
la madre di <strong>mio</strong> marito, nonna Laura, erano con lui (da molto tempo non pregavo più per loro, credendole già nella gloria),<br />
silenzio …<br />
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Rifaccio la domanda: ancora silenzio; mi sento invadere da un dolore profondo, poiché improvvisamente mi si fa palese<br />
un’altra realtà; esse sono ancora nel luogo di espiazione.<br />
<strong>Nicola</strong> mi consola dicendo: “Mamma, voi misurate il tempo in anni e secoli, qui un secolo è un respiro. E poi, le mie nonne<br />
sono prossime alla gloria, ma dovete pregare ancora per loro”.<br />
19 dicembre 1985<br />
Riferendosi al lavoro che svolge Don Eugenio nel tribunale ecclesiastico, <strong>Nicola</strong> mi dice:<br />
”Egli deve prepararsi, con la preghiera e l’offerta, ed orientare ogni suo sforzo verso l’unione degli sposi, e se è costretto<br />
a dividerli pianga insieme a Gesù per un legame così infranto.<br />
I casi più difficili li affidi a me, che ho sublimato l’amore coniugale con l’immolazione totale; parli alle coppie di me, che,<br />
per amore di Antonella, ho scelto di morire, perché non ero più in grado di offrirle un corpo integro mentre tutto il <strong>mio</strong> essere<br />
voleva vivere.<br />
Anche questa missione mi è stata affidata dalla bontà infinita di Dio”.<br />
22 dicembre 1985<br />
<strong>Il</strong> giorno prima mia cognata Cenzina, telefonandomi da Alatri, mi aveva chiesto di pregare <strong>Nicola</strong> perché intercedesse per<br />
una sua amica, trentacinquenne, ammalata di tumore e prossima alla fine, che non credeva in Dio e per un’altra amica<br />
nella disperazione per la morte della madre. Le ho chiesto se per Natale sarebbero venuti da noi e mi ha detto di no perché<br />
questo natale sarebbe stato molto triste per tutti per la mancanza di <strong>Nicola</strong>.<br />
Ho portato con me, per tutta la giornata, questa enorme tristezza, ma durante la notte, il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> è venuto a consolarmi:<br />
”Mamma, non è vero che io non ci sarò, sarò invece con voi e la mia presenza sarà reale, anche se invisibile. Anzi,<br />
a differenza di tutti gli altri Natale, io sarò non solo con voi ma in voi perché mai, come ora, voi avete avuto per me un<br />
desiderio, un atto d’amore, un pensiero, un rimpianto”. Poi rivolgendosi per il <strong>mio</strong> tramite alla moglie:<br />
”Antonella, mai durante la mia vita ti ho amata come ti amo ora.<br />
Allora il <strong>mio</strong> amore era infarcito di egoismo, di piccole ripicche e volevo essere io a dire l’ultima parola; ero capace di avvelenarti<br />
un pomeriggio, ma ora il <strong>mio</strong> amore è un amore totale che ti avvolge tutta, illuminato ed illuminante, protettivo,<br />
pronto a soddisfare qualsiasi tuo desiderio, qualsiasi necessità, perché ora so quello che umanamente ti occorre, quale il<br />
bene di cui non puoi fare a meno, ti sono tanto, tanto vicino; sono con te quando corri in macchina, sono in te quando mi<br />
pensi, quando mi desideri”.<br />
<strong>Nicola</strong> mi dice ancora: ”Mamma, se ci fosse consentito strappare quel velo che ci divide! Ma non ci è consentito”.<br />
24 dicembre 1985<br />
Cercavo di consolare <strong>mio</strong> marito quanto mai triste perché avremmo passato il Santo Natale da soli. <strong>Nicola</strong>: ”Non sarete<br />
soli, perché io sarò tutto per voi; ora so cosa vuol dire amare”.<br />
6 gennaio 1986<br />
<strong>Nicola</strong> mi dice: ”Mamma, se tu dubiti come farò ad aiutarvi?”<br />
7 gennaio 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, se qualche volta non mi capisci o interpreti male quello che ti dico, anche per eventuali interferenze del<br />
nemico, ciò ha poca importanza; l’importante è che io possa comunicare con te e così essere di aiuto per voi tutti e di<br />
guida verso il bene”.<br />
8 gennaio 1986<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong> mi dice: ”Mamma, se non inizi a preparare e fermare tutte le notizie inerenti alla mia vita e Don Eugenio<br />
a scrivere, il progetto di Dio va a gambe all’aria”.<br />
11 gennaio 1986<br />
“Mamma, il bene che fai ad Antonella, lo devi fare soltanto per amore, altrimenti lo stesso bene si può trasformare nel tuo<br />
animo in amarezza ed anche in rancore, se non è capito o ricambiato e ne perderesti i meriti”.<br />
Gesù alla Comunione: ”<strong>Il</strong> Padre ha mandato Me, suo Figlio, per riscattare i vostri peccati ed ora si serve di <strong>Nicola</strong>, tuo figlio,<br />
per riscattare i tuoi peccati, quelli dei tuoi figli, di tuo marito e di tante anime che vuole coinvolgere”.<br />
19 gennaio 1986 a messa nella chiesetta di Sabaudia:<br />
Gesù: ”<strong>Il</strong> momento della mia vittoria è stato quando <strong>Nicola</strong> è spirato”.<br />
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21 gennaio 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, voi guardate alle cose del Cielo in funzione delle cose della terra, mentre dovreste subordinare la vita<br />
terrena alla vita eterna”.<br />
28 gennaio 1986<br />
Stamani Gesù mi illumina ulteriormente sulle parole sussurratemi il 7 gennaio scorso.<br />
I cieli si sono aperti ed hanno fatto ala a <strong>Nicola</strong> che entrava nella gloria, dicendo:<br />
”Tutti i patriarchi, i profeti, i martiri, i vergini, i confessori, tutti gli angeli e tutti i santi hanno fatto ala a <strong>Nicola</strong> che entrava<br />
nel Cielo da trionfatore, perché aveva bruciato tutte le tappe in brevissimo tempo.<br />
Ecco perché ti dicevo che avevo riportato sul nemico la più grande vittoria”.<br />
6 febbraio 1986<br />
Una mia nipote mi comunicava di aver ricevuto una grazia da <strong>Nicola</strong>; l’aveva pregato perché l’aiutasse a trovare lavoro<br />
presso una scuola di musica e così è stato e lunedì prende servizio.<br />
9 febbraio 1986<br />
Mia cognata Cenzina mi telefona per dirmi che l’amica, non credente, ammalata di tumore, che conviveva con un tizio e<br />
che avevamo affidata a <strong>Nicola</strong>, era morta dopo aver ricevuto tutti i Sacramenti. Chiedo a <strong>Nicola</strong> se fosse stato lui ad intercedere<br />
per quell’anima e mi risponde: “Certo, Mamma, questa è la mia missione, quando voi mi chiamate, io vengo sempre<br />
in aiuto”.<br />
14 febbraio 1986<br />
So che Don Eugenio non sta bene, e chiedo a <strong>Nicola</strong>: ”Perché non lo aiuti?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, tu pensi che non lo aiuti? Io gli sto sempre vicino”.<br />
18 febbraio 1986<br />
Mi rivolgo a Gesù: ”Un anno fa, o <strong>mio</strong> Gesù, ti pregavo di tapparmi gli occhi perché non vedessi il baratro che mi circondava<br />
e non fossi attratta da esso, ma sentissi solo la stretta forte della Tua mano che mi portava a salvezza.<br />
Oggi ti chiedo di liberare i miei occhi perché io veda il Tuo disegno d’amore, ne scopra la trama meravigliosa e con gioia,<br />
in una accettazione totale, possa dirti grazie”.<br />
Gesù: ”Ti ho nutrito giorno dopo giorno, momento dopo momento, col cibo di cui avevi bisogno, come fa la madre con il<br />
suo bambino malato; non potevo mettere davanti a te altro cibo anche se prelibato, perché non eri in grado di accettarlo.<br />
In ogni tua necessità di un determinato istante ti venivo in aiuto, calmavo la tua angoscia, ti attiravo sempre più tra le<br />
mie braccia e ti spingevo tra le braccia di Mia Madre, che poco alla volta si rivelava a te quale vera madre; sostenevo la<br />
tua fede e la tua speranza, ti facevo tramite Me e i tuoi cari, mentre ininterrottamente operavo il grande miracolo su <strong>Nicola</strong>”.<br />
19 febbraio 1986<br />
Appena sveglia, stamani, in uno slancio d’amore per Niccola:<br />
“Nicò, sei uscito dal <strong>mio</strong> grembo e vi sei tornato, perché ti amo tanto, bambino <strong>mio</strong>”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, così devi amare gli altri tuoi figli, con tutta la tua carne, e non soltanto col tuo spirito, il tuo amore deve<br />
essere umano, oltre che spirituale; li devi difendere con i denti e con le unghie” e poi …Mamma: “<strong>Il</strong> tuo amore per papà<br />
era bello, perché era totale, investiva tutta la tua persona, anima e corpo; ecco perché Satana non è riuscito ad intaccarlo<br />
e ha cominciato a tessere una rete sottilissima attorno a noi figli per strapparci a te, Margherita era solo una povera pedina<br />
responsabile sì, come tutti noi del resto siamo responsabili”.<br />
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26 febbraio 1986<br />
Ho trascorso una notte tormentata e particolarmente dolorosa: rivivevo le varie fasi del soffrire di <strong>Nicola</strong>, e del <strong>mio</strong> soffrire;<br />
infine lo supplicavo di ricordarsi di tutti noi.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, sono accanto a te e in te, unito a te intimamente nel tuo dolore; ma nascondi le tue lacrime e, nel silenzio<br />
e nel sacrificio, sappi amare.<br />
Vedi, mamma, noi non dimentichiamo le necessità di ciascuno di voi; esse sono sempre presenti al nostro spirito, e, se vi<br />
esortiamo a chiederci continuamente aiuto, è perché esse siano sempre presenti anche al vostro spirito, così facile a dimenticare,<br />
in modo che non sia interrotto il legame d’amore che ci tiene uniti.<br />
Mamma, molte anime che oggi sono in Purgatorio avrebbero desiderato di soffrire il doppio di quanto io ho sofferto per<br />
poter godere la gloria e la felicità in cui sono immerso”.<br />
1 marzo 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, la salvezza dell’anima è una cosa tremendamente seria”.<br />
2 marzo 1986<br />
Anna mi aveva detto che, quando andava a Sabaudia, provava un’enorme tristezza, perché non c’era più <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ma ci sono io; tu sai come io ami quel luogo e come sia felice di vederci tutti a Sabaudia. Ti ricordi<br />
quando dicevo che volevo comprare del terreno e costruire una villa grande per stare tutti insieme? Sono stato io che ho<br />
spinto Laura e Maria all’acquisto di una casa a Sabaudia per vedervi tutti uniti. Mi dispiace solo per Teresa che è lontana”.<br />
4 marzo 1986<br />
Mi aveva ripreso una grande tristezza e pregavo <strong>Nicola</strong> di aiutarmi:<br />
”Mamma, tu puoi sperare tutto da me; è necessario che anche tu collabori; vedi noi possiamo aiutarvi, ma solo nella misura<br />
della vostra disponibilità”.<br />
10 marzo 1986<br />
Ripensavo ad alcune parole di Anna nei riguardi di Maria, tutte dettate da affetto e non riuscivo a trarne delle conclusioni<br />
valide.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi, mamma, Maria ha bisogno di tanto amore; deve ricreare in sé quella fiducia che le era stata tolta e che è<br />
stato l’handicap di tutta la sua vita, impedendole di esternare i sentimenti di cui è tanto ricca. Questa fiducia la deve riacquistare<br />
soprattutto in famiglia.<br />
Hai visto quelle piantine di rose che hai messo a dimora a Sabaudia?<br />
<strong>Il</strong> gelo ha bruciato i piccoli germogli che, timidamente, si erano affacciati alla vita.<br />
Avevano bisogno di calore!<br />
Così è Maria: ha bisogno di, piccole attenzioni, di piccoli atti d’amore; ma non dimenticare gli altri, perché anche Filippo,<br />
Laura, Teresa e papà hanno bisogno d’amore.<br />
Mamma, mentre il nemico tesse attorno a voi una rete sottilissima di piccole delusioni, di incomprensioni, di parole che a<br />
volte feriscono, tutti trabocchetti dettati dal suo odio che mira a scoraggiare ed abbattere, noi tessiamo attorno a voi una<br />
rete di protezione e d’amore; è solo l’amore che vince l’odio”.<br />
11 marzo 1986<br />
Di notte ero immersa in una profonda tristezza; mi sentivo come se fossi stata estromessa totalmente da ogni sorta di<br />
gioia.<br />
<strong>Nicola</strong> mi è venuto in aiuto: ”Mamma, la fonte della gioia è Dio stesso, lo sono Gesù e Maria e da loro potrai attingerla;<br />
anch’io la possiede, e se tu mi ami, non puoi pensare a me e sentirti triste, perché io sono nella gioia”.<br />
12 marzo 1986 di notte.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, per il compleanno di Antonella comprale da parte mia una rosa rossa”.<br />
Facevo così tutti gli anni.<br />
Avevo fatto in passato delle considerazioni sulla validità dei messaggi divini, che non ero riuscita finora a concretizzare e a<br />
tradurre in parole.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> mi illumina: ”Vedi, mamma, il contatto tra il divino e l’umano non è facile, e la parola di Dio, filtrata attraverso<br />
uno strumento imperfetto, limitato, che risente di tutte le manchevolezze e di tutti i difetti che gli sono connaturati,<br />
non arriva mai alla sua creatura nella sua interezza e purezza, quando addirittura non ne viene capovolto il significato.<br />
Ecco perché gli errori nella decifrazione dei vari messaggi di Dio.<br />
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Solo i messaggi contenuti nel Poema dell’Uomo-Dio di Maria Valtorta, essendo pervenuti alla scrittrice direttamente attraverso<br />
canali spirituali (locuzioni interiori), sensitivi (vista, udito, presenza reale di Gesù e di Maria che le erano accanto e<br />
dettavano, visione dei luoghi che lei non conosceva), sono esenti da errori fino al 98%”.<br />
Ore 9.55<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong>: ”Nicò, don Eugenio guarirà dei suoi disturbi alla vista?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Certo, mamma, che guarirà specialmente se voi, non lasciando cadere le nostre ispirazioni, ci aiutate a costruire<br />
attorno a lui quella rete di protezione di cui ha bisogno”.<br />
“Anche attraverso l’intervento di Mons. Milingo?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, anche questo contribuirà a proteggerlo”.<br />
13 marzo 1986<br />
Mi ero addormentata con un grande dolore nel cuore al pensiero della condanna di quindici e sedici anni per i figli della<br />
mia amica. Durante la notte mi sveglio e mi ritrovo con lo stesso pensiero che mi opprimeva pensando al dolore e alla<br />
tragedia di quella famiglia.<br />
Improvvisamente, come a volerne sapere di più, chiedo a <strong>Nicola</strong>: ”Nicò, ma sono innocenti i figli di Anastasia?”. Silenzio.<br />
Ripeto la domanda, ancora silenzio.<br />
Dopo un poco, come una illuminazione che potrei tradurre così: ”Vedi, mamma, quanti uomini in questo mondo sono gravemente<br />
colpevoli pur non essendo arrivati al delitto materiale! Pensa ad un marito che tradisce la moglie e spinge la medesima<br />
alla disperazione ed anche al suicidio, a genitori che divorziano noncuranti della tragedia intima che scatenano nel<br />
cuore dei loro figlioletti che tante volte arrivano all’atto estremo e, a tanti e tanti altri misfatti che da te stessa puoi immaginare;<br />
pensi che puoi ritenere innocenti questi individui?<br />
Non basta non aver premuto un grilletto per essere considerati tali!<br />
Eppure tutti si pentono, accusano le loro colpe ad un sacerdote e questi in nome di Dio li rimanda in pace dopo aver detto<br />
loro di riparare per quanto possibile.<br />
I figli di Anastasia sapevano che in quelle brigate si sparava e si uccideva, sapevano che facendone parte si rendevano<br />
anch’essi responsabili di quei delitti; e poi il dolore arrecato alla madre, al padre, al fratello, la famiglia distrutta, ti sembra<br />
cosa da poco?<br />
Perché non pentirsi, non aiutare i giudici nella ricerca della verità?<br />
I giudici sono anch’essi uomini sulle cui spalle grava una enorme responsabilità, come accusarli di commettere gravi ingiustizie,<br />
se sono loro i primi a tacere, ad occultare la verità?<br />
Nel coprire gli altri ci si rende corresponsabili e si innesta sempre più la spirale della violenza perché da una sentenza ingiusta<br />
scaturisce ancora più odio, mentre una sentenza che si sa di meritare viene sopportata serenamente e diventa riscatto<br />
e liberazione.<br />
Se Sandro avesse con coraggio e umiltà riferito ogni cosa gli avrebbero dato solo sette anni e forse sarebbe uscito subito”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non temere, ti sono sempre vicino e ti guido”.<br />
“Nicò, don Eugenio cerca il tuo aiuto, cosa debbo dirgli?”.<br />
“Mamma, Gesù lo ama e la Madonna gli sta vicino, io lo proteggo e lo copro. Stia sereno, perché tutto il Cielo è con lui.<br />
Questa è l’ora delle tenebre, l’ora del venerdì santo”.<br />
“Nicò, deve andare a Lione per consultare quei medici?”. Silenzio.<br />
31 marzo 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, mentre io cerco di aiutarti, sei proprio tu che mi metti ostacoli.<br />
Non sai che le lacrime di tante persone che in vita erano ricche, ed hanno dovuto lasciare ogni cosa, ora in Purgatorio<br />
rimpiangono di non essere state povere?”.<br />
24 aprile 1986<br />
Ero preoccupata per il decorso di una malattia di <strong>mio</strong> marito, brutti pensieri mi attraversavano la mente, e mi sentivo assai<br />
sola.<br />
<strong>Nicola</strong> per consolarmi: “Mamma, tu non devi dubitare di Gesù e di Maria perché essi ti amano di amore preferenziale e ti<br />
sono vicini; anche io ti sono vicino e ti amo tanto”.<br />
25 aprile 1986<br />
<strong>Il</strong> giorno prima Antonella era stata vittima di un brutto incidente automobilistico, riportando la rottura del setto nasale con<br />
gravi danni per la macchina.<br />
Niccola mi illumina al riguardo: ”Vuoi sapere la dinamica dell’incidente?<br />
12
É stato Satana che ha distratto l’attenzione di Antonella, facendole perdere per un motivo banale il controllo della macchina<br />
che è andata a cozzare contro un albero; io ho doluto salvarla nella frazione di un secondo, abbracciandola, ma non ho<br />
potuto impedire i danni alla macchina”.<br />
10 maggio 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, vedi, se oggi sono nella gloria, lo debbo soprattutto ad Antonella che, col suo amore, con la sua dedizione,<br />
col suo sacrificio, durante i lunghi mesi della mia malattia, mi ha spinto all’offerta totale; ma anche il vostro amore<br />
e quello di Maria hanno contribuito”.<br />
11 maggio 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, scrivi subito le cose che via via ti dico, altrimenti le dimentichi; tu ti preoccupi di ricordare le stesse parole<br />
e ti addolori se non ci riesci, ma ciò non ha importanza; l’importante è che tu comprenda quello che ti dico, se poi lo<br />
esprimi con le tue parole fa lo stesso, non ti pare? L’altra volta per Fernanda, che era incerta sul modo di comportarsi con<br />
il figlio che veniva fuori da una esperienza angosciante, ti avevo detto che il figlio, uscito dal suo seno, doveva nel suo seno<br />
rientrare; volevo farti comprendere che doveva trattarlo da figlio, doveva accoglierlo in casa, amarlo, fargli dimenticare<br />
il suo triste passato, passato che anche lei stessa doveva dimenticare, ed aggiungevo che solo il suo amore poteva salvarlo.<br />
Successivamente ti avevo detto che la salvezza di questa tua amica è legata a quella del figlio, il quale deve trovare rifugio<br />
nel cuore della mamma. Tu allora sei rimasta turbata.<br />
É vero, Gesù le chiede molto, ma, se anche ciò dovesse costarle la vita, sarebbe niente in confronto alla salvezza<br />
dell’anima.<br />
Non ti avevo detto che la salvezza dell’anima è una cosa terribilmente seria?”.<br />
12 maggio 1986<br />
Eravamo stati invitati ad una cena da nostro figlio Filippo; mi era sembrato che tutti si fossero quasi dimenticati della morte<br />
di <strong>Nicola</strong>, ed un’ondata di tristezza si è impossessata di me.<br />
Durante la notte <strong>Nicola</strong>: ”Rasserenati, tutti mi amano nel loro intimo”.<br />
13 maggio 1986<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, ma cosa deve fare don Eugenio, deve sottoporsi all’operazione alla cornea? La veggente di Oulx,<br />
interpellata al riguardo ha taciuto”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, il momento è molto delicato, bisogna tacere e pregare”.<br />
Ho riferito le parole di <strong>Nicola</strong> a don Eugenio.<br />
Di notte ancora <strong>Nicola</strong>: ”<strong>Il</strong> momento è delicato in quanto forze negative possono influire sulla decisione del professore,<br />
che, domani, alla visita di controllo, deve decidere”.<br />
14 maggio 1986<br />
Facevo delle considerazioni circa la morte.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “Mamma, la morte è una realtà, come lo è la sopravvivenza dell’anima”.<br />
15 maggio 1986<br />
Stamani all’uscita dalla Chiesa pensavo al controllo sulla vista di don Eugenio effettuato ieri dal professore, che ha deciso<br />
di soprassedere ancora per altri dieci o quindici giorni all’intervento. E <strong>Nicola</strong>: “Non è stata una sconfitta, ma una vittoria”.<br />
Mi stavo chiedendo in che cosa consistesse quella vittoria.<br />
<strong>Nicola</strong>: ” É una vittoria, perché rientra nei disegni di Dio”.<br />
19 maggio 1986<br />
Pensavo a don Eugenio e alla sua missione di sacerdote.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”<strong>Il</strong> sacerdote è come il mare che accoglie tutti i fiumi fino al più piccolo fiumiciattolo”.<br />
20 maggio 1986<br />
Ero addolorata perché, nonostante mi adoperassi per dare serenità e gioia alla mia famiglia, mi sentivo come rifiutata da<br />
tutti, ottenendo l’effetto contrario.<br />
<strong>Nicola</strong>: “L’amore di ognuno è un amore limitato ed egoistico; non cerca il vero bene dell’altro. Povera mamma, vuoi proprio<br />
tu dare serenità e pace?<br />
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Questi sono beni che vengono solo da Dio; ascoltami almeno, e non rovinare la nostra opera; devi tacere e pregare, e<br />
questo vale anche per gli altri”.<br />
22 maggio 1986<br />
Mi aveva telefonato Lina, moglie di un <strong>mio</strong> cugino, la quale, con rammarico, mi diceva che non aveva più fede e che voleva<br />
il <strong>mio</strong> aiuto ricordandosi di come, alcuni anni addietro, l’avevo spinta a credere.<br />
Le ho chiesto del marito e mi ha detto che anche lui non crede.<br />
La esorto ad invocare Dio attraverso <strong>mio</strong> figlio <strong>Nicola</strong>, e la invito a venirmi a trovare.<br />
Dopo la telefonata ho pregato <strong>Nicola</strong> di intercedere per lei presso Gesù.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, e perché credi che l’abbia indirizzata a te? Ho bisogno del tuo aiuto, delle tue preghiere”. Durante la<br />
notte … “Mamma, tu sei la mia voce”.<br />
24 maggio 1986<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong> mi rivela attraverso immagini, verità riguardante i santi, prima d’ora mai pensate. Mi sforzerò di trascriverle,<br />
nella speranza di riuscire ad essere il più possibile fedele a queste illuminazioni interiori, e per questo chiedo il<br />
suo aiuto, perché in nessuno modo tali verità vengano, dalla mia difficoltà di esprimermi, alterate.<br />
Già da tempo egli mi aveva rivelato come la gloria, a cui pervengono i santi, non è suscettibile di mutamento (io non lo<br />
sapevo) ed è quella che l’anima si è meritata in questa vita.<br />
Ora mi spiega come l’anima, in virtù dei meriti che ha acquistato in questa vita, viene gratificata da una gloria più o meno<br />
grande, la quale consiste nel trovarsi più o meno vicina alla fonte della felicità, cioè a Dio. Una immagine:<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tu pensi che i popoli nordici fruiscano degli stessi benefici effetti del sole, come quelli che vivono<br />
all’equatore?<br />
No, mamma, il sole è sempre lo stesso, illumina e riscalda anche loro, ed essi ne gioiscono appieno ma diverso è per chi<br />
riceve direttamente i suoi raggi; per i quali la luce è più abbondante, il calore è più potente e penetra nelle fibre più remote.<br />
Così è dei santi, non tutti sono ugualmente vicini alla fonte della luce divina, ecco perché alcuni hanno poteri taumaturgici<br />
che altri non hanno”.<br />
Un’altra immagine per far capire il potere dei santi.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Come un qualsiasi pezzo di metallo, immerso in una fornace ardente, diventa anch’esso incandescente ed acquista<br />
le proprietà del fuoco stesso, perché può bruciare ed illuminare al punto tale da confondersi con esso, così sono le anime<br />
dei Santi, che immersi nella luce abbagliante e nella forza d’amore di Dio, dividono con Lui la potenza e la gloria.<br />
Non sono essi stessi né luce, né forza, ma, affissati ormai eternamente in Lui, acquistano un potere più o meno grande<br />
che esercitano ininterrottamente a favore dei viventi”.<br />
26 maggio 1986<br />
<strong>Nicola</strong> a don Eugenio per il <strong>mio</strong> tramite:<br />
”Eugenio, non pensare che ti possa venir male da chi ti ama, e Dio ti ama; abbandonati a Lui.Questo periodo è prezioso<br />
per te, ma anche pieno di pericoli”.<br />
27 maggio 1986 a Sabaudia<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, quando voi siete qui a Sabaudia, e mi invocate, io torno a vivere in questi luoghi che ho amato e che<br />
amo”.<br />
28 maggio 1986<br />
Di notte, lungo conversare con <strong>Nicola</strong>.<br />
“Mamma, ti devi credere, altrimenti come faccio a comunicare con te? Scrivi a ruota libera tutto ciò che ti dico non ti preoccupare<br />
delle interferenze, perché a quelle ci penso io”.<br />
“Nicò, mi dicevi, che quando noi siamo a Sabaudia, tu torni a vivere in quei luoghi che hai amato”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma io li vivo in maniera diversa; il <strong>mio</strong> è un godimento profondo, intimo e gioioso, perché quei luoghi<br />
sono dono di Dio”.<br />
“Nicò, e Antonella?”.<br />
“Mamma, Antonella deve vivere la sua vita e godere di essa tutti i dono ai quali ha diritto; è per questo che mi sono offerto<br />
in una immolazione totale”.<br />
Nicò, e don Eugenio, quando comincerà a scrivere la tua biografia?”<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tu rigiri la domanda; giochiamo forse a rimpiattino?<br />
Ti ho detto che questo tempo è prezioso per lui; la sofferenza non è fine a se stessa”.<br />
“Nicò, sii vicino ai tuoi fratelli, a tuo padre; tu sai quanto ti hanno amato e ti amano”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ciascuno di loro è sempre presente al <strong>mio</strong> spirito; io li seguo, ne ho cura; essi vivono nel <strong>mio</strong> amore”.<br />
“Nicò, il tuo corpo è davvero integro?”. Breve pausa.<br />
14
<strong>Nicola</strong>: “Si, mamma, e lo sarà per molto, poi si dissolverà come gli altri corpi”.<br />
“Nicò, mi ami?”<br />
<strong>Nicola</strong>: “Oh, mammuzza, tanto, tanto; ti debbo molto, specialmente per il dono della vita.<br />
<strong>Il</strong> tuo dolore non sia angosciante, ma sereno; io ti sono vicino come mai lo ero in vita”.<br />
30 maggio 1986<br />
Gesù: “La guarigione del tuo Filippo dalla grave malattia che lo aveva colpito, è stata il preludio al miracolo di <strong>Nicola</strong>: la<br />
sua santificazione“.<br />
3 giugno 1986<br />
Ero in chiesa per l’adorazione in occasione del triduo al Sacro Cuore di Gesù.<br />
<strong>Il</strong> sacerdote nella meditazione, implorava Gesù Eucaristia per il mondo intero, ma soprattutto per i carcerati. Ho provato<br />
un grande turbamento ed una forte fitta al cuore, pensando al dolore delle madri che soffrono per i figli coinvolti da altri<br />
per odio politico, in fatti delittuosi a volte inconsapevolmente a causa della loro giovane età e alla loro inesperienza della<br />
vita e spesso condannati ingiustamente, ed ho fatto delle amare considerazioni sulla giustizia non sempre amministrata<br />
da giudici obiettivi e sereni.<br />
<strong>Nicola</strong> interviene: “Mamma, io ti ho indicato la strada!”.<br />
Ho ripensato ai suoi scritti che riguardavano i figli di Anastasia, tutti mi sono tornati presenti specialmente l’ultimo e cominciai<br />
a tormentarmi su come farli conoscere alla madre e al fratello, ma più ci pensavo,più mi accorgevo che non potevo.<br />
<strong>Il</strong> giorno appresso, <strong>Nicola</strong>: “Mamma, è Sandro che deve pentirsi, la madre e il fratello non c’entrano, e tu non puoi fare<br />
niente, è don Eugenio che deve intervenire”.<br />
10 giugno 1986<br />
Mi reco da don Eugenio al quale riferisco ogni cosa; mi dice che appena è in grado è pronto per andare da Sandro …<br />
11 giugno 1986<br />
É notte e <strong>Nicola</strong> mi illumina e mi istruisce su verità alle quali non avevo mai pensato, ed è egli stesso che suscita le mie<br />
domande: “Nicò, tu li rivivi i momenti del tuo dolore e dell’angoscia che hai provato durante la tua lunga e terribile malattia?<br />
Ne soffri ancora?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, ma in maniera diversa; è come se tu facessi cadere una goccia di amaro in un mare di dolcezza”.<br />
“Nicò, tu soffri ancora se noi offendiamo il Cristo, se prendiamo una strada sbagliata, o se non ascoltiamo il tuo richiamo<br />
o la voce della nostra coscienza?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, ma il nostro soffrire lo trasformiamo in implorazione ed in offerta al Padre per voi, ed, in virtù di<br />
essa e perché unita all’offerta del Figlio, della Madre e della Comunione dei Santi, e delle anime vittime, Dio, placato, riversa<br />
sul mondo intero le Sue misericordie. Guai, mamma, se così non fosse, il mondo da tempo sarebbe stato sommerso”.<br />
13 giugno 1986<br />
In Chiesa, guardando il sacerdote che diceva messa, pensavo se fosse veramente consapevole del mistero che stava celebrando.<br />
Gesù: “Non interferire tra me e le anime”.<br />
15 giugno 1986<br />
Discussioni, considerazioni su principi di fede e di morale avevano creato un’atmosfera rovente e amara tra i genitori di<br />
Antonella, lei stessa e me, con un intervento brusco di mia figlia Maria. La notte amareggiata ed oppressa, mi sentivo anche<br />
in colpa e poco generosa nei confronti di Antonella e soprattutto sola.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, mamma, non lasciarti sopraffare dallo scoraggiamento, io ti sono vicino, sei l’unica che non sei sola”.<br />
Alludeva alla sua presenza costante e comunicante con me e a quella di Gesù e di Maria, la Madre”.<br />
Mi rivolgo a lui: “<strong>Nicola</strong>, sono preoccupata per tua sorella Maria; mi sfugge, soffre e penso pure che non stia bene”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, il dolore sia fisico che spirituale, va centellinato per poter essere accettato e offerto e trasformarsi così<br />
in meriti e grazie”.<br />
17 giugno 1986<br />
Due giorni di angoscia, i pensieri più neri; cosa voleva dire <strong>Nicola</strong> con quelle parole: il dolore va centellinato ecc. ecc. cosa<br />
dovevamo ancora soffrire?<br />
Ma stamani ecco il sereno dopo tanto soffrire.<br />
15
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non temere, ti volevo dire che avete bevuto abbastanza al calice del dolore e ancora ne berrete e quindi<br />
son siete in grado di accettarne altro”.<br />
18 giugno 1986<br />
Gesù è particolarmente presente in me, nella realtà Eucaristica e mi invita a vivere alla Sua presenza, adorando, amando,<br />
pregando. Notte piena di dolore; rivivo gli ultimi giorni della vita di <strong>Nicola</strong>; penso soprattutto con straziante dolore al prelievo<br />
del sangue tutte le mattine, mentre l’infermiera costretta a bucare in mille parti del corpo alla ricerca di una vena<br />
che buttasse ancora sangue, angosciata ripeteva che le vene erano piatte, che non c’era più niente, mentre egli, il martire,<br />
mansueto come il Cristo, sottostava paziente ad ogni dolore.<br />
Sentivo <strong>Nicola</strong> vicino, presente, tenerissimo, che viveva con me la mia angoscia.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non soffrire così, te ne prego; io non soffro più, sono ormai nella gioia”, e poi con tristezza: ”Antonella<br />
non conoscerà mai tutto quello che, servendomi della tua voce, ho bramato di dirle?”.<br />
Ieri mattina mi ha telefonato la mia amica Fernanda per comunicarmi come il figlio, all’invito della madre di andare a vivere<br />
con lei, abbia reagito in maniera commovente e mi ha letto, piangendo di intima commozione e di gioia, la lettera del<br />
figlio, che ha accenti veramente toccanti, specialmente quando eleva il suo ringraziamento a Dio, che ha ritrovato assieme<br />
ad una madre. Ringrazio Gesù che, attraverso <strong>Nicola</strong>, ci ha indicato la strada; Egli rende compartecipe <strong>Nicola</strong> della Sua<br />
potenza e della Sua gloria, e fa scendere, per il suo tramite, sulle creature, in un ritorno di grazia, la Sua misericordia ed<br />
il Suo perdono.<br />
20 giugno 1986<br />
Don Eugenio non sapeva se doveva o meno farsi visitare da un altro oculista.<br />
<strong>Nicola</strong> in suo aiuto: ”Se tu vai da un altro oculista, questi ti dirà un’altra cosa, o anche la stessa, e sarai ancora di più disorientato.<br />
Se non hai celebrato la Messa in questi giorni, celebrala, offrendoti totalmente al Padre in unione a Gesù, a Maria e a tutta<br />
la Chiesa; Egli riverserà su di te tutte le Sue benedizioni”.<br />
25 giugno 1986<br />
Don Eugenio era rientrato in ospedale e doveva essere operato, ma ancora rinvii.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Eugenio deve diventare colonna, luce, rifugio e guida, e la strada per arrivarci è sempre la stessa: quella della<br />
sofferenza. In questa logorante attesa, in questi continui rinvii, si attua il maceramento del suo io, l’annientamento della<br />
sua umanità, poi, superata la prova perché tutto ha un fine, egli non sarà più lo stesso; ogni parola che dirà scaturirà dal<br />
più profondo del suo essere e sarà quella che consolerà. Non ti avevo detto che è periodo di grazia?”.<br />
Altra voce: ”Don Eugenio deve molto a <strong>Nicola</strong> che, con la sua offerta, l’ha attratto nel suo vortice, sospingendolo più in<br />
alto”.<br />
15 luglio 1986<br />
Per alcuni giorni non ho avuto altri colloqui con il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
Temevo che, con l’andare del tempo, i miei colloqui con lui si sarebbero rarefatti, e tutto, tutto, sarebbe scomparso nel<br />
nulla.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “No mamma, al contrario. Ogni giorno che passa ti avvicina sempre più al traguardo della tua vita; quindi la comunione<br />
dei nostri spiriti deve essere sempre più perfetta, perché tu avrai ancora più bisogno di me”.<br />
Sentivo tutte le forze del male scatenate per distruggere ed annientare tutti i rapporti di amore, che faticosamente cercavo<br />
di realizzare in seno alla mia famiglia e per i quali <strong>Nicola</strong> si era immolato.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tu sai come combattere queste cose; usa quegli stessi mezzi che usavi per me”.<br />
28 luglio 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tu non sai quale bisogno di aiuto e di amore abbiano gli ammalati negli ospedali; sono prostrati e<br />
nell’anima e nel corpo. Tu dovresti aiutarmi nella missione che mi è stata affidata, e don Eugenio deve fissare un giorno<br />
della settimana da dedicare totalmente a loro, e non solo con la preghiera, ma visitandoli e confortandoli. Deve farlo!”.<br />
Desidero concretizzare anche con parole mie una illuminazione di <strong>Nicola</strong> il cui conversare è stato interrotto da non so casa,<br />
e che, pertanto, non mi è stata totalmente palese.<br />
<strong>Nicola</strong>: “<strong>Il</strong> rapporto tra marito e moglie è, non soltanto spirituale, ma anche fisico: due anime, due carni in una. Con la<br />
morte di uno dei due coniugi, il rapporto fisico viene troncato e con esso tutti i doveri che vi sono inerenti. <strong>Il</strong> coniuge superstite<br />
può contrarre nuove nozze e dare origine ad un altro rapporto matrimoniale.<br />
Ma il rapporto spirituale del superstite con il coniuge defunto, non solo continua ininterrotto, ma viene anche purificato,<br />
ampliato e fortificato sicché le loro anime si cercano ancora e si desiderano. Ecco perché Gesù, a coloro che gli chiedevano<br />
di chi sarebbe stata moglie nell’altra vita la donna che, in ottemperanza alla legge ebraica, aveva sposato sette fratelli,<br />
rispondeva che in Cielo non ci sono più né mogli, né mariti, ma solo anime che si amano e si attraggono.<br />
Quindi Antonella, se dovesse passare ad altre nozze, non deve pensare a me come al marito morto, ma all’amore vivo”.<br />
16
2 agosto 1986<br />
Guardavo le bamboline di stoffa che la madre di Flavio, <strong>mio</strong> genero, aveva portato alle sue nipotine Maria Alessandra ed<br />
Elena. Le aveva confezionate lei stessa con grande amore.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Quell’anima e tanto gradita a Dio perché, dopo tanti e tanti anni, vive ancora nel ricordo di una sua bambina<br />
morta”.<br />
5 agosto 1986<br />
Riandando con il pensiero ai giorni terribili che precedettero la scomparsa del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> ed alle sue sofferenze, il <strong>mio</strong> animo<br />
era da più giorni in un’angoscia senza fine.<br />
Di notte chiedo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, perché non mi dici più niente?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, come faccio a comunicare con te, se sei così turbata?<br />
Non puoi pensare al <strong>mio</strong> dolore senza pensare alla gioia che ne è derivata”.<br />
Interviene la Madonna dolcissima a consolarmi.<br />
Maria SS.ma: “Non pensare al suo dolore senza pensare alla sua felicità, dì piuttosto: benedetto quel dolore che ha aperto<br />
a <strong>Nicola</strong> le porte delle gloria e della gioia senza fine”.<br />
“Grazie,Mamma dolcissima, tu come Madre, mi comprendi e mi consoli ed io ti dico: grazie, mamma mia”. Dico a <strong>Nicola</strong>:<br />
”Pensa ad Antonella”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, io non la lascerò mai”.<br />
“Nicò, pensa a Lalla, Maria, Teresa, Filippo, e a tuo padre e a tutti i nostri cari:<br />
Ti metto sulle spalle e ti affido tante, tante anime”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, il tuo amore non ha più limiti, io abbraccio tutti.<br />
E poi con dolcezza:” Sei la mia mamma”.<br />
8 agosto 1986<br />
Stamani sono stata al cimitero con <strong>mio</strong> marito per portare dei fiori a <strong>Nicola</strong>.<br />
Da tempo avevo notato come Antonella non fosse più andata al cimitero, ed avevo sempre scacciato quel pensiero che mi<br />
faceva male.<br />
Ma stamani è <strong>mio</strong> marito che me lo ha fatto notare, ed io, ritornando in macchina, ripetevo: nemmeno un fiore, un solo<br />
fiore per chi ti ha tanto amato!<br />
<strong>Nicola</strong> interviene immediatamente: “Mamma, non essere crudele con Antonella; fa tanta fatica a tirarsi su dall’angoscia, a<br />
rialzarsi, e deve pur vivere ancora, andare avanti, è giovane.<br />
Pensi che, se io fossi vissuto in quelle condizioni, la mia e la sua vita sarebbero state serene e tranquille? Sarebbe stata<br />
una sofferenza senza fine anche per voi che mi amate.<br />
Ringrazia sempre Gesù, tu che comprendi la Sua infinita bontà, previdente e lungimirante, perché grande è stato il Suo<br />
dono.<br />
Ora io sono nella gloria, e vi guido con la potenza del <strong>mio</strong> amore”.<br />
10 agosto 1986<br />
Tutte le volte che mi trovo in difficoltà nel risolvere dei problemi pratici inerenti alla casa, invoco <strong>Nicola</strong> che, illuminandomi,<br />
mi fa superare ogni difficoltà; così è stato oggi per un piccolo problema, e ciò con meraviglia non solo mia, ma anche<br />
di chi, come me, non era riuscito a venirne a capo:<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, perché sempre te ne meravigli? Per me è cosa molto semplice”.<br />
13 agosto 1986<br />
Di mattina, <strong>Nicola</strong>: “Mamma, se Gesù vi dice di amare i vostri nemici, come non amare una creatura così fragile che tanto<br />
mi ha amato e tanto ha sofferto, e che, a stento cerca di sopravvivere alla sciagura che l’ha colpita?<br />
Amala, mamma, amala tanto, dà a lei quell’amore sensibile che io non posso più darle”.<br />
<strong>Nicola</strong> mi illumina se come io possa rivivere la sofferenza della sua angoscia, seguendolo, passo passo, sulla via del suo<br />
calvario. Unirmi a lui nell’offerta al Padre (allora per cecità voluta da Gesù stesso, non lo feci), unirmi a Gesù e a Maria<br />
che con lui si offrivano, per continuare a perpetuare il valore del suo sacrificio a beneficio dei miei figli, di <strong>mio</strong> marito, dei<br />
miei fratelli, e di tutti coloro per i quali egli si offrì vittima, e della Chiesa tutta.<br />
Comprendo ora, un pò più profondamente, lo strazio di Maria SS.ma ai piedi della Croce, che si offre ed offre il Suo Figlio<br />
morto per la salvezza di tutti gli uomini, anche dei suoi uccisori, di tutti coloro che oggi, come allora, squarciano il Suo<br />
Cuore di Madre; ora capisco cosa voglia dire il cuore di una madre dilaniato nella carne viva.<br />
17
15 agosto 1986<br />
Sentivo nei confronti di Antonella una specie di risentimento e di amarezza, che cercavo a stento di superare.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Fallo per me, mamma, tante altre volte dovrai farlo per me!”.<br />
E poi, sempre <strong>Nicola</strong>: “I miei sono atti d’amore nei vostri riguardi per impedire che nei vostri cuori trovi spazio il risentimento,<br />
e con esso, il disamore“.<br />
21 agosto 1986<br />
Rivivevo l’agonia del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma non devi soffrire così, in maniera così angosciante, altrimenti con la tua angoscia allontani da me i<br />
nostri cari che sono ancora alla ricerca di un pò di serenità dopo tanto dolore”.<br />
“Nicò, ma non mi avevi detto che dovevo rivivere la tua passione per perpetuare gli effetti della tua immolazione?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì, mamma, ma devi subito offrire il tuo dolore al Padre, in comunione a Gesù, a Maria, a tutti i Santi, perché Egli<br />
possa immediatamente riversare su di voi tutti la Sua misericordia. É come un ciclo che inizia e si chiude continuamente”.<br />
23 agosto 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “<strong>Il</strong> Paradiso non è solo uno stato, ma anche un luogo”.<br />
24 agosto 1986<br />
Di notte, lungo conversare con <strong>Nicola</strong> …<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, quello che ti comunico deve trovare spazio nel tuo cuore, perché si trasformi in te in convinzioni profonde,<br />
che solo dopo possono dare frutto; tu, però, devi sgombrare dalla tua mente e dalla tua coscienza quei convincimenti,<br />
spesso errati, che sono di ostacolo alla conoscenza delle verità che ti comunico”.<br />
E poi <strong>Nicola</strong>: “Mamma, il rivivere il calvario della mia agonia di un anno fa è sofferenza per me, ma sono momenti di grazia<br />
per voi, perché, come allora, il Padre accetta la mia offerta e riversa su tutti voi la Sua infinita misericordia.<br />
Ma il <strong>mio</strong> atto d’amore di oggi è molto più grande di quello di allora, che pure mi è costato la vita, perché esso è perfettamente<br />
puro, esente da qualsiasi residuo d’umanità e quindi di egoismo, ed abbraccia tutte le anime, si estende fino ai<br />
confini della terra, penetra nel profondo del vostro cuore per portare sollievo ai vostri più intimi e nascosti bisogni; se, poi,<br />
vi unite alla mia offerta con il vostro soffrire, allora nessuna forza malefica potrà impedire il realizzarsi del disegno<br />
d’amore che Dio vuole attuare in voi”.<br />
“Nicò, perché, quando tu mi sveli cose così sublimi, io, invece di provarne gioia, mi inabisso sempre più nel dolore?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, anche questa è purificazione; vedi, mamma, non si può gustare la vera gioia se non si passa attraverso<br />
la purificazione. Mamma, tu devi continuamente tendere al Cielo con tutte le tue forze; il Purgatorio è luogo di grazia, ma<br />
non di gioia”.<br />
27 agosto 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, unisciti alla sofferenza della mia agonia ed unisci ad essa il dolore di Antonella, di papà, dei fratelli e dei<br />
parenti tutti, come allora non ti è stato dato di fare, ed offrila con me al Padre, insieme a Gesù ed a Maria, ed Egli come<br />
un anno fa, riverserà su di voi tutti il Suo perdono e le Sue grazie”.<br />
Ho chiesto aiuto per tutti i miei, ho chiesto aiuto per i sofferenti, i disperati, per coloro che muoiono mordendo la terra<br />
senza un conforto, per coloro che lontani dalla loro terra muoiono soli, e per la Chiesa tutta.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “Mamma, il tuo dolore deriva anche dal fatto che io sono morto senza che voi tutti ve ne foste resi conto, e dal<br />
pensiero che ero il solo consapevole e che soffrivo e lottavo da solo. Devi, ora, comprendere che è stato un grande dono<br />
di Gesù l’averti tappato gli occhi e con i tuoi anche quelli degli altri.<br />
Non ti rendi conto come la consapevolezza di quello che stava accadendo, e quindi il vostro strazio impotente, avrebbero<br />
fortemente turbato il <strong>mio</strong> spirito impegnato in una lotta che è al di fuori di ogni umana considerazione, e avrebbe forse<br />
resa dubbia la mia vittoria finale?<br />
Che aiuto avresti potuto darmi, povera mamma, se non quello che mi hai dato con la tua fede e con la tua preghiera?<br />
Ma, consolati mamma, non ero solo, al tuo posto c’era la Mamma Celeste; Essa ha dato al suo <strong>Nicola</strong> tutto quello che non<br />
aveva potuto dare al Suo Figliolo morente, ha tenuto lontano da me l’inferno che si era scatenato contro la mia miseria;<br />
mi ha reso forte, sicuro, invincibile; ha consolato il <strong>mio</strong> strazio, ha accarezzato il <strong>mio</strong> corpo sofferente, mi ha dato Gesù,<br />
mi ha fatto vedere, ancora prima che spirassi, la mia gloria futura per fortificarmi nell’ora estrema. Oggi, mamma, soffri<br />
con me, ma domani no, domani festeggia la mia vittoria; anche sulla terra gli atleti, dopo aver lottato, festeggiano la vittoria<br />
conseguita”.<br />
Mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, mi spieghi come mai durante la tua agonia, mentre io cercavo di passare sul tuo corpo la corona<br />
benedetta della Madonna di Ulzio, senza che te ne accorgessi, tu immediatamente mi dicevi di smettere?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, lo sai che sei curiosa? Lascia che queste cose restino avvolte nel mistero”.<br />
18
6 settembre 1986<br />
Momenti di grande turbamento e di dolore. “Nicò, tu non sei più con noi!”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma io sono vivo, non sono mai morto”.<br />
“C’è quella tomba al cimitero!”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “É proprio quella tomba che testimonia la mia esistenza.<br />
Se mi facessi vedere da te come sono ora, mi vedresti come mi hai sempre visto”.<br />
“Nicò, soffro tanto e i miei occhi sono tanto stanchi”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Anche quei tuoi occhi tanto stanchi vedranno la luce vera”.<br />
Ero amareggiata per alcune contrarietà e volevo offrire la mia sofferenza e le mie lacrime per risolvere quei problemi.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, la tua sofferenza è cosa preziosa perché tu la spenda per cose così banali; offrila a Gesù perché riscatti<br />
e salvi anime, ed il resto ti sarà dato in sovrappiù”.<br />
7 settembre 1986<br />
Ringraziavo il Padre per averci dato in dono <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Il</strong> Padre: ”Solo in Cielo comprenderai la grandezza del dono”.<br />
11 settembre 1986<br />
Pensavo a mille cose e chiedevo a <strong>Nicola</strong> di aiutarmi.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, le vostre battaglie dovete combatterle da voi. Noi vi aiutiamo a vincerle, perché senza di noi non potreste<br />
far niente, ma dovete essere voi ad affrontarle”.<br />
Mi fa capire a quali battaglie intende soprattutto riferirsi: contro il nostro egoismo, i nostri difetti, la chiusura, la mancanza<br />
di amore, le passioni, e la lotta contro il nemico.<br />
Ero alquanto amareggiata per il fatto che mia figlia Maria aveva avuto parole di risentimento nei confronti del fratello, che<br />
se l’era presa con il cucciolo che le avevano regalato, criticandola per il suo esagerato attaccamento allo stesso.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “Vedi, mamma, Maria non può anteporre l’affetto per il cane a quello per i fratelli, e ciò per un sano equilibrio<br />
dei sentimenti. É giusto che voglia bene al suo cane e che goda di momenti di distrazione e di gioia che ne ottiene, ma<br />
questo sentimento non deve chiudere spazi ad altri sentimenti più validi.<br />
É come dell’amicizia non deve essere possessiva e limitata ad un solo soggetto, perché il nostro spirito è stato creato per<br />
l’infinito ed ogni spazio circoscritto diventa una prigione”.<br />
“Nicò, faccio male allora a chiudermi nel <strong>mio</strong> dolore per la tua dipartita?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, adesso ascoltami e cerca di comprendermi. Che tu senta, in determinati momenti, tanta angoscia per la<br />
mia dipartita è cosa naturale e rientra nella tua umanità.<br />
Ma essa non deve offuscare la gioia che deve derivare a te dal sapermi in Cielo e soprattutto dalla consapevolezza di questa<br />
realtà trascendente, perché noi due comunichiamo, mamma, e questa è una realtà meravigliosa. Tu, attraverso me,<br />
sei innestata alla Luce e io posso guidare completamente te e gli altri, al possesso del Bene. Tu devi essere il canale perché<br />
io possa riversare sugli altri i miei lumi e non trattenere niente per te.<br />
Come fare per vincere il dolore che a volte ti opprime fio a farti racchiudere in te stessa, te lo avevo detto l’altra volta;<br />
devi offrirlo immediatamente al Padre, in unione a me, a Gesù, a Maria, alla Chiesa, e così esso si trasformerà in fonte di<br />
bene per tutti voi”.<br />
23 settembre 1986<br />
Stamani <strong>mio</strong> marito che si era alzato molto presto, e che aveva letto sul settimanale Gente del 19 corr. l’articolo che parla<br />
della presentatrice alla TV Enrica Giusti, morta un anno fa di cancro, che padre Ventura, suo direttore spirituale, considera<br />
santa, me ne parla con interesse spronandomi a leggerlo. Ma, prima ancora che io lo faccia, mentre il <strong>mio</strong> pensiero<br />
vaga rievocando ricordi, sento una voce interiore che mi dice:<br />
“La prova inoppugnabile della santità di <strong>Nicola</strong> sarà data dal suo corpo”.<br />
Mi fermo a considerare quelle parole in relazione alle altra già sentite tanto tempo prima:<br />
il corpo dei santi non va in corruzione e chiedo a <strong>Nicola</strong>:<br />
”É vero che il tuo corpo è integro?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì, mamma, e tale rimarrà per molto tempo, poi si dissolverà come tutti gli altri corpi”.<br />
Mi propongo di recarmi a Torino per sentire al riguardo la veggente di Ulzio ed averne conferma. E <strong>Nicola</strong> immediatamente:<br />
“Mamma, perché vuoi chiedere conferma ad altri, non basta che te lo dica io?”.<br />
19
26 settembre 1986<br />
Avevo appena finito di telefonare a Don Eugenio al quale avevo ripetuto la frase di <strong>Nicola</strong>: Eugenio deve diventare colonna,<br />
luce, guida, rifugio.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong> mi illumina sul perché della successione di quelle parole.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Colonna, perché deve possedere tanta fede da sostenere quella degli altri.<br />
Luce perché non può avere la luce da illuminare gli altri se non possiede tanta fede.<br />
Giuda perché se non è illuminato dalla fede non può essere guida per gli altri.<br />
Rifugio, perché tutto questo lo deve portare ad essere rifugio per le anime in pena”.<br />
29 settembre 1986<br />
In Chiesa mi avevano fatto vedere un foglio che conteneva una protesta formale per impedire la proiezione di un film osceno<br />
contro Gesù. Mi ripromettevo di farne ciclostilare delle copie da spedire a persone amiche, ma sentito il parere di<br />
un sacerdote delle parrocchia che mi diceva come per alcuni la notizia della progettata proiezione era vera e per altri no,<br />
sorgono in me dei dubbi.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, anche se il film non è in programmazione, una protesta massiccia servirà sempre a scoraggiare gli eventuali<br />
fautori di idee malsane”.<br />
30 settembre 1986<br />
Mi sentivo addolorata, oltre che turbata, perché mi era sembrato che don Eugenio fosse rimasto male per avergli io detto<br />
come la mia amica Maria Pia mi avesse riferito di un rimprovero da parte della Mamma Celeste per don Eugenio stesso,<br />
che si era lasciato vincere da timori e non era più partito per Ulzio per invocare l’aiuto di Maria nella grotta in cui Ella era<br />
apparsa.<br />
Pensavo: forse sono la stessa, manco di delicatezza e ferisco.<br />
<strong>Nicola</strong> mi consola: “Mamma, sii severa, perché nulla hai detto intenzionalmente che potesse ferire don Eugenio”.<br />
31 settembre 1986<br />
Antonella aveva avuto in regalo dal giardiniere un vasetto di azalea, tutto fiorito, molto bello, e mi diceva che l’avrebbe<br />
portato a <strong>Nicola</strong> al cimitero di Sabaudia.<br />
Ma ieri sera, ad una domanda di mia figlia Maria, ha risposto che aveva preferito portarlo a Franca, la sua amica malata.<br />
Io e mia figlia ci siamo rimaste un pò male.<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong>:” Sono stato io a suggerire ad Antonella di portarlo all’amica Franca; era quello che io avrei fatto se<br />
fossi rimasto su questa terra”.<br />
5 ottobre 1986 prime ore del mattino<br />
Gesù: ”Prima ero Io che inseguivo la tua anima per donarmi a te, poi, ero sempre Io che operavo sulle anime servendomi<br />
di te; tu eri solo lo strumento. Ora, offrendo la tua sofferenza che unisci alla Mia per salvare delle anime, cooperi con me<br />
alla redenzione”.<br />
Ero preoccupata per la pubblicazione dei miei scritti riguardanti <strong>Nicola</strong>, che doveva avvenire con la collaborazione di don<br />
Eugenio.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, dai tutto il materiale che hai scritto ad Eugenio e non preoccuparti di nulla; sarò io ad illuminarlo passo<br />
dopo passo. “Nicò, quando comincerà ad occuparsene?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non ti preoccupare neppure di questo, sono io che vigilo, quando sarà spiritualmente pronto, comincerà<br />
ad occuparsene”.<br />
10 ottobre 1986<br />
Mi trovavo a Torino, ospite di mia figliuola. Ero stata con Maria Pia a trovare la veggente di Ulzio. Era stata una giornata<br />
intensa e piena di commozioni. <strong>Nicola</strong> ne era stato il primo protagonista. Mi aveva colpito questa anziana suora sacramentino<br />
di clausura, già madre di tre figli, che tale era rimasta nello spirito anche dopo i voti, e compresi la grandezza di essere<br />
madre, con la sensibilità che dona la maternità, col dono d’amore che si offre senza chiedere.<br />
É notte e prego la Mamma Celeste, esponendole i miei mille bisogni e quelli dei miei.<br />
Mi pare di vedere Maria SS.ma che mi mostra il Suo Gesù, il quale, nelle messe nere, viene colpito a morte nella carne viva,<br />
ed il Suo strazio di Madre, che soffre, anche Lei, nella carne e nel cuore, ma che soffre anche per gli altri figli peccatori<br />
che deve salvare attraverso il suo dolore di Madre.<br />
Mi ritorna in mente un episodio del giorno prima, al quale non avevo fatto grande attenzione: avevo accompagnato Maria<br />
Pia a fare compere in un negozio di oggetti sacri, dove trovammo una signora che stava acquistando delle statuine di Gesù<br />
Bambino.<br />
20
Maria SS.ma mi dice: ”Compra un Bambino Gesù per Maria Alessandra ed Elena e portalo alla grotta di Ulzio dove Io lo<br />
benedirò. Dirai loro di tenerlo caro; come vedi è nudo ed ha bisogno di amore e di tenerezza, che non gli facciano mancare<br />
almeno un fiorellino, che lo consolino ed a Lui raccontino tutti i loro piccoli e grandi crucci; sarà questo il Mio dono”.<br />
11 ottobre 1986<br />
Mi sono recata con Maria Pia nella grotta di Ulzio anche per ottemperare alla richiesta della Madonna, oltre che per ringraziarLa<br />
di tutto l’amore che Lei aveva dimostrato per il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>. Ho avvertito per due volte un’ondata di profumo, ma<br />
non sono riuscita a stabilire una vera e duratura comunione con la Mamma Celeste.<br />
Di notte un lungo conversare con <strong>Nicola</strong>.<br />
“Mamma, non hai sentito la mia presenza alla grotta di Ulzio? Ero assieme a Maria SS.ma”.<br />
In quella circostanza avevo potuto constatare la disponibilità totale e lo spirito di sacrificio di Maria Pia che mi tirava dietro,<br />
con tanto amore, come aveva già fatto tante altre volte, anche con il caldo o col gelo, un giovane cieco per la salita<br />
scoscesa che porta alla grotta, e mi sono sentita oppressa, schiacciata, dalla mia nullità, dalla mia miseria, dal <strong>mio</strong> egoismo.<br />
Ho pregato <strong>Nicola</strong> perché venga a confortare un’anima così generosa quale è Maria Pia, che soffre tanto per i figli che la<br />
disconoscono.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, l’aiuterò; i suoi figli sono una spina per lei, ma anche una corona”.<br />
E poi: “Mamma, vedi, Gesù mette tutti i vostri peccati nella fornace ardente del Suo Amore misericordioso e lì vengono<br />
inceneriti; non resta più nulla, solo il ricordo di essi perché vi spinga a ringraziarLo. Non ricordi come ero io con i miei<br />
peccati, privo di fede, con il <strong>mio</strong> rifiuto ad ogni tua sollecitazione?<br />
“ Nicò, come hai fatto ad uscirne?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, è bastato dire di sì a Gesù, sia pure nell’ora estrema della mia vita”.<br />
“ Nicò, ci sarà la purificazione preannunziata, di cui tanto si parla?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì che ci sarà, non te l’ho gia detto altre volte?”. “E la Madonna cosa farà?<br />
<strong>Nicola</strong>: “Lei mitigherà il castigo”. “E tu <strong>Nicola</strong> ci aiuterai?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Cosa pensi, mamma, che vi lascerò andare alla deriva? Certo che vi proteggerò.<br />
Tu non preoccuparti di cose che dovrai lasciare; il tuo pellegrinaggio ad Ulzio è stato voluto da Maria SS.ma perché tu potessi<br />
far rivivere lì il ricordo di me, perché io sono un dono per voi”.<br />
11 ottobre 1986<br />
Stamani, a conferma della presenza di <strong>Nicola</strong> alla grotta di Ulzio che io non avevo avvertito, Maria Pia mi dice che il giovane<br />
cieco, che lei sempre accompagna, le aveva assicurato di aver visti in spirito <strong>Nicola</strong> accanto alla Madonna, immerso<br />
in una orazione profonda, e glie lo ha descritto perfettamente come se lo conoscesse.<br />
13 ottobre 1986<br />
Un voce: “<strong>Nicola</strong> è il Santo di Ulzio”.<br />
20 ottobre 1986<br />
La sera prima avevo fatto le condoglianze a Lorenzo, l’<strong>amico</strong> di studi di <strong>Nicola</strong>, per la morte della madre. Stamani <strong>Nicola</strong><br />
mi dice: “Invita a cena Lorenzo, io sarò con voi”.<br />
21 ottobre 1986<br />
Incontravo difficoltà a trovare l’indirizzo di Padre Bachelet.. il gesuita che doveva aiutarci a far entrare nel carcere<br />
dell’Aquila don Eugenio per trovare Sandro.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ti ricordi le difficoltà per trovare il recapito di Pisolini e come ad un tratto l’hai avuto nella maniera più<br />
impensata?<br />
<strong>Il</strong> pomeriggio mi telefona Fausta la quale mi mette in contatto con un gesuita di San Bellarmino che mi dà il numero di<br />
Padre Bachelet.<br />
23 ottobre 1986<br />
Andando in chiesa mi sento assalire da un’ondata di angoscia; il ricordo di <strong>Nicola</strong> e la sua scomparsa mi procurano spesso<br />
questa sofferenza terribile.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, quanti, come te, hanno avuto il privilegio di essere stati sorretti, consolati, confortati, sostenuti nella fede<br />
e nella speranza, direttamente da Gesù, con la Sua parola, col Suo amore e la Sua luce, momento dopo momento durante<br />
il periodo della mia malattia?<br />
E poi dopo la mia morte, quanti hanno il privilegio che hai tu, di sentire nel tuo intimo me, che ti parlo, che mi svelo, che<br />
ti istruisco, che ti consolo e ti guido?”.<br />
21
24 ottobre 1986<br />
Chiedevo questa notte a <strong>Nicola</strong> perché a volte non mi parla.<br />
<strong>Nicola</strong> “ Mamma, anche Gesù a volte tace; è per lasciarti il tempo di riflettere”.<br />
Gli chiedo di <strong>mio</strong> fratello Gaspare che non sta bene.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, se tu preghi Gesù per zio Gaspare perché guarisca e nell’anima e nel corpo, Lui ti esaudisce; anche per<br />
me ti avrebbe esaudita, se non fossi stato io a chiedergli l’immolazione”.<br />
27 ottobre 1986<br />
Ero preoccupata per Flavio che si trova nel mirino del nemico. Ora tutto mi è chiaro dell’intervento prodigioso di <strong>Nicola</strong><br />
che lo libera da un attacco subdolo e perverso, questa notte <strong>Nicola</strong> mi suggerisce la strada; subito ricorso al TAR, questo<br />
mi viene poi confermato da Flavio.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, devi essere serena e fiduciosa; se sei turbata a stento riesco a comunicare con te ed a guidarvi”.<br />
4 novembre 1986<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong> che mi dia luci circa le interferenze del nemico nella vita di noi uomini.<br />
E <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, se tu consideri che un sacerdote, che è ancora immerso nell’umano e quindi condizionato dalla superiorità<br />
del nemico, che è puro spirito, riesce a scacciare Satana nella misura in cui è unito a Gesù, immagina allora, quale<br />
è la nostra potenza nei confronti dello stesso Satana che è a noi soggetto, non solo per averlo vinto in vita, ma soprattutto<br />
per la forza che ci deriva da Dio in cui noi siamo immersi”.<br />
9 novembre 1986<br />
Ieri sera, mentre leggevo il libro, La Vita oltre la Vita, di Moody, mi ha colpito il fatto che molti testimoni citati<br />
dall’autore parlano di un corpo spirituale, di cui sono stati in possesso durante l’esperienza da loro vissuta, sia pure per<br />
breve tempo, oltre la vita terrena, nell’aldilà.<br />
Mi sono allora ricordata delle parole di <strong>Nicola</strong>:<br />
” Mamma, se tu mi potessi vedere come sono adesso, mi vedresti come mi hai sempre visto”.<br />
Durante la notte <strong>Nicola</strong> mi fa sentire la sua presenza in maniera quasi tangibile, inondandomi di una gioia meravigliosa.<br />
Mi parla a lungo in maniera piana e convincente.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi, mamma, io sono come ero prima, in terra, e il <strong>mio</strong> corpo spirituale ha le stesse fattezze del io corpo fisico;<br />
sono io stesso, <strong>Nicola</strong> col <strong>mio</strong> carattere, la mia personalità, la mia identità; nulla mi è stato tolto, nulla è cambiato, anzi, le<br />
mie doti, purificate attraverso la sofferenza, hanno riacquistato lo splendore originario, sono state come potenziate.<br />
Inoltre il <strong>mio</strong> io, non più legato alla materia, ha acquistato dei poteri, direi, infiniti; posso essere contemporaneamente nei<br />
punti più lontani del cosmo, conoscere i vostri pensieri più nascosti, i vostri bisogni più urgenti; il <strong>mio</strong> amore è un amore<br />
totale, in Dio; il futuro mi è palese. Sì, ho anche dei limiti nei vostri confronti; se volessi, potrei darti uno schiaffo, ma tu<br />
non te ne accorgeresti neppure. Io però vi vedo, mentre voi non mi vedete; vi sento parlare, mentre voi non mi sentite;<br />
non ho bisogno di aprire una porta per essere con voi, nessun ostacolo può limitare o frapporsi tra me e voi.<br />
Vedi, mamma, questo è il nostro handicap: l’incomunicabilità che tanto ostacola gli effetti del nostro aiuto, continuo, potente,<br />
amoroso. Ma per Gesù e per Maria non è così.<br />
Essi hanno, anche, il loro corpo santo fatto di carne e sangue; possono quindi parlare ed essere uditi da voi, presentarsi a<br />
voi ed essere visti con i vostri occhi umani; con le loro braccia possono stringervi al seno, le loro mani carezzarvi e benedirvi”.<br />
“Nicò, mi hai detto che la Mamma Celeste durante la tua malattia, e specialmente durante la tua agonia, ti accarezzava?<br />
La vedevi tu?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non la vedevo, ma ne avvertivo la presenza e sentivo le sue carezze”.<br />
E poi: ”Mamma, riferendomi ancora ai demoni voglio dirti che essi sono delle entità ben distinte e non confondibili gli uni<br />
con gli altri, così come lo sono gli angeli e ciascuno di noi; noi li dominiamo totalmente, ma essi non attaccano noi, ma<br />
voi; siete voi l’oggetto del contendere e le nostre vittorie o le nostre sconfitte siete voi a determinarle”.<br />
10 novembre 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, in un certo senso <strong>mio</strong> fratello Filippo aveva ragione quando ti disse che tu avevi contribuito a portare<br />
alla deriva la famiglia, perché tu non ci hai protetti quando avevamo bisogno del tuo amore, ti sei lasciata travolgere.<br />
Paradossalmente, però, se non fosse stato per la tua preghiera costante, intima, sofferta e pressante, non ci saremmo<br />
salvati, ed io ora non sarei nella gloria.<br />
É come se tu avessi capovolto il disegno nefasto di Satana.<br />
Vedi, mamma, quale è la potenza della preghiera? Devi, quindi, sempre pregare, devi implorare, ininterrottamente per i<br />
tuoi fratelli, per papà, per tutti i nostri cari”.<br />
22
11 novembre 1986<br />
La mia amica, vedova, mi aveva confidato che da tempo era in preda ad una lotta serrata tra convinzioni religiose e impulsi<br />
per la nascita in lei di un nuovo amore profondamente sentito.<br />
É demoralizzata, infelice, in un mare di contraddizioni.<br />
Ho pregato tanto per lei Gesù e la Madonna. Questa notte mi sono rivolta a <strong>Nicola</strong>, per avere suggerimenti e lumi da riferire<br />
alla mia amica.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, l’amore che la tua amica prova per quella persona è un amore bello, perché è un amore totale che investe<br />
e coinvolge il suo spirito e anche la sua carne e che non può produrre alcun male a nessuno, essendo lei libera da doveri<br />
ed impegni precedenti, come lo è la persona che lei ama. É un dono di Dio che è soprattutto amore”.<br />
“ Nicò, lo so; ma dovrebbero sposare perché il loro amore sia benedetto da Dio”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma quell’amore è già benedetto da Dio”.<br />
“Nicò, guarda che io non posso consigliare qualcosa contro la morale”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Chiedi lumi ad Eugenio”. “In pratica cosa dovrebbero fare?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Tenere nascosto, in un primo momento, il loro amore perché non sia causa involontaria di scandalo; vedrai che<br />
poi saranno loro stessi a chiedere la convalida della Chiesa col sacramento del matrimonio, onde rendere valido agli occhi<br />
del mondo un rapporto che tale è nei confronti di Dio”.<br />
12 novembre 1986<br />
Avevo delle perplessità circa quanto mi aveva detto ieri <strong>Nicola</strong> nei riguardi della mia amica.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”I vostri atti sono giudicati da Dio, che è Verità assoluta come buoni, meno buoni o cattivi, e la convalida di essi<br />
che voi chiedete alla Chiesa, essendo essa una società umana oltre che divina, non può trasformare un atto in se stesso<br />
cattivo, in buono; anzi agli occhi di Dio la vostra responsabilità è più grande perché vi servite di un mezzo santo per nascondere<br />
il vostro peccato”.<br />
16 novembre 1986<br />
Davanti a Gesù Sacramentato, esposto in Chiesa all’adorazione dei fedeli, chiedo:<br />
” Gesù, quanto dettomi da <strong>Nicola</strong> riguardo alla mia amica, non capovolge la morale alla quale abbiamo sempre creduto?”.<br />
Sento Gesù che mi risponde: ”Anzi, è proprio il contrario, essa ne esce purificata; troppo spesso viene chiesta alla mia<br />
Chiesa la copertura a ciò che buono non è”.<br />
E rivolgendomi a <strong>Nicola</strong>: ”Nicò, te né prego, fa che chiare mi siano le tue parole, i tuoi insegnamenti, fa che la nostra comunione<br />
sia il più possibile perfetta e che nessun dubbio venga a turbare il <strong>mio</strong> spirito”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, anche sulla terra, quando due persone si amano veramente, arrivano ad indovinare, a captare direi, i<br />
pensieri non espressi; è l’amore che rende chiaro ciò che è nascosto, ed io vi ho amati fino a dare la mia vita per voi, ecco<br />
perché vi dico: non interrompete questo legame meraviglioso che ci rende così strettamente uniti”.<br />
17 novembre 1986<br />
Ero in Chiesa davanti a Gesù Sacramentato solennemente esposto. Ad un tratto mi sono sentita attratta verso un determinato<br />
punto ed ho visto un giovane che somigliava, talmente tanto al <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, da farmi credere che fosse proprio lui<br />
in carne ed ossa.<br />
É stata tale l’emozione e lo smarrimento che, in preda all’angoscia, ho invocato con l’amore più grande: <strong>Nicola</strong>, <strong>Nicola</strong>.<br />
Solo l’indomani, nel rivedere quel giovane, mi sono resa conto che non era lui, ma durante la notte ho chiesto conferma al<br />
<strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ho sentito la tua implorazione angosciata, ma te l’avevo detto che non ci è consentito sollevare il velo<br />
che ci divide”.<br />
“Nicò, ma i santi qualche volta prendono le apparenze anche carnali e si presentano a noi”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì mamma, ma solo quando debbono raggiungere uno scopo ben determinato”.<br />
1 dicembre 1986<br />
Qualcuno aveva insinuato che interferenze diaboliche possano avermi impedito di afferrare nel loro vero significato le parole<br />
di <strong>Nicola</strong> del giorno 11 novembre riferentesi alla mia amica e ne sono rimasta profondamente turbata, temendo di<br />
averla spinta verso una strada non onesta. Per fortuna altri fatti mi avevano consolata, sollevando il <strong>mio</strong> morale e dandogli<br />
una certa serenità.<br />
Mi sentivo però talmente lontana dal <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, ed anche scossa per quella zampata del nemico. Stamani prego Gesù,<br />
prego Maria, invoco <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ti sono particolarmente vicino”. “Nicò, aiuta la mia anima”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, io veglio su di lei, non temere. Mamma, l’amore totale è bello perché investe la persona nella sua interezza,<br />
ma ciò non vuol dire che esso sia necessariamente un amore puro; lo è nella misura in cui lo spirito domina la materia,<br />
e più è puro, più è fonte di gioia inesprimibile e gradito a Dio”.<br />
23
“Nicò, brutta zampata è stata quella del nemico; se mi manca la tua guida, così preziosa, cosa sarà di me? Mi sento così<br />
fragile!”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, sii serena, io ti condurrò per la strada che porta al Bene.<br />
Le mie parole sono stille di luce che si stemperano in un mare di tenebre”.<br />
2 dicembre 1986<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ascoltami bene. Gesù, attraverso la Sua Chiesa, chiede agli sposi che siano una cosa sola, come una cosa<br />
sola sono Lui e la Sua Sposa: la Chiesa. Chiede ad essi una unione completa, sì da raggiungere l’unità: un’anima sola,<br />
una carne sola.<br />
Tutto questo è possibile solo se l’amore, come ti dicevo prima, è totale, perché, essendo l’uomo formato di anima e di<br />
corpo esso deve coinvolgere tutta la persona; inoltre deve esistere, tra lo spirito ed il corpo, un’armonia perfetta affinché<br />
l’uno non prevalga sull’altro, causando scompensi che possono nuocere alla totalità dell’amore e quindi dell’unità.<br />
Lo spirito deve permeare di sé il corpo senza distruggere l’entità dello stesso come fa la luce che investe un qualsiasi oggetto<br />
di metallo, il quale risplende, pur rimanendo esclusivamente materia. Inoltre, si deve tendere alla purezza<br />
dell’amore, che si ottiene quando il corpo degli sposi è illuminato e permeato dallo spirito.<br />
Da ciò scaturisce, come da una sorgente di acqua pura, una unione perfetta che solo la morte può infrangere, unione benedetta<br />
e convalidata prima da Dio e poi dalla Chiesa, la quale, in Suo nome, ne accresce la grazia santificante, rendendola<br />
forte per le lotte che durante il corso della vita dovrà sostenere.<br />
Ma se mancano i presupposti di cui sopra, il matrimonio, anche se celebrato in Chiesa tra feste e candele, non viene ratificato<br />
in Cielo, ed è quindi nullo.<br />
Ecco la causa di tanti divorzi.<br />
Bisogna tagliare il male alla radice e ristabilire delle verità fin troppo spesso conculcate.<br />
Ecco perché, mamma, ti dicevo che chiedere lumi ad Eugenio che, per la sua preparazione e per il lavoro che svolge in<br />
seno al Tribunale ecclesiastico, conosce a fondo questo grave problema che avrebbe capito perfettamente.<br />
La luce che noi comunichiamo non sempre riesce, purtroppo, ad illuminare ed a risplendere in tante tenebre”.<br />
Una voce: ”<strong>Nicola</strong>, avendo con la sua immolazione, sublimato l’amore coniugale, ne è diventato, per grazia di Dio, il protettore<br />
specifico”.<br />
13 dicembre 1986<br />
Mi sentivo già da ieri sera terribilmente triste e sentivo <strong>Nicola</strong> lontano…<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, tu mi senti lontano perché, oppressa e resa prigioniera della materia, non riesci a concepire la mia dimensione<br />
di oggi, quella di puro spirito.<br />
Nella vita terrena, mamma, è sempre lo spirito che permea di sé la materia e caratterizza la personalità di ciascuno, che è<br />
unica e irrepetibile.<br />
Essa, però, condizionata dalla materia, è offuscata e resa opaca, mentre lo spirito, liberato dal peso che l’opprime, riacquista<br />
tutte le capacità che gli sono connaturate fin dall’attimo della sua creazione. Io, per mia esclusiva volontà e libera<br />
adesione al progetto d’amore di Dio, sono approdato al Bene Supremo ed Eterno, dove è solo gioia e letizia; quindi il pensiero<br />
di me, il ricordo costante di me, dovrebbe essere per te di rifugio e di pace, perché solo con me, e per <strong>mio</strong> mezzo,<br />
potranno acquietarsi la tua angoscia ed il tuo soffrire.<br />
Perché, mamma, tu non soffri più per me, tu soffri perché il tuo cuore sanguina ancora per le atroci ferite inferteti dal<br />
nemico in tutti questi lunghi anni; tu soffri per gli altri tuoi figli, tu soffri per Antonella, per i tuoi fratelli, per il mondo tutto,<br />
ma è solo l’amore che può guarire le tue ferite, l’amore tuo verso tutti loro, il loro amore verso di te.<br />
Ma tu, mamma cara, riposati in me, pensami con infinita letizia ed io addolcirò la tua pena”.<br />
25 dicembre 1986<br />
<strong>Nicola</strong> per Franca l’amica di Antonella: ”Ella è sotto la mia protezione e la vittoria sarà sua, ma io ho bisogno della sua<br />
collaborazione; non può restare nel mezzo guardare, mentre infuria la lotta; deve decidersi e accostarsi definitivamente<br />
dalla parte dove sono io, cioè a Dio che l’ama”.<br />
<strong>Nicola</strong> per la mia amica: ”Quello che L. insistentemente chiede a Gesù, anche per il <strong>mio</strong> tramite, è onesto e quindi gradito<br />
a Dio, il quale vorrebbe tutto concederle perché l’ama; l’ostacolo non è quindi, la Sua Divina Volontà né quella della Sua<br />
Chiesa, che è chiamata solo a convalidare la volontà del suo Dio e Maestro, ma l’egoismo di quell’uomo, che tutto vorrebbe,<br />
senza nulla concedere, pur di non deformare l’immagine che ha di se stesso, una immagine chiusa in un rigido pragmatismo<br />
di tipo militare”.<br />
Riuscivo a stento a seguire le parole di <strong>Nicola</strong> ed egli: ”Mamma, guarda che ho bisogno non solo della tua recettività, ma<br />
anche della tua intelligenza”.<br />
28 dicembre 1986<br />
Una improvvisa illuminazione mi viene dal ricordo delle parole di <strong>Nicola</strong> del giorno 11 ottobre circa l’incenerimento dei nostri<br />
peccati nella fornace ardente dell’amore misericordioso di Gesù. La sofferenza di per sé, non è riscatto né purificazione;<br />
se così fosse, quale sofferenza maggiore di quella dei disperati o dei dannati?<br />
24
Essa diventa liberazione e purificazione, solo se accettata e offerta, ma sempre in unione alla sofferenza di Gesù, che dà<br />
alla nostra sofferenza un valore infinito, rendendola accetta al Padre.<br />
In Purgatorio le anime non scontano i loro peccati perché essi sono già stati rimessi da Gesù col Suo stesso sangue, ma il<br />
ricordo di essi, che reso vivo dalla luce illuminante che li rende palesi al loro spirito fin nei minimi particolari, genera in loro<br />
un dolore acutissimo per avere offeso Dio e dal dolore nasce la riconoscenza, ed un amore che sempre più cresce, fino<br />
a diventare fuoco di desiderio che li purifica e li rende meritevoli di vedere e godere l’Amore.<br />
29 dicembre 1986<br />
Preoccupata per la nostra casetta sui Castelli Romani che, nonostante vari tentativi, non eravamo ancora riusciti a vendere,<br />
temendo che la presenza in essa di negatività ne impedisse, o quanto meno, ne ostacolasse la vendita, avevo pregato<br />
don Eugenio di recarsi espressamente sul posto per benedire la casa.<br />
In accoglimento della mia preghiera don Eugenio vi si è recato insieme alle mie figlie Laura e Maria; ma, mentre provvedeva<br />
all’esorcismo, fu preso da improvviso malore tanto da svenire.<br />
Ho pregato <strong>Nicola</strong> di aiutare don Eugenio.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Davanti alla SS.ma Trinità, sono continuamente implorante per Eugenio”.<br />
2 gennaio 1987 ore 18,20<br />
In Chiesa, davanti a Gesù Eucaristico, pregavo perché ogni tentativo di Satana di nuocere a noi e a don Eugenio fosse reso<br />
vano.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, non scherzare con Satana, non nominarlo, e fingi di ignorarlo, ma prega, prega, prega sempre”.<br />
3 gennaio 1987<br />
<strong>Nicola</strong> a don Eugenio per il <strong>mio</strong> tramite: ”Vedi, Eugenio, tu l’altro giorno a pranzo da noi, avevi detto a mamma che presentivi<br />
o una disgrazia o una grazia particolare, e in verità hai avuto e l’una e l’altra.<br />
L’Ostia che tu portavi in quella circostanza con te, era Gesù in stato di vittima che non poteva proteggere il tuo corpo,<br />
così come non può ribellarsi quando viene colpito nelle messe nere, e come non ha potuto incenerire i suoi nemici quando<br />
lo crocifissero sulla Croce.<br />
Chi ti è stata di aiuto non è stata Laura, anche se in stato di grazia, per essersi accostata al mattini alla Eucaristia, perché<br />
è rimasta impietrita per l’attacco del nemico, ma Maria che ha dominato la situazione ed ha chiamato in aiuto me.<br />
Senti, Eugenio, quando per il potere che vi viene dal vostro sacerdozio e che vi è stato conferito da Gesù, voi costringete<br />
con la forza, in virtù di questo potere, Satana a sloggiare o da un’altra anima o da un luogo, la sua reazione è violenta e<br />
vi investe in tutta la vostra umanità di spirito e di corpo.<br />
Ecco perché è necessario usare una grande prudenza, non sottovalutare mai un nemico, che spesso non si presenta isolato<br />
ma insieme ad altri in legioni, scegliere il momento in cui il vostro spirito è più intimamente legato ad Dio delle vittorie,<br />
non andare mai soli, specie quando mancate di conoscenza specifica e di esperienza; e poi occorre una preventiva preparazione<br />
con preghiere e digiuni (tu ben sai cosa Gesù rispose a Pietro che non era riuscito a scacciare certi demoni), ed<br />
infine confidare ciecamente in Gesù e Maria.<br />
Noi vi siamo particolarmente vicini e combattiamo con voi, guardando con amore infinito questi coraggiosi, che si cimentano<br />
contro un nemico tanto più forte di loro, che neppure materialmente vedono, solo per amore a Dio ed alle anime.<br />
Ecco perché ti dicevo che la tua esperienza dell’altro giorno, anche se brutta da un lato, è stata per te di enorme bene”.<br />
4 gennaio 1987<br />
A Messa al momento del ringraziamento dopo la Comunione.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, aiuta Eugenio, aiuta Eugenio!”<br />
Sono andata subito a far celebrare una Santa Messa per lui.<br />
5 gennaio 1987<br />
Avevo finito di leggere sui Quaderni del 1944 di Maria Valtorta la descrizione della meravigliosa visione che lei aveva<br />
avuto del Paradiso.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, mamma bella, perché non sei felice nel sapermi immerso in una gloria così grande? Non pensi cosa sarebbe<br />
stata la mia vita se fossi rimasto in terra?”.<br />
“<strong>Nicola</strong>, amore <strong>mio</strong>, perdona il <strong>mio</strong> dolore ed il <strong>mio</strong> amor egoistici”.<br />
7 gennaio 1987<br />
<strong>Nicola</strong>: ”La causa che ha determinato l’attacco frontale del nemico contro Eugenio non è stata tanto l’esorcismo fatto alla<br />
casa, quanto la somma di tanti motivi remoti; primo fra tutti la mia vittoria su di lui, e quindi la sua sconfitta cocente, di<br />
cui Eugenio è, stato elemento essenziale, ed oggi il suo apostolato in perfetta sintonia col Cielo.<br />
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Eugenio per il <strong>mio</strong> tramite è il <strong>mio</strong> braccio operante in favore di tante anime bisognose di conforto e di aiuto. Sia vigile,<br />
prudente, avveduto, ma forte e sereno; io sono con lui”.<br />
9 gennaio 1987<br />
Pensavo di telefonare a don Ger<strong>mio</strong> a Pescara per sentire il suo parere su alcune verità rivelatemi da <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, non telefonare, le luce che verrebbe a te da don Ger<strong>mio</strong>, è sempre una luce riflessa, mentre io ti illumino<br />
direttamente”.<br />
<strong>Il</strong> sette sera era passata da casa per salutarci mia figlia Teresa con il marito Piergiorgio ed i suoi due meravigliosi bambini,<br />
diretta a Civitavecchia per imbarcarsi per Cagliari dove risiede. Prima di andar via Piergiorgio mi ha consegnato, per<br />
darla a <strong>mio</strong> marito, una busta dentro la quale abbiamo poi trovato le matrici dei conti correnti postali relativi a versamenti<br />
di parecchie somme di denaro effettuati dallo steso Piergiorgio per un lungo lasso di tempo (dal 1984 a tutto il 1986) a<br />
nome di <strong>mio</strong> marito, a favore di orfanotrofi, opere pie ed altri enti religiosi. Siamo rimasti perplessi circa il motivo di tali<br />
versamenti e della consegna a <strong>mio</strong> marito della matrice dei versamenti stessi.<br />
<strong>Il</strong> giorno prima avevo progettato, assieme ad Antonella, Laura e Maria, di regalare a don Eugenio in segno di riconoscenza<br />
per la benedizione della casa una croce d’oro.<br />
Un pensiero mi è venuto alla mente: cosa se ne fa don Eugenio di una croce d’oro quando nel mondo tanti bambini soffrono<br />
e muoiono di fame?<br />
La risposta ai miei interrogativi me l’ha data <strong>Nicola</strong>, facendo luce nel <strong>mio</strong> cuore.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi, mamma, ogni sacrificio, ogni offerta piccola o grande che sia, che si fa al prossimo, è un atto d’amore che<br />
fa acquistare meriti davanti a Dio, perché è amore diretto soprattutto a Lui. Ora Piergiorgio si è spogliato di questi meriti<br />
a favore di papà, ed il suo atto è generoso e meraviglioso nello stesso tempo, perché fatto per così lungo tempo ed in silenzio.<br />
Ti chiederai perché si è deciso a rivelarlo ora; perché ogni atto d’amore genera amore e si spande e conquista altre anime”.<br />
19 gennaio 1987<br />
Non ricordo bene in seguito per quali sollecitazioni si è snodato un colloquio tra me e <strong>Nicola</strong>, che potrei riassumere così:<br />
“<strong>Il</strong> peccato genera sofferenza; la sofferenza se accettata ed offerta, ma sempre in unione alla sofferenza di Gesù, diventa<br />
purificazione e riscatto; purificazione e riscatto generano gratitudine ed amore; gratitudine ed amore saldano l’unione con<br />
Gesù e danno vita alla gioia; gioia intima, perfetta perché è Gesù stesso gioia che si dona. A questo punto l’anima è quasi<br />
stabile nell’amore e progredisce sempre più alla conquista del Bene”.<br />
22 gennaio 1987<br />
La mia nipotina, Maria Alessandra, mi aveva comunicato che aveva delle perplessità circa la scelta del corso di scuola secondaria<br />
superiore, al quale iscriversi dopo la licenza di scuola media che avrebbe conseguito al termine dell’anno scolastico,<br />
e mi aveva pregato, con molta semplicità e con tanta fede, di chiedere a <strong>Nicola</strong> lumi al riguardo, facendo presente<br />
che le materie verso le quali era maggiormente portata erano le lingue straniere ed il disegno.<br />
In un colloquio di qualche giorno addietro, non esistendo una scuola che contenesse, in maniera preponderante, entrambe<br />
le discipline, <strong>Nicola</strong> aveva suggerito di iscrivere Maria Alessandra al Liceo linguistico presso le Suore Orsoline di Circonvallazione<br />
Clodia, vicino all’abitazione dei nonni, dove la ragazza avrebbe potuto avere, oltre ad una preparazione professionale<br />
adeguata alle esigenze dell’odierna società, anche una solida formazione morale e religiosa.<br />
Ho appreso in seguito che i genitori di Maria Alessandra, disattendendo i suggerimenti di <strong>Nicola</strong>, avevano deciso di iscrivere<br />
la figlia all’Istituto tecnico per il Turismo.<br />
Sono rimasta amareggiata, con un senso di molto disagio, e sottilissimi dubbi serpeggiavano nel <strong>mio</strong> animo. Ho molto<br />
pregato, ho cercato Gesù, la Madonna, e lo stesso <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> che sentivo lontano, assente. Ma tale <strong>mio</strong> stato d’animo non<br />
è durato a lungo.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> si fa sentire quasi imperiosamente:<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, Gesù l’hai visto solo una volta accanto al tuo letto di ammalata nel lontano 1937 e nel momento della<br />
crisi più acuta, ma io no, io esisto in quanto tu mi hai generato, io sono tuo figlio, mi hai visto crescere giorno dopo giorno,<br />
sono vissuto accanto a te per ben 31 anni e io sono sempre vivo, non sono mai morto perché l’anima è immortale, è<br />
la parte di noi che sopravvive al corpo, alla materia ed è la parte più importante che permea di sé la materia e ne fa un<br />
uomo, quell’uomo. E io sono con te, accanto a te, e nessuno può dividerci, nessun nemico perché io lo domino totalmente,<br />
sii serena, sii fiduciosa.<br />
Quanto a Maria Alessandra non ti crucciare; io non ho imposto una scelta, ho solo consigliato un ambiente nel quale avrebbe<br />
potuto avere protezione, ma è ovvio che la prima protezione deve nascere dentro di sé”.<br />
26
27 gennaio 1987<br />
Avevo sentito don Eugenio che m’era parso preoccupato per l’operazione che doveva subire agli occhi e pregavo <strong>Nicola</strong> di<br />
aiutarlo.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Ogni giorno che passa, nell’accettazione e nell’offerta, è un giorno che Eugenio dona a Gesù e che nessuno mai<br />
potrà togliergli. Deve essere sereno e fiducioso, ma soprattutto sereno; è questa la forza contro cui si spuntano tutte le<br />
armi del nemico perché mentre egli vince, il nemico perde; mentre egli accumula meriti, il nemico accumula sconfitte; e<br />
questo Eugenio lo sa bene”.<br />
Ero anche preoccupata per Anna, la moglie di <strong>mio</strong> figlio Filippo, la quale non stava bene in salute, colpita tra l’altro, da<br />
insonnia persistente, e ho pregato <strong>Nicola</strong> di venire in aiuto.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”<strong>Il</strong> presupposto per la sanità del corpo è la serenità dello spirito, che Anna può ottenere se compie ogni singolo<br />
atto della giornata offrendolo a Gesù e a Maria SS.ma, sforzandosi di compierlo il meglio possibile, senza preoccuparsi di<br />
come farà l’atto successivo; tutto questo la porterà alla serenità, all’abbandono e alla letizia, nella consapevolezza di aver<br />
compiuto il proprio dovere momento dopo momento.<br />
É nella gioia che è sconfitto il nemico delle vostre anime.<br />
Bisogna fare in sostanza, come fa l’uccellino, il quale, in possesso di un pezzetto di pane un pò più grosso che, se ingoiato<br />
intero, potrebbe strozzarlo, lo sminuzza pazientemente in piccole briciole, e con vera gioia se ne nutre”.<br />
Qualche giorno prima <strong>Nicola</strong> mi aveva detto che Anna doveva curare il fisico e poi l’avrebbe aiutata ad uscire<br />
dall’angoscia.<br />
Ero inoltre in apprensione per Antonella, che vedevo restia a prendere per buone le parole di <strong>Nicola</strong> e quasi gelosa di me,<br />
la sola cui era consentito di entrare in contatto con lui.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Povera la mia Antonella, che non accetta le mie parole solo perché sei tu a porgergliele; dille che io seguo con<br />
infinito amore il suo lento evolversi”.<br />
31 gennaio 1987<br />
Stamani, direi all’improvviso, mi sono trovata a considerare i pericoli cui si espongono i sacerdoti quando sono chiamati ad<br />
intervenire per scacciare i demoni da un luogo o da una persona, e <strong>Nicola</strong> subito mi illumina.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi mamma, l’esorcista o qualsiasi altra anima che si appresta a combattere un nemico, di cui non conosce né la<br />
potenza, né la forza, si espone ad un pericolo grave e forse automaticamente lo porta a sopravvalutare la propria forza.<br />
La forza gli viene da Gesù stesso e la possiede nella misura in cui si lascia possedere da Lui.<br />
Ma, in che misura si lascia possedere da Lui. Ma in che misura si lascia possedere da Lui?<br />
Al punto da dire come Paolo: non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me?<br />
Satana può penetrare facilmente nella fortezza della vostra anima attraverso le braccia della presunzione, della mancanza<br />
di un’autentica umiltà, della curiosità.<br />
<strong>Il</strong> totale abbandono in Gesù e nella Madonna è indispensabile; ma solo dopo che si è combattuto tenacemente, essi vi<br />
aiuteranno a conseguire la vittoria. Senza di noi, nulla potete fare”.<br />
10 febbraio 1987<br />
Ero in ansiosa attesa di conoscere l’esito del procedimento penale in appello a carico del figlio della mia amica, già condannato<br />
a molti anni di carcere per vicende politiche alle quali, a detta del giovane e della famiglia, egli era stato estraneo.<br />
Ero in angoscia, oltre che per la sorte del giovane non responsabile dei reati per i quali era stato rinviato a giudizio, soprattutto<br />
per la madre che vedevo affranta da un dolore così cocente, superiore certo ad ogni umana comprensione.<br />
In seguito a sollecitazioni del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, avevo pregato già nei giorni passati don Eugenio di recarsi in carcere a trovare il<br />
figlio della mia amica per confortarlo e tirarne su il morale con le parole che solo un sacerdote ispirato da Dio poteva trovare.<br />
Don Eugenio, sempre pronto e disponibile per il conforto delle anime, aveva prontamente accolto la mia preghiera. Stamani<br />
ho telefonato in casa della mia amica per avere notizie.<br />
Mi ha risposto un altro suo fratello che mi ha manifestato la sua gioia per il fatto che i giudici di appello non avevano confermato<br />
la precedente condanna, ma avevano rinviato gli atti del procedimento per un riesame dei fatti.<br />
Mi ha detto anche che l’avvocato difensore aveva dato assicurazione che il fratello sarebbe stato rimesso in libertà provvisoria<br />
per decorso dei termini.<br />
Non so descrivere la gioia che ho provato alla notizia, pensando alla felicità di quella famiglia così provata da tanti anni di<br />
sofferenza e di attesa. La mia gioia derivava anche dal fatto che avevo piena consapevolezza del ruolo che aveva esercitato<br />
il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
Quel giovane che mi ha risposto al telefono mi ha detto, infatti, che egli era ben certo del suo intervento miracoloso, poiché<br />
quando aveva ritrovato una foto di <strong>Nicola</strong> di cui era in possesso e che aveva smarrito, lo aveva pregato intensamente<br />
con molta fede e con tranquilla fiducia in lui. Ad un tratto <strong>Nicola</strong> mi dice: ”Mamma, il figliolo della tua amica non ne è ancora<br />
fuori, egli dovrà subire un altro verdetto ed Eugenio dovrà ancora lavorare molto su quell’anima”.<br />
27
26 febbraio 1987<br />
<strong>Il</strong> giorno prima, presa da qualche dubbio, avevo chiesto a <strong>Nicola</strong> se quello che egli mi ha già rivelato circa il matrimonio<br />
sia in perfetta sintonia con la morale della Chiesa alla quale abbiamo sempre creduto, ed egli mi aveva risposto che se mi<br />
fossi mantenuta serena avrebbe illuminato la mia intelligenza e parlato al <strong>mio</strong> cuore. Stamani, ecco, quanto mi dice al riguardo.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”I ministri del matrimonio sono gli sposi e solo loro determinano la validità o meno del vincolo. <strong>Il</strong> sacerdote è solo<br />
il testimone il quale, con la benedizione in nome di Dio e della Chiesa, accresce la grazia che rende forte l’unione per le<br />
lotte future, ma se la grazia non c’è, come può accrescerla?<br />
Vedi mamma, è senz’altro auspicabile, per il cristiano, la conferma della Chiesa per quello accrescimento di grazia nel matrimonio,<br />
che è già valido agli occhi di Dio e già da lui benedetto, ma non è assolutamente indispensabile per la validità<br />
del medesimo, né si possono chiamare concubini quegli sposi che, come ti avevo spiegato giorni fa, consumano il loro<br />
