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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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proprio Paese nell’UE, vanificando con ciò il trattato stesso e ponendo la Norvegia, insieme alla<br />

Svizzera, come gli unici Paesi europei tuttora apertamente contrari al proprio ingresso nell’UE.<br />

In presenza di questa parziale battuta d’arresto del processo d’allargamento dell’Unione, si svolgeva<br />

quindi la riunione del Consiglio Europeo di Essen del 9-10 dicembre 1994. Nell’”introduzione” alle<br />

sue “conclusioni”, il Consiglio Europeo ribadiva il principio: “Con lo sguardo rivolto al cammino<br />

d'importanza storica compiuto dalla Comunità sin dai suoi esordi, l'Unione deve oggi dimostrare di<br />

saper anche forgiare l'avvenire tenendo presenti gli interessi politici ed economici dei cittadini.” Di<br />

conseguenza, stavolta, si poneva, tra quattro settori ritenuti prioritari (i primi tre: economicosociale,<br />

sicurezza esterna e sicurezza interna), anche il seguente:<br />

“consolidamento della legittimità democratica dell'Unione e coerente rispetto del principio di sussidiarietà, nonché sviluppo<br />

dei diversi aspetti della <strong>cittadinanza</strong> dell'Unione, affinché il modo di operare delle istituzioni sia più trasparente e<br />

i vantaggi di appartenere all'Unione siano più facilmente individuabili per l'opinione pubblica, e così l'Unione sia maggiormente<br />

accettata dai cittadini.”<br />

Fra gli “interessi” dei cittadini si poneva perciò anche quello della “legittimità democratica<br />

dell’Unione” e del “principio di sussidiarietà”, nonché dello sviluppo “della <strong>cittadinanza</strong><br />

dell’Unione”: una maggiore attenzione per i primi due centri d’interesse avrebbe reso “più trasparente”<br />

l’attività dell’UE e lo sviluppo dell’ultimo avrebbe consentito all’”opinione pubblica” una<br />

più facile individuazione dei “vantaggi di appartenere all’Unione”; in conclusione si sarebbe così<br />

raggiunto l’obiettivo fondamentale di un’Unione “maggiormente accettata dai cittadini”.<br />

Di conseguenza, nell’ambito della “cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni”, il<br />

Consiglio europeo poneva l’accento su temi di immediato rilievo come la “lotta contro le frodi” (“I<br />

cittadini europei, in quanto contribuenti, hanno il diritto di esigere che le frodi, lo spreco e la c<strong>attiva</strong><br />

gestione siano combattuti con la massima energia”), “l’Europa e i suoi cittadini” (con il varo effettivo<br />

della partecipazione del cittadino UE alle elezioni comunali nella città di residenza), della “libera<br />

circolazione in Europa” (con la denuncia dei ritardi nella creazione dello spazio senza frontiere interne<br />

e con il compiacimento per la decisione degli Stati membri firmatari dell’accordo di Schengen<br />

di eliminare i controlli delle persone alle proprie frontiere interne a partire dal marzo 1995) e infine<br />

della “promozione della tolleranza e della comprensione” (con il progetto di un’educazione orientata<br />

a combattere il razzismo e la xenofobia).<br />

E finalmente, il 1° gennaio 1995, l’Austria, la Svezia e la Finlandia entravano effettivamente<br />

nell’Unione Europea, che così diventava l’Europa dei Quindici. Con questo evento l’UE raggiungeva<br />

la sua massima espansione verso nord (almeno sino ad ora) e si apriva così, fin da allora, la nuova<br />

prospettiva del suo allargamento verso l’ultima direzione rimasta ossia verso est, in riferimento<br />

ai numerosi Paesi dell’Europa centro-orientale ex-comunisti.<br />

Nella nuova Europa dei Quindici, comunque, veniva subito applicata la disposizione prevista già<br />

dal trattato di Maastricht a proposito della nomina della nuova Commissione europea. E così, per la<br />

prima volta nella sua storia, il Parlamento Europeo procedeva il 18 gennaio 1995 al voto di fiducia<br />

nei confronti della nuova Commissione Europea presieduta dal lussemburghese Jacques Santer, rafforzando<br />

così le proprie prerogative politiche e conferendo perciò alla stessa Commissione europea<br />

una veste più chiaramente politica e quindi di vero e proprio organo del potere esecutivo e quindi di<br />

governo dell’UE. 186 Solo dopo tale approvazione parlamentare la Commissione Santer entrava in<br />

funzione il 1° febbraio 1995. 187<br />

186 Tra i membri della Commissione Santer figuravano gli italiani Emma Bonino e Mario Monti. Esponente del Partito<br />

radicale (PR), deputato tra il 1976 e il 1978, nel 1979 deputato (sino al 1983) e membro del PE (sino al 1984), nel 1986<br />

deputato (sino al 1987) e membro del PE (sino al 1988) e deputato dal 1990 al 1995, Emma Bonino assumeva, nella<br />

Commissione Santer, la responsabilità per la politica dei consumatori, la pesca e l’Ufficio Umanitario della Comunità<br />

Europea (ECHO), nonché nel 1997 per la protezione della salute dei consumatori e la sicurezza del cibo. Assistente nel<br />

1965, professore associato nel 1969, professore ordinario nel 1970, nel 1971 professore di teoria e politica monetaria<br />

all’Università commerciale “Luigi Bocconi” di Milano, nel 1985 professore di economia e direttore dell’Istituto di economia<br />

della stessa università, nel 1989 rettore di essa e dal 1994 suo presidente, Mario Monti assumeva, nella Commis-

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