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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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che in seno all’UE, per dare un quadro di riferimento alle decisioni indipendenti di politica monetaria affidate alla Banca<br />

centrale europea”; 302<br />

la sostituzione, nel trattato CE, dell’espressione “economia di mercato aperta” con quella di “economia di mercato sociale”;<br />

- la previsione di interventi “sui sistemi di sicurezza sociale dell’Unione Europea”;<br />

- l’introduzione di disposizioni sul turismo, la politica energetica, la creazione di un’autorità unica europea preposta al<br />

controllo del traffico aereo, la pesca e lo sport.”<br />

Un mese dopo tale risoluzione del PE si svolgeva il Consiglio europeo di Helsinki del 10-11 dicembre<br />

1999, che in primo luogo adottava la “Dichiarazione per il millennio”. Con questo quanto mai<br />

ambizioso traguardo temporale, il Consiglio europeo poneva all’UE i seguenti obiettivi:<br />

- “L’Europa sta affrontando le realtà della società dell’informazione e della globalizzazione. E’ necessario prendere<br />

provvedimenti in relazione all’invecchiamento della popolazione e rispondere alle aspettative dei giovani, Svilupperemo<br />

le nostre risorse umane mediante la formazione permanente e l’innovazione e promuoveremo un’economia europea<br />

dinamica e aperta, basata sul sapere, per garantire la crescita e ridurre su base permanente la disoccupazione”<br />

- la lotta “contro il degrado dell’ambiente a livello locale e mondiale”<br />

- “faremo dell’Unione un autentico spazio di libertà, sicurezza e giustizia”<br />

- la creazione di “capacità dell’Unione in ambito militare e civile al fine di gestire le crisi internazionali e di offrire<br />

assistenza umanitaria”<br />

Per il conseguimento di questi obiettivi del successivo “millennio”, il Consiglio europeo ricordava<br />

peraltro la necessità di disporre di “un’Unione aperta, democratica ed efficiente”, , nonché che occorreva<br />

“la fiducia e l’attivo coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni civili”, nonché il<br />

“pieno sostegno degli Stati membri”, in rapporto “all’idea di un’Europa per tutti”, condivisa e sostenuta<br />

da “ogni nuova generazione”.<br />

In rapporto all’obiettivo del secolo o anzi del decennio successivo ovvero quello della “preparazione<br />

all’allargamento”, il Consiglio europeo stabiliva l’enorme obiettivo di un “processo di adesione“<br />

comprensivo di ben “13 Stati candidati in un quadro unico” e soprattutto decideva che “dopo la ratifica<br />

dei risultati” della CIG sulla riforma istituzionale “l’Unione dovrebbe essere in grado di accogliere<br />

nuovi Stati membri a partire dalla fine del 2000”. 303<br />

Inoltre il Consiglio europeo notava che il “processo di allargamento” avrebbe dovuto comportare<br />

per gli Stati candidati in primo luogo “tutti gli sforzi per comporre ogni controversia ancora insoluta<br />

in materia di confini”.<br />

L’avvertenza era rivolta in particolare alla situazione di Cipro, un’isola coincidente in teoria con un<br />

unico Stato, ma divisa di fatto fra due Stati “alternativi” fra loro, l’uno, greco-cipriota, non riconosciuto<br />

solo dalla Turchia e candidato all’adesione all’UE, e l’altro, turco-cipriota, riconosciuto soltanto<br />

dalla Turchia. Si trattava di un problema, che esigeva una soluzione politica nell’ambito<br />

dell’ONU. Ma il Consiglio europeo precisava: “Se, al termine dei negoziati di adesione, non sarà<br />

stata trovata una soluzione, il Consiglio deciderà in merito all’adesione senza che il raggiungimento<br />

di una soluzione costituisca una condizione preliminare.” E, nello stesso tempo, riconosceva: “La<br />

Turchia è uno Stato candidato destinato ad aderire all’Unione in base agli stessi criteri applicati agli<br />

altri Stati candidati.” 304<br />

Per quanto riguarda, invece, il necessario complemento del processo di allargamento ovvero la<br />

“Conferenza intergovernativa sulle riforme istituzionali”, il Consiglio europeo decideva la sua con-<br />

302 Il PE era dunque quanto mai consapevole della necessità di mettere la BCE di fronte a una unitaria, integrata e coerente<br />

politica economica, sociale e occupazionale comune (come delineata nel Consiglio europeo di Colonia), pena lo<br />

squilibrio complessivo del sistema dell’UE.<br />

303 Emergeva in tal modo la diversa strategia del Consiglio europeo, centrata a tal punto sulla quasi ossessiva urgenza di<br />

far entrare quanti più Stati possibili dentro l’UE e nel minor tempo possibile, da restringere i tempi di svolgimento della<br />

CIG e conseguentemente il suo mandato, con il rischio di compromettere seriamente il delicato equilibrio fra allargamento<br />

e riforme istituzionali.<br />

304 In tal modo erano già poste virtualmente le premesse della futura adesione di Cipro nel senso del solo Stato grecocipriota,<br />

nonché dell’impossibile adesione della Turchia, in quanto quest’ultima non riconosce tuttora tale Stato, che è<br />

ormai uno Stato membro dell’UE.

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