rapporto in perfetta armonia di intenti con quanto ha stabilito il Creatore.<br />
Se un uomo e una donna, cattolici, si trovassero a vivere in uno sperduto villaggio del deserto e volessero costituire una<br />
famiglia in una unità perfetta d’amore, e non ci fosse un sacerdote che benedicesse la loro unione, potresti chiamarli concubini?<br />
Sarebbero secondo te in peccato? E non pensi alla moltitudine di coppie sparse per il mondo, appartenenti alle varie razze<br />
e religioni, che guidati da una morale impressa nei loro cuori da Dio, loro creatore, ubbidiscono a tale legge?<br />
Puoi tu pensare che quell’unione non sia stata benedetta da Dio?”.<br />
6 marzo 1987<br />
Facevo con la mia amica Maria Pia dei giudizi sul comportamento di alcune persone; immediatamente <strong>Nicola</strong> interviene:<br />
“Gesù non giudica, Gesù ama”.<br />
7 marzo 1987<br />
<strong>Il</strong> giorno prima in Chiesa avevo incontrato Anna, un’anima che aveva partecipato per la seconda volta agli incontri di preghiera<br />
I tabernacoli viventi da me promossi e guidati da don Eugenio. Mi aveva ringraziato per l’invito che le avevo<br />
fatto dicendomi che il sacerdote era bravo, colto, ma che lei non avrebbe mai detto di essere un tabernacolo vivente.<br />
Le avevo risposto d’impulso: ”Anna, non siamo noi che saliamo verso Gesù, ma è Lui che scende fino a raggiungere la nostra<br />
miseria”.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> mi illumina ulteriormente al riguardo: ”Vedi, mamma, quello della tua amica potrebbe sembrare un atto di<br />
umiltà, ma in realtà è un porre limiti alla potenza d’amore di Gesù che, pur di raggiungere il cuore della Sua creatura, lo<br />
va a cercare nel profondo della sua miseria e si fa cibo per lei.<br />
Del resto quando ricevete l’Eucaristia, non avviene lo stesso, nel mistero eucaristico, quell’incontro, quella fusione con Gesù,<br />
l’Uomo-Dio? Potete voi dire che tale incontro siete voi a determinarlo che ciò avviene perché ne siete degni?<br />
Non è sempre Gesù, che scende fino a voi, si fa piccolo per voi, annienta l’infinita distanza che passa tra il nulla ed il tutto,<br />
si fa materia, ostia per possedere voi?<br />
É il tabernacolo vivente, che tale diventa il vostro cuore, non è come il prolungamento del miracolo che avviene nella<br />
Comunione?”.<br />
8 marzo 1987<br />
In seguito a considerazioni non sempre benevole, cui mi ero lasciata andare insieme alla mia amica Maria Pia nei riguardi<br />
di alcune persone, <strong>Nicola</strong> mi fa: ”Mamma, non imitare Maria Pia nei suoi difetti, ma imitala nei suoi pregi, altrimenti ai tuoi<br />
difetti aggiungi anche i suoi”.<br />
Di notte ho fatto un sogno stranissimo: ero come oggetto di attacco fortissimo del nemico, che è stato lì per lì per avere<br />
la meglio, ma in extremis, invocando Maria SS.ma, sono riuscita a liberarmene. Appena sveglia <strong>Nicola</strong> mi illumina, facendomi<br />
capire come non si debba essere mai certi di farcela con il nemico e che bisogna continuamente pregare e non lasciare<br />
spiragli aperti, da dove questi possa entrare ed intrappolarci.<br />
Mi parla poi di Maria Pia alla quale egli è grato per l’amore che gli dimostra nel battere a macchina i suoi colloqui con me.<br />
Mi spiga come Gesù ami di un amore particolare e sofferente tutte le anime che sono prigioniere di Satana e che invocano<br />
il nostro aiuto; così è di Cecilia, così dei figli di Maria Pia.<br />
Mi dice come in loro dobbiamo vedere Gesù ferito, che chiede aiuto a noi e che, a sua volta, viene in aiuto dei nostri cari<br />
nella misura in cui il nostro cuore si apre anche verso chi ci ha ferito ed offeso.<br />
12 marzo 1987<br />
La sera prima Antonella era venuta a cena da noi; l’ho trovata molto depressa, ho cercato di tirarla un pò su, ma quando<br />
è andata via mi sono sentita stringere il cuore, perché ho visto la mia impotenza.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> mi indica la strada: ”Mamma, affidala a Maria SS.ma”.<br />
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Subito dopo mi fa rivivere un momento terribile della sua malattia rimasto per me finora nell’ombra. Una settimana prima<br />
della fine, guardandomi, ero ai piedi del suo letto, mi aveva detto che non mi vedeva più; vedeva solo una sagoma, ed<br />
era un pò turbato.<br />
Era stato chiamato l’oculista, ma egli non riacquistò più la vista; vedeva solo le nostre sagome, ma non ha perso la sua<br />
serenità. E noi avevamo … gli occhi bendati.<br />
Ora <strong>Nicola</strong> mi rivela come ciò fosse stato permesso da Gesù, perché il suo distacco da tutti noi e dal mondo che lo circondava<br />
fosse totale.<br />
18 marzo 1987<br />
Ero molto triste, ma <strong>Nicola</strong> mi consola dicendomi: ”Mamma, perché sei così triste?<br />
Maria Pia ha ultimato il lavoro che ti stava a cuore ed io ti sono sempre vicino; il ruolo che Maria Pia svolge nel disegno<br />
d’amore della Madre Celeste attorno al <strong>mio</strong> nome, è importante ed io la ricompenserò”.<br />
“Nico, mi ha fatto tanto male quello che mi hai rivelato ieri riguardo alla tua vista”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, il tuo rammarico era certamente quello di non aver vissuto con me la mia terribile agonia; rivivila adesso,<br />
ne avrai più merito, perché non sei sotto la spinta del momento”.<br />
Pensavo a quello che mi era sembrato di capire di quanto mi aveva detto qualche tempo addietro <strong>Nicola</strong> in merito alla purificazione,<br />
ed ho chiesto a lui maggiori lumi e conferma.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Certo, mamma, ti dicevo che Maria SS.ma ha colpito il dragone rosso al cuore, cioè nel cuore della Russia; ora<br />
niente potrà più fermare la rovinosa caduta; è come una valanga in movimento, che nella caduta trascinerà con sé molte<br />
vittime, e ci saranno molti lutti, ma ormai Maria SS.ma ha vinto ed il terribile castigo che pesava sull’umanità, è stato<br />
scongiurato.<br />
La Madre Celeste ha attuato il suo disegno d’amore nel silenzio, servendosi di anime piccole e sconosciute. I processi politici<br />
dovranno essere annullati, perché non si può costruire una nuova società sulle basi di una giustizia umana che non<br />
placa, ma fomenta altri odi; quello che conta è il rapporto tra l’anima e Dio; del resto tu sai, mamma, che se uno commette<br />
un omicidio e, pentito, va dal sacerdote che in nome di Dio lo assolve, non viene certo da quel sacerdote consegnato<br />
alla giustizia per essere giudicato dagli uomini”.<br />
20 marzo 1987<br />
Avevo progettato di andare l’indomani a trovare suor Lucy alla quale pensavo di chiedere conferma di quanto dettomi da<br />
<strong>Nicola</strong> circa la purificazione, ma <strong>Nicola</strong> interviene subito: “Mamma, ogni ulteriore conferma che chiede, è un dubitare.<br />
Hai finito il lavoro necessario ed Eugenio è in grado di iniziare a scrivere, ora incomincia quello delle testimonianze”.<br />
21 marzo 1987<br />
Con Maria Pia sono andata a trovare suor Lucy.<br />
Volevo darle la notizia dell’avvenuta vittoria della Madre Celeste sul dragone rosso, secondo quanto rivelatomi da <strong>Nicola</strong>,<br />
ma lei mi precede sorridendomi e mi chiede:<br />
”Quando te lo ha detto <strong>Nicola</strong>?”.<br />
Mi è sembrato di capire che lei era già a conoscenza da qualche giorno.<br />
23 marzo 1987<br />
A volte mi prende una grande tristezza che turba i miei pensieri e li confonde.<br />
<strong>Nicola</strong> stamani: ”Mamma, non essere triste; sii serena e fiduciosa, io ti prenderò per mano e ti accompagnerò fin dove tu<br />
mi hai accompagnato con la tua preghiera, il tuo sacrificio e la tua offerta. Gesù ti ama e la Madre Celeste ti è vicina; bevi<br />
l’acqua di Ulzio, non pensare di averne bisogno, essa ti purificherà e ti renderà forte”.<br />
25 marzo 1987<br />
Da più di un mese e mezzo <strong>mio</strong> marito soffriva di dolori reumatici ed artritici, non so bene; faceva fatica a camminare,<br />
non dormiva ed era demoralizzato, ed io molto in pensiero per lui.<br />
Ieri mattina, improvvisamente, <strong>mio</strong> marito mi ha detto di non avere più dolori; mi ha colpito il suo tono deciso e sicuro.<br />
Ho riflettuto a lungo sulla causa della sua guarigione; forse è stata la mia amica Maria Pia che si è rivolta a suor Teresa<br />
cui si attribuiscono miracolose guarigioni, o è stata l’acqua della grotta di Ulzio che <strong>mio</strong> marito aveva richiesto di bere già<br />
da qualche giorno?<br />
Ho telefonato allora a Maria Pia, ma lei mi ha detto che vedrà suor Teresa soltanto fra qualche giorno. Non potevo pensare<br />
all’unica supposta che <strong>mio</strong> marito aveva messo la sera prima, mentre quella di ieri sera l’abbiamo trovata espulsa nel<br />
letto.<br />
Stamani, 47.mo anniversario del nostro matrimonio e compleanno di <strong>Nicola</strong>, appena sveglia recitavo con <strong>mio</strong> marito il<br />
Santo Rosario.<br />
Ad un tratto una voce illuminante: ”Non hai pensato a <strong>Nicola</strong> che pieno di amore filiale e prostrato davanti al trono<br />
dell’Altissimo implora continuamente”.<br />
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Al che io rivolgendomi a <strong>Nicola</strong>: ”Amore <strong>mio</strong>, amore <strong>mio</strong>, perdonami”.<br />
27 marzo 1987<br />
Dopo tre giorni di benessere trascorsi in serenità e letizia (avevo riferito della guarigione ai miei parenti), la notte scorsa<br />
sono tornati a <strong>mio</strong> marito i dolori.<br />
Addolorata e disorientata anche perché ne avevo accennato ad altri, chiedo a <strong>Nicola</strong>: ”Nicò, sono tornati i dolori, ed io che<br />
faccio?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Abbi fede, mamma, papà è già guarito perché si è arrestato il processo infiammatorio; ora è iniziato il processo<br />
decongestionante, che metterà del tutto fine ai dolori”.<br />
3 aprile 1987<br />
A volte sento prepotente il bisogno di comunicare ad altri quello che <strong>Nicola</strong> mi dice nello intimo del cuore, dimenticando i<br />
suoi ripetuti ammonimenti.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> interviene e mi illumina.<br />
“Vedi, mamma, le parole che io comunico direttamente al tuo spirito trovano in te un accoglimento totale, e tu sola puoi<br />
comprenderle nel loro significato più profondo, perché il rapporto che esiste tra me ed il tuo animo è un rapporto viscerale,<br />
un rapporto tra madre e figlio; tu sai che sono io, il tuo <strong>Nicola</strong> che ti parla, e non è possibile in te alcun dubbio, mentre<br />
le parole mie che tu riferisci ad altri, sono soltanto parole che possono essere più o meno accolte, ma nient’altro che parole,<br />
ecco perché è sempre meglio che tu sia prudente”.<br />
6 aprile 1987<br />
Ero stata a Sabaudia ed avevo visto Maria Alessandra pallida e triste e così Anna la moglie di Filippo, e quest’ultimo, come<br />
al solito sfuggente.<br />
In più mi sentivo giocata dal nemico per la casa sui castelli e come impotente, mentre vedevo <strong>mio</strong> marito quasi aggressivo<br />
nei miei confronti sempre a causa della casa, dandomi anche della visionaria. Cosa stava succedendo? Sentivo come il<br />
peso di tutto il dolore del mondo.<br />
Ho trascorso la notte sveglia e molto triste; pregavo ma con poco fervore, quando <strong>Nicola</strong> interviene a sostenere la mia<br />
fede: “Non puoi dubitare, mamma di Gesù e di Maria, perché la loro potenza è infinita; tu mamma non devi dubitare”.<br />
Lo esorto ad aiutarmi e mi dice: “Mamma, noi possiamo molto in vostro favore, ma non tutto; c’è una parte che dovete<br />
essere voi a realizzare”.<br />
“Nico, ma se gli altri rifiutano, cosa debbo fare?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Allora devi essere tu a supplire e ad agire per loro”.<br />
“Ma cosa posso fare oltre che a pregare?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Vedi, mamma, è necessario che le anime siano liberate dalla influenza nefasta del nemico, che annienta e distrugge<br />
in loro qualsiasi impulso di bene, rendendole sempre più schiave. Quando saranno libere, saranno certo ancora<br />
deboli, fragili, come chi esce da una lunga malattia, e che poco alla volta, attraverso una convalescenza più o meno lunga,<br />
si avvia alla guarigione; ma poi saranno forti e pronti alla lotta.<br />
Mamma, l’altra volta ti dicevo di bere l’acqua della grotta dell’Immacolata di Ulzio, perché ti avrebbe purificata e dato forza;<br />
tu non sai cosa sia stata per me l’acqua della grotta della Immacolata di Ulzio. Ora ti dico: essa è anche medicina; se<br />
in tutte le famiglie, ogni mattina, al posto del caffè, o in aggiunta ad esso, si potesse bere di quell’acqua, poco spazio resterebbe<br />
a Satana per il suo lurido commercio a danno delle anime”.<br />
7 aprile 1987<br />
Stamani improvvisamente <strong>Nicola</strong> mi dice: ”Molte anime che sono oggi in Purgatorio avrebbero desiderato di soffrire il<br />
doppio di quanto io ho sofferto per poter godere la gioia che godo nel Cielo”. Resto a lungo a meditare su quelle parole.<br />
8 aprile 1987<br />
Grande luce nel <strong>mio</strong> cuore stanotte; finalmente, dopo più di un anno e sette mesi, Gesù mi rivela come nessuna parola<br />
che Egli mi abbia detto durante la lunga malattia di <strong>Nicola</strong>, non fosse vera e come <strong>Nicola</strong> fosse stato miracolato e fosse<br />
guarito dal brutto male che lo aveva colpito. Solo a causa dell’intervento nefasto di A:, pedina di Satana, era stato capovolto<br />
il disegno di Dio.<br />
Ma Dio che pur avrebbe potuto annientare il nemico, in vista di un bene maggiore per noi tutti, attraverso l’offerta di vittima<br />
da parte di <strong>Nicola</strong>, ha operato sì da fare di <strong>Nicola</strong> un santo!<br />
30
9 aprile 1987<br />
Oh, <strong>mio</strong> Dio! Cosa è costato al <strong>mio</strong> cuore di madre prendere coscienza questa notte di una verità, che tante volte mi avevi<br />
rivelata e confermatami anche da <strong>Nicola</strong>!<br />
Qualcosa di terribile, di lacerante; <strong>Nicola</strong> era guarito, anima e corpo, come Tu, o <strong>mio</strong> Dio, mi avevi assicurato; <strong>Nicola</strong> poteva<br />
essere ancora oggi vivo, felice, pieno d’amore per tutti noi, per Te, per Antonella, per il mondo..<br />
Ho chiesto conforto a <strong>Nicola</strong>, e l’ho chiesto in uno spasimo atroce e <strong>Nicola</strong>:<br />
”Mamma, ti sia di conforto il sapere che Gesù ti aveva esaudita, e nessuna Sua parola nascondeva un significato diverso,<br />
ma era quella chiara, vera.<br />
Egli non ha annientato il male, solo in vista di un bene maggiore. Io ne ero consapevole.<br />
Ricordi quando la mattina di quel lunedì, prima del secondo intervento, ti dicevo che poiché F aveva operato tutta la domenica<br />
e tutta la notte speravo proprio che lui non prendesse parte al <strong>mio</strong> intervento? Invece già alle otto del mattino era<br />
lì.<br />
Comprendi adesso, cosa sia stato per me distaccarmi dalla prospettiva di una vita serena, piena d’amore, di una vita tutta<br />
verità, apostolo tra gli ammalati, pronto a donarmi tutto a voi e d a loro? Cosa mi sia costato il distaccarmi da tutti voi<br />
ora che avevo conosciuto cosa fosse il vero amore?<br />
Ancora mi era lontana la visione del Paradiso, dovevo bere il <strong>mio</strong> calice fino in fondo, e solo quando chiusi gli occhi su<br />
questo mondo, ed il nemico credeva di aver vinto, solo allora constatai che il vero vincitore ero io, così come lo era stato<br />
Gesù sulla Croce”.<br />
15 aprile 1987<br />
Avevo dato i miei colloqui con <strong>Nicola</strong> a Maria Pia che doveva farli leggere a padre Guido, un sacerdote illuminato. Questa<br />
notte mi chiedevo cosa egli ne avesse pensato.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, avrà pensato quello che è stato in grado di recepire della verità, perché vedi, mamma, non è il pensiero<br />
dell’uomo che stabilisce quale sia o meno la verità, ma è la verità che, se recepita ed accettata, illumina il pensiero che la<br />
fa propria.<br />
E voi la recepite nella misura in cui riuscite a realizzare la vostra intima unione con Colui che è la Verità stessa”.<br />
Successivamente mi illumina sulla Parola di Gesù che si dona a noi tutti, riferendosi al periodo della sua malattia.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Vedi mamma, la Parola di Gesù che si dona all’uomo, alla Sua creatura, è limpida, semplice e veritiera; non crea<br />
turbamenti, non suscita dubbi, se l’anima cui è diretta è piena di fede ed umile; essa è dolce, suadente, penetra nel profondo<br />
dell’essere, consola e rincuora; si adatta al temperamento, alle limitate capacità d’intendere dell’anima a cui essa si<br />
dona; tiene conto delle sue necessità nel momento stesso in cui si palesa, ed essa, la Parola, diventa nutrimento, ristoro,<br />
forza, ma non si impone, non forza la volontà, lascia liberi.<br />
Cos’è stato per te, mamma cara, durante il lungo periodo della mia malattia; in quel fatidico 28 agosto non sei riuscita ad<br />
andare avanti e ti sei bloccata, mentre Egli, Gesù, portava a termine il Suo disegno d’amore, che, proiettato oltre la vita<br />
terrena, aveva assunto proporzioni impensate, grandiose.<br />
E Gesù, nel Suo infinito amore, ha affidato a me la tua anima e con essa quella dei nostri cari, perché, attraverso la mia<br />
parola che arrivava a te direttamente dal <strong>mio</strong> cuore, io potessi lenire il tuo dolore, avviarti verso la conoscenza della verità,<br />
che trovava ostacolo nel tuo animo a causa de trauma subito per la mia scomparsa, a cui tu, per fedeltà alla Sua Parola,<br />
non avevi mai pensato.<br />
Dovevo, passo passo, ricostruire nel tuo cuore quella fiducia nella Sua Parola, perché il disegno d’amore di Gesù ti fosse<br />
palese fino in fondo nella sua veridicità anche attraverso l’esperienza lacerante della morte”.<br />
18 aprile 1987<br />
Quella passata è stata una settimana di passione.<br />
<strong>Nicola</strong> stamani mi avverte che l’attacco del nemico è stato forte e che noi non eravamo in grado di sopportarne l’urto, solo<br />
io ho potuto a stento resistere.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, non essere mai certa di farcela”.<br />
20 aprile 1987 Sabaudia<br />
Non avevo trovato nei giorni passati un momento per andare al cimitero dal <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>; l’ho fatto stamani. Come al solito,<br />
ho messo a posto i fiori che avevo portato, il lumino, ho pregato e poi ho baciato la fotografia di <strong>Nicola</strong> collocata davanti<br />
al loculo.<br />
Ad un tratto una voce interiore mi dice: ”Quella che baci è soltanto una foto; bacia il suo corpo. Verranno poi altri che<br />
baceranno il suo corpo e saranno guariti”.<br />
31
25 aprile 1987<br />
Momento di grande sconforto per <strong>mio</strong> marito che sta ancora male e che sento ostile per vari motivi.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, papà non è che stia più male di allora, poiché, come ti ho detto, egli ha ottenuto la guarigione, essendo<br />
il suo male in fase risolutiva; egli è soltanto stretto nella morsa di Satana, non solo fisicamente, ma soprattutto spiritualmente.<br />
Comunque è sempre Gesù che vince, ricordalo”.<br />
“<strong>Nicola</strong>, anch’io mi santo a volte come circuita, come avvolta nelle spire del nemico”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “É vero, mamma, ma io ti amo e tu mi ami, tu credi in me ed io credo in te, e se la tua fede dovesse vacillare, io<br />
imploro, io supplico, io ottengo. Adesso, prega, supplica per le anime del Purgatorio, esse ti sono vicine; supplica la Maria<br />
SS.ma, buttati tra le sue braccia.<br />
Se tu sapessi come è dolce il Suo amplesso e come potente il Suo aiuto!<br />
Abbi fede, tanta fede, come ne hai avuta quando sembrava che tutto crollasse; io ti stringo al <strong>mio</strong> cuore come l’altra sera<br />
quando cercavi il <strong>mio</strong> conforto”.<br />
Dopo un pò, mentre chiedevo aiuto e consiglio a <strong>Nicola</strong>, egli: “Mamma, purché tu mi ascolti, non devi fare come al solito<br />
di testa tua, e poi confidati con Anna”.<br />
Poi rivolgendosi a lei per il <strong>mio</strong> tramite: ”Anna, sia la tua fede più forte di qualsiasi sofferenza sia fisica che spirituale, di<br />
ogni contrarietà, e monda la tua casa di essa e della speranza che essa genera”.<br />
28 aprile 1987<br />
Ho avuto ieri un lungo colloquio con don Borra, un sacerdote salesiano illuminato e mistico, autore di un libro su Teresa<br />
Musco, la stigmatizzata di Caserta, morta in odore di santità, e di un altro su V., anima vittima deceduta alcuni anni or<br />
sono.<br />
Desideravo chiedere a don Borra consigli circa la pubblicazione di un libro sulla vita del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> e sui miei colloqui con<br />
lui, del quale don Eugenio si era spontaneamente assunto il compito della presentazione.<br />
Egli è stato largo di consigli e suggerimenti ai fini di tale pubblicazione.<br />
Poi con don Borra, abbiamo parlato a lungo di <strong>Nicola</strong>, che, al suo spirito pronto a cogliere l’essenza dei messaggi provenienti<br />
dall’aldilà, è apparso come una meravigliosa rivelazione.<br />
Le parole di don Borra sono suonate per me come una ulteriore conferma della santità di <strong>Nicola</strong>. E stamani ho avuto chiara<br />
in me la strada che dovrò seguire per ottenere, attraverso la constatazione dell’integrità fisica del suo corpo, la prova<br />
evidente della sua santità.<br />
Nei colloqui di ieri don Borra mi aveva pregato di chiedere a <strong>Nicola</strong> se l’interpretazione data da lui al messaggio di Gesù<br />
tramite V. sui portatori di Gesù Eucaristia (tabernacoli viventi) doveva essere considerata profetica o meno. Era un<br />
dubbio che lo assillava da tempo.<br />
E stamani <strong>Nicola</strong>:<br />
“Mamma, non tutto quello che vi viene comunicato dall’alto siete in grado di comprendere, nel momento stesso in cui vi<br />
viene detto; è necessaria una fede semplice ed umile che sappia attendere; l’evolversi degli avvenimenti può dar luogo ad<br />
una interpretazione piuttosto che ad un’altra, per il fatto che c’è, nella realizzazione del progetto divino una partecipazione<br />
umana in cui Dio non può fare a meno, ferma restando la Sua parola eterna e immutabile.<br />
Vedi, mamma, la Chiesa può aver bisogno dell’apporto dei laici, o perché i sacerdoti sono pochi in un mondo così corrotto,<br />
o perché la richiesta, da parte degli uomini, di Gesù, vita e salvezza, è talmente grande che non ci sono abbastanza sacerdoti<br />
per poterla soddisfare”.<br />
Riguardi poi alla richiesta rivoltami il giorno prima da don Borra di conoscere chi aveva macchiato il libro scritto dal Manelli<br />
su Teresa Musco, <strong>Nicola</strong> dice:<br />
“Non è stato uno scherzo di Teresa Musco, ma è il nemico che mira a creare confusione e dubbi nell’animo di don Borra.<br />
Desidero ora illuminarti in maniera più chiara sui portatori della teca, sacerdoti o laici che siano. Devo precisarti, al riguardo,<br />
che non è la teca che fa di essi dei tabernacoli viventi, ma è l’amore che il cuore nutre per Gesù che attrae l’amore<br />
infinito di Lui a donarsi ed a coabitare con la Sua creatura.<br />
Come ti dicevo l’altra volta riguardo all’Ostia che Eugenio portava con sé quando si era recato ad esorcizzare la nostra casa,<br />
l’Ostia non è che Gesù in stato di vittima che non può quindi preservare il corpo dagli attacchi del nemico; lo stesso è<br />
per la teca che, anzi, con il portarla sempre addosso, si rischia di esporre Gesù ad ogni pericolo; ecco perché la Chiesa ne<br />
autorizza l’uso solo in caso di necessità, per breve tempo e per uno scopo ben determinato”.<br />
29 aprile 1987<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> si rivolge tramite me a don Eugenio.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Eugenio, voglio riprendere con te il discorso sulla liberazione dalle forze negative attraverso l’esorcismo, ma esso<br />
non è per te, anche se a te è rivolto.<br />
Ti dicevo che, in virtù del vostro sacerdozio, Gesù vi conferisce il potere di scacciare i demoni, potere grandissimo se consideri<br />
che essi essendo puri spiriti, son superiori alla natura umana e quindi capaci di dominarvi totalmente.<br />
Questo potere Gesù lo conferisce a tutti i sacerdoti indistintamente, non soltanto agli esorcisti autorizzati dalla Chiesa, anche<br />
se Essa, nel suo infinito amore, cerca di aprire i loro occhi su di un nemico così poco conosciuto e quindi pericoloso,<br />
cercando di limitarne il contatto agli sprovveduti e imprudenti. Ma ciò non li esime dall’obbligo di ubbidire al comando di<br />
32
Gesù Vai scaccia i demoni e libera le anime che implorano il tuo aiuto,perché tu solo sei in grado di farlo, tu<br />
solo possiedi questo potere che Io ti ho dato espressamente.<br />
Tu non puoi rispondere che non puoi intervenire, perché hai paura di essere colpito, perché se un’anima, sopraffatta dalla<br />
lotta col nemico, si perde, la colpa è tua in quanto, pur potendo, non sei andato in suo soccorso, e quindi grave, anzi gravissima,<br />
è la tua responsabilità davanti a Dio. Ma ti dicevo pure che è necessaria la prudenza; ti elencavo le armi necessarie<br />
per vincere: preghiera, digiuno, richiesta umile di aiuto ad altri fratelli, unione intima con Dio e poi abbandono totale<br />
in Gesù e Maria.<br />
Quando ti sei recato ad esorcizzare la nostra casa, tu eri stato avvertito che andavi incontro ad una sconfitta ma anche ad<br />
una vittoria, e così è stato; ora aggiungo che tutto è stato permesso da Gesù stesso, perché quell’esperienza vissuta direttamente<br />
sulla tua pelle, formasse ed arricchisse il tuo spirito sacerdotale.<br />
Non dimenticare come concludevo quelle considerazioni e quegli ammaestramenti.<br />
Noi guardiamo con infinito amore questi coraggiosi che si cimentano in una lotta con un nemico che non vedono e di cui<br />
conoscono la potenza, per amore alle anime e siamo a loro vicini e lottiamo con loro”.<br />
30 aprile 1987<br />
Ero fin dal mattino in preda ad angoscia per alcune contrarietà che avevano creato in famiglia incertezze e preoccupazioni,<br />
minacciando di farci ripiombare in quello stato di grave tensione dal quale eravamo appena usciti.<br />
Ho chiesto aiuto a <strong>Nicola</strong>, il quale è intervenuto d’autorità anche se con infinita dolcezza.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, rasserenati, io ti sono vicino, non temere. Ti ho tante volte detto che noi dominiamo totalmente gli Spiriti<br />
maligni che vi circuiscono, vi attaccano, vi tolgono la pace, la serenità, causando spesso danni non solo allo spirito ma<br />
anche al corpo.<br />
Ne hai avuto la prova nei giorni passati: guarda Teresa, guarda soprattutto papà.<br />
Non vi siete resi conto che a Satana non importa niente che risolviate o meno i vostri problemi; egli, il perverso, vuole distruggere<br />
ed annullare gli effetti della mia immolazione, lo scopo per cui ho dato la mia vita; ristabilire l’amore in seno alla<br />
nostra famiglia, riallacciare i legami affettivi che erano stati privati dalla forza vitale che li teneva uniti, fare rinascere il<br />
vero amore, l’autentico amore e con esso la fiducia.<br />
Ha mirato in alto e, se pensate che basti eliminare la causa della discordia perché tutto ritorni come prima, vi sbagliate<br />
perché lui non demorde; vi creerà altre situazioni sconcertanti per mettervi l’uno contro l’altro, per distruggervi.<br />
L’unica strada è vincerlo nel vostro cuore, affidarvi totalmente a me che vi amo, mettervi nelle mani di Maria SS.ma.<br />
Ti ripeto ancora che tutto possiamo contro di lui, ma abbiamo bisogno della vostra fede, anche di un briciolo di fede ed<br />
operiamo in Dio grandi cose.<br />
É stata quella tua fede, piccolissima fiammella che è rimasta sempre accesa anche quando infuriava la tempesta, che ha<br />
permesso al <strong>mio</strong> Dio di fare di un <strong>Nicola</strong>, che ti sfuggiva per non sentire parlare di religione, un santo.<br />
Ti ho suggerito un mezzo potente: l’acqua della grotta dell’Immacolata di Ulzio; essa è il segno visibile della vostra fede<br />
che mette in moto la potenza liberatrice della Madre SS.ma.<br />
Usala, mamma, dalla da bere a papà, a tutti i nostri cari, soprattutto abbi fede nella mia parola e nei miei consigli”.<br />
2 maggio 1987<br />
Riflettevo facendo amare considerazioni sulla trasmissione televisiva di ieri sera condotta da Enzo Tortora Portobello, sui<br />
transessuali.<br />
Interviene <strong>Nicola</strong> e mi illumina, rivolgendosi ad Enzo Tortora:<br />
“Lascia perdere, Enzo Tortora, non ti avventurare in un campo così terribilmente melmoso ed infido, quale è quello trattato<br />
da te, perché non sai dove finisce la sventura e dove incomincia il vizio ed il pervertimento dei sensi.<br />
<strong>Il</strong> vero malato ha il pudore del suo male e lo nasconde, cerca di uscirne fuori con tutte le sue forze, non ne fa una bandiera<br />
che sventola, come se fosse in possesso di un privilegio particolare a cui tutti debbono inchinarsi”.<br />
Ieri è venuta a trovarmi Rosy, una cara amica della nostra famiglia, la quale mi ha dato testimonianza dei prodigi operati<br />
dalla miracolosa acqua dell’Immacolata di Ulzio che le avevo data e che aveva sperimentata sulla sua persona.<br />
Ne sono stata felice per lei, ma soprattutto perché ho avuto ulteriore conferma dell’efficacia salutare di quell’acqua benedetta.<br />
3 maggio 1987<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>, a seguito di alcun mie incertezze e perplessità, mi aiuta a capire quale è stato il disegno di Dio nei nostri<br />
confronti.<br />
“Mamma, è tempo che tu ti abitui a vedere nel suo insieme il disegno meraviglioso di Dio, di cui io e tu siamo stati protagonisti,<br />
a penetrare e leggere con fede e spirito puro le pagine di questo racconto che narra la potenza, la misericordia e<br />
l’amore infinito di Dio verso di me, verso di te, verso la nostra famiglia; a capire come siano stati marginali e nello stesso<br />
tempo, essenziali, il <strong>mio</strong> povero sì ed il tuo piccolissimo briciolo di fede, l’uno e l’altro sorretti da Lui, voluti da Lui, ampliati<br />
da Lui, a seguire, attonita e meravigliata, il cammino della mia anima, che è passata dalle tenebre di una vita spesa così,<br />
senza un vero impegno, nella indifferenza e nell’apatia, alla luce della verità che mi ha investito tutto ad un tratto.<br />
La metamorfosi che è avvenuta nel <strong>mio</strong> animo è paragonabile alla trasformazione del bruco in farfalla, del girino in un<br />
vertebrato.<br />
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É vero, Antonella dice che non mi riconosce in quello che vado rivelando giorno dopo giorno a te; e come potrebbe se il<br />
suo ricordo è rimasto al bruco ed al girino?<br />
Dovrebbe seguirmi in quel <strong>mio</strong> cambiamento per riconoscermi, perché la farfalla è sempre nata dal bruco, la rana dal girino”.<br />
4 maggio 1987<br />
Mi avviavo in Chiesa e pensavo, con tristezza, che <strong>mio</strong> marito dimostrava di non aver più tanta fede nei consigli di <strong>Nicola</strong><br />
e che così mi veniva meno la possibilità di influire sulle sue decisioni.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, non ti affliggere, sappi che io per agire non ho bisogno della fede di papà, anche se la desidero e la sollecito,<br />
mi basta la tua”.<br />
5 maggio 1987<br />
In seguito ad una nuova proposta da parte di quella signora che vuole acquistare la casa di Rocca e che ci aveva bloccato<br />
altre vendite, ancora intrighi, preoccupazioni, prese di posizione di Peppino, in contrasto con i suggerimenti di <strong>Nicola</strong>.<br />
Ero triste e sconsolata e non sapevo quale fosse la strada da seguire.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> mi dice: ”Mamma, affidala a Gesù ed a Maria, ben più grande è stata la tua fiducia in Loro, quando gli hai<br />
affidato la mia anima e la mia vita e non dire che ne sei rimasta delusa perché non conosci la gloria e la potenza di cui<br />
sono in possesso”.<br />
Poi mi spiega perché non dobbiamo fidarci di quella persona che non conosciamo e che i condomini non vogliono neppure<br />
per vicina, andremmo incontro ad altre preoccupazioni e dispiaceri: ”Se non paga, cosa fai, causa?”.<br />
10 maggio 1987<br />
Avevo ricevuto dalla mia amica Maria Pia una lettera che mi ha procurato dolore.<br />
Per l’incauto comportamento di Cecilia, nostra comune amica, erano sorti malintesi che potevano influire negativamente<br />
sui nostri rapporti di vera e salda amicizia.<br />
Stamani interviene <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, tra te e Maria Pia si è instaurato un rapporto d’amore molto forte; lei ti è sempre<br />
stata vicina in tutte le vicissitudini dolorose della mia malattia prima e, anche dopo, con la preghiera, col conforto, con la<br />
sua presenza sempre vigile ed disinteressata. Ora, mentre noi dal Cielo vegliamo perché questa unione di anime diventi<br />
sempre più unita in Dio che vi ama, il nemico, al contrario, cerca con tutte le sue forze di dividere, ostacolare, creare<br />
dubbi.<br />
Ti dicevo, l’altra volta, che la nostra potenza in Dio è infinita, perché viviamo nel Suo raggio di azione ed operiamo in Lui,<br />
per Lui, ma ti dicevo, altresì, che il nostro limite nei confronti di voi, che vorremmo sempre vittoriosi, è l’incomunicabilità.<br />
Capisci ora quale dono grandioso e fortissimo è stato quello che Gesù ha dato a me, che vi amo, in modo che possa guidarvi<br />
ed istruirvi, ed a voi, che non siete più soli nel dubbio, nell’incertezza e potete camminare spediti verso la luce vera?<br />
Comprendi, ora, perché Satana cerchi di attaccare questa fede in te, nei componenti della nostra famiglia, in tutti coloro<br />
che credono in me?<br />
Sì, anche in Maria Pia, anche in Bianca. <strong>Il</strong> suo scopo è duplice: spegnere una fonte di luce che vi guida e vi istruisce, e<br />
rendervi deboli per meglio sopraffarvi e vincervi.<br />
Io desidero aiutare Maria Pia, ma lei è restia ad accettare i miei suggerimenti.<br />
É Cecilia che Gesù le chiede, anzitutto, di amare e di aiutare poi in tutti i modi, con esorcismi e preghiere comunitarie e<br />
liberatorie.<br />
Comprendi, mamma? Era soprattutto a te che Gesù chiedeva di amare Margherita, di perdonarla di offrirti per lei, a te che<br />
eri l’offesa, e ti rendeva responsabile della sua salvezza.<br />
Ed era per te un dono grande da parte di Gesù quello di darti questa possibilità di collaborare con Lui alla salvezza di<br />
quell’anima, un’anima che anche tu avevi offeso”.<br />
11 maggio 1987<br />
Da tanto tempo mi chiedevo se la confessione è valida quando in essa mancano il pentimento ed il dolore, e non avevo<br />
mai ottenuto una risposta soddisfacente.<br />
Questa mattina, senza alcuna sollecitazione da parte mia, <strong>Nicola</strong> mi istruisce al riguardo:<br />
“ Vedi, mamma, mentre nel matrimonio i ministri di questo sacramento sono gli sposi, e solo essi determinano la validità<br />
o meno del vincolo, nel sacramento della penitenza i ministri sono il penitente che confessa i propri peccati ed il sacerdote<br />
che, per il potere conferitogli direttamente da Gesù, in Suo nome li rimette.<br />
Per la validità del vincolo del matrimonio invece sono indispensabili tutti questi requisiti di cui ti avevo parlato e che valgono<br />
per qualsiasi uomo e, non soltanto per il cattolico, per il sacramento della penitenza è indispensabile la fede, credere<br />
cioè in questo dono meraviglioso che Gesù dà alla Sua Chiesa, ed è solo in virtù di essa che sono rimessi i peccati.<br />
Ora ascoltami bene; l’aver offeso Dio dovrebbe generare pentimento e dolore, ma non è sempre così, il più delle volte chi<br />
si accosta alla confessione lo fa come un atto abitudinario, come entrare in un bar e prendere un caffè. Quali sono gli effetti<br />
benefici del dolore perfetto?<br />
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<strong>Il</strong> dolore perfetto cancella il peccato, anche grave, prima ancora che venga confessato, e l’anima, veramente pentita, viene<br />
immediatamente reinserita nel flusso vitale dell’amore misericordioso di Dio e nella Sua intimità, fermo restando<br />
l’obbligo dell’accusa al confessore, perché Dio non annulla o svilisce il suo dono, mentre l’assenza di pentimento e di dolore<br />
annulla questi effetti benefici, ma non distrugge il principio per il quale questo sacramento è stato istituito da Gesù, che<br />
è quello di ridare la vita a colui che era morto a causa del peccato, e tutto ciò solo in virtù di quella fede che spinge il cristiano<br />
ad inginocchiarsi davanti al ministro di Dio per confessargli le proprie colpe.<br />
Se il dolore generato dal pentimento spingesse l’anima a quel confessionale, quale luce meravigliosa la investirebbe! Sarebbe<br />
una nuova creazione nello Spirito e una pioggia di doni si riverserebbe su se stessa, mentre tutto il Cielo esulterebbe<br />
felice!”.<br />
13 maggio 1987<br />
Altre illuminazioni di <strong>Nicola</strong> sul matrimonio.<br />
“Ascoltami, mamma, come ti dicevo l’altra volta, mentre per la validità del vincolo matrimoniale sono indispensabili tutti i<br />
requisiti che ti avevo elencati: amore totale, libertà da impegni precedenti ecc., non è assolutamente indispensabile la<br />
convalida della Chiesa.<br />
Pensa ai milioni di uomini non cattolici che pure sposano, hanno figli e vivono in perfetta armonia con il Creatore. Come<br />
sai, Gesù ha dato alla sua Chiesa il dono dei sacramenti, dono particolarissimo che la pone al di sopra di tutte le umane<br />
istituzioni, poiché è il centro da cui rifulge la santità del suo Fondatore, Gesù Cristo, e da cui si irradia la via che, attraverso<br />
il riscatto e la liberazione, conduce al Padre.<br />
Pensa al sacramento del battesimo che libera l’uomo dalle nefande conseguenze del peccato d’origine e lo fa come nuovo;<br />
pensa la sacramento della confessione che dà al sacerdote il potere di rimettere i peccati, pensa la sacramento<br />
dell’Eucaristia che addirittura innesta l’anima delle creatura al Creatore. E pensa che fra i sacramenti c’è anche quello del<br />
matrimonio.<br />
<strong>Il</strong> matrimonio voluto da Dio come fatto naturale ai fini della procreazione ed elevato da Gesù a sacramento, benedetto<br />
espressamente da Lui attraverso la Sua Chiesa, acquista quella forza, quel potere sacrificante che permetterà agli sposi di<br />
superare tutti gli attacchi del male e di realizzare quell’unità di cui Gesù parla nel Vangelo fino a che la morte non divide.<br />
Quindi se il cattolico desidera che il suo vincolo matrimoniale voluto e benedetto inizialmente da Dio stesso, tale si mantenga<br />
per tutta la durata della vita e vittorioso superi tutte le avversità che purtroppo dovrà affrontare, capirà da sé come<br />
non può rifiutare il dono che Gesù, attraverso la Sua Chiesa, gli offre, dono di infinito amore”.<br />
14 maggio 1987<br />
Quella di ieri è stata una giornata particolarmente dolorosa per me, e la sera a cena, a stento riuscivo a nascondere il <strong>mio</strong><br />
stato d’animo, mentre Antonella, che era venuta da noi, era serena e, rivivendo quasi con gioia i suoi anni vissuti accanto<br />
a <strong>Nicola</strong>, era lei a consolarmi.<br />
Ho provato fuggevoli sensazioni di perplessità, che non ho avuto il tempo di approfondire.<br />
E di notte <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, ieri è stata una giornata pesante per te; a volte, istintivamente eri attratta da quelle stupende<br />
rose che il tuo amore non fa mancare davanti alla mia foto, ed eri immersa nella contemplazione della loro bellezza, provandone<br />
ristoro e pace; avevi dimenticato che, nel coglierle, ti eri punta e che quelle spine ti avevano provocato un vivo<br />
dolore. Così è stato per Antonella.<br />
Io, dal suo ricordo dei giorni felici vissuti con me, ho tolto le spine che la facevano soffrire, ed esso è diventato per lei<br />
come un’oasi, come un rifugio, dandole pace serena e gioiosa”.<br />
E poi rivolgendosi ad Antonella:<br />
”Perché, vedi Antonella, ogni giorno che passa appartiene già al passato, e tu, come ogni essere sulla terra, vivi ma<br />
proiettata nell’altra vita, quella che non ha più fine; io ti ho solo preceduto e noi continuiamo ad amarci perché l’amore,<br />
che ci univa allora, non è mai stato interrotto, anche se in me già sulla terra nell’immolarmi per amore tuo, aveva perso<br />
molte scorie; ma solo qui è diventato possente.<br />
Ti ricordi quando ti dissi che ti lasciavo un dono simbolico, una fiamma che sempre avrebbe bruciato? Era di questo amore<br />
che ti parlavo.<br />
Sii serena, Antonella mia, sempre più mia,; io ti sono vicino, il <strong>mio</strong> amore per te ha superato il tempo, nessuno può più<br />
spegnerlo; esso sarà il tuo conforto, il tuo rifugio, anche se lo donerai agli altri, è solo un dono che farai loro”.<br />
23 maggio 1987<br />
Per Enzo Tortora.<br />
Mio Signore e <strong>mio</strong> Dio, attraverso il tuo spirito hai fermato la mia attenzione e squarciato il velo che avvolge questa creatura<br />
a Te particolarmente cara servendoti della mia povera penna perché tu possa arrivare fino alla sua anima.<br />
Povero, ma tanto povero Enzo Tortora! Non eri abbastanza difeso e sei caduto una prima volta vittima dei tuoi nemici, poi<br />
per cercare di liberarti dai primi, ti sei dato anima e corpo ai secondi che tu credevi liberatori, ma in realtà erano i peggiori<br />
perché ti hanno dato sì la liberazione dal carcere, onori politici, il ritorno alla TV, ecc, ecc, ma a quale prezzo, Enzo Tortora?.<br />
La tua anima!.<br />
Sai che cosa è l’anima Enzo Tortora?<br />
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É quella parte di te che permea di sé tutta la tua vita e che sopravvive al corpo; essa è eterna ed incorruttibile, è particella<br />
di Dio stesso e per diritto dovrebbe tornare alla fonte da cui proviene solo se tu lo vuoi. Grande, grande responsabilità<br />
grava sulla tua volontà, sulla tua libera scelta, sulla tua accettazione o sul tuo rifiuto di Dio, altro che coerenza, <strong>amico</strong><br />
<strong>mio</strong>!<br />
Sai cosa vuol dire perdere Dio per sempre? Pensa a tutti i contrari al Bene perfettissimo.<br />
Alla luce più fulgida le tenebre più fonde dove manca qualsiasi benché minimo riverbero di luce, alla pace il terrore, alla<br />
giustizia che è amore l’ingiustizia, all’amore l’odio e tutto questo eternamente.<br />
Enzo Tortora, anche se tu fossi dotato di una fantasia eccezionalissima, non potresti mai avvicinarti ad una realtà così terribile<br />
che esula dalla nostra capacità umana di intendere, così come non possiamo assolutamente recepire la gioia che Dio<br />
riserva ai suoi eletti e non saranno certo le alchimie di Pannella a liberarti da quelle pene, ma credimi anche lui Pannella è<br />
una povera pedina di Satana terribilmente irretita, ed anche la sua anima geme e come!<br />
Guarda con occhio critico, ti pare che tu valessi tanto da suggerire sistemi così terribilmente amorali per la tua liberazione?<br />
Pietà, giustizia! Come sei ingenuo, non pensi ai milioni di innocenti che languono in varie prigioni di tutto il mondo e che<br />
non c’è un Pannella per salvarli?<br />
Essi volevano non solo la tua anima, ma attraverso te, attraverso quel fanale sul mondo, la televisione, altre anime, tante<br />
anime, corrotte dagli osceni programmi di cui ti sei fatto mallevadore. Povero mercatino del venerdì, il tuo primo spettacolo<br />
che gli onesti vedevano con tanto piacere! Ora che cosa sei diventato?<br />
Subdolo, sottile, perverso, propaghi un credo che non è del tuo Dio, chiami incoerenti coloro che si sono fermati in tempo<br />
davanti all’abisso e non ti accorgi che tu corri veloce verso di esso. Dio ti ama, Enzo Tortora, ascolta il Suo richiamo, sei<br />
ancora in tempo, puoi farcela solo che tu voglia, io piccolo granellino di polvere ti sarò vicina con la preghiera, con<br />
l’offerta del <strong>mio</strong> quotidiano soffrire, e inviterò altre anime a farlo: te lo prometto!<br />
Con gioia posso confermare che Enzo Tortora, prima di morire si è riconciliato con Dio, ha dato la sua testimonianza di<br />
fede, si è confessato ed a ricevuto i Sacramenti.<br />
23 giugno 1987<br />
Stamani sono andata con <strong>mio</strong> marito al cimitero a trovare <strong>Nicola</strong>.<br />
Ad un tratto ho sentito nei pressi della sua tomba un odore sgradevole, come di qualcosa che vada in corruzione. Anche<br />
una signora, che era andata a pregare sulla tomba del fratello, aveva sentito quell’odore e ne aveva avvertito il custode<br />
del cimitero.<br />
Era ben chiaro che l’odore proveniva da una tomba vicina.<br />
Al ritorno dal cimitero <strong>mio</strong> marito mi ha espresso il suo dubbio, che l’odore potesse invece venire non dalla tomba daccanto,<br />
ma proprio da quella di <strong>Nicola</strong>.<br />
Sono rimasta di ghiaccio, gli ho risposto che la mia fede non mi consentiva di avere di questi dubbi. Ero certa dell’integrità<br />
del suo corpo che doveva confermare la sua santità.<br />
Più tardi è intervenuto <strong>Nicola</strong>: “Mamma, sii ben ferma nella tua fede; io più che mai, ho bisogno della tua fede, quella<br />
stessa che mi ha aiutato a pervenire alla gloria; tu non sai quanto bene potrò fare per mezzo di essa; è Gesù stesso che<br />
te la chiede”.<br />
10 luglio 1987<br />
Ieri sera Antonella, nel riferirmi del suo incontro con persona a noi cara, mi ha dato conferma di quanto sia ancora lontana<br />
dalla vita dello spirito e ciò mi ha profondamente rattristata, anche se mi sono trovata in seria difficoltà per formulare<br />
un qualsiasi giudizio.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>: “Vedi, mamma, Antonella possiede quel sano equilibrio umano che la rende obiettiva nei suoi giudizi, ma<br />
le manca la visuale spirituale della vita che renderebbe armoniosa la sua personalità, e quindi più idonea ad affrontarla<br />
nelle inevitabili difficoltà che essa comporta, mentre in Teresa ed anche in Pier Giorgio è stata loro sottratta dal nemico<br />
quella chiarezza, quella luce per comprendere la realtà del mondo che li circonda impedendo loro un giudizio su persone e<br />
cose; ma si è fatta in loro più viva la realtà spirituale che li spinge attraverso una loro specifica volontà meritoria a cercare<br />
un compenso che in un certo qual senso equilibri la carenza di attenzioni e di amore verso i più prossimi.<br />
Ma tutto ciò attraverso una lotta interiore che non è delle più facili”.<br />
“Nicò, ma pensi che riusciranno a stabilire quell’armonia totale in loro stessi che tanta gioia e tanta pace darebbe a tutti<br />
noi?”.<br />
“Mamma, prega, prega sempre, non c’è altra via”.<br />
Avevo letto su Maria Valtorta, un giudizio quanto mai severo del Padre sui genitori di oggi che mi spingeva ancora verso il<br />
turbamento e l’ansia.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, fermo restando come quei lamenti di Dio Padre siano non solo veritieri ma terribilmente attuali e tutti i<br />
genitori compresi Filippo, Anna, Laura, Teresa, debbano scolpirli nel loro cuore, ciò non riguarda specificamente Maria Alessandra<br />
che il Cielo avvolge di un amore di predilezione, a cui deve far eco la vostra preghiera costante di invocazione”.<br />
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20 luglio 1987<br />
Ero in apprensione per la mia nipotina Maria Alessandra che mi sembrava godesse di troppa libertà, per i pericoli che ciò<br />
indubbiamente comporta.<br />
Mille timori impegnavano il <strong>mio</strong> spirito alla ricerca di possibili soluzioni, ma mi accorgevo che ero sola con i pensieri che<br />
rimuginavo nella mia mente, pensieri soltanto umani, senza alcuna luce, alcun richiamo dall’alto.<br />
Ad un tratto <strong>Nicola</strong>: “Mamma, lo sai che quando sei turbata, io non posso comunicare con te?<br />
Vuoi risolvere da sola tutti i problemi? Non lo sai che senza il nostro aiuto nulla potete?<br />
Dì, anzitutto, ad Anna che è la madre della bambina che abbia fede, ma una fede vigile ed attiva e che curi molto il suo<br />
rapporto d’amore con lei”.<br />
3 agosto 1987<br />
A tavola era sorta una discussione che risentiva dell’atmosfera di tensione e di stanchezza e che vedeva in contrapposizione<br />
Laura e Maria; oggetto: Maria Alessandra, conversazione che coinvolge anche i genitori di Flavio e che mette in<br />
cattiva luce Laura.<br />
<strong>Nicola</strong> immediatamente interviene: “Mamma, difendi Laura; voi nei vostri giudizi usate il vostro stesso metro, ecco perché<br />
sono quasi sempre errati, e poi .. Laura nei riguardi dei suoceri nutre affetto e rispetto, se così non fosse perché dovrebbe<br />
esternare a te quei sentimenti?”<br />
7 agosto 1987<br />
Ero nell’angoscia più grande:<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non è vero che non sai amare; il tuo è un amore sofferente per papà, per i miei fratelli, al quale, ora, si<br />
è aggiunto quello per Maria Alessandra.<br />
Non dimenticare, mamma, che ogni preghiera che parte dal cuore, non resta mai senza risposta. Che la tua preghiera sia<br />
costante come la tua fede! Non dimenticare che è bastato un briciolo di fede, perché Gesù operasse in me un cambiamento<br />
così rapido e radicale.<br />
Non pensi che la potenza di Dio e il Suo amore infinito possano inviare, a protezione di Maria Alessandra, schiere infinite<br />
di angeli? Accresci la tua fede ed abbandonati totalmente a Lui”.<br />
12 agosto 1987<br />
Pensando ai pericoli che corre Maria Alessandra, di notte, improvvisamente, chiedo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, tu sai cosa è successo<br />
ad Emanuela, la figliola di quel diplomatico del vaticano che è stata rapita e della quale non si è saputo più nulla?”<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, noi in Dio tutto vediamo come in uno specchio, ma non ci è consentito svelare il mistero che avvolge<br />
quella ragazza, perché Dio, nel Suo infinito amore, per non aggiungere altro dolore al cuore dei familiari già tanto<br />
provati, copre ogni cosa con un velo di oblio”.<br />
18 agosto 1987<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, l’altro giorno mi hai chiesto lumi circa la situazione di attrito che si è determinata tra Laura e il marito a<br />
causa dei genitori di lui, ed io sintetizzai il tutto con la frase di Gesù che ne è la chiave: … ed essi lasceranno il padre<br />
e la madre e i due saranno una cosa sola. Ora voglio esserti più preciso, perché tu possa essere di aiuto, non solo a<br />
loro, ma tutti coloro che, spesso, senza rendersene conto, sono la causa di siffatte situazioni.<br />
Le parole di Gesù devono essere prese nel loro senso più profondo perché, fino a quando i due non recidono il cordone<br />
ombelicale che li tiene uniti ai loro genitori, non potranno mai fare dei loro animi e dei loro corpi una cosa sola; e bada<br />
bene, mamma, che questo non vuol dire che non debbano più amare i loro genitori, anzi, li debbono onorare, e diventa<br />
un amore ancora più perfetto; il debbono proteggere, sostenere, aiutare, ma tutto questo mai in contrapposizione al nuovo<br />
nucleo familiare che deve essere l’asse portante della loro esistenza.<br />
Imporre agli sposi la presenza dei genitori per un periodo piuttosto lungo, senza un vero stato di necessità venendo in tal<br />
modo a turbare la loro intimità e capovolgendo abitudini e ritmo di vita, e poi pretendere prudenza e sensibilità, è proprio<br />
un grave errore che spesso si paga molto caro. Tu non sai, mamma, quanti matrimoni sono falliti e falliscono a causa dei<br />
genitori che, poi, sono i primi a soffrirne ed a piangere.<br />
Fai leggere queste considerazioni al marito di Laura; non so se egli accetterà o se si barricherà dietro l’egoismo della<br />
moglie,ma se sarà tanto umile da accettarle fino in fondo e con esse la luce che, attraverso me, il Signore fa a lui arrivare,<br />
avrà vinto la battaglia.<br />
Del resto, è bene che egli sappia che Laura ha molto rispetto dei suoceri e nutre per essi un affetto indiscusso e profondo,<br />
come ha dimostrato in tanti anni e in diverse circostanze”.<br />
Adesso a Maria: “Volersi bene e stare vicini non significa necessariamente vivere sotto lo stesso tetto, mi comprendi Maria?”<br />
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19 agosto 1987<br />
Erano stati a cena con noi Cenzina, Giorgio, Maria Tecla; si era parlato del fidanzato di Maria Tecla e come al solito aveva<br />
generato opinioni e perplessità varie.<br />
Promisi loro che avrei tanto pregato <strong>Nicola</strong> e così feci durante la notte.<br />
Era un’implorazione pressante e molto sentita (voglio tanto bene a questa mia nipotina).<br />
“Dimmi, <strong>Nicola</strong>, cosa deve fare Maria Tecla? Deve sposare Filippo?”<br />
Silenzio. Rifeci la domanda ricordandogli che si trattava della sua cuginetta a cui lui aveva sempre dimostrato affetto e<br />
simpatia, ancora silenzio e poi…<br />
<strong>Nicola</strong>: “Tanto mamma, noi vi doniamo dei lumi per sapervi orientare e voi fate di testa vostra, (si riferiva anche ad altre<br />
mie circostanze) … allora, deve lasciarlo ora, perché altrimenti soffrirà di più”.<br />
21 agosto 1987<br />
Questa volta è Gesù che mi parla: “L’altra notte, tramite <strong>Nicola</strong> orientavo il vostro giudizio perché non commetteste ingiustizia.<br />
Ho voluto farti comprendere quali devono essere i rapporti tra i coniugi nei riguardi dei loro genitori e quali i doveri<br />
che ne scaturiscono; e ciò per evitare spiacevoli situazioni di incomprensione e spesso di ingiustizia.<br />
Vi ho liberati da false interpretazioni di egoismo, insensibilità che, minando l’intimità e la reciproca stima, rendono difficile<br />
il rapporto coniugale, il solo che deve essere prioritario.<br />
Ora voglio dare ulteriori lumi, fermo restando quanto finora ho rivelato, affermando che se uno dei coniugi, liberamente,<br />
perché il suo cuore non incrudisca e senza imposizione alcuna da parte del compagno, volesse offrire particolari atti<br />
d’amore ai suoceri o ai propri genitori, gli verrebbero ascritti in Cielo come atti di virtù”.<br />
22 agosto 1987<br />
Stamani <strong>mio</strong> marito mi ha chiesto se per il secondo anniversario della morte di <strong>Nicola</strong>, Antonella sarebbe stata presente<br />
alla funzione in Chiesa. E alla mia risposta negativa ha provato tanto disappunto e dolore, dolore che ha comunicato in<br />
pieno anche a me.<br />
<strong>Nicola</strong> è intervenuto immediatamente:<br />
“Mamma no, sarebbe una crudeltà inutile; il ricordo di Antonella è rimasto affissato ai momenti terribili della mia agonia e<br />
del <strong>mio</strong> trapasso, e non ha spaziato, come in te,come in tanti altri che credono veramente in una realtà trascendente, che<br />
ci vede uniti ancora più di prima.<br />
Mamma, non farle mancare il tuo amore; ne ha tanto bisogno.<br />
E poi … i vostri sacrifici in suo favore saranno ben remunerati in Cielo”.<br />
27 agosto 1987<br />
Questa notte, vigilia del secondo anniversario della dipartita del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, il <strong>mio</strong> dolore aveva preso il sopravvento, ed io<br />
lo offrivo al Padre, in unione a Gesù, e soprattutto a Maria, la Madre, la sola che può comprendere, nella sua interezza, lo<br />
strazio di una madre, perché il Padre, nel Suo amore misericordioso possa riversare su tutti i miei figli e su tutti noi il Suo<br />
perdono e le Sue grazie.<br />
<strong>Nicola</strong> consola il <strong>mio</strong> dolore: “Mamma, tu soffri ancora per la mia scomparsa, ma sai bene che io vivo la vostra stessa vita!”.<br />
“Nicò, come è mai possibile se tu sei in Cielo?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Vedi, mamma, è prerogativa dello spirito poter essere nello stesso istante in tutti i luoghi dove la sua stessa volontà<br />
lo sospinge, o meglio ancora dove l’amore lo attrae; del resto, anche se esso è imprigionato e limitato nei suoi movimenti<br />
dalla materia, come in voi ancora viventi sulla terra, non ti pare che, attraverso il pensiero che è una facoltà dello<br />
spirito, può volare a distanze inverosimili, fermarsi in un luogo e ivi dimorare se vuole, e se conosce il luogo visualizzarlo<br />
senza sforzo alcuno e se non lo conosce ricorrere all’immaginazione che è anch’essa una facoltà dello spirito?<br />
Noi non siamo più condizionati dalla materia e possiamo trovarci contemporaneamente in Cielo, in terra, e ovunque un<br />
richiamo d’amore o un immediato bisogno di aiuto ci sospinge.<br />
Ecco perché ti dico che io sono sempre accanto a te che mi chiami, accanto a voi che mi amate, nei luoghi che anch’io ho<br />
amato e che continuo ad amare.<br />
Per chi è vivo in Dio non c’è frattura alcuna, e l’amore crea legami e non divisioni”.<br />
30 agosto 1987<br />
Già da qualche giorno mi erano sorte perplessità e dubbi su quanto avevo avuto occasione di percepire, penso sotto ispirazione,<br />
e di scrivere, durante la malattia del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, della maternità reale e fisica, oltre che spirituale di Maria SS.ma<br />
nei confronti di noi uomini.<br />
Per sciogliere perplessità e dubbi pensavo di rivolgermi a qualche teologo santo per avere lumi e conferme. Ma durante la<br />
notte sento la voce di Gesù che mi dice:<br />
“Se un’anima è totalmente posseduta da Dio, e più che un teologo, perché direttamente riceve la luce che è Verità”.<br />
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Poi mi fa comprendere come Dio abbia saldato a sé l’uomo attraverso l’umanità di Gesù, Suo Figlio, per cui noi siamo Suoi<br />
figli veri, non soltanto perché ci ha creati, ma perché il Figlio con il Suo sangue ci ha redenti.<br />
E poiché il Sangue di Gesù è lo stesso sangue di Maria, la Madre, e questo stesso Sangue Egli ce lo ha donato sulla Croce,<br />
e ce ne nutre nell’Eucaristia, ne consegue che la maternità di Maria è una maternità fisica e reale, non soltanto spirituale.<br />
Poi è venuto l’attacco satanico nel sonno, che sonno non era anche se ne aveva le caratteristiche ed ebbe fine solo quando<br />
gridai per ben due volte il nome di <strong>Nicola</strong> perché mi venisse in aiuto.<br />
21 settembre 1987<br />
Mi chiedevo a chi dovevo far conoscere i messaggi di <strong>Nicola</strong>, e a chi invece non rivelarli.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> mi illumina: “<strong>Il</strong> principio è uno solo; sono perle preziosissime che, se accettate con umiltà, possono produrre<br />
un bene incalcolabile, mentre, se il cuore non è pronto ad accoglierle e il dubbio vi serpeggia, esse possono oscurare<br />
totalmente l’intelligenza, recando danno allo spirito, che ancor più si chiude nel suo freddo razionalismo, e danno possono<br />
arrecare a chi ha ancora una fede incerta e malsicura.<br />
Vedi, mamma, se tu fai leggere qualcosa dei miei scritti ad altri e ti senti rispondere. Sì, ma io penso…Essendo la verità<br />
non opinabile, essi al posto della verità stessa mettono il proprio pensiero, la loro opinione; è come dire che la rifiutano.<br />
Comprendi?<br />
É il seme della parabola che cade tra i rovi dell’egoismo, della superbia e viene soffocato.<br />
Ma quando cade in un cuore attento, assetato di luce, bramoso di conoscenza, è come una reazione a catena, tanto è il<br />
bene che si sprigiona da queste perle che aprono orizzonti sempre più vasti, conoscenze sempre più profonde, e l’anima<br />
cresce e si fortifica.<br />
Sappi giudicare con prudenza, mamma, e non lasciarti prendere dal desiderio di donare me agli altri, che a volte in te è<br />
così forte; abbandonati totalmente e sii docile alla mia guida; io ti sono costantemente vicino e vigilo”.<br />
23 settembre 1987<br />
Avevo letto con maggiore attenzione il messaggio del 3 luglio u.s. di Maria SS.ma a don Gobbi, capo del Movimento Mariano<br />
Sacerdotale, e mi era sembrato di notare delle contraddizioni rispetto a quanto rivelatomi da <strong>Nicola</strong> in data 18 marzo<br />
u.s. sulla vittoria di Maria<br />
su Satana (La Madonna ha colpito al cuore il dragone rosso, la Russia, ed il grande castigo è stato scongiurato).<br />
<strong>Nicola</strong> interviene immediatamente per eliminare qualsiasi <strong>mio</strong> dubbio:<br />
”Mamma, non c’è contraddizione alcuna; rileggi quanto ti ha fatto scrivere allora; la grande vittoria di Maria SS.ma sul<br />
nemico è stata appunto quella di aver ottenuto dal Padre, attraverso Gesù, il perdono per tutta quella umanità ancora recuperabile;<br />
una immensa valanga di misericordia si sta abbattendo, e si abbatterà ancora di più su questa povera umanità<br />
che era già perduta. Dalla Russa, centro dell’ateismo, adesso non verranno più che stimoli al bene.<br />
Voi vorreste allontanare il pensiero della sofferenza, è umano, ma non c’è gioia senza purificazione; non dimenticarlo mai,<br />
mamma!”.<br />
9 ottobre 1987<br />
Enzo Tortora va conducendo in televisione il giallo del venerdì.<br />
Ha proposta fra l’altro in chiave di giallo, il mistero che avvolge la morte di Papa Lucani, servendosi di testimoni e facendo<br />
partire il tutto dal libro di un’inglese di cui non ricordo il nome, presente anch’egli al dibattito.<br />
Non ha forzato la soluzione, ma l’ha diretta astutamente verso un obiettivo che egli stesso ha rivelato: non vale tanto accertare<br />
la verità quanto suscitare il dubbio.<br />
Questa sera Tortora non demorde, ripropone il quesito: papa Lucani è stato ucciso o è morto di morte naturale?<br />
Rivela il risultato di un’indagine Doxa per conoscere la percentuale dei sì o dei no degli italiani che aderiscono ad una tesi<br />
o all’altra. Chiama in campo altri testimoni.<br />
Egli sa che dal dibattito verranno fuori mille pseudo verità, ma che la verità resterà lontana dalla sua indagine; a chi è<br />
fornito di un minimo di buon senso e di intuizione, il suo scopo si fa più palese, mentre gli sprovveduti cadono nella rete.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, l’obiettivo di Enzo Tortora è ben chiaro; egli vuole creare il dubbio nel cuore dei semplici, vuole suscitare<br />
lo scandalo per staccarli dalla Chiesa, il suo gioco è sottile, perverso, egli non strafà, lascia cadere il tutto quando si accorge<br />
che un tasto è sbagliato, pronto a riproporlo in chiave diversa; seguilo con attenzione, mamma, perché il suo è un<br />
gioco satanico”.<br />
13 ottobre 1987<br />
Alle ore 3.27 del mattino ero ancora sveglia e lo era anche <strong>mio</strong> marito che aveva passato una notte insonne, assillato da<br />
tanti problemi. In intimo colloquio con <strong>Nicola</strong> gli chiedo:<br />
“Perché Nicò mi riesce sempre difficile comunicare con te?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, devi essere serena, altrimenti non posso farmi sentire; a volte i tuoi pensieri soverchiano il <strong>mio</strong> ed io<br />
non riesco a farti sentire la mia voce; devi creare in te uno stato di silenzio e di passività, di ricettività, ma con uno spirito<br />
pronto e desideroso di ascoltarmi.<br />
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Vedi, papà non riesce a dormire perché è agitato; la camomilla non è un sonnifero, essa aiuta a rilassarsi, ma deve prima<br />
rimuovere gli ostacoli; intanto non deve prendere caffè, perché lo eccita e poi non crearsi problemi inutili”.<br />
Stamattina al ritorno dalla Santa messa chiedo: “Nicò, non mi dici niente per don Eugenio e per Sandro?”. <strong>Nicola</strong>: “Mamma,<br />
non sempre la conoscenza procura gioia”.<br />
15 ottobre 1987<br />
Avevo saputo che sul quotidiano <strong>Il</strong> Tempo di ieri era apparsa la notizia che il figlio della mia amica era stato condannato<br />
a quindici anni di reclusione.<br />
Ho subito pensato che si trattasse non della condanna, ma soltanto della richiesta formulata dal Pubblico Ministero; ma<br />
alquanto turbata, telefono stamani per saperne di più, alla mia amica che mi dice che la Corte già dalle ore dodici del<br />
giorno prima era riunita in Camera di consiglio per il verdetto, e che ancora non si sapeva nulla.<br />
Un pò tranquillizzata, ma sempre in ansia per la sorte di quel giovane, in piena intimità con <strong>Nicola</strong>, mi rivolgo a lui dicendogli:<br />
“Tu stesso, il 6 dicembre 1985, il giorno del tuo primo onomastico in Cielo, mi hai assicurato che nulla ti sarebbe<br />
stato negato da Dio, e che la missione in favore del figlio della mia amica ti era stata affidata in maniera particolare da<br />
Dio stesso; hai aggiunto testualmente: io supplico, io imploro, io ottengo.<br />
Allora, Nicò, non vuoi portare a termine questa tua missione?”.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “Mamma, offriti vittima, rievocando la mia agonia, e unendo il tuo soffrire al <strong>mio</strong>, a quello di Gesù e di Maria ed<br />
io lo presenterò al Padre”.<br />
Rimango un pò turbata e <strong>Nicola</strong>, intuendo la mia perplessità ad offrirmi vittima,mi dice:<br />
”Perché tanta titubanza?. Non pensi che se, tutto dovesse andar male, ne proveresti un grande rimorso?(mi faceva intravedere<br />
reazioni sbagliate).<br />
Al che io: “Hai ragione, Nicò, ora sono pronta, ma tu siimi sempre vicino”.<br />
Più tardi, nella stessa mattinata, vengo a sapere dalla mia amica che la Corte ha emesso nei confronti del figlio un verdetto<br />
di assoluzione, e poiché ciò è avvenuto alle ore 10 e mezzo circa, ho la conferma del tempestivo intervento del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
Ringrazio ancora <strong>Nicola</strong>, ma egli mi fa comprendere che la sua missione non è ancora finita.<br />
Me ne dà conferma la mia amica, la quale mi dice che sono sorti altri problemi, ma non so di che si tratti.<br />
29 ottobre 1987<br />
Giorni addietro, mi accingevo a cucire con la macchina di Antonella che le dovevo restituire perché ne aveva bisogno, mi<br />
sono trovata tra le mani il piedino della stessa che si era staccato, e quindi nell’impossibilità di eseguire il lavoro.<br />
Ho cercato di metterlo a posto, ma niente da fare; non riuscivo ed ero bloccata nel lavoro.<br />
Fra l’altro mi dispiaceva di dover dire ad Antonella che la macchina non funzionava.<br />
Ho chiesto allora a <strong>Nicola</strong> un aiuto sollecito; mi sono sentita come spinta verso la scatola degli attrezzi, da dove ho tratto<br />
una tenaglia con la quale ho rimesso a posto la macchina.<br />
Ho ringraziato <strong>Nicola</strong> per il tacito suggerimento. Purtroppo non avevo finito. Ho riportato ad Antonella la macchina, ma ho<br />
constatato che essa si era ancora una volta bloccata.<br />
Abbiamo cercato insieme di capirci qualcosa; era il pedale elettrico che non andava, o la macchina stessa?.<br />
Per quanti sforzi facessimo, girando pedale e ruota, non siamo riuscite a metterla in moto.<br />
Stanotte <strong>Nicola</strong> quasi riprendendo un discorso interrotto mi dice:<br />
“Mamma, io sono puro spirito e non posso operare direttamente su un oggetto inanimato; ho bisogno che qualcuno faccia<br />
per me quei movimenti meccanici che io, materialmente non posso fare, come l’altro giorno quando ti ho spinta a cercare<br />
la tenaglia ed a stringere con essa il punto giusto del piedino della macchina; ma su di una scatola sigillata come potevo<br />
agire?”.<br />
“Nicò, ma è la macchina che non funziona o la scatola di avviamento?”.<br />
“No, mamma, la macchina è soltanto sporca”.<br />
31 ottobre 1987<br />
Ho seguito ieri sera alla TV Enzo Tortora nel Giallo del venerdì che trattava il tema:<br />
La Sacra Sindone, due tesi a confronto, è autentica o è un falso?”.<br />
Sono rimasta sconcertata. I partecipanti al confronto si sono scontrati su di un campo quanto mai difficile, partendo ciascuno<br />
da presupposti scientifici, o che a loro sembravano tali.<br />
Ho subito notato che lo scopo di chi conduceva il dibattito era ben chiaro; suscitare il dubbio, e non ne ha fatto un mistero,<br />
dicendo apertamente, mentre gli ignari spettatori bevevano tutto e non si rendevano conto del gioco sottile del vero<br />
protagonista del dibattito, che attentava alla loro fede con guanto di velluto come il più prestigioso dei giocolieri.<br />
Ed ho fatto delle amare considerazioni sulla TV, questo potente mezzo di comunicazione, che si presta, ben spesso, ad<br />
avallare tesi dissacranti su verità e credenze così radicate nel cuore di gran parte dell’umanità.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>: ”Mamma, hai ben motivo di essere scossa e turbata. Sono trasmissioni che non dovrebbero essere incoraggiate<br />
e permesse da chi ne ha piena responsabilità in Tv, per rispetto almeno verso quanti hanno fede in Dio e nelle<br />
Sue miracolose manifestazioni.<br />
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É vero, se si vuole abbattere la fede, sia pure una fede errata, la prima mossa è senz’altro quella di insinuare il dubbio nel<br />
cuore degli uomini.<br />
É ben descritto, nell’Otello di Verdi, dal librettista dell’opera, il gioco perverso di Jago che insinua il dubbio nell’animo di<br />
Otello e, gradatamente, con un crescendo impressionante, lo spinge ad uccidere l’ignara e fedele Desdemona.<br />
Al cuore semplice, desideroso di conoscenza, pronto ad accogliere la verità, che liberandolo da qualsiasi remora, lo sospinge<br />
verso orizzonti più vasti, in cui trova solo spazio l’amore infinito di Dio verso la Sua creatura così limitata ed imperfetta,<br />
la Sacra Sindone si rivela come il dono più grande di Dio all’uomo di oggi.<br />
Non all’uomo di ieri, quando nel buio dei secoli, essa è stata affidata solo alla fede di uomini semplici rimasti sconosciuti,<br />
che avevano il compito di custodirla, e nulla sapevano delle scoperte della scienza alla fine del XX secolo, ma all’uomo di<br />
oggi, per offrirgli, col progresso di oggi, con la scienza di oggi, dati scientifici inoppugnabili.<br />
Per comprendere come la Sacra Sindone abbia del miracoloso, basterebbe seguire con animo semplice il lungo cammino<br />
di questo lenzuolo che arriva a noi dopo tanti secoli ed attraverso tante vicende. Esso è donato, da non so chi, ad un crociato,<br />
ad un uomo di fede quindi, è custodito da frati che hanno creduto, è protetto da una famiglia potente che non ha<br />
temuto di cadere nel ridicolo e l’ha rinchiuso in una cassa d’argento sfuggita ad un incendio che non ha alterato per niente<br />
la consistenza fragile del lino.<br />
Purtroppo i nemici della verità ci sono e ci saranno sempre; essi trovano alleati non solo all’esterno, ma soprattutto in loro<br />
stessi; nel loro orgoglio smodato che non vede che il proprio io e li induce a ritenere che solo il loro pensiero detiene la<br />
verità, la quale vorrebbe farsi strada in loro, ma non sempre vi riesce. Colui che dice che non ha bisogno della Sacra Sindone<br />
o del miracolo per credere, è solo un presuntuoso.<br />
Egli si fa scudo della risposta data da Gesù all’apostolo Tommaso:<br />
Tu Tommaso hai creduto perché hai visto; beati coloro che credono senza aver visto.<br />
Ma chi sono questi beati a cui Gesù ha fatto riferimento?.<br />
Non certo i nemici della verità, se è vera l’altra affermazione di Gesù:<br />
Se avrai tanta fede quanto un granello di senape,dirai a quel monte: buttati nel lago e sarà fatto; non certo<br />
loro che non sono capaci di spostare il più piccolo sassolino.<br />
E tu, Enzo Tortora?. Povera pedina in un gioco troppo grande per te di cui forse non ne comprendi la portata; credi forse<br />
di essere il vincitore, ma sei soltanto la vittima che con le tue stesse mani scavi ogni giorno la tua fossa”.<br />
4 novembre 1987<br />
Ero scesa nell’appartamento che aveva abitato <strong>Nicola</strong> e, nel vedere le sue cose, la libreria e gli altri oggetti in legno che<br />
egli stesso aveva fatto, mi sono sentita invasa da tanta angoscia…<br />
Ma <strong>Nicola</strong> mi rimprovera: ”Mamma, tu mi commiseri per queste povere cose che ho lasciate, e non pensi a tutto quello<br />
che mi è stato dato in cambio, ed hai una fede!”.<br />
8 novembre 1987<br />
A seguito delle mie riflessioni sulle trasmissioni di Enzo Tortora sul Giallo del venerdì ed alle precisazioni chiarificatrici di<br />
<strong>Nicola</strong>, mi sono sentita l’altra sera come spinta da lui a reagire in qualche modo, e cercavo una strada per raggiungere lo<br />
scopo.<br />
Ho telefonato allora alla redazione del periodico Reagire portavoce di un movimento per la difesa morale dell’uomo. <strong>Il</strong><br />
dirigente del periodico, convenendo su quanto da me esposto, mi ha sollecitato a prendere appunti sulle diverse trasmissioni<br />
e a farglieli avere al più presto in redazione. Mi sono subito data da fare per battere a macchina gli appunti e mi sono<br />
recata di sera all’indirizzo del periodico per consegnarli di persona.<br />
Avendo, però, trovato chiuso il portone, ho pensato di spedirli l’indomani per posta.<br />
Ma <strong>Nicola</strong> è intervenuto dicendo:<br />
“No, mamma, l’intervento per essere efficace deve essere tempestivo, telefona domattina alle dieci, se non trovi nessuno,<br />
torna a telefonare nel pomeriggio”.<br />
Come dettomi da <strong>Nicola</strong>, ho telefonato stamani alle dieci; ho avuto subito la comunicazione e ho promesso che avrei preso<br />
il mezzo e sarei andata personalmente a portare gli appunti.<br />
L’incontro con il dirigente del periodico è stato cordialissimo, ha trovato i miei appunti preziosissimi, mi ha invitata a fagliene<br />
avere degli altri, aiutandolo nell’azione che il periodico va via via svolgendo. Sono soddisfatta e contenta perché ho<br />
portato a termine una missione suggeritami espressamente dall’alto, alla quale ho prontamente aderito.<br />
9 novembre 1987<br />
Giovedì scorso, dopo l’incontro di preghiera dei Tabernacoli viventi, cui aveva presenziato nel pomeriggio don Eugenio,<br />
lo abbiamo trattenuto di sera in casa nostra a cena.<br />
Tra un discorso e l’altro, don Eugenio mi ha chiesto se <strong>Nicola</strong> mi avesse detto più niente per lui. Ho risposto di no; avevo<br />
dimenticato che il 14 ottobre, ad analoga mia domanda, <strong>Nicola</strong> aveva risposto, riferendosi a don Eugenio, che non sempre<br />
la conoscenza dei fatti provoca gioia.<br />
Stanotte, d’un tratto, <strong>Nicola</strong> mi si è rivelato così: “Mamma, vedi, nella vita di un peccatore incallito, ad un dato momento,<br />
il Padre, spinto dalle vostre preghiere insistenti e dalle nostre implorazioni costanti di intercessione, nella Sua infinita mi-<br />
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sericordia, apre una breccia nel suo cuore indurito, ed è proprio in quel preciso momento che Dio ha bisogno del Suo apostolo,<br />
perché attraverso la sua opera, possa realizzare il Suo disegno di amore.<br />
É un momento unico e forse irripetibile, che non può essere disatteso o allontanato nel tempo a piacimento dello strumento;<br />
è quello il momento e non un altro, il momento della luce, il momento della grazia; se si perde quell’occasione,<br />
forse unica, le tenebre ricopriranno ancora la mente del peccatore, le forze del male riprenderanno su di lui il sopravvento.<br />
Ora, per ben tre volte don Eugenio ha mancato nei riguardi del padre e di quell’amica che ne aveva sollecitato, per il <strong>mio</strong><br />
tramite, l’intervento. Ha trovato delle scuse.<br />
Lo stesso ha fatto in altra circostanza nei confronti di Sandro che pure gli avevano affidato.<br />
Non è stato né pronto, né disponibile.<br />
Come non è stato disponibile quando gli ho detto che doveva dedicare un giorno alla settimana agli ammalati degli ospedali,<br />
perché provati e nell’anima e nel corpo, e mi sono rivolto a lui non con un consiglio o un suggerimento, ma con un<br />
invito perentorio e chiaro: devi farlo!.<br />
Vedi, mamma, ogni vostra adesione, sollecita, totale e indiscussa la progetto di Dio, dona a voi tanta forza contro gli attacchi<br />
del nemico che, per fiaccare il vostro spirito, attacca spesso il vostro corpo. Non capisce Eugenio che è proprio la<br />
sua mancata adesione al richiamo di Dio la causa per cui egli stenta a guarire?.<br />
Non basta credere alle mie parole, ai miei messaggi, se poi non mettete in pratica i miei consigli, anzi siete ancora più responsabili,<br />
e questo lo dico anche per te, mamma, che devi impegnarti a vincere le tue piccole battaglie giornaliere, senza<br />
adagiarti credendo di essere a posto, perché la lotta con il nemico è una lotta continua fino alla fine.<br />
Sii, però, serena perché Dio ti ama, e la Madonna ti è Madre”.<br />
11 novembre 1987<br />
Questa mattina mi sono affrettata a comunicare di persona a don Eugenio il messaggio di <strong>Nicola</strong>. Egli l’ha ascoltato con<br />
umiltà, così ho creduto almeno dalle sue parole, ma ho avuto il timore che non avesse recepito l’importanza del messaggio<br />
e che non fosse sceso nella profondità di esso.<br />
Mi sono sentita angosciata.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, rasserenati; tu hai fatto quanto dovevi fare, ora tocca a me provvedere”.<br />
Nel pomeriggio mi telefona don Eugenio per comunicarmi che l’oculista gli aveva detto che l’occhio operato era guarito e<br />
che l’altro migliorava.<br />
Poi mi prega di avvertire la mia amica che egli è senz’altro disponibile per qualsiasi incontro col padre; mi assicura infine<br />
che, in adesione al disegno di Dio, egli non solo è disponibile, ma è pronto ad iniziare subito la stesura della biografia di<br />
<strong>Nicola</strong>.<br />
Ne sono felice e ringrazio il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, ma soprattutto Dio.<br />
Lo stesso giorno sento Gesù che mi dice: “Amo tanto don Eugenio, egli mi è prezioso”.<br />
13 novembre 1987<br />
Stamani una meravigliosa illuminazione che mi viene da <strong>Nicola</strong> o da Gesù stesso, non so:<br />
“<strong>Il</strong> libro su <strong>Nicola</strong> è già pronto; è tutto nella sintesi della sua vita tracciata da te, nel suo diario durante la sua malattia,<br />
nella trascrizione dei suoi colloqui e dei suoi messaggi.<br />
Esso è una testimonianza dell’amore infinito di Dio, della Sua infinita misericordia, del Suo disegno stupendo che si dipana<br />
giorno dopo giorno, con un intervento diretto fatto da Gesù stesso attraverso la Sua Parola, per vie tortuose e terribili che<br />
fa di un uomo un santo, di una sconfitta apparente una grandiosa vittoria, di una morte una resurrezione.<br />
Occorre solo l’avallo di don Eugenio, la sua testimonianza di sacerdote e che il libro veda al più presto la luce. Non può<br />
più attendere.<br />
Anche la guarigione miracolosa di tanti anni addietro di tuo figlio Filippo, da te a suo tempo descritta, è stata una testimonianza<br />
dell’amore misericordioso di Dio, certo il preludio al miracolo di <strong>Nicola</strong>.<br />
Non è tanto importante testimoniare la santità di <strong>Nicola</strong>, quanto rendere gloria a Dio per le Sue opere stupende”.<br />
14 novembre 1987<br />
Pensavo al dottor Stuckler, medico ebreo, nostro <strong>amico</strong> carissimo, che era stato tanto vicino a me ed a Filippo in Canada,<br />
dove ci eravamo recati per la malattia di <strong>mio</strong> figlio.<br />
La mia testimonianza sulla guarigione di Filippo lo aveva profondamente colpito, spingendolo alla ricerca delle verità contenute<br />
nel vangelo di Cristo.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, il valore di una testimonianza è veramente grande; la tua sulla guarigione di Filippo ha fatto di un ebreo<br />
un santo”.<br />
17 novembre 1987<br />
Ieri ho iniziato con don Eugenio il lavoro di riordinamento di tutti gli scritti, perché fosse al più presto pronto, per la pubblicazione,<br />
il libro su <strong>Nicola</strong>.<br />
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Ho avuto l’impressione che don Eugenio fosse perplesso a dare al libro il suo avallo per le critiche alle quali temeva di esporsi<br />
con la sua testimonianza su fatti non sempre facilmente accettabili. Non ho fatto al riguardo alcun commento, ma<br />
la notte mi sono svegliata dando sfogo ad un pianto accorato.<br />
E però è intervenuto <strong>Nicola</strong>: “Mammuzza, non piangere; tutto è nelle mie mani, a meno che non ci sia da parte di Eugenio<br />
un’opposizione recisa”.<br />
Poi rivolgendosi per <strong>mio</strong> tramite a don Eugenio: “Vedi, Eugenio, mentre la biografia di una persona è anche frutto delle<br />
opinioni di colui che la scrive, e del suo modo di vedere la persona stessa nelle sue varie angolazioni, diversa è la testimonianza,<br />
che richiede adesione totale ai fatti seguendo l’ordine cronologico oltre che fedeltà assoluta nella narrazione di<br />
essi, senza omettere nulla, perché risulti chiaro l’intervento straordinario di Dio; solo così essa, la testimonianza, si trasforma<br />
in osanna di ringraziamento e di gloria per le opere meravigliose di Dio stesso.<br />
Tu non puoi addolcire la pillola perché questa verità sia più accessibile ai vari non vedenti, siano essi vescovi o<br />
cardinali, perché se chiusi volontariamente alla luce, sempre la rifiuteranno. Del resto, come puoi far loro accettare la<br />
verità di un morto che parla?<br />
Eppure, se Gesù, nel Suo infinito amore, non mi avesse dato la possibilità di rivelarmi, oggi tutta la mia sofferenza, tutto il<br />
valore della mia offerta, tutto il Suo sconvolgente disegno, sarebbero rimasti un mistero, il mistero di <strong>Nicola</strong> chiuso in una<br />
bara, cui portare solo dei fiori fino a quando il ricordo sbiadito dal tempo avrebbe interrotto anche questo legame<br />
d’amore”.<br />
19 novembre 1987<br />
Ieri sera Filippo mi pregava di chiedere a <strong>Nicola</strong> se Anna, la moglie, doveva o meno chiedere il trasferimento in un altro<br />
reparto del suo ufficio, dato che in quello in cui per ora lavora viene massacrata di lavoro, e lei è molto stanca.<br />
Quella notte <strong>Nicola</strong> mi dice: “Anna deve amare i più”.<br />
Un pò sconcertata chiedo: “Nicò, ma cosa centra l’amore in questo caso specifico?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Vedi, mamma, per risolvere il problema bisogna eliminare la causa più intima e profonda che genera in lei insofferenza<br />
ed a volte anche angoscia.<br />
Solo amando di più riuscirà a trasformare tutte le piccole e grandi contrarietà della vita quotidiana, in atti accettabili e poco<br />
alla volta anche gradevoli e gioiosi; ristabilirà un vero equilibrio affettivo tra lei e i suoi cari un pò compromesso, se ne<br />
avvantaggerà la sua salute, dormirà la notte e saprà accettare più serenamente il lavoro d’ufficio.<br />
Credimi, un ufficio vale l’altro; il nemico le sarà sempre alle costole, deve essere sempre vigile, pronta a rintuzzare gli attacchi;<br />
quando sentite che qualcuno, che vi vuole male, cerca di entrare in casa vostra, il vostro impulso istintivo ed immediato<br />
non è quello di sprangarvi dentro? E se è già dentro, non fate di tutto per buttarlo fuori, anche gridando aiuto?”.<br />
29 novembre 1987<br />
Saper riconoscere il segno dei tempi.<br />
L’uomo è formato di anima e di corpo; l’anima e lo spirito permeano di sé la materia, condizionandola, così come la materia<br />
condiziona e limita lo spirito; l’una e l’altra si intersecano e si completano a vicenda.<br />
Dalla perfetta armonia di questi due elementi nasce l’uomo completo, capace di vivere la sua stessa natura, ma con lo<br />
spirito riconoscente e fedele al Creatore.<br />
Quando uno di questi elementi soverchia l’altro, si ha un uomo imperfetto, non certamente quale Dio lo ha voluto. La materia<br />
dunque aiuta lo spirito a rivelarsi, ecco perché l’uomo ha bisogno di segni, segni esteriori che aiutino non solo a far<br />
conoscere l’esistenza stessa del pensiero, pensiero che è espressione dello spirito, ma a farlo recepire ad altri esseri formati<br />
anch’essi di anima (spirito) e di materia (corpo). Quindi il corpo attraverso i segni esteriori trasmette tutto ciò che<br />
nel profondo l’anima sente, crede, ama.<br />
<strong>Il</strong> segno della croce ti rivela che quell’uomo è un seguace di Cristo, attraverso quel segno tu lo individui tra una folla enorme<br />
di altri credenti appartenenti ad altre religioni.<br />
<strong>Il</strong> segno visibile dell’Eucaristia è il pane ed il vino che il sacerdote consacra, il segno visibile del battesimo è l’acqua, della<br />
cresime l’olio santo etc..<br />
Ma anche nella vita comune, sociale di ogni giorno è assolutamente indispensabile il segno.<br />
Cos’è la firma se non il segno visibile, se non l’accettazione di una determinata cosa, la nostra esplicita volontà che si rivela<br />
attraverso qualcosa di tangibile?<br />
Oggi il superuomo sorride ironico al credente che, entrando in Chiesa mette il dito nella pila dell’acqua santa e si segna, o<br />
che beve l’acqua scaturita miracolosamente in qualche luogo benedetto perché essa lo guarisca dai suoi mali; non comprende<br />
nel suo chiuso razionalismo come quell’acqua sia un segno visibile di una fede profonda che mette in moto la potenza<br />
liberatrice di Dio Padre, la potenza salvatrice di Gesù Figlio e l’opera costante dello Spirito.<br />
E Maria? Questa Madre soave e sollecita, sempre implorante per noi non è Lei che si manifesta attraverso segni concreti:<br />
l’acqua a Lourdes, e recentemente ad Ulzio e con i segni nel sole etc.?.<br />
Dio vuole arrivare a colpire la nostra povera materia, ad attrarre la nostra attenzione tanto fuorviata da tutto ciò che è<br />
materiale, che è carne, per arrivare allo spirito, e noi ridiamo dal suo operare, noi superuomini cerchiamo di spiegarci<br />
tutti i fenomeni in chiave sempre naturale, in chiave scientifica, come a volergli dare una lezione per la Sua dabbenaggine.<br />
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Non si capisce se critica Dio che si serve di questi mezzucci per arrivare all’uomo ed in questo caso implicitamente ammette<br />
che quei segni vengono da Dio, o critica il credente che li ritiene veri e quindi validi ed in questo caso non fa che<br />
mettere in evidenza la sua mancanza di fede. Eppure Gesù si è servito del fango per guarire un cieco nato!<br />
Forse l’Autore della vita aveva bisogno del fango per guarire il cieco nato?<br />
Scorgere i segni nella nostra stessa vita, perché niente è casuale negli avvenimenti che si susseguono giorno dopo giorno;<br />
individuare il disegno di Dio per ciascuno di noi; con umiltà cercare di non opporci ad esso perché disegno d’amore; non<br />
dimenticare che Dio non ci impone mai la sua volontà e che gli artefici del nostro destino siamo soltanto noi.<br />
Se possedessimo soltanto un pò d’umiltà, riusciremmo forse a scorgere i segni dei tempi; quelli di ieri che ci aiuterebbero<br />
meglio a capire quelli attuali, quelli di oggi; vedremmo il perché di tanta angosciosa sollecitudine di Maria SS.ma nostra<br />
vera Madre, che appare in varie parti del mondo col Suo SS.mo corpo glorificato, ma corpo vero fatto di carne e di sangue<br />
per parlare al nostro spirito ma anche al nostro corpo così schiavo di tutto ciò che è materia, e come ci renderemmo conto<br />
che non possiamo più farneticare con inutili sofismi perché tutto è estremamente urgente, che non possiamo più perdere<br />
tempo, che dobbiamo semplicemente credere e lasciarci guidare con umiltà, sì con umiltà.<br />
O <strong>mio</strong> Signore, ridacci la semplicità dell’infanzia per comprendere meglio il grande dono dei segni che Tu ci dai.<br />
30 novembre 1987<br />
Durante la notte mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, soffro tanto perché mi manchi”.<br />
E <strong>Nicola</strong>: “No, mamma, il tuo dolore è ancora più profondo, perché senti che il tuo amore è impotente e non suscita nei<br />
tuoi figli altrettanto amore, ed hai paura che il tuo amore, non alimentato, si congeli come già allora; l’invocazione che tu<br />
lanci continuamente a Gesù ed al Padre: Insegnami ad amare, Tu che sei l’amore, racchiude in sé un’altra invocazione:<br />
Signore fa che mi amino. Comprendi, mamma? Tu non soffri perché hai perso un figlio, al contrario, hai guadagnato<br />
un figlio, perché nessun figlio sulla terra, fosse pure il migliore, amerà la sua mamma come io ti amo.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> amore è totale, ti avvolge tutta, ti consola, ti guida, ti segue, ti protegge ed allontana da te i pericoli, è previdente,<br />
è completo; io vivo con te e con te spazio nell’eternità; ti parlo e tu mi ascolti anche se il buio di una stanza come in questo<br />
momento, in cui senti perfettamente quanto ti io dico, anche se non mi vedi; e ti aiuto nelle piccole cose.<br />
Pensi che io non ti baci e non ti accarezzi?. Ti sbagli; io ti copro di carezze, mammuzza mia”.<br />
“Nicò, ma io vorrei accarezzare i tuoi capelli che erano così belli”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non pensare al <strong>mio</strong> corpo”.<br />
“Nicò, ma non mi hai detto che il tuo corpo è integro?”.<br />
<strong>Nicola</strong> come se sorridesse: “Sì, mamma, è integro, e si conserva abbastanza bene, fin quando a Dio piacerà”.<br />
E poi: “Mamma, Antonella è proprio sciocca; potrei darle tutto l’amore di cui ha tanto bisogno, un amore che investirebbe<br />
il suo spirito e lo renderebbe sereno, ad anche perché no, felice mentre lei mi allontana da sé; certo, non posso darle un<br />
amore fisico, ma credimi quello è solo una componente, non è tutto,anzi è proprio il contrario”.<br />
Ed ancora: “Mamma, tu continui a pregarmi di venire in aiuto a Carla che è ancora in preda alla disperazione e non si rassegna<br />
alla perdita della figlia morta in così tenera età.<br />
Telefona a lei e dille che apra il suo cuore a Lauretta che continuamente bussa al suo cuore di madre; ella non può trincerarsi<br />
nella certezza assurda che i morti sono morti e che niente rimane di loro, perché noi siamo vivi mentre i veri morti<br />
siete voi quando uccidete la fede, la speranza, l’amore”.<br />
“Nicò, povera Margherita, a volte mi chiedo in che cosa ho mancato”.<br />
“Mamma, non pensare più al passato, tanto ormai non puoi farci niente, aiutala piuttosto con la preghiera“.<br />
“Nicò, ti ha amato?”. “Si, mamma, anche se a modo suo”.<br />
Improvvisamente mi rivolgo a <strong>Nicola</strong> ricordandogli che sour Lucy e suor Lucia, la veggente avevano tanto pregato per lui.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Lo so, mamma, che hanno pregato per me; il nome Lucia è apportatore di luce, così sono loro”.<br />
E poi: “Mamma, voglio ancora una volta ripetere che la sofferenza umana, il dolore, se non viene offerto, produce ancora<br />
più danni; solo se offerto in unione a Cristo si trasforma in purificazione e riscatto.<br />
Mamma è grande il dono che Gesù ci ha fatto, di poter comunicare, credimi”.<br />
“Nicò, adesso che fai, te ne vai?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, guarda che sei tu che ti stanchi; io non mi stanco, possiamo stare così vicini quanto tu vuoi”.<br />
Allora abbiamo pregato insieme per i nostri defunti e in maniera particolare per Margherita e per i nonni. Ho sentito la sua<br />
partecipazione profonda, profondissima, specialmente quando nominavo i nonni.<br />
2 dicembre 1987<br />
Ieri non avevo fatto altro che rivolgermi a <strong>Nicola</strong> per la vista di don Eugenio, ma egli non mi rispondeva: era solo silenzio.<br />
Notavo però che il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> mi si manifesta chiaramente quando il suo pensiero non è condizionato dal <strong>mio</strong>. Così è stamattina.<br />
Gli chiedo: “Nicò, cosa possiamo fare per don Eugenio, che ancora non guarisce, che non può leggere bene ed incontra<br />
difficoltà anche per il lavoro che ti riguarda?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, la parte più vulnerabile del suo corpo sono gli occhi e lì il nemico lo attacca”. “Nicò, ma tu non puoi implorare<br />
il Padre e Gesù per lui?”.<br />
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<strong>Nicola</strong>: “Mamma, una volta ti ho detto che siete voi stessi che condizionate il nostro operato. Mi spiego: la guarigione del<br />
corpo va di pari passo con quella dello spirito; mentre Satana si serve del corpo per abbattere lo spirito, Dio si serve del<br />
corpo, ma per elevare lo spirito.<br />
É l’eterna lotta in cui voi siete i veri protagonisti, ecco perché ti dicevo che siete solo voi che determinate la nostra vittoria<br />
o la nostra sconfitta.<br />
Don Eugenio deve essere forte, indipendente, distaccato”.<br />
Lì per lì non riuscivo a capire il significato della parola indipendente e mi crucciavo per questo. <strong>Nicola</strong> mi viene in aiuto:<br />
“Mamma, vuol dire libero da condizionamenti”.<br />
Continuo a noi capire fino a quando <strong>Nicola</strong> non mi illumina con la frase:<br />
“Eugenio è calato nel covo del Sinedrio”.<br />
3 dicembre 1987<br />
Mi rivolgo al <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>: “Aiutami, <strong>Nicola</strong>, affinché nel trascrivere quello che tu questa notte mi hai rivelato circa la grande<br />
purificazione che investirà l’umanità intera, io ti sia fedele, se non nelle precise parole, nel significato di esse”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami, io parlo direttamente al tuo cuore, e non c’è niente di più intimo, profondo e vero, perché anche<br />
tu mi ascolti col cuore; il nostro è un rapporto viscerale tra madre e figlio, come lo era quando ero ancora nel tuo seno;<br />
esso suscita ondate di amore, di sensibilità, di tenerezza che investono i nostri affetti più cari, e che man mano si estendono<br />
in giri concentrici sempre più vasti; la tua intelligenza è chiamata solo a registrare queste verità, questi impulsi<br />
per poterli poi ricordare.<br />
Non dubitare mai della veridicità delle mie parole, mamma.<br />
