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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Il giorno dopo aveva luogo l’intervento del presidente della Convenzione europea in occasione<br />

dell’apertura del 53° anno accademico del Collegio d’Europa a Bruges il 2 ottobre 2002. Nel suo<br />

discorso Giscard d’Estaing affermava:<br />

1) “Il Signor Amato sta per presentarci un rapporto sulle raccomandazioni del gruppo sulla personalità giuridica. Se<br />

questo gruppo – ciò che sembra essere il suo orientamento – ci raccomanda d’andare verso una personalità giuridica unica,<br />

ciò renderà possibile:<br />

- di considerare una fusione dei due trattati attuali, il Trattato CE e il Trattato sull’Unione Europea, e<br />

- di ravvicinare e razionalizzare i diversi strumenti giuridici dell’Unione dei differenti pilastri aventi una portata simile.<br />

Ciò apre dunque la via a una semplificazione dei trattati, permettendoci così d’andare verso una razionalizzazione del<br />

sistema, domandata dall’opinione pubblica. Ciò ci condurrebbe verso un nuovo documento unico cancellante inevitabilmente<br />

i testi anteriori, e richiedendo la sua ratifica nel suo insieme.”<br />

2) “Dopo il dibattito da parte della Convenzione del rapporto del Signor Amato, ci siamo impegnati a fare una presentazione<br />

preliminare, a fine ottobre, di un’architettura per il futuro trattato costituzionale. La mia preferenza – come l’ho<br />

già indicato davanti alla Convenzione – va verso un testo unico raggruppante una parte di natura costituzionale e una<br />

parte riguardante le politiche, completata eventualmente da dei protocolli, e comportante certi dettagli d’applicazione.<br />

Questa parte costituzionale deve presentare in maniera comprensibile le basi stesse della nostra Unione. E’ una questione<br />

molto importante, e occorre avere un dibattito approfondito su questo punto.”<br />

In altri termini la proposta del gruppo presieduto dal vicepresidente Amato di attribuire una personalità<br />

giuridica all’UE e anzi soltanto all’UE avrebbe comportato, secondo Giscard d’Estaing, la<br />

possibilità non solo di procedere a una completa fusione dei due trattati CE e UE, andando persino<br />

oltre l’opzione a) (due trattati distinti) in direzione di un testo unico da sottoporre a una ratifica<br />

complessiva, ma anche la formale soppressione della struttura a tre pilastri dell’UE e con ciò la possibilità<br />

di andare oltre la stessa opzione c), propria dello “studio di Firenze” e relativa a un trattato<br />

fondamentale con annessi una serie di protocolli speciali distinti per pilastri, verso l’opzione b) ossia<br />

quella del vero e proprio trattato unico, di cui il trattato fondamentale non sarebbe stato che la<br />

prima parte. In tal modo, già allora, Giscard d’Estaing prefigurava un trattato unico, che avrebbe<br />

dovuto portare in quanto tale il titolo di “trattato costituzionale”, anche se, in realtà, la vera “Costituzione”,<br />

quella che avrebbe dovuto venire insegnata al liceo, non era che la prima parte, “di natura<br />

costituzionale”. Il presidente della Convenzione aveva pertanto un bel dire che tale prima parte avrebbe<br />

dovuto essere quanto mai comprensibile per i cittadini. In realtà, in tal modo erano poste tutte<br />

le premesse per ottenere non solo un unico testo mastodontico e perciò incomprensibile, ma anche<br />

un unico trattato, che, pretendendo per giunta di chiamarsi in quanto tale “trattato costituzionale”,<br />

omologava in realtà tutto il suo sterminato contenuto come appunto “costituzionale”, proprio<br />

agli occhi dei cittadini già all’atto dei referendum nazionali di ratifica.<br />

Le previsioni di Giscard d’Estaing trovarono la loro puntuale conferma poche ore dopo, nella<br />

sessione plenaria della Convenzione del 3-4 ottobre 2002. In essa Amato presentava la relazione finale<br />

del suo gruppo di lavoro III, sulla quale si apriva un dibattito generale, nel quale veniva “generalmente<br />

riconosciuto che la fusione delle personalità giuridiche apre la via alla fusione dei trattati<br />

in un testo unico, contribuendo così alla loro futura semplificazione. Il testo unico potrebbe essere<br />

composto di due parti: la prima corrisponderebbe alla parte fondamentale comprendente disposizioni<br />

di carattere costituzionale, mentre la seconda conterrebbe essenzialmente le politiche”. Inoltre “la<br />

maggioranza dei Convenzionali riconosce che […] mantenere l’attuale presentazione della struttura<br />

in “pilastri” sarebbe anacronistico, mentre sopprimerla consentirebbe di riorganizzare più sistematicamente<br />

i trattati” ossia andare verso la prima opzione di de Witte, preferita da Giscard d’Estaing.<br />

A dare comunque nuovo slancio all’”avvenire dell’Europa” per il successivo cinquantennio era poi<br />

l’esito positivo del secondo referendum irlandese sulla ratifica del trattato di Nizza, svoltosi il 19<br />

ottobre 2002, che vedeva un popolo che, sulla base delle chiare e solide rassicurazioni del proprio<br />

governo e del Consiglio europeo, accettava di ritornare alle urne una seconda volta sullo stesso tema

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