Vedi, mamma, tutte le volte che ti si parla di Grande tribolazione tu ti turbi, temi di trovare contraddizioni, vuoi saperne<br />
di più. Eppure sai bene che da molto tempo questo annunzio, questo ammonimento risuona in tutte le parti del mondo,<br />
gridato da anime prescelte, da anime veggenti, e la loro voce è identica come proveniente da tanti ripetitori.<br />
Anche a te, parecchio tempo fa, è stata affidata questa rivelazione.<br />
Non c’è contraddizione alcuna, stanne certa.<br />
Non volerne sapere di più, sii serena e fiduciosa, perché anche questa è fede.<br />
Sappi che non di castigo si tratta, ma di purificazione, perché fa parte di un disegno d’amore di Dio ed è un atto d’amore.<br />
Ti dicevo che il grande trionfo di Maria SS.ma consiste appunto nell’avere strappato a Satana una moltitudine immensa di<br />
anime, che per i loro peccati già si avviavano alla dannazione eterna; restano i veri perversi, i negatori di Dio che rifiutano<br />
ogni misericordia; per loro la tribolazione si trasformerà in castigo, perché così hanno voluto.<br />
Adesso, mamma, sii ferma nella fede e soprattutto nella speranza; nessun avvenimento ti turbi, io ti sono vicino, vi guiderò,<br />
vi prenderò per mano e nulla vi accadrà, siine certa!”.<br />
4 dicembre 1987<br />
<strong>Nicola</strong> ad Antonella per il <strong>mio</strong> tramite: “Antonella mia, tu mi chiami, mi invochi, cerci da me aiuti, miracoli; ma cosa posso<br />
darti di più che non ti ho dato?<br />
Nella mia lunga e penosa sofferenza, io vedevo solo te, il tuo bene, tu eri il centro dei miei pensieri; per te io offrivo a Gesù<br />
ogni mia angoscia, ogni <strong>mio</strong> spasimo, e dall’amore immenso che sentivo per te traevo la forza per non mollare, per arrivare<br />
fino in fondo e per te ho immolato la mia vita. Ti ho indicato una strada, una strada che io ho percorso per te, per<br />
dimostrarti che era l’unica, ma tu non l’hai seguita; era lì il segreto della vittoria, della rivincita.<br />
Hai cercato sostitutivi, cose fatue che ti stordissero e sapevi bene che avrebbero solo inaridito il tuo cuore, rendendoti apatica<br />
ed indifferente a tutto, piena di contraddizioni; aspetti tutto dall’alto, ma tu non fai un passo, eppure noi operiamo<br />
nella misura in cui voi cooperate con noi. Niente vi viene imposto, neppure la gioia, neppure la felicità, dovete cercarla,<br />
dovete con umiltà chiederla. Non pensare che la gloria di cui ora sono in possesso, mi sia stata offerta su di un piatto<br />
d’argento.<br />
Desideri che nella tua vita ci sia un uomo, che la tua vita abbia uno scopo; ma non hai bisogno di un uomo qualsiasi, hai<br />
bisogno di un vero compagno che ti ami e ti sostenga per il resto dei tuoi giorni, di un uomo che non ti faccia rimpiangere<br />
me; e questo sarà per te un grande dono, Antonella, ma tu l’avrai solo se ti avvierai per la strada che io ti ho indicata e<br />
che porta al Dio di ogni bene.<br />
Adesso promettimi che non ti allontanerai da me, perché sono io la tua salvezza, non dubitare più della mia vicinanza; io<br />
ti ascolto, ti sento, tu parlami chiudendo gli occhi; i nostri spiriti si incontreranno così, ma devi crederlo”.<br />
9 dicembre 1987<br />
E da qualche giorno che prego per i defunti insieme a <strong>Nicola</strong>, notando come la mia preghiera acquisti una forza che prima<br />
non aveva.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> me ne dà la spiegazione: “Vedi, mamma, quando preghiamo assieme ed uniti a Gesù, noi uniamo il Cielo<br />
alla terra.<br />
La nostra preghiera investe anzitutto la persona per la quale preghiamo, ma poi si dilata in cerchi concentrici sempre più<br />
vasti, investendo prima i parenti più prossimi, per arrivare dopo a tutte le anime dei defunti, di tutti coloro che muoiono in<br />
tutte le parti del mondo.<br />
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Per esempio, al cimitero di Sabaudia la nostra preghiera parte da me e da te ed investe prima quelli che mi stanno accanto<br />
e poi tutte le anime di quel piccolo cimitero”.<br />
Chiedo un pò confusa: “Nicò, ma c’è un nesso tra l’anima che si purifica nel Purgatorio ed il corpo che giace nel cimitero<br />
forse dissolto da tempo?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, non dimenticare che l’entità dell’uomo è composta di anima e di corpo che, pur essendo distinti<br />
tra loro, non esiste l’una se non esiste l’altro.<br />
L’anima che si purifica in Purgatorio non purifica solo se stessa, ma anche il corpo che è rimasto ancora sulla terra in attesa<br />
della resurrezione.<br />
Ecco perché i cimiteri sono definiti dalla Chiesa luoghi santi”.<br />
Mi turba un altro pensiero; ed i corpi dei dannati? Non tutti si salvano.<br />
Sento <strong>Nicola</strong> restio a chiarire questo punto; forse anch’io non sono pronta.<br />
Certamente egli prova dolore a questo pensiero.<br />
12 dicembre 1987<br />
Don Eugenio mi aveva pregato di chiedere a <strong>Nicola</strong> come doveva comportarsi con quel gruppo di persone che egli riuniva<br />
da tempo in preghiera, dato che si era accorto che qualche cosa non andava per delle incomprensioni che erano sorte in<br />
seno al gruppo stesso, sicuramente per l’influsso di forze negative.<br />
Voleva sapere, in particolare, se doveva allontanarsi dal gruppo sia pure momentaneamente.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Eugenio tu non puoi allontanarti neppure per un periodo brevissimo dal gruppo, perché il tuo stato sacerdotale è<br />
difesa e protezione per lo strumento; esso, inoltre, assicura la sopravvivenza del gruppo.<br />
Devi fare così; prima prega tu, poi inizia la riunione con una preghiera comunitaria esorcizzante, in modo da costringere<br />
il nemico a rivelarsi ed ad uscire allo scoperto.<br />
<strong>Il</strong> pericolo non è quando Satana terrorizza ed incute paura dall’esterno, ma quando agisce dall’interno; è allora che egli<br />
distrugge le anime”.<br />
14 dicembre 1987<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>: “Mamma, l’altro giorno mi hai chiesto quale è il destino dei corpi dei dannati; non sono stato io a non volerti<br />
rispondere, ma eri tu che non eri pronta ad ascoltarmi.<br />
Adesso stai attenta ed ascoltami.<br />
Quando moriamo, l’anima, questa infinitesima particella del pensiero creativo di Dio che ha vissuto in noi l’esperienza terrena,<br />
se in armonia perfetta col Creatore, ritorna alle origini, attratta dall’onda infinita del Suo amore. Essa diventa parte<br />
integrante di questo amore e rientra in possesso di tutte le prerogative che le erano state donate fin dall’inizio. In Dio<br />
l’anima conosce il futuro, non ha più limiti di tempo e di spazio, può trovarsi contemporaneamente in Cielo, in terra, in<br />
ogni luogo, adorante, osannante davanti al trono della SS.ma Trinità o presso gli infermi degli ospedali per sostenerli e<br />
confortarli nella loro sofferenza o aiutarli a morire; come la mia anima che può allo stesso istante essere accanto a te, o<br />
vivere a Sabaudia nei luoghi che in vita ho amato e che continuo ad amare.<br />
Già altre volte ti ho detto che l’amore, che porto per quei luoghi, dove spesso mi diletto ad andare in spirito, specie quando<br />
ci siete voi, non è lo stesso di quello che sentivo allora quando esso era legato a considerazioni di utilità; ora è solo un<br />
osanna al Creatore, una continua adorazione attraverso la natura, un ringraziamento ininterrotto.<br />
E l’amore che sento per ciascuno di voi è tutt’altra cosa rispetto a quello che provavo allora.<br />
Ma a tutto questo si arriva solo se si è riusciti a recidere tutti i legami che ci tenevano avvinti alla terra, siano essi materiali<br />
o affettivi, in un’offerta che va oltre la vita.<br />
Ti dicevo che con la morte nulla mi è stato tolto, che anzi ogni mia facoltà è stata potenziata all’infinito, come l’amore per<br />
ciascuno di voi, per le opere di Dio, per il <strong>mio</strong> stesso corpo, che io guardo con infinita riconoscenza perché da esso molto<br />
bene mi è venuto e nulla di male mi potrà più venire.<br />
In contrapposizione a quanto sopra, ti dirò delle altre anime che, per loro grande sventura, sono state sorprese dalla morte<br />
in stato di disgrazia. <strong>Il</strong> tuo cuore si rattrista, mamma, a tale pensiero, ma è una realtà, una terribile realtà anche questa.<br />
<strong>Il</strong> loro spazio è ristretto; non nel Cielo da cui essi sono esclusi, no nel Purgatorio, dove le anime, pur soffrendo tanto, vivono<br />
nell’amore, nel desiderio e nella certezza di possedere un giorno Dio, ma vagano dall’Inferno a quei luoghi nei quali<br />
si consumò la loro ultima tragedia, sempre attratti da essi, in un odio senza fine”.<br />
17 dicembre 1987<br />
Ieri, per tutto il giorno, ho cercato la copia di una mia lettera, diretta a fin di bene, a persona irretita dal nemico, ma non<br />
sono riuscita, con disappunto a trovarla.<br />
Volevo mostrarla alla mia amica Maria Pia.<br />
<strong>Nicola</strong> mi dice: “Mamma, non ti ostinare a cercarla nello studio, tanto non c’è e ti arrabbieresti inutilmente, le troverai tutte<br />
in cielo”.<br />
Questa mattina <strong>Nicola</strong>: “Mamma, gli scritti che vengono a te o direttamente da Gesù o dettati da me, sono perle preziosissime<br />
e sono dono anche per te, e tu dovresti averne grandissima cura”.<br />
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Era un rimprovero per aver smarrito quella lettera e forse altre. Ne ho provato un grande dolore e ho pregato <strong>Nicola</strong> di<br />
farmele trovare, se possibile, o di dettarmele ancora una volta.<br />
Poi <strong>Nicola</strong> mi dice: “Mamma, tutto quello che viene a voi dall’alto, ammonimenti, consigli o anche rimproveri, non sono<br />
che atti d’amore. Se la persona a cui sono diretti, ne prende consapevolezza e viene stimolata al pentimento, essi si trasformano<br />
in purificazione e riscatto, ma se comunicati ad altri suscitano in voi commenti, si trasformano in giudizi, mentre<br />
Gesù dice Non giudicate se non volete essere giudicati “.<br />
18 dicembre 1987<br />
<strong>Nicola</strong> stamani: “Ascoltami, mamma, Dio ama di un amore particolarissimo e sofferente le anime che si trovano intrappolate,<br />
sia pure per loro colpa, nella rete di Satana; queste anime implorano aiuto ed il loro grido angosciato è perfettamente<br />
recepito dal Suo cuore di Padre e dal cuore di Gesù, che per esse ha dato la Sua vita in una sofferenza senza fine.<br />
Voi, mamma, non potete non amare queste anime se dite di amare Gesù, perché vi allontanereste dal Suo amore; mi<br />
comprendi mamma?<br />
Se le parole che escono dalla loro bocca vi feriscono, voi pensate subito che è il vostro stesso nemico che le costringe a<br />
pronunciarle per ferire ad abbattere voi; non prestatevi al suo gioca perverso, ma amate queste anime più di voi stessi<br />
siano esse vostri figli e estranei, aiutando Gesù, con tutti i mezzi che Egli stesso vi suggerisce e mette a vostra disposizione,<br />
affinché in nessun modo possiate essere divisi o allontanati dal Suo amore”.<br />
21 dicembre 1987<br />
Stamattina grande conversare col <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> in una comunione quasi sensibile, tanto lo sentivo vicino.<br />
“Nicò, ti ricordi quando venivi a prendere il caffè da noi?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì, mamma, e lo facevi sempre leggero con la scusa che ti faceva male, mentre a me piaceva forte”.<br />
E poi: “Mamma, stamani ti voglio illuminare su verità che sarebbero fin troppo ovvie, se vi avvicinaste ad esse con fede<br />
profonda e col desiderio vivo di conoscenza, verità che la superficialità con cui vengono a volte trattate, fa apparire sotto<br />
forma, a dir poco, di fantascienza.<br />
<strong>Il</strong> senso del gusto, come del resto tutti gli altri sensi, è prerogativa del corpo, ma non per questo lo spirito ne è escluso,<br />
perché essendo lo spirito parte integrante del corpo, esso prova gioia, soddisfazione e benessere nel gustare un buon<br />
piatto e queste sensazioni le trasmette al pensiero che le memorizza, per poi ricordarle.<br />
Ti porto un esempio: quando tu mi preannunciavi che a pranzo avrei trovato il ragù, quello del tuo paese, che tanto mi<br />
piaceva, io in quello stesso momento ne sentivo già la fragranza e provavo le stesse sensazioni come se lo stessi gustando,<br />
ma in realtà dovevo ancora mangiarlo. Questo per dirti che lo spirito partecipa ad ogni atto che il corpo compie e tutto<br />
ciò in una sintonia perfetta.<br />
Ti ho tante volte ripetuto che, con il distacco dal corpo lo spirito non viene depauperato dalle prerogative inerenti alla sua<br />
natura, che vengono, anzi potenziate.<br />
Comprendi ora che quando ti dico che io vivo la vostra stessa vita, tale mia affermazione rientra in una logica perfetta?<br />
Quando tu prendi il caffè, ed io risono accanto, anche se materialmente non posso ingerire quel liquido, provo le stesse<br />
sensazioni come se lo bevesi insieme a te; e così quando vi sedete a tavola e mangiate quelle pietanze che tanto mi piacevano”.<br />
“Nicò, ti ricordi il sapore buono delle pietanze che ti piacevano, ma se io porto a tavola pietanze che si sono un pò bruciacchiate,<br />
tu che fai?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, come sei ingenua! Credi che io non mi accorga che si stanno bruciando? Quante volte ti chiamo, per ricordarti<br />
di spegnere in tempo il fuoco, ma tu non mi senti”.<br />
“Nicò, e se noi mangiamo una nuova pietanza che tu non hai mai assaggiato?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Ma ne conosco gli ingredienti e comprendo benissimo a che sapore corrispondono; anzi ti dirò che, quando combinate<br />
dei pastrocchi e mettete degli aromi che non legano con quel determinato cibo, voi non ve ne rendete conto, ma io<br />
sì”.<br />
“Nicò, questa mattina mi fai proprio ridere, ma dimmi e le anime del Purgatorio?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, le anime del Purgatorio partecipano alla vostra stessa vita nella misura della loro purificazione. Esse sono<br />
esenti da peccati perché Gesù, nel perdonarli, li ha loro rimessi col suo stesso sangue, ma esse debbono distaccarsi da<br />
tutti i ricordi e da tutti gli affetti terreni che hanno contribuito a ferire Dio, fino a quando, rese terse e pure, non saranno<br />
in grado di accogliere nella sua interezza l’amore di Dio, e in Lui riamare, con spirito nuovo, oggetti e persone che appartennero<br />
loro nell’esperienza terrena.<br />
Per farti comprendere meglio ti porto un paragone banale; se in un bicchiere di cristallo c’è ancora del vino, perché tu<br />
possa assaporare dell’ottimo cognac, devi non solo buttar via il residuo di vino, ma devi sciacquare bene il bicchiere perché<br />
diventi terso ed in grado di trasmettere l’aroma speciale del cognac che altrimenti andrebbe perduto.<br />
Così è delle anime del Purgatorio”.<br />
“Nicò, sei contento che andiamo da <strong>mio</strong> fratello il 24 dicembre?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Certo, mamma, io sono con voi tutti, e ti dirò di più; mentre prima il <strong>mio</strong> animo, spesso non sereno, non era in<br />
grado di godere appieno dell’incontro coi parenti, perché di ognuno di essi ricordavo qualche cosa di negativo nei miei<br />
confronti, ora, immerso come sono nell’amore universale, la mia gioia è completa”.<br />
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24 dicembre 1987<br />
É da ieri mattina che mi crucciavo per non essere riuscita a mettere su carta quanto <strong>Nicola</strong> mi aveva fatto comprendere<br />
circa la paternità reale, e non solo adottiva, di Dio nei nostri confronti. Ma ora eccomi pronta.<br />
Mi diceva <strong>Nicola</strong>:”Mamma, la nostra anima è quella infinitesima particella del pensiero creativo di Dio, che si stacca da Dio<br />
stesso, nel momento della creazione, per abitare il corpo di ciascuno di noi, ed il corpo fa anch’esso parte della Sua creazione.<br />
Così, come il padre naturale, l’uomo, attraverso un piccolissimo frammento del suo corpo, dà origine ad un nuovo essere,<br />
il figlio, ed egli è realmente padre a tutti gli effetti, così è di Dio nei nostri riguardi. Ma l’uomo col peccato ha infranto<br />
questo rapporto di figliolanza con Dio, ed ecco il Figlio Suo, Gesù, che con la Sua umanità riallaccia l’uomo al Padre, e col<br />
Suo sangue, rende possibile il ritorno dell’uomo alle origini da cui è scaturito.<br />
L’uomo, in Dio, ritorna ad essere parte integrante del suo spirito che è l’Amore, e quindi con Lui condivide tutta la luce, la<br />
gioia, la felicità come vero figlio, e non come figlio adottivo”.<br />
26 dicembre 1987<br />
<strong>Nicola</strong> a don Eugenio per il <strong>mio</strong> tramite, rispondendo ad alcuni suoi interrogativi:<br />
“Che ti importa, Eugenio, di conoscere dove stanno i tuoi parenti defunti?<br />
Questa è solo mera curiosità; la tua preghiera di sacerdote deve abbracciare tutte le anime del Purgatorio”.<br />
E poi: “Eugenio, la tua testimonianza su quanto state scrivendo di me deve essere completa, totale e senza reticenze; il<br />
tuo nome deve risultare per intero, specialmente in quei punti nei quali vengono messi in evidenza i chiaro-scuri della tua<br />
personalità, perché la testimonianza stessa risulti più incisiva, più vera e quindi più accettata da chi deve leggere, più<br />
gradita a Dio che te ne renderà merito”.<br />
28 dicembre 1987<br />
Mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>: “Troppo grande, <strong>Nicola</strong> <strong>mio</strong>, è la luce che mi viene da te, stamani, sulla reale paternità di Dio nei nostri<br />
confronti, a chiarimento di quanto mi hai rivelato qualche giorno addietro, luce che investe la mia povera intelligenza,<br />
causandomi un vero sconvolgimento”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Dio non ci ha creati, ma ci ha generati nello spirito, come ha generato il Suo Figlio unigenito, Gesù. Creare vuol<br />
dire trarre dal nulla e Dio ha creato la materia; ma lo spirito, eterno e incorruttibile, fa parte di Dio stesso, è Dio stesso,<br />
ecco perché siamo a Sua immagine.<br />
La nostra anima, ti dicevo, è quella infinitesima particella di Dio, che si stacca dal Suo Spirito attraverso un atto d’amore e<br />
genera un altro essere vivente. Portavo a conoscenza del tuo intelletto, come lo stesso avviene nell’uomo, il quale, attraverso<br />
un piccolissimo frammento del suo corpo, che non è solo materia, ma anche spirito perché in esso sono racchiusi<br />
tutti gli attributi inerente allo spirito, tutta direi la storia della sua genesi che, attraverso quel frammento che fa parte di<br />
sé, trasmette ad un altro essere a lui somigliante, generandolo anch’esso in un atto d’amore.<br />
Tu sai che nel Credo, riferendoci a Gesù testimoniamo che Egli è Figlio di Dio, generato, non creato, della stessa sostanza<br />
del Padre, e che è da sempre, come lo è il Padre, al quale è unito dall’amore; affermiamo inoltre che Gesù, pur essendo<br />
come il Padre, non è il Padre, ma una persona ben distinta dal Padre, come lo è la creaturina che nasce dall’uomo attraverso<br />
il connubio con la donna, creaturina alla quale egli dà spirito e corpo, ma che è un’entità a se stante. Adesso puoi,<br />
forse, comprendere meglio, ricordando la sofferenza che hai provata per il <strong>mio</strong> distacco da te e che ha investito, non solo<br />
il tuo spirito, ma anche la tua carne, lacerandola nelle sue più profonde fibre, quale sia l’entità della sofferenza di Dio Padre,<br />
per il distacco dal Suo Amore, di un figlio che lo rifiuta liberamente e che si perde per sempre e quale immensa infinita<br />
gioia pervade il Suo Spirito, quando un Suo figlio, attraverso lotte e sofferenze, torna a far parte di Lui.<br />
Forse puoi meglio comprendere perché Dio Padre, per salvare gli altri Suoi figli, che si perdono a causa del peccato, abbia<br />
inviato il Suo Primogenito, Lui, il purissimo, il Ss.mo ad una orrenda ed ignominiosa morte sulla Croce.<br />
Sì, mamma, la luce che ti comunico è troppo intensa per il tuo spirito così imbrigliato nella materia, e tu fai fatica a comprenderla,<br />
ad esprimerla con parole tue; ecco perché cerco di centellinartela poco alla volta, perché non ti soverchi.<br />
Adesso stammi vicino, come lo sono io a te”.<br />
“Nicò, nella Genesi è detto che Dio creò l’uomo? É forse errato?”.<br />
“No, mamma, perché questa nuova entità, l’uomo, fatto di materia e di spirito, spirito che coabita, che permea di sé la<br />
materia, è una creazione di Dio a differenza dei puri spiriti, gli angeli, che sono generati dallo Spirito di Dio, come la nostra<br />
anima, ma che non hanno corpo.<br />
Ma, se questo concetto è esatto, è però riduttivo, perché non chiarisce come, in realtà, lo spirito che coabita col corpo e<br />
ne fa un uomo, non è stato creato, ma è una particella di Dio stesso e quindi eterna, come Lui.<br />
Ecco perché ti feci scrivere l’altro giorno: Signore, da quando sono presente al Tuo Spirito Creativo? E la risposta<br />
fu: da sempre”.<br />
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30 dicembre 1987<br />
Don Eugenio mi aveva pregato di chiedere a <strong>Nicola</strong> quale dovesse essere il suo comportamento nei confronti di E.., una<br />
giovane che egli seguiva in qualità di direttore spirituale e che gli dava delle preoccupazioni.<br />
<strong>Nicola</strong> stamani: “Don Eugenio verso E.. deve usare molta carità e dolcezza.<br />
Egli sbaglia se pensa che queste Anime siano autosufficienti; esse hanno bisogno di comprensione, di amore e di protezione;<br />
sono come il cristallo, basta una vibrazione non pò forte per infrangerle. Deve essere roccia e rifugio”.<br />
<strong>Nicola</strong> stamani: ”Mamma, riguardo alla paternità reale di Dio nei nostri confronti voglio portarti un altro esempio. Qualsiasi<br />
invenzione dell’uomo nasce in un primo momento come idea e viene puntualizzata fin nei minimi particolari dal pensiero<br />
creativo dell’inventore, il quale solo quando il suo progetto è ben definito lo trascrive in segni, ne fa un disegno, che poi<br />
egli stesso od altri realizzerà.<br />
Egli è solo l’autore dell’invenzione che gli appartiene, egli ne è il padre e perfino la legge tutela questo suo diritto.<br />
Cos’ è Dio e, poiché il Suo pensiero è eterno, il Suo progetto su ciascuno di noi è eterno; noi eravamo presenti al Suo Spirito<br />
quando creava il firmamento per noi, le stelle, la terra, i fiori, il mare, le spiagge, tutto in funzione di noi, comprendi?.<br />
Ecco perché in Cielo si è fatto festa per il <strong>mio</strong> ritorno alla Casa del Padre; ritorno della Sua creatura che Gli apparteneva<br />
da sempre”.<br />
30 dicembre 1987<br />
Avevo constatato come mia sorella Irene si fosse prodigata fini all’inverosimile e con vera e cristiana dedizione, al capezzale<br />
della figliuola di una sua amica, da molti anni costretta a letto per una grave ed incurabile malattia, ed ormai prossima<br />
alla fine; facevo delle amare considerazioni su quanto poco io ho dato e do al prossimo in opere concrete di carità e<br />
ne soffrivo intensamente.<br />
É intervenuto <strong>Nicola</strong> dicendomi: “Mamma, sii serena, non rattristarti; lascia che sia la Sapienza Divina a stabilire cosa<br />
chiederti.<br />
Gesù fin dall’inizio ti ha chiesto di essere voce e non apostolo, e tu come voce hai reso testimonianza. Ascolta solo la Sua<br />
Parola e sii ad essa fedele.<br />
Ti chiede di essere anima di fede, di essere lampada, di essere fortezza”.<br />
1 gennaio 1988<br />
É ancora <strong>Nicola</strong> che mi parla:<br />
“Mamma, servendomi di similitudini perché tu possa comprendere meglio, desidero illuminarti ancora sulla vera identità di<br />
Dio, come Padre, rispondendo, sia pure indirettamente, a don Eugenio che si era posto degli interrogativi sul cosiddetto<br />
panteismo. Ascoltami bene!<br />
Tu, in occasione di queste feste, hai comprato dei fazzoletti di seta pura firmati Ermes che desideri regalare a persone a<br />
te care; fazzoletti con disegni esclusivi, bellissimi, che rivelano la creatività e la bravura dell’artista, il cui stile è personale<br />
e inconfondibile; ogni fazzoletto è firmato e l’artista ne ha l’esclusiva.<br />
Tu, però, non puoi confondere il fazzoletto con Ermes che ne è l’autore; sarebbe come ridurre colui che ha creato<br />
l’oggetto ad un semplice fazzoletto, anche se, attraverso l’opera, puoi farti un’idea di coli che lo ha ideato e creato.<br />
Così è Dio che crea il cosmo, la natura tutta con le sue infinite bellezze, ed ogni cosa, sia che appartenga al macrocosmo<br />
o al microcosmo, tutto porta l’impronta della Sua infinita perfezione e bellezza e soprattutto del Suo infinito amore che<br />
tutto coordina ed armonizza.<br />
E tu, certo, non puoi confondere Dio che è il Creatore con l’oggetto del Suo creato”.<br />
3 gennaio 1988<br />
Stamani ancora <strong>Nicola</strong> con altre illuminazioni.<br />
“Vedi, mamma, le verità che man mano ti rivelo, sono come dei piccoli tassellini che, presi in se stessi, nulla o poco ti<br />
possono rivelare dell’insieme di questo disegno travolgente che è l’amore di Dio Padre per noi, anzi a volte, possono creare<br />
dubbi e perplessità; ogni tassellino deve raggiungere quel determinato spazio, e solo quando tutti sono al loro posto, si<br />
potrà scorgere ed ammirare l’insieme del disegno che ha una sola definizione: Amore.<br />
Quindi non ti scoraggiare se a volte non comprendi, se credi di trovarti in contraddizione con la Chiesa; abbi solo fede,<br />
tanta fede, e vedrai come ogni Parola di Gesù, rivolta a te direttamente, o per <strong>mio</strong> tramite, sia vera.<br />
Ora ti spiegherò come siano vere le parole a te già rivolte da Gesù:<br />
Cieli sono aperti ed hanno fatto ala a <strong>Nicola</strong> che entrava nella gloria e le altre:<br />
Tutti i cori degli angeli, i patriarchi, i profeti, i vergini e tutti i beati del Cielo hanno fatto ala a <strong>Nicola</strong> che da<br />
vittorioso entrava nella gloria.<br />
É una realtà meravigliosa che ti è stata rivelata; è il figlio che, dopo tante lotte e sofferenze, torna da vincitore al Padre,<br />
suo Creatore.<br />
Dio ama, di un amore infinito, quel suo figlio, quella particella infinitesimale di se stesso, generata dal Suo amore, che<br />
torna a ricongiungersi al Padre, e la Sua gioia per tale ritorno si dilata ed investe tutti gli spiriti beati che, esultanti, accrescono<br />
i loro osanna al Dio delle perfezioni, ringraziandolo per la vittoria riportata da quel loro fratello.<br />
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Adesso comprendimi bene, nessuno può aumentare anche di un solo atomo la gloria di Dio, la felicità di Dio, la Sua potenza<br />
ed il Suo amore, perché Egli è l’Eterno, l’Immutabile, l’Incorruttibile, ma la gioia che prova al ritorno di un Suo figlio<br />
non aumenta, essa, come ho detto si dilata, si espande su tutti gli spiriti beati che la ricevono tutta ed in Dio esultano.<br />
Puoi capire meglio con questo esempio; quando tu metti un pò d’olio in una padella, che poi poni sul fuoco, esso a contatto<br />
del fuoco si espande, si dilata, occupa lo spazio circostante; l’olio non è più quello che tu avevi messo inizialmente, non<br />
è aumentato, si è solo dilatato”.<br />
5 gennaio 1988<br />
Altra illuminazione di <strong>Nicola</strong> circa la paternità reale di Dio nei nostri confronti:<br />
“Mamma, aggiungo un altro piccolo tassellino ai precedenti, che servirà a rimuovere i tuoi dubbi sull’essenza dell’anima,<br />
se cioè essa sia immortale o eterna.<br />
Come ti dicevo, la nostra anima è quella infinitesima particella di Dio che si stacca dal Padre per dare vita ad una nuova<br />
creazione, l’uomo, fatto di spirito e di carne.<br />
Essa, data l’origine da cui scaturisce, è eterna come il Padre, il quale nel Suo pensiero creativo, l’ha voluta a Sua stessa<br />
immagine, modello unico ed irrepetibile, dotata di doni, che se eguali nell’essenza in tutti gli uomini, variano in miriadi di<br />
sfumature e si adattano mirabilmente a quell’unico esemplare che è ciascuno di noi, per attuare quel progetto che, da<br />
sempre ha ideato per me, per te, per ogni uomo.<br />
Ma nel momento stesso in cui l’anima si stacca dal Padre, essa inizia una sua nuova vita autonoma, consapevole, libera,<br />
perché diventa parte integrante di un corpo fatto di carne, che può anche condizionarla, e dà vita ad una nuova entità:<br />
l’uomo.<br />
Si può quindi dire, senza tema di sbagliare che essa ha un inizio come vita autonoma ed è perciò immortale, mentre è eterna<br />
perché non creata, ma scaturita dall’essenza stessa del Padre, al quale ritorna dopo l’esperienza terrena”.<br />
5 gennaio 1988<br />
Mi sentivo tanto male forse per una colica renale. Mi viene in aiuto <strong>Nicola</strong>:<br />
“Mamma, bevi molta acqua della grotta dell’Immacolata di Ulzio, ne hai tanto bisogno”.<br />
6 gennaio 1988<br />
Avevo ancora molto male, ma <strong>Nicola</strong> mi era molto vicino.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, guarda nel cassetto dell’armadio, ci deve essere una pancerina Gebaut, mettila!”. Non pensavo di averne<br />
una.<br />
“Nicolù, domani ci sarà come ogni giovedì la riunione del gruppo di preghiera dei Tabernacoli viventi, se continuerò a<br />
stare male, non potrò partecipare”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, se lo desideri, pregherò perché tu possa andare”.<br />
Ho ringraziato <strong>Nicola</strong> perché mi sono sentita un pò meglio ed ho potuto prendere parte alla riunione.<br />
7 gennaio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, adesso vorrei sollevare per te un piccolo lembo del velo che copre la verità, tanto difficile da comprendere<br />
a voi mortali, sul progetto meraviglioso di Dio concernente la nostra redenzione. Lo farò poco alla volta, cominciando<br />
col parlarti dell’essenza di Dio, vero Dio e vero Uomo, che servirà poi a chiarire il mistero della redenzione.<br />
Una pallida idea di come Gesù possa essere nello stesso tempo Dio ed Uomo puoi averla se pensi a due sposi che, pur<br />
avendo una natura diversa (uomo l’uno, donna l’altra), e pur essendo due persone distinte, inconfondibili l’uno con l’altra,<br />
e come spirito e come corpo, uniti da un vincolo d’amore, formano un’entità sola, capace non solo di fondere le loro anime<br />
e le loro vite, ma di generare un essere nuovo che porterà l’impronta e le caratteristiche sia dell’uno che dell’altra.<br />
Così è di Dio, che, nella Persona del Figlio Suo Unigenito si incarna, per opera dello Spirito Santo, nel seno di una donna,<br />
la Vergine Maria.<br />
Egli ha ereditato dalla Madre la Sua umanità che è simile alla nostra e da Dio la Sua Essenza Divina, umanità ed essenza<br />
divina che coabitano in Lui e formano in Lui una sola entità, pur restando distinte: Uomo-Dio”.<br />
8 gennaio 1988<br />
Ero rattristata per la cocciutaggine dimostrata da <strong>mio</strong> marito che non si decideva ad inviare una lettera di ringraziamento<br />
al dott. Stuckler, il nostro <strong>amico</strong> canadese, che già da più di dieci giorni, con affettuosità e gratuitamente, gli aveva mandato<br />
l’apparecchietto per l’orecchio che avrebbe ovviato alla sua incipiente sordità, ed invocavo <strong>Nicola</strong> di venirmi in aiuto.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, certe situazioni siete voi a determinarle con il vostro volere o non volere, con le relative conseguenze”.<br />
Con piacere ho potuto poi constatare che finalmente <strong>mio</strong> marito si era deciso a compiere quello che era il suo preciso ed<br />
inderogabile dovere.<br />
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15 gennaio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascolta quello che ho da dirti, vale anche per don Eugenio.<br />
<strong>Il</strong> voler conoscere verità che riguardano il mistero che avvolge la vita dei trapassati è sempre per voi motivo di turbamento,<br />
prima perché, con le vostre povere capacità umane, non siete in grado di comprendere dimensioni che non sono più<br />
terrene come sarebbe quella del tempo e, poi perché il dolore che ne provereste da questa conoscenza, quando trattasi di<br />
persone che avete amato e continuate ad amare, sarebbe grande e potrebbe portarvi a considerazioni errate quasi sempre<br />
nocive alla vostra anima.<br />
Ecco perché, quando mi chiedesti delle mie nonne, nonna Laura e nonna Maria, tua madre, io rimasi in silenzio per qualche<br />
secondo, non volendo procurarti dolore, ma poiché tu non pregavi più per loro credendole già nella luce di Dio, allora<br />
ho preferito che tu conoscessi la verità, anche se attraverso il dolore ed iniziassi a pregare in maniera sentita e costante,<br />
in unione a me, non solo per i miei nonni che io amo di un amore particolare, ma per tutte le anime del Purgatorio. Per te<br />
si è aperto un orizzonte nuovo, uno scopo cui indirizzare le tue preghiere.<br />
Eugenio già prega per le anime del Purgatorio e non è necessario che sappia”.<br />
18 gennaio 1988<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> rivolgendosi per <strong>mio</strong> tramite ad L…., mia amica, ancora in preda a perplessità circa i suoi rapporti con la<br />
persona che ama:<br />
”Ascoltami, L…., mentre tu ami lui e per lui saresti disposta a sacrificare tutto, egli invece ama se stesso, soltanto se stesso.<br />
Come vedi, mancano i presupposti, ai quali avevo accennato tempo fa, per fare di un vincolo un atto gradito a Dio e<br />
quindi benedetto da Lui.<br />
Ti allontaneresti così da un Dio che ti ama, per darti ad un uomo che non nutre per te un vero amore e poiché siete entrambi<br />
nella parabola discendente della vostra vita, non puoi neppure sperare, in un sia pur lento evolversi, in senso positivo<br />
della sua indole.<br />
Andresti incontro a delusioni e sofferenze; verrebbe a mancare in te la stima di te stessa, e saresti realmente sola, mentre<br />
ora hai tutto il Cielo con te.<br />
Sii forte L…, e comincia a tagliar corto ad ogni approccio; ora puoi farcela, mentre uscire dopo da una strada sbagliata è<br />
molto difficile; noi siamo ti vicini, ed io in maniera particolare”.<br />
19 gennaio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami, i carismi che Dio Padre ha donato all’anima se questa dovesse demeritare, Egli, nel Suo infinito<br />
amore, non glieli toglie, ma essa dovrà un giorno rendergliene conto.<br />
Sono i famosi talenti di cui parla il Vangelo. Tali talenti possono essere utilizzati, nel bene dalle anime piene di grazia, ma,<br />
nel male, dalle anime in completa rottura con Dio.<br />
In questo ultimo caso i carismi perdono la loro lucentezza e, offuscati dal male, producono male, ma purtroppo sono ancora<br />
in grado di dar luogo a manifestazioni sensazionali.<br />
Così è degli indovini, dei maghi; hanno utilizzato i loro talenti per lucro o per potere, e così hanno distrutto in loro ogni<br />
fonte di bene”.<br />
20 gennaio 1988<br />
Ho trascorso una notte tormentata dal dolore per Antonella che vedevo nell’angoscia e nel rifiuto, cui si erano aggiunte le<br />
preoccupazioni per i miei figli; mi sentivo oppressa da un dolore impotente e pregavo, pregavo..<br />
<strong>Nicola</strong>, vicino a me, consola il <strong>mio</strong> dolore:<br />
“Mamma, sii,serena, non puoi portare sulle tue spalle il dolore del mondo, è Gesù che lo porta per voi.<br />
Tu non puoi niente senza di noi, unisciti alla nostra supplicala Padre, alla Madre Celeste, unisci le tue sofferenze a quelle<br />
di Gesù e donaci anche un solo briciolo di fede.<br />
É quella la tua forza e con essa puoi tutto presso Dio”.<br />
25 gennaio 1988<br />
Da qualche giorno il <strong>mio</strong> cuore era oppresso da una grande tristezza che, poco alla volta, si stava tramutando in angoscia,<br />
togliendomi la pace e la gioia.<br />
Questa notte imploravo Gesù che mi comunicasse un pò della sua pace, un pò della Sua gioia, di cui sentivo un bisogno<br />
imprescindibile, ed invocavo la Madre, invocavo <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tu soffri tanto per i tuoi figli, per i tuoi fratelli, ai quali unisci le altre anime che vorresti raggiungere col<br />
tuo amore, ma la tua impotenza ti causa sgomento, e dimentichi che Gesù ha allacciato con ciascuna anima un rapporto<br />
d’amore che porta avanti, a tua insaputa, con infinita delicatezza.<br />
Non vuoi lasciare a Lui la cura di realizzare il Suo progetto d’amore? Non sai che a volte la vostra interferenza, anche se<br />
dettata da buoni propositi, può recare danno?<br />
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Quando non c’è da parte dell’anima un rifiuto totale, Dio porta senz’altro a compimento la Sua opera e, nelle anime per le<br />
quali tu soffri, non c’è rifiuto”.<br />
Chiedo: “Anche in Antonella, Nicò?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Sì, anche in Antonella; sii serena, mamma, prega sì per loro Gesù, affinché la loro disponibilità sia sempre più<br />
grande, ma non lasciarti vincere dalla tristezza e cerca di avere sempre davanti agli occhi della tua mente, me, che sono<br />
passato dall’indifferenza e dal rifiuto all’accettazione totale”.<br />
26 gennaio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, se mi ascolti, ti parlerò degli angeli.<br />
Anche il loro spirito come il nostro è eterno nell’essenza, facendo parte di Dio stesso; anche di loro possiamo dire che dal<br />
momento in cui, staccatisi da Dio Padre, iniziano una loro vita autonoma, libera, consapevole e responsabile, hanno un<br />
principio e non avranno una fine.<br />
Anche loro sono entità a sé stanti, diversi l’uno dall’altro, capolavori irripetibili, ricchi di doni che li differenziano e che<br />
hanno conservato intatti, anzi, accresciuti se rimasti fedeli a Dio.<br />
Possiamo chiamare una nuova creazione l’avvento di questi spiriti beati che, con l’esplosione del loro osanna di ringraziamento<br />
e di gratitudine a Dio Padre, che li ha voluti compartecipi della Sua gloria, hanno riempito il Cielo tutto? Certamente<br />
sì, non nel significato stretto della parola, quanto in una nuova forma di espansione dell’Amore infinito di Dio.<br />
Ti dicevo che gli spiriti fedeli hanno conservato intatti i loro doni, che si sono arricchiti, ricevendo in pieno i riflessi della<br />
luce di Dio, luce soavissima e penetrante che rende ogni spirito totalmente beato e sempre più lo spinge ad osannare e<br />
glorificare la SS.ma Trinità.<br />
Ma in contrapposizione a questi, vi sono gli spiriti, che ubriacati dalla loro bellezza e dalla loro potenza, ma soprattutto<br />
dalla facoltà del libero arbitrio, si sono lasciati travolgere dalla superbia e si sono contrapposti a Dio stesso. Dio li ha privati<br />
della visione di Sé, perché così loro stessi avevano voluto, rifiutando il Suo amore, ed essi, privi di Dio, datore di ogni<br />
bene, sono sprofondati nella disperazione più nera, in un abisso di odio senza fine.<br />
Dio Padre non ha tolto loro i doni che aveva dato, ma questi si sono automaticamente trasformati in terribile condanna,<br />
così l’intelligenza, la perspicacia, la libertà di operare, la possibilità di comprendere e prevedere gli avvenimenti sia pure a<br />
breve scadenza, e tutte le altre prerogative dello spirito per il quale non esiste né tempo, né spazio.<br />
Ma questi doni loro li adoperano a fine di male e per odio verso Dio e verso gli uomini.<br />
Lucifero è la prova irrefutabile della potenza di Dio; infatti è bastato che egli si fosse allontanato da Dio, perché da portatore<br />
di luce, il bellissimo si trasformasse in un essere orrendo, portatore di tenebre.<br />
Gli angeli ribelli, i demoni, testimoniano ancora l’amore infinito del Padre, che non li priva dei Suoi doni, anche se sa che<br />
questi saranno usati contro di Lui.<br />
Ma è una cosa tremenda l’inferno, la dannazione eterna; comprendi ora perché nessun sacrificio è mai grande, nessun<br />
dolore mai veramente atroce se, in cambio, puoi sfuggire all’inferno e salvare la tua anima?<br />
Comprendi, ora, come tutto il <strong>mio</strong> soffrire sia stato un nulla, se pensi per un attimo alla felicità che mi è stata donata in<br />
cambio di esso?<br />
Tu ti rattristi pensando a quel <strong>mio</strong> letto di ospedale; se sapessi quante volte io lo benedico, quante volte vado e lo accarezzo,<br />
quante volte guardo con infinito amore i miei infermieri, i medici che mi curavano. La mia missione è presso gli infermi,<br />
vorrei che tutti, tutti potessero con me far tesoro di quei momenti di grazia, perché tali sono in realtà.<br />
Amami, mammuzza, come io ti amo, non rattristarti più al ricordo del <strong>mio</strong> soffrire, ma chiamami ed io verrò in tuo aiuto<br />
all’istante”.<br />
27 gennaio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascolta. I teologi si ostinano ad affermare che il Paradiso non è un luogo, ma uno stato; se si limitassero<br />
a dire che non è un luogo come noi siamo abituati a definire uno spazio più o meno circoscritto, tanto quanto, ma escutere<br />
che si tratti di un luogo diverso, certo, da come noi lo possiamo immaginare servendoci della realtà che ci circonda, ma<br />
sempre luogo, essenzialmente luogo, è un pò troppo.<br />
Ascoltami bene. Gli astronauti, per poter arrivare sulla Luna, hanno dovuto infrangere delle leggi, o meglio dire superarle,<br />
come per esempio quelle relative alla stratosfera; si sono immersi in uno spazio infinito, dove non c’era gravità, ed anche<br />
queste leggi hanno dovuto infrangere, o meglio, con accorgimenti specifici e scientifici, adattarsi ad esse.<br />
E così faranno, man mano che scopriranno altri mondi, strutturati diversamente dal nostro pianeta, ma si tratterà sempre<br />
di luoghi.<br />
Come non ammettere che il Paradiso non sia un luogo ben definito, un regno dove Dio è sovrano, dove gli spiriti beati liberi<br />
e felici vivono intensamente la loro gioia in una comunione totale d’amore con Dio stesso?<br />
Dio ha creato ciascun luogo adattandolo ai viventi che debbono popolarlo, così per l’uomo, così per qualsiasi creatura nata<br />
dal Suo amore infinito; sono luoghi diversi l’uno dall’altro, come per esempio gli abissi marini; non mi dirai che essi sono<br />
l’habitat ideale per l’uomo, ma per i cetacei sì, mentre i pesci più piccoli debbono accontentarsi di acque più quiete.<br />
Come vedi c’è persino differenziazione tra l’habitat degli animali della stessa specie.<br />
Potrei continuare a lungo con gli stessi esempi, ma non mi puoi dire che non si tratti di luoghi ben definiti anche se non<br />
sono accessibili all’uomo, così come è stato creato”.<br />
52
4 febbraio 1988<br />
Avevo telefonato ieri a L… per sapere quanto le era costata la stampa del libretto sulla vita della sorella, pubblicato qualche<br />
anno addietro. Volevo orientarmi per la pubblicazione del libro sulla vita del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>. La cifra da lei indicata mi<br />
sembrata eccessiva.<br />
Al momento della comunione, stamani, <strong>Nicola</strong> mi apostrofa così: “Mamma io non ti ho chiesto niente in cambio della mia<br />
vita, e di tutto il <strong>mio</strong> sangue, dato per voi”.<br />
Un’ondata di dolore cocente si è abbattuta sulla mia povera, misera anima, che irretita da considerazioni egoistiche e di<br />
calcolo, nulla aveva recepito del sacrificio di <strong>Nicola</strong>, come del sacrificio di Gesù morto sulla Croce per la nostra redenzione.<br />
Piangevo accoratamente, mentre <strong>Nicola</strong> a me vicino mi consolava con infinita dolcezza: “Mamma, adesso non pensarci<br />
più, purtroppo questa è l’indole umana; adesso calmati e apri il tuo cuore alla gioia, fa che essa t’inondi tutta, perché Gesù<br />
è con te”.<br />
6 febbraio 1988<br />
Don Eugenio si era assunto il compito di pubblicare anche gli altri miei scritti e le numerose lettere da me inviate in tanti<br />
anni, a fin di bene, a determinate persone e voleva sapere se tale pubblicazione doveva essere effettuata subito oppure<br />
no.<br />
<strong>Nicola</strong> al riguardo, a Don Eugenio per il <strong>mio</strong> tramite:<br />
“Non adesso, Eugenio, perché con la pubblicazione scritti e lettere diventerebbero di dominio pubblico e mamma, che è<br />
pur sempre una creatura fragile, sarebbe inevitabilmente esposta agli attacchi di forze avverse, ma verrà il giorno in cui io<br />
stesso,ti chiederò di farlo, affinché il mondo sappia come Gesù si sia servito anche di lettere personali, chiare inconfutabili,<br />
per arrivare al cuore di quei figli traviati ed in pericolo di perdersi.<br />
Tu, se lo desideri, puoi farne una copia per te; meditale perché sono sprazzi d cielo per l’anima attenta e desiderosa di<br />
bene, ma non darle a nessuno.<br />
Mi chiedi per la vista; sii sereno, abbi fede ed abbandono, perché nulla è affidato al caso”.<br />
7 febbraio 1988<br />
Oggi siamo a pranzo da Antonella che ha voluto festeggiare con noi il compleanno della madre. L’atmosfera è serena e<br />
cordialissima; ad un tratto il <strong>mio</strong> pensiero corre a <strong>Nicola</strong>, che non è con noi e mi lascio vincere da un attimo di dolorosa<br />
tristezza.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma io sono qua”, e per la frazione di un secondo mi è apparso vestito di chiaro, ilare,<br />
che si aggirava per la casa da padrone, facendomi comprendere come egli, in effetti, vive in quella sua casa, e che quello<br />
è il posto suo accanto alla moglie Antonella. Poi mi dice: “Vedi,mamma, il gran dono di poter comunicare?”.<br />
9 febbraio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, in questo momento si discute se usare clemenza o meno ai brigatisti, neri o rossi non importa, che languono<br />
nelle varie prigioni, e bada bene, non solo in quelle italiane ma dovunque questo movimento nefasto e diabolico ha<br />
preso piede.<br />
La diversità di opinioni che vengono manifestate ti rivela come la coscienza di ognuno sia stata intimamente coinvolta secondo<br />
la profondità o meno del suo credo politico, e di ciò non sono stati esenti neppure i giudici chiamati ad amministrare<br />
una giustizia, che doveva essere al di sopra di ogni idea di parte.<br />
Da qui sentenze, che lungi dal placare gli animi, hanno innescato un odio senza fine, una violenza, la quale, anche se repressa,<br />
cova ancora negli animi che sognano una rivincita.<br />
Ecco perché qualche mese addietro ti dicevo che i processi politici debbono essere annullati per poter dar vita ad una<br />
nuova era di pace.<br />
Adesso ti sarò chiaro su questo fenomeno della lotta armata, che, ad un dato momento della storia del nostro paese, si è<br />
innestato nella società con l’obiettivo di travolgere il potere costituito, servendosi di ogni mezzo, anche quello del delitto<br />
politico, perpetrato spesso ai danni di ignari cittadini, i più deboli ed indifesi sicuramente.<br />
Gli adepti di questo movimento, ubriachi di idee farneticanti, di giustizia che volevano realizzare, ognuno a modo suo ed<br />
in contrasto con gli altri a seconda dell’appartenenza del credo politico che professavano, privi, non solo di scrupoli, ma<br />
anche del senso vero della storia, che pure stavano vivendo, hanno seminato scompiglio, paura, odio e dolore.<br />
<strong>Il</strong> fenomeno del pentitismo che ha preso il via dal perdono di anime elette, coinvolte, in prima persona, dall’odio atroce di<br />
questi brigatisti, ha interrotto la spirale tragica della loro azione nefasta, anche se i risultati non sempre sono stati positivi.<br />
Sono essi colpevoli?.<br />
Oh, certo mamma! <strong>Il</strong> dolore che hanno seminato è grande, i lutti, la disperazione, le conseguenze dei loro crimini Dio solo<br />
è in grado di valutare.<br />
Ma da ogni angolo della terra, dal cuore di ogni uomo onesto sale a Dio l’implorazione: pace, pace, o Padre.<br />
E Dio Padre non è sensibile a questo grido che è diventato corale, ma Egli stesso chiede alle creature colpite da tanto odio<br />
il perdono per gli uccisori dei loro figli e fratelli, come Gesù ha chiesto e chiede perdono a Dio Padre per tutti noi che<br />
abbiamo peccato.<br />
53
<strong>Il</strong> grido d’implorazione sale dai campi profughi della Palestina, dai campi di battaglia disseminati nelle varie parti del mondo,<br />
dove innocenti muoiono, mordendo la terra senza sapere il perché e tu che implori e chiedi pace per te, non puoi<br />
chiedere giustizia se vuoi pace.<br />
Oh, non temere, giustizia sarà fatta e il tuo cuore assetato di giustizia troverà giustizia, ma lascia che sia Dio stesso a<br />
giudicare, Colui che conosce i più intimi pensieri dell’uomo, Colui che sa chi è il pentito e chi no, tu ripeti solo: non la mia<br />
ma la tua volontà sia fatta”.<br />
12 febbraio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami; ti parlerò della maternità reale di Maria SS.ma, Madre di ciascuno di noi, oltre che Madre di<br />
Gesù.<br />
A rigore di termini non potremmo dire che Maria è Madre di Dio, come l’invoca la Chiesa, perché Dio è l’Increato, ma poiché<br />
non è possibile scindere l’unità Uomo-Dio, ecco che Maria SS.ma è vera Madre di Dio, anche se ha dato origine solo<br />
alla componente umana di tale unità; così come non possiamo scindere l’unità delle SS.ma Trinità nelle tre Persone uguali<br />
e distinte : Padre, Figlio e Spirito Santo, che formano un solo Dio.<br />
La componente divina nell’Uomo-Dio, quella della seconda Persona della SS.ma Trinità, non è una presenza passiva, ma<br />
attiva; essa opera nei miracoli, si manifesta nei Suoi colloqui con Dio Padre, negli insegnamenti agli Apostoli, ed è inconfutabile<br />
tutte le volte che si rivolge a Maria chiamandola donna come è avvenuto alle nozze di Cana, in altri episodi riportati<br />
dal Vangelo e sulla Croce.<br />
La maternità reale di Maria nei nostri confronti ha inizio nell’ultima cena, quando Gesù dona agli Apostoli e tramite loro, a<br />
tutta l’Umanità, attraverso l’Eucaristia, il Suo Corpo ed il Suo Sangue, corpo formatosi nel seno di Maria SS.ma, Sangue<br />
della Madre Sua.<br />
La conferma di tale maternità reale si ha sulla Croce, nell’epilogo cruento della vita di Gesù, e nella Sua immolazione totale,<br />
quando Gesù, nella seconda Persona della SS.ma Trinità, presente in Lui, l’Uomo-Dio, dirà a Maria: Donna ecco tuo<br />
figlio rivolgendosi a Giovanni, ed a Giovanni: Ecco tua Madre.<br />
Quelle parole racchiudono il mistero della maternità reale di Maria nei confronti dell’uomo.<br />
Gesù, l’Uomo-Dio, sulla Croce ha donato il Suo Sangue, tutto il suo Sangue, fino all’ultima goccia, all’uomo, all’umanità di<br />
tutti i tempi e la Sua donazione è un fatto reale e non simbolico; ma il Sangue dell’Uomo-Dio è il sangue di Maria, per cui<br />
essa diventa dal quel preciso istante Madre di Giovanni, Madre dell’Umanità, Madre di tutti noi e non solo spiritualmente,<br />
ma realmente, perché nelle nostre vene scorre il sangue che Gesù sulla Croce, prima che spirasse, ha travasato in noi, il<br />
Sangue di Maria Sua Madre.<br />
<strong>Il</strong> Padre genera il Figlio, Maria genera Gesù, il Cristo genera l’uomo nuovo, il redento che ritorna a Maria, la Madre, mentre<br />
il Figlio torna al Padre dopo aver saldato a Lui l’umanità redenta. <strong>Il</strong> miracolo non è l’atto singolo, circoscritto della potenza<br />
di Dio che investe la creatura in un momento ben determinato della sua vita, ma è il continuo, ininterrotto operare<br />
di Dio stesso, che non si arresta mai e va oltre il fatto contingente cui diamo il nome di miracolo.<br />
Così è stato per il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
L’opera di Dio non si è arrestata al lungo amoroso lavorio della grazia che ha portato la sua anima, attraverso la sofferenza<br />
ad altezze sublimi, ma è continuata, inoltre la morte, ininterrotta e continuerà ancora, perché, per volere di Dio, <strong>Nicola</strong><br />
sarà sempre guida, ristoro, rifugio, salvezza per tutti coloro che a lui ricorreranno.<br />
I colloqui tra me ed il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> non si sono fermati al 12 febbraio 1988, ma continuano ininterrotti, e di questo rendo<br />
grazie al <strong>mio</strong> Signore, che ha avuto pietà del <strong>mio</strong> soffrire ed attraverso <strong>Nicola</strong>, continua a consolarmi.<br />
13 febbraio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Eugenio, tu mi chiedi se andare a Pisa per sottoporti alla visita di quell’oculista rinomato oppure no, ti sarò chiaro<br />
in proposito.<br />
Se tu avessi potuto registrare tutto quello che i medici romani hanno vaticinato sulla tua vista nei vari momenti di questa<br />
tua lunga sofferenza, e rileggerlo ora a distanza di tanto tempo, ne saresti sconvolto tanto esso è contraddittorio, incerto,<br />
approssimativo.<br />
Eugenio, la sanità dei tuoi occhi non dipende dalla bravura dei medici, siano essi romani o pisani, ma dalla bontà e<br />
dall’amore che Dio Padre ha per te.<br />
Ma il suo amore investe tutta la tua persona sia fisica che spirituale; lasciati condurre da questo amore, sii docile ad ogni<br />
sua ispirazione ed ad ogni avvenimento della tua giornata chiediti e chiedigli: Gesù che vuoi da me?<br />
Non temere, tutto va, sebbene lentamente, verso una soluzione positiva”.<br />
14 febbraio 1988<br />
Mi trovavo ieri sera da don Eugenio e lì ho conosciuto Luciana un diacono, ho rivisto Palma,<br />
Luciana, <strong>mio</strong> tramite, chiede a <strong>Nicola</strong> notizie e lumi riguardanti Sergio una persona che le sta molto a cuore; Palma vuole<br />
consigli sul modo di comportarsi in tribunale riguardo ai rapporti col marito che chiede il divorzio.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>, mentre tace nei riguardi di Luciana, è chiaro e preciso per Palma.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Palma, vai serena all’udienza, io ti sarò vicina e ti suggerirò le risposte a quello che ti chiederanno e da queste<br />
risposte scaturirà la soluzione che sarà accetta a Dio”.<br />
54
Poi per don Eugenio: “Eugenio, non essere duro con Matilde, perché la sua anima è molto fragile e potrebbe spezzarsi.<br />
Comprendo il tuo stato d’animo e la tua perplessità, ma l’importante è che tu sia forte dentro di te e poi, con infinita dolcezza,<br />
potrai farle capire il pericolo a cui ti espone ed a cui si espone.<br />
Non ti avevo detto che il Sacerdote è come il mare che accoglie tutti i fiumi, anche il più piccolo fiumiciattolo?. Eugenio tu<br />
devi amare tutte le anime che vengono a te ed essere il loro rifugio, amale più di te stesso.<br />
Sì, amare è un rischio ma è l’unica carta vincente ed io su quella carta ho puntato la mia giovinezza, tutto il <strong>mio</strong> sangue e<br />
la mia stessa vita ed ho vinto.<br />
Anche per te, mamma, vale quello che dico ad Eugenio; ama e non pensare mai a te stessa, spesso il vostro amore nasconde<br />
un filone di egoismo. Maria si dona più di te e, se è stanca, non essere tu a sovraccaricarla di altri pesi con la scusa<br />
di proteggere la sua salute”.<br />
Ieri sera nel rientrare a casa, era un pò tardi, mi sbaglio ed invece del 70 prendo il 71.<br />
Mi ritrovo disorientata al capolinea a piazza S. Silvestro e con un leggero senso di paura aspetto il 90 che mi avrebbe portato<br />
un pò lontana da casa, ma nella mia zona.<br />
Solo quando sono sul mezzo mi ricordo di avere consumato i due biglietti che avevo preso prima di uscire da casa e che<br />
mi dovevano servire sia per l’andata che per il ritorno.<br />
Mi sento afferrare da un senso di angoscia, quando sento il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>: “Mamma, tranquillizzati, ci sono io, non ti succederà<br />
niente; tu del resto non volevi frodare l’A.T.A.C., avevi preso due biglietti, uno per l’andata ed uno per il ritorno, e tu<br />
a casa devi arrivare”.<br />
15 febbraio 1988<br />
Stamattina insisto ancora con <strong>Nicola</strong> circa la risposta da dare a Luciana.<br />
“Nicò, l’altra volta ti ho chiesto che cosa era avvenuto di Emanuela e tu mi hai risposto, ed adesso taci”.<br />
“Mamma, ho risposto a te, ma non certo ai suoi genitori, perché avrei loro arrecato dolore; tu devi dire a Luciana di pregare<br />
sempre, perché la potenza della preghiera è talmente grande da spostare le montagne”.<br />
E poi …: ”Vedi, mamma, il significato dei lumi che io vi dono non potete applicarlo in maniera uniforme ed uguale per tutte<br />
le anime, ma ogni anima deve recepirlo per se stessa ed esso la illuminerà secondo le sue necessità che sono diverse<br />
da creatura a creatura.<br />
Se non fate così, vi scorgereste delle contraddizioni, mentre sono sole le varie risposte a situazioni completamente differenti.<br />
Così è del Vangelo, ognuno vi scopre quello che occorre a lui in quel momento determinato”.<br />
24 febbraio 1988<br />
Ero stata da don Eugenio che avevo trovato un pò demoralizzato per dispiaceri ed amarezze causategli dai superiori.<br />
Nell’uscire da lui mi sono rivolta con insistenza a <strong>Nicola</strong>. “Nicò, aiuta don Eugenio”.<br />
In una rapidissima visione ho visto la sua figura soffusa di luce che sovrastava, dominava e guidava dall’alto tutti gli avvenimenti<br />
riguardanti don Eugenio.<br />
Durante la notte, per <strong>mio</strong> tramite, si rivolge a don Eugenio: “Eugenio, il nemico per mezzo dei tuoi superiori ti sballotta,<br />
ma essi non sanno che mentre tu sali loro scendono!”.<br />
1 marzo 1988<br />
Stamattina Maria Pia mi aveva consigliato di sentire una suora di Tivoli a cui molti si rivolgono per avere più lumi, riguardo<br />
alla pubblicazione del libro di <strong>Nicola</strong>.<br />
Risposi che avevo <strong>Nicola</strong> che mi illuminava e che poi non avevo tempo.<br />
<strong>Nicola</strong> interviene immediatamente: “Mamma, hai risposto bene, però voglio esserti subito più preciso perché in te non<br />
possa albergare alcun dubbio in proposito.<br />
Ti avevo detto tempo fa come il contatto tra l’umano e il divino non è facile a causa della vostra umanità limitata ed imperfetta<br />
e non sempre disponibile all’ascolto.<br />
Ti avevo spiegato come la luce che tu chiedi tramite altre anime, siano esse veggenti o meno, non è mai una luce diretta,<br />
ma di riflesso, perché essa deve prima essere recepita dalla veggente, che non sai mai fino a che punto lo sia in quel determinato<br />
momento, e poi esserti comunicata, magari in un momento in cui tu non sei disponibile all’ascolto.<br />
Adesso ti è chiaro perché tante volte io non rispondo ai tuoi quesiti ed aspetto il momento propizio in cui il tuo animo,<br />
meno turbato e più sereno, è disponibile all’ascolto?<br />
E, se tu non hai capito perfettamente quanto io volevo dirti, torno tante volte sull’argomento fino a quando tutto ti è perfettamente<br />
chiaro.<br />
Mamma, io sono immerso nell’onda infinita dell’amore che Dio nutre per te e, quando parlo, è Gesù stesso che ti parla<br />
tramite me.<br />
Stai serena, mamma, perché passo passo, ti guiderò all’attuazione del disegno di Dio.<br />
Non ti accorgi come tutti gli avvenimenti che si susseguono ubbidiscono a tale disegno?”.<br />
2 marzo 1988<br />
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Avevo passato momenti di dolore profondo durante la notte al pensiero che Peppino, spinto dalla necessità di dare agli<br />
scritti di <strong>Nicola</strong> una coerenza ed una versione letteraria corretta linguisticamente, insieme al timore di causare dolore in<br />
chi, direttamente interessato, poteva non gradire quelle parti che lo riguardavano (cose che io perfettamente condivido),<br />
aveva operato dei tagli. Mi sono rivolta a <strong>Nicola</strong> con tanta, ma tanta insistenza.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ti dicevo che i miei lumi sono perle preziose che investono con la loro luce, non solo voi a cui sono diretti,<br />
ma tutti coloro che sono disponibili ad accoglierli, ed ognuno trova in essi la risposta ai propri particolari quesiti e alle<br />
proprie necessità.<br />
Papà, non deve mai pensare: Questo non importa a chi legge, è cosa che riguarda solo noi!, perché ridurrebbe il<br />
reale significato e la preziosità del <strong>mio</strong> intervento voluto da Dio per i Suoi disegni d’amore verso tante anime ad un fatto<br />
puramente personale, e così misconoscerebbe il valore dell’offerta del <strong>mio</strong> sacrificio fatto di rinunzie e di sangue e che era<br />
diretto non solo alla mia famiglia, ma a tante altre anime, conforme in questo, alla volontà di Dio”.<br />
3 marzo 1988<br />
Provavo tanto dolore per il modo con cui <strong>mio</strong> marito corregge gli scritti di <strong>Nicola</strong> e, davanti al tabernacolo, imploravo<br />
l’aiuto di Gesù.<br />
Gesù: ”Ho bisogno della tua fede e, anche se attraverso passi bui, realizzerò il <strong>mio</strong> disegno d’amore”.<br />
Alla Comunione accanto al sacerdote in una rapidissima visione ho visto <strong>Nicola</strong> che mi sorrideva come ad incoraggiarmi.<br />
5 marzo 1988<br />
Sentivo tutte le forze del male scatenatesi contro di me, che si servivano di <strong>mio</strong> marito che corregge gli scritti trasmessimi<br />
da <strong>Nicola</strong>, per adombrarne le verità.<br />
Ancora <strong>Nicola</strong>: “Mamma, abbi fede come tanta ne hai avuto allora; Gesù sa trarre anche dalle note più stonate armonie<br />
ed arpeggi sublimi”.<br />
6 marzo 1988<br />
Attraverso un sogno comprendo come siano necessari almeno tre esorcismi per allontanare il nemico; e, poi <strong>Nicola</strong>: “Satana<br />
cerca di attaccare la tua fede”.<br />
10 marzo 1988<br />
Non riuscivo a spiegarmi come mai nei vari scritti miei di tanto tempo fa, che avevano suscitato nel Prof. Igino Giordani,<br />
scrittore cattolico di ben nota fama e fondatore con Chiara Lubich dei Focolarini, ammirazione e meraviglia e che nessuno<br />
aveva mai corretti, non ci fossero errori, mentre adesso <strong>mio</strong> marito ne trova tanti nei colloqui con <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, allora tu scrivevi sotto ispirazione. Qualcuno ti dettava e tu scrivevi, quindi tranne qualche errore di ortografia<br />
che appunto era un’ulteriore conferma della tua deficiente cultura di base, non c’erano errori.<br />
Ora invece è diverso: il concetto ed il pensiero sono miei ed a questi devi rimanere scrupolosamente fedele, mentre tu,<br />
che fra l’altro scrivi a distanza di giorni, li esprimi con parole tue; ecco gli inevitabili errori di forma, di sintassi e grammaticali<br />
che papà è chiamato a correggere, ma non deve omettere niente o alterare il significato di essi”.<br />
15 marzo 1988<br />
Ancora discussioni con <strong>mio</strong> marito, che è angosciato a causa del fatto che trova inspiegabili certi passi dei miei colloqui<br />
con <strong>Nicola</strong> che, a suo giudizio, debbono essere eliminati.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ti avevo l’altro giorno spiegato come ogni <strong>mio</strong> lume, anche se è diretto a voi personalmente, investe ed<br />
interessa tante altre anime.<br />
Stamani ti vorrei far capire come l’intervento <strong>mio</strong> continuo nella vita di ogni giorno di voi tutti che siete la mia famiglia,<br />
anche in cose che potrebbero sembrare banali, è invece la rivelazione più grande e meravigliosa dell’aiuto che le anime<br />
dei trapassati esercitano nei riguardi delle persone care che hanno lasciato morendo, è la dimostrazione di come noi continuiamo<br />
a vivervi accanto solleciti e non dimentichi.<br />
Non pensi quale conforto sarà per tutti coloro che sono rimasti su questa terra il poter toccare con mano che i loro morti,<br />
non sono morti, ma che vivono accanto a loro la loro stessa vita?<br />
Perché ti ho parlato di testimonianza nei miei confronti, e in quello che ti dico?<br />
Se da una parte dite di credere e poi non vi lasciate guidare e ogni cosa dovete sottoporre al vostro giudizio umano, ad<br />
una logica soltanto umana mi vuoi dire a che valgono i miei lumi?”.<br />
20 marzo 1988<br />
Ieri tra me, <strong>mio</strong> marito e Maria era sorta una discussione sulla maternità reale e fisica, oltre che spirituale di Maria SS.ma<br />
nei nostri confronti, e senza che me ne rendessi conto ero spinta a cercare conferme.<br />
56
Stamani pensavo di telefonare ad Edmea, profonda conoscitrice del Poema dell’Uomo-Dio, di Maria Valtorta, perché mi<br />
dicesse dove trovare un’ulteriore conferma.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong> secco e preciso: “Mamma, se dici di credere a quanto Gesù ti comunica, perché ne dubiti?”.<br />
22 marzo 1988<br />
A caso avevo aperto il libro del Raschini: Maria SS.ma secondo gli scritti di Maria Valtorta, guardai l’indice, ma<br />
niente che si riferisse alla materia reale di Maria SS.ma.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong>: “Mamma, se guardi quel tuo scritto: <strong>Il</strong> mistero di Maria SS.ma deve essere ancora svelato,<br />
ti accorgi che porta la data del 1979, ben 14 anni dopo la morte della Valtorta, ed ancora oggi, cioè dopo 23 anni dalla<br />
sua scomparsa, il mistero di Maria non è ancora svelato”.<br />
23 marzo 1988<br />
Sulla Croce avviene il totale annientamento dell’Uomo.<br />
<strong>Il</strong> corpo, che la Madre aveva in lei generato, tra qualche istante sarà solo un cadavere, tutto il sangue di Gesù che è sangue<br />
di Maria la Madre, in una donazione totale tornerà a Giovanni e attraverso lui all’umanità; resta solo la divinità che<br />
non può morire, ma che non può chiamare Madre Maria, perché Maria ha generato l’uomo, ma non poteva generare un<br />
Dio e così Ella è solo la donna, che in quell’istante genera l’umanità redenta. Donna ecco tuo figlio.<br />
26 marzo 1988<br />
Sono qui a Sabaudia, sola, mentre gli altri sono fuori.<br />
Mi assale un’ondata di tristezza, invoco <strong>Nicola</strong>, lo sento vicino, gli parlo:<br />
“Nicò, come faccio a scrivere verità così profonde su Maria SS.ma se tu non mi aiuti?”.<br />
“Mamma, ti sembra facile dettarti verità così sublimi quando tu non sei serena, e il tuo spirito è così preso da mille pensieri,<br />
da mille preoccupazioni che ti distraggono e non mi concedi un pò di spazio, un pò di attenzione?<br />
Faccio fatica a volte a comunicarti delle luci, che vengono spesso disperse da te.<br />
Nel passato ero diverso; tu eri subito disponibile perché eri serena e potevi scrivere quando a Gesù piaceva, e non aveva<br />
allora il tuo spirito subito l’urto tremendo del dolore.<br />
Ora ti sento più vicina, quando soffri, quando implori il <strong>mio</strong> aiuto, ma questi non sono i momenti più adatti per rivelarti<br />
verità difficili a comprendersi, che necessiterebbero di calma e di pace interiore”.<br />
“Hai ragione, amore <strong>mio</strong>, sono proprio un relitto, ho tanta voglia di piangere questa sera; inondami della tua luce, Nicolù,<br />
della tua pace, poi verrà la gioia, ne sono sicura”.<br />
30 marzo 1988<br />
“Mamma, ascoltami. Ti parlerò della maternità reale di Maria SS.ma, Madre di ciascuno di noi oltre che Madre di Gesù.<br />
A rigore di termini non potremmo dire: Maria, Madre di Dio come l’invoca la Chiesa, perché Dio e l’Increato, ma poiché<br />
non è possibile scindere l’unità costituita dall’Uomo-Dio, ecco che Maria SS.ma è vera Madre di Dio, anche se Essa ha dato<br />
origine solo all’umanità dell’Uomo-Gesù.<br />
Così come non possiamo scindere l’unità della SS.ma Trinità che, nelle tre Persone uguali e distinte del Padre, del Figlio e<br />
dello Spirito Santo formano un solo Dio.<br />
Anche nell’uomo costituito di spirito e di corpo noi non possiamo distinguere il corpo dallo spirito o viceversa, perché la<br />
sua unità è formata da questi due elementi.<br />
La componente divina: la seconda Persona della SS.ma Trinità presente nell’Uomo-Dio, non è una Presenza passiva, ma<br />
attiva, essa opera nei miracoli, essa interviene tutte le volte che si rivolge a Maria chiamandola Donna; così a Cana, così<br />
in altri episodi riportati dal Vangelo, così sulla Croce.<br />
La maternità reale di Maria nei nostri confronti ha il suo primo inizio nell’Ultima Cena, quando Gesù si immola totalmente<br />
e dona agli Apostoli e, per loro a tutta l’umanità, il Suo Corpo ed il Suo Sangue; corpo formato nel seno di Maria SS.ma,<br />
Sangue della Madre Sua.<br />
L’epilogo cruento si avrà sulla Croce: la donazione totale della Sua Vita, del Suo Sangue, ma in quell’istante è solo la seconda<br />
Persona della SS.ma Trinità che confermerà la Divinità, presente in Lui, L’Uomo-Dio, che dirà: Donna ecco tuo figlio,<br />
volgendosi a Giovanni ed a Giovanni: Ecco tua Madre”.<br />
5 aprile 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami, voi avete tolto dai miei colloqui quella parte che riguardava i fratelli Sandro e Saverio e che<br />
metteva in luce la loro responsabilità quali appartenenti alle Brigate nere per carità a vostro dire, nei loro confronti, e<br />
non vi siete resi conto che era proprio l’opposto.<br />
Avete tolto loro una fonte di luce per comprendere appieno dove avevano sbagliato e liberare così i loro cuori da possibili<br />
rancori ed aiutarli ad approdare ad una vera pace interiore.<br />
Avete limitato il <strong>mio</strong> intervento, che non aveva solo lo scopo di liberarli dalla prigione, ma soprattutto di risanare il loro<br />
spirito malato e di farne degli uomini nuovi.<br />
57
Era questo il motivo per cui dicevo ad Eugenio che aveva molto da lavorare quell’anima. Vedi, mamma, se puoi rimediare,<br />
è possibile che dovete fare di testa vostra?”.<br />
In questi giorni di feste pasquali mi sei stato tanto vicino, Nicò, e te ne ringrazio, tu vieni sempre in <strong>mio</strong> aiuto quando<br />
l’angoscia mi prende.<br />
“Mamma, cosa potevo fare se fossi rimasto su questa terra?.<br />
Avrei sofferto con te, avrei pregato con te, ma ora è diverso: il <strong>mio</strong> amore abbraccia un orizzonte più vasto, conosco le<br />
vostre reali necessità, conosco quali pericoli incombono su di voi e corro ai ripari con un’intercessione potente, che trova<br />
sempre una risposta d’amore nel Cuore di Gesù, del Padre, di Maria SS.ma e lo Spirito opera in vostro favore.<br />
Sii serena e soprattutto abbi fede, non mi stancherò mai di ripetertelo: fede e preghiera”.<br />
6 aprile 1988<br />
Sto scrivendo dopo tanti giorni nel vivo desiderio di essere ancora in grado di ricordare.<br />
Maria la ragazza che raccoglie l’elemosina in Chiesa, mi aveva detto che era rimasta senza un letto, perché la famiglia che<br />
per tanti anni l’aveva ospitata non poteva farlo più, essendo morta la madre ed essendo il padre in ospedale.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> primo impulso fu di darle in uso la camera di <strong>Nicola</strong>, ed il pensiero mi esaltava e mi rendeva felice, ma in <strong>mio</strong> marito<br />
sorsero obiezioni e dovetti, non senza dolore, allontanarne l’idea. <strong>Il</strong> problema si ripresentò causandomi un vero tormento,<br />
ma Gesù venne in <strong>mio</strong> aiuto dicendomi che accettava il <strong>mio</strong> dolore come se io avessi portato a termine il <strong>mio</strong> atto<br />
di carità nei confronti di Maria.<br />
<strong>Nicola</strong> conferma ulteriormente facendomi ricordare come fin dall’inizio io mi ero opposta all’idea di affittare la monocamera,<br />
perché essa doveva servire per gli ospiti, sempre in relazione a <strong>Nicola</strong> stesso. Ma non era finito qui.<br />
Maria successivamente, mi disse che aveva bisogno di un letto, almeno per il mese di aprile, perché dal mese di maggio<br />
aveva trovato chi l’alloggiasse.<br />
La tentazione si presentò ancora più forte; come potevo restare indifferente?<br />
La mia amica Floria mi aveva detto che per Maria aveva trovato un posto presso un’ammalata, con uno stipendio alto e<br />
pochissimo lavoro da fare, ma che lei si era rifiutata di accettare.<br />
Ancora dubbi, ancora tentazioni. <strong>Nicola</strong> mi viene in aiuto.<br />
“Mamma, spesso voi credendo di far del bene ad una persona, le fate del male. Ascoltami.<br />
Maria, mentre pretende che gli altri si donino a lei, al contrario lei non si dona agli altri.<br />
Trova una scusa dicendo che vuole fare dei piccoli servigi in Chiesa, ma la Parrocchia di Santa Lucia non ha bisogno di sacrestane,<br />
ci sono le suore che pensano a tutto.<br />
Falle comprendere che come lei ha bisogno di altri, così anche il suo prossimo può aver bisogno di lei, che è solo l’amore<br />
scambievole è gradito a Dio”.<br />
Ho fatto presente a Maria quanto dettomi da <strong>Nicola</strong>, e la sua risposta mi ha confermato come illuminante e vero fosse<br />
stato quello che <strong>Nicola</strong> mi aveva detto.<br />
7 aprile 1988<br />
“<strong>Nicola</strong>, Aiuta Maria Pia!”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Essa è nel Cuore di Maria SS.ma e tutto il Cielo è con lei, si trova in una roccaforte inespugnabile. Di che teme<br />
Maria Pia?”.<br />
8 aprile 1988<br />
Ieri sera avevamo letto la mia testimonianza su <strong>Nicola</strong> riveduta e corretta da <strong>mio</strong> marito.<br />
Questa notte un dolore cocente ha preso il sopravvento sul <strong>mio</strong> povero spirito: “Nicolù, cosa è rimasto delle tue luci e dei<br />
nostri colloqui pieni di errori sì, ma veri, sentiti, autentici, nati dal dolore?. Tutto è stato sacrificato alla purezza della<br />
lingua italiana.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non ferire papà, ce l’ha messa tutta, ti ho detto che Gesù sa trarre melodie sublimi anche da note sbagliate.<br />
Non soffrire così.<br />
Dal silenzio e dal dolore nasce sempre qualcosa di buono.<br />
E poi …, vedi, mamma, è la verità che guarisce e salva, non i panni caldi che voi mettete al posto di essa, quelli della vostra<br />
pietà umana, e non c’è verità più autentica di quella che vi viene dall’alto”.<br />
9 aprile 1988<br />
In chiesa stamattina durante il Sacrificio della Messa.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ti chiedevi ieri sera come mai dalla mia richiesta iniziale di una biografia scritta da Eugenio sia arrivato<br />
adesso ad una testimonianza, che è tutt’altra cosa.<br />
Eugenio ha risposto che lui non sarebbe stato capace di scriverla, ma non è questa la verità. Perché l’avrei aiutato io fino<br />
a dettargliela.<br />
Eugenio doveva arrivare invece, attraverso il buio quasi completo della sua vista, ad una maturazione profonda, ad una<br />
luce interiore che lo avrebbe gradatamente portato a rendere piena testimonianza a quanto tu, attraverso il tuo dolore,<br />
eri arrivata a recepire”.<br />
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10 aprile 1988<br />
Notte tormentata; <strong>Nicola</strong> mi fa comprendere come grande sia stata la nostra responsabilità nell’eliminare dai nostri colloqui<br />
quelle parti, quelle luci che più di tutte avrebbero contribuito a sanare situazioni, a risolvere problemi a volte senza<br />
via d’uscita, per mancanza di conoscenza e di lumi. Mi porta un paragone significativo.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, pensa ad un cronista che fa un’intervista ad una personalità, ma nel redigere l’articolo, omette delle parti<br />
che, a suo dire, erano superflue travisando e deformando così la verità stessa.<br />
<strong>Il</strong> danno che ne deriva è enorme, pensa a Oscar che, da un’intervista condotta e poi manovrata da un cronista che aveva<br />
orientato l’articolo secondo il suo punto di vista è uscito malconcio, mentre la classe politica ha perso uno degli uomini più<br />
validi da tutti i punti di vista.<br />
Mamma, ancora un paragone; è come se un ammalato andasse da un luminare per farsi visitare, questi gli facesse una<br />
diagnosi perfetta ed il paziente l’accettasse, ma ne fiutasse la cura.<br />
Come farebbe a guarire? Sarebbe stato meglio che non fosse andato.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, il nemico acutizzando i contrasti ti toglie quella pace e quella serenità che sono indispensabili a me per<br />
illuminarti e guidarti.<br />
Io, la verità te la debbo rivelare anche se per te è causa di dolore, altrimenti il bene che deriva dalla conoscenza di essa<br />
resta lettera morta ed è inutile il <strong>mio</strong> operare.<br />
Ma sii serena e ti condurrò all’attuazione del disegno di Dio. Sii forte nella fede”.<br />
12 aprile 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ti dicevo l’altra volta come io, essendo immerso nell’onda infinita dell’amore che Gesù nutre per te, o<br />
che sia Lui direttamente a parlarti, o che lo faccia tramite me, è sempre Gesù stesso che parla al tuo cuore.<br />
Prima che io morissi Gesù parlala direttamente al tuo cuore. Dopo il <strong>mio</strong> decesso, se lui avesse continuato a farlo, tu<br />
non Gli avresti più creduto perché la tua umanità ferita a morte non ti avrebbe consentito di vedere al di là di quell’evento<br />
tragico; ecco la necessità del <strong>mio</strong> intervento diretto. Solo io potevo curare la tua atroce ferita e ristabilire la fiducia nella<br />
Sua Parola. Comprendi ora?<br />
Adesso, se mi ascolti, aggiungerò un altro tassellino alla Maternità reale della nostra Mamma Celeste.<br />
Due sono i parti di Maria SS.ma, il primo a Betlemme quando partorì Gesù. Allora non patì dolore di carne come tutte le<br />
altre donne, perché Lei, la Concepita senza macchia, era esente dalla condanna del Padre: Tu concepirai nel dolore<br />
diretta ad Eva, ma concepì Gesù in un’estasi d’amore.<br />
<strong>Il</strong> secondo parto di Maria SS.ma ebbe luogo ai piedi della Croce, quando, in uno spasimo senza fine, spasimo di carne oltre<br />
che di spirito, diede alla luce l’umanità nuova, redenta dal sangue di Gesù, redenta dal Suo atroce dolore di Madre.<br />
Maternità reale, mamma, comprendi?<br />
É di questo secondo parto che San Giovanni nell’Apocalisse adombra il grande mistero:<br />
Vedo una donna che si contorce nelle doglie del parto …”.<br />
16 aprile 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, fai osservare a Maria Pia l’analogia che esiste tra due avvenimenti che l’hanno coinvolta in prima persona.<br />
Cecilia e Suor Lucia entrambe anime privilegiate, entrambe molto, ma molto care a Gesù, Maria Pia si dà anima e corpo<br />
prima all’Opera della Lega Eucaristica, poi a far conoscere Maria SS.ma.<br />
Ma sia Cecilia che Suor Lucia non reggono all’urto del nemico e si trasformano in accusatrici di Maria Pia. Da qui umiliazioni,<br />
dispiaceri e dolori.<br />
La lotta si fa sempre più serrata perché la vittima prescelta è ora Maria Pia, è lei che suscita l’odio sempre più accanito di<br />
satana per le anime che riesce a strappargli.<br />
Io le sono vicino, molto vicino, ma mi deve ascoltare; alla superbia e all’arroganza del nemico deve rispondere con atti di<br />
umiltà, all’odio con l’amore; deve schierarsi dalla parte di Gesù che vuole riconquistare a Sé quelle anime.<br />
Così facendo oltre che dimostrare amore a Gesù crea un muro di protezione attorno a lei e la vittoria sarà sua. Va bene,<br />
Maria Pia?”.<br />
22 aprile 1988<br />
“Nicò, leggevo ieri nella Bibbia regalatami da Maria il commento di Papa Giovanni Paolo 2° sulla maternità conferita a Maria<br />
SS.ma da Gesù stesso ai piedi della Croce, maternità che abbraccia tutta l’umanità, ma il Pontefice parla solo di una<br />
maternità spirituale e non di una maternità reale”.<br />
“Mamma, i tempi non erano ancora maturi. Ti sei mai chiesta come mai la Chiesa di Roma che pure è continuamente assistita<br />
dallo Spirito Santo abbia impiegato tanto tempo a proclamare l’Assunzione di Maria SS.ma a differenza della Chiesa<br />
d’Oriente che da sempre la venera quale Assunta?<br />
Dicono che non era necessaria tale conferma perché questa verità era stata sempre presente nel cuore del popolo di Dio,<br />
ed allora perché il dogma?<br />
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No, mamma, non è questa la verità; la Chiesa è una Società non solo divina, ma anche umana, e gli uomini spesso, con il<br />
loro operato, non annullano ma ritardano il disegno di Dio”.<br />
28 aprile 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Eugenio, ascoltami, è necessario che tu prenda consapevolezza dell’entità dei miei messaggi attraverso una meditazione<br />
serena e non affrettata di essi, (ciò non vuol dire che la rimandi alle calende greche, perché al contrario è urgente).<br />
Devi penetrare l’essenza stessa di essi perché le verità che contengono sono grandi e necessitano da parte tua di disponibilità,<br />
amore ed umiltà; devi reintegrare le parti mancanti fino allo scrupolo, perché anche una sola parola ha il suo<br />
valore specifico nel contesto; devi poi aggiungere anche tutto il resto che mamma ha finora scritto e preparare così una<br />
seconda edizione, io ti aiuterò e non ti lascerò solo”.<br />
Sabaudia 30 aprile 1988<br />
Ieri Maria mi ha portato da Roma le bozze del libro di <strong>Nicola</strong> che ha ritirato dalla tipografia perché siano corrette, ma sono<br />
rimasta delusa ed addolorata perché, contrariamente a quanto il signor Vespa ci aveva assicurato, che avrebbe cioè usato<br />
caratteri aperti, distanziati affinché la lettura risultasse scorrevole e piacevole, si è servito invece di caratteri piccolissimi e<br />
di righe quasi attaccate l’una all’altra.<br />
<strong>Nicola</strong> stamani me ne rivela la causa: “<strong>Il</strong> nemico attacca continuamente e come può l’opera mia; non è estranea la tua<br />
interferenza, quando, in risposta all’accenno del sig. Vespa che lamentava un arresto inspiegabile dell’attività della tipografia,<br />
gli suggeristi di farla benedire, o meglio esorcizzare.<br />
Mamma, non soffrirne però, perché tu sei immersa nell’onda potente del nostro amore che ti protegge e ti salva; quando<br />
soffri, rifugiati tra le mie braccia, se tu sapessi come ti sono vicino! Sì, tu ed Eugenio siete i più esposti ai loro attacchi,<br />
ma essi non possono farvi del male più di quanto noi non permettiamo, e se lo permettiamo è solo per il vostro bene.<br />
Dillo ad Eugenio: vi chiediamo solo fede”.<br />
“Nicò, quanti spettacoli televisivi poco edificanti, mi riferivo alla trasmissione di ieri sera:<br />
Tu di che vizio sei?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, sono tanti trabocchetti del nemico, tu preferisci la meditazione e la preghiera”.<br />
1 maggio 1988<br />
Pensavo con vivo dolore a quel Libro di <strong>Nicola</strong> così vessato dal nemico, sentivo delle fitte al cuore come se qualcuno mi<br />
avesse ferito nella carne.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma consolati, anche da quelle piccolissime righe, scaturirà tanta luce da inondare il mondo. Le anime assetate<br />
di bene troveranno in esse ristoro”.<br />
7 maggio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami. Quando vi vengono comunicate direttamente dall’alto, o attraverso altre voci, novità addirittura<br />
rivoluzionarie in campo teologico, se a quell’annuncio sentite che il vostro cuore è pervaso da una gioia strana, profonda,<br />
intima, allora senza tema di sbagliare potete dire che quelle verità sono un dono particolarissimo che Dio stesso fa<br />
alle sue creature.<br />
Successivamente insorgerà la vostra umanità con i suoi dubbi, interrogativi, cavilli, ma voi restate fedeli a questa gioia iniziale<br />
perché essa è la prova autentica della veridicità dell’annunzio, e con umiltà ed amore riconoscente, ringraziatene il<br />
Padre.<br />
Ricordi, mamma, la gioia che pervase il tuo animo, quando, in un momento tragico della tua vita, durante la mia malattia,<br />
Maria SS.ma si rivelò al tuo cuore quale vera Madre”.<br />
21 maggio 1988<br />
Tempo fa avevo chiesto a <strong>Nicola</strong> come avrei potuto sopportare, qualora fossimo riusciti a verificare l’integrità del suo corpo,<br />
tutto il dolore e l’angoscia che sicuramente avrei provato.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, inizialmente proverai tanto dolore, ma poi il tuo cuore sarà inondato di gioia”.<br />
Successivamente, nel vedere come i loculi che abbiamo acquistato, siano già quasi pronti, chiedo a <strong>Nicola</strong>: “ Nicò, io non<br />
so proprio come riuscirò a fare aprire la tua bara, sono cose più grandi di me”.<br />
“Mamma, ciò avverrà attraverso un grande miracolo”.<br />
Non ci feci gran caso; passò del tempo ed a Sabaudia durante la celebrazione della Santa Messa la mia attenzione fu attratta<br />
da una giovane madre alle prese con un bambino mongoloide; ne provai vivissimo dolore ed invocai <strong>Nicola</strong>.<br />
“<strong>Nicola</strong>, lo affido a te; non vedi la sofferenza di quella madre?”.<br />
”Mamma, dille di portarlo da Mons. Milingo”.<br />
Mi feci coraggio e ne parlai alla madre promettendole che mi sarei interessata per farle avere una prenotazione.<br />
Lì per lì non valutai l’enorme difficoltà che mi si presentava, ma quale non fu il <strong>mio</strong> stupore quando, rientrando a Roma, il<br />
giorno appresso la mia amica Floria, che veniva a battere a macchina la testimonianza di <strong>Nicola</strong>, mi dice che era riuscita a<br />
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prenotare per il 19 maggio p.v. per sé e per la figlia, due incontri da Mons. Milingo e che con gioia rinunciava al suo posto<br />
in favore del bambino.<br />
Cominciavo ad intravedere un disegno divino e a mia fiducia prendeva consistenza.<br />
Venne il 19 maggio e tutti si svolse come previsto. Mons. Milingo disse alla signora che doveva ritornare. Questo mi indusse<br />
a pensare che tutto seguiva un disegno prestabilito.<br />
In seguito <strong>Nicola</strong> mi illumina che sarebbe stato questo il miracolo cui aveva accennato per la ricognizione del suo corpo.<br />
“Mamma, tu segui attentamente le mie illuminazioni e tutto questo nel silenzio; sii uno strumento valido!”.<br />
Ieri sera per una stupidaggine Peppino ebbe una reazione fuori luogo; è così da molto tempo, mi è chiaro come egli non<br />
sia più completamente libero e con grande angoscia chiedo aiuto a <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, tutte le volte che sei nell’angoscia, ti allontani da me mentre la tua fede ti avvicina a noi e sotto la nostra<br />
protezione nulla di male potrà capitarti, perché Satana è anche vigliacco.<br />
Sii serena; è vero, papà è stretto nelle sue morse, ma abbi fede, rispondi con serenità ed amore. Anche il fatto che non<br />
sente è un forte handicap per lui, ma vedrai che poi con lo apparecchio e con la tua preghiera tutto andrà meglio”.<br />
22 maggio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami. Tra qualche giorno il <strong>mio</strong> libro sarà stampato, ma esso è soltanto un aborto. Quello che doveva<br />
essere una vostra testimonianza è passato attraverso la censura di Satana che ha tolto quanto di vitale e di veramente<br />
essenziale esso conteneva.<br />
Nonostante i miei ripetuti richiami, le mie illuminazioni, i miei avvertimenti, ed anche i rimproveri vi siete lasciati irretire<br />
dal nemico, il quale vi ha sedotti facendovi credere che agivate spinti dalla carità, come se in voi esiste la vera carità,<br />
mentre io ne sono privo, io che sono immerso nell’infinita carità di Dio.<br />
La vostra carità, invece, impedendo a Giacomo ed ad Irene di prendere consapevolezza della verità, impediva ad una famiglia<br />
di riunirsi; ai genitori di Antonella di veder chiaro nei loro rapporti con me.<br />
Mi vuoi dire poi quale danno avrebbero arrecato a Margherita quei pochi accenni sul suo amore sbagliato e che tanto male<br />
ha causato a tutta la nostra famiglia, a lei che è ormai già salva e nella verità, mentre siete voi nella lotta e nel pericolo?<br />
E a Teresa, avete tolto la possibilità, di rivedere attraverso una luce che veniva da me, la sua condotta nei vostri riguardi<br />
e di liberarsi da un’angoscia che sempre la tormenta.<br />
E così per i figli di Anastasia, così per Eugenio.<br />
Gesù rivolgendosi ai sinedristi, li chiamava lingue di vipere, perché è sempre la verità che vi rende liberi. Eugenio testimoniando<br />
la mia verità anche nei loro riguardi, avrebbe diviso il grano dal loglio.<br />
Mamma, neppure Eugenio mi ha protetto e difeso, e certo ha reso testimonianza solo ad una verità amputata. E papà?<br />
Povero papà, preso tra le spire di un nemico che non perdona; anche la sua salute ne è rimasta scossa e neppure tu ne<br />
sei uscita vittoriosa, povera mamma, anche se hai tanto sofferto”.<br />
23 maggio 1988<br />
Questa mattina Maria Pia mi telefona da Torino, tutta commossa, per mettermi al corrente di quanto segue; aveva dato<br />
fogli sfusi dei colloqui di <strong>Nicola</strong> ad un’amica studentessa universitaria, la quale ne era rimasta commossa ed entusiasta.<br />
Franca, così si chiama la ragazza, aveva il papà ricoverato in una clinica di Genova, specializzata in malattie di cuore, perché<br />
gli avevano applicato il ba-jpasse ed era andata a trovarlo.<br />
Nella stanza adiacente a quella del padre, c’era una signora in fin di vita, era stata operata al cuore ed aveva avuto il rigetto;<br />
i medici avevano detto che non avrebbe passato la notte.<br />
Franca comincia a pregare ed ad invocare <strong>Nicola</strong>. Poi la ragazza ritorna a Torino, ma la mattina telefona per avere notizie<br />
del padre e dell’ammalata e con immensa commozione apprende che l’ammalata aveva superato la crisi: i medici dicevano<br />
che era stato un grande miracolo.<br />
La mia commozione e la mia gioia sono state immense; piangevo insieme a <strong>mio</strong> marito anch’egli commosso.<br />
27 maggio 1988<br />
Filippo mi aveva pregato di chiedere a <strong>Nicola</strong> se doveva comprare o meno l’attico a Sabaudia.<br />
<strong>Nicola</strong> per Filippo: “Filippo, non ti affannare tanto per cose di questo mondo, che il sì o il no siano per te la stessa cosa;<br />
mantieni libero il tuo spirito.<br />
Vedi, io ho dovuto lasciare ogni cosa ed il distacco da ogni singolo oggetto ma ha causato grande sofferenza. <strong>Il</strong> di più<br />
crea sempre problemi e preoccupazioni”.<br />
Ieri sera leggevo la presentazione fatta da un sacerdote al libro La Misura dell’Uomo che tratta messaggi e dettati di<br />
Gesù e della Madonna ad un’anima eletta.<br />
Mi è stato subito evidente che quel sacerdote si era regolato nello stesso modo che abbiamo usato noi con i messaggi di<br />
<strong>Nicola</strong>, togliendo parti che a nostro giudizio erano lesive dell’intimità di certe anime, e velando la verità stessa per motivo<br />
di carità cristianità.<br />
Sono rimasta un pò perplessa, ma <strong>Nicola</strong> mi toglie subito dall’imbarazzo.<br />
“Mamma, non pensi che anche loro hanno sbagliato?<br />
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Quelle voci sono anch’esse luci che vengono dal Cielo e Satana è sempre lo stesso, come è sempre la stessa la tattica che<br />
adopera”.<br />
28 maggio 1988<br />
Ritornavamo a Roma dopo essere stati al cimitero da <strong>Nicola</strong> e col pensiero io riandavo alle parole cocenti di <strong>mio</strong> figlio sul<br />
suo libro e piangevo accoratamente, presa intimamente da un dolore senza fine.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non soffrire così, perché Gesù sa trarre anche dalle pietre il pane per sfamare i propri figli”.<br />
E poi in seguito alla notizia che Enzo Tortora, pur avendo chiesto ed avuto i Sacramenti aveva desiderato essere cremato,<br />
era sorta tra <strong>mio</strong> marito ed il padre di Antonella, una discussione sulla posizione della Chiesa al riguardo. Chiedo a <strong>Nicola</strong><br />
più lumi.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, la cremazione infrange un rapporto d’amore da cui scaturisce un enorme bene per l’anima del trapassato<br />
che da esso riceve continue preghiere e suffragi, mentre con la cremazione questi aiuti sono affidati al ricordo.<br />
<strong>Il</strong> ricordo non più alimentato da questi continui atti d’amore, è destinato purtroppo a svanire presto”.<br />
4 giugno 1988<br />
Giovedì sera don Eugenio mi aveva comunicato, pregandomi di non dirlo ad Antonella, che la sera prima la medesima era<br />
andata da lui e si era confessata, vincendo un rifiuto che durava da anni. La mia gioia e la mia commozione sono state<br />
grandi e continuavo a ringraziare Gesù, la Madonna, ma soprattutto <strong>Nicola</strong>.<br />
Ieri mattina venerdì, Antonella mi telefona per narrarmi il sogno che aveva fatto la notte e che tanto l’aveva scossa. <strong>Il</strong><br />
luogo, l’appartamento che aveva abitato con <strong>Nicola</strong>.<br />
Lei rientrava a casa e trovava la cucina a soqquadro: mobili rotti, cocci di vetro per terra, un grande disordine, come se<br />
delle furie si fossero scatenate con rabbia in quell’ambiente, ma aveva avuto subito la sensazione che gli autori non fossero<br />
uomini, ma spiriti immondi.<br />
Scorge sul tavolo la fede nuziale di <strong>Nicola</strong>, la prende e la mette al dito; immediatamente, come da foschia, prima si delinea<br />
e poi si concretizza la figura di <strong>Nicola</strong>, bello, radioso, felice come mai l’aveva sognato o visto durante la sua vita.<br />
<strong>Nicola</strong> che con fare scanzonato le dice: “Finalmente ce l’hai fatta!”.<br />
Egli le comunica una gioia indescrivibile e lei felice gli risponde: “Sei venuto a prendermi, Nicò?”.<br />
Per la prima volta Antonella non prova più terrore della morte, ma una grande felicità.<br />
Antonella mi dice che ha scritto tutto, mi prega di comunicarlo a don Eugenio; lei non può farlo perché è in procinto di<br />
partire per Londra e mi chiede cosa ne pensi.<br />
Per me era tutto chiaro, ma lei non mi parlò della confessione fatta la sera prima e io le dissi solo che era un sogno meraviglioso.<br />
Ma quale non fu il <strong>mio</strong> stupore quando di lì a poco <strong>Nicola</strong> mi dice che non si era trattato di un sogno, ma di una<br />
visione.<br />
Telefono ancora ad Antonella per riferirle quanto dettomi da <strong>Nicola</strong> e lei mi dice: perché non è venuto a trovarmi nella<br />
mia casa?<br />
<strong>Nicola</strong> subito mi risponde: “Mamma, è nell’appartamento di sotto che io ed Antonella abbiamo vissuto assieme i giorni più<br />
felici”.<br />
Poi gli chiedo: “Nicò, mi spieghi quale differenza passa tra il sogno e la visione?”.<br />
“Vedi, mamma, nel sogno alle comunicazioni che vengono dal cielo si frammischiano componenti umane formando un<br />
tutt’uno aggrovigliato che non è facile interpretare, mentre la visione è una manifestazione reale del trascendente che si<br />
rivela direttamente al vostro spirito, anche se esso apparentemente è in stato di riposo.<br />
Tu sai che lo spirito non dorme mai, solo non si manifesta quando il corpo dorme.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> spirito è riuscito a comunicare con quello di Antonella e la gioia per entrambi è stata immensa”. “Nicò, nel sogno<br />
c’è sempre un messaggio?”.<br />
“Sì, mamma, e viene sempre recepito dallo spirito come un richiamo, un alto là; anche se il sogno trae origine dalla vostra<br />
ingordigia nel mangiare, lo spirito è avvertito che avete esagerato. C’è sempre una correlazione tra corpo e spirito e questo<br />
affonda le radici nel trascendente che lo illumina. Gli uomini sono meravigliosamente complicati!”.<br />
6 giugno 1988<br />
“Nicò, mi puoi spiegare come mai Gesù stesso ci chiamava figli adottivi del Padre, mentre tu parli di una paternità reale?”.<br />
“Mamma, il figlio è generato da un atto d’amore del Padre e tra il figlio ed il Padre si stabilisce un rapporto d’amore, ma,<br />
quando il figlio ferisce a morte l’amore del Padre, egli infrange il rapporto che lo teneva unito a lui e diventa quasi un estraneo,<br />
dico quasi, perché nell’amore ferito del Padre resta sempre quel richiamo insaziato che lo spinge a ricercare continuamente<br />
quella parte di sé che ora è lontana.<br />
Subentra così una paternità adottiva, un amore unilaterale. Così è stato dell’uomo nei rapporti di Dio Padre che, pur ferito<br />
a morte nel suo amore da questo suo figlio che col peccato d’origine lo ha allontanato da sé, continua tuttavia a provvedere<br />
a lui, ad amarlo, fino a quando attraverso il sacrificio del suo Figliolo prediletto, Gesù, Egli non riallaccia quel rapporto<br />
d’amore che lo univa all’uomo quale vero Padre. Noi, attraverso la Redenzione, ritorniamo ad essere veri figli di Dio<br />
Padre e non più figli adottivi”.<br />
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8 giugno 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, se mi ascolti, ti chiarirò meglio il concetto di figlio vero e figlio adottivo.<br />
<strong>Il</strong> rapporto che unisce il padre vero al figlio è un rapporto non solo d’amore essendo il figlio stato generato da un atto<br />
d’amore, ma anche di sangue, mentre il rapporto che unisce il figlio adottivo al padre che l’ha adottato e viceversa, è solo<br />
d’amore.<br />
Nel primo caso puoi ferire il rapporto d’amore; ma non spegnerlo totalmente in virtù proprio di quel legame di sangue che<br />
non puoi infrangere.<br />
Nel secondo caso infranto il rapporto d’amore non resta più nulla.<br />
Comprendi adesso come sia reale nei nostri confronti la paternità di dio Padre che, pur essendo stato ferito nell’amore<br />
dall’uomo, questa creatura generata dal suo amore, non l’abbandona, ma nella pienezza dei tempi sacrifica la seconda<br />
Persona della SS.ma Trinità, il Suo Figliolo prediletto, pur di riunire a sé gli altri suoi figli che si sono allontanati da lui e<br />
che il suo infinito amore di Padre reclama?<br />
Noi ripetiamo sempre: Dio ci ha creati a Sua immagine. Ma comprendi cosa vuol dire questo?<br />
Solo un figlio è immagine vera del padre anche se nella diversità dei tratti e dell’indole, perché niente è ripetibile nella<br />
perfezione dell’opera di Dio, e come lui riflette la stessa natura del padre che lo ha generato! Guarda cosa fa Dio quando<br />
dà vita ad una nuova creatura!<br />
Stacca da sé una parte infinitesimale del Suo Spirito eterno, intelligente, incorruttibile, l’unisce alla materia e ne fa un<br />
nuovo figlio che genera in un atto d’amore, cosa fa l’uomo quando deve dare vita ad un’altra creatura?<br />
Anch’egli, attraverso una piccola parte di sé, in un atto d’amore con la compagna che nelle sue viscere ne forma il corpo<br />
trasmette la vita.<br />
Nella sua creatura Dio Padre trasfonde tutti i Suoi attributi, l’intelligenza, il pensiero, la libertà di scegliere, il ricordo, la<br />
volontà, la creatività, il bisogno d’amore, l’attrazione irresistibile di tornare alle fonti da cui è scaturita. Così è per l’uomo<br />
quando trasmette la vita ad un suo figlio. Ma ciò non avviene nel figlio adottivo.<br />
Se tu bianco adotti un bambino di pelle scura, anche se lo amerai come se fosse un tuo vero figlio, non potrai mai cambiare<br />
il colore della sua pelle.<br />
Mamma, se tu sapessi a quali considerazioni ti porta questa verità tanto grande; io sono realmente figlio di Dio, Egli è<br />
certamente <strong>mio</strong> Padre! Come la tua intelligenza prenderebbe coscienza non solo dei tuoi doveri di figlia, ma anche dei<br />
tuoi diritti di erede! Come ti spieresti tante verità fino a questo momento oscure per te! Ti sarebbero chiari il corruccio di<br />
Dio Padre nel Vecchio Testamento e il suo amore misericordioso nel Nuovo a causa della Redenzione operata dal Figlio”.<br />
15 giugno 1988<br />
Don Eugenio mi aveva detto che il fratello Nazzareno era stato ricoverato in ospedale di urgenza per un aneurisma<br />
all’aorta, era stato operato ed era in camera di rianimazione con prognosi riservata.<br />
Gli ho detto di rivolgersi a <strong>Nicola</strong> e mi ha risposto che l’aveva già fatto e che il fratello aveva superato l’operazione, ma<br />
che i medici pensavano che non sarebbe uscito vivo; gli prometto di pregare <strong>Nicola</strong> e riattacco il ricevitore. Immediatamente<br />
<strong>Nicola</strong>:<br />
“Perché vi turbate quando un’anima santa è chiamata a raggiungere il Cielo?”.<br />
Con grande sforzo comunico il messaggio a don Eugenio.<br />
<strong>Il</strong> giorno appresso insisto ancora con <strong>Nicola</strong>: “Mamma, non è detto che non possa esaudirlo”.<br />
16 giugno 1988<br />
Per Franca.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Franca, ascoltami bene; quando infuria il temporale, tu non stai in mezzo alla strada a guardare, ma d’impulso<br />
cerchi riparo in un portone; così devi fare adesso, senza indugio prima che la furia della tempesta ti travolga. Cerca un<br />
sacerdote, confessati, invoca l’aiuto di Gesù, di Maria SS.ma, che è tua madre come lo era la mamma che non hai più,<br />
mettiti al riparo sotto la nostra protezione; io ti sono vicino e ti indicherò come fare per uscire fuori dalla tua difficile situazione.<br />
Ogni umiliazione che accetti nel silenzio ed offri a Dio per amore dei tuoi bambini si trasforma in forza, in vittoria.<br />
Non stare a riflettere, a soppesare: il naufrago che sta per essere sommerso dalle acque si aggrappa alla fune che gli viene<br />
lanciata e non si chiede se lo reggerà o meno; fai lo stesso, ma fai presto, non temere io sono con te, abbi fede in<br />
me”.<br />
Chiedevo a <strong>Nicola</strong> se Mons. Milingo o il Padre Tardif, o altri che avevano operato guarigioni che in definitiva sono miracoli<br />
agiscono per virtù propria o con l’intervento dei Santi del Cielo.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, fino a quando siete su questa terra, siete soltanto strumenti o canali di Grazia, più o meno validi, più o<br />
meno disponibili, più o meno santi; solo quando avrete raggiunto il Cielo, il Padre vi farà compartecipi della Sua potenza e<br />
della Sua gloria e solo nella misura di quella gloria che vi sarete meritata in terra attraverso la sofferenza e l’amore.<br />
Noi soltanto immersi nell’amore meraviglioso del Padre che dona ai suoi figli vittoriosi sulle forze avverse del male<br />
l’eredità che aveva loro promesso”.<br />
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17 giugno 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, Irene è rimasta turbata nel leggere nei miei messaggi come nonna non abbia ancora raggiunto la gloria<br />
del Cielo, lei che aveva tanto sofferto in vita ed ha messo in dubbio la veridicità delle mie comunicazioni. Adesso ti illuminerò<br />
meglio, nonostante anche prima ti avessi messo in guardia sul pericolo di formulare dei giudizi in proposito su argomenti<br />
che esulano dalle vostre possibilità umane così limitate.<br />
Voi su questa terra avete delle unità di misura che variano a seconda che si riferiscono a distanze più o meno piccole o al<br />
tempo più o meno vicino o lontano.<br />
<strong>Il</strong> metro con i suoi multipli o sottomultipli quando volete misurare distanze ancora possibili, anni luce quando volete misurare<br />
distanze quasi infinite, come sono quelle che intercorrono tra una stella e l’altra. Così è del tempo; unità di misura è<br />
l’ora con i suoi multipli e sottomultipli fino ad arrivare agli anni, ai secoli, ai millenni e così via.<br />
Ma mentre solo nella gloria di Dio, non esiste più il tempo e gli spiriti sono immersi nell’eterno presente di Dio stesso, così<br />
nell’inferno, anch’esso eterno ed immutabile, in Purgatorio esiste ancora il tempo la cui unità di misura è completamente<br />
diversa da quella vostra, anch’essa variabile, come ti avevo prima accennato ed incomprensibile a voi mortali.<br />
Dicendoti che un vostro secolo è paragonabile ad un respiro, ti volevo fare intravedere come diversa è l’unità di misura<br />
che esiste per il Purgatorio e quindi la necessità che voi continuiate a pregare per le anime dei defunti durante l’arco della<br />
vostra breve esistenza.<br />
Quante volte hai sentito ripetere nella liturgia che la vostra vita ha solo la durata di un respiro, che tutto passa in fretta e<br />
che la prova è solo un nulla rispetto all’eternità!<br />
Non turbatevi mai, mamma, per verità così meravigliose, ma dilatate sempre più il vostro spirito, perché sia sempre più<br />
pronto all’impatto con la verità stessa che vi si rivelerà appena avrete chiuso gli occhi a questa vita”.<br />
18 giugno 1988<br />
Antonella oggi polemizza con me sul fatto che i messaggi di <strong>Nicola</strong> intorno a certi argomenti arrivano sempre dopo che io<br />
ne sono venuta a conoscenza.<br />
<strong>Nicola</strong> interviene per ribadire alcuni punti: “Mamma, ti ho tante volte detto che noi possiamo molto nei vostri riguardi, ma<br />
che abbiamo bisogno della vostra cooperazione; senza di noi non potete far niente, ma le vostre battaglie dovete essere<br />
voi a combatterle e noi vi aiuteremo a vincerle. Ti ho tante volte detto che il nostro aiuto nei vostri riguardi è costante,<br />
ma che il nostro handicap è dato dalla incomunicabilità.<br />
Per arrivare agli altri ho bisogno di te, la sola con cui posso comunicare, ma non sempre ciò è facile, perché tu sei distratta<br />
da mille pensieri e preoccupazioni; allora debbo usare mille accorgimenti e sollecitazioni per indirizzare le tua attenzione<br />
verso l’oggetto del <strong>mio</strong> interesse, perché solo allora mi riesce facile dirti tutto quello che è necessario affinché il <strong>mio</strong><br />
aiuto nei vostri confronti sia valido”.<br />
25 giugno 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, è difficile la conversione di un’anima ma attraverso il <strong>mio</strong> libro molte anime si convertiranno”.<br />
2 luglio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami, ieri sei rimasta turbata quando, associandosi a Franca, Antonella, in un certo senso, dubitava<br />
della mia santità derivata dalla mia sofferenza poiché, a suo avviso, tante tantissime anime soffrono e muoiono, come la<br />
mamma appunto di Franca e non per questo sono considerate sante.<br />
Ti illuminerò in proposito, perché nulla possa turbare il rapporto tra me e le vostre anime.<br />
Fermo restando il principio che il dolore e la morte non traggono origine da Dio, che è amore oltre che vita, perché sarebbe<br />
come ammettere l’assurdo che la luce generi le tenebre, l’ordine il disordine e così via, la sofferenza di per sé non è<br />
sinonimo di santità.<br />
Se così fosse, come ti dicevo l’altra volta, chi più sofferente del dannato o del disperato?<br />
Ma è anche vero che non c’è santità senza sofferenza.<br />
<strong>Il</strong> dolore può essere rifiutato ed allora porta alla disperazione.<br />
Può essere accettato come qualcosa di ineluttabile e allora diventa stoicismo, ma non si trasforma in purificazione e riscatto.<br />
Può essere accettato ed offerto sempre in unione al Cristo, che dà ad esso un valore infinito e diventa liberazione.<br />
C’è invece, chi liberamente sceglie tra la sanità e la malattia, tra la vita e la morte fino alle estreme conseguenze in un<br />
olocausto totale di sé e ciò per salvare altre anime; allora egli diventa un altro Cristo e come Lui ha diritto ad una gloria<br />
eterna. Ecco il Santo.<br />
Ti dirò di più; c’è chi come Salvo D’Acquisto che in un attimo sceglie di offrire la propria vita in cambio di quella degli uomini<br />
già condannati alla morte e li salva col suo eroismo; tutto avviene in fretta, non ha tempo di ripensarci su: Egli è un<br />
santo, sì!<br />
C’è Padre Kolbe che, nel silenzio e nella rinuncia, ha maturato la sua offerta la quale è stata immediata e spontanea.<br />
Ma io, mamma, ho vissuto la mia agonia e la mia morte non una volta sola, ma mille volte, tutte le volte che vedevo Antonella,<br />
che vedevo papà, che vedevo te, che vedevo Maria, i miei fratelli o gli amici; tutte queste volte ho dovuto buttare<br />
nella fornace ardente del <strong>mio</strong> amore per Gesù e per voi la mia carne che voleva vivere, la mia giovinezza che non voleva<br />
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morire, la mia sofferenza che diventava sempre più imperiosa tormentando il <strong>mio</strong> povero corpo; non continuo più, mammuzza<br />
mia cara, per non tormentare ora te, che soffri ancora tanto.<br />
Ecco perché Gesù ma ha riservato una gloria così grande.<br />
<strong>Il</strong> segreto della mia santità, mamma, è racchiuso in quella frase: Vi sto riscattando tutti”.<br />
3 luglio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, Teresa e Mons. Lefebvre sono sullo stesso piano; una parte del loro spirito è santa, l’altra è ottenebrata<br />
ed incapace di discernere la verità; non a caso Gesù li ha uniti nell’offerta al Padre, coinvolgendo fin dal primo momento<br />
anche te”.<br />
11 luglio 1988<br />
Ieri sera sono andata a trovare la signora della villetta accanto alla nostra, a cui giorni fa è morto a soli 34 anni in una<br />
sciagura di montagna il figliolo.<br />
Volevo consolare, stringendomi al <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> e al suo ricordo, ma ebbi la sensazione di non essere completamente protetta.<br />
Stamani, appena sveglia esclamo: è passata l’ubriacatura del libro e la realtà è questa ferita lacerante nella<br />
mia carne.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong>: “Mamma no, l’ubriacatura è quella della vostra vita terrena che si ripete ogni giorno che passa<br />
senza lasciare traccia duratura; la realtà è la nostra che nello eterno divenire dal nostro Dio viviamo immersi in una gioia<br />
senza fine.<br />
Tu lasciati andare ed io ti condurrò negli spazi infiniti dove il dolore è solo un ricordo, ma non staccarti mai da me, vivi unita<br />
al <strong>mio</strong> spirito e soprattutto non dubitare mai”.<br />
“Nicò, è questa la spina che mi tormenta quella di Teresa, come faccio a dimenticarla?”.<br />
“Mamma, fa sì che questo dolore si trasformi in purificazione; esso diventerà così un mezzo per sollevarti di più verso di<br />
noi”.<br />
“Nicò, aiutami, e vedi un pò se puoi farci qualcosa, tu lo sai qual è il <strong>mio</strong> timore, quello di rinchiudermi in me stessa e di<br />
non riuscire più ad amare; mi capisci, vero?<br />
Nicò, sto pensando a come fai a portarmi negli spazi infiniti?”<br />
“Mamma, perché?; quando pensi a Maria che è in America, il tuo spirito non attraversa forse spazi infiniti?”.<br />
15 luglio 1988<br />
Stamattina apprendo con dolore da don Eugenio che il fratello Nazzareno è morto e ieri lo hanno portato all’estrema dimora.<br />
Avevamo in tanti pregato <strong>Nicola</strong>: “Nicò, perché non hai aiutato don Eugenio?”<br />
“Mamma, come facevo ad aiutare Eugenio senza far soffrire ancora il fratello?<br />
Quell’anima era già matura per il Cielo”.<br />
20 luglio 1988<br />
A Sabaudia sull’imbrunire ero triste e scoraggiata, sentivo terribilmente la mancanza di <strong>Nicola</strong>.<br />
“Nicò, ho tanto desiderio di te e poi sto conducendo una vita balorda, non riesco neppure a trovare un pò di tempo per<br />
pregare e neppure per ricevere Gesù”.<br />
“Mamma, ti sbagli; il tuo lavoro è preghiera, se sai amare, e poi … non pensi a quante poche volte ho ricevuto Gesù nella<br />
mia vita?”.<br />
21 luglio 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Papà, ascoltami: tu al <strong>mio</strong> libro hai dato una veste letteraria capace di soddisfare i palati più esigenti e di questo<br />
ti sono grato conoscendo come gli uomini in questa vita molto tengono alla forma più che alla sostanza; ma devi convenire<br />
con me che il <strong>mio</strong> scopo non era quello di donarvi un’opera letteraria, bensì di comunicarvi verità la cui conoscenza vi<br />
avrebbe spinto ad intraprendere la strada, la sola veramente indispensabile ed essenziale, quella che porta alla conquista<br />
del Bene.<br />
Ora, se tu mi vuoi bene, devi iniziare a leggere il <strong>mio</strong> libro con questo spirito di ricerca e preoccuparti solo di scoprire<br />
queste verità, altrimenti papà, sarebbe tutto vano, credimi, e il <strong>mio</strong> sacrificio e questo grande dono di poter comunicare<br />
con voi, sia pure attraverso mamma, resterebbero senza frutto”.<br />
2 agosto 1988<br />
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Ondate di enorme tristezza e di dolore intimo e cocente si abbattono sul <strong>mio</strong> povero spirito in questo ritorno del mese di<br />
agosto…<br />
Questa notte il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami, mentre il ricordo ti riporta indietro nel tempo facendoti rivivere i momenti<br />
terribilmente dolorosi della mia dipartita, momenti ormai passati che non esistono più, ogni giorno che passa ti avvicina<br />
sempre più all’unità dell’amore con me, perché la morte solo apparentemente infrange questa unione.<br />
Anzi ti dirò di più; Dio che è amore,nella sua infinita misericordia ha permesso, poiché tutto avevo sacrificato all’amore<br />
per voi, che la comunione dei nostri spiriti continuasse ininterrotta, anche se frammentaria e non sempre facile, attraverso<br />
i nostri colloqui.<br />
Mamma, sii serena e felice, perché tutti gli affetti che sono altrettante manifestazioni dell’amore tendono per legge di natura<br />
a ricongiungersi per fondersi con l’amore unico da cui provengono e formare unità.<br />
Dio è unità, mamma, unità d’amore col Figlio, unità con la Spirito, unità con Maria SS.ma, con ciascuno di noi che siamo<br />
suoi veri figli.<br />
Ecco perché ogni uomo sarà giudicato in rapporto all’amore che avrà dato.<br />
Non infrangete questa unità d’amore, mamma, è l’amore che vi salva e la mancanza di esso vi può perdere. Siimi vicina,<br />
mamma, supplicami, invocami, ti verrò in aiuto nelle tue difficoltà, soprattutto abbi fede, tanta fede, sempre più fede e<br />
non disperare mai”.<br />
8 agosto 1988<br />
“Nicò, spesse volte ti senti ripetere che il Vangelo è tutto, che abbiamo il Vangelo e non abbiamo bisogno di altro e che<br />
perciò bisogna condannare o allontanare tutti quei lumi che Gesù continua a darci attraverso altre anime”.<br />
“Mamma, ascoltami, il Vangelo è la Parola di Gesù tramandataci attraverso gli Apostoli, Parola viva, eterna, antica e sempre<br />
nuova, pronta a donarvi ora come allora luce, forza, vita.<br />
Essa è guida, certezza, conforto. Essa è scarna, essenziale, adatta a tutti gli spiriti.<br />
Come il bambino appena nato ha bisogno di un nutrimento essenziale, ricco di principi attivi che trova nel latte materno e<br />
che gli consentono di crescere bene e fortificarsi nel primo anno di vita, ma poi svezzato, ha bisogno di cibo più sostanzioso,<br />
così voi uomini, man mano che crescete, avete bisogno di altre luci che soddisfano la vostra sete di sapere, che risolvano<br />
i vostri infiniti perché; è la Parola eterna di Dio, che come una fontana viva sempre zampillante, continua a dissetarvi,<br />
attraverso altre vie, che sono canali d’amore.<br />
Vedi, mamma, ai cristiani dei primi tempi bastava dire solo poche Parole di Gesù perché andassero incontro al martirio<br />
cantando; ma l’uomo di oggi cosa ne ha fatto della Parola di Dio o del Vangelo?<br />
Esso è diventato sclerotico, ridotto ad un susseguirsi di storielle da raccontare ai bambini.<br />
Vuoto di senso a furia di ripeterlo senza convinzione.<br />
Ecco perché Dio viene ancora a chiarire, a dissolvere dubbi, a far conoscere verità senza le quali l’uomo ancora più si allontanerebbe<br />
dal suo amore.<br />
Accogliete queste voci, mamma, non disprezzatele, ti ho detto che riconoscerle per vere e soprattutto siate riconoscenti al<br />
Padre e ringraziatelo sempre.<br />
Ah, se poteste ritornare bambini ed attaccarvi con avidità al seno materno della Chiesa che vi nutrirebbe e non vi lascerebbe<br />
morire d’inedia senza tanti insani perché che dilaniano il vostro cuore e la vostra intelligenza, uccidendo la vostra<br />
anima!”.<br />
9 agosto 1988<br />
Questa mattina Rosi è venuta a prendermi per portarmi in ospedale al capezzale del padre già in coma. Mi diceva che il<br />
giorno prima il marito era andato a Ladispoli per prelevare don Eugenio e portarlo da lui, ma che non era riuscito a rintracciarlo<br />
perché era partito.<br />
Per tutto il giorno Rosi non ha fatto altro che telefonare a Ladispoli, ma di don Eugenio nessuna traccia. Istintivamente,<br />
senza una logica apparente mi sono sorpresa ad invocare <strong>Nicola</strong>, perché don Eugenio potesse arrivare in tempo al capezzale<br />
di Luigi.<br />
E così è avvenuto: il lunedì egli è arrivato da Ladispoli, ha pregato con i familiari, li ha comunicati nella stessa stanza<br />
dell’ospedale dove era il padre; Rosi era serena e felice, ma il giorno dopo il funerale mentre ero in terrazza, <strong>Nicola</strong> mi dice:<br />
“Mamma, ti ricordi quando Gesù attraverso te, durante la mia malattia, apostrofò Eugenio con queste parole:<br />
Sacerdote di Dio, tu sei la fontana che zampilla acqua viva a cui tutti possono dissetarsi, ma non tutti in eguale misura;<br />
c’è l’assetato che muore e a lui vada la precedenza assoluta!<br />
Quella volta ero io l’assetato, ieri era Luigi.<br />
Eugenio non può essere un sacerdote mediocre, troppi doni ha ricevuto da Dio, doni che potrebbero essergli tolti”.<br />
10 agosto 1988<br />
La visita di Teresa di ieri sera mi ha sprofondata in un abisso di dolore; a più riprese ho indirizzato la mia sofferenza a Gesù,<br />
perché l’utilizzasse purificandola e unendola alla sua e l’offrisse al Padre in aiuto a Luigi che lotta nell’agonia della<br />
morte.<br />
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Gesù mi è vicino, mi fa comprendere che, se mi chiede sofferenza per anime particolarmente a lui care, in cambio mi ha<br />
dato <strong>Nicola</strong>, <strong>Nicola</strong> che, come fulgida stella, dispensa dall’alto del Paradiso doni e favori.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non sprofondare il tuo spirito nella considerazione delle contraddizioni che turbano l’animo di Teresa; te<br />
l’avevo spiegato come la sua personalità sia spaccata in due; da una parte una spiritualità che si fa sempre più santa e<br />
più fulgida e dall’altra una mente sempre più offuscata, che non riesce a distinguere la verità dall’errore.<br />
Satana è maestro in quest’arte.<br />
Povera mamma, tu ne sopporti il peso, ma è il destino delle anime vittime; non dimenticare che per me il peso è stato<br />
doppio perché la mia sofferenza investiva non solo il <strong>mio</strong> spirito che vedeva, patendo un dolore indicibile, tutte le ferite<br />
delle vostre anime che dovevano essere riscattate con la mia rinuncia alla vita, ma anche il <strong>mio</strong> povero corpo, che era diventato<br />
il bersaglio dell’odio di Satana.<br />
Mamma, placa la tua angoscia, non vedi che da più parti giunge a te, attraverso la lettura del <strong>mio</strong> libro, il soffio della consolazione?<br />
É Gesù che te lo manda perché tu non ti avvilisca e possa continuare a salire con la tua croce la strada che<br />
conduce al nostro amore senza veli.<br />
Stringiti a me, mammuzza mia, io ti consolerò dell’amore che ti manca degli altri miei fratelli e di papà e di tutti coloro che<br />
tu ami, perché ti amo per tutti loro.<br />
Sei tu che continui la mia immolazione e la mia offerta; Gesù è il cardine, è il mare che raccoglie, purifica, offre al Padre;<br />
voi i piccoli ruscelli che in esso affluiscono”.<br />
11 agosto 1988<br />
Ieri sera Rosi, alle 22.45 mi comunica che alle 9.50 il padre è spirato serenamente.<br />
La notizia, che pure aspettavo, mi causa una specie di torpore spirituale, di abulia; non riesco a chiedere a <strong>Nicola</strong> niente;<br />
in me non c’è il dubbio, ma nemmeno la certezza che quell’anima sia salva.<br />
Stamani molto presto <strong>Nicola</strong> mi spinge a pregare per Luigi: “Mamma, come hai potuto dubitare che la vittoria non fosse<br />
soltanto di Gesù?<br />
Gesù amava particolarmente quell’anima; l’ha inseguita da sempre, l’ha tallonata anche quando essa correva dimentica<br />
per quelle strade sbagliate, ha creato attorno a lei una rete sottilissima di fili invisibili proprio come fa il ragno per catturare<br />
la sua preda, ha coinvolto anche me, quand’ero ancora in vita, in un disegno d’amore incomprensibile alla vostra cecità,<br />
ha coinvolto Rosi e te, e le vostre offerte sono state determinanti; come poteva non vincere tanto amore? Non ero io<br />
che tacevo, mamma, eri tu che mi impedivi di comunicare con te.<br />
Adesso, dì a Rosi di essere serena, perché ha portato a termine il suo compito di figlia e, soprattutto, pregate per l’anima<br />
di Luigi”.<br />
12 agosto 1988<br />
“Nicolù ascoltami: nel vedere in televisione scene drammatiche di povertà a causa della siccità, mentre da noi qui a Roma<br />
le fontane zampillano continuamente acqua limpida e fresca, mi sono chiesta perché il Signore dona a certi popoli tutto<br />
un ambiente privilegiato, mentre ad altri no. Cerco di individuarne l’origine”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, vuoi conoscere il perché? Perché da coloro a cui tutto Dio ha concesso possa salire al Cielo un inno poderoso,<br />
continuo di ringraziamento e di lode e, consapevoli di quanto loro il Padre ha donato senza alcun merito, possano<br />
riversare il loro amore sui fratelli meno favoriti, al punto tale che anche da essi possa salire al Padre un inno di ringraziamento<br />
e di riconoscenza. Come vedi, mamma, attraverso un atto sapientissimo d’amore, atto che a voi uomini potrebbe<br />
sembrare di ingiustizia, Dio dà la possibilità ai figli privilegiati di unirsi agli altri che lo sono di meno in un rapporto<br />
d’amore.<br />
Così è nelle famiglie in cui, accanto al figlio superdotato, c’è l’altro handicappato, così nella società. Ma tutto, tutto trae<br />
origine da un amore infinito e previdente del Padre che esige da parte vostra altrettanto amore, affinché il dono non si<br />
trasformi in peso, dolore e condanna.<br />
Ti accorgi, mamma, come tutto graviti sull’amore?<br />
Mamma, non è vero che è stato in seguito a quanto visto in televisione sulle conseguenze della siccità che tu hai formulato<br />
quei perché, ma è stato papà che domenica rientrando da Sabaudia nel momento in cui attraversava il piazzale degli<br />
Eroi, vedendo la fontana zampillare d’acqua ha esclamato: E pensare che tanti popoli muoiono di fame per la siccità!<br />
E tu hai fatto eco: Si è vero quanta acqua a Roma e quante fontane, Piazza Esedra, Fontana di Trevi!, e poi non sei andata<br />
oltre col tuo pensiero.<br />
Mamma, ti voglio più precisa e più fedele anche nella formulazione dei quesiti che determinano il <strong>mio</strong> intervento e le mie<br />
chiarificazioni; a voi possono sembrare di poca importanza, ma questo non è vero, e se sono esposti a modo vostro causano<br />
confusione ed alterano la verità”.<br />
“Hai ragione, Nicò, ti prego di perdonarmi; stavo facendo questa riflessione, che le tue luci ci rendono ancora più responsabili,<br />
e poveri noi!”.<br />
“No, mamma, voi siete ugualmente responsabili perché il problema del terzo mondo o del fratello che soffre accanto a voi<br />
vi viene continuamente prospettato, ma voi lo eludete come se fosse cosa che non riguardi voi personalmente”.<br />
25 agosto 1988<br />
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Laura era partita la mattina ed io aspettavo Maria che era andata a far provviste al supermarket. Chiedevo a me stessa<br />
perché mai Laura fosse così aggressiva e mi crucciavo nella ricerca affannosa di una risposta.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, Laura è aggressiva perché insicura, ma tu non giudicare mai, perché non sai cosa si agiti nel cuore di<br />
ognuno dei tuoi figli e quali moventi determinino i loro comportamenti.<br />
Ognuno di loro, come del resto gli altri uomini, è diverso dall’altro, e non sempre voi genitori siete in grado dio dare loro<br />
quello di cui spiritualmente hanno bisogno, perché i loro sentimenti più profondi, solo Dio li conosce, ma amore sì, tanto<br />
amore, amore disinteressato e non egoistico”.<br />
28 agosto 1988<br />
Terzo anniversario della dipartita del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>. Durante la Santa Messa delle ore 19 ero immersa in una preghiera profonda<br />
ed anche dolorosa. Ad un tratto un’ondata di intenso profumo di gelsomino mi investe a più riprese; anche se nel<br />
<strong>mio</strong> intimo una certezza si fa strada (<strong>Nicola</strong>), cerco di individuare l’origine, fosse il deodorante che ho messo?<br />
No. Forse i fiori sull’altare? No. Essi sono secchi e poi non ci sono gelsomini.<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong>: “Mamma, quando una bella rosa è nella pienezza della fioritura, manda profumo; anche la frutta<br />
manda profumo e fragranza, quando è matura; così è delle anime dei beati; essi quando passano, lasciano una scia intensa<br />
di delicato profumo.<br />
Mamma, era il <strong>mio</strong> giorno e volevo consolare il tuo spirito ancora tanto affranto”.<br />
29 agosto 1988<br />
Dopo tanti inutili tentativi oggi finalmente sono riuscita a comunicare con don Ger<strong>mio</strong>.<br />
La mia gioia è stata grande; gli chiedo se ha ricevuto il libro di <strong>Nicola</strong> e mi dice di sì e che è bellissimo. Sento che non sta<br />
bene e lo esorto a venire a Roma per incontrare Mons. Milingo. Mi risponde che egli è un suo <strong>amico</strong>, ma che il suo non è<br />
un male dello spirito, bensì del corpo. Ho appena riattaccato il ricevitore, quando <strong>Nicola</strong> si fa presente con i suoi lumi e<br />
con i suoi suggerimenti:<br />
“Mamma, tu sai che l’uomo è formato di corpo e di spirito e che queste due componenti anche se ben distinte tra loro, si<br />
intersecano e si condizionano a vicenda, né tu le puoi scindere perché esse formano un’unità, cioè l’uomo, almeno fino a<br />
quando la morte momentaneamente non le divide ma solo momentaneamente, però, perché poi nel giudizio universale<br />
esse torneranno ancora unità.<br />
<strong>Il</strong> nemico quando non riesce a piegare lo spirito, si serve del corpo e su esso si accanisce per scoraggiarne, indebolirne ed<br />
anche limitarne l’azione volta al bene.<br />
Ti sei accorta che più volte ti ho spinta a ricorrere agli esorcisti?<br />
Essi sono il nostro braccio operante, gli strumenti idonei per liberare; noi poi guariamo.<br />
Sono stato io a suggerirti di dire a don Ger<strong>mio</strong> di ricorrere a Mons. Milingo; io amo quel sacerdote che tanto ti è stato<br />
prezioso durante il <strong>mio</strong> e tuo martirio. Non lo abbandonerò”.<br />
30 agosto 1988<br />
Una frase del Dott. Joseph nostro ospite mi aveva spinto a delle considerazioni.<br />
Lui aveva detto: “Pina, se due famiglie non si conoscevano neppure, la mia e la tua, di nazionalità diverse, di lingua diversa,<br />
di religione diversa (lui è ebreo), sono capaci di amarsi così, perché tutti gli uomini del mondo non possono amarsi?<br />
Non è questo un vero miracolo?”.<br />
<strong>Nicola</strong> questa notte: “Mamma, se il Padre è uno solo, Dio, se la Madre è una sola, Maria SS.ma, se tutti gli uomini indistintamente<br />
sono stati riscattati da uno solo, Gesù, nessun ostacolo può esistere perché gli uomini non si amino”.<br />
“Nicò, ma anche la chiesa mette ostacoli ai matrimoni misti”.<br />
“I tempi non sono ancora maturi, ma verrà giorno in cui non vi saranno più né cristiani, né ebrei, né mussulmani ecc..,<br />
ma tutti si ameranno e ameranno Dio in spirito e verità”.<br />
31 agosto 1988<br />
Certamente chi legge è a conoscenza, sia perché ne ha parlato la televisione, sia per averlo appreso dai giornali, del film<br />
blasfemo L’ultima tentazione di Cristo, che presto sarà proiettato anche in Italia.<br />
A questo proposito <strong>Nicola</strong> interviene: “Vorrei chiarire alcuni punti fondamentali per poter inquadrare il problema nella sua<br />
giusta luce.<br />
Nessuno può accrescere di un solo atomo la gloria di Dio o tanto meno scalfirla.<br />
Egli è l’Eterno, l’Incorruttibile, il Santo; l’uomo può solo ferire il Suo amore.<br />
Questo piccolissimo uomo, generato e creato dall’amore di un Dio, vive ed esiste solo in virtù di questo amore, ma può<br />
col suo rifiuto allontanare Dio da sé, ferendolo nel suo amore di Padre. É come se, ad un dato momento, l’uomo decretasse<br />
per sua sventura di spegnere il sole.<br />
Immaginate per un solo istante cosa sarebbe la terra senza più il calore del sole e la luce che esso emana; tenebre e gelo,<br />
in una parola: morte.<br />
Potreste obbiettare: Ma noi cosa possiamo fare? Che c’entriamo?<br />
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No, se qualcuno ferisce una persona che ami, a cui devi la vita, tu non puoi restare indifferente senza alzare un dito; ti<br />
assoceresti col tuo silenzio a colui che colpisce..<br />
Vuoi proprio che Gesù ti allontani da sé, tu che ti dichiari cristiano, che vieni la domenica a consumare con Lui il suo Sacrificio,<br />
a cibarti della Sua Carne nell’Eucaristia?<br />
É grave il tuo silenzio. Rifletti, sacerdote; rifletti, mamma, che invochi il suo aiuto quando il dolore e le malattie ti opprimono,<br />
o tremi per il tuo figliolo; rifletti, tu che sei quasi al traguardo della tua esistenza e presto sarai al cospetto di Dio;<br />
rifletti, giovane, che hai davanti a te una vita da affrontare. É terribile non avere Dio con sé, mentre è dono immenso, incommensurabile<br />
essere al riparo del Suo Amore”.<br />
1 settembre 1988<br />
Questa notte grande conversare col <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
Ero oppressa pensando a Fernanda chiusa in una situazione da cui non si intravede uno spiraglio di luce; il figlio già tossicomane,ora<br />
dedito all’alcool, ridotto uno straccio è tornato a vivere con lei, determinando situazioni sempre più preoccupanti.<br />
Invoco <strong>Nicola</strong> con tutto il <strong>mio</strong> cuore.<br />
<strong>Nicola</strong>: ”Mamma, quell’uomo non ha più volontà, è un relitto, ma per coloro che lo hanno generato, il figlio non è mai un<br />
relitto perché essi non possono abbandonare o lasciare che vada distrutta una parte di loro stessi.<br />
Così è per Fernanda, cos’ è per Dio Padre e Maria SS.ma”.<br />
“<strong>Nicola</strong> e se li si portasse da Mons. Milingo?<br />
Non hai tu detto che gli esorcisti sono i vostri strumenti?”<br />
“Mamma, ma Carlo non è un bambino che tu puoi prendere in braccio e portare dove vuoi!<br />
Dio Padre può riassumerlo in sé perché questo figlio non vada perduto”.<br />
“Aiuta Fernanda te ne scongiuro”. <strong>Nicola</strong>: “Non posso suggerirti altro”.<br />
“Nicò, è dura Antonella”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “No, mamma, è una creatura sensibile, è per questo che non riesce a dimenticare il dolore sofferto; del resto anche<br />
tu mamma, quando ti sprofondi nel dolore senza dar posto alla gioia, che dovrebbe inondarti tutta sapendomi nella<br />
gioia, fai la stessa cosa.<br />
La gioia che io cerco di infonderti trae origine dalla fede,dalla certezza assoluta che io sono nella gioia, che io ti sono vicino,<br />
che ti amo più di prima, che questi tre anni non hanno cambiato nulla, anzi che finalmente tu conosci me, io conosco<br />
te, e ti par poco?”.<br />
2 settembre 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ieri ti avevo elencato i pregi dell’acqua di Oulx: essa disseta, lava, purifica, sana, dà forza, protegge,<br />
guarisce e non solo il vostro spirito, ma anche il vostro corpo.<br />
Ne hai tanta, utilizzala e non lasciala inoperosa. Perché non mi ascolti?.<br />
Sii attenta ai miei richiami, mamma, essi sono dettati dal <strong>mio</strong> amore per voi, un amore vigile ed illuminato, niente ti consiglio<br />
che non sia necessario, mi devi credere.<br />
Se conoscete i vostri veri bisogni ed i pericoli da cui siete circondati!<br />
Ti avevo anche ripetuto di dire alla madre del bambino mongoloide che deve tornare da Mons. Milingo”.<br />
4 settembre 1988<br />
Ero un pò preoccupata per <strong>mio</strong> fratello Gaspare, ma nel profondo del <strong>mio</strong> cuore c’era la fede che mi dava serenità.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, non temere, non ti lascerò sola un minuto”.<br />
Durante la notte successiva mi dice: “Mamma, la sofferenza a cui zio Gaspare va incontro è la prova più grande<br />
dell’amore che Gesù nutre per lui; prima si converte, prima guarisce”.<br />
<strong>Il</strong> pomeriggio tornavo a Roma con Maria, avevamo appena lasciato Sabaudia e, andando col pensiero alla tomba di <strong>Nicola</strong>,<br />
dico: “Ciao, <strong>Nicola</strong>”.<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong>: “Mamma, ma io sono qui”.<br />
Ed un intenso profumo di gelsomino invade la macchina.<br />
Mi rivolgo a Maria intenta a guidare: “Maria, senti questo profumo di gelsomino?”.<br />
“Si, mamma, verrà sicuramente da qualche villetta qui vicino”. “No, Maria, è <strong>Nicola</strong>!”.<br />
10 settembre 1988<br />
Questa mattina <strong>Nicola</strong> mi illumina sul significato profondo del titolo del suo libro <strong>Il</strong> <strong>mio</strong> <strong>amico</strong> <strong>Nicola</strong>. Fin dall’inizio era stato<br />
lui stesso a suggerirmi quel titolo, ma pensavo si riferisse a don Eugenio che inizialmente doveva scrivere la biografia,<br />
poi al fatto che era sempre don Eugenio a presentarlo al pubblico come suo <strong>amico</strong>.<br />
Invece questa mattina <strong>Nicola</strong> mi spiega come anche quel titolo rientri in un preciso disegno di Dio, perché lui sarà non solo<br />
l’<strong>amico</strong> di don Eugenio, ma di tutti coloro che a lui si rivolgeranno; farà loro da guida, li soccorrerà, impetrerà per loro<br />
le grazie più grandi, sarà il loro rifugio, <strong>amico</strong> vero, <strong>amico</strong> che non abbandona, per cui tutti potranno a giusto titolo ripetere:<br />
69
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> <strong>amico</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
14 settembre 1988 ore 10,30<br />
Sento squillare il telefono: è Cenzina che si trova a Roma e con lei parliamo di tante cose, non ultimo di <strong>Nicola</strong>. Le racconto<br />
del miracolo da lui fatto ad un’amica di Rosy che era sull’orlo della pazzia e che è guarita dopo aver letto il suo libro.<br />
A questo punto una interferenza nella nostra conversazione, una terza voce che esclama:<br />
“<strong>Nicola</strong>, è un santo, <strong>Nicola</strong> è un Santo!”.<br />
Turbate e tremanti sia io che Cenzina chiediamo: “Ma chi è lei, cosa sa di <strong>Nicola</strong>?”.<br />
“Sono una signora molto malata, porto un busto di ferro che è un vero tormento, questa notte ho sognato un giovane<br />
che mi ha detto: “Presto butterai quel busto; gli chiedo chi fosse e come si chiamasse e mi risponde: “Sono <strong>Nicola</strong>”.<br />
Stamattina sono stata spinta a sollevare la cornetta del telefono e mi sono trovata ad ascoltare la vostra conversazione;<br />
ho sentito che parlavate di <strong>Nicola</strong> ed allora non ho potuto fare a meno di farmi conoscere. Tutto ciò è meraviglioso!”.<br />
Mi chiede se io sono la moglie e mi dice che suo marito è un ingegnere.<br />
Chiediamo il suo indirizzo; io le dico che <strong>Nicola</strong> è <strong>mio</strong> figlio, che ho scritto un libro e lei mi supplica di farglielo avere al più<br />
presto. Oggi conto di portarglielo. Cenzina è emozionata come me, forse più di me; è qualcosa di eccezionale quanto ci è<br />
capitato.<br />
Dopo <strong>Nicola</strong>: “Mamma, posso capire la tua emozione, ma non la tua meraviglia; quella signora doveva conoscermi meglio<br />
ed io l’ho spinta ad inserirsi nella vostra conversazione”.<br />
15 Settembre 1988<br />
Oggi stesso ha spedito il libro di <strong>Nicola</strong> alla signora dell’ingegnere che si era inserita telefonicamente nella nostra conversazione.<br />
19 Settembre 1988<br />
Stavo chiedendo con insistenza a <strong>Nicola</strong>:”Nicò, fai che lo zio non abbia niente, allontana da noi questo dolore!”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, se zio Gaspare non avesse niente dopo la visita del professore basterebbe una scrollatine di spalle e tutto<br />
ritornerebbe come prima; ma Dio ama zio Gaspare e desidera che il suo amore venga ricambiato perché produca frutti<br />
di vita eterna.<br />
Ma perché questa verità sia percepita da zio Gaspare è necessario che egli passi attraverso la sofferenza; essa è come<br />
qualcosa che scuote, che sveglia dal torpore e dall’atonia che per tanto tempo ha paralizzato il suo spirito.<br />
Ma tu non dire niente a nessuno e nel silenzio unisciti alla mia supplica al Padre”.<br />
“Nicolù, ho paura di chiederti: andrà tutto bene?”.<br />
“Si,mamma, vivrà, io sono potente presso Dio”.<br />
<strong>Nicola</strong> sempre nello stesso giorno: “Mamma, conosco il pensiero che ti ha turbata in seguito al racconto di papà, anch’egli<br />
turbato sullo stato mentale di zia Angelina.<br />
É un fatto ereditario?<br />
Ti sarò preciso al riguardo, affinché la verità renda completamente libero il tuo spirito ed anche il tuo cuore. Tranquillizzati:<br />
quella di zia non è una vera malattia nel senso che umanamente data a questa parola; se così fosse la scienza avrebbe<br />
ottenuto risultati positivi in tanti anni di studio.<br />
Sì sono interferenze diaboliche che operano a danno delle anime.<br />
Ci sono due categorie di anime: una che, per le proprie debolezze e per la disponibilità al male, diventa completamente<br />
schiava del nemico e quindi capace di produrre male; l’altra, la vittima che ne subisce tutta l’influenza negativa a cui tenta<br />
sempre più debolmente di opporsi, ma che non arriva a fare del male.<br />
La prima mantiene una lucidità mentale eccezionale capace di distinguere il male dal bene e di volere il male; è un’anima<br />
veramente posseduta dal maligno; l’altra è attaccata nella intelligenza e quindi incapace di discernere la verità dall’errore<br />
in una nebbia che diventa sempre più fitta. Come vedi, l’integrità fisica non c’entra, ma non credere che ciò sia un bene.<br />
Ci sono sì i rimedi, ma sono tutti di ordine spirituale…”.<br />
Di lì a poco: “Mamma, voglio ancora chiarirti il <strong>mio</strong> pensiero al riguardo.<br />
A volte, a causa di un incidente o di un colpo alla testa si può verificare una piccola ferita che può menomare le facoltà<br />
intellettive del soggetto.<br />
Solo allora si può parlare di una malattia vera e propria, ma mi puoi spiegare come mai, negli altri casi, soggetti perfettamente<br />
sani vengono attaccati nelle varie facoltà del loro spirito ed in una forma assurda ed irrazionale, seminando disordine<br />
ed oscurità?<br />
<strong>Il</strong> soggetto razionale pignolo in tutte le altre sue manifestazioni si trasforma ad un tratto in un irrazionale con delle contraddizioni<br />
che hanno dell’allucinante.<br />
É come se una furia avesse buttato per aria tutte le carte precedentemente messe in fila con ordine e con cura. Sanno<br />
rispondere gli scienziati al perché questi soggetti si accaniscono verso una determinata persona, magari la più innocua e<br />
non verso un’altra?<br />
Solo se ammetti l’opera malefica di uno spirito intelligente che li sovrasta e li condiziona puoi avere una risposta valida ai<br />
vostri perché”.<br />
70
20 settembre 1988<br />
“Nicolù, perché Gesù non libera Lui direttamente queste anime infelici senza ricorrere all’esorcista?”.<br />
“Mamma, a volte lo fa, ricordi Filippo? Gesù nel suo infinito amore ha voluto rendere compartecipe del Suo atto salvifico<br />
anche l’uomo e dà agli Apostoli ed attraverso loro a tutti i sacerdoti il potere che è solo prerogativa dell’Uomo-Dio di scacciare<br />
i demoni e liberare le anime da tale possessione, affinché anche l’uomo possa meritare la gloria riservata a Cristo<br />
liberatore.<br />
<strong>Il</strong> potere viene loro da Gesù e solo nella misura in cui il loro spirito è innestato a Cristo, ma sono loro che liberano.<br />
Così è dei Santi; Dio Padre li rende compartecipi della Sua potenza e delle Sua gloria, è l’eredità a cui hanno diritto come<br />
figli fedeli e sempre nella misura dei meriti acquistati sulla terra; sono Essi che operano i miracoli ed in virtù di questo potere.<br />
É un errore credere di ledere la gloria di Dio attribuendo ai Santi grazie e miracoli, anzi al contrario, si esalta il suo amore<br />
infinito di Padre verso questi figli prediletti che così operando continuano ininterrottamente a tributargli onore e gloria”.<br />
29 settembre 1988<br />
Per Ferdinando che chiede a <strong>Nicola</strong> se ha incontrato in Cielo Rossella <strong>Nicola</strong>: “L’impossibilità per voi umani di comprendere<br />
dimensioni che non sono più di questa terra vi porterebbe a conclusioni sempre dannose per la vostra anima; è questo<br />
il motivo per cui solo in casi molto eccezionalissimi possiamo soddisfare il vostro desiderio di conoscenza nei riguardi dei<br />
vostri cari trapassati.<br />
Avete un solo dovere; quello di una preghiera incessante per loro, della riconoscenza per il bene che vi hanno voluto, della<br />
riparazione per il male che avete loro arrecato”.<br />
11 ottobre 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ascoltami: Ci sono avvenimenti verso i quali la tua impotenza è totale; tu nulla puoi per modificarli o allontanarli;<br />
il tuo atteggiamento in questi casi deve essere di una forte fede, ma umile e di abbandono totale.<br />
Sii sempre serena; è il presupposto per uscirne vittoriosa. Io non ti abbandonerò mai”.<br />
13 ottobre 1988<br />
Ieri sera ero andata a letto un pò turbata per due motivi: quando riuniti in preghiera assistiamo a degli esorcismi possono<br />
gli spiriti immondi lasciare l’anima che già posseggono ed entrare in un’altra?<br />
<strong>Nicola</strong>: “Non certo in un’anima già posseduta da Dio stesso se è proprio in nome di Gesù che l’esorcista impone a questi<br />
spiriti immondi di lasciare quelle povere anime.<br />
Sii serena, mamma, e non chiederti mai dei perché su cose oscure che non sei in grado di capire.<br />
Abbi solo fede, le tentazioni Dio le permette, ma solo per fortificarvi e solo nella misura che siete in grado di vincerle, perché<br />
ogni vittoria che riportate sul vostro nemico smorza la sua arroganza e dà gloria a Dio.<br />
Ricordati poi che non siete soli a combattere, noi siamo accanto a voi.<br />
Riguardo poi all’episodio che ti ha raccontato Maria e che ti ha anch’esso turbata, (se la medium che ha invocato il <strong>mio</strong><br />
spirito mi abbia in qualche modo arrecato danno), sappi, mamma, che ormai più nessuna forza malefica ha potere su di<br />
me, né su nessun spirito che è già fisso in Dio; noi li dominiamo totalmente.<br />
Dì a Rosi di essere tranquilla per Maria Amelia; è solo un pò di influenza.<br />
“Rosi, vai per la tua strada serena, Gesù e la Mamma Celeste ti proteggono ed io ti sono sempre vicino”. “<strong>Nicola</strong>, cosa<br />
devo rispondere a Cecilia?”.<br />
“Che preghi in grande umiltà; a volte i disegni ed i desideri di Dio non vengono realizzati perché forze avverse hanno preso<br />
il sopravvento perché avete abbassato la guardia; allora è necessario chiedere con umiltà aiuto a santi sacerdoti, (perché<br />
non a Mons. Milingo?), che liberandovi dalla stretta di Satana possano consentirvi di realizzare quanto Gesù vi chiede<br />
con insistenza”.<br />
“É questo il motivo per cui sua Ecc. Canisio, non le dà il permesso di pubblicare i suoi scritti?”.<br />
“Sarebbe un ulteriore pericolo per lei e per l’Opera, perché il nemico è capace di cambiare tutto il bene che essi contengono<br />
in male”. “Nico, e Lina cosa deve fare?”.<br />
“Si lasci guidare dagli avvenimenti, sono io che li determino, è sotto la mia protezione”.<br />
In altre occasioni sempre riferendosi a Lina: “Nicolù, pensa a Lina che deve fare l’operazione alla vista”.<br />
“Mamma, donale i miei occhiali, non ci vedrà con essi, ma la proteggeranno.<br />
Io so cosa sia vedere le sagome delle persone che ami, (accennava a quando pochi giorni prima di morire Gesù permise<br />
che anche la vista lo abbandonasse), mamma, non ci vedo più, vedo soltanto la tua sagoma!”.<br />
E poi in un altro momento sempre riferendosi ai nostri cugini che desideravano comprare la casa a Sabaudia: “Mamma,<br />
pensa per le loro anime, il resto andrà a posto da solo”.<br />
E così è stato.<br />
14 ottobre 1988<br />
71
In risposta a dei lumi da chiedere a <strong>Nicola</strong> per Ginetta-<br />
<strong>Nicola</strong>: “Eugenio, Ginetta è nella verità; quell’anima ha bisogno di essere liberata con esorcismi e lo chiede a te e tu non<br />
puoi esimerti dal farlo; il sacerdozio non è un fiore che tu metti all’occhiello ma è amare col Cristo, è soffrire col Cristo.<br />
Tu sai come fare, te l’ho ben illustrato, chiedi aiuto con umiltà ad altri sacerdoti, preparati adeguatamente con preghiere<br />
e mortificazioni, ma agisci, non scaricare su di altri quello che Gesù chiede a te.<br />
Non temere, io sarò accanto a te, non ti lascerò un istante e dalla vittoria ottenuta ti sentirai più forte, sarai più forte”.<br />
E per Alessandro, che ha il vizio del gioco, ed è senza lavoro forse a causa della sentenza?<br />
La madre chiede. <strong>Nicola</strong>: “Amica mia, non chiederti tutti questi perché che turbano la tua vita, abbandonati totalmente<br />
nelle mani di un Padre che ti ama, abbi fede, sempre più fede; io <strong>Nicola</strong>, prenderò tra le mie mani la tua causa santa e la<br />
perorerò presso il trono di Dio”.<br />
17 ottobre 1988<br />
“Nicò, ancora non ho idee precise e chiare riguardo al ruolo che voi Santi avete in rapporto al miracolo, puoi essere più<br />
esplicito?<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, potrei sintetizzare il tutto in questa frase: Dio Padre concede, il Figlio riscatta, lo Spirito opera la santificazione<br />
e Maria SS.ma con i Santi intercede, protegge, consola. Ma pur essendo ciò perfettamente esatto non rispecchia<br />
la realtà che è completamente diversa, perché ciò potrebbe indurvi a pensare ad una gerarchia tipo quella che esiste su<br />
questa terra con poteri specifici, chiusa, inaccessibile.<br />
No, mamma, potrai avere una piccolissima idea se pensi ad una orchestra dove singoli musicisti, guidati dal Maestro, sanno<br />
trarre dai loro strumenti, diversi l’uno dall’altro, armonie sublimi. Essi hanno in comune il grande amore per la musica<br />
ed è appunto questo amore che il pervade, li rende sensibilissimi, elevando il loro spirito ad altezze impensate per cui non<br />
è possibile una nota falsa, una stonatura; sono capaci allora di comunicate agli altri sensazioni e vibrazioni mai provate. E<br />
tutto avviene su questa terra!<br />
Immagina allora cosa sia l’armoniosa gioia che è in Cielo, generata da questo amore infinito di Dio che ama le sue creature<br />
a cui comunica la sua potenza e la sua gloria, di cui non è geloso e che investe tutte, dalla più piccola alla più grande,<br />
per cui ogni creatura opera nella misura della potenza di intercessione che il Padre le ha assegnata secondo una giustizia<br />
perfetta che tiene conto dei meriti da essa acquistati su questa terra, ma in armonia con tutti gli altri beati e con tutte le<br />
anime ancora in vita che a noi si uniscono e con le anime del Purgatorio!<br />
Mamma, qui tutto è armonia perfetta d’amore; è l’amore di Dio Padre che ci pervade, che ci spinge ad agire in vostro favore<br />
ed il miracolo cui voi date tanta importanza non è altro che questo continuo operare in vostro favore.<br />
Te l’avevo detto e l’avevi anche scritto alla fine del <strong>mio</strong> libro”.<br />
20 ottobre 1988<br />
Ieri sera sono stata da Suor Lucy e la Superiora mi ha chiesto di domandare a <strong>Nicola</strong> perché le preghiere di supplica di<br />
tutte le suore della comunità per la guarigione della Madre Generale colpita da tumore non sono state esaudite.<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong>: “Mamma, l’anima di quella santa suora è pronta per la gloria del cielo. Se avessimo esaudito le preghiere<br />
delle suore, l’avremmo condannata a restare ancora in questo esilio terreno, allontanando la felicità e la gloria che<br />
il Padre le ha destinato”.<br />
29 ottobre 1988 ore 3.40<br />
Nella nostra Parrocchia per il 50° anniversario della sua fondazione, si sta attuando una settimana di festeggiamenti. É<br />
stata portata da Pompei l’immagine della Madonna del S. Rosario; un quadro bellissimo che sovrasta l’altare maggiore.<br />
Per impedimenti di ordine familiare non ho potuto prendere parte a tali festeggiamenti, ma la sera del 28 e ieri sera ho<br />
partecipato al Rosario meditato da un sacerdote del Santuario di Pompei.<br />
Fin dal primo istante Maria SS.ma si è rivelata in tutto il suo amore di vera Madre; il <strong>mio</strong> rosario è diventato un dolce colloquio<br />
tra Madre e figlia e tuttora sono pervasa da questa meravigliosa commozione che mi porta a nascondere il volto<br />
stanco e bagnato di lacrime sul suo ritrovato grembo.<br />
“Maria SS.ma, Mamma mia cara, tu che conosci tutte le lacrime mie e la loro origine, perché tutte le hai provate, stringimi<br />
al tuo cuore ma ricordati che la mia angoscia si placherà solo se con te stringerò anche le mie creature.<br />
Maria SS.ma, tu che mi hai dato <strong>Nicola</strong>, donami pure Teresa, Filippo, Maria, Laura e non ultimi Antonella e Peppino. Grazie<br />
Mamma Santa, Mamma bella!<br />
Se è necessario prendimi come vittima”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, sono io che mi sono offerto vittima per voi tutti, non è necessario il tuo olocausto.<br />
Dio Padre ha accettato il <strong>mio</strong> e Gesù, a te che chiedevi se tutte le ferite del corpo e dello spirito dei tuoi figli sarebbero<br />
state saldate rispondeva:<br />
“Sì non mi hai chiesto tutto, anima e corpo?”.<br />
Quelle parole sono vere, mamma, e nessuna forza potrà annullarle o disperderle perché sono parole di Dio!”.<br />
E poi …” Vedi, mamma, in Teresa si è verificato quello che si era verificato in te: da una parte una completa disponibilità<br />
al disegno di Gesù che faceva di te una sua piccola voce, e dalla altra una parte di te che era rimasta soggiogata, meglio<br />
ancora come ipnotizzata dal serpente infernale che ti faceva credere carità quella che carità non era. Situazione difficile e<br />
pericolosa le cui conseguenze solo ora ti sono chiare e che continui a sperimentare ogni giorno.<br />
72
Era necessaria una vittima per spezzare quelle catene, così come è stata necessaria una vittima, Gesù, per spezzare le<br />
catene che tenevano l’uomo legato al male.<br />
Ora vivi serena, il tuo <strong>Nicola</strong> ti ha ridato con suo sacrificio quella parte mancante e tante, tante grazie che continuamente<br />
per suo tramite il Padre e Gesù riversa su tutti voi, e anche Maria SS.ma tua Madre.<br />
Dì, ad A…, da parte mia: Scegli la strada stretta, quella della rinunzia e dell’umiliazione che è quella dell’amore; è la più<br />
sicura, mentre la strada larga piena di trabocchetti e di insidie e porta lontano da Gesù”.<br />
30 ottobre 1988<br />
Giorni fa è venuto a trovarci Mons. Giuseppe, un sacerdote di Palazzo Adriano che conosco fin dalla mia giovinezza; 83<br />
anni, mezzo cieco, ma lucidissimo,colto preparato.<br />
Mi ha tracciato un quadro dettagliato della situazione del <strong>mio</strong> paese diviso e dilaniato da lotte di fanatismo religioso tra<br />
greci e latini; i due riti che formano la comunità ecclesiale di quel paese. Tutte le volte che arriva a me un’eco di tale assurda<br />
lotta che niente ha di religioso, mi sento stringere il cuore e comprendo la mia impotenza.<br />
Questa volta istintivamente mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>.<br />
“Nicolù, non puoi fare niente per Palazzo?”.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, Palazzo è terra di missione, bisogna arrivare alle coscienze e salvare il salvabile”.<br />
Dopo qualche giorno ripensando alle parole di <strong>Nicola</strong> che subito avevo ripetuto a Mons. Giuseppe, ma mi accorgevo come<br />
difficile fosse realizzarle, perché Mons. Giuseppe è inviso ai suoi parrocchiani di rito latino e a quelli di rito greco.<br />
Ma <strong>Nicola</strong> mi viene ancora in aiuto: “Mamma, devi scrivere al Vescovo; è lui che ha il potere di indire una missione, tu<br />
puoi suggerire i missionari, per esempio quelli che sono venuti a S. Lucia”.<br />
2 novembre 1988<br />
Mi crucciavo per non saper dare una risposta a questa domanda: se il battesimo ci libera dal peccato di origine e con esso<br />
ritorniamo ad essere figli di Dio, i popoli che non hanno il battesimo non sono forse essi figli di Dio?<br />
Mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>: “Nicò, il battesimo che cosa è in realtà?”.<br />
“Mamma, è la risposta del cristiano alla redenzione che Gesù operò in suo favore:<br />
Tutti gli uomini a qualsiasi credo appartengano sono stati reintegrati al posto di figli e riscattati dalla colpa d’origine per<br />
mezzo del battesimo di sangue di Gesù Uomo-Dio.<br />
Ma come ti dicevo l’altra volta niente vi viene imposto neppure la salvezza e con essa la felicità eterna. Deve essere<br />
l’uomo, creato libero da Dio stesso ad aderirvi.<br />
<strong>Il</strong> cristiano vi aderisce col battesimo, gli altri popoli con modalità diverse o singolarmente con il sì della loro volontà e con<br />
le opere della loro vita.<br />
Ma quante volte il cristiano durante l’arco della sua vita tradisce le promesse battesimali?<br />
E quante volte la misericordia infinita del Padre attraverso l’offerta espiatoria del Figlio non riallaccia quel rapporto<br />
d’amore infranto dal peccato mortale del medesimo?<br />
Come vedi, mamma, tutti i sacramenti istituiti da Gesù stesso sono tanti atti d’amore per accrescere, fortificare la Grazia<br />
che non è altro che la vita di Dio stesso in noi”.<br />
4 novembre 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, dì a Claudio di stabilire con me un rapporto d’amore così come c’è tra me ed il suo spirito, che mi chiami<br />
nei momenti d’incertezza e di dubbio, io lo illuminerò, lo guiderò nell’attuazione del disegno che Dio Padre ha su di lui, di<br />
essere sereno e fiducioso, Claudio, perché gli sono <strong>amico</strong>”.<br />
<strong>Il</strong> cugino di Giorgio, la cui figliola quattordicenne ha un tumore alla linfa, spinto dalla angoscia, vuol partire per l’India per<br />
incontrare un santone che, dicono, opera miracoli (lui è miscredente).<br />
Abbiamo affidato a <strong>Nicola</strong> la bambina.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>: “Mamma, il cugino di Giorgio sotto la spinta di un dolore angosciante, cerca la verità che lo liberi da infiniti<br />
perché che tormentano il suo spirito sferzato e martoriato in questo momento particolare della sua esistenza.<br />
Ma la verità non la troverà né in India né in nessuna altra parte della terra.<br />
Essa è a portata di mano, è nel fondo della sua anima.<br />
É l’amore infinito di Dio Padre che cerca il cuore della sua creatura; è l’anelito della medesima che nel profondo del suo io<br />
vuole ricongiungersi a quell’amore, il solo che liberandolo dall’angoscia può aprirlo alla speranza e alla gioia.<br />
É nella fusione di questi due amori: perfettissimo ed infinito quello di Dio Padre; limitato, manchevole ed imperfetto quello<br />
della creatura che richiede la verità: quella che appaga, che libera, che consola.<br />
É la fede questa meravigliosa forza per cui Gesù rimanda guariti gli infermi, i tribolati, i posseduti, dicendo: Và la tua fede<br />
ti ha salvato!.”<br />
<strong>Nicola</strong> mi illumina su un altro punto della conversazione di ieri sera con Rosi riguardante il fratello Carlo.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, quella sera il papà di Rosi, Luigi soffriva amando; è stato quindi in grado di recepire l’illuminazione che<br />
gli veniva da noi, riguardo a Carlo ed ad Antonella.<br />
Ora, Carlo deve conoscere tutti gli avvenimenti che si sono succeduti quella sera e il desiderio del padre dettato dal suo<br />
amore per lui.<br />
73
Rosi potrà farlo a voce o meglio ancora per iscritto, con semplicità ma lasciandolo libero di decidere, senza che lei vi influisca<br />
minimamente”.<br />
Primo venerdì del mese in Chiesa alla fine della messa incontro Alfonsina, la moglie di Adolfo già morto da parecchi anni,<br />
anima santa di apostolo.<br />
Mi parla delle sue ansie per il figlio missionario che ha dovuto lasciare la missione per tante malattie che lo hanno colpito;<br />
ora è assegnato a Matera ed è affetto da epilessia.<br />
Mi parla anche del suo immenso dolore di madre per la figlia che si è unita in matrimonio solo civile con un comunista già<br />
sposato e come questi si sia convertito.<br />
I due si amano tanto ed hanno una bella bambina, ma lei non riesce ad accettarlo.<br />
Egli vorrebbe che lei lo accettasse ed è arrivato a dirle: ” Se faccio annullare il <strong>mio</strong> matrimonio precedente e ti sposo in<br />
Chiesa, tu mi rifiuterai lo stesso?”.<br />
Inoltre mi dice che lei vive sola, ma che la notte non ha paura perché sente una presenza che le tiene compagnia, ma<br />
non sa chi sia. Mi ricordo di Antonella che sente anche lei questa presenza di notte e che a volte ha paura. É Nicla per Antonella,<br />
è Adolfo per Alfonsina.<br />
Lei pensa di non aver abbastanza fede altrimenti Gesù l’avrebbe aiutata.<br />
<strong>Nicola</strong> mi è vicino e sono troppe le luci che inondano il <strong>mio</strong> spirito, che mi fanno intravedere come su quella famiglia le<br />
grazie ed i doni di Dio siano veramente grandi e come lo spirito di Adolfo aleggi continuamente su di lei.<br />
L’ho affidata a <strong>Nicola</strong> e me la sono portata a casa per darle il libro <strong>Il</strong> <strong>mio</strong> <strong>amico</strong> <strong>Nicola</strong>, con la preghiera di leggerlo e farlo<br />
leggere al sacerdote suo figlio.<br />
Egli ha bisogno di essere liberato, perché il nemico non potendo fiaccare lo spirito suo di missionario e di apostolo si accanisce<br />
sul suo povero corpo.<br />
5 novembre 1988<br />
Antonella era in angoscia per il padre che non stava bene.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Io sono il marito ed il <strong>mio</strong> amore per Antonella ha superato i limiti del tempo; non la lascerò mai sola”.<br />
6 novembre 1988 Sabaudia.<br />
Stamani avevo appena finito di pregare e mi sorprendo a riflettere su quanto dettomi da <strong>Nicola</strong> il giorno 4 c.m. su Carlo.<br />
Dicevo a me stessa; se Luigi quella sera in casa di Rosi era stato illuminato dall’alto e precisamente da <strong>Nicola</strong> circa il nome<br />
di Antonella, che avrebbe tolto il figlio e lui stesso da quell’ansia tormentosa, vuol dire che ciò è un bene sia per Antonella<br />
che per Carlo, ma il <strong>mio</strong> pensiero si è arrestato a questa riflessione.<br />
Interviene <strong>Nicola</strong> che mi conduce attraverso l’itinerario seguito da Gesù stesso in un disegno d’amore meraviglioso e che<br />
coinvolge tutti noi.<br />
“Mamma, se hai pazienza ti renderò palese questo disegno di Dio meraviglioso ed incredibile.<br />
Per capire meglio, devi partire da quella frase che ti dettai dopo la morte di Luigi: Gesù amava particolarmente<br />
quell’anima che inseguiva da tempo tessendo attorno a lui una rete sottilissima di fili invisibili ecc. ecc..Ti avevo anche rivelato<br />
come avesse coinvolto anche me e come anche per lui avesse avuto valore la mia offerta che cominciava a dare i<br />
suoi frutti proprio il giorno del <strong>mio</strong> funerale tramite Maria.<br />
Tu sai di tutti gli altri avvenimenti che vedevano te, Rosi, Eugenio protagonisti, ma non sai cosa operava la grazia in<br />
quell’anima.<br />
In lui, attraverso una sofferenza che diventava purificazione, si faceva strada, l’amore verso il padre per quei suoi figli inceppati<br />
e prigionieri del male, mentre il rimorso di avere solo pensato al loro benessere terreno e al suo piacere lo torturava.<br />
<strong>Il</strong> pensiero che altri avessero potuto imbrattare il sentimento puro e grato che sentiva per Lourdes lo tormentava.<br />
Ma quello che più di tutti lo faceva soffrire era il dolore di Carlo, il domani di Carlo; quella sera la sua sofferenza toccò<br />
l’apice. Ecco perché fu in grado di recepire il messaggio e con esso il dono: Tutto rientrava in un preciso disegno di Dio.<br />
Ma tu sai che nulla vi viene imposto, neppure la felicità, o la gioia per cui occorre il vostro sì libero, spontaneo. Siate<br />
strumenti sì, mamma, ma con una delicatezza eccezionale avendo come principio un rispetto totale dalla libertà<br />
dell’individuo; pregate sì, io vi sono vicino”.<br />
11 novembre 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, perché L. teme che le risposte ed i lumi che io ho dato agli interrogativi di don Borra sui Tabernacoli<br />
viventi, possano recare danno alla beatificazione di V.<br />
É perfettamente il contrario perché quegli stessi interrogativi se li porranno coloro che sono chiamati ad emettere un giudizio<br />
al riguardo e la mancanza di conoscenza della verità non gioverebbe a V..<br />
Vedi, mamma, i messaggi di Gesù a V. sono diretti ad anime di fede, ad anime amanti capaci di comprendere l’invito di<br />
Gesù, che le chiama attraverso parole d’amore, ad intraprendere un’ascesi che le porti a diventare tabernacoli viventi,<br />
anime vittime quindi anche e soprattutto attraverso la rinuncia ed il dolore che purifica; mentre i miei messaggi sono diretti<br />
ad un numero enorme di anime immerse nel dubbio, tormentate da infiniti perché, sopraffatte da angosce e dolori<br />
sia fisici che spirituali alla ricerca affannosa della verità che le renda libere, bramose di pace.<br />
Ecco perché il <strong>mio</strong> linguaggio è diverso, ma lo scopo è sempre uno: la gloria di Dio.”<br />
74
19 novembre 1988.<br />
Avevo scritto a Lina e a Tommaso in seguito ad una telefonata di <strong>mio</strong> cugino che ci aveva addolorato per incomprensioni<br />
sorte e questa notte <strong>Nicola</strong> mi fa: “Sei certa che ci sia tanto amore in quella tua lettera?”.<br />
Gli chiedo cosa rispondere a don Eugenio che vuole sapere come comportarsi con gruppo.<br />
“Mamma, Eugenio è tempo che prenda da sé le sue decisioni, io lo illuminerò passo passo”.<br />
Avevo letto sul Messaggero il fattaccio satanico avvenuto a Torino.<br />
<strong>Nicola</strong>”: Mamma, è l’eterna lotta tra il bene ed il male, il pericolo è quando voi ve ne state nel mezzo e non vi decidete a<br />
mettervi sotto la nostra protezione”.<br />
Per associazione di idee. <strong>Il</strong> <strong>mio</strong> pensiero corre e si sposta a Cecilia. Chiedo a <strong>Nicola</strong>:<br />
<strong>Nicola</strong>: “É possibile che spiriti maligni che hanno preso possesso di un determinato luogo possano addirittura determinare<br />
il comportamento di chi vi abita?”.<br />
“Mamma, è come se voi abitaste con una persona molesta che vi vuole male, ma siete sempre voi l’ago della bilancia con<br />
il vostro sì od il vostro no, e tutto si può trasformare in vostro favore e farvi acquistare tanti tanti meriti, se saprete opporre<br />
il vostro no.<br />
Ricordati che i Santi sono diventati tali attraverso lotte continue con le forze del male; del resto il nemico essendo pure<br />
spirito, come lo siamo noi, è continuamente attratto verso le anime che vuole sedurre; siete voi la sua esca ed egli si sposta<br />
istantaneamente come del resto il nostro spirito che corre in vostro aiuto”.<br />
22 novembre 1988<br />
La signora di Caserta a cui Suor Lucy ha dato il libro di <strong>Nicola</strong> e che in seguito ad un incidente automobilistico ha perso un<br />
figlio e una nipotina mentre una terza figlia di undici anni è rimasta menomata su di una sedia a rotelle, ieri sera in preda<br />
ad un'angoscia senza fine mi ha telefonato invocando da <strong>Nicola</strong> una parola di speranza. Ho implorato <strong>Nicola</strong> con tutta l'anima<br />
e <strong>Nicola</strong>:<br />
«Mamma, la sofferenza sublimata dall'amore se accettata ed offerta si trasforma in un dono immenso».<br />
«<strong>Nicola</strong>, è come dire a quella madre rassegnati».<br />
«No, mamma, al contrario, rinunciare alla nostra volontà per rimetterci al disegno d'amore che Dio Padre ha su ciascuno<br />
di noi è come mettere a Sua disposizione la nostra volontà, la sola che potrebbe opporsi al suo disegno amoroso di Padre,<br />
è permettergli così di realizzarlo.<br />
È come dirgli: Signore, hai ragione, io non posso far niente, fai tu!<br />
Allora diventiamo come creta tra le mani del vasaio, e i capolavori che Egli è in grado di realizzare sono eccezionali. Ma<br />
bisogna prima rinunciare a noi stessi, ai nostri affetti più cari, alle nostre esigenze più impellenti, in un abbandono totale.<br />
Capisco, mamma, cosa tu provi in questo momento, so quello che tu vorresti da parte di Teresa, ma pensa a me che ho<br />
sacrificato tutto, che ho rinunciato a tutto, all'amore per te, per Antonella che era tutta la mia vita, all'amore per papà e<br />
per i miei fratelli; ma vedi questo amore oggi mi è stato restituito centuplicato e posso darvi molto, molto di più di quanto<br />
vi avrei potuto dare su questa terra. Posso guidarvi, condurvi al possesso del vero bene, proteggervi dal male, donarvi<br />
tutta la gioia che siete in grado di accogliere nel vostro cuore.<br />
Se tu dai uno, Dio ti dà cento, sii certa, dillo a quella madre che non disperi mai; io le sarò accanto momento per momento<br />
l'aiuterò, la sorreggerò nella fede, confidi in Gesù e Maria, perché grandi sono le opere del Signore».<br />
28 novembre 1988<br />
Ieri sera in Chiesa Giorgio, a cui avevo chiesto di Maddalena mi dà ulteriore conferma su quanto da tempo mi era sembrato<br />
di capire; mi dice: «Idee strane agitano il cuore di Maddalena riguardo all'Eucaristia; non fa spesso la Comunione<br />
perché teme che ciò diventi un'abitudine». Bisogna molto pregare per lei, perché le sue sono solo parole, parole come<br />
quelle di Edmea.<br />
Provai un grande stringimento al cuore e andai a letto con un'enorme sensazione di tristezza.<br />
Questa notte Gesù mi illumina sul grande dono di se stesso a noi nell'Eucaristia, dono totale fatto di carne e di sangue oltre<br />
che di spirito, di sofferenza e d'immolazione e attraverso questo corpo tangibile, il dono infinitamente grande della<br />
Madre Sua tanto amata che diventa nostra Madre. Poi <strong>Nicola</strong> mi parla del Prof. Luigi a cui ieri avevo dato l'autorizzazione<br />
di fare la conferenza servendosi del libro di <strong>Nicola</strong>:<br />
«Vedi, mamma, che Luigi legga il <strong>mio</strong> libro con spirito umile, bramoso di verità e io lo guiderò alla conoscenza di essa affinché<br />
la stessa illumini la sua intelligenza e indirizzi il suo pensiero all'attuazione del bene che si prefigge, ma non faccia<br />
del <strong>mio</strong> libro l'oggetto specifico della sua conferenza, perché il nemico che odia a morte quel <strong>mio</strong> mezzo tangibile che gli<br />
ricorda la sua cocente sconfitta e che tanto bene produce nelle anime aperte e disponibili, potrebbe con la sua intelligenza<br />
perversa agire in senso negativo suscitando dubbi e perplessità nei partecipanti alla conferenza stessa».<br />
Mi solleva altresì da un senso di colpa che si era di nuovo affacciato alla mia mente nel sentire come Maria, la donna che<br />
stava a S. Lucia e che tanti problemi mi aveva causato, ora stesse bene tra le suore di Suor Teresa di Calcutta.<br />
75
2 dicembre 1988<br />
Primo venerdì del mese in Chiesa incontro Alfonsina madre del missionario a cui proprio.un mese prima avevo dato il libro<br />
di <strong>Nicola</strong> e che tanto era in angoscia per il figlio.<br />
Mi abbraccia commossa per dirmi che si era verificata una cosa stupenda: il figlio da parecchi anni ammalato, chiuso in se<br />
stesso e scoraggiato per il quale temeva anche la perdita della fede, le telefona felice dicendo che stava bene, che tutto<br />
era passato che aveva riacquistato la serenità e non aveva più l'ossessione del Brasile, (luogo dove era stato missionario),<br />
e che anche le crisi epilettiche erano meno frequenti.<br />
La madre raggiante ringrazia <strong>Nicola</strong> a cui avevamo affidato il sacerdote.<br />
3 dicembre 1988<br />
Anna mi aveva messo al corrente dell'esito della visita medica fatta a Maria Alessandra: bene riguardo alla tiroide, ma il<br />
medico l'ha trovata deperita e con una scoliosi da tenere sotto controllo; altra visita dall'ortopedico.<br />
Sono andata a letto un pò demoralizzata; ho invocato <strong>Nicola</strong> a più riprese, ho esclamato: «<strong>Nicola</strong>, è difficile comunicare<br />
anche con te!».<br />
Subito un leggero e soave profumo mi annunzia la sua presenza:<br />
«Mamma, tu non sei serena; ascoltami: quando tu porti qualcuno da un medico coscienzioso oltre che bravo per una visita<br />
accurata, questi non si limita a controllare l'organo malato, ma comincia l'indagine di conoscenza del soggetto a partire<br />
addirittura dalla nascita, passa in rivista gli anni infantili, gli anni della pubertà fino ad arrivare alla salute dei genitori con<br />
l'intento preciso di conoscere attraverso le varie malattie e deficienze del soggetto, le cause che hanno determinato lo<br />
stato attuale del malato.<br />
Così è dello spirito, perché tu sai che l'uomo è formato di questi due elementi: corpo e spirito interdipendenti l'uno dall'altro.<br />
Se tu vai indietro nel tempo potrai fare anche per Maria Alessandra, così per ciascun uomo, la cronistoria del suo spirito. <strong>Il</strong><br />
padre Filippo già miracolato sposa Anna e tutte le grazie scendono sulla loro unione: una bambina bella che li avrebbe resi<br />
felici, ma l'eterno invidioso è in agguato e stronca il loro tenero frutto che non ha visto ancora la luce.<br />
Una bella bambina a cui avevano dato il nome Maria.<br />
Ma Gesù li ama, permette quel dolore che trasforma in dono di offerta i cui benefici moltissimi, a loro stessi ignoti e altri<br />
visibili ricadranno su di loro; e viene ad allietare la loro vita un'altra bambina, un'altra Maria, che loro chiameranno Maria<br />
Alessandra, ma il cui vero nome Maria è sinonimo di appartenenza a Maria SS.ma e quindi sotto la Sua protezione.<br />
Se tu ricordi le varie vicissitudini della vita di questa bambina che Gesù stesso chiamò: il Dono dell'Altissimo, a cominciare<br />
quando a due anni e mezzo in Sardegna rischiò di annegare e fu tirata fuori dall'acqua da una bagnante, mentre<br />
Anna esterrefatta guardava il cappellino che galleggiava sull'acqua e in quell'occasione il rimprovero di Gesù: «<strong>Il</strong> dono va<br />
custodito se non vuoi offendere il Donatore».<br />
E poi più grandicella quella malattia terribile: la mononucleosi e via via i disturbi della pubertà, mentre Gesù si rivela continuamente<br />
per dimostrare la sua predilezione per Maria A.. «Maria A. è la mia stellina, non perderà la sua verginità».<br />
In risposta al Professore di ostetricia che voleva intervenire chirurgicamente per regolarizzare il flusso mestruale.<br />
E poi Maria SS.ma Immacolata, che alla Grotta di 0ulx, a te come dono suggerisce di comprare quel Gesù Bambino da<br />
consegnare a Maria Alessandra e ad Elena perché lo tengano caro e lo consolino ecc. ecc..<br />
«Mamma, da tutti questi ed altri avvenimenti vedi come Maria Alessandra ed Elena vivano sotto lo sguardo amoroso di<br />
Gesù e della Madre Celeste ed ora sotto la mia specifica protezione? Satana si accanisce e le attacca in mille modi ma sa<br />
benissimo che ha a che fare con me solo, e che la vittoria è solo mia; ma loro mi debbono stare vicino e così a Gesù e alla<br />
Mamma Celeste. Filippo ed Anna debbono proteggerle con la loro fede e con il loro amore e non smettere mai di pregare».<br />
4 dicembre 1988<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong> mi illumina sulla frase dettami da Gesù all'inizio della sua malattia:<br />
«Se tu potessi vedere il baratro che ti circonda ne saresti terrorizzata, solo Io posso farti attraversare quel cunicolo buio,<br />
se avrai tanta fede quanto un granello di senape».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, mamma, il cunicolo buio a cui alludeva Gesù, non era il lungo periodo di ansie e di sofferenze che precedettero<br />
la mia morte perché fino a quando c'è un barlume di speranza, e tu non solo ne avevi tanta, ma in te c'era la certezza<br />
della mia guarigione, c'è sempre un riverbero di luce, ma il buio totale che si ha quando non c'è più speranza.<br />
Egli nel Suo infinito amore, a causa di quel tuo granellino di fede, che urlava ancora la certezza nella sua Parola fino a pochi<br />
istanti prima che io spirassi, ti ha condotto per quel cunicolo buio oltre la morte, verso la luce.<br />
Sono stati necessari due giorni prima che io potessi rivelarmi a te, che sei mia madre imitando anche in questo Gesù stesso<br />
affinché tu per prima conoscessi la mia sorte beata.<br />
Come vedi, non una Parola di Gesù resta nel buio e nel dubbio: Essa è vera ed eterna».<br />
<strong>Nicola</strong> poi mi esorta ad amare di più Peppino, ad avere più attenzioni e più pazienza ricordando quanto mi ha dato in tutti<br />
questi anni vissuti assieme e come egli sia il padre dei miei figli, suo padre.<br />
76
6 dicembre 1988<br />
Oggi, onomastico di <strong>Nicola</strong> e compleanno di Filippo, mi sveglio con un senso di angoscia considerando esagerato l'atteggiamento<br />
di Maria nei confronti di Lia e prego <strong>Nicola</strong> di venirmi in aiuto.<br />
«Mamma, non prendere la strada sbagliata che ti porterebbe al risultato opposto, voi non potete limitare la libertà di scelta<br />
di Maria a cui ha pieno diritto come persona; così facendo l'allontanereste ancora di più dal vostro affetto: lei gioisce ed<br />
è felice di questa amicizia e se si sottopone a dei sacrifici lo fa con gioia e liberamente.<br />
Se poi in Maria non c'è stato quello sviluppo armonico nella sfera degli affetti e istintivamente si è aggrappata a quelle<br />
persone che lei pensava potessero colmare la carenza dell'amore materno, ciò non è colpa sua, tu lo sai bene, ma adesso<br />
stai serena.<br />
Sei stata una povera vittima, mammuzza mia, tu che bramavi amare ed essere amata, così come lo siamo stati noi figli; la<br />
tua e nostra responsabilità sta proprio nel non essere stati vigili ed attenti ed è il pericolo che incombe continuamente su<br />
di voi».<br />
«Grazie, Nicolù, mi hai già fatto il tuo dono oggi!».<br />
7 dicembre 1988<br />
Questa mattina uno stupido diverbio tra Maria e Peppino mi fa ripiombare nella tristezza.<br />
È proprio vero che un momento prima accettiamo commossi gli insegnamenti che ci vengono da <strong>Nicola</strong> e di lì a poco dimentichiamo<br />
ogni cosa?<br />
<strong>Nicola</strong> interviene per illuminarmi ulteriormente: «Mamma, ascoltami: non c'è malattia che interessi il vostro corpo fisico<br />
che non segua un determinato schema, che non abbia una sua logica ben precisa; i primi sintomi del male, poi, esso si<br />
rivela in tutta la sua virulenza toccando la punta più alta e poi poco alla volta inizia la parabola discendente fino ad arrivare<br />
alla convalescenza prima e alla guarigione poi se segue un percorso favorevole o, nell'altro caso, ad un esito negativo.<br />
Ma quando il Male attacca il vostro Spirito, (bada bene che l'ho scritto con lettera maiuscola perché tu non possa avere<br />
dubbi), che comprende tutte le facoltà ad esso inerenti: intelligenza, volontà, sfera degli affetti, allora tu noti il disordine<br />
più completo, l'irrazionalità assoluta, la mancanza di una pur elementare forma di logica.<br />
<strong>Il</strong> soggetto diventa come la marionetta tra le mani del burattinaio, un oggetto, il trastullo di una volontà perversa ed esso<br />
lo dirige verso il fine che si prefigge in contrapposizione a Dio vostro vero bene.<br />
Ne puoi avere conferma, mamma, se pensi a Lina ed a tutto quello che hai potuto toccare con mano, perché la malattia<br />
di Lina non è di natura fisica; l'avevi quasi capito quando un giorno hai esclamato:<br />
«Solo lui poteva ideare un disegno così intelligentemente perverso, il Maligno!».<br />
Lina, sotto la mia spinta era tornata alla fede, si era confessata dopo oltre 37 anni e attirava in quella direzione il marito;<br />
il soggiorno a Roma, a Sabaudia, il contatto con voi, con Eugenio, tutto cooperava a liberarla definitivamente e Satana ha<br />
sferrato il colpo grosso; ora la lotta è tra me e lui, ma la mia o la sua vittoria dipende sempre da quel povero e misero sì<br />
della creatura.<br />
Ti ho detto che essa è sotto la mia protezione e ti prometto che non la mollerò mai».<br />
16 dicembre 1988<br />
Ieri mattina, mentre pregavo <strong>Nicola</strong> mi dice: «Mamma, devi fare arrivare il <strong>mio</strong> libro a Sandro e mi indica come fare».<br />
Mi fa capire che ciò è urgente: ho aspettato le dieci per telefonare alla persona che deve servirmi da tramite, ma essa è<br />
ammalata e sta riposando.<br />
Capisco che è meglio spedirlo per posta e stamani Peppino porta a termine la mia missione.<br />
Nel pomeriggio di ieri mi sento invadere da un'ondata di angoscia per la perdita del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> come non mi era mai capitato<br />
dall'agosto scorso.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, offri la tua sofferenza per Sandro perché è in pericolo».<br />
Così ho fatto e poco alla volta la pace è tornata nel <strong>mio</strong> spirito.<br />
17 dicembre 1988<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri sera nella trasmissione: Viaggio intorno all'uomo di Sergio Zavoli che trattava della vita e quindi della<br />
morte, di tutti i partecipanti alla tavola rotonda nessuno ha colto la realtà vera di questo grande mistero: la vita e quindi<br />
la morte come mezzo di riscatto per sé e per gli altri.<br />
Solo in questa luce potete comprendere come ogni morte per voi assurda e crudele nasconda sempre un atto infinito<br />
d'amore del Padre e così per le grandi tragedie, terremoti compresi.<br />
La vita e la morte diventano come una valvola di sicurezza per ristabilire un equilibrio infranto e la sofferenza che è sempre<br />
legata a questi due eventi che investono ogni uomo, nessuno escluso, se accettata ed offerta, si trasforma in gaudio.<br />
Comprendi, adesso, mamma, perché il <strong>mio</strong> libro è così importante?<br />
E la testimonianza diretta di chi ha vissuto questa realtà».<br />
77
22 dicembre 1988<br />
Per don Eugenio riguardo a Maria Pia.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Eugenio, sei tu il medico delle anime e come qualsiasi medico del corpo devi anche tu fare la diagnosi dell’anima<br />
che cerca il tuo aiuto attraverso la sua confessione; sii attento e illuminato perché tu devi individuare i bisogni e quindi i<br />
rimedi.<br />
Se Maria Pia è una carismatica, non ti è difficile capire come le forze del male cerchino di demolirne la volontà e turbarne<br />
il pensiero.<br />
Serviti sempre dei poteri di sacerdote conferiti da Gesù stesso: benedizioni ed esorcismi; quando confessi mettiti sempre<br />
la stola dopo averla baciata e così negli esorcismi perché essa ti protegge e ti rende forte e poi tanta, tanta fede. lo ti sono<br />
accanto».<br />
29 dicembre 1988 ore 3.50<br />
Soffrivo terribilmente immersa nel ricordo del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, ma lui mi era vicino col suo conforto persuasivo, col suo amore<br />
che mi avvolgeva tutta.<br />
«Mamma, non senti che ti amo anche per tutti i miei fratelli specialmente per Teresa?<br />
Vorresti accarezzare i miei capelli, ma se fossi ancora tra voi come lo ero prima, pensi che avresti potuto farlo?<br />
Mammuzza, ascoltami: il <strong>mio</strong> non è un capitolo chiuso, sei tu che continui la mia immolazione con la tua supplica, la tua<br />
offerta, la tua adesione e il disegno che Dio ha su ciascuno di voi si snoda giorno dopo giorno e si attua nella misura della<br />
vostra adesione; ma, poiché di questo disegno fanno parte altre persone cui è legato indissolubilmente, ogni vostro atto<br />
le coinvolge determinando un esito piuttosto che un altro.<br />
È come l'ingranaggio delicatissimo di un orologio di precisione le cui rotelline girano per conto proprio ma perfettamente<br />
sincronizzate tra loro, ecco perché ogni vostro atto deve rispondere ad un solo imperativo: Amare».<br />
2 gennaio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: questa mattina ti voglio ancora illuminare su verità che riguardano una realtà di cui siete<br />
protagonisti in prima persona e che tanta difficoltà incontra ad essere appieno recepita. <strong>Il</strong> vostro vero nemico è Satana,<br />
spirito intelligentissimo, astuto e perverso la cui azione è continuamente protesa per annullarvi e distruggervi, assetato<br />
com'è di odio e di invidia nei vostri riguardi.<br />
Egli conosce, perché puro spirito, la parte più vulnerabile del vostro spirito è lì vi attacca per smantellare qualsiasi vostra<br />
resistenza. In ogni vostro atto, fosse pure il migliore, si annida sempre un germe di male, male che può essere continuamente<br />
soffocato attraverso una volontà vigile, una implorazione costante a Gesù che libera, a Maria SS.ma che con noi<br />
lotta e intercede, ma che al contrario può crescere e distruggere il bene che quell'atto racchiude.<br />
Così puoi capire come anime privilegiate su cui Gesù ha profuso a piene mani i suoi doni ad un dato momento siano cadute<br />
nella rete del nemico.<br />
Ti sarò più chiaro: la fede, dono meraviglioso e potentissimo, che ti tiene legata a Dio direttamente, se non è più che umile<br />
si trasforma in presunzione e superbia, diventa fede ma nel proprio io.<br />
Abbandono in Dio: atteggiamento indispensabile, essenziale che ti assicura la vittoria sul male, ma guai se si trasforma in<br />
apatia, in inerzia, in lassismo!<br />
E così il dono di sé, la generosità verso gli altri possono nascondere l'affermazione del proprio io e via dicendo. Come lottare<br />
e vincere un nemico così subdolo che sa farvi credere bene quello che in realtà è male, che sa così bene camuffare i<br />
suoi intenti malvagi?<br />
Una sola è la strada: l'umiltà; umiltà nel pregare, umiltà nel chiedere, umiltà nello abbandono, umiltà nell'operare il bene.<br />
Adesso ti illuminerò su Flavio che tanto mi sta a cuore perché ogni suo atto coinvolge anche Lalla e Francesco: Dio gli ha<br />
donato dei talenti come ne ha donati a ciascun uomo fin dalla nascita a questa vita.<br />
In Flavio questi talenti all'inizio sono rimasti a maturare nel silenzio, nell'ombra, nel nascondimento, proprio come il chicco<br />
di grano che per svilupparsi e diventare prima germoglio e poi spiga ha bisogno di un tempo di interramento, poi viene la<br />
primavera e spunta il germoglio.<br />
Ma questo è il periodo più pericoloso e il più difficile, perché il germoglio è più esposto alle gelate che possono in un attimo<br />
distruggerlo.<br />
<strong>Il</strong> ricordo del tempo trascorso nel bisogno, nell'emarginazione può giocare un doppio effetto: o viene accettato come punto<br />
di confronto, sapendo che niente è cambiato in noi e che i doni di oggi sono gli stessi che Dio ci aveva dati in origine e<br />
che tutto, tutto dipende dal suo provvidenziale aiuto, o si arriva a credere che siamo noi i veri protagonisti del nostro benessere,<br />
che solo a noi va il merito dell'affermazione del nostro io ed allora il ricordo del passato ci spinge ad una rivalsa<br />
continua, allontanandoci sempre più dalla verità per cui quel germe di male di cui ti parlavo e che è insito in ciascun atto<br />
buono, si trasforma in rifiuto di qualsiasi inciampo, fosse pure la moglie o il figlio che fanno parte della nostra stessa anima<br />
e della nostra stessa carne.<br />
Momento pericoloso, quindi, che può distruggere quello che Dio stesso ha posto in voi quale dono del Suo amore infinito.<br />
»<br />
78
4 gennaio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ti ho parlato del disegno che Dio ha su ciascuno di noi e di come esso si snodi nel tempo sempre soggetto<br />
alla nostra personale adesione che via via ne determina l'esito, a volte positivo a volte negativo, fino alla vittoria o<br />
alla sconfitta finale perché i veri protagonisti del nostro destino siamo noi.<br />
Ora ti illuminerò su quella frase di Gesù, che tanto ti aveva sorpreso: «Ho sempre vinto lo sul Maligno... e per <strong>Nicola</strong> ho<br />
avuto su di Lui la vittoria più grande».<br />
L'illuminazione iniziale che ti rendeva palese come l'inferno si fosse scatenato contro di te e come al tuo naturale turbamento<br />
facesse eco: «Ma tutto il Cielo è con te» e San Michele Arcangelo: «Chi più potente di Dio se non Dio stesso?», ti<br />
possono far capire come una terribile lotta si fosse ingaggiata tra l’inferno tutto e il Cielo attorno alle nostre povere persone,<br />
veri protagonisti della vicenda da cui dipendeva la vittoria di Gesù da una parte o di Satana dall'altra.<br />
<strong>Il</strong> tuo briciolo di fede e il <strong>mio</strong> povero sì hanno retto perché Gesù era con noi, ecco perché la Sua è stata la più grande vittoria<br />
sul maligno.<br />
Ma attraverso quali strade, mamma? Io sapevo perfettamente che ero guarito dal male terribile e la prospettiva di una<br />
vita felice con Antonella nella consapevolezza di una verità trascendente che ormai possedevo mi rendeva quasi sereno,<br />
ma percepivo pure la presenza delle forze del male, che poi ebbero il sopravvento.<br />
<strong>Il</strong> passaggio da una speranza che era quasi certezza all'accettazione di una realtà che stroncava definitivamente ogni mia<br />
illusione è stata terribile, è stato come se tutto il <strong>mio</strong> essere carne e spirito compreso, fossero stati immersi in un crogiolo<br />
di fuoco per essere fusi e in effetti così è stato. Tutto è stato purificato e il <strong>mio</strong> spirito più splendente che mai era pronto<br />
per affrontare la lotta finale in un'adesione totale ed eroica alla volontà di Dio Amore.<br />
Essa sola ti comunicava la forza per potere andare avanti, in essa era riposta la tua fiducia.<br />
Pensi che ce l'avresti fatta da sola? Gesù ha realizzato un disegno veramente sconvolgente che si è concretizzato superando<br />
i confini della morte.<br />
Fai lo stesso ora, mamma, non negarti a nessuno, invoca il <strong>mio</strong> aiuto, abbandonati tra le braccia della Mamma Celeste,<br />
chiedile che ti doni la Sua umiltà e non patirai alcun danno».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, hai risposto bene alla signora Raffaella, mamma di Angela, di continuare a pregare, amando e soffrendo<br />
perché solo allora la supplica è gradita al Padre e non resta senza risposta.<br />
Vuol conoscere come comportarsi nei confronti della figlia: non può accogliere in casa il convivente perché sarebbe come<br />
accettare tacitamente un rapporto contrario alla legge di Dio, potrebbe chiedere alla figlia di convincere il partner di iniziare<br />
le pratiche di annullamento del primo matrimonio perché solo la Chiesa ha il potere di sciogliere un vincolo che in<br />
realtà non è valido agli occhi di Dio.<br />
Ma, se la Chiesa al contrario lo dichiara valido, Angela dovrebbe promettere alla madre che lascerà quell'uomo, tanto senza<br />
la grazia di Dio che aiuta le coppie a superare tutte le difficoltà prima o poi quel rapporto è destinato a naufragare.<br />
Mamma, ti voglio accennare al potere conferito a Pietro e per lui alla sua Chiesa di legare o di sciogliere, potere grandioso<br />
e terribile nello stesso tempo e la responsabilità che investe i sacerdoti in particolare e i laici chiamati a decidere su questo<br />
argomento è immensa perché può capovolgere e annullare il comando di Gesù stesso:<br />
"Siate un'anima sola in una carne sola finché la morte non vi divide". Ricordalo ad Eugenio».<br />
5 gennaio 1989<br />
Un episodio raccontatomi da un'amica riguardo ad un sacerdote mi aveva turbato.<br />
<strong>Nicola</strong> stamattina: «Mamma, sono uomini anche loro con la loro carne che a volte geme, voi non potete pretendere in loro<br />
la santità se voi stessi non riuscite a realizzarla.<br />
Ciò non li scusa davanti a Dio a cui debbono renderne conto, ma voi non giudicate e non rendete ancora più difficile la loro<br />
posizione, ma amateli e intercedete per loro».<br />
6 gennaio 1989<br />
Ieri primo venerdì del mese e riunione dei Tabernacoli viventi.<br />
Don Eugenio commenta a lungo gli ultimi messaggi di <strong>Nicola</strong> ed io sono stata fatta segno di viva attenzione da parte di<br />
tutti i partecipanti.<br />
<strong>Nicola</strong> con i suoi messaggi illustra anche a fondo i pericoli a cui sono esposti gli strumenti e io mi sento piccola e desiderosa<br />
di solitudine e di nascondimento.<br />
Una grande tristezza si è impossessata di me.<br />
Questa mattina <strong>Nicola</strong>: «Mamma, ma io per poter soccorrere le anime che cercano il <strong>mio</strong> aiuto, ho bisogno di te! Di te che<br />
sei il tramite tra loro e me, comprendi?<br />
Non temere, ricordi come nel lungo periodo della mia malattia, tu vivevi momento dopo momento aggrappata a Gesù e<br />
alla Sua parola? Essa sola ti era di guida.<br />
L'amore mi ha salvato, mamma, l’amore per Gesù, l’amore per voi, ecco perché ti dico sempre ama, ama, mamma, non<br />
allontanarti mai dall'amore nelle piccole cose, se poi vuoi affrontare le grandi prove. Alla grande vittoria di Gesù si contrapponeva<br />
la cocente sconfitta di Satana che credeva di avere vinto lui capovolgendo l'esito finale dell'intervento sul <strong>mio</strong><br />
povero corpo; ecco il suo odio che non si estingue mai e che continua ad accanirsi contro di voi che siete i continuatori<br />
della mia opera di salvezza».<br />
79
7 gennaio 1989<br />
Sono a letto: mentre il pensiero corre a Fernanda mi chiedo se il figlio ha poi avuto il posto che gli avevano promesso. Ad<br />
un tratto mi domando il significato della frase di <strong>Nicola</strong> del settembre scorso: «<strong>Il</strong> Padre può riassumerlo in sé perché questo<br />
figlio non vada perduto», frase che mi aveva lasciata perplessa e di cui invano avevo chiesto il significato.<br />
Immediatamente sono spinta a domandarlo ancora una volta a <strong>Nicola</strong> che così mi risponde: «Mamma, quando una persona<br />
perde il posto e poi viene riassunta non vuol dire che torna ad occupare il posto che prima aveva perduto? Questa volta<br />
è il posto di figlio presso il Padre».<br />
Con grande gioia mi affretto a telefonare a Fernanda.<br />
8 gennaio 1989<br />
Tante volte mi sono chiesta se quella frase nella preghiera a Maria Madre della Chiesa: «Nostra unica e santa Mediatrice»<br />
fosse esatta; non è il Cristo il nostro unico Mediatore presso il Padre?<br />
In questo momento <strong>Nicola</strong> mi dice: «Mamma, Maria, la Madre è l'unica e santa Mediatrice presso il Figlio e Gesù nulla può<br />
negare alla Madre Sua; ma Gesù è anche Dio con il Padre e con lo Spirito e tutto gli viene concesso di quello che chiede.<br />
Vedi come partendo da Maria si arrivi al Padre?».<br />
Per illuminazione comprendo come anche a me che sono madre del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> egli, perché <strong>mio</strong> figlio, ottiene da Dio le<br />
grazie che chiedo.<br />
10 gennaio 1989<br />
Questa notte lungo conversare con <strong>Nicola</strong> in maniera piana, serena; abbiamo toccato gli argomenti più svariati, ho chiesto<br />
cose le più semplici e banali come dei perché insoluti da tempo.<br />
«Nicò, il chirurgo ha letto il tuo libro?». «Sì, mamma, ma ha avuto dei dubbi e dei complessi di colpa, per questo non ti ha<br />
risposto». «Nicò, ... era davvero un demonio?».<br />
«Mamma, nei miei riguardi sì, del resto anche Satana ha bisogno di strumenti per portare a termine i suoi disegni malvagi».<br />
«Nicò ti ricordi del dottor B.?».<br />
«Mamma, noi non dimentichiamo, io lo seguo e lo guido e tante volte l'ho liberato da vari pericoli; fagli arrivare il <strong>mio</strong> libro<br />
così anche lui mi sentirà vicino».<br />
«Nicò, e Luigi P...? Debbo telefonargli?».<br />
«Mamma, abbiamo sfiorato un vespaio, tu non far niente, ci penso io, perché quell'anima mi interessa».<br />
«Nicò, mi hai reso felice quando ieri sera mi hai fatto comprendere che le preghiere che io ti rivolgo sono le prime ad essere<br />
esaudite».<br />
«Vedi, mamma, non c'è legame più intimo d'amore di quello che lega la madre al figlio; se poi la tua richiesta è corroborata<br />
da un atto d'amore, amore che tu senti verso l'anima che mi proponi di aiutare, allora la tua supplica viene immersa<br />
nell'onda infinita dell'amore del Padre verso le sue creature, allora quasi sempre essa viene accolta, fermo restando il<br />
principio di questo continuo operare della grazia nella vostra vita.<br />
Vedi, mamma, il miracolo su Filippo non fu la sua guarigione che avvenne in quel determinato periodo del 1967; esso fu<br />
soltanto l'epilogo di un lungo e costante operare di Gesù e che va molto indietro nel tempo, perché sei stata sempre tu<br />
l'oggetto dell'odio del nemico che ti colpiva attraverso noi figli, tutti insieme e ciascuno in particolare: vedi Filippo, Lalla,<br />
Maria, Teresa e poi me e non credere che sia finita, solo che ora sei più esperta e poi ci sono io che ti illumino e ti proteggo».<br />
«Nicò, ma quel dolore nella mia carne lo sento sempre!».<br />
«Mamma, certo che lo senti sempre, tu l'hai chiamato uno strappo nella carne viva e tale è in realtà e non si ricuce quello<br />
strappo, mamma, perché avevi cinque figli e ora nei hai quattro.<br />
Pensa che Maria SS.ma. che pure vive in corpo e spirito totalmente immersa nella gloria del Figlio in una felicità infinita,<br />
quando fate soffrire il suo Gesù, rivive la straziante agonia del Golgota, come se fosse ancora inchiodata a quella Croce».<br />
«Nicò, mi hai parlato del figlio di Fernanda spiegandomi con chiarezza come essendo ridotto ad un relitto senza volontà, il<br />
Padre, perché questo figlio non vada perduto, lo riassume al posto di figlio di Dio.<br />
Io penso che sia lo stesso per tutti questi giovani drogati, veri relitti senza volontà, ma in concreto cosa succede? <strong>Il</strong> Padre<br />
darà loro ancora una volta i doni che prima possedevano o li chiamerà a Sé?».<br />
«Mamma, secondo una giustizia perfettissima d'amore opererà per alcuni in un modo, per altri nell'altro modo ma sono<br />
entrambi due atti d'amore».<br />
16 gennaio 1989<br />
Anna mi aveva chiesto di domandare a <strong>Nicola</strong> se il suo desiderio di cambiare casa vendendo la sua e comprandone un'altra<br />
era una cosa che si sarebbe realizzata e <strong>Nicola</strong> mi risponde al riguardo:<br />
«Li aiuterò affinché trovino una soluzione che sia di gradimento a loro senza costituire un aggravio creando altri problemi».<br />
Ancora Anna: «La mia bambina morta, non ancora nata, <strong>Nicola</strong> sa dove si trova?».<br />
<strong>Nicola</strong>: «II suo spirito era incontaminato, era stata offerta in dono a Dio; ora aleggia attorno al trono dell'Altissimo».<br />
80
17 gennaio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, quanto consigliato in data 13 febbraio 1988 ad Eugenio, circa il modo di comportarsi nei riguardi di Matilde,<br />
non dimenticare di inserirlo nella nuova edizione perché è una lezione di santità per i Sacerdoti e per voi laici che<br />
spesso giudicate dalle apparenze».<br />
19 gennaio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, voglio chiarirti dei dubbi che ogni tanto a tua insaputa affiorano nel tuo spirito. Tu sai che appena l'anima<br />
lascia questa terra viene immediatamente sottoposta da Gesù stesso al giudizio particolare ed essa, se meritevole di<br />
salvezza e se i suoi meriti sono tali da meritarsi subito la visione di Dio, va direttamente in Paradiso o in Purgatorio per<br />
essere purificata per un tempo più o meno lungo.<br />
Ci sono poi anime che purtroppo per il loro rifiuto di Dio da sole si condannano all'inferno.<br />
Quello che forse non sai è che ci sono anime che, colte dalla morte in maniera repentina a causa di un incidente o perché<br />
vittime di morte violenta, non hanno avuto il tempo di un solo atto di pentimento.<br />
Per queste anime che non sono meritevoli né dell'Inferno, né del Purgatorio il giudizio è sospeso. Tutto questo puoi meglio<br />
capirlo se parti da questo amore infinito di Dio Padre e dalla Sua giustizia perfettissima che è soltanto amore.<br />
Per queste anime la vostra preghiera deve essere costante e amorevole perché esse riescano a distaccarsi dagli affetti<br />
terreni cui si sentono ancora legate”.<br />
20 gennaio 1989<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong> lumi per poter rispondere alla mamma di Marco oppressa e schiacciata dal peso di una grande ed assurda<br />
disgrazia.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, mamma, a volte le persone vengono investite da tremende ed improvvise sciagure che se non le spezzano<br />
in modo definitivo le riducono a poveri esseri martoriati ed infelici. La logica umana si perde nella ricerca dei perché che<br />
assieme alla sventura tormenta le loro povere anime. Così è stato nella nostra famiglia, così è stato di me in particolare.<br />
Tu sai bene che il male non trae origine da Dio Bene infinito, ma che Egli lo permette.<br />
Sta qui il punto di luce da cui si irradia un disegno di infinito amore del Padre, che vuole trasformare tutta quella sofferenza<br />
in gaudio; bada bene, mamma, sofferenza non voluta da Lui, ma causata sempre dal vostro peccato.<br />
Ma per poter realizzare il Suo disegno d'amore ha bisogno della vostra adesione, della accettazione di quello stato particolare<br />
che si è determinato e che dà origine a tanto soffrire.<br />
Fede, quindi, consapevolezza che Dio amore vuole toglierci dai guai, anzi vuol trasformare il nostro male in fonte di bene,<br />
adesione alla Sua volontà in un abbandono totale.<br />
Ti ho tante volte detto che è proprio la vostra volontà, in opposizione alla Sua che non gli permette di realizzare quel progetto<br />
meraviglioso d'amore che Dio Padre da sempre ha per ciascun figlio.<br />
All'offerta di me malato, straziato, impotente da parte tua ad aiutarmi in qualche modo, e al <strong>mio</strong> sì umile e consapevole,<br />
Dio ha corrisposto col miracolo più sconvolgente che ha superato i confini della morte: Io, <strong>Nicola</strong>, vivo sempre non solo in<br />
Cielo, ma nel cuore di voi tutti, nel cuore di tutti coloro che mi chiamano.<br />
Ed aiuterò anche Marco e la sua povera mamma, stanne certa, ma ho bisogno della loro fede, fede che dà origine alla<br />
speranza, che è già speranza.<br />
Mamma, consiglia la mamma di Marco di meditare a lungo e profondamente il <strong>mio</strong> libro alle pagine 47 - 48».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, quando la Mamma Celeste deve intercedere per voi presso il Padre non mette in evidenza i vostri peccati,<br />
quelli li copre, ma i vostri meriti. Seguite il suo esempio!».<br />
21 gennaio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, vorrei illuminarti ulteriormente su cosa è in realtà un Tabernacolo Vivente.<br />
Ascoltami: il Tabernacolo è quel ricettacolo, prezioso più o meno dove Gesù sotto la specie del pane e del vino dimora<br />
stabilmente, mentre la teca è quella piccola custodia necessaria al sacerdote o a chi per lui, per portare l'Eucaristia agli<br />
infermi o ai moribondi.<br />
Quello che voglio mettere in evidenza è che Gesù sotto le specie Eucaristiche sia nel Tabernacolo che nella teca è in stato<br />
di vittima.<br />
Egli non può incenerire il ladro sacrilego che ruba il calice prezioso e butta o imbratta le sacre Ostie, né fulminare colui<br />
che in peccato mortale si nutre del Suo Corpo SS.mo, né sfuggire ai pericoli o agli oltraggi cui è esposto nella teca.<br />
<strong>Il</strong> Tabernacolo vivente invece è il cuore della creatura che corrisponde all'amore infinito di Gesù pur nella limitatezza<br />
della sua condizione umana e l'attrae al punto tale che esso diventa dimora stabile di Gesù stesso, ma non in maniera<br />
vincolante come nell'Eucaristia, non in stato di vittima, ma liberamente, in un rapporto d'amore che si rinnova momento<br />
dopo momento e che può cessare all'istante se la creatura dovesse offendere l'amore del suo Dio.<br />
Nel Tabernacolo vivente Gesù è il trionfatore: Egli possiede quell'anima e ad essa si dona nella misura dello spazio che<br />
la medesima Gli concede».<br />
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22 gennaio 1989<br />
Lettera a Joseph.<br />
«La Chiesa nella sua millenaria saggezza è molto prudente nel sancire e confermare con la sua autorità un avvenimento<br />
extranaturale quale può essere un'apparizione in seguito alla quale si verifica quasi sempre un aiuto sensibile, come un'acqua<br />
miracolosa, per i più increduli, che spinti dai loro bisogni se ne servono; ma quello che volevo farti capire è che<br />
questo processo nasce da quell'avvenimento, si propaga nel popolo di Dio che, con la sua testimonianza di fede in seguito<br />
ai prodigi e ai miracoli che esso determina, spinge la Chiesa a prenderne atto.<br />
Guarda Lourdes e Fatima che hanno atteso anni prima del verdetto ufficiale, mentre i vari Papi anche prima si sono inginocchiati<br />
testimoniando, e milioni di fedeli e di ammalati vanno riportando se non sempre la guarigione del corpo, quella<br />
dell'anima che è la più importante.<br />
Ascoltami Joseph: usa l'acqua benedetta per i tuoi ammalati, invoca Maria SS.ma. «Immacolata della Grotta di Oulx» con<br />
fede e vedrai cose grandi.<br />
Tu sai che tutta la tua vita è interessata di prodigi e che Maria SS.ma e Gesù guardano te, Francesca e la tua famiglia con<br />
occhio di predilezione.<br />
Opponi la tua bella fede di ebreo a quella sclerotica del sacerdote cattolico ed insieme preghiamo per lui perché Maria<br />
SS.ma. «Immacolata di Oulx» lo stringa forte al Suo Cuore di Madre, comunicandogli quella luce e quell'ardore che solo<br />
una Madre può dare».<br />
29 gennaio 1989<br />
Notte tormentata da tentazioni; solo dopo <strong>Nicola</strong> mi viene in aiuto:<br />
«Mamma, non avere paura perché non sei sola, Gesù ti ama e noi ti siamo vicini.<br />
Cosa credi, anch'io sono stato tentato nella carne; se tu avessi mai potuto vedere quale immensa lotta si era scatenata<br />
attorno alle nostre povere persone, ma Gesù era con noi e ne siamo usciti vittoriosi. Se anche due interi eserciti fossero<br />
schierati per difenderti, non saresti così protetta come tu sei ora, perché tutto i1 Cielo è con te».<br />
31 gennaio 1989<br />
Messaggio per Flavio<br />
«Ascoltami, Flavio, tante volte sono venuto in tuo soccorso non solo perché ti voglio bene ma perché ogni tuo atto, ogni<br />
tua decisione coinvolge anche Laura e Francesco che mi sono particolarmente cari.<br />
Vedi, Flavio, ci sono due realtà; una è quella che si svolge giorno dopo giorno e che potete verificare e constatare attraverso<br />
i vostri sensi; l'altra è quella, ed è la più importante, che sfugge al vostro controllo sensoriale perché si svolge in<br />
una dimensione che non è più terrena.<br />
Essa investe soprattutto il vostro spirito ed è dominata da forze contrastanti che determinano l'andamento, a volte favorevole,<br />
a volte sfavorevole della vostra vita.<br />
Ma i protagonisti veri di questa lotta siete voi.<br />
Mamma a voce ti può essere più precisa, adesso, affinché il <strong>mio</strong> aiuto si concretizzi e diventi canale di protezione per te e<br />
per la tua famiglia.<br />
Promettimi di fare con impegno quanto ti chiedo:<br />
1° Stare vicino a Gesù il più possibile specialmente con l’Eucaristia.<br />
2° Pregare ogni giorno assieme a Laura e a Francesco fosse pure per dire una sola Ave Maria.<br />
3° Bere ogni mattina un bicchiere dell'acqua di Ulzio senza preoccuparti della difficoltà che incontri per andarla a prendere.<br />
La cosa più importante che poi ti chiedo e che devi realizzare al più presto è quella di andare a trovare P. Guido, digli chi<br />
sei e che ti manda la mamma di <strong>Nicola</strong>, io l'avvertirò.<br />
A Laura la Madonna chiede il digiuno al venerdì. Tutto ciò è molto importante.<br />
1 febbraio 1989<br />
Mi aveva tanto addolorato Franco, venuto da Napoli con tanti, tanti problemi concernenti la sua famiglia. <strong>Nicola</strong>, attraverso<br />
i suoi scritti, gli aveva chiarito molti punti additandogli la strada da seguire.<br />
Questa notte torna ancora sull'argomento, dopo avermi fatto capire come trovandomi presa da mille pensieri, distratta e<br />
stanca gli riesca difficile comunicare con me ed essere quindi di valido aiuto a chi lo cerca e lo invoca.<br />
Riferendosi poi a Franco: «Mamma, vedi, il nemico da bravo stratega prima divide e poi attacca separatamente perché gli<br />
riesce più facile ottenere la vittoria.<br />
Anche lui ha bisogno di esorcismi e di preghiere, di chiedere aiuto ad anime che lo sostengano con la loro fede e di stare<br />
più che può al nostro riparo; è quella la sua forza e deve non aver paura perché solo Gesù è il Potente e tutto si sbriciola<br />
e si dissolve ad un Suo cenno».<br />
«Nicò, Anna ti chiede se deve cambiare casa, tu sai che vuole vendere la sua per comprarne un'altra». «Mamma, aiuterò<br />
Anna».<br />
82
2 febbraio 1989<br />
Mesi fa era sorta una discussione con una mia amica circa il costo delle messe gregoriane che varia da un sacerdote all'altro<br />
in maniera sensibile.<br />
<strong>Nicola</strong> mi illumina al riguardo:<br />
«Mamma, il Sacrificio del Cristo nella Santa Messa non è cosa che rientra nella tariffa e il sacerdote che la celebra fa solo<br />
un servizio.<br />
La rimunerazione per tale servizio dovrebbe essere un'offerta libera, ma che tenga conto delle possibilità di colui che lo<br />
chiede, ed anche delle possibilità del sacerdote che lo fa».<br />
3 febbraio 1989 – ore e di notte<br />
«Nicò, piango perché comprendo come i tuoi messaggi che passano attraverso le nostre povere parole, fossero pure quelle<br />
di un sacerdote, perdono di chiarezza, di incisività e diventano anch'essi oscuri e nebulosi.<br />
Solo le tue parole, limpide, coerenti, bellissime, solo i concetti che esse esprimono arrivano al nostro spirito e lo commuovono<br />
suscitando un senso di gioia e di appagamento».<br />
Gesù: «Pina mia, ogni qualvolta <strong>Nicola</strong> riesce a comunicare con te e tu a trascrivere quello che lui ti rivela, è un dono infinito<br />
del <strong>mio</strong> amore per voi, è dal <strong>mio</strong> cuore che partono questi fasci di luce per illuminare zone di ombre e di tenebre».<br />
«Grazie, <strong>mio</strong> Gesù, per il dono grande, grandissimo del libro di <strong>Nicola</strong> e per l'altro che uscirà, perché solo così le anime<br />
potranno attingere la verità direttamente da Te attraverso <strong>Nicola</strong> ». Oggi 1° venerdì del mese alla Comunione in Chiesa.<br />
Gesù: «Sai perché nel mistero dell'Eucaristia mi sono servito del pane e del vino? Perché, nel <strong>mio</strong> amore infinito, ho voluto<br />
coinvolgere anche la creatura nella offerta di immolazione al Padre attraverso il frutto del suo lavoro e della sua fatica».<br />
4 febbraio 1989<br />
«<strong>Nicola</strong>, ieri sera ha telefonato Carmela per Daniela di Torino, la ragazza diabetica; essa ti chiede se guarirà. (La glicemia<br />
era arrivata a 500, ma ora è scesa a livello normale).<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non si ricorderà più di avere avuto il diabete».<br />
«<strong>Nicola</strong>, ma quante anime ricorrono a te che tu guidi e proteggi?».<br />
«Tante, mamma; sarebbe bello se attraverso il tuo canale io potessi far sentire la mia voce con consigli e suggerimenti,<br />
soprattutto col <strong>mio</strong> conforto e le mie luci, ma è così difficile convogliare a me tutte le tue facoltà di ascolto!<br />
Vorrei penetrare nel tuo intimo per poter guidare non solo te e i miei cari, ma tutte le anime che a me si rivolgono.<br />
Mamma, a tutte le anime che invocano il <strong>mio</strong> aiuto attraverso te, dì loro di far sì che il loro spirito sia il più possibile legato<br />
al <strong>mio</strong> e questo l'ottengono con una ricerca costante del <strong>mio</strong> aiuto e della mia protezione e poi siano vigili ed attenti allo<br />
svolgersi degli avvenimenti che si susseguono nella loro vita, per poter individuare l'origine e agire di conseguenza, perché<br />
sono io che li determino».<br />
«Nicò, ma per Lina non è stato così».<br />
Immediatamente <strong>Nicola</strong>: «Mamma, ma Lina non si è lasciata guidare dagli avvenimenti tutti favorevoli che io avevo costruito;<br />
anzi li ha rifiutati uno per uno».<br />
«È vero, <strong>Nicola</strong>, è proprio vero; <strong>Nicola</strong>, adesso mi alzo per scrivere quanto mi hai detto».<br />
«Sì, mamma, perché ogni luce che ti viene da me è un dono, un grande dono di Gesù che tu non puoi eludere».<br />
5 febbraio 1989<br />
In Chiesa ascoltavo con interesse il Sac. che, durante l'omelia nell'esporre il resoconto del bilancio in cui si era registrato<br />
un passivo di 57 milioni anche a causa dei lavori di tinteggiatura della Chiesa, esortava i fedeli ad essere generosi per portare<br />
in pareggio tale bilancio.<br />
Esponeva le cose con esattezza e con motivazioni così valide che ripetevo a me stessa:<br />
«È giusto, è giusto». Ma <strong>Nicola</strong> interviene: «Mamma, tu mi hai affidato quell'anima, ora è necessario che tu mi ascolti.<br />
Ogni parola, ogni richiamo, ogni esortazione che egli ha diretto ai parrocchiani è giusta e santa; qui finisce il suo dovere di<br />
Sacerdote ed ha inizio il vostro sia individuale che collettivo, ma in contrapposizione e parallelamente a questo ha inizio<br />
un altro comportamento più delicato, più responsabile che investe direttamente la sua anima nei confronti di Dio stesso.<br />
I mezzi finanziari che voi parrocchiani mettete a sua disposizione non gli appartengono, egli dovrà rispondere a Dio stesso<br />
di come li ha utilizzati, con quale oculatezza li ha spesi, se il fine che si prefiggeva era perfettamente limpido o se non risentiva<br />
della ricerca del suo io.<br />
Ha un modello perfettissimo da imitare: Gesù, che nella sua vita terrena dimenticava persino di mangiare e cedeva la sua<br />
ciotola di latte al povero che ne aveva più bisogno, Gesù che non aveva neppure un giaciglio per dormire.<br />
Basta attingere dal Vangelo con spirito umile per sapere come comportarsi.<br />
È facile riunire 130 barboni ed offrire loro un pranzo gratis e non sudato, ma chi ha veramente bisogno di quel cibo materiale?<br />
O non hanno più bisogno di un altro cibo?<br />
Quante le voci di quel bilancio potevano essere eliminate o ridotte?<br />
Sono domande che Gesù stesso gli porge e tante altre ancora a cui lui solo può rispondere.<br />
83
Mamma, il sacerdozio è un dono troppo grande che Gesù fa a certe creature privilegiate, ma la responsabilità che ne deriva<br />
è altrettanto grande».<br />
8 febbraio 1989<br />
Messaggio per Lucia.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Lucia, non pensare che io non abbia sentito le tue implorazioni di aiuto e che non sia venuto in tuo soccorso perché<br />
al contrario sono io che ho determinato gli ultimi avvenimenti, aiutandoti a spezzare una catena che stava per distruggerti.<br />
Non avere rimpianti, perplessità, dubbi; dovevi difendere i tuoi figli da un padre che padre non era, perché non è degno<br />
di questo nome chi si rivolta contro la sua stessa carne.<br />
Ora l'incubo è passato, più serenamente potrai rivedere il tuo passato nella sua giusta luce.<br />
Ma il tuo matrimonio credi proprio che sia veramente esistito? Pensi che sia stato ratificato in Cielo? Pensi che avesse i<br />
presupposti per esserlo?<br />
Più in là potrai chiedere l'annullamento.<br />
Sei sotto la mia protezione: invocami e io corro in tuo aiuto, ti guiderò, ma tu abbi fede tanta fede; nello scoraggiamento<br />
e nel dolore rifugiati tra le braccia di Maria SS.ma che è nostra vera Madre, lei ti consolerà, ti proteggerà, ti accarezzerà.<br />
Sii forte, Lucia, per te e per i tuoi bambini che ora hanno te sola».<br />
10 febbraio 1989<br />
Avevano sequestrato un bambino di 12 anni (poi liberato il giorno appresso), ed ero andata a letto con un'angoscia senza<br />
fine.<br />
Mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>: «Nicò, tu sai dove questi delinquenti nascondono i loro ostaggi?<br />
Se tu me lo rivelassi, potremmo sconfiggere tutte le anonime sequestri». «Mamma, tu non sai quante anime tornano a<br />
Dio attraverso questa terrificante esperienza e non solo quelle direttamente interessate; e poi non dimenticare che nel<br />
cuore del Padre ci sono anche loro, i carnefici, mentre Gesù come allora sulla Croce, grida: Padre, perdona loro perché<br />
non sanno quello che fanno. Mamma, è tutto un gioco sottilissimo d'amore, credimi, sono tutte conquiste per le anime<br />
non completamente avulse da Dio, sono continui richiami.<br />
Anche i casi più tragici in cui l'ostaggio viene ucciso, nonostante sia stato pagato il riscatto, ti fa comprendere come neppure<br />
una cifra di denaro sia pure astronomica sia in grado di assicurare la salvezza di una vita.<br />
Nota bene: il fenomeno dei sequestri è maturato nelle società opulente dove il comune denominatore è il denaro e colpisce<br />
non il povero o colui che vive una vita fatta di sacrifici e di onesto lavoro, ma colui che detiene una somma considerevole<br />
di denaro, il ricco che colpito negli affetti più cari diventa disponibilissimo a rinunciare a tutta la sua ricchezza accumulata<br />
in tanti anni di lavoro, a volte neppure onesto, pur di riavere il figlio o la moglie o il padre che ama. A quante<br />
considerazioni vi porterebbero questi avvenimenti che vi turbano, se voi li vedeste nella giusta luce!<br />
L'amore di Dio Padre che, pur di salvare un suo figlio in pericolo, fa tacere la sua dignità di Dio offeso, si spoglia di tutte<br />
le Sue prerogative, e manda il Suo Gesù a farsi uccidere dai malvagi.<br />
Gesù che abbraccia con amore la Croce e vi si lascia inchiodare, per salvare tutti i peccatori.<br />
Mamma, non chiedermi di aiutarti come dici tu per sventare tutti i sequestri; lascia che sia la sapienza di Dio ad intervenire<br />
in ogni singolo caso come a Lui piaccia e solo per un fine di bene. Non vedi che a volte un ostaggio viene liberato<br />
senza il pagamento di un qualsiasi riscatto e un altro segue un itinerario diverso? Voi non siete in grado di vedere il perché<br />
due casi identici si risolvano in maniera così opposta e siete spinti a pensare che Dio non è giusto, non è equanime,<br />
ma vi sbagliate perché Dio ama nella stessa misura i suoi figli, ma per guarirli dai loro mali adopera le medicine più adatte».<br />
13 febbraio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, devi far capire a Maria Pia e convincertene sempre più tu che il <strong>mio</strong> libro non è un libro come<br />
tutti gli altri e che ogni mia parola deve essere luce e guida per voi, perché possa attuarsi il disegno di Dio che è disegno<br />
d'amore.<br />
La vostra deve essere testimonianza fedele sino allo scrupolo di quanto vi viene rivelato.<br />
È colpevole da parte vostra cercare di velare la verità servendovi di iniziali al posto del vero nome rendendola così meno<br />
chiara agli interessati, i quali da essa debbono modificare giudizi e modi di vita in aperto contrasto con quanto Gesù chiede<br />
a ciascuno di loro, e rendendola ancora meno accessibile a tutti coloro che leggendo non riescono più ad individuare il<br />
filo conduttore che si snoda attorno ad ogni singolo avvenimento.<br />
È meschino il vostro gioco, mamma, dillo a Maria Pia, dille che non tema che la sua immagine venga deformata o svilita,<br />
al contrario, davanti alla conoscenza della verità tante anime oggi accusatrici lasceranno cadere dal loro cuore dubbi e sospetti,<br />
perché è la verità che vi fa liberi. Anche questa è una carità nei loro confronti, mamma, comprendi?<br />
<strong>Il</strong> dono che il Signore vi fa attraverso i miei lumi è veramente grande, mamma, ma non svilitelo, non rendetelo vano. Anche<br />
se non riuscite a comprenderlo, fidatevi di me; io vi amo e non posso che condurvi a Dio.<br />
Maria Pia, questi miei lumi sono un dono da parte di Maria SS.ma, Immacolata di Oulx; fai come ti dico, liberati da tanti<br />
lacci che ti legano al passato, (causa di interdizione, incomprensioni, calunnie ecc.), sia la tua mente totalmente protesa a<br />
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scoprire i disegni che Dio ha su di te in un'adesione totale e non chiederti mai cosa potrebbe capitarti se agisci in un modo<br />
che a te non sembra prudente».<br />
«Nicò, Maria Pia, mi dice sempre che lei segue i suggerimenti e i consigli del suo Direttore Spirituale e che ad essi rimane<br />
fedele praticando così l'ubbidienza».<br />
«Mamma, e fa bene, perché il Sacerdote che è chiamato a guidare un'anima riceve un aiuto particolare e i consigli che<br />
esso le dà sono tali che la mettono al riparo da sbagli che possono arrecare imprevedibili e irreparabili danni, ma non dimenticare<br />
che essi quasi sempre ubbidiscono ad una logica umana, data dal vostro limite di creature.<br />
Quando si ha il privilegio di essere direttamente illuminati dall'alto allora tutto acquista un significato diverso. Dì a Maria<br />
Pia di fare il contrario: sottoporre i miei lumi al suo Direttore Spirituale perché le dia il suo assenso, farà così due atti meritori:<br />
ubbidienza il primo, illuminazione al Sacerdote il secondo».<br />
14 febbraio 1989<br />
Ieri sera Rosi mi diceva che Lucia mi aveva cercato a Sabaudia.<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong> la frase che allora aveva sintetizzato il suo preciso intervento nei confronti di Lucia e del marito; non ero<br />
più riuscita a ricordarla.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Gli ho strappato di mano la carta vincente». Si riferiva al fatto che il marito di Lucia stava attuando un preciso<br />
disegno diabolico per fare interdire la moglie e sottrarle i figli e che col suo intervento, infondendo in Lucia il coraggio di<br />
una denuncia per percosse a lei ed ai bambini, aveva capovolto la situazione.<br />
«Nicolù, ma Lucia ama il marito».<br />
«Mamma, il marito di Lucia è malato: lei deve amarlo allo stesso modo come un medico cui è affidato un intero reparto in<br />
ospedale ama il suo singolo paziente per la durata del tempo che lo visita, lo cura, gli prescrive i rimedi, poi uscito dall'ospedale<br />
è libero, non porta con sé tutte le angosce dei suoi malati, si ritempra in seno alla sua famiglia perché anch'egli<br />
ha diritto alla gioia.<br />
Che Lucia pensi ai suoi bambini, li circondi di tanto amore e li curi e cerchi in tutti i modi di isolare i momenti inevitabili di<br />
angoscia legati a situazioni che dovrà pur affrontare dal resto della sua giornata e dalla sua stessa vita che deve trascorrere<br />
più serena possibile per poter dare a se stessa e ai figli quella atmosfera di tranquillità oggi assolutamente indispensabile.<br />
Io non la lascerò un solo minuto, l'aiuterò sempre in tutte le circostanze».<br />
15 febbraio 1989<br />
Avevo letto nel libro: «Perché hai scelto me?» diario di una convertita, come Dio Padre in sogno le avesse detto che Maria<br />
SS.ma era Sua Sposa: e lei da questa parola aveva dedotto che anche Maria SS.ma era di natura divina sia pure per grazia.<br />
Attraverso la sua Maternità Divina il Figlio le avrebbe comunicato la sua divinità, mentre Lei gli avrebbe dato la Sua<br />
umanità. Quelle parole e quelle riflessioni mi erano sembrate azzardate.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong> improvvisamente mi si rivela così: «Mamma, non ti avevo detto che il mistero di Maria SS.ma deve essere<br />
ancora svelato?<br />
Adesso ascoltami: se tu mi segui arriverai alle stesse conclusioni di quell'anima convertita ma per vie completamente diverse.<br />
Tu devi partire dalla paternità reale di Dio Padre che genera la sua creatura attraverso un piccolissimo frammento del suo<br />
stesso essere. <strong>Il</strong> figlio generato ha inequivocabilmente la stessa natura del Padre che lo genera, così è dell'uomo, così in<br />
natura e poiché il Padre è di natura Divina anche il Figlio è di questa stessa natura, ecco perché qualsiasi uomo generato<br />
e creato da Dio non muore mai ed è eterno nell'essenza, anche se per sua colpa finisce nel fuoco eterno e vorrebbe lui<br />
stesso essere distrutto.<br />
La natura di Maria SS.ma è divina come quella di ciascun uomo, ma a differenza nostra Lei, la Purissima, non ha svilito o<br />
prostituito la sua natura d'origine come ha fatto l'uomo ed è per questo che è stata degna di essere la Madre di Gesù».<br />
16 febbraio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, se ben ricordi Joseph nella sua meravigliosa intuizione ti diceva che non doveva essere impossibile che<br />
tutti i popoli della terra si potessero amare dato che le nostre famiglie diverse per nazionalità, lui polacco, noi italiani, per<br />
religione lui ebreo, noi cattolici, si amavano in quel modo. Era questo a suo avviso il vero miracolo, io chiarii ancora il<br />
pensiero dicendo: se il Padre è uno solo: Dio, se la Madre è una sola: Maria SS.ma, se il Figlio che ci ha redenti è uno solo:<br />
Gesù Cristo, se lo Spirito che opera è amore, è chiaro che in Dio siamo tutti fratelli, che Maria SS.ma la Madre è anche<br />
la sposa del Dio, uno e Trino».<br />
Per Giorgio.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Giorgio, tu mi sei caro, apri il tuo grande cuore ed accogli anche loro. Per mezzo dell'amore conquisterai il mondo».<br />
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17 febbraio 1989<br />
Per don Eugenio<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, Eugenio, questa volta mamma ti ha ubbidito; si è alzata per scrivere quanto ti voglio dire. Tu usi i miei<br />
messaggi come spunto per le tue prediche, sono le tue parole, ma non ti preoccupi di meditarli a lungo perché diventino<br />
prima cibo che, nutrendo la tua anima ti renda idoneo a darlo a chi, affamato, ti invoca per essere saziato.<br />
Tu li usi e li ripeti come fossero dei motivetti orecchiabili; no, Eugenio, hai in mano dell'oro fuso preziosissimo, ma incandescente,<br />
che può bruciarti ed anche bruciare, e davanti a te anime preziosissime che hanno diritto di essere saziate,<br />
ma con un cibo genuino, non manipolato in fretta e furia allo scopo di dar loro solo qualcosa.<br />
Le verità che le mie parole e i miei lumi contengono sono abissali, sono fonti di luci fulgidissime, ma una luce che non acceca,<br />
non turba al contrario dona un senso di liberazione e una gioia meravigliosa e strana.<br />
Ma il cuore deve essere disponibile, bramoso di lasciarsi coinvolgere, attento, affinché neppure una stilla vada perduta;<br />
immergersi totalmente in quest'onda meravigliosa e distillare, per il vostro spirito arido e assetato, ogni mia parola che<br />
racchiude verità profondissime affinché poco alla volta come sottile pioggia benefica sciolga le zolle più dure.<br />
Ed anche a te, mamma, quante cose vorrei farti capire!<br />
Sei stata chiamata da Gesù ad un compito molto grande: dovresti lasciare man mano che i giorni scorrono e la tua vita<br />
terrena si appresta alla fine una scia di luce, perché gli altri possano seguirla; non è tua la luce, lo sai bene, tu porti solo<br />
una fiaccola che Gesù ha messo nelle tue mani perché sia di guida a te e agli altri, ma fa che non si spenga, proteggila<br />
con tutto il tuo spirito, con tutto il tuo corpo sempre proteso a questo scopo; non stancarti di procedere sempre avanti,<br />
non lasciarti prendere da timori o dal desiderio di una pausa perché non ti è consentito.<br />
Tu non te ne accorgi, ma ci sono dietro a te i miei fratelli che ti seguono anche se a volte a rilento, c'è papà che è stanco<br />
e vuole una mano e ci sono poi gli altri.<br />
Sì lo so, mamma; la tua miseria ti fa ombra, vorresti conoscere dove hai sbagliato, il perché di tanti avvenimenti che hanno<br />
turbato la tua vita, ma credi che sia proprio necessario?<br />
Cosa otterresti? <strong>Il</strong> passato non esiste più, il ricordo a volte intralcia il cammino che ancora ti resta da percorrere; vai fiduciosa<br />
verso l'amore, vivi l'amore, dona l'amore, mamma, è solo quello il passaporto idoneo per passare indenni il confine.<br />
Adesso vai a riposarti ancora un pò.<br />
Questa sera ritornando dalla Chiesa ero piena di tristezza; don Eugenio avrebbe dovuto telefonarmi per conoscere il messaggio<br />
di <strong>Nicola</strong>, ma non l'ha fatto e il pensiero di dovergli dare un dispiacere mi causava dolore.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, stai serena, tu non c'entri; se io vi richiamo è perché vi voglio bene, lasciami fare il <strong>mio</strong> mestiere,<br />
mamma».<br />
18 febbraio 1989 - Ore 4.35<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami bene: allontana dal tuo cuore, dal tuo pensiero qualsiasi ostacolo che possa intralciare quanto<br />
ti vado dicendo perché anche per te e soprattutto per te il dono che il Signore vi dà attraverso la mia parola è cosa preziosissima<br />
che non può essere trattata come cosa banale, come cosa che stimoli solo la vostra curiosità.<br />
Ti parlavo di una missione particolare che Gesù ti ha affidato, quella di voce; tu devi ascoltare, raccogliere con religioso<br />
stupore e trasmettere fedelmente agli altri, ai tanti, ai tantissimi che aspettano da tempo.<br />
Per questa missione Gesù ti ha preparata da sempre, si è servito anche degli avvenimenti che a te potevano sembrare i<br />
più banali come di quelli più importanti quali malattie, sofferenze, dolori; si è servito persino della mia morte, perché attraverso<br />
il tuo dolore di madre, tu potessi finalmente comprendere la Sua angoscia, la Sua infinita sofferenza per queste<br />
Sue creature che con tanta allegra noncuranza si avviano alla perdizione eterna.<br />
Tutti i miracoli che Gesù ha operato per te, tutti i suoi aiuti, tutte le sue non comuni attenzioni avevano un solo nome, accrescere<br />
la tua fede perché tu potessi diventare: colonna, antenna trasmittente che prima raccoglie, ma solo per poi dare.<br />
Ma come a don Eugenio così dico a te, mamma, mammuzza mia, non disperdere niente, neppure una nota, perché sei<br />
solo uno strumento che deve trasmettere armonie sublimi, ma attraverso il coinvolgimento di tutta te stessa: cuore, spirito,<br />
intelligenza e così pure il tuo fisico deve fare la sua parte.<br />
Non ti è lecita nessuna distrazione, devi isolarti e indirizzare il tuo spirito e le tue facoltà tutte per arrivare allo scopo che<br />
Gesù vuole raggiungere attraverso te, e nel frattempo guarda con infinito amore chi sollecita una tua parola o chi come i<br />
nostri di famiglia non chiedono, ma in realtà aspettano. Non disperdere tutto questo, mamma, come faccio per farti capire<br />
che è indispensabile, che è vitale per voi tutti? La tua vita si appresta alla fine, ogni giorno che passa è la fine, non vuoi<br />
raccogliere tutte le tue forze per lo slancio finale?<br />
Lì c'è Gesù che ti aspetta, c'è il Padre, c'è Maria SS.ma la Madre e il tuo <strong>Nicola</strong>, per farti sentire quanto ti ha amato, per<br />
annullare in un abbraccio eterno le tue e le sue lacrime di oggi».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: vorrei chiarirti dei punti che purtroppo sfuggono quasi sempre alla vostra riflessione. Non<br />
senti parlare d'altro che della necessità di andare in aiuto del vostro prossimo, di amare il vostro prossimo. Tutto santo e<br />
perfetto, ma vi siete mai chiesti perché Dio metta a questo, come termine di paragone, l'amore che dovete a voi stessi?<br />
1° Comando: amerai il Signore Dio tuo con tutte le tue forze e il prossimo come te stesso.<br />
Ma siete certi di questo amore che dovete a voi stessi?<br />
Siete certi di dare il dovuto prima alla vostra anima e poi al vostro corpo dato che sono entrambi le componenti che formano<br />
l'uomo?<br />
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Mamma, ti aiuterò a riflettere: se ben noti, non senti parlare d'altro che di tristezza, di angoscia, di noia, d'incomunicabilità,<br />
mentre il desiderio di serenità, di pace, di speranza, di gioia si fa sempre più pressante e l'uno soffoca l'altro portando<br />
spesso ad un conflitto interiore che può arrivare alla pazzia.<br />
Quando il cane di Maria, Zippo, guaisce, capite subito che ha bisogno di qualcosa, vuole uscire, ha bisogno di sentirsi libero;<br />
siete attenti ai bisogni del cane, ma non vi date pensiero se anche la vostra anima ha bisogno di libertà, ha bisogno<br />
di spaziare in sfere che le sono connaturate, ha bisogno di Dio.<br />
La tenete prigioniera, stretta in angusti spazi, schiava di mille condizionamenti impostile dai vostri ragionamenti sbagliati,<br />
imbavagliata perché non gridi troppo forte disturbando i vostri placidi sonni o quelli dei vicini, così passano gli anni.<br />
A volte un avvenimento luttuoso o qualcosa di eccezionale vi scuote, ma poi l'apatia prende il sopravvento e tornate come<br />
prima. E al vostro corpo cosa date?<br />
Cibo sano e sostanzioso in tutti i sensi o lo abbrutite con l'appagamento di tutti i vizi, senza sapergli negare niente, fino a<br />
quando anch'esso un relitto si appresta a consumare i suoi ultimi giorni col terrore in gola perché sente che tutto era sbagliato<br />
e che non c'è più tempo per rimediare?<br />
Sì ogni tanto gli date delle sferzate, le famose cure dimagranti che sono proprio il colpo di grazia. Riflettete, mamma, e<br />
fate buon uso dei miei lumi perché il tempo corre troppo velocemente».<br />
19 febbraio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, il <strong>mio</strong> dolore è forte quando vedo come un avvenimento di un'intensità emotiva così grande<br />
anche a livello umano che dovrebbe scuotere fin nel profondo le vostre coscienze, quale è il <strong>mio</strong> parlare e comunicare con<br />
te, il rivelarvi verità che trascendono ogni vostra conoscenza, il fare sentire a te ed a tante altre anime la mia presenza in<br />
maniera concreta quasi palpabile con la conferma che poi ne avete nel susseguirsi degli avvenimenti vi lasci così indifferenti,<br />
apatici, incapaci di guardare finalmente dentro voi stessi e di trarre delle conclusioni.<br />
Papà, quando non dice un no secco all'ascolto, tende solo l'orecchio a cogliere i vari errori di ordine letterario, tutto il resto<br />
scivola nel suo animo senza lasciare traccia; Maria li vive di riflesso, si interessa a quello che dicono gli altri, ne prova<br />
gioia sì, ma tutto finisce lì, non li legge neppure e così i miei lumi, preziosi doni che il Buon Dio vi dà vengono dispersi e<br />
gli altri?».<br />
Potrei fare la diagnosi precisa di ciascuna anima in particolare e di tutte in generale.<br />
C'è chi saldato, anzi cementato a cognizioni errate, li rifiuta per non venir meno ai suoi principi; c'è chi accoglie solo le<br />
parti che gli convengono e rifiuta quelle che gli impongono un cambiamento di rotta: c'è chi le usa a scopo utilitario, poi ci<br />
sono le anime che sanno accogliere per cui ogni mia parola diventa luce, nutrimento, cibo: beate loro! E tu, mamma?<br />
Molto tempo fa Gesù ti fece sentire il suo lamento riferendosi ai vari scritti che ti aveva dettati; «se tu ti fossi immersa<br />
nella profondità di luce delle mie «perle» a quest'ora avresti raggiunto la perfezione». Non ti pare che questo lamento sia<br />
ancora attuale?<br />
Solo che adesso si è aggiunto il <strong>mio</strong> lamento, quello del tuo <strong>Nicola</strong> che per te ha donato la vita nello stesso modo come<br />
per te la ha data Gesù.<br />
Mamma, ascoltami: tu ti preoccupi di scrivere quanto io ti dico, a volte ti crucci di non ricordare le precise parole e di darle<br />
ad altri, ma non lasciare che esse passino dal tuo animo senza lasciare nessun frutto. L'altra volta ti ho detto che il<br />
Purgatorio è luogo di grazia, ma non di gioia oh, come vorrei evitarti questo tormento incontrarti presto qui dove sono io<br />
o almeno limitare al minimo la durata della purificazione!<br />
Mamma, è questo il nostro dolore e la nostra impotenza al riguardo dovuta solo a voi ci rattrista enormemente”.<br />
21 febbraio 1989<br />
Pina: «Gesù, prima quando mi svegliavo la notte, mi era facile comunicare con Te, adesso mi riesce così difficile, è forse<br />
<strong>Nicola</strong> l'ostacolo?<br />
Gesù: «No, Pina mia, <strong>Nicola</strong> con la sua immolazione ti ha saldata alla Mia immolazione, con la sua carne alla Mia carne, e<br />
Maria SS.ma la Madre vede in te il suo <strong>Nicola</strong> e il di lui amore non solo per te e la sua famiglia, ma anche per coloro che<br />
lo invocano vi fa ancor più l'oggetto del Nostro Amore». «Oh, Nicolù, perdonami, mi sento proprio smarrita».<br />
«Mamma, sii serena, è il demonio che cerca sempre di dividere; voleva strapparti a Gesù servendosi di me e strapparti a<br />
me contrapponendomi a Gesù».<br />
22 febbraio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mi chiedi cosa rispondere a quella signora di Caserta il cui marito preso da un'insana passione per una<br />
donna lascia la moglie e i suoi cinque figli nell'indigenza, trasformando la sua casa in un vero inferno.<br />
Vedi, mamma, quando Satana attraverso i sensi, il denaro, la droga, l'alcool e tanti altri vizi riesce a prendere possesso di<br />
una persona ed a penetrare in una famiglia, nella sua eterna voluttà di male non si limita solo a distruggere quell'anima,<br />
ma attraverso le reazioni tutte negative che esso stesso suscita, cerca di conquistare e sottomettere al suo dominio anche<br />
gli altri componenti di essa, moglie, figli ecc. e il fuoco si allarga e spegnerlo diventa sempre più difficile. Mi chiedi aiuto,<br />
certo tutto il Cielo è con questa donna tradita, martoriata, umiliata nei suoi diritti e sentimenti di moglie e di madre, ma<br />
prima di tutto è lei che deve impedire a Satana di prendere possesso del suo cuore e di quello dei suoi figli col rancore e<br />
forse con l'odio verso il marito, altrimenti la nostra opera riesce vana e Teresa Musco a cui lei con tanta fede si rivolge è<br />
impotente come me.<br />
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Vedi, mamma, le anime che soggiacciono alle lusinghe di Satana sono anime malate che non ragionano più con la loro<br />
testa e che senza che loro stesse se ne accorgano implorano il vostro aiuto; come aiutarle? Prima di tutto col vostro amore<br />
paziente, con la vostra preghiera e poi ricorrendo ai sacerdoti a cui Gesù stesso ha dato questo potere specifico: «vai,<br />
scaccia i demoni, io sarò con te fino alla fine dei secoli».<br />
Questa sola è la strada, l'unica, e se quella signora l'imboccherà senza stancarsi, con la preghiera, con l'umiltà, togliendo<br />
dal suo cuore qualsiasi recriminazione e usando tutti i mezzi spirituali che la Chiesa mette a sua disposizione, io <strong>Nicola</strong>,<br />
Teresa e tutto il Cielo le promettiamo la vittoria perché mamma ti ho sempre ripetuto che senza di noi nulla potete, ma<br />
che le battaglie dovete essere voi a combatterle».<br />
Anna stamani è ricoverata d'urgenza all'ospedale Fatebenefratelli per una emorragia mestruale che si protrae da parecchi<br />
giorni.<br />
Assegnata in un primo tempo al reparto di ginecologia per mancanza di letti viene spostata al reparto ostetricia dove resta<br />
fino al venerdì praticamente senza cure specifiche.<br />
La notte del giovedì <strong>Nicola</strong> a cui mi ero rivolta con pressante supplica, mi sveglia una prima volta alle tre e venti e mi dice:<br />
«Mamma, Anna deve essere operata subito, perché altrimenti non ce la fa; sveglia Filippo, digli di non andare in ufficio<br />
e di trovarsi alle otto in ospedale; digli di farsi sentire, di urlare e se necessario di minacciare, ma deve essere operata<br />
subito».<br />
Mi addormento angosciata e aspetto un'ora più possibile per non spaventare Filippo, ma alle cinque sento ancora <strong>Nicola</strong><br />
che mi sveglia: «Mamma, aiutami!».<br />
Capisco che la situazione è drammatica e all'invocazione di aiuto di <strong>Nicola</strong> mi offro vittima per Anna. Piangendo sveglio<br />
<strong>mio</strong> marito, Maria e chiamo Filippo il quale pensa che io esageri, ma mi dice che alle nove sarà in ospedale.<br />
Allora prego Maria la quale alle sei e trenta parte da casa, trova Anna sfinita che le conferma come alle cinque abbia sentito<br />
il cuore saltarle in gola e abbia creduto di non potercela fare. Ha allora invocato <strong>Nicola</strong> con tutta la forza che le restava<br />
e si è sentita invadere da una serena tranquillità. Non le ho fatto mancare l'acqua della grotta della Madonna di Ulzio e<br />
lei stessa confessa che la sera del venerdì nel mettere sulla parte un panno imbevuto dell'acqua santa, ha sentito diffondersi<br />
per tutto il corpo una sensazione piacevolissima che l'avvolgeva tutta, ma che non è possibile esprimere a parole.<br />
Gli avvenimenti si susseguono poi senza difficoltà, Anna è stata operata e tutto si è risolto nel migliore dei modi come<br />
previsto da <strong>Nicola</strong>, nonostante il timore dei medici che pensavano a qualcosa di brutto.<br />
25 febbraio 1989<br />
Momenti di turbamento in cui non riesco né a pregare né a comunicare con <strong>Nicola</strong>; poco alla volta sento che Gesù mi è<br />
vicino, tornano alla mia mente tutti gli avvenimenti della mia vita passata, il suo aiuto costante, le sue grazie, i miracoli di<br />
cui mi ha fatto dono, le sue Parole d'amore. È il <strong>mio</strong> Gesù di sempre che vorrei ora disconoscere perché il dolore per Anna<br />
che sta male mi attanaglia?<br />
E <strong>Nicola</strong> torna anche lui ad illuminarmi e consolarmi.<br />
«Mamma, le esortazioni che da qualche giorno ti venivo ripetendo avevano questo solo scopo, far sì che la tua fede non<br />
vacillasse, perché tutto Gesù ti ha concesso e continua a darti affinché la fiaccola che ha messo tra le tue mani potesse<br />
illuminarti ed illuminare.<br />
Non lasciare che il turbamento penetri nel tuo cuore, tu sai bene che anch'io ero guarito e che Gesù non mi ha tolto a te,<br />
ma mi ha donato a te ed a ciascuno dei componenti della mia famiglia, non solo, ma a tante, tantissime anime che a me<br />
ricorrono per essere aiutate.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> è stato il miracolo dei miracoli, il dono più grande.<br />
Quante difficoltà faccio per penetrare nel tuo cuore, mammuzza, e come tutto sarebbe più facile se potessi parlare a te<br />
con la stessa semplicità di prima!<br />
Ti direi che Anna sarà aiutata, sostenuta, salvata, che tutto si svolgerà come noi desideriamo che avvenga e che il bene<br />
che ne deriverà sarà grande, perché nessuna sofferenza se offerta resta senza frutto.<br />
Ti direi che tutto ciò che chiedi spinta dall'amore trova accoglimento nel cuore di Dio che attraverso il <strong>mio</strong> amore per te si<br />
dona alla tua fede.<br />
Ama, credi, spera, mamma perché Gesù è con te!».<br />
26 febbraio 1989<br />
Per Lucia. <strong>Nicola</strong>: «Ascoltami, Lucia, Resi di ritorno da Modena, influenzata dalla lettura delle lettere di tuo marito che tu<br />
le avevi dato da leggere, dice a mamma che in fondo tuo marito non doveva essere così cattivo e che si poteva sperare in<br />
un ritorno, ma che in ogni modo era meglio lasciare aperto uno spiraglio. Ripeto ora a te quello che dissi allora a mamma.<br />
Vedi, Lucia, non esiste vincolo matrimoniale se non ha come base l'amore reciproco.<br />
Spesso però nella vita degli sposi a causa di incomprensioni, di caratteri difficili e di tante altre cause che tu puoi ben capire,<br />
all'amore subentra prima la delusione, poi il rancore e infine l'odio. L'odio che è l'antitesi dell'amore, che è la rottura<br />
totale.<br />
Generalmente solo uno dei coniugi arriva all'odio, mentre l'altro forse ancora ama e così il primo si trasforma in aguzzino,<br />
mentre l'altro la vittima, che poco alla volta, spinta dal dolore e dalla disperazione, diventa sempre più incapace a reagire,<br />
larva di se stessa, attratta quasi da questa forza del male che vuole distruggerla e che erroneamente crede sia amore.<br />
In questi casi non esiste più aiuto dal Cielo, perché l'odio è contro Dio che è amore. Vedi, Lucia, a me è stata affidata da<br />
Dio Padre la missione di unire le coppie e non di dividere.<br />
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Ti pare che se ci fosse stata una sola probabilità di salvare un matrimonio e con esso una famiglia, ridare ai figli l'affetto<br />
di un padre non l'avrei fatto?<br />
Pensi che ti avrei spinta ad un atto così grave, una denuncia per maltrattamenti ai minori, dando a lui la possibilità di un<br />
ricatto continuo, trasformando ancora più la tua vita in un inferno?<br />
Tu mi hai continuamente invocato ed io ti sono stato vero <strong>amico</strong>, ti ho illuminata nei momenti difficili, ti ho spinta a reagire,<br />
appena in tempo ti ho fatto sfuggire al cappio che ti avrebbe strozzata; ora l'umiliazione subita ti sferza a reagire, il<br />
tuo orgoglio ferito vorrebbe prendere il sopravvento, ti fa credere che sia il tuo un richiamo d'amore, ma non lo è, Lucia,<br />
anche il tuo amore è morto, non una volta, ma tutte le volte che egli ti picchiava o che alzava le mani contro i tuoi figli;<br />
fa' che tu non te ne accorga troppo tardi!<br />
Se credi in me segui i miei consigli e sarai fuori dall'angoscia, pensa ai bambini che devi salvare a qualunque costo, e<br />
chiudi la porta sul passato, perché solo il futuro conta, che deve ancora essere realizzato e di cui tu sei responsabile con<br />
le tue decisioni; abbi tanta fede, Lucia, affidati a Maria, buttati tra le sue braccia, io non ti abbandonerò, ma devi credere<br />
anche ai miei lumi».<br />
27 febbraio 1989 – Ore 6<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ogni richiamo, ogni lume che ti viene dal Cielo sono grazie che io ti ottengo col <strong>mio</strong> incessante implorare<br />
presso il trono di Dio.<br />
Ogni sofferenza che vi viene richiesta è un momento particolare perché qualcosa cambi, non lasciatevene sfuggire l'occasione<br />
affinché nell'offerta essa si trasformi in nuove energie per raggiungere il Bene, dillo ad Anna. Non disperate mai,<br />
io vi sono vicino, io veglio su di voi.<br />
Maria Pia, io ho reso testimonianza al Cristo con la mia vita, con il <strong>mio</strong> sangue, non vuoi tu rendere testimonianza alle mie<br />
parole con coraggio e senza timori, fiduciosa solo nella mia protezione e nel <strong>mio</strong> aiuto?<br />
<strong>Il</strong> tuo Direttore Spirituale ti spinge alla prudenza, sarà questa prudenza che ti terrà al riparo dagli attacchi continui di Satana<br />
che tu hai ben sperimentato, o il nostro aiuto e la nostra protezione?<br />
E Maria SS.ma che ti ha sempre tolta dai guai, non merita la tua fiducia?<br />
Sì, i sacerdoti di oggi sono dei pavidi, quando non mancano addirittura di fede, è questo continuo il lamento di Gesù».<br />
28 febbraio 1989 – Ore 5<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, sei perplessa se mettere sul <strong>mio</strong> libro il nome vero delle persone o uno pseudonimo. Se tu<br />
metti il nome vero è come guardarvi allo specchio, prendereste coscienza di quello che realmente siete e ciò vi aiuterebbe<br />
a migliorare, mentre il camuffare la verità vi lascerebbe come prima.<br />
Mamma, ogni tanto quando in Chiesa un sacerdote parla di una figliolanza adottiva nei confronti di Dio Padre, tu resti<br />
perplessa perché la verità che io più volte ti ho rivelata circa la differenza tra figlio adottivo e figlio vero, non ha preso<br />
possesso del tuo intimo e della tua intelligenza.<br />
Ti ho spiegato che il figlio vero eredita dal padre non solo dei connotati fisici, ma anche quelli inerenti alla sfera della psiche,<br />
dello spirito al punto tale da rendere evidente anche agli estranei questa somiglianza; mentre, quando ciò non si verifica<br />
perché qualcosa ha turbato questa legge di natura, tu definisci il figlio un degenerato.<br />
<strong>Il</strong> figlio adottivo non somiglia al padre che lo ha adottato, egli è legato ad esso solo dall'amore, finito il quale non resta<br />
più nulla.<br />
Tutto ciò ti porta alla conclusione che noi siamo figli veri di Dio nella misura della nostra somiglianza al Padre che ci ha<br />
generati.<br />
C'è un percorso da compiere affinché il figlio adottivo legato al Padre solo dall'amore di Gesù che, attraverso la sua immolazione<br />
lo libera dai lacci che lo tenevano legato allo spirito del male, lo porti alla piena somiglianza del Padre da cui trae<br />
origine e diventi vero figlio.<br />
È un cammino di fede, è un cammino d'amore».<br />
1 marzo 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, quando tu invochi il Padre con amore, Egli ti rivela il suo amore e così Gesù e così Maria la Madre; lo<br />
Spirito non è ancora presente alle tue facoltà, ma Egli opera continuamente in te illuminandoti su verità che da sola non<br />
potresti recepire, anzi, te la comunica nei momenti in cui il tuo spirito è completamente lontano da quelle sia pur umane<br />
considerazioni o meglio riflessioni. Questa notte un nuovo orizzonte si è aperto alla tua intelligenza: il creato tutto la cui<br />
legge è l'amore.<br />
Poco o nulla conoscete delle meraviglie del cosmo, e se gli scienziati spinti dalla bramosia del sapere cercano di scoprire i<br />
misteri che esso racchiude, lo fanno per settore, secondo la loro sfera di conoscenza, ma non si sforzano di coordinare i<br />
loro sforzi affinché dalle loro indagini possa affiorare, sia pure in maniera imperfetta e limitatissima, questo meraviglioso e<br />
insondabile capolavoro di Dio che è l'universo visibile.<br />
Dio è amore, mamma, e non vi è particella che compone il creato che non ubbidisca a questa legge. L'amore regge ogni<br />
cosa, tiene uniti i vari elementi, serpeggia nelle molecole che a voi sembrano inanimate ma tali non sono, penetra nelle<br />
fibre più intime del mondo vegetale e ne accende la vita ed esse ne godono, e germogliano spinte da questo amore, per<br />
passare al mondo animale dove ancora più visibile è la potenza di questo amore creativo.<br />
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Mamma, ricordi come il mondo degli animali suscitava in me un'attrazione particolare e una meraviglia stupita che arrivava<br />
fino alla commozione intima di tutto il <strong>mio</strong> essere?<br />
Erano allora i primi approcci alla fonte del Vero.<br />
Ma allora ero ancora lontano dalla percezione della verità, e tutto rimettevo alla natura anche se Dio stava dietro a questa<br />
definizione che sentivo limitativa e non soddisfacente.<br />
Comprendi cosa sia adesso per me la conoscenza della verità tutta intera che fa capo a Dio Padre, essenza stessa di questo<br />
amore che Egli imprime e riversa in ogni atto suo creativo e come in contrapposizione ad esso c'è l'atto ribelle della<br />
creatura prediletta, l'uomo, che ne è il vero beneficiario?<br />
Comprendete di quale misfatto vi rendete responsabili quando violentate la natura?<br />
Quando servendovi delle stesse facoltà che Dio vi dona: intelligenza, pensiero, volontà ecc., le usate in contrapposizione<br />
alla stessa volontà del Padre che tutto ciò ha creato per il vostro bene, per il vostro diletto, per farvi felici?<br />
Oh, insani i vostri propositi e terribilmente pericolosi perché infrangete un ordine; spezzate un ingranaggio perfetto che<br />
può distruggervi.<br />
Non ode di ringraziamento e di lode esce dai vostri cuori induriti, ma pensieri tenebrosi; alzate la vostra mano contro il<br />
Cielo in atto d'accusa, mentre tutto il Cielo piange impotente nel vedere la vostra autodistruzione.<br />
Ascoltami ancora, mamma, spesso dal desiderio di conoscenza nasce dal cuore di certe persone l'interrogativo se anche<br />
gli animali sopravvivano alla morte naturale. Spero di riuscire ad illuminarti in proposito. Tutto ciò che Dio crea ha il sigillo<br />
del Suo non limite.<br />
Un filosofo greco dell'antichità ha lasciato una frase che ancora oggi si tramanda: «Nulla si crea e nulla si distrugge», cioè<br />
tutto si trasforma, così nel regno della materia, così nel regno vegetale e così nel regno animale.<br />
Ti parlerò del regno animale perché più vicino ad essere da te recepito e precisamente del cane di Maria, Zippo, che, attraverso<br />
l'amore che voi sentite per esso, vi spinge a scoprire ogni giorno delle verità sul suo carattere, sui suoi bisogni<br />
d'amore, sulla sua sensibilità, sulla sua intelligenza, sul discernimento del bene e del male.<br />
Tutto è in uno stato embrionale limitatissimo, ma come meravigliosamente perfetto e come riflette l'amore e le perfezioni<br />
del Creatore.<br />
Puoi pensare che quest'opera di Dio vada completamente distrutta dalla morte?<br />
No, mamma, essa sopravvive in una maniera che a voi non è dato di comprendere, ma sopravvive per rendere onore e<br />
gloria al Suo Creatore».<br />
2 marzo 1989<br />
Pregavo <strong>Nicola</strong> di aiutare i miei figli e di ciascuno ne elencavo i bisogni.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, Antonella è la mia spina al cuore, lei è la parte di me che è rimasta su questa terra e non in senso figurativo;<br />
vorrei vederla felice, ma non vuole seguire i miei suggerimenti e i miei lumi, è come se avesse scelto di contrapporsi<br />
a me e non pensa che sono l'unico che non può ingannarla.<br />
Mamma, Filippo accumula tesori non sconfitte». (Egli era amareggiato, perché avevano promosso altri e non lui che ne<br />
aveva più diritto. «<strong>Nicola</strong>, Maria Pia ti chiede lumi per Maria Luisa».<br />
«Mamma, queste sono vere e proprie possessioni dello spirito che per, guarire, a volte hanno bisogno di anni con continui<br />
esorcismi programmati dal sacerdote esorcista che la tiene in cura, aiutato da preghiere e Sante Messe.<br />
Gli esorcismi debbono essere ben dosati nel tempo; né troppo distanziati perché si annullerebbe l'azione liberatoria del<br />
precedente dando a Satana la possibilità di riprendere il possesso dell'anima; né troppo vicini perché, a causa della lotta<br />
che si scatena, metterebbero il soggetto in grave pericolo.<br />
Suggerisci a Maria Pia di far invocare il <strong>mio</strong> nome a Maria Luisa e io andrò in suo aiuto».<br />
3 marzo 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, la presenza di Eugenio nelle vostre riunioni è preziosa, non solo perché come Sacerdote dà il<br />
crisma della Chiesa e vi protegge dagli attacchi del nemico, ma soprattutto perché la sua testimonianza è una testimonianza<br />
personale di un avvenimento che anche lui ha vissuto avendomi conosciuto sia nella fase iniziale quando ancora<br />
ero lontano dal vero, sia durante la mia lunga malattia in cui, al suo spirito conoscitore di anime, non poteva passare inosservata<br />
la mia radicale sia pur laboriosa ed anche dolorosa trasformazione.<br />
Vedi come ogni cosa si ricollega ad un disegno di Dio che investe coi suoi benefici frutti non solo lui, voi, ma anche tante<br />
altre anime che fanno capo a Eugenio?<br />
Siatene degni, mamma, e ringraziatene sempre Dio».<br />
<strong>Nicola</strong> poi mi consiglia di iniziare le riunioni dei Tabernacoli Viventi con una preghiera comunitaria esorcizzante, in modo<br />
da costringere il nemico a rivelarsi e ad uscire allo scoperto.<br />
3 marzo 1989 - Ore 4.30<br />
Per Cinzia. <strong>Nicola</strong>: «Cinzia, mi sei particolarmente cara; continua a parlarmi così con confidenza ed amore e mi sentirai<br />
sempre più vicino.<br />
Adesso ascoltami: non pensare più al passato, cancellane il ricordo spiacevole, ma trattieni nel tuo animo la certezza che<br />
Gesù ti ha tanto amata.<br />
90
Ora un nuovo capitolo si apre davanti a te, sii serena, fiduciosa, gioiosa; puoi scrivere nelle pagine della tua vita gli episodi<br />
più bellî».<br />
Cara Patrizia, non mi conosci, permettimi di presentarmi sono la mamma di <strong>Nicola</strong>. Ma chi è <strong>Nicola</strong>, ti chiederai?<br />
Lo saprai leggendo questo <strong>mio</strong> libro scritto, col cuore in mano che ti rivela il dolore atroce di una madre.<br />
Ti sarà di grande aiuto, ti consolerà perché ti confermerà che nel matrimonio l'unica cosa indispensabile è l'amore, e se<br />
tu, tuo marito e i bambini avete raggiunto l'unità d'amore tutto il Cielo è con voi. Tu sei cristiana, sei battezzata: è un<br />
grande dono che il Signore ti ha fatto; questo lo comprendi benissimo e sai pure che noi mamme non sappiamo tenere<br />
niente per noi e che il nostro cuore si acquieta solo se i doni possiamo darli anche alle nostre creature e alle persone che<br />
amiamo.<br />
Affido la tua famiglia, bella e santa a <strong>Nicola</strong> perché anche per voi sia un vero <strong>amico</strong>.<br />
4 marzo 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, bellissimo è l'atto d'amore di Teresa che con l'affiliazione rende possibile la sopravvivenza di quelle due<br />
creaturine indiane che si sono affacciate alla vita in un mondo così ostile; doppiamente meritorio perché avendo in parte<br />
utilizzato il denaro ricavato dalla vendita della casa di Rocca, che lei considera come un dono di papà e tale è in realtà, ne<br />
attribuisce a lui il merito, mentre è lei che si è privata di qualcosa che ormai era di sua proprietà».<br />
7 marzo 189 ore 5.30<br />
Mi ero svegliata con un senso di apprensione per Anna che non sta bene ed incontravo difficoltà ad opporre a questo senso<br />
di disagio una fede forte e genuina.<br />
Ho fatto ricorso a Dio Padre, l'ho invocato con tutto il cuore, mi sono rivolta alla Madre SS.ma, ho cercato il <strong>mio</strong> Gesù, l'ho<br />
supplicato perché sostenesse la mia fede.<br />
Gesù: «Una volta ti dissi che se tu avessi potuto vedere la gloria e la potenza d'intercessione che avevo riservato a <strong>Nicola</strong><br />
in ginocchio mi avresti ringraziato piangendo.<br />
Ti dissi che i santi sono perle rare che lo ogni tanto dono alla mia Chiesa perché siano di guida e di luce a voi ancora pellegrini<br />
su questa terra, ma a <strong>Nicola</strong> ho dato un potere particolare, quello di comunicare con te affinché nessun dubbio potesse<br />
intralciare o sminuire la tua fede, ma a questa fede in lui devi credere, senza tentennamenti perché egli è la mia verità.<br />
Ogni sua parola è la mia parola, ogni suo atto d'amore parte dal <strong>mio</strong> cuore e vi investe filtrato dalla sua umanità, impreziosito<br />
dall'esperienza della sua sofferenza che lo rende caro ai miei occhi, e cari diventate anche voi che siete immersi<br />
ancora nel peccato e continuate ad offendermi.<br />
Comprendi Pina mia? Lasciati trascinare dall'amore <strong>mio</strong>, lasciati condurre dall'amore del <strong>mio</strong> e tuo <strong>Nicola</strong>, perché egli non<br />
può fallire; sii serena e dona a piene mani ai tuoi fratelli quello che a piene mani lo dono a te».<br />
15 marzo 1989<br />
Per don Eugenio: Eugenio, nell'avvicinare quell'anima devi essere molto delicato perché avendo avuto delle esperienze<br />
negative potresti farle del male.<br />
Tu devi ricostruire in lei l'immagine del padre che, per le note vicissitudini, nel suo animo è dolorosamente assente. Deve<br />
sentirti padre atto a proteggerla e consolarla».<br />
17 marzo 1989 - Ore 3.27<br />
Riandavo col pensiero ai commenti non certo benevoli che una persona ieri sera aveva fatto nei riguardi di d. A. e che io<br />
in parte condividevo.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu devi soltanto amare.<br />
Se una madre ha un figlio malato che delira a causa della febbre alta, cosa fa?<br />
Non si allontana dal suo capezzale e lo cura con infinito amore, mentre non cessa, ancora con più insistenza, di invocare<br />
Dio perché lo guarisca».<br />
20 marzo 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: noi spiriti beati perché immersi nella luce infinita di Dio emaniamo luce, luce che investe anche<br />
voi nella misura della vostra vicinanza al nostro spirito.<br />
La luce che noi emaniamo rende letteralmente impossibile agli spiriti immondi di accostarsi, non solo a noi, ma anche a<br />
voi che la ricevete di riflesso.<br />
Mi spiegherò meglio con un esempio.<br />
Tu sai che gli esploratori che si avventurano in zone popolate da bestie feroci, mentre di giorno possono difendersi ed anche<br />
attaccare servendosi dei loro perfezionati e potenti fucili, di notte tengono lontani questi felini accendendo grandi fuochi,<br />
e così possono riposare in pace protetti da questa luce che incute loro un vero terrore.<br />
91
Così è nel campo del soprannaturale; noi agli spiriti delle tenebre incutiamo con la nostra folgorante luce un terrore che<br />
impedisce loro qualsiasi movimento. Ma ci sono anime che sono refrattarie alla luce, così come certi corpi sono repellenti<br />
a quel determinato agente.<br />
Sono anime pericolose che possono arrecare danno, tanto danno, anzi vogliono il male e per raggiungerlo ogni mezzo è<br />
buono. Tale è M..<br />
«Nicò, allora queste anime andranno perdute?».<br />
«Mamma, il pericolo che corrono è gravissimo, ci vorrebbe sempre un'anima che si offrisse vittima per quella determinata<br />
persona, ma il percorso è lungo; a volte riescono a salvarsi solo nei momenti ultimi della loro vita, ma il male che hanno<br />
seminato nel corso della loro esistenza è grande e le conseguenze sono anch'esse grandi. Tu nei sai qualcosa.<br />
La cosa migliore è allontanarle, lo stoicismo con certi spiriti è fuori luogo».<br />
«Mi dici questo anche riguardo alle ragazze che Cinzia ospita, Nicò?<br />
«Sì, mamma, vedi ci sono casi in cui la coabitazione è forzata perché sono persone della tua stessa famiglia che non puoi<br />
allontanare a tuo piacimento, ma quando nessun dovere ti impone quella presenza, è meglio recidere con forza.<br />
Ti dicevo che le anime non sono da buttar via, per farti capire che ogni anima è preziosa agli occhi di Dio e che il tuo amore,<br />
il tuo aiuto, la tua preghiera non devono venir meno in te che ami Gesù, ma ti dicevo pure che il primo sentimento<br />
di amore va alla tua anima.<br />
Mamma, riguardo a te che mi chiedi con insistenza come comportarti perché tu possa con profitto utilizzare i miei lumi, ti<br />
dico che devi fare come l'atleta che deve esibirsi nel salto in alto; egli deve superare il suo precedente record e si allena<br />
con costanza, giorno dopo giorno, ogni fatica non lo scoraggia tale è la tensione che gli prende spirito e corpo, senza un<br />
attimo di sosta, fino al giorno della prova finale.<br />
Così devi fare tu, mamma, esercitarti nelle piccole cose, cerca la perfezione nei tuoi piccoli atti d'amore, nelle tue preghiere,<br />
nei tuoi rapporti prima con quelli di famiglia e poi con gli altri, sempre con lo spirito teso al raggiungimento del fine<br />
ultimo, e poi tanta serenità, tanta pace. Io ti sono vicino.<br />
Cosa dirti per Antonella? Che mi stia vicino, la investirò con la mia luce».<br />
22 marzo 1989<br />
Questa mattina alla Comunione: «Gesù fammi comprendere appieno il grande dono che mi hai fatto di <strong>Nicola</strong>, affinché dal<br />
<strong>mio</strong> cuore spontaneo e ininterrotto salga a Te il <strong>mio</strong> inno di ringraziamento».<br />
Gesù: «<strong>Nicola</strong> non era un mediocre, ma un atleta ed ha voluto arrivare fino in fondo, ecco perché alla sua morte in Cielo<br />
si è accesa una stella».<br />
23 marzo 1989<br />
«<strong>Nicola</strong>, cosa debbo dire a don Eugenio, che chiede il tuo aiuto per la sua vista ancora compromessa?».<br />
«Mamma, digli che curi la sua anima, e noi cureremo il suo corpo; lui può molto sulla sua anima mentre niente o quasi<br />
niente sul suo corpo, e tu lo sai che l'uno condiziona l'altro.<br />
È la santità che deve sforzarsi di raggiungere, lo aiuterò anche in questo, ma lui deve mettercela tutta».<br />
24 marzo 1989 – Ore 3<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, sono grato ad Andrea che nutre ancora oggi un sentimento di amicizia così vivo nei miei riguardi, digli<br />
che lo proteggerò sempre e nelle difficoltà mi invochi e lo aiuterò ad uscirne fuori; e lo stesso è per Lorenzo.<br />
Mamma, ora ascoltami: ti illuminerò sulle difficoltà che sono sorte riguardo alla nuova pubblicazione del <strong>mio</strong> libro.<br />
Le parti che allora avevate tolte debbono essere reinserite nel punto giusto che occupavano allora, quando io te le avevo<br />
dettate perché solo così esse acquistano un significato preciso, possono ancora illuminare ed aprire nuovi orizzonti; se tu<br />
le togli da quel contesto nulla o poco possono dire a chi legge.<br />
Inoltre non sarebbe onesto neppure nei riguardi di chi legge che deve far fatica a fare da sé quello che potete fare voi.<br />
<strong>Il</strong> libro deve risultare chiaro ed integro, senza forzature o accomodamenti contorti.<br />
A Maria che ha sollevato l'obiezione che non è necessario ridare un doppione a chi ha già letto il primo volume e che ha<br />
proposto di stampare due volumi; dando ad essi solo il seguito del primo; mentre a chi non l'ha mai letto, dare sia il primo<br />
che il secondo, rispondo che il <strong>mio</strong> libro non è come tutti gli altri libri che dopo averli letti li accantoni o addirittura li<br />
elimini perché ti ingombrano.<br />
Infatti chi lo legge la prima volta è spinto a leggerlo la seconda ed anche la terza volta e poi lo tiene caro come un qualcosa<br />
di prezioso a cui ricorrere nei momenti di dubbio o di sconforto, e tutto ciò lo hai potuto constatare attraverso le<br />
molteplici testimonianze che ti sono arrivate e continuano ad arrivarti da tutte le parti d'Italia.<br />
È come l'assetato che, stanco e sfiduciato, si trova all'improvviso davanti ad una sorgente di acqua fresca e zampillante e<br />
continua a dissetarsi senza mai stancarsi mentre prova una gioia sempre nuova.<br />
Se poi si troverà con due libri identici, o quasi, c'è sempre un <strong>amico</strong> a cui darlo.<br />
C'è ora il problema della spesa che non è indifferente.<br />
Tante persone che hanno letto il libro, spontaneamente si sono offerte per contribuire alla spesa della pubblicazione, tu<br />
sei rimasta perplessa e nel tuo cuore ne hai allontanato il pensiero; volevi essere la sola a tributarmi questo riconoscimento,<br />
ma non è così, mamma, perché dando questa possibilità fai loro un regalo, li rendi compartecipi di un dono che Gesù<br />
92
ha fatto principalmente a te e li inserisci in un disegno stupendo d'amore che abbraccia tante, tante anime di cui tu non<br />
riesci a vedere i limiti.<br />
Riguardo al numero delle copie se 500 o 1000 vedrai che non ci saranno difficoltà a decidere, dipenderà dall'aiuto che riceverai.<br />
Non ti pare, mamma, che il disegno che si snoda giorno dopo giorno e che iniziato in un tempo ormai remoto ubbidisca<br />
ad un atto di amore di Gesù che investe non solo te e la nostra famiglia, ma si dilata a vista d'occhio coinvolgendo<br />
tante, tante anime quale più, quale meno, secondo la loro apertura ad esso?<br />
Sii serena, mamma, e chiedi sempre il <strong>mio</strong> aiuto; io ho la possibilità di parlarti e guidarti mentre lo Spirito quella di operare<br />
in te la santificazione».<br />
31 marzo 1989<br />
«Gesù <strong>mio</strong>, <strong>Nicola</strong> mi appartiene, mi appartiene intimamente, <strong>mio</strong> il suo corpo, <strong>mio</strong> il suo spirito che ho generato in un<br />
atto d'amore, così come tu ci hai generati, sono la madre di un santo, fa' che anch'io come lui sia pronta all'immolazione<br />
totale, lo sappia imitare sino in fondo, ma soprattutto sappia come lui amare.<br />
Stammi vicino, Gesù <strong>mio</strong>, come allora, come sempre; che io non mercanteggi con le anime, dilata il <strong>mio</strong> cuore all'infinito”.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mammuzza mia, non temere, tu sei nel <strong>mio</strong> cuore, conosco tutte le tue ansie, anche quelle più profonde,<br />
stammi vicino ed io, <strong>Nicola</strong>, ti inonderò della mia luce; sì, l'anima del sacerdote è particolarmente preziosa, ancora più<br />
l'anima di quel sacerdote; la mia potenza di intercessione è grande ma tu unisciti a me nell'offerta, non ti ho detto che<br />
siete voi a perpetuare la mia immolazione?».<br />
«Nicò, ma quando uno si offre vittima per un'anima, è sicuro che quell'anima si salvi?».<br />
«Mamma, purtroppo no, quale vittima più accetta al Padre di Gesù che si è immolato sulla Croce per tutti gli uomini e per<br />
ciascuno in particolare e continua ad offrirsi vittima di espiazione? Eppure quante anime vanno all'inferno, tante, mamma.<br />
Ci vuole la vostra cooperazione, siete spiriti liberi e nulla vi viene imposto neppure la salvezza. L'inferno è lastricato di<br />
scritte come questa: Oh se avessi saputo!<br />
No, lo sapevano benissimo che quella relazione peccaminosa li avrebbe portati allo allontanamento da Dio, che quel piccolo<br />
furto iniziale, o quella vendetta di poco conto avrebbe aperto lo spiraglio da cui il nemico si sarebbe insinuato nelle loro<br />
anime.<br />
Oggi, immerso nella verità, io vedo i tanti, tantissimi pericoli che circondano le vostre anime e spinto ancora più dall'amore<br />
che a voi mi lega, innalzo con più ardore la mia supplica al Padre, ma ho bisogno che voi mi ascoltiate, che voi non lasciate<br />
cadere nel vuoto i miei richiami, e tu mamma, urla, urla senza stancarti le mie parole, che tutti le sentano a cominciare<br />
da papà, da Maria, da Filippo, da Laura, da Teresa, da Antonella, da tutti i nostri più cari, che anche tu non debba<br />
rimproverarti di non aver gridato abbastanza. Mamma, che la nostra casa sia un rifugio, accogli con amore Cinzia, Maria<br />
Pia, Rosi, e tutte le anime che ti chiedono aiuto, che partano da te, riappacificate, serene, piene di speranza; io sarò con<br />
te».<br />
4 aprile 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, il nemico essendo purissimo spirito, astuto e intelligentissimo riesce per intuito ad intravedere<br />
il disegno che Dio ha sulle anime, ed agisce di conseguenza per intralciare o addirittura per stroncare tale disegno, ma<br />
non ne ha mai la certezza e così si adopera per scoprire qualsiasi indizio che lo metta sulla giusta strada.<br />
Non dimenticare che lui ha il potere di agire su di voi e noi quello di aiutarvi a sconfiggerlo, ma non possiamo imporvi la<br />
nostra volontà anche se essa è diretta solo alla vostra salvezza. Di qui la necessità della massima prudenza; dì ad Eugenio<br />
di essere attento e parlare il meno possibile con M... di me, di quello che a noi si riferisce perché lei non è in grado di valutare<br />
quello che è bene e quello che può nuocere soprattutto a se stessa; sarebbe come svelare al nemico i piani di Dio<br />
stesso».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: l'uomo è formato di spirito e di materia cioè di anima e di corpo; il rapporto tra queste due<br />
componenti deve essere costante e l'uno non deve soverchiare l'altro, altrimenti si può anche arrivare al collasso fisico o<br />
dello spirito.<br />
Un dolore fisico troppo forte può anche ucciderti, così una tensione troppo alta dello spirito può ucciderti lo stesso. Così è<br />
delle anime mistiche che, proiettate nell'infinito in una tensione superiore alla loro resistenza fisica, si ritrovano dopo, come<br />
stracci sbattuti da un vento troppo forte. Così è di Cinzia, ecco perché deve avere cura in maniera particolare del suo<br />
fisico.<br />
Sai perché Gesù nell'orto del Getsemani sudò sangue? Era talmente grande lo spasimo del Suo spirito nel vedere come il<br />
Suo sacrificio non sarebbe bastato a salvare tutti gli uomini che si infranse quel rapporto e dai pori del Suo corpo uscì<br />
sangue vivo».<br />
6 aprile 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri al timido accenno di Maria Pia che per venire incontro al desiderio di L. ti proponeva di togliere dai<br />
miei colloqui quanto si riferiva a Don Borra e quindi ai Tabernacoli Viventi che, a detta di L. potevano recare danno alla<br />
sorella V., tu hai avuto una reazione forte che poi ti ha lasciata con tanta amarezza nel cuore; sappi che sono stato io<br />
stesso a provocare in te quell'atteggiamento perché potessi ora spiegarti quanto segue:<br />
93
«Gesù che suscita delle piccole voci che siano di tramite tra la Sua Santa volontà e il suo popolo chiede alle medesime fedeltà<br />
assoluta nel trasmettere la Sua Parola, anche se essa è totalmente oscura alle loro intelligenze.<br />
Così è sempre stato, così per Maria Valtorta, così per V., così per te, mamma, per parlare di avvenimenti recenti.<br />
A volte Dio chiarisce alle medesime il significato dei suoi messaggi ma a volte, poiché l'anima non è in grado di comprenderli,<br />
necessitando la medesima di un approfondimento della verità che richiede un lungo cammino di fede, questi messaggi<br />
restano nell'ombra anche per parecchio tempo, fino a quando altre anime ne sveleranno il significato vero.<br />
Così è stato dei Tabernacoli Viventi, fatti conoscere attraverso i messaggi di Gesù a V., non come realtà iniziatasi con<br />
quei messaggi perché dall'istante dell'istituzione dell'Eucaristia ci sono stati cuori amanti in cui Gesù si è rifugiato per essere<br />
consolato, ma come movimento capace di suscitare cuori amanti.<br />
Cosa sono i messaggi di Gesù a V.? La rivelazione di un preciso disegno d'amore di Dio Padre che attraverso il Figlio investe<br />
il suo popolo. In questo disegno sono configurati con precisione i vari momenti di esso, di quali elementi vuole servirsi,<br />
parla appunto dei Salesiani perché, essendo i figli di Don Bosco preposti all'educazione dei giovani, potessero essere portatori<br />
di verità, così grandi quali i Tabernacoli Viventi.<br />
Ma tu sai, mamma, che Dio non impone mai la Sua volontà e che perché questa si realizzi è necessaria la vostra adesione<br />
libera, spontanea sino in fondo.<br />
I Salesiani non hanno aderito all'invito e il lamento angosciato dell'apostolo Don Gabriello che inutilmente aveva cozzato<br />
contro un muro di chiusura e di ostilità ti dicono come Gesù abbia spostato la sua attenzione su altri elementi.<br />
Alla morte di Don Gabriello si è servito anche di te, mamma, ma la tua adesione è stata soltanto formale non surrogata<br />
da amore vero e profondo, difficile in te da realizzare a causa delle note vicissitudini che avevano smorzato o soltanto assopito<br />
la tua capacità d'amare.<br />
Era necessaria una vittima d'amore e questa vittima sono stata io e Gesù, utilizzando quel briciolo di fede che era in te,<br />
ha realizzato questo disegno veramente sconvolgente che ha superato i confini stessi della vita terrena, ed ha unito la terra<br />
al cielo: «Io che ti parlo, tu che mi ascolti».<br />
Attraverso Mons. Canisio Gesù voleva legarli all'Opera Tre Marie, alla Lega del Crocefisso, ma Cecilia non seppe rispondere<br />
all'invito e così Gesù è sempre il mendicante che bussa alle porte di tutti i cuori.<br />
Mamma, ascoltami: ricordati che questo è un dono e rientra in un preciso disegno d'amore di Gesù, e come tutti gli altri<br />
doni dovete esserne degni, altrimenti vi vengono sottratti e passati ad altre anime più disponibili, più generose, affinché<br />
senza intralci o ritardi si realizzi il disegno di cui voi siete soltanto piccoli tassellini; dillo ad Eugenio, ripetilo a Maria Pia,<br />
gridalo forte a tutti, perché ognuno vi aderisca per la parte che gli compete.<br />
Io guiderò ora per i Tabernacoli Viventi, affinché nessuna interpretazione sbagliata ne ritardi ancora l'attuazione, ma<br />
siate fedeli ai miei lumi».<br />
8 aprile 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, giovedì ai Tabernacoli Viventi, anime angosciate, bisognose di luce che avrebbe dato loro un pò di<br />
pace, ti hanno pregato di invocare il <strong>mio</strong> aiuto; conosco il tuo turbamento, anche la sofferenza che queste implorazioni ti<br />
procurano, sento e intuisco il tuo timore di sbagliare, di non capire le mie risposte, ma ti supplico sii serena e io verrò<br />
prima in tuo aiuto e poi, attraverso te, in loro aiuto.<br />
Perché credi che Gesù abbia donato a me il potere di parlare, ed a te quello di ascoltare?<br />
Egli vuole arrivare ai loro cuori così, semplicemente, umanamente come farebbe un <strong>amico</strong> qualsiasi ancora in vita, senza i<br />
veli della fede, anche se questa è sempre il presupposto di ogni nostro colloquio.<br />
Cosa sarebbe se anche tu non credessi più? Oh! mamma mia!<br />
Sarebbe una cosa terribile, una sconfitta totale, il capovolgimento di tutto un disegno di amore che oggi più che mai è legato<br />
alla tua fede; non deluderci mamma, non tradire me, non tradire Gesù, tu non sai quante anime sono legate e coinvolte<br />
in questo disegno.<br />
Ora stai serena e riposa in me, e nel <strong>mio</strong> amore; ti ho mandato in aiuto Cinzia, lei ti aiuterà con la sua fede, con la sua<br />
preghiera incessante, con la sua dedizione totale.<br />
Ora scrivi in risposta alla sig.ra Brigida, che implora luce per il figlio colpito da spasmo facciale, la cui diagnosi è un male<br />
oscuro, e tale è in realtà, mamma, nessun'altra diagnosi è così illuminante e certa come questa; ma allontanarsi dalla fede<br />
è proprio l'opposto di quello che al contrario occorre per uscirne fuori, è come essere avvolti dal gelo che intorpidisce e<br />
paralizza qualsiasi movimento ed allontanarsi dal calore, il solo che può salvarlo.<br />
No, mamma, fede più intensa, certezza nell'aiuto di Dio che lo ama e sentirà dilatarsi la speranza e questo scalderà come<br />
calore benefico i muscoli facciali e tutto tornerà come prima. Sarà il trionfo della fede. Chiedigli di chiamarmi, di invocarmi<br />
e io l'aiuterò a vincere».<br />
«Ai parenti del giovane che si è suicidato a vent'anni dì loro che è salvo, che preghino per lui aiutandolo così nel lungo<br />
cammino della purificazione; vogliono conoscere cosa l'ha spinto a quell'atto insano, non certo lo spirito del bene, ma adesso<br />
che importa conoscere verità che possono turbare? Che ringrazino invece Dio per la Sua misericordia!<br />
A Maria che chiede di capire il progetto che Dio ha su di lei anche nei rapporti di Giacomo, dille che questo non si può sintetizzare<br />
in una frase più o meno lunga che poca traccia lascerebbe nel suo animo, ma che mediti il <strong>mio</strong> libro e io attraverso<br />
di esso le darò le luci necessarie per capire».<br />
94
13 aprile 1989<br />
Sto rileggendo i messaggi di <strong>Nicola</strong> del 1° marzo 1988, quando mi colpisce la frase: «Mamma, io sono immerso nell’onda<br />
infinita dell'amore che Dio nutre per te e quando ti parlo è Gesù stesso che ti parla tramite me»; la ricollego al messaggio<br />
del 7 marzo 1989 in cui Gesù stesso riferendosi a <strong>Nicola</strong> dice: “Ogni sua parola é la mia parola, ogni suo atto d'amore<br />
parte dal <strong>mio</strong> cuore e vi investe filtrato dalla sua umanità, impreziosito dall'esperienza della sua sofferenza che lo rende<br />
caro ai miei occhi e cari diventate anche voi che siete immersi ancora nel peccato e continuate ad offendermi»<br />
Nascondeva una verità a cui io mai avevo pensato e <strong>Nicola</strong> mi spiega:<br />
«Vedi, mamma, noi Santi operiamo su tutte quelle anime che per mentalità, costumi, cultura, religione, indole, temperamento<br />
sono più vicine alla nostra umanità.<br />
Ecco perché ti dicevo che vivo nell'onda dell'amore che parte da Gesù e investe primate che, essendo mia madre possiedi<br />
delle affinità che altri non hanno, e così papà, i miei fratelli, i parenti più prossimi, gli amici, e che gradatamente in cerchi<br />
concentrici si irradia abbracciando zone sempre più vaste, ma sempre in una fascia che ci è connaturata.<br />
Cosa potrei dire e quale esempio potrebbe essere per un africano o un asiatico la mia esperienza terrena?<br />
Loro hanno bisogno di altri modelli, gente che ha vissuto la loro stessa esperienza, che appartenga alla loro stessa razza<br />
solo così sono credibili ai loro occhi, ma tutto ciò non è un ostacolo all'unione, perché i miei atti d'amore si fondono totalmente<br />
nell'amore infinito di Dio e si riversano non solo sull'africano o sull’asiatico ma su tutta l'umanità”.<br />
14 aprile 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu soffri per il dolore che hai procurato a papà nell'estrometterlo dalla correzione dei miei messaggi, che<br />
io stesso ti avevo consigliato di fare, ma ben più grande sarebbe stata la tua e la sua sofferenza se non l'avessi fatto, perché<br />
i motivi di contrasto tra la mentalità di papà ancora così umana e la tua protesa, non senza fatica, a captare il nocciolo<br />
della verità che ti viene prospettata dall'alto, sarebbero stati continui e vi avrebbero portato alla rottura compromettendo<br />
anche la realizzazione del progetto di Dio, che vuole che questo libro veda al più presto la luce.<br />
Lo so, mamma, l'accettazione che Dio chiede continuamente della Sua santa volontà comporta rinuncia, sofferenza, annientamento,<br />
l'ho esperimentato anch'io durante la mia tremenda malattia culminata nell'olocausto finale, ma poi c'è il<br />
pre<strong>mio</strong>, c'è la gioia senza fine, c'è la vera gloria, c'è l'amore; non dimenticatelo né tu, né papà!».<br />
16 aprile 1989 - Sabaudia ore 5.20<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, l'altro sabato durante il viaggio da Roma a Sabaudia eravate pigiati in macchina e ad un tratto ti sei<br />
sorpresa a pronunciare questa frase: «Nicò, meno male che sei puro spirito, altrimenti non so proprio come avresti fatto a<br />
stare in macchina», ma immediatamente dopo, ti sei resa conto che ero stato io a parlare attraverso te.<br />
Certo non potevo parlare in prima persona, questo è chiaro, ma ora ti sto ricordando quell'episodio perché tu ti possa<br />
convincere sempre più di come io ti sia accanto e viva la vostra stessa vita e domini tutti gli avvenimenti piccoli e grandi<br />
che siano, anche quelli che voi stessi determinate.<br />
Dunque stai serena e supererai le piccole incomprensioni che a volte sorgono tra te e papà e Maria, perché io sono con<br />
te.<br />
Per ora soffri per Zio Masino, ma era necessario, mamma, per sbloccare una situazione di stallo del suo spirito che diventava<br />
sempre più pericolosa, poi sarà tutto più facile ed anche lui ringrazierà Dio per la grazia concessagli, perché di grazia<br />
si tratta.<br />
Stamani verranno queste persone di Caserta per rendere testimonianza di fede al <strong>mio</strong> corpo santo; sono le prime che mi<br />
tributano questo onore, la Madre Celeste esulta felice perché Lei è artefice di questo capolavoro di grazia e io le esaudirò<br />
in tutti i loro desideri.<br />
Voi, mamma, accoglietele con amore come se accoglieste me».<br />
21 aprile 1989 - Ore 4,40<br />
<strong>Nicola</strong>: Mamma ascoltami; ti illuminerò sulla verità o meglio ancora sul meccanismo che regola il nostro modo di comunicare,<br />
quella che comunemente viene definita locuzione interiore. Si parte sempre da questo capolavoro meraviglioso<br />
dell’onnipotenza di Dio che è l'uomo formato di spirito e di corpo.<br />
Lo spirito che guida il corpo, il corpo che aiuta lo spirito a manifestarsi.<br />
Gli attributi dello spirito: intelligenza, volontà con tutti gli altri sentimenti che fanno capo all'amore che potremmo definire<br />
le varie sfaccettature di un unico vero sentimento che è l'amore quali: l'amicizia, la generosità, il desiderio di bene, l'amore<br />
per la compagna, per l'arte, per la musica, per la natura e così via, per manifestarsi hanno bisogno dell'altra componente<br />
dell'uomo, cioè il corpo che attraverso i sensi rende palese ad un altro uomo quello che lo spirito vuole comunicare.<br />
Così, il bacio, una carezza, una stretta di mano ecc.<br />
Quando l'uomo dopo la sua morte è solo puro spirito e non ha più il supporto del corpo per poter comunicare con voi ancora<br />
carnali deve agire direttamente sullo spirito, il quale deve essere attento, disponibile, sgombro da altri pensieri, desideroso<br />
di ascoltare.<br />
Allora il colloquio avviene naturalmente senza forzature, solo non c'è il suono che è la componente del corpo, che rende<br />
più agevole e meno difficile il parlare.<br />
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A volte, però, la manifestazione sensibile di un sentimento nasconde la realtà del sentimento stesso, Gesù a Giuda «Amico,<br />
con un bacio tradisci il tuo Maestro?».<br />
O una stretta di mano simbolo di amicizia può camuffare, al contrario, un sentimento di ripulsa o di odio.<br />
Perché si realizzi in pieno la locuzione interiore è indispensabile credere che ciò possa avvenire, che esiste una dimensione<br />
che non è più di questa terra, che lo spirito di coloro che voi chiamate a torto morti è più vivo e presente che mai.<br />
L'Opera dei santi, l'opera ininterrotta di Dio Amore cerca di convogliare certi spiriti ribelli e li invita in mille modi e li attrae<br />
continuamente nella sua sfera e spesso fioriscono delle conversioni bellissime; ma non forza mai la loro volontà».<br />
29 aprile 1989<br />
Mio fratello Masino è stato in fin di vita per due operazioni all'arteria addominale e ieri sera i medici già prospettavano un<br />
terzo intervento.<br />
La costernazione di mia cognata era grandissima; la esortai a non mollare la fede, ad invocare sempre <strong>Nicola</strong> e così feci io<br />
con tanta supplice insistenza.<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong>: «Mamma, tranquillizza zia Graziella, perché tutto rientra nel disegno d'amore di Dio: Vedi, mamma,<br />
zio Masino aveva estromesso Dio da tutti gli avvenimenti più importanti della sua vita. Prima si rivolge a Noi con fede,<br />
prima guarisce».<br />
Ore 18 – Sabaudia<br />
Mi telefona mia cognata per dirmi che <strong>mio</strong> fratello da stamani ha cominciato ad espellere l'aria naturalmente e, così, con<br />
grande soddisfazione dei medici che temevano una nuova emorragia interna, si è evitato il terzo intervento.<br />
Grazie, Gesù, grazie <strong>mio</strong> Dio! Grazie, Maria Madre mia e, non ultimo, grazie a te Nicoluzzo, figlio <strong>mio</strong>!<br />
3 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong> mi risponde sul quesito postomi dall'amica di Anna riguardante la di lei sorella che non riesce a superare un esame<br />
che la porrebbe in condizione di intraprendere la carriera di avvocato.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, la grazia e con essa la luce non affluisce al suo spirito perché trova degli ostacoli che lei stessa deve rimuovere;<br />
cerchi aiuto presso un sacerdote, a lui apra il suo animo e, se veramente vuole uscire fuori da questo stato di<br />
stallo, mi invochi e, io <strong>Nicola</strong>, l'aiuterò. Ti ho sempre detto mamma, che Noi possiamo molto in vostro favore, ma che abbiamo<br />
bisogno del vostro sì autentico».<br />
5 maggio 1989<br />
Un grande turbamento si era impossessato del <strong>mio</strong> spirito al pensiero di <strong>mio</strong> fratello Masino che i medici vorrebbero sottoporre<br />
ad un terzo intervento.<br />
Invocavo <strong>Nicola</strong> con tutte le mie forze, ma non mi rispondeva, sentivo dentro di me insinuarsi il dubbio e con esso il freddo.<br />
Finalmente <strong>Nicola</strong>: «Mamma, zio Masino non è ancora morto perché dubiti delle mie parole?<br />
<strong>Il</strong> Padre lo ama come voi tutti non potete neppure immaginare, non ci addolorare come stai facendo con la tua poca fede;<br />
ricordi quando ti dicevo che se la tua fede dovesse venir meno io imploro, io supplico, io ottengo?<br />
Fidati almeno di tuo figlio, e chiedi con insistenza a Dio, come facevi con me l'anima e il corpo di zio Masino». Mi rivolgo a<br />
Gesù.<br />
Gesù: «Non sono lo che debbo darti una prova della mia potenza, ma tu della tua fede».<br />
«Accresci la mia fede, Gesù, come allora fa' che essa sia quella piccola tavola che galleggia sempre sul mare in tempesta,<br />
perché sorretta dal mare infinito del Tuo amore».<br />
6 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: Cinzia è entrata nella tua vita così d'impeto e tu sei rimasta attratta dalla limpidezza del suo<br />
spirito, dalla passionalità del suo carattere, dalla gioia che essa donava, ma soprattutto dalla sua grande spiritualità.<br />
Ti ha messo a parte del suo amore ardente per Gesù che, a volte, ti meravigliava per la sua arditezza, ma che era anche<br />
per te di sprone e tu le hai dato anche quell'amore sensibile di cui aveva un imprescindibile bisogno.<br />
Ma nell'ascesa di un'anima i passaggi sono tanti prima di arrivare all'abbandono totale e poter ripetere con perfetta aderenza:<br />
Non la mia, mala tua volontà sia fatta, perché solo allora Gesù potrà veramente dar corso al disegno d'amore che<br />
ha sulla sua creatura.<br />
Vedi, mamma, Gesù prima ci attrae con i suoi doni, ci conquista poco alla volta col suo amore con i gesti squisiti della sua<br />
condiscendenza e noi come bambini chiediamo, chiediamo sempre di più, fino a quando, credendo di aver conquistato<br />
l'Amore, ci buttiamo tra le sue braccia felici; ma in realtà è Lui che ha conquistato noi al Suo amore, allora, e solo allora ci<br />
trasforma in esseri suoi, ci immerge nella dinamica del Suo amore e può realizzare, attraverso la nostra totale adesione, il<br />
nostro abbandono, la sua volontà.<br />
Bisogna arrivare all'abbandono per essere veramente di Dio, vivere o morire, gioire o soffrire, dare o ricevere, senza opporre<br />
mai la nostra volontà alla Sua e tutto questo in piena letizia».<br />
96
8 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami i capisaldi dell'ascesi sono: fede che ti porta all'amore, amore che ti porta all'offerta, offerta<br />
che si concretizza nell'abbandono e quindi accettazione totale della volontà di Dio».<br />
Siate sempre legati intimamente alla Chiesa e ogni vostro atto, ogni vostra aspirazione trovi conferma nei suoi insegnamenti.<br />
<strong>Il</strong> sacrificio della S. Messa, che è talmente grande e insostituibile, sia il punto di attrazione continua delle vostre anime e<br />
così l'Eucaristia, fermo restando la verità del Tabernacolo vivente che per essere tale ha bisogno di una adesione costante<br />
dello spirito che a volte può venir meno.<br />
La confessione, che la Chiesa esorta a fare almeno una volta al mese, sia un dovere a cui non ci si può sottrarre e così la<br />
santificazione della domenica.<br />
<strong>Il</strong> direttore spirituale nella figura del sacerdote è protezione per l'anima, anche se a volte la sua guida è deficitaria».<br />
15 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami: papà ieri nel correggere le bozze del <strong>mio</strong> secondo libro si è inalberato perché, a suo avviso,<br />
non è necessario citare fatti marginali, di nessun valore che non possono interessare il lettore e che, al contrario, impoveriscono<br />
il valore del libro stesso.<br />
Ti sarò chiaro in proposito anche se già una volta te ne avevo parlato.<br />
Quelli che voi definite fatti marginali e banali non sono tali in realtà, perché essi formano il tessuto della vostra vita di ogni<br />
giorno, sono quindi preziosissimi ed importantissimi perché dal modo come vi aderite e da come li affrontate dipende<br />
la vostra salvezza eterna.<br />
L'eccezionalità del <strong>mio</strong> intervento in vostro favore, attraverso i miei messaggi, che mi pone accanto a voi per aiutarvi ed<br />
illuminarvi affinché compiate questi atti che formano la vostra stessa vita in perfetta armonia col Cielo e quindi vi portino<br />
al raggiungimento del fine per cui siete stati creati cioè Dio stesso, ti fa capire come ogni piccola cosa che tu scrivi e che<br />
conferma questo <strong>mio</strong> intervento sia importante, sia essenziale.<br />
Tutto questo è un'ulteriore conferma che Noi viviamo la vostra stessa vita, vi siamo vicini passo passo e vi aiutiamo anche<br />
nelle piccolissime cose che alla distanza di tempo possono sembrare banali, ma che in quel momento vi crucciavano e vi<br />
mettevano in stato di agitazione. È proprio questa umanità fusa perfettamente col trascendente che traspare in ogni pagina<br />
del <strong>mio</strong> libro che lo rende interessante e lo fa accettare ad un numero così grande di anime».<br />
17 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, se non conoscete dove sbagliate, come fate a correggervi?».<br />
18 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu sei turbata perché temi che nel <strong>mio</strong> libro a causa di interferenze negative ci siano passi che non vengono<br />
da me, ma tranquillizzati, mamma, perché io veglio continuamente su di te ed ogni frase che tu scrivi passa al <strong>mio</strong><br />
vaglio, mi occorre solo la tua fede. Ma tutto ciò non vuol dire che non siano possibili le interferenze del nemico, solo che<br />
io le annullo, le disperdo; non ho sempre detto che noi le dominiamo totalmente?<br />
Mamma, sii serena perché tutto andrà come voluto nel disegno di Dio; abbandonati totalmente a me che ti amo, a Gesù<br />
che ti ama».<br />
23 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, dì ad Eugenio che conseguirà la vittoria finale se saprà custodire nel su<br />
o cuore una fede grande ed umile a cui attingere nei momenti di lotta che voi tutti sarete chiamati a sostenere; da essa<br />
trarrete il coraggio necessario per vincere perché non sarà una platea osannante che vi aiuterà, ma al contrario troverete<br />
rifiuti e fischi».<br />
«<strong>Nicola</strong>, è vero che ti sei rivelato anche a Maria?».<br />
Mamma, ascoltami. Mentre le tenebre avvolgono ancora più tante anime che dormono un sonno di morte, la luce non può<br />
più attendere e rompendo ogni indugio si manifesta a tante altre che ben sveglie sono pronte ad accoglierla, così come fa<br />
l'alba che annunzia un nuovo giorno. lo sono quella luce e, per volere di Dio, tante anime ne saranno investite».<br />
31 maggio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mammuzza mia sei tanto agitata per cui io a stento riesco a comunicare con te e, pur bramando farti<br />
sentire la mia voce, non riesco a far tacere tante tue apprensioni che mi impediscono di parlarti e di riportare il sereno nel<br />
tuo spirito.<br />
Non disperdere, mamma, il dono grandissimo di poter comunicare con me, è il più autentico perché l'affinità che esiste tra<br />
me e te ti consente di non alterare il significato delle parole; io so quello che si agita nel tuo cuore, so come arrivare al<br />
tuo intimo, come farmi capire da te.<br />
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Le voci che partono dal Cielo sono tutte vere: non commettete lo sbaglio di attribuire alla voce del Padre, a quella di Gesù<br />
e della Spirito una verità, più autentica della mia o di un altro santo, perché tutte sono onde d'amore di un unico Amore<br />
che è Dio, di cui Noi facciamo parte che colpiscono il vostro spirito.<br />
Quando è il Padre o Gesù che vi parla è una attenzione particolare nei vostri riguardi, di cui dovete essere degni, ma la<br />
difficoltà risiede in voi che, a causa della vostra umanità imperfetta, limitata e soggetta a stanchezza, non riuscite a recepirla<br />
in pieno, quando addirittura non la deformate.<br />
Ecco perché ti ho sempre detto di non attingere da altre voci, io ti amo mamma: che temi?<br />
Lasciati guidare da me che ti seguo minuto per minuto, non vedi che ti vengo in aiuto al momento giusto?<br />
Sei in angoscia per papà, lascia che sia io a decidere quello che è più opportuno fare: tu sai come io ami <strong>mio</strong> padre; abbi<br />
fede, fede e abbandono.<br />
Hai seguito tutte le varie fasi della malattia di zio Masino, credi che tutte fossero affidate al caso? Anche se le forze del<br />
male si sono agitate per distruggere il nostro operato, ricordati che siamo solo Noi a vincere, solo non dovete deluderci<br />
con la vostra poca fede».<br />
4 giugno 1989 – Ore 4<br />
Giorni fa la Banca S. Paolo di Torino aveva comunicato ad Antonella che per errore alla morte di <strong>Nicola</strong> non aveva provveduto<br />
alla liquidazione (aveva dato solo una somma a titolo umanitario) e chiedeva la delega degli eredi per assegnare<br />
loro la parte spettante per legge, dato che <strong>Nicola</strong> non aveva fatto testamento e non c'erano figli.<br />
All'atteggiamento di sorpresa gioiosa di Maria aveva fatto eco il disappunto di Antonella e ciò aveva creato turbamento in<br />
tutti noi che secondo la logica umana sapevamo di essere nel giusto.<br />
Con grande dolore mi dicevo: «Come si fa presto a minare un rapporto d'amore così bello!» e la mia tristezza era grande.<br />
Ma <strong>Nicola</strong> con molto amore viene in <strong>mio</strong> aiuto: «Mamma, allora ti avevo spiegato che, se avessi fatto testamento avrei<br />
lasciato tutto ad Antonella che é la parte di me rimasta sulla terra; sai perché non lo feci?<br />
Per non turbare la vostra fede e soprattutto la tua che credeva ciecamente nella mia guarigione e, rinunciando allora come<br />
oggi a quanto la legge vi assegna, non fate altro che rendere operante ciò che allora per amore a voi tutti non fui in<br />
grado di esprimere.<br />
Ecco perché ti dissi: Tutto quello che farete ad Antonella vi sarà ricompensato ad usura.<br />
Non infrangete mai un rapporto d'amore, perché è solo l'amore che vi salva, mamma!». «Grazie, Nicolù <strong>mio</strong>, per i tuoi<br />
lumi, per la tua luce; abbiamo vinto Nicò, avevo già presentito l'attacco, è il tuo libro che suscita l'ira del nemico, lo so».<br />
6 giugno 1989<br />
Messaggio di <strong>Nicola</strong> a Cinzia.<br />
«Zio sta tanto male e pare peggiorare, ma io vincerò la resistenza del suo cuore.<br />
Dite ad Eugenio che lo vada a trovare, io farò il resto.<br />
Consola mamma e tranquillizzala da parte mia; io veglio su zio Masino che è all'apice dell'agonia e non lo abbandono.<br />
Voi pregate incessantemente per lui, perché il momento della luce sta per giungere».<br />
6 giugno 1989<br />
«Nicò, cosa debbo dire a Cinzia che ti chiede aiuto e lumi?<br />
«Mamma ascoltami: Cinzia è ricca di doni che le sono stati dati da Dio stesso fin dall'inizio e che lei ha saputo mantenere<br />
integri e puri attraverso tutte le vicissitudini non sempre liete, anzi a volte terribilmente dolorose della sua vita.<br />
Gesù la guarda con occhio compiaciuto e tutti Noi la proteggiamo, ma come ti dicevo l'altra volta ogni dono scaturito puro<br />
dal Cuore di Dio racchiude in se un germe di corruzione che si è in esso annidato a causa della nostra caduta originale,<br />
germe che deve essere continuamente soffocato da una volontà ferma e decisa altrimenti la fede si può trasformare in<br />
presunzione, l'amore ardente in arroganza, i doveri in diritti e così via.<br />
Tutto, tutto deve essere sottomesso alla volontà di un Dio che ci ama e tutto ciò in una umiltà perfetta e sempre controllata.<br />
Sono questi i nemici interni, i più pericolosi, che debbono essere affrontati con coraggio e con fermezza; gli altri, quelli esterni,<br />
fanno tanto rumore, ma poco possono davanti ad una volontà ben decisa che non li lascia entrare.<br />
Cinzia è come il fiume la cui acqua perenne trae origine e si rinnova alla sorgente viva da cui scaturisce, si arricchisce nel<br />
suo lungo cammino attraverso l'apporto di altri ruscelli e arricchisce le terre che bagna, ma guai a straripare!<br />
Allora è distruzione e morte, perché le è stato assegnato un alveo dentro cui scorrere e solo allora va felice e spumeggiante<br />
verso la foce per buttarsi nel mare infinito.<br />
Mamma è chiara l'immagine: basta meditarla a lungo, dillo a Cinzia; Noi tutti le siamo vicini, felici e a volte timorosi quando<br />
il puledrino fa le bizze, ma sempre attenti e solleciti perché il nostro amore è grande».<br />
8 giugno 1989<br />
Questa mattina dopo la giornata di ieri trascorsa in grande agitazione per l'aggravarsi delle condizioni di Masino, <strong>Nicola</strong> mi<br />
fa rivivere tutti i miracoli che si sono succeduti durante l'arco della mia vita e mi conferma che anche quello di Masino sarà<br />
un grande miracolo.<br />
98
10 giugno 1989<br />
I vari messaggi di <strong>Nicola</strong> riguardanti la grave malattia di <strong>mio</strong> fratello Masino che ieri ho visto agli estremi sembravano<br />
contraddire una triste realtà: la fine.<br />
Mio marito e Maria che si erano attaccati ad essi e speravano in una soluzione diversa mi hanno investito, negando la loro<br />
veridicità; ma la luce in quel preciso istante ha investito la mia anima, mi ha liberato dai trabocchetti che il nemico mi aveva<br />
apprestati per insinuare il dubbio nel <strong>mio</strong> cuore e fiaccare la mia fede.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, dalla lettura attenta dei miei messaggi tu vedi come Dio Padre, Gesù e Maria SS.ma, la Madre, seguano<br />
con infinito amore e dispongano tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti e si susseguono in questa dolorosa avventura<br />
di zio Masino.<br />
Io personalmente sono l'artefice di ogni minimo atto e tutto ha un solo scopo, l'unico veramente che ha valore; ricondurre<br />
a Dio zio Masino, ricondurre al Padre questo figlio tanto amato.<br />
Avevo bisogno del vostro aiuto, della vostra fede assolutamente indispensabili per realizzare questo disegno d'amore che<br />
mi coinvolge così intimamente anche dal punto di vista affettivo.<br />
Ma tu sai, mamma, perché tutto hai sperimentato, come ci siano dei momenti in cui la fede ha bisogno della speranza,<br />
anzi ha sempre bisogno della speranza di cui si alimenta per non morire; ecco perché io velavo la verità, vi inculcavo la<br />
speranza che, attraverso la fede, si trasformava in certezza ed accresceva a sua volta la fede che si trasformava in preghiera<br />
d'implorazione. È un gioco sottilissimo d'amore, mamma, credimi.<br />
La mia umanità non più ferita, ma resa luminosa e cristallina mi consente di percepire i pericoli a cui, la vostra povera<br />
umanità ancora nel crogiolo del dubbio è esposta.<br />
Lasciatevi guidare dal <strong>mio</strong> amore! Fino a ieri avevi bisogno anche tu di speranza, oggi hai avuto bisogno di luce, così zia<br />
Graziella e gli altri; oggi devi essere tu ad illuminare».<br />
10 giugno 1989<br />
Messaggio di <strong>Nicola</strong> a Cinzia.<br />
«Dio guarirà in modo eclatante zio: sarà un grande miracolo che io opererò per volontà divina, ma esso è legato al vostro<br />
abbandono e alla vostra fede. Di essi ho bisogno in modo imprescindibile, tu e mamma dovete credere e fare anche la<br />
parte degli altri.<br />
Non dovete fare niente di più: mi basta la vostra fede semplice e completa.<br />
Non ti posso però dire né quando, né come avverrà il prodigio perché di prodigio si tratta, altrimenti tu non potresti esercitare<br />
l'abbandono totale.<br />
Come ben hai captato con le antenne sintonizzate sulla mia onda radar ho chiesto a Gesù questo miracolo straordinario<br />
per zio per riscattare in un certo senso la mia famiglia dalla rete di non fede che l'avviluppa e così provocare conversioni a<br />
catena.<br />
È il miracolo che Gesù aveva donato a me, che io ho sublimato in offerta e che ora voglio donare a tutti i miei come pegno<br />
del <strong>mio</strong> grande amore per loro: c'è bisogno di questo perché gli animi si sono intristiti e i cuori induriti».<br />
11 giugno 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, se sei serena, ti parlerò della fede.<br />
C'è la fede che fa capo all'onnipotenza di Dio. Gesù, rivolgendosi al malato: «Tu credi che Io possa guarirti?» «Sì, Signore,<br />
Tu lo puoi». «Va, la tua fede ti ha salvato!».<br />
Ma c'è una fede che va oltre, che riconosce non solo la potenza di Dio che tutto può, ma il Suo amore infinito di Padre che<br />
brama ogni bene per la sua creatura ed a questo amore sottomette la sua guarigione. «Sì, Signore, so che puoi guarirmi<br />
solo se Tu lo vuoi».<br />
È l'abbandono totale della creatura alla volontà di un Padre che è amore, è riconoscere il suo misero nulla che niente è in<br />
grado di cambiare e che sa che solo da Dio può avere ogni bene.<br />
È il cuore dolorante della creatura che stanco si abbandona fiducioso sulle braccia dell'amore infinito del Padre.<br />
È il momento magico in cui la creatura, accettando totalmente la volontà di Dio Padre e liberalizzandola permette al Padre<br />
di realizzare, in un tripudio di gioia, il Suo disegno d'amore da sempre ideato.<br />
Mamma, desiderare quello che Dio desidera, quale dono più grande, quale bene più grande?<br />
Ricordi quando tu presa coscienza della gravità del <strong>mio</strong> male, dimentica del tuo dolore di madre mi hai offerto a Dio, riconoscendo<br />
come il Suo amore fosse infinitamente più grande e più puro del tuo limitato, imperfetto, egoista?<br />
Fu allora che Gesù poté realizzare il Suo disegno bellissimo e sconvolgente ed è la pagina più bella di tutto il libro assieme<br />
a quella che parla dell'amore di Maria SS.ma al <strong>mio</strong> capezzale di agonizzante».<br />
13 giugno 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, domenica l'atteggiamento di Filippo nei tuoi confronti che attribuiva a te, sebbene indirettamente, ogni<br />
attacco del nemico alla nostra famiglia e nel caso specifico a zio Masino, atteggiamento confermatoti ieri crudamente anche<br />
da Antonella ti ha causato vivo ed intenso dolore.<br />
99
Hanno dimenticato i tuoi figli come, attraverso la tua intercessione incessante e supplice, corroborata dal tuo dolore di<br />
madre, ogni attacco di Satana apportatore e foriero di sventura si sia tramutato in vittoria di Gesù stesso che ha protetto<br />
tutti noi, anche se immeritevoli e spesso ribelli. Tu hai sofferto, mamma, e continui a soffrirne, ma se la tua ferita è grande,<br />
pensa all'offesa che essi hanno arrecato a Gesù che tanto amore ha riversato su tutti loro, salvandoli mille volte anche<br />
con miracoli strepitosi, non ultimo il <strong>mio</strong>, checché ne dica mia moglie.<br />
Chiuditi nel silenzio perché le perle non vanno date ai porci, ma continua ad implorare per loro perché ne hanno bisogno».<br />
19 giugno 1989<br />
Ieri alle 4.45 <strong>mio</strong> fratello Masino è spirato dopo una sofferenza che è durata quasi tre mesi ed una lunghissima agonia.<br />
Ho davanti a me il messaggio di <strong>Nicola</strong> a Cinzia del 10 giugno: in esso è la richiesta pressante dell'abbandono totale in Dio<br />
e nella Sua santa volontà e in cambio avremmo avuto un grandioso miracolo.<br />
Stamani alla sconcertante apatia subentrata ieri all'annuncio del decesso che mi impediva persino di piangere, si era impossessato<br />
del <strong>mio</strong> spirito il dubbio che non fossi riuscita a donare al <strong>mio</strong> Dio l'adesione totale alla Sua volontà, rendendo<br />
a <strong>Nicola</strong> impossibile realizzare il suo disegno d'amore; ma alla Messa delle sette un pianto silenzioso mi ha liberato dall'angoscia.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mamma mia, al contrario è stata appunto la vostra adesione totale alla volontà di Dio Padre che Gli ha<br />
permesso di realizzare un disegno ancora più grande della guarigione, perché attraverso quella terribile e prolungata sofferenza<br />
che a voi sembrava assurda e sovrumana lo ha reso degno di vedere subito il Suo volto.<br />
Gesù ha fatto a lui quello che ha fatto per me; zio adesso non dovrà più spasimare per raggiungere la gloria perché già la<br />
possiede e sarà di aiuto ai suoi figli ed a tutti voi molto di più che se fosse guarito.<br />
Tutto quello che a voi può sembrare un controsenso sappiate che è la verità che deve farsi strada attraverso il buio della<br />
vostra intelligenza ottenebrata da una umanità ferita dal peccato. Se almeno sapeste abbandonarvi alla volontà di un Dio<br />
che vi ama! »<br />
20 giugno 1989<br />
Mi apprestavo ad andare con i miei alla camera ardente del Policlinico dove avrei visto per l'ultima volta il corpo di <strong>mio</strong><br />
fratello e poi saremmo andati in Chiesa per il funerale...<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, oggi sull'umanità è spuntato un grande giorno, un nuovo giorno: Gesù Cristo ha vinto con la Sua resurrezione<br />
la morte, Maria SS.ma ha vinto Satana e gli ha strappato per sempre il dominio e il potere che aveva su di essa<br />
e con il quale aveva da sempre terrorizzato l'uomo, trasformando un atto che nei disegni di Dio doveva essere non solo<br />
di purificazione e di offerta, ma anche di attesa gioiosa in qualcosa di terribile, di straziante, di irreversibile e seminando<br />
negli animi l'angoscia, il rifiuto, spesse volte la disperazione.<br />
Satana con la sua logica spietata, satura di odio, alla prospettiva del pre<strong>mio</strong> e del riposo eterno ha contrapposto nel cuore<br />
degli uomini l'attaccamento spasmodico a tutto ciò che pur sapeva essere caduco; la realtà della sopravvivenza e della<br />
continuità stessa della vita che non viene infranta dalla morte ma che continua ininterrotta anche se trasformata veniva,<br />
così, messa in dubbio e il più delle volte negata: tutto ciò ha realizzato il nemico dell'uomo a danno di questa creatura che<br />
Dio ama con amore di Padre.<br />
Ti ricordi quando la mattina del <strong>mio</strong> funerale mi rivelai al tuo spirito, dando vita ad un nuovo rapporto che superava i confini<br />
della morte e faceva nascere nel cuore dell'umanità la speranza più grande che tutto non era finito con essa, ma che<br />
la vita continuava ininterrotta tra noi trapassati e voi rimasti ancora su questa terra?<br />
Io ero 1'annunciatore di questa verità come stamani zio Masino è colui che annunzia la vittoria definitiva di Maria SS.ma<br />
su Satana, dominatore della morte.<br />
Comprendi, mamma, come tutta la mia sofferenza, come quella di zio Masino fosse necessaria a Dio per realizzare il Suo<br />
disegno d'amore?».<br />
20 giugno 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma ascoltami:<br />
Dio è verità e nulla è più semplice della verità, sono i vostri pensieri contorti che deformano la verità; Dio è purissimo spirito.<br />
È la vostra intelligenza contaminata che deturpa l'immagine che vi fate di Lui. Dio è amore perfettissimo ed infinito. È<br />
il vostro cuore, capace soltanto di un amore che è solo egoismo, che non sa comprendere il vero amore.<br />
Quando tu offri a Gesù il tuo cuore, sia esso ricco d'amore e di slanci o povero e meschino, quando gli offri la tua intelligenza<br />
pronta a recepire la luce o restia ad essa, quando gli dai il tuo corpo sia esso pigro o sollecito ai Suoi impulsi, o la<br />
tua volontà forte o fiacca, l'offerta per Gesù ha lo stesso valore, perché tu Gli doni quello che hai, né più Gli potresti dare,<br />
Gli doni la materia prima da cui Lui, Artefice perfettissimo, trarrà il Suo capolavoro.<br />
Non ha fatto così con me?<br />
Dunque, mamma, è l'offerta che conta, non ti rammaricare se non arrivi agli ardori di C., Gesù ti ama così come sei. Egli<br />
sa trarre dalle corde più stonate armonie sublimi.<br />
Ma l'abbandono sì, la fede sì, l'offerta senza rimpianti sì.<br />
Credere con semplicità perché tutto è possibile a Dio.<br />
100
Ti spiegavo come C., nella sua offerta d'amore totale alla SS.ma Trinità, abbia avuto un solo rimpianto nel distaccarsi dalla<br />
terra, un desiderio inconscio, mai soddisfatto, quello del seno materno. Pensi che Gesù non ha il potere per renderla<br />
pienamente felice, di saziare quel suo bisogno naturale, per renderla perfettamente libera di lasciare la terra senza alcun<br />
rimpianto?<br />
Mamma, ricordati che Gesù non si lascia vincere in generosità».<br />
29 giugno 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non credere che finito il libro la tua fatica sia terminata, perché ora più che mai hai bisogno della mia<br />
luce, della mia guida, più dell'aria che respiri.<br />
Questa notte hai fatto un sogno strano: un uomo dall'aspetto ambiguo era salito sulla stessa carrozza dove tu viaggiavi e<br />
ti tendeva la mano, mentre una voce ti metteva in guardia sulla vera identità di quel tale, e tu lo allontanavi con un segno<br />
di croce.<br />
È questa la realtà che ti circonda, il nemico cerca di circuirti, ma tu stai all'erta e siimi vicina, perché sarò io a proteggerti.<br />
Vivi con me, mammuzza mia, io e zio Masino ti siamo vicini.<br />
Nulla di quello che fate per le anime va perduto, dillo a C. che tanto ha pregato per zio Masino» «Pinù, è stata la vostra<br />
offerta totale alla volontà di Dio che mi ha aperto la porta del Cielo. Grazie, grazie! » (Masino).<br />
3 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, mentre la testimonianza, che con tanto amore hai reso al <strong>mio</strong> libro, ha suscitato in tutti coloro<br />
che credono gioia e speranza dando spesso luogo a cambiamento di vita, in quelli la cui fede era soltanto una larva e<br />
negli increduli, ha accentuato i dubbi e le perplessità, perché eri tu che scrivevi, eri la Madre.<br />
Ecco perché molti scriveranno di me e le loro testimonianze saranno come un coro osannante alla verità, che non potrà<br />
più essere messa in dubbio dagli increduli e dagli incerti, e se per qualcuno ciò avverrà, grande sarà la sua colpa perché<br />
avrà peccato contro lo Spirito Santo, che è Spirito di verità».<br />
7 luglio 1989 - Sabaudia<br />
L. era venuta a passare un giorno con noi.<br />
Era serena perché i medici avevano assicurato che la gravidanza di D. procedeva bene e che l'evento non era imminente,<br />
ma si doveva attendere ancora una settimana.<br />
Per tutto il giorno ho sentito in me un senso di apprensione, quando a cena improvvisamente sento <strong>Nicola</strong> che mi dice:<br />
«La mamma deve stare accanto alla figlia».<br />
Immediatamente ne faccio cenno a L., la quale ne rimane turbata.<br />
Di lì a poco L. è chiamata al telefono dal marito che la mette al corrente di complicazioni subentrate all'improvviso: D. dovrà<br />
subito essere sottoposta a taglio cesareo; dall'ecografia effettuata risulta inoltre che la bambina presenta un aneurisma<br />
al cervello a causa del quale dovrà essere sottoposta appena nata, ad intervento chirurgico immediato...<br />
Nonostante la gravità delle notizie, <strong>Nicola</strong> mi infonde una grande e serena letizia.<br />
Da questo intuisco come avesse accolto la mia supplica che a lui avevo rivolto durante tutto il giorno e come con quella<br />
frase mi avesse assicurato del suo intervento.<br />
10 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri A. nell'ascoltare quello che C. ha scritto per mia ispirazione e che domani costituirà la trama di un<br />
nuovo libro, ha rilevato che trattasi di scritti ben diversi dai tuoi, sia per lo stile che per i concetti ben più elevati.<br />
Ciò, mamma, è perfettamente vero, e così sarà per tutti gli altri libri che saranno scritti e pubblicati, quello di V. compreso.<br />
È come il suono emesso dagli strumenti a fiato: il fiato che dà impulso allo strumento è lo stesso, ma diverso, diversissimo<br />
è il suono che i vari strumenti producono: quello del clarinetto non è certo quello del trombone! ». Nicò, guarirà la bambina<br />
di D.?<br />
«Mamma, è sempre l'abbandono in Dio che opera i grandi miracoli, io perorerò la sua causa».<br />
11 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, il concetto che voi avete sull'abbandono totale alla volontà di Dio, abbandono che Gli consente di operare<br />
in vostro favore, sfugge alla vostra comprensione umana. Vorrei stamani illuminarti al riguardo, nel vivo desiderio di<br />
mettere tutti voi, che tanto bisogno avete del nostro aiuto, in condizione di poterne usufruire.<br />
Ti porterò un esempio, direi banale, ma che tanto si adatta e rende chiaro quello che per voi è così oscuro.<br />
<strong>Il</strong> chirurgo, che deve operare un paziente, non ha bisogno solo della fiducia che il medesimo gli ha dimostrato scegliendolo<br />
tra tanti altri medici, perché questo è solo il punto di partenza, ma per poter mettere mano al bisturi gli occorre assolutamente<br />
la piena disponibilità della sua volontà e del suo corpo; essi debbono essere talmente inerti da consentirgli di dirigere<br />
il bisturi secondo la sua precisa volontà e tutto ciò egli ottiene ricorrendo all'anestesia, più o meno totale, a seconda<br />
della gravità e importanza dell'operazione.<br />
101
Così avviene nel campo dello spirito. Dio Padre, per operare ha bisogno della vostra disponibilità totale, del vostro abbandono<br />
alla Sua volontà, che è la volontà santa di un Padre che ama la Sua creatura per la quale ha immolato il Figlio Suo<br />
prediletto sulla Croce; non può fare a meno di questo riconoscimento che Lo reinserisce a pieno diritto nel ruolo di Padre<br />
per il quale la volontà specifica del figlio è per Lui sacra, facente parte della Sua stessa dignità.<br />
Comprendi, mamma, perché continuamente vi viene da noi che vi amiamo, richiesta questa adesione alla Sua volontà?<br />
Voi vi affidate ad un chirurgo, che quasi sempre non vi ama, i cui limiti umani vi sono palesi e li sperimentate continuamente,<br />
eppure fate tanta resistenza a sottomettervi alla volontà di Dio che vi ama.<br />
Mamma, il <strong>mio</strong> libro che tu col tuo ascolto mi hai dato la possibilità di scrivere, è destinato alla massa delle anime che navigano<br />
nel mare tempestoso della vita di oggi fatta di contraddizioni paurose, di dubbi, di ansie, di timori e lo scopo principale<br />
è dare la serenità, accendere la speranza, ridare fiducia, stimolare la fede; è come sbozzare un blocco inerte di<br />
marmo per trarne fuori un'immagine, una statua e domani un capolavoro capace di commuovere altri spiriti.<br />
<strong>Il</strong> libro che scriverò servendomi di C., sarà un capolavoro di ascetica, tratterà principalmente la mistica, materia così ostica<br />
ai dotti della Chiesa di Cristo, ma di cui si avverte un imprescindibile bisogno.<br />
Mamma, la Chiesa di domani sarà la Chiesa dello Spirito e fino a quando non sarete immersi nello Spirito di Dio che è l'Amore,<br />
poco riuscirete a realizzare di vero bene».<br />
13 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, Mamma, con la mia morte tu avevi perso la fede nella parola di Gesù che tanto ti aveva consolata e riempito<br />
il cuore di speranza, e quella che credevi fosse fede era l'anelito della tua anima che voleva ricongiungersi al suo Dio; è<br />
stato necessario il <strong>mio</strong> intervento costante che gradatamente ti ha spinta a superare prima i momenti terribili che hanno<br />
rasentato la disperazione, e poi, poco alla volta ti ha riportato alla fede.<br />
Ma questo travaglio è durato un anno e mezzo circa, quando hai finalmente capito che io ero davvero guarito e che tutte<br />
le parole di Gesù erano vere».<br />
17 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri A. osservava meravigliata come fosse possibile a noi anime, che viviamo ormai immersi nella beatitudine<br />
eterna, soffrire ancora di riflesso per tutto ciò che vi coinvolge direttamente, causandovi dolore e qualche volta anche<br />
morte.<br />
Spero di renderti chiaro un concetto che una volta ti avevo anche espresso.<br />
Nella riunione di ieri tra i componenti della nostra famiglia, giornata che tutti in cuor vostro vi auguravate trascorreva serena,<br />
è bastata una sola parola che ha ferito qualcuno perché tutto si trasformasse in una atmosfera pesante, piena di<br />
una sottile angoscia.<br />
Eppure, cosa è una parola tra le migliaia di parole che proferite nell’arco delle 24 ore? Nulla!<br />
Ma tu immagina un piccolo sassolino, che lanciato sulla superficie liscia del mare, genera piccole onde che si propagano<br />
all'infinito e increspano le acque turbando quella quiete.<br />
Così è stato di quella parola, solo che il mare in cui voi siete immersi è un mare torbido, fatto di tristezza e di angosce, di<br />
ricordi dolorosi capaci di sommergere quella timida speranza, quel bisogno di bene che era nei vostri cuori.<br />
Se tu capovolgi questa immagine e l'adatti allo stato di beatitudine in cui noi viviamo, ti accorgi che se soffriamo per lo<br />
stato di cose non certo liete in cui voi che amiamo vivete, ciò non limita la nostra beatitudine, anzi quando riusciamo a<br />
strapparvi al nemico, l'accresce esplodendo in un inno di gloria e di ringraziamento al Padre».<br />
20 luglio 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Ascoltami con attenzione, mamma, perché le cose che sto per dirti sono di estrema importanza.<br />
Tutti gli avvenimenti che si sono succeduti in questi ultimi tempi e culminati in quelli di questi due giorni che hanno martellato<br />
la tua intelligenza, il tuo spirito ed anche la tua carne, avevano un solo scopo: orientarti verso verità che mi urgeva<br />
farti conoscere.<br />
La tragedia che ha investito la nostra famiglia culminata in una divisione di fatto, anche se non apparente, tra tutti noi<br />
componenti di essa, è una pallida idea della tragedia immane che ha coinvolto tutta la umanità, natura compresa.<br />
Mentre Dio è unità, unità col Figlio, unità con lo Spirito, unità con tutti e con ciascuno di noi in particolare, unità d'amore<br />
tra lo spirito e la materia, amore che circola nelle molecole più piccole di essa e li tiene uniti in una armonia perfetta, in<br />
un capolavoro di perfezione che è tutto il creato, l'irriducibile avversario, sapendo che, solo dividendo, potrà ottenere la<br />
sua vittoria sull'uomo, ha sempre più perfezionato questa sua terribile strategia.<br />
Conflitto quindi nell'intimo stesso dell'uomo tra la sua carne e il suo spirito, lotta profonda, insanabile, con vicende alterne,<br />
mentre l'immondo soffia il suo livore per assoggettare a sé la creatura, che è perfezione e capolavoro del Dio Altissimo.<br />
L'armonia più perfetta doveva regnare tra le due componenti che formano l'uomo: carne-spirito, e quando ti dicevo che<br />
l'uno non deve sopraffare l'altro, ti volevo far capire come ciò sia essenziale per non infrangere questo equilibrio, tanto<br />
indispensabile all'uomo che solo nella sua interezza può realizzare il progetto che Dio ha su di lui.<br />
Ti porti tutto ciò a riflettere su C. che è la punta più avanzata dell'osservazione, su tutti e su ciascuno dei miei fratelli, su<br />
papà e su tutti gli uomini con i quali sei più a contatto, ma spingiti ancora più oltre e comprenderai dove sta la causa di<br />
tante fratture, di tanti razzismi, di tante sopraffazioni e avvilimenti. Sì, l'uomo nella sua interezza, mamma.<br />
102
Anima e corpo in una fusione completa d'amore senza che una componente avvilisca l'altra.<br />
Ti illuminerò su un altro aspetto che però trae origine da quanto espresso sopra.<br />
Gesù Cristo è stato e sarà sempre il grande rivoluzionario.<br />
I farisei di allora, come quelli di oggi, vogliono chiuderlo in un ghetto, ecco perché la Chiesa di Cristo è diventata sclerotica,<br />
asfittica, incapace di arginare il male.<br />
Gesù è il liberatore, è Colui che spezza le catene; come allora purificherà la sua Chiesa dai farisei di oggi, 1a libererà dai<br />
falsi teologi che interpretano la verità a loro uso e consumo e dai falsi profeti, così come libererà la natura dal giogo postogli<br />
dal maligno ed essa tornerà a risplendere come prima.<br />
La legge farisaica di allora poneva la donna al livello appena superiore alla bestia, la legge farisaica di oggi ha ridotto la<br />
donna ad oggetto di consumo.<br />
Gesù la ha elevata a dignità di Santa, la ha posta sugli altari.<br />
So quello che pensi, mamma, ti confermo quello che ha detto V., perché per Dio non esiste discriminazione di sesso. In<br />
tutte le epoche, anche tra i pagani, c'erano le sacerdotesse, le vestali, anime forti e pure, capaci di dare al Dio Vivente un<br />
culto perfetto secondo la loro natura. I tempi nuovi si apprestano e la luce invaderà ogni angolo della terra.<br />
Tu stai all'erta pronta a registrare ogni evento senza meravigliarti di niente, confida sempre in me che sono la tua guida<br />
naturale ed abbandonati totalmente alla luce dello Spirito.<br />
26 luglio 1989<br />
«Mamma, se mi ascolti ti chiarirò i movimenti della grazia, che per accrescere in voi la fede e nello stesso tempo fortificarla<br />
ha bisogno prima di mettervi alla prova.<br />
Dio prova Abramo, e tu sai fino a qual punto abbia provato la sua fede: il suo unico figlio doveva esserGli immolato, ma<br />
sai anche il seguito.<br />
E così per le tantissime figure del vecchio testamento, che da sole parlano a voi per ricordarvi che Dio solo è il potente,<br />
che Lui solo è l'amore e che la vostra fede in Colui che tutto muove deve essere totale.<br />
Mamma, Dio tante volte ha provato la tua fede: la ha provata anche negli ultimi estremi della mia vita terrena, quando ti<br />
hanno allontanata dal <strong>mio</strong> letto di dolore per non farti assistere al <strong>mio</strong> trapasso e tu a papà, che urlava il suo dolore rimproverandoti<br />
di averlo ingannato con la tua assurda fede, rispondevi che fino a quando c'è respiro c'è speranza.<br />
Ti ha provata con C. quando chiedendo a Dio una prova che superava i confini delle leggi naturali, tu rispondevi a te stessa:<br />
nulla è impossibile a Dio.<br />
Così l'altro giorno ha voluto provare la fede di L. e quella di M., L. e di V.<br />
Ricordati, mamma, che più la proposta che Dio vi prospetta rasenta l'assurdo e cozza con la vostra ragione umana più l'adesione<br />
ad essa testimonia l'entità della vostra fede, la sottomissione alla volontà Santa di Dio, la Sua infinita potenza».<br />
30 luglio 1989 – Ore 5.30<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mi riferisco alla vostra conversazione di ieri sera in casa di R. e, se mi ascolti, vorrei illuminarti circa la<br />
teoria esposta dal Sacerdote che prendeva parte attiva ad essa su tutti gli argomenti da te esposti riguardanti i nostri colloqui,<br />
che egli, da buon psicologo, riportava a fenomeni naturali.<br />
Ti sei mai chiesta, mamma, chi è il sacerdote?<br />
È un uomo qualsiasi che, in un dato momento della sua vita, sente una voce che lo chiama per nome e gli dice: "Lascia<br />
famiglia, affetti, interessi, comodità, patria e seguimi".<br />
Egli sente questa voce, sa che non è la voce del vicino di casa o di un qualsiasi altro uomo, sa che è diretta a lui senza<br />
possibilità di equivoci, sa che viene da Colui che sul mare di Galilea chiama Pietro ed Andrea e che nel corso dei secoli<br />
chiama tanti e tanti altri, in circostanze e con modalità diverse, ma chiama, e tutti vanno attratti e posseduti da questa<br />
voce e nessun sacrificio è talmente grande da ostacolare quel richiamo.<br />
È un fatto puramente naturale, questo? E perché proprio lui e non un altro?<br />
E perché è scelto tra migliaia o forse milioni di uomini?<br />
Quella voce non si limita a chiamare, ma ricopre il vocato di doni, lo fa partecipe dei suoi carismi, gli dà poteri che gli altri<br />
non hanno, sì che egli può rimettere in Suo nome i peccati di altri uomini, può sciogliere e può legare diventando canale<br />
di unione tra Dio e il Suo popolo in una comunione costante. È il Suo Sacerdote! E tutto questo, mamma, rientra nel naturale?<br />
La verità è che tanti, tanti prescelti di oggi, immersi come sono nel naturale, hanno dimenticato quel momento magico<br />
che li faceva sacerdoti di Cristo, capaci, quindi, di riconoscere la Sua voce, ma incapaci di riconoscerla se essa si manifesta<br />
in altri.<br />
Vedi, mamma, come il lamento di Gesù rivolto alla Sua Chiesa, che definisce sclerotica ed asfittica e quindi incapace di<br />
discernere il vero e di arginare il male, è sempre attuale?<br />
Ed a G., marito di R., che ieri sera durante la conversazione chiedeva come mai Don E. avesse avallato i nostri colloqui<br />
con i relativi messaggi, rispondo per lui: "E. ha conservato intatto nel suo cuore il ricordo di quella è ed è in grado di riconoscerla<br />
anche negli altri".<br />
103
5 agosto 1989 – Sabaudia<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri, Padre G., nel venire da te, ha sentito nel suo cuore come se stesse per dissacrare qualcosa di santo;<br />
egli stesso te ne ha riferito e tu brancolavi nel buio in cerca di una spiegazione.<br />
Nel pomeriggio improvvisamente, mentre tu eri attenta ad altre cose, te ne rivelai l'origine.<br />
Ero stato io a suscitare in lui un sentimento di umiltà per disporlo ad accettare in pieno le verità che per tuo tramite volevo<br />
manifestargli.<br />
Oggi voglio farti sapere come egli sia già inserito nel disegno di Dio Padre, che attraverso il Suo amore, rigenererà la<br />
Chiesa di cui Suo Figlio è il Capo.<br />
Se padre G. sarà attento alle mie illuminazioni, lo guiderò personalmente.<br />
Egli saprà a chi dare i miei libri, e formerà a Milano il primo nucleo di questa nuova Chiesa che sarà santa, pura, immacolata,<br />
libera da condizionamenti di potere e soprattutto povera, inattaccabile da qualsiasi forza malefica e, come fulgida<br />
stella, sarà luce e guida per tutti i popoli.<br />
Sarà la Chiesa di Cristo, cattolica, apostolica, romana, come Egli la ha sempre voluta, ma i nuovi apostoli scelti con cura<br />
dalla Sua sapienza infinita saranno gli annunciatori di questa nuova Pentecoste.<br />
Mamma, il momento è grave come tutti i momenti in cui il vecchio deve lasciare il posto al nuovo. A voi si chiede solo fede<br />
ed abbandono e noi vi condurremo indenni all'altra sponda».<br />
7 agosto 1989<br />
Cara A., solo ieri sera al <strong>mio</strong> rientro a Roma da Sabaudia, dove ho trascorso il fine settimana con i miei, ho potuto leggere<br />
la tua lettera e quella della tua amica che ho trovato nella cassetta delle lettere.<br />
La tua lettera diretta a <strong>Nicola</strong> mi ha tanto addolorata e questa notte l'ho invocato perché sia egli stesso a suggerirmi cosa<br />
risponderti senza omettere niente, perché tu possa trovare serenità e pace di cui tanto hai bisogno.<br />
<strong>Nicola</strong> ti è vicino e non ti abbandona mai, come tu stessa hai constatato le tante volte che a lui ti sei rivolta; ma forse non<br />
sai che i miracoli più difficili da ottenere sono quelli che riguardano lo spirito, cioè le conversioni, perché avendoci Dio Padre<br />
creati liberi, per poter operare ha bisogno di un minimo di cooperazione da parte di colui al quale vuole donare la Sua<br />
misericordia.<br />
Solo allora ha inizio il lavorio della grazia, che a volte è lungo e faticoso. Se così non fosse e Dio potesse imporre la Sua<br />
volontà al ribelle, l'inferno non avrebbe ragione di esistere.<br />
Ma ci sono anime che sono talmente succubi del nemico che, pur soffrendo sono incapaci di pronunciare il più timido sì.<br />
Ma Dio attende la Sua ora che a volte è proprio l'ultima, specialmente se anime generose hanno saputo implorare con fede<br />
e con costanza.<br />
In questi casi dolorosi (fra i quali io penso rientri proprio il tuo) le anime, responsabili di non aver opposto resistenza al<br />
nemico che cerca di distruggerle, diventano come marionette tra le sue mani e tutto ciò che esse dicono è dettato dall'odio<br />
nei confronti di chi invece è posseduto dal Dio, bene infinito. Quale il tuo atteggiamento?<br />
Non attribuire ai tuoi fratelli e sorelle le parole roventi ed offensive di cui non sono responsabili, perché suggerite dal nemico<br />
per ferirti ma rimani serena e cerca di vedere nel profondo del loro cuore la loro anima ferita a morte che implora<br />
aiuto.<br />
Prega incessantemente per loro, perché Gesù ama con amore sofferente e particolare queste anime redente anch'esse<br />
dal Suo Sangue e ti chiede con insistenza di farlo.<br />
Un giorno saranno esse stesse a ringraziarti.<br />
<strong>Nicola</strong> vuole donarti la sua pace, sii serena e abbandonati totalmente alla volontà di Dio Amore e alla Sua potenza infinita.<br />
Adesso ti abbraccio. Pina<br />
11 agosto 1989<br />
Non sapevo come risolvere il problema degli errori che man mano erano emersi nella 2° edizione del libro di <strong>Nicola</strong>, pensavo<br />
di includere nel volume l'errata corrige, ma ciò mi avrebbe creato delle difficoltà.<br />
Stamani <strong>Nicola</strong>: «Mamma, se noti bene, quei quattro errori non sono casuali, ma sono stati voluti espressamente dal nemico<br />
per alterare la verità; ricorrere alla errata corrige non è lavoro da poco, e poi il lettore, credimi, è portato a sorvolare;<br />
correggili piuttosto a penna come hai fatto nel libro precedente».<br />
<strong>Il</strong> dialogo con <strong>mio</strong> figlio si svolgeva serenamente ed io ho cominciato a chiedere lumi su questioni che mi stavano a cuore.<br />
Nicò, ieri notte ho fatto un sogno strano: alla radice di una bella pianta vedevo un mostro che per tanto tempo si era ingrassato<br />
a sue spese ed era diventato proprio enorme.<br />
Ad un tratto due uomini lo portavano via ed io chiedevo loro cosa ne avrebbero fatto; mi fu risposto che l'avrebbero ucciso.<br />
Quel sogno ha un nesso con la promessa del Padre che mi aveva assicurato che, se avessi intensamente pregato per<br />
15 giorni, recitando il rosario intero e Via Crucis, T. sarebbe tornata al <strong>mio</strong> cuore?<br />
«Certo, mamma. Dio non può ingannare, ma la Sua promessa non coinvolge solo T. ma tutti i tuoi figli. La pianta eri tu e i<br />
rami di essa, cinque, eravamo noi figli, ma è stato necessario potarne uno (ero io) per far rivivere gli altri.<br />
Ma nota bene, aver tolto il bubbone, cioè aver vinto il nemico, non vuol dire che ad un tratto tutto ritorna come prima;<br />
ricordati che l'analogia con tutto ciò che avviene in natura è sempre valida: tolto il male, inizia il processo di recupero e<br />
poco alla volta le varie ferite, a seconda dell'entità di esse, che varia da soggetto a soggetto, risanano e si chiudono dando<br />
vita ad una nuova rinascita».<br />
104
13 agosto 1989<br />
Nicò, sono sola, amor <strong>mio</strong>, con te e tanto triste perché sempre vivo è nel <strong>mio</strong> cuore ogni giorno di questo mese di agosto<br />
che ha visto la tua ultima sofferenza e la tua dipartita.<br />
Ma ieri mattina mi hai voluto chiarire quale posto occupa l'uomo nel pensiero creativo di Dio; non so se adesso sono in<br />
grado di ricordare, forse se tu mi aiuti, ci riuscirò.<br />
«Mamma, una volta mi hai chiesto di risponderti da quando siamo presenti nel pensiero creativo di Dio e io ti ho detto da<br />
sempre.<br />
Io, tu, ogni uomo siamo stati sempre presenti nel Suo pensiero, per noi creava la luce, gli astri, la natura tutta; si dilettava<br />
nel vedere me sdraiato sulla spiaggia di Sabaudia intento ad ammirare quei tramonti stupendi o nel vedermi sfrecciare<br />
sulla superficie del mare azzurro che per me aveva creato.<br />
Mi aveva ricoperto di doni, tutte sfumature del Suo amore di Padre e li aveva accarezzati, fino a quando in un determinato<br />
giorno del tempo pose in atto il Suo progetto d'amore.<br />
Ma chiamò te, mamma, e ti volle compartecipe, grande dono, immenso dono di cui gli uomini non si rendono conto. Se<br />
quel giorno a Rocchetta Ligure tu avessi dato ascolto a quella ostetrica e avessi mandato a monte la gravidanza uccidendo<br />
in te il germe della mia vita, comprendi quale grande sciagura sarebbe stata?<br />
Avresti privato Dio Padre di un figlio che da sempre aveva accarezzato e che bramava fare compartecipe della Sua gioia e<br />
della Sua gloria, ed avresti impedito a me di raggiungere la felicità di cui oggi sono in possesso. Comprendi, mamma, di<br />
quale delitto si macchiano quelle mamme che volutamente abortiscono?<br />
Mi chiedi se l’inabitazione dell'anima avviene all'atto del concepimento o dopo che il feto è già formato. Ti pare che sia<br />
quello il punto importante?<br />
No, mamma, ostacolare il progetto di un Dio che ama è un atto gravissimo e ancora più grave è interrompere questo<br />
progetto quando è già iniziato.<br />
La responsabilità è enorme e solo l'infinita misericordia di Dio, che accetta un cuore contrito, può far perdonare un'offesa<br />
così grande».<br />
23 agosto 1989 – Ore 3.00<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, alzati e scrivi ciò che ti detto per A., affinché il rivivere con me lo strazio di quei terribili giorni di fine<br />
agosto del 1985, possa aiutarla a sopportare il dolore che tanto l'opprime. A. cara, nessuno più di me ti comprende e la<br />
tua sofferenza la rivivo in pieno perché anch'io la ho vissuta in tutta la sua crudezza.<br />
I miei ultimi giorni dell'agosto del 1985 sono stati tormentati da un caldo terribile come quello che oggi opprime il tuo<br />
corpo e il tuo spirito. Ma a me non era consentito alcun movimento a causa dei vari tubicini delle flebo che mi tenevano<br />
inchiodato a quel letto di tortura.<br />
Nelle lunghe medicazioni interne sul <strong>mio</strong> povero corpo che duravano a volte anche tre ore, ci si preoccupava solo del disagio<br />
del medico e dell'infermiere che erano costretti a praticarle, ma di me, molto, molto di meno.<br />
Quanto, quanto ho sudato! E non credere che il <strong>mio</strong> grande soffrire fosse solo fisico; è stato un abisso di dolore nel quale<br />
sprofondavo totalmente.<br />
E tutto è stato capovolto, e il dolore ha acquistato un volto <strong>amico</strong> e nella mia sofferenza vedevo il volto di persone care<br />
che imploravano il <strong>mio</strong> aiuto, e che a loro volta mi davano la forza di continuare a soffrire.<br />
Così, poco alla volta, tutto il <strong>mio</strong> dolore si trasformava in serena mestizia.<br />
Vedi, il segreto è appunto questo: offrire questo nostro patire a Gesù per le persone che amiamo, ma anche per quelle<br />
che non ci amano.<br />
Vedrai così come tutto per te sarà più semplice nella vita terrena, e come tutto sarà meravigliosamente bello nella vita<br />
eterna che anche tu sei chiamata a conquistare.<br />
Io, <strong>Nicola</strong> non ti lascerò più, A. cara, perché ti voglio bene”.<br />
24 agosto 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, mamma, quello che si è verificato in T. era necessario: è la reazione naturale della sua intelligenza a contatto<br />
della verità; questa, poco alla volta, si farà sempre più strada nella sua mente, che per tanto tempo è stata avviluppata<br />
dalle tenebre, ed arriverà al suo cuore che felice esulterà, sprigionando ondate d'amore così a lungo trattenute per<br />
tutti voi, ma principalmente per te, mamma.<br />
Io solleciterò questo processo, tu mamma, devi soltanto implorare e se la tua supplica sarà corroborata dalla sofferenza<br />
(perché tu soffri, io lo so) essa purificata salirà al Padre come incenso gradito e "il giardino devastato del Suo amore tornerà<br />
più rigoglioso di prima".<br />
Mamma, E. deve ubbidirmi in tutto, senza tentennamenti, ma specialmente nei riguardi di M. perché non possiamo permettere<br />
che col suo agire egli metta in pericolo la missione che il Padre gli ha affidato.<br />
C'è in lui, come in ciascuno di voi del resto, in stato latente ed inconscio, una leggera attrazione per il male; sai perché<br />
agli alpinisti, tesi nel superamento di difficoltà inerenti la conquista di una vetta, si raccomanda di non guardare l'abisso<br />
che si apre ai loro piedi?<br />
Perché non vengano attratti da esso. Io ho il compito di guidarvi, di indicarvi i pericoli, di segnalarvi i punti deboli, ma voi<br />
avete quello di ubbidirmi, e questo vale anche per te, mamma.<br />
105
Per quanto concerne C., di cui a giusta ragione ti preoccupi, devi guidarla con dolcezza ma con mano ferma; dille di non<br />
rifiutare il morso, perché è proprio quel morso che consente a noi di condurla per sentieri sicuri. Adesso, stai serena ed<br />
apriti sempre più al <strong>mio</strong> amore».<br />
25 agosto 1989 - Ore 3.20<br />
Un leggero turbamento aveva pervaso il <strong>mio</strong> spirito al pensiero della mia diretta partecipazione ad avvenimenti così rivoluzionari<br />
che richiedono da parte mia la totale adesione ad un disegno di Dio ancora così oscuro e complesso.<br />
<strong>Nicola</strong>, vicino più che mai, parla al <strong>mio</strong> cuore prima che alla mia intelligenza.<br />
«Mamma, amore <strong>mio</strong>, non essere turbata, ma abbandonati totalmente alla tua percezione e sentirai che tutto, tutto rientra<br />
nel volere di Dio Padre.<br />
Sappi che niente vi può venire di male da Colui che da sempre vi ha amati e che vi precede sulla strada che desidera che<br />
voi percorriate allontanando pericoli e spine dal vostro cammino, come solo un Padre amoroso e potente può fare per la<br />
sua creatura.<br />
Ti accorgerai come la proposta più assurda ed inintelleggibile a cui tu con fede aderisci, si trasformi in qualcosa di meraviglioso<br />
e di grande man mano che il disegno prende consistenza e si delinea con chiarezza al tuo spirito.<br />
Sappi che tu assieme ad altri sarete i precursori e gli annunciatori di quest'era nuova, che come l'aurora già si manifesta<br />
su tutta la terra.<br />
<strong>Il</strong> vecchio non può più reggere e deve dare il posto al nuovo.<br />
Come nell'Antico Testamento Dio chiamava per nome i prescelti e comandava loro cosa dovessero fare, così Egli fa adesso<br />
e tu puoi rendere testimonianza di ciò.<br />
Non temere di sbagliare perché lo Spirito Santo fugherà ogni dubbio, Egli è lo stesso che ha guidato e guida la Chiesa di<br />
Cristo anche in questo doloroso trapasso.<br />
Ciò è necessario, mamma, perché Essa ritorni fulgida e splendente come era all'inizio.<br />
Ricordi? Ad Abramo, già vecchio, Dio disse: "Lascia ogni cosa, prendi il bestiame che ti è necessario, una tenda e ti condurrò<br />
verso la terra promessa".<br />
La storia si ripete, come vedi, e il Dio delle genti guida il Suo popolo verso "la terra promessa, il Cielo".<br />
Abbi fede, tanta fede ed abbandono e non ti chiedere mai dove ti portano le mie parole, che non fanno che ripetere le<br />
stesse parole del Padre.<br />
Sii serena mamma, e non offrire il tuo fianco al nemico che vuole atterrarti attraverso il tuo dolore di madre».<br />
26 agosto 1989<br />
F., A., M. e le ragazze, dovevano partire a mezzogiorno per la Grecia, ma stamani A., preoccupata mi telefona, perché E.<br />
aveva avuto durante la notte un abbondante flusso emorragico e non sapeva proprio cosa dovesse fare, se partire o meno.<br />
Mi prega di chiedere lumi a <strong>Nicola</strong>, ma la mia agitazione mi impedisce di comprendere con chiarezza quanto <strong>Nicola</strong> mi<br />
vuol dire.<br />
Allora, un pò disorientata, penso di ricorrere a V. o a C. Sento <strong>Nicola</strong> che, rattristato, mi dice: «Mamma, perché vuoi chiedere<br />
ad altri quello che io stesso posso dire a te?».<br />
Provo un grande dolore e mi scuso con lui dicendogli che avevo tanto desiderato che i miei figli avessero fatto una vacanza<br />
distensiva e serena.<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, proprio questo faranno, come tu desideri ».<br />
Di lì a poco E. è perfettamente in sesto e, tutti rasserenati, partono come avevano progettato.<br />
27 agosto 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, qualche volta ti sei chiesta come mai vi esortiamo alla prudenza e a mantenere riserbo e silenzio perché<br />
i disegni di Dio non vengano a conoscenza di chi opera nel buio per distruggerli.<br />
Giustamente hai pensato che a Satana, puro spirito intelligentissimo ed astuto, nulla sfugge dei vostri intendimenti; adesso<br />
ti chiarirò anche questo aspetto che da sola non riesci a capire.<br />
Ti avevo spiegato l'altra volta come il contatto tra noi puri spiriti e voi ancora carnali non è facile a causa della vostra umanità<br />
imperfetta e limitata, ed esso è più o meno agevole a seconda della vostra intima unione con noi che lo provochiamo.<br />
Diventate così strumenti che operate secondo il nostro disegno di amore.<br />
Ciò avviene anche nei riguardi di Satana e delle anime da lui sedotte: pericolosissime quelle da lui totalmente possedute,<br />
ancora brancolanti nel buio, quelle che non riescono a captare i comandi del loro padrone infernale.<br />
Ecco perché ogni vostra imprudenza, ogni vostra rivelazione le mette appunto in condizione di capire meglio e nuocere a<br />
questo disegno.<br />
La conoscenza che ha Satana del disegno di Dio è solo intuitiva e non assoluta e lo sforzo di venirne a parte è diretto soprattutto<br />
verso coloro che Dio rende compartecipi del Suo disegno; ecco perché esso vi viene rivelato a piccole dosi».<br />
Voci: «<strong>Nicola</strong>, essendosi totalmente immolato per la moglie, la famiglia, gli amici e il mondo intero, è stato costituito tesoriere<br />
di grazie. <strong>Nicola</strong> è il capolavoro di grazia di Maria SS.ma».<br />
106
29 agosto 1989<br />
Nicolù, mi chiedevo, ma proprio io?<br />
«Mamma, se dai uno sguardo alla tua vita, ti accorgi subito che esce dal normale, credi che siano tanti i resuscitati?<br />
Vivi la tua pace, non pensare a niente, accettagli eventi con la gradualità con cui ti vengono rivelati. Abbandonati totalmente<br />
all'amore del Padre e alla luce dello Spirito».<br />
31 agosto 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mammuzza mia, ieri per T. hai sofferto molto, hai sofferto con tutta te stessa fino a sfiorare l'infarto in<br />
uno spasimo totale fatto di spirito e di carne.<br />
Io ti sono stato vicino seguendo con dolore ma anche con gioia quella tua presa di coscienza di una realtà che da tempo ti<br />
era sfuggita: che non sei solo spirito, ma che devi amare anche con la tua carne in maniera completa, così come Dio ti ha<br />
creata.<br />
Vedi mamma, era come se tu camminassi con una sola gamba, e se hai fatto tanta strada è perché Gesù stesso ti sorreggeva<br />
e quando era umanamente impossibile farcela era Lui che ti prendeva tra le Sue braccia, e non credere che questa<br />
sia solo una immagine retorica.<br />
Ma dovevi guarire, anche se attraverso una sofferenza così acuta, come anche T., per la quale era indispensabile la conoscenza<br />
della verità, doveva essere a tu per tu con essa, sapere di avere sbagliato.<br />
I tempi di maturazione siete voi a determinarli, io farò di tutto, creerò tutte le circostanze perché ciò avvenga al più presto,<br />
ma c'è una parte che spetta a voi fare.<br />
Anche la tua fede sarà più forte perché sarà sorretta da un corpo attivo, pronto a gioire ad un minimo impulso dello spirito.<br />
Sarà allora un amore totale verso Dio e verso il prossimo, amore che genera azione, azione che riconduce all'amore<br />
unico cioè a Dio.<br />
Sii forte mamma, abbandonati con fede sempre più viva tra le braccia del Padre che ti chiama: mia diletta, tra le braccia<br />
del Tuo Gesù che ti dice: "Mio piccolo Tabernacolo Vivente", allo Spirito che poco alla volta ti si rivela col suo fuoco intenso,<br />
a Maria che, madre come te, ti comprende e ti ama, ed a me, mamma, che sono una parte di te stessa, che sono<br />
tuo figlio <strong>Nicola</strong>, il più piccolo, forse allora il più lontano, ma ora il più intimamente vicino.<br />
V. ti chiede un messaggio per sé. Mamma, V. è nutrita come una bambina lattante direttamente dal Padre, cosa teme?<br />
Vedi, mamma, sono i vostri continui perché a cui non potete dare una risposta per la limitatezza della vostra intelligenza,<br />
che creano continui dubbi fiaccando la vostra fede e togliendovi quella pace di cui avete un imprescindibile bisogno.<br />
Create da voi stessi il terreno adatto per gli attacchi del nemico e poi vi lamentate e piagnucolate, quando addirittura non<br />
accusate noi che tardiamo a venire in aiuto.<br />
Ascoltami, mamma, è saggio vivere alla giornata, come si suole dire, ma è meglio vivere momento per momento in un<br />
abbandono totale, sapendo che niente vi può venire di male da Colui che da sempre vi ha amati e che vi precede sulla<br />
strada che desidera che voi percorriate, allontanando pericoli e spine dal vostro cammino come solo un Padre amoroso e<br />
potente può fare per la sua creatura.<br />
Ti accorgerai come anche la proposta più assurda e inintelleggibile, a cui tu con fede hai dato il tuo assenso, si trasformi<br />
in qualcosa di meraviglioso e di grande man mano che il disegno prende consistenza e si delinea con chiarezza al tuo spirito.<br />
Sii serena mamma, e non offrire il tuo fianco al nemico che vuole atterrarti attraverso il dolore di madre».<br />
1 settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Notte tormentata questa, mamma, le tentazioni erano incalzanti, seguite da momenti intensi di preghiera e di<br />
comunione con il tuo Gesù di Nazaret.<br />
Io ti ero vicino, vedevo a volte il tuo annaspare e ti tendevo una mano o aspettavo che da sola avessi ripreso fiato, ma<br />
ora è passata e voglio istruirti al riguardo.<br />
Sappi, mamma, che quando il nemico si fa più aggressivo è perché la strada da voi intrapresa è quella voluta da Dio stesso,<br />
è quella della sua sconfitta.<br />
Allora egli usa tutti i mezzi per abbattervi. Come uscirne vittoriosi?<br />
Invocateci continuamente con fede e umiltà, non temete mai e assieme a noi vincerete.<br />
Ora voglio istruirvi sul valore della parola che tanto spesso trascurate.<br />
Ogni parola esprime un suo preciso significato, una realtà, una verità profonda che va meditata perché possa veramente<br />
diventare un vostro patrimonio spirituale, capace di indirizzare tutte le azioni della vostra vita.<br />
Altrimenti le parole passano lasciando solo una fugace immagine nella vostra intelligenza, così come le acque di un fiume<br />
nel loro incessante scorrere.<br />
Ogni parola, specialmente se vi viene comunicata dalla fonte della verità, racchiude un significato ancora più profondo che<br />
voi non potete disperdere, esso è lume, è indirizzo e guida.<br />
Prenderne conoscenza con serietà, con spirito retto e puro, con impegno riconoscendo sempre la vostra infinita limitatezza<br />
ed invocando lo Spirito di Dio.<br />
È quello che vi chiediamo espressamente». Grazie, Nicolù.<br />
107
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu mi ascolti e io ti parlo, non una nube venga a turbare i momenti radiosi di questo pomeriggio, siano<br />
essi come il viatico che rafforza l'anima nel suo cammino verso il cielo, perché voi avete iniziato già questo cammino di<br />
luce che vi condurrà dove siamo noi.<br />
Oh mamma, vi chiediamo abbandono totale, e tu non farmi mai domande, cosa potrei dirti che tu possa capire? È tutto<br />
talmente grande e potente, sì potente, perché tutto ciò che Dio opera è semplicemente potente.<br />
Ti dicevo che la luce si sta irradiando su tutta la terra, luce vera e solo quando essa prenderà possesso di ogni cosa tacerà<br />
il cannone per sempre e i popoli si ameranno.<br />
Sappiate attendere nel silenzio e nell'orazione, perché il giorno è vicino».<br />
2 Settembre 1989<br />
Nicò, mi sento invasa come da leggera foschia che mi impedisce di vedere nitidamente il panorama bellissimo che mi si<br />
presenta dinanzi e mi sfuggono i contorni causandomi un senso di smarrimento e di immensa tristezza ed impedendo al<br />
<strong>mio</strong> cuore di aprirsi a quella gioia intima, profonda che pure dovrebbe essere il risultato delle emozioni per gli avvenimenti<br />
di cui anch'io come gli altri sono stata protagonista.<br />
Che cos'è, Nicolù? Forse c'è in me qualche cosa che non va?<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, rasserenati, non è perché non ne sei degna o non ne sei capace, al contrario tutto il tuo essere è pronto<br />
all'accoglimento di quanto vi riveliamo, ma è il tuo cuore che soffrendo ancora nel suo intimo per T, non è in grado di lasciare<br />
il posto alla gioia; ad ogni ondata di gioia si contrappone una di grande tristezza che impedisce alla prima di prendere<br />
possesso del tuo cuore.<br />
Anche in fisica, mamma, un corpo non può occupare il posto già occupato da un altro corpo. Ecco perché ti dicevo di non<br />
offrire il tuo fianco al nemico che vuole atterrarti attraverso il tuo dolore di madre.<br />
Anche in questo caso specifico è la tua fede che deve far leva, fede nella parola di Dio Padre che non può mentire e che ti<br />
dice che presto T. tornerà al tuo amore, così gli altri, e fede in me che ti spiego i continui movimenti della grazia.<br />
Tu sei a posto, mammuzza cara, sei pronta all'impatto con quanto Dio Padre e il tuo Gesù ti chiedono e a quanto lo Spirito<br />
sta operando in te, sii solo serena, fiduciosa e non ti distaccare mai da me, invocami e io ti sono vicino».<br />
3 Settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Ascoltami, mamma, fino a quando il tuo animo non sarà completamente pervaso dalla luce dello Spirito Santo e<br />
la verità non prenderà possesso della tua intelligenza e quindi del tuo cuore o viceversa, questa specie di annebbiamento<br />
che ti porta all'inerzia, all'abulia non cesserà. Sì, è necessario da parte tua una disposizione più positiva verso una preghiera<br />
più intensa come dice C, ma non temere, io ti sono vicino e non ti lascio sola, mamma, e la mia supplica presso il<br />
Padre perché la tua fede non venga meno è ininterrotta e potente.<br />
Vedi, mamma, l'opera dello Spirito Santo nei confronti dell'uomo ha avuto inizio prima ancora che egli fosse stato creato<br />
da Dio, ha avuto inizio con la creazione del mondo visibile.<br />
Lo Spirito di Dio ha accompagnato questa creatura durante l'accavallarsi dei millenni, tanti, mamma, in un'opera vivificatrice,<br />
santificatrice che è impossibile alla vostra limitata intelligenza comprendere.<br />
Solo in Cielo, quando non vi saranno più limiti alla vostra capacità di intendere, vi sarà tutto chiaro e comprenderete perché<br />
lo Spirito Santo viene chiamato Spirito d'Amore.<br />
Mentre i millenni passati restano completamente nell'ombra e tutte le congetture vostre sono semplicemente ipotetiche,<br />
la Bibbia è il primo documento scritto che vi parla di quest'opera incessante di Dio Padre attraverso lo Spirito Santo.<br />
Le voci dei Profeti sono la Sua voce, la testimonianza degli avvenimenti che in essa sono raccontati vi parla di questa presenza<br />
continua e ininterrotta nella storia dell'umanità.<br />
Presente nel Vecchio Testamento, presente nel Nuovo con l'avvento del Cristo, presente oggi con l'era nuova che vi viene<br />
annunziata e che è già presente negli spiriti più capaci di recepirla. <strong>Il</strong> vecchio mondo ebraico ha lasciato il posto al nuovo,<br />
l'era del Cristo Crocefisso, quello che finora era stato il nuovo lascerà il posto al nuovissimo, l'Era dello Spirito Santo in cui<br />
il Cristo sarà non più il reietto delle genti, ma il Trionfatore.<br />
Questa verità ti riempie il cuore di gioia e tu esulti intimamente, ma è il tuo Gesù stesso che esulta in te e con te.<br />
Vedi perché vi mandiamo a consultare la Bibbia quando invocate lo Spirito di verità?<br />
Perché possiate sentire come stessa sia la voce che parlava attraverso i profeti e come non c'è e non ci può essere frattura<br />
ma solo una evoluzione positiva, come le acque del fiume che si arricchiscono e si ingrossano trascinando con sé detriti<br />
e rifiuti, ma per tutto sommergere nel mare infinito.<br />
La Chiesa di Cristo, fondata sugli Apostoli, resterà tale perché lo Spirito di essi (e tu sai che lo Spirito non muore) rivive<br />
nei nuovi apostoli e, come allora, essi opereranno come nuovi profeti dell'ultima ora e possederanno lo Spirito dei profeti<br />
del vecchio testamento, perché è lo Spirito Santo che ha operato attraverso loro e continua ad operare attraverso i nuovi.<br />
Gli uomini sono soltanto strumenti.<br />
Ecco perché lo Spirito di Matteo rivive in me e attraverso me in te e così quello di Giovanni in C e di Pietro in E.<br />
Mamma, voi commettete l'errore, o per curiosità o per smania di precorrere i tempi, di chiederci continuamente illuminazioni<br />
su avvenimenti che debbono ancora accadere e che fanno parte del segreto di Dio, avvenimenti che possono anche<br />
subire variazioni a causa della vostra volontà libera, che può anche influire negativamente, e non vi fermate a rivedere e<br />
meditare sugli avvenimenti che appartengono al passato e che ormai hanno subito il vaglio della storia. Vi accorgereste di<br />
questo disegno unitario di Dio che si snoda ininterrotto attraverso i millenni e unisce il vecchio al nuovo, e comprendereste<br />
meglio di qualsiasi rivelazione quale prossimo futuro sarete chiamati a vivere».<br />
108
5 Settembre 1989<br />
Nicò, metto sotto la tua protezione Don A.<br />
«Mamma, c'è già. Chi credi ti abbia spinto verso di lui e lui verso di te?<br />
Ma ora è necessario che voi lo proteggiate con una incessante preghiera creando attorno a lui un rete di difesa perché<br />
cammina su di un campo minato.<br />
Ricordi quel colloquio con Don E?».<br />
Don A. chiedeva a C. se, in riferimento alle locuzioni interiori, qualche volta fosse assalita da dubbi.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, vorrei ulteriormente illuminarti su punti che ancora non sono perfettamente chiari al tuo spirito: sulle<br />
locuzioni interiori.<br />
Ti avevo già spiegato in maniera razionale come avviene e si concretizza una locuzione interiore, cioè questo contatto tra<br />
il vostro spirito e il nostro e quali gli elementi indispensabili perché ciò si attui nel migliore dei modi «fede semplice, abbandono<br />
totale, silenzio interiore, desiderio vivo di compiere la volontà di Dio, perché tale dono particolarissimo è soprattutto<br />
dono di Dio».<br />
Ma, come in tutte le cose, c'è sempre un cammino d’attuare, a volte lungo, a volte più breve a seconda della partecipazione<br />
della vostra volontà, ma soprattutto dell'intensità del vostro amoroso desiderio.<br />
Poco alla volta il vostro animo, aprendosi alla grazia dello Spirito, riesce sempre più a riconoscere la voce dell'essere amato<br />
che a esso si manifesta.<br />
Ma, data la vostra pur sempre limitata capacità di ascolto inerente alla vostra umanità ferita dal peccato d'origine, tale<br />
colloquio non è esente dal pericolo di interferenze diaboliche, che turbano o capolvogono la verità i tali interventi sempre<br />
rivelata.<br />
Ci sono mezzi per capir chi è a monte di ogni locuzione.<br />
Sono segni inequivocabili della loro origine santa, se apportano alla anima gioia, pace e frutti di bene, diversamente causano<br />
profondi turbamenti.<br />
Ma adesso mi preme farti capire come la locuzione, che per specifico dono di Dio si attua tra me e te, sia esente da qualsiasi<br />
interferenza diabolica.<br />
<strong>Il</strong> rapporto che esiste tra me, tuo figlio, e te, mia madre, è talmente intimo, viscerale, epidermico che è impossibile qualsiasi<br />
interferenza.<br />
Una madre per istinto riconosce la voce del figlio, fosse pure tra mille voci, perché è una parte di se stessa che vibra e si<br />
rivela al suo cuore. Le interferenze che si possono verificare sono soltanto manuali, come gli errori nel <strong>mio</strong> secondo libro,<br />
ma non mai a livello di locuzione.<br />
Io parlo e tu mi capisci, tu parli e io so perfettamente cosa nascondono le tue parole e non solo per la capacità del <strong>mio</strong><br />
spirito già santo, ma perché sono tuo figlio e tu sei mia madre.<br />
Sii serena, mamma e mai nessun dubbio venga a turbare il tuo cuore, sono solo i tuoi occhi carnali che non mi vedono o i<br />
tuoi orecchi che non odono il suono delle mie parole, ma io sono accanto a te e parlo direttamente al tuo cuore».<br />
7 settembre 1989<br />
Questa notte ho invocato lo Spirito Santo, Esso ha invaso il <strong>mio</strong> spirito, dandomi una sensazione mai provata prima, come<br />
se ad un tratto avesse abbattuto una porta fino allora rimasta chiusa, inondandomi di luce, di calore, di serenità.<br />
Squarci su di un mistero profondo mi si sono rivelati e il <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> (è sempre lui), usando immagini adatte alla mia povera<br />
umanità, me ne svela l'arcano.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi, mamma, tu hai generato dei figli rendendoti compartecipe di un atto talmente sublime, di un mistero talmente<br />
grande ed insondabile di Dio Padre quale è la procreazione. La tua maternità è grande, è un capolavoro di grazia<br />
così come grande è la maternità di L, che generata da te, a sua volta genera F, anch'egli figlio della sua stessa carne come<br />
L è di te.<br />
Maria SS.ma è prescelta dal Padre e con Lei, purissimo fiore non contaminato d'Israele, inizia l'era della redenzione. Ecco<br />
perché Maria SS.ma, completamente invasa dallo Spirito, prorompe nel meraviglioso osanna al Creatore col cantico del<br />
Magnificat:<br />
«Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il Suo Nome».<br />
Con V., fiore del nostro tempo, inizia l'era della restaurazione; restaurazione che comincia proprio da lei stessa, che, attraverso<br />
il suo sì sofferto, la rinuncia alla sua volontà, in un totale abbandono alla volontà del Padre, si rende disponibile<br />
affinché Dio possa realizzare il Suo stupendo disegno d'amore.<br />
Come vedi, la maternità di Maria SS.ma è grande come grande sarà quella di V., così come grande è stata la tua e ugualmente<br />
grande quella di L..<br />
È il disegno di Dio che si attua nelle creature da Lui prescelte che è profondo, insondabile, sconfinato. La gioia dovrebbe<br />
invadere il vostro cuore e, se anche il timore vi invade, che esso sia timore santo per qualcosa di veramente grande che vi<br />
coinvolge in prima persona, e mai dubbio, scoramento, tristezza».<br />
109
11 Settembre 1989<br />
Esco appena fuori da una brutta zampata del nemico che aveva insinuato dubbi nel <strong>mio</strong> animo spingendomi a non pensare<br />
più a niente, a non fare più niente e a riposarmi senza più lottare.<br />
<strong>Nicola</strong>, con viva apprensione e dolore: «Mamma, mammuzza mia, non puoi fare questo; ti adageresti in un letto di morte.<br />
Ascoltami, io, il tuo <strong>Nicola</strong>, ti sono vicino, io che sono già nella verità, non posso ingannarti; devi credermi, mamma, comprendi?<br />
Tu supplichi l'unico Dio e la tua preghiera è sincera, è scevra da egoismo perché cerchi solo la Sua gloria, non ti importa<br />
niente di te perché ami questo Dio che ti è Padre e lo ami nelle Tre Persone. Può questo Dio che accetta la tua supplica,<br />
che vuole il tuo amore e tanto ti ama, ingannarti?<br />
Può la sua parola eterna e incorruttibile che ti comunica la Sua Santa volontà, non essere vera?<br />
E se si serve di me che sono tuo figlio e se ha concesso a me questo privilegio, non pensi che l'abbia fatto perché nessun<br />
dubbio possa sfiorare il tuo animo o sminuire la tua fede?<br />
Ma non vedi che tutto è eccezionale, che niente è casuale, che tutti gli avvenimenti passati e presenti fanno parte di un<br />
Suo disegno meraviglioso?<br />
Mamma, mamma mia, come ti ho stretto al <strong>mio</strong> cuore quando ti ho visto vacîllare!<br />
Avrei voluto col <strong>mio</strong> abbraccio, che tu non percepivi, infonderti tutta la fede e il coraggio di cui avevi bisogno.<br />
Non allontanarti da me, basta che tu mi chiami ed io ti salvo.<br />
Sii serena, mamma, il volere di Dio si compie anche a vostra insaputa perché Lui è il potente, ma tu sii fedele e ripeti<br />
sempre: «Credo in Te, Signore! ».<br />
12 Settembre 1989 - Ore 4.19<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi mamma, l'altra volta ti avevo spiegato che quando voi soffrite di disturbi inerenti alla sfera dello spirito: depressione,<br />
angosce, incubi che possono anche portare allo squilibrio fisico o alla pazzia, a meno che non abbiate ricevuto<br />
un colpo in testa che abbia leso organi o zone in cui risiedono tutte le facoltà intellettive, non si tratta mai di una vera e<br />
propria malattia ma di ingerenze diaboliche più o meno estese che vanno dai disturbi fino ad arrivare alle possessioni.<br />
Questo è il caso di M. e l'azione di oppressione e di disturbi in quell'anima è duplice perché è diretta non solo a lei stessa<br />
ma, per suo tramite, ad E.<br />
L'altra volta avevo detto ad E. di usare dolcezza con quella anima, perché fragile e soggetta a spezzarsi in quanto prigioniera<br />
del nemico e incapace di reagire, ma l'aiuto che E. deve darle non è solo di compatimento ma di vero amore, usando<br />
i mezzi che Dio gli ha dato: gli esorcismi. Libererà così M., ma libererà soprattutto se stesso perché, senza rendersene<br />
conto, egli subisce questa influenza negativa che lo tallona e smorza in lui lo slancio, la forza, la costanza verso il bene.<br />
Ho sentito, mamma, la tua muta preghiera per M l'altra sera e ti son venuto incontro.<br />
Io l'aiuterò e la guarirò, ma E. mi deve ascoltare».<br />
13 Settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Ieri M. ha tentato l'attacco nei tuoi confronti, tu sei rimasta abbastanza serena ma mi chiedi lumi. Non temere<br />
mamma, perché io ti avvolgo tutta con la mia ombra e neppure un capello ti sarà torto. Se voi sapeste quante miriadi di<br />
esseri immondi cercano di assediarvi!<br />
Essi però non possono oltrepassare quella determinata linea e sanno che nulla possono contro di voi perché noi vi proteggiamo.<br />
È la nostra luce che paralizza ogni loro movimento. È inutile il ragionamento con coloro che dimorano in M., è meglio<br />
troncare. Tu temi che venga ai Tabernacoli Viventi e possa nuocere ad essi, vi darà certo fastidio, ma io proteggerò il<br />
Movimento.<br />
Voi restate uniti e fermi nella fede. E. ha agito bene, egli era il più esposto.<br />
Adesso, mamma, che mi hai concesso un pò più di spazio ti chiarirò il sottile e perfido gioco di Satana. M. non mi attacca<br />
direttamente, lei sa che sia tu che E. credete fermamente in me, né attacca il <strong>mio</strong> libro che esalta e porta alle stelle, né la<br />
mia santità a cui dice di credere, ma vi contrappone la sua santità, la sua vita eucaristica, il bene che fa e che dice di sentire.<br />
Così facendo insinua in voi il dubbio che io possa essermi sbagliato, o che tu, mamma, non abbia capito quello che io avrei<br />
voluto dirti e così demolisce tutto il libro e le verità che esso contiene. Capisci adesso perché è veramente perversa e<br />
pericolosa?<br />
Perché vi attacca nell'intimo, vi attacca nella fede».<br />
Gesù: «La grazia è entrata nella vostra casa, ma voi non ve ne siete neppure accorti».<br />
Per P. <strong>Nicola</strong>: «Ascoltami P, quello che per bocca di mia madre ti ho detto ieri sera, l'hai perfettamente accettato perché<br />
tu credi in me.<br />
Riappacificata col Dio delle Misericordie attraverso i Sacramenti, più serena e più in pace con te stessa, sei ora in grado di<br />
ascoltarmi.<br />
Chiedi tu al Tribunale Ecclesiastico l'annullamento del tuo matrimonio che ti impedisce di realizzare un rapporto santo con<br />
l'uomo che tu ami.<br />
Ribadisco che solo la Chiesa di Cristo può sciogliere e può legare un vincolo per il potere conferitole direttamente da Gesù.<br />
110
Ma il Tribunale Ecclesiastico è formato da uomini che sono esseri limitati, soggetti a sbagliare e a sciogliere ciò che invece<br />
non doveva essere sciolto, o legare ciò che doveva al contrario essere sciolto.<br />
Ma intendimi bene: se l'errore è imputabile solo alla limitatezza della natura umana e non all'inganno o superficialità (e<br />
questo sia che si riferisca ai giudici o ai giudicandi), il verdetto viene registrato in Cielo ed è quindi valido, ma guai a coloro<br />
che, mentendo, cercano di capovolgere in loro favore un giudizio insindacabile, servendosi di un potere che Dio stesso<br />
conferisce alla Sua Chiesa.<br />
Tu sii serena, non mentire mai ai giudici ma soprattutto a te stessa, e prometti al Signore di fare soltanto la Sua volontà.<br />
Nel frattempo mantieni un contegno il più lineare possibile in modo da non scandalizzare. lo ti sono vicino”.<br />
17 Settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu sai che il nemico non potendo attaccare noi attacca voi, perché può ancora distruggervi e annientando<br />
voi ferisce Dio e distrugge il progetto che Dio ha su di voi.<br />
Vedi come sia importante, importantissimo che voi vi abbandoniate totalmente con la vostra umile volontà a tutti i nostri<br />
suggerimenti, a tutte le nostre ispirazioni senza permettere che il più piccolo dubbio sfiori il nostro spirito, perché tu sai<br />
che il dubbio fiacca la vostra fede e vi rende più vulnerabili.<br />
Stiamo noi combattendo accanto a voi la più accanita battaglia che si possa immaginare e la nostra vittoria dipende dal<br />
vostro sì incondizionato, dal vostro abbandono totale alla nostra volontà che ci permette di guidarvi e farvi uscire indenni<br />
da tutti i trabocchetti e vittoriosi da tutti gli attacchi.<br />
Come vedi, mamma, occorre una fede sempre più forte, un amore sempre più intenso per Dio che vi consola e vi fa partecipi<br />
di avvenimenti così grandi.<br />
Tu sai come, per fortificare la fede degli Apostoli prima della passione, Gesù li fa assistere alla Trasfigurazione, così è stato<br />
per voi, pregate, pregate sempre per non cadere in tentazione, e non temete perché Dio è con voi.<br />
Noi siamo con voi e io son proteso su di te, mamma, con tutto il <strong>mio</strong> amore di figlio».<br />
19 Settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma bella, ascoltarvi, tu lo sai che quando mi invochi il tuo grido scaturisce dalle viscere più profonde del tuo<br />
essere e così quando io ti chiamo e mi rivolgo a te col nome di mamma. Come vedi, è talmente saldato naturalmente il<br />
nostro rapporto per cui non è possibile nessuna interferenza.<br />
Esso è un punto fermo. Io, attraverso te, ne do conferma anche agli altri. Dillo a G che non tema di essere tratta in inganno,<br />
perché è il Padre stesso che le parla e attraverso i miei messaggi a te non faccio che confermarlo, servendomi delle<br />
Sue stesse parole.<br />
A., che è la parte di me rimasta su questa terra, farà anche lei parte del gruppo di Roma; se l'è meritato attraverso il suo<br />
lungo calvario di sposa rimasta priva dell'uomo che amava e, se io sono arrivato alla gloria, lo debbo al suo amore e alla<br />
sua dedizione, che spingeva il <strong>mio</strong> spirito ad un eroismo così grande quale l'immolazione totale.<br />
Tutto rientra, mamma, in quel disegno meraviglioso di Dio Padre che coinvolgeva me, te, e ora vi fa protagonisti in prima<br />
persona su questa terra mentre noi, dall'alto, vi guidiamo, meglio ancora, siamo accanto a voi e combattiamo questa gigantesca<br />
battaglia.<br />
Siate fiduciosi, mamma, perché la vittoria sarà nostra.<br />
Ricordi, mamma, il grido di S. Michele quando, al tuo naturale turbamento per la rivelazione che tutto l'inferno era contro<br />
di te e altre voci ti dicevano che tutto il Cielo era con te, ti disse: «Chi più potente di Dio se non Dio stesso?».<br />
Mamma, non ti meravigliare del cambiamento dei nomi. Anche tra gli innamorati su questa terra usa cambiare il nome, si<br />
danno magari un buffo nomignolo di animale (tu sai a chi mi riferisco) forse a sancire il possesso, l'appartenenza di uno<br />
all'altro.<br />
Tu chiamavi papà: «Pippù» e lo stesso faceva lui.<br />
Nel vostro specifico caso i motivi sono anche di prudenza e di protezione da parte di Colui che vi ama. Inoltre non dimenticare<br />
che Gesù cambia il nome di Cefa in quello di Pietro a colui che sarà il Capo visibile della Sua Chiesa”.<br />
20 Settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non pensare che ci sia contraddizione alcuna nei nostri messaggi, perché essi risentono di una strategia<br />
che viene continuamente aggiornata per parare e costringere il nemico a rivelare i suoi piani e sconfiggerlo nei suoi attacchi.<br />
Devi pensare ad una vera e propria battaglia di dimensioni immense tra l'inferno e il cielo, i cui protagonisti siete voi che<br />
combattete su questa terra esposti a tutti i trabocchetti ed insidie di un nemico aggressivo e saturo d'odio terribile.<br />
Voi siete i nostri strumenti fragili e limitati, ma forti della potenza di Dio.<br />
Ecco perché vi chiediamo una docilità ed ubbidienza assoluta, senza chiedervi mai il perché delle nostre richieste che possono<br />
sembrarvi assurde e ridicole, ma che tali non sono; dovete comprenderlo bene questo, mamma; anche una sfumatura,<br />
uno sbaglio può far perdere una battaglia o ritardare un evento così importante per la salvezza dell'umanità, mettendo<br />
in pericolo la salvezza eterna di tante anime.<br />
Mi ascolti, mamma? Chiarisci agli altri e dissolvi ogni dubbio nei loro cuori.<br />
<strong>Il</strong> disegno e il piano di attuazione solo il Padre lo conosce, a voi lo rivela a piccolissime dosi ed ogni battaglia vinta, ogni<br />
caposaldo conquistato, assicurano sempre più la vittoria finale. Siate fedeli e umilmente ubbidienti».<br />
111
25 Settembre 1989<br />
L'altro giorno in televisione avevano dato un film di fantascienza che riproponeva lo interrogativo se ci sono altri mondi<br />
abitati da spiriti intelligenti.<br />
A <strong>mio</strong> marito, che ne aveva sollevato il quesito, rispondevo di sì ricordandomi una affermazione data da Gesù stesso a<br />
Maria Valtorta.<br />
Ma <strong>mio</strong> marito insisteva dicendo che non era possibile perché Gesù per redimere l'umanità era venuto solo su questa nostra<br />
terra.<br />
Chiedo a <strong>Nicola</strong> lumi ed egli ieri mattina così mi risponde:<br />
«Mamma, ascoltami, perché tu possa comprendere qualcosa devi risalire all'evento tragico in cui Lucifero si ribellò a Dio<br />
e, sconfitto dall'Arcangelo S. Michele, fu catapultato sul pianeta terra con gli Angeli che lo avevano seguito nella sua follia.<br />
Tu non sai che il nostro pianeta fu il primo di una lunga serie ad essere abitato, e qui il perverso decretò di prendersi la<br />
rivincita su Dio stesso adescando Eva e, con essa, Adamo.<br />
Ecco perché la necessità di salvare attraverso il Figlio, Gesù, e la Sua dolorosissima Passione questa fetta di umanità che<br />
gli è stata infedele».<br />
<strong>Il</strong> problema è molto arduo e complesso e chiedo conferma al Padre tramite P.<br />
<strong>Il</strong> Padre: «<strong>Nicola</strong> ha posto il seme nel cuore della madre, poi a poco a poco vi svelerò questa parte di mistero che tanto vi<br />
assilla».<br />
26 settembre 1989 – ore 2.30<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, scusami se ti ho fatto alzare ma debbo purtroppo servirmi di questi momenti in cui il silenzio della notte<br />
e il sonno di papà e di Maria mi consentono di comunicare con te serenamente.<br />
Hai notato come in questi ultimi tempi non sia stata necessaria una continua concentrazione del tuo pensiero che, tra parentesi,<br />
tanto ti atterrisce per il timore di non essere in grado di percepire le mie parole? Ora te ne spiego il perché.<br />
Alla mia morte, il <strong>mio</strong> spirito è stato privato del corpo che era di supporto ad esso e che lo integrava aiutandolo a comunicare<br />
con l'esterno. Ora, per comunicare con voi, esseri ancora carnali, debbo captare le facoltà del vostro spirito per rivelarmi<br />
ad esso.<br />
Ecco perché riesco a rivelarmi molto più facilmente alle anime che vivono una spiritualità più accentuata. Ma, con te che<br />
sei mia madre, il rapporto è completamente diverso.<br />
Ti sarò più chiaro. <strong>Il</strong> <strong>mio</strong> corpo, quello che dorme al Cimitero di Sabaudia per intenderci, era costituito dalle tue stesse<br />
cellule; le cellule che formano il tuo corpo sono le stesse di quelle mie, che non vivono più perché la morte le ha private<br />
dello spirito che è in Cielo e in ogni luogo in quanto immortale. lo, attraverso il tuo corpo, attraverso le tue facoltà, attraverso<br />
le tue cellule ancora viventi, ricostituisco quella unità che la morte aveva soppresso.<br />
Ecco perché posso parlare attraverso le tue parole, posso suggerire al tuo cuore impulsi d'amore che sono soltanto miei,<br />
guidare il tuo pensiero ed esserti così di valido aiuto nel raggiungimento del Bene Supremo.<br />
Tu, mamma, mi dai te stessa affinché io possa continuare a vivere in terra come prima, ma con uno spirito santificato ed<br />
immerso totalmente nella luce di Dio.<br />
Ecco perché non è possibile alcuna interferenza, è come se io, <strong>Nicola</strong>, ancora vivo in corpo e spirito, ma con uno spirito<br />
già santo totalmente vi parlassi direttamente.<br />
Mi comprendi, mamma? Comprendi adesso cosa ha permesso Dio Padre nel Suo infinito amore per la vostra salvezza?<br />
Adesso, mamma bella, vai a letto e stringimi al tuo cuore”.<br />
27 settembre – ore 4.20<br />
Cara D., non pensare che io non ti sia vicino perché è da quando sei venuta in ospedale a trovarmi che ti seguo, allora<br />
con amore di offerta, poi, dopo la mia morte, con amore di protezione. Conosco tutte le tue ansie, tutte le tue lotte, ti ho<br />
seguito passo passo intercedendo ed implorando continuamente ed ininterrottamente per te.<br />
Se oggi vengo a te attraverso mamma, che è il <strong>mio</strong> prolungamento, la proiezione del <strong>mio</strong> spirito, è perché desidero che<br />
nessuno possa sottrarti la bimba che il tuo amore e il tuo soffrire fa doppiamente tua e ti appartiene di diritto.<br />
Vedi, D., Dio Padre, nel suo infinito amore attraverso me, ti dice che la tua bambina guarirà, anzi è già guarita perché così<br />
è nel Suo pensiero e, senza operazione, ti sarà restituita integra. In contrapposizione a questa verità ci sono i medici,<br />
uomini nel termine più restrittivo della parola, che vogliono operare con tutti i rischi che tale intervento comporta, e tu<br />
devi scegliere. Sì, comprendo il tuo tremendo scegliere perché sei ancora tanto umana, ma come sarebbe più semplice e<br />
tanto bello abbandonarsi a Colui che ti ama da sempre, al Potente Dio delle Vittorie!<br />
Anche se opterai per l'operazione, dovrai ricorrere a Lui, a Lui che voleva risparmiarti quel dolore, che voleva che la bambina<br />
rimanesse integra e per la tua fede ricoprirti di doni. Condivido la tua angoscia, perché anch'io l'ho vissuta nel <strong>mio</strong><br />
spirito e nella mia carne, ma ho vinto perché ho tutto puntato sull'amore di Dio che non tradisce.<br />
Se proprio non riesci a buttarti tra le braccia di un Padre che ti ama, fai almeno visitare la bimba da un altro luminare, in<br />
modo da contrapporre il suo verdetto a quello di coloro che vogliono intervenire.<br />
Io supplicherò il Padre in questo senso. Ti voglio bene, D., siine certa. <strong>Nicola</strong><br />
112
27 settembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Caro R., l'altro giorno, sabato per la precisione, tramite mamma, mi chiedevi come iniziare una vita di perfezione,<br />
non sapendo dove avevi sbagliato.<br />
Cercherò di chiarirti meglio i punti che tante volte ti avevo illustrato.<br />
Tu, R., passi una buona parte della tua giornata a contatto di anime che nulla più hanno di sacerdotale, per le quali il sacrificio<br />
della Messa, che è l'atto più grande e tremendamente grande perché li investe direttamente in prima persona, cioè<br />
l'immolazione di Dio stesso, diventa un atto abitudinario, trattato come un qualsiasi atto di ufficio che si deve pur compiere.<br />
L'omelia, che è la Parola stessa di Dio che dovrebbe nutrire se stessi e il popolo che partecipa al Santo Sacrificio, diventa<br />
una sequela di parole che ormai fanno parte del loro bagaglio culturale, che nulla più dicono a loro stessi né a chi li ascolta.<br />
Tu, in questo ambiente, sei come il bambino che, pur non avendo fatto niente per inquinare l'atmosfera, è costretto a respirarla<br />
intossicandosi tale e quale a colui che la rende un'aria mefitica. Tu risenti appunto di questo contagio che ti causa<br />
sonnolenza, torpore, bisogno di non pensare per alleviare il disagio che pure senti.<br />
Disintossicati nelle ore nelle quali sei lontano da quell'ambiente, ricaricati per essere in grado di riprendere il tuo lavoro<br />
senza un eccessivo danno per te stesso.<br />
Gli anacoreti di un tempo si isolavano sulle alte montagne e, nel silenzio e nella solitudine, si ripiegavano su loro stessi<br />
per poi rialzarsi e cercare nel Cielo infinito l'immagine e l'essenza del loro Dio.<br />
Tu fuggi questa solitudine che ti metterebbe a tu per tu con te stesso e, con la scusa della carità ti rituffi ancora in quell'aria<br />
pestifera che tutti avvelena indistintamente.<br />
Sappi, e te l'ho anche detto, che la prima carità è per la vostra anima, il primo dovere è verso di essa, della quale voi dovete<br />
rispondere a Dio stesso.<br />
Se seguirai il <strong>mio</strong> consiglio, oh come capiresti da te cosa è lodevole e cosa no, cosa è da fare subito e cosa può attendere<br />
e... via di seguito.<br />
Segui il <strong>mio</strong> consiglio, R, perché io non posso che portarti sulla strada maestra.<br />
Fai da te un programma di vita: l'ora che devi dedicare a te stesso, agli altri, al sonno, ma soprattutto alla preghiera e<br />
non derogare neppure di un minuto.<br />
Questa disciplina farà di te un vero soldato, credimi, e tutti noi ti saremo vicini ».<br />
Pensavo a Padre G. che con un biglietto mi ringraziava del libro che gli avevo mandato, ma che non esprimeva una valutazione<br />
sul contenuto «perché l'aveva solo sfogliato ripromettendosi di leggerlo con calma».<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non è l'uomo che giudica il <strong>mio</strong> libro, ma è il <strong>mio</strong> libro che giudica l'uomo».<br />
Facendomi capire come l'uomo nella misura in cui è in grado di accoglierlo e di assimilarne la verità, è più o meno vicino a<br />
Dio, che attraverso quel libro si manifesta all'uomo stesso.<br />
7 ottobre 1989<br />
Di ritorno da Sabaudia, come un flash, mi sovviene del filo di perle di M perduto e non più ritrovato e per il ritrovamento<br />
del quale invano avevo pregato <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, che importanza ha sapere dove è andato a finire se poi non puoi più recuperarlo?».<br />
14 ottobre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri sera in televisione, hanno mostrato l'uomo che in Russia sta suscitando tanto interesse e scalpore<br />
perché col suo sguardo guarisce e fa miracoli strepitosi, servendosi della televisione. Lo speaker puntualizzava: uno<br />
sguardo di ghiaccio, uno sguardo diabolico!<br />
Tu immediatamente hai ricordato come nel Vangelo di Matteo (24-26) Gesù dice: «Sorgeranno infatti falsi Cristi, falsi profeti,<br />
e faranno grandi portenti e miracoli così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti; ecco, io ve l'ho predetto...<br />
Se dunque vi diranno è nel deserto, non ci andate. Ecco è in casa, non ci credete».<br />
Tu non l'hai fatto, mamma, ma molti si chiederanno come è possibile tutto ciò, e se questo uomo non è da Dio, come può<br />
operare miracoli?<br />
Adesso, mamma, ho bisogno di tutta la tua attenzione e ti chiarirò come ciò possa avvenire.<br />
Tu sai bene che a Dio, i cui attributi tutti infiniti sono completamente esenti da qualsiasi ombra di corruzione e di male,<br />
altrimenti non sarebbe Dio, si contrappone Lucifero e i suoi satelliti che sono i fautori del male, perché sono essi stessi<br />
male.<br />
<strong>Il</strong> loro potere specifico è il male di cui si servono per torturare e portare alla disperazione questa creatura, che può ancora<br />
finché in vita meritare il godimento di Dio, a cui loro non possono più accedere.<br />
A Satana, il cui potere sul male è incondizionato, è facile allontanarlo dalla vittima designata, se con questo stratagemma<br />
può attirare a sé un numero più grande di anime per portarle alla rovina, facendo credere loro che egli è simile a Dio, che<br />
è Dio stesso, perché può operare miracoli. E mentre Dio permette il male perché, attraverso la sofferenza che ne deriva,<br />
riesce a salvare molte anime trasformando la medesima in purificazione, Satana libera il corpo della creatura dal male che<br />
lui stesso gli ha inoculato, ma solo per perdere la sua anima.<br />
II miracolo che, attraverso preghiere e suppliche Dio opera, investe l'uomo nella sua interezza, anima e corpo; Egli solo il<br />
Potente, oltre che Amore, può ricomporre un corpo corrotto, innestando in esso la vita di cui Lui solo è l'artefice, vita che<br />
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isana non solo il corpo ma soprattutto l'anima, che è la parte più eccelsa e più preziosa dell'uomo, la sola che merita essere<br />
salvata e contro cui sono diretti tutti gli strali avvelenati del nemico infernale.<br />
Hai capito, mamma, come stanno le cose? Comprendi come mai proprio in Russia, dove Maria SS.ma ha operato il più<br />
grande dei miracoli, sia ciò avvenuto?<br />
Satana vuol prendersi la rivincita, ma Maria SS.ma lo incalza con la Sua potenza che è potenza di Dio stesso. Voi, però,<br />
state all'erta e vegliate per non cadere in tentazione”.<br />
18 ottobre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Caro Padre G., mamma non si è mai chiesta come mai fin dal primo vostro incontro a F., abbia ininterrottamente<br />
pregato per lei, non sapeva che ero io che, per suo tramite, elevavo la mia supplica di propiziazione al Padre per lei.<br />
Nella luce che mi investe, conoscevo le sue ansie per la sorella e per la nipote e me ne sono fatto carico.<br />
Lei sa come la preghiera che parte dalla terra è doppiamente accetta al Padre, perché diventa redentiva, così come redentiva<br />
è l'implorazione di Gesù, vero uomo oltre che Dio.<br />
Io, perché figlio, faccio unità con la mia mamma che è ancora su questa terra, e nel metterla al corrente, per privilegio<br />
singolarissimo perché con lei mi è dato comunicare, dei miei desideri che provengono tutti dalla fonte unica, cioè Dio<br />
stesso, non faccio altro che prolungare gli effetti della mia immolazione. Come vede, nulla è casuale e se lei oggi intravede<br />
una soluzione nella richiesta di annullamento del precedente matrimonio del compagno di sua nipote, è perché così<br />
abbiamo voluto.<br />
Ma, nella telefonata di ieri di mia madre, ho voluto puntualizzare una realtà. A prescindere dalla verità che noi soli conosciamo<br />
(ma che l'interessato dovrebbe essere in grado di conoscere), se un matrimonio è stato ratificato in cielo oppure<br />
no resta pur sempre valido per Dio il verdetto della Sua Chiesa, a cui Egli ha conferito il potere di sciogliere o di legare.<br />
Precisavo che qualora la sentenza dei giudici, limitati come sono dalla loro fragile umanità, fosse in contrasto con la realtà,<br />
sia nel caso che sciolgano o che leghino, è sempre valido il loro verdetto anche in Cielo, poiché non viene meno il potere<br />
che Gesù ha conferito alla Sua Chiesa. Se però, sia i giudici che i giudicandi si macchiano di menzogna, di inganno, di<br />
superficialità o di corruzione, grave è la loro responsabilità davanti a Dio, perché si sono serviti di un mezzo sacro per capovolgere<br />
il comando di Dio:<br />
«Sarete una sola carne e uno spirito solo, fino a quando morte non vi divida».<br />
Spinga l'interessato ad inoltrare domanda di annullamento, io seguirò dall'alto ogni cosa.<br />
Riguardo a M.P. sono stato io a suggerire a mia madre di portare a sua conoscenza come la medesima sia stata attaccata<br />
da più parti e solo lei può aiutarla validamente con veri e propri esorcismi. Adesso mi congedo da lei, assicurandola della<br />
mia protezione nel suo difficile e meritorio lavoro di liberazione. <strong>Nicola</strong><br />
18 ottobre 1989 – ore 2 di notte<br />
Cara L., sono <strong>Nicola</strong> e con questa mia voglio far luce nel tuo cuore e così, indirettamente, rispondere a quanto ieri sera mi<br />
hai chiesto tramite mamma.<br />
Vedi L., tu sei afflitta da ansia esistenziale che a volte o il più delle volte, per stanchezza o per altro, si trasforma in vera e<br />
propria angoscia.<br />
Allora tu cerchi insistentemente dei supporti su cui far leva sperando di risolvere il tuo problema intimo, così cerchi continuamente<br />
diversivi ma che sono solo dei palliativi.<br />
Non saranno certo una o due stanze in più in una nuova casa che potranno portare la pace nel tuo spirito, anzi con i vari<br />
problemi che queste comporteranno, peggiorerà la tua situazione.<br />
C'è la fede, ma come tu la vivi, diventa anch'essa un supporto, mentre se si trasformasse in un trampolino di lancio potreste<br />
arrivare all'approdo. <strong>Il</strong> mezzo c'è ed è radicale.<br />
Dovresti poco alla volta fare spazio nel tuo cuore, sgombrare il tuo animo da mille cose inutili e futili che ti sovraccaricano,<br />
dovresti fare proprio come a volte fai quando vuoi mettere ordine nel tuo armadio, ridurre tutto all'essenziale e creare<br />
quei valori a cui dedicare il tuo tempo, il tuo impegno. Crea nella tua giornata uno spazio fisso per una meditazione seria,<br />
affinché la tua anima prenda poco alla volta coscienza di quello che veramente vale ed accostati a Gesù con spirito nuovo,<br />
accostati con implorazione intima a Maria SS.ma, che è Madre nel senso meraviglioso della parola.<br />
Io ho fatto questa esperienza, anche se alla fine della mia breve vita.<br />
Credimi, se non avessi aderito a quest'invito, altro che gloria, sarei andato incontro alla disperazione.<br />
Sono felice che hai letto il <strong>mio</strong> libro, è un primo passo verso l'attuazione di quel cammino che ti porterà a quella pace e<br />
serenità che nessuno potrà toglierti, nessun avvenimento turbare, sarà davvero: Dio con voi, con te, con F. e F.<br />
Io vi guardo e proteggo con infinito amore, invocami spesso, spessissimo in tutte le piccole e grandi difficoltà o gioie e mi<br />
sentirai come quando ero ancora tra voi, anzi oggi ti sono ancora più vicino, anche se non mi vedi. Ti abbraccio L. e con<br />
te F. e F. tuo <strong>Nicola</strong><br />
21 ottobre 1989 - ore 14.10<br />
<strong>Nicola</strong> mi aveva rimproverato per la mia poca fede e interviene così: «Mamma, stai mangiando una mela (difatti la stavo<br />
proprio mangiando) e ne gusti il sapore, e questa è realtà; anche i messaggi che ti comunico sono realtà allo stesso modo<br />
della prima.<br />
Anche mangiare una mela è gradito al Signore, se si mira alla gloria di Dio.<br />
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Unica differenza tra queste due realtà è che nella prima è interessato il gusto del palato e nella seconda il gusto del cuore,<br />
ma è sempre un gustare qualcosa che va a lodare e glorificare il Signore.<br />
Mamma, io non ti posso parlare quando sei presa da dubbi sulla fede: fai il morto a galla!».<br />
24 ottobre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu gioisci, sei commossa quando attraverso P. o Gi. il Padre ti apostrofa con le espressioni più dolci, e<br />
non sai che il canale più perfetto tra l'amore del Padre e te è il cuore di tuo figlio. È attraverso me, attraverso il <strong>mio</strong> amore<br />
infinito, spirituale ma anche umano e sensibile, simile alla tua stessa natura perché io sono una parte di te, mamma,<br />
che il Padre si rivela a te.<br />
È Lui stesso che ti rivela cose sublimi, che ti chiarisce misteri teologici che mai avresti capito, che dirada e dissolve i tuoi<br />
dubbi, che placa le tue angosce e fortifica la tua fede e ti comunica la Sua gioia.<br />
Io sono soltanto il Suo canale e come tale sono anch'io perfettamente invaso dalla Sua stessa gioia e doppiamente felice<br />
perché la depositaria di tanta ricchezza sei proprio tu, mia madre!<br />
Mammuzza, mamma mia bella, non dubitare mai, mai di me, delle mie parole, dei miei messaggi, perché metteresti in<br />
dubbio tutto: la mia sofferenza e con essa la mia gloria, il <strong>mio</strong> continuo ininterrotto operare in vostro favore e in favore di<br />
tutte le anime che esse stesse mi rendono testimonianza, capisci?<br />
Sì, il <strong>mio</strong> dolore è grande per l'incredulità che serpeggia nel cuore dei miei più cari, ma tu mamma, non unirti a loro neppure<br />
col più piccolo dei dubbi, mi feriresti terribilmente e con me feriresti il tuo Gesù, il Padre e la Mamma Celeste che ti<br />
hanno colmato di doni inenarrabili.<br />
Amami, mamma, amami sempre di più e chiedi solo a me; io ti dirò tutto, ti aiuterò in tutto, non avere mai paura perché<br />
nessuno mi potrà allontanare dal tuo fianco; solo tu potresti farlo, ma non lo farai mai, lo so. Conferma agli altri, donati a<br />
tutti, chiedimi sempre consigli e mettili soprattutto in pratica. Sì, scrivi alla povera A., che tanto mi vuole bene, e mandale<br />
la invocazione a me. Adesso vai a letto; grazie, mamma».<br />
Cara A., sono il tuo <strong>Nicola</strong>, so quanto soffri e ti sono vicino.<br />
Mi avrai sempre vicino, A. mia, ti mando un dono, ma ti prego, non darlo agli altri, tienilo per te sola e non parlarne ad<br />
alcuno, perché il mondo è cattivo.<br />
Poco alla volta si placherà il tuo dolore e subentrerà la pace e poi la gioia e sarai più felice tu di qualsiasi altra persona<br />
che possiede quello che tu non hai: l'integrità fisica. Sono ricchezze intime del cuore ed io te le donerò. Mi credi, vero?<br />
Adesso ti abbraccio <strong>Nicola</strong><br />
27 ottobre 1989<br />
Suor L. mi dice di chiedere a <strong>Nicola</strong> conferma circa i carismi della bambina di A.M. di nome T.L.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, sono doni che Dio Padre concede all'innocenza; ma col passare degli anni possono aumentare, mantenersi<br />
o scomparire.<br />
Dipenderà dalla purezza che quell'anima sarà capace di custodire.<br />
Ecco perché ti esortavo di raccomandare ad A.M. di custodire gelosamente la bambina, lontana dalla curiosità della gente,<br />
senza creare attorno a lei un'atmosfera eccezionale, ma molta naturalezza e semplicità.<br />
I genitori debbono creare attorno alla bambina una rete di protezione con una preghiera incessante, perché l'eterno invidioso<br />
non resterà inattivo».<br />
29 ottobre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, stamani ti voglio parlare della reincarnazione, teoria che ha anche oggi tanti proseliti.<br />
Tu ben sai che l'entità uomo è formata di spirito e di corpo e che l'uno orienta l'altro formando unità. Così se lo spirito si<br />
salva, molto deve al corpo, e così, se si danna.<br />
Con la resurrezione della carne alla fine dei secoli, ogni spirito tornerà a fare unità col corpo che l'ha posseduto e con il<br />
quale ha meritato la salvezza o la dannazione.<br />
Ma se un solo spirito per diverse vite ha coabitato in altrettanti corpi, che anch'essi hanno sofferto, amato, lottato in unione<br />
ad esso, con quale di essi farà unità?<br />
E gli altri corpi privati della mercede, che spetterebbe loro in unione allo spirito che non hanno, dove andrebbero a finire?<br />
Distrutti, disintegrati come materia bruta, anche se anch'essi capolavoro del Dio Altissimo, hanno contribuito ad una felicità<br />
riservata allo spirito con cui hanno fatto unità e con il quale hanno sperato di realizzare la gioia senza fine? Vedi come<br />
tutto è assurdo?».<br />
31 ottobre 1989<br />
Caro Padre G., sono ancora una volta <strong>Nicola</strong>, non ti ho detto che ti prendevo sotto la mia protezione?<br />
Adesso ascoltami, perché vorrei chiarirti dei punti che potrebbero suscitare perplessità nel tuo animo sacerdotale. Attraverso<br />
mamma ti dicevo che, se sei chiamato a scegliere tra un atto di ubbidienza e uno d'amore, scegli sempre l'amore,<br />
perché è più gradito a Dio che è Amore.<br />
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Ma ciò non vuol dire che l'ubbidienza è una virtù secondaria, perché in definitiva é anch'essa amore, solo se alla tua coscienza<br />
si presenta di dover optare o per l'una o per l'altra soluzione, non pensare di mancare all'ubbidienza se scegli l'amore.<br />
Vorrei ancora esortarti a non sovraccaricarti troppo, perché la prima carità deve andare alla tua stessa anima di cui un<br />
giorno sarai chiamato a rispondere a Dio stesso.<br />
A volte, spinti da zelo verso gli altri, vi date oltre il limite consentitovi da Dio stesso, ma non vi accorgete che sottovalutando<br />
il nemico che vi sta davanti e che nonostante la vostra lunga esperienza vi sorprende continuamente per la sua perfida<br />
astuzia, sopravvalutate la vostra forza innescando un sentimento sottile di presunzione che consente all'altro di atterrarvi.<br />
Sì, è vero, la vostra forza vi viene da Dio stesso ed essa è il termometro della vostra appartenenza a Lui e quindi della misura<br />
in cui Dio vi possiede, ma tu sai bene che il rapporto dell'anima con Dio stesso non è sempre uguale e costante, esso<br />
risente dei momenti di stanchezza, di apatia, di sonnolenza spirituale, sono i passi bui necessari per crescere, ma sono<br />
anche i più pericolosi.<br />
Adesso nel confermarti la mia assidua presenza al tuo fianco, ti esorto a non dimenticare M.P. <strong>Il</strong> tuo <strong>amico</strong> <strong>Nicola</strong><br />
2 novembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma hai sofferto molto questa notte per i miei fratelli, specialmente per T., ma tu ascoltami: se ti lasci sopraffare<br />
dal dolore, senza che te ne accorga, smorzi la tua fede e con essa la speranza; non permettere che ciò avvenga, offri<br />
immediatamente la tua sofferenza a Gesù che la presenterà al Padre unita alla Sua, e il tuo dolore acquisterà un valore<br />
redentore per te, per i nostri cari e per tante altre anime.<br />
Non dubitare mai perché Gesù non viene mai meno alle sue promesse.<br />
Ascoltami, mamma: la predilezione e l'amore infinito che Dio Padre nutre per te arrivano alla tua persona attraverso me,<br />
ne sono io il canale, e da me, impreziositi dalla mia immolazione, arrivano al Padre i tuoi osanna di gloria e il tuo continuo<br />
grazie per tutti i doni che Lui ti dà, ma soprattutto per averti donato me, <strong>Nicola</strong>, passato dalla negazione e dall'indifferenza<br />
all'immolazione e quindi alla gloria.<br />
Non dubitare mai, mamma, perché la potenza di Dio è infinita come infinito è il suo Amore.<br />
I tuoi gemiti colpiscono il Suo Cuore, Egli ti esaudirà, siine certa!»<br />
Ieri sera ero un pò preoccupata perché L., F., F., partiti da Torino in macchina, nonostante la notte avanzata, non davano<br />
segno di vita.<br />
Mi rivolgo a <strong>Nicola</strong>, il quale mi risponde: «mamma, cosa debbo dirti? stanno camminando».<br />
7 novembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mi chiedi cosa sia il canale inquinato e come mai possa contaminare anche oggetti e cose. Vedi, mamma,<br />
è chiaro che trattandosi di puri spiriti, l'inquinamento avviene sempre a livello spirituale, ma coinvolge anche tutto ciò<br />
che passa attraverso la materia, quindi il corpo, che si serve anche di agenti materiali per operare.<br />
Ti sarò più chiaro: per esempio, l'acqua di Ulzio, come tutte le acque, è un dono di Dio. L'acqua, oltre che lavare e dissetare,<br />
può avere anche dei requisiti specifici curativi, come l'acqua di Chianciano che cura il fegato o l'acqua di Fiuggi per le<br />
vie urinarie o le varie acque terapeutiche calde che scaturiscono dal profondo del suolo, ma come potrebbe curare tutti i<br />
mali e tantomeno quelli spirituali?<br />
Qui risiede il dono meraviglioso di Maria SS.ma che, attraverso quell'acqua dona al credente e, nella misura della sua fede,<br />
salute, grazia, pace, salvezza.<br />
Se colui che te la porge aderisce con lo spirito ad un disegno perverso, ecco che anch'essa viene contaminata e in grado<br />
di produrre male piuttosto che bene, così come avviene con un qualsiasi farmaco preziosissimo che viene incapsulato in<br />
un recipiente infetto.<br />
Da quanto detto, puoi trarre delle conclusioni utili di comportamento. Mamma, ti sento oppressa da mille preoccupazioni e<br />
hai me, figurati chi non ha nessuno a cui rivolgersi!<br />
Per L. non puoi fermarti, devi agire e subito e così per M..<br />
Se ho permesso che l'acqua di Ulzio fosse stata L. a prenderla, avevo i miei buoni motivi, ma tu usala con amore anche se<br />
la mattina ti costi alzarti.<br />
Mamma ti dicevo che tu e G. avete vinto una grande battaglia, tu sai a che cosa mi riferisco, ora il rapporto sarà sereno e<br />
gioioso e non vi procurerà più turbamenti.<br />
Mamma, a R. che ti chiedeva cosa c'era di vero nei vari oroscopi e se coloro che ad essi attribuiscono attendibilità sono in<br />
errore o meno, puoi rispondere così:<br />
In tutto il creato visibile ed invisibile, circola l'onda di infinito amore del Creatore, amore che unisce in un'unica unità l'universo<br />
che fa capo a Dio stesso.<br />
Così gli astri, così le molecole più piccole che compongono ogni granellino di polvere a noi invisibile, così noi uomini e tutti<br />
siamo attratti da quest'unico polo, e siamo tutti interdipendenti gli uni dagli altri e stretti e uniti da quest'unica forza.<br />
<strong>Il</strong> rapporto quindi tra gli astri e gli uomini è un rapporto reale, è una verità.<br />
Le cose non cominciano più a quadrare quando a queste verità contrapponete le vostre illazioni che si trasformano in superstizione,<br />
in fatalismo, dando quella tinta di istrionismo, spostando l'asse che fa capo a Dio in qualcosa di misterioso ed<br />
oscuro.<br />
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È la deformazione della verità, è una carta subdola anche questa del nemico che vuole attrarre a sé l'attenzione degli<br />
sprovveduti».<br />
8 novembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, mentre noi conosciamo nei minimi particolari tutti gli stratagemmi usati dal nemico per annientare<br />
e distruggere attraverso voi il disegno di Dio, voi che vivete nel buio, non ne siete al corrente.<br />
Ecco la necessità di svelarvene ogni mossa perché possiate difendervi.<br />
Lo faccio attraverso G. e attraverso lei vi conduco per il labirinto degli intrighi satanici.<br />
Tu conferma, non temere e prega”.<br />
Ore 11 - (Colloquio con V.L.)<br />
Mamma, ascoltami, il contraccolpo per G. é stato molto forte e tu giustamente l'hai paragonato al momento del verdetto<br />
di Rasmusen che condannava F. ad una infermità per tutta la vita, o al momento dell'esito negativo della mia seconda<br />
operazione che vedeva crollare miseramente la speranza. In tutti e due questi momenti che mettevano a rischio la tua fede<br />
hai detto a te stessa che non dovevi pensare, che dovevi attendere, che non ti era concesso di dubitare e il Dio delle<br />
Misericordie, che non viene mai meno alle Sue promesse, ha trasformato il tutto in qualcosa di meraviglioso: guarigione<br />
per F. senza operazione, santità e gloria per me.<br />
Bisogna saper attendere fiduciosi e sereni, perché un Dio che vi ama, non vi può ingannare.<br />
Con G. mi hai chiesto come mai V.L. si sia potuto ingannare così.<br />
Bene, mamma, ti ricordi lo smarrimento, lo scandalo e la reazione violenta di Pietro quando Gesù rivelò ai Suoi apostoli di<br />
quale morte sarebbe morto, morte infame su di un legno di croce, supplizio riservato solo ai malviventi? E quello che Gesù<br />
stesso rispose a Pietro?<br />
Non ti ho detto che tutto si ripete fedelmente e che nell'epilogo finale, quando tutto sarà compiuto, vedrete il Cristo trionfatore<br />
e questa volta non solo sulla morte ma su tutti i cuori degli uomini e sulla stessa natura, ora così terribilmente deturpata<br />
dal peccato?<br />
G. ha provato smarrimento e paura, ma in Cielo abbiamo esultato.<br />
V.L. è l'uomo puro della vecchia Chiesa agonizzante, è come Gamaliele che aspetta un segno, ma che ancora non è pronto<br />
a staccarsi dal tempio dove ha vissuto e dove ha messo radici profonde e soffre, soffre per qualcosa che ancora non<br />
vede arrivare, ma di cui sente lo approssimarsi e per tutto ciò che sente essere decrepito e corrotto, ma che inconsciamente<br />
ama ancora perché racchiude l'immagine di quello a cui per tanto tempo ha creduto.<br />
E voi? Mamma, sappiate attendere con fede viva, io vi condurrò per mano a quel sepolcro dove un corpo disfatto (quello<br />
della Chiesa vecchia) darà il posto alla Nuova Chiesa, fulgida di luce nuova che soddisferà tutte le seti, che consolerà tutti<br />
i cuori assetati di giustizia.<br />
Io sono con voi, dillo a G., che non abbia paura, vi guiderò momento dopo momento, sappiate solo amare ed abbiate fede».<br />
14 novembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, spesso ti lasci prendere dallo scoraggiamento a causa delle difficoltà che ti investono durante<br />
la giornata, non ti accorgi che sono le punzecchiature del maligno per distrarti ed affievolire il contatto col <strong>mio</strong> spirito che<br />
tanto ti è necessario.<br />
Allora debbo ricorrere ai ricordi dolorosi del <strong>mio</strong> ultimo periodo vissuto su questa terra, per rinfocolare e saldare sempre<br />
più l'intima unione tra me e te, che caratterizza la tua vita di oggi. Non lasciarti intrappolare e immediatamente rifugiati in<br />
me, ti illuminerò passo passo allontanando dal tuo spirito l'ombra del dubbio.<br />
Nel tuo inconscio ti sei chiesta come mai mi manifesto a tanti altri attraverso brividi o calore o addirittura essudazioni, e<br />
non hai saputo darti una spiegazione. Ti aiuterò io a capire.<br />
Tu sai che ogni emozione trae origine dallo spirito, sono sensazioni che, partendo da esso, investono anche il corpo, così<br />
una gioia profonda ed improvvisa o un dolore la cui notizia ti viene comunicata all'improvviso. In questi casi è talmente<br />
forte l'impatto col tuo corpo che esso ne soffre, sofferenza che si può manifestare in vari modi.<br />
Ecco perché ai cardiopatici viene raccomandato espressamente di evitare qualsiasi emozione che potrebbe anche stroncarli.<br />
Così avviene quando io mi manifesto a certe anime che sono assenti o lontane dal mondo del soprannaturale.<br />
È tale l'impatto del <strong>mio</strong> spirito col loro spirito, è tale la gioia che io ad esso comunico che produce anche nel loro corpo<br />
sensazioni perfettamente sensibili».<br />
Ero triste per il comportamento di rifiuto di mia figlia. <strong>Nicola</strong>: «Mamma, non commettere lo stesso errore di p., abbi fede<br />
e lascia che io operi, a tua consolazione sappi che ci sono due persone che ti amano tanto: io, che ti amo di un amore infinito<br />
e G. che, anche se ti chiede amore, in cambio te ne dà tanto di più».<br />
9 dicembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma cara, è stato forte l'attacco questa volta perché era diretto alla tua fede in me e seguiva il primo di pochi<br />
giorni fa e tramite C., che tu ami ed ammiri.<br />
117
Ma stai serena, perché col nostro aiuto l'hai vinto nel momento stesso in cui dicevi a Gesù che se il <strong>mio</strong> libro avesse contenuto<br />
verità manipolate dal nemico e quindi in grado di nuocere alle anime, tu saresti pronta a bruciarli tutti ed a testimoniare<br />
nel prossimo giovedì in Chiesa per la riunione dei Tabernacoli Viventi questa tua decisione.<br />
Gesù, non ti ha abbandonata, ha seguito passo passo il tuo travaglio, ti ha fortificata facendoti meglio comprendere il Suo<br />
infinito amore che trova sbocco in una misericordia altrettanto infinita, misericordia che ti mette al riparo da qualsiasi scoraggiamento<br />
o dubbio.<br />
Questa notte ha incaricato me perché potessi far rivivere in te tutti gli avvenimenti della tua vita anche i più remoti, per<br />
farti meglio comprendere come la Sua presenza intima che ti ha accompagnato in tutti questi lunghi anni in avvenimenti<br />
lieti ed a volte terribilmente tristi sia la trama di un suo preciso disegno d'amore.<br />
Vedi, mamma, è come il piccolissimo tassello che sembrerebbe insignificante all'occhio del profano, ma che ha un posto<br />
ben definito nel meraviglioso mosaico del Suo disegno.<br />
Mamma, quel piccolissimo spazio deve essere occupato dal tassellino ad esso designato e da nessun altro, se non vuoi<br />
deformare il disegno di insieme.<br />
Dio chiede ad un'anima quello che non chiede all'altra, perché una è diversa dall'altra, capolavori irripetibili.<br />
<strong>Il</strong> fine è identico: il raggiungimento del Bene Supremo i mezzi sono identici: l'amore, l'umiltà, l'abbandono alla Sua Santa<br />
volontà.<br />
Ma le strade sono tante quante sono le anime e Dio conosce queste anime nelle loro mille evoluzioni e dà loro quel cibo<br />
necessario in quel determinato momento.<br />
In te quella preghiera intensa di C., che implorava Dio di distaccarti dalla fede assoluta in me, si trasformava in abbandono<br />
totale in Gesù che accresceva quella fede perché tale era la Sua Santa volontà e tale il Suo disegno, mentre in C. era<br />
necessario il distacco da me perché esso condizionava ogni suo libero movimento.<br />
Come vedi, mamma, per la vostra salute, se è necessaria a volte la stessa medicina trattandosi del medesimo male, le<br />
dosi sono sempre diverse, ma è sempre l'amore che vi salva.<br />
Lei preghi per te, tu per lei e nell'amore ritroverete le vostre anime più unite di prima».<br />
18 dicembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma bella, sento la tua difficoltà a riprendere il contatto col <strong>mio</strong> spirito che ha caratterizzato la tua vita di ogni<br />
giorno fino ad ora e sento anche il tuo profondo dolore; cercherò di fartene comprendere la ragione.<br />
Zone d'ombra sono rimaste nel tuo spirito determinate dagli avvenimenti invero eccezionali che, assieme ad altri, ti hanno<br />
coinvolta; non riesci a vederci chiaro e tutto ciò ti causa disagio e perplessità, ecco perché ti ho sempre esortata ad accrescere<br />
la tua fede in Dio, che ti ama di un amore preferenziale ed in me, preposto da Dio stesso ad essere canale e<br />
guida, ad avere un abbandono totale senza volerti spiegare tutto e subito ma aspettare che i fatti stessi ti diano conferma.<br />
La chiave di ogni mistero è una sola: l'Amore, Amore di Dio stesso per tutti e per ciascuno di voi in particolare, amore<br />
che si serve di tutti i mezzi, di tutte le strade per arrivare ai vostri cuori, per fare con voi unità.<br />
Una volta ti dissi che se aveste potuto vedere i pericoli che circondano le vostre anime ed anche i vostri corpi, ne sareste<br />
terrorizzati, ecco perché vi chiediamo fede ed abbandono.<br />
Come spiegarti a quali sotterfugi, a quali mosse temerarie siamo stati costretti per impedire che precipitaste nella rete di<br />
Satana? Ma adesso non pensarci più, sii serena.<br />
Vedi, anche il male Dio trasforma in bene. In te si fa sentire la nostalgia della preghiera intensa che tante volte ha caratterizzato<br />
le vostre riunioni, la nostalgia dei momenti di comunione e di gioia che pervadeva il vostro spirito, di momenti<br />
stupendi in cui le vostre anime, attratte nel vortice d'amore del Padre erano pervase da una gioia non più terrena.<br />
Tutto ciò Dio vi donava per fortificare la vostra fede e per superare le tentazioni e gli attacchi furiosi del nemico. Adesso<br />
riposa in me, mamma cara, con la certezza assoluta dell'amore immenso che Gesù ha per te e del <strong>mio</strong> altrettanto grande,<br />
sii quel tassellino che deve soltanto occupare quel piccolissimo spazio che Dio ti ha assegnato, e non altro».<br />
21 dicembre 1989<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, zia I. ti ha posto degli interrogativi su verità riguardanti il matrimonio che ti avevo manifestate e che<br />
risultano nella seconda edizione del <strong>mio</strong> libro.<br />
Ti sarò più chiaro al riguardo: Dio crea l'uomo e la donna e li rende compartecipi della procreazione: crescete e moltiplicatevi<br />
e aggiunge sarete una cosa sola, una sola carne ed un solo spirito fino a quando la morte non vi<br />
dividerà.<br />
Nessuna creatura potrà infrangere o annullare questo comando del Creatore senza rendersi terribilmente colpevole agli<br />
occhi di Dio stesso.<br />
Tutto questo vale per qualsiasi uomo.<br />
Purtroppo, a causa del peccato di origine, l'uomo mille volte ha capovolto e usato a suo piacimento questo preciso imperativo,<br />
così a seconda della loro più o meno vicinanza a Dio stesso, nazioni e popoli hanno adottato leggi in perfetto contrasto<br />
con gli intendimenti di Dio.<br />
Senza fare una disamina dei vari popoli i quali, oltre che per la indissolubilità del matrimonio, anzi, a conseguenza di questo,<br />
si sono allontanati da tantissime altre verità fino ad arrivare alla negazione di Dio stesso, ti parlerò del divorzio che,<br />
introdotto in nazioni che, pur essendo state civilizzate e plasmate dalla Croce di Cristo per tanti secoli, sorrette da Martiri<br />
e da Santi, hanno con terribile colpevolezza aderito ad esso.<br />
118
All'atto del divorzio è seguito quello dell'aborto e la china si fa sempre più paurosa, perché non sai dove essa conduce. La<br />
nuova legge che vorrebbero fare approvare non fa altro che sancire ulteriormente questa opposizione al Comando stesso<br />
di Dio.<br />
<strong>Il</strong> Papa si erge a baluardo del volere stesso di Dio e in difesa di tutte le coscienze, non solo dei cristiani praticanti, ma anche<br />
dei sordi e degli sprovveduti.<br />
O sì, i cavilli giudiziari che sorgono in difesa della legge potrebbero sembrare logici e coerenti, ma essi partono da un<br />
principio che essi stessi si sono creati in opposizione a quello eterno e incorruttibile né sanzionabile di Dio stesso, per cui<br />
alla disgregazione della famiglia, della società, delle nazioni, si aggiunge quella delle coscienze, dei cuori che soffrono, dei<br />
bambini che urlano disperati, delle malattie, retaggio di tanto male.<br />
Vuoi sapere di più sul matrimonio, sulla validità di esso, sulla funzione della Chiesa che non sempre riflette la volontà Santa<br />
di Gesù, Suo Capo invisibile? Intanto rileggi tutto quello che ti ho detto finora e poi risponderò man mano a quanto mi<br />
chiederai».<br />
31 dicembre 1989 – Ore 2.47<br />
Arriva sempre il momento della verità ed è già un gran dono se questo non coincide con gli ultimi istanti della tua vita,<br />
quando poco tempo ti resta per rimediare.<br />
Seguendo l'itinerario della Passione di Gesù, rivivo il lungo itinerario della mia vita e mi rendo finalmente conto come non<br />
fosse Gesù a cadere sotto il peso della Croce, ma ero io che cadevo sotto il peso del <strong>mio</strong> egoismo e della mia cecità chiusa<br />
al dolore degli altri.<br />
Gesù, al contrario, mi era vicino, pronto a rialzarmi, a sollevarmi ad ogni caduta per non lasciarmi andar via lontano da<br />
Lui, e mi ricolmava di doni per trattenermi accanto a sé.<br />
Le mie cadute! Quante! M. che, oppressa da calamità più grandi di lei, rifiutata persino dalla sorella, era approdata nella<br />
mia casa sperando di trovare un vero amore, mentre io non le concessi neppure un posto alla mia tavola.<br />
Non compresi che avevo ferito un cuore, avevo scavato un fossato tra me e lei, le cui conseguenze sono ancora visibili in<br />
seno alla mia famiglia.<br />
Quante altre volte sono caduta nei suoi confronti?<br />
Dio solo le conosce, Lui che mi perdonava perché non sapevo di sbagliare.<br />
Credevo di essere dalla parte giusta e continuavo a sbagliare, mentre le conseguenze dei miei sbagli si riflettevano su di<br />
lei e sui miei figli che si allontanavano sempre più da me, mentre il <strong>mio</strong> cuore poco alla volta, ferito dal loro rifiuto, si<br />
chiudeva sempre di più all'amore.<br />
Rivivo questa notte le varie fasi del rapporto con T.<br />
<strong>Il</strong> suo volto angosciato che implorava aiuto perché lo psicanalista le aveva prospettato che solo una terapia di gruppo poteva<br />
salvarla ha trovato l'opposizione più recisa in me, che ero la madre. Sì, agivo convinta al 100% che era un grave errore,<br />
che solo rifiutando l'avrei salvata. Ma in quel momento non compresi che, se anche salvavo il suo corpo, stavo perdendo<br />
il suo amore, la sua fiducia; difatti il suo cuore si chiuse definitivamente nei miei confronti.<br />
P. era più aperto, forse perché, non essendo stato l'oggetto dei continui rifiuti, il suo cuore era rimasto più libero.<br />
Oggi porto sulle spalle un peso enorme di sofferenze che mi schiaccia, conseguenza dei tanti errori della mia vita, ma assieme<br />
a questi errori, a queste sofferenze, scorgo il volto dolcissimo di Gesù che non mi ha lasciato mai sola, che non mi<br />
ha neppure oppressa o schiacciata con un rimorso eccessivo, che mi ha avvolta nella Sua infinita misericordia, mi ha rialzato<br />
quando cadevo, mi ha consolata per le mie tante ferite, mi ha donato <strong>Nicola</strong> e susciterà anche nei miei figli il perdono<br />
e l'amore di cui sia io che il padre abbiamo tanto bisogno. Questo io credo e spero, non perché lo merito ma perché la<br />
promessa di Gesù e il sacrificio del <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> non potranno mai andare perduti.<br />
1 gennaio 1990<br />
Chiedevo a <strong>Nicola</strong> lumi per A.<br />
«Mamma, tu non sai di quale groviglio e lacci è avviluppata A., lacci a lei tesi dal nemico infernale.<br />
Lei si staglia con forza in mezzo ad essi, protesa a difendere i suoi cari, forza che le viene da noi e che il nemico sente e<br />
vorrebbe abbattere. Dì ad A. che non è sola a combattere e che tutto il Cielo è con lei, che nessun attacco, anche se furioso,<br />
la prostri.<br />
So che soffre, ma vincerà se non si allontana da noi.<br />
<strong>Il</strong> nemico diventa sempre più furioso quando sente che la preda designata gli sfugge perché protetta e comprende che<br />
sarà lei a vincere.<br />
L'attacco è contro di te, A., ma tu sii serena, fiduciosa. Agli attacchi rispondi con la fede e la preghiera, invocami continuamente<br />
e ti prometto che vincerai ». <strong>Nicola</strong><br />
8 gennaio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: Mamma, zia C. ti ha procurato dolore nel farti notare come tu avessi sbagliato ad<br />
accennare nel <strong>mio</strong> libro a quell'episodio riguardante l'ex fidanzato di M.T. ed anche a quello della collega morta, episodi<br />
per i quali lei stessa aveva sollecitato il <strong>mio</strong> intervento.<br />
Vedi, mamma, fino a quando non saranno convinti che la tua partecipazione a qualsiasi atto del <strong>mio</strong> libro è soltanto casuale<br />
e che tu sei chiamata solo a trascrivere ogni mia illuminazione, di cui io solo sono responsabile, le luci che attraver-<br />
119
so di essa arrivano a voi, dono meraviglioso ed insondabile di Dio stesso, saranno per i loro cuori come provenienti da<br />
lampade spente.<br />
lo ero restio, se ben ricordi, a dare ulteriori consigli e l'ho fatto in seguito alla tua pressante richiesta dettata dall'insistenza<br />
di zia, ma soprattutto del tuo amore per M.T., ben sapendo come qualsiasi nostro intervento, se pozza con i vostri precisi<br />
convincimenti, trova solo netto rifiuto e questo vale anche per papà, con <strong>mio</strong> grande dolore.<br />
In un piccolo centro dove molti conoscevano la situazione irregolare della collega si sono meravigliati di leggere la verità<br />
sia pure con un accenno così velato e non hanno pensato che ciò era un richiamo per tanti altri. Mamma, tu stai serena,<br />
lascia che sia io a guidarti e, se anche a volte devi portare il peso di assurde accuse, offri ogni cosa a Gesù ricordando<br />
come Lui stesso fu accusato di operare in nome di Belzebù ogni qualvolta guariva, liberava e compiva grandi miracoli».<br />
13 gennaio 1990 - Ore 17<br />
Nicolù, mi vuoi dire qualcosa?<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> cuore è oppresso e sento a stento la tua presenza. Tu hai bisogno della mia serenità per comunicare con me, vieni<br />
allora e lascia che la tua pace mi avvolga.<br />
E. è qui con me, tu lo ami questo sacerdote del tuo Gesù, e vorresti comunicargli la tua gioia. Fallo direttamente o attraverso<br />
me, se così vuoi.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Digli, mamma, che mi stia sempre vicino, che non sottovaluti mai le mie esortazioni perché il tempo scorre troppo<br />
veloce, che io lo seguo, vivo con lui, conosco le sue ambasce, le sue perplessità e corro sempre in sua difesa».<br />
16 gennaio 1990 - Ore 4.48<br />
Nicò, aiuta L., sento che soffre tanto.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, L. cavalca un destriero che rapidissimo vola verso la meta, ma lei è tutta girata a guardare il percorso<br />
già fatto e che fugge lontano, mentre tutta la sua attenzione dovrebbe essere concentrata alla guida perché non gli sfugga<br />
di mano. Deve vivere bene il momento attuale e dominare gli eventi che la condurranno alla gioia che non ha fine.<br />
Se si lascia guidare da me, la condurrò indenne alla meta, anch'io conosco quella strada perché l'ho percorsa prima di<br />
lei».<br />
Quale strada, Nicolù?<br />
«Quella della sofferenza prima accettata, poi offerta, che porta all'abbandono.<br />
L., ascoltami, ti pare che il <strong>mio</strong> libro sia qualcosa di costruito?<br />
In ogni opera, sia essa letteraria o artistica o musicale, l'autore pur attingendo al patrimonio che ha dentro di sé, frutto<br />
della sua cultura, della sua sensibilità, del suo sentimento, per esprimere tutto ciò raccoglie, lima, prepara la struttura,<br />
l'ordito.<br />
Ti pare che il <strong>mio</strong> libro sia frutto di questo lavoro da parte di mia madre che, immersa in un dolore senza fine, chiedeva<br />
solo aiuto?<br />
Non senti la spontaneità, l'immediatezza dell'immagine?<br />
E la serenità e la gioia che ti procurano, non ti dicono niente?».<br />
21 gennaio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ti ho seguita nel tuo lungo intercedere e chiedere ed invocare il <strong>mio</strong> aiuto, sai bene che il tuo desiderio<br />
è anche quello di Dio Padre, ma perché esso si possa realizzare abbiamo bisogno del vostro totale abbandono, della vostra<br />
fede ma anche del vostro aiuto in rapporto, direi, alle vostre azioni concrete, umane.<br />
Tu sai come Dio Padre nel Suo infinito amore mi abbia affidato una missione delicata: arrivare attraverso te, attraverso il<br />
<strong>mio</strong> libro non solo ai cuori che già credono, ma soprattutto ai cuori più restii ed induriti, alle menti più raziocinanti per le<br />
quali sono necessari punti fermi, fatti che confermano. Ecco la necessità della conferma dell'integrità fisica del <strong>mio</strong> corpo<br />
alla distanza quasi di cinque anni.<br />
Tutta la mia opera, i miei lumi, le mie parole, le verità che man mano porto alla vostra conoscenza hanno un solo scopo,<br />
la vostra salvezza eterna, ma voi mettete intralci, create difficoltà, non vi fidate dei miei suggerimenti e siete pronti magari<br />
a lamentarvi che non abbiamo esaudito o dato ascolto alla vostra voce implorante.<br />
Vai al Comune di Sabaudia, chiedi, insisti, non lasciarti abbattere dalle difficoltà, pensa che tu sola sei in grado di far questo<br />
e che tutto ciò ha un valore grande, che tante anime sono coinvolte in questo disegno a cominciare da quelle della<br />
nostra famiglia e poi è il tuo <strong>Nicola</strong> che te lo chiede, va bene, Mamma?».<br />
28 gennaio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, comprendo benissimo la tua ansia per quanto ti chiediamo, che esula dalle normali azioni umane, ma la<br />
tua fede è grande ed è quella che a noi occorre per realizzare il nostro disegno. Non chiedere mai ad altri suggerimenti e<br />
lumi al riguardo, mentre io solo sono in grado di darteli, tanto più che sono il diretto interessato. Mi addoloreresti.<br />
Ho gradito l'offerta di aiuto di A. e lo ricompenserò per questo, ma esso sarebbe inopportuno perché dareste adito a cavilli<br />
giudiziari che servirebbero a creare ostacoli, e le raccomandazioni a cui vorreste arrivare, non pensi che possano essere<br />
non gradite alla persona che deve dare il consenso la quale si sentirebbe forzata, quindi non libera?<br />
Non ti bastano le raccomandazioni del Cielo?<br />
120
Mamma, sii semplice, chiedi con garbo, ma con fermezza, vai con papà, io sarò con voi.”<br />
30 gennaio 1990<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong> mi illumina ulteriormente come comportarmi per ottenere il nulla-osta dal Comune.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Cerca nell'elenco telefonico di Latina, che tu hai, il numero del Comune di Sabaudia, devi arrivare alla persona<br />
giusta che io stesso ti indicherò, ma non dire cosa chiedi, solo che vuoi parlarle di persona. Bada bene che una sfumatura,<br />
una parola in più, un appuntamento mancato può mandare a monte un progetto.<br />
Al custode per ora non dir niente, abbi fede, io ti sono vicino».<br />
31 gennaio 1990<br />
Appena alzata, con molta circospezione metto in atto quanto suggeritomi da <strong>Nicola</strong>.<br />
1 numeri telefonici del Comune di Sabaudia sono tanti e tutti risultano occupati, solo uno è libero e l'impiegato mi suggerisce<br />
di telefonare ad un numero che, secondo lui, doveva essere quello dell'ufficio che si occupa dell'oggetto in causa, ma<br />
sull'elenco quel numero non risulta.<br />
Mi rimandano al custode del Cimitero, ma io non telefono perché così mi aveva detto <strong>Nicola</strong>; rifaccio quel numero suggeritomi<br />
prima e mi mettono in contatto con l'assistente sanitaria, responsabile di quel servizio, la quale gentilmente mi dice<br />
che mi avrebbe volentieri ascoltata alle ore 9.30 di tutti i giorni escluso il sabato.<br />
Durante la notte <strong>Nicola</strong> ancora mi viene in aiuto dicendomi che dovevo andare giovedì con papà e dovevo telefonare a F.<br />
perché prendesse un giorno di permesso.<br />
Tutto si è svolto come predisposto e suggerito da <strong>Nicola</strong>: nessun ostacolo, o meglio i tanti ostacoli venivano superati in<br />
maniera stupenda.<br />
Zippo, M. che sarebbe tornata prima da scuola, l'appuntamento alle ore 8 alla Basilica di S. Paolo con F., tutto al minuto,<br />
sembravamo un cronometro in funzione.<br />
Alle ore 9.30 precise eravamo nell'ufficio della Dottoressa la quale ci dice che era in procinto di uscire e poteva solo dedicarci<br />
tre minuti.<br />
Bastava quindi che avessimo tardato solo di tre minuti!<br />
La conversazione si è svolta piana, serena senza sotterfugi, la Dottoressa ci ha ascoltato con vivo interesse, con una comprensione<br />
che andava oltre la usuale logica umana; prima ancora che io parlassi era lei stessa a dirmi quale strada avrebbe<br />
preso per arrivare allo scopo nella piena legalità.<br />
Le ho regalato il libro di <strong>Nicola</strong> e felice mi ha detto che lo avrebbe subito letto e che mi avrebbe telefonato. Dopo dieci<br />
minuti ripartiamo per Roma in tempo per il pranzo.<br />
Tutta la mia apprensione e l'orgasmo che avevano caratterizzato questi due giorni erano scomparsi dando posto ad una<br />
gioia immensa.<br />
<strong>Nicola</strong> mi aveva assicurato che tutto sarebbe andato bene e che dovevo solo aver fede ed essere serena e seguire i suoi<br />
consigli fin nei minimi particolari.<br />
4 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ti voglio illuminare su verità la cui ignoranza genera in voi convincimenti errati. Tu sai che quando cessa<br />
il flusso vitale subentra la morte ed ha subito inizio il processo di disfacimento, di corruzione del corpo; ecco perché negli<br />
ospedali la salma viene subito messa nella cella frigorifera onde protrarre di qualche giorno l'inizio di tale processo.<br />
Ciò avviene perché in ogni essere è insito, a causa del peccato, un germe di corruzione.<br />
Sai bene che tale processo inizia con la putrefazione del corpo per arrivare poi al suo completo dissolvimento. Così non è<br />
per il corpo dei Santi.<br />
Essi, con le loro opere e con la loro sofferenza, si sono purificati ancora in vita, sì che dopo la morte, non avendo tale<br />
germe di corruzione, il loro corpo rimane integro per un tempo più o meno lungo per dissolversi poi e tornare cenere come<br />
avviene per il corpo di tutti gli uomini.<br />
Rispondendo ad A., che ha posto il quesito se l'integrità di un cadavere non sia un segno sicuro di santità o non sia da attribuire<br />
alla natura del terreno più o meno asciutto, alla disposizione del luogo più o meno protetto o ad altro, devo chiarire<br />
che per affermare ciò bisognerebbe che gli altri corpi, posti nella stessa condizione, si presentassero ugualmente integri.<br />
Per il <strong>mio</strong> caso vorrei ricordarti, mamma, che la constatazione della integrità del <strong>mio</strong> corpo non può che essere una conferma<br />
della rivelazione da te avuta il 5 settembre ‘85, appena otto giorni dopo il <strong>mio</strong> decesso: <strong>Il</strong> corpo dei Santi non va<br />
in corruzione».<br />
6 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma fra breve, con l'apertura della cassa funebre che contiene il <strong>mio</strong> feretro, in occasione della traslazione di<br />
esso in un altro loculo assisterai a qualcosa di eccezionale:<br />
le due componenti che formavano la mia entità terrena, corpo e spirito, saranno l'una accanto all'altra, due realtà ugualmente<br />
presenti: da una parte il <strong>mio</strong> corpo ancora integro alla distanza di quasi cinque anni, che potrai toccare (non desi-<br />
121
deravi accarezzare i miei capelli?), e dall'altra il <strong>mio</strong> spirito sempre vivo che sentirai aleggiare, che parlerà ancora al tuo<br />
cuore, come se in te si fosse ricostituita la mia persona».<br />
7 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Vedi mamma, a chiarimento della problematica sollevata da P. L. ad E. sulla paternità reale di Dio Padre, ti dirò<br />
in breve che fin quando non ci riconosciamo veri figli di Dio, il quale ci ha generato nello Spirito (ecco perché il nostro spirito<br />
è incorruttibile ed eterno), oltre che creati nelle due componenti che formano l'entità uomo, noi siamo come figli adottivi<br />
il cui legame con il genitore che li ha adottati è soltanto d'amore, cessato il quale più nulla resta. Ecco il perché del<br />
<strong>mio</strong> chiarimento su figlio naturale e figlio adottivo.<br />
Gesù è venuto a rivelarci il Padre, che senza di Lui non avremmo mai conosciuto, essendo purissimo Spirito.<br />
Riguardo, mamma, all'integrità del corpo dei santi oltre la morte, volevo attraverso l'immagine sia pure banale del pollo<br />
(che tu metti nel frizeer e che si conserva intatto per più mesi, ma che, tolto da quell'ambiente ricomincia il suo processo<br />
di decomposizione iniziato con la sua morte) farti capire come il luogo non può determinare l'integrità di un corpo il cui<br />
agente di corruzione è in esso insito.<br />
Così puoi trovare anche in una fossa comune per eccidio, ammucchiato tra altri miseri resti, il corpo di un santo ancora<br />
intatto, appunto perché non c'è in esso il germe della corruzione.<br />
Volevo inoltre farti notare che i santi non sono solo quelli del calendario o quelli che sono saliti agli onori degli altari, ma<br />
che il Cielo è pieno di anime che hanno consumato il loro eroismo nel silenzio e nell'oblio.<br />
Se così non fosse la sconfitta di Dio e del suo amore sarebbe davvero grande».<br />
10 febbraio 1990 - Ore 3.45<br />
Sono sveglia, guardo l'orologio, sono le 3.30, e il <strong>mio</strong> pensiero corre a M. e mi rimprovero di non essere più andata a trovarlo<br />
al cimitero, ma, improvvisamente mi sento attratta dal suo spirito e con una facilità impressionante ha inizio un conversare<br />
lungo e sereno.<br />
M. «Vedi Pinù, tu sai che io ho raggiunto direttamente la gloria non solo per l'implorazione potente e costante di <strong>Nicola</strong><br />
presso Dio, ma perché avendo lui il grandissimo privilegio di poter comunicare con te ha potuto pilotare ogni evento che<br />
si è succeduto nei miei ultimi giorni su questa terra. Tu sai che anche Dio, per potere operare in vostro favore, ha bisogno<br />
della vostra fede e della vostra adesione incondizionata alla Sua Santa volontà e tutto questo <strong>Nicola</strong> ha ottenuto tramite<br />
te.<br />
Ma forse non sai che con il <strong>mio</strong> ingresso in Cielo <strong>Nicola</strong> ha raddoppiato la potenza di intercessione presso il Padre, perché<br />
la mia voce si è unita alla sua.<br />
Vedi, Pinù, il <strong>mio</strong> amore fraterno verso di te si è saldato con l'amore filiale che <strong>Nicola</strong> ha nei tuoi confronti e così con qualsiasi<br />
altro amore, compreso quello per tutte le anime che lui riesce a portare al Cielo.<br />
Infatti qui tutto fa unità con Dio, al contrario di quanto purtroppo avviene sulla terra.<br />
Inoltre volevo farti capire come qui un amore non è mai in contrapposizione ad un altro amore, ma esso si sublima e si<br />
fonde con l'amore unico, cioè Dio».<br />
Pensavo in quel momento a M.<br />
Pina: «M., stavo per chiederti se vuoi Sante Messe».<br />
M. «Pina, la mia risposta è quella che ti ha dato allora <strong>Nicola</strong>, nessuna vostra preghiera può accrescere la nostra gloria,<br />
noi già siamo nell'eterno presente di Dio, ma la Santa Messa, con la quale vi unite all'offerta di Gesù, diventa potentissima<br />
preghiera di implorazione e di ringraziamento al Padre, a cui noi del Cielo ci uniamo trasformandola in osanna di gloria.<br />
Adesso salutami P. e rincuora G. e i miei figli e vai a letto con la certezza che con <strong>Nicola</strong> ti sono vicino».<br />
10 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong> per R.<br />
«Vedi R., la tua preghiera costante al Padre impedisce a Satana di distruggerti e il tuo amore ardente per tua figlia, che si<br />
purifica attraverso la tua sofferenza di madre, si trasforma in fuoco di protezione per lei. Tu sai che le bestie feroci hanno<br />
paura delle fiamme e non attaccano l'uomo se esso è circondato da un fuoco che arde.<br />
<strong>Il</strong> nemico ruggisce perché non può raggiungere la preda designata che vorrebbe divorare e la sua rabbia è grande, ma tu<br />
abbi fede perché egli non può farti alcun vero male, se tu stai sotto la nostra protezione. Continua ad andare da Mons.<br />
Milingo, a pregare, ad implorare, io ti sono vicino e continuamente imploro il Padre per te».<br />
13 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, G. ti chiede lumi per il figlio, digli di dire alla madre che non ho dimenticato la promessa del <strong>mio</strong> aiuto e<br />
della mia intercessione presso il Padre.<br />
La nostra opera si svolge in due direttive: da una parte una incessante supplica al Padre e dall'altra un continuo lavorio di<br />
penetrazione, attraverso un gioco sottilissimo di atti d'amore, in un'anima assente, distratta, la cui volontà è schiava del<br />
volere perverso del nemico che la tiene legata a sé attraverso un vizio terribile, quale quello delle carte o di altri vizi ugualmente<br />
terribili: vino, droga, sesso, potere ecc. ecc.<br />
Tu sai, mamma, che noi non possiamo imporre il nostro volere santo, anche se esso è indispensabile alla loro salvezza.<br />
122
Lederemmo la loro dignità di figli di Dio, che è la libertà di scelta, mentre Satana lanciando il suo cappio, lo stringe sempre<br />
di più al collo del disgraziato.<br />
Però, perché la nostra opera sia coronata da successo, abbiamo bisogno della vostra fede e della vostra fiducia incondizionata,<br />
come del vostro abbandono in un Dio che vi ama, del nostro aiuto e del nostro continuo operare.<br />
I genitori di G. sono i nostri canali e i nostri strumenti sensibili per arrivare a lui.<br />
Se essi lo allontanassero, ci verrebbe meno questo aiuto necessario e sarebbero i soli a soffrirne, il figlio se ne andrebbe<br />
per la sua strada che non è certo quella del bene.<br />
Se i genitori saranno completamente disponibili alla luce dello spirito, io li guiderò suggerendo loro ogni movimento nei<br />
riguardi del figlio stesso».<br />
14 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri sera l'attacco è stato troppo forte: un sacerdote, P.L., condannava il <strong>mio</strong> libro perché eretico.<br />
Ho sentito la tua angoscia, il tuo immenso dolore e il dubbio che si faceva strada nel tuo cuore per la paura di diffondere<br />
una teologia in antitesi a quella della Chiesa.<br />
Ma non ti ho lasciata sola a lottare e, mentre ti esortavo ad una preghiera ardente allo Spirito di verità e ti spingevo tra le<br />
braccia del tuo Gesù di Nazaret, invocavo con amore sempre nuovo il Padre, perché venisse in tuo aiuto, e così hai vinto<br />
mentre attraverso i nostri lumi tornava a te la pace e la gioia.<br />
Vedi, mamma, da tempo la Chiesa di Gesù, depositaria di verità rivelate, è sferzata da venti terribili che la scuotono fin<br />
dalle fondamenta.<br />
Falsi profeti, falsi teologi hanno ottenebrato, deformato o amputata questa verità, rendendone sempre più difficile anche<br />
ai buoni la percezione.<br />
Era quindi assolutamente indispensabile che tale verità venisse ancora una volta resa chiara, limpida, non soggetta a elucubrazioni,<br />
ampliata in una visione più completa e incastonata come diamante preziosissimo nel contesto unitario del disegno<br />
di Dio.<br />
E questo Gesù ha realizzato servendosi di due perfette nullità quali siamo io e tu (perché più fulgida risultasse la sua opera)<br />
attraverso un lungo cammino iniziato nel 1937 con la tua avventura straordinaria (morte-resurrezione) e portata avanti<br />
nel tempo attraverso un lavorio tutto eccezionale, per fare di te una donna di fede e di me una vittima d'amore.<br />
Ogni atto, ogni avvenimento ora lieto ora triste aveva solo quello scopo, nulla è stato mai casuale, i riscontri li puoi tu<br />
stessa verificare.<br />
Come vedi, le verità che nel <strong>mio</strong> libro sono contenute non sono no, in contrapposizione alla santa teologia della Chiesa ma<br />
vera conferma, luce per intenderla ed amarla.<br />
Mamma, ti volevo chiarire un altro punto. Gesù ha scelto te, mia madre per comunicare queste grandi verità. Credi che<br />
questo sia stato fatto a caso? No, mamma.<br />
Ascoltami, la mattina di Pasqua Gesù risorto da morte si manifesta a Maria di Magdala, agli Apostoli, ai discepoli di Emmaus,<br />
ma i Vangeli tacciono e gli uomini ancora oggi si chiedono se prima si sia manifestato alla Madre.<br />
I più sanno che ciò sicuramente è avvenuto; ti dirò di più: prima ancora che Gesù risuscitasse, la Madre non soltanto per<br />
fede (lei non aveva mai dubitato) ma per intuizione materna, sapeva ed aveva gioito in cuor suo, perché tutte le sue viscere<br />
avevano sussultato all'approssimarsi di quell'evento. Ecco perché si è servito di te, mamma, ricalcando quegli stessi<br />
eventi.<br />
Solo due giorni dopo la mia morte anche tu hai sussultato alla mia voce, che ti rivelava come io già fossi nella gloria.<br />
Quale legame più intimo, più sicuro, più scevro da interferenza tra una madre e un figlio?<br />
P.L. ti diceva che Gesù non può essere come noi.<br />
Ciò è perfettamente vero, mamma, né io ho mai detto il contrario.<br />
Mentre io, tu, qualsiasi altro essere è generato da un padre, anch'esso uomo, e da una madre dai quali ereditiamo anche<br />
il peccato di origine per diretta discendenza da Adamo e di Eva, Gesù è stato generato direttamente da Dio Padre.<br />
Ecco perché Figlio di Dio, il primogenito, il Figlio prediletto, non creato ma generato dalla stessa sostanza del Padre, come<br />
detto nel Credo, e in più Dio stesso, essendo unito intimamente alla seconda persona della SS.ma Trinità, pur se distinto<br />
da Essa. L'Uomo Dio. Adesso, mamma, stai serena, io non ti lascio un istante ».<br />
21 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, tu sai che Dio per realizzare un suo preciso disegno, che è sempre disegno d'amore nei vostri<br />
riguardi, ha bisogno che voi spontaneamente sottomettiate la vostra volontà alla Sua, avendovi creati liberi. Lui può aiutarvi,<br />
illuminarvi, mettere a vostra disposizione tante circostanze favorevoli, ma non vi imporrà mai la sua volontà perché,<br />
per la vostra dignità stessa di figli di Dio, avete diritto ad una libera scelta.<br />
So quanto soffri nel vedere così compromesso il disegno di Dio inerente alla constatazione dell'integrità fisica del <strong>mio</strong> corpo,<br />
che sarebbe stato di grande aiuto a tante anime ancora nel buio, ma l'offerta del tuo dolore è anch'essa una grande<br />
cosa che in Cielo ti sarà scritta a merito e così per papà, per F., A. e R. che vi hanno aderito liberamente».<br />
22 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «La risposta negativa del custode del cimitero a cui ti eri rivolta come ultima possibilità per attuare il nostro desiderio<br />
riguardante la constatazione dell'integrità fisica del <strong>mio</strong> corpo, ti ha prostrata facendoti tanto soffrire.<br />
123
Come ti sono stato vicino, mammuzza mia! Ho sofferto con te, ma le argomentazioni che lui opponeva erano forti e in<br />
senso umano valide, per cui la nostra opera di convincimento risultava vana. Sappi però che è sempre Dio che vince.<br />
Ha vinto il Padre quando Lucifero, che non ha voluto adorare il Suo figliuolo prediletto Gesù, perché di natura umana e<br />
quindi inferiore alla sua di puro spirito, è precipitato nello abisso mentre oggi ogni ginocchio si piega in Cielo, in terra e<br />
sotto terra al nome di Gesù stesso.<br />
Ha vinto Dio quando Gesù alla morte su di un legno infame, che pareva sancire la Sua sconfitta, ha fatto seguire la Sua<br />
resurrezione che ha liberato l'umanità intera dalla schiavitù del peccato. Ha vinto Gesù anche per me, che ha con la mia<br />
morte unito la terra al cielo in una comunione meravigliosa d'amore.<br />
<strong>Il</strong> tuo dolore, mamma, era puro, non pensavi a te, avevi persino soffocato ogni possibile angoscia, tutta protesa verso<br />
l'attuazione del nostro progetto d'amore e tale era in realtà, era come opporre il sigillo di Dio al <strong>mio</strong> libro con tutte le verità<br />
in esso contenute, ma tu sii sempre fedele, rifugiati in me e nel <strong>mio</strong> amore troverai serenità e pace».<br />
26 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri il tuo animo è stato invaso da una enorme tristezza alla notizia della morte di S. P. e ti sei chiesta se<br />
ce l'avesse fatta a salvarsi.<br />
Vedi, mamma, S. P. aveva creato attorno al suo io un'immagine, quella amata dalle folle per intenderci, da cui aveva estromesso<br />
totalmente Dio, e ci si trovava bene, perché era lui il Signore ed era appagato per questa sua dimensione umana<br />
che trasmetteva agli altri, che per essa gli venivano tributati consensi ed approvazioni.<br />
Aveva murato la sua anima nella roccaforte del suo io, da cui non le consentiva di evadere. Ma Dio, l'autore stesso della<br />
vita, era negato; P. era come una bella statua tutta verniciata d'oro ma con i piedi d'argilla.<br />
Mamma, non è Dio che ha allontanato da sé S. P., ma è S. che ha rifiutato Dio, e questo credimi, è terribile. Dio ha inseguito<br />
quell'anima fino all'ultimo respiro, lo ha aspettato fino all'età di 94 anni. Nessuna occasione propizia era casuale:<br />
l'amicizia col P. ed anche il <strong>mio</strong> libro aveva questo scopo.<br />
Tutto ciò, mamma, ti spinga ad una preghiera più intensa per i peccatori, per i negatori; questi ultimi sono i più terribilmente<br />
esposti alla dannazione eterna perché per i primi, anche se grandi peccatori, basta un accenno di pentimento e il<br />
Padre li ricopre con la Sua infinita Misericordia, dico infinita, ma ai negatori come può Dio avvicinarsi se Lo hanno cancellato<br />
dalla loro intelligenza e dal loro cuore?».<br />
27 febbraio 1990<br />
Ero angosciata per la rivelazione di <strong>Nicola</strong> riguardo a P. e gli chiedevo se potevo dirla ad altri oppure se dovevo tacere.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Gli idoli vanno infranti per impedire che altri possano seguirne l'esempio».<br />
29 febbraio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «E., hai chiesto a mamma lumi circa il tuo progetto relativo all'acquisto della casa in campagna. Vedi E., tu non<br />
puoi ignorare la realtà presente in previsione di un futuro che non ti appartiene. Qui a Roma hai un lavoro, meglio una<br />
missione al Vicariato, hai una chiesa a cui è legato un disegno specifico di Dio: raccogliere i gruppi di preghiera.<br />
Tu sei un Sacerdote la cui missione specifica è tra le anime, quali anime potresti riunire in campagna?<br />
Aspetta, lascia che sia Dio stesso a indicarti la strada che dovrai percorrere man mano che gli eventi la determineranno.<br />
Se non vuoi andare al mare, affitta la tua casa di Ladispoli per i mesi estivi e col ricavato vai a passare un mese in montagna<br />
per ritemprare, al contatto con la natura e nel silenzio, le tue forze. Questo è il <strong>mio</strong> consiglio, ma siete sempre voi<br />
a decidere».<br />
2 marzo 1990<br />
Per L. <strong>Nicola</strong>: «Ascoltami L. ci sono doni il cui valore a volte sfugge alla vostra percezione umana e per salvaguardare i<br />
quali nessun sacrificio è mai troppo grande.<br />
Voi avete costituito una famiglia da cui è nato un bambino che ha bisogno del vostro amore e che ha diritto di chiedervi di<br />
essere protetto.<br />
Tua moglie per il momento non è in grado di comprendere come qualsiasi considerazione che a lei sembrerebbe giusta<br />
deve cedere il posto a questo imperativo: salvare la sua famiglia e con essa salvare suo figlio e se stessa. Tu lo puoi, tu<br />
devi farlo.<br />
Non pensare che sia una capitolazione, perché è invece un atto di coraggio, un atto di fede, un atto d'amore. È questa<br />
l'unica strada, quella che Dio ti chiede di seguire e per la quale io, <strong>Nicola</strong>, ti guiderò passo passo.<br />
Non temere, dal sacrificio e dall'offerta non può venire che bene. Dio ti guarda con amore.<br />
4 marzo 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «E. ascoltami, tu non puoi allontanare E., specialmente ora che in seguito al tuo rifiuto riguardante il progetto che<br />
tu conosci, potrebbe accumulare nel suo cuore risentimenti nei tuoi confronti, tu devi curarla con infinita dolcezza.<br />
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Non dimenticare che mentre i carismi che Dio concede a determinate persone possono essere tolti, se queste hanno demeritato,<br />
il carisma del sacerdote è eterno, perché tu, anche se dovessi demeritare, avrai sempre il potere di unire e di<br />
sciogliere, di rimettere i peccati, di consacrare, sei il Sacerdote di Cristo che ti pone al di sopra di tutti.<br />
È chiaro che da questa particolarissima predilezione, scaturiscono per te degli obblighi che altri non hanno. Tu non puoi<br />
agire come gli altri, quello che per gli altri può anche essere cosa soltanto riprovevole, per te diventa peccato grave.<br />
Tu devi essere luce per illuminare, forza per sostenere, carità per infondere coraggio.<br />
Devi vivere il tuo sacerdozio fino in fondo, senza mai lasciarti prendere dalla stanchezza.<br />
Nel <strong>mio</strong> ultimo messaggio ti dicevo come tu sei solo padrone del presente, che vivi in una successione di attimi che formeranno<br />
la tua scheda personale permettimi di esprimermi così e che appena trascorsi non potrai più cambiare.<br />
Ecco la necessità assoluta di viverli bene in una adesione totale alla volontà Santa di Dio che non è mai restrittiva, ma che<br />
al contrario vi rende liberi.<br />
Le azioni che appartengono al passato non esistono più, ma condizionano anche il presente che stai vivendo, così esse<br />
possono produrre bene o anche male.<br />
L'aderire continuamente a tutto ciò che Dio vi chiede in quel determinato momento vi pone nelle condizioni di far parte<br />
del disegno che Dio vuole realizzare tramite voi, e se anche per colpa di altri quel disegno non viene attuato, il fatto stesso<br />
di avervi aderito vi include in un progetto ancora più ampio, che per il momento non vi è dato conoscere.<br />
Pensa al riguardo, al caso di mamma, che ha visto non attuato il desiderio suo e <strong>mio</strong> circa la constatazione dell'integrità<br />
fisica del <strong>mio</strong> corpo.<br />
Io sapevo come sarebbero andate le cose ma, se non l'avessi rassicurata e fatto pregustare insieme a papà ed agli altri<br />
che avevano aderito al progetto la gioia che avrebbe provato per tale verifica, come avrei potuto spingerla ad una fede<br />
più intensa ed a prendere quelle iniziative e compiere quegli atti che le chiedevo giorno dopo giorno?<br />
Tu mi chiedi, E., se devi ancora dirigere il gruppo di preghiera Maranatha.<br />
Ascoltami, anche se tu credi che sei solo a decidere perché non senti la mia voce, sappi che non è assolutamente vero,<br />
perché io sono sempre presente al tuo spirito, sii quindi disponibile e io ti guiderò».<br />
10 marzo 1990 - Ore 4.52<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mammuzza, tu ti senti vuota, triste, annebbiata, non mi senti vicino e temi nel tuo intimo che il nostro rapporto<br />
d'amore si possa infrangere e che tu non possa più sentire la mia voce; ma come può essere ciò possibile se io sono già<br />
nell'infinito presente di Dio e quindi non più soggetto a mutamenti di sorta?<br />
La mia presenza accanto a te è costante, mamma, così come infinito è il <strong>mio</strong> amore per te, solo che tu sei stanca e io rispetto<br />
la tua stanchezza.<br />
Ma non abbatterti, mamma, io conosco le cause che determinano questo tuo stato d'animo: T., M., P., A., tutto un mondo<br />
che ti coinvolge ma abbi fede, perché io, <strong>Nicola</strong>, ti sono vicino. Pensi che io che aiuto e soccorro tantissime anime possa<br />
poi lasciare la mia mamma e i miei più cari senza aiuto?<br />
Vedi, mammuzza, Gesù nel crearmi canale fra te e Lui aveva il doppio scopo di aiutare voi, ma anche tante altre anime<br />
sia attraverso il <strong>mio</strong> libro sia attraverso te direttamente.<br />
Ecco perché tanti ti telefonano.<br />
Accogli queste anime con infinito amore, anche se poi devi correre per poter portare a termine gli impegni di casa; è un<br />
grande dono quello che Gesù ti dà, perché ti dà la possibilità di svolgere un apostolato delicatissimo, gradito al Suo cuore<br />
senza eccessiva fatica da parte tua, perché queste anime ti vengono a cercare fino in casa.<br />
Non ti crucciare, mamma, sii serena, ama più che puoi e dona, dona agli altri con grande generosità quello che io dono a<br />
te ».<br />
16 marzo 1990<br />
Ero addolorata per una incomprensione con E., riguardo al libro di <strong>Nicola</strong> e gli chiedevo cosa dovevo fare.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, lascia la porta aperta affinché possa tornare».<br />
17 marzo 1990<br />
In risposta ad E...:<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, dovete credere senza chiedere di capire, dovete vivere di pura fede perché i momenti sono terribili e<br />
solo la fede vi può salvare.<br />
È in atto una battaglia immane tra cielo e inferno tra puri spiriti, ma che coinvolge voi tutti, tutto il mondo visibile non solo<br />
la terra e la cui portata non vi è possibile valutare.<br />
Dovete con grande umiltà ubbidire a quanto noi, momento dopo momento, vi chiediamo e soprattutto credere».<br />
20 marzo 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, se riesci a fare tanto silenzio nel tuo animo, ti illuminerò sulla profezia in genere e su quella in particolare<br />
che ha intimamente turbato il tuo cuore e che riguarda i tempi che voi state vivendo.<br />
125
Vedi, mamma, ogni peccato, oltre che offendere direttamente Dio autore della vita, infrange un ordine, frantuma un'armonia<br />
e i danni che esso genera sono enormi e si ripercuotono non solo su chi lo commette, ma investono prima quelli<br />
direttamente interessati ma poi, in onde sempre più vaste, tutto il genere umano.<br />
Ti porto un esempio: l'infedeltà di un solo coniuge spezza l'armonia d'amore di quella famiglia, genera nel coniuge fedele<br />
gelosia, rancore, disperazione che si trasmettono ai figli nei quali distrugge il germe del bene e dà vita a quello del male e<br />
così via.<br />
Questo è solo un esempio che può valere per qualsiasi altro peccato le cui conseguenze nefaste, anche se hanno altre<br />
motivazioni portano allo stesso risultato: disordine in tutti i campi, cioè caos.<br />
Oggi è sufficiente che tu dia uno sguardo a tutta la tragica situazione del mondo, così evidente anche all'uomo superficiale,<br />
perché possa renderti conto di come la profezia non faccia altro che chiarirti a quale conseguenza porti questo stato di<br />
cose.<br />
La profezia, o meglio premonizione, è un richiamo pressante che parte dal cuore di un Dio che è Padre, affinché la conoscenza<br />
del baratro che si apre davanti agli occhi degli uomini li fermi in tempo, fosse pure sull'orlo dell'abisso.<br />
Non è qualcosa di ineluttabile, di decretato prima, ma qualcosa che può mutare e che ogni uomo singolarmente può cambiare<br />
invertendo la rotta a cominciare proprio da se stesso.<br />
Dio è amore, mamma, non dimenticatelo mai, Dio ama le sue creature che vorrebbe tutte felici, Dio non ama punire, vuole<br />
solo salvare.<br />
Mamma, ti avevo chiarito come Maria SS.ma, la Madre, servendosi di anime semplici ed umili, fosse riuscita a sferrare un<br />
colpo mortale a Lucifero colpendolo nel cuore dell'ateismo e tu hai visto come tutto ciò abbia causato un capovolgimento<br />
rapidissimo e radicale, la cui eco ancora non è spenta. Ma ancora non è la vittoria totale.<br />
Le forze del male si riorganizzano e si affacciano alla ribalta più virulente che mai.<br />
Ti avevo accennato come Roma, sede della Chiesa di Cristo, sarà il teatro dello scontro finale tra Satana e Cristo stesso.<br />
Ma ciò non ti porti ad un'intima tristezza che fiaccherebbe il tuo ardore di lotta, non disperare mai, ma ama e prega e unisci<br />
a te altre anime: sono fili sottilissimi che tu devi legare; legali a me, legali a Gesù, mamma, è un imperativo a cui non<br />
puoi sottrarti.<br />
Ti dicevo che una Chiesa sotterranea, che cresce nel silenzio guidata da Maria SS.ma, è pronta per prendere il posto della<br />
vecchia Chiesa decrepita.<br />
Essa è carismatica, è invasa e corroborata dallo Spirito e sarà fulcro di luce vera per tutti i popoli della terra. Ma ti dicevo<br />
altresì come il momento sia grave, delicatissimo e ognuno di voi deve fare la sua parte.<br />
Tu, mamma, stringiti a me e con me stringi papà, i miei fratelli e tutti i nostri cari.<br />
Leggo nel tuo pensiero: un nome affiora tra gli altri e le lacrime bagnano i tuoi occhi: T..<br />
Non temere, mamma, lei mi è cara quanto te e il <strong>mio</strong> amore per lei è totale e perfetto”.<br />
22 marzo 1990 – Ore 1.42<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, l'altra volta era sorta tra te ed E. una discussione riguardante la validità o meno di quanto ti avevo fatto<br />
scrivere sul vincolo matrimoniale, che a suo avviso aveva bisogno di altri chiarimenti perché non fosse male interpretato.<br />
Tu, che credi ciecamente nella veridicità delle mie parole ti sei irrigidita dicendo a giusta ragione che non eri in grado di<br />
chiarire niente e che il tuo compito è solo quello di trasmettere quanto io ti comunico. Successivamente ho chiesto ad E...<br />
di credere senza capire, spingendolo così ad una fede più pura.<br />
Ora voglio chiarirti meglio il problema che tanto sta a cuore ad E. affinché nessun dubbio lo turbi. Per la validità del vincolo<br />
matrimoniale, essendo soltanto gli sposi i ministri del matrimonio, se questa unione ha i requisiti di cui ti avevo lungamente<br />
parlato: amore totale fatto di spirito e di corpo, liberi da legami precedenti, retta intenzione nei riguardi della procreazione<br />
ecc. ecc., esso viene benedetto da Dio e ratificato in Cielo.<br />
Questo vale per qualsiasi uomo, a qualsiasi credo appartenga.<br />
Ora ti parlerò dei battezzati i quali, perché facenti parte della Chiesa di Cristo, vengono ad usufruire direttamente dei doni<br />
meravigliosi di cui Cristo stesso ha arricchito la Sua Chiesa, cioè i Sacramenti.<br />
Non ti elencherò gli effetti che essi singolarmente producono nella anima e nella vita del cristiano, ma ti parlerò di quelli<br />
inerenti al matrimonio, essendo anch'esso un Sacramento.<br />
Per prima cosa accresce la grazia santificante, cioè la vita di Dio in voi senza la quale ogni sforzo, ogni buona intenzione<br />
riesce nulla.<br />
Da questa verità trae origine una infinità di aiuti e di difese che consentono agli sposi di portare in salvo la loro piccola<br />
barca che naviga nel mare sempre più tempestoso della vita.<br />
Quando gli sposi cristiani commettono peccato mortale rendendo il loro rapporto non gradito più a Dio? Quando rifiutano<br />
il dono del sacramento, che li pone al di fuori della Chiesa privandoli della grazia santificante.<br />
Così è per il battezzato che rifiuta il Sacramento della penitenza o dei genitori che rifiutano il battesimo ai loro figli.<br />
Ma quando due fidanzati che si amano, che vogliono realizzare una unione perfetta, che non rifiutano il Sacramento del<br />
matrimonio, anzi fanno di tutto per accelerarlo, per motivi contingenti consumano il loro possesso prima che la Chiesa abbia<br />
avallato la loro unione, non sono in peccato mortale, perché retta è la loro intenzione e se uno dei due nel frattempo<br />
dovesse morire non é in disgrazia di Dio per quello specifico motivo, essendo quell'unione già stata benedetta da Lui. Solo<br />
diventeranno concubini se avranno rifiutato il Sacramento.<br />
Ti porto l'esempio di un tale che decide di comprare una casa, la trova, si mette d'accordo col proprietario, gli dà la caparra,<br />
ma dovrà aspettare un pò di tempo per espletare tutte le pratiche necessarie per poter fare l'atto d'acquisto ed entrare<br />
in possesso dell'immobile.<br />
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Ma lui nel frattempo è costretto a vivere in albergo con grande dispendio di mezzi.<br />
<strong>Il</strong> proprietario però gli viene in aiuto e gli consegna le chiavi della casa prima ancora che per legge ne entri in possesso,<br />
cioè alla stipula dell'atto; puoi tu accusare quel tale di essere un ladro perché abita una casa non ancora sua?<br />
E l'intenzione che conta, è la volontà di offendere o meno Dio che ha valore ai suoi occhi”.<br />
25 marzo 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, a chiarimento delle mie illuminazioni precedenti riguardo alla Divinità di Gesù, scrivi così: "Gesù è il primogenito<br />
figlio di Dio generato e non creato della stessa sostanza del Padre, mentre l'uomo è generato nello spirito ma<br />
creato nella sostanza".<br />
La Genesi ti dice che Dio prese del fango e vi alitò sopra ecc. ecc.<br />
L'immagine è chiara, l'alito di Dio è quella infinitesima particella di Dio puro spirito e il fango è la materia con la quale<br />
crea il corpo; nuova creazione nel suo insieme: anima e corpo.<br />
Gesù è identico a noi come uomo ma non come origine.<br />
L'uomo ubbidisce alle leggi naturali create da Dio stesso, Gesù vi aderisce liberamente.<br />
Gesù permette a Satana di tentarlo per insegnarci come vincere le tentazioni, ma poi gli ordina di andare via perché sta<br />
scritto non tenterai il Signore Dio Tuo.<br />
Gesù aderisce liberamente alle leggi naturali: non ridà l'arto mancante ai tanti sventurati che gli si affollano attorno, ma<br />
risuscita Lazzaro già in stato di avanzata putrefazione.<br />
Gesù sul Tabor si trasfigura davanti agli occhi attoniti dei tre apostoli, ma per ritornare vero uomo di lì a poco.<br />
Mi chiedi la differenza che passa tra figlio adottivo e figlio vero: l'uomo che non riconosce la reale paternità di Dio Padre è<br />
come il figlio adottivo il cui rapporto verso l'adottante è solo di riconoscenza e di amore per quanto gli ha dato e continua<br />
a dargli, cessato il quale più nulla resta. Ecco perché Gesù è venuto a rivelarci il Padre. Padre nostro... »<br />
27 marzo 1990<br />
L., tempo fa mi aveva chiesto di domandare a <strong>Nicola</strong> se doveva o meno comprare un'altra casa con una stanza in più in<br />
vista di un eventuale trasferimento dei suoceri a Torino.<br />
<strong>Nicola</strong> era stato esplicito:« non sarà una stanza in più che ti darà la serenità ecc. ecc..<br />
Ma il 25 scorso L. per il <strong>mio</strong> tramite è ritornata a chiedere a <strong>Nicola</strong> come dovesse comportarsi, dato che doveva dare una<br />
risposta ad un acquirente che aveva già visitata la sua casa.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, com'è difficile staccarvi da un progetto che per tanto tempo avete coccolato! Questo vale anche per R.<br />
(si riferiva a del vino lanciato in commercio alle cui bottiglie era legato l'oroscopo dei vari segni zodiacali).<br />
L. ha bisogno di serenità e io non posso darle una medicina contraria, perché tanti sarebbero i problemi e le difficoltà a<br />
cui andrebbe incontro, legati a quel progetto.<br />
Riguardo a R., vedi mamma, in un mondo che diventa sempre più pagano, non vi è lecito rinfocolare e riesumare credenze<br />
ad idoli del passato con riti che dopo l'avvento del Cristo avrebbero dovuto per sempre essere distrutti nei vostri cuori».<br />
Nicò, ma adesso, anche volendo, cosa potrebbe più fare R.?<br />
«Mamma, basterebbe chiudere l'oroscopo con una sola affermazione: ma... Dio solo è il tuo oroscopo" trasformerebbe<br />
un qualcosa di fortemente negativo in atto di fede e quindi positivo».<br />
Dopo qualche giorno con un certo senso di disagio, temendo di arrecare dispiacere alla mia amica, lessi a R. quanto dettomi<br />
da <strong>Nicola</strong> e il <strong>mio</strong> stupore fu grande quando sentii la gioia prorompere nel cuore di R. che mi disse come anche lei<br />
fosse stata illuminata in tal senso e già si accingeva a porre in atto il suggerimento di <strong>Nicola</strong>.<br />
5 aprile 1990 – Ore 7.40<br />
Cara S., M., R., insistentemente mi chiedi lumi ed io attraverso mia madre continuo a darteli, ma essi non fanno presa sul<br />
tuo animo, che persiste a torturarsi con infiniti perché impedendogli di librarsi negli spazi infiniti dell'amore misericordioso<br />
di Dio che pure tanto ami.<br />
Ti avevo chiarito come il rapporto tra il direttore spirituale e l'anima da lui diretta deve essere un rapporto di fiducia,<br />
mancando la quale ogni consiglio, ogni suggerimento può riuscire dannoso all'anima che non riesce più a trovare tra i lumi<br />
e gli impulsi che direttamente Dio le comunica e i divieti che il suo direttore le impone, quell'equilibrio tanto indispensabile<br />
per progredire nella conquista del bene.<br />
<strong>Il</strong> tuo direttore non manca al suo mandato, perché retta è la sua intenzione, e la mancanza di una visione più spirituale,<br />
di una percezione più aderente alle reali necessità della tua anima non deve creare in te dubbi e disorientamenti e tanto<br />
meno complessi di colpa.<br />
Lascia che sia Gesù stesso ad agire sulla sua anima, a portare il suo sacerdozio ad una maturazione più completa, tu segui<br />
solo gli impulsi dello Spirito che in te parla e si rivela, credi soprattutto fermamente a questi lumi e liberati prontamente<br />
da tutti quei lacci che intralciano l'attuazione del mandato che Gesù ti chiede. È questo il messaggio che Gesù stesso ti<br />
fa arrivare per il <strong>mio</strong> tramite, sii ad esso fedele, io ti sono vicino. <strong>Nicola</strong><br />
127
5 aprile 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri sei rimasta turbata da una verità che ti avevo appena appena adombrata e della quale M... ti ha dato<br />
conferma: essa si riferiva a C., al suo rapporto pre-matrimoniale col suo fidanzato. Proprio giorni fa ti avevo chiarito<br />
questo punto che tanto turba anime legate a preconcetti che per tanto tempo hanno deformato la verità.<br />
Spero esserti più chiaro, affinché nessun dubbio venga a turbare i vostri spiriti e possiate essere pronti a recepire tutta la<br />
verità per intero. Ti dicevo come lo Spirito Santo nel suo lavoro ininterrotto di santificazione porti attraverso i secoli, anzi<br />
millenni l'uomo ad una maturazione più completa e ti dicevo come solo la verità vi fa liberi.<br />
La vecchia legge mosaica non viene annullata da Gesù, ma perfezionata e resa più chiara.<br />
Ai vecchi israeliti, che lo interrogavano come mai i suoi discepoli non si lavavano le mani prima dei pasti contravvenendo<br />
alla legge, Gesù risponde che è impuro quello che esce dal cuore e non quello che vi entra.<br />
La circoncisione, atto ritenuto sacro per il popolo ebraico, è annullato da Gesù stesso che dice che è la purezza dell'offerta<br />
che conta, non l'atto materiale, ma Lui si sottopone alla circoncisione per non scandalizzare tutti coloro che ancora erano<br />
legati alla vecchia legge mosaica. La nuova Chiesa, che si delinea già chiaramente la Chiesa dello Spirito, perfezionerà<br />
ancora più verità che sono state rese opache e tutte le mie illuminazioni sul matrimonio ti faranno meglio capire dove sta<br />
l'errore e dove la verità.<br />
I miei consigli di non rendere perfettamente palesi queste verità sono legati alla necessità di non scandalizzare anime che<br />
in buona fede credono ancora ad una verità deformata, a cui attribuiscono una morale che in realtà è l'antitesi della vera<br />
morale, fondata sulla purezza dell'intenzione, la sola accetta da Dio».<br />
15 aprile 1990 S. Pasqua<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, oggi Santa Pasqua, ti voglio parlare del peccato.<br />
<strong>Il</strong> peccato che l'uomo commette non importa se è diretto a se stesso o al suo simile o alla natura, è sempre rivolto contro<br />
l'amore Dio che è l'Amore assoluto.<br />
Nel fratello che l'uomo offende è Dio stesso che egli offende e così via.<br />
Col peccato si infrange un rapporto d'amore, un rapporto di grazia.<br />
<strong>Il</strong> peccatore, che sa di avere offeso l'amore immenso di questo Dio che gli è Padre, dovrebbe come primo impulso chiedere<br />
a Lui perdono, sentire il dolore vivo e cocente per avere ferito con la sua offesa Colui che lo ha amato da sempre,<br />
Colui che ha mandato il Figliuolo Suo ad immolarsi per i peccatori. È questo il dolore perfetto che costringe il Padre ad abbracciare,<br />
ancora una volta, il figlio pentito al suo Cuore in una gioia rinnovata.<br />
Ma la realtà, purtroppo, non è così poiché, se ciò si realizza per alcune anime veramente amanti di Dio, gran parte degli<br />
uomini pecca, continua a peccare, si accorge forse di avere offeso l'<strong>amico</strong>, ma si ferma a livello umano, non coinvolge il<br />
suo cuore, la sua mente, non arriva al Cuore dell'offeso, cioè a Dio.<br />
Così il dolore, che dovrebbe scaturire dalla consapevolezza di avere soprattutto offeso lo Amore, si trasforma in una forma<br />
di acquiescenza che non lascia alcuna traccia nello spirito e nessun frutto veramente reale apporta all'anima.<br />
Ma Gesù nel Suo infinito amore per i peccatori dà alla Sua Chiesa i Sacramenti, tra i quali quello meraviglioso della penitenza.<br />
Egli dà al Suo Sacerdote il potere di rimettere le colpe a colui che con umiltà si prostra davanti a Lui accusando i suoi peccati.<br />
In virtù di questo atto, con il quale riconosce la sua colpa ed accetta il dono che Gesù fa tramite la sua Chiesa, il peccatore<br />
torna a fruire della grazia santificante, anche se nel suo cuore è lontano il vero pentimento e il vero dolore.<br />
Gesù, vero uomo, sa quanto grande è la nostra miseria e come è difficile risalire la china e viene incontro all'uomo con il<br />
dono dei Sacramenti.<br />
Ognuno di essi è rimedio, aiuto, protezione, accrescimento di grazia.<br />
Così per gli sposi. Come potrebbero mantenere intatto il loro amore, la loro fedeltà, la castità inerente al loro stato, come<br />
potrebbero arrivare alla fine della loro vita ed essere una sola anima in una carne sola in un mondo così avulso da Dio,<br />
pieno di pericoli e di seduzioni, se Dio non fosse con loro? E il Sacramento del battesimo?<br />
Come potrebbe il germe della fede, insito nel bambino appena nato, crescere e svilupparsi lungo tutto il cammino della<br />
sua esistenza terrena contrassegnata da pericoli e trabocchetti, se non con l'aiuto che la grazia gli darà sempre?<br />
E il Sacramento del Sacerdozio?<br />
Potrebbe l'uomo, con tutti i richiami della sua carne, essere fedele al Santo dei Santi ed imitarlo in tutto tanto da diventare<br />
un altro Cristo, se mancasse la promessa e la grazia che Gesù stesso dona a questo particolare e sublime Sacramento?<br />
E così per la Cresima, lo sanno solo i martiri cosa sia stato per loro questo Sacramento che li ha resi forti e invincibili davanti<br />
alle torture più terribili.<br />
Eucaristia, dono meraviglioso e terribile insieme, che ti innesta direttamente alla vita intima di Dio. Come potresti accostarti<br />
ad Essa senza grande tremore se Gesù stesso non ti invitasse a farlo?<br />
E l'Estrema Unzione che ti concilia con la vita che sta già alle tue spalle e ti rende sereno e fiducioso per l'incontro imminente<br />
con Dio. Signore e Giudice supremo?<br />
Mamma, sono meravigliosamente grandi i Sacramenti, accettateli ed amateli come dono supremo d'amore di Colui che<br />
tanto vi ama: Gesù».<br />
128
16 aprile 1990<br />
Durante il viaggio di ritorno da Sabaudia, <strong>Nicola</strong>: «Mamma, io sono in te come lo ero durante i nove mesi che mi portasti<br />
nel seno; allora eri tu a formarmi, a nutrirmi, a farmi crescere, ora sono io, col <strong>mio</strong> spirito di adulto e santificato, che ti<br />
formo, ti nutro, ti faccio crescere». «Grazie, amore <strong>mio</strong>. Nicò, ieri sera la televisione annunciò la liberazione della piccola<br />
Patrizia Tacchella e il <strong>mio</strong> cuore sussultò di intima gioia, mi sovvenne in un attimo l'implorazione pressante che partiva dal<br />
<strong>mio</strong> intimo per quella bambina, rivolta a te, <strong>mio</strong> figlio, circa una diecina di giorni fa o forse più, a te che mi avevi in altra<br />
analoga occasione pregato di non chiedere il tuo intervento e me ne illustravi anche i motivi, ma questa volta partiva dal<br />
cuore di una madre, di tua madre e tu mi hai esaudita. Grazie, amore <strong>mio</strong>».<br />
18 aprile 1990 – ore 3.45<br />
M.: «C... ascoltami: fin dal primo momento, tramite zia Pina, ti avevo consigliato di non assecondare la voce del tuo orgoglio<br />
ferito; ben altre sono le voci alle quali devi tendere l'orecchio: l'amore che non è morto, come tu credi, anche se cerchi<br />
di soffocarlo, il volere di Dio stesso che per te aveva scelto P. F.<br />
Ti avevo detto che qualora lui, spontaneamente fosse tornato pentito e ti avesse chiesto di sposarlo subito, avresti dovuto<br />
farlo senza attendere oltre, possibilmente entro un mese.<br />
Noi sapevamo tutto questo, C, e per questo abbiamo supplicato il Padre.<br />
Non temere, C., vi vorrete ancora più bene e sarete felici, non deludere tuo padre che veglia su di te, come non avrebbe<br />
potuto fare se fosse rimasto su questa terra».<br />
19 aprile 1990 - ore 6.10<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, questa volta ti parlerò dell'amore, questo sentimento meraviglioso che trae origine dall'amore unico,<br />
cioè Dio, che è amore e investe le sue creature in mille modi diversi, ma che sono le componenti di un unico sentimento.<br />
Ti elencherò le varie manifestazioni dell'amore; amore tra padre e figlio, amore materno, amore coniugale, amore fraterno,<br />
amore di amicizia, amore per l'arte, per la natura, per il bello e così via, uno diverso dall'altro ma che cambia a seconda<br />
degli individui in cui si manifesta e risente della loro particolare natura e sensibilità, quindi irripetibile essendo l'uomo<br />
capolavoro irripetibile del Creatore. Quale il nemico dell'amore? <strong>Il</strong> dubbio.<br />
Esso si insinua nell'anima, poco alla volta prende corpo, viene a mancare la fiducia, da origine alla gelosia e con essa toglie<br />
la pace, la gioia, la serenità e trasforma uno stato di grazia in un inferno. <strong>Il</strong> dubbio uccide l'amore, sì, mamma, lo uccide.<br />
Adesso ti parlerò di un altro amore: l'amore infinito di un Dio che attrae a sé in modo particolare una sua creatura.<br />
Momento magico anche questo, che trae origine da questo abisso d'amore che è Dio stesso. Non c'è, umanamente parlando,<br />
una spiegazione logica e, quando la creatura si chiede perché a me e non ad un'altra, la sua domanda resta senza<br />
risposta.<br />
Non sono le sue doti particolari, è Dio stesso l'autore di quelle doti.<br />
La sua miseria è un impedimento? Dio già la conosce.<br />
La risposta la troverà solo nell'infinità di questo amore che brama espandersi, donarsi, ricoprire di doni l'oggetto del suo<br />
amore, rivestirlo di Sé.<br />
Dio sì, Dio gioisce come un qualsiasi innamorato terreno della fiducia che la creatura Gli concede, dell'abbandono con cui<br />
quell'anima si dona a quell'amore, della certezza che non può mai essere tradita. Allora la magnanimità di questo Amante<br />
divino è immensa e i carismi si succedono ai carismi e la gioia prende possesso di quell'anima, perché la gioia è Dio stesso.<br />
Ma anche qui è il dubbio che mette degli ostacoli tremendi all'espandersi di quell'amore.<br />
L'anima già beneficata mette in dubbio la generosità di un Dio che l'ama di un amore infinito, si trincera in una falsa modestia,<br />
come se a Dio non fosse nota la sua miseria e poco alla volta può uccidere quest'amore in sé e allontanare Colui<br />
che l'ha amata di un amore preferenziale.<br />
Mamma, anche tu avevi fatto caso come tante anime carismatiche, che io ho messo sul tuo cammino, fossero continuamente<br />
tormentate dal dubbio.<br />
<strong>Il</strong> loro è uno stato terribilmente pericoloso, perché sono attratte da un amore che le seduce e fa loro gustare il paradiso,<br />
ma nello stesso tempo sono risospinte indietro dal timore di non esserne degne, dando adito al dubbio ed aprendo così, la<br />
porta al tremendo invidioso che cerca di insinuarsi nel loro cuore.<br />
Mamma, l'abbandono fiducioso del bambino che non si chiede niente e gioisce solo di trovarsi tra le braccia della madre!<br />
Dillo alle tue amiche, dillo in tutti i toni: Dio ha bisogno della vostra fiducia, del vostro amore; tu sai cosa vuol dire l'essere<br />
non creduta, lo sperimenti ogni momento, mamma, ma tu almeno credi, credi sempre di più nel <strong>mio</strong> amore, nel Suo amore.<br />
Va bene, Mamma?».<br />
21 aprile 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, dì a L. che ha un modello da imitare e seguire: Gesù.<br />
Anche Lui è stato tradito da un apostolo che amava, anche Lui umiliato, vilipeso, disprezzato, esposto al ludibrio del popolo,<br />
spogliato persino degli effetti più intimi, ed ha perdonato amando. Guardi con infinito amore la sua creatura e non la<br />
privi del sorriso della mamma, ne ha bisogno per crescere.<br />
129
Lui si ritiri in un dignitoso silenzio, che non sia condiscendenza o accettazione; forse a lungo andare la moglie sentirà l'enormità<br />
della sua colpa e tornerà pentita.<br />
Io invocherò il Padre per questo ritorno.<br />
21 aprile 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, questa notte mi hai chiesto la differenza che passa tra il pranoterapeuta e l'esorcista. Se mi ascolti, spero<br />
esserti chiaro.<br />
Dovrò cominciare dall'inizio, quando Satana seduce i nostri progenitori, per cui dalla adesione di Eva prima e di Adamo poi<br />
ha origine il peccato e con esso il male.<br />
Quindi, causa prima di ogni male è Satana, che però ha bisogno della adesione dell'uomo per poterlo attuare. Ad ogni<br />
causa si contrappone un effetto, è un crescendo continuo che può portare al totale annientamento sia fisico che spirituale<br />
e quindi alla dannazione eterna.<br />
Tante volte ti ho parlato dei doni, dei carismi di cui Dio arricchisce le sue creature.<br />
Essi sono doni ben specifici e servono per aiutare gli altri a superare determinati ostacoli, che nel corso della vita si frappongono<br />
alla realizzazione del bene.<br />
<strong>Il</strong> pranoterapeuta possiede un flusso per mezzo del quale riesce ad individuare il male che affligge il corpo di un individuo<br />
ed a liberarlo da esso, se tutte le sue facoltà, sopratutto spirituali, sono innestate in Colui che è la vita. Egli può quindi liberare<br />
l'uomo dagli effetti del male e non dalla causa prima che l'ha determinato, cioè Satana o il peccato.<br />
Solo agli apostoli, e per essi al Sacerdote, Gesù dà il potere di scacciare i demoni e liberare le anime dal loro giogo. È un<br />
potere grandissimo, se pensi come i demoni, superiori all'uomo, e come natura e come intelligenza perché puri spiriti,<br />
possono totalmente dominarvi.<br />
<strong>Il</strong> Sacerdote ha inoltre il potere di rimettere i peccati e la liberazione è totale in quanto investe non solo il corpo ma anche<br />
lo spirito perché, come ti ho già detto, se Satana è la causa prima di ogni male, è anche vero che ha bisogno dell'adesione<br />
della creatura che, peccando, dà origine al male. Da quanto detto puoi dedurre che nessun altro, tranne il Sacerdote,<br />
ha il potere di liberare le anime dagli artigli di Satana.<br />
Solo Gesù lo può fare direttamente, e qualche volta lo fa, ma Egli ama associare alla Sua opera di liberatore il Suo Sacerdote<br />
che è un altro Cristo in terra».<br />
23 aprile 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: “Mamma, ieri rileggendo i vari messaggi inerenti al periodo luglio-dicembre sei rimasta ancora una volta turbata,<br />
credendo di notare in essi contraddizioni molto evidenti.<br />
Eppure ti avevo fin troppo spiegato come eravamo costretti ad agire in quel modo, per evitare che voi rimaneste intrappolati<br />
nella rete sottilissima di intrighi e trabocchetti che il nemico vi tesseva per distruggervi.<br />
Come potevo affidare alla tua fragilità la conoscenza del piano di Dio senza esporti ad attacchi furiosissimi da parte dell'avversario<br />
da cui non saresti uscita incolume?<br />
Quanto avete sofferto non ti dice niente della potenza distruttrice del nemico?<br />
Dopo sì, ti ho svelato in parte e sempre con estrema prudenza quale è la nostra dinamica e quale quella di Satana. Rileggila<br />
e tranquillizzati, ma soprattutto abbi in me una fiducia costante, anche se quello che ti chiedo sfugge alla tua limitata<br />
comprensione umana».<br />
26 aprile 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, questa mattina ti voglio parlare dell'ubbidienza, questa virtù tanto bella ma così vulnerabile. Ti dicevo<br />
l'altra volta che è anch'essa amore; ora spero chiarirti perché è amore e perché è così esposta agli attacchi del nemico<br />
che può trasformarla in laccio, impedendo all'anima di librarsi per andare incontro all'amore.<br />
Ti porto l'esempio di Gesù.<br />
Gesù ama il Padre di un amore infinito ed è riamato di un amore altrettanto infinito.<br />
Gesù ubbidisce ad ogni desiderio del Padre perché ubbidisce all'amore che per Lui nutre e perché sa che il Padre lo ama<br />
di altrettanto amore e nulla gli chiede che non sia amore e liberamente accetta la Sua volontà Santa, anche se questa<br />
chiede l'olocausto totale di sé.<br />
Ma da quell'ubbidienza scaturirà la salvezza per l'uomo, e Lui ubbidisce perché ama.<br />
Così è stato per me, mamma, anch'io ho ubbidito all'amore per Dio prima e poi all'amore per voi e adesso ho sacrificato la<br />
mia stessa vita, ben sapendo che era l'unico mezzo per dimostrarvi il <strong>mio</strong> amore. Ma non sempre la molla dell'ubbidienza<br />
è l'amore e non sempre colui o colei che pretendono l'ubbidienza sono spinti dall'amore, così è per l'anima che si rifugia<br />
nell'ubbidienza cercando in essa la copertura e la scusante ai suoi dubbi.<br />
Ed ecco che l'ubbidienza si trasforma in laccio, in cappio che impedisce all'anima di crescere facendo sì che rimanga<br />
stroncata e distrutta. Tu non sai, mamma, quante comunità religiose, quanti monasteri hanno chiuso i battenti a causa di<br />
un'ubbidienza che era fine a se stessa, alimentata non dall'amore ma da un desiderio inconscio di supremazia che distrugge<br />
anime spingendole anche alla disperazione e quindi alla rovina eterna!<br />
Ecco perché a volte è necessario tagliare i lacci prima che sia troppo tardi, dillo a S. M. R..<br />
L'amore è liberazione, l'ubbidienza, se è amore, libera e dona le ali all'anima, non la costringe, non crea dubbi, ma dà serenità<br />
e pace, se non produce questi effetti è dannosa».<br />
130
5 maggio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, da un pò di giorni P. è stato nei tuoi confronti particolarmente aggressivo e scostante e tu ne hai sofferto<br />
e non ti sei resa conto quale potesse essere la causa di tale atteggiamento. Se ben ricordi, prima che voi partiste per<br />
Sabaudia era venuta a trovarti S. M. R., la quale fece su te e su papà una preghiera di liberazione (possiede questo carisma),<br />
ma trattandosi di canale inquinato l'effetto fu completamente l'opposto.<br />
Quella mattina nel sentirla parlare ti eri accorta come quell'anima non fosse libera e dietro <strong>mio</strong> suggerimento le hai consigliato<br />
di andare da un esorcista.<br />
È un'anima tormentata da continue paure, contraddizioni, slanci e ricadute.<br />
Anche se i carismi sono autentici, essendo in quello stato, essi sono manovrati dal nemico che li usa per il male o nel migliore<br />
dei modi li rende nulli.<br />
Lei è solo una vittima e poiché l'intenzione che la spinge a fare queste preghiere è santa, anche se il risultato è negativo,<br />
non ne è responsabile.<br />
Ma ora ti voglio spiegare, partendo da quello che ti è accaduto e che tu stessa hai potuto constatare, come avviene tutto<br />
ciò.<br />
Tu sai che a partire dall'età della ragione, perché solo allora l'uomo è responsabile dei suoi atti, si innesta nel suo intimo<br />
una lotta serrata tra il suo io e le forze negative che lo spingono al male e le positive che lo attraggono verso il bene.<br />
È una lotta senza rispar<strong>mio</strong> di colpi, a vicende sempre alterne fino all'ultimo respiro che si concluderà o con la vittoria o<br />
con la sconfitta. È chiaro che il vero protagonista è sempre l'uomo, è lui che con la sua libera volontà determinerà l'esito<br />
definitivo.<br />
Ci sono anime prescelte da Dio perché necessarie per un suo ben definito disegno d'amore, particolarmente curate, particolarmente<br />
dotate ma, appunto perché tali, suscitano nell'animo perverso del nemico un odio ancora più cocente, che<br />
mette in atto servendosi di pedine a lui devote per abbattere queste anime care a Dio.<br />
Così ci sono i malefici, e via via fino ad arrivare alle possessioni.<br />
I tormenti a cui sono sottoposte queste anime sono inauditi, tante arrivano alla santità attraverso queste prove, ma molte<br />
cadono per non più rialzarsi. Ed ecco l'amore infinito di Gesù che comanda ai suoi apostoli: va, scaccia i demoni ecc,<br />
ecc... vi do questo potere.<br />
Potere grande, mamma, potere grandissimo che li fa simili a Dio, ma guai a non esserne degni; potrebbero essere essi<br />
stessi le vittime!.<br />
Né il rifiutare o eludere questo imperativo li scagiona, no, sono stati prescelti appunto per questo. È come se ad un ferito<br />
in mezzo alla strada un medico rifiutasse il suo soccorso e lo lasciasse morire dissanguato».<br />
5 maggio 1990<br />
Per P. G. Ti seguo nella trasmissione Rosso di sera, ammiro la tua vivace intelligenza, il tuo linguaggio sciolto e sintetico<br />
nello stesso tempo, la tua capacità di analisi e di coerenza nelle soluzioni, il tuo intuito nel captare il nocciolo della verità<br />
e inoltre il tuo coraggio.<br />
Non ti chiedo neppure se credi in Dio, tutto me lo fa supporre e, se anche mi rispondessi di no, ti direi subito che Egli è<br />
presente in te, anche se a tua insaputa. Ma dove sbagli?<br />
Sbagli quando parti da presupposti errati, perché allora, anche se la logica non fa una piega, i risultati sono completamente<br />
opposti alla verità.<br />
Tu in televisione l'altra volta parlavi di stato laico e stato confessionale e, poiché sono ignorante (e ti dico ciò non per falsa<br />
modestia), sono andata a cercare sul vocabolario la parola stato: la norma giuridica che regola i rapporti dei cittadini<br />
di una nazione.<br />
Nazione: tutti i cittadini che hanno origine, lingua, storia, civiltà, religione in comune.<br />
Laico: senza religione confessionale: fede professata.<br />
Tutto ciò porta a determinare la fisionomia intrinseca di una nazione, quella comunemente definita come identità di un<br />
popolo.<br />
Detto ciò, non puoi negare come l'Italia di oggi sia essenzialmente cristiana se per 2000 anni questo avvenimento sconcertante<br />
del Cristo ha plasmato, nutrito, elevato questo popolo facendone una nazione prettamente cristiana e cattolica.<br />
Se i turisti vengono, lo fanno per ammirare i capolavori d'arte ispirati da questa religione ai suoi figli migliori. Ti pare allora<br />
che il dichiarare uno stato laico e, in virtù di esso, cercare le scusanti pretestuose per limitare o condizionare l'insegnamento<br />
nelle scuole della religione cattolica, sia intelligente?<br />
Non mi voglio addentrare nel bene morale che ne viene non solo alle nuove leve di giovani, ma ad ogni cittadino e ad ogni<br />
anima.<br />
Esaltiamo lo sport, il calcio, e negli stadi l'odio e la violenza affiorano e ci turbano, esaltiamo la canzone italiana che vorremmo<br />
conosciuta in tutto il mondo, ma quando parliamo di cristianità e di religione allora viene fuori la legge, lo stato<br />
laico.<br />
A parte il valore intrinseco, morale della religione, nelle nazioni in cui la religione viene combattuta o addirittura soppressa<br />
(ti sia di esempio 70 anni di ateismo che hanno imperato sulla povera Russia o negli altri paesi comunisti) ogni sentimento<br />
di umanità, di rispetto per il proprio simile di libertà e di giustizia cedono il posto al sopruso, all'odio di classe, al genocidio.<br />
E nelle nazioni così dette cattoliche se nel popolo si affievolisce il sentimento religioso, se la spinta che lo unisce al<br />
trascendente e fa dell'uomo un vero uomo viene sopraffatta dall'edonismo, dalla sete di possesso, sia esso denaro o pote-<br />
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e e così via, allora come funghi velenosi prima qua e là e poi in maniera sempre più evidente e preoccupante viene la<br />
droga, 1'aids, la malavita organizzata, l'inquinamento della natura, l'incomunicabilità, la solitudine, l'alcolismo, la noia, la<br />
disperazione.<br />
Ed il divorzio dove lo metti? È stata proprio una conquista dello stato laico?<br />
Oh, se solo per un attimo potessimo prestare attenzione all'angoscia dei bambini figli dei divorziati! Leggere nei loro occhi<br />
il dolore disumano da cui sono stati investiti senza che ne conoscano la ragione e che del resto non capirebbero tanto essa<br />
è assurda! E l'aborto?<br />
La madre che crede di avere il diritto di uccidere il proprio figlio.<br />
Chi le dà questo diritto? Lo stato laico?<br />
E perché lo stato laico non mi dà il diritto di uccidere chi mi fa del male, chi ha ucciso un <strong>mio</strong> figlio? Vedi a quali conseguenze<br />
terribili ti porta la mancanza di una vera religione, di una fede sicura in un Dio che è amore, che fa spuntare il sole<br />
sui buoni e sui cattivi, che manda l'acqua quando il suo popolo è alle corde!<br />
La verità ci fa liberi. Lascia che questa verità prenda il sopravvento sulla menzogna, che ci liberi dai lacci di chi ci vuol male<br />
e forse riusciremo a vincere la droga, 1'Aids, l'egoismo, la natura corrotta, il buco nell'ozono.<br />
E così ti saluto con un augurio di bene per te e per la tua famiglia se ne hai una.<br />
12 maggio 1990 – ore 3.06<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, giovedì mattina quando la tua amica, che fa parte del gruppo di preghiera Regnum Cristi, ti ha accennato<br />
al messaggio in cui si parla come alla fine dei tempi Satana si pentirà e l'inferno non esisterà più, tu immediatamente<br />
hai percepito l'inganno sottile e perverso del nemico ed hai controbattuto con energia.<br />
Ero io, mamma, che ti davo quella certezza assoluta. E..., avvisato da te, ha messo in guardia il gruppo dei Tabernacoli<br />
Viventi dove erano presenti anche alcuni dell'altro gruppo.<br />
Tu per arricchirti di cognizioni ancora più valide sei andata a consultare Maria Valtorta, dove Gesù stesso tratta con esauriente<br />
tragicità la realtà di una pena eterna riservata ai dannati, come eterna è la gloria riservata ai giusti, così come la<br />
Chiesa di Cristo, innestata al suo Vicario, crede e conferma.<br />
Io, mamma, stamattina voglio apportare alla tua fede una prova ancora più inconfutabile: il valore infinito del sangue dell'Uomo-Dio,<br />
del Sangue che Gesù ha versato fino all'ultima stilla per salvare l'umanità.<br />
Mamma, Gesù poteva riscattare l'umanità di tutti i tempi con una goccia soltanto del Suo preziosissimo Sangue, bastava<br />
la goccia della Sua Circoncisione.<br />
Era il Sangue di un Dio il cui valore è infinito.<br />
Una volta Gesù ti ha spiegato cosa significhi infinito: che non ha fine.<br />
Ma Gesù per dimostrare all'uomo quale valore, anch'esso infinito, ha per il Suo amore l'anima di questa creatura che ha<br />
creato per renderla partecipe della Sua gloria e della Sua felicità, ha voluto dare tutto il Suo sangue in un annientamento<br />
totale, iniziato col Suo essere uomo, con una vita fatta di sofferenze e di rinunce, culminata nell'agonia del Getsemani, in<br />
cui si è infranto l'equilibrio fisico e psichico fino a sudare sangue.<br />
Sai, mamma, cosa ha determinato quella frattura?<br />
<strong>Il</strong> pensiero che, nonostante tutto il Suo sacrificio cruento si sarebbero dannate molte anime. Anche dopo morto, dal Suo<br />
Cuore squarciato è uscito sangue e acqua.<br />
Al valore infinito di quel Sangue si contrappone una pena eterna e infinita per l'anima che quel Sangue ha disprezzato,<br />
come eterna e infinita è la gloria riservata agli eletti che quel Sangue hanno amato.<br />
È giustizia questa, mamma, e la giustizia nella sua perfezione è sempre amore.<br />
Anch'io, mamma, come Gesù ho dato tutto il <strong>mio</strong> sangue per riscattare voi che amavo.<br />
Ricordi come l'infermiera che veniva a prelevarmi il sangue tutte le mattine alla fine, angosciata, l'hai sentita esclamare<br />
che le mie vene erano piatte, che non c'era più sangue?<br />
Anch'io ho provato l'angoscia del dubbio che forse neppure il <strong>mio</strong> sacrificio sarebbe servito a niente, ed allora lo chiesi ad<br />
E., il quale mi confortò, ma mentre per me era soltanto dubbio, per Gesù era certezza. Egli vedeva nei secoli futuri tutte<br />
le anime che si sarebbero dannate e il Suo schianto fu tale che sudò tanto da intridere la terra circostante.<br />
Mamma, mammuzza mia, non rendete vano il sacrificio di Gesù, il dolore del Padre e dello Spirito e soprattutto di Maria<br />
SS.ma e neppure il <strong>mio</strong>, mamma».<br />
14 maggio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, in seguito alla telefonata di P. L. che ti diceva come un'anima da lui diretta, che ha il dono dell'ascolto,<br />
avesse avuto direttamente da me la conferma che i messaggi che io ti comunico non tutti sono veritieri (te ne ha letto il<br />
testo), tu non hai fatto una piega, sei rimasta ferma nella fede assoluta in me ed hai controbattuto punto per punto.<br />
Era presente e molto vivo in te lo stesso episodio che si era verificato tramite C., e tutte le mie argomentazioni di allora ti<br />
sono tornate alla mente fortificando ancora più la tua fede in me.<br />
Vedi come il nemico continua ad attaccare te e gli altri?<br />
Ne hai avuto una prova quando una voce maschile che hai sentito troppo vicina al microfono ti ha detto di troncare la<br />
conversazione, perché c'era una interurbana per il numero del nostro telefono, telefonata che non è mai arrivata.<br />
Era il nemico che non gradiva la piega che questa conversazione stava prendendo.<br />
Stai all'erta, mamma, e chiamami sempre, io ti proteggerò.<br />
Dì a P. L. che è entrato nel <strong>mio</strong> raggio d'azione e che anche lui sarà <strong>mio</strong> <strong>amico</strong>».<br />
132
18 maggio 1990<br />
Mia cara O., tante volte sono stata spinta a fermarti in strada per parlare a lungo con te e dirti quanto mi sei cara e come<br />
guardo con infinita tenerezza ed ammiro la tua serenità e il tuo coraggio, ma non ci sono mai riuscita.<br />
Ero presa da un senso di pudore, era come se fossi io che avevo bisogno di te, che dovevo mettere a nudo la mia anima,<br />
rivelarti un mondo nascosto dove ogni giorno è una conquista sudata e sofferta, fatta di vittorie ma anche di sconfitte.<br />
Ma è un mondo meraviglioso perché ogni giorno che passa ci proietta sempre più verso la pace e la gioia assoluta: Dio.<br />
Non ti chiedo se credi, è una domanda assurda perché certo non io, né nessun altro ti dona quella serenità e quella pace<br />
di cui sei così pregna.<br />
Sappi vedere il vero in ogni cosa, questo sì: i Sacramenti sono un dono preziosissimo di Gesù alla Sua Chiesa, anche se<br />
coloro che li amministrano non sempre ne sono degni.<br />
Non so quello che il Signore ti chiede non lo so proprio, ti ho affidata al <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong> che prima di te ha vissuto la tua esperienza<br />
e continuo ad invocarlo per te. Un abbraccio Pina<br />
22 maggio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non puoi incoraggiare F a prendersi la casa di via Bausan perché è tuo figlio e non è un affare per lui.<br />
È una casa decrepita le cui fondamenta sono immerse nell'acqua, problema molto grave a cui voi o per ignoranza o per<br />
disattenzione non date l'importanza che merita.<br />
Non può soddisfare alle esigenze della sua famiglia e quindi andrebbe incontro a cambiamenti costosissimi che, dato<br />
l'ambiente e tu sai a cosa mi riferisco, non sono di facile attuazione.<br />
Per renderla idonea a viverla anche per il futuro dovrebbe cominciare col rifare impianto elettrico, riscaldamento, gas ecc.<br />
ecc..<br />
È lontana dal posto di lavoro e solo dopo un anno di fare su e giù lui e Anna saranno completamente distrutti.<br />
Sì, la zona a loro piace, ma sono certi che fra dieci anni la considerazione di stare in città sarà sempre valida o non desidereranno<br />
di vivere fuori della grande città?<br />
Essi hanno il vantaggio di avere l'ufficio all'Eur, possono trovare, perché no, una villetta con del verde nei pressi, una casa<br />
nuova senza problemi che risponda ai loro desideri e poi, quando voi non ci sarete più, venderanno questa casa e non<br />
perderanno niente.<br />
Mi chiedi se è il momento buono per farlo. Che comincino a vedere, io li istraderò nella scelta e nella vendita di quella che<br />
ora abitano. Va bene, mamma?».<br />
27 maggio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, l'altro giorno ti ho parlato della differenza che passa tra il pranoterapeuta e l'esorcista, come entrambi<br />
posseggono dei doni e dei carismi specifici e come il pranoterapeuta, innestato intimamente a Gesù autore e dispensatore<br />
di tale carisma, è in grado di togliere gli effetti del male, mentre l'esorcista, che è sempre un Sacerdote, ha il diretto potere<br />
di togliere la causa, cioè liberare da Satana e attraverso la confessione liberare l'anima dal peccato, causa prima di ogni<br />
male.<br />
Adesso amplierò la tua conoscenza al riguardo, affinché tu possa illuminare gli altri.<br />
In una seduta di pranoterapia tu trovi due persone in contrapposizione, una che brama essere liberata da un male apparentemente<br />
soltanto fisico e l'altra che cerca attraverso il suo flusso magnetico di operare in suo favore.<br />
In realtà sono a confronto due forze spirituali altrettanto forti, il bene e il male.<br />
La lotta è senza esclusioni di colpi e la vittoria sarà del più forte, del pranoterapeuta se con grande umiltà si lascerà possedere<br />
dalla forza di Dio stesso e sempre con umiltà chiederà l'aiuto della preghiera agli interessati e la protezione del Sacerdote,<br />
delle forze del male in caso opposto. C'è un grande pericolo a cui si espone il soggetto che cerca la liberazione:<br />
che il pranoterapeuta non sia totalmente libero da interferenze diaboliche ed allora i suoi stessi carismi vengano manovrati<br />
dal nemico e i danni risultino raddoppiati.<br />
Mi chiederai come riuscire a capire in che mani il soggetto malato si mette.<br />
Gesù stesso dice: dai frutti riconoscerete se l'albero è buono, ed ai suoi accusatori che gli dicevano che scacciava i<br />
demoni ad opera di Belzebù, rispondeva che se un regno è diviso in se stesso si avvia al fallimento e quindi Satana non<br />
può combattere se stesso.<br />
Ti ricordi, mamma, quando nell'ultimo periodo della mia malattia a te che nascostamente facevi passare accanto al <strong>mio</strong><br />
corpo la corona benedetta della Madonna di Ulzio per proteggermi, dicevo di toglierla e tu non ti rendevi conto come io<br />
me ne fossi accorto?<br />
Era il nemico che mi imponeva tale atteggiamento mentre tutto il <strong>mio</strong> essere implorava che tu non mi ubbidissi. Ebbene<br />
ora ti chiarirò quest'altro aspetto dell'inganno satanico di cui non ho potuto parlarti allora perché non eri pronta.<br />
Satana puro spirito è in grado di manifestarsi sotto le apparenze le più svariate impersonando altri esseri, fossero pure<br />
santi, ponendo sulle loro labbra parole che sono solo menzogne atte a sconvolgere o distruggere il piano santo di Dio.<br />
Tutto ciò egli opera per strappare la vittoria a Dio stesso e trasformarla in sua vittoria.<br />
Ecco perché vi raccomandiamo sempre di nominare immediatamente il nome Santo di Gesù e della Madonna al cui suono<br />
lui scompare.<br />
133
Ti meravigli come in questi ultimi tempi più di una persona dice di ascoltare i miei messaggi. Se essi sono in contraddizione<br />
con quanto io ti dico, allora sappi che vengono dall'altro perché il <strong>mio</strong> libro gli dà fastidio.<br />
Ecco perché ti ho sempre detto: mamma, tu devi soltanto confermare.<br />
Riguardo al caso specifico di G., era Satana che si era camuffato per terrorizzare la ragazza e la madre e impedire quella<br />
liberazione che tanto lo imbestialiva.<br />
Molta prudenza, ma soprattutto molta fede, tanta fede e vi trarremo noi dai suoi inganni ».<br />
27 maggio 1990 - ore 12<br />
<strong>Nicola</strong>: «L., ascoltami, perché attraverso mamma voglio farti arrivare i miei lumi affinché non vadano perduti i frutti del<br />
<strong>mio</strong> intervento nei tuoi confronti.<br />
<strong>Il</strong> dolore atroce attraverso il quale sei passata e il cui ricordo ti terrorizza in realtà è stato un dono per te. È stato come un<br />
tunnel nero e soltanto ora scorgi in fondo ad esso un pò di luce e il tuo cuore si apre alla speranza, perché comprendi che<br />
ti avvii, sebbene con fatica, all'uscita.<br />
Ma adesso ti voglio spiegare come qualsiasi sofferenza sia un grande dono da parte di Dio che ci è Padre. Bada bene che<br />
anch'io quel tunnel nero l'ho attraversato in tutta la sua lunghezza prima di arrivare alla luce.<br />
È solo nella sofferenza che prendiamo conoscenza del nostro io intimo, che scopriamo le nostre possibilità, i nostri limiti,<br />
le nostre tendenze, è come se ad un tratto un essere completamente nuovo si rivela alla nostra intelligenza, un essere<br />
con cui abbiamo coabitato a nostra insaputa e che ci chiede con urgenza di farlo conoscere a tutte le altre facoltà e dello<br />
spirito e della carne perché il tempo urge e la meta ultima si appresta a vista d'occhio.<br />
Così è stato per me, per cui ho dovuto in fretta ricuperare il tempo perduto per essere un vincitore e non un vinto. Così è<br />
per qualsiasi altra persona, così è per te.<br />
Basta non sciupare un dono così grande, ma farlo fruttare fino in fondo. Non ti elencherò i pericoli che sovrastano tutti<br />
coloro che stanno per uscire o sono già usciti dal tunnel.<br />
Anche il dolore senza uscita, senza speranza, è come il mostro che si nutre delle sue stesse carni per continuare a vivere.<br />
La luce del meriggio li abbaglia e il primo impulso è quello di buttarsi in quel vortice di luce e dimenticare ogni cosa. Come<br />
insano questo atteggiamento!<br />
Distruggono un patrimonio acquistato con le lacrime e col sangue per ritornare più poveri di prima. Sono stati abbagliati<br />
da quella effimera luce che prepara loro nuove sconfitte, nuovi dolori. Vorrei che questo non si verificasse per nessuna<br />
anima già provata, ma soprattutto per quelle anime che mi sono particolarmente care, o perché legate a me dai vincoli di<br />
sangue o perché prese sotto la mia specifica protezione.<br />
Tu sei una di queste, L., tu stai appena uscendo da quel cunicolo buio, ma non sei ancora guarita. I lacci col tuo passato<br />
di artista sono ancora forti con tutti i pericoli che essi comportano.<br />
Attraverso mamma spesso ti sono arrivati i miei lumi ma mentre sia per la tua sensibilità sia per la tua intelligenza aperta<br />
e il tuo innato desiderio di bene essi fanno presa nel tuo animo, poi vengono dispersi e ti riattacchi ai sogni e alle illusioni<br />
che caratterizzarono la tua vita passata. Ti ho detto che il nemico numero uno dell'artista, sia egli di teatro o di qualsiasi<br />
altra espressione di arte, è il divismo, è il costruire un'immagine attorno al suo vero io che lo isola e lo schiavizza fino a<br />
farlo credere un essere a parte, diverso dagli altri.<br />
Egli diventa così un solitario che vive solo del riflesso di sé e solo di questo si nutre e si alimenta, cessato il quale tutto si<br />
trasforma in una desolazione profonda che spesso porta alla disperazione.<br />
A tutto questo contribuiscono in modo determinante gli altri, le folle osannanti che credono di amare l'idolo ma che in verità<br />
lo distruggono.<br />
Ti sia di esempio S. P.. Cosa fare, come comportarsi?<br />
Usare i mezzi, ma senza lasciarsi usare, dirigere la propria barca con al timone soltanto il nostro io intimo, quello scoperto<br />
nel dolore che ha fatto tesoro della sofferenza vissuta, perché vedi, L., anche la morte se non ha in sé la speranza della<br />
resurrezione è qualcosa di tragico.<br />
Essere liberi, liberi di prendere il volo quando al Signore piacerà».<br />
31 maggio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, nel <strong>mio</strong> messaggio del 12 u.s. con il quale portavo alla tua conoscenza la prova inconfutabile dell'eternità<br />
della pena riservata ai dannati, per rendere ancora più chiara questa verità, mi son servito di un'immagine su cui tu hai<br />
sorvolato credendola forse fin troppo banale.<br />
Mamma, lascia a noi il giudizio di tale scelta, sii tu soltanto fedele alle mie illuminazioni perché non sai come tarda è la<br />
vostra umanità nel recepire ed accettare la verità, specialmente quando deve smantellare convinzioni già precostituite.<br />
Adesso torno a ripeterti quella immagine.<br />
Gesù non si serviva di immagini per arrivare al cuore e alla mente dei suoi contemporanei?<br />
Se tu devi acquistare un chilo di zucchero, dai al droghiere il corrispondente in denaro del valore commerciale di quel chilo<br />
di zucchero e certo non ti contenti di un peso inferiore al chilo, perché al peso di un Kg corrisponde il denaro che tu gli hai<br />
consegnato.<br />
Così, poiché il valore di un'anima è per Dio infinito, e il prezzo che Gesù ha pagato per il suo riscatto è anch'esso infinito,<br />
la pena o la gloria per quell'anima non può essere che infinita.<br />
<strong>Il</strong> destino di un'anima, mamma, si decide su questa terra.<br />
134
Su questa terra si manifesta la misericordia infinita di Dio Padre, mentre nell'altra vita si manifesta la sua giustizia altrettanto<br />
infinita.<br />
Misericordia e giustizia sono entrambe le facce di una medesima medaglia; l'amore».<br />
5 giugno 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, questa mattina ti preoccupa un fatto, un interrogativo che ha avuto luogo in seguito alla telefonata da<br />
Torino della mamma di M..<br />
Può un sacerdote esorcista causare danno nell'esercizio delle sue funzioni, se si trova in peccato mortale?<br />
No, mamma, assolutamente no, perché Gesù non ritira il suo dono, il suo carisma all'uomo che ha costituito a rappresentarlo,<br />
al suo sacerdote.<br />
Così è quando il Sacerdote in Suo nome assolve e rimanda in pace il peccatore che a lui si rivolge per essere confessato,<br />
così quando consacra o annulla un vincolo coniugale.<br />
Ma, come ti dicevo l'altra volta (e tu non l'hai scritto), mentre il sacerdote per il potere conferitogli direttamente da Gesù<br />
Cristo scaccia i demoni, rimette i peccati, consacra ecc. ecc., se in peccato mortale diventa lui solo il responsabile di atti di<br />
sacrilegio che ricadranno sulla sua anima”.<br />
19 giugno 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, se hai fatto caso, in tutti i miei messaggi c'è sempre un continuo ripeterti che tra me e te c'è un tale legame<br />
naturale, inscindibile, per cui non è possibile alcuna interferenza.<br />
Tu sai che a scuola quando l'insegnante continua a trattare lo stesso argomento è perché ancora non è stato perfettamente<br />
capito dalla scolaresca.<br />
Così faccio io nei tuoi confronti affinché nessun dubbio venga a turbare il tuo animo e tu possa credere ciecamente alle<br />
verità che io trasmetto ».<br />
19 giugno 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, tu mi senti lontano, assente, ma non sono io che sono lontano da te, come non lo sono Gesù, il Padre,<br />
Maria SS.ma e il Cielo tutto, sei tu che sei inquieta, distratta.<br />
Ti sei lasciata prendere e stringere da mille preoccupazioni e l'abbandono e la fiducia assoluta nel nostro amore ti sono<br />
venuti meno.<br />
Non sai, mamma, che ti amo di un amore infinito e che ho bisogno solo del contatto del tuo spirito per sollevarti da ogni<br />
tua apprensione e guidarti nel dedalo stretto e tortuoso della vita di ogni giorno?<br />
Tutte queste contrarietà, contrattempi, sono piccoli attacchi del nemico per sondare fino a che punto sei unita a me. Sono<br />
io l'ostacolo principale che sa di non potere abbattere.<br />
Oh, mammuzza mia, chi come te ha un figlio così potente e continuamente implorante in Cielo? Chi come te può essere<br />
certa che ogni sua piccola richiesta è un imperativo per il cuore del figlio?<br />
Non sai che T., A., M., A., A., P., F., i parenti più prossimi e le anime che ti sono care e non ultima M. P., tanto disponibile<br />
di cui non dimentico ogni atto di bontà nei miei e nei tuoi confronti sono tutti presenti al <strong>mio</strong> cuore?<br />
Mamma, mamma bella, lascia il timone della barca a me e sarò io a portarvi in acque sicure. Non temere, mamma, sii serena<br />
e stringiti sempre di più al <strong>mio</strong> cuore; non hai visto domenica come il soddisfare un tuo desiderio è sempre per me<br />
motivo di gioia?<br />
Ti rammaricavi di non avere avuto il tempo di procurarti i fiori per la mia tomba ed ho suscitato in quella signora (stava<br />
ponendo dei fiori sulla tomba di un congiunto) il pensiero gentile di offrirtene.<br />
La potenza della mia intercessione è grande, mamma. Pensa a zio M., che è passato da un atteggiamento pericolosissimo<br />
di rifiuto del perdono di Dio alla gloria eterna senza passare neppure per il lavacro del Purgatorio.<br />
Sì, ha tanto sofferto, ma la sofferenza deve essere incanalata nel suo giusto alveo, altrimenti si può trasformare in morte.<br />
Sii serena e soprattutto disponibile ai miei lumi, non mi far fare acrobazie per acchiapparti e sii pronta ad ascoltarmi.<br />
<strong>Il</strong> veggente di O., cerca il tuo contatto, il tuo approccio, non deluderlo, ne ha bisogno.<br />
È all'inizio e nel suo intimo cerca conferme, così come le cercavi tu quando telefonavi a D. G. durante la mia malattia.<br />
Sì, certo mamma, io sono il suo protettore, così come sono il protettore di coloro che ad Ulzio cercano conforto, io li introduco<br />
nel Cuore della Mamma Celeste.<br />
Sciogliti, mamma, sei troppo tesa, il Padre ti ama, Gesù ti ama, Maria SS.ma ti ama e la Trinità è in te, che temi?».<br />
22 giugno 1990 – ore 5.30<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, l'altra volta quando L., che era venuta con te alla S. Messa al momento della Comunione si è alzata per<br />
ricevere Gesù Eucaristia, tu hai provato un senso di smarrimento sapendo che non si era confessata e che forse non lo<br />
faceva da tanto tempo.<br />
Hai pregato Gesù e Lui stesso ti ha tranquillizzata, tanto da modificare al riguardo le tue convinzioni. All'uscita dalla Chiesa,<br />
tu timidamente le hai prospettato la necessità della confessione e lei ti ha risposto che nessuno glielo aveva mai detto<br />
e ti ha accennato ai tanti errori della sua vita passata.<br />
135
Ascoltami bene, mamma, perché attraverso L. voglio renderti chiaro come nelle anime captate dall'amore infinito di Dio<br />
quasi sempre attraverso la sofferenza, il lavorio della grazia porti poco alla volta al desiderio di Dio stesso e quindi all'Eucaristia.<br />
La consapevolezza di aver offeso Dio si fa strada nel loro cuore e con essa il dolore, che le porta a rinnegare tutta la loro<br />
vita passata.<br />
Tu ne hai avuto una prova quando L., consapevole di una nuova dignità acquistata attraverso il dolore, ha rifiutato l'approccio<br />
con quel tale che le prometteva lavoro, anche se per lei lavorare era la vita.<br />
Quell'anima era già arrivata all'essenza del Sacramento della penitenza.<br />
Aveva quindi riconosciuto le sue colpe, le aveva rivelate a te, ne aveva provato vivo dolore, aveva dato a Gesù stesso la<br />
prova che non avrebbe più peccato, aveva attuato la perfetta riconciliazione con Dio, di cui poteva desiderare il possesso<br />
e Gesù stesso suscitò in lei quell'atto che la portò a ricevere Gesù Eucaristia.<br />
È l'abbraccio tra Gesù e l'anima di L.. I due desideri si fondono in un unico atto d'amore.<br />
Come vedi, mamma, niente è stato tolto al Sacramento della Penitenza di valore intimo, grande, soprannaturale. L'iter è<br />
perfetto, così dovrebbe essere sempre quando vi accostate al Sacramento della Penitenza perché possa darvi frutti di vero<br />
bene.<br />
Così è stato per A., anche se ancora non ha concretizzato l'offerta che la porterà alla conquista totale del Bene».<br />
<strong>Nicola</strong>, nella conversione di L., tu che posto occupi?<br />
«Mamma, tu fai sempre l'errore di condizionare l'opera di Dio ponendolo nel tempo e dimentichi che in Dio è l'eterno presente<br />
e quindi fuori del tempo.<br />
<strong>Il</strong> progetto che Dio ha su ciascuno di noi è anch'esso eterno e si realizza nel nostro tempo nella misura della nostra adesione<br />
ad esso.<br />
Col <strong>mio</strong> sì incondizionato ho dato la possibilità a Dio di realizzare quel suo preciso disegno d'amore, che comprendeva<br />
tante e tante anime, L. compresa.<br />
Ecco perché alla mia morte Gesù ti diceva che aveva avuto su Satana la più grande vittoria».<br />
23 giugno 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, M. P. vorrebbe portare via le veline del <strong>mio</strong> nuovo libro per farle leggere ad anime interessate. Io non<br />
lo desidero e te ne spiego il perché.<br />
A rigore di termini, poiché il <strong>mio</strong> libro è destinato al popolo di Dio, prima esso ne viene a conoscenza meglio è, ma così<br />
facendo c'è un pericolo grave cui non potete sottrarvi: che il bene si trasformi in male.<br />
Come hai potuto constatare, le verità che esso contiene e che vengono sollecitate dalle tue costanti domande di chiarimento,<br />
non sono rivelate in un solo messaggio, ma vengono ampliate e chiarificate attraverso l'ampiezza della mia narrazione<br />
rivelatrice che abbraccia sia la seconda edizione che l'appendice di essa.<br />
Solo una meditata ricerca ed un appassionato studio di coordinamento può rendere chiaro ciò che a prima vista può sembrare<br />
ostico e contraddittorio, specialmente a coloro che sono radicati in posizioni male interpretate, che hanno deformato<br />
la verità stessa.<br />
M. P. non può consegnare il tutto ad una sola persona, la quale ha bisogno di tempo per meditare e, se così facesse, non<br />
otterrebbe lo scopo che è quello di dare i messaggi a tutti coloro che sono assetati di verità. <strong>Il</strong> farli leggere fuori del contesto<br />
di insieme creerebbe quei pericoli ai quali facevo riferimento.<br />
Cercate piuttosto di fare in fretta e telefona al Signor V. per prendere contatto.<br />
23 giugno 1990 - ore pomeridiane<br />
M. P. commentando i luttuosi e tragici avvenimenti inerenti al terremoto che ha colpito il popolo iraniano esclamava: «Povera<br />
gente, è sempre il povero che paga per gli altri!».<br />
<strong>Nicola</strong> interviene: «No, mamma, quel popolo era fanatico e saturo di odio e per poterlo salvare è stata necessaria una<br />
prova così terribile che lo ha accomunato in una sofferenza tanto grande. Tu sai, mamma, per averlo anche scritto, che il<br />
terremoto è un atto di amore di Dio stesso perché attraverso quell'evento così tragico dona ai morti la salvezza eterna e<br />
ai superstiti la possibilità di riconoscere i propri errori e ritornare pentiti al Creatore».<br />
3 luglio 1990<br />
Ero addolorata ed oppressa per aver constatato attraverso la conversazione di ieri sera la chiusura quasi totale dei genitori<br />
di Ant. riguardo alla religione.<br />
Mi ero sentita come immersa nel paganesimo di duemila anni fa.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, non lasciare che la speranza si allontani dal tuo cuore, perché la speranza è fede. Non ricordi come nel<br />
primo periodo della mia malattia il <strong>mio</strong> cuore e la mia mente, avviluppati da un freddo razionalismo, ti avevano spinta ad<br />
una implorazione angosciata di aiuto, e Gesù stesso manifestandoti la Sua impotenza e il Suo dolore, dato il <strong>mio</strong> netto rifiuto,<br />
ti suggerì di rivolgerti a Maria SS.ma la Madre?<br />
Ed è stata proprio la Madre ad operare la mia conversione e la mia salvezza!<br />
Fai lo stesso adesso non solo per loro, ma per A., T., zio G., e tutte le persone che ti sono particolarmente care o che ti<br />
chiedono aiuto.<br />
La Madre può tutto presso il Figlio, così come tu puoi tutto presso di me».<br />
136
3 luglio 1990 Sabaudia - ore 18<br />
L., la mamma di D., che è stata con noi per qualche giorno, mi ha rilasciato ieri, prima del suo rientro a Roma, la sua testimonianza<br />
riferentesi alla validissima intercessione di <strong>Nicola</strong> presso Dio, culminata nella guarigione della nipotina affetta<br />
da aneurisma al cervello.<br />
<strong>Nicola</strong> mi suggerisce di riunire le varie fasi del suo intervento affinché più chiaro sia al lettore la portata del medesimo.<br />
Farò così affinché sia data gloria a Dio che nei suoi Santi fa risplendere il Suo amore infinito per le creature.<br />
7 luglio 1990 – ore 3<br />
<strong>Nicola</strong>: «A., ascoltami, il nemico si è scatenato con tutta la sua rabbia furiosa su tutta la nostra famiglia e cerca di incutervi<br />
paura, ma sa benissimo che nulla può contro di voi perché voi mi appartenete. Ecco il motivo dei suoi attacchi concentrici.<br />
Neppure un capello vi sarà torto, A.. Non dubitarne neppure un istante.<br />
Opponi ad esso una serenità angelica, è questa la migliore difesa assieme ad un abbandono totale. Fate baluardo attorno<br />
a mamma, se la lasciate sola dovrà da sola sopportarne il peso che si aggiungerebbe a quello di T. e degli altri.<br />
Sappi che io sono accanto a voi in tutti i momenti del vostro viaggio, vivo più di prima, pronto a sventare tutti gli attacchi<br />
a dirottare tutti i pericoli, sempre presente nella vostra vita; sii disponibile e attenta e ti illuminerò in maniera chiara.<br />
Sappi che qualsiasi sofferenza impostavi dal maligno, se accettata ed offerta, si trasforma sempre in fonte di bene.<br />
Un pensiero per A., F., L., ed E., e adesso buon viaggio». <strong>Nicola</strong><br />
10 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri sei rimasta turbata quando il veggente di O... ti ha detto che nel nuovo libro devi mettere soltanto<br />
le iniziali delle persone e non più il nome per intero, perché ti esporresti ad un pericolo troppo grande.<br />
Con la mente sei andata a tutte le mie argomentazioni che al contrario ti hanno spinto finora ad usare il nome per intero<br />
ed hai finito col dire che dovevi solo essere fedele a quello che Gesù attraverso me, tuo figlio, ti chiedeva.<br />
Vedi, mamma, appunto per questa fedeltà alla Sua parole ieri Gesù ti chiedeva di esporti totalmente senza pensare a te<br />
stessa e oggi ti chiede il contrario, per non esporti ulteriormente al pericolo degli attacchi satanici che si fanno sempre più<br />
insistenti.<br />
È l'abbandono che ti chiede, non comprendi? Voleva provare la tua fede.<br />
Ricordi fino a qual punto abbia provato la fede di Abramo?<br />
In un continuo alternarsi di comandi che al vostro giudizio umano potrebbero sembrare in contraddizione l'uno con l'altro,<br />
Egli vi porta a raggiungere quella pienezza di fede e quell'abbandono che gli consentiranno poi di realizzare appieno quel<br />
disegno che ha su ciascuno di voi. Sono atti di amore infinito nei vostri riguardi e l'aderire ad essi vi fa acquistare meriti e<br />
vi apre la via alla gloria del Cielo. Non ha fatto così con me?<br />
Prima, comunicandomi l'avvenuta guarigione del <strong>mio</strong> male, mi faceva intravedere una vita di gioie accanto alla mia A.,<br />
nella riconquistata fede in Lui, poi lo sprofondo in un abisso di dolore da cui la anima mia, crivellata come oro fuso, doveva<br />
risorgere ed andare, ormai distaccata da tutto, verso la gloria, verso l'amore.<br />
Pensi che ci fossero contraddizioni in tutto questo? No, mamma, c'era soltanto amore».<br />
11 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, fai sapere ad A. che dò loro appuntamento alla Grotta di Ulzio, che prendano dell'acqua e ne diano a F.-<br />
F. guarirà».<br />
14 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, l'altro giorno ti volevo parlare del nome, ma tu hai disatteso il <strong>mio</strong> invito. Lo stai facendo adesso e te ne<br />
sono grato, ma non disperdere i miei lumi perché, anche se non te ne accorgi, essi contengono verità profonde. Su questa<br />
terra per individuare una persona non basta il nome, ma occorre il cognome e non sempre è sufficiente, bisogna allora<br />
ricorrere alla professione, alla paternità o all'indirizzo di casa.<br />
In cielo non è così. Ognuno di noi essendo un capolavoro unico e irripetibile, è come se fosse un figlio unico per il Padre.<br />
Io, <strong>Nicola</strong>, sono <strong>Nicola</strong> e anche se milioni di altri esseri portano il <strong>mio</strong> stesso nome non sarò mai confondibile con ciascuno<br />
di essi.<br />
Tu sei Pina e così Maria, Lalla ecc. ecc. Ecco perché quando un'anima si perde, per Dio Padre è come se perdesse quell'unico<br />
figlio, perché nessun altro può rimpiazzare quel vuoto.<br />
Vedi come tutto è grande, è importante e ogni gesto che vi avvicina o vi allontana da Dio ha ripercussioni infinite?».<br />
14 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, con insistenza mi hai chiesto di M. T. ed io ho taciuto, adesso ti aiuterò a capire. Ti ho detto che i grandi<br />
miracoli si ottengono con l'abbandono totale, ti ho anche chiarito in che consiste l'abbandono totale con un messaggio<br />
a parte.<br />
137
<strong>Il</strong> momento è delicatissimo, il Padre può prendere M. T. o lasciarla, a voi chiede soltanto di fare fino all'ultimo quello che<br />
umanamente è possibile senza chiedere o sollecitare risposte.<br />
Tu sai che quando qualcosa di grande si sta attuando, gli astanti trattengono persino il fiato per paura di disturbare o interrompere<br />
quel momento così solenne. Fate così anche voi».<br />
15 luglio 1990 – ore 6.30<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, stamattina ti parlerò dell'opera ininterrotta dello Spirito Santo, che abbraccia non solo l'umanità intera e<br />
ogni singolo uomo in particolare, ma che si esplica in maniera determinante in seno alla Sua Chiesa, fulcro di irradiazione<br />
di luce, la Chiesa di cui Cristo è il Capo, la Chiesa Cattolica.<br />
Tu spesso ti senti ripetere che la rivelazione, dono insostituibile per la conoscenza di verità a cui l'uomo nella sua limitatezza<br />
non potrebbe accedere e di cui la Chiesa è fedele depositaria, si è chiusa con l'Apocalisse di S. Giovanni.<br />
Ciò è perfettamente vero in un senso, cioè che nell'essenziale tutto è stato rivelato e con quella conoscenza l'uomo poteva<br />
accedere alla conquista del Bene supremo: Dio.<br />
Ma tu sai che il possesso di un embrione non sempre costituisce la realizzazione del frutto nella sua compiutezza.<br />
Ti porto un esempio: l'alberello di arancio che cresce nel giardino di M. era ricchissimo di zagara profumata e tu guardandolo<br />
estasiata pensavi ad un raccolto copiosissimo.<br />
Ma i venti e le intemperie portarono via e zagara e frutti appena appena nati, ora ne hai contati soltanto dodici, che vedi<br />
crescere di giorno in giorno, ma essi per diventare arance mature e dare gioia col loro colore vivace al vostro spirito hanno<br />
ancora bisogno della vostra cura continua, di acqua e di sole.<br />
Così è delle verità rivelate attraverso i profeti del vecchio Testamento e del Nuovo e continuamente vengono chiarite,<br />
ampliate, ripetute attraverso i nuovi profeti in un'opera incessante dello Spirito Santo, soprattutto ininterrotta affinché<br />
queste verità prendano possesso veramente del cuore e dell'intelligenza dell'uomo.<br />
La verità non basta conoscerla per averla letta o sentita ripetere in Chiesa in una omelia disattenta o da colui che ve la<br />
propone o dal vostro cuore assente e distratto, ma la verità dovete prima farla vostra per poi amarla.<br />
Tu continua a scrivere, mamma, con fedeltà e con amore, è questo il tuo compito, non disperdere niente e credi ciecamente<br />
a quest'opera di amore dello Spirito che si serviva di piccolissimi strumenti, spesso analfabeti nel vecchio Testamento,<br />
e continua a servirsi di inutili strumenti anche oggi.<br />
<strong>Il</strong> vento spira dove vuole e quando vuole e nessuno può arrestarlo».<br />
16 luglio 1990<br />
Avevo passato una notte insonne oppressa da un dolore troppo grande per T..<br />
Mi si accusava di essere stata io la causa del suo allontanamento dalla famiglia per aver pubblicato il libro di <strong>Nicola</strong> che lei<br />
disapprovava e dicevo a Gesù: «Tu sai tutto, Gesù, tu conosci la verità, tu solo puoi consolarmi».<br />
Istintivamente mi alzo e mi stringo al seno il piccolo Gesù Bambino che M. P. mi aveva lasciato ed a Lui chiedo conforto.<br />
Sento il Suo cuore pulsare in maniera forte e ben scandita contro il <strong>mio</strong> petto, resto commossa, lo allontano e torno a<br />
stringerlo al <strong>mio</strong> cuore, e sento lo stesso pulsare forte e ben ritmato. Lo allontano ancora una volta e lo adagio sul comò,<br />
pongo la mano sul <strong>mio</strong> petto ma il <strong>mio</strong> cuore tace..<br />
Una gioia profonda invade la mia povera anima e la nascondo a C., a tutti; non voglio che con la loro incredulità me la<br />
portino via.<br />
Aspetto A. di ritorno dalla Francia ed a lei racconto ogni cosa e poi a M., la quale mi dice che non debbo più dare il Gesù<br />
Bambino a M. P. e a Natale faremo il presepe con Lui solo.<br />
Grazie, Mamma bellissima. Come hai fatto col <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>, trasforma anche loro in ricettacoli di grazia.<br />
18 luglio 1990<br />
Questa notte Maria SS.ma:<br />
«Figlia mia, la spada che ha trafitto il <strong>mio</strong> cuore di Madre è unica, ecco perché Io posso consolare qualsiasi dolore di Madre<br />
e tutti questi dolori unirli al <strong>mio</strong> ed offrirli al Padre.<br />
Tu soffri tanto, figlia mia, per i tuoi figli, Io sono venuta in tuo soccorso e ti ho donato il <strong>mio</strong> Gesù piccolino perché tu potessi<br />
stringerlo al tuo cuore ed esserne consolata.<br />
Ed Egli ti ha fatto sentire il Suo Cuore che batteva in perfetta sintonia col tuo povero cuore».<br />
<strong>Nicola</strong>, perché Maria SS.ma mi ha donato Gesù piccolino mentre il <strong>mio</strong> cuore è stato sempre intimamente legato a Gesù<br />
adulto?<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, lo ha fatto perché tu potessi rivivere i momenti felici quando bambini ci stringevi al tuo seno».<br />
21 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, quando tu preghi per le anime del Purgatorio non pensare che il tuo atto d'amore è solo nei loro riguardi,<br />
ma ricordati che esso è soprattutto rivolto a Dio Padre, il quale brama ardentemente che queste sue creature siano ricongiunte<br />
a Lui e ad esse partecipare la Sua gioia e la Sua gloria senza fine».<br />
138
23 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, devi dire ad A. di riandare col pensiero a tutti gli avvenimenti ora molto tristi ma a volte inaspettatamente<br />
consolanti e con riverberi di luce che hanno caratterizzato finora la sua esistenza.<br />
Vi scorgerà un disegno preciso di un Dio che l'ama e che se ha permesso, ma mai voluto il dolore l'ha fatto per attrarla a<br />
sé, per renderla compartecipe della Sua gioia.<br />
Come nella tua vita, così nella vita di tutte le anime e quindi di A., vi potreste scorgere a giudizio umano delle contraddizioni,<br />
vi saranno anche degli interrogativi a cui non saprete dare delle risposte immediate, ma poco alla volta vi accorgerete<br />
che ogni avvenimento, ogni atto della vostra vita aveva un solo nome: Amore.<br />
<strong>Il</strong> dolore aveva uno scopo, la sofferenza anche prolungata lo stesso, ritrovare Lui, inabissarsi in Lui, gustare Lui.<br />
Come poteva imporle di lasciare l'<strong>amico</strong> che gli era stato così provvidenziale nel bisogno, senza prima averle fatto sentire<br />
la Sua presenza piena di infinito amore, che nel silenzio e nascostamente aveva tutto tramato, tutto predisposto ed orientato,<br />
guidato da un amore che trascende qualsiasi sentimento terreno, fosse il più puro?<br />
A. doveva scegliere tra Lui, il suo Dio, e l'altro, e la scelta doveva essere una scelta libera, ponderata anche se dolorosa.<br />
Dio non poteva rischiare di perdere.<br />
Dille di rivedere ogni cosa, ogni angolo della sua vita, ogni avvenimento anche marginale, e non ultimo il suo inserimento<br />
nella comunione di spirito con me, <strong>Nicola</strong>.<br />
Se ha fiducia in me, la guiderò verso l'uscita del tunnel buio, ci sono ancora dei posti di blocco da superare per arrivare<br />
all'uscita, dove tutto è sole e luce, ma non si fermi, non torni indietro, sia fiduciosa e serena, troverà la vera pace non fatta<br />
di piccoli sotterfugi che nascondono agguati e pericoli, ma la gioia e la pace che Gesù solo sa dare».<br />
26 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, una volta ti avevo detto che quando sei al Cimitero di Sabaudia e preghi per le anime del Purgatorio, se<br />
ti unisci a me nell'offerta unisci la terra al Cielo.<br />
Qualche giorno fa ti ho fatto scrivere che l'atto d'amore che vi spinge a pregare per le anime ancora purganti, prima di<br />
investirle con i suoi benefici effetti, arriva al Cuore del Padre che brama ardentemente ricongiungere a Sé quelle Sue creature.<br />
Amore verso il Padre soprattutto, amore che investe le anime purganti, amore che torna a voi perché loro pregano per voi<br />
e da voi torna ancora al Padre.<br />
È come un circuito chiuso che automaticamente si alimenta per continuare ad alimentare, eterno quindi in un ritmo incessante<br />
d'amore.<br />
Se voi riservate solo alle anime del Purgatorio le vostre preghiere per avere da loro aiuto e protezione pur proponendovi<br />
di aiutarle, è come se toglieste un anello da questa catena, come se spezzaste questo circuito.<br />
Sai perché le anime del Purgatorio non possono intercedere per se stesse?<br />
Esse in Purgatorio debbono purificare il loro amore egoista, amore di sé, amore eccessivo per tutto ciò che non sia stato<br />
amore puro che le avrebbe immediatamente innestate nell'amore unico, cioè Dio. Se pregassero per sé stesse non farebbero<br />
altro che innestare ancora una volta l'amore di sé così avulso da Dio.<br />
Sai perché mi è stata data una gloria così grande e l'immediata visione di Dio?<br />
Perché di tutto mi sono spogliato e tutto ho sacrificato a quest'amore unico, cioè Dio».<br />
28 luglio 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma ascoltami, ogni artista ama la sua opera ed essa rivela l'amore che egli ha per questa sua creatura e ne<br />
fa partecipi gli altri.<br />
Ogni pennellata, ogni verso, ogni nota, ogni manifestazione di questa opera ti riportano con ammirazione a colui che nel<br />
silenzio e nella sofferenza del parto ha dato vita a questa creatura che a sua volta gli rende testimonianza d'amore, donandogli<br />
onore e gloria.<br />
Senza arrivare ai grandi dell'arte, vedi papà come ama i suoi versi semplici che rivelano i suoi sentimenti nascosti, le sue<br />
sensazioni, il suo modo di pensare e come è felice quando gli altri li sanno apprezzare? Sono quegli stessi versi che lo ripagano<br />
e gli donano gioia.<br />
Così è di L. con le sue incisioni o di T. con i suoi quadri pieni di luce.<br />
Così è di Dio Creatore. Egli ama ciò che ha creato ed esso, attraverso le sue bellezze e le sue perfezioni, rivela agli uomini<br />
l'amore immenso del Suo Creatore e Gliene rende gloria.<br />
C'è in tutte le varie opere di un artista qualcosa di eccezionale, di unico, che costituisce il suo capolavoro e che lo renderà<br />
famoso e tramanderà il suo nome ai posteri.<br />
<strong>Il</strong> capolavoro di questo Artefice sublime è l'uomo e tutte le altre opere sono state create per lui solo e fanno, come corona,<br />
come sgabello ai suoi piedi.<br />
Tutte le opere stupende del Creato, astri con le loro perfezioni, luce, sole, vita, i tre regni della natura, microcosmo e macrocosmo,<br />
impallidiscono al confronto di questo piccolo uomo che in sé racchiude tutte le perfezioni e l'essenza stessa di<br />
Dio.<br />
Creato libero come Dio stesso, avrebbe dovuto rendere testimonianza di amore continua ed ininterrotta, amore che riversandosi<br />
prima sul Suo Creatore doveva poi investire la natura tutta creata per lui solo, circolare come linfa vitale tra i suoi<br />
simili, unire le anime purganti al Cielo tutto e chiudere il cerchio in un continuo flusso e riflusso d'amore.<br />
139
Cosa ne avete fatto di quest'opera sublime e di questo capolavoro che siete voi?<br />
Vi siete rivoltati contro Chi vi ha creato, L'avete insultato, offeso, negato, avete rifiutato il Suo Amore, avete ucciso Suo<br />
Figlio, avete contaminato e distrutto la natura creata per voi, osate ancora accusarLo dello sterminio che voi stessi avete<br />
causato con le vostre nefandezze.<br />
Eppure Egli ancora vi ama e vi vuole salvi, ma dovete implorare il Suo perdono.<br />
Avete troppo demeritato e nulla vi può essere imposto, neppure l'amore che vi salverebbe.<br />
Mamma, il tempo è breve e, come, è stato per me, anche voi sarete passati al crogiuolo del dolore per sapere se sarete<br />
meritevoli di salvezza.<br />
Non si può impunemente ferire l'amore di un Dio che vi ha amato da sempre!».<br />
1 agosto 1990 - Sabaudia<br />
Ieri avevo dato da leggere a P. il messaggio di <strong>Nicola</strong> a G.T. in data 13 gennaio 1990, che testimoniava l'opera incessante<br />
di <strong>Nicola</strong> stesso in favore del figlio A., culminata in risultati eccezionali che i genitori stessi la mattina avevano portato alla<br />
mia conoscenza.<br />
P. nel leggerlo spinto dal suo innato senso letterario cominciò a correggerlo.<br />
Questa notte <strong>Nicola</strong>: «Mamma, se tu mi ascolti con attenzione ti parlerò di una cosa di estrema importanza. Quando io ti<br />
parlo e ti rivelo verità o ti comunico lunghi messaggi che tu devi poi trasmettere ai tanti che leggeranno i tuoi scritti, io<br />
non faccio altro che imprimere il <strong>mio</strong> pensiero nella tua intelligenza e attraverso di essa tu lo fai tuo e lo trasmetti servendoti<br />
della tua personalità, del tuo stile, del tuo modo di esprimerti, della tua cultura, della tua sensibilità, dei vocaboli con i<br />
quali hai più dimestichezza, sì, anche delle deficienze che fanno parte di te, ma sono tuoi gli scritti e sono autentici ed essi<br />
rivelano i messaggi di <strong>Nicola</strong> alla madre.<br />
Tu non puoi farli correggere da altri perché essi non sopportano un altro passaggio, senza perdere di autenticità. È come<br />
se su di un oggetto importantissimo per leggervi una verità, tu vi scoprissi tante impronte digitali sovrapposte.<br />
Vedi, mamma, se io mi rivelassi a papà pensi che i suoi scritti, cioè i miei messaggi, sarebbero esposti come i tuoi? No,<br />
mamma, il concetto sarebbe lo stesso, ma il modo di esprimerlo sarebbe lo stile di papà e così quando parlo attraverso<br />
altre anime.<br />
È l'immagine del fiato che soffia su strumenti diversi producendo suoni diversi pur essendo uno solo il moto che li fa vibrare.<br />
Attieniti al <strong>mio</strong> consiglio perché è importante, se pensi che solo nei miei colloqui con te, mia madre, non è possibile interferenza<br />
alcuna.<br />
Correggi se credi qualche errore di ortografia, il tempo dei verbi, che non è il tuo forte, e poi lascia tutto così, è più genuino<br />
e più autentico.<br />
E poi ti dirò che il tuo stile sintetico, immediato, consequenziale, senza divagazioni a parte errori o ripetizioni che a volte<br />
servono, non è tanto male ed a me piace.<br />
Mamma, sento una tua tacita domanda: perché non mi detti tu direttamente?<br />
Vedi, mamma, ti ho tante volte detto che comunicare sia pure con te che sei mia madre non è tanto facile, inoltre se io<br />
riuscissi a dettarti ogni singola parola il <strong>mio</strong> stile di oggi non sarebbe lo stesso di quello che avevo quando ero tra voi, c'è<br />
stata in me una metamorfosi radicale e il <strong>mio</strong> linguaggio di oggi sarebbe ancora più difficile per voi da comprendere.<br />
Io mi calo nella tua umanità e mi esprimo tenendo soprattutto conto delle tue possibilità di intendere, ecco perché il <strong>mio</strong><br />
libro è accettato e recepito da tante anime.<br />
Mi servo del tuo dolore, mi servo dei tuoi tanti perché e attraverso i canali che tu stessa mi porgi arrivo a tanti cuori che<br />
come te soffrono e sperano.<br />
Tu stessa ti accorgi come a volte le mie ispirazioni, i miei messaggi si trasformano, nelle tue parole nelle tue espressioni<br />
con una rapidità fantastica e tu meravigliata noti come non c'è nei tuoi scritti nessuna cancellatura, nessuna incertezza.<br />
Sono i momenti migliori in cui i nostri spiriti sono a contatto, si fondono: io parlo in te, io mi umanizzo in te e prendo il<br />
<strong>mio</strong> posto di figlio, di carne della tua carne».<br />
2 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, in questo periodo non sei stata bene e M. T. ha diagnosticato in termini non perfettamente scientifici:<br />
astenia di origine isterica.<br />
Ti aiuterò a capire meglio te stessa anche se tu già sai che non di isterismo si tratta.<br />
Tu sai che con il termine psiche si intende la sfera che riguarda tutta la componente che fa capo allo spirito dell'uomo: volontà,<br />
carattere, tendenze emotive, affetti ecc. ecc.<br />
Tutte queste manifestazioni producono degli impulsi, a volte positivi a volte negativi, che interferiscono sull'equilibrio della<br />
stessa psiche e che influiscono anche sul fisico, che è il primo a registrare gli effetti di questi impulsi. Quando si ha lo stato<br />
isterico?<br />
Quando questi impulsi non sono più razionali, logici e non trovano più il loro giusto collocamento e si trasformano in infiniti<br />
perché senza risposta che danno origine ad angosce, incubi, ecc. ecc., la sofferenza allora è grande ed investe il corpo<br />
con conseguenze più o meno gravi.<br />
Ma tu non sei così, tu conosci perfettamente la causa del tuo soffrire, tu hai già dato una risposta ai tuoi perché, tu hai<br />
trovato la piena compensazione nella speranza che sostiene continuamente la tua fede.<br />
140
Certo tu soffri, guai se non soffrissi perché è proprio questa sofferenza che purificandoti ti innesta in uno stato di grazia e<br />
di pace interiore.<br />
Certo, mamma, tu vorresti l'amore che non hai, la comprensione che non hai, soffri perché non sono creduto, la tua sensibilità<br />
si è acuita, la realtà ogni giorno si fa sempre più palese al tuo spirito e tu soffri non solo con tutto il tuo cuore ma<br />
anche col tuo povero corpo stanco.<br />
Ma io ti sono vicino, fugo i tuoi dubbi, ti faccio gustare momenti di gioia, la mia presenza e il <strong>mio</strong> amore ti rimettono in<br />
sesto. Stai serena, mamma mia bella, perché ti amo tanto».<br />
2 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Hai letto con un certo disappunto la lettera che la collega di M. le ha inviato per ringraziarla del dono del libro: <strong>Il</strong><br />
Mio Amico <strong>Nicola</strong>. Lei parla di una lettura rapida e avida, testimonia interesse ed apprezzamento per determinati argomenti,<br />
ne rifiuta altri, ma il fatto stesso che con semplicità ne parla denota come la vecchia porta chiusa per tanto tempo<br />
abbia cigolato sui cardini arrugginiti.<br />
Vedi, mamma, come ti dicevo l'altra volta, ognuno dei miei scritti trova un totale accoglimento nei cuori semplici, nei cuori<br />
amanti, nei cuori disponibili, ma per gli altri vale proprio la parabola di Gesù del seme che cade su determinati terreni e<br />
produce a volte il 10, a volte il 100 per uno.<br />
La collega di M. per poterlo accogliere interamente deve prima smantellare dalla sua intelligenza tutte quelle cognizioni<br />
errate, frutto di una cultura laica o pseudo religiosa che sembrerebbe razionale e logica, ma che è completamente l'opposto.<br />
Sono incrostazioni che si sono depositate le une sulle altre fino a formare durante un lungo periodo di tempo un ostacolo,<br />
un muro per una vera apertura alla verità stessa.<br />
Come arrivarci? Tanta, tanta umiltà, vivo desiderio di conoscere la verità per poterla poi amare; perché è solo la conoscenza<br />
di essa che vi fa liberi.<br />
Rilegga il <strong>mio</strong> libro, ma non solo con curiosità e in fretta, ma meditandolo passo passo».<br />
4 agosto 1990 - Ore 15.45<br />
Mentre M. P. parlava al telefono col veggente di O.<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, R. deve essere sostenuto e non soltanto con la preghiera ma col consiglio e con la presenza di M. P..<br />
L'attacco potrebbe venirgli dalla moglie».<br />
6 agosto 1990 - Roma. Questa notte<br />
Lungo conversare col <strong>mio</strong> <strong>Nicola</strong>.<br />
<strong>Nicola</strong>: «L'altro giorno nel chiarirti le cause del tuo malessere ti ho accennato alle varie componenti che formano la psiche<br />
dell'uomo, tutte appartenenti alla sfera spirituale e che ne determinano il carattere. È come una impronta unica che lo differenzia<br />
da qualsiasi altro soggetto, così come è il corpo, unico anch'esso, anche se formato degli stessi elementi, ma inconfondibile<br />
nella varietà dei medesimi.<br />
È sempre l'amore che unisce e condiziona le mille facce del sentimento e ne determina la sensibilità più o meno accentuata,<br />
la volontà più o meno fiacca, il coraggio o la paura, in una sola parola la libertà, che accetta il bene o che lo rifiuta per<br />
seguire il male.<br />
<strong>Il</strong> piccolo germe che cresce e si sviluppa nel seno materno già attinge da esso delle caratteristiche che gli vengono trasmesse<br />
dalla madre stessa, ecco perché non faccio che ripeterti che nessuna unione è così viscerale come quella che unisce<br />
la madre al figlio.<br />
Solo all'età della ragione il bambino prende conoscenza diretta del suo io ed è in grado di assumersi la sua responsabilità.<br />
Nel bambino il primo impulso innato d'amore è per la madre e successivamente per il padre, sono loro che costituiscono il<br />
polo di attrazione e su di loro si riversa tutta la sua capacità d'amore.<br />
Questo rapporto, se non viene turbato da avvenimenti sconvolgenti che determinano veri e propri traumi, dura per tutta<br />
la vita.<br />
Come ti ho a volte accennato ogni sentimento d'amore che si rivela nel soggetto in mille sfaccettature diverse deve trovare<br />
la sua giusta collocazione, in modo da non interferire su altri aspetti dello stesso sentimento causando scompensi e<br />
danni sensibili non solo a chi lo genera, non solo verso chi è diretto, ma, come una reazione a catena, danneggia e coinvolge<br />
un numero grande di esseri di cui non avreste mai immaginato persino l'esistenza.<br />
C'è inoltre nella sfera dei sentimenti una priorità e una scala di valori che l'uomo non può disattendere senza creare sconvolgimento<br />
e danni a volte irreparabili.<br />
È come l'ingranaggio delicatissimo di un orologio di precisione nel quale si inceppa una piccolissima rotellina: l'orologio o<br />
non funziona completamente o sballa i minuti e persino le ore rendendo l'oggetto perfettamente inutile.<br />
Tante volte vi viene detto che la prima cellula della società è la famiglia.<br />
Ciò è perfettamente vero, è lì che il bambino si forma, cresce, riceve le prime impressioni. Purtroppo è la famiglia che è<br />
stata furiosamente attaccata dai nemici di Dio stesso, ridicolizzata nei suoi precisi doveri, smantellata mattone dopo mattone<br />
fino a ridurla in un cumulo di macerie, e sai proprio da chi?<br />
Dai figli stessi, gli unici veri beneficiari di tanti sacrifici, di tanto amore disinteressato.<br />
141
Ti sta tanto a cuore saperne di più sul dono dell'amicizia, perché tu possa meglio giudicare e guidare con rettitudine di intenti<br />
chi ti è caro.<br />
L'amicizia è una componente bellissima dell’amore, parlo della vera amicizia, ma tu sai che nell’amore c’è sempre chi dona<br />
di più e chi di meno e colui che dona di meno prende sempre di più e il più delle volte schiavizza il generoso che ad un<br />
dato momento, senza che se ne accorga, resta come intrappolato e prigioniero del suo stesso sentimento.<br />
Allora non riesce più a distinguere la priorità degli affetti e senza rendersene conto trascina anche l'amica o l'<strong>amico</strong> in<br />
quelle nebbie paurose dove è così difficile ritrovare la luce.<br />
Oh sì, mamma, la tua preoccupazione non è fuori posto ed essa ti tormenta da molto tempo e più si fa strada nella tua<br />
mente la verità, più essa ti causa vivo dolore.<br />
La domanda che spesso rivolgi a te stessa: quale posto occupo nel cuore dei miei figli?, ti lascia senza fiato e la tristezza<br />
inonda il tuo cuore, e non perché come dicono loro, vuoi qualcosa di più che non ti spetti, ma perché si è infranta<br />
un'armonia, si è rotto un congegno che lascia sempre più poveri e sprovveduti proprio loro e soprattutto indifesi.<br />
Mammuzza mia, non piangere, io ti seguo nei tuoi pensieri, li dirigo verso la speranza che non ha fine, li faccio miei e li<br />
presento al Padre.<br />
Egli è l'amore, rifugiati in Lui, rifugiati nel <strong>mio</strong> amore, è il cuore del tuo <strong>Nicola</strong>, del tuo piccolo che ti ama di un amore infinito».<br />
12 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ascoltami, perché desidero meglio focalizzare il sentimento prioritario che unisce la madre al figlio, che<br />
tante, tantissime volte subisce l'urto di altri sentimenti collaterali che creano disordine e confusione e danneggiano a volte<br />
irrimediabilmente questo rapporto d'amore unico e insostituibile per la natura stessa di esso.<br />
Esso è universale, questo ti dice come fa parte della natura stessa dell'uomo, a qualsiasi razza o latitudine o costume o<br />
religione appartenga.<br />
È insito nel profondo stesso della creatura; puoi trovare omicidi o ladri incalliti o rifiuti della società, ma che si arrestano<br />
davanti alla invocazione della madre o al ricordo di lei.<br />
Questo amore è un bene grande, incalcolabile che ti accompagna fino all'estremo tuo respiro. Nessun altro sentimento,<br />
per quanto puro e disinteressato, puoi contrapporre all'amore che devi alla madre.<br />
Confrontandolo poi con il sentimento dell'amicizia, a parte il giusto detto che trovare un <strong>amico</strong> è come trovare un tesoro,<br />
tanto esso è raro, ti accorgi che nell'arco di una esistenza tanti sono stati gli amici con i quali hai avuto dei rapporti di<br />
simpatia, di affetto, di entusiasmo, ma che gli eventi stessi hanno relegato nel mondo dei ricordi.<br />
Ricordi a volte piacevoli, a volte negativi, per l'esperienza poco simpatica che essi ti hanno fatto vivere ed allora li allontani.<br />
Proteggere questo rapporto d'amore naturale e viscerale è essenziale, perché esso assicura un perfetto equilibrio tra lo<br />
spirito e il corpo, il primo a risentirne gli effetti positivi o negativi.<br />
Quando viene infranto questo rapporto, si ha il totale annientamento della personalità del soggetto perché travolge anche<br />
la vittima o il meno colpevole dei due, che si trova a subire una sofferenza non sempre meritata.<br />
Quando un figlio arriva a sopprimere la propria madre, egli non colpisce sua madre ma colpisce tutta la società che, turbata<br />
e sgomenta, si chiede come sia stato possibile quell'obbrobrio e solo si acquieta se il colpevole viene riconosciuto per<br />
pazzo».<br />
17 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, fai leggere a F. quanto sto per dirti.<br />
F., tu stai vivendo con F. una nuova esperienza: il bambino ormai dodicenne si stacca dalla madre e sente il bisogno del<br />
padre. <strong>Il</strong> rapporto è bello e ti le tifica, ma c'è in esso un pericolo. A livello non razionale ma inconscio c'è in te un sentimento<br />
di rivalsa.<br />
Per molto tempo ti sei sentito l'escluso e ne hai sofferto, e F., che doveva costituire l'elemento di unione tra te ed L. si era<br />
trasformato in ostacolo.<br />
Giochi sbagliati di amore che tanto danno hanno recato al bambino.<br />
Ora la palla è tornata a te, ma non fare lo stesso errore di tua moglie, perché F. non è la pallina del tennis che voi due<br />
lanciate da un campo all'altro, tu potrai dargli l'amore e la protezione virile del padre, ma non l'amore così tenero e così<br />
diverso della madre.<br />
Egli ha bisogno di entrambi gli affetti perché la sua personalità e il suo carattere si affermino in maniera armoniosa. F. è<br />
un bambino intelligente e sensibile, dovete accostarvi alla sua anima con grande rispetto. Voi genitori quanto spesso siete<br />
la causa di danni spesso irreversibili nei vostri figli che pure tanto amate!».<br />
20 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, riguardo alla partenza di M. A. per Creta in un momento così delicato, non son voluto intervenire a bella<br />
posta per lasciare a voi libertà di scelta assoluta.<br />
Se aveste deciso di mandarla avreste mancato di prudenza, se non fosse andata avreste mancato di fede.<br />
142
L'episodio si innesta perfettamente nel racconto evangelico delle vergini sagge, che sono attente, prudenti e in tempo si<br />
riforniscono dell'olio necessario, e delle vergini stolte e imprudenti, che rischiano di non essere presenti all'arrivo dello<br />
sposo, come in realtà avviene.<br />
A questo punto bisogna puntare tutto sulla fede e supplicare lo Sposo che ritardi anch'Egli il suo arrivo dando così anche<br />
alle vergini stolte la possibilità di salvezza.<br />
21 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, ieri basandoti sulla frase da me pronunciata che riguardava la partenza o meno di M.A. per Creta «se<br />
decidete che parta mancate di prudenza, se al contrario decidete che resti mancate di fede» nel tuo intimo ti sei chiesta<br />
quale delle due virtù ha la precedenza sull'altra o se una è in contrapposizione all'altra.<br />
Ora ti chiarirò meglio questa verità che pure una volta ti avevo spiegato.<br />
Nessuna virtù è in contrapposizione all'altra: tutte si intersecano e si completano dando vita all'amore che fa capo a Dio<br />
che è amore.<br />
Così la prudenza è anche fede e la fede è anche prudenza, come la giustizia è amore e l'amore è anche giustizia. Ma come<br />
ti avevo una volta spiegato, a causa del peccato di origine che ha contaminato anche un atto in se stesso santo, è insito<br />
in esso un germe di corruzione che può trasformare la fede in presunzione, la prudenza in acquiescenza, l'obbedienza<br />
in schiavitù e sottomissione, l'amore puro in amore di sé e quindi in egoismo.<br />
Ecco il pericolo a cui tutte le anime sono esposte, ecco la necessità assoluta di vegliare continuamente per soffocare questa<br />
spinta al male.<br />
Solo chi è veramente umile può vincere perché l'umiltà ti porta all'abbandono in Dio e quindi accresce la fede e la fiducia<br />
nel Suo aiuto, accresce l'amore, accresce la prudenza, accresce il desiderio di sacrificio, accresce la speranza in un Dio<br />
che ti ama.<br />
25 agosto 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, questa volta inizierò da un paragone per farti meglio capire come si snoda nell'arco di una vita il progetto,<br />
meglio il disegno d'amore, che Dio ha per ciascun uomo che ama con amore di Padre.<br />
Pensa ad un giovane che, finiti gli studi di secondo grado, decide di iscriversi in ingegneria o in un'altra qualsiasi facoltà.<br />
<strong>Il</strong> progetto è bello, ma prima di arrivare alla realizzazione di esso debbono trascorrere lunghi anni di impegno, di applicazione<br />
costante, di sacrificio.<br />
Le tappe e le difficoltà sono tante, ogni esame superato è una vittoria conseguita, ma è una vittoria a se stante, necessaria<br />
per raggiungere il fine prefisso, ma non determinante per il completo raggiungimento di esso.<br />
Occorre aver superato tutti gli esami occorre aver discusso la tesi con esito positivo per essere dichiarato dottore in quella<br />
facoltà.<br />
Adesso seguimi nell'iter tracciato da Dio per poter realizzare in ciascuna creatura il progetto d'amore, che permetterà ad<br />
essa di godere un giorno di una gloria senza fine.<br />
Ogni essere generato e creato dal Suo amore viene dotato di doni particolari, indispensabili per metterlo nelle condizioni<br />
di poter assolvere il compito che Dio stesso pretende da lui.<br />
Così tu hai uomini con un coefficiente di intelligenza di gran lunga superiore al normale, destinati ad essere elementi trainanti<br />
della massa per una evoluzione costante del bene; troverai uomini dotati di un particolare senso artistico, letterario,<br />
poetico o filosofico, o matematico, senza parlare dei mille doni di carattere, di generosità, di altruismo, di attrazione per il<br />
bello che formano il substrato di ogni essere.<br />
I doni hanno un solo specifico scopo: il raggiungimento del Bene supremo.<br />
<strong>Il</strong> disegno che Dio ha progettato per ciascun figlio è parte integrante di un disegno ancora più vasto che investe l'umanità<br />
di quel determinato periodo di tempo, ma si ripercuote anche in un futuro più o meno lontano determinandone l'allontanamento<br />
o l'avvicinamento alla meta ultima. Così una scoperta scientifica può portare ad un progresso liberatorio per l'umanità<br />
tutta, viceversa spingere la medesima nelle oscure profondità del male.<br />
Vedi cosa sta operando l'ingegneria genetica.<br />
Ciascun essere è chiamato a realizzare in se stesso quel preciso disegno, non solo perché è il bene maggiore a cui può<br />
aspirare, ma perché esso è indispensabile alla realizzazione del disegno di insieme progettato da Dio stesso.<br />
Vedi, mamma, Dio aveva per me un disegno detto in termini umani, ambizioso: un santo in un'epoca in cui la fedeltà al<br />
sacramento del matrimonio è una favola da raccontare ai bambini, un giovane di trent'anni che, pur bramoso di vivere,<br />
sceglie di morire perché non è più in grado di dare alla moglie che ama un corpo integro.<br />
Ma tutto ciò attraverso quali passaggi bui, quali lotte, quali sconfitte o vittorie parziali si è realizzato? Sì, ero quello che<br />
chiamano un predestinato, ma quanta sofferenza per arrivare alla meta, al traguardo finale!<br />
Sì, ero un coraggioso, avevo resistenza al dolore.<br />
Una volta ti accennai come a Stromboli avessi sopportato la bruciatura di una sigaretta senza batter ciglio, ma come è diverso<br />
il dolore di mani impietose che ti frugano nelle viscere aperte per ore e ore e così tutte le mattine nelle lunghe medicazioni!<br />
Tutti i miei doni, coraggio, resistenza al dolore, fedeltà assoluta ad un impegno preso, coerenza, generosità dovevano essere<br />
spinti al rendimento massimo consentito al <strong>mio</strong> essere uomo. Dovevo fare anche in fretta per recuperare il tempo<br />
perduto.<br />
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Ce l'ho fatta, ma oggi nel riandare a quei momenti così terribilmente tragici il <strong>mio</strong> inno di ringraziamento va soprattutto a<br />
Gesù, che ha unito la mia offerta alla Sua, a Maria SS.ma, che mi ha condotto per mano nella dura ascesa del Calvario.<br />
Ecco perché ora non La lascio mai ed anche a te, mammuzza mia, che mi hai sostenuto con la tua fede e con la tua supplica<br />
ininterrotta.<br />
A., papà, M., i miei fratelli tutti hanno fatto da corona e da supporto con il loro amore al martire che consumava la sua<br />
immolazione.<br />
<strong>Il</strong> disegno di Dio nei miei confronti si snodava nel tempo, tutti gli avvenimenti, anche i più insignificanti in apparenza, avevano<br />
una precisa collocazione un preciso scopo: formazione del carattere, superamento continuo del <strong>mio</strong> io in una ascesa<br />
che a suo tempo avrebbe fatto di me un atleta, un vincitore.<br />
Sembrava che la mia vittoria si fosse arenata in quel fatidico 28 agosto 1985 e odo ancora il tuo lamento implorante che<br />
scaturiva da un cuore straziato, mentre passeggiavi nel terrazzo di casa nostra e continuavi a parlarmi, a parlarmi... ma il<br />
disegno di Dio aveva superato i confini della morte ed aveva aperto orizzonti più vasti a questa umanità sofferente.<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> nome è sulla bocca di tantissime anime, meglio dire nei loro cuori.<br />
Sono apportatore di speranze, di fede, di aiuto, di lumi.<br />
Oh quante tenebre ancora da sgombrare, quante certezze da infondere e, quel che è più doloroso, proprio in seno alla<br />
mia famiglia!<br />
<strong>Il</strong> <strong>mio</strong> tempo è l'eternità, ma è il vostro tempo che è tanto ma tanto breve.<br />
Non sciupo il vostro tempo e di tutto mi servo per condurvi alla realizzazione di quello che è bene per voi, anche la frattura<br />
della tua gamba mamma, che ti porterà a correggere certi tuoi atteggiamenti e a far rivedere ai tuoi figli i loro atteggiamenti<br />
nei tuoi confronti.<br />
Ma adesso riposa, mamma, e con serenità affronta le difficoltà inerenti all'impossibilità di camminare”.<br />
Roma, 19 settembre 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma ascoltami. Ogni qualvolta ti prospetto e ti illumino su di una verità importantissima quale quella che nei<br />
nostri colloqui non è possibile interferenza alcuna, senza che te ne renda conto erigi come un diaframma di protezione;<br />
non dubiti, ma non credi totalmente. Se rileggi tutte le volte che con te ho trattato questo argomento, portandoti sempre<br />
paragoni nuovi e convincenti affinché neppure l'ombra del dubbio potesse sfiorare il tuo animo, ti convincerai come tutto<br />
rientra in un preciso disegno di Dio per un fine a Lui solo noto, ma che attraverso un attento esame degli avvenimenti<br />
della tua vita, potrai anche comprendere.<br />
Le verità teologiche contenute nei miei messaggi, verità che per troppo tempo sono state conculcate ed offuscate da falsi<br />
teologi e non sempre difese dal magistero della Chiesa, dovevano arrivare al popolo di Dio perfettamente integre e non<br />
più manomesse o alterate da falsi profeti. Che poi il Signore nella Sua infinita sapienza, si sia servito di te, piccolo nulla, o<br />
di me altrettanto piccolo nulla, lasciamo solo a Lui il giudizio della scelta, e con infinita umiltà diciamo: Signore solo Tu sei<br />
grande.<br />
Ieri mamma, ho portato alla tua meditazione un fatto importante perché tu meglio possa comprendere come Dio si serve<br />
di doni eccezionali per proteggere verità di fede che altrimenti andrebbero perdute.<br />
Uno di questi è l'infallibilità del Papa e, nota bene, soltanto in materia di fede.<br />
Ti dicevo come in un conclave riunito per l'elezione del nuovo Papa, formato da Cardinali tutti papabili quindi in possesso<br />
di tutti i requisiti necessari per essere eletti, solo ad avvenuta elezione il nuovo eletto entra in possesso del carisma dell'infallibilità<br />
e non prima.<br />
Non ti meravigliare quindi se era necessario preparare te all'ascolto per un periodo così lungo, più di cinquant’anni, e me,<br />
per la durata dei miei trent’anni fino a costituire un canale quasi perfetto ma soprattutto non soggetto a contaminazione<br />
per poter fare arrivare al Suo popolo e quindi alla Sua Chiesa, le verità contenute nei miei messaggi.<br />
Gli attacchi che spesso con dolore sei costretta a registrare e che a volte vengono proprio dalle persone che più di tutte<br />
hanno beneficiato dei miei lumi e della mia protezione, ti dimostrano come inviso è al nemico di Dio questo <strong>mio</strong> libro che<br />
sprigiona luce e conforto.<br />
Tu, mammuzza mia siimi fedele, sopporta con rassegnazione i giudizi sfavorevoli che ti vengono dalla nostra famiglia e<br />
dai tuoi fratelli, lo so, sono ferite che colpiscono un cuore di madre già tanto martoriato, ma a tuo conforto sappi che sei<br />
tanto gradita a Dio e che la Mamma Celeste ti ama e ti segue pronta ad intervenire per proteggerti e consolarti. E il tuo<br />
<strong>Nicola</strong>? Oh come ti è vicino e come soffre con te quando gli altri ti fanno del male!»<br />
21 settembre 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma da qualche giorno volevo illuminarti sulla figura del Direttore spirituale e sulle sue responsabilità.<br />
Potrei stabilire un parallelo tra la sua opera e quella dello psicologo o psicanalista ma i punti di contatto sono soltanto<br />
marginali e solo apparentemente identici.<br />
<strong>Il</strong> Direttore spirituale quasi sempre Sacerdote, deve accostarsi ad un'anima ben sapendo che solo a Dio suo creatore, essa<br />
appartiene di diritto e che ogni suo sforzo, ogni suo gesto, ogni sua parola debbano tendere ad aiutare l'anima che a lui si<br />
affida a ricondurla a Dio.<br />
Egli può imprimere un moto di ascesa o viceversa tarpare le ali e farla ripiegare su se stessa o meglio spingerla alla considerazione<br />
e attenzione della sua persona diventando così egli stesso antagonista di Dio.<br />
Momento pericolosissimo mamma, non solo per l'anima che uscita da un forte travaglio crede di aver trovato la via facile<br />
per arrivare a Dio, ma per l'anima del Sacerdote incauto che si sente l'oggetto e il centro dell'attenzione.<br />
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I pericoli che questo stato di cose comporta sono enormi sia per l'anima che, diventa sempre più prigioniera del suo Direttore<br />
spirituale che vede in una veste di santità che in realtà non possiede, sia per l'anima del Sacerdote irretito dal suo<br />
stesso io che legandolo alla creatura lo allontana da Dio, spingendolo su una china funesta.<br />
Da quanto ti ho fatto scrivere puoi dedurre quale deve essere l'atteggiamento del Direttore spirituale.<br />
Se tutto ciò sarà meditato con grande umiltà potrà portare l'anima dell'apostolo alla revisione del suo lavoro, dei suoi atti,<br />
dei suoi intenti. Io chiudo dicendoti che il Direttore spirituale per essere in sintonia con l'opera di Dio, deve essere un santo».<br />
25 settembre 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma quando ti illumino su particolari momenti che riguardano determinate persone siano esse laici o sacerdoti,<br />
tu non trarre mai delle conclusioni che potrebbero trasformarsi in giudizi e quindi nuocerti, perché quei lumi possono<br />
essere richiami, o chiarimenti perché meglio possano valutare la loro singola posizione, o addirittura veri e propri rimproveri.<br />
Come vedi il tuo giudizio è sempre errato.<br />
Lascia a noi tale giudizio, il tuo compito specifico è quello di trasmettere e nient'altro.<br />
Tutto questo aumenterà la serenità del tuo animo e toglierà le ombre che potrebbero limitare un tuo affettuoso e cordiale<br />
rapporto col tuo prossimo».<br />
Grazie, Nicolù, ti voglio bene.<br />
3 ottobre 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma stamattina ti voglio parlare del valore dei segni che si manifestano nel corso della vostra via terrena e<br />
che hanno la stessa funzione dei cartelli indicatori posti lungo il tragitto tanto indispensabili all'autista per non sbagliare la<br />
strada.<br />
Essi si snodano nell'arco della vostra vita in tappe sempre più avanzate man mano che andate avanti e vi indicano la giusta<br />
direzione. Partono da un passato più o meno lontano e sono legati tra loro da un filo conduttore che viene memorizzato<br />
da una volontà attenta che ne proietta la luce fino alla tappa successiva e così via, fino alla meta.<br />
Avvenimenti, incontri, amicizie importanti o banali, dolori o gioie, suscitano in voi dei perché e trovano risposta in questi<br />
segni posti sul vostro cammino dal buon Dio che non vi lascia mai soli affinché non possiate sbagliare strada.<br />
Mamma, ti ho sempre detto che niente è causale nei disegni di Dio.<br />
Se vai indietro nella tua vita passata, a lettere d'oro trovi una data 25-3-1940, festa dell'Annunciazione, giorno del tuo<br />
matrimonio.<br />
La stessa data segna la mia nascita. Non ti dice niente questo?<br />
Questo segno non illumina tutto un percorso il tuo e il <strong>mio</strong>?<br />
Ma guai a disattendere questi richiami, ti puoi trovare, senza che te ne accorgi, nella direzione completamente opposta e<br />
non ritrovare più la via o, nel migliore dei casi, costretta a tornare indietro fino al punto dove avevi sbagliato.<br />
Adesso ti illuminerò su R...<br />
R... a un certo punto ha spezzato il filo che la legava ai segni precedenti e che erano i punti chiave del <strong>mio</strong> intervento nei<br />
confronti del padre.<br />
La mia offerta per la salvezza di L... quando ero ancora in ospedale, il <strong>mio</strong> intervento tramite Maria il giorno del <strong>mio</strong> funerale<br />
che spinse L... verso R... e così tutti gli altri e non ultimo, attraverso il <strong>mio</strong> messaggio specifico che dava a lei la certezza<br />
che quell'anima era salva.<br />
Solo io potevo dare a lei quella certezza che la riempì di gioia anche se soffriva tanto.<br />
R... ha chiesto conferma ad un sacerdote che, ricco di sapienza soltanto umana, ha demolito tante certezze, ecco perché<br />
a te, che meravigliata e anche addolorata per il silenzio di R... me ne chiedevi il perché, ti risposi che anche R... era soggetta<br />
ad interferenze del nemico.<br />
Mamma, non mi stanco mai di raccomandarvi di essere prudenti, il nemico è più che mai pronto ad attaccarvi, ogni mezzo<br />
è buono per lui, ha bisogno di un piccolo spiraglio per penetrare nel vostro cuore, non offritegliene la possibilità specialmente<br />
con giudizi che, come ti dicevo in un precedente messaggio, limitano il vostro slancio verso il vostro fratello oltre<br />
che a recare grave danno all'anima”.<br />
Roma, 6 ottobre 1990<br />
<strong>Nicola</strong>: «Mamma, mamma cara tu soffri per l'atteggiamento di P... e di M... nei riguardi di Gesù Eucaristia: superficialità,<br />
indifferenza, a volte rifiuto coperti da un'apparente religiosità che maggiormente addolora e ferisce il Cuore di Gesù che li<br />
ha colmati di tanti doni.<br />
Vorresti piangere a lungo sul Suo Cuore e supplicarlo di perdonare il dolore che causano a Maria SS.ma: una Madre così<br />
dolce sempre pronta ad intercedere per loro.<br />
Mamma, mamma mia, piangiamo assieme, invochiamo assieme, supplichiamo assieme, unisciti a me in una preghiera incessante<br />
e fiduciosa e non dubitare mai.<br />
Adesso mamma, un pò più serena apri il cuore e l'intelligenza a quanto sto per dirti.<br />
Traggo lo spunto da quanto accennatoti da R... sulle obiezioni avanzate da quei due sacerdoti che si occupano delle cause<br />
dei santi e (quindi addetti ai lavori) che la maggiore difficoltà nell'impostare la mia causa di beatificazione, sarà data dal<br />
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fatto che io ho trascorso una vita nell'indifferenza e che, solo alla fine dei miei giorni e in maniera così nascosta, ho eventualmente<br />
raggiunto la santità.<br />
Quale esempio potrei dare alla gioventù di oggi che anzi sarebbe portata a non riflettere abbastanza sul valore della vita<br />
spostando e rimandando tutto all'ultimo estremo traguardo? Mamma, al contrario è perfettamente l'opposto.<br />
lo ho vissuto in quest'epoca tragica, ho ragionato, pensato, agito, come la maggior parte agisce e pensa la gioventù oggi:<br />
perché lambiccarci il cervello per problemi che per ora non sono attuali, ci penseremo dopo quando sarà il momento, adesso<br />
siamo giovani, divertiamoci, amiamo a modo nostro, viviamo a modo nostro.<br />
Ma è arrivato un basta dall'alto e il <strong>mio</strong> ragionamento non ha avuto più senso.<br />
Tutto da rifare, e nelle lunghe notti all'ospedale a tu per tu con me stesso, mentre vedevo sbriciolarsi come castelli di carte<br />
tutti i miei sogni, tutte le mie certezze, dovevo dare un senso ai miei mille perché se non volevo impazzire e poco alla<br />
volta ho cominciato a tessere attorno alla mia vita una trama diversa. Ho dovuto tagliare tutte le liane che mi legavano al<br />
passato, alle vecchie credenze e che mi impedivano qualsiasi movimento.<br />
Ho dovuto distruggere il <strong>mio</strong> io, difficile a morire, e che risorgeva ogni qualvolta gli infliggevo un colpo che a me sembrava<br />
bene assestato e così via fino ad assistere quasi con gioia al completo disfacimento del <strong>mio</strong> corpo di cui ero stato così<br />
orgoglioso.<br />
L'esempio che posso dare ai giovani di oggi mamma?<br />
Giudica da te e non è tutto. Trasformare un amore sensuale ed egoista, anche se diretto a mia moglie, in un amore puro,<br />
in una donazione totale, che arriva fino all'olocausto di sé.<br />
Elevare la dignità e la sacralità dell'unione coniugale fino alla grandezza di sacramento e non mi dilungo di più.<br />
Sappi, mamma, che ogni santo irradia la sua luce sull'epoca in cui è vissuto e diventa guida, esempio, simbolo specialmente<br />
perle sue stesse generazioni che come lui hanno vissuto i suoi stessi problemi, le sue stesse difficoltà.<br />
I santi di epoche ormai remote, se nell'essenza rivelano le stesse verità, perché la Verità è Dio stesso che è eterno, poco<br />
dicono alle generazioni di oggi che stanno vivendo esperienze diverse, ecco perché oggi il cielo per ovviare all'errore di<br />
portare sugli altari santi di epoche ormai lontane, si serve di contatti diretti e dona carismi di locuzioni interiori e lo Spirito<br />
opera cose veramente sublimi.<br />
Dopo qualche giorno della mia dipartita voci dal cielo ti rendevano edotta come i santi non crescono come i funghi, ma<br />
sono perle rare che ogni tanto Dio dona alla sua Chiesa perché siano luce e guida per i viandanti terreni.<br />
Questo ti conferma come la vita di un santo deve essere attuale e ben inserita nel contesto di un'epoca perché dia veramente<br />
dei frutti abbondanti e santi.<br />
Te lo immagini un san Vincenzo De Paoli che divulga la sua forma caritativa servendosi delle nobildonne dell'epoca, se<br />
avesse agito così in quest'epoca scanzonata e irriverente?<br />
Ma allora, è stato un risveglio delle coscienze specialmente in quell'ambiente fatuo ed egoista delle nobildonne dell'epoca».<br />
Nicolù, l'altra volta riferendoti alle cause per la beatificazione dei santi, mi hai detto: «Mamma, se voi dovete giudicare<br />
l'operato di un medico la commissione inquirente non potrebbe essere se non formata da medici» come per dirmi che per<br />
accertare o meno l'eroicità della vita di un santo, solo altri santi sono idonei a farlo.<br />
Adesso ti chiedo: poiché ciò non sempre è realizzabile, i santi che sono stati innalzati agli onori degli altari, sono stati tutti<br />
meritevoli di tanto privilegio?<br />
<strong>Nicola</strong>: «No, mamma, ma Gesù non ritira i Suoi doni e per il potere dato a Pietro e con lui alla sua Chiesa di sciogliere e di<br />
legare conferma anche in cielo il verdetto della Sua Chiesa».<br />